DISCOVER WORLD I di SamuelRoth93 (/viewuser.php?uid=244355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1x01-Fuga dal villaggio ***
Capitolo 2: *** 1x02-Nebbie labirinto ***
Capitolo 3: *** 1x03-Il prigioniero ***
Capitolo 4: *** 1x04-Orizzonti ***
Capitolo 5: *** 1x05-La luce alla fine della grande caverna ***
Capitolo 6: *** 1x06-Il gioco delle sirene ***
Capitolo 7: *** 1x07-Fuori rotta ***
Capitolo 1 *** 1x01-Fuga dal villaggio ***
CAPITOLO
UNO
“The
Aria’s Dream”
L’alba
era appena sorta nel villaggio di Allenberg. Ogni uomo si preparava per
andare
a lavoro e le loro mogli, in vestaglia bianca, preparavano per loro la
colazione: una ciotola di latte, un pezzo di pane e una fetta di burro
spalmata
sopra. Una ventata d’aria fresca fece sollevare la tenda
della camera di una
giovane ragazza. Lei si chiamava Aria e aveva
l’età di quindici. La brezza che
entrò dalla sua finestra, le fece aprire gli occhi. Si
sollevò e poi si girò
verso il lato destro della sua stanza; sua sorella dormiva
profondamente. Come
ogni mattina, Aria, correva davanti alla finestra della sua camera e
osservava
il villaggio nel momento del suo risveglio; guardava in maniera
spensierata,
come le donne, salutassero i loro mariti, mentre andavano al lavoro.
Intanto,
la biblioteca di Allemberg spalancava le sue porte agli abitanti del
villaggio,
ogni giorno, alle 7.00 in punto; per Aria era una gioia immensa sentire
il
rumore delle sue porte aprirsi. Esso rimbombava per tutto il villaggio.
Fin da
quando era piccola, ad Aria, piaceva leggere e, ogni giorno, prendeva
un libro
in prestito dalla biblioteca. Amava perdersi tra le righe di quelle
storie
fantastiche e quelle illustrazioni meravigliose. A volte, era talmente
immersa
in quelle letture che, quasi, le sembrava di far parte di quegli
incredibili
racconti.
Aria
continuava a rimanere affacciata dalla sua finestra e quando
sentì il rimbombo,
capì che la biblioteca si era aperta. Fece un sorriso a quel
dolce suono che
tanto attendeva ogni mattina. Corse immediatamente nel suo armadio, si
tolse la
sua lunga vestaglia bianca da notte e indossò i suoi soliti
vestiti per uscire.
Scese
le scale lentamente per non fare rumore, ma ad ogni suo passo, esse
cigolavano.
“Tesoro,
sei già sveglia! Stai andando alla biblioteca di
Allenberg?” le domandò sua
madre, mentre preparava la colazione alle sue figlie.
“Sì, Mamma…come al solito!”
esclamò Aria prendendo dalla tavola solo una fetta di pane.
“Aria, siediti a
fare colazione! La biblioteca non scappa di certo.”
Sospirò sua madre. “Mi
sazierò leggendo un buon libro!” uscì
Aria chiudendo la porta.
Passeggiava
saltellando per le vie del villaggio, sorrideva e salutava tutti i
passanti.
Tutti conoscevano Aria Rockwether, questo perché suo padre
aveva una birreria
frequentata dall’intero villaggio. Ogni tardo pomeriggio,
infatti, ella si
fermava in birreria per raccontare le storie che conosceva a tutti
quanti;
loro, seduti ai tavoli, la ascoltavano per ore e rimanevano incantati
dalle
parole che uscivano dalla sua bocca.
Le
porte della biblioteca di Allenberg erano aperta e Aria vi era davanti;
la sua
struttura era imponente, come i suoi lunghi e larghi gradini.
Il
signor Obelauwer, dall’interno della sua biblioteca, sentiva
i piccoli piedini
di Aria salire i gradini; sorrideva all’idea di incontrare
quella ragazzina,
perché, come lui, amava la letteratura e ne apprezzava la
sua grande
importanza.
“Salve
Signor Obelauwer! Oggi che libro interessante mi ha lasciato da
parte?” domandò
Aria arrampicandosi sul bancone troppo alto. “ Oggi ho
riservato per te, uno
dei libri più belli che mi sia arrivato!” le
consegnò personalmente il signor
Obelawer uscendo da dietro al bancone. “Le meraviglie dei
sette mondi” lesse
Aria, il titolo della copertina con stupore. “Sai, aria?
Questo libro era
diviso in sette parti, quanti sono i mondi. I miei sei fratelli,
bibliotecari
negli altri sei mondi, hanno inserito nella loro parte tutto
ciò che avevano
visto ed esplorato!” esclamò il signor Obelauwer
con gli occhiali che li
cadevano sul naso. “Questo è il libro
più bello che io abbia mai ricevuto. Quante
immagini e quante storie! La ringrazio di cuore!” lo
abbracciò Aria, lasciando
il signor Obelauwer felicemente sorpreso; nessuno amava quei libri
quanto
quella ragazzina pensò lui. “ Adesso lasciami o
rischiò di spezzarmi in due,
figliola! Ora va a goderti le tante storie raccontate nel libro e
immaginale
tutte, quasi, come se fossi tu stessa a vederle in prima persona. Se un
vecchio
come me, ha ancora un briciolo di immaginazione, tu potrai averne
abbastanza
vedere tutte quelle cose che gli altri non riescono a vedere: la
bellezza del
grande mondo che ci circonda.
Aria
uscì dalla biblioteca, ma non andò molto lontano,
perché aveva voglia di leggere
quel libro immediatamente. Si sedette sugli ultimi gradini della
biblioteca e
iniziò a sfogliare le pagine: Ogni capitolo parlava di un
mondo visitato dai
sette fratelli. Furono inseriti illustrazioni e descrizioni del loro
viaggio.
Mentre, Aria, spalancava gli occhi a strane creature, bellissime piante
di
varia forma, città misteriose e pittoresche, pensava:
“Oh, cosa per poter
visitare questi mondi! Respirare l’aria di questi luoghi e
ammirarne le
rispettive bellezze e stranezze. Conoscere la gente di quei posti e le
cose che
hanno da raccontare. Oh, cosa darei per avere questa rara
opportunità!”. Ad un
certo punto, Aria chiuse l’enorme libro, attirata da un
affluire di persone
verso il porto che ospitava le barche e le navi. A tale evento,
pensò: “C’è solo
un motivo di tanta affluenza. Arriva qualcuno dai mondi
lontani!”
Aria
corse in mezzo alla gente, correva più che poteva per
giungere al porto e
vedere chi giungeva. Arrivata al porto, si fermò come tutti
quanti a guardare,
ma lei era bassa e, nonostante saltasse, la gente davanti a lei era
troppo
alta. Si guardò attorno e chiese all’uomo
più alto, cosa stesse succedendo. “Mi
scusi signore, può dirmi chi giunge da lontano? Io, non
riesco a vedere da qui!”
chiese cortesemente Aria, mentre l’uomo le sorrise e la fece
salire sulle sue
spalle. “guarda tu stessa. Dai mondi lontani è
arrivato il viaggiatore! Colui
che è partito per visitare i sette mondi e che da essi porta
provviste e
medicinalia noi sconosciuti.” Spiegò
l’uomo gentile. Intanto, la folla, acclamava
il viaggiatore e tutti insieme lo scortarono alla locanda del villaggio.
Il
capo villaggio, fece subito visita alla locanda per dare il benvenuto
al
viaggiatore e, man mano che la giornata proseguiva, la folla si
diradò e ognuno
tornò alle proprie faccende quotidiane; tutti tranne Aria.
Per lei, conoscere
quel ragazzo, era davvero importante; un libro può
raccontarti tante storie, ma
non sarannò mai interessanti quanto quelle raccontate da una
persona vera.
Aria
si intrufolò nella locanda di Bernadette, la locandiera, che
essa conosceva
molto bene, in quanto amica di sua madre. “ Aria? Che ci fai
qui?” la beccò
Bernadette, mentre cercava di salire ai piani superiori della locanda,
ovvero
alle stanze dei visitatori di passaggio.
“Ehm…Bernadette! Ciao! Come va?”
rispose Aria tutta nervosa. “Dove stai andando curiosona? Non
vieni mai alla
mia locanda, nemmeno per un saluto e oggi ti trovo qui a girovagare.
Non sarà
che sei qui per vedere l’affascinante viaggiatore?”
le domandò Bernadette con
una leggera allusione. “Ma come ti viene in mente? Sono una
ragazzina, non
penso a certe cose!” arrossì sulle guancie Aria.
Bernadette
fu chiamata dalle sue dipendenti. “Sì, arrivo
subito! Aria, adesso io vado…tu
torna a casa o tua madre si preoccuperà. Portale i miei
saluti!” corse via
Bernadette a fare i suoi doveri, mentre Aria, facendo finta di lasciare
la
locanda, tornò indietro e salì ai piani superiori
della locanda; la
disobbedienza era un piccolo prezzo da pagare per la sua
curiosità di parlare
con il viaggiatore.
Salendo
le scale con molta cautela, si ritrovò nel corridoio deserto
e silenzioso del
piano superiore. C’erano sei porte chiuse e Aria
cominciò a camminarvi accanto
nel tentativo di scoprire in quale stanza alloggiasse il viaggiatore,
poi,
improvvisamente, delle voci, la fecero fermare davanti ad una porta.
“Finalmente
mi hai fatta uscire dalla tua valigia, non riuscivo a
respirare!” sbuffò una
voce femminile all’interno della stanza, mentre Aria
ascoltava con l’orecchio
appoggiato alla porta. “Scusami Moonflower, ma la gente di
questo villaggio ci
avrebbe perseguitati vedendoti!” rise colui che pareva essere proprio il
viaggiatore.
Aria
voleva ascoltare meglio, così cercò di attacarsi
di più alla porta, ma questo
la fece scostare e il viaggiatore lo udì.
“C’è qualcuno alla porta?”
domandò il
lui, mentre Aria era nel panico. Poi notò un vassoio con del
cibo ai piedi
della stanza accanto, così lo prese ed escogitò
un piano. “Ehm…sono la
cameriera e vi ho portato la cena!” esclamò Aria
fuori dalla porta con in mano
il vassoio rubato. “Prego! Entri allora!” la fece
accomodare gentilmente. Aria
entrò disinvolta, fingendosi una vera cameriera: sguardo
basso e indiscrezione.
“la cena è servita!” esclamò
Aria lasciando il vassoio, poi si fermò a guardare
il letto dove era seduto il viaggiatore: c’era qualcosa che
si muoveva sotto
alle coperte. “Qualcosa non va?” le
domandò il viaggiatore vedendola impalata
davanti a lui. “Ehm…cosa c’è
lì sotto?” domandò Aria, dimenticandosi
che le
cameriere non fanno domande. “ Non so di cosa
parla!”, poi le coperte si
alzarono per aria e da lì uscì una piccola
creatura scintillante, simile ad una
fata. “Non riesco più a resistereeeee! Si soffoca
lì sotto!” esclamò
riprendendo fiato la piccola creatura, mentre Aria cadette per terra
facendo un
balzo. “Che…che cos’è quella
cosa?” domandò Aria con occhi sgranati.
“Non devi
aver paura, non ti farà del male!” la
tranquillizzò il viaggiatore. “Non sono
spaventata, piuttosto, ne sono…affascinata!”
esclamò Aria avvicinandosi alla
piccola creatura e guardandola nei minimi particolari. “Mi
chiamo Moonflower è
discendo dalla stirpe delle Yuma…provengo
dall’isola di Piuminya nel continente
di Klostrich. Molto piacere!” le tese la manina piccina
Moonflower. “Molto…piacere!
Io mi chiamo Aria!” rispose lei, mentre il viaggiatore la
guardava dalla testa
ai piedi. “Tu non sei una cameriera, vero?” le
domandò il viaggiatore in modo
giocoso, come se Aria gli facesse tenerezza. “Si vede
così tanto?” domandò
Aria. “Osservi troppo per essere una cameriera!”
esclamò Moonflower. “Aria, perché
ti sei finta una cameriera?” si alzò a scostarle
la sedia per farla accomodare,
il viaggiatore.
“Ehm…tutto il villaggio
parlava di lei come colui che viaggia per mondi e io sono una ragazzina
che per
tutta la vita ha viaggiato solo per libri!” spiegò
Aria. “Quindi sei una
curiosa?” dedusse il viaggiatore. “Essere curiosi
permette di scoprire cose
nascoste e maravigliose. Io mi sono intrufolata qui solo per farmi
raccontare
dei suoi viaggi e delle cose straordinarie da lei
incontrate!” parlava Aria con
occhi speranzosi e sognatori. “Ma non basta una sola notte
per raccontare tutto
ciò che ho visto fino ad ora!” rise il
viaggiatore. “Già! Domani mattina, al
sorgere del sole, noi ripartiremo!” esclamò
Moonflower. “Quindi voi vorrete riposare
adesso, giusto?” si sentì di troppo Aria.
“Esatto, siamo molto stanchi. Però,
per quel che può
valere, è stato un
piacere conoscerti Aria. Spero per te che un giorno vedrai il mondo con
i tuoi
stessi occhi e che nessuno dovrà mai raccontarti
com’è! Auguri per l’avvenire!”
accompagnò Aria alla porta salutandola definitivamente.
Aria
rimase delusa da quell’incontro, perché pensava di
saziare la sua sete di
sapere. Tornata a casa, sua madre la rimproverò.
“Aria, ma dove sei stata tutto
il giorno? I clienti della birreria si chiedevano dove
fossi!” sbraitò la
madre, da perfetta donna che si preoccupa. “Perché
si chiedevano dove fossi?
Comunque ero alla biblioteca del signor Obelauwer a leggere!”
rispose Aria
mentendo. “Ma come perché? Ogni giorno racconti
loro una delle tue assurde
storie!” esclamò la madre versandole la minestra
nel piatto. “Mamma, non sono
assurde, sono meravigliose!” esclamò girando e
rigirando il cucchiaio nella
minestra.
Quella
notte Aria si girò e rigirò nel letto e ripensava
alle parole dette dal
viaggiatore: “Spero per te che un giorno vedrai il mondo con
i tuoi stessi
occhi e che nessuno dovrà mai raccontarti
com’è!”. In quel momento
scattò
qualcosa e Aria pensò: “Già!
Perché aspettare che qualcuno mi racconti
com’è il
mondo, quando posso vederlo con i miei occhi!”.
La
sua mente continuò a viaggiare per l’intera notte,
fino alle luci dell’alba.
Poi, quando ancora il villaggio non si era svegliato, lei
uscì di casa in
vestaglia bianca e con uno zainetto, dirigendosi in fretta e furia
verso il
porto. Prima, però, lasciò una lettera a tutta la
famiglia sul tavolo in
cucina, in cui spiegava il motivo della sua fuga: vedere il mondo.
Da
lontano vide il viaggiatore e Moonflower salire sulla loro
imbarcazione, poi,
avvicinandosi, salì di nascosto e si buttò sotto
ad un grosso telo marrone.
Rimase in silenzio, sperando che la nave salpasse in fretta,
perché quando
sarebbe uscità allo scoperto sarebbe stato troppo tardi
farla tornare indietro.
L’imbarcazione
era, ormai lontana dal villaggio di Allemberg, che, quasi, non si
vedeva più.
Il viaggiatore e Moonflower erano sulla poppa della nave che ammiravano
il mare
accarezzati dalla dolce brezza. Aria pensò che era il
momento di uscire allo
scoperto, ma facendolo provoco un forte baccano.
“Aria?” ne rimase sorpresa
Moonflower. “Vi prego, non siate arrabbiati! Io sono cui
perché voglio
esplorare i sette mondi con voi!” esclamò Aria
mortificata per la sua
improvvisa apparizione nei loro piani di viaggio. “Va
bene!” esclamò il
viaggiatore, non affatto sorpreso. “Come sarebbe?”
dissero con stupore e in
coro, Aria e Moonflower. “ Sapevo che Aria ci avrebbe seguiti
e ha fatto bene.
Lei aveva un sogno…e un sogno va sempre realizzato! Se io
non avessi fatto di
testa mia nella vita…oggi non sarei il viaggiatore famoso
che sono, no?”
parlava il viaggiatore guardando il mare. “Quindi posso
viaggiare con voi?”
sorrise Aria. “ Fino a quando non sarai stanca, potrai stare
con noi per tutto
il tempo che desideri!” esclamò il viaggiatore.
“Non mi stancherò mai…di questo
ne sono sicura!” esclamò Aria felice.
Il
suo viaggio era appena iniziato…
CONTINUA
NEL SECONDO EPISODIO
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Capitolo 2 *** 1x02-Nebbie labirinto ***
CAPITOLO
DUE
“Lost
in the Fog”
Cit.
“Ogni uomo avventuriero, guardava gli orizzonti del grande
oceano di Samara. Ma, quando la fitta nebbia sarebbe calata, tanto
tempo doveva
passare, prima di raggiungere la bene amata
libertà…se mai un giorno fosse
stata raggiunta da essi!”
Aria
dormiva beatamente nella sua cabina, cullata dalle onde del mare. Un
raggio di
sole penetrò dal vetro dell’oblò
facendole aprire gli occhi. Si guardò attorno
e poi sorrise, non era a casa sua, ma in quella nave che era salpata
dal suo
villaggio e che per lei rappresentava la sua opportunità di
viaggiare per i
mondi circostanti.
“Buongiorno
Moonflower!” Aria salutò Moonflower, mentre puliva
il pavimento della nave. “Ben
svegliata Aria, come vedi sto sbrigando le mie faccende. Mi piace avere
le mani
occupate al mattino!” esclamò la piccola
Moonflower buttando l’acqua lungo il
ponte. “Vuoi che ti do una mano? Aiutavo mia madre a pulire
le stanze della
nostra casa, nei pomeriggi piovosi!” si offrì
Aria. “No, cara…ti ringrazione! E
poi oggi è una bella giornata e il sole
splende…tu hai detto che aiutavi tua
madre solo nei giorni piovosi, perciò per coerenza non
dovresti aiutarmi.” riprese
a pulire Moonflower.
Aria
si sedette sopra una cassa di legno e sorseggiava una tazza di latte,
poi notò
il viaggiatore appoggiato alla ringhiera della poppa.
“Buongiorno anche a lei,
viaggiatore!” gridò Aria. “Salve Aria!
Visto che bella giornata?” si voltò lui
a sorriderla. “Moonflower, posso farti una
domanda?” le bisbigliò Aria. “Certo,
dimmi pure!” si avvicinò Moonflower a lei.
“Come si chiama realmente il
viaggiatore?” le domandò Aria curiosa.
“Il viaggiatore!” le esclamò.
“Mi stai
dicendo che si chiama semplicemente così? Non ha un nome
vero?” Aria non
credeva alle sue orecchie. “Da quando sono in viaggio con
lui, non mi ha mai
detto il suo vero nome. So solo che si chiama, il
viaggiatore!” concluse
Moonflower.
Aria
si avvicinò alla ringhiera, alle spalle del viaggiatore.
“Non vuoi sporgerti?”
le domandò il viaggiatore accorgendosi della sua presenza.
“Mi sono avvicinata
piano. Come hai fatto a sentirmi?” gli domandò
Aria peplessa. “Quando viaggi
per molto tempo, impari a svillupare i tuoi sensi. I viaggi sono ricchi
di
situazioni estreme in cui si impara davvero
tanto…più in là, capirai!”
esclamò
il viaggiatore. “Quelli sono gli orizzonti?” li
osservò Aria intensamente.
“Esatto…sembrano
così irraggiungibili, non credi?”
commentò lui. “Sono solo linee, ma mi
affascinano molto…fino ad ora gli ho visti solo sui libri e
adesso sono qui che
li guardo di persona. Non vedo l’ora di
raggiungerli!” esclamò Aria. “Gli
orizzonti non possono essere raggiunti, perché
più ci si avvicina e più loro
sono ancora lontani…gli avventurieri non avevano grandi
speranze nel
raggiungerli, soprattutto, per coloro che navigano
nell’oceano di Samara!”
spiegava lui con tono preoccupato. “Aspetta…che
significa?” domandò Aria non
comprendendo. “Adesso devo fare una cosa. Con
permesso!” si congedò con
educazione, dirigendosi sotto la nave.
Aria
guardò di nuovo gli orizzonti, ma non capiva le parole del
viaggiatore, poi si
avvicinò a Moon flower. “Dove sta
andando?” le domandò Aria. “Se fossi in
te,
non lo seguirei! C’è una cabina della nave in cui
lui non vuole che nessuno entri.”
le raccontò. “Cosa c’è in
quella cabina per cui non vuole che entriamo?” le
chiese curiosa Aria. “Non dovrei dirtelo, ma te lo dico
comunque…a patto che,
però, mi prometti che non entrerai in quella cabina e che
farai finta che io
non ti abbia mai detto nulla! D’accordo?” le fece
giurare Moonflower. “Promesso!”
giurò lei. “I primi tempi…quando entrai
a far parte della sua missione, facevo
sempre le pulizie delle nave come sto facendo adesso. Un giorno, entrai
per
caso in quella cabina e vidi una ragazza stesa in un letto. Respirava a
fatica quella
poverina!” raccontava Moonflower con tristezza.
“Chi era lei?” le domandò Aria.
“Lui mi beccò e mi disse che non sarei mai dovuta
più entrare in quella cabina.
Non mi raccontò nulla su di lei e nemmeno chi fosse. Un
altro giorno passai per
quella cabina e lui era dentro che le stringeva la mano. Le disse:
“Ti prometto
che troverò la cura, non mi arrenderò!”
aggiunse Moonflower. “Credi che sia la sua
amata?” si chiedeva Aria. “Non so chi sia, ma credo
che il viaggiatore sti
cercando una cura per lei!”.
Improvvisamente,
mentre le due parlavano, la bella giornata che era, iniziò a
cambiare. La nave
fu ricoperta da una fitta nebbia e quegli orizzonti che Aria aveva
scrutato
così chiaramente, scomparvero lentamente. “Che
succede?” si chiese Aria
spaventandosi. “Oh no! Viaggiatoreeeeee!!!
Viaggiatore!!!” corse Moonflower a
chiamarlo gridando per il sotterraneo della nave.
“Moonflower, aspetta! Che sta
succedendo?” le gridò Aria rimandendo sola sul
ponte della nave.
Si
voltò a guardare la nebbia, non si vedeva altro che un velo
grigio. Il cielo
blu che c’era, era sparito completamente. C’era
solo il rumore delle onde, ma
non quello stesso rumore con cui si era svegliata dolcemente. Era
qualcosa di
triste e solitario.
“Oh
no! Come temevo!” si affacciò fuori il
viaggiatore. “Che succede, qualcuno
vuole spiegarmi?” non capiva Aria i visi sconvolti dei due
compagni di viaggio.
“L’oceano di Samara è conosciuto per le
Nebbie labirinto. Sono pochi quelli che
si avventurano per questo oceano, ma è l’unica via
per giungere nel continente
di Klostrich, ovverò la prima tappa del nostro
viaggio!” spiegò il viaggiatore.
“Cosa sono le Nebbie labirinto?” chiese Aria
preoccupata. “Le nebbie labirinto
intrappolano le navi e impediscono loro di proseguire nel viaggio.
Potrebbero
passare ore, giorni, mesi e anni prima di uscirne fuori…o
forse mai!” concluse
il viaggiatore sconvolto. “Cosa? Moonflower è la
verità?” non poteva crederci
Aria. “Capita raramente di entrare nelle Nebbie labirinto, ma
non pensavo ci
sarebbe capitato visto che seguivamo un percorso giusto!”
esclamò lei. “Evidentemente,
abbiamo sbagliato qualcosa!”.
Poi,
una strana ombra nera si intravide nella nebbia, un ombra, che si
avvicinava
lentamente alla loro nave. “Che cos’è
quella?” si voltò Aria insieme agli
altri. “sembrerebbe un’altra nave, ma sarebbe
impossibile. Nelle Nebbie
labirinto non è mai capitato che due navi si
incontrassero!” esclamò il
viaggiatore stupito.
Infatti
era proprio una nave ad avvicinarsi. Si vedevano chiaramente, ad un
certo
punto, le vele, la bandiera e tutti gli altri particolari che
caraterrizzano le
navi stesse. Aria, il viaggiatore e Moonflower rimasero immobili e,
ascoltando
lo scricchiolio del legno proveniente da quella nave, attendevano la
sua
avanzata con timore e curiosità.
CONTINUA NEL SECONDO EPISODIO
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Capitolo 3 *** 1x03-Il prigioniero ***
CAPITOLO
TRE
“One
Who Shows the Way”
Cit.
“Non aveva altro scopo nella vita, era stato creato per
mostrare
la giusta via da seguire.”
La
misteriosa nave si stava avvicinando, il viaggiatore temeva in una
minaccia e
si mise davanti ad Aria e Moonflower in segno di protezione, poi,
l’altra nave
si fermò accanto alla loro. A prima vista sembrava non ci
fosse nessuno.
“Viaggiatore,
dove vai?” domandò Moonflower preoccupata.
“Bisogna controllare se ci sia
qualcuno all’interno della nave. Potrebbe esserci qualche
ferito che vaga ormai
da molto tempo!” esclamò il viaggiatore
avvicinandosi ad una macchina con delle
leve. “quelle cosa sono?” domandò Aria
curiosa. “ sono alcune strumentazioni
della nave. La leva verde, ad esempio, serve ad allungare un ponte di
collegamento
con un’altra nave. È così che scambiavo
le merci con altre navi!” spiegò il
viaggiatore, mentre il ponte, mediante un meccanismo di ingranaggi, si
allungava verso l’altra nave per collegarle. “ No,
viaggiatore! Non andare,
abbiamo paura!” commentò Moonflower.
“Tranquilla…andremo tutti insieme, non vi
lascio da sole!” esclamò il viaggiatore
sorridendole.
I
tre attraversarono il ponte e giunsero dall’altra parte. Il
viaggiatore iniziò
a fissare la bandiera posta sopra la nave; la guardava con leggero
timore. “Pirati!”
esclamò vedendo il disegno del teschio. “Sono
cattivi i pirati?” chiese Aria
vedendo la sua espressione. “ Dipende…ne ho
incontrati di amichevoli, ma non
sempre è così. Comunque sia, non dovete temere,
io vi proteggerò!” esclamò lui,
mentre Aria si sentiva già più al sicuro.
Improvvisamente, poi, nel silenzio di
quella nave misteriosa, si sentì una voce avvicinarsi.
“Ehilà!
Salve!” esclamò un tizio con la bandana in testa e
con un fisico robusto. “Allora
la nave non era disabitata. Dov’è
l’equipaggio?” chiese il viaggiatore. “
Siamo
solo in quattro, il resto dell’equipaggio è sceso
nelle isole Ripado!” esclamò
il pirata avvicinandosi a loro cordialmente. “Immagino il
perché! A nessuno
piace avventurarsi per l’oceano di Samara, soprattutto, se ci
si imbatte per le
Nebbie labirinto.” suppose
il
viaggiatore stringendoli la mano. “ Io sono Blugos, piacere
di conoscervi!” si
presentò il pirata. “lui, invece, è il
viaggiatore, il famoso viaggiatore!”
rise Aria presentandolo. “Aria, sei impazzita? Non devi
presentare il
viaggiatore a degli estranei, nessuno deve mai saperlo!” le
bisbigliò
Moonflower tirandole un pizzicotto. “Quindi lei è
il viaggiatore? Si sente
parlare di lei ovunque!” sorrise Blugos.
“Già! Allora…da quanto tempo siete
bloccati nelle Nebbie labirinto?” chiese il viaggiatore.
“Quasi due settimane.
Ormai stiamo esaurendo le provviste e presto saremo delle vittime. Ora,
conoscendo la sua fama e la sua gentilezza, mi chiedevo se potevate
darci una
parte dei vostri viveri per sopravvivere fino al diradarsi delle
Nebbie.
Prometto che alla prossima isola vi risarciremo!” chiese
aiuto quel pirata.
Subito dopo, arrivò un altro pirata; anche lui con la
bandana, ma più magro. “Mi
era sembrato di sentire delle voci, Chi sono questi, Blugos?”
chiese il pirata
appena arrivato. “ Vieni Flamming, ti presento il viaggiatore
e i suoi
compagni!” esclamò Blugos. “Salve! Che
fortuna incontrare il viaggiatore,
soprattutto, dove siamo adesso!” fu sorpreso Flamming
sorridendo. “Il suo
compagno, mi stava dicendo che siete a corto di provviste,
sarò felice di darvi
qualcosa. Seguitemi dall’altra parte!” gli
invitò il viaggiatore. “e noi che
facciamo?” domandò Aria al viaggiatore.
“Aspettate qui, non ci metteremo molto!”.
Erano
passati, ormai, dieci minuti da quando il viaggiatore e i due pirati
erano
passati nell’altra nave. Aria iniziava ad inspazientirsi, ma,
poi, udì come un
pianto provenire dalla stiva dei pirati. Moonflower si era incantata a
guardare
il pavimento sporco di quella nave, ma quando si accorse che Aria stava
scendendo nella stiva dei pirati, cercò di fermarla.
“Aria? Dove vai? Non hai
sentito cosa ha detto il viaggiatore? Dobbiamo aspettare
qui!” si agitò
Moonflower. “Rilassati, che vuoi che ci accada? E poi il
viaggiatore e quei
pirati sono via da minuti e io non riesco a stare seduta per
più di cinque
minuti!” scendeva Aria in quella stiva, con Moonflower alle
spalle. “sento che
sarà una pessima idea!” si preoccupava Moonflower.
“Senti anche tu questo
suono? Sembra qualcuno che piange!” Aria cercava di capire da
dove provenisse. “Io
sento solo la mia coscienza che mi dice di tornare sul ponte. Questa
non è la
nostra nave e non possiamo andarcene in giro come se ne fossimo i
padroni!” si
lamentava la piccola Moonflower.
La
loro conversazione, però, fu subito interrotta da un rumore
di passi. Qualcuno
si stava avvicinando a loro. “Oh no! Arriva qualcuno, te
l’avevo detto!” si
spaventò Moonflower, che fece uscire dalla sua tasca un
sacchetto con una
polvere scintillante. “Che cos’è
quella?” domandò Aria. “Polvere
dell’invisibilità!”
esclamò lanciandola su loro due. “Incredibile, non
vedo più i miei piedi e,
nemmeno, le mie mani! Sicura che dopo torneremo come prima?”
chiese Aria
preoccupata. “Shhhhh! Passa qualcuno, chiudi il becco,
Aria!” le tappò la bocca
con mano, mentre un altro dei pirati passava per il corridoio; aveva un
pugnale
nella sua cintura. “Hai visto anche tu?” le
bisbigliò Moonflower. “il suono del
pianto si sente di più, dev’essere dietro a questa
porta alle nostre spalle!”
si voltò Aria mettendo la mano sul pomello di quella porta.
“Aria, non lo fare!
Aria???” gridò Moonflower con voce bassa, ma Aria
era già dentro quella cabina.
“E
tu chi sei?” domandò Aria vedendo un bambino
dentro quella stanza; poi notò che
aveva i polsi e le le caviglie incatenate al muro. “Chi
parla?” domandò lui non
vedendo nessuno, mentre Aria cercava di staccare le sue catene dal
muro, poi l’effetto
dell’invisibilità finì. “Io
sono Aria e la mia amica si chiama Moonflower. Ora
ti stacchiamo queste catene, sono stati quei pirati, vero? Comunque tu
sei?”
Chiese Aria, mentre non si accorgeva di fare rumore tirando le catene.
“Aria,
fa piano o ci sentiranno!” la avvertiva Moonflower stando di
guardia accanto
alla porta. “Si, sono stati i pirati. Sono
Benjamin!” esclamò lui. “Niente, non
riesco a staccartele!” si arrese Aria, poi sulla sul palmo
della mano di
Benjamin notò un simbolo disegnato sopra. “Ehi, ma
io ho già visto quel
simbolo!” esclamò Aria tirando fuori il suo libro
dato a lei dal signor
Obelauwer prima di iniziare il viaggio. “Vi prego andatevene
o loro si
accorgeranno di voi e vi prenderanno come prigioniere! Non dovete
salvarmi, noi
siamo destinati a stare dove siamo!” si preoccupava Benjamin.
“Tu sei una
bussola umana, fai parte della stirpe dei Rosei ventis…qui
il libro dice che
siete creati per mostrare la strada a chi l’ha
smarrita!” lesse Aria sul suo
libro. “Sono stato rapito dal mio villaggio, ogni anno i
pirati ci prendono e
ci portano con loro!” spiegò Benjamin con volto
triste. “Ora capisco. Rappresentate
una garanzia per chi si avventura nell’oceano di
Samara!” esclamò Moonflower. “Esatto!
Non sono in molti, coloro, che riescono ad uscire dalle Nebbie
labirinto e l’unico
modo per uscirne e portare con se un Rosei ventis!”
continuò Benjamin, mentre
Aria non riusciva a concepire che un bambino sia portato via dalla sua
famiglia
e tenuto prigioniero in solitudine. “Bhè, noi non
ti lascieremo qui! Moonflower
aiutami a trovare qualcosa per rompere le catene!”.
Mentre
cercavano uno strumento per liberare il piccolo Benjamin, avvicinandosi
accanto
alla finestra di quella cabina, Moonflower vide i pirati
nell’altra nave che
portavano tutte le loro provviste alla loro nave. “Ma che
succede?” esclamò
Moonflower guardandoli attraversare il ponte di collegamento.
“A quanto pare ci
rubano tutte le provviste, non sono dei pirati amichevoli. Mi chiedo
dove sia
il viaggiatore!” si avvicinò anche Aria alla
finestra. “Credi che gli abbiano
fatto del male?” si chiedeva Moonflower preoccupata.
“Non lo so, ma dobbiamo
liberare Benjamin e tornare sulla nostra nave!”
escoamò Aria un po’ spaventata,
infondo era una ragazzina e non si era mai trovata in situazioni di
questo tipo…
CONTINUA
NEL QUARTO EPISODIO
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Capitolo 4 *** 1x04-Orizzonti ***
CAPITOLO QUATTRO
“Beyond
the Sea”
Cit.
“Il suo tocco poteva trasformarli in ghiaccio se solo lui
l’avesse
voluto. Si tratta di un potere raro il suo; derivato da una pietra
incastrata
nel suo petto”.
I
pirati si rivelarono per ciò che erano
realmente: Spietati ladri di mare. Aria e Moonflower guardavano fuori
dalla
finestra della nave, i pirati, mentre trasportavano tutte le scorte
sulla loro
nave.
“Sentivo
che non dovevamo fidarci di loro. Mi
chiedo cos’avranno fatto al povero viaggiatore!”
era in ansia Moonflower. “Liberiamo
Benjamin e poi andiamo a cercarlo!” propose Aria. Poi, fuori
dalla cabina, si
sentirono delle voci. “ Dove sono le due ragazze che erano
con lui?” domandò
uno dei parati. “devono essere qui da qualche
parte!” rispose l’altro.
Subito
dopo, i pirati smisero di parlare,
mentre Aria, Moonflower e Benjamin rimanevano con il fiato sospeso.
Improvvisamente, il pomello della porta iniziò a girarsi.
“Oh no, se ci trovano
qui ci cattureranno!” bisbigliò Mooflower
spaventata. “Se ci catturano come
faremo a cercare il viaggiatore?” domandò Aria in
quella situazione senza via d’uscita.
“Fuggite da qui esattamente come siete arrivate. Da
invisibili!” suggerì
Benjamin. “ Ma non ho abbastanza polvere per
entrambe!” controllò Moonflower nel
suo sacchetto. “Una di noi dovrà andare o saremo
tutti catturati!” spiegò Aria.
“D’accordo. Vai a cercare tu il viaggiatore, ma
promettimi che tornerete
indietro a salvarci!” era terrorizzata Moonflower
all’idea di restare
prigioniera dei pirati. “Non potremmo mai lasciarvi qui, o
almeno, non il
viaggiatore. Lui salva tutti, no?” la rassicurò
Aria.
Moonflower
raccolse la poca polvere dell’invisibilità
rimasta e la soffio su Aria. Uno dei pirati irruppe nella cabina.
“Ecco qua l’altra
intrusa!” esclamò il pirata avvicinandosi a
Moonflower per catturarla. “Lasciami
mostro!” cercava di scappare Moonflower, ma lui la prese.
“Visto Benjamin? Hai
una nuova amica con cui passare del tempo!” la
incatenò accanto a Benjamin
ridendo in maniera rozza e malvagia. “Cosa avete fatto al
viaggiatore? Rispondi
vigliacco!” si agitava Moonflower. “Aspetta un
secondo…dov’è l’altra
ragazzina?”
si guardò attorno il pirata nel tentativo di scrutare il
volto di Aria nella
cabina, ma niente; lei non c’era. “Non so di chi
parli!” esclamò Moonflower.
Aria,
ancora in quella cabina, stava in
silenzio in un angolo, poi, lentamente, si diresse verso la porta
lasciata aperta
dal pirata. Sempre lentamente, risalì sul ponte della nave e
sperando che l’effetto
della polvere invisibile non finisca, attraverso il ponte di
collegamento
giungendo di nuovo sulla sua nave.
Arrivata
lì, vide il viaggiatore seduto
contro la parete della cabina di comando e con le mani legate.
“Viaggiatore!
Viaggiatore! Svegliatevi, presto!” lo chiamava Aria stando
attenta a non essere
scoperta dai pirati. “Aria? Ma sei invisibile?”
tornò cosciente il viaggiatore.
“Moonflower e Benjamin sono stati catturati dai pirati,
dobbiamo andare subito
a salvarli!” lo mise al corrente Aria, mentre gli slegava le
mani dalle corde. “Chi
è Benjamin?” chiese il viaggiatore alzandosi in
piedi. “ I pirati l’hanno
rapito dalla sua isola e lo usano per navigare su questo oceano. Lui
è un Rosei
Ventis!” spiegò Aria. “Ora è
tutto chiaro. Usano il ragazzo per trovare le
altre navi, poi saccheggiarle e, infine, uscire dalle Nebbie
labirinto!” esclamò
il viaggiatore osservando il ponte. “Quindi qual è
il piano? Se l’hanno stesa
una volta, posso farlo ancora!” Aria insinuò che
il viaggiatore non sapeva
difendersi. “Pensi che non possa contrastare quattro pirati?
Mi hanno preso di
sorpresa prima, ma ora che so di cosa sono capaci, non la faranno
franca!”.
L’effetto
della polvere invisibile terminò,
ma, ormai, Aria era al sicuro con il viaggiatore. I due percorrevano il
ponte
della nave, camminando dietro ai barili e alle scatole di legno,
improvvisamente, però, Aria fece cadere una pila di barili
che rotolarono
ovunque. “ Ops!” esclamò lei guardando
il viaggiatore mortificata. Tre dei
pirati si accorsero di loro. “Ma guardate un po’
chi c’è! Il viaggiatore e la
ragazzina!” esclamò uno di loro. “ Aria
corri nella cabina dove sono entrato
stamattina, prima che incontrassimo i pirati e restaci!”
bisbigliò lui ad Aria.
“Non ti lasciò da solo!” era cocciuta
lei. “ Aria per favore, vai! In quella cabina
c’è mia sorella e se dovesse accadermi qualcosa,
vorrei che tu le stessi
accanto!” esclamò lui e Aria, senza insistere,
iniziò a correre verso l’entrata
della stiva. “No, ragazzina. Tu non vai da nessuna
parte!” esclamò uno dei
pirati sputando una strana sostanza dalla bocca. Quella sostanza fece
attaccare
Aria per i polsi alla parete. “Oh no! Mi ha
bloccata!” esclamo Aria non
riuscendo a staccarsi dalla parete, quella sostanza si era
solidificata. “
Aria, non temere…ci penso io!” la
rassicurò il viaggiatore. “Ma guardatelo,
vuole fare l’eroe!” risero i pirati.
Il
viaggiatore iniziò a guardare i tre
pirati. “Se lasciate questa nave e liberate i due
prigionieri, non vi sarà
fatto del male. Al contrario…” alludeva il
viaggiatore alla violenza che
avrebbe utilizzato se non avessero fatto come diceva lui.
“Cosa ci fai
altrimenti? Adesso ti sistemo io!” corse uno dei pirati
contro il viaggiatore,
ma egli toccandolo con una sola mano lo trasformò in una
statua di ghiaccio,
lasciando Aria e gli altri due pirati ad occhi sgranati per la scena.
“ Mi
dispiace, ma io ti avevo avvertito!” esclamò il
viaggiatore al pirata
ghiacciato, poi si diresse verso gli altri due e diede loro lo stesso
trattamento.
“Santo
cielo! Come hai fatto?” domandò Aria,
mentre la sostanza che la teneva attaccata al muro si
sbriciolò. “Hai mai
sentito parlare delle pietre arcobaleno?” le chiese il
viaggiatore mostrandole
il petto: vi aveva una pietra azzurra incastrata. “Wow, fa
male? Comunque non
ne avevo mai sentito parlare!” Aria lo guardò
impressionata. “Sul tuo libro
saranno citate sicuramente. Ne sono sette e ognuno di essa conferisce
un potere
particolare a chi la possiede. Ovviamente c’è chi
la usa per scopi malvagi ed è
cui che devo farti una rivelazione!” le confessò
il viaggiatore, mentre
attraversavano il ponte di collegamento per andare a liberare
Moonflower e
Benjamin. “Il mio compito non è solo portare ai
villaggi le provviste e i
medicinali, la mia missione è anche recuperare le pietre
arcobaleno finite in
mani malvagie!” spiegò lui. “Aspetta,
quindi quel pirata che mi ha lanciato
quella sostanza aveva una pietra arcobaleno?”
domandò Aria. “No, no! Alcuni
poteri derivano anche da erbe magiche che crescono in luoghi sperduti
dei sette
mondi…come ad esempio la polvere
dell’invisibilità!”
Moonflower
e Benjamin furono finalmente
liberati , le quattro statue di ghiaccio dei pirati furono lasciate sul
ponte
della loro nave, mentre il viaggiatore e i suoi compagni si staccarono
dalla
nave pirata per ripartire. “ Per fortuna Aria è
riuscita a salvarti, altrimenti
saremmo rimasti nelle mani di quei pirati!” disse Moonflower
al viaggiatore. “Allora
Benjamin, da che isola provieni?” gli chiese il viaggiatore.
“Dalle isole
Ripado! E da lì che i pirati mi hanno preso!”
esclamò Benjamin. “Le isole
Ripadi. Non sono molto vicine…questo vorrà dire
che per un po’ viaggerai con
noi prima di tornare a casa!” esclamò il
viaggiatore sorridendogli. “ Per me
non è un problema dal momento che vi sono grato per avermi
salvato!” si chinò
Benjamin in segno di educazione per ringraziare. “Non devi
ringraziarci,
piuttosto, ho seguito le indicazioni che ci hai fornito sulla rotta
e…” e in quell’istante
la nebbia iniziò a diradarsi e finalmente tornò a
vedersi il cielo e le isole
circostanti. “e devo dire che hai un potere
eccezionale!” completò la frase il
viaggiatore, mentre tutti ridevano nel vedere di nuovo la luce
splendente del
sole e dell’acqua cristallina. “Si vedono di nuovo
gli orizzonti, quindi questo
significa che siamo usciti dalle Nebbie labirinto!”
esclamò Aria felice. “Noi
ne siamo usciti, ma che ne sarà di quei pirati?”
domandò Moonflower. “Hanno
avuto ciò che meritavano. Quando il ghiaccio si
scioglierà, si ritroveranno a
vagare nelle Nebbie labirinto per molto e molto tempo. Ora
l’importante, però,
è pensare al viaggio che ci aspetta…
CONTINUA NEL QUINTO EPISODIO
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Capitolo 5 *** 1x05-La luce alla fine della grande caverna ***
CAPITOLO
CINQUE
“Journey
Without End”
Cit.
“Chi ci passava accanto, non poteva che esserne attratto.
Era impossibile sfuggire a quella corrente così travolgente
e misteriosa. La
via della salvezza era lontana per coloro che erano ormai
perduti”.
Il
viaggio era ricominciato e nel gruppo c’era un nuovo compagno
di viaggio.
Benjamin avrebbe viaggiato con i suoi nuovi amici per molto tempo prima
di
tornare a casa, ma questo non lo demoralizzava, perché
sapeva che ora, una
speranza di ritornare dalla sua famiglia c’era ancora.
“Allora,
Benjamin? Hai sorelle?” gli domandò Aria intorno a
lui con Moonflower.
“Ehm…no!” era a disagio Benjamin.
“Quanto anni hai? Che lavori sai fare? Posso
chiamarti Ben?” lo riempiva di domande Moonflower.
“Ragazze, lasciatelo respirare!”
rideva il viaggiatore. “Quando arriveremo alla prossima
destinazione?” si
avvicinò Aria a lui. “L’isola di Pan
è dove dobbiamo arrivare. In due giorni
saremo lì!” rispose lui affacciato sulla ringhiera
con il vento tra i capelli. “Non
hai paura di cadere?” si preoccupava Aria. “No,
Aria…non ho paura di cadere. Il
vento mi sorregge! Vuoi provare?” le tese la mano il
viaggiatore; lei salì
vicino a lui. “Non aver paura. Abbraccia il vento e chiudi
gli occhi!” la
rassicurò il viaggiatore tenendola. “Wow!
È bellissimo!” esclamò Aria con
braccia aperte e occhi chiusi rivolti verso il cielo. Poi
aprì gli occhi e
iniziò a diventare serie. “Posso farti una
domanda?” chiese Aria. “Ma certo,
Aria!” rispose lui, dietro di lei che la sorreggeva tenendola
per i fianchi. “Cosa
è successo a tua sorella?” domandò
Aria. “Sapevo che prima o poi me l’avresti
chiesto. Lei si chiama Annabelle. Noi ci volevamo tanto bene; da
piccoli
eravamo così legati, che se uno di noi finiva in punizione,
l’uno rimaneva con
l’altro. Il giorno in cui sono partito, era il giorno in cui
ci saremmo
separati per la prima volta e di questo ne soffrimmo, ma lei non voleva
lasciarmi e fece come te!” ne parlava il viaggiatore con
commozione. “ Come me?”
non capiva Aria. “Si, lei si intrufolò nella mia
nave non dicendolo a nessuno.
Proprio come hai fatto tu!” le sorrise il viaggiatore, anche
se dentro di lui
ne soffriva. “Perché non si risveglia, cosa le
è accaduto?” era curiosa Aria,
ma, al tempo stesso, era dispiaciuta per lui. “Prima che
Moonflower si unisse a
me nel mio viaggio. Io e Annabelle ci fermammo all’isola di
Watertown, lì, lei,
conobbe un un ragazzo di nome Blain. Per tre giorni si frequentarono e
l’ultimo
giorno prima di lasciare l’isola lei me lo
presentò. Sembrava così un bravo
ragazzo, ma…” il viaggiatore aveva uno sguardo
arrabbiato mentre ne parlava. “Ma?”
gli chiese di continuare Aria. “Lo invitai ad unirsi nel
nostro viaggio e lui
accettò, ma la sera stessa…fece salire sulla nave
degli altri individui che
saccheggiarono la mia nave e, per far in modo che io non li seguissi,
punserò
Annabelle, nel sonno, con la spina di un fiore chiamato Barbatau e da
quel
momento lei non si è più risvegliata, nemmeno,
per un secondo!” scese una
lacrima dal volto del viaggiatore. “Mi dispiace tanto, non
pensavo che esistesse
tanta malvagità nella gente!” era triste Aria.
“Ora sono in viaggio e la mia
missione non è solo trovare le pietre arcobaleno, ma anche
l’antidoto che
risveglierà la mia sorellina!” esclamò
il viaggiatore pieno di speranza. “Ti
auguro di trovare quell’antidoto con tutto il cuore e io ti
aiuterò!” era
sincera Aria.
Improvvisamente,
la nave fece un movimento brusco. “Aria ti
tengoooo!” la prese il viaggiatore,
prima che potesse cadere di sotto. “Oh mio Dio, che
succede?” chiese Aria
spaventata, mentre scendeva dalla ringhiera. “Viaggiatore che
sta succedendo?”
chiese Moonflower avvicinandosi al viaggiatore con Benjamin.
“Qualcosa non va!
Stiamo uscendo dal giusto percorso!” disse Ben accingendo al
suo potere. “Già,
Benjamin ha ragione! Stiamo uscendo fuori rotta!”
esclamò il viaggiatore
cercando di girare il timone nel verso giusto, ma qualcosa lo bloccava.
“ Che
succede?” chiese Moonflower al viaggiatore. “Il
timone è bloccato! E come se
qualcosa ci sta tirando via!” suppose il viaggiatore.
“Guardate! Le onde vanno
verso destra, in maniera obliqua e ci stanno tirando con
loro!” .
Pochi
minuti dopo, il viaggiatore e gli altri aspettarono di capire dove le
onde gli
stavano portando, quando, finalmente, si vedeva vicino
l’entrata di una
caverna; le onde andavano proprio in quella direzione. “E
solo una mia
impressione o quella caverna ci sta…risucchiando al suo
interno?” commentò
Moonflower. Intanto, Aria, aprì il suo grande libro.
“Guardate! L’immagine che
c’è sul libro raffigura proprio quella caverna.
Qui viene chiamata la caverna
infinita!” lesse Aria. “E cosa dice?”
chiese Benjamin. “Non c’è scritto molto,
dice solo che è una caverna in cui non bisogna avventurarsi,
oppure, non vi si
fa più ritorno!” lesse ancora Aria allarmando
tutti. “ Viaggiatore che
facciamo? Le onde ci stanno trascinando dentro ormai!” chiese
Moonflower
agitata al viaggiatore. “Non possiamo fare niente, purtroppo,
siamo in balia di
queste onde. Non ci resta che attendere!” esclamò
il viaggiatore con sguardo
preoccupato.
Erano
già dentro, le onde smisero di fluire e l’acqua
divenne piatta una volta nella
caverna. Era silenziosa, si sentiva solo l’acqua gocciolare
dal soffitto. “questa
ceverna è enorme!” esclamò Aria
stupefatta da tanta imponenza. “L’uscità
sembra
così lontana!” esclamò Benjamin a bocca
aperta. “Il mare è calmo, perché la
nave continua a muoversi?” chiedeva Moonflower. Poi, la nave,
improvvisamente,
si fermò. Era davanti ad un altro passeggio situato proprio
nel bel mezzo della
caverna.
“Perché
la nave si è fermata qui?” era intimorita Aria da
quell’oscurità in fondo al
passaggio. “Non lo so, ma dobbiamo trovare il modo di tornare
indietro!” si
rimboccò le maniche il viaggiatore.
“Ehì, Ragazzi! C’è qualcosa
che galleggia
vicino all’entrata di quel passaggio!”
Gridò Benjamin, mentre correvano tutti a
vedere. “Ma è un indumento!”
esclamò Aria. “Credete che ci sia qualcun altro in
questa caverna?” si domandava Moonflower spaventata.
Improvvisamente
si udì un canto provenire da quella grotta; un canto di
donna, un canto piacevole.
“Ehì, ma che
cos’è?” Aria guardò
Moonflower. “Qualcuno sta cantando!
Viaggiatore, chi può essere?” gli
domandò Moonflower, ma lui guardava in
maniera fissa quella caverna. “Viaggiatore?
Ehì??” mosse le mani Moonflower
davanti agli occhi del viaggiatore. “Ma che
cos’ha?” chiese Aria.
“Benjamin???”
lo scosse Aria, ma lui fissava la caverna in maniera incessante. I due
sembravano come assenti e i loro occhi erano diventati grigi, quasi
come se non
fossero più lì mentalmente. “ Aria
c’è qualcosa che non va e qualcosa mi dice
che c’entra qualcosa quel canto!” disse Moonflower.
“Ma cosa facciamo? Non si
muovono, ne ci rispondono. Poi, i due, disserò in coro:
“Dobbiamo andare!”e,
subito dopo, si tuffarono in mare senza pensarci due volte.
“Viaggiatoreeee??
Benjamin??? Ma cosa fate???” Gridò Aria sconvolta
insieme a Moonflower. “Ehì,
dove andateeeeee???” Gridò anche Moonflower,
mentre i due nuotavano verso l’oscurità
di quella grotta…
CONTINUA NEL SESTO EPISODIO
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Capitolo 6 *** 1x06-Il gioco delle sirene ***
CAPITOLO SEI
“Godliness”
Cit.
“Sono affascinanti, manipolatrici e amano la ricchezza.
Nessuno poteva resistere ai loro occhi e alla loro voce incantevole;
erano
donne perfette. La loro bellezza era conosciuta a tutti, ma non a loro
stesse, questo
perché, se si fossero viste riflesse in uno specchio, anche
per un solo
secondo, avrebbero visto chi erano in realtà”.
“Non
posso credere che siano andati via
così!” esclamò Aria sconvolta, mentre
guardava la caverna dalla ringhiera della
nave. “Il viaggiatore e Ben non l’avrebbero mai
fatto di proposito!” suppose
Moonflower. “Intendi dire che qualcuno gli ha costretti? Ma
come? le chiedeva
Aria. “Dev’essere stato quel canto!”
esclamò Moonflower. “Senti, questa storia
non mi piace per niente. Dobbiamo andare a riprenderli e uscire subito
da
questa grande caverna!” Aria corse giù nella stiva
della nave. “Ferma Aria?
Cos’hai in mente? Non vorrai raggiungerli a nuoto
spero!” la rincorse
Moonflower. Aria si era fermata davanti alla cabina di Annabelle.
“Aria?? Lo sai
che il viaggiatore non vuole che entriamo dentro quella cabina! Che
vuoi fare?”
chiese Moonflower, mentre Aria appoggiava la mano sul pomello della
porta.
“Bhè, lui non è qui! Perciò
seguimi, forse so come raggiungere i ragazzi!”
esclamò Aria aprendo la porta ed entrando. “No!
Aria!” cercò di fermarla
Moonflower, ma era troppo tardi. Le due erano già dentro ed
erano ferme ed
immobili a guardare Annabelle distesa nel letto.
“Poverina!” esclamò
Moonflower. “Sapevi che era sua sorella? È stata
avvelenata!” le disse Aria.
“No, non sono così intima con il viaggiatore.
Sapevo dell’esistenza di questa
ragazza all’interno di questa cabina, ma lui non mi ha mai
raccontato nulla!”
esclamò Moonflower, mentre Aria alzava libri e frugava per
l’intera cabina. “Ma
cosa stai cercando?” le chiese Moonflower guardandola
perplessa. “Ricordi
quando siamo stati attaccati dai pirati? Il viaggiatore mi disse che
dovevo
venire qui e portare in salvo sua sorella!” rispose Aria.
“Quindi?” chiese
Moonflower. “Come potevo portare in salvo sua sorella? Non
c’è una via d’uscita
in questa cabina…poi mi sono ricordata di quel marchingenio
con le leve; quello
che il viaggiatore ha usato per far uscire quel ponte che ha collegato
le
navi!” spiegò Aria, mentre Moonflower la seguiva
nel suo ragionamento. “Intendi
dire che il viaggiatore ha costruito una via
d’uscità, proprio da questa
cabina?” chiese lei. “Io credo di
sì!” disse Aria facendo scricchiolare il
pavimento che c’era al di sotto di un tappeto. Le due si
guardarono e poi si
chinarono a terra per rimuovere il tappeto e Aria aveva ragione;
c’era una
specie di porta. “Ma perché non si
apree!” gridò Moonflower con la faccia rossa
per lo sforzo. “Inutile, non si apre!” disse Aria
sedendosi affaticata sul
pavimento. “Adesso cosa facciamo?” chiese
Moonflower altrettanto stanca. “Forse
ci sono! Aspettami qui!” esclamò Aria uscendo
dalla cabina. “Ma dove vai?
Aria??” gridò Moonflower. Improvvisamente, poi, la
porta nel pavimento si aprì
con un click. “Incredibile! Come ci sarà
riuscita?” disse Moonflower tra sé e
sé, mentre Aria ritornò in cabina.
“Sì! Ci sono riuscita!” gridò
Aria
sorridendo di contentezza. “Ma come??” si chiedeva
Moonflower. “Ho tirato una
delle leve, non è stato difficile! Ho pensato che se era
andata così per il
ponte, avrebbe funzionato anche con questa porta chiusa!”
spiegò Aria, mentre
le due aprivano quella porta.
Sollevata
la porta, al di sotto di essa c’era
il fondale marino e una piccola barca di emergenza per la fuga,
attaccata alla
nave con delle corde. “Incredibile, il viaggiatore ha
progettato davvero
tutto!” disse Moonflower stupita. “ Forza
scendiamoci dentro e andiamo a
cercare il viaggiatore e Ben!” disse Aria, mentre le due si
calavano dentro,
chiudendo la porta al di sopra di loro.
Le
due iniziarono a remare per il piccolo
tunnel costruito appositamente per far uscire la barca dalla nave.
Uscite dalla
nave, si ritrovarono davanti alla caverna in cui avevano visto il
viaggiatore e
Ben avventurarsi. “Hai paura?” chiese Moonflower.
“No. Sono che ci sono i miei
amici in quella caverna, perciò non ho paura; qualunque cosa
ci sia lì dentro!”
disse Aria con determinazione, mentre le due iniziavano a remare e ad
inoltrarsi in quella caverna.
Passarono
diversi minuti, le ragazze
iniziavano ad annoiarsi e ad essere stanche di remare.
“Secondo me ci siamo
perse!” disse Moonflower sbuffando. “Non ci siamo
perse, questa caverna è a
senso unico!” precisò Aria. “Dimenticavo
che sei la saputella del gruppo!”
esclamò Moonflower facendo una smorfia con la faccia.
“Non sono una saputella,
ho semplicemente usato il cervello!” disse Aria innervosita
dal commento.
Improvvisamente, si udirono delle voci. “Hai
sentito?” chiese Aria a
Moonflower. “Guarda c’è una
riva!” le indicò Moonflower.
“Attracchiamo e
andiamo a vedere da dove provengono queste voci!” disse Aria
scendendo dalla
barca e tirandola a riva. “Piano, Aria! Rischio di cadere in
acqua, non sono
mica alta come te! E non so nemmeno nuotare!” si
lamentò Moonflower. “Forza,
sono solo due centimetri d’acqua! Scendi!” la
tirò giù Aria. “ E va bene, sono
scesa!” esclamò Moonflower, mentre Aria tirava la
barca fuori dall’acqua.
Intanto,
le voci, erano sempre più vicine.
“Sono voci di donne!” le riconobbe Aria, mentre le
due camminavano all’interno
della caverna. “Già, hai ragione!”
esclamò Moonflower. Poi, improvvisamente,
videro intravidero proprio delle donne insieme ad altre persone.
“Oh, no!
Nascondiamoci!” Aria tirò Moonflower dietro ad una
roccia. “Ehì?? Potevi almeno
avvisarmi!” disse Moonflower stordita per le maniere di Aria.
“Smettila di
lamentarti e guarda!” le disse Aria sconvolta per quello che
stava vedendo.
C’erano
donne bellissime ovunque, che
sdraiate, venivano adulate e venerate da uomini. Alcuni imboccava loro
dell’uva, altri le facevano vento con una palma e, altri
ancora, spostavano
grossi sacchi pieni di ricchezze di ogni genere.
“Ma
è terribile!” esclamò Aria.
“Guarda! Ci
sono anche Ben e il viaggiatore!” le indicò
Moonflower. “Sembra quasi che siano
sotto il loro controllo!” notò Aria il
comportamento di tutti gli uomini che
c’erano in quella caverna. “Che cosa
facciamo?” chiese Moonflower ad Aria,
mentre lei stava fissando una delle sirene. “Hai visto? Una
di quelle donne
porta sulla fronte, una di quelle pietre di cui parlava il
viaggiatore!” notò
Aria. “Hai ragione è identica a quella che ha il
viaggiatore, solo che la sua è
azzurra!” disse Moonflower, mentre Aria tirava il suo libro
dalla borsa. “Ma ti
sembra il momento di metterti a leggere un libro?” la
guardò storto Moonflower.
“C’è una pagina dedicata alle pietre
arcobaleno. Voglio sapere quali sono i
poteri di quella posseduta da quella donna!” disse Aria
sfogliando le pagine.
“Allora…eccola! Si tratta della pietra della
persuasione, essa rende , a chi la
possiede, il potere di crontrollare ogni creatura vivente, senza che si
ribelli
al suo volere. Si trova nel profondo dei mari, luogo raggiungibile solo
dalle…sirene!” lesse Aria per poi guardarsi con
Moonflower. “Quindi quelle sono
sirene? E dove sarebbero le loro code?” chiese Moonflower.
“Non lo so, ma dobbiamo
trovare il modo di salvare tutte quelle povere vittime e anche i nostri
amici!”
rispose Aria pensando a come fare. “E una parola. Siamo noi
due contro una
dozzina di donne-sirene con annessi schiavi! Sul libro non
c’è scritto come
fare per contrastare le sirene o l’effetto della
persuasione?” chiese
Moonflower. “Purtroppo no! Ma sento che per porre fine a
tutto dobbiamo
staccare la pietra incastrata nella fronte della sirena!”
spiegò Aria, mentre
Moonflower era prossima a fare uno starnuto. “Moonflower che
ti sta succedendo?
Non dirmi che stai per starnutire?” le chiese Aria
preoccupata del fatto di
essere scoperte. “Ho paura di si! Sono allergica alle alghe
che ci sono su
questa roccia!” disse Moonflower non trattenendosi
più.
Fu
così che lo starnuto rimbombò per tutta la
caverna. Le due ragazze, a quel punto, si nascosero ancora di
più dietro a
quella roccia, e ad occhi chiusi speravano di non essere state
scoperte, ma la
fortuna non girava da quella parte.
“Ma
guardate chi abbiamo qui…delle intruse!”
si affacciò dietro a quella roccia una delle donne.
“S…s…salve!”
esclamò
Moonflower terrorizzata. “Avete fatto un grande errore
decidendo di venire
qui!” disse la donna prendendole e trascinandole dalle altre.
“Lasciami, brutta
strega!” si lamentò Aria per la
brutalità con cui veniva trascinata. Poi, le
due povere malcapitate, finirono al cospetto del gruppo di sirene e
quella
seduta su un trono fatto di perle, sembrava esserne la regina.
“Che cosa ci
fate qui, voi due? Come osate?” chiese la regina.
“Rivogliamo i nostri amici,
ecco cosa vogliamo! Cosa avete fatto e questi poveri uomini!”
disse Aria,
mentre le sirene scoppiarono a ridere. “Ai chiamato questi
miseri servi:
Uomini?” chiese la regina, quasi divertita dalle parole di
Aria. “Aria, ti
prego! Abbassa i toni!” la avvertiva Moonflower preoccupata.
“La tua amica a
ragione…farai meglio ad abbassare i toni con noi! Siamo
belle, ma possiamo
essere molto perfide e crudeli!” esclamò la regina
iniziando a parlare con tono
serio. “Cosa avete fatto a tutti loro?” chiese Aria
senza paura. “Loro sono i
nostri servi è semplice! Ci venerano, obbediscono ai nostri
ordini…sono i
nostri giocattoli!” rispose la regina. “Siete solo
delle imbroglione! Questi
uomini sono vittime di un incantesimo…se solo tornassero
alla ragione, le cose
sarebbero ben diverse!” disse Aria con arroganza, mentre la
regina,
infastidita, si alzò e la prese per il collo.
“Come osi lurida ragazzina? Non
hai idea di quello che potrei farti per aver detto una cosa del
genere!” le
disse la regina stringendole la gola. “Ariaaaaaa! Lasciala
andare!” gridava
Moonflower terrorizzata.
Ormai,
nessuno poteva aiutarle ad uscire da
quella situazione; forse solo un miracolo poteva farlo…
CONTINUA NEL SETTIMO EPISODIO
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Capitolo 7 *** 1x07-Fuori rotta ***
CAPITOLO SETTE
“Free
From the Speel”
Cit.
“Quando si possiede un oggetto magico, bisogna essere
consapevoli delle conseguenze che potrebbe portare con se. Una pietra
sacra,
infatti, potrebbe anche dare vita ad una tempesta senza fine, se
distrutta!”.
Aria
era distesa su un cumulo di richezze, con le mani della sirena regina
intorno
al collo. “Lasciami andare brutta strega!” ansimava
Aria, cercando di
liberarsi. “Lasciatela andare!” gridava Moonflower.
“Tu sta zitta!”, una delle
sirene tirò un calcio a Moonflower.
“Nooo!” gridò Aria. “Aiutoooo!
Viaggiatore,
ti prego!” continuava a gridare lei. “Non
può sentirti, cara. Lui e tutti gli
altri, sono sotto il mio controllo adesso!” rideva la regina
delle sirene,
mentre stringeva il collo di Aria sempre più forte.
Lentamente
Aria riusciva a respirare sempre meno, ma, mentre si muoveva per
liberarsi, uno
specchio scivolò accanto a loro e, per un solo secondo, la
regina si voltò
specchiandosi; ciò che vedeva, la terrorizzò a
morte, la sua bellezza riflessa
come il peggiore dei suoi incubi. “Oooh, Dio! Che orrore, che
orrore!”, la
regina mollò la presa e iniziò a toccarsi il viso
sperando che quel volto
rugoso visto allo specchio non sia reale. In quel momento, anche Aria
vide ciò
che era riflesso nello specchio, e approfittando della distrazione
della
regina, impugnò lo specchio e lo frantumò dritto
al centro della sua fronte;
proprio dove c’era la pietra della persuasione.
“Prendi questo, Maledetta!”
esclamò Aria, mentre si risollevava, intanto, in seguito
alla rottura della
pietra, le sirene caddero a terra svenute, e gli uomini ripresero la
facoltà
delle loro azioni. “Ariaa?? Cosa è successo a
Moonflower??” il viaggiatore era
rinsavito e si avvicinò alle due ragazze. “Le
sirene l’hanno attaccata!” spiegò
lei, mentre il viaggiatore prendeva in braccio Moonflower.
“Aria!” esclamò Ben
felice di rivederla. “Ben, stai bene?” era contenta
anche lei. “Si, ma cosa è
successo a Moonflower?” chiese Ben, preoccupato.
“Le sirene ci hanno attaccato,
mentre venivamo a salvarvi. Però non preoccuparti,
starà bene!” era fiduciosa
Aria, che poi notò uno sguardo di terrore negli occhi di
Ben. “Benjamin, che ti
succede?” gli chiese Aria. “Alla riva della
caverna. L’acqua si sta alzando!”
le indicò Ben alle sue spalle e Aria si voltò a
guardare. “Cosa? Ma era calma
l’acqua, fino a poco fa!” non capiva lei.
“Aria, cosa avete fatto?” chiese il
viaggiatore. “Niente. Ho solo distrutto la pietra che era
incastrata sulla
fronte della sirena. Quella che vi teneva suoi prigionieri!”
spiegò Aria come
se il viaggiatore la stesse accusando. “Quella pietra
apparteneva al mare,
Aria! Andava rimessa al suo posto e non distrutta!”
esclamò il viaggiatore con
tono angosciato.
Aria
percepiva la sua delusione . “Mi dispiace, ti giuro che non
lo sapevo. Ora che
succederà?” chiese lei mortificata. “La
sua distruzione ha appena causato una
violenta tempesta. Se non abbandoniamo in fretta questa rotta,
rischiamo di
rimanere bloccati qui!” esclamò con tono serio e
preoccupato, intanto gli altri
uomini, ormai salvi dall’incantesimo, erano confusi e
spaventati; il
viaggiatore pensò che era suo dovere aiutarli.
“Signori, ascoltatemi! Io sono
il viaggiatore e insieme a voi sono stato vittima della persuasione
delle
sirene. Ora loro non sono più una minaccia per noi, ma lo
è la tempesta che
incombe in questo momento. Vi chiedo di restare calmi e seguirmi fino
alla mia
nave, dove vi ospiterò tutti! Forza!”
gridò il viaggiatore, iniziando ad
incamminarsi.
Arrivati
alla riva, si vedeva perfettamente come l’acqua si alzava
velocemente ed era
agitata; il timore e la paura investì subito i vari pirati
presenti. “Come
faremo a raggiungere la nave, a nuota sembra impossibile!”
gridò uno dei
pirati. “Aveva lasciato qui la barca!” Aria
notò che non c’era più.
“L’avrà
portata via il mare, ma non temere. Riuscirò a portarvi in
salvo!” esclamò il
viaggiatore ad Aria e Ben; poi posò la sua mano
nell’acqua e di colpo, essa si
ghiacciò. “Wow, incredibile!” si
vociferava tra la folla di uomini. “Adesso la
strada ci sarà facile. Tuttavia, sono in grado di ghiacciare
un tratto di mare,
ma non il mare stesso. Arrivati alla mia nave, dovremmo scontrarci con
la sua
furia e vi chiedo di avere fede e seguirmi…visto che non
avete altra scelta!”
esclamò il viaggiatore mettendo piede sulla strada
ghiacciata e incamminandosi;
lo seguirono Aria e Ben e, subito dopo, tutti gli altri.
Percorrendo
quel tratto ghiacciato della caverna, giunsero all’incrocio
dei tunnel, dove
era attraccata la nave. “Forza, salite tutti!
Presto!” gridò il viaggiatore. “
Tu non Sali?” gli chiese Aria, mentre il viaggiatore metteva
Moonflower sulle
spalle di Ben. “Si, ma prima mi assicuro che salgano tutti.
Poi dovrò
scongelare l’acqua. Forza, salite anche voi! In fretta, non
c’è tempo da
perdere!” le rispose.
Erano
tutti quanti sulla nave, nel giro di qualche minuto, pronti per
ripartire su
quelle onde agitare. Il viaggiatore si chinò lungo la strada
ghiacciata e
appoggiando la mano, la ritrasformò in acqua.
“Viaggiatoreee!”
gridò Aria, vedendolo cadere in quell’abisso.
Improvvisamente, risalì in
superficie. “Presto, dobbiamo aiutarlo!”
gridò Aria ai pirati, che non
esitarono un solo istante; insieme buttarono una corda e lentamente lo
fecero
salire sulla nave. “Grazie, ora reggetevi forte.
Prenderò le redini del timone!”
il viaggiatore corse al timone. “Viaggiatore, lei
è bagnato. Ha freddo!” si
avvicinò Aria con una coperta. “Aria adesso devi
reggerti a qualcosa, non ho
tempo di asciugarmi. Devo portarvi in salvo!”
gridò il viaggiatore, mentre Aria
indietreggiava preoccupata per fare come aveva detto.
La
nave cominciò a muoversi verso l’uscità
della grande caverna. Intanto, Aria si
avvicinò a Ben. “Come sta?” gli chiese
lei, riferendosi alle condizioni di
Moonflower. “Sta bene, dorme solamente!” la
tranquillizzò lui, poi Aria spostò
il suo sguardo verso il viaggiatore, e lo guardava, mentre con fatica,
cercava
di portare in salvo tutti.
Il
viaggiatore, riuscì a portare la nave, fuori dalla grande
caverna; solo che il
pericolo non era ancora scampato. Si trovavano in mezzo
all’oceano ora e la
tempesta regnava incontrastata; tuttavia, il viaggiatore, teneva la
nave
sottocontrollo. “Benjamin! Vieni qui!” lo
chiamò il viaggiatore.
Ben
si avvicinò, seguito da Aria. “Eccomi, ha bisogno
del mio aiuto?” Gli chiese
Ben. “Con questa tempesta è difficile orientarsi.
Ho bisogno di sapere se la
nostra rotta e ancora in direzione del continente di Klostrich, e solo
tu puoi
dirmerlo!” esclamò il viaggiatore, mentre Ben
chiuse gli occhi per
concentrarsi, poi “Klostrich può essere raggiunta
mediante due rotte. Fino ad
ora abbiamo seguito la prima rotta, ma ormai l’abbiamo persa.
Siamo finiti
nella rotta di Incantaria!” disse Ben con tono angosciato,
mentre il
viaggiatore assunse un espressione preoccupata. “Che cosa
avete? Ci sono due
rotte per Klostrich, anche se ne abbiamo imboccata una diversa
arriveremo
sempre nello stesso luogo, no?” Aria non capiva lo strano
comportamento dei
due. “Avrei preferito seguire la prima rotta, una rotta
sicura per quanto ne
so. La rotta di Incantaria invece è una rotta piena di
insiedie e di pericoli,
e ho seriamente timore di quello che ci aspetta!”
spiegò il viaggiatore. “e io
non potrò tornare a casa, perché avremmo dovuto
percorrere la prima rotta!” era
dispiaciuto Ben di non poter tornare a casa. “Mi dispiace
tanto Ben. Non avevo
previsto che saremmo finiti fuori rotta!” esclamò
il viaggiatore, mentre Aria si
sentiva colpevole nell’aver distrutto la pietra che ha
causato la tempesta. Poi
guardò l’oceano davanti a se, immaginando cosa
attendesse per loro la rotta di
Incantaria…
CONTINUA NELL’OTTAVO EPISODIO
ANGOLO AUTORE: Salve a
tutti, e da molto che ho lasciato questa storia, ma non l'ho
abbandonata. Ha molto potenziale e spero di avere buone recensioni come
quelle già avute.
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