Ebony and Ivory di WriteForLove (/viewuser.php?uid=115328)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivi a Notre Dame ***
Capitolo 2: *** Amici ***
Capitolo 3: *** Un Poeta e Una Stracciona ***
Capitolo 4: *** Il Re dei Mendicanti ***
Capitolo 5: *** La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo. ***
Capitolo 1 *** Nuovi arrivi a Notre Dame ***
questa è la mia prima
Fan Fiction in questa sezione e su quest'opera che adoro. Spero
commentiate e che vi piaccia!
Cap.1
Nuovi arrivi a Notre Dame
Era
una notte come tante a Parigi e mentre l'ignaro popolo dormiva sonni
sereni, lungo la Senna un barcone procedeva lento e pigro cercando di
non dare nell'occhio. Quando si accostò all'argine ne
saltò giù una figuara esile e incappucciata
vestita di stracci tranne per un'pesante mantello bianco. Si
guardò intorno e fischiò verso la zattera. Una
ventina di persone sgusciarono fuori e l'affiancarono, erano
clandestini, dei nuovi, anche se da diverso tempo non ne erano
più arrivati visto che la polizia Parigina aveva triplicato
la sorveglianza e quadruplicato le crudeltà. Il gruppo di
sans-papiers si incamminò alla volta di Notre Dame,la loro
unica speranza,guidato dall'esile figura che procedeva a passi svelti e
accorti con i piedi nudi che sembravano volare sulla strada fredda e
umida della notte del diciannove Dicembre. Erano dalla parte opposta
della Place de Grève, riuscivano già a sentire
l'odore pungente dell'incenso e si sentivano al sicuro quando un gruppo
di poliziotti spuntò da un vicolo e si parò tra
loro e la salvezza. Alla loro testa si trovava il capitano Phoebus
già eccitato all'idea di versare il sangue di quella feccia
immonda e trovare qualche bella straniera con cui divertirsi. I due
eserciti si schierarono e in un batter di ciglia si erano scagliati
l'uno contro l'altro. I clandestini erano inferiori in numero, forza ed
equipaggiamento e finiro presto per essere sottomessi ma
improvvisamente quella piccola macchia bianca riuscì a
liberarsi dalla presa del soldato e a correre verso la Cattedrale
mentre cercavano invano di afferarla. Attraversò la piazza,
corse sul sagrato e con la forza della disperazione spalancò
la porta della Chiesa entrò di un passo e poi si
voltò verso la battaglia, si abbassò il cappuccio
del mantello e una folta chioma rossa e ondulata si liberò
nel vento Francese mentre la pelle pallida di una ragazza splendida
brillò alla luce della luna. Inspirò e poi
gridò alla notte
-Asilo! Notre Dame chiedo asilo! Invoco il Diritto di asilo per me ed i
miei fratelli! ASILO!!-
i soldati si bloccarono incerti. Il capitano si sentì
improvvisamente sconfitto, non poteva violare il diritto d'asilo, era
contro la volontà del Signore. Lanciò un urlo di
rabbia , ordinò ai suoi uomini di lasciare i prigionieri e
poi si rivolse alla fanciulla -Non è finita qui, strega dai
capelli rossi!-
lei fece una reverenza degna della più esperta
delle principesse e gli sorrise -La aspetto, Capitano-
poi proruppe in una risata sarcasti che mandò su tutte le
furie l'uomo. Non sarebbe finita, l'avrebbe catturata, ne era certo. La
polizia se ne andò sconfitta e i clandestini scoppiarono in
risate di trionfo. Corsero verso la ragazza che diede un nuovo ordine
-Questa notte possiamo dormire qui, da domani cercheremo un posto
sicuro in cui non farci trovare dalla polizia.-
tutti annuirono e cercarono un posto in cui sdraiarsi. Un bambino dai
capelli color del fuoco si avvicinò alla dama in bianco
rivolgendole un sorriso incerto
-Siamo al sicuro Genevieve? Quegli uomini cattivi se ne sono
andati vero?-
lei sospirò -Sì Jacques, siamo al sicuro. E ora
vai a dormire fratellino mio, domani potrai visitare Parigi-
il viso del piccolo si illuminò radioso mentre
trotterellava dentro alla ricerca di un angolo buio e sicuro. Genevieve
inspirò l'aria della notte e il suo sguardo venne catturato
da un brillio dorato nascosto nell'ombra gettata dalla cattedrale. Un
uomo dalla pelle scura la stava osservando con i suoi occhi da gatto,
stupito dal coraggio di quella creatura così minuta. Lei
alzò il mento in segno di sfida nella sua direzione e un
baluginio di denti bianchi la fece trasalire. L'espressione divertita
di quel ragazzo era la cosa più splendida che avesse mai
visto, come quella di un principe. Il misterioso osservatore fece un
breve inchino e sparì nel buio così in fretta che
la ragazza temette di esserselo immaginato. Ma allora perchè
il cuore le batteva così forte?
Ecco qui ed ora
a voi le tastiere!
Con affetto
WfL
|
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Capitolo 2 *** Amici ***
Ecco qui il secondo
capitolo...faccio un appello a chiunque legga questa fan fiction:
commentare non costa niente. Una volta finito di leggere fammi sapere
cosa ne pensi, anche in un messaggio privato. Accetto molto, molto
volentieri anche le critiche e i commenti negativi, almeno scopro dove
devo migliorare! Quindi, se avete un minuto di tempo fatemi sapere cosa
ne pensate, Buona Lettura!
Cap.2 Amici
Tac. Tac. Tac. un rumore di passi
la mise in allerta, facendola svegliare all'istante. Socchiuse gli
occhi e riuscì a vedere nel buio un'ombra scura china su suo
fratello. Si alzò in piedi e gridò -Ehi tu!-
l'ombra si voltò e Genevieve si accorse che era un uomo ed
era mostruoso. Intimorita ma decisa nel difendere il piccolo aggiunse
-Togli le tue
luride mani dal lui!- l'essere spaventato prese in braccio Jacques e si
mise a correre lungo le navate.
La ragazza si
lanciò all'inseguimento e rimase shockata quando il mostro
si infilò in un passaggio nascosto dietro ad una colonna.
Raccogliendo tutto il coraggio che aveva avanzò nel buio e
salì la ripida scala a chiocciola che sembrava infinita.
Sbucò, dopo un paio di munuti, in una stanza ricavata
nell'ampio spazio in cui erano situate le campane. Le sembrava di
sognare, come se non fosse più nella maestose Cattedrale, ma
in un luogo fuori dal tempo. Il pavimento era formato da assi di legno
inchiodate con maestria che erano calde a contatto con i piedi nudi,
mentre il soffitto si vedeva a malapena, viste le travi che si
intrecciavano, per sorreggere la struttura, in disegni geometrici
strabilianti. Ciò che attirava lo sguardo più di
tutto erano però le maestose campane che sembravano enormi
giganti addormentati. La rossa si riscosse da quei pensieri,
afferrò il pugnale e avanzò in direzione della
luce di una candela. Lì, c'era un letto con una coperta di
lana, un tavolo con sopra della frutta, dell'acqua e un libro, una
sedia sgangherata e la piccola candela. L'essere mostruoso stava
deponendo Jacquen nel letto, coprendolo, mentre il bambino lo guardava
ad occhi sgranati -Cosa vuoi farmi?-
-Niente piccolo,
ho sentito che tremavi e avevi freddo, e allora ti ho portato qui per
farti stare al caldo-
la voce
dell'uomo era roca ma allo stesso tempo bassa e calda. Il piccolo
sembrò leggere qualcosa nel viso deforme del suo rapitore
perchè sorrise -Grazie-
A Genevieve,
nascosta nell'ombra, parve che anche il gobbo sorridesse mentre posava
una mano sulla testa del rosso in una goffa carezza
-Prego, e ora
dormi- detto questo gli diede le spalle e scostando una tenda
uscì su quella che doveva essere una terrazza.
La ragazza
raggiunse di corsa il fratello -Jacques stai bene?-
-Sì
sorellona, quel signore è stato tanto gentile-
vedendo che
effettivamente stava bene ed era finalmente al caldo, sorrise anche lei
-Già, ora dormi, io vado a ringraziarlo.-
così
si alzò e andò dietro allo storpio. Appena fuori,
il vento Parigino la investì e si dovette stringere nel
mantello mentre percorreva la balconata fino a trovare l'uomo, seduto
sul parapetto che osservava la città dormiente. Lei gli si
sedette accanto, appoggiando la schiena ad un Gargoile di pietra che le
metteva i brividi.
Senza rendersene
conto parlò -Questo Gargoile è brutto e
spaventoso, ma in fondo è tanto buono. Come te, vero?-
lui
annuì guardandola mentre lei gli tendeva la mano -Io sono
Genevieve, e tu?-
-Quasimodo-
la ragazza
rimase orripilata dalla crudeltà di quel nome che alludeva
al suo aspetto -Beh ti ringrazio Quasimodo, per essere stato
così gentile con mio fratello Jacques-
lui si strinse
nelle spalle -é stato un piacere. scusa se sono scappato ma
temevo volessi uccidermi-
lei gli sorrise
comprensiva e restò a guardarlo, aveva gli occhi chiari e i
capelli castani e spettinati. Sarebbe stato sicuramente un bell'uomo se
non fosse stato per le sue malformazioni fisiche.
-Ti ho vista
prima, nella piazza- la voce roca la riportò al presente
-Sei stata molto coraggiosa.-
Lei rispose
fiera -Farei qualsiasi cosa per i miei amici.-
lui si
rabbuiò e lei capì, non aveva mai avuto degli
amici. Si avvicinò cauta e posò una mano piccola
e fredda su quel viso deformato facendo in modo che la guardasse
-Anche noi ora
siamo amici, vero, Quasimodo?-
lui a quelle
parole sorrise radioso annuendo con vigore -Sì, siamo amici
e da ora, se vorrai tu e il Jacques potrete rifugiarvi
quassù, la notte, così starete al caldo e al
sicuro-
anche lei si
illuminò -dici davvero? Oh Quasimodo Grazie! Grazie
Infinite!-
risero insieme e
tornando a guardare la notte scura.
Dopo una decina
di minuti lei rabbrividì e il campanaro sospirò
-L'aria della
notte è fredda, Genevieve, vai a dormire, ti
sveglierò domattina.-
la rossa si
lasciò sfuggire uno sbadiglio -Grazie amico mio, buonanotte-
così
dicendo entrò, si accoccolò al caldo sotto la
coperta con il suo fratellino e, finalmente al sicuro, si
addormentò.
Il mio secondo capitolo
è finito e vorrei dedicare questo spazio all' "Angolo dei Ringraziamenti".
Ringrazio di cuore Stellina_XxStarxX la mia unica
recensitrice: eh sì, anch'io volevo mostrare un Febo che non
nasconde la sua vera natura. Spero che questo capitolo sia all'altezza
delle tue aspettative! :)
Detto questo, A Voi le
Tastiere!
Con Affetto
WfL
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Capitolo 3 *** Un Poeta e Una Stracciona ***
Dopo tanto tempo,
rieccomi! Mmmh, zero commenti al capitolo precedente? Sì,
è stato anche questo il motivo della mia assenza ma hei, non
importa! Spero che chi leggerà questo piccolo delirio abbia
pietà di me e commenti, visto che in effetti sono un po'
demorallizzata! A voi la lettura!
Cap. 3: Un Poeta e Una Stracciona
Il mattino seguente Genevieve fu svegliata dai raggi del sole che le
colpivano il viso e dalle voci della gente sul sagrato. Jacques dormiva
beato e lei si alzò ancora assonnata. Sul tavolo di legno
era stato posto del latte, un pezzo di pane e della frutta. La ragazza
sorrise, Quasimodo doveva aver preparato tutto quello. Dopo aver bevuto
un bicchiere di latte, si mise alla ricerca del suo mostruoso amico che
trovò su una balconata qualche piano più in basso
-Quasimodo buongiorno! Sei stato veramente gentile a prepararci la
colazione!-
il gobbo però non la degnò di uno sguardo
continuando a fissare qualcosa nella piazza – Amico mio? Cosa
c'è? Cosa ti turba?-
solo in quel momento lui si voltò verso di lei
- Qualcosa che non ho mai provato prima, l'amore, cara amica mia. Una
stupenda creatura ha incatenato il mio cuore. Guarda, guarda come balla
leggiadra, è un angelo!-
la giovane incuriosita si sporse dal parapetto e in un istante
capì. Sul sagrato della chiesa, una giovane andalusa danzava
al ritmo di qualche musica della sua terra
- é veramente bella, come si chiama?-
- La Esmeralda -
La Esmeralda, che nome curioso. Il piccolo Jacques li
interruppe -Buongiorno! Gen mi avevi detto che oggi potevo andare a
visitare la città! Posso, posso posso?-
la ragazza sorrise, -Sì sì, vai! Ma per
il tramonto dei trovarti all'interno di Notre Dame, non farmi
preoccupare!-
-Ok sorellona! Ciao Quasi, a questa sera!-
il gobbo lo salutò con la mano -Non hai paura che
gli succeda qualcosa?-
lei rise -Quel piccoletto sa cavarsela! E poi con la sua
carnagione chiara potrebbe essere scambiato per un qualunque parigino,
e ora scusami, ma vado a guadagnarmi il pane!-
detto questo gli diede un bacio sulla fronte e corse via. Una
volta fuori dalla cattedrale trovò il suo amico
Rainè ad aspettarla - Gen! Gen, sono qui!-
lo raggiunse sorridendo -Buongiorno amico mio! Siamo pronti per
lavorare?-
il ragazzo, moro e dalla carnagione scura ghignò
-Sempre pronto!- i due erano, infatti, ladri e tagliagole, i
più abili del loro gruppo. -Avete trovato un posto in cui
riunirci questa sera?-
-sì, ai piedi della grande ghigliottina-
lei ridacchiò
-molto, molto caratteristico-
i due si sorrisero un'ultima volta, si fecero calare i propri
cappucci sulla testa e si misero al lavoro. Dopo qualche ora Genevieve
era stanca e infreddolita, così decise di andare a ripararsi
nel primo luogo che trovò. All’interno era stato
allestito un palco, dove alcune persone stavano discutendo. La giovane
incuriosita si avvicinò e capi subito che quelli erano
attori che provavano una qualche opera a lei sconosciuta. Si sedette ai
piedi di una balaustra e togliendosi il pesante cappuccio
continuò ad ammirare lo spettacolo fino a quando una voce la
fece trasalire –è di vostro gradimento Madame?-
istintivamente portò una mano alla cintura dove
teneva nascosto il pugnale, ma poi si calmò. Non era un
pericolo ma un semplice ragazzo, anzi, un uomo così gli
sorrise
–Sì messere, lo trovo decisamente
interessante, sapete dirmi di cosa si tratta?-
il giovane gonfiò il petto magro e alzò
il mento, orgoglioso –è la mia creazione, il mio
mistero-
-Siete stato voi a scriverlo?-
-Assolutamente, madamigella-
–Mi complimento con voi dunque, è
veramente straordinario. Ma chi siete, per essere riuscito in questa
impresa?-
- Il mio nome è Pierre Gringoire, poeta e
filosofo, per servirla- e accennò un inchino degno di un
nobile, nonostante i suoi abiti lisi.
Solo in quel momento Gen si soffermò a guardarlo con
più attenzione, era un bell’uomo, dai tratti
eleganti e con due occhi del colore del cielo di Luglio,
erano…erano splendidi. Gringoire, dal canto suo era rimasto
piacevolmente colpito da quella ragazza che aveva mostrato tanto
interesse per la sua creazione denotando quindi una spiccata
intelligenza degna di una qualsiasi ragazza di buona famiglia, anche se
i piedi nudi tradivano la sua natura di stracciona, anche se non aveva
le caratteristiche fisiche di un’Egiziana – E voi
invece, come vi chiamate?- azzardò.
Lei accennò un sorriso – Genevieve, il mio cognome
non lo ricordo più, non rammento nemmeno se l’ho
mai posseduto. Sono certa però che un uomo di poesia come
voi non baderà a questo-
era una sfida e lui lo sapeva bene, lo leggeva in quegli
occhi che brillavano furbi e nei muscoli tesi pronti a scattare, per
aggredirlo o per fuggire, in caso lui avesse tentato di consegnarla
alle guardie. In ogni caso non l’avrebbe mai fatto, la
ragazza aveva ragione lui era uomo d’intelletto, non di
spada. Le sorrise e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei
accettò e quando le sue dita strinsero quelle piccole e
fredde di lei, una scossa elettrica li attraversò e si
ritrovarono a fissarsi negli occhi, a un passo l’uno
dall’altra. Proprio in quel momento dal portone
entrò un agitatissimo Jacques che prese a tirare la donna
per un braccio. Il poeta rimase sconvolto dalla loro somiglianza, che
fosse suo figlio?
–Vieni sorellona! Alcuni uomini nella Place de Greve hanno
attaccato Ophelie e Santana, gli altri stanno già
accorrendo, dobbiamo andare!-
In un primo momento Gringoire fu sollevato dal costatare che
quella piccola furia rossa era il fratello della sua nuova conoscenza
ma poi inorridì, due donne erano state attaccate. Genevieve
senza pensarci due volte, uscì correndo dal palazzo a grandi
falcate. Il poeta, confuso ma intrigato, decise di seguirla, lasciando
i suoi attori alle loro prove.
Questo di solito
è l'angolo
dei ringraziamenti che mi piace fare per far
capire a chi recensisce quanto lo apprezzo ma non essendoci nessuna
recensione rigrazio TE
che hai appena letto sperando che continuerai a farlo!
con affetto
WfL
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Capitolo 4 *** Il Re dei Mendicanti ***
Eccomi
qui! Nonostante il caldo che rischia di farmi sciogliere e il fatto che
il mio corpo e la mia mente non si sono ancora ripresi dai
festeggiamenti di ferragosto, ho buttato giù questo nuovo
capitolo! Buona lettura e, come sempre, ci vediamo in fondo per i
ringraziamenti!
Cap.4 Il
Re dei Mendicanti
Gringoire
era trafelato, Genevieve era scomparsa dalla sua vista e aveva faticato
per ritrovarla. Quando finalmente aveva raggiunto il luogo della lite,
una gran folla assisteva a quell'incontro e a quella si unì.
La rossa invece affiancò Rainè e gli altri ragazzi
-Che
è successo?-
il
moro strinse i pugni
-Le
ragazze ballavano per raccimolare qualche spicciolo quando quell'uomo
è uscito da una taverna e ha iniziato ad accusarle di essere
delle streghe e ovviamente il suo amico gli ha dato manforte. Il vino
ha fatto il resto.-
la
giovane parlò in modo freddo e calcolato
-Sai
perchè un essere umano attacca qualcosa?-
lui
la guardò confuso scuotendo la testa e lei mise fine ai suoi
dubbi
-Perchè
in fondo ne è terrorizzato.- avanzò
così da sola verso le quattro persone, schiarendosi la voce
-Lasciatele
andare!-
gli
uomini si voltarono verso di lei, con i volti gonfi e rossi dall'alcool
e un sorriso ebete stampato sul volto
-Lasciate
quelle povere ragazze o giuro che vi colpisco con uno dei miei
malefici!-
dopo
un momento di esitazione in cui il gelo si impadronì degli
animi di tutti, il più alto e corpulento dei due la
indicò con un dito grassoccio
-é
lei la vera strega, prendiamola!-
in
un batter d'occhio Santana ed Ophelie vennero spinte con forza cadendo
a terra, mentre gli ubriachi si lanciarono all'inseguimento. Solo in
quel momento Gen si rese conto che la sua non era stata una mossa
astuta, poichè a causa dell'alcool i due erano
eccessivamente per non parlare del semplice fatto che si trovava in
netta inferiorità numerica. Imboccò un vicolo
sulla destra, correndo il più velocemente possibile. I suoi
inseguitori le stavano alle costole e iniziava a temere il peggio
quandi improvvisamente una mano le afferrò il polso
trascinandola in una stradina laterale e facendole sbattere la testa
contro il muro. Le lacrime le riempirono gli occhi mentre la stessa
mano che l'aveva afferrata le tappava la bocca. Sentì che i
passi pesanti si avvicinavano e poi, senza accorgersi di nulla si
allontanavano continuando la ricerca. Solo in quel momento
tirò un sospiro di sollievo per poi irrigidirsi nuovamente
rendendosi conto che si trovava ancora bloccata da una misteriosa
figura che non le teneva più serrata la bocca
-Lasciami
andare-
sussurrò.
Il ragazzo in risposta le serrò i polsi
-Non
è così che si ringrazia il proprio salvatore-
-Me
la sarei cavata benissimo da sola!-
la
stretta che la teneva ferma si allentò fino a liberarla
mentre l'uomo rideva di gusto, incamminandosi verso la strada
principale. Genevieve riconobbe quella figura slanciata e quei denti
bianchi e gli corse dietro, mettendosi poi a camminare al suo fianco
-Perchè
lo hai fatto?-
gli
chiese esitante. Lui guardava dritto di fronte a se con aria tranquilla
e indifferente
-Eri
nei guai e ti ho aiutata. Come hai fatto tu con quelle due ragazze-
-Sì
ma..-
-Niente
ma. Non fare domande e non cercare risposte che in realtà
non vuoi.-
per
la prima volta la rossa era ammutolita e chinò il capo.
Forse avrebbe solo dovuto essergli riconoscente.
-Chi
sei tu?-
-E'
una domanda difficile, a cui non so mai cosa rispondere esattamente.
Forse solo un medicante, uno sconosciuto.-
-Tu
non puoi essere solo un mendicante-
lui
sfoderò il suo sorriso sornione e lei arrossì di
colpo. Aveva detto quella frase con un tono sognante che non le
apparteneva. Eppure..eppure quel ragazzo era dannatamente bello. La
carnagione scura e i lunghi capelli lo rendevano esotico mentre il
taglio dei suoi splendidi occhi ricordava quello di un possente felino.
I muscoli accentuati sembravano guizzare sotto gli stracci logori e
sporchi mentre lui, consapevole del suo fascino, camminava a testa
alta. La giovane cercò subito di scacciare quei pensieri, in
fondo erano insensati. Il giovane la guardava dall'alto,
meravigliandosi di quanto quella piccola e fragile creatura fosse in
realtà forte e determinata. Un rumore di passi li fece
trasalire e il moro spinse la ragazza contro il muro, coprendola con il
proprio corpo alla vista degli uomini che ancora la stavano cercando.
Il più corpulento diede di gomito all'altro indicandoli
-Guarda
la, ne ha trovata un'altra!-
il
secondo allora rise e urlò verso la coppia
-Hei
Re di Thunes, smettila di ammaliarle tutte o il val d'amore
resterà vuoto!-
lui
alzò il braccio in cenno di saluto e quelli, continuando a
ridere in modo viscido se ne andarono.
Il
ragazzo abbassò il viso e i suoi occhi si incatenarono a
quelli di Gen che sussurrò
-Allora
è vero, non sei un mendicante, sei un Re-
lui
scosse leggermente la testa
-Clopin,
chiamami solo Clopin-
si
avvicinò ancora, i loro volti erano distanti poco meno di un
respiro, ma Genevieve con un gesto rapido riuscì ad
abbassarsi e scivolare fuori dalla sua presa avviandosi verso la piazza
con un ultimo
-Arrivederci
mio Re-
Angolo dei
ringraziamenti:
Ringrazio Nhial
dalla terra del vento per il suo commento che
mi è arrivato per posta e non ti preoccupare,
vedrò di non sciuparti troppo il nostro caro poeta! :P un
bacio
Grazie a esmeralda92
per la sua bella recensione in viola :) Sono
veramente contenta che ti piaccia la mia folle idea e questa trama un
po'...particolare! E grazie per aver detto che scrivo
bene...così mi fai arrossire però! un bacione
anche a te, a presto!
Grazie a zifolo
per avermi dato addirittura 9 1/2 su 10...sei
troppo buona! E anche eccellente..è un parolone! Sono
comunque contenta che ti siano piaciuti i capitoli e ti prometto che
cercherò di postare più velocemente! Un
abbraccione
Grazie mille a Giuliuli,
Clopin è anche uno dei miei personaggi preferiti! :D wow,
scrivo delle frasi che ti colpiscono? Non sai quanto questo mi renda
fiera di me stessa! Perchè è anche questo il
compito di chi scrive no? Arrivare al cuore del lettore :) Spero che
questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative. Un bacio
Grazie poi a Roylove
che mi ha messo tra le preferite e che mi ha fatto notare quanta
attenzione bisognasse fare per distinguere i dialoghi dalla narrazione
:) Spero che così vada meglio! Grazie ancora, un bacione
Infine Grazie a chi l'ha messa tra le
Preferite, le Seguite e quelle
Da Ricordare e soprattutto grazie a Te che
hai letto questo mio piccolo sclero!
A presto!
Con affetto
WfL
|
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Capitolo 5 *** La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo. ***
jkds
Cap. 5
La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo.
Tornata
alla place, Genevieve si appoggiò al muro
di
un'abitazione, chiudendo gli occhi. Le tremavano le gambe mentre i
battiti del suo cuore non accennavano a rallentare. Aver avuto il corpo
del re di thunes così vicino l'aveva sconvolta: la sua parte
razionale le aveva urlato di scappare a gambe levate mentre un'altra
vocina, flebile e suadente, l'aveva spinta ad avvicinarsi, a rischiare,
per scoprire fino a che punto si sarebbe potuta spingere; come una
bambina che avvicina la mano al fuoco per vedere se brucia.
Tentò di calmarsi, respirando a fondo e riaprendo gli occhi:
individuò la grande ghigliottina e vi si diresse a passi
svelti,
sapendo che alla base avrebbe trovato i suoi compagni. Appena si
accorsero del suo arrivo, i sans-papier tirarono un sospiro di
sollievo. Rainè e Jacques le corsero intorno
-Sorellona,
sei riuscita a scappare!-
La
ragazza sorrise accarezzando dolcemente i capelli rossi del
fratello e lasciandosi stringere nell'abbraccio dell'amico. Andarono
poi tutti e tre a sedersi sul selciato, cantando con gli altri le
canzoni delle loro terre natie, per combattere la malinconia. Quando
però iniziò a soffiare il vento freddo della
notte, si
divisero ed ognuno si dirise al proprio rifugio. Mentre i due fratelli
si dirigevano furtivamente verso la cattedrale una voce li fece
trasalire
-Mademoiselle!
Mademoiselle, vi prego fermatevi!-
la
giovane sospirò quando riconobbe l'uomo che avanzava
verso di loro con un sorriso sulle labbra
-Maestro
Gringoira, non dovreste urlare così, la buona gente
di
Parigi ha bisogno di riposarsi per affrontare i festeggiamenti di
domani-
il
poeta rise accennando un inchino
-Chiedo
venia mademoiselle ma oggi siamo stati così
brutalmente
interrotti che non ho avuto il tempo di godere della vostra piacevole
compagnia. Sono consapevole del mio egoismo ma vi prego di concedermi
un'ora del vostro tempo in questa magnifica notte invernale.-
Genevieve
arrossì: nessuno le aveva mai parlato in quel
modo. Si
voltò verso Jacques, accucciandosi per guardarlo negli
occhi,
parlandogli all'orecchio
-Corri
nella cella di Quasimodo e non uscire per nessun motivo. Non
farti scoprire piccolo mio- gli diede un bacio sulla fronte -Io torno
presto.-
Si
tirò su il cappuccio, raggiunse il giovane e dopo aver
guardato il fratello entrare nella chiesa, gli rivolse un sorriso
allegro
-Ha
un'ora monsieur, sono tutt'orecchie-.
I
due camminarono a lungo, parlando del mistero di Pierre, della
poesia, della musica e della letteratura. Gringoire era colpito da
quella ragazza che conversava meglio di una qualunque di quelle donne
borghesi che aveva conosciuto fino a quel momento. Stretta nel suo
mantello per proteggersi dalla morsa tagliente del gelo,
ricordò al poeta una volpe bianca che corre in un bosco
verde smeraldo: completamente visibile ed esposta, ma con un'aura
pericolosa e scaltra che spingeva a starle lontano.
Si
bloccarono quando videro due figure poco distanti da loro. Il cuore
della rossa iniziò a battere all'impazzata
"Clopin!"
pensò con un sussulto.
Quando
però riconobbe nella ragazza con cui discuteva la
zingara che aveva rubato il cuore di Quasimodo, la piccola Esmeralda,
si sentì morire. Odendo dei passi il re di Thunes si
girò, fulminandoli con un'occhiataccia. Genevieve rimase un
momento ferma, in preda a quegli occhi di brace, prima di riscuotersi e
posare una mano candida sul braccio del suo giovane accompagnatore
-
E' tardi maestro, torniamo indietro, sono molto stanca-
Gringoire
annuì guidandola verso un vicolo che li avrebbe
riportati alla cattedrale. Il ragazzo riprese a parlare dopo pochi
istanti e lei si lasciò trascinare dalla sua passione e
dalla sua allegria. Pierre era un fiume in piena, l'impido come l'acqua
e con la voce cristallina dei ruscelli che scorrevano liberi
sulle grandi montagne della sua infanzia. Era molto pallido, magro e
con i vestiti logori ma indubbiamente affascinante. La sua cultura poi,
sembrava comprendere qualsiasi argomento. Gen arrossì
involontariamente quando incontrò quegli occhi azzurri che
la scrutavano
-Cosa
state guardando signore?-
-Voi-
la
sua risposta, totalmente sincera la colpì, facendola
avvampare ulteriormente. Arrivati a Notre Dame la rossa trasse un
profondo respiro
-Grazie
per la passeggiata, siete stato molto gentile-
lui
si grattò la testa in modo buffo, stringendosi nelle
spalle
-Io
devo ringraziare voi per l'onore che mi avete concesso. Ma devo
essere impertinente e chiederle un'ultima cortesia-
lei
acconsentì curiosa e lui continuò
-Siate
la mia musa. Non sono un appassionato di donne, ma voi sarete
una delle mie eccezioni.-
la
rossa sorrise
-Ne
sarei onorata monsieur-
gli fece una riverenza e corse verso la piccola porta
laterale che l'avrebbe condotta al suo rifugio. Gringoire sorrise e
infilandosi le mani in tasca si voltò per cercare un posto
in cui passare la notte. In un angolo della Greve un uomo, un soldato,
aveva osservato la scena con un mezzo sorriso: un poeta. Quella strega
che lo aveva deriso e, per come la pensava lui, respinto si concedeva
ad un poeta.
"Stolta"
pensò.
Gliel'avrebbe
pagata, amaramente. Lui era come un lupo che cacciava la
sua preda e non gli sarebbe sfuggita. L'alba avrebbe dato inizio alla
festa dei folli, in cui tutto poteva accadere.
Angolo
dei Ringraziamenti:
Grazie a Roylove:
sono contenta di essere riuscita a scrivere in modo comprensibile e,
come si sarà notato, anche a me piace molto Clopin, ma ho
anche un debole per Gringoire! Spero che questo capitolo ti sia
piaciuto! Un bacio
Grazie ad Ale
Undertaker Sister
: terrò presente il
destino della povera Djali ;)
Grazie a Giuligiuli:
come autrice proverò a creare un passagio inter-dimensionale
che ti trasporti nella storia per incontrare il fascinoso Clopin!
Grazie mille per i complimenti, ne sono molto onorata!
A presto :*
Grazie a zifolo:
scusa per il ritardo! E grazie mille per il 10, è un voto
troppo alto! :D
Grazie a esmeralda92:
ti sono grata per i complimenti e sì, nessuna donzella
resiste al fascino dell'esotico Clopin..ma che dire dell'eclettico
Gringoire? Spero che la storia continui a piacerti! A presto! Un bacione
Grazie a Shruikan:
Grazie davvero, mi hai fatta arrossire! Sono veramente contenta di
essere riuscita a rendere bene l'immagine del mio caro Clopin, ci
tenevo molto! A presto spero! Un bacio
Infine Grazie a
chi l'ha messa tra le Preferite,
le Seguite e
quelle Da
Ricordare e
soprattutto grazie a Te che
hai letto questo mio piccolo sclero!
A presto!
Con affetto
WriteforLove
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