Ma se l'avessi fatto, mi direste forse che ho sbagliato ?

di LostHope
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Pop ***
Capitolo 3: *** 2. Six ***
Capitolo 4: *** 3. Squish ***
Capitolo 5: *** 4. Uh Uh ***
Capitolo 6: *** 5. Cicero ***
Capitolo 7: *** 6. Lipschitz ***
Capitolo 8: *** 7. Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Sa il perché si trova in prigione ?”
Il lavoro di psicologo mi piace, ma a volte porta un sacco di grane.
“Perché ho ucciso un animale. Un sudicio e sporco maiale, se non sbaglio.”
Tutti e sei mi dicono la stessa cosa, quando glielo chiedo.
Mi segno la risposta e borbotto“Continua a dire di aver ucciso un animale …”
“Non è così ?”
Scuoto la testa “Lei è qui perché ha ucciso un uomo. Un essere umano.”
“Stavolta è lei che sbaglia, doc.”
“…?”
“Era un maiale. E se lo meritava.”

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Capitolo 2
*** 1. Pop ***


A volte mi chiedo se sia necessario che i miei pazienti indossino le manette.
Sembrano così tranquilli quando li visito.
Poi mi ricordo che sono condannati per omicidio.
“Il suo nome … ?” Mi stava per scappare ‘detenuto 89’.
Il ragazzo si sposta la frangia nera dalla fronte con un polso. Ha una faccia simpatica.
Tralasciando l’uniforme arancione con il numero.
“Ace”
“Ace ?”
“Solo Ace.”
Il suo articolo è vecchio ma chi non si ricorda il suo crimine ?
“Ti ricordi come si chiamava ?”
Si gratta una guancia piena di lentiggini e accenna un sorriso, anche se si vede che è nervoso.
“Marco.”
“Eravate fidanzati, vero ?”
L’imbarazzo gli tinge il volto. “Sì…”
“Non vedo perché vergognarsi: ho avuto molti pazienti fidanzati con persone dello stesso sesso. Non la giudico.”
“Va bene.”
Ci fissiamo per qualche minuto, come due sordomuti che tentano di ipnotizzarsi, poi lui apre bocca e chiede “Lei cosa odia ?”
“Cosa … odio ?”
“Sì.” Sembra interessato alla risposta “Un abitudine che la infastidisce.”
Ci penso su e sospiro. Lui aspetta la risposta.
Non è la prima volta che ho un paziente che fa domande personali.
“Credo … fumare.”
“E tutte le volte che qualcuno le fuma davanti, cosa fa ?” continua a fissarmi, con i suoi occhi neri “Vorrebbe prendere la sigaretta che sta fumando e buttargliela in faccia ? Oppure fargliela ingoiare ?”
“Signor Ace” tossisco e alzo un sopracciglio “Le persone devono controllare certi istinti e avere buon senso.”
“Se avesse avuto Marco come fidanzato, la penserebbe come me.”
“Perché, aveva anche lui una brutta abitudine ?”
Ace fa si con la testa.
Chiedo “E qual’era ?”
Non risponde.
“Fumava ? Beveva ?” comincio a sparare a caso “Si mangiava le unghie ? Mangiava a bocca aperta ?”
Ace rimane zitto e fa solo segno di no con la testa.
“E allora cosa faceva di tanto fastidioso ?”
“…Faceva le bolle con la gomma da masticare.”
Ci metto un po’ di tempo a capire. “…È una cosa normale, a molti non piace.”
“Per essere più specifici, quando le faceva scoppiare. Ha presente quel rumore che fanno, quel pop ? Mi faceva schifo. Glielo dicevo sempre e lui continuava a farle.”
I suoi occhi sono spalancati e si morde un labbro. “Mi disgustava e lui continuava perché lo trovava divertente !”
Rimango in silenzio e lancio un occhiata all’articolo che riguarda il suo caso.
“La sera in cui Marco è morto, come si sentiva ?”
Il ricordo gli fa voltare di scatto la testa verso di me.
“Ero tornato a casa, nervoso e irritato …”
“Perché ?”
“E IO CHE CAZZO NE SO !?” mi urla contro “NON MI RICORDO ! SO SOLO CHE ERO NERVOSO !”
“Va bene … e Marco ? Cosa stava facendo in quel momento ?”
“Quello stronzo è tornato a casa tardi!”ringhia come un animale infuriato “E SENZA DIRMI NULLA SI ERA SEDUTO SU QUEL CAZZO DI DIVANO, MASTICANDO QUELLA DANNATA GOMMA E FACENDO QUEI STRAMALEDETTI PALLONI !”
Rimango calma e chiedo “Cosa avrebbe voluto che facesse ?”
“Che mi venisse accanto e mi calmasse. Invece nulla, mi diceva che non c’era bisogno di essere così irritati, con la faccia rivolta alla televisione.”
“E lei non poteva dirglielo o chiederlo ? Cosa gli ha detto, allora ?”
Ansima e mi guarda. “Azzardati a far fare pop a quella gomma un'altra volta ...”
Di sicuro, me lo stava dicendo con lo stesso tono di quella sera.
Faccio sì con la testa e accarezzo l’articolo. “Suo padre gli aveva regalato un fucile…”
Ace stavolta sorride “Attaccato al muro, un oggetto di gusto orrendo e pure funzionante. È stata la prima cosa che ho visto quando ho spostato il mio sguardo dalle sue orrende bolle. L’ho staccato dal muro.”
Mi metto a guardare l’articolo . I suoi occhi mi fanno paura: ha lo sguardo di chi, nella sua follia, pensa di aver ragione.
“Gliel’ho puntato alla testa.”
La foto del cadavere: un buco enorme in testa, i capelli biondi sporchi di sangue e i bulbi oculari saltati via.
Vorrei che non me li allegassero le foto dei morti in questi casi.
“E poi …”
“E poi ?”
Ride. Vibra appena, mentre si stringe su se stesso e si porta le mani chiuse a pugno tra i capelli.
Poi, torna seduto normale e, fissandomi serio, apre le mani di scatto per enfatizzare meglio cosa successe dopo.
“Pop.”



*Angolo dell'autice*
Suicidioooo x-x scrivo la prima raccolta di one-shot su one piece e scrivo questo ?!?!?! Perchè ?!
Comunque alla fine l'ho fatto, l'ho postato ...scritto in prima persona ... brrrrrrrrr .... mi vorrei uccidere.
Ma era per festeggiare il compleanno di Mea (italominkia 
americana appassionata di anime e manga/amica di chat) che mi chiedeva espressamente di mischiare qualcosa con un musical ... brrrr...
Sul capitolo devo dire che la Marco x Ace non è male e ho scelto la parte del pop per questi due per una cazzata vista su Youtube (la pubblicità di golia fresca estate con marco 8D), ma ci sta bene ... povero marco però...
Alla prossima domenica con un'altra coppia (per chi gli è piaciuta l'idea e per chi non vuole uccidermi, si intende)

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Capitolo 3
*** 2. Six ***


E dopo due ore di combattimento con il mio pc, ho postato ! YEAH !


Il volto del nuovo paziente è inquietante: apatico e privo di qualsiasi emozione.
Incorniciato da quei lunghi capelli biondi, con quei triangoli tatuati sopra le sopracciglia e quella croce tinta sul collo, sembra una bambola voodoo inespressiva.
“Le fanno paura, doc ?”Anche la voce è priva di espressione.
“Oh, no. Li trovo interessanti.”
 Se li deve essere fatti in prigione, perché nel suo fascicolo c’è una sua foto prima del fatto e lì ha il volto pulito.
“Se devo rimanere qui per farmi dare del pazzo,  posso dirle subito che so già di esserlo.”
“Bhè, lei signor…”
“Basil Hawkins, se vuole può chiamarmi Basil.”
“Preferisco usare il cognome. Stavo dicendo, signor Hawkins” mi tolgo gli occhiali e lo guardo “Perché non mi racconta cos’è successo ?”
Ha la faccia da poker, mentre valuta se dirmelo oppure no. Come se mi ci volesse tanto per prendere il suo articolo e leggerlo.
Ma voglio sentire  la versione dei detenuti. Senza raccapriccianti foto e quant’altro.
“Avevo conosciuto Drake due anni fa. Era un uomo buono, gentile, pieno di premure e single…” tira fuori dalla tasca dell’uniforme arancione un mazzo di carte “Le dispiace se mi metto a mischiare  ? Mi rilassa.”
“Faccia quello che vuole: deve vedere questo tempo con me come un luogo dove sfogarsi liberamente.”
Una piccola mania non ha mai ucciso nessuno.
Se non tenta di accoltellarmi con un asso di cuori.
“Comunque non mi ero mai interessato agli uomini. Poi arrivò lui, mi conquistò e dopo pochi mesi vivevamo già insieme. Pensi che avevamo già una routine dopo solo tre giorni di convivenza.”
“Routine ?”
Il ricordo fa apparire un sorriso freddo che gli solca il volto. Lo rende ancora più spettrale e mi si secca la gola all’istante.
Prendo una bottiglietta d’acqua e ne verso il contenuto in un bicchiere.
“Sì: tutte le sere, quando tornava a casa dopo il lavoro, gli preparavo un drink, cenavamo insieme, le solite cose, insomma…” smette di raccontare e mi guarda mentre bevo. Mi sembra molto contrariato.
Mi scuso “La sto ascoltando, ho solo la gola un po’ secca. Vada pure avanti.”
“Niente. Ho finito.” Fissa il mio bicchiere mezzo vuoto e continua a mischiare le carte.
“Comunque, mi sembra ,che questo Drake, da come lo descrive, una persona normale …” comincio, ma lui mi ferma subito con il suo sguardo rosso. Poi sibila un “Normale ?”
Ecco, ho fatto scattare qualcosa.
“Quello non era normale. Dietro quelle attenzioni, dietro quell’amore, sa cosa c’era ?”
Scuoto la testa, fissandolo. Mi segno quello che mi dice senza nemmeno guardare il foglio.
Si alza e comincia a camminare, mischiando le carte più velocemente e muovendosi come se le manette ai suoi piedi fossero di gommapiuma.
Sottolineo più volte la parola ‘schizofrenico’.
“Tutto è cominciato con delle lettere. Lettere di donne che gli chiedevano quando tornava a casa, che gli raccontavano di come al loro figlio mancasse o che gli chiedevano quanto durasse il suo viaggio di lavoro. Non gli dissi niente,gli tenevo le lettere nascoste oppure le aprivo con il vapore, per poi rimetterle nella buca della posta.  Si aggiunsero dopo le chiamate nel pieno della notte e gli insoliti prelievi dalla carta di credito. Poi alla fine” si blocca e si volta di scatto. Un altro sorso d’acqua e gli faccio segno di continuare “Alla fine, mentre lui non c’era, una donna con un bambino in braccio venne al mio, al nostro appartamento e mi chiese dov’era Drake. Altro che single: quella donna, doc, era sua moglie ! SPOSATI DA QUATTRO ANNI !”
“Santo cielo.” Mi porto una mano sul cuore e sospiro, un po’ sollevata “Signor Hawkins, esistono molti uomini con una doppia vita di questo tipo. Si chiamano ‘omosessuali repressi’. Per un attimo ho pensato che mi stesse parlando di un satanista o qualcosa del genere …”
“Non mi ha fatto finire …”
Batte le mani ammanettate sulla mia scrivania e le carte esplodono volando per terra.
Ha ancora la faccia da poker, ma la sua voce è incrinata.
“Pochi minuti passati a frugare nella sua vita, pregando che fosse uno scherzo, e la verità, dopo un anno e mezzo di convivenza, mi è stata sbattuta in faccia. Lei era l’ultima delle sue conquiste: in tutto erano sei  ! SEI !Ho vissuto con un diavolo di mormone per un anno e mezzo !!!”
Poi, sospirando, si piega a raccogliere le carte e si siede di nuovo sulla poltrona, riordinando ancora il mazzo.
“Quindi …” tossisco “Era infuriato con lui: si è sentito come un oggetto e questo l’ha fatta infuriare …”
“Una bambola.” Mi zittisce ancora.
Non ho nessuna intenzione di replicare.
“Mi sono sentito come un trofeo, una bambola, un'altra conquista di quella specie di sceicco …” sospira “Bhè, è incredibile come amore e morte siano  legati, a volte.”
Gli scappa una risata metallica.
“Doveva vederle, al suo funerale: erano in sei, tutte vestite di nero e piangenti. Uno stormo di disperate e patetiche cornacchie nere come la notte, che piangevano un uomo che  le aveva collezionate.”
Scrivo tutto quello che mi dice, in silenzio.
“Ancora non mi ha detto …”
“Come l’ho ucciso ?”
Alzo un sopracciglio e faccio di sì. L’articolo mica l’ho letto.
“È stato lo stesso giorno in cui è venuta quella donna con il bambino …”  il modo con cui mischia le carte è cambiato: non è più fluido nei movimenti e a volte si ferma “Aspettai che tornasse a casa. Gli raccontai della visita di quella donna e lui cominciò a raccontare un sacco di scuse: che era divorziato con quella da una vita,che una che aveva lasciato incinta un sacco di tempo fa… altre erano più originali di queste, ma è passato troppo tempo e non me le ricordo tutte.  Comunque, lo ascoltai in silenzio e poi, quando smise di muovere quella deliziosa bocca per dirmi balle su balle, gli dissi di rilassarsi e andai in cucina, per preparargli un drink come al solito.”
“Un drink …” smetto di scrivere e alzo gli occhi, per incontrare i suoi, rossi.
“Bhè, non tutti digeriscono l’arsenico …”
Finiamo la seduta parlando della prigione e della sua infanzia. Solito bambino che preferisce stare da solo a leggere libri che fare amicizia. Chissà perché non mi sorprende la cosa.
Dopo un’ora di seduta, lo portano via e finalmente la mia schiena si rilassa.
Spero vivamente che i prossimi pazienti non siano così inquietanti.
Prendo ancora il bicchiere e sto per portarmelo alle labbra, quando mi blocco.
Prima mi sono distratta per prendere dei fogli e ho lasciato incustodito il bicchiere, non toccandolo fino ad allora. E quello è andato via sorridendo, fissandolo in modo maniacale.
…Non voglio finire condizionata dai miei stessi pazienti, cavolo.
Ma, per essere sicura, verso il contenuto e il bicchiere nel cestino.
Nemmeno io lo digerisco, l’arsenico.



http://i824.photobucket.com/albums/zz169/JulieTF2/ONE%20PIECE/Supernovas/9293463.jpg*Angolino dell'autrice*
Eccomi qui, con il pc che sta dando segni di cedimento, che posto un altro assurdo capitolo di questo parto cesario XD
Diciamo come stanno le cose, in questo capitolo mi sono trovata come un turista con in mano una mappa di una città sconosciuta: sapevo quello che dovevo fare e come, ma non capivo da dove dovevo cominciare ;-; !
Tutta colpa di Mea, che nella lista mi aveva messo tre scelte (Apoo x Basil, Basil x Drake e Basil x Killer.)
La mia faccia è stata tutta un programma perchè NON SAPEVO DELL'ESISTENZA DI QUESTI YAOI  O^O!
...Voi sì ? Bhe, io NO TT^TT !
Alla fine ho scelto la Basil x Drake perchè è abbastanza normale ... (e anche perchè Apoo è troppo figo e Killer ... mi servirà poi !)
Il capitolo è stato un vero pain in the ass, se posso dirlo, ma alla fine mi sono divertita e spero vi sia piaciuta ^^
E dopo questo piccolo sfogo, alla prossima domenica ... troverete sformato di pinguino per pranzo ... uhuhuh

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Capitolo 4
*** 3. Squish ***


Salve, salve, sono sempre io, Queenie ... con un altro capitolo, ma corto come il primo ù-ù
Bene, bene ... perchè posto di sabato, vi chiederete ?
Domani ho uno spettacolo teatrale e sarò via tutto il giorno senza un computer con cui postare ^^" quindi lo metto oggi ... meglio in anticipo che in ritardo, no ?
E la coppia di oggi ... è una coppia che c'è molto su EFP e che a me piace ... ahimè ... che trauma è stato ... non so se la conosci, mio caro lettore, ma spero che non mi lapiderai per questa scelta !
A voi lo sformato di pinguino :))) e spero di non aver reso il paziente troppo OC ...



Entro nel mio studio con un articolo in mano tenuto in modo pietoso e mi chiudo la porta alle spalle.
Vorrei tanto scegliere personalmente i miei pazienti.
Non voglio incontrare questo tipo.
Si fa chiamare il Massacratore e ha già saltato due appuntamenti perché è in cella di isolamento: ha accoltellato uno con una forchetta durante l’ora di pranzo.
Di sicuro, il tipico tipo grosso e forzuto che se gli dici qualcosa ti fa fare un pisolino eterno.
Mi siedo dietro la mia scrivania e aspetto. Muta e con l’allegria di un bradipo.
Eccolo, è arrivato: sento la guardia che gli dice di non provare a fuggire o lo troveranno.
La porta si apre.
Sopra la solita tuta arancione, l’uomo indossa una camicia di forza.
Non mi aspettavo fosse … così: certo, è muscoloso, ma ha la pelle abbronzata, capelli biondi lunghi e scompigliati e due occhi azzurri come il mare. Il volto è pieno di cicatrici, ma non disgusta, non raccapriccia, anzi.
Il mondo è pieno di sorprese.
Lui grugnisce, osservando il mio ufficio come se cercasse un modo per uscire da questa situazione.
“Vuole una mano per sedersi ?”
Mi guarda in cagnesco e sposta la poltrona con il piede destro, sedendosi in modo scomposto.
Lancio un occhiata all’articolo e mi schiarisco la voce “Signor Killer, d’ora in avanti io sarò la sua psicologa e vorrei che, durante la seduta, lei si senta libero di dirmi quello che vuole.”
“Allora comincio subito: lei è una frigida del cazzo.”
Rimango sorpresa “Non dovrebbe dare giudizi affrettati in questo modo …”
“Ma io so già quello che pensa di me: che io sia un killer psicotico come dice il mio nome, che sia un animale cresciuto a suon di botte e maltrattato, che mi piaccia uccidere e faccia dei riti satanici dopo aver seviziato le mie vittime.”
“Calma, calma ! Io non gli ho ancora detto nulla …”
“MA DI SICURO STAVA PER DIRLO, NO ?!”
“Perché è così aggressivo ?”
“Perché lei è così rompipalle, frigida del cazzo ?”
Sento una tempia pulsare e comincio a tormentare una matita con le dita, mentre lui si divora l’interno della guancia coi denti, frustato.
“Ok, mi spiace.” Si scusa, punta gli occhi azzurri a terra “Non volevo darle della frigida.”
“Lasciamo perdere … è sempre stato così aggressivo ?”
Ci pensa su e io ho tutto il tempo di scrivere un ‘Doppia personalità’ in caratteri cubitali sul foglio.
“Durante l’infanzia no … mio padre maltrattava mia madre e lei non gli diceva mai nulla, lo lasciava fare anche quando picchiava me. E quando hanno divorziato, lei non ha retto e si è suicidata. All’epoca avevo diciassette anni ed è li che ho dato di matto la prima volta. Non ho mai ucciso nessuno: mi sfogavo solo in risse. Pure con il tipo all’ora di pranzo che mi ha toccato il culo: l’ho solo ferito e basta.”
Cerca di muoversi e mettersi comodo, infastidito dalla camicia di forza.
“Tranne … quando ho ucciso …”
Si ferma e sospira.
“..Penguin ?” Lo leggo sull’articolo e a quel nome trema.
“Quel maledetto cazzone con il cappello ridicolo … sì …”
“E stavate insieme.”
“COL CAZZO ! ERA UN FOTTUTO STALKER !” mi guarda con una luce omicida negli occhi “MI SEGUIVA OVUNQUE, PURE QUANDO ANDAVO IN BAGNO !”
“Allora perché qui c’è scritto che stavate insieme da un anno ?”
Ringhia e si divincola sulla poltrona per un po’. Sembra un animale in trappola.
“Ascolti: non la sto giudicando, ma ho bisogno di capire la situazione per farmi delle idee. E il suo atteggiamento non mi sta aiutando.”
I suoi occhi azzurri mi fissano e lo sento ringhiare.
Sbotta, all’improvviso “Stavamo insieme, sì… era un gran oratore, poteva vendere un frigorifero ad un eschimese con la sua parlantina, molto intelligente e furbo come una volpe. Il sesso con lui era grandioso e non mi dispiaceva affatto stare con quel cretino, anche se indossava quel ridicolo cappello.”
È bello, quando arrossisce mentre mi racconta di Penguin.
Peccato che sia un assassino e che il moro sia stato vittima della sua furia.
 “Era buono, molto buono. E se gli parlavo del mio passato, non rideva e mi ascoltava serio …”
“E allora perché lo ha …”
“PERCHÉ ?! GLIEL’HO DETTO PRIMA: ERA UN FOTTUTO STALKER, GELOSO DEL CAZZO !”
“Invece di urlare” gratto via il colore dalla matita con l’unghia del pollice “Mi spieghi per bene: c’è stato qualcosa che lo ha fatto scattare, no ? Mi spieghi.”
Digrigna i denti e scuote la testa "Non ne voglio parlare."
“Me lo dica, senza fare troppe storie.”
“Ero in cucina. Tagliavo del pollo con un coltello per cena e non mi aspettavo di vederlo tornare, perché doveva lavorare fino a tardi. Eppure, sentì le chiavi di casa girare e lui che entrava a passo di carica. Apparve in cucina e …”
Gli faccio segno di continuare “E poi ?”
“Il suo sguardo è freddo e serio, i suoi occhi neri mi fissano e ho paura. Non l’ho mai visto così arrabbiato con me. Ha il volto contratto e mi guarda come se non sapesse più chi sono” ha gli occhi azzurri sbarrati, terrorizzati. Rivede tutta la scena.
 “Mi chiede ‘Ti sei fatto il lattaio ?!’. Cerco di rispondere, ma mi riempie di insulti. Dice di averci visti, io cerco di dire che è impossibile ma mi zittisce, gridandomi contro. Io non l’ho tradito, non ho fatto nulla. Perché continua a chiedermi se mi sono scopato il lattaio, se non vuole sapere la risposta ? Perché non mi crede ? Dov’è finito l’uomo che mi consolava e mi ascoltava ? La paura sparisce, la rabbia prevale e sento ancora il coltello tra le mani. Vedo tutto rosso e … e …”
Si blocca e delle lacrime scivolano sulle sue guance. Abbassa il volto e non riesco più a vederlo, sotto quella matassa di capelli.
“Signor Killer …?”
Le spalle tremano,sì, ma non sta piangendo: quando torna a guardarmi, sul suo volto è stampato un sorriso malato e ride, sinceramente divertito.
“I pinguini sono grandi tuffatori, lo sapeva ?! Anche Penguin lo era, ma era così maldestro.”
“…”
“Si è tuffato, ma è caduto sul mio coltello !” continua a ridere, come un pazzo “E dopo, si è tuffato ancora. E ancora ! E ancora ! Ancora ! Ancora ! Ancora ! Dieci tuffi ! Oh, che gran tuffatore che era quel maledetto pinguino ! AHAHAHA !”
Continua a ridere davanti a me.
“E poi,quando è caduto a terra, non avevo affatto paura ! Anzi, l’ho toccato e ha fatto quel rumore ! Simile a quello dei pupazzi ! SQUISH ! SQUISH ! Bastava toccarlo con un dito e faceva quel rumore ! SQUIIISH !”
Sento qualcosa di viscerale che parte dal basso e mi sta divorando dentro.
Vorrei urlargli che mi disgusta il suo modo di pensare, ma non posso.
Ma la mia faccia lascia trasparire i miei pensieri, perché lui smette di ridere e mi fissa con il suo solito sguardo omicida “Cos’è ? La disgusto, frigida ?”
Non rispondo e questo lo fa incazzare; si alza e si avvicina alla mia scrivania, piegandosi sopra di me.
Se non avesse la camicia di forza, potrebbe strangolarmi con le sue mani.
Questo mi dicono i suoi occhi infuriati e azzurri.
“Lo so, a lei piace tutto questo vero ?”  soffia, cattivo “Lei si diverte a farci rivivere tutto quello che abbiamo fatto per farci sentire in colpa e vederci soffrire, come se fosse uno spettacolo. Non attacca: io sono fiero di quello che ho fatto, ho liberato il mondo da uno stupido animale e mi sento in pace con me stesso. Può dirmi quello che vuole, ma per me è un omicidio, ma non un crimine.”
Faccio di sì con la testa e tremo.
“E un consiglio” continua, ghignando “Stia attenta, perché un giorno potrebbe anche lei tuffarsi per sbaglio su un coltello… mi chiedo che rumore facciano le frigide.”
Si rimette in posizione eretta e si volta, dirigendosi verso la porta.
La prende a calci “OHI, GUARDIA ! PORTAMI VIA DA QUESTO BUCO DI MATTI ! LO DICEVO CHE LA PSICOLOGIA
È UNA FREGATURA !” e ride, ripensando a quello che mi ha detto prima.
“Di sicuro il suo squish sarebbe aspro e duro come lei, doc. Una sinfonia orrenda !”
Bravi, portatemelo via, rinchiudetelo e non fatelo più uscire.
Dovrei essere sollevata.
Ma continuo a tremare.
Mentre mi porto le mani al volto e cerco di far tornare il respiro normale, mi chiedo per quanto continuerà questo show.
E se ne uscirò illesa.



*Angolino spastico dell'autrice*
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View Raw Image"> <=== (Immagine tipo di Killer secondo le fangirl su cui mi sono ispirata XDD secondo me se si scopre che è brutto ci sarà un botto sul sito e  le corde per il suicidio andranno a ruba... bhè, io penso che sarà così u-u XDDDDDD)
Allora ... io mi sento una merda: ragazzi, ho ucciso un pinguino, la WWF non mi perdonerà mai ... e devo uccidere Mea perchè è colpa sua !!! NON VOLEVO FARGLI FARE SQUISSSSSSH TT^TT !
Invece per Killer ... Mwahahaha è stato divertente: prima lo psicopatico, poi lo schizzofrenico e ora quello con la doppia personalità ... biondo che sembra Raperonzolo BD !!!
Ma leggendo le FF basate su di lui, abbiamo fatto di tutto: ha sulla faccia un numero imprecisato di cicatrici, di diverse forme e colori. Poverino, sarà stato il rasoio ... credo ...
Ma è stato abbastanza facile, come tagliare i capelli a Killer (e io che credevo fosse difficile, invece se li è tagliati il bastardo ... ma la barbetta è un amore <3)
E allora, dopo questo sfogo del mio cervello, a te che leggi e che mi lasci anche una recensione, ci vediamo la prossima domenica con ...ugh ... un argomento che odio e una situazione del cavolo .-.

P.S un bacio alla mia sempai, che mi ha ispirato tutto ciò, lei e la sua quarta personalitààààà XD

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Capitolo 5
*** 4. Uh Uh ***


Eccomi ancora qui di sabato ... perchè anche stavolta posto di sabato ? Dovrei postare di domenica, ovvio ...
C'è solo il problema che MI HANNO RIEMPITO LE DOMENICHE ! Arrivi venerdì tutta contenta e scopri che domenica sei tutta occupata ad accompagnare i bambini alle gare di judo ! Minchia, ho dovuto mettere le ali alle dita e finire tutto ieri notte TT^TT 
Bene .... prima di inziare il capitolo, devo avvertire che è stato non poco, ma molto modificato:
1) non si parlerà in russo, perchè la psicologa non lo sa e non credo nemmeno il personaggio di oggi ... ho preso un'alternativa ancora più complicata ...
2)La storia non vi tornerà ... ma ci sono molte traduzioni su questa parte della canzone, e quella rappresentata qui mi sembrava la più adatta ... un'altra era la malattia, ma francamente non mi va di parlare di malattie...
Cercato di spiegare la mia inettitudine, diamo il via al capitolo ^^


Mezz’ora netta.
Tolgo lo sguardo dall’orologio e torno a fissare il mio paziente.
Abbiamo passato metà della seduta a guardarci negli occhi e a fissarci, come pesci in una boccia.
Il ragazzo ha ventitré anni e non parla da dopo il verdetto in tribunale, che è stato due anni fa.
“Allora …” comincio, tentando un sorriso “Non vuole … nemmeno parlare con me, signor Kaku ?”
Si copre gli occhi con il cappello e fa cenno di sì.
“Almeno togliersi il cappello ?”
Lo fa e libera dei capelli rossicci e spettinati, anche se corti.
La tuta arancione è sporca di olio.
Il suo naso è rotto e mi hanno chiesto di non lasciare nemmeno una matita sulla scrivania, per paura che tenti di infilzarsi con essa.
Ho davanti a me un ragazzo che ha tentato il suicidio più volte.
“Mi fa vedere i polsi ?”
Lo fa: due tagli nascosti dalle manette e dal colore sembrano parecchio freschi.
“E mi hanno anche accennato del suo tentativo di impiccarsi in cella …”
Incrocia le braccia e sospira, stanco.
“Bene …” apro un cassetto della scrivania “Non mi lascia altra scelta …”
Sento con le dita della carta e tiro fuori un giornale, aprendolo sulla prima pagina e buttandoglielo sotto gli occhi.
Fa uno scatto all’indietro con la poltrona: ho nascosto tra le pagine, in modo che la trovasse sotto gli occhi, la foto di un corpo con il collo martoriato da delle ferite di lama.
Si rimette, poi, composto, come se non fosse successo nulla.
“Rob Lucci, vent’otto anni, secondo la polizia lei lo ha aggredito con un coltello nel vostro appartamento.” giro la pagina e una seconda foto “Jabura, trentacinque anni, strangolato e morto dopo Lucci.” E alla sua espressione sogghigno “Interessante: prova disgusto davanti alla prima, ma alla seconda non batte ciglio … Quasi le credo …”
Torno alla prima pagina e leggo, sospirando “L’avvocato difensore dell’assassino spiega la morte della seconda vittima come atto di legittima difesa, perché, secondo Kaku, è stato Jabura ad avere ucciso Rob Lucci per una lite amorosa. Ma la sua testimonianza cade, davanti a quella dei suoi compagni, guidati dal signor Spandam.”
Mi guarda con puro odio, mentre si rigira tra le mani una pallina anti stress.
“Guardi … questa è solo colpa sua. Se lei aprisse la bocca e mi dicesse cosa è successo, forse non dovrei basarmi sui giornali … devo dire che questo avvocato Spandam ha la faccia di pesce lesso … come ha fatto a perdere contro di lui ? Io gli avrei tirato un pugno in tribunale …”
Sorride, anche se la sua faccia è triste e noto le occhiaie.
“Vede, con me si può confidare …”
Torna serio e inclina la testa, accigliato.
“Lo so, non mi crede … anzi, forse non si fida di una psicologa che ha rimandato il suo appuntamento più volte …”
Alza le spalle.
“Allora, che ne dice …” faccio scivolare il giornale davanti a lui “di provare a spiegarmi la sua versione …?”
Sospira e comincia a battere un dito sulla foto di Jabura, con uno sguardo assorto.
Sta decidendo se parlare o no.
Guarda quella foto con odio, comincia a colpirla più volte, con rabbia e mi tocca fermargli una mano, per paura che si spacchi un dito.
“Ecco … aspetti …” tiro fuori da un cassetto una penna, anche se mi hanno ordinato di non tirarle fuori, e un foglio “Provi a scrivere, se non vuole rompere il suo silenzio forzato …”
Si rilassa e prende la penna in mano,  cominciando a scrivere, velocemente, fermandosi qualche volta per cancellare un errore.
Trovo che non sia un buon metodo, non lo aiuto ad aprirsi e parlare, ma almeno posso sapere la sua versione.
A quanto pare, lui e Rob vivevano insieme, in comune con dei colleghi di lavoro, gli stessi che avevano testimoniato contro di lui. Tra questi c’era Jabura, un ex di Lucci.
Il giorno dell’omicidio, Kaku stava dormendo in camera sua, quando aveva sentito un urlo.
Si era alzato velocemente e era corso in soggiorno.
E lo aveva visto.
Aveva visto Jabura con in mano il coltello e Lucci a terra, morto.
Non ci aveva più visto e gli aveva gridato contro di tutto.
Jabura, in risposta, gli si era avventato contro e, per difendersi, l’unica cosa possibile era stata strangolare il maledetto.
E questo che leggo, velocemente.
“E perché c’erano le sue impronte sul coltello ?”
Durante la colluttazione, risponde sul foglio, deve essergli finito il coltello tra le mani, ma non lo aveva ucciso lui Lucci.
“E perché hanno testimoniato contro di lei ?”
Perché Califa, l’unica donna del gruppo, era rientarata in casa e lo aveva visto, mentre toglieva le mani da quel uomo odioso, ormai un cadavere gonfio.
E tutti avevano pensato subito che fosse colpa di Kaku, che li avesse uccisi entrambi, forse perché aveva paura che i due si rimettessero insieme.
“Quindi … lei ha ucciso solo Jabura …”
Sì.
“Ma non Rob Lucci”
No. Non lo aveva ucciso lui.
“Capisco …”
Si guarda le mani e riprende la pallina anti stress, ormai sformata del tutto.
“Questo, però, non da motivi per tentare il suicidio …” scuoto la testa e mi tolgo gli occhiali “o forse sono io, che non riesco a capirla …”
Mi bussano alla porta dell’ufficio. “L’ora è finita.”
È la guardia, l’ora è passata e il detenuto deve tornare in cella.
Faccio di sì con la testa, mente Kaku indossa il suo cappello e si alza, lentamente.
Ha lo sguardo fisso sul giornale, in un punto preciso: c’è uno scatto di Rob Lucci senza tagli sul collo, che guarda accigliato l’obbiettivo come se lo avessero colto di sorpresa.
Ha una faccia troppo seria, i capelli neri legati all’indietro e ha sulla spalla un piccione bianco.
Un uomo che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene, ma che fa sorridere dolcemente il ragazzo.
Vedo la sua faccia e sospiro, prendendo un paio di forbici dallo stesso cassetto di prima.
Ritaglio la foto con cura e gliela porgo, facendolo arrossire “Se le piace così tanto, la può avere.”
La prende tra le mani come se fosse qualcosa di prezioso e mi guarda, incredulo.
La guardia continua a bussare alla porta, infastidita.
“Alla fine, non lo aveva ucciso lei Rob Lucci …” sorrido amaramente e mi metto comoda sulla poltrona.
Kaku mi fissa ancora, in silenzio.
“… Uh uh.”
Sobbalzo.
Mi è sembrato di … no, non può aver parlato.
Lo guardo mentre si allontana, ma prima di aprire la porta si gira ancora, penetrandomi con lo sguardo.
Un sussurro roco, come se la sua voce non riuscisse a uscire, dopo tanto tempo.
“Innocente.”
Non faccio in tempo a richiamarlo.
La porta sbatte dietro le sue spalle.
E torna il silenzio.
 

 
 *Angolo dell'Autrice (molto fava)*
Vi giuro, odio questo capitolo e non ve ne vorrò se mi manderete a cacare TT^TT Ed è anche molto corto TT^TT
Già è il capitolo più difficile, ma discute uno degli argomenti a me più odiosi: il TRIANGOLO !!!!
Ogni volta che lo vedo o lo leggo, nella mia testa comincio a cantare "Lui chi é? Come mai l'hai portato con te,?Il suo ru
olo mi spieghi qual é? Io volevo incontrarti da sola semmai!"
Non so perchè ... forse perchè ogni volta o mi faccio preferita una combinazione di due oppure perchè uno dei tre mi sta sul cavolo !
Stavolta è la seconda e chi mi sta sul cavolo ?
Se Kaku è il mio preferito (e quello a cui strapperei più volentieri i vestiti di dosso *_*) e Jabura mi sta simpatico perchè è scemo, chi mi sta sui coglioni ? 
Mister Io-Sono-Un-Carro-Armato-Con-Un-Piccione-In-Spalla (mi dispiace per i fan di Lucci ... non so perchè mi stia sulle balle, credo sia genetica u-u !)
Bene, dopo questo orrore di capitolo, la prossima DOMENICA (se qualcuno mi mette qualcosa di domenica, giuro che sclero >_>) con una coppia molto, molto amata su EFP, un po' modificata ... con il triangolo ... URGH !

 

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Capitolo 6
*** 5. Cicero ***


SALVE ! DOMENICA, SOLE ED OGGI ABBIAMO LA MIA COPPIA PREFERITA ( e mancano due capitoli alla fine ^^) !
Molto bene, diamo inizio allo sclero e via col tango (,-,)


 
“Ha presente quei momenti, quando all’improvviso c’è un black out e ha il panico, ma dopo due secondi torna la luce e si sente meglio ? Da piccolo avevo questi problemi: quando ero in giardino a giocare, molto spesso, all’improvviso, non vedevo più niente e ,quando il buio spariva, avevo in mano un bisturi di mio padre e nell’altra una rana dissezionata. Credo di aver avuto sempre questo problema, ma ci ho fatto il callo e non ha mi ha mai causato problemi nella vita o nel lavoro … a parte per quel piccolo incidente di … mmm … quando è stato, doc ?”
Il mio sopracciglio è così alzato che mi sta toccando l’attaccatura dei capelli.
Questo detenuto è il mio peggior incubo: ha le gambe accavallate e i piedi sulla mia scrivania.
Indossa un cappello bianco con delle macchie e i suoi occhi taglienti mi fissano.
Il peggior incubo di ogni psicologo: il paziente strafottente.
Ma il mio sguardo è puntato sulla sigaretta che sta fumando sotto il mio naso.
Eppure c’è un cartello che dice che è vietato fumare.
“Signor Trafalgar …” comincio.
“Vorrebbe prendere la sigaretta che sta fumando e buttargliela in faccia ? Oppure fargliela ingoiare ?”
“Sì ?”
Sorrido e gli porgo una tazza vuota “Prego, getti la sigaretta.”
Lo fa e sbuffa, mentre la spegne “Comunque, doc, quando è stato ?”
“Diciamo …. Dieci giorni fa ?”
Il suo caso è ancora in televisione, è da giorni che in tribunale non sanno cosa fare con lui.
Eppure, invece di essere preso dall’ansia, questo tipo è tranquillo.
O forse è solo un ottimo attore.
Da come parla in televisione, direi che ottimo è, però, un orrendo dispregiativo.
“Giusto.” Fa sì con la testa e si liscia il pizzetto “Sa la storia o devo raccontarla ancora ?”
Sospiro e mi tolgo gli occhiali “Signor Trafalgar, voglio sapere la sua versione dei fatti, i suoi pensieri e le sue sensazioni.”
“In pratica dovrei mettermi a nudo davanti a lei ? Non credo che lei sia il mio tipo, doc … ma se era un bello psicologo muscoloso e virile, non mettevo a nudo solo l’ anima !”
“Il suo ragazzo era muscoloso e virile ?”
Trafalgar, leccandosi le labbra, fece un mezzo sorriso “Può scommetterci. Tutto muscoli, dalla pelle bianca e dai capelli rossi come il fuoco. Certo, era un accozzaglia di difetti ed era sempre nervoso e incazzato. Il sesso con lui era selvaggio e, diciamo, era la cosa più bella che avessi mai visto.”
Ho visto la foto del tipo. Gli do ragione: muscoloso e spaventoso.
Ma pazienti normali no ?
“Si chiamava … Kidd ?”
“Ah, il mio Eustass-ya … ignorante come pochi. Lo sa che ci conoscevamo da quando eravamo piccoli ? Eravamo vicini di casa e ci siamo messi insieme al liceo.”
“Sapeva dei suoi … black out?”
“No, non gliene avevo mai parlato.” Fa schioccare la lingua “Nemmeno a quell’altra.”
“Bonney ?”
Solo il nome gli fa venire una faccia disgustata, come se avesse ingoiato un limone intero.
Poi torna con la sua solita espressione da giocatore di poker.
Non gli piace che le sue emozioni vengano rivelate così facilmente.
“Già. Viveva anche lei vicino a noi” prende una sigaretta dalla tuta arancione, ma il mio sguardo gli intima di non accenderla e si blocca.
Ma l’accende e mi guarda, in segno di sfida “Quella maledetta putannella. Si vedeva lontano un miglio che aveva una cotta per il MIO Eustass-ya.”
Possessivo. Sottolineato dieci volte.
“Si metteva sempre in mezzo a noi due, cercando di portare l’attenzione su di lei. Fastidiosa come una mosca e ancora più appiccicosa. Una di quelle che andava a raccontare la sua prima volta in mille modi diversi per dimenticare il fatto di aver donato la sua verginità ad un villicco dopo una sbronza in un infima discoteca.”
“Mmh …”
“Lavorava anche come ballerina in un locale. Aveva dei numeri …”
“Numeri ?”
“Si, da ginnasta, acrobatici. Li abbiamo visti una volta, io e Eustass-ya. Brava a ballare, certo, ma aveva anche un gran corpo elastico e un agilità incredibile. Aveva venti numeri in tutto.”
“E se li ricorda ?” La domanda lo fa sorridere. Mi ricorda molto lo Stregatto.
Comincia a fare dei movimenti con le gambe , ancora stese sulla mia scrivania e li conte, mostrandomi un'agilitá senza pari "Un, due, tre, quattro, cinque...spaccate, l'aquila dalle ali spalancate …”
“L’aquila dalle ali spalancate ?”
Fa cenno di sì e compie il numero: apre le gambe in maniera molto provocante e ,portando le braccia in alto, inarca la schiena in avanti, come se volesse stiracchiarsi.
“Capito che tipo di numeri ? Ci aggiunga qualche passo di danza, due o tre capriole e saltelli vari e avrà il suo spettacolo di apertura.”
“E dieci giorni fa … ?”
“Oh sì.” Butta la seconda sigaretta nella tazza, a far compagnia con la prima “L’avevamo portata in macchina per uno show dove cercavano nuovi talenti. Dopo lo spettacolo, pieno di tipe molto simili a quella squaldrinella, ci siamo fermati ad un hotel … Cicero … mi piaceva, aveva un bel nome. Ci siamo fatti portare un sacco di alcolici con il servizio in camera. E di sicuro avevo bevuto un sacco, perché alla fine Bonney mi divenne simpatica, anche quando ci guardava mentre pomiciavamo ubriachi. Alla fine sono uscito a prendere del ghiaccio, perché l’avevamo finito. E lì …”
“E lì ?”
Il suo sguardo è gelido “Scesi per andare a prendere del ghiaccio, perché lo avevamo finito. Quando tornai, trovai Kidd ubriaco che strangolava Bonney, mentre gridava di smetterla di provarci con lui. Quando mi vide, cercò di aggredirmi ma io, per difesa, gli ho tirato il secchio in testa e quella ha fatto un rumore secco. Sono scappato perché avevo paura. Fine.”
Alzo un sopracciglio.
Già, lui da questa versione, alla televisione e ai giornali.
Un paio di palle.
“Mi sta dicendo la verità , Trafalgar ?”
“…?”
“Trafalgar, sono la sua psicologa e voglio sapere la realtà. C’è il segreto professionale, può dirmi tutto quello che vuole.”
Rimane zitto “…E lì è cominciato un dramma interiore …”
La voce gli diventa profonda, mentre mi guarda, con una faccia seria che stona, con il sorrisino di prima.
“Mentre risalivo le scale, con il secchio del ghiaccio in mano, cominciai ad avere dei dubbi: li avevo lasciati da soli, chissà se ci avrebbe provato, quella maledetta ? Ma mi dicevo che Kidd non ci sarebbe cascato, che dopo tutto lui era il mio adorato tulipano che scopava come un Dio e amava solo me … Eppure” i suoi occhi diventano freddi mentre parla e sento come se la temperatura si sia abbassata all’improvviso “davanti alla porta della nostra stanza, sentì dei risolini convulsi e il cigolare delle molle del letto. Aprì la porta e lei, quella maledetta stava insegnando al mio tulipano come danzare … come fare i numeri …”
Sospiro “Quale ?”
“Oh, ma il mio preferito … il numero diciassette, l’aquila con le ali spiegate !”
Sorride, glaciale e chiedo “E poi ?”
“Poi, bho” sussurra, sconsolato “Black Out …”
“E dopo il Black Out ?”
“Mi stavo lavando le mani in bagno. Erano sporche di sangue” se le guarda e chiude gli occhi, pensoso “All’inizio pensavo fosse un sogno, poi ,dopo essere uscito, vidi il secchio sporco di sangue, buttato per terra. Non guardai nemmeno il letto e scesi giù, in strada. Faceva freddo, non mi ero nemmeno preso il cappotto e camminavo scalzo, a contatto con l’asfalto del marciapiede. Mi accesi una sigaretta e finalmente realizzai. Erano morti.”
Ha ancora gli occhi chiusi e le mani aperte.
“Signor Trafalgar ?”
L’uomo dalla pelle olivastra borbotta qualcosa.
Le mie orecchie si sforzano di sentire cosa si sta dicendo, tra se e se.
“Piccolo tulipano, perché mi hai costretto a farlo? Perché te lo sei meritato …”
Riapre gli occhi e il sorriso malizioso ricompare sul suo volto, ridacchiando “Di sicuro, starà passando l’eternità all’inferno, con quella puttana dai capelli rosa … una punizione esemplare, direi …”
Scrivo qualche riga sul foglio e dico, neutra “Chi gli dice che anche lei non andrà all’inferno …?”
“Oh, suvvia, il mio è un assassinio, mica un crimine contro natura … doc, ha freddo ? Vuole che le chiuda la finestra ?”
“No, è solo un brivido. Mi passa subito.”
Dicono tutti la stessa cosa.
Credono di aver ragione.
“Comunque, chi gli dice che anche lei non andrà all’inferno ? Dopotutto, ha ucciso due persone …”
“Doc, non andrò in prigione, come vuole che vada ad incontrare il mio tulipano ?”
Stavolta rido, di gusto “Non scherzi.”
“Io non sto scherzando” il suo sorriso esprime malizia e sfida “In una settimana, sarò fuori, libero come un uccellino ! E non veda di infrangere il segreto professionale.”
Entrambe le versioni sembrano vere.
La verità e la bugia sembrano così simili.
“Accetto la sfida, signor Trafalgar … ma sono sicura che la rivedrò la prossima volta, sempre con questa bella tutina arancione, senza bisogno di dire nulla.”
“Io non perdo mai doc … ma del rivederci, è sicuro: mi diverte parlare con lei.”
Spero vivamente che perda.
 
Una settimana dopo, tiro il telecomando contro il televisore.
La giuria ha emanato il suo verdetto.
Ho perso.


*Angolino dell'autrice (a cui sta sanguinando il naso)*

LEI CHI é ?! COME MAI L'HAI PORTATA CON TEEEEE ?!
...
Ok Scusatemi XD
Molto bene finalmente ho messo la Law x Kidd, ma scusatemi, Il chirurgo ci sta troppo bene qui, sul serio *_*
E poi ce lo vedo, che balla un sensualissimo tango con Kidd ... con il rosso che cerca di scappare perchè, cavolo, ballare non è da veri uomini u-U
Mi dispiace solo aver ucciso Bonney ... Lei è simpatica, mi piace ... sarà perchè mangia come un orso e mi ricorda me XD
La cosa delle rane è per l'immagine di Law da piccolo, mentre il tulipano è perchè ... ma avete visto i capelli di Kidd ?! è UN FIORE ! UN DANNATO FIORE (Mea, che adora il capitano, lo chiama begonia ... ma non è una begonia >_> !). Bene ho detto tutto quello che volevo dire ^^ ! Adesso che c'è il sole, vado a comprare dei fiori con mia madre, perchè li secca sempre ... altro segno della parentela della mia famiglia con Crocodile =_="""
Alla prossima domenica ... con l'alga ! MWAHAHAHAA !

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Capitolo 7
*** 6. Lipschitz ***


Penultimo ! Penultimoooo *_*


Sono terribilmente in ritardo.
Mi pulisco la bocca con un fazzoletto ed entro in ufficio, lanciando un cenno di saluto alla guardia che mi guarda con un sopracciglio alzato, accanto alla porta.
Il mio paziente è seduto gambe incrociate sulla poltrona e ha una zazzera verde e corta. Lo vedo da dietro e sembra parecchio rilassato.
“Mi scusi per il ritardo … sono rimasta al bar più del dovuto …”
Il detenuto non mi risponde e mi avvicino.
Rimango sorpresa: sta dormendo.
Lo sveglio, spingendogli una spalla con un dito, e mi guarda incazzato, come se lo avessi disturbato.
“Mi scusi … signor …?”
Lui si mette seduto composto e si presenta, mentre mi siedo davanti alla scrivania.
“Sono Zoro.”
“Bene, signor Zoro … ma scusi, lei non aveva già un mio collega ?”
“Non mi piaceva … Mi parlano tutti bene di lei …”
Ecco un tipo di pubblicità che eviterei.
“Mi fa … ecco … piacere ?”
“Mpft” si gratta, imbarazzato “Bene … allora … lei di solito cosa chiede ? Fa domande sulla vita sessuale o roba del genere ? Mi chiederà se sono stato maltrattato da bambino ?”
“Sa già di cosa dobbiamo parlare, noi due ..”
L’uomo si gratta la testa e sospira, frustrato e arrabbiato.
Non ne vuole più parlare, non vuole più affrontare quella cosa.
Si sente perseguitato dal ricordo, ma continua a non sentirsi in colpa per la sua morte.
Questo era scritto nel fascicolo del mio collega.
“Dobbiamo parlare ancora di lui ?”
“Sì.”
“Ma mi sono stufato di questa storia …”
“Mi dispiace … ma dobbiamo …”
“QUANTE VOLTE MI VOLETE ANCORA FAR RIVIVERE QUELLA SCENA ?!”
Sospiro e lui digrigna i denti “Stia tranquillo … non la giudicherò e se soffre troppo, non ne parliamo …”
Zoro si rilassa e rimaniamo in silenzio per un po’.
Poi comincio “Che lavoro faceva ?”
“Il cuoco.”
“Aveva un suo ristorante o lavorava per qualcuno ?”
“Ne aveva uno suo … quell’idiota non avrebbe certo preso ordini da nessuno che non fosse più competente di lui …”
“Come si chiamava ?”
“Sanji …”
“Era un ottimo cuoco ?”
“Lei non deve mai aver assaggiato i suoi piatti, se mi fa una domanda del genere” Zoro ride, sinceramente divertito “Erano deliziosi. Poteva essere un cretino che sfarfallava con tutte le donne del globo, ma devo ammettere che i suoi piatti erano il miglior cibo che avessi mai assaggiato …”
“Per conquistarli, basta passare per lo stomaco …”
“Hehehe … direi di sì …” Zoro scuote la testa “Era un vero  e proprio artista … solo al posto dei pennelli usava i coltelli …”
Chiedo “E lo sfarfallare ?”
A questa domanda si irrigidisce e smette di ridacchiare “Per dei piatti in particolare, diceva che aveva bisogno di una … ispirazione …”
“Era lei ?”
“A volte … sì, me lo diceva … o forse me lo sono immaginato, solo per avere un altro ricordo positivo di lui.”
Incrocia le braccia e si rabbuia.
Il suono delle manette che si muovono mi mette sempre i brividi.
Metallico e freddo.
“La notte usciva dal letto e usciva … quando gli chiedevo cosa faceva … lui rispondeva” cerca di imitare la voce di Sanji, cercando di trattenere la rabbia “Non ti preoccupare testa d’alga, vado solo a trovare me stesso …”
“Trovare se stesso ?... In che senso ?”
“Me lo chiedevo spesso … per questo decisi di seguirlo. Appena si alzò ed uscì di casa, presi il cappotto e lo seguì, di nascosto. Si muoveva per le strade, come un ladro, nascondendosi pure dalla luce dei lampioni. Ed entrò in una strada nascosta, cercando di non farsi notare da nessuno …”
“Ed era lì che si trovava ?” mi gratto una guancia, mentre guardo cosa ho scritto “Con droghe ? Pasticche ? Marijuana ?”
“Più semplice, doc.” Zoro sorride mefistofelico “Sa, non solo trovava se stesso, ma anche  Bibi, Tashigi, Violet e … aspetta come si chiamava quello …”
Zoro si porta una mano alla fronte e pensa, serio e concentrato “SI chiamava … Rufy credo … mmm … non sono mai stato bravo coi nomi …”
“E lei … cosa ha fatto ?”
“…”
Rimane serio e si mette comodo sulla poltrona “Lui … così si sentiva vivo, no ?”
Faccio di sì con la testa.
“Ogni volta che tornava, aveva in mente una nuova ricetta, era più allegro, cucinava con più foga e si sentiva come il re del mondo. Io …”
“Lei era triste ? Depresso ?” scrivo qualche frase sul foglio e lo sento sempre più distante “No.”
Alzo di scatto la testa. Sembra una statua di un demone: rigida e spaventosa.
“Lo vedevo … morto.”
“Morto ?”
“Si, come … se fossi stato da solo, in quell’appartamento.  Era come un fantasma, come una presenza che non riuscivo né a vedere né a percepire. Credo mi abbia detto che ero diventato freddo, ultimamente, ma non me lo ricordo nemmeno più: le sue parole mi scivolavano addosso, non riuscivo più a sentirle …”
Sospiro e scrivo “E per quello che …”
“Una notte mi sono svegliato di soprassalto. Avevo avuto un incubo: ero stato attaccato da dei cadaveri, cadaveri che si muovevano, marci e orrendi. Anche se ero sveglio, vedevo ancora solo frammenti di quell’orrore e respiravo male, come se avessi avuto un macigno sul cuore. Mi sono girato e vidi qualcuno, steso accanto a me.
Uno sconosciuto che si muoveva, addormentato nel mio letto.”
Comincia a tormentarsi i capelli, infuriato “Presi un cuscino e glielo misi sulla faccia. Il tipo continuò a muoversi, in modo più convulso, ma io non lasciai la presa, tolsi il cuscino solo quando quel maledetto dai capelli biondi smise di muoversi. Definitivamente.”
“E quando ha capito che era il suo ragazzo e non uno sconosciuto ?”
“Quando ho acceso la luce … sa che non ho provato nulla ? Solo una gran amarezza …”
“Lo vedeva morto ?”
“In un certo senso sì. Lui si sentiva vivo ?” mi guarda, gelido “Io lo vedevo morto. Un cadavere ambulante che mi infestava l’appartamento … Lei cos’avrebbe fatto ?”
“Mh ?”
“Non si sarebbe liberato di un cadavere ?”
“Non era un cadavere … era una persona viva e vegeta. Che lei ha ucciso.”
“Ah … già …” ridacchia e scuote la testa.
“Dovremmo parlare di questa cosa …”
“E perché ? Ne ho abbastanza. Sempre parlare, parlare, parlare, parlare !”
Si alza e mi guarda.
“A cosa serve ?! Cambia qualcosa ? Fa tornare in vita quel maledetto cuoco da strapazzo ?! Fa sentire meglio me ?!”
Alzo un sopracciglio e rimango in silenzio.
Questa scena l’ho già vista, eppure non ho paura.
Solo un gran vuoto dentro.
“Allora ?!”
Ci fissiamo e mi chiedo quale dei due sguardi cederà.
Il mio o il suo.
“A che diavolo serve, dannazione ?!”
Il mio cede e scuoto la testa.
Per la prima volta, in tutta la mia vita, non so rispondere ad una domanda di un mio paziente.
“Lo sapevo …”
Non so cosa dire.
E questo fa male.


*Angolino dell'autrice esausta*
E siamo quasi alla fine *_* !
Ragazzi è stato bellissimo, credo che potrei piangere (non non lo farò ... sono le cipolle XD)
Bene ... direi di fare i ringraziamenti ora perchè io avrei finito tutto quello che aveva chiesto Mea (che adora la Zoro x Sanji ... ha sbavato pure davanti a questa immagine u-u le sceglie lei, dopotutto !)
Bene, ringrazio tutti quelli che mi hanno seguito su questo parto cesario ... quelli che hanno recensito hanno un posto speciale nel mio cuore e pure quelli che hanno letto, zitti zitti, senza farsi vedere, so che ci siete !
Nel prossimo metterò l'epilogo, ma non credo che nessuno leggerà, ma è lo stesso ^^
Grazie ancora di cuore <3

 

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Capitolo 8
*** 7. Epilogo ***


 
~ Due anni dopo ~
 
Alzo lo sguardo dalle carte e dai fogli sulla scrivania, con ancora indosso i miei occhiali.
Qualcuno sta suonando al campanello dell’ufficio, a tarda notte.
Mi rimetto a leggere, pensando sia solo qualche ragazzo ubriaco che suonava ai campanelli, trovandolo divertente.
Invece viene suonato una seconda volta, poi una terza, una quarta e via discorrendo.
Mi alzo, stanca, e scendo le scale: l’apertura automatica della porta è rotta da un mese.
Mi chiedo chi sia a quest’ora, a disturbarmi.
Odio quando qualcuno disturba mentre sto studiando. Soprattutto quando sto studiando i fogli dei miei pazienti.
Anche se, da una parte, sono contenta di non star ancora su quei maledetti pezzi di carta, dove sono scritte le stesse cose.
Potrei buttare via quelli di Ace e Kaku, a pensarci bene: il primo è morto durante un incendio causato da un incidente di un secondino, il secondo si è suicidato in cella, stringendo la foto che gli ho dato. Questo in solo due anni.
Gli altri sono ancora a scontare la loro pena … Law, ovviamente, è in libertà vigilata.
E continua a venire a parlare con me, come sempre, ogni fine mese.
A pensarci bene, solo una persona ha smesso di venire dalla prima seduta …
Scendo le scale dell’appartamento dove ho l’ufficio saltando due gradini insieme, velocemente, come se sentissi ancora il campanello risuonarmi in testa.
Arrivo al portone e lo apro “Scusi, desidera ?”
La persona non risponde e la guardo. Per poi sbarrare gli occhi dalla paura.
Vedere il suo volto davanti all’uscio fa si che, in una frazione di secondo, io cerchi di chiuderla, ma il disturbatore la blocca con una mano “Aspetti un secondo, doc !”
Anche se ha la barba e si è tagliato i capelli, riconoscerei quegli occhi azzurri ovunque.
“Se ne vada, signor Killer !”
Più io spingo per chiudere la porta, più lui fa forza per tenerla aperta.
“Chi gli ha dato l’indirizzo del mio nuovo studio ?”
“Me l’ha dato Trafalgar …”
Maledetto bastardo !
 “Siamo stati compagni di cella per il tempo che è stato in prigione”continua a parlare e a cercare di aprire il portone “… Per favore, mi apra.”
“Se mi ricordo bene, lei mi ha minacciato, l’ultima volta che ci siamo visti.”
“Questo è stato due anni fa ! Mi apra senza fare storie …” riesce a spalancare la porta e ringhia “Devo parlarle !”
“Di cosa ?!”
“Senta … ho bisogno di parlare con qualcuno …” si gratta la testa “continuo ad avere …. Strani pensieri, ultimamente …”
“Vada da qualcun altro.” Ho già i miei problemi, con gli altri pazienti. E con lui non voglio avere a che fare.
“Lei è la prima persona che mi è venuta in mente …”
Entra, mettendosi davanti a me. Mi sembra diventato ancora più alto e muscoloso, o forse è solo perché ha un aspetto diverso, senza la camicia di forza di due anni fa.
Alza le mani, come se gli stessero puntato una pistola addosso “Rimarrò così, solo lei mi ascolti … va bene ?”
Lo fisso per qualche secondo, poi mi volto e faccio segno di seguirmi “Si muova.”
 
“Mi chiedo … ma gli altri avrebbero fatto quello che ho fatto io ?”
“…”
“Insomma,doc, mi sembra strano che qualcuno non abbia mai pensato di uccidere l’uomo che li ha trasformati nella loro parte peggiore … non avrebbe, qualcuno fatto lo stesso ?”
“… Chi lo sa. La mente umana rimane sempre un mistero …”
“Lei, doc ? “
“Io cosa ?”
“Lei avrebbe fatto lo stesso ?”
Rimango a pensare qualche secondo, cercando una risposta che non gli dia soddisfazione, che non lo faccia sentire nel giusto e che lasci tranquilla me.
Eppure, la risposta che gli do è spontanea, buttata di getto.
“…Sì.”

 

Per chi ha letto l'epilogo, sappia che non c'entrava nulla con il regalo di Mea. Questo è solo un modo per finire, in modo inusuale, questa splendida canzone. Lo posto ora, perchè domani sarò irreperibile...
Ringrazio chi mi ha seguito, chi ha recensito e chi ha solo letto questo lavoro.
Un bacio e un grazie a tutti quanti :)
Ci rivediamo al prossimo testo.

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