Harry Potter in casa mia?!

di uadjet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro-scontro con il "ragazzo-che-è-sopravvissuto" ***
Capitolo 3: *** Sorpresa ***
Capitolo 4: *** La tua cara Rowling ha sbagliato un bel po' di cose ***
Capitolo 5: *** Non ci credo, pure Sirius Black! ***
Capitolo 6: *** Considerazioni sul rifugio di Voldemort ***
Capitolo 7: *** La comparsa di Draco ***
Capitolo 8: *** Inquietanti scoperte e visioni sconvolgenti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


HARRY POTTER IN CASA MIA?!

 

Sì, sì, lo so, il titolo fa schifo (per non dire un’altra cosa), ma spero che riuscirete comunque a leggerla. Diciamo che dovevo per forza omaggiare il maghetto più famoso della letteratura, no? Ovviamente il prologo non dice nulla (te pareva )… Beh, vi lascio alla lettura, a presto!

 

 

L’aggettivo più adatto per descrivere la vita di Clio Daniels era normale. Già, normale. Talmente, ma talmente tanto normale da poter essere persino classificata come noiosa. Una tesi quasi conclusa sulle influenze espressioniste nella pittura di Picasso, una passione sfrenata per il disegno, la lettura e la musica, e una permanenza tranquilla in un appartamento nella periferia di Londra. Eh, sì, tutto qui. Perché Clio non aveva amici, almeno, non aveva amici che si potessero definire tali, e nemmeno un ragazzo. Era da tempo che non vedeva più la necessità di cercare un contatto umano, vuoi per il suo carattere asociale, vuoi per le sue idee strampalate circa la vita, la morte, e altre questioni che ai giovani d’oggi non interessano granché, e così si rifugiava nel suo mondo fatto di creature, guerrieri ed eroine fantastiche, ma anche di porte che cigolano, ragazzi spaventati e specchi molto strani. Questo occupava la maggior parte del suo tempo, e la faceva sentire felice. Almeno, fino a quella mattina. La mattina in cui tutto ciò in cui credeva crollò come un castello di carta

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Capitolo 2
*** Incontro-scontro con il "ragazzo-che-è-sopravvissuto" ***


2.

“Questa mattina è cominciata proprio con il piede girato a centottanta gradi” pensò Clio affaticata mentre l’autobus che avrebbe dovuto prendere le sfrecciava davanti. E non aveva di certo tutti i torti. Con una battaglia all’ultimo sangue con la sveglia, una fetta biscottata con la marmellata finitale sui pantaloni, e un cambio d’abito all’ultimo secondo, quella era proprio la goccia che aveva fatto traboccare il vaso in cui avrebbe dovuto essere contenuto il suo buonumore.
La giovane cercò di non pensarci, controllando quale sarebbe stato il prossimo bus rosso a passare, e a malapena soffocò un gemito di frustrazione. “Tra quattordici minuti? Io non ce li ho quattordici minuti” mormorò amareggiata, al solo pensiero di ciò che l’avrebbe aspettata: un’intera mattinata a farsi demolire la tesi dal suo tutor, con tanto di battutina velenosa in omaggio.
“Posso dire che questa sarà la giornata migliore della mia vita” stava riflettendo sarcastica, quando improvvisamente si piazzò davanti a lei il bus a due piani che stava disperatamente aspettando.
“Wow, beh, forse potrei ricredermi, no?” sussurrò tra sé e sé ottimista, mentre un ragazzo le finiva addosso in uno scontro frontale.
“Perché non guardi dove vai?” disse glaciale il giovane, che notai essere molto affascinante, con una chioma di capelli corvini ordinati e un paio d’occhi altrettanto scuri, in contrasto con la carnagione molto pallida.
“Sei tu che mi sei venuto addosso” ribatté la ragazza salendo sull’autobus, pensando ad un tratto che quel viso le era familiare, “e poi esisterebbe l’educazione, non te l’hanno insegnato?” concluse, mentre le porte si chiudevano.
“Giovani moderni …. Non sanno proprio come comportarsi” riflettè amara la giovane, sistemandosi i capelli castani legati in una lunga treccia, “eppure mi pare di averlo già visto … bah, sarà la mia memoria fotografica” concluse mentalmente, sapendo che ogni volto nella sua testa occupava un preciso cassetto, ritornando a galla ogni qualvolta rivedesse qualcuno già registrato. Sicuramente quel ragazzo le era passato davanti durante una passeggiata, oppure aveva aspettato di attraversare la strada con lei un pomeriggio qualsiasi. Ma certo, era sicuramente così.
Come temeva la mattinata fu un vero inferno, e fu con un sentimento di sollievo che tornò a casa sua, pronta per preparare il pranzo. Si accorse che qualcosa non andava quando trovò l’uscio dell’appartamento socchiuso. “Un ladro” pensò istintivamente, recuperando dalla sua enorme borsa lo spray al peperoncino che teneva sempre con sé, persino sotto il cuscino. Prendendo un bel respiro profondo per mantenere la lucidità spostò con il piede, senza fare rumore, la porta, ed entrò a passo felpato, nascondendosi in un angolo del corridoio d’entrata, e cercando di carpire qualche rumore.
Sentì un tonfo in camera sua, come di libro caduto dalla sua libreria, e, azzardando uno sguardo verso la camera interessata, notò che dalla porta usciva uno spiraglio di luce. Si arrischiò a continuare l’avanzata, cercando di trattenere il respiro, e proprio quando si trovava di fronte all’uscio, la porta venne a perta di scatto, rivelando l’intruso.
Non ebbe un attimo di esitazione, e con una prontezza degna di Jackie Chan assestò al malcapitato un calcio nei gioielli di famiglia dopo avergli spruzzato una buone dose di spray sugli occhi. Si aspettava quasi che il malfattore la bloccasse, o le puntasse un’arma alla gola, ma non fece nulla di tutto ciò. Mentre con una mano si copriva gli occhi e con l’altra si massaggiava la parte lesa dal calcio, mormorò on voce strozzata: “Ma che diamine fai? Io sono Harry Potter!”

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Capitolo 3
*** Sorpresa ***



3.

Al suono della voce dello sconosciuto, qualcosa nella testa di Clio le intimò di fermarsi e non infierire sul poveretto, e quando poi registrò l’informazione che le era stata data, rimase di sasso. Successivamente arrivò il riso. Un riso per niente gioioso o festoso, bensì isterico e nervoso, quello che ha una persona che affronta la morte o che ha perso del tutto la ragione.
“Tu - ahahah - s-saresti - eheheh - Harry - ihihihih - Potter?” chiese lei continuando a ridere, e tenendo alzato davanti a se lo spray.
“Sì, pazza furiosa” mi aggredì lui continuando a tenere gli occhi coperti, “e adesso la smetteresti di ridere, e mi aiuteresti a non rimanere cieco per il resto dei miei giorni?!”
La risata cessò così com’era cominciata. All’improvviso la giovane si rese conto di avere di fronte un ragazzo dolorante, e, sebbene si fosse intrufolato non-si-sapeva-come in casa sua doveva comunque aiutarlo. Lo guidò quindi in cucina, prese un bicchiere e lo riempì d’acqua, voltandosi poi verso il fantomatico Harry.
“Grazie mille, posso avvicin - EHIIIII!!!!!!” esclamò sconvolto non appena l’acqua gelida entrò in contatto con la sua pelle nivea.
“Ma cos’è, mi prendi per un’imbecille?!!!!! Prima ti intrufoli in casa mia senza forzare la porta e poi mi vieni a dire che sei Harry Potter” gli urlò in faccia lei scimmiotando l’ultima frase, mentre il ragazzo si strofinava gli occhi e li riapriva lentamente, con un’espressione confusa in viso, “da quanto mi segui, eh, pervertito?!”
“Calmati!” mi rispose lui con un tono di voce leggermente più basso, “non ho forzato la porta perché ho utilizzato un ‘Alohomora’!” mi spiegò, come fossi cerebrolesa.
“Ma certo, e scommetto che puoi utilizzare anche un ‘Silencio’ per farmi stare zitta, così potrai farmi tutto quello che vuoi, non è così?” lo rimbeccò Clio con fare arrogante, ormai certa di avere di fronte non solo un maniaco, ma anche un pazzo. “E poi vengono a dire che sono io quella str- ….” stava dicendo quando il suo interlocutore tirò fuori dalla tasca un bastoncino marrone, e con un gesto deciso, le bloccò la parola.
“No, non può essere stato lui, no, mi rifiuto di accertarlo” stava intanto cercando di dire la giovane muovendo ovviamente solo le labbra, non capacitandosi di quello che era appena capitato.
“ Perfetto” disse lui invece soddisfatto, o sollevato dal suo obbligato mutismo, “ora forse ascolterai quello che ho da dire e la smetterai di attaccarmi come un cane rabbioso” continuò lui, cominciando a camminare per la stanza.
“Intanto mi presento nuovamente” mormorò porgendole la mano, “mi chiamo Harry James Potter, figlio di Lily Evans e James Potter” si presentò mentre lei teneva le braccia incrociate, “certo, forse dobbiamo fare un passo indietro, che ne dici?”
Visto che non poteva parlare, Clio decise di prendere un foglio e scrivere: “Tu saresti Harry Potter? E da dove sei venuto fuori?” mostrandoglielo successivamente.
“Sono uscito dalla Londra magica” le spiegò lui lentamente, “sai, esiste una ….” si bloccò improvvisamente, quando lei riprese in mano il foglio e scrisse: “Non intendevo quello, so tutto dei Maghi, dei Babbani, di te, di Voldemort, ecc … voglio sapere perché sei qui …. Sempre che questa non sia solamente la pazzia che comincia a battermi in testa” mostrandoglielo nuovamente.
“Tu sai tutto? E … come?” domandò lui, con un’espressione confusa negli occhi verde smeraldo, e liberandola dall’incantesimo mentre stava per scrivere ancora.
“No, credo sia meglio se parliamo …. Civilmente” la precedette lui, prima di lasciarle la parola.
“Un fenomeno di nome J.K.Rowling, genio” gli disse con ironia, mentre sul suo viso la confusione si faceva ancora più grande.
“J.K. Che?” chiese lui. A questo avviso fu la mora a spalancare gli occhi azzurri: ehhhh?
Fu con questo spirito che gli rispose, non immaginando la reazione che avrebbe avuto lui al riguardo,“Ma la Rowling, colei che ti ha creato, no?”

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Capitolo 4
*** La tua cara Rowling ha sbagliato un bel po' di cose ***


4.

“Spero che tu sappia che io non capisco di cosa tu stia parlando” rispose lui, e Clio non potè che credergli, visto lo sguardo pieno di apprensione che le stava rivolgendo.
“Uh, beh, certo, immagino di poterti crederti in questo caso” mormorò lei, conscia di aver fatto un’enorme sciocchezza: non era proprio il massimo andare a dire ad un personaggio letterario, inconscio di essere tale, che lei conosceva tutta la sua storia grazie alle magiche parole scritte di una scrittrice. Mi sa che ho fatto un bel casino, pensò, mentre cercava di sbrogliarsi in un qualunque modo da quella situazione, ma il danno è fatto, giusto?
Di fronte agli occhi sgranati del moro lei optò per un approccio diretto, per provocargli il meno dolore possibile: “te lo, beh, li mostro, va bene?”
Ad un cenno affermativo del ragazzo, lo guidò nuovamente in camera, e lasciandolo sull’uscio, improvvisamente imbarazzato ad entrare, si inginocchiò per estrarre dalla libreria i sette volumi.
Che non c’erano.
O almeno, lo spazio era occupato, ma da sette romanzi di Stephen King che lei non ricordava di aver mai comprato.
“Non è possibile”, sussurrò la giovane bloccata dall‘avvenimento; si voltò così improvvisamente verso il mago che lui fu costretto a fare un passo indietro per la sorpresa.
“Non ci sono” gli rivelò con un’espressione affranta, senza che Harry ci potesse capire nulla, “non ci sono cosa?”  
“Ma come cosa? I libri che la Rowling ha scritto su te, Ron ed Hermione, no?” gli disse lei come se fosse una cosa ovvia, mentre lo sguardo del moro da sorpreso si volgeva a sospettoso.
“Come conosci i miei amici?” le chiese lui lentamente, valutando ogni parola, alzandosi altrettanto lentamente.
“Ehm, come forse conosco, che ne so, Neville, o Luna, o Malfoy, o persino Dedalux Lux?!” lo imitò lei, parlando così lentamente che Harry sarebbe stato facilmente scambiato per un ragazzo con problemi di comprensione, “te l’ho detto, l’ho detto sui libri, li ho praticamente divorati!” concluse esasperata, sperando che questa volta lui potesse finalmente capire la questione.
“E adesso sono spariti … come me lo spieghi, eh?” continuò indicandogli il luogo del crimine.
“Forse perché non sono mai esistiti?” provò lui con espressione dubbiosa, incontrando lo sguardo assassino della ragazza, che a quanto pare non voleva nemmeno prendere in considerazione questa possibilità.
“O magari … Me li hanno rubati per non rendermi credibile” considerò lei improvvisamente, mentre la consapevolezza che quello che stesse dicendo potesse essere vero invase non solo i suoi pensieri, ma anche quelli del giovane che aveva di fronte.
“Ma perché?” gli stava domandando la mora, quando una voce cavernosa irruppe nella stanza.
“Perché tu sei la sola che può sconfiggere il Signore Oscuro”


“Kinsgley Shacklebolt?!”
Il famoso Auror componente dell’Ordine della Fenice e, secondo la conclusione della saga, Ministro della Magia in carica entrò nella stanza, davanti al sorriso felice di Harry e allo sguardo stralunato di Clio.
“Harry, hai avuto tempo di parlarle persino di me?” gli chiese l’uomo avvolgendogli le spalle con un braccio e facendomi un cenno di saluto con lo sguardo.
“Non credo che sia necessario presentarmi, visto che mi conosci già, tu sei …?” mi chiese in modo gentile, non incontrando subito risposta.
“Io mi chiamo Clio Daniels … può ripetere la frase precedente, per favore?”
“Ehm, Harry, hai av-”
“No, quella prima, grazie” gli domandò con l’espressione di un condannato all’ergastolo la ragazza, che nel frattempo aveva perso tutto il colorito dal viso precedentemente roseo.
“Oh, quella frase” mormorò Kinsgley cambiando repentinamente espressione, “lo so che può essere un duro colpo, ma è la verità: tu sei la sola che può eliminare Colui-che-non-deve-essere-eliminato, e questo è un dato di fatto, purtroppo” concluse dispiaciuto per la giovane, che in cerca di un sostegno si accasciò sul bordo del letto.
“Tutto bene?” si avvicinò il giovane mago, preoccupato per le conseguenze che avrebbe avuto un’affermazione del genere su Clio, ottenendo come risposta un “Sì” appena accennato.
“Ma non può essere” mormorò flebilmente, “Lui è stato sconfitto da te” continuò indicando il giovane, “ora sembri essere mio coetaneo, quindi secondo i calcoli del libro dovresti averlo sconfitto sette anni fa” concluse cercando una conferma alle sue parole nei volti dei suoi interlocutori.
“Non conosco il libro, ma pare che la tua cara Rowling abbia sbagliato un bel po’ di cose” le rispose Harry con un tono forzatamente scherzoso, senza risultato.
“Hai ragione sul periodo, però” cercò d tirarla su di morale l’Auror.
“E cosa è successo? Durante lo scontro, intendo”
“Mh, ecco vedi” prese di nuovo la parola il ragazzo, prendendo posto sulla sedia scorrevole di fronte a lei, “lo scontro di per sé non è mai avvenuto” spiegò ad una frastornata Clio.
“Come non è mai avvenuto? Vuol dire che dopo aver ucciso l’Horcrux presente in te, sei scappato?”
“Come sai degli Horcrux …” stava sussurrando scioccato l’uomo, interrotto da un gesto del mago più giovane.
“Non sono scappato, anzi, abbiamo continuato a combattere, ma lui si era fatto più potente” le spiegò brevemente lui, “per aver riassorbito il pezzetto di anima dentro di me”
“Rinvigorito?Si è rinvigorito” domandò Clio, ottenendo come risposta un cenno affermativo del giovane, “sì, è ritornato alla sua forma giovane, quella precedente alla sua trasformazione …. Ecco, mostruosa”
Quello che disse ebbe il potere di inorridire la giovane seduta, resasi conto di un particolare fondamentale, anche se troppo tardi.
“Vuoi dire la forma di un ragazzo molto attraente simile a te ma con gli occhi scuri?” chiese deglutendo a fatica, e conoscendo la risposta.
“Sì: come puoi sapere anche questo? L’hai letto sul libro?” le sussurrò Harry ammaliato ed insieme sconvolto.
“No, peggio” rispose lei, storcendo la bocca, “l’ho incontrato sull’autobus”

Ciao a tutti, aggiorno dopo taaaaaanto tempo, eh?ahahah…. A parte gli scherzi, ho pensato di allungare i capitoli e diminuire il carattere, grazie al consiglio di “Fata della Morte” (che ringrazio a proposito per aver postato la storia nelle preferite, nelle ricordate e anche nelle seguite, grazie mille) e… boh, non so, ditemi cosa ne pensate, se vi piacciono i personaggi, se vi sembrano OOC (magari adesso non ancora, ma forse nei capitoli seguenti - soprattutto per quanto riguarda Vold- ehm, Colui-che-non-deve-essere-nominato), se devo demolire la storia, insomma, fatemi sapere! Ringrazio anche Chibime88 per averla messa nelle preferite, e vi saluto
Alla prossima
Baci

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Capitolo 5
*** Non ci credo, pure Sirius Black! ***


5.

“HAI INCONTRATO VOLD-” “Harry, non dirlo” “LUI IN AUTOBUS E NON HAI PENSATO DI DIRLO????!!!!”
La reazione di Harry aveva lasciato completamente spiazzata la ragazza, la cui mente cercava ancora con fatica di farsi strada nell’intricata situazione in cui era stata coinvolta; dopo un momento di sbigottimento però le sue guance si colorarono di rosso dalla rabbia e i suoi occhi si assottigliarono pericolosamente.
“Oh, mi dispiace, ex-Prescelto” gli sibilò lei tra i denti, “mi scuso veramente tanto se, dopo aver” detto questo allargò la mano e cominciò a contare sulle dita “sorpreso un intruso che si è rivelato essere Harry Potter in casa mia, averlo picchiato, aver scoperto che la Rowling ha scritto fandonie ed essere pure venuta a sapere che sono il bersaglio di un’associazione magica criminale e del loro capo il fatto di aver ‘incontrato un ragazzo simile a Tom Riddle’ (continuò mimando delle virgolette nell’aria) non mi sia sembrato di fondamentale importanza!”
“Ma certo, non è colpa tua, Clio” cercò di mediare il mago più anziano, per evitare una catastrofe di dimensioni gigantesche.
“No, Kingsley ha ragione” gli diede ragione il maghetto, dopo un lungo sospiro (e aver contato fino a dieci …. Facciamo venti), “tu non potevi di certo saperlo”
“Grazie” sputò con fastidio Clio, anche se la rabbia andava già sbollendo; per questo leggendo la saga Harry era sempre stato il suo personaggio preferito, proprio per questa similitudine caratteriale.
Trovarselo davanti in carne ed ossa però era sicuramente un altro paio di maniche.
“Quindi il caro Signore-Oscuro-Senza-Naso è ancora vivo” riflettè la giovane guardando l’uomo ed il ragazzo, che annuirono di nuovo. Dopo un sospiro esasperato la mora chiese di nuovo: “Mi sembra strano che però si sia rinvigorito dopo averti ucciso … nella Foresta Proibita, vero?” concluse per avere conferma che quel fatto fosse veramente avvenuto, ottenendo come risposta un altro cenno affermativo.
“Questa qui sa più cose di te che tu di te stesso”sussurrò l’Auror ridacchiando tra sé e sé.
“Ma immagino” continuò Clio, senza attendere alcuna risposta, “che ciò lo avrebbe potuto sapere solo Silente” si bloccò, sapendo quanto, nel sesto libro, il giovane mago e i componenti dell’Ordine avessero sofferto la perdita della loro guida.
“Mi dispiace, scusate” bisbigliò mettendosi la mano di fronte alla bocca: era veramente dispiaciuta per aver riaperto quella ferita.
Dopo un momento di silenzio fu Shacklebolt a rispondere: “Non c’è nulla di cui scusarsi, lui non avrebbe voluto che ci arrendessimo, soprattutto nella situazione in cui siamo adesso”
Le ultime parole dell’Auror ebbero il potere di farle sorgere l’ennesimo dubbio: che situazione?
“Che situazione?” mormorò questa volta a voce alta, non esattamente certa di voler sapere la risposta.
“Questa domanda necessiterà un discorso molto più accurato” rispose il mago, chiedendo il permesso di potersi sedere vicino a Clio. “Ahia, la cosa deve farsi seria” mormorò tra sé e sé.
“Prima di tutto: tu cosa sai del futuro ipotetico collegato alla sconfitta di Voldemort?”
La giovane decise di tralasciare la parte correlata ai ‘diciannove anni dopo’ e raccontò invece come Harry era stato portato da Hagrid a Hogwarts, di come si fosse rialzato, ed elencò anche i nomi dei personaggi morti durante l’ultimo scontro, tra cui quello di Fred (pensò con una fitta allo stomaco che forse avrebbe potuto vedere persino George, e forse avrebbe potutto fare anche le condoglianze di persona ai Weasley), quelli di Lupin e Tonks, e anche Bellatrix, uccisa da Molly.
“Ha azzeccato tutto” sussurrò estasiato Kingsley, voltandosi verso Harry, “sicura che non hai sangue di Veggente, o qualcosa del genere, nelle vene?”
“No, altrimenti non sarei qui” pensò Clio, ma non esternò le sue riflessioni, limitandosi a sorridere imbarazzata.
“Però Lui non è stato sconfitto” replicò Harry, “anzi, è più forte che mai, e adesso comanda tutto il mondo magico, anche il Ministero” concluse con una smorfia.
“Altro che organizzazione criminale, ho contro persino il Ministero!” riflettè la mora con la bocca aperta per la sorpresa, “il Ministero?” continuò a voce stridula, “ma io credevo sarebbe diventato lei Ministro!”esclamò giratasi verso l’uomo, che cominciò a ridere sonoramente
“Kingsley Ministro?! Saremmo finiti in malora con lui!”
Fu una nuova voce a parlare. Una voce sicura, affascinante, leggermente arrogante. La ragazza spalancò gli occhi dalla sorpresa, perché no, non poteva appartenere a lui quella voce, visto che era morto.
“Sirius!” urlò Harry precipitandosi dal suo padrino, mentre Shacklebolt ribatteva:“Già qui, vedo! E con l’Ordine, per giunta!”
Ed era vero. Perché dietro all’uomo che doveva essere stato ucciso da Bellatix dopo il combattimento al Ministero, c’erano niente meno che i componenti della famiglia Weasley ( Clio notò che mancavano Ginny e Ronald), Malocchio Woody (“Ma era morto all’inizio del settimo libro!!” pensò la ragazza nel trambusto più totale), Fleur Delacourt, Aberforth Silente, Neville Paciock, Angelina Jonhson (“Con le indimenticabili treccine, eh?” notò la giovane), Dean Thomas, Seamus Finnigan, Cho Chang, e un piccoletto con la macchina fotografica che doveva essere il fratello di Colin Canon.
Avrebbe voluto abbracciarli tutti, ma l’unica cosa che riuscì a fare dopo essersi avvicinata fu dire: “Oh. Mio. Dio. Sirius Black. Tu. Sei. Sirius …” e voltatasi dall’altra parte cominciò di nuovo a ridere, blaterando cose come “è uno scherzo”, “sono pazza” e coinvolgendo un coniglio bianco che non c’entrava nulla con la storia.
“Certo che la Cooman l’ha scelta giusta” ringhiò contrariato Moody, mentre l’occhio magico continuava a vagare alla ricerca di spie.
“Cosa vuoi, Malocchio, è ammaliata dal fascino dei Black, mi pare ovvio” affermò con modestia di fronte ad una esasperata Molly Weasley.
“Sei sempre il solito, Black” sibilò, avvicinandosi successivamente alla ragazza e portandola in cucina per prepararle qualcosa di caldo e farla calmare.
“Secondo voi ce la può fare? Mi sembrava sconvolta” osservò Arthur Weasley rivolto agli altri.
“Ce la deve fare” ribattè Harry convinto, “Lui ha ucciso Ron e Hermione, e adesso ha catturato Ginny” spiegò tremando, “ non permetterò che le faccia del male. Non di nuovo”


Ciao a tutti di nuovo! Due cose, vorrei ringraziare Giudi Cenfresca per aver postato la storia tra le preferite, e anche BridgetV, katnip01 e SweetLady98 per averla postata tra le seguite… ancor grazie mille, e anche a coloro che leggono la storia, mi fa molto piacere! Detto questo
A presto
Baci


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Capitolo 6
*** Considerazioni sul rifugio di Voldemort ***


6.


“La mia bella Ginevra, la mia ingenua Ginevra …”
La mia testa ribolle, piena delle immagini che Tom - no, Voldemort - mi trasmette nel sonno, spezzoni della mia vita, della sua vita, che si mescolano tra di loro senza sosta. Sento che perderò la ragione. Ho forse l’ho già fatto. L’unico mio appiglio alla sanità mentale è Harry, il mio Harry. Il mio cuore si gonfia di amore, mentre il sogno ripropone il nostro primo bacio nella sala comune. Ma c’è qualcosa di sbagliato, lo sento. Ron, Hermione, Dean, e gli altri sembrano fantasmi in questa visione. E anche il bacio è diverso. Freddo come il ghiaccio, ma comunque violento e possessivo. No, questo non è il ragazzo che amo. Apro gli occhi dubbiosa, e lo vedo. E’ Tom. Mi tiene per le braccia. Cerco di gridare, di staccarmi dal suo corpo corrotto ed infetto, chiedo aiuto ai miei amici, ma non mi vedono nemmeno.
“Tu sei mia, Ginevra, e lo sai …”
Detto questo avvicina di nuovo il suo viso al mio artigliandomi le braccia. L’unica cosa che vedo sono i suoi occhi rossi prima di voltarmi. Il suo bacio si posa sulla guancia, ma lui non si dà per vinto. Preme le sue labbra sulla mia pelle, facendomi fuggire un gemito per il dolore provocato dai suoi morsi. Non deve succedere questo, non questo …
Mi sveglio di soprassalto, ritrovandomi nella minuscola cella che conosco come le mie tasche, sudata e tremante. Mi passo una mano sulla fronte appiccicaticcia, e noto che anche i miei capelli sono attaccati alla fronte. Chiudo gli occhi e, con un brutto presentimento, li riapro. Lui è lì. Di nuovo. Ma forse lo immagino. Ormai immagino molte, ma molte cose.
“Sono reale, mia cara” dice lui, con la solita voce delicata, dolce, carezzevole. Io la trovo solo snervante.
“Vattene” sussurro, sfinita. Non ho più la forza per fare nulla, ed infatti lui si avvicina. Ancora.
“Oh, Ginevra ..”bisbiglia lui con voce fintamente preoccupata, sedendosi sulla sponda del letto e accarezzandomi una guancia con il pollice, “è inutile resistere, tu sai che io voglio solo il tuo bene”
“No, tu desideri solamente ferire Harry, renderlo vulnerabile” sputo fuori, con più decisione nella voce, “e sai che puoi sconfiggerlo solo colpendo me”
“Oh, cara, cara Ginevra” mi risponde lui prendendomi improvvisamente il viso tra le mani, con forza, “tu non conosci nemmeno la metà dei piani che sto preparando: io vincerò questa battaglia, voglio solamente che tu capisca quale sia …”
Detto questo con l’altra mano mi prende la nuca, appropriandosi delle mie labbra. No, non posso cedere, non di nuovo. Mi lascia il mento e con le dita comincia a scendere sempre più giù, mentre io comincio a piangere, piangere ….


Clio si risvegliò così improvvisamente che, avviluppata nelle coperte, cadde dal letto rovinosamente.
“Oh mio Dio, oh mio Dio …” cominciò a pensare febbrilmente liberandosi del piumone e alzandosi in piedi, stanca e incredula. Molly aveva insistito perché riposasse un po’, per metabolizzare il tutto, ma ora si rendeva conto che stava persino peggio di prima.
“Riddle … devo subito avvertire gli altri”


“Che maestria, che ingegno …. Il tastopane”
“No, tostapane, signor Weasley” replicò Harry, la cui agitazione era evidente, “non potremmo svegliarla? Insomma, ha già dormito abbastanza” affermò continuando a muovere le ginocchia sotto il tavolo.
“Harry caro, è stata travolta da moltissime emozioni” lo sgridò la signora Weasley, con tono leggermente severo, “lascia almeno che si renda conto della situazione” concluse, versando il the appena preparato nelle tazze (vere e trasfigurate, visto il numero di ospiti), ma, proprio mentre aveva la bacchetta in mano, si sentì un rumore inconfondibile dalla camera vicina.
“Clio, ciao … ho dormito un bel po’, ver-”
Le parole della coinquilina di Clio rimasero a mezz’aria, causa la strana visione che le era comparsa davanti: una ventina di sconosciuti in abiti strani, e cinque tazze con una teiera sospese nel vuoto.
“Ma .. Cos--cosa …”
“Ehilà, dolcezza” provò a rompere la tensione Sirius, ricevendo come risposta un paio di occhi sbarrati da parte della ragazza che poi svenne.
“Ecco, perfetto, come al solito” disse la signora Weasley accigliata appoggiando il materiale incantato sul tavolo e avvicinandosi alla giovane.
“Non sono stato io ad usare la magia, mi pare” la imitò l’uomo, quando una trafelata Clio entrò bianca come un cencio in cucina.
“Io .. L’ho visto. Ho visto Tu-sai-chi”


“Come sarebbe l’hai visto?” si alzò improvvisamente Harry, facendo tintinnare le tazze e sorprendendo i presenti.
“Ho visto Riddle, e Ginny, in sogno” rivelò la ragazza, accorgendosi solo allora della coinquilina riversa sul pavimento, “Emma?”
“Hai visto Ginny?Come stava?Eh?” le domandò il mago con voce preoccupata prendendola per le spalle. C’era un ordine implicito nella domanda, e Clio non si fece pregare; raccontò tutto, di come avesse vissuto il sogno dalla prospettiva della rossa e della comparsa di Riddle, ma tenne per sé la parte che più le era sembrata reale, temendo una reazione violenta da parte del moro.
“E hai indicazioni della cella? Qualcosa di particolare?” continuava a bombardarla lui, finchè non fu la signora Wesley a scostarlo gentilmente.
“Harry, non stressarla, di certo ci ha detto tutto quello che sapeva” gli spiegò dolcemente facendolo sedere di nuovo, “ora come ora dobbiamo capire perché Clio ha questo collegamento con la nostra Ginny” mormorò la donna voltandosi verso la mora.
“Ma io non avevo il collegamento solo con Ginny” replicò lei terrorizzata, “ce l’avevo anche con lui, e riuscivo a sentire tutto”, continuò, illuminandosi di colpo, “ come il fatto che fosse molto legato a quel posto, quello dove teneva Ginny, come se … come se fosse la sua terra natia, o cose del genere … come …”
“… La baracca dei Gaunt” concluse per lei Harry.


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Capitolo 7
*** La comparsa di Draco ***


7.

“La baracca dei Gaunt? E che posto sarebbe?”
“Un attimo, un attimo” urlò George Weasley per sovrastare il rumore che si era creato, “perché non riavvolgiamo il nastro e ricominciamo tutto daccapo?!”
Clio si voltò improvvisamente verso quella voce calda e gioiosa, nonostante le perdite che aveva subito; il personaggio di George, unito a quello di Fred, era quello che le aveva fatto battere il cuore dal primo libro, portandola a volere come fidanzato, se mai fosse accaduto, un ragazzo esattamente come lui.
“George” sussurrò lei triste, avvicinandosi al giovane dalla capigliatura rossa scompigliata, “non posso credere che tu sia vero”
“Beh, invece è così” replicò lui sorridendo come si fa ad un pazzo.
“Oh, mi dispiace tanto per Fred” continuò lei perdendo il filo del discorso, “io …. Io vorrei fare le condoglianze a tutta la vostra famiglia,  vostro figlio era tra i miei personaggi preferiti nella saga”
“Non esiste nessuna saga, Clio!” le sibilò il moro riprendendosi, mentre lei gli lanciava un’occhiata di fuoco.
“Perché non ritorniamo alla baracca dei Gaunt? Chi sono, prima di tutto?” domandò Angelina arrivando al nocciolo della questione: non potevano divagare su questioni di minore importanza, in quel momento.
Harry la ringraziò con lo sguardo, prima di rispondere: “Sono i parenti di Riddle e discendenti di Serpeverde, Merope era sua madre” spiegò brevemente alla ragazza e ai presenti.
“Quindi i Gaunt sono gli unici degni di considerazione per lui” ricapitolò Seamus, “e la baracca dove si trova?”
“A Little Hangleton” rispose questa volta Clio, “proprio accanto alla dimora dei Riddle, dove abitava il padre, Tom Riddle Senior” concluse, di fronte all’espressione di nuovo allibita del moro.
“Io non so perché mi stupisco ancora” mormorò fra sé e sé, quando una luce inconfondibile fece voltare tutti verso la porta della cucina.
Un Patronus a forma di gatto soriano era appena comparso, avvolto dal tipico alone argenteo, bloccando ai propri posti i maghi e Clio.
“Vi hanno rintracciati” recitò l’essere, con l’inconfondibile voce di Minerva McGranitt, “dovete andarvene”
“No” sussurrò Harry agitato, “non adesso, non ad-”
Non fece in tempo a finire la frase che una nube di fumo nero avvolse tutta la cucina rivelando le forme dei Mangiamorte Dolohov, Scabior, Malfoy e del lupo mannaro Greyback.
“Scappa, Harry, e porta con te Clio!” urlò nel trambusto il signor Weasley; Clio riuscì a malapena ad evitare una Maledizione Cruciatus che Harry la prese e si smaterializzò.

“Dove siamo?”
Si trovavano alla fermata degli autobus. Ci aveva pensato la ragazza prima di sparire.
“Si chiama ‘fermata degli autobus’” spiegò lei con calma.
“No, io intendevo: perché siamo qui?” replicò lui confuso, non riuscendo a capire perché la destinazione pensata da lui non fosse stata raggiunta.
“Ehm … non ne ho idea” fece finta di niente Clio, guidando il mago sull’autobus appena fermato.
“Perché fai quella faccia?! Ne avrai provato almeno uno nella vita” gli chiese la ragazza, ben sapendo che il primo contatto di Harry con un autobus era stato il Nottetempo al terzo anno. Dopo essere scappato di casa. Sul Nottetempo. No, di certo non una bella esperienza.
“Non è come il Nottetempo, sta’ tranquillo” dissipò i suoi dubbi la giovane, “ per quello dovresti prendere un treno Freccia Rossa” concluse, ridacchiando tra i baffi.
Arrivò all’improvviso.
Come un lampo.
“Oddio” sussurrò Clio, prendendo in una morsa il braccio di Harry.
“Che c’è?” le chiese il ragazzo agitato.
“Oddio, oddio, oddio” sussurrò di nuovo lei, prendendosi la testa tra le mani.
“Che C’E’??!”
“So perché siete arrivati voi” gli bisbigliò lei, “so perché sono scomparsi i libri …. È stato ….”
Non riuscì a finire la frase. Con un presentimento si voltò e vide dietro di sé una testa bionda.
Capelli biondi.
Colorito pallido.
Occhi grigi.
Veste nera.
Draco Malfoy.
“NOOO!!! FERMO!!” gridò all’improvviso, gettandosi di lato e proteggendo Harry dietro di sé. Caddero rovinosamente, ma il moro riuscì a mormorare un ’Protego’ per difendersi dal ’Sectumsempra’ dell’altro.
Si rialzò subito in piedi, cercando la sua mano.
“Non ti puoi smaterializzare, Potter” gli urlò contro il biondo, continuando a lanciare maledizioni verso il suo avversario, “i Mangiamorte se ne sono già occupati!”
Già occupati? E noi come abbiamo fatto? Si domandò Clio, prima di vedere Malfoy sussurrare un ’Crucio’ verso Harry.
Non ci pensò due volte, e si parò davanti al mago. La maledizione non la colpì mai.
Era rimbalzata.

Note: Ciao, lo so, il capitolo non è lunghissimo, ma volevo introdurre almeno Draco, e mostrare qualcosa di più dei poteri di Clio …. Vorrei intanto ringraziare chi ha recensito gli scorsi capitoli, e anche chi l’ha messa tra le seguite (ovvero Darkmagic31, moerar, Persaneisuoiocchi e Voglioungufo), e pure chi la legge, mi fa molto piacereXD
Detto questo, alla prossima
Ciao

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Capitolo 8
*** Inquietanti scoperte e visioni sconvolgenti ***


8.

Il giorno prima

“Allora ciao, Clio, penso che non tornerò a casa stasera”
“Certo, va bene: allora mi posso chiudere in casa?” Rispose Clio ad una agghindata Emma, in procinto di uscire di casa per una festa.
“Sì, sì, tanto dormo da un’amica”
“Va bene, allora a domani”
“A domani”
Fu ascoltando il rumore della serratura che la giovane si incamminò in camera, non prima di aver raccattato in cucina una confezione di gelato alla crema ed un cucchiaio.
Entrando nella stanza prese tra le mani il telecomando e accese la tv sul telegiornale: quella sera avrebbero riproposto “L’Esorcista” e, sebbene fosse uscito quasi quarant’anni prima, aveva ancora il potere di metterle una potente ansia addosso ogni volta che lo guardava da sola.
A noi due, mio amato, pensò la mora prendendo una cucchiaiata di gelato mentre la conduttrice televisiva annunciava una notizia dell’ultimo minuto.
“Sono stati registrati questa mattina strani fenomeni in varie parti del mondo, compr-”
Accadde tutto in un secondo. La luce c’era, la luce non c’era più.
“No, no, no” mormorò Clio allarmata, pensando che si trattasse di un sovraccarico energetico: lei non aveva acceso nulla, ma l’appartamento di certo non era all’ultima moda per quanto riguardasse cavi elettrici o idraulici.
Si alzò dal letto per controllare che fuori la situazione fosse la stanza e l’oscurità più piena accolse i suoi occhi.
Un blackout.
Niente panico, riflettè la ragazza, cercando subito la torcia, e andando subito a sbattere contro lo stipite del letto.
“MMh, Diamine!!” sbraitò tenendosi il piede con la mano, e riadagiandosi sul letto. Il buio durò ancora per poco, infatti l’elettricità ritornò quasi subito: tutto a posto.
Credeva lei.


Non riusciva a spiegare ciò che era successo. Era successo e basta. Il Cruciatus che doveva colpire Harry chissà come era rimbalzato sul suo corpo e si era successivamente infranto su uno dei vetri dell’autobus, causando un’esplosione di frammenti sui presenti scioccati. Non che lei fosse tranquilla.
Fece appena in tempo a prendere la mano di Harry e a pensare ad una destinazione che si ritrovarono improvvisamente sulla riva di un fiume, il frastuono sostituito da un’atmosfera di quiete.
“Che è successo?” le chiese il maghetto alzandosi e ripulendosi i jeans con le mani.
“Io … forse ho capito che sta succedendo” sussurrò lei, accettando l’invito del ragazzo a rimettersi in piedi.
“Ah, sì? Allora ti farò in anticipo i complimenti, perché IO invece non ci sto capendo nulla” rispose lui ravviandosi la chioma ribelle.
Il suo sguardo era chiaro.
Voleva una risposta.
Una risposta alla morte delle persone a lui più care.
Una risposta al rapimento della persona amata.
Una risposta alla terribile situazione in cui si trovavano.
Lei non era sicura di averle tutte.
Ma forse, qualcuna sì.
“Allora, prima sbrighiamo la faccenda del voi-siete-reali-e-qui-nel-mio-mondo” cominciò la mora scegliendo con cura le parole, e appoggiando le mani sui fianchi, “il giorno prima che ti trovassi in casa mia ci sono stati degli strani avvenimenti, una specie di tempesta magnetica che ha coinvolto il nostro pianeta” riprese camminando avanti ed indietro, seguita dal volto sorpreso del ragazzo, “ e anche un blackout mondiale; io credo che quella tempesta abbia creato una realtà alternativa in cui voi siete reali e la magia esiste” si fermò davanti al moro, guardandolo negli occhi con espressione seria e decisa, “ecco perché non riesco a trovare i miei libri”
“Ehm … perché?” le domandò il giovane, confuso.
“Perché di fatto non esistono” gli rispose lei con espressione trionfante (anche se, sinceramente, non c’era nulla di cui rallegrarsi), “in questa realtà la saga non esiste, e anche la vostra storia è diversa da quella dei libri” finì tutto d’un fiato.
“Ammettiamo che sia vero” affermò lui precedendo eventuali proteste da parte di Clio, “e come la mettiamo con quello che è successo in metropolitana? Cos’è successo?”
“Non credo di poter rispondere a questo” mormorò lei amareggiata, “ma non importa adesso” disse risollevando lo sguardo, “una cosa importante l’abbiamo scoperta”
“Cioè?” bisbigliò il giovane ancora più confuso di prima.
“Che ora abbiamo una possibilità di uscire vivi dal salvataggio della tua fidanzata”

I suoi pensieri vennero interrotti da una forte fitta alla testa.
Immagini veloci, nitide.
Ma troppo veloci.
Un viso.
Ginny.
“Crucio!!!!”
Dolore, terribile dolore.
Voldemort si stava divertendo con lei.
L’ultima cosa che vide fu il suo viso ridente, e poi si accasciò a terra.


Note dell’autore:
Ehm, allora, non ammazzatemi, ok? Ci ho messo un pochino a postare, e non è un capitolo lunghissimo, ma mi farò perdonare, lo giuro! XD ringrazio tutti coloro che leggono la storia, che la mettono tra le preferite, ricordate o seguite, ci sentiamo alla prossima
Uadjet

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