An empty heart

di LadyMaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perché mi state aiutando? ***
Capitolo 2: *** Ogni attimo di te e di me ***
Capitolo 3: *** "Dearie" ***



Capitolo 1
*** Perché mi state aiutando? ***


Le dita affondano lungo il vestito chiaro per raggiungere gli orli della gonna. Le labbra vengono adagiate sul braccio sinistro e le chiare iridi rivolte in direzione della piccola, quanto mai invisibile, finestrella che si trova in alto.
Belle manda giù un grumolo di saliva. Non ha ricordanza di quanto tempo sia passato da quando si trova rinchiusa in quelle quattro soffocanti mura, forse ne è passato così tanto da aver perduto, inconsapevolmente, il conto. Si sforza di ricordare qualche cosa, quando.. un lieve rumore la distoglie dalla propria attività riflessiva.
La grata della porta viene leggermente sollevata.
 
“Ecco” pensa Belle. “Si tratterà della stessa donna che una volta a settimana si affaccia a fissarmi.”
Purtroppo non ha la più pallida idea di chi si tratti. Ne ha sempre e solo intravisti gli occhi, due occhi molto belli, ma non le ha mai detto una singola parola. S’è sempre limitata a fissarla e a sorriderle quasi sinistramente. Chissà perché ogni volta che intravedeva quella profonde iridi Belle avvertiva lunghi ed intensi brividi all’altezza della schiena.
Ma stavolta non sono due occhi di donna a fissarla, bensì le sembrano appartenere ad un uomo. Taglio totalmente differente e ciglia poco spesse. Sì, sono sicuramente di qualche uomo.
La grata viene richiusa e si sente un rumore strano, come se qualcuno, nella fretta del momento, smanioso di aprire la porta stia rovistando tra molteplici chiavi.
Tlin, tlin… E’ tutto ciò che Belle riesce a sentire prima che l’imposta venga spalancata del tutto ed uno sconosciuto le si avvicini.
Come prima reazione la ragazza si rasenta al muro mentre l’uomo muove qualche passo in avanti e le tende la mano.
“Povera ragazza”pensa Jefferson “chissà che cosa le ha fatto passare Regina per tutto questo tempo”.
-  Avanti -  inizia a dire rimanendo in attesa che lei accetti la mano che le sta porgendo
-   Non ti voglio fare del male
 
Belle corruga la fronte e riduce gli occhi a due fessure. Non sa il motivo, ma sente che le sta dicendo il vero. E infatti eccola che, dopo qualche istante e con un lieve timore palesato dalla propria espressione, si avvicina di rimando a costui e adagia la propria mano su quella di lui.
Non appena esse si sfiorano lo sguardo di Jefferson si fa alquanto allarmato. Teme che Regina possa scoprirlo e allora saranno guai.
-Devi andartene- esclama tutto concitato mentre Belle lo fissa incredulamente
-Esci, vai in città e cerca di Mr. Gold. E’ molto importante che tu gli dica che Regina ti ha chiusa qui dentro. Hai capito?-
Le mani di lui le afferrano le spalle, le dita affondano sul tessuto del vestito, entrambe le cose non le provocano affatto piacere.
-Perché  mi state aiutando?- domanda la giovane spalancando impercettibilmente le labbra mentre l’uomo lascia la presa su di lei.
-Vai. Non c’è molto tempo.-
Belle annuisce, sorpassa la figura di quello strano individuo e, in un attimo, si ritrova a salire alcune scalette. Un ampio salone, simile ai saloni di attesa che si trovano negli ospedale, l’accoglie all’istante. Qualcuno la vede, tenta di fermarla, ma lei, intravedendo la porta di uscita si affretta a raggiungerla.
L’impatto con l’aria esterna le dà la nausea. Non è mai uscita da quello scantinato, tutto quel fresco la destabilizza.
Alcune voci dietro di lei
-Eccola! Fermatela!-le fanno capire che non è il momento di sentirsi così paralizzata. Deve scappare e cercare quel Mr. Gold di cui le è stato accennato. Ed è proprio ciò che fa.
Prende un profondo respiro e scatta in avanti sfrecciando per le strade sconosciute della cittadina.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Ogni attimo di te e di me ***


Il negozio si trova nell’ombra più completa, sebbene all’esterno sia completamente giorno. Nessun raggio di sole giunge ad illuminare l’interno tetro e sinistro.
Belle si guarda attorno incuriosita. Le hanno detto di recarsi proprio in quel negozietto, che lì avrebbe trovato il famoso Mr. Gold, ma.. non ne vede nessuna traccia, né di lui né tantomeno di altri.
All’improvviso un rumore cattura la propria attenzione e Belle muove timidamente un passo in avanti. Le sembra di scorgere una piccola porticina dietro al bancone del negozio. Che si tratti di un retrobottega? Ormai non può più tornare indietro, può solo trovare il coraggio di andare avanti.  Si affaccia oltre la soglia della stanza giusto in tempo per notare una figura maschile voltata di spalle, la quale comincia a tuonare con un tono di voce freddo, scortese e distante:
“Non avete letto il cartello all’esterno? Siamo chiusi…”
Se c’è una cosa di cui Mr. Gold non ha proprio bisogno in questo momento è quella di vedere persone. Si sta alacremente impegnando a sistemare delle vecchie ampolle sugli scaffali più alti e nascosti della vetrinetta quando una voce familiare proveniente dalle proprie spalle gli fa gelare il sangue.
 
“Mi dispiace interromperla..” mormora la voce facendosi sempre più vicina “ma mi hanno detto di cercarla, Mr. Gold… mi è stato riferito che lei avrebbe potuto aiutarmi…” riconoscerebbe quella voce tra mille. L’uomo inizia a voltarsi leggermente e, cercando di non spalancare troppo la bocca, se la ritrova finalmente davanti. Da quanto tempo ha sognato di vivere quel momento?
E’ spaesata e forse anche impaurita, questo lo vede bene, ma non resiste all’impulso di scattare in avanti per  poterla osservare meglio.
In quell’istante, in cui la figura di lui si fa più prossima, Belle riduce gli occhi a due fessure e, incrociando quello sguardo tanto profondo quanto, all’apparenza, inumano ecco che ogni tassello perduto si fissa nitidamente nella propria memoria.
“Rumpelstiltskin” le sfugge detto mentre indaga con fare assorto quegli occhi di cui tanto ha sentito la mancanza. Il fiato e la voce le muoiono quasi in gola. Ricorda perfettamente ogni sogno e ogni ricordo che per tutto quel tempo l’ha accompagnata fino a quel momento.
 La maledizione lanciata da Regina sembra non aver intaccato la memoria “antica” di Belle. Come è possibile?
In quel frangente nemmeno Gold riesce a spiegarselo molto bene, ma l’emozione del momento non gli permette di essere razionale o tantomeno di soffermarsi a pensare ad una simile sciocchezza.
Quando lei pronuncia il proprio nome non può fare a meno di osservarla stupito e si slancia maggiormente in avanti per afferrarla e stringerla teneramente a sé.
Le dita affondano sulle spalle di lei, il volto viene nascosto in mezzo alla sua folta chioma.
“Belle” mormora con voce rotta mentre la ragazza ricambia l’abbraccio e cerca un maggior contatto con lui.
Non riesce a crederci, Belle si trova proprio davanti a sé e lui la sta abbracciando. In tutto questo lei è l’unica, ad esclusione di se stesso e di Regina, a ricordare la propria vita passata. O per  essere più chiari Belle ricorda sì la vita passata nel mondo delle fiabe, ma solo i momenti vissuti insieme a Rumple. Tutto il resto rimane una specie di tabula rasa. Il vuoto più completo.
Riuscendo a trovare la forza di farlo Belle si distacca da lui e, adagiando i polsi sulla sua camicia, sposta i grandi occhi chiari in direzione di quelli più scuri di lui.
“Ma come…. È possibile?” domanda l’uomo quasi con un filo di voce mentre lei si accinge a spiegargli tutto ciò di cui è a conoscenza.
Finito il tempo delle rivelazioni la ragazza nota Rumple dapprima impallidire, probabilmente a causa del racconto riguardante il lungo periodo di prigionia subita, e stringere nervosamente un pugno quando lei si affretta a rivelare che:
“Ma mi hanno liberata. Se non fosse stato per quello sconosciuto non sarei mai arrivata qui. E’ stato lui a dirmi di cercarti e di riferirti che Regina mi aveva tenuta chiusa per tutto questo tempo” ovviamente se  solo Belle immaginasse la profonda collera che quelle parole stanno per scaturire in lui, probabilmente sarebbe rimasta in silenzio.
I muscoli facciali di Gold diventano improvvisamente rigidi, laddove fino a qualche istante prima vi era dipinta nient’altro che una profonda e innaturale, almeno per lui, dolcezza.
“Regina?” ripete dopo di lei indietreggiando di un passo “Regina ti ha tenuta prigioniera?” in quel momento anche Gold capisce che la memoria di Belle in merito al passato è solo parziale, dato che parla di Regina come se non sapesse di chi in realtà si tratti.
La ragazza non riesce a comprendere quel repentino cambio d’umore e, intuendo di aver generato lei stessa un enorme problema, ne approfitta per stringerlo a sé di nuovo affondando la testa sotto l’incavo del suo collo.
E come sempre Rumple si ritrova in balia di antiche emozioni alle quali non riesce a non soccombere. Se ripensa alle ultime parole che le aveva rivolto poco prima di lasciarla andare via dal castello… La mano destra di lui si solleva lentamente e scende a cercare il fianco di lei. Adagiando la guancia sulla sua testa si bea di quel loro reciproco antico e rinnovato contatto.
Nel momento in cui lei solleva leggermente la testa, Rumple non ci pensa due volte prima di attirarla ancora di più a sé per bloccarla in un bacio appassionante.
Ci sarà tempo per pensare a Regina e alla punizione che le infliggerà per avergli fatto questo, ma al momento l’unica cosa di cui gli importa è Belle.
Non vuole perdersi nemmeno più un attimo  di lei.
 

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Capitolo 3
*** "Dearie" ***


Paradossalmente Belle non sembra ricordare la propria vita precedente, quella che ha passato assieme al padre e al futuro sposo Gaston . . . No . . .Ricorda solo Rumple e il suo castello e la lunga prigionia sofferta nella Foresta Incantata ad opera di Regina.
“Perché….” inizia a chiedergli mentre le forti e possenti braccia di lui la circondano all’altezza delle spalle “..perché non sei venuto a salvarmi?” facendo, ovviamente, riferimento al loro passato.
“Non ha importanza…” le risponde teneramente lasciandole un bacio sulla fronte. Non c’è affatto bisogno che Belle sappia l’inganno nel quale è stata trascinata da Regina e nel quale lui stesso è stato subdolamente coinvolto.
La ragazza assottiglia le labbra in un sorriso e circonda la vita di lui con le proprie braccia, socchiudendo gli occhi, lasciando che quel ritrovato e familiare contatto le pervadi e le riempia totalmente l’anima, quell’anima e quel cuore che per così tanti anni sono stati feriti, ingannati e letteralmente trucidati.
Non si erano lasciati in buoni rapporti, ma chissà perché sembra che a nessuno dei due importi più.
In fondo perché ripescare eventi che, ormai, appartengono ad un passato, ad un mondo che nemmeno esiste più?
“Sarai stanca…” mormora Rumple dopo diversi istanti di silenzio mentre si alza e l’aiuta a fare altrettanto “Permettimi di farti riposare un po’…”.
Belle, prima di accettare il suo aiuto e di alzarsi, si sofferma ad osservarlo. Quanto le sembra tremendamente bello e buono, quanto le piace quel volto, finalmente, umano e pieno, almeno lei lo vede in tal modo, di amore? Troppo.
Lo riconosce a stento, non ci sono più le parvenze di quell’ ”uomo” rancoroso e vendicativo che aveva conosciuto fin dal principio. Forse quel nuovo mondo lo ha cambiato? Forse tutto quel tempo che hanno passato divisi è servito ad entrambi?
Non sa rispondersi esattamente, in quanto è troppo stanca, al momento, persino per pensare.
Adagia con delicatezza il palmo della propria mano su quella di lui e continua a sorridergli.
“Sì, grazie…” mormora piena di riconoscenza mentre viene scortata nel retrobottega e le viene indicato un lettino improvvisato.
La ragazza continua ad osservarsi attorno e solo quando l’uomo le fa cenno che
“Tutto è  pronto…”
Si decide a sdraiarsi e intrufolarsi al di sotto delle coperte.
 Non riesce a dire molto altro, nemmeno un “grazie”,  tanta è la stanchezza che la invade, ma tuttavia riesce a lanciargli un’ultima occhiata piena di affetto prima di addormentarsi del tutto.
Rumple si mette seduto vicino a lei e rimane ad osservarla. Non sa per quanto tempo. Ne sta perdendo la cognizione.
La osserva attentamente, ripercorre con gli occhi quei tratti a lui tanto cari e tanto bramati, quelle impercettibili movenze del viso che si impadroniscono di lei perfino quando dorme e che pensava di non poter vedere mai più.
Rimane lì, immobile, per diverse ore fino a quando l’espressione non si fa più dura e contratta.
Belle è viva, certo,  ma se non fosse stato per l’aiuto di questo fantomatico sconosciuto di cui lei stessa ha parlato  non sarebbe mai arrivata al negozio e lui non avrebbe mai saputo la verità.
Si alza molto lentamente cercando di non fare rumore e si avvia in direzione della porticina che separa il retrobottega dal negozio.
Raggiunge a passi lenti e zoppicando maggiormente la porta di ingresso, estrae la chiave e l’apre. Si accerta che il cartello recitiCHIUSO” e, chiudendo l’imposta a chiave, si avvia verso un’unica meta.
Quando lo vedono passare la maggior parte della gente si affretta a rivolgergli un cenno di saluto, ma  lui non vi bada affatto. Prosegue impazientemente, cercando di accelerare il passo.
Quando si ritrova di fronte all’ufficio di Regina, con poche cerimonie, spalanca del tutto il portone di ingresso e sale le scale per raggiungere l’ufficio di lei.
Spalancata anche la porta del piano superiore la nota subito. In tutta la sua arroganza, seduta sulla poltrona eccola che gli si rivolge con questo tono
“Mr. Gold.. a cosa devo l’onore?”
Il sorriso di Regina si tinge di una vena beffarda e sarcastica mentre Rumple sostiene lo sguardo di lei mostrandole un’espressione alquanto più rancorosa.
“E così era morta, vero?” domanda arricciando le labbra mentre lascia che il bastone batta un sordo colpo sul pavimento
“Un’enorme tragedia… giusto?”
“Oh…” Regina spalanca impercettibilmente la bocca “Ti riferisci al tuo grande amore?” domanda corrugando la fronte per poi iniziare a ridere
“Mi fa piacere che tu lo abbia ritrovato e dimmi…” si alza dalla poltrona per fare il giro della scrivania e avvicinarsi un po’ di più a lui “..come ti senti? Illuminato da una specie di grazia?”
Rumple detesta quando qualcuno si prende gioco dei suoi sentimenti, ma forse detesta maggiormente provare dei sentimenti.
Ed ecco che, in questo preciso momento, un po’ del vecchio ed Oscuro Rumpelstiltskin prende il  sopravvento.
Muove un passo in avanti, getta il bastone dall’altra parte della stanza e l’afferra per il collo.
Regina, del tutto impreparata, di fronte a quell’attacco si ritrova in completa balia dello sguardo feroce e poco amichevole di lui mentre i piedi iniziano a “danzare” nel vuoto tanto le sta stringendo il collo e tanto più in “alto” la sta portando.
Cerca di dimenarsi, ma inutilmente.
In quel preciso istante ecco che giunge qualcuno ad interrompere la loro disputa.
“Rumple….”
L’uomo si volta leggermente e, addolcendo lo sguardo non appena capisce di chi si tratta, esclama
BELLE! Cosa ci fai qui? Dovevi rimanere in negozio!”
Come se ciò fosse una scusa valida per giustificare quello che sta facendo a Regina.
“Non sei cambiato nemmeno un po’…” mormora rivolgendosi più a se stessa che a lui “Sei sempre quel mostro pieno di rancore e di tenebre che mi ha cacciata via….”
Rumple non riesce ancora a lasciare andare Regina, ma ciò non significa che Regina non si senta in grado, nonostante la situazione, di prendersi gioco di lui, tant’è vero che borbotta nella sua direzione
“Giusto, Rumple… dai ascolto alla tua ragazza…”
L’uomo sposta a più riprese lo sguardo da Regina a Belle e, dopo qualche secondo, la lascia libera.
Senza dire una sola parola a Belle si avvicina a Regina e sussurra, in modo che solo lei possa sentirlo
“Arriverà il tuo momento, dearie, e stai tranquilla che io ci sarò…”
Regina, affatto traumatizzata dalle sue parole, risponde in un sussurro analogo “Non vedo l’ora, Rumpelstiltskin…”

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