Superhuman

di maristella_armstrong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I nuovi arrivati ***
Capitolo 2: *** Qualcosa di nuovo ***
Capitolo 3: *** Fredda come il ghiaccio ***
Capitolo 4: *** Paura ***



Capitolo 1
*** I nuovi arrivati ***


Prologo
Sono Astrid. Madler, ho 18 anni bhe si 18 anni, ma ho una vita del cazzo. I miei genitori si sono separati da quando avevo 5 anni prima che scoprissero in me qualcosa che era diverso. Quando si sono separati io sono rimasta con mia madre, ma i suoi comportamenti verso di me non erano normali. A 5 anni lei mi teneva alla larga da tutti per colpa della mia stranezza, aveva paura che qualcuno potesse farmi del male chiamava sempre diversi medici, pediatri, finchè non si presentò in casa un uomo alto, vestito molto elegante. Come un agente immobiliare. disse a mia madre di farmi fare i bagagli.  E ora sono qui da 13 anni. Allora sono alta, ho i capelli neri con riflessi viola, occhi celesti come il ghiaccio,ho un piercing e 2 tatuaggi. A causa di tutti i miei problemi ho iniziato a fumare, sono diventata più matura. L’una cosa che non riesco a controllare sono i miei poteri. Per quanto sia qui da così tanto tempo i miei poteri aumentano sempre e io non riesco ancora a controllarmi bene, ma oltre a questo sono  una ragazza che prova sempre ad andare avanti,amo divertirmi, ho un sacco di problemi, tra cui la mia diversità.

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Capitolo 2
*** Qualcosa di nuovo ***


-Qualcosa di nuovo-
Sono Astrid. Madler, ho 18 anni bhe si 18 anni, ma ho una vita del cazzo. Come ho già detto, l’unica cosa che non riesco a controllare sono i miei poteri. Per quanto sia qui da così tanto tempo i miei poteri aumentano sempre e io non riesco ancora a controllarmi bene, ma oltre a questo sono una ragazza che prova sempre ad andare avanti, amo divertirmi, ho un sacco di problemi, tra cui la mia diversità. *** La mattina.. Confusa come sempre! Mi alzai da letto, pensando alla nottata e alla strana visione che ho avuto nel sonno. Vedevo dei nuovi ragazzi e uno di loro che pestava il mio piede facendomi cadere tutti i libri per terra. Guardandomi allo specchio pensai “ma che razza di visioni hai ne Astrid”. Poi apri l’armadio e presi dei vestiti a cavolo come sempre presi lo zaino e mi diressi verso la porta. Mi aspettava un'altra giornata come tutte le altre, andai al bar a fare colazione, forse così potevo addolcirmi un po’ la mattinata, ma solo per qualche istante. Presi un estha-tè e un cornetto. Mentre salivo le scale per arrivare in terrazza chiamai mamma, ma non mi rispose..rimisi il telefono dentro la borsa con rabbia per colpa dei suoi comportamenti di questi ultimi tempi. Non feci in tempo a mettere piede in classe che un ragazzo …. Mi passò davanti pestandomi un piede,facendomi cadere tutti i libri per terra. Rimasi schioccata dalla scena era come quella della mia visone. Mi andai a sedere in classe. Ogni volta avevo sempre questo ragionamento che mi gironzolava nella mente: “La scuola è odiata dalla maggior parte dei ragazzi. Sarà per le interrogazioni, i compiti a casa, le verifiche, i compagni di classe… I motivi sono molteplici. Esiste una scuola, però, che possiamo dire che è “l’eccezione alla regola”. È apprezzata, perché lì i ragazzi possono essere quello che vogliono, possono essere loro stessi. La M&G Academy è la scuola in questione. Cosa avrà di tanto speciale questa scuola? Beh, questo ancora non ve lo posso dire. È una scuola per studenti… “capaci”, più di tanti altri semplici ragazzi. Dove le loro capacità sono apprezzate, stimate, aiutate a crescere. Ogni professore ha il suo ruolo, finché gli alunni possano apprendere ciò che non esiste. Che frase bizzarra… diciamo che esiste, ma non agli occhi di persone comuni, normali. Non ai tuoi occhi, per esempio È il momento che sappiate cosa bisogna essere, cosa bisogna avere, per essere accettati alla M&G Academy. Capacità. Capacità più uniche che rare. Capacità che solo i mutanti possono avere.” La campanella suonò. Finalmente l’ora di potenziamento era finita! Mi diressi verso il mio armadietto, al numero centouno, sulla fila di sinistra. La rotella argentata doveva fare tre tocchi a destra e cinque a sinistra, per aprirlo. Una volta spalancata la portiera in alluminio, posai il libro di potenziamento “Mente Aperta”, per prendere poi quello di lettura leggera “Dimond”. Una domanda ricorrente su quella materia: a cosa serve?? Non ho bisogno di leggere leggermente, sempre che volesse dire quello… Appena posati i libri, mi sistemai delle ciocche viola dietro le orecchie e chiusi l’armadietto. Il movimento fluido dell’anta scoprì, accanto al mio armadietto,un ragazzo alto magro e con capelli ricci e occhi verdi come smeraldo.. il viso perfettamente perfetto. Sembrava un angelo. Ma che ci faceva lì quella visione?! “La smetti di fissarmi?” chiesi gentilmente. Con voce sublime, come il canto di una musa. Dolce, un po’ acuta, ma non troppo. “Harry Styles, piacere” disse educatamente. “Il piacere è tutto tuo” mi risposi mentre frugavo nello zaino alla ricerca delle sigarette,. Fu come cadere dalle nuvole.(non dovevo fargli capire che la sua voce mi fece sbalordire! quindi mi limiyai ad essere distaccata come faccio ogni volta). La sua voce era bellissima e qualcosa mi diceva che lui era diverso ma a modo suo. Mi allontanai senza accorgermi che avevamo avuto uno specie di conversazione, ma dopo mi senti chiamare,mi girai e feci un sorriso. “Come ti chiami?” dissi, con un tono da bimbo di prima elementare. “Astrid, Astrid Madler” “Questo non è il tuo nome…” “Come scusa?” dissi aggrottando la fronte “Oddio scusa che sbadato, non avevo fatto caso che avevi detto il tuo nome” “infatti eri preso a fissare quelle ragazze dietro di me” dissi scocciata. “Che osservazione acuta. Disse sbalordito. “Ahahah, non sei divertente: comunque ora devi scusarmi ma voglio fumarmi una sigaretta prima di tornare in classe“ “E io pensavo che potevi darmi una mano a cercare la classe visto che abbiamo le stesse lezioni”. “ Come sei abbastanza grande da disorientarti” dissi ironicamente. “E’ difficile che mi perdo” disse, dandosi tante arie.. “Senti, mi lasci in pace?!” Ripresi a camminare lasciando il riccio alle mie spalle; ma mi raggiunse nuovamente. “Styles! Lasciamo stare!!” “Sai, io qui non sono famosa, anzi sono molto evitata per colpa del mio potere ‘unica amica che ho è Perrie e poi non sono una che ha fama qui dentro e da come ho visto tu e il tuo gruppo di amici già state avendo abbastanza fama qui dentro specialmente dalle ragazze, ma non da me, quindi stammi abbastanza alla larga. Il ragazzo dagli occhi verdi si fermò sbalordito dalle mie parole, rimasi fermo immobile ad ascoltare mentre parlavo con aria di disprezzo in tutto. Quindi, ci vediamo alle lezioni. Mentre mi dirigevo in giardino ma guardai il grande orologi e vidi le 8:15 "ecco per colpa di questo ragazzo Harry, non sono potuta nemmeno uscire fuori a fumare" dissi bisbigliando.Rimisi la sigaretta apposto e corsi verso l’aula di lettura, con in mano il mio tomo di cinquecentosettantasei pagine. Di solito vicino a me si sedeva Perrie ma quel giorno no. Quel giorno volevo stare da sola a riflettere su i miei poteri. Volevo avere tutto il banco a disposizione, Entrò la professoressa, con affianco i cinque ragazzi nuovi arrivati. “Ragazzi,loro sono Harry Styles, Niall Horan, Liam Payne, Zayn Malik e Louis Tomilson Seguiranno questo corso con noi. Ragazzi andate a sedervi Signorino Styles si può accomodare vicino alla signorina Madler, visto che la signorina Edwards non c'è” Sfoggiai un occhiata alla professoressa , appena pronunciò l’ultima frase. Il riccio alzò gli occhi al cielo, ma non modificò più di tanto la sua solita espressione seria.Trascinò la sedia facendo un rumore secco e si mise a sedere appoggiandosi con tutti la schiena sullo schienale della sedia. “Ehi, Harry!” Chiamò l sottovoce Niall. “Cosa vuoi, tappo?” “Carina la tua compagnuccia” Mi intromisi nella conversazione “Ragazzi non è divertente e ora lasciatemi in pace! Soprattutto tu Harry, non rompermi troppe le scatole” mi rimisi a guardare fuori dalla finestra visto che guardare le nuvole che si spostano lentamente è diventata la cosa più bella durante quella lezione. A quelle parole socchiusi gli occhi: “E’ mia, Niall, non provarci nemmeno”. Girandomi di scatto a quella frase dissi:” wowowowo! Io non sono di nessuno e non scassate le scatole”! Ma a quelle parole “Signora Madler, vuole spiegare lei ai nostri nuovi compagni come funziona la nostra scuola?” domandò la Cardigan. “Più che una domanda, mi sembra un’affermazione…”replicai. “Bene, allora mi affermi ciò che le ho chiesto. In piedi, per cortesia”Mi alzai, pronta a pronunciare le più furbe parole che mi potessero venire in mente. Da come ho capito che questo Niall è un grande amico del riccio. Capelli biondi, tinti, con qualche accenno al marrone, occhi azzurri come il ghiaccio, voce roca e dolce ed era un rubacuori. “Allora… ehm…” “Entro domani, signorina Madler” “Sì, allora… La M&G Academy accompagna ragazzi capaci a crescere. Ad esempio ci sono alunni che riescono a congelare oggetti, Ragazzi che corrono velocissimo,chi riesce riesce a comandare l’acqua chi sa usare la telecinesi ecc..altri controllano il fuoco e tanti altri tipi di poteri ce ne sono di tutti i tipi… ehm… questo è tutto. La mia faccia era diventata viola dalla vergogna “Si sieda signorina Madler” La Cardigan si diresse alla lavagna, prese un gessetto e scrisse ‘M&G’. “M&G – iniziò la spiegazione – sta per Mutazione e Genetica. La mutazione è un errore commesso nella replicazione del nostro DNA. Ogni mutante è unico. Tranne in qualche raro caso dove si possono trovare più individui con la stessa capacità specifica” Luois alzò la mano, in attesa di poter fare una domanda alla Cardigan. La professoressa le diede la parola. “Qual è la capacità che lei conta di aver visto più spesso, e quali sarebbero i rari casi di poteri? ” Suonò la campanella: era ora di uscire. “La lezione è finita, ragazzi!” La Cardigan non era mai stata così gentile. Non avevamo mai avuto il permesso di uscire dall’aula appena suonata la campanella. Presi i libri e corsi all’armadietto, Dovevo sembrare distaccata. Per quel giorno era già abbastanza fatto una grande figura di merda, poi ripensavo alle parole di Harry “Lei è mia Niall” cosa voleva dire! Io non sono di nessuno, sono solo mia e basta. Posai i libri, ma non staccai nemmeno per un secondo dall’armadietto guardavo Harry che cazzeggiava con i suoi amici insieme al gruppo più fico della scuola Era così misterioso… M’incuriosiva, m’intrigava. Dovevo conoscerlo! Anche se ogni volta lo respingevo per paura che poteva solo usarmi Ero pronta a tutto, pur di scoprire il motivo per cui erano nella scuola, qual’era la loro forza, il loro punto debole. Volevo sapere bene chi sono quei cinque ragazzi super fichi e misteriosi.

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Capitolo 3
*** Fredda come il ghiaccio ***


Fredda come il ghiaccio

P.O,V Harry.
“Harry!! Harry, svegliati!”
Sentii una voce roca a chiamarmi. Era Louis. Oh no, Louis!
“Mi sveglio, mi sveglio! Ma non farlo!!” lo pregai, invano.
Poco dopo mi trovai bagnato fradicio, con uno sguardo feroce verso Louis, portante in viso un sorrisetto malizioso e soddisfatto.
“Aspetta che ti prendo e vedi!”
Ma non ebbi tempo di inseguirlo. Dovevo pensare alla partita dell’indomani.
Il più veloce possibile corsi nella doccia, per lavarmi, mi vestii e iniziai a correre verso il campo da baseball. Ero riuscito ad entrare nella squadra,non era poi tanto male il baseball
Quel giorno a Londra faceva caldo, quindi ci misi un attimo a sudare e a stancarmi di correre, così ripresi a camminare normalmente. Odiavo questi limiti!

*Astrid*

“Astrid! Dai, Astrid!” mi chiamò Perrie. Non avevo voglia di alzarmi! Era Sabato!!
“Perrie, vatti a fare un giro, va!” dissi scortesemente. Solo dopo poco mi ricordai che forse sarebbe stato meglio che mi alzassi… “e va bene! Mi alzo…”
Perrie  è la mia unica amica, anzi migliore amica è qui da meno di me ma quando arrivò abbiamo legato subito e siamo diventate migliori amiche, lei era in grado di tenere un contatto con qualsiasi forma di vita vegetale. Questa sua capacità mi aveva sempre spaventata.
Andai in bagno a sistemarmi i capelli. I miei capelli tutti spettinati non erano molto carini…
Mi vestii con un semplice paio di jeans e una camicetta bianca.
Sentii bussare alla porta…

*Harry*
“Perrie! Apri tu!” sentii urlare dalla stanza. “Perrie!!”
Alla fine mi aprii lei la ragazza dai capelli viola. Avevo cambiato programma. Non più allenamenti, ma ricerche. Dovevo sapere di più su di lei.
Mi appoggiai con la spalla al muro.
“Astrid, non sapevo fossi in questa stanza!” naturalmente stavo mentendo.
“Styles. Che fai? Mi segui pure?” mi domandò, certamente scocciata. E poi come cacchio fai a sapere qual è la mia stanza?
“Naaah… ero solo curioso di sapere chi alloggia di tanto carina in questa stanza… E si me l’ha detto Perrie ieri quando ci ho fatto confidenza all’ora di allenamento”
Tossii.
“puoi aspettare un secondo” Disse Astrid  tornai dentro la stanza
Senti due urli e poi delle risate e poi torno davanti a me.
“Comunque – continuai – ti va di uscire un attimo con me?”
“No, ma mi vedo obbligata, visto che appena uscirò dalla stanza tu mi seguirai…”
Come faceva a conoscermi tanto bene, dopo solo poche ore insieme?

Uscì dall’alloggio, seguita da me. Sbuffò, si tirò indietro i capelli e si fermò.
“Senti, parliamoci chiaro, Styles. Tu non mi interessi; ho di meglio da fare che stare tutto il giorno con te. Quindi: dimmi cosa vuoi subito e poi lasciami in pace!”
“Va bene. Ci sto. Una birra al bar?” dissi, indicando il chiosco alle mie spalle.
 “ Styles tu stai fuori è mattina e vuoi gia bere una birra ahahah, comunque anche due” rispose con un sorriso.
Mi aveva sorriso, la ragazza misteriosa mi ha sorriso, cavolo come è bella così innocente e misteriosa, le sue labbra resee e i suoi occhi celesti mi stanno facendo andare in tilt.

Ci sedemmo fuori, su un paio di sedie davanti a un tavolino rotondo, con lo sguardo uno incrociato sull’altra.
Il sorriso svanì, quando la ragazza rossa si ricordò che non gli ero tanto simpatico.
“Ora, sbrigati. Cosa vuoi?”
“Cosa ci fai nella nostra scuola?”
“Mia madre diceva che non era normale vedere cosa accadrà in futuro e avere una forza extraumana.”
Spalancai occhi e bocca. Era una capacità unica, rarissima. Mi sembrava impossibile averne una portatrice sotto al naso.
“Chiudi la bocca, che entrano le mosche” mi disse, con un tono quasi più acido del solito. “E tu? Che ci fai qui?” rispose lei con poi accennare un sorriso
“Nella mia scuola correvo troppo veloce poi cacciavo per rabbia cacciavo astigli in titanio penso dalle nocche delle mani, lei così preoccupata chiamò diversi medici per far capire perché correvo troppo veloce e questa cosa degli artigli, finchè non si presentò in casa un uomo alto, vestito molto elegante. Come agente immobiliare. Poi mi dissero di fare i bagagli. Sono qui adesso con i miei amici che hanno capacità come me.”
“WOW! L’unica parola che caccio la ragazza.
“Chiudi la bocca senno ti entrano le mosche” dissi ridendo.
“Senti riccio non copiarmi le battute” disse ironicamente. Contemporaneamente mi alzai dal tavolo non aspettai nemmeno la cameriera. La presi per mano e la obbligai a salire sulle mie spalle. Non cercò di resistermi, forse perché sapeva che sarebbe successo
“Astrid, ti fidi di me?” dissi, iniziando a correre velocissimo.
“No”
Mi aspettavo qualcosa tipo ‘più o meno’ o ‘può darsi’… però non sembrava spaventata.
Entrai nella riserva. Un bellissimo bosco ci circondava.. Rose si mise a urlare.
“STYLES!! FERMATI, FERMATI!”
“Va bene, mi fermo, calmati però” dissi, iniziando a rallentare.
Scese velocemente dalla mia schiena.
“Non capisci! Dobbiamo tornare giù!”
“Calmati, Astrid.. Tranquilla, adesso torniamo indietro.”
Iniziò a correre nella direzione opposta, seguita da me.
Chissà cosa aveva visto da spaventarla tanto…

Arrivati all’uscita della riserva, prima di farla andare via, le presi una mano.
“Lasciami!” mi gridò.
“Cosa hai visto?”
“Nulla che ti possa interessare” mi rispose acida. Con uno strattone si liberò dalla mia presa e incominciò a correre verso la sua stanza.

‘Era mia… e l’ho lasciata andare, che stupido.’
Sentii una voce urlare il mio nome. Era Niall.

“Cosa vuoi, tappo?” gli domandai, appena lo raggiunsi.
“Ho visto come ti è corsa via l’americana” disse con un sorrisetto insopportabile sulle labbra.
“Non è come credi” gli confessai. “Eravamo nel bosco e si è spaventata”
“Sì, certo…”
“Ma smettila, tappo!”
“Non chiamarmi così!!”
“Ti chiamo come voglio” dissi prendendolo e iniziazi a fargli il solletico, ma non feci in tempo che mi i prese la mano e me la circondò di ghiaccio. Quando me ne accorsi era troppo tardi.
“Niall!!”
“Ho imparato a fare lastre più spesse, auguri a liberartene”
Si mise a correre verso il dormitorio, ignorandomi completamente. Non lo stavo inseguendo, stranamente.
Stavo pensando a lei. Ad Astrid. Cosa poteva esserle successo? Cosa aveva visto??
Dopo quel giorno, lo sapevo bene, avvicinarmi a lei non sarebbe più stato molto facile… Forse, tutto il contrario.
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Finalmente sono riuscita a capire che dovevo scrive qui sotto per mettere i miei pensieri  xD ahahaha lol
comunque spero che vi piaccia questo capitolo e la storia u.u xD
e spero che la recensionate:3 ne sarei davvero fiera di sapere cosa ne pensate <3
tornando alla storia.... Astrid non è proprio una ragazza normale, adesso sta conoscendo Harry e i suoi amici ha scoperto le potenzialità di tutti, ma una cosa non capisce  sono i suoi poteri(non voglio metteermi a raccontare tutto senno divento noiosa AHAHAH lol )Ma dal prossimo capitolo le cose si inizieranno a complicare ** non vi dico altro cosi vi tengo sulle spine u.u
u n grandissimo bacione xx
-Stella <3

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Capitolo 4
*** Paura ***


- Paura-
Pov  Astrid
Quella mattina dovevo pensare solo ai miei poteri. Dovevo dimenticarlo, non faceva per me. Era troppo misterioso. Però tutto questo mistero mi opprimeva a lui era diventata come una droga. Quasi avevo paura a pronunciare il nome di quella sostanza così inevitabile per me. Harry, Harry Styles  lui che aveva rubato il mio cuore. Ma ogni volta che sono davanti a lui il mio corpo reagisce in modo contrario le respingo troppo , voglio averlo stretto a me, poterlo stringere e sentire il suo cuore battere.
Come potevo dimenticarlo? Al diavolo i poteri, al diavolo la scuola. Io avevo bisogno di assaporare il suo profumo, la sua essenza. Senza pensarci due volte mi alzai di fretta dal letto come una furia e arrivai fino alla famosa stanza duecentocinquantacinque, la SUA stanza. Bussai una prima volta, ma nessuno mi aprì. Bussai una seconda volta, ma niente. La terza volta qualcuno aprì. Ma non lui, bensì Luois.
“Ciao Astrid!” mi disse spalancandomi un sorriso.
“Ciao Luois… Non c’è il riccio?” chiesi, cercando di intravederlo, nascosto dietro di lui.
“No, non è ancora tornato… Pensavo fosse con te, a essere sincero”
“Ma sono le due di notte!”
“Beh, lo sai che il sabato non c’è il coprifuoco”
“Hai ragione… beh se torna avvisami. Ciao Luois”
Iniziai a correre verso… non sapevo nemmeno io dove iniziare a cercarlo!
Forse un posto c’era… Il luogo dove mi aveva portata. Forse era lì che dovevo iniziare le mie ricerche.
Arrivai sulla soglia della riserva. Non ero mai entrata nel bosco a quell’ora della notte. Ma perché ero così sicura di trovarlo lì? L’ultima volta mi ero spaventata a morte! Però… in fondo lui non era il solito ragazzo “facile” da spaventare. No, L’avevo conosciuto abbastanza bene .Probabilmente aveva visto qualcosa… e voleva capire cosa. A interrompere i miei pensieri fu un urlo. Qualcuno all’interno del bosco aveva gridato, e sapevo bene chi era.
Iniziai a correre alla ricerca di Harry, poco più su del punto in cui mi ero fermato il pomeriggio prima, vi era un cespuglio. Mi fermai. Avevo corso troppo ed ero sfinito, ma non potevo sostare a lungo. Notai sul cespuglio delle gocce di sangue. Così rosse e pure. Non potevano essere di un umano!
Ero sempre più sicuro che ad aver urlato fosse lui.
Rincominciai a correre, finché non lo vidi.
Era sdraiato a terra, con i jeans e la maglietta sporca strappati. La pelle era pallida, più del solito. Le mani fredde, il battito debole e il respiro affannato. I capelli ricci e spettinati  Notai un piccolo tagli sullo zigomo. Ma non era grave quello.
Lo presi tra le mie braccia e solo dopo poco sentii un liquido caldo sfiorarmi la mano. Un enorme squarcio sulla maglietta mostrava una ferita sanguinante sul fianco.
Mi guardai intorno, per assicurarmi che qualsiasi cosa le avesse fatto questo, se ne fosse andata.
Iniziai a correre più veloce che potevo verso l’uscita. Lo sentivo tra le mie braccia, sempre più debole, sempre più freddo. Il battito diminuiva, il respiro iniziava a lasciarla. Dovevo sbrigarmi.
Uscii dal bosco e iniziai a camminare, in fretta, ma camminavo. Mi stavo stancando.
Evitai di chiedere aiuto, a quell’ora dormivano tutti.
Corsi in infermeria, dove, fortunatamente, ci stava il preside.
La posai sul lettino.
“Faccia qualcosa!!” gridai fredda all’infermiera.
“Calmati, Astrid” mi tranquillizzo la vecchia figura del preside Hugmun.
“Come posso calmarmi?! Sta morendo sotto i miei occhi!”
“Starà bene, si riprenderà”
“Lo spero”
Mi posò un braccio sulla spalla.
Albert Hugmun aveva la capacità di leggere nel pensiero come me e, con il tempo, l’aveva sviluppata. Poteva pure trasmettere i suoi pensieri. Come un nuovo metodo di comunicazione.
Sapeva come mi sentivo, sapeva cosa pensavo. Conosceva le mie debolezze, le mie paure. Sarebbe stato il mio peggior nemico, se non fosse che tutti si fidassero ciecamente di lui.
Improvvisamente entrarono Niall, Liam, Louis e Zayn.
Louis mi spiegò:
“Il professor Hugmun ci ha chiamati. Come stai?”
“L’ho trovato privo di forze nella riserva! Era freddo e… ferma. Il battito quasi non c’era più!”
“Tranquilla Astrid, ci siamo noi” mi rassicurò Liam.
“Cosa avrà di tanto speciale, poi!” sbuffò il ciuffo.
“Zayn!” lo rimproverò Niall.
“Insomma! Per lui ha rischiato di rimetterci la pelle!!”
Tolsi lo sguardo dal mio amico, e tornai a guardare quella figura ora innocua.
“Me lo chiedo anche io… Qualcosa mi impedisce di stargli lontano” confessai.
L’infermiera uscì, lasciando noi cinque da soli con Albert e Harry, priva di sensi.
“Professore! Perché l’infermiera se n’è andata? Harry sembra ancora una mozzarella!!”
“Harry sta bene, deve solo riposare un po’. Abbi fiducia! Non abbiamo mai fatto morire nessuno…” mi rispose con un sorriso.
Zayn chiuse la porta alle sue spalle, come gli aveva chiesto poco prima il professore.
“Ragazzi – iniziò – dopo quello che è successo stanotte, non posso più nascondervelo. Siete gli studenti più in gamba, e sono sicuro che non trapelerà una sola parola dalla vostra bocca. Sbaglio?”
“No, signore” si affrettò a precisare Liam.
“Bene. Come, spero, avete intuito da tempo, non tutti i mutanti si trovano o si sono trovati nella mia scuola. Qui noi impariamo a vivere come le persone normali. Impariamo a nascondere, ma allo stesso tempo ampliare, le nostre capacità, per poter vivere come loro, con loro, e non perdere nulla”
“Professore, vada al sodo!” insistette Zayn.
“Mio fratello ha preferito ribellarsi alla mia politica. ‘Non dobbiamo nasconderci’ mi ripeteva. Ora lui e chissà quanti altri mutanti, stanno cercando di sopravvalere su di noi. Tu Astrid  hai una capacità unica, ma anche il nostro Harry è ha una capacità unica mio fratello gli chiama Wolverin e Harry è uno di loro.  E poi tu Astrid la tua capacità è unica coma la mia  e almeno, unica insieme a quella di mio fratello, ma tu hai quello che lui non ha… tu sei capace di leggere anche nel pensiero delle persone, riesci anche a sentire un pensiero sotto una massa di ferro, qualsiasi tipo di ferro, noi ci blocchiamo solo con il titanio , non siamo come te! Tu quando sarai pienamente in controllo dei tuoi poteri  potrai usare Trony il nostro rivelatore di mutanti. ”
“No! Non può essere! Un mutante del suo livello non può avere un doppio!”
“Pensavo la stessa cosa, finché tua madre non mi contattò. Tredici anni fa”
“E quindi? Hanno la stessa capacità,io sono uguale a voi ma con un potenziale in più, ok, ma non ci avete mai parlato di una situazione così”
“Mi sembri una  intelligente, Astrid. Pensa un attimo: cosa contiene il DNA di un mutante?”
“Un errore nella replicazione di questo, quindi nuovi caratteri”
“Sì, Astrid. Quindi immagina cosa accadesse se un mutante come mio fratello scoprisse di avere qualcuno che, in qualche modo, potesse sconfiggerlo?”
“Lo vorrebbe uccidere…”
“O…?” mi portai le mani alla bocca..
“…o farsi che ‘lavori’ per lui e formare altri cloni per far creare e modificare e creare specie di mutanti inesistenti”
“Astrid, mio fratello vuole Te e Harry, per dimostrare che è il più forte”
“E può averci?” iniziai ad agitarmi, la mia testa inizò a scoppiare dal dolore.
“Penso che se potesse tu non l’avresti nemmeno conosciuto”
“Cosa glielo impedisce?”
“Penso che non sappia dove trovarvi. Lui può vedere il passato, il presente e il futuro, cosa che tu deve ancora potenziare, ma il fatto che tu abbia la stessa capacità… lo blocca. Come se tu non potesse vedere lui e lui non potesse vedere te, lui non può leggerti nemmeno nel pensiero perché è come se tu avessi uno scudo che ti protegge”
Mi voltai a guardarlo, la pelle aveva ripreso colore e il respiro era tornato normale.
“Ancora una cosa non mi torna… io questo pomeriggio ho visto qualcosa. Mi sono  spaventata. Ma se  non posso  vedere suo fratello, questa cosa mi ha spaventato davvero tanto.
“Parli come se non ti ricordassi quello che hai visto. Non sei un leone non sei ancora forte. Ti sarai immaginata tutto. – mi rispose freddo – Ora andate. E, Astrid, porta Harry nella sua stanza. Tra poco si sveglierà.”
“Sì, signore”
Presi in braccio il riccio e m’incamminai verso i lontani dormitori maschili, per fortuna io avevo anche una forza sovrumana, sennò sto ammasso di carne non sarei nemmeno riuscita a tirarlo per una scarpa.
Durante il viaggio Harry iniziò a svegliarsi.
“Ho sentito tutto, Madler” mi sussurrò.
“Come stai?”
“Sono distrutto mi fa male tutto.”
“Mi spiace…”
“Mettimi giù, cammino benissimo da solo!”
Per fortuna, era ritornato il solito Harry. Acido, senza peli sulla lingua.
“Non resisteresti un secondo”
“Invece ce la faccio!! Mettimi giù, caspita!”
Lo misi in piedi davanti a me, pronto a riprenderlo casomai cadesse. Mi sbagliavo, era in piena forma!
“Posso andarci benissimo da sola fino alla mia stanza”
“Lo so. Potresti. Ma io vengo con te”
“Per favore, voglio andarci da solo”
“E una cosa mi devi spiegare cos’è successo”
“Un giorno o l’altro”
Sbuffai. Possibile che doveva avere così tanti segreti con me? Gli avevo appena salvato la vita!!
Arrivati davanti alla sua porta, sfoggio la chiave.
“Grazie, Astrid”
Mi baciò sulla guancia. Finalmente un segno di riconoscimento. Tutto quello che volevo lo avevo avuto. Le sue labbra calde, rosee… avevano sfiorato la mia pelle. Avevo sentito davvero il suo fiato su di me.
Chiuse la porta.
‘Grazie,Riccio. dissi sussurrando. Tornai alla mia stanza saltellando come una non avevo mai fatto, finalmente mi sentivo felice ero diventata nuova, lui mi stava cambiando, lui era l’unico che mi faceva stare bene con me stessa. Inziai a credere veramente che i miei sentimenti verso di lui sono davvero moto forti.
Tornata in stanza mi buttai su letto senza contare che ero vestita e crollai in un sonno porfondo
Pov Harry
Quando riaprì gli occhi ero in braccio ad Astrid, cavolo mi stavo facendo portare in braccio da una ragazza.
“Ho sentito tutto, Madler” mi sussurrò.
“Come stai?”
“Sono distrutto mi fa male tutto.”
“Mi spiace…”
“Mettimi giù, cammino benissimo da solo!” dissi avevo molta vergona di quella situazione, mi ha portato dalla riserva fino all’infermeria in braccio e ora stava facendo lo stesso.
Per fortuna, era ritornato il solito Harry. Acido, senza peli sulla lingua. Disse lei con acidezza
“Non resisteresti un secondo”
“Invece ce la faccio!! Mettimi giù, caspita!” dissi alzando il tono. Lei sbarro gli occhi e mi mise giù
mi mise in piedi davanti a lei, pronta a riprendermi casomai cadessi. Mi sbagliavo, era in piena forma!
“Posso andarci benissimo da sola fino alla mia stanza”
“Lo so. Potresti. Ma io vengo con te”
“Per favore, voglio andarci da solo” a quelle parole si fermo portando le mani al petto, alzo lo sguardo e cambio discorso
“E una cosa mi devi spiegare cos’è successo”
“Un giorno o l’altro”
Sbuffo.  La continuavo a guardare, era così bella, però lo devo ammettere mi comporto non tanto bene con lei sono troppo distaccato, sgorbutico e acido. Ma io la amo! La amo dal primo giorno che l’ho vista è così diversa e unica come me! Deve essere solo e SOLO mia! Non mi devo più comportare cosi. Ritornando alla realtà.
Arrivati davanti alla sua porta, sfoggia la chiave.
Mi giari verso di lei, la guardai con intensità
“Grazie, Astrid” dissi docemente.
La baciai sulla guancia. A quel contatto le mie emozioni andarono in tilt il mio cervello si spense per pochi secondi, era bellissima quella sensazione e io la dovevo provare sempre con lei perché lei diventerà mia per sempre!
Mi rigirai verso la porta e la chiusi.
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Eccomi con il quarto capitolo *__*  
mfdgdskjfgaekjfgaej ** sarò corta con le parole u.u
da adesso le cose si fanno molto ma molto più comolicate **  non vi dico niente per tenervi sulle spine u.u ahahahah
 comunque continuate  areciensionare :D per sapere se vi piace veramente la mia storiella:3
e nel prossimo capitolo vi mettero le foto di tutti i personaggi <3
comuqnue adesso vi lascio i miei linlk di facebook e twitter

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@MaristellaDi  (seguitemi e io vi seguo^^)

https://www.facebook.com/mery.armstrong.5?ref=tn_tnmn (aggiungetemi ) per chiedere qualsiasi cosa o domande sulla stora e tutto :D
con questo vi saluto <3 ahahah
un bacio e a presto xx
-Stella <3

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