Harry Potter in casa mia?! di uadjet (/viewuser.php?uid=112778)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro-scontro con il "ragazzo-che-è-sopravvissuto" ***
Capitolo 3: *** Sorpresa ***
Capitolo 4: *** La tua cara Rowling ha sbagliato un bel po' di cose ***
Capitolo 5: *** Non ci credo, pure Sirius Black! ***
Capitolo 6: *** Considerazioni sul rifugio di Voldemort ***
Capitolo 7: *** La comparsa di Draco ***
Capitolo 8: *** Inquietanti scoperte e visioni sconvolgenti ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
HARRY POTTER IN CASA MIA?!
Sì, sì, lo so, il titolo fa schifo (per non dire un’altra cosa), ma spero che riuscirete comunque a leggerla. Diciamo che dovevo per forza omaggiare il maghetto più famoso della letteratura, no? Ovviamente il prologo non dice nulla (te pareva )… Beh, vi lascio alla lettura, a presto!
L’aggettivo più adatto per descrivere la vita di Clio Daniels era normale. Già, normale. Talmente, ma talmente tanto normale da poter essere persino classificata come noiosa. Una tesi quasi conclusa sulle influenze espressioniste nella pittura di Picasso, una passione sfrenata per il disegno, la lettura e la musica, e una permanenza tranquilla in un appartamento nella periferia di Londra. Eh, sì, tutto qui. Perché Clio non aveva amici, almeno, non aveva amici che si potessero definire tali, e nemmeno un ragazzo. Era da tempo che non vedeva più la necessità di cercare un contatto umano, vuoi per il suo carattere asociale, vuoi per le sue idee strampalate circa la vita, la morte, e altre questioni che ai giovani d’oggi non interessano granché, e così si rifugiava nel suo mondo fatto di creature, guerrieri ed eroine fantastiche, ma anche di porte che cigolano, ragazzi spaventati e specchi molto strani. Questo occupava la maggior parte del suo tempo, e la faceva sentire felice. Almeno, fino a quella mattina. La mattina in cui tutto ciò in cui credeva crollò come un castello di carta
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Capitolo 2 *** Incontro-scontro con il "ragazzo-che-è-sopravvissuto" ***
2.
“Questa mattina è cominciata proprio con il piede
girato a centottanta gradi” pensò Clio affaticata
mentre l’autobus che avrebbe dovuto prendere le sfrecciava
davanti. E non aveva di certo tutti i torti. Con una battaglia
all’ultimo sangue con la sveglia, una fetta biscottata con la
marmellata finitale sui pantaloni, e un cambio d’abito
all’ultimo secondo, quella era proprio la goccia che aveva
fatto traboccare il vaso in cui avrebbe dovuto essere contenuto il suo
buonumore.
La giovane cercò di non pensarci, controllando quale sarebbe
stato il prossimo bus rosso a passare, e a malapena soffocò
un gemito di frustrazione. “Tra quattordici minuti? Io non ce
li ho quattordici minuti” mormorò amareggiata, al
solo pensiero di ciò che l’avrebbe aspettata:
un’intera mattinata a farsi demolire la tesi dal suo tutor,
con tanto di battutina velenosa in omaggio.
“Posso dire che questa sarà la giornata migliore
della mia vita” stava riflettendo sarcastica, quando
improvvisamente si piazzò davanti a lei il bus a due piani
che stava disperatamente aspettando.
“Wow, beh, forse potrei ricredermi, no?”
sussurrò tra sé e sé ottimista, mentre
un ragazzo le finiva addosso in uno scontro frontale.
“Perché non guardi dove vai?” disse
glaciale il giovane, che notai essere molto affascinante, con una
chioma di capelli corvini ordinati e un paio d’occhi
altrettanto scuri, in contrasto con la carnagione molto pallida.
“Sei tu che mi sei venuto addosso”
ribatté la ragazza salendo sull’autobus, pensando
ad un tratto che quel viso le era familiare, “e poi
esisterebbe l’educazione, non te l’hanno
insegnato?” concluse, mentre le porte si chiudevano.
“Giovani moderni …. Non sanno proprio come
comportarsi” riflettè amara la giovane,
sistemandosi i capelli castani legati in una lunga treccia,
“eppure mi pare di averlo già visto …
bah, sarà la mia memoria fotografica” concluse
mentalmente, sapendo che ogni volto nella sua testa occupava un preciso
cassetto, ritornando a galla ogni qualvolta rivedesse qualcuno
già registrato. Sicuramente quel ragazzo le era passato
davanti durante una passeggiata, oppure aveva aspettato di attraversare
la strada con lei un pomeriggio qualsiasi. Ma certo, era sicuramente
così.
Come temeva la mattinata fu un vero inferno, e fu con un sentimento di
sollievo che tornò a casa sua, pronta per preparare il
pranzo. Si accorse che qualcosa non andava quando trovò
l’uscio dell’appartamento socchiuso. “Un
ladro” pensò istintivamente, recuperando dalla sua
enorme borsa lo spray al peperoncino che teneva sempre con
sé, persino sotto il cuscino. Prendendo un bel respiro
profondo per mantenere la lucidità spostò con il
piede, senza fare rumore, la porta, ed entrò a passo
felpato, nascondendosi in un angolo del corridoio d’entrata,
e cercando di carpire qualche rumore.
Sentì un tonfo in camera sua, come di libro caduto dalla sua
libreria, e, azzardando uno sguardo verso la camera interessata,
notò che dalla porta usciva uno spiraglio di luce. Si
arrischiò a continuare l’avanzata, cercando di
trattenere il respiro, e proprio quando si trovava di fronte
all’uscio, la porta venne a perta di scatto, rivelando
l’intruso.
Non ebbe un attimo di esitazione, e con una prontezza degna di Jackie
Chan assestò al malcapitato un calcio nei gioielli di
famiglia dopo avergli spruzzato una buone dose di spray sugli occhi. Si
aspettava quasi che il malfattore la bloccasse, o le puntasse
un’arma alla gola, ma non fece nulla di tutto ciò.
Mentre con una mano si copriva gli occhi e con l’altra si
massaggiava la parte lesa dal calcio, mormorò on voce
strozzata: “Ma che diamine fai? Io sono Harry
Potter!”
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Capitolo 3 *** Sorpresa ***
3.
Al suono della voce dello sconosciuto,
qualcosa nella testa di Clio le intimò di fermarsi e non
infierire sul poveretto, e quando poi registrò
l’informazione che le era stata data, rimase di sasso.
Successivamente arrivò il riso. Un riso per niente gioioso o
festoso, bensì isterico e nervoso, quello che ha una persona
che affronta la morte o che ha perso del tutto la ragione.
“Tu - ahahah - s-saresti -
eheheh - Harry - ihihihih - Potter?” chiese lei continuando a
ridere, e tenendo alzato davanti a se lo spray.
“Sì, pazza
furiosa” mi aggredì lui continuando a tenere gli
occhi coperti, “e adesso la smetteresti di ridere, e mi
aiuteresti a non rimanere cieco per il resto dei miei
giorni?!”
La risata cessò così
com’era cominciata. All’improvviso la giovane si
rese conto di avere di fronte un ragazzo dolorante, e, sebbene si fosse
intrufolato non-si-sapeva-come in casa sua doveva comunque aiutarlo. Lo
guidò quindi in cucina, prese un bicchiere e lo
riempì d’acqua, voltandosi poi verso il
fantomatico Harry.
“Grazie mille, posso avvicin -
EHIIIII!!!!!!” esclamò sconvolto non appena
l’acqua gelida entrò in contatto con la sua pelle
nivea.
“Ma cos’è,
mi prendi per un’imbecille?!!!!! Prima ti intrufoli in casa
mia senza forzare la porta e poi mi vieni a dire che sei Harry
Potter” gli urlò in faccia lei scimmiotando
l’ultima frase, mentre il ragazzo si strofinava gli occhi e
li riapriva lentamente, con un’espressione confusa in viso,
“da quanto mi segui, eh, pervertito?!”
“Calmati!” mi rispose
lui con un tono di voce leggermente più basso,
“non ho forzato la porta perché ho utilizzato un
‘Alohomora’!” mi spiegò, come
fossi cerebrolesa.
“Ma certo, e scommetto che puoi
utilizzare anche un ‘Silencio’ per farmi stare
zitta, così potrai farmi tutto quello che vuoi, non
è così?” lo rimbeccò Clio
con fare arrogante, ormai certa di avere di fronte non solo un maniaco,
ma anche un pazzo. “E poi vengono a dire che sono io quella
str- ….” stava dicendo quando il suo interlocutore
tirò fuori dalla tasca un bastoncino marrone, e con un gesto
deciso, le bloccò la parola.
“No, non può essere
stato lui, no, mi rifiuto di accertarlo” stava intanto
cercando di dire la giovane muovendo ovviamente solo le labbra, non
capacitandosi di quello che era appena capitato.
“ Perfetto” disse lui
invece soddisfatto, o sollevato dal suo obbligato mutismo,
“ora forse ascolterai quello che ho da dire e la smetterai di
attaccarmi come un cane rabbioso” continuò lui,
cominciando a camminare per la stanza.
“Intanto mi presento
nuovamente” mormorò porgendole la mano,
“mi chiamo Harry James Potter, figlio di Lily Evans e James
Potter” si presentò mentre lei teneva le braccia
incrociate, “certo, forse dobbiamo fare un passo indietro,
che ne dici?”
Visto che non poteva parlare, Clio decise
di prendere un foglio e scrivere: “Tu saresti Harry Potter? E
da dove sei venuto fuori?” mostrandoglielo successivamente.
“Sono uscito dalla Londra
magica” le spiegò lui lentamente, “sai,
esiste una ….” si bloccò
improvvisamente, quando lei riprese in mano il foglio e scrisse:
“Non intendevo quello, so tutto dei Maghi, dei Babbani, di
te, di Voldemort, ecc … voglio sapere perché sei
qui …. Sempre che questa non sia solamente la pazzia che
comincia a battermi in testa” mostrandoglielo nuovamente.
“Tu sai tutto? E …
come?” domandò lui, con
un’espressione confusa negli occhi verde smeraldo, e
liberandola dall’incantesimo mentre stava per scrivere ancora.
“No, credo sia meglio se
parliamo …. Civilmente” la precedette lui, prima
di lasciarle la parola.
“Un fenomeno di nome
J.K.Rowling, genio” gli disse con ironia, mentre sul suo viso
la confusione si faceva ancora più grande.
“J.K. Che?” chiese
lui. A questo avviso fu la mora a spalancare gli occhi azzurri: ehhhh?
Fu con questo spirito che gli rispose, non
immaginando la reazione che avrebbe avuto lui al
riguardo,“Ma la Rowling, colei che ti ha creato,
no?”
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Capitolo 4 *** La tua cara Rowling ha sbagliato un bel po' di cose ***
4.
“Spero che tu sappia che io non capisco di cosa tu stia
parlando” rispose lui, e Clio non potè che
credergli, visto lo sguardo pieno di apprensione che le stava
rivolgendo.
“Uh, beh, certo, immagino di poterti crederti in questo
caso” mormorò lei, conscia di aver fatto
un’enorme sciocchezza: non era proprio il massimo andare a
dire ad un personaggio letterario, inconscio di essere tale, che lei
conosceva tutta la sua storia grazie alle magiche parole scritte di una
scrittrice. Mi sa che ho fatto un bel casino, pensò, mentre
cercava di sbrogliarsi in un qualunque modo da quella situazione, ma il
danno è fatto, giusto?
Di fronte agli occhi sgranati del moro lei optò per un
approccio diretto, per provocargli il meno dolore possibile:
“te lo, beh, li mostro, va bene?”
Ad un cenno affermativo del ragazzo, lo guidò nuovamente in
camera, e lasciandolo sull’uscio, improvvisamente imbarazzato
ad entrare, si inginocchiò per estrarre dalla libreria i
sette volumi.
Che non c’erano.
O almeno, lo spazio era occupato, ma da sette romanzi di Stephen King
che lei non ricordava di aver mai comprato.
“Non è possibile”, sussurrò
la giovane bloccata dall‘avvenimento; si voltò
così improvvisamente verso il mago che lui fu costretto a
fare un passo indietro per la sorpresa.
“Non ci sono” gli rivelò con
un’espressione affranta, senza che Harry ci potesse capire
nulla, “non ci sono cosa?”
“Ma come cosa? I libri che la Rowling ha scritto su te, Ron
ed Hermione, no?” gli disse lei come se fosse una cosa ovvia,
mentre lo sguardo del moro da sorpreso si volgeva a sospettoso.
“Come conosci i miei amici?” le chiese lui
lentamente, valutando ogni parola, alzandosi altrettanto lentamente.
“Ehm, come forse conosco, che ne so, Neville, o Luna, o
Malfoy, o persino Dedalux Lux?!” lo imitò lei,
parlando così lentamente che Harry sarebbe stato facilmente
scambiato per un ragazzo con problemi di comprensione, “te
l’ho detto, l’ho detto sui libri, li ho
praticamente divorati!” concluse esasperata, sperando che
questa volta lui potesse finalmente capire la questione.
“E adesso sono spariti … come me lo spieghi,
eh?” continuò indicandogli il luogo del crimine.
“Forse perché non sono mai esistiti?”
provò lui con espressione dubbiosa, incontrando lo sguardo
assassino della ragazza, che a quanto pare non voleva nemmeno prendere
in considerazione questa possibilità.
“O magari … Me li hanno rubati per non rendermi
credibile” considerò lei improvvisamente, mentre
la consapevolezza che quello che stesse dicendo potesse essere vero
invase non solo i suoi pensieri, ma anche quelli del giovane che aveva
di fronte.
“Ma perché?” gli stava domandando la
mora, quando una voce cavernosa irruppe nella stanza.
“Perché tu sei la sola che può
sconfiggere il Signore Oscuro”
“Kinsgley Shacklebolt?!”
Il famoso Auror componente dell’Ordine della Fenice e,
secondo la conclusione della saga, Ministro della Magia in carica
entrò nella stanza, davanti al sorriso felice di Harry e
allo sguardo stralunato di Clio.
“Harry, hai avuto tempo di parlarle persino di me?”
gli chiese l’uomo avvolgendogli le spalle con un braccio e
facendomi un cenno di saluto con lo sguardo.
“Non credo che sia necessario presentarmi, visto che mi
conosci già, tu sei …?” mi chiese in
modo gentile, non incontrando subito risposta.
“Io mi chiamo Clio Daniels … può
ripetere la frase precedente, per favore?”
“Ehm, Harry, hai av-”
“No, quella prima, grazie” gli domandò
con l’espressione di un condannato all’ergastolo la
ragazza, che nel frattempo aveva perso tutto il colorito dal viso
precedentemente roseo.
“Oh, quella frase” mormorò Kinsgley
cambiando repentinamente espressione, “lo so che
può essere un duro colpo, ma è la
verità: tu sei la sola che può eliminare
Colui-che-non-deve-essere-eliminato, e questo è un dato di
fatto, purtroppo” concluse dispiaciuto per la giovane, che in
cerca di un sostegno si accasciò sul bordo del letto.
“Tutto bene?” si avvicinò il giovane
mago, preoccupato per le conseguenze che avrebbe avuto
un’affermazione del genere su Clio, ottenendo come risposta
un “Sì” appena accennato.
“Ma non può essere” mormorò
flebilmente, “Lui è stato sconfitto da
te” continuò indicando il giovane, “ora
sembri essere mio coetaneo, quindi secondo i calcoli del libro dovresti
averlo sconfitto sette anni fa” concluse cercando una
conferma alle sue parole nei volti dei suoi interlocutori.
“Non conosco il libro, ma pare che la tua cara Rowling abbia
sbagliato un bel po’ di cose” le rispose Harry con
un tono forzatamente scherzoso, senza risultato.
“Hai ragione sul periodo, però”
cercò d tirarla su di morale l’Auror.
“E cosa è successo? Durante lo scontro,
intendo”
“Mh, ecco vedi” prese di nuovo la parola il
ragazzo, prendendo posto sulla sedia scorrevole di fronte a lei,
“lo scontro di per sé non è mai
avvenuto” spiegò ad una frastornata Clio.
“Come non è mai avvenuto? Vuol dire che dopo aver
ucciso l’Horcrux presente in te, sei scappato?”
“Come sai degli Horcrux …” stava
sussurrando scioccato l’uomo, interrotto da un gesto del mago
più giovane.
“Non sono scappato, anzi, abbiamo continuato a combattere, ma
lui si era fatto più potente” le spiegò
brevemente lui, “per aver riassorbito il pezzetto di anima
dentro di me”
“Rinvigorito?Si è rinvigorito”
domandò Clio, ottenendo come risposta un cenno affermativo
del giovane, “sì, è ritornato alla sua
forma giovane, quella precedente alla sua trasformazione ….
Ecco, mostruosa”
Quello che disse ebbe il potere di inorridire la giovane seduta, resasi
conto di un particolare fondamentale, anche se troppo tardi.
“Vuoi dire la forma di un ragazzo molto attraente simile a te
ma con gli occhi scuri?” chiese deglutendo a fatica, e
conoscendo la risposta.
“Sì: come puoi sapere anche questo?
L’hai letto sul libro?” le sussurrò
Harry ammaliato ed insieme sconvolto.
“No, peggio” rispose lei, storcendo la bocca,
“l’ho incontrato sull’autobus”
Ciao a tutti, aggiorno dopo taaaaaanto tempo, eh?ahahah…. A
parte gli scherzi, ho pensato di allungare i capitoli e diminuire il
carattere, grazie al consiglio di “Fata della
Morte” (che ringrazio a proposito per aver postato la storia
nelle preferite, nelle ricordate e anche nelle seguite, grazie mille)
e… boh, non so, ditemi cosa ne pensate, se vi piacciono i
personaggi, se vi sembrano OOC (magari adesso non ancora, ma forse nei
capitoli seguenti - soprattutto per quanto riguarda Vold- ehm,
Colui-che-non-deve-essere-nominato), se devo demolire la storia,
insomma, fatemi sapere! Ringrazio anche Chibime88 per averla messa
nelle preferite, e vi saluto
Alla prossima
Baci
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Capitolo 5 *** Non ci credo, pure Sirius Black! ***
5.
“HAI INCONTRATO VOLD-” “Harry, non
dirlo” “LUI IN AUTOBUS E NON HAI PENSATO DI
DIRLO????!!!!”
La reazione di Harry aveva lasciato completamente spiazzata la ragazza,
la cui mente cercava ancora con fatica di farsi strada
nell’intricata situazione in cui era stata coinvolta; dopo un
momento di sbigottimento però le sue guance si colorarono di
rosso dalla rabbia e i suoi occhi si assottigliarono pericolosamente.
“Oh, mi dispiace, ex-Prescelto” gli
sibilò lei tra i denti, “mi scuso veramente tanto
se, dopo aver” detto questo allargò la mano e
cominciò a contare sulle dita “sorpreso un intruso
che si è rivelato essere Harry Potter in casa mia, averlo
picchiato, aver scoperto che la Rowling ha scritto fandonie ed essere
pure venuta a sapere che sono il bersaglio di un’associazione
magica criminale e del loro capo il fatto di aver ‘incontrato
un ragazzo simile a Tom Riddle’ (continuò mimando
delle virgolette nell’aria) non mi sia sembrato di
fondamentale importanza!”
“Ma certo, non è colpa tua, Clio”
cercò di mediare il mago più anziano, per evitare
una catastrofe di dimensioni gigantesche.
“No, Kingsley ha ragione” gli diede ragione il
maghetto, dopo un lungo sospiro (e aver contato fino a dieci
…. Facciamo venti), “tu non potevi di certo
saperlo”
“Grazie” sputò con fastidio Clio, anche
se la rabbia andava già sbollendo; per questo leggendo la
saga Harry era sempre stato il suo personaggio preferito, proprio per
questa similitudine caratteriale.
Trovarselo davanti in carne ed ossa però era sicuramente un
altro paio di maniche.
“Quindi il caro Signore-Oscuro-Senza-Naso è ancora
vivo” riflettè la giovane guardando
l’uomo ed il ragazzo, che annuirono di nuovo. Dopo un sospiro
esasperato la mora chiese di nuovo: “Mi sembra strano che
però si sia rinvigorito dopo averti ucciso …
nella Foresta Proibita, vero?” concluse per avere conferma
che quel fatto fosse veramente avvenuto, ottenendo come risposta un
altro cenno affermativo.
“Questa qui sa più cose di te che tu di te
stesso”sussurrò l’Auror ridacchiando tra
sé e sé.
“Ma immagino” continuò Clio, senza
attendere alcuna risposta, “che ciò lo avrebbe
potuto sapere solo Silente” si bloccò, sapendo
quanto, nel sesto libro, il giovane mago e i componenti
dell’Ordine avessero sofferto la perdita della loro guida.
“Mi dispiace, scusate” bisbigliò
mettendosi la mano di fronte alla bocca: era veramente dispiaciuta per
aver riaperto quella ferita.
Dopo un momento di silenzio fu Shacklebolt a rispondere: “Non
c’è nulla di cui scusarsi, lui non avrebbe voluto
che ci arrendessimo, soprattutto nella situazione in cui siamo
adesso”
Le ultime parole dell’Auror ebbero il potere di farle sorgere
l’ennesimo dubbio: che situazione?
“Che situazione?” mormorò questa volta a
voce alta, non esattamente certa di voler sapere la risposta.
“Questa domanda necessiterà un discorso molto
più accurato” rispose il mago, chiedendo il
permesso di potersi sedere vicino a Clio. “Ahia, la cosa deve
farsi seria” mormorò tra sé e
sé.
“Prima di tutto: tu cosa sai del futuro ipotetico collegato
alla sconfitta di Voldemort?”
La giovane decise di tralasciare la parte correlata ai
‘diciannove anni dopo’ e raccontò invece
come Harry era stato portato da Hagrid a Hogwarts, di come si fosse
rialzato, ed elencò anche i nomi dei personaggi morti
durante l’ultimo scontro, tra cui quello di Fred
(pensò con una fitta allo stomaco che forse avrebbe potuto
vedere persino George, e forse avrebbe potutto fare anche le
condoglianze di persona ai Weasley), quelli di Lupin e Tonks, e anche
Bellatrix, uccisa da Molly.
“Ha azzeccato tutto” sussurrò estasiato
Kingsley, voltandosi verso Harry, “sicura che non hai sangue
di Veggente, o qualcosa del genere, nelle vene?”
“No, altrimenti non sarei qui” pensò
Clio, ma non esternò le sue riflessioni, limitandosi a
sorridere imbarazzata.
“Però Lui non è stato
sconfitto” replicò Harry, “anzi,
è più forte che mai, e adesso comanda tutto il
mondo magico, anche il Ministero” concluse con una smorfia.
“Altro che organizzazione criminale, ho contro persino il
Ministero!” riflettè la mora con la bocca aperta
per la sorpresa, “il Ministero?”
continuò a voce stridula, “ma io credevo sarebbe
diventato lei Ministro!”esclamò giratasi verso
l’uomo, che cominciò a ridere sonoramente
“Kingsley Ministro?! Saremmo finiti in malora con
lui!”
Fu una nuova voce a parlare. Una voce sicura, affascinante, leggermente
arrogante. La ragazza spalancò gli occhi dalla sorpresa,
perché no, non poteva appartenere a lui quella voce, visto
che era morto.
“Sirius!” urlò Harry precipitandosi dal
suo padrino, mentre Shacklebolt ribatteva:“Già
qui, vedo! E con l’Ordine, per giunta!”
Ed era vero. Perché dietro all’uomo che doveva
essere stato ucciso da Bellatix dopo il combattimento al Ministero,
c’erano niente meno che i componenti della famiglia Weasley (
Clio notò che mancavano Ginny e Ronald), Malocchio Woody
(“Ma era morto all’inizio del settimo
libro!!” pensò la ragazza nel trambusto
più totale), Fleur Delacourt, Aberforth Silente, Neville
Paciock, Angelina Jonhson (“Con le indimenticabili treccine,
eh?” notò la giovane), Dean Thomas, Seamus
Finnigan, Cho Chang, e un piccoletto con la macchina fotografica che
doveva essere il fratello di Colin Canon.
Avrebbe voluto abbracciarli tutti, ma l’unica cosa che
riuscì a fare dopo essersi avvicinata fu dire:
“Oh. Mio. Dio. Sirius Black. Tu. Sei. Sirius
…” e voltatasi dall’altra parte
cominciò di nuovo a ridere, blaterando cose come
“è uno scherzo”, “sono
pazza” e coinvolgendo un coniglio bianco che non
c’entrava nulla con la storia.
“Certo che la Cooman l’ha scelta giusta”
ringhiò contrariato Moody, mentre l’occhio magico
continuava a vagare alla ricerca di spie.
“Cosa vuoi, Malocchio, è ammaliata dal fascino dei
Black, mi pare ovvio” affermò con modestia di
fronte ad una esasperata Molly Weasley.
“Sei sempre il solito, Black” sibilò,
avvicinandosi successivamente alla ragazza e portandola in cucina per
prepararle qualcosa di caldo e farla calmare.
“Secondo voi ce la può fare? Mi sembrava
sconvolta” osservò Arthur Weasley rivolto agli
altri.
“Ce la deve fare” ribattè Harry
convinto, “Lui ha ucciso Ron e Hermione, e adesso ha
catturato Ginny” spiegò tremando, “ non
permetterò che le faccia del male. Non di nuovo”
Ciao a tutti di nuovo! Due cose, vorrei ringraziare Giudi Cenfresca per
aver postato la storia tra le preferite, e anche BridgetV, katnip01 e
SweetLady98 per averla postata tra le seguite… ancor grazie
mille, e anche a coloro che leggono la storia, mi fa molto piacere!
Detto questo
A presto
Baci
|
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Capitolo 6 *** Considerazioni sul rifugio di Voldemort ***
6.
“La mia bella Ginevra, la mia
ingenua Ginevra …”
La mia testa ribolle, piena delle immagini
che Tom - no, Voldemort - mi trasmette nel sonno, spezzoni della mia
vita, della sua vita, che si mescolano tra di loro senza sosta. Sento
che perderò la ragione. Ho forse l’ho
già fatto. L’unico mio appiglio alla
sanità mentale è Harry, il mio Harry. Il mio
cuore si gonfia di amore, mentre il sogno ripropone il nostro primo
bacio nella sala comune. Ma c’è qualcosa di
sbagliato, lo sento. Ron, Hermione, Dean, e gli altri sembrano fantasmi
in questa visione. E anche il bacio è diverso. Freddo come
il ghiaccio, ma comunque violento e possessivo. No, questo non
è il ragazzo che amo. Apro gli occhi dubbiosa, e lo vedo.
E’ Tom. Mi tiene per le braccia. Cerco di gridare, di
staccarmi dal suo corpo corrotto ed infetto, chiedo aiuto ai miei
amici, ma non mi vedono nemmeno.
“Tu sei mia, Ginevra, e lo sai
…”
Detto questo avvicina di nuovo il suo viso
al mio artigliandomi le braccia. L’unica cosa che vedo sono i
suoi occhi rossi prima di voltarmi. Il suo bacio si posa sulla guancia,
ma lui non si dà per vinto. Preme le sue labbra sulla mia
pelle, facendomi fuggire un gemito per il dolore provocato dai suoi
morsi. Non deve succedere questo, non questo …
Mi sveglio di soprassalto, ritrovandomi
nella minuscola cella che conosco come le mie tasche, sudata e
tremante. Mi passo una mano sulla fronte appiccicaticcia, e noto che
anche i miei capelli sono attaccati alla fronte. Chiudo gli occhi e,
con un brutto presentimento, li riapro. Lui è lì.
Di nuovo. Ma forse lo immagino. Ormai immagino molte, ma molte cose.
“Sono reale, mia cara”
dice lui, con la solita voce delicata, dolce, carezzevole. Io la trovo
solo snervante.
“Vattene” sussurro,
sfinita. Non ho più la forza per fare nulla, ed infatti lui
si avvicina. Ancora.
“Oh, Ginevra
..”bisbiglia lui con voce fintamente preoccupata, sedendosi
sulla sponda del letto e accarezzandomi una guancia con il pollice,
“è inutile resistere, tu sai che io voglio solo il
tuo bene”
“No, tu desideri solamente
ferire Harry, renderlo vulnerabile” sputo fuori, con
più decisione nella voce, “e sai che puoi
sconfiggerlo solo colpendo me”
“Oh, cara, cara
Ginevra” mi risponde lui prendendomi improvvisamente il viso
tra le mani, con forza, “tu non conosci nemmeno la
metà dei piani che sto preparando: io vincerò
questa battaglia, voglio solamente che tu capisca quale sia
…”
Detto questo con l’altra mano mi
prende la nuca, appropriandosi delle mie labbra. No, non posso cedere,
non di nuovo. Mi lascia il mento e con le dita comincia a scendere
sempre più giù, mentre io comincio a piangere,
piangere ….
Clio si risvegliò
così improvvisamente che, avviluppata nelle coperte, cadde
dal letto rovinosamente.
“Oh mio Dio, oh mio Dio
…” cominciò a pensare febbrilmente
liberandosi del piumone e alzandosi in piedi, stanca e incredula. Molly
aveva insistito perché riposasse un po’, per
metabolizzare il tutto, ma ora si rendeva conto che stava persino
peggio di prima.
“Riddle … devo subito
avvertire gli altri”
“Che maestria, che ingegno
…. Il tastopane”
“No, tostapane, signor
Weasley” replicò Harry, la cui agitazione era
evidente, “non potremmo svegliarla? Insomma, ha
già dormito abbastanza” affermò
continuando a muovere le ginocchia sotto il tavolo.
“Harry caro, è stata
travolta da moltissime emozioni” lo sgridò la
signora Weasley, con tono leggermente severo, “lascia almeno
che si renda conto della situazione” concluse, versando il
the appena preparato nelle tazze (vere e trasfigurate, visto il numero
di ospiti), ma, proprio mentre aveva la bacchetta in mano, si
sentì un rumore inconfondibile dalla camera vicina.
“Clio, ciao … ho
dormito un bel po’, ver-”
Le parole della coinquilina di Clio
rimasero a mezz’aria, causa la strana visione che le era
comparsa davanti: una ventina di sconosciuti in abiti strani, e cinque
tazze con una teiera sospese nel vuoto.
“Ma .. Cos--cosa
…”
“Ehilà,
dolcezza” provò a rompere la tensione Sirius,
ricevendo come risposta un paio di occhi sbarrati da parte della
ragazza che poi svenne.
“Ecco, perfetto, come al
solito” disse la signora Weasley accigliata appoggiando il
materiale incantato sul tavolo e avvicinandosi alla giovane.
“Non sono stato io ad usare la
magia, mi pare” la imitò l’uomo, quando
una trafelata Clio entrò bianca come un cencio in cucina.
“Io .. L’ho visto. Ho
visto Tu-sai-chi”
“Come sarebbe l’hai
visto?” si alzò improvvisamente Harry, facendo
tintinnare le tazze e sorprendendo i presenti.
“Ho visto Riddle, e Ginny, in
sogno” rivelò la ragazza, accorgendosi solo allora
della coinquilina riversa sul pavimento, “Emma?”
“Hai visto Ginny?Come
stava?Eh?” le domandò il mago con voce preoccupata
prendendola per le spalle. C’era un ordine implicito nella
domanda, e Clio non si fece pregare; raccontò tutto, di come
avesse vissuto il sogno dalla prospettiva della rossa e della comparsa
di Riddle, ma tenne per sé la parte che più le
era sembrata reale, temendo una reazione violenta da parte del moro.
“E hai indicazioni della cella?
Qualcosa di particolare?” continuava a bombardarla lui,
finchè non fu la signora Wesley a scostarlo gentilmente.
“Harry, non stressarla, di certo
ci ha detto tutto quello che sapeva” gli spiegò
dolcemente facendolo sedere di nuovo, “ora come ora dobbiamo
capire perché Clio ha questo collegamento con la nostra
Ginny” mormorò la donna voltandosi verso la mora.
“Ma io non avevo il collegamento
solo con Ginny” replicò lei terrorizzata,
“ce l’avevo anche con lui, e riuscivo a sentire
tutto”, continuò, illuminandosi di colpo,
“ come il fatto che fosse molto legato a quel posto, quello dove teneva Ginny, come se
… come se fosse la sua terra natia, o cose del genere
… come …”
“… La baracca dei
Gaunt” concluse per lei Harry.
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Capitolo 7 *** La comparsa di Draco ***
7.
“La baracca dei Gaunt? E che posto sarebbe?”
“Un attimo, un attimo” urlò George
Weasley per sovrastare il rumore che si era creato,
“perché non riavvolgiamo il nastro e ricominciamo
tutto daccapo?!”
Clio si voltò improvvisamente verso quella voce calda e
gioiosa, nonostante le perdite che aveva subito; il personaggio di
George, unito a quello di Fred, era quello che le aveva fatto battere
il cuore dal primo libro, portandola a volere come fidanzato, se mai
fosse accaduto, un ragazzo esattamente come lui.
“George” sussurrò lei triste,
avvicinandosi al giovane dalla capigliatura rossa scompigliata,
“non posso credere che tu sia vero”
“Beh, invece è così”
replicò lui sorridendo come si fa ad un pazzo.
“Oh, mi dispiace tanto per Fred”
continuò lei perdendo il filo del discorso, “io
…. Io vorrei fare le condoglianze a tutta la vostra
famiglia, vostro figlio era tra i miei personaggi preferiti
nella saga”
“Non esiste nessuna saga, Clio!” le
sibilò il moro riprendendosi, mentre lei gli lanciava
un’occhiata di fuoco.
“Perché non ritorniamo alla baracca dei Gaunt? Chi
sono, prima di tutto?” domandò Angelina arrivando
al nocciolo della questione: non potevano divagare su questioni di
minore importanza, in quel momento.
Harry la ringraziò con lo sguardo, prima di rispondere:
“Sono i parenti di Riddle e discendenti di Serpeverde, Merope
era sua madre” spiegò brevemente alla ragazza e ai
presenti.
“Quindi i Gaunt sono gli unici degni di considerazione per
lui” ricapitolò Seamus, “e la baracca
dove si trova?”
“A Little Hangleton” rispose questa volta Clio,
“proprio accanto alla dimora dei Riddle, dove abitava il
padre, Tom Riddle Senior” concluse, di fronte
all’espressione di nuovo allibita del moro.
“Io non so perché mi stupisco ancora”
mormorò fra sé e sé, quando una luce
inconfondibile fece voltare tutti verso la porta della cucina.
Un Patronus a forma di gatto soriano era appena comparso, avvolto dal
tipico alone argenteo, bloccando ai propri posti i maghi e Clio.
“Vi hanno rintracciati” recitò
l’essere, con l’inconfondibile voce di Minerva
McGranitt, “dovete andarvene”
“No” sussurrò Harry agitato,
“non adesso, non ad-”
Non fece in tempo a finire la frase che una nube di fumo nero avvolse
tutta la cucina rivelando le forme dei Mangiamorte Dolohov, Scabior,
Malfoy e del lupo mannaro Greyback.
“Scappa, Harry, e porta con te Clio!”
urlò nel trambusto il signor Weasley; Clio riuscì
a malapena ad evitare una Maledizione Cruciatus che Harry la prese e si
smaterializzò.
“Dove siamo?”
Si trovavano alla fermata degli autobus. Ci aveva pensato la ragazza
prima di sparire.
“Si chiama ‘fermata degli
autobus’” spiegò lei con calma.
“No, io intendevo: perché siamo qui?”
replicò lui confuso, non riuscendo a capire
perché la destinazione pensata da lui non fosse stata
raggiunta.
“Ehm … non ne ho idea” fece finta di
niente Clio, guidando il mago sull’autobus appena fermato.
“Perché fai quella faccia?! Ne avrai provato
almeno uno nella vita” gli chiese la ragazza, ben sapendo che
il primo contatto di Harry con un autobus era stato il Nottetempo al
terzo anno. Dopo essere scappato di casa. Sul Nottetempo. No, di certo
non una bella esperienza.
“Non è come il Nottetempo, sta’
tranquillo” dissipò i suoi dubbi la giovane,
“ per quello dovresti prendere un treno Freccia
Rossa” concluse, ridacchiando tra i baffi.
Arrivò all’improvviso.
Come un lampo.
“Oddio” sussurrò Clio, prendendo in una
morsa il braccio di Harry.
“Che c’è?” le chiese il
ragazzo agitato.
“Oddio, oddio, oddio” sussurrò di nuovo
lei, prendendosi la testa tra le mani.
“Che C’E’??!”
“So perché siete arrivati voi” gli
bisbigliò lei, “so perché sono
scomparsi i libri …. È stato
….”
Non riuscì a finire la frase. Con un presentimento si
voltò e vide dietro di sé una testa bionda.
Capelli biondi.
Colorito pallido.
Occhi grigi.
Veste nera.
Draco Malfoy.
“NOOO!!! FERMO!!” gridò
all’improvviso, gettandosi di lato e proteggendo Harry dietro
di sé. Caddero rovinosamente, ma il moro riuscì a
mormorare un ’Protego’ per difendersi dal
’Sectumsempra’ dell’altro.
Si rialzò subito in piedi, cercando la sua mano.
“Non ti puoi smaterializzare, Potter” gli
urlò contro il biondo, continuando a lanciare maledizioni
verso il suo avversario, “i Mangiamorte se ne sono
già occupati!”
Già occupati?
E noi come abbiamo fatto? Si domandò Clio,
prima di vedere Malfoy sussurrare un ’Crucio’ verso
Harry.
Non ci pensò due volte, e si parò davanti al
mago. La maledizione non la colpì mai.
Era rimbalzata.
Note: Ciao, lo so, il capitolo non è lunghissimo, ma volevo
introdurre almeno Draco, e mostrare qualcosa di più dei
poteri di Clio …. Vorrei intanto ringraziare chi ha
recensito gli scorsi capitoli, e anche chi l’ha messa tra le
seguite (ovvero Darkmagic31, moerar, Persaneisuoiocchi e Voglioungufo),
e pure chi la legge, mi fa molto piacereXD
Detto questo, alla prossima
Ciao
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Capitolo 8 *** Inquietanti scoperte e visioni sconvolgenti ***
8.
Il giorno prima
“Allora ciao, Clio, penso che non tornerò a casa
stasera”
“Certo, va bene: allora mi posso chiudere in casa?”
Rispose Clio ad una agghindata Emma, in procinto di uscire di casa per
una festa.
“Sì, sì, tanto dormo da
un’amica”
“Va bene, allora a domani”
“A domani”
Fu ascoltando il rumore della serratura che la giovane si
incamminò in camera, non prima di aver raccattato in cucina
una confezione di gelato alla crema ed un cucchiaio.
Entrando nella stanza prese tra le mani il telecomando e accese la tv sul
telegiornale: quella sera avrebbero riproposto
“L’Esorcista” e, sebbene fosse uscito
quasi quarant’anni prima, aveva ancora il potere di metterle
una potente ansia addosso ogni volta che lo guardava da sola.
A noi due, mio amato,
pensò la mora prendendo una cucchiaiata di gelato mentre la
conduttrice televisiva annunciava una notizia dell’ultimo
minuto.
“Sono stati registrati questa mattina strani fenomeni in
varie parti del mondo, compr-”
Accadde tutto in un secondo. La luce c’era, la luce non
c’era più.
“No, no, no” mormorò Clio allarmata,
pensando che si trattasse di un sovraccarico energetico: lei non aveva
acceso nulla, ma l’appartamento di certo non era
all’ultima moda per quanto riguardasse cavi elettrici o
idraulici.
Si alzò dal letto per controllare che fuori la situazione
fosse la stanza e l’oscurità più piena
accolse i suoi occhi.
Un blackout.
Niente panico,
riflettè la ragazza, cercando subito la torcia, e andando
subito a sbattere contro lo stipite del letto.
“MMh, Diamine!!” sbraitò tenendosi il
piede con la mano, e riadagiandosi sul letto. Il buio durò
ancora per poco, infatti l’elettricità
ritornò quasi subito: tutto a posto.
Credeva lei.
Non riusciva a spiegare ciò che era successo. Era successo e
basta. Il Cruciatus che doveva colpire Harry chissà come era
rimbalzato sul suo corpo e si era successivamente infranto su uno dei
vetri dell’autobus, causando un’esplosione di
frammenti sui presenti scioccati. Non che lei fosse tranquilla.
Fece appena in tempo a prendere la mano di Harry e a pensare ad una
destinazione che si ritrovarono improvvisamente sulla riva di un fiume,
il frastuono sostituito da un’atmosfera di quiete.
“Che è successo?” le chiese il maghetto
alzandosi e ripulendosi i jeans con le mani.
“Io … forse ho capito che sta
succedendo” sussurrò lei, accettando
l’invito del ragazzo a rimettersi in piedi.
“Ah, sì? Allora ti farò in anticipo i
complimenti, perché IO invece non ci sto capendo
nulla” rispose lui ravviandosi la chioma ribelle.
Il suo sguardo era chiaro.
Voleva una risposta.
Una risposta alla morte delle persone a lui più care.
Una risposta al rapimento della persona amata.
Una risposta alla terribile situazione in cui si trovavano.
Lei non era sicura di averle tutte.
Ma forse, qualcuna sì.
“Allora, prima sbrighiamo la faccenda del
voi-siete-reali-e-qui-nel-mio-mondo” cominciò la
mora scegliendo con cura le parole, e appoggiando le mani sui fianchi,
“il giorno prima che ti trovassi in casa mia ci sono stati
degli strani avvenimenti, una specie di tempesta magnetica che ha
coinvolto il nostro pianeta” riprese camminando avanti ed
indietro, seguita dal volto sorpreso del ragazzo, “ e anche
un blackout mondiale; io credo che quella tempesta abbia creato una
realtà alternativa in cui voi siete reali e la magia
esiste” si fermò davanti al moro, guardandolo
negli occhi con espressione seria e decisa, “ecco
perché non riesco a trovare i miei libri”
“Ehm … perché?” le
domandò il giovane, confuso.
“Perché di fatto non esistono” gli
rispose lei con espressione trionfante (anche se, sinceramente, non
c’era nulla di cui rallegrarsi), “in questa
realtà la saga non esiste, e anche la vostra storia
è diversa da quella dei libri” finì
tutto d’un fiato.
“Ammettiamo che sia vero” affermò lui
precedendo eventuali proteste da parte di Clio, “e come la
mettiamo con quello che è successo in metropolitana?
Cos’è successo?”
“Non credo di poter rispondere a questo”
mormorò lei amareggiata, “ma non importa
adesso” disse risollevando lo sguardo, “una cosa
importante l’abbiamo scoperta”
“Cioè?” bisbigliò il giovane
ancora più confuso di prima.
“Che ora abbiamo una possibilità di uscire vivi
dal salvataggio della tua fidanzata”
I suoi pensieri vennero interrotti da una forte fitta alla testa.
Immagini veloci, nitide.
Ma troppo veloci.
Un viso.
Ginny.
“Crucio!!!!”
Dolore, terribile dolore.
Voldemort si stava divertendo con lei.
L’ultima cosa che vide fu il suo viso ridente, e poi si
accasciò a terra.
Note dell’autore:
Ehm, allora, non ammazzatemi, ok? Ci ho messo un pochino a postare, e
non è un capitolo lunghissimo, ma mi farò
perdonare, lo giuro! XD ringrazio tutti coloro che leggono la storia,
che la mettono tra le preferite, ricordate o seguite, ci sentiamo alla
prossima
Uadjet
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