Schwarz...

di _PuCiA_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lacrime d'amore. ***
Capitolo 2: *** Verità pungenti. ***
Capitolo 3: *** giorni da dimenticare ***



Capitolo 1
*** Lacrime d'amore. ***


SCHWARZ

Capitolo 1: Lacrime d’amore.
 ...Lo sguardo indietro è nero e per noi è ancora notte...
Piano piano tutte le luci della città si spengono. Il sonno si impadronisce degli abitanti e la notte avvolge le case buie. Solo una ragazza è intenta a fissare il cielo stellato e a ricordare, ispirata da una stella, che sembra essere illuminata per proteggerla e accompagnarla in una vita che a lei sembra interminabile...

 Becki è una ragazza poco socievole che vive solo per la  musica. A causa del lavoro dei genitori è stata costretta a cambiare casa molto spesso e quindi non si era mai fatta un’amica. Ha  gli occhi azzurri e i capelli neri come l’eyeliner che mette ogni mattina.
A scuola tutti la prendono in giro a causa del suo modo di vestire e di truccarsi.
Sua sorella Astrid per i genitori era la figlia ”perfetta”, aveva buoni voti a scuola,era sempre educata... Becki non aveva un buon rapporto con i genitori perché loro da lei si aspettavano di più, come sua sorella.
Poi una sera tornando a casa ci fu quell’incidente mortale,non per Becki, non per sua madre o suo padre, ma per Astrid...
Dalla sua morte il rapporto tra Becki e i suoi genitori è peggiorato: lei si è chiusa in se stessa e loro quasi non la contano più nella famiglia. Il suo unico rifugio  e anche la cosa più importante che ha
al mondo è la musica. Il suo gruppo preferito sono i Tokio Hotel.
La sua canzone preferita è schwarz che riguarda un po’ la sua vita... molto nera e cupa.

Una sera, mentre la madre era fuori e il padre a lavoro, Becki si ritrova come ogni volta a guardare fuori dalla finestra il cielo. Ha le cuffie dell’mp3 in mano e rilegge tutte le dediche che ci aveva scritto sopra. Dalla radio escono le note a palla di “Schwarz” che per l’ennesima volta le hanno fatto uscire le lacrime. Canticchia a bassa voce il ritornello della canzone.
Der Blick zurück ist schwarz
und vor uns liegt die Nacht
es gibt kein zurück - zum glück
zum glück - kein zurück
kein zurück...
Si siede sul davanzale della finestra e guarda le macchine passare sotto i suoi piedi. Intenta a buttarsi si gira l’ultima volta verso il poster di Bill attaccato alla sua parete e si lascia scivolare di sotto, ma viene fermata dalla visione della sorella davanti a lei che le dice di non farlo e di continuare a vivere...

“Becki...”

“Astrid... ma come...”

“ si sono io... ma tu piuttosto... che stavi facendo?...”

“ ...niente... io stavo... niente...”

“ come niente... stavi per l’ennesima volta tentando di ucciderti...”

“ no... io... si...”

“ ma perché...”

“ perché?... perché la mia vita è uno schifo!”

“ suicidandoti non risolvi niente... rendi solo più difficile la vita ad altre persone...”

“ ah... e a chi secondo te?... mamma... papà... loro dalla tua morte non mi calcolano più nella famiglia!”

“ e ai tuoi amici... a loro non ci pensi?”

“ amici...quali amici... non ho niente in questo cazzo di mondo!... ho solo la mia musica... i Tokio Hotel... Bill... loro mi hanno dato la forza di vivere in questi ultimi 6 mesi...”

“ ...è brutto vederti così Becki... ti devi riprendere... ora vado...”

“ no... io rimarrò di nuovo sola... non andare...”

“ devo... ma non preoccuparti...”

I pensieri di Becki vengono interrotti dal rumore di un chiave che entra in una serratura, deve essere la madre. Becki va in cucina a prendere un bicchiere di coca cola, mentre la versa la madre le dice qualcosa con aria molto triste...

“ Becki... ho incontrato il tuo dottore tornando a casa... e mi ha detto...
di aver scoperto che hai una grave malattia alla gola... più precisamente alle corde vocali... e se non interveniamo subito... potresti morire...”

Becki si lascia scivolare il bicchiere di mano che si frantuma in mille pezzi... le lacrime iniziano a cadere dai suoi grandi occhi truccati di nero creando delle righe di questo stesso colore sul suo viso senza espressione.
Corre corre esce di casa e inizia a correre per la strada urlando... finchè non si accascia per terra sfinita, con le ginocchia sanguinanti. La madre la raggiunge e tenta di calmarla, ma le non vuole, non vuole l’aiuto di nessuno, specialmente di una persone così diversa da lei come la madre. Ricomincia a correre, ma questa volta verso la strada di casa, sale le scale, apre la porta, si fionda in camera sua chiude la porta a chiave e si butta sul letto piangendo, afferra la sue cuffie, che in quel momento sono la cosa che la aiutano di più, e comincia ad ascoltare e riascoltare più di mille volte quella stessa canzone che l’aveva fatta innamorare, quella stessa canzone che pur essendo triste l’aveva fatta vivere... Schwarz... la dolce voce di Bill le rimbombava nella testa e lei non riusciva a credere che da un momento all’altro non avrebbe più avuto senso ascoltarla senza poter cantare, cantare fino allo sfinimento.

NOTE DELL'AUTRICE: Ciao!!! Io non sono _PuCiA_, ma siccome non ho un account la pubblico sul suo. Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto!! Ci vediamo nel prossimo che spero posterò presto.... Baci!! Freiheit95.

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Capitolo 2
*** Verità pungenti. ***


Capitolo 2: Verità pungenti.
La luce filtra dalla finestra semi chiusa. Becki apre stancamente gli occhi e si guarda intorno. La stanza è completamente sotto sopra. Affonda la faccia nel cuscino e si accorge che è bagnato. Si sente gli occhi gonfi e le fa male la testa.
Ricorda sconnessamente immagini di lei e sua madre in cucina, mentre le dice che se non intervenivano subito sarebbe potuta anche morire... ma su cosa dovevano intervenire? Non riesce proprio a ricordare. In questo momento vuole solo che la porta si apra e che entri il sogno della sua vita...
Qualcuno bussa sul legno chiaro dell’uscio...
Suo padre entra mentre grida qualcosa alla madre, di sotto.
Si avvicina con passi veloci al suo letto e tira via le coperte.

“Avanti alzati dobbiamo andare dal medico per stabilire il giorno dell’operazione.”

“Mh...”

mugugnò lei. Poi improvvisamente ricordò tutto...

***
FLASH BACK

“ Becki... ho incontrato il tuo dottore tornando a casa... e mi ha detto...
di aver scoperto che hai una grave malattia alla gola... più precisamente alle corde vocali... e se non interveniamo subito... potresti morire...”

Correre.
Cadere.
Una fitta al ginocchio.
La madre.
E correre ancora.
E piangere.
Piangere fino ad addormentarsi...
...Schwarz...

FINE FLASH BACK

***
“Becki ho detto alzati!!”

“Mpf... gh... f...tti..i..”

Grugnì la ragazza con la testa ancora affondata nel cuscino.

“Cosa?”

“h.. d...tto... f...ttit...”

“Alzati ti aspetto alla porta”

“Ho detto di no...FOTTITI”

“Muoviti”

Si alza e si veste come suo solito. Jeans strappati, maglia nera con un teschio sopra e la scritta “Love me or hate me”.
Si dirige verso la porta con aria abbattuta.

“Almeno oggi potevi vestirti normalmente!?”

lo fissa per qualche secondo poi lo sorpassa sibilando

“No...”

Il medico si comporta in modo freddo e distante.
Sembra che nel mondo tutti siano falsi con lei.

“È più grave di quanto pensassimo. Probabilmente dovremo asportare solo tre corde vocali, ma la ragazza per un certo periodo di tempo non potrà parlare e comunque non sarà più la sua stessa voce e all’inizio avrà un po’ di difficoltà...”

“Potrò... potrò cantare?”

“No, altrimenti la malattia si potrebbe aggravare seriamente. Vi è chiaro?”

“Più diretto di così si muore...”

“Zitta Becki, e ringrazia il cielo che tu possa ancora parlare!”

“PARLARE NON MI SERVE A UN CAZZO TANTO VOI NON MI ASCOLTATE COMUNQUE!!”

Urla la ragazza. Mentre sente le lacrime scorrere sul viso si alza e afferra il cappotto.

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Capitolo 3
*** giorni da dimenticare ***


Capitolo 3: giorni da dimenticare

Piange piange sempre di più ripensando alle fredde parole del dottore...

 

“Potrò...potrò cantare?”

 

“No, altrimenti la malattia si potrebbe aggravare seriamente. Vi è chiaro?”

 

Torna a casa... si fionda sul suo letto... ma prima lo sguardo gli cade sulla sua scrivania... un biglietto... uno solo... quello per il giorno che dovrebbe essere stato il più bello della sua vita... quel concerto al quale sognava di andare da anni... quel concerto che avevano mille volte rimandato... quel concerto a cui non andrà mai... un concerto speciale... un concerto nel giorno di nascita di Bill e Tom... il primo settembre... la data speciale... per un evento speciale...

Becki sta ancora peggio... le viene una fitta alla pancia... va in bagno e comincia a vomitare e a piangere... si calma... si stende sul letto... guarda intensamente il soffitto e pensa a lui... a loro... le lacrime ricominciano a bagnare il suo viso pallido.

I genitori rientrano...

 

 

“Becki il dottore ha fissato l’operazione a domani! Ha detto che tornerai a casa il 31!”

 

Urla la madre dalla cucina.

 

Il 30 due giorni prima del concerto... Becki sarà su un letto ad aspettare che la addormentino...

Non riesce a dormire... non fa latro che pensare all’operazione e al concerto... un giorno triste e uno felice... ma non per lei... per lei saranno tutti e due tristi...

Suona la sveglia, anche se a Becki non è servita, sono le cinque... la operano alle dieci di mattina. La mamma bussa alla porta e le dice di muoversi altrimenti faranno tardi. Allora  Becki si veste di corsa ed esce... fuori non c’è ancora la luce... è notte... proprio come dentro di lei...

Arriva in ospedale e subito un’infermiera la accompagna in un stanza dove posa la sua borsa e si cambia... si mette una tunica bianca a pallini blu che la copre fino a sotto le ginocchia lasciando gli stinchi magri scoperti ... l’infermiera la accompagna in sala operatoria dove la aspettano cinque o sei signori con una mascherina bianca e una tunica verde mela. Si stende su un letto freddo... una voce le dice “conta fino a dieci”

E sente  pungersi il braccio, comincia a contare a bassa voce

 

“ uno...due...tre...qua...”

 

“ ok dorme possiamo cominciare”

 

Nella mente di Becki ci sono immagini confuse come in un sogno incasinato... lei è seduta su una sedia in una stanza bianca e delle persone intorno a lei parlano senza calcolarla... Becki prova a dire qualcosa ma nessuno la ascolta... poi una bambina corre verso di lei e la attraversa... Becki si spaventa... si alza inizia a urlare me nessuno la sente... in fondo alla stanza vede un gruppo di fotografi... ci passa attraverso e vede Bill, Tom, Gustav e Georg che a poco a poco scompaiono...poi vede tutto nero e sente una voce

 

“Becki... è andato tutto bene... svegliati”

 

Sente dei piccoli schiaffetti sulla guancia e apre gli occhi prova a dire qualcosa ma non ci riesce la voce non esce si spaventa...

 

“Non preoccuparti non puoi ancora parlare... la voce tornerà sta notte, domani potrai parlare meglio... non come prima... ma meglio...”

 

La portano nella stanza dove qualche ora prima aveva lasciato i suoi vestiti e la sua borsa... non c’è nessun palloncino o scatola di cioccolatini ad aspettarla... nessun amico ad accoglierla... questo non è un film... è solo la sua vita.

Vicino al letto trova una lavagnetta e un pennarello, la mamma entra nella stanza

 

“Becki...come...come...va?”

 

E Becki scrive: tutto bene ma ora non mi va di “parlare”

Si addormenta. La mattina dopo la luce che viene da fuori la sveglia, vede la madre preoccupata

 

“Becki! Finalmente ti sei svegliata! Hai dormito tantissimo tempo... mi sono preoccupata... ho anche chiamato l’infermiera ma mi ha detto che dopo un intervento così lungo è normale che tu abbia sonno”

 

“ che giorno è?”

 

Dice Becki con voce molto bassa, quasi come se bisbigliasse, e tremolante.

 

“ 31 agosto, perché?

 

Becki non risponde gli occhi si riempiono di lacrime... ma non vuole piangere quindi se li asciuga con il lenzuolo.

Prova ad alzarsi in piedi... le gambe sono doloranti ma dopo qualche passo non fanno più male. Un’infermiera entra in stanza e le dice che può rivestirsi e tornare a casa. Così si rimette i suoi jeans e la sua maglietta, prende la borsa ed esce dall’ospedale con il padre e la madre

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