La vita nella foresta

di Fan_Fiction_For_You
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marcus il cacciatore ***
Capitolo 2: *** In preda al panico ***



Capitolo 1
*** Marcus il cacciatore ***


Marcus era appena rientrato in casa, e già usciva per andare a caccia. Viveva nella foresta, l' unico luogo dove le persone potessero entrare in simbiosi con la natura. E' un posto pericoloso per un ragazzino di tredici anni, ma viveva con sua madre e sua sorella, ed era molto bravo ad uscire dalle situazioni pericolose. Era un cacciatore. Aveva preso da suo padre. Sicuro. Sascha, papà di Marcus e di Bella, era un abilissimo cacciatore e grazie alle prede che uccideva e vendeva era piuttosto ricco. Quindi al ragazzo non era mancato mai niente, suo padre li aveva dato tutto cio' di cui aveva bisogno, prima di morire. Invece non considerava molto la sua figlia Bella, perchè voleva che se ne occupasse la madre Lilo. Era una classica famiglia animista. Mark era ben equipaggiato per cacciare: Aveva una lancia, per uccidere una preda a distanza, un coltello, per sventrare qualche preda lenta e piuttosto vicina, infine una cerbottana con munizioni affilatissime, nel caso ci fosse qualche animale lontano e sopratutto molto veloce. Si era anche portato delle castagne di terra come "spuntino" da assumerne una ogni venti minuti circa. Era pronto per uccidere. Percorreva sempre la stessa strada perchè sapeva che c'era una distesa d'erba dove gli animali pascolavano spesso. Ma oggi uno strano ruggito gli fece cambiare la rotta, che lo portava in cima ad una montagna. Non era mai andato per di là, perchè suo padre gli raccomandava sempre di non allontanarsi troppo, ma è il momento di fare nuove esperienze. Continuava a salire, con il profumo di fresco che gli passava per le narici fino a sfiorare gli alveoli polmonari. Non era abituato all' aria cosi fresca e setosa. Si sentiva coccolato, era a casa. Si distese sul prato fiorito per dissolvere la stanchezza. "Ecco di nuovo quel ruggito" Sobbalzò in piedi e cercò di capire la provenienza di quello strano verso, ma i morsi della fame si facevano sentire, perciò decise che sarebbe tornato il giorno seguente. Ripercose la strada che aveva appena salito, in modo da non sbagliare, anche se era tentato a provare strade nuove. Così discese la montagna fino ad arrivare al prato. Si accucciò aspettando che qualche animale che saltasse fuori. Il tempo passava e i morsi della fame si facevano più intensi, quando vide un movimento sospetto tra l'erba. Eccola, riusciva a vederla, era una piccola lepre marrone. Decise di non esitare, il lato primitivo dell' uomo era entrato in lui. Il lato spietato, forse, il senso di sopravvivenza, sicuro. Riflettè "Allora... La lepre... Mi occorre la cerbottana" Così impugnò lentamente la cerbottana e si mise in bocca una castagna. Era pronto per lassalto. Fece un balzo in avanti e iniziò a correre verso la preda, che non esitò a scappare. Era un inseguimento, era difficile capire quale delle due creature stava cercando di sopravvivere: La lepre per non farsi uccidere? Oppure Mark per non morire di fame? Avevano paura, tutti e due. Nessuno sapeva come sarebbe andata a finire. Chi avrebbe vinto questa guerra? Mark riusciva a capire la paura della lepre, ma non poteva lasciarsela scappare. Era vicino, molto vicino, e un impulso al cervello li fece lasciare la cerbottana e impugnare il coltello. Capì che la lepre era sua. Fece un salto in direzione della lepre, con il pugnale in mano. La lepre si girò di scatto verso di lui, e mentre conficcava il coltello al volo nella sua carne, si incricociarono gli sguardi. Vedeva i suoi piccoli occhi che soffrivano. Riusciva a distinguere il suo corpo che si rifletteva nelle pupille, come uno spietato ritratto. Aveva vinto lui.

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Capitolo 2
*** In preda al panico ***


Marcus era uscito vittorioso dallo scontro. Si sentiva realizzato, aveva fatto il suo dovere. Prese la lepre, la alzo' al cielo e pronuncio': "Vento, che acarezzi questo corpo, dona la sua anima al mondo azzurro, perchè possa avere vita eterna". In modo da purificare e ringraziare l' animale, che perse la vita per i tre palati. L' oscurità stava calando. Sapeva che doveva sbrigarsi. Iniziò a correre, stringendo al petto la carcassa ancora calda e soffice. Ogni tanto dava un' occhiata alla lacerazione sulla schiena. Non voleva trovarsi nei panni della lepre, anche se forse, pensava, sarebbe stato giusto. Eccola lì, la sua casa. Era l' unico punto luminoso in tutta la foresta. Era facile da rintracciare al buio. Aprì la porta. La casa era piccola, circa 20 metri quadrati. C'era solo un grande salone tutto addobbato con teste di cinghiali e cervi, portati dal padre. Ma non vedeva nessuno. Non sapeva cosa fare, il sole era appena tramontato, e rimanevano gli ultimi fasci di luce. Posò la carcassa sul tavolo e si sedette su una poltrona fatta di tronchi d' albero rivestiti in pelle di camoscio. Ci ripensò: Prese la lepre e la mise sul fuoco. Continuava ad aspettare, ma della famiglia nemmeno l' ombra. Così prese un bastone rivestito di stoffa e lo accese con il fuoco del camino. Uscì di casa e iniziò a cercarle. Non voleva spingersi troppo in là, perchè sapeva che la notte era assassina. Ma era preoccupato. "Chissà dove saranno adesso? E se sono in pericolo?! Come posso salvarle?!" Mentre si poneva queste domande, udì un urlo. Era Lilo! Lo aveva capito. Il suo orecchio sovrasviluppato lo condusse a nord. Camminó per tre o quattro minuti e finalmente intravide un movimento. Illuminò con il bastone e eccola. Lilo. Si avvicinò. Era a terra, immersa in una pozza di sangue. Non capiva cosa poteva essere stato. "Mamma!" "Mark! Figlio mio! Trova tua sorella! L-lei ha bisogno di vivere!" "Cosa stai dicendo! Non posso lasciarti qui a morire!" Così Mark prese la sua maglia di pelle e la avvolse attorno al busto squartato della madre. Piangeva, era in preda alla follia. "Dov' è mia sorella!?" "N-non lo so... Non lo so... Cercala Marcus!" Forse quelle sarebbero state le ultime parole di sua madre. Non ne aveva idea. Ipotizzava che la bestia artefice di questo drammatico accaduto fosse la stessa che ruggiva sulla montagna. Cadde in un bagno di lacrime.

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