Baci

di Moonspell
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***



Capitolo 1
*** I. ***


Questa raccolta di flashfic si è classificata prima al contest Contest Diabolico - I sette vizi Capitali (girone della Superbia) indetto sul forum di EFP da ArmoniaDiVento ed ha vinto anche il premio Stupore



I.
 

Patetico. È la prima parola che sgorga nella tua mente, che ti si annoda nello stomaco e che ti rimbomba nelle orecchie. Resti ad osservare da qualche metro di distanza quell’insegna, quel coniglio idiota che esce dal cappello, quella scritta che porta il nome di quel ritrovo per squallidi mocciosi: “Tiri Vispi Weasley”. Ignori alcuni saluti, gli sguardi divertiti o interrogativi di tutti gli altri. Tutti tuoi coetanei che come scimmiette caracollano in quel negozio per mentecatti dietro la miserabile figura di Potter. Tu invece te ne resti li, sotto il sole d’Agosto, algido e fiero, in un attesa impassibile, quella di chi non ha fretta, di chi sa pazientare. Te ne stai li con le mani in tasca, tirando fuori, di tanto in tanto, un fazzoletto di stoffa per tamponarti la fronte dal sudore, ripensando costantemente al tuo piano, a tutti quei dettagli che hai scelto con cura; finezze che non saranno colte se non da pochi, ma che completeranno la tua piccola vittoria personale.

Eccoli, con quelle rosse facce da maiali, i tuoi mastini: Tiger e Goyle, che confabulano iracondi. Ti sfugge un sospiro; preghi solo che non abbiano combinato una delle loro stupide uscite, di quelle che potrebbero costarti il fallimento. Ti chiedi perché ti servi di loro, perché continui a trascinarteli dietro quando ogni volta ti spingono ad un passo dal lasciarli ricadere nella loro mediocrità, rinunciando poi a quell’idea solo all’ultimo istante. Ma in fondo lo sai che è il loro servilismo quel qualcosa che ti porta a desistere dal liberarti di loro; perché ti aggrada poterli comandare, obbligandoli a svolgere anche i compiti più degradanti, come entrare in quel sudicio bazar di scherzi a comprare merce da pochi soldi per tuo conto.
Limpido siero rosato. Ora lo tieni li tra le tue dita, brilla alla luce del sole così come i tuoi occhi grigi sfavillano dell’appagamento del tuo ego. Pregusti il momento, alimenti le tue aspettative, ti compiaci della tua astuzia ritrovandone il riflesso in quella minuscola goccia di vetro. Con avidità adesso la stringi nel pugno, a custodirla, con la stessa cura con cui preservi quel tuo animo disonesto, a coltivare la vena sleale che ha sempre garantito a te e alla tua famiglia timore e riverenza: il successo. Eppure ti resta solo un ostacolo personale da superare prima di raggiungere la tua completezza nella ricerca del potere. Ti resta solo un anima da soggiogare per dimostrare a chiunque, persino al tuo nemico più ostinato, che sarai sempre un passo avanti a loro. Con ogni mezzo, anche il più frivolo, tu otterrai il dominio sul Leone, che soccomberà sotto il siero della Vipera.

 

(440 parole)

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Capitolo 2
*** II. ***


II.
 

Ti ritiri di scatto, ti sottrai a quel tocco leggero sul tuo viso, con una smorfia capricciosa a contrarre i tuoi profili aristocratici, sfregiati da due sottili e lunghi graffi scarlatti che non solo ti percorrono lo zigomo sinistro, ma segnano il tuo orgoglio, il tuo Nome. Rifiuti le attenzioni di Pansy, i grugniti di quei due idioti di Tiger e Goyle, le imprecazioni di Nott e gli sguardi degli altri Serpeverde che se ne stanno li, negli angoli bui della Sala Comune, nascosti come sorci, a covare la loro invidia. Ti alzi dal divano, abbandoni quella stuoia di leccapiedi che ti stanno annoiando per dirigerti alla finestra bagnata dalle prime piogge autunnali. Ti bei del tuo riflesso, di quelle fattezze che ti rendono un Malfoy, degno figlio di tuo padre, di quei tuoi lineamenti che una sudicia Weasley ha osato scalfire per salvaguardare l’onore della tua Nemesi. Ti profili un attimo di lato, per osservare meglio quei segni che solo un selvaggio procurerebbe. Li sfiori, ne senti il bruciore, un bruciore profondo, quello dell’offesa che ogni volta quelle carogne dai capelli rossi si ostinano a rivolgerti rifiutandoti ciò che la tua sola condizione di sangue ti concede: l’egemonia. Porti un Nome altisonante, dalla storia antica, dalle ricchezze sconfinate, dal grande potere, colma di prestigio. Tu sei colui che porterà avanti la linea di sangue di una delle dinastie più antiche del mondo magico. Oramai in quei cinque anni quel grappolo di pezzenti aveva dimostrato di non saper comprendere che è sciocco opporsi a voi. Avrebbero dovuto capire di dover temere il vostro Valore politico e sociale che più di una volta li ha messi in ginocchio. Ma forse le mortificazioni subite negli anni non erano state sufficienti per chi, in fondo, non ha dignità.
Premi su quei graffi, senti il dolore, senti la rabbia crescere, e con essa la consapevolezza che presto offrirai loro la possibilità di umiliarsi, e a te di dimostrare a tutti che anche il Grifone più ostinato può essere soppresso. Tuttavia per un attimo la compassione ti assale, come un fastidioso prurito alla gola. Senti che accanirti su di loro è quasi degradante per te. Sono così squallidi che sarebbe come accanirsi su un animale morente. Eppure quell’animale continua ostinatamente a ribellarsi, a non riconoscere la tua superiorità, cercando di screditarti per elevare Potter, un pezzente che hanno eletto Eroe quando la sua gloria è dettata solo dal potere d’altri uomini. L’imminente guerra ti darà ragione, vederli schiacciati dalle loro futili convinzioni sarà appagante. Ma oggi, oggi puoi divertirti a tediarli con qualcosa di più effimero, qualcosa che viene dalle loro stesse tasche.

 

(438 parole)

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Capitolo 3
*** III. ***


III.
 

Nera come pece, priva di qualsiasi ordine o stile, la chioma di Potter spicca tra quelle pietose criniere di leone. Lo guardi mentre sfila lungo i tavoli della Sala Grande assieme alla Weasley, già vestiti con quelle loro logore divise da Quidditch, seri in viso, arrossati dall’ansia della partita che si giocherà di li a poco. Studi il modo in cui lei e lo sfregiato si sfiorano il dorso della mano, in un gesto frugale, a fornirsi sostegno reciproco. È quello il momento in cui scegli di agire, d’intrometterti. Dai un’occhiata sbrigativa ed incisiva a Pansy, notando che ha già estratto la bacchetta, mentre tu con eleganza ti alzi con dei calici in mano, invadendo prontamente il cammino dei Grifondoro, ad importi alla presenza del loro capitano e della sua sgualdrina. È alla domanda boriosa di che cosa tu voglia da loro che gli offri il succo di zucca, inneggiando alla loro vittoria su Corvonero, che permetterà a Serpeverde di salire alla vetta della classifica della coppa di Quidditch. Brindi al loro successo, con fare divertito e sprezzante, a richiamare tutti gli occhi della Sala su di te, a non dar motivo a  nessuno di badare a Pansy e alla parte marginale, per quanto fondamentale, che ricopre nel tuo piano. Il suo successo ti è subito palese, noti con discrezione il continuo deglutire a vuoto della Weasley, quella sua disperata ricerca di saliva in una bocca riarsa dalla sete che le è stata inflitta dall’ incanto della Parkinson. Vedi l’ostinazione con cui si rifiuta di bere ciò che le hai offerto, cercando di sfuggirti, ma tu la trattieni per un braccio, la obblighi a guardarti mentre bevi copiosamente e con gusto da quella coppa,  tentandola, inducendola infine a cede. Tracanna tutto d’un fiato il succo che lei hai dato, avida, ingorda, e tu esulti in silenzio con quel tuo composto e pacato ghigno. Le sfili il calice dalle labbra, ringraziandola di aver brindato alla tua salute, alla tua vittoria, e sei certo di avere i suoi occhi su di te, quello sguardo nocciola che si annebbia e si asservisce totalmente al tuo. Ti avvicini al suo orecchio per sussurrarle la tua raccomandazione, parole che sono vostre e di nessun’altro. Pochi attimi e alla fine ti sottrai semplicemente ai Leoni, troncando quel piccolo teatrino che hai inscenato per prenderti gioco di loro. E’ tra le risate sommesse dei tuoi compagni che ti risiedi calmo, fiero. Quella sarà la partita più esaltante del campionato, quella partita sarà la Tua Vittoria.

 

(418 parole)









NOTE


Eccomi con la prima nota di questa storia perchè credo la debba a tutte le lettrici che mi stanno seguendo. Vi ho risposto nelle recensioni ma mi avete resa così felice di questo vostro entusiasmo che voglio ringraziarvi tutte e ringraziare anche chi recensirà in un secondo momento. Ma in particolare grazie a Dark Flower che si immedesima ed è curiosissima, mi fai sorridere con le tue recensioni perchè mi sai far sentire apprezzata e mi sai mettere di buon umore con il tuo spirito di lettrice così genuino e curioso. Grazie a sognovanesio perchè le tue recensioni rassicurano il mio scarso ego di scrittrice e mi sai far sentire tranquilla, perchè ho una paura matta che il mio Draco non sia all'altezza delle spettative, ma le tue recensioni mi hanno dato un attimo di sicurezza.
Così come voglio ringraziare tutte quelle lettrici che hanno messo la mia storia tra le seguire, le preferite e tra quella da ricordare. Mi avete riempito il cuore di gioia. Solitamente voi siete le più "nascoste", come se non ci si accorgesse di voi solo perchè non recensite, ma mi avete fatto gongolare di felicità anche voi.
Spero che tutta la trama sia all'altezza delle vostre aspettative e che non vi deluda.

 

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Capitolo 4
*** IV. ***


IV.


 

In tasca hai ancora quella boccetta, oramai vuota. Ci giochi distrattamente, rigirandola tra le dita, ansioso, mentre assorto guardi nello specchio di quel bagno il filo argenteo dei tuoi pensieri. Ripensi a tua madre, le sue parole ti rimbombano nella mente, ti ripeti quei suoi preziosi consigli per assicurarti di averli seguiti alla lettera, senza sbavature. Ti ripeti come la debolezza di ognuno di noi stia nell’Amore, il punto in cui ognuno di Voi deve saper colpire.
Hai scelto di rifornirti a Diagon Alley dagli stessi pezzenti a cui stai giocando quel colpo basso, li, in quel quartiere Magico in cui già tre anni prima tuo padre aveva messo sulla scacchiera la sua Regina per dare il via ad una partita che aveva quasi vinto contro i Weasley, contro Potter. Quasi... Proprio per questo è li, in quello stesso luogo, che hai voluto iniziare la tua impresa, esattamente come fece lui. Ti sei ispirato al suo fallimento per cercare il tuo successo, stregando Ginevra Weasley sotto il naso di tutti, proprio davanti al suo ragazzo, tra le mura protette di Hogwarts. Nuovamente le hai tolto la facoltà di scegliere, soggiogandola alla volontà dei Malfoy; ma questa volta, Tu, l’Erede della Dinastia, dovrai conquisterai il successo che tuo padre si è lasciato sfuggire. Nel silenzio sei il tuo solo compagno, la tua sola tortura, perchè è solo nei tuoi occhi che sai scovare dubbi e non fai altro che ripeterti ch’è solo questione di pochini attimi prima che il tutto si compia, esattamente come tu avevi previsto. Devi saper pazientare, non hai fatto errori. Osservi dal riflesso dello specchio la finestra alle tue spalle, da cui puoi vedere in lontananza il campo da Quidditch, l’arena in cui sei certo si stia combattendo la tua battaglia, quella che appena un ora fa hai servito tra le portate di Grifondoro senza doverti nemmeno scomporre troppo. Eppure sei impaziente.
Alla fine ecco, il cigolio di cardini, il soave suono del tuo nome: l’annuncio del tuo trionfo. Chiudi gli occhi, rilassandoti di colpo, sentendo irradiarsi nel tuo petto un esaltazione senza eguali, calda e densa, che si appropria di te, ti colma fino ad intorpidirti i sensi. Trattieni il respiro. Non è ancora arrivato il momento di esultare. Non hai ancora raggiunto il tuo scopo.
 

(380 parole)

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Capitolo 5
*** V. ***


V.
 

Questo giorno si tinge di scarlatto, come il colore della vittoria, come quello della sua divisa, quello del sangue che irrora violentemente le sue guance, quello brillante dei suoi capelli; come il colore della sua anima ardente e passionale, predatrice indomita.
Come un felino in pochi balzi ti è addosso. La senti sudata, la senti accaldata, sai che ha corso per te, per raggiungerti in quel luogo che le avevi sussurrato; sai che è fuggita con ogni sua forza da quell’arena in cui avrebbe dovuto giocare la sua partita di Quidditch, al fianco del suo ragazzo. Ogni cosa a cui tiene non sono più importanti per lei ora. Lasci che le sue mani e le sue labbra si affannino a cercare in te una reazione, a tentare di procurarti quel piacere che ti smuova dall’assorta staticità dei tuoi pensieri. La senti abbandonarsi tra le tue braccia, piena d’ansie, dal respiro agitato, senti che brucia di bramosia, d’ossessione, una follia che ti disgusta e a cui tuttavia non ti sottrai. La sua voce invoca il tuo nome, lo ripete come una litania, quasi fosse l’unico suono che sa darle pace. Ti supplica, ti prega, e tu non fai ancora nulla. Ti aggrappi ancora a quel piacere viscerale che ti aveva colto poco prima, non sapendo liberarti di lui, e più lei si ostina a disperarsi per te, più tu gongoli. Non ti importa se è solo per l’effetto dell’Amortentia che lei ti venera, perché non è la stima di una rognosa che ti interessa, bensì di appropriarti con astuzia di ciò che ti è negato, di schiacciare il suo animo libero e ribelle, di fare tuo ciò che è di altri, sciupandolo per il semplice gusto di farlo. Un potere che in pochi hanno la capacità, la forza ed il coraggio d’utilizzare.
Ma il tuo trionfo giunge al culmine quando lei ti implora di spogliarla di ogni suo segreto, per cui è disposta a pagare qualsiasi prezzo; un compito a cui non ti vuoi sottrarre. È così che ti chini per baciarla, per poi sfiorarla semplicemente perchè sussurri il piacere più primordiale ed istintivo. Ma per ogni bacio che ti lasci strappare, tu le sfili un nome. È così che piuma dopo piuma, metti a nudo la Fenice, la svesti della sua segretezza servendoti semplicemente della più giovane delle sue rosse barbe*. Un bacio per ogni membro dell’Ordine, un bacio per ogni tradimento che la costringi a fare, un bacio per ogni Weasley che viene rinnegato per un fittizio gemito che le provochi. Baci, l’icona dell’amore che loro stessi promuovono e che tu sai trasformare nella loro sconfitta. Dimostri la tua supremazia, il tuo potere di far fare agli altri ciò che vuoi con una semplicità inaudita. Baci, è questa l’arma di tua Madre, e che tu ora hai fatto tua. Baci che sanno di Superbia, la fonte di ogni peccato.

(480 parole)

 
 

*Barba: è la prima fase di sviluppo di una piuma, quella da cui poi si ha l’espansione del vessillo. È il principio del piumaggio dei pulcini e possiamo quindi associarlo al simbolo più noto del germoglio, una figura ancora acerba e fragile da cui ci si aspetta cresca una pianta, o in questo caso una piuma, completa.








NOTE



Ecco qui la fine della mia storia. So che in molte vi aspettavate molti più sviluppi e risvolti, eravate curiose di sapere molto di più sui fatti. Ma ho dovuto sviluppare un tema preciso in un numero massimo preciso di parole. Mi dispiace se non ho potuto essere più esaustiva ma vi prometto che appena riuscirò tenterò una long su questa coppia.
 
Grazie per avermi seguito, apprezzato e inserito tra le seguite/preferite/da ricordare, e grazie per aver commentato.
 
Alla prossima ;)
 

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