Learn how to love again

di BrutalLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Tell me the story of his life ***
Capitolo 2: *** Summer has come and passed ***
Capitolo 3: *** Christian's inferno ***
Capitolo 4: *** Drug & violence ***
Capitolo 5: *** Makeout party ***
Capitolo 6: *** Hello stranger, I'm a disaster ***
Capitolo 7: *** Coming clean ***
Capitolo 8: *** Sometimes I wish someone out there will find me ***
Capitolo 9: *** Extraordinary Girl ***
Capitolo 10: *** I'm still alive and I walk alone- parte 1 ***
Capitolo 11: *** I'm still alive and I walk alone- parte 2 ***
Capitolo 12: *** Look for love ***
Capitolo 13: *** He screams in silence ***
Capitolo 14: *** Basket case ***
Capitolo 15: *** Angel Blue ***
Capitolo 16: *** Lazy Bones ***
Capitolo 17: *** Let yourself go ***
Capitolo 18: *** Rage & Love, story of my life ***
Capitolo 19: *** Nightlife ***
Capitolo 20: *** Knowledge ***
Capitolo 21: *** No one knew ***
Capitolo 22: *** When I come around ***
Capitolo 23: *** The forgotten ***
Capitolo 24: *** 99 revolutions ***
Capitolo 25: *** Dirty Rotten Bastard ***
Capitolo 26: *** Oh love ***
Capitolo 27: *** Know your enemy ***
Capitolo 28: *** King for a day ***
Capitolo 29: *** Homecoming ***
Capitolo 30: *** Welcome to paradise ***
Capitolo 31: *** Jaded ***
Capitolo 32: *** Having a Blast ***
Capitolo 33: *** Something unpredictable ***
Capitolo 34: *** Hold On ***
Capitolo 35: *** Don't Leave Me ***
Capitolo 36: *** Good Riddance ***
Capitolo 37: *** I hope he had the time of his life ***



Capitolo 1
*** Prologo - Tell me the story of his life ***


Nonno, mi racconti una storia?”.

Era ora di dormire per il piccolo Tom, ma non riusciva mai a prendere sonno senza che qualcuno gli leggesse una favola. Era come un rituale per lui, qualcosa che si ripeteva sempre, tutti i giorni e alla stessa ora.

Jakob annuì, afferrando il primo libro di favole che trovò nella libreria del nipotino.

No, le conosco già tutte, quelle!” cinguettò il bambino.

E allora cosa vuoi che faccia?”.

Raccontamene una nuova! Una storia che sai solo tu!”.

Jakob ci penso su un po', poi si sedette sul bordo del letto e iniziò a raccontare...

 

 

Ci sono due bambine che corrono su un prato.

Si chinano per raccogliere lo stesso giocattolo e i loro sguardi si fondono l'uno nell'altro.

Come ti chiami?” chiede la bimba dai capelli rossi.

Gloria” risponde l'altra.

Io mi chiamo Amanda. Facciamo una torta di fango?”.

Sì! Con il fango!”.

Si allontanano insieme correndo sotto il debole sole di settembre, alla ricerca dell'ingrediente fondamentale per le loro creazioni.

 

 

 

 

-12 anni dopo-

 

Vancouver, 28 Agosto 1986.

Settimana prossima ci trasferiamo”.

Come? Di nuovo?!” fece la ragazzina con disappunto.

Non complicare la situazione, Gloria!”.

E dimmi, dove andiamo questa volta? Papà è stato assunto alla Casa Bianca?” ironizzò.

Non amava traslocare in continuazione, ma, se proprio doveva farlo, sperava almeno di capitare in un posto ben in vista sulla carta geografica e magari anche pullulante di persone famose. Non le sarebbe dispiaciuto avere un autografo di uno dei suoi idoli.

Ma che scemenze! Torniamo in California” si sentì rispondere.

California? Bé, almeno ci sarebbe stato il mare. E il sole. Amava il sole.

Dove sono nata?” chiese.

Sì, torniamo ad Oakland. Faresti bene a cominciare a dare una bella riordinata alla tua stanza e a preparare gli scatoloni, signorina. E domani inizia a salutare anche tutti i tuoi amici”.

Non ne ho” rispose Gloria, in parte mentendo perchè una persona da salutare in realtà c'era, ma nessuno sapeva del loro rapporto; “Come potrei averne?” proseguì, “Continuiamo a cambiare casa!” si lamentò.

Coraggio tesoro. Questo potrebbe essere l'ultimo, sai?”.

L'ultimo trasloco?”.

Sì”.

Speriamo” sospirò la ragazzina. “Vado a preparare gli scatoloni” aggiunse poco dopo.

Sarà diverso, questa volta” disse ancora sua madre, “Conosci già delle persone, laggiù”.

Non le vedo da ben dieci anni, mamma! Neanche si ricorderanno che esisto!”.

Uhm, non ne sarei così sicura... Vedrai che in poco tempo legherai con loro. Ti ricordi di Amanda?”.

Sì, certo... eravamo migliori amiche, quando andavamo all'asilo”.

Se non si è trasferita probabilmente frequenterete la stessa scuola, abbiamo comprato una villa nel quartiere dove vivevamo anni fa...”.

Ma non era un quartiere povero, quello?”.

Gloria! Quante volte ti ho detto che non si giudicano le persone per la loro condizione economica? Ah, e la scuola che frequenterai non sarà privata... Nelle vicinanze ce n'era una pubblica e ti abbiamo già iscritta lì”.

Bello schifo” mormorò Gloria sottovoce, “Ora vado di sopra” concluse, salendo le scale per raggiungere la sua stanza.

Non aveva voglia di cambiare di nuovo casa, scuola, compagni. Non aveva voglia di fare nuove amicizie. Non aveva voglia di tornare in quel posto schifoso che era il quartiere dove era nata. La sua famiglia era ricca, perchè suo padre aveva scelto una casa proprio in quella zona? Per facilitarla perchè ci era già stata, forse?

Ci aveva vissuto da piccola e non per molto, perciò non ricordava quasi nulla di quel posto, ma, quando sua madre parlava di quel periodo, raccontava spesso della miseria che regnava sovrana sul quartiere.

Non voleva lasciare Vancouver. Non voleva lasciare Christian, il suo fidanzato segreto, l'unica persona con cui avesse legato in quel posto.

Si sedette ai piedi del letto e scoppiò a piangere.

 

Angolo autrice

Ciaooooo :)

Non so se vi ricordate di me (sono la squilibrata mentale che ha scritto la serie “Ciao mi chiamo Billie Joe e...”), probabilmente no.

Dunque... questa è la prima ff a capitoli che pubblico in questa sezione... perciò siate clementi ;).

Ammetto che questo prologo non mi convince molto, ma, non sapendo come modificarlo, ho deciso di pubblicarlo così.

La mia scarsissima autostima non mi aiuta, penso in continuazione che questa storia sembrerà tanto banale da non venire neppure seguita da nessuno... perciò mi stupirei felicemente nel caso accadesse il contrario (questo, ovviamente, dipende da voi).

Grazie a tutti coloro che hanno letto il prologo e a Jade Shenanigans e vaitepercheionon che mi hanno convinto a pubblicarlo <3

Spero che non via abbia fatto così schifo e che continuerete a leggere questa storia!

Se avete commenti non esitate a lasciare una recensione :)

Rage & Billie Joe

 

BrutalLove x

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Capitolo 2
*** Summer has come and passed ***


L'auto si fermò di fronte al cancello della scuola e Gloria scese svogliatamente, salutando rapidamente sua madre e mettendosi lo zaino sulle spalle.

Le sembrava di aver vissuto quel giorno già altre mille volte. Nuova scuola, nuovi compagni.

Niente di tutto ciò era una gran novità, per lei.

Si fermò per un istante a contemplare l'insegna arancione con il nome della scuola.

Pinole Valley High School”, c'era scritto.

Entrò nell'edificio, che appariva abbastanza degradato, passando dal cortile e facendosi strada tra la moltitudine di ragazzi raggruppati in piccole compagnie, che aspettavano l'inizio delle lezioni e non sembravano accorgersi di lei quando li scansava.

Era in anticipo e questo era un bene, perchè l'unica cosa che sapeva era il fatto che avrebbe dovuto farsi trovare alle otto in punto nell'aula di scienze, e non aveva la più pallida idea di dove quest'ultima si trovasse.

Camminò lungo il corridoio principale, sbirciando nelle classi per capire quale fosse quella giusta.

Non ci volle molto che la trovò, riconoscendola per lo scheletro appeso alla parete e i poster raffiguranti le varie parti del corpo.

Entrò nell'aula e constatò con disgusto che il livello di pulizia era minimo già il primo giorno di scuola, e che non c'era una sola cosa che fosse nuova.

Banchi sporchi, piccoli, rovinati. E così anche le sedie, scarabocchiate e con gli schienali a pezzi. Lavagna incrostata di gesso dei secoli precedenti. E l'anno scolastico era appena cominciato. Avevano avuto tutta l'estate per sistemare quelle schifezze ma, a quanto pare, nessuno aveva mosso un dito.

Non poteva essere. Lei, Gloria Wright, ricca ragazzina di centro città, iscritta ad una scuola del genere? Ma la prendevano in giro? Doveva esserci uno sbaglio, un grosso sbaglio. Sua madre doveva esseri confusa. Non poteva essere proprio quella.

Cosa le aveva detto, poi? -Questo potrebbe essere l'ultimo trasloco-? Ma come? In quel posto? No, no e ancora no.

Immersa nei suoi pensieri tutt'altro che felici, Gloria varcò la soglia dell'aula senza neanche accorgersi che una ragazzina dai capelli rossi le si era avvicinata.

Ciao” le disse quella.

Ehm... Ciao” sussurrò appena Gloria, senza sapere bene come comportarsi. Di solito era una persona socievole, abituata al contatto con gli sconosciuti, ma in quel momento, e soprattutto in quel posto, si sentiva a disagio come non mai.

Sei tu Gloria, vero?” le chiese ancora la ragazza.

Sì” rispose lei, mentre squadrava la sua interlocutrice da capo a piedi.

Magra, alta, occhi verdi, lentiggini, capelli rossi. Tuta da ginnastica e scarpe sportive.

Gloria si chiese se non avesse sbagliato abbigliamento. Il suo golfino color crema ricamato e la sua gonna perfettamente stirata, abbinati alle scarpe di vernice, sembravano così fuori luogo in un posto come quello. Aveva scelto le cose meno costose e vistose che aveva nel suo guardaroba, visto che sapeva che sarebbe andata in una scuola pubblica, ma mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte una ragazza, a suo parere, tanto malvestita.

Io sono Amanda. Ti ricordi di me?”.

Ah, dunque quella era Amanda, la sua amica della scuola materna. Sua madre sarebbe stata felicissima di sapere che erano nella stessa scuola.

Ehm... Si... Cioè, mi... mi ricordo delle torte di fango che facevamo da piccole”.

Anch'io! È passato così tanto dall'ultima volta che ci siamo viste! Chi avrebbe mai detto che saresti tornata?”.

E già, chi?”.

Quando ho saputo che c'era una nuova ragazza nella nostra scuola e mi hanno detto il tuo nome non ci potevo credere! Comunque, ti va di sederti vicino a me, oggi? Così ti spiego un po' come funziona qui e ti presento agli altri, tanto abbiamo gli stessi corsi da seguire, ho già controllato”.

Oh, si, grazie mille!” rispose Gloria, rendendosi conto che quella era la prima volta che qualcuno si dimostrava così disponibile con lei, il primo giorno di scuola in una nuova città.

Fortunatamente per lei , quello era il primo giorno per tutti, in quanto si era trasferita giusto in tempo per l'inizio dell'anno scolastico e non a metà quadrimestre, come succedeva di solito.

Tanto meglio, avrebbe fatto meno fatica ad adattarvisi.

Si sedettero vicine, lei e Amanda.

I banchi erano davvero sporchissimi. La superficie era completamente macchiata e, in alcuni punti, consumata.

Gloria constatò subito che il suo golfino color crema non sarebbe uscito indenne dalle aule alla fine della giornata, visto che, secondo Amanda, il livello di pulizia era lo stesso in tutto l'edificio.

Wow, ma la tua borsa è una Louis Vuitton?” le chiese la rossa con gli occhi che le brillavano mentre fissava la sua cartella.

Uhm, si” rispose Gloria lanciandole una rapida occhiata distratta.

Ma è... originale?”.

Sì”.

Oddio, davvero? Devi essere davvero molto ricca!”.

Gloria non rispose. Non sapeva che dire. Non si era mai sentita in imbarazzo per la sua condizione economica particolarmente agiata. Negli ambienti che era solita frequentare, erano i 'poveretti' ad essere considerati fuori luogo; lì, invece, l'unica ad essere fuori posto era lei.

Stava già per cambiare discorso, quando venne interrotta dall'ingresso del professore di scienze.

Le risparmiarono la presentazione pubblica alla classe, dovette solo rispondere all'appello.

Poi iniziò la lezione e Gloria pensò solo a concentrarsi.

 

Quando suonò la campanella che segnava l'inizio della pausa mattutina, un centinaio di studenti si riversò nei corridoi e Amanda colse l'occasione per presentare Gloria ai compagni.

Fece la conoscenza di Ashley, Jason, Maria, Jimmy, Julianna e molti altri, senza riuscire a memorizzare anche un solo volto. Era una cosa che le capitava sempre, ci metteva sempre un bel po' a ricordarsi l'aspetto delle persone.

Quando la pausa finì, Gloria e Amanda rientrano in classe, pronte a spostarsi nell'aula del corso successivo, e vennero spintonate da due ragazzi.

Ehi, attenti!” gridò Amanda con rabbia.

Che cazzo vuoi?” rispose uno, voltandosi appena.

Ma vaffanculo, Armstrong! Tu ed il tuo amico vi siete accorti che c'è una persona nuova, in questa classe?” disse, lanciando un'occhiata a Gloria.

I due la squadrarono dalla testa ai piedi ed il moro, che era anche il più basso, fece una smorfia, prima di voltarsi e raggiungere il banco con le sue cose, in fondo all'aula. L'amico lo seguì.

Chi sono quei due?” chiese allora Gloria, indignata. Non si era nemmeno accorta di loro prima, durante le lezioni.

Billie e Mike... Sono due maleducati, prima impari ad evitarli e meglio stai, dammi retta”.

Uhm, d'accordo”. Gloria odiava i maleducati, non ci avrebbe messo molto a imparare a stare lontana da quei due.

 

 

Mammaaaa, sono a casaaaa !” gridò Gloria dalla porta di ingresso.

Ciao Glo, come è andata a scuola?”.

Gloria raggiunse Macy, sua madre, che stava lavorando al suo catalogo di prodotti per il giardino, come faceva sempre. Non aveva neanche finito di sistemare gli scatoloni, che già si era buttata a capofitto sul lavoro. Seduta su uno sgabellino clandestino e con il blocco note sulle ginocchia, scriveva a ritmo costante, senza staccare nemmeno per un secondo gli occhi dal foglio.

Tutto bene... ah, frequento gli stessi corsi di Amanda”.

Amanda? Davvero? Bè, non sei contenta?”.

Sì, è simpatica. Ora vado di sopra, devo finire di sistemare i vestiti nell'armadio e poi devo fare i compiti”.

Hai già i compiti da fare?”.

Sì mamma, vado” concluse Gloria, congedandosi con un cenno del capo.

Non aveva nulla da fare, in realtà, ma non aveva voglia di fermarsi a chiacchierare con sua madre. In quel momento c'era una sola persona con cui voleva parlare, e non era lei.

Entrò nella sua stanza e prese il telefono.

Chiamò Christian e conversò con lui per una buona mezz'ora. Sentire la sua voce le fece bene e male allo stesso tempo; si sentì meno sola, ma ancora più triste perchè poteva solo parlare con lui, ma non vederlo, stringerlo a sé, baciarlo, sentire il suo corpo caldo sfiorare il suo. Erano passate solo due settimane dal trasloco e già lui le mancava da morire.

Quando terminò la telefonata la solitudine la invase e si sentì vuota come non mai.

Si buttò sul letto con un libro stretto tra le mani e aspettò l'ora di cena, immergendosi in una realtà immaginaria capace di darle sollievo per un po'.



Angolo autrice

Eccomi qua con il primo capitolo di questa ff :)

Gloria ed il suo primo giorno di scuola!

Anche se non è un granché spero che vi sia comunque piaciuto.

Sono gradite le recensioni :3

 

Ringrazio tutti coloro che hanno letto o recensito il prologo, o aggiunto la mia storia alle seguite/... mi fa davvero piacere, grazie mille!!!! :D

A presto,


BrutalLove x

Ps. non chiedetemi perchè il testo venga fuori in due caratteri e dimensioni diverse, non lo so proprio, dal mio PC risulta 'normale' D:

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Capitolo 3
*** Christian's inferno ***


Le settimane passavano veloci, Gloria per la prima volta riusciva ad inserirsi in una compagnia.

Amanda la aiutava moltissimo, uscivano spesso insieme.

Aveva scoperto, grazie alla sua nuova amica, che la città in cui si era trasferita era grande e alcune sue parti erano davvero belle, vive, giovani.

Purtroppo il quartiere dove entrambe vivevano era caduto in disgrazia tempo addietro e non si era più risollevato.

Per fare un po' di shopping o uscire la sera, Amanda e Gloria dovevano attraversare mezza città e raggiungere così la parte moderna di quest'ultima.

Gloria aveva comprato dei vestiti più adatti agli ambienti che frequentava e non si sentiva più così fuori luogo come all'inizio. Si stava abituando ad una vita più normale, meno agiata. Stava imparando a vivere come i suoi compagni di scuola e, a differenza di quanto avrebbe potuto pensare all'inizio, non era tanto male. Le persone erano simpatiche e la accettavano. Faceva amicizia facilmente e questo le piaceva.

In fondo quanto erano davvero importanti i vestiti, le borse e le carte di credito?

 

Un pomeriggio, mentre lei e Amanda facevano i compiti sedute su una panchina sotto il debole sole di inizio ottobre, la rossa le propose un'uscita piuttosto insolita.

Ehi Glo”.

Che c'è?”.

Sabato sera ti andrebbe di venire al Rod's Hickory Pit?”.

Stai scherzando vero? Ci vanno i pensionati lì!” rispose Gloria, incredula.

Quel posto era uno dei pochi locali che ancora sopravvivevano nel loro quartiere. Era frequentato da vecchietti in pensione e donne dai facili costumi.

Lo so, ma potremmo andarci gratis! E poi ci vanno tutti...”.

Tutti chi?”.

I nostri compagni di scuola! Sai... sono Billie e Mike che organizzano queste uscite insolite, ogni tanto”.

Ah ecco, ci mancava anche questa. Vengono anche loro?”.

In quelle settimane Gloria aveva cercato di stare più lontana possibile da quei due. Non le piaceva come si comportavano, davano proprio l'impressione di essere quei ragazzi senza regole che vivono per conto loro e lasciano tutto al caso.

Sì, è grazie a loro che si entra gratis”.

Che vuoi dire?”.

Bè, loro suonano nel locale dove lavora la madre di Billie senza pagare nulla, in cambio assicurano al personale un afflusso piuttosto consistente di giovani”.

Loro....loro suonano?”.

Sì, hanno una band... non sono neanche male, Billie canta abbastanza bene, se solo non fosse così maleducato e sgarbato!”.

Da quanto lo conosci?”.

Chi, Billie?”.

Uhm-uhm”.

Da circa dieci anni”.

Scherzi? Ha sempre vissuto qui? Io non lo avevo mai visto prima...o almeno, non me lo ricordavo”.

Mah, probabilmente non ha frequentato la scuola materna... Io l'ho conosciuto a scuola, lui ed anche il suo amico. All'inizio mi stavano simpatici, ma poi gli è morto il padre e questo fatto lo ha cambiato. E ha cambiato anche Mike, in qualche modo”.

Oh, mi dispiace... quando è successo?”.

Quando aveva dieci anni... Allora, sabato vieni in quel locale o no?”.

Sì, sì, sono curiosa di sentirli suonare”.

 

Quando Gloria rientrò a casa quel giorno, trovò sua madre intenta a sistemare gli ultimi scatoloni.

Per favore Gloria, poi finisci di riordinare i libri negli scaffali così possiamo sbarazzarci di tutte quelle scatole di cartone”.

Sì mamma”.

Ah, ha chiamato il padre di un certo Christian, non so chi sia, ha detto che suo figlio è tuo amico...”.

Gloria deglutì. Non aveva mai presentato quel ragazzo ai suoi, perciò loro non sapevano nemmeno della sua esistenza.

Voleva parlare con te di una faccenda urgente. Devi richiamarlo”concluse sua madre.

Uhm, si, okay, grazie” rispose, e salì le scale.

Chissà cosa c'era di tanto importante.

Prese il telefono e compose il numero di casa del suo fidanzato.

Pronto?”, il padre di Christian rispose quasi subito.

Pronto Michael, ho saputo che hai chiamato...”.

Sì...”.

Devi dirmi qualcosa di urgente? Tuo figlio si è finalmente deciso a trasferirsi a Oakland con me?”.

Silenzio.

Michael? Ci sei?”.

Christian...” singhiozzò, “Christian è... morto ieri notte in un incidente stradale” rispose l'uomo e la voce gli si spezzò.

Co-cosa?” domandò Gloria, incapace di elaborare la notizia.

Era... era ubriaco e si è messo alla guida della sua auto... Volevo solo farti sapere che tra tre giorni c'è il funerale e ringraziarti per... per avergli fatto vivere dei momenti indimenticabili”.

Il cellulare le sfuggì di mano, le gambe cedettero e la fecero cadere a terra. Rimase sul pavimento, accovacciata, a piangere, disperata.

Posso...posso richiamarti più tardi?” mormorò al telefono, dopo averlo ripreso. Non riusciva a mettere insieme due parole di senso compiuto, nello stato in cui si trovava.

Ma certo” rispose l'uomo, “Chiama quando vuoi”.

Gloria era sempre stata una ragazza forte. Una di quelle che riescono sempre a trovare il lato positivo delle cose o almeno ad adattarvisi presto.

Christian, invece, era uno di quei ragazzi ribelli, introversi e incapaci di controllare i propri demoni interiori.

Loro due si erano fatti forza nelle situazioni difficili, erano cresciuti insieme. Avevano condiviso momenti indimenticabili. Lei aiutava lui, proprio come lui aiutava lei. Due metà che combaciano perfettamente e si completano.

Sei mesi. Sei splendidi mesi insieme. Poi la notizia del trasloco, la difficoltà nel mantenere una relazione a distanza.

Ci sentiremo tutti i giorni e verrò a trovarti ogni estate” aveva detto Christian il giorno prima che Gloria partisse.

Promesso?”.

Promesso, amore”.

Ma questo non sarebbe mai successo, perchè Christian non c'era più.

Macy, la madre di Gloria, la raggiunse in camera. Doveva averla sentita singhiozzare.

Tesoro, ti senti bene? Perchè stai piangendo?”.

E' morto mamma, Christian è morto” fu tutto quello che Gloria riuscì a dire.

 

Gloria non puoi andarci”.

No, no, io ci devo andare, voi non capite!”.

Tu non capisci Gloria. Io e tuo padre lavoriamo, tu vai a scuola. Inoltre sei minorenne, dovremmo accompagnarti e non possiamo”.

Mamma ma io devo... non posso mancare al suo funerale, mamma!”gridò mentre singhiozzava.

Gloria, mi dispiace molto per quel tuo amico. Non ce lo hai mai presentato ma scommetto che fosse un ragazzo d'oro. Non potrai essere al suo funerale per ovvi motivi. Scommetto che anche i suoi familiari capiranno” concluse suo padre e non le lasciò il tempo per ribattere.

Questione chiusa, funzionava così per lui. Quello che decideva era semplicemente legge e a Gloria tutto ciò cominciava a dare parecchio fastidio. Aveva anche lei il diritto di dire la sua, non aveva più cinque anni.

Si rintanò in camera e pianse amaramente tutte le sue lacrime.

In un certo senso sentiva che in parte era anche colpa sua. Se lei fosse stata lì con Christian, quella sera, probabilmente lui non si sarebbe ubriacato. O comunque non si sarebbe messo al volante.

Non sarebbe morto. Questi pensieri la divorarono a poco a poco dall'interno, finchè non cadde in un sonno senza sogni.

 

Per tre giorni Gloria rimase chiusa nella sua stanza, pensando a Christian e al fatto che non sarebbe andata al suo funerale. Ma aveva davvero tanta importanza? Il funerale rappresenta l'ultimo saluto al defunto, ma non è semplicemente una convenzione? Non è esattamente la stessa cosa pregare per lui, chiusi in sé stessi e nel proprio dolore?

I suoi genitori si erano arresi nel tentativo di tirarle su il morale.

Amanda la chiamava spesso, cercando di consolarla e di convincerla a tornare a scuola, ma lei non ne voleva sapere.

Un pomeriggio passò a trovarla.

Cavolo Glo, ma tu vivi davvero qui? È una casa enorme! E davvero quell'armadio è solo tuo? Hai così tanto vestiti?”.

Uhm-uhm” rispondeva lei con indifferenza. Sembrava fosse caduta in depressione.

Gloria devi reagire. So che è difficile, ma devi almeno provarci. Non puoi chiuderti in te stessa in questo modo. Devi riprendere a vivere, la vita va avanti”.

Lo so Amanda, ma proprio non ce la faccio”.

Dai coraggio! Dopodomani andiamo tutti alla locanda, e tu verrai. Non te ne starai chiusa in camera anche il sabato sera, ok?”.

No, Amanda, io...”.

Shh, è un ordine. Tu esci e riprendi a vivere, punto”.

Gloria la guardò negli occhi e sussurrò “Grazie”.

 

Quella sera, quando andò a dormire, faticò a prendere sonno, e quando finalmente si addormentò, sognò Christian.

Il suo volto pallido e sfigurato a pochi centimetri dal suo, gli occhi rossi che la fissavano, la bocca che le urlava “Perchè mi hai lasciato? Perchè te ne sei andata? Guarda come mi hai fatto diventare. Mi hai ucciso”.

Si svegliò improvvisamente, tutta sudata e in preda al panico. Non riuscì più a prendere sonno, e rimase per il resto della notte seduta sul letto con le gambe incrociate, pensando a lui e a quanto il suo ricordo facesse male.


 

-And now I wonder 'bout my friend
And if he gave all he could give
Cause he lived his life like I live mine
If you could see inside my head
Then you would start to understand
The things I value in my heart.

J.A.R, Green Day -

 

-Sabato sera-

Amanda si era offerta di accompagnare Gloria al Rod's Hickory Pit , forse per assicurarsi che uscisse di casa, così era passata a prenderla e ora la aspettava fuori dalla porta.

Gloria uscì e l'amica sbarrò gli occhi.

Caspita, sei bellissima!” le disse, squadrandola da capo a piedi.

Grazie, anche tu sei una meraviglia”.

Gloria indossava un vestitino nero attillato, scarpe col tacco e cardigan leggero color crema. Si era piastrata i capelli e truccata un pochino.

Amanda invece non si era separata dai suoi adorati pantaloni, e indossava un paio di jeans stinti e una canottiera fucsia.

Le due si incamminarono per la strada quasi buia.

Allora, com'è respirare di nuovo l'aria fresca del mondo esterno?”.

...”.

Dai Gloria, coraggio! Stasera non pensare a lui, pensa a divertirti! Reagisci! E preparati a tirare i pomodori addosso a Billie se la sua performance dovesse deluderti!”.

Per la prima volta dopo giorni, Gloria sorrise.

Quanto ci vuole ancora per arrivare a questa maledetta locanda?”.

Dieci minuti... ma se ci mettiamo a correre arriveremo prima!” rispose Amanda, prendendola per un braccio e iniziando a tirarla con forza, costringendola a correre con vestito da sera e scarpe col tacco.

 

Arrivarono al Rod's Hickory Pit con il fiatone. Avevano corso a perdifiato per le vie deserte di Oakland, nel buio della notte.

Ehi guarda chi c'è!” disse Amanda, indicando alcuni dei loro compagni di scuola.

Gloria vi riconobbe Ashley e Jimmy.

Ciao ragazzi come va?”.

Ehi Gloria, ti sei un po' ripresa?” domandò qualcuno.

Sì, grazie. Sto un po' meglio, ora” rispose lei, lanciando un'occhiata ad Amanda che doveva aver raccontato a tutti il motivo delle sue assenze scolastiche.

Entriamo?”.

Sì! Tutti dentro!”.

 

Amanda e Gloria presero posto su un divanetto piuttosto vicino al palco.

Billie, Mike e un ragazzo che quasi nessuno conosceva, vi fecero la loro comparsa e iniziarono a suonare.

Anche se in un primo momento Gloria non si era nemmeno accorta del fatto che lo 'spettacolo' fosse iniziato, quando iniziò ad ascoltarli non poté più farne a meno.

La voce di Billie si mescolava perfettamente con l'armonia della musica.

Suonavano un ritmo che ti entrava nella testa e nel cuore, che riusciva a staccarti dalla realtà per un secondo, portandoti in mondi inimmaginabili e irraggiungibili. Proprio come quando si legge un buon libro.

Erano un trio perfetto, davvero perfetto.

Gloria notò che quando suonavano sembravano anche molto più grandi.

Billie, moro e con gli occhi verdi, saltava sul palco con energia, suonando la chitarra e cantando con foga.

Mike, biondo e più alto degli altri due, stava in primo piano, alla sinistra di Billie.

Sembravano così in sintonia, quei due.

Il ragazzo sconosciuto suonava la batteria e stava, invece, dietro di loro.

Come si chiama il gruppo?” chiese Gloria, stregata.

Sweet Children... Ti piacciono?”.

Sì, suonano bene e Billie è molto intonato”.

Bè, allora lo vedi che hai fatto bene a venire? Pensa se fossi rimasta a casa anche oggi! Non li avresti sentiti! …Quindi niente pomodori?”.

Gloria rise. “No, niente pomodori” aggiunse poco dopo.

 

Angolo autrice

Ciaoooooooo, eccomi qua col terzo capitolo!

-Come, di già?- direte voi.

Sì, di già, perchè questi primi capitoli sono quelli che mi piacciono di meno, anche perchè la storia non ha ancora iniziato a svilupparsi...

Mi farebbe molto piacere ricevere delle recensioni per capire un po' cosa ne pensate...

Grazie e a presto!

 

BrutalLove x

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Capitolo 4
*** Drug & violence ***


-Lunedì mattina-

Gloria tornò a scuola due giorni dopo l'uscita serale con i suoi compagni.

Camminò lungo il corridoio e passò dal suo armadietto per recuperare i libri per la prima lezione.

Ehi Gloria” si sentì chiamare. Si voltò e vide Mike e Billie venire verso di lei.

Ciao” disse lei.

Ciao” rispose Mike, “Ehm, senti, abbiamo saputo di quel tuo amico...ci dispiace molto”.

Come, tutto a un tratto era diventato gentile? Mah, in ogni caso quei due non le stavano simpatici. Anche se suonavano niente male.

Billie è troppo occupato per dirlo di persona?” chiese Gloria, un po' infastidita dal fatto che le avessero ricordato Christian.

Billie non rispose e se andò, sbuffando.

Mike sospirò.

Sai... Billie non è così male come la gente lo definisce. Non ha avuto un'infanzia facile, ma è una persona d'oro se lo si conosce bene, davvero. Pensa che la sua famiglia mi affitta una stanza perchè non ho un posto dove andare” concluse.

E questo cosa sarebbe? Un invito a conoscerlo meglio?” domandò Gloria, sempre più scocciata.

No, se non ti va no. Comunque ora vado...volevo solo farti sapere che mi dispiace per il lutto che hai subito”.

Si voltò e si allontanò, andando alla ricerca dell'amico.

Gloria non sapeva che pensare. Amanda diceva di stare lontana da quei due, poi arrivava Mike a dire che Billie era una brava persona.

Anche se fosse stato così, rimaneva comunque il fatto che fosse un maleducato, e i maleducati continuavano a non piacerle.

Per tutta la giornata pensò a quei due, ogni tanto li osservava con la coda dell'occhio.

Certo che non stavano mai attenti. Chiacchieravano, disturbavano, ridevano, scrivevano per ore, ma niente che avesse a che fare con la scuola. Nessuno sapeva cosa ci stessero a fare a scuola, a dire il vero.

 

Quando Gloria tornò a casa, decise di raccontare ad Amanda quello che era successo con Mike, quella mattina.

Afferrò il telefono e compose il numero.

Pronto?”.

Pronto, chi parla?

Sono Gloria”.

Ah ciao, Glo!”.

Ti va se ci vediamo alla solita panchina, tra mezz'ora?”.

Non aveva voglia di stare al telefono, preferiva parlarle di persona.

Ma certo, a dopo!”.

A dopo!”.

 

Mike ti ha detto che Billie non è una cattiva persona? Ma lo sai cosa fa a scuola, quello?” disse Amanda, dopo aver ascoltato il racconto dell'amica.

No, che fa?”.

Lo chiamano Two-Dollar-Billie mica per niente!”.

Come lo chiamano?”.

Two-Dollar-Billie” ripetè Amanda, “Rifornisce la scuola con spinelli di marijuana per soli due dollari” spiegò poco dopo, e aggiunse “E fa anche di molto peggio...Lo sai che per colpa sua un professore ha chiesto il trasferimento?”.

Davvero?”.

Sì, continua a litigare con gli insegnanti, per questo lo sospendono di continuo”.

Ah” disse Gloria, “Non lo sapevo... però magari è simpatico!”.

Ma perchè sei così fissata con Billie? Se proprio vuoi conoscerlo io non te lo impedisco, però non ho voglia di immischiarmi nelle sue faccende”.

Uhm, non lo so... sembra una persona intrigante, particolare!” cinguettò Gloria di rimando. Non sapeva neanche lei come avesse cambiato idea tanto in fretta. Che Mike fosse riuscito nel suo intento? Anche Amanda, cercando di sminuirlo, aveva fatto crescere la sua curiosità nei confronti di quel ragazzo dai capelli corvini.

L'avrebbe conosciuto, si sarebbe resa conto anche lei che non era un tipo perbene e si sarebbe allontanata da lui. Niente di più facile.

Mah, io non ci vedo nulla di speciale. Mi sembra solo uno dei tanti ragazzini che hanno smarrito la strada giusta e continuano a combinare guai perchè non sanno neanche cosa sia corretto e cosa no. O forse ci provano gusto a fare gli alternativi” concluse Amanda. “Ti va se andiamo a prenderci un gelato?”.

Sì, perchè no?” rispose Gloria, e si avviò con l'amica verso il piccolo bar che si trovava in fondo alla strada.

Passarono davanti a un condominio grigio che sembrava stesse cadendo a pezzi.

Lì abita Billie” disse Amanda, indicandolo, “E anche Mike, visto che lo ospitano”.

Davvero? Lì? Come lo ospitano? Non ha una famiglia?”. Mike le aveva accennato il fatto che stesse a casa Armstrong, ma il motivo non le era chiaro, voleva sapere di più.

No, è stato dato in adozione da piccolo perchè i suoi avevano problemi di alcolismo e quando i suoi genitori adottivi si sono separati la famiglia Armstrong ha deciso di ospitarlo. Lavora qua e là per pagarsi l'affitto”.

Deve pagare l'affitto?” Gloria era incredula.

Sì, la famiglia di Billie è povera, da quando è morto il padre vivono con poco... non potrebbero permettersi di mantenere un'altra persona”.

Ah, ho capito...”.

Mike ha anche una zia in questa città, ma non l'ha mai conosciuta, quindi preferisce stare a casa di Billie... A che gusto vuoi il gelato?”. Amanda aveva la capacità di riuscire a cambiare discorso con una facilità sbalorditiva.

Al cioccolato” rispose Gloria, “E tu, invece?”.

 

Il giorno seguente, a scuola, Gloria e Amanda arrivarono tardi, così che gli ultimi posti liberi erano quelli in fondo all'aula, vicino a Mike e Billie.

Signorine, arrivare in classe in orario è un optional, per voi?” domandò la professoressa.

No, ci scusi Signorina Honey, non accadrà più” borbottò Amanda.

Si sedettero vicine, pronte per la lezione di psicologia.

Gloria adorava psicologia. Era una delle sue materie preferite.

Oggi analizzeremo il ruolo effettivo dei genitori e le differenze fondamentali tra la figura del padre e quella della madre. Come saprete sono entrambe importantissime per lo sviluppo...”.

Gloria si voltò leggermente verso Billie e Mike. Non ridevano. Non scherzavano. Mike scriveva freneticamente delle note su un foglio, mentre Billie sembrava piuttosto imbarazzato.

Diede un colpetto ad Amanda.

Non ti sembra che oggi Billie sia strano?” scrisse Gloria sul banco.

Non lo so, Glo, scusami ma non mi interessa” le sussurrò l'amica all'orecchio, senza farsi sentire né dai due ragazzi né dall'insegnante.

Ah, giusto. Amanda non trovava che Billie fosse una persona interessante.

Gloria lo guardò meglio e per la prima volta fece caso anche al suo abbigliamento. Jeans strappati, felpa nera, finte All Star nere quasi senza suola, tanto erano state usate. Le fece tenerezza. Si teneva la testa con un braccio pieno di lividi violacei e i capelli neri disordinati gli davano l'aria di chi si è appena alzato dal letto dopo una notte movimentata. Aveva gli occhi verdi più che mai e lucidi. Le gote leggermente arrossate. Sembrava stesse per piangere.

Strano. Ci pensò su un pochino e poco dopo trovò la risposta alle sue domande.

Billie aveva perso il padre e la lezione era sul diverso ruolo dei due genitori. Un colpo basso se non si ha ancora del tutto superato il lutto.

Per Mike, invece, doveva essere diverso. I suoi veri genitori non li aveva mai conosciuti.

Gloria si sentì così triste per Billie. Immaginò cosa poteva significare perdere un padre. Lei che soffriva ancora moltissimo per la perdita di Christian, non avrebbe sopportato l'idea che uno dei suoi due genitori morisse.

La lezione finì e tutti uscirono dall'aula. Tutti tranne Billie, che di solito era il primo a correre fuori.

Mike si accorse di non essere seguito dall'amico solo quando era già sulla porta. Tornò indietro verso di lui, gli diede una pacca sulla spalla e lo trascinò in corridoio con delicatezza.

Quel gesto tenero e innocente lasciò Gloria senza parole. Quello che aveva detto Mike probabilmente era vero; Billie doveva essere una gran persona, sotto al guscio che nascondeva e proteggeva la sua fragilità e il suo dolore.

L'apparenza inganna, dicono. Hanno ragione.

 

Gloria smise di parlare ad Amanda di Billie.

Quel ragazzo la tormentava, continue domande su di lui si formavano nella sua testa, voleva sapere di più, ma se ne avesse parlato con l'amica, avrebbe probabilmente ottenuto un'altra delle sue affermazioni del tipo “Perchè ti interessa tanto?”, e Gloria non voleva dare l'idea di essere così incuriosita da quel ragazzo.

Così prese semplicemente ad osservarlo di nascosto, durante le lezioni e non solo. Seguiva quasi tutti i suoi movimenti e si era accorta che Mike e Billie non si separavano quasi mai. Dovevano essere migliori amici, stavano sempre insieme.

 

Un giorno, mentre era seduta sul muretto del cortile della scuola, le cadde lo sguardo su un gruppo di ragazzi alti e robusti che gridavano come matti.

Devi stare lontana anche da loro, Glo” le disse Amanda, quasi leggendole nel pensiero,“Sono pericolosi, quelli... Vuoi una coca cola?”.

Sì, grazie, la vai a prendere tu?”.

Uhm-uhm, aspettami qui” rispose quella, prima di allontanarsi all'interno dell'edificio.

Gloria stese le gambe sul muretto. Era una bella giornata, piuttosto calda, e c'era il sole. Chiuse un secondo gli occhi, ma li riaprì subito dopo. Aveva udito un urlo. Si tirò su e cominciò a guardarsi attorno, finchè non localizzò la fonte dei gemiti. Un ragazzino magrolino e vestito di nero era sdraiato a terra e si contorceva, mentre il gruppo di ragazzoni dai quali Amanda aveva messa in guardia l'amica, si allontanava gridandogli brutte cose.

Gloria non ci mise molto a rendersi conto che il ragazzino a terra era Billie.

Rabbrividì ricordandosi i lividi che aveva notato sulle sue braccia.

Non ci pensò su due volte e corse verso di lui.

Billie, Billie, stai bene?” chiese quando gli si avvicinò, “Che ti hanno fatto quelli?”.

Lasciami in pace” mormorò il moro, mentre si alzava in piedi e si reggeva al muretto vicino, vomitando tra i cespugli.

Si pulì la bocca con il bordo della manica ed iniziò ad allontanarsi.

Gloria, rimasta impotente davanti al suo comportamento, gli gridò: “Billie aspetta! Non vuoi che... che ti accompagni in infermeria, almeno?”.

Sto bene” gridò quello di rimando, senza nemmeno voltarsi.

Che sgarbato, non l'aveva nemmeno ringraziata per il suo interessamento. Era davvero maleducato.

Quando Amanda tornò con la coca-cola, Gloria non disse nulla riguardo quanto era accaduto in sua assenza.

Bevve la bibita ghiacciata tutta d'un fiato, anche se ormai non ne aveva più voglia, e non proferì parola per il resto della giornata.

Da quel giorno si accorse che Billie, ogni volta che la incontrava in corridoio, faceva finta di non notarla, e in classe teneva sempre la testa bassa e nascondeva le braccia violacee quando notava di essere guardato.

Tutto questo, però, non bastava a far diminuire la curiosità di Gloria nei suoi confronti che, invece, aumentava.

Voleva sapere di più su quel ragazzo, voleva conoscerlo.

 

 

 

Angolo autrice

Hola! Eccomi con il quarto capitolo, scusate il ritardo ma avevo l'interrogazione di matematica D:

Grazie a tutti coloro che hanno recensito, aggiunto la mia storia alle seguite/... o semplicemente letto :D

Come al solito mi fa un piacere enorme ricevere i vostri commenti, quindi non esitate a dirmi cosa ne pensate!

E niente, ora mi eclisso, cercando di imporre a me stessa di pubblicare il prossimo capitolo tra poco ;)

Rage & Billie Joe

 

BrutalLove x

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Capitolo 5
*** Makeout party ***


 “Gloriaaaaaa!” chiamò Amanda finché l'amica non si affacciò al balcone.

Amanda! Che c'è? Dai aspetta che ti apro” rispose Gloria, e scese al piano di sotto per accoglierla in casa.

Non mi avevi detto che saresti passata!”.

Non lo sapevo, infatti!”.

Bè, che c'è?”.

Sabato. Io, te e gli altri. Locale da ricconi in questo schifo di città. Si entra gratis e questa volta non grazie a Mike e Billie”.

E come mai, allora?”.

Amanda fece spallucce, “Hanno appena aperto”.

D'accordo, sai dov'è questo posto?”.

Certo, l'ho segnato sulla cartina”.

Brava ragazza... va bene, ci sarò. Vuoi una tazza di thè?”.

 

 

-Sabato pomeriggio-

Gloria se ne stava su una sdraio a prendere il sole in terrazza quando il suo telefono squillò.

Pronto?” rispose.

Ciao, sono Amanda...”.

Amanda! Ciao! Dimmi! ”.

Si... senti io stasera non posso venire al locale con te e con gli altri, ho la febbre”.

Oh, capisco... Bè non ci vado nemmeno io allora, problema risolto”.

No Glo, tu ci vai. Divertiti un po'! Ti lascio da sola un giornata e già ricadi in depressione! Non dico che tu non possa soffrire, però devi farti la tua vita..quindi tu sabato sera esci, chiaro?”.

Uhm-uhm, sì capo! Ti rendi conto che è morto il mio fidanzato, vero? È normale che io cada in depressione”.

Promettimi che ci andrai, stasera”.

Uffa. Sì, promesso. Ashley c'è?”.

Sì, lei sta bene”.

Ci sentiamo allora, guarisci presto!”.

Ciao Glo”.

 

Gloria uscì di casa in ritardo. Si era accorta del trascorrere del tempo, ma non si era semplicemente resa conto che doveva prepararsi.

Così, in tutta fretta, aveva optato per un paio di jeans strappati che le aveva fatto comprare Amanda in un negozio di cinesi e una canottiera grigia, il tutto completato da un golfino blu.

Curioso il fatto di come avesse cambiato stile in fatto di abbigliamento. E anche stile di vita. Amanda le stava insegnando che si vive bene anche senza abiti e oggetti firmati. Che si può essere felici lo stesso. Che non si può comprare tutti i giorni qualcosa. Ed era un bene per Gloria perdere parte dei suoi vizi, che erano veramente troppi.

Arrivò al locale con mezz'ora di ritardo, anche perchè aveva sbagliato a prendere un pullman e aveva dovuto rifare il tragitto al contrario prima di prenderne uno nuovo.

Pazienza.

Da fuori sembrava un posto abbastanza carino. Insegna luminosa, piante esotiche all'entrata.

Gloria varcò la soglia cercando con lo sguardo qualcuno che conoscesse, ma non vide nessuno.

Non si accorse nemmeno di essersi scontrata con un tizio, almeno finchè questo non si voltò pretendendo le sue scuse.

Scusami, non ti avevo visto” mormorò Gloria, imbarazzata.

Ah no, eh? Ma come cazzo ti viene in mente di travolgere le persone in quel modo?! Te le faccio imparare io le buone maniere, ragazzina” rispose il ragazzo, cominciando a sfilarsi la giacca.

Co-cosa fai..” cominciò a balbettare Gloria.

Che cosa succede qui?” mormorò una voce, “Gloria, stai bene?”.

Alla ragazza venne un infarto quando si accorse chi fosse il proprietario di quella voce.

Billie.

Billie Joe Armstrong la stava difendendo.

Mi è venuta addosso, quella puttana!” disse ancora il ragazzo.

Scommetto che non l'ha fatto apposta, vero Gloria? Andiamo via, vieni!” mormorò Billie sotto voce, tirando la ragazza per un braccio, in modo tale che lo seguisse.

La condusse tra i tavoli, fino ad arrivare a quello dove c'erano tutti i loro compagni di scuola.

Ehi Gloria! Come va?” chiesero.

Tutto bene, voi?” disse lei di rimando, mentre si sfilava il golfino.

Si voltò e vide che Billie si stava allontanando leggermente, per sedersi su un divanetto, tutto solo.

Ehi Billie” lo chiamò sfiorandogli un braccio, “Grazie per prima”.

Lui annuì.

Gloria si sedette vicino ad Ashley, anche se un po' le dispiaceva lasciare Billie da solo.

Chiacchierarono e bevvero, bevvero e chiacchierarono.

Poi a qualcuno venne la brillante idea di andare a ballare e tutti si alzarono, dirigendosi verso la pista da ballo.

Ehi Gloria! Vieni!”.

No, grazie, io...io non ballo”. Non le era mai piaciuto ballare, in pubblico soprattutto. Sarebbe rimasta a guardare.

Si accorse, però, di non essere l'unica a non essere voluta andare.

Anche Billie sembrava non volersi muovere dal suo divanetto.

Se Gloria desiderava davvero conoscerlo, questa era l'occasione buona.

Si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco, sul divanetto di pelle.

Neanche tu balli?” chiese.

Billie scosse la testa.

Sai” continuò Gloria, “Mi piace molto come suonate e come canti”.

Si guardò intorno e rese improvvisamente conto che quella sera Mike non era presente, Billie sembrò leggerle nel pensiero e mormorò “Mike ha la febbre”.

Ah” rispose Gloria, non sapendo che altro dire.

Billie non era il tipo di ragazzo con il quale si riesce a chiacchierare per ore. Parlava poco, rispondeva a monosillabi alle domande che gli venivano fatte.

Rimasero così in silenzio, seduti uno accanto all'altra, finchè la compagnia non tornò.

La serata filò liscia come l'olio fino a quando non fu ora di tornare a casa.

Gloria e Ashley uscirono insieme dal locale e aspettarono gli altri.

Che fine ha fatto Billie? Non lo vedo da un po'” cominciò a dire Gloria.

Sì” replicò Ashley, “E' andato in bagno e poi non l'ho più visto. Magari è già tornato a casa, non ti preoccupare per lui, sa cavarsela”.

Su questo Gloria non aveva dubbi, Billie sembrava uno abituato a camminare con le sue gambe.

Rientro un attimo per dire agli altri di sbrigarsi” aggiunse poco dopo Ashley, e scomparve tra la folla.

Gloria rimase lì, ferma, a fissare le auto che passavano veloci sulla strada vicina perdendosi nei suoi pensieri, ma ne venne ridestata improvvisamente.

Due mani fredde le cinsero i fianchi serrandoli in una morsa.

Gloria gridò e si voltò appena in tempo per vedere il volto di Billie a pochi centimetri dal suo. Lui le prese il viso tra le mani e la baciò con foga e rabbia, facendole sanguinare il labbro.

Gloria lo respinse con tutta la forza che aveva, prima di gridare di nuovo.

Ahi, mi fai male, smettila!” urlò, spingendo Billie lontano da sé.

Lo guardò meglio e si rese conto che doveva essere ubriaco. Non stava quasi in piedi e sembrava facesse fatica a tenere aperti gli occhi.

Gloria! Che succede?” domandò Ashley, seguita da tutti gli altri.

N-Niente” mormorò lei, incapace di raccontare l'accaduto, “Penso che Billie sia ubriaco fradicio” concluse.

Come sempre” replicò l'amica, “Andiamo Billie, ti riaccompagno io a casa”.

Lo presero per le braccia e lo trascinarono sul primo pullman che fermò lì vicino.

Durante tutto il tragitto di ritorno, Gloria cercò di stargli lontana il più possibile. Aveva paura. L'aveva spaventata.

Come aveva potuto farle una cosa del genere? L'alcool doveva dargli al cervello.

Quando entrò in casa era così tradi che i suoi genitori dormivano già da un pezzo.

Si mise a letto completamente vestita, perchè non aveva voglia di mettersi il pigiama.

Al sicuro sotto alle coperto ripensò a quanto era accaduto. Amanda non doveva saperlo, o la avrebbe tenuta lontana da quel ragazzo che così tanto desiderava conoscere e scoprire. Nessuno doveva saperlo. Era stato solo un attimo, in fondo, e Billie era ubriaco fradicio. Lui... lui non avrebbe voluto farle del male, vero? O forse sì? No, certo che no, perchè salvarla dalle grinfie di uno sconosciuto all'inizio della serata, altrimenti?

Le domande vorticavano veloci nella sua testa.

Tra tutti quei dubbi due sole cose erano certe.

La prima, Billie l'aveva spaventata.

La seconda, quello era stato il peggior bacio che un ragazzo le avesse mai dato.

 

Angolo autore

Buonaseraaa! :D

Eccomi qua, puntuale come non mai, con il quinto capitolo!

Allora, che ne pensate?

Io penso che Billie beva troppo u.u ahahahah

Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono/ recensiscono/ aggiungono la mia storia alle preferite, ecc... GRAZIE MILLE!!! :)

Non ho altro da dire... io e la mia influenza ci dileguiamo!

A presto!

 

BrutalLove x

Ps. Recensite? Grazie! :')

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Capitolo 6
*** Hello stranger, I'm a disaster ***


Il giorno seguente Gloria non andò a scuola.

Si era svegliata presto, aveva finto un malore e, dopo aver convinto sua madre, si era ficcata di nuovo sotto le coperte.

Quando si alzò erano già le undici di mattina e i suoi genitori erano ad un'importante riunione, quindi era a casa da sola.

Si vestì senza troppa fretta e fece colazione con ancora più calma.

Nel silenzio della casa deserta iniziò a pensare a Billie.

Aveva deciso di non andare a scuola perchè, doveva ammetterlo, non era pronta ad incontrarlo. Aveva, in un certo senso, paura di lui.

Di fantasia ne aveva parecchia, anche troppa, ed era arrivata alla conclusione che quel ragazzo fosse un misterioso essere soprannaturale. Successivamente, quando aveva riconsiderato l'idea, si era messa a ridere dandosi della stupida e della ritardata, e aveva continuato a pensare a cosa avrebbe potuto fare.

Billie era o non era una cattiva persona? Per scoprirlo doveva conoscerlo, ma ne aveva ancora voglia? Oppure si era presa troppa paura e ora voleva solo stargli lontano?

Le venne in mente Christian. Morto da poche settimane e già le sembravano anni. Ma come era possibile? Come riusciva a non pensare a lui tutto il giorno? La terapia dell'-esci e divertiti- ideata da Amanda funzionava davvero? E se... e se la sua voglia di conoscere Billie fosse dovuta al fatto che tentasse di sostituire Christian? Ma che cosa stava blaterando, lei non voleva mica fidanzarsi con quel ragazzino! Voleva solo conoscerlo! Suvvia, non lo conosceva nemmeno! Magari era, come diceva Amanda, la persona più maleducata sulla faccia del pianeta! Eppure qualcosa di lui la attraeva come nessun altro.

Perchè ci pensava così spesso?

Perchè lo aveva sempre nella testa?

Era tutta colpa di Mike e di quello che le aveva detto quel giorno, vicino agli armadietti.

Billie non è così male come la gente lo definisce. Non ha avuto un'infanzia facile, ma è una persona d'oro se lo si conosce bene, davvero”.

Ci pensò su per tutta la mattina, fino a che il telefono squillò e Gloria venne bruscamente catapultata fuori dai suoi pensieri.

Ehi Glo! Stai male? Come mai oggi non c'eri?”.

Amanda, calmati” rispose Gloria ridacchiando, “Sto bene, non ti preoccupare... tu piuttosto, come stai?”.

Benissimo, sono in gran forma, non ero io ad essere assente, oggi!”.

Sì, ma...la febbre ti è passata?”.

Sì, era febbre del sabato sera, si vede”.

Ah-ah, che spiritosa”.

Comunque come mai oggi non c'eri?” le domandò di nuovo Amanda.

Gloria avrebbe voluto risponderle che era stata male, ma proprio non riusciva a dirle qualcosa che non fosse la verità.

Io, ehm..” iniziò.

Gloria ma non sai più parlare? Sei incinta, forse?”.

Zitta” ridacchiò, “E' successo che... che Billie sabato sera era ubriaco fradicio e mentre ero fuori dal locale ad aspettare gli altri mi ha... ecco, mi ha baciata e non è stato uno dei migliori baci che io abbia ricevuto in vita mia” concluse.

Cosa? Ti ha baciata? Billie? No e fammi capire... quindi tu non sei venuta a scuola per questo?”.

Bè, sì” ammise Gloria, rendendosi conto che effettivamente stare a casa era stato piuttosto inutile, “Avevo un po'... di paura di incontrarlo in corridoio” aggiunse.

Ah” fece Amanda “Avrei anch'io paura di lui... ma domani torni, vero? Dai non lasciarmi senza compagna di banco!”.

Sì, domani ci sarò, promesso” ridacchiò Gloria.

Vuoi che ti faccia da guardia del corpo?”.

No grazie, so cavarmela da sola”.

Sì certo, ma potrebbe esserti utile avere qualcuno che ti tenga lontano Billie!”.

Veramente io voglio ancora conoscerlo” le uscì di bocca, prima che potesse frenare le parole.

Silenzio.

Amanda? Ci sei?”.

Ehm.. si”.

Bè, che dici?”.

Dico che sei fuori di testa, ma non so come farti cambiare idea, okay?”.

Okay”.

...”.

Dai Amanda, nemmeno lo conosci!”.

Lo so, ma ti ho già detto che impressione mi fa quel ragazzo... insomma, è violento, maleducato, come se...”.

Come se?”.

Come se non fosse più capace di provare dei sentimenti diversi dall'indifferenza e dalla rabbia”.

 

 

Il giorno dopo Gloria tornò a scuola e cercò in tutti i modi di evitare Billie.

Non aveva voglia di parlargli. E se.... e se avessero discusso di quello che era successo quel sabato sera? Sarebbe stato troppo imbarazzante.

Fino alla pausa di metà mattina tutto filò liscio, ma quando Gloria si avvicinò agli armadietti per prendere i libri per l'ora successiva, Billie la seguì.

Gloria” la chiamò e lei fece finta di non sentirlo. Le toccò una spalla e la fece voltare.

Che c'è?!” rispose lei, piuttosto scocciata.

Io...io volevo chiederti scusa per... per l'altra sera”.

Ecco. Proprio l'argomento che lei era così tanto ansiosa di affrontare.

Le scuse del ragazzo, però, la lasciarono di stucco. Si sarebbe aspettata di tutto tranne che quello.

Senti... non parliamone più, okay? Quello che è successo è successo, ormai” rispose, e fece per allontanarsi.

Aspetta!” la chiamò Billie, “Mi dispiace davvero, sai? Io... io non volevo! Ero ubriaco fradicio, non capivo più nulla!”. Sembrava impossibile che un ragazzo come quello che si trovava di fronte, piccolo, magro e improvvisamente innocente, potesse averle fatto una cosa simile.

Guardandolo in quel momento pareva un bambino innocuo e dispiaciuto.

Però il bacio te lo ricordi, vero?” chiese Gloria sempre più infastidita.

Sì” si sentì rispondere, “Come potrei dimenticarlo?”.

Ebbe un tuffo al cuore. Che cosa significavano le sue parole?

Billie che stai dicendo?”disse.

N-non lo so”farfugliò lui, confuso.

E' meglio che torniamo in classe, prima che si faccia tardi” concluse Gloria.

Di voltò e corse verso l'aula di fisica con una frase che le rimbombava nella testa.

Come potrei dimenticarlo?

Che cosa voleva dire Billie con quelle parole?

 

 

Pronto, mamma, dove sei?”.

Sto...sto venendo a prenderti, sono un po' in ritardo” disse sua madre.

Ma cazz... ehm.. cavolo. Puoi fare in fretta che piove?”.

Sì, arrivo subito” rispose quella, e appese.

Amanda era dovuta andare via subito dopo scuola, pioveva, e la madre di Gloria era in ritardo. Così lei se ne stava seduta tutta sola su un muretto abbastanza riparato proprio all'entrata dell'edificio e contava le auto che passavano sulla strada, per ingannare il tempo.

Che fai qui tutta sola?” chiese una voce alle sue spalle.

Gloria sobbalzò. Ormai ne conosceva troppo bene il proprietario.

Billie Joe Armstrong era in piedi dietro di lei.

Aspetto mia madre” rispose la ragazza, cercando di analizzare i sentimenti che stava provando in quel momento e provando a capire se l'istinto le diceva di correre perchè era in pericolo. Nulla. Era tranquilla. Tranquilla ma il cuore le batteva a mille.

Perchè non la aspetti dentro, con me?”.

No grazie, tanto arriverà fra poco”.

Come vuoi... senti che tu ci creda o no, a me dispiace davvero per quello che ti ho fatto”.

Ma come? Ancora? Non sapeva parlare d'altro?

Scuse accettate” rispose Gloria con indifferenza, sperando che così Billie avrebbe cambiato argomento.

Se solo potessi tornare indietro i-io...”.

Billie, ho capito! Per piacere non parliamone più, okay?”.

Okay, come vuoi” rispose, e si sedette di fianco a lei.

E fu allora che Gloria si sentì le farfalle nello stomaco. Proprio come era successo con Christian durante la loro prima uscita.

Christian. Le mancava da morire. Cercava di non pensarci ma il pensiero del ragazzo che aveva amato era sempre pronto a tormentarla.

Cosa le stava succedendo? Perchè si sentiva così, in presenza di Billie? No, non poteva essere. Era tutto sbagliato, tutto. Le lacrime minacciavano di traboccarle dagli occhi. Si alzò improvvisamente.

Che c'è?” le chiese Billie, preso alla sprovvista da quel suo movimento brusco e inspiegabile.

Ehm... credo sia arrivata mia madre” borbottò Gloria incamminandosi sotto la pioggia e lasciando che lacrime salate le rigassero la guance.

No, no, no, non poteva essere.

 

Quella sera, quando si addormentò, sognò Billie.

Sognò di essere così vicina a lui da poter sentire il suo respiro caldo sul collo.

Sognò i suoi occhi verdi che la guardavano con desiderio e poi... poi le labbra del ragazzo sulle sue. Passionali, calde.

Si svegliò di colpo con il cuore in gola. Come aveva potuto sognare una cosa del genere?

Dopo quello che era successo fuori dal locale, poi!

Si diede della stupida.

Si toccò le labbra come per assicurarsi che fossero intatte e poi cercò di riaddormentarsi, ma senza successo. Pensieri e domande la tormentavano come non mai, impedendole di riprendere sonno.

Cercò di convincersi che quel sogno fosse stato un incubo, qualcosa che desiderava non sarebbe mai accaduto nella realtà.

Ma non era così, e lei lo sapeva bene.

Quello era stato un bel sogno.

Le era piaciuto.

Ma come aveva potuto sognare un dolce bacio con colui che le aveva volgarmente ficcato la lingua in bocca, forse troppo ubriaco per rendersi conto di quello che stava facendo?

Non c'era stato nemmeno un briciolo di paura nel sogno, e questo fatto senza spiegazione la spaventava.

 

 

Per giorni Gloria cercò di convincere sé stessa del fatto che non provasse niente per Billie, ma tutte le volte che lo vedeva in corridoio o che Amanda parlava di lui, il suo corpo la tradiva, facendole provare costantemente quella sensazione che conosceva fin troppo bene. Le si chiudeva lo stomaco. A volte diventava anche tutta rossa, tanto che la sua amica le chiedeva ogni volta che cosa avesse, ma senza mai ricevere una spiegazione.

Come era iniziato tutto? Non sapeva dirlo. Lui la aveva sempre attirata, ma mai in quel modo. Era come se la scintilla fosse scoppiata, chissà come, quel pomeriggio, mentre se ne stava seduta sul muretto fuori da scuola.

Era arrabbiata con sé stessa. Si sentiva in qualche modo colpevole, come se stesse tradendo Christian.

Quando pensava a Billie, cioè quasi sempre, le si formava nella mente l'immagine del suo fidanzato.

Stavano fermi, uno di fianco all'altro e la incitavano a scegliere. Ma come avrebbe potuto? Christian era morto e Billie neanche lo conosceva.

Alla fine della settimana però, le fu chiaro che quell'Armstrong le piaceva, e anche tanto.

Non poteva più negarlo a sé stessa, non poteva più evitarlo come se nulla fosse, semplicemente non poteva.

Per qualche strana, inspiegabile, forse sbagliata ragione, si stava innamorando di lui.

 

Angolo autrice:

Ma ma ma ma quanto è lungo questo capitolo??? Troppo, lo so, ma non potevo dividerlo D:

Se siete arrivati fino a qui a leggere mi congratulo :') ahah

Grazie ancora a tutte le persone meravigliose ( si si *-* ) che hanno letto, recensito, inserito nelle seguite/ricordate [...] la mia storia! :3

Se recensite mi fate MOLTO piacere, ormai lo sapete ;)

A presto!

 

BrutalLove x

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Capitolo 7
*** Coming clean ***


Curiosamente, una settimana più tardi, Billie invitò Gloria ad uscire. Ci sarebbero stati anche Mike e il batterista della loro band clandestina.

Vuoi venire a sentire quando proviamo?” le aveva chiesto.

Sentirvi suonare? Certo!” aveva risposto la ragazza con gli occhi che le brillavano.

Si sarebbero trovati di pomeriggio in un vecchio capannone abbandonato, dove i componenti della band potevano suonare a tutto volume senza che nessuno venisse a lamentarsi per il troppo rumore.

Gloria si sentiva lusingata perchè era l'unica ad essere stata invitata.

Non Amanda, non Ashley, non Maria, non Jimmy... lei.

 

Quel pomeriggio decise di indossare un paio di pantaloni della tuta, una felpa piuttosto pesante e una giacca a vento, anche perchè il tempo non prometteva niente di buono, e comunque nel capannone non ci sarebbe stato il riscaldamento.

Prese un paio di pullman e poi seguì le indicazioni che le aveva dato Billie.

Svoltò in una piccola stradina sterrata e vide il capannone in lontananza.

Non poteva credere che già da quella distanza potesse sentire il rumore dei tamburi dalla batteria e il suono della chitarra, invece era proprio così.

Iniziò a piovere e Gloria cominciò a correre. Arrivò a destinazione in un batter d'occhio e con il fiatone. Si mise a ridere quando si accorse di aver indossato le sue scarpe nuove Calvin Klein, ora completamente infangate. Pochi mesi prima non avrebbe mai osato mettersi a correre in quel modo e con quelle condizioni meteo. Avrebbe iniziato a pensare alle sue scarpe e a quanto fosse importante per lei che rimanessero pulite, perfette, nuove.

Quel posto le stava facendo tremendamente bene.

La faceva sentire viva.

Aveva avuto molti pregiudizi quando si era trasferita, ma poco a poco questi erano svaniti.

Quello era senza dubbio il posto migliore dove avesse mai vissuto. Sperava con tutto il cuore di non doverlo lasciare mai.

Entrò nel capannone persa nei suoi pensieri e con il sorriso sulle labbra.

Ehi, guardate chi c'è!” gridò Billie non appena la vide, “Ve lo avevo detto che sarebbe venuta!” continuò, non smettendo, nemmeno per un secondo, di suonare la chitarra.

Gloria si sistemò su una scatola di cartone rovesciata e si portò le ginocchia al petto.

Quando la canzone finì, chiese “Chi diceva che non sarei venuta?”.

Abbiamo scommesso su di te” ammise Mike.

Voi avete... che cosa?”.

Non prenderla così male” rise Billie, “Ogni volta che arriva una nuova ragazza in città e facciamo la sua conoscenza la invitiamo alle prove della nostra band e scommettiamo se verrà oppure no”, alzò le spalle, “E' una tradizione ormai”. Ridacchiò.

Sì, solo che tu sei la prima a non darci buca” confessò Mike.

Ma dai” rise Gloria, “Chi non vorrebbe sentirvi suonare?”.

Mettiamola così” replicò Billie, “Quanti sarebbero invece disposti a farlo?”.

Ah, a proposito, lui è Al” disse Mike, lanciando un'occhiata al ragazzo che suonava la batteria.

Ah ecco, finalmente glielo presentavano!

Lui e Gloria si strinsero la mano.

Allora ragazzi! Ci facciamo una birra?” chiese Billie e Gloria lo guardò male.

Alcool. Si guardò attorno rapidamente e constatò che le bottiglie vuote erano sparse ovunque. Ma quanto bevevano?

Perchè non prendiamo tutti una coca-cola ghiacciata, invece?” lo corresse Mike, come se avesse letto nel pensiero la ragazza. Billie doveva averlo informato riguardo a quanto era successo quella sera, fuori dal locale.

Gloria acconsentì, sorridendo debolmente, e tutti e quattro si ritrovarono su un divano sgangherato a bere Coca Cola e mangiare patatine.

Ti facciamo sentire una canzone, ora” disse Billie, non appena ebbero finito.

Nuova?”.

No, ma non l'hai mai sentita, si intitola Why do you want him”.

Gloria si sedette di nuovo sulla scatola di cartone rovesciata e ne ascoltò con attenzione il testo, lasciandosi trasportare dalla musica, in preda alle farfalle che le svolazzavano nello stomaco. Quello era ormai un effetto costante della presenza di Billie. Ci stava facendo talmente l'abitudine che la cosa sembrava non metterla quasi più a disagio.

E' bellissima” disse alla fine, “Siete fantastici, ragazzi” concluse.

Billie è fantastico” riprese Mike, “Ha composto questa canzone qualche anno fa, è stupenda secondo me”.

Già”.

 

Verrai ancora a sentirci suonare?” chiese Al, alla fine del pomeriggio.

Ma certo, mi è piaciuto tantissimo, davvero!”.

Vuoi un passaggio a casa, Gloria?” le domandò Billie.

La ragazza avvampò e prese a fissarsi le punte delle scarpe, poi rispose con tono sommesso: “No, grazie, vado con il pullman”.

Perchè non riusciva a dire ? Perchè l'immagine di Christian continuava a tormentarla impedendole di vivere?

La verità era che, semplicemente, Gloria non avrebbe potuto continuare in quel modo. Doveva accettare il fatto che il suo ragazzo se ne fosse andato, punto. Sarebbe sempre rimasto nel suo cuore, ma non poteva permettersi di sentirsi in colpa se si affezionava ad un altro, perchè sapeva che sarebbe comunque successo. Anzi, stava già succedendo. Doveva accettarlo. Accettare la vita. Capire la differenza che c'è tra vivere davvero e morire prima di esalare l'ultimo respiro.

Okay, allora ci si vede a scuola” concluse Billie, e sembrò perdere gran parte del suo entusiasmo.

Non era la prima volta che Gloria si accorgeva dei suoi cambiamenti di umore repentini. Anche a scuola era capitato di vederlo ridere e scherzare per poi farsi all'improvviso triste e pensieroso. Era strano, quel ragazzo. Strano ma tremendamente attraente.

Sì, ci si vede” rispose Gloria quasi automaticamente, persa come al solito nei suoi pensieri.

Improvvisamente si chiese se lui stesse facendo il gentile per farsi perdonare quel terribile bacio fuori dal bar.

Poteva anche essere, ma aveva davvero tanta importanza? Lei voleva conoscerlo, e lui le stava dando, consciamente o no, la possibilità di farlo.

 

 

-Due giorni dopo, nel cortile della scuola-

Il giovane Armstrong continua a fissarti, lo sai?” fece Amanda.

Uhm, davvero? Non me n'ero accorta” rispose Gloria con finto disinteresse.

Dai smettila, lo so che ti hanno invitato a sentirli suonare!”.

E con questo? Invitano tutte le ragazze”.

Ma nessuna ci va mai” concluse Amanda. “Perchè non vai a parlarci?” aggiunse poco dopo.

Ma chi, io?”.

Bè vedi tu... io non ho molto da dirgli” replicò Amanda, ammiccando. Ma come, ora era contenta di vederli 'insieme'? Forse perchè aveva paura che l'amica entrasse in depressione per la perdita subita o forse aveva semplicemente rinunciato al tentativo di farle cambiare opinione sul ragazzo.

Gloria raggiunse Billie e lo trovò seduto da solo sul bordo del marciapiede.

Ehi!”salutò quello. Sembrava contento.

Ciao”.

Quando verrai di nuovo al capannone? Venerdì, magari?”.

Uhm, devo consultare la mia agenda, Signor Armstrong...vediamo...” rispose Gloria, fingendo la consultazione di un diario immaginario, “Sì, venerdì sono libera”.

Billie rise.

Ho chiesto il tuo numero di telefono ad Amanda” aggiunse, “Ma lei non me l'ha dato” concluse, quasi ridacchiando.

Tu cosa?” chiese Gloria, incredula che l'amica non le avesse detto nulla. Ah, ecco perchè ci teneva tanto che si parlassero.

Bè, magari potresti darmelo tu stessa, che dici?” proseguì lui con esagerata innocenza.

E sentiamo, perchè ci tieni tanto ad averlo?” domandò Gloria, con fare provocatorio.

Billie le stava chiedendo il numero di telefono? Davvero? A volte pensava che quel ragazzo fosse capace di leggerle nella mente e soddisfare i desideri che lei, altrimenti, non avrebbe mai nemmeno espresso.

Le si chiuse lo stomaco.

Uhm, non lo so. Tu comincia a darmelo, poi si vedrà” rispose lui, penetrandola con i suoi occhioni verdi fin troppo innocenti.

Gloria sfilò una penna dalla tasca dei pantaloni, ringraziando il fatto che la portasse sempre con sé, e gli scrisse il suo numero di telefono sul braccio.

Contento?”.

Molto” rispose il ragazzo, facendole l'occhiolino e allontanandosi nella confusione della pausa pranzo.

 

 

 

Angolo Autrice

Et voilà, ho aggiornato per la vostra felicità (?) ! :)

Che dire? Bè, se Billie mi chiedesse il numero credo che sverrei... sorvolando questa piccola e inutile riflessione, sapete che ho trovato ieri?

Stavo girando per il web in cerca di qualche notizia che non sapessi ancora sullo Zio Billie e cosa trovo? Questo:

-Billie (On Green Day fanfiction): Tre Cool reads the dirty ones. I've read a few. It's flattering and sort of weird at the same time. I don't really know what to think about young girls thinking about old men like that. But the ones I have read were very well-written and as long as kids these days are still being creative and writing, then I think it's cool. -

Già di per sé la notizia è abbastanza curiosa (?), se poi tenete anche conto della ff che ho scritto ('Ciao mi chiamo Billie Joe e leggo fanfiction) potete immaginare la mia faccia ahahah ero così o.o!

E niente, mi sono dilungata troppo e inutilmente, ora mi dissolvo.

Grazie a tutti coloro che mi dedicano del tempo leggendo/ scrivendo una recensione/ mettendo la mia storia tra le seguite/.... mi fate tantissimo piacere! *-*

Okay basta, ora me ne vado davvero, giuro!

Rage&Love

 

BrutalLove ✘✘

P.S. OMG, mancano solo quattro giorni al concerto *-*

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Capitolo 8
*** Sometimes I wish someone out there will find me ***


 

Il giorno seguente, a scuola, Gloria non poté fare a meno di fissare Billie durante le lezioni, e lui fece lo stesso con lei. Seguivano gli stessi corsi, e questo faceva sì che si incontrassero di continuo nelle aule e agli armadietti.

Durante la lezione di psicologia, mentre Gloria, seduta vicina ad Amanda, era concentratissima, qualcuno le lanciò sul banco un fogliettino stropicciato.

Lei si voltò e vide Billie guardare nella sua direzione e alzare le sopracciglia.

Srotolò rapidamente il foglietto e lesse il messaggio contenuto, decifrando la terribile scrittura con la quale era scritto.

Potremmo essere amici, sai.

Gloria aggrottò la fronte. Essere amici? Non lo erano già? O forse quel messaggio era provocatorio?

Amanda al suo fianco, dopo aver letto quella frase, alzò gli occhi al cielo.

Gloria girò il bigliettino.

Lo siamo già, mi sembra.

Senza farsi vedere dall'insegnate, dopo averlo appallottolato per bene, lo lanciò nella direzione di Billie, che lo prese al volo.

Lo so. Volevo solo esserne sicuro. Mi sei simpatica, fu la risposta.

Gloria si voltò di nuovo verso di lui e gli sorrise.

Il ragazzo ricambiò.

Inutile dire che da qual momento non riuscì più a seguire il resto della lezione.

 

 

Si videro per la prima volta da soli qualche giorno dopo.

Billie si era offerto di passare a prendere Gloria a casa sua, e ora la stava aspettando fuori dalla porta di ingresso, a cavalcioni della sua bici riverniciata e un po' troppo piccola per lui.

Quando lei uscì lui la squadrò da capo a piedi e sembrò apprezzare il suo look sportivo.

Ciao”.

Ciao, ti va se andiamo in bici?”.

Sì, certo. Aspetta, passo dal garage allora” rispose Gloria.

Quando aprì la porta di quest'ultimo, Billie rimase senza fiato.

Davvero hai tutte queste cose?” domandò osservando distrattamente la moltitudine di oggetti che i genitori di Gloria avevano accatastato nel garage, in seguito al trasloco.

Sì” ammise lei, un po' in imbarazzo.

Prese la bicicletta più in fretta che poté e si trovò a pedalare su una stradina piccola e asfaltata, con Billie al suo fianco.

A che gusto ti piace il gelato?” le chiese lui.

Oh, ecco un altro che si interessa al gusto del gelato, pensò Gloria. Anche Amanda le aveva fatto una domanda simile pochi giorni dopo il loro primo incontro a scuola.

Uhm, mi piacciono un po' tutti i gusti, ma specialmente il cioccolato” rispose, “E a te?”.

Anche a me” concordò Billie.

Parcheggiarono le biciclette vicino ad una palazzina arancione e proseguirono a piedi fino a che non arrivarono al carretto dei gelati.

Lascia, pago io” fece Gloria, quando si accorse che Billie contava freneticamente i pochi spiccioli che teneva nella tasca dei pantaloni.

No” rispose sgarbatamente lui, e si pagò il cono.

Ecco che ricomincia a fare lo scortese.

Scusa” mormorò Billie poco dopo, “E' che non mi piace che la gente abbia...compassione di me solo perchè la mia famiglia non ha soldi”.

Guarda che io volevo solo offrirti un gelato” replicò Gloria.

Lo so” rispose lui di rimando.

La ragazza lo guardò dolcemente e il suo sguardo attento cadde sulle braccia del ragazzo, caratterizzate da lividi violacei. Non osò chiedere spiegazioni. Erano davvero tanti. Come potevano i suoi fratelli non accorgersi di quei segni? Forse li avevano notati e non avevano fatto niente, e questo era ancora peggio.

Si sedettero su una panchina mezza scarabocchiata e fecero merenda, chiacchierando un po' di tutto.

Gloria si accorse che Billie indossava ancora quelle scarpe rotte che gli aveva visto a scuola, tempo prima. Erano quasi completamente senza suola.

Gli fece tanta tenerezza.

Il ragazzo notò che Gloria gliele stava guardando e si portò le ginocchia al petto, nascondendo le punte dei piedi con le mani, imbarazzato. Il suo umore sembrò cambiare, ancora una volta, in modo repentino.

Nessun altro della mia famiglia porta il 40, quindi non ho scarpe da ereditare o abbastanza soldi per un paio nuovo, ok?” disse poi, come se volesse giustificarsi.

Stai tranquillo” gli rispose Gloria con dolcezza, “Non sono qui per fare il filo alle tue scarpe”.

 

La ragazza gli raccontò della sua vita, segnata continuamente da traslochi e cambi di scuola, e poi volle sapere di più su di lui.

Bè io abito a due isolati da te” rispose Billie.

Sì, questo lo so già, me lo ha detto Amanda”.

Ah”.

Dimmi qualcosa che non so” lo incitò.

Billie ci pensò un po' su prima di rispondere, come se stesse decidendo se riferire o meno qualcosa di sé.

Ho cinque fratelli, mio padre è morto quando avevo dieci anni e mia madre si è riposata con un tizio che non sopporto. Si dilegua non appena c'è un minimo problema, e credo si droghi anche. Non posso credere che stia con quella sanguisuga. È per lei che ho scritto Why do you want him” disse, tutto d'un fiato. Sembrava che parlare della sua vita gli pesasse parecchio.

Oh” rispose Gloria, non sapeva che dire, “Mi dispiace tanto, Billie” aggiunse poco dopo, sincera.

Lui per tutta risposta alzò le spalle come per dire -non fa niente- , ma era chiaro che soffriva.

Possiamo parlare d'altro?” disse sospirando, “La mia vita non ha nulla di interessante”.

 

 

Angolo autrice

Buonsalve gente!!!

Allora, so che il capitolo è corto ma spero di farmi perdonare con il prossimo... nel frattempo spero che questo non vi abbia delusi!

Sono in ritardo con la pubblicazione (sì, anche D:) perchè ho avuto un sacco di problemi e poi.... O MIO DIO, DOMANI C'E' IL CONCERTO!

Ho un'ansia terribile, non credo dormirò questa notte.

Grazie a tutti quelli che leggono/recensiscono/aggiungono la mia storia alle seguite[...] non mi stancherò mai di dirvi grazie :')

Rage & Love

 

BrutalLove xx

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Capitolo 9
*** Extraordinary Girl ***


Due giorni dopo la loro prima uscita insieme, Gloria, prima dell'inizio delle lezioni, aspettò Billie in corridoio, vicino agli armadietti.

Non appena lo vide arrivare gli si avvicinò, portando con sé una scatola di cartone, tenendola sotto braccio.

Billie” lo chiamò.

Lui si voltò e la guardò.

Gloria... ciao”.

Ciao Billie, senti... ci tenevo a darti queste, credo ti possano servire” proseguì la ragazza, porgendogli la scatola.

Il ragazzo la prese con fare interrogativo.

Coraggio, aprila! Non morde mica!”.

Billie alzò piano il coperchio e, quando vide quello che conteneva, gli brillarono gli occhi.

Oh Gloria, no, io... io non posso accettarlo, davvero” balbettò arrossendo improvvisamente.

Provatele, spero siano del numero giusto” disse la ragazza.

Sono... sono vere All Star... sono... sono bellissime”.

Uhm-uhm. Allora, le provi o no?” lo incitò Gloria.

Non pensava che ricevere un regalo come quello gli avrebbe fatto così tanto piacere. Sembrava un bambino che, il giorno di Natale, ha trovato sotto l'albero quello che desiderava da tempo e non riesce ad esprimere a parole il suo entusiasmo.

Per l'acquisto di quelle scarpe, Gloria aveva speso solo un terzo della sua paghetta mensile. Si sentiva uno schifo per questo. Quando aveva visto il prezzo delle All Star non aveva potuto credere che Billie non se le potesse permettere. Davvero era così povero? Prima o poi gli avrebbe infilato di nascosto qualche banconota nello zaino. Se gli avesse offerto dei soldi, lui li avrebbe rifiutati. Tanto valeva farglieli trovare casualmente.

Il ragazzo si sfilò le vecchie scarpe ormai rotte, per indossare quelle nuove.

Allora, ti vanno bene?”.

Sono... perfette” rispose Billie, “Non...non potrò mai ringraziarti abbastanza o ricambiare...grazie” aggiunse, con le lacrime agli occhi.

Non è il caso di mettersi a piangere” gli disse Gloria, dolcemente.

Lui si ricompose e la abbracciò teneramente.

Grazie, grazie, grazie mille, Glo” sussurrò di nuovo, appoggiando la testa sulla spalla della ragazza.

Gloria si sentì bene. Felice, tremendamente felice. Vedere Billie emozionarsi di fronte al suo regalo l'aveva lasciata piacevolmente sorpresa.

Mike aveva ragione quando diceva che il suo amico era un ragazzo d'oro. Bisognava solo... conoscerlo, andare oltre l'apparenza e non dare importanza al carattere, spesso aggressivo, che usava come scudo per proteggere la sua fragilità.

Billie era una persona tenera, che, però, aveva sofferto troppo e aveva imparato a reprimere le emozioni.

 

Da quel giorno ogni volta che Gloria incontrava Billie a scuola, lo trovava seduto da qualche parte, da solo o con Mike, intento a strofinarsi le scarpe per mantenerle perfettamente pulite.

Quando pioveva stava attentissimo ad evitare le pozzanghere per non infangarle, e quando andava a fare le prove con la band, nel capannone, rimaneva a piedi nudi pur di non impolverarle.

La cosa faceva a Gloria tanta tenerezza, ma allo stesso tempo la riempiva di felicità.

Lei e Billie stavano diventando grandi amici. Non parlavano mai dell'essere qualcosa di più. Semplicemente, lasciavano che le cose facessero il loro corso.

Gloria doveva ammettere che, spesso, le capitava di sentirsi lo stomaco in subbuglio quando era in sua presenza, ma non voleva rovinare l'amicizia che si stava formando tra loro.

Il ragazzo le sembrava sempre meno sgarbato e a volte lasciava intravedere una tenerezza nascosta che cercava di preservare in tutti i modi. Si stava anche abituando ai suoi sbalzi d'umore repentini, che, nonostante fossero abbastanza frequenti, non la intimorivano più come all'inizio.

Spesso andava a sentirlo cantare e suonare al capannone, altre volte uscivano insieme e andavano a prendersi un gelato, ma Billie non era mai stato a casa sua, e lei non era mai stata a casa di Billie.

Avevano iniziato a conoscersi da poco e non avevano ancora tutta quella confidenza, anche se, dopo che Gloria gli aveva regalato le scarpe, lui aveva iniziato a diventare più dolce con lei.

Quasi come se la ragazza avesse superato la prova e lui avesse finalmente cominciato a fidarsi.

 

Una sera, però, mentre erano in un locale con gli altri ragazzi della compagnia, Billie e Mike si ubriacarono come Gloria non aveva mai visto fare.

Straparlavano, non si reggevano in piedi, non riuscivano a tenere gli occhi aperti.

E fu proprio in quel momento che la ragazza vide il Billie che la gente descriveva, il Billie di cui tutti parlavano. Violento, sadico. Proprio come le aveva già dimostrato di essere quella lontana notte, fuori da un locale, quando, sotto l'effetto di alcool e forse anche di stupefacenti, l'aveva baciata con rabbia facendole sanguinare le labbra.

Da quel momento, per quanto Gloria lo desiderasse, non era più riuscita ad immaginarsi un bacio dolce con quel ragazzo. Sì, aveva sognato un bacio dolce e passionale, e le era anche piaciuto, ma quando pensava consciamente a lui e immaginava di sfiorargli le labbra... vedeva rabbia.

Non si erano più nemmeno toccati da quella sera, e la ragazza cominciava quasi anche a dimenticarsi dell'accaduto, ma per quanto lui dimostrasse di avere un lato dolce, lei non poteva fare a meno di pensare che probabilmente, sepolto dentro di lui, c'era l'altro Billie, quello che di delicato non aveva proprio nulla.

E quella notte rivide quello che il ragazzo cercava di nascondere. I suoi demoni interiori, la sua rabbia repressa, la sua violenza e la sua frustrazione.

Le ricordava tanto Christian. Anche lui era un violento, amava le risse a scuola e veniva sempre coinvolto.

Però almeno con lei era sempre stato dolce, premuroso.

Billie no. Quel ragazzo le aveva dato da subito un piccolo assaggio di come poteva essere quando perdeva sé stesso.

Fu durante il viaggio di ritorno a casa che Gloria pensò seriamente all'amicizia tra loro due.

La spaventava il fatto di essersi affezionata a Billie, non sarebbe stata capace di tornare indietro se si fosse spinta un po' più in là.

Lo avrebbe conosciuto sempre di più e prima o poi avrebbe ceduto, lo sapeva. Prima o poi avrebbe iniziato a desiderarlo con mente e cuore, perchè in parte lo aveva già desiderato in passato.

Sarebbe successo. Si sarebbe innamorata di lui senza poter più reprimere i suoi sentimenti.

Doveva allontanarsi da quel ragazzo, subito. Doveva troncare la loro amicizia per far sì che non sfociasse in altro.

Promise a sé stessa che, anche se fosse stato difficile e quasi impossibile, avrebbe provato.

L'ultima cosa che voleva era innamorarsi di qualcuno che avrebbe potuto farle del male.

 

 

 

Angolo Autrice

Ciaooo :) Alleluia ho aggiornato, eh?!

Scusatemi tantissimo ma ho avuto un sacco di problemi con la scuola... lo so, sono imperdonabile çç.

Spero che in qualche modo questo capitolo vi abbia addolciti (?).

Grazie a tutti coloro che hanno recensito o semplicemente letto, siete fantastici! :D

Rage & Love

 

BrutalLove xx

 

PS. Il 24 maggio sono andata al concerto ed è stata la serata migliore della mia vita, senza dubbio **.

I Green Day hanno suonato per due ore e mezza e sono davvero magnifici live.

Billie canta benissimo, è un figo da paura (!!!) nonostante il fatto che potrebbe essere mio padre, ed è piuttosto... bassino ahahaha, direi che il soprannome 'Nano' è proprio azzeccato.

Fare 'eeeeee ooooooo' è stupendo, sono convinta che potrebbe essere una nuova terapia per combattere lo stress.

E ora tutti insieme 'eeeeeeeeeeeeee ooooooooooo', c'mon !!!

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Capitolo 10
*** I'm still alive and I walk alone- parte 1 ***


Ben presto Gloria si accorse che stare lontana da Billie era più difficile di quanto pensasse.

Lui la cercava, la invitava al capannone o ad uscire insieme, e lei si trovava a rifiutare di continuo, aggrappandosi a scuse sempre più improbabili.

Billie sembrava avere notato un cambiamento da parte della ragazza, tanto che le aveva anche chiesto se ci fosse qualche problema.

Sicura che non ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?” le aveva chiesto, e Gloria aveva scosso la testa.

In effetti il problema non era quello che Billie faceva o aveva fatto, ma come era. Il suo carattere, i suoi modi di fare, i demoni che non riusciva a controllare. Chi le assicurava che i suoi sbalzi d'umore non sarebbero, prima o poi, sfociati in altro?

 

Settimane dopo, però, il piano di Gloria cominciò a dare i frutti sperati.

Billie la evitava, non le parlava più come prima e non la invitava ad uscire, visto che poteva prevedere il suo rifiuto ancora prima di chiederle di trascorrere del tempo insieme.

Sembrava sempre triste, non si capacitava del cambiamento della ragazza, ma doveva essersi ormai rassegnato.

Gloria, dal canto suo, ci stava malissimo. Vedere il ragazzo che le piaceva, soffrire per colpa sua la distruggeva.

Però, non appena considerava l'idea di far tornare le cose a posto, risentiva le labbra violente di Billie premere sulle sue, e allora tornava ai suoi pensieri infelici.

Non era facile per nessuno dei due.

 

Tutto cambiò alla fine di gennaio.

Billie e Gloria si erano ormai allontanati parecchio, quasi non si salutavano nemmeno quando si incontravano a scuola.

Uno evitava l'altra, e viceversa.

Era triste da ammettere e anche da vedere, il rapporto di due amici troncato così, all'improvviso, ma Gloria era davvero convinta che quella sua scelta fosse la più giusta.

Poi accadde che Billie, che di solito non faceva mai assenze a meno che non venisse espulso dall'istituto, rimase assente da scuola per giorni. E così anche Mike.

Dicono che sono malati” l'aveva informata Amanda, una mattina, ma Gloria non era convinta.

Aveva provato a vederli camminare sotto l'acqua con trentotto di febbre e un raffreddore da paura, non le sembravano il tipo di persona che sta a casa per un malore. A meno che quel malore fosse particolarmente grave.

Aveva cercato di allontanarsi da Billie e c'era riuscita, però nulla le impediva di andarlo a trovare, giusto? Soprattutto se c'erano validi motivi.

Decise che sarebbe andata a controllare di persona, quello stesso pomeriggio.

Si sarebbe semplicemente assicurata che lui stesse bene, nient'altro.

 

Uscì da scuola e prese il pullman per tornare a casa. Scese una fermata prima rispetto alla sua solita, e si diresse verso casa del ragazzo.

Quando vi arrivò vicino non poté credere ai suoi occhi. C'era Billie, seduto da solo sui gradini d'ingresso del palazzo. Si teneva la testa tra le mani ed era rannicchiato con le ginocchia al petto.

Billie!” lo chiamò Gloria.

Il ragazzo alzò la testa e la fissò. Lei notò subito un orribile livido violaceo proprio sulla guancia, e gli occhi gonfi e arrossati. Billie doveva aver pianto. Fu in quel momento che lo vide debole e disperato per la prima volta.

Vulnerabile.

Oddio Billie!” ripeté vedendolo in quello stato, “Stai male? Che ti è successo?”.

Gli si sedette accanto e aspettò che lui si decidesse a parlare, ma non lo fece.

M-mi viene da piangere” farfugliò un secondo prima di nascondersi il viso tra le mani per la vergogna.

E' tutto a posto” sussurrò Gloria dolcemente, accarezzandogli delicatamente una spalla. Non voleva farlo sentire in imbarazzo, ma allo stesso tempo non sapeva come comportarsi, non capendo per quale motivo fosse così sconvolto.

Lo circondò con le braccia e, dopo un primo momento di resistenza, Billie si abbandonò a un pianto disperato, inconsolabile.

Gloria, senza nemmeno pensarci, lo strinse a sé lasciando che appoggiasse la testa sulla sua spalla.

Il corpicino di Billie, scosso dai singhiozzi, tremava come una foglia.

Shhh, calma” sussurrò Gloria, accarezzandogli la schiena e stringendoselo al petto.

Rimasero così, abbracciati, per interminabili minuti; poi, non appena il respiro di Billie si fece più regolare e i singhiozzi meno violenti, il ragazzo iniziò a spiegare il motivo del suo malessere.

Mia madre è stata portata via dalla polizia, ieri” cominciò, “Devono...hanno detto che devono aiutarla... p-perchè lei beveva molto e... lei mi ha fatto questo” disse, indicandosi il livido sulla guancia sinistra.

Gloria non ci mise molto a rendersi conto che, molto probabilmente, anche parte dei lividi che Billie aveva sulle braccia non erano solo opera dei bulli a scuola.

Picchiato da sua madre e dai bulli. Con pochi amici. Abbandonato da Gloria. Ma come doveva sentirsi quel ragazzo?

Lei lo aveva allontanato senza sapere nulla della sua vita, in realtà.

Billie non era cattivo. Erano gli altri ad essere cattivi con lui. Avrebbe dovuto capirlo prima e aiutarlo.

Si sentiva così in colpa...ma del resto che ne poteva sapere lei? Lui non gliene aveva mai parlato.

Mio fratello si occupa di noi, adesso” continuò il ragazzo tirando su col naso, “Però non andiamo per niente d'accordo...sono tutti contro di me” concluse, prima che un singhiozzo gli rompesse la voce.

Billie... mi dispiace tanto” sussurrò Gloria stringendolo tra le sue braccia, come se fosse un bambino piccolo, “Perchè non me ne hai mai parlato?”.

Billie alzò le spalle.

Mike si è spaventato quando sono venuti a prendere mia madre... è andato a stare da quella sua zia che vive in centro città... mi ha lasciato solo” concluse, evadendo la domanda.

Gloria gli diede un bacio sulla fronte e continuò a coccolarlo per minuti interminabili, proprio come avrebbe fatto con un gattino spaurito. Anche se avevano la stessa età, sembrava che lui fosse molto più piccolo di lei. Magro, esile, con quegli enormi occhioni verdi che lo facevano sembrare ancora di più un cucciolo.

Tu...tu non mi vuoi bene, però” mormorò Billie, ancora stretto nell'abbraccio di Gloria.

No Billie... certo che ti voglio bene”.

Non è vero, non mentirmi” piagnucolò, “Mi hai allontanato senza nemmeno dirmi perchè”.

Gloria si sentì morire dentro. Come poteva giustificarsi? Non c'erano scuse.

Scusami Billie, scusami tanto, non avrei dovuto farti soffrire anch'io” si scusò sincera, “Ma ti prometto che d'ora in poi non ti capiterà più niente di male”.

Davvero?”.

Sì, te lo prometto”.

Gli accarezzò i capelli corvini e lo cullò dolcemente ancora per un po'.

Billie aveva bisogno di aiuto, e lei gli aveva appena fatto una promessa.

 

 

-My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'til then I walk alone

Boulevard Of Broken Dreams, Green Day-


 


 


 

Angolo autrice

Okay, ora potete piangere e/o ammazzarmi nelle recensioni ahahah.

Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato una svolta del genere nella storia, in tal caso sono contenta di avervi sorpresi/turbati/incuriositi... insomma spero solo di non avervi delusi!

Come avrete visto dal titolo, questa è la prima parte di un capitolo molto lungo che, appunto per questioni di lunghezza, ho dovuto dividere a metà. Il prossimo perciò si ricollegherà direttamente (o quasi) a questo.

Mi fate sapere cosa ne pensate lasciando un commento? Mi farebbe molto piacere! :)

Grazie di nuovo a tutti coloro che continuano a leggere o recensire la mia storia, o a inserirla nelle seguite/preferite […].

E con ciò mi dileguo evaporando in una nuvoletta di fumo verde.

Rage & Tanto love a un Billie tenerissimo **


 

BrutalLove ✘✘

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Capitolo 11
*** I'm still alive and I walk alone- parte 2 ***


 “Mamma” chiamò Gloria non appena entrò in casa. Era rimasta con Billie per tutto il pomeriggio, cercando di consolarlo, ma invano.

Che c'è? Dove sei stata? Ti aspettavo per le tre, e invece sono le sei passate. Non è che frequenti qualche strana compagnia?” le chiese sua madre, preoccupata.

No, stai tranquilla, solo che..”.

Solo che...? Cosa, Gloria?”.

Sai, un mio amico ha problemi familiari e mi chiedevo se... se magari potremmo ospitarlo per un po' qui, da noi... tanto la soffitta è libera”.

L'idea le era venuta mentre tornava a casa, dopo averlo lasciato, ancora singhiozzante, sui gradini grigi e spogli della palazzina dove viveva.

Non poteva sopportare di vederlo così. Al diavolo la promessa che si era fatta riguardo lo stare lontana da lui, lei non lo avrebbe lasciato solo.

Sua madre strabuzzò gli occhi. “Vuoi portare qui uno sconosciuto?”.

Non è uno sconosciuto! Lo conosco bene!” mentì per essere più convincente, “È un bravo ragazzo, solo che non ha un passato felice... magari gli farebbe piacere cambiare un po' aria, allontanarsi dai suoi fratelli”.

E... e i suoi genitori che dicono?”.

Uhm, ehm... beh il padre è morto quando aveva solo dieci anni”.

Povero ragazzo! E la madre?”.

Lei...” Gloria esitò. Se avesse rivelato che era un'alcolista, sua madre non avrebbe mai accettato di ospitare Billie.

Sì?”.

Non so dove sia, Billie vive con i suoi fratelli, ma non ha buoni rapporti con loro, lo trattano male... lo picchiano, a volte! E lui non ce la fa più”.

Cercò di rendere la situazione ancora più drammatica di quanto già non fosse, per far sì che sua madre rimanesse colpita dalla storia del ragazzo.

Allora, possiamo ospitarlo un pochino, vero? Abbiamo una casa enorme e tanti, troppi soldi che non spenderemo mai tutti, qual'è il problema?”.

Macy ci pensò su un po' e poi rispose: “D'accordo, va bene, il tuo amico sarà il benvenuto in casa nostra”.

Grazie mamma” gridò Gloria, abbracciandola.

 

 

Il giorno successivo Mike tornò a scuola, ma Billie no. Doveva essere parecchio sconvolto per fare tutte quelle assenze.

Allora, che aveva Billie, ieri?” chiese Amanda.

Problemi familiari” rispose Gloria, senza informarla sul fatto che probabilmente, se il ragazzo avesse accettato, sarebbe andato a stare da lei per un po'.

Ah” fece Amanda, per poi cambiare discorso come faceva di solito.

 

Durante la pausa pranzo, Gloria si avvicinò a Mike con una scusa.

Sono andata a trovare Billie, ieri” gli disse.

Sì? Hai saputo?”.

Gloria annuì.

E come sta? Io non lo posso nemmeno chiamare al telefono, perchè se risponde suo fratello sono cazzi”.

Davvero? È così terribile? Comunque Billie non sta bene, per niente... continua a piangere...”.

Continua a piangere?”

Sì, non lo sapevi?”.

No... Però so che ha questi periodi terribili in cui sembra cadere in depressione... piange anche senza motivo, a volte. Si vede che è proprio a pezzi, povero. Prima il padre, ora la madre, Olly...”.

Sapevi che veniva picchiato da lei?”.

Sì, a volte lo faceva mentre io ero presente... era una situazione insostenibile, lei sempre ubriaca o sotto l'effetto di droghe, se Billie le capitava a tiro diventava la sua vittima ed io rimanevo impotente a guardare, non sapevo che fare. Qualche giorno fa, quando è arrivata la polizia, sono scappato via, mi sono spaventato” aggiunse, come se volesse giustificarsi.

Capisco... oggi passo a trovarlo e gli chiedo se vuole venire a stare per un po' da me”.

A casa tua?” chiese Mike spalancando gli occhi.

Uhm-uhm”.

Credo che gli farebbe molto piacere, sai”.

Credo che potrebbe anche fargli bene cambiare un po' aria” aggiunse la ragazza.

Già”.

Sai...avevi ragione quando dicevi che devi conoscere a fondo lui e la sua storia, per poterlo capire davvero”.

Mike sorrise. “Ora capisci cosa intendevo?”.

Sì”.

 

Poco dopo, quando la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, Gloria raccolse i suoi libri, li sistemò nell'armadietto e s'incamminò verso la fermata del pullman.

Arrivò giusto in tempo per prendere quello che passava per primo.

Salì e si sedette sul primo seggiolino di plastica libero che trovò. Scese pochi minuti dopo, in una via che distava molto poco da dove abitava Billie.

Si rese conto, non appena iniziò a camminare per la strada, che se il ragazzo fosse stato in casa, lei non avrebbe nemmeno osato citofonare e chiedere di lui, e questo era un bel problema.

Tirò un sospiro di sollievo quando, girato l'angolo, si accorse che era rannicchiato fuori dalla porta dell'edificio, da solo, come il giorno precedente.

Billie” lo chiamò. Lui la sentì, si alzò da terra e le andò in contro.

Ciao Gloria, che fai qui?” domandò. Sembrava ancora sconvolto, occhiaie violacee gli contornavano gli occhi come se non avesse chiuso occhio quella notte, e il livido sulla guancia cominciava a tingersi di una tonalità bluastra.

Sono passata a trovarti” fece lei.

Billie sorrise prima di sussurrare un timido “Grazie”.

Senti pensavo... pensavo che magari ti andrebbe di venire a stare un po' da me, almeno finchè non ti sarai... calmato” concluse Gloria, dopo un attimo di esitazione.

Billie spalancò gli occhi e la bocca per la sorpresa.

Tu...tu mi vorresti in casa tua?” disse con una punta di ironia, “Hai idea di chi sono, vero?”.

Sì, sei quello che litiga con gli insegnati, quello che viene espulso da scuola, quello che fa tutto cioè che è contro le regole, quello a cui piace fare l'alternativo e lo sgarbato, quello che... soffre”.

Il ragazzo la fissò con un'espressione di orrore misto a sorpresa, dipinta sul volto.

L'aveva smascherato. Era riuscito a leggergli dentro. Il suo guscio protettivo da duro non aveva funzionato con lei proprio come non funzionava con Mike.

Billie, stai bene?” gli domandò Gloria, vedendolo perso nei suoi pensieri.

Sì... no Gloria, mi dispiace ma non posso.... Grazie davvero, però”.

La ragazza ci rimase male. Ma come? Lei cercava di salvarlo dalla tremenda realtà nella quale viveva e lui rifiutava?

Bell'apprezzamento.

D'accordo” gli disse poco dopo, “Ci vediamo a scuola allora, se pensi di tornarci” aggiunse con una punta di sarcasmo.

Senza ottenere risposta, lo salutò con la mano e si allontanò, incamminandosi rapidamente verso casa.

Billie era uno stupido.

Come aveva potuto farsi sfuggire un'occasione del genere?

 

 

 

 

Angolo autrice

Et voilà :)

Capitolo 11 e tempismo perfetto ahahah (?).

Allora, cosa ne pensate di questa parte? Vi è piaciuta? A me sinceramente non convince molto, ma non sapevo come modificarla, quindi...

Io vorrei ospitare Billie per un po' a casa mia, non so voi...

Cooomunque, visto che martedì prossimo parto per uno stage linguistico in Francia (fatemi gli auguri, vado a lavorare in un asilo!), aggiornerò la fanfiction lunedì pomeriggio e poi non mi vedrete per un paio di settimane çç.

Sicuramente non riuscirò ad aggiornare in quel periodo, ma se trovassi un wi-fi libero in giro potrei connettermi e rispondere per lo meno alle recensioni... boh, spero vivamente che ci sia :').

Grazie di nuovo a tutti coloro che hanno recensito o semplicemente letto la mia storia finora, grazie!!!!

E niente (?), per ora mi dileguo in una nuvoletta di fumo verde.

Rage & Billie Joe

 

 

BrutalLove ✘✘ 

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Capitolo 12
*** Look for love ***


Gloria tornò a casa piuttosto abbattuta, non si sarebbe mai aspettata un rifiuto dal genere da parte di Billie.

Pazienza, se preferiva stare tra le continue liti dei suoi fratelli e convivere con i lividi che gli si formavano, nuovi e violacei, quasi tutti i giorni, a lei andava bene.

Che altro poteva fare? Nulla.

Si chiuse in camera e iniziò a pensare a Christian. Erano passati mesi dal giorno della sua morte e lei lo stava dimenticando. I suoi ricordi di lui cominciavano a sfumare, l'immagine che aveva del suo ragazzo non era più così tanto limpida. Si sentì in colpa per questo e si chiese se a tutti capitasse di dimenticare i caratteri fisionomici di coloro che avevano amato e che erano morti.

Non voleva dimenticarlo. All'improvviso ebbe paura.

Frugò tra i suoi libri e ne aprì uno nel quale ricordava di aver riposto una foto di loro due. La trovò.

Eccolo, Christian. Sorridente, allegro e bello, bello da morire.

A volte le capitava di svegliarsi nel cuore della notte pensando di aver semplicemente sognato la sua morte, per poi rendersi conto che era invece accaduto davvero, e sentirsi tremendamente vuota.

Odiava quella sensazione di mancanza che provava alla bocca dello stomaco. Sentiva di aver perso qualcosa. Finì col credere che una parte di lei fosse morta con lui e si convinse sempre più che così doveva essere, tanto che non riuscì mai a sentirsi di nuovo viva e felice come era stata un tempo.

Mai.

 

Quel pomeriggio chiamò Amanda per parlare un po' con qualcuno che non fosse sua madre, e poi scese al piano di sotto per la cena.

Non riuscì però a mangiare niente, e finì poco dopo col raggomitolarsi tutta sola sul letto, avvolta in una coperta di lana e con un libro in mano.

 

 

Il giorno seguente Gloria andò a scuola più svogliatamente del solito. Aveva sonno perchè non era riuscita a dormire bene, e si era anche dimenticata a casa parte del materiale che occorreva per le lezioni.

Era una cosa che non le capitava quasi mai, ma, quando accadeva, la mandava su tutte le furie.

Mentre camminava lungo il corridoio per raggiungere l'aula, si sorprese di venire affiancata da Billie.

Il ragazzo sembrava essersi dato una svegliata ed era tornato a scuola.

Gloria non ci mise molto ad accorgersi che indossava dei vestiti sporchi e che probabilmente aveva cercato di coprire il livido sulla guancia con qualche strano prodotto, ma senza risultato.

Ciao Billie” gli disse.

Ciao...”.

Che c'è?”.

Ehm senti, io...io ho pensato tanto a quello che mi hai detto ieri... della tua proposta, insomma... mio fratello ha detto che gli faccio solo un piacere se mi levo dai piedi...e... ”.

E..?” lo incitò Gloria.

Io...”.

Ti piacerebbe venire a stare da me per un po'?” chiese di nuovo la ragazza, per facilitare la conversazione che si stava sviluppando piuttosto lentamente.

Si, ecco...se non è un problema... grazie” farfugliò, arrossendo.

Gloria sorrise, quel ragazzo era così buffo quando si trovava in difficoltà con le parole. “Certo che non lo è, puoi venire quando vuoi. Se ti va oggi passiamo a prendere le tue cose a casa e poi vieni da me”.

Grazie” sussurrò ancora Billie, incapace di dire altro.

Era una delle volte in cui era tranquillo, un agnellino indifeso.

Era una delle volte in cui Gloria non poteva negare a sé stessa di provare per lui qualcosa che andava ben oltre una semplice amicizia.

 

Quello stesso pomeriggio Gloria e Billie tornarono a casa insieme, passando dal condominio dove viveva il ragazzo.

Quest'ultimo entrò in casa di corsa e ne uscì poco dopo con una borsa mezza rotta con tutte le sue cose, e la chitarra sotto braccio.

I due si incamminarono, poi, verso la villa di Gloria.

Togliti le scarpe prima di entrare” gli disse la ragazza, quando aprì la porta d'ingresso.

Posso...posso portarle in camera, però?”.

Cosa, le scarpe?” domandò Gloria, allibita.

Sì, magari qualcuno potrebbe rovinarmele”.

Ma no Billie, stai tranquillo, le tue scarpe staranno al sicuro nella 'stanza delle scarpe', insieme a tutte le altre”.

Billie strabuzzò gli occhi. “Avete una stanza p-per le scarpe?”.

Sì” rispose Gloria, sospirando.

Si rese conto in quel momento che lei e Billie vivevano in due mondi diversissimi e che per lui non sarebbe stato facile adattarsi al suo. Avrebbe dovuto insegnargli ogni cosa. Scrivergli un foglio con delle regole da rispettare magari sarebbe stato d'aiuto. Magari. Chissà come era abituato a vivere, a casa sua. Se lo immaginò sdraiato sul tappeto impolverato a mangiare patatine e ketchup sparso ovunque sul pavimento. Rabbrividì per poi tornare subito in sé.

Ciao Gloria” salutò sua madre dal piano superiore.

Ciao mamma, c'è... c'è anche quel mio amico di cui ti ho parlato”.

Oh!” fece lei, scendendo dalle scale velocemente, per salutarlo.

Ciao Billie! Dio, ma che ti è successo alla faccia?” domandò sconvolta.

Ehm...” cominciò il ragazzo, senza sapere bene cosa rispondere.

Ha avuto una lite con dei compagni di scuola” tagliò corto Gloria, lanciandole un'occhiataccia.

Una chitarra! Il nostro giovanotto suona, eh?” constatò allora, osservando lo strumento che Billie teneva al collo, ma, non ottenendo risposta, aggiunse “Bè allora mostragli la sua stanza e fallo sistemare, intanto io preparo la cena...a proposito caro, c'è qualche piatto che preferisci in particolare?”.

Io... veramente io...”.

Mangia di tutto” concluse Gloria, vedendo Billie in difficoltà.

D'accordo, preparo le lasagne, allora”.

Perfetto, noi andiamo di sopra” mormorò la ragazza, strattonando il suo ospite per un braccio e trascinandolo su per le scale.

Gloria...” cominciò Billie.

Sì?”.

Che cosa sono le lasagne?”.

Non le hai mai mangiate?”.

Oh no, mia madre dice che sono un piatto per gente con i soldi”.

Ah... bè, vedrai che ti piaceranno”.

D'accordo”.

Il ragazzo, spaesato come mai prima d'allora, aveva perso tutta la sua sicurezza e la sua sfacciataggine.

Arrivarono di fronte alla porta della piccola mansarda e Gloria la aprì.

Et voilà! La tua stanza” disse, facendolo entrare nel locale.

Non era molto grande, ma conteneva tutte le comodità che si potessero sperare.

Letto matrimoniale, poltrona a dondolo, televisione, finestrella che dava sul giardino.

Mia? Tutta mia? Cioè vuoi dire che qui dentro ci starò solo io?”. Billie sembrava incredulo.

Certo, è tutta tua”.

Cazzo, wow, è enorme, cazzo”.

Gloria gli sorrise. Chissà quante persone dormivano nella stessa stanza, nella catapecchia dove abitava.

Vuoi che ti aiuti a mettere a posto le tue cose?”.

Faccio da solo”.

D'accordo”.

Però puoi rimanere qui?”.

Certo” gli rispose Gloria, sedendosi sulla poltrona a dondolo e osservandolo mentre gettava il contenuto della sua borsa sul letto.

La sua chitarra, tre paia di pantaloni di cui uno strappato, biancheria intima, cinque magliette, due felpe, un paio di quaderni strappati e un pacchetto di sigarette fu tutto quello che Billie iniziò a sistemare nei cassetti. Tutto ciò che aveva.

Billie... ma non sarà il caso di lavarli, quei vestiti?” domandò Gloria, constatando che le magliette sembravano essere state usate per rotolarsi nel fango.

Sì, ma non ho mai tempo per farlo”.

Gloria non poté credere alle sue orecchie. La mancanza di tempo non era una buona scusa! Comunque cercò di evitare ramanzine e rimproveri, quindi rispose semplicemente “Tranquillo, qui ci pensa la lavatrice”.

Hai anche la lavatrice?”.

Uhm uhm, dammi i vestiti che li metto a lavare...Anche quelli che indossi, nel frattempo ti presto qualcosa di mio”.

No, io le cose da femmina non me le metto!”.

Uffa” sbuffò Gloria, “Vado a prenderti una maglietta di mio padre” disse, prima di uscire dalla stanza, “Tu intanto spogliati”.

Quando tornò si trovò di fronte Billie in boxer.

Le farfalle cominciarono a vorticarle veloci nello stomaco e le confusero i pensieri, allontanandola per qualche secondo dalla realtà.

Sì, forse non era stata una grande idea quella di farlo spogliare lì.

La ragazza rabbrividì quando si accorse dei lividi sparsi un po' ovunque che tingevano la sua pelle chiara. Come si poteva anche solo pensare di ridurre un ragazzino in quello stato?

Dopo un primo momento di panico, riuscì a guardarlo senza avere lo sguardo di chi ha appena visto qualcosa di allucinante. Si accorse che Billie era davvero magrissimo. Piccolo, minuto, fragile. Pelle e ossa. Dava l'impressione che anche un leggero soffio di vento avrebbe potuto farlo cadere.

Si ripromise di farlo mangiare di più, intanto che il cibo c'era.

Tieni, mettiti questi” gli disse, lanciandogli una maglietta da uomo e un paio di pantaloni della tuta unisex.

Non appena il ragazzo si fu cambiato, Gloria prese i suoi indumenti e li ficcò nella lavatrice con una quantità disumana di detersivo. Tutte quelle macchie non sarebbero andate via facilmente, si disse.

Impostò il lavaggio e si allontanò, scendendo nella sala da pranzo, seguita da Billie che le trotterellava dietro come un cagnolino. Probabilmente non si sentiva molto a suo agio e non sapeva come comportarsi.

A cena non mangiò quasi nulla e non disse una sola parola che non fosse “no” o “grazie”. Se non altro era diventato all'improvviso educato. Forse il fatto di sentirsi fuori luogo contribuiva a farlo diventare un cucciolo dolce e mansueto.

Dov'era finito il Billie che aveva baciato Gloria fuori dal bar? Sembrava scomparso di nuovo, seppellito dentro di lui. La ragazza non riusciva a capacitarsi che quelle due metà, quelle due parti così diverse fra loro, fossero in realtà due aspetti della stessa persona. Dolce, tenero ed educato, a volte. Brutale, arrogante e violento altre. Sperava solo con tutto il cuore che stare da lei gli avrebbe fatto bene e sarebbe in parte riuscito a combattere contro quell'aspetto terribile del suo carattere.

Gloria” chiamò sua madre, ridestandola dai suoi pensieri, “Hai già fatto vedere casa al tuo amico?”.

No mamma, dopo gli faccio fare un giro”.

Perchè non ora? Billie ha finito di mangiare, vero caro?”.

Billie annuì, senza dire nulla.

D'accordo” sospirò la ragazza, “Vieni” aggiunse poco dopo rivolgendosi a lui.

In poco tempo gli mostrò l'intera villa, accompagnata dai suoi continui “wow”, perchè il ragazzo che non poteva credere di essere finito davvero in un posto del genere. Anzi, forse fino a qualche ora prima non avrebbe nemmeno osato pensare che tanto lusso potesse essere racchiuso in una casa.

 

Alle undici in punto Gloria si preparò per andare a dormire, e invitò Billie a fare lo stesso, dopo avergli dato un pigiama, perchè lui non lo aveva.

Buonanotte” gli disse, “Vuoi...vuoi che ti accompagni di sopra?”. Non voleva trattarlo come un bambino piccolo, ma lo vedeva talmente perso e spaurito che non poteva fare altrimenti.

No... credo di poter trovare la strada” rispose Billie, accennando un sorriso.

D'accordo, allora ci si vede domani mattina; dobbiamo andare a scuola, perciò la sveglia è alle sette meno un quarto”.

Billie annuì e non aggiunse altro. Si incamminò verso la mansarda e a Gloria si strinse il cuore nel vederlo così fragile e solo.

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciaooooo :)

Eccomi con il dodicesimo capitolo! Cavoli, già dodicesimo?! D:

Bene, la scuola è finita, che bello *.* [Lo so che non c'entra niente, ma mi andava di dirlo ù.ù ].

Dunque, dunque... Domani parto per lo stage quindi ci si rivede tra 16 giorni!!!

Prometto che se dovessi trovare un wi-fi libero verrei sicuramente a dare una controllata al mio account.

Per quanto riguarda gli aggiornamenti dovrete aspettare il mio ritorno, sarò impossibilitata ad aggiornare dall'estero :(.

Spero che nonostante questo 'stacco' continuerete a seguire questa storia, davvero, ci tengo tanto çç.

Mi piacerebbe tornare, aprire il PC e trovare tante recensioni a cui rispondere, sarebbe fantastico *-*.

Grazie a tutti coloro che hanno recensito, letto o aggiunto la mia storia alle seguite […], GRAZIE!!!!

Basta, mi sono dilungata anche troppo D:

Mi dileguo, come al solito, in una nuvoletta di fumo verde.

A presto!!!

 

BrutalLove xx

 

PS.

Domani otto ore di pullman = otto ore di Green Day a tutto volume!!! *-*

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Capitolo 13
*** He screams in silence ***


Il giorno seguente, quando Gloria andò in mansarda per svegliare Billie, lo trovò già in piedi, intento a contemplare il paesaggio dalla piccola finestra.

Già sveglio?” gli chiese, facendolo sobbalzare.

Uhm uhm... non riesco a dormire di notte”.

Davvero? Come mai?”.

Il ragazzo alzò le spalle.

Non me lo vuoi dire?”.

Billie scosse la testa.

D'accordo” riprese Gloria, “Ti ho lasciato dei vestiti puliti in bagno, credo possano andarti bene, i tuoi sono ancora bagnati... la colazione è fra un quarto d'ora, perciò dovresti spicciarti”.

Billie annuì debolmente, senza dire una sola parola. Uscì dalla porta della mansarda e si diresse verso il bagno.

Non ci voleva molto per capire che era triste, ma Gloria non sapeva proprio che fare per tirargli su il morale. Scese al piano inferiore e si mise ad aiutare sua madre con i pancake.

Allora, ha dormito bene quel tuo amico?”.

Quel mio amico ha un nome, mamma” le ricordò Gloria, “E poi no, dice che non riesce a dormire... ma non credo sia dovuto al fatto che ora vive con noi, ha sempre avuto le occhiaie”.

Ah... magari potresti parlargli e capire cos'ha, non credi?”

Non lo so mamma, non mi vuole dire nulla”.

 

Quando Billie si sedette a tavola pochi minuti dopo, tutti rimasero in silenzio.

Era curioso come quel ragazzo di poche parole, facesse perdere la voglia di parlare anche a chi gli stava vicino.

 

Quella mattina Billie tornò a scuola dopo due settimana di assenza, ma nessuno si interessò minimamente a lui, non un solo ragazzo gli si avvicinò per domandargli che cosa avesse avuto. Anche Mike non sembrava aver voglia di stargli accanto, si era addirittura spostato in un banco in terza fila e stava seduto di fianco ad Ashley pur di non doverlo affrontare. Forse aveva paura, si sentiva in colpa perchè si era comportato da vigliacco ed era scappato.

Gloria si rese conto più che mai di quanto Billie fosse solo.

Se ne stava sempre all'ultimo banco, qualunque fosse la lezione, con le ginocchia al petto e lo sguardo perso nel vuoto.

Sai Amanda” disse quel giorno Gloria all'amica, “Oggi mi siedo di fianco a Billie”.

La rossa strabuzzò gli occhi; “Davvero?” chiese, “Mi lasci sola per andare di fianco a quello?” sembrava scocciata.

Sì” rispose Gloria, “Non sta molto bene”.

Oh davvero? E tu chi saresti, la sua infermiera?” sembrava davvero infastidita.

Sono quella che lo ospita in casa sua” rispose allora Gloria, senza pensarci. Si coprì la bocca con le mani subito dopo, ma ormai aveva parlato.

LUI STA DA TE? MA SEI PAZZA?” gridò Amanda, e poco ci mancò che Billie, in fondo alla classe, la sentisse.

Sì, Billie ha dei problemi e sto cercando di aiutarlo”.

Detto questo la ragazza prese la sua borsa e incamminò verso gli ultimi banchi.

Non è l'unico ad averne, a quanto pare” le urlò Amanda, ma Gloria continuò a camminare, sedendosi proprio di fianco a lui.

Che ci fai qui?” le chiese Billie.

Sono la tua nuova vicina di banco... che c'è, non ti va?”.

Sorrise. “Certo che mi va”.

 

Fu in quel periodo che iniziò la routine che infastidiva tanto Amanda e che la portò, a poco a poco, ad allontanarsi da Gloria.

Billie e Gloria arrivavano a scuola insieme, si sedevano vicini, uscivano insieme e il giorno dopo ripetevano da capo le stesse azioni.

Nonostante ciò, non chiacchieravano granché ed il ragazzo sembrava sempre perso nei suoi pensieri, chiuso in sé stesso come mai prima di allora.

A casa parlava poco, pochissimo, e dormiva ancora meno. Gloria si abituò a sentirlo camminare per casa alle ore più improbabili della notte perchè non riusciva a prendere sonno. Macy cominciò a preoccuparsi per il ragazzo e cercò in tutti i modi di capire le cause della sua insonnia, ma Billie non intendeva proferire parola a riguardo.

La situazione non era delle migliori.

Gloria faceva i compiti, Billie no, non aveva nemmeno i libri di scuola.

Gloria aveva voglia di uscire, Billie no, se ne stava chiuso in soffitta per pomeriggi interi. Non andava nemmeno più al capannone, visto che con Mike non c'erano buoni rapporti.

Per colpa del ragazzo Gloria stava perdendo gli amici.

Amanda la evitava, tutti la evitavano.

Passarono due settimane e la ragazza cominciò a spazientirsi. Avere Billie a casa le pesava, era come un bambino muto di cinque anni. Non avrebbe sopportato ancora molto, ma non sapeva come spingerlo a tornare dai suoi fratelli senza farlo rimanere male.

Billie, dal canto suo, era caduto in una specie di depressione. I bulli lo picchiavano ancora, umiliandolo e facendolo sentire fragile, ma nessuno sapeva come fare per farli smettere. O forse a nessuno importava davvero. Gloria aveva proposto di parlare con i suoi genitori per farli intervenire, ma Billie l'aveva pregata di non farlo.

L'unica cosa ad essere cambiata era che ora viveva in una villa, ma nemmeno chi lo ospitava sembrava riuscire a farlo riemergere dallo stato in cui si trovava.

 

Una sera i genitori Gloria uscirono per una riunione di lavoro, e lei decise di guardare un po' la TV.

Billie le si sedette di fianco, sul divano di pelle nera.

Iniziarono a guardare un film che sembrava divertente, ma che poi si rivelò drammatico come pochi altri.

Il protagonista era un bambino di sei anni che viveva in campagna e al quale, all'improvviso, moriva il padre in un incidente d'auto.

Al momento del funerale, Billie si alzò dal divano e uscì di casa, nel buio della notte.

Gloria, preoccupata, lo seguì ed uscì giusto qualche secondo dopo di lui.

Billie stava prendendo a pugni un albero, con rabbia.

La ragazza si avvicinò per cercare di fermarlo, ma quando lui si voltò e il verde dei suoi occhi si mescolò con il marrone di quelli di Gloria, lei ebbe paura. In quelle iridi smeraldo vide odio, rabbia, frustrazione. Di nuovo.

Per un attimo esitò, poi, con tutta la forza che aveva, tentò di fermarlo.

Billie, cosa fai? Smettila!” gli gridò, bloccandogli un braccio.

Il ragazzo si afflosciò a terra, urlando.

Lasciami!” sbraitò.

NO BILLIE! BASTA!” urlò con tono autoritario e minaccioso, tanto che lui smise di dimenarsi.

Ti comporti come se avessi cinque anni! Muoviti, entriamo in casa adesso!” continuò poco dopo, trascinandolo nella villa.

Alla luce del corridoio Gloria notò che la mano del ragazzo stava sanguinando.

Ma porca...” si trovò a dire, “Ti medico la mano, muoviti” aggiunse, dirigendosi verso il bagno.

Billie ti muovi? Vuoi farmi imbestialire? Sono già molto arrabbiata, quindi faresti bene a seguirmi! Chissà che cavolo ti prende...”.

Billie rimase immobile, fissandola, e una lacrima scese lenta e solitaria lungo la sua guancia.

Gloria, decisa a non cedere, lo prese per una manica e lo strattonò verso il bagno.

Gli medicò la ferita sulla mano, interrotta di tanto in tanto dai lamenti e dai singhiozzi di Billie.

Che c'è ora?” gli chiese bruscamente non appena ebbe finito, “Perchè stai piangendo?”.

A volte le sembrava di fare più la madre che l'amica.

Il ragazzo non rispose, semplicemente si coprì il viso con le mani.

Tanto per cambiare non me lo vuoi dire” brontolò Gloria, e aggiunse; “Io torno a vedermi il film, tu fa' quello che vuoi!”.

E fu allora che Billie si decise a dire qualcosa che non fosse “no”, “sì” o “grazie”.

Torno a casa” sussurrò.

Tu cosa?” domandò Gloria, voltandosi verso di lui.

Torno a casa, tanto anche tu mi tratti male” farfugliò.

La ragazza alzò gli occhi al cielo e gli si avvicinò, prendendogli le mani tra le sue.

Billie io ti voglio bene, lo capisci questo? Ti sto ospitando in casa mia per renderti la vita un po' più facile, ma tu non mi aiuti. Te ne stai zitto tutto il giorno, non dormi, non mangi o quasi... come faccio ad aiutarti se non mi dici che cavolo hai? Cosa diavolo ti passa per la testa quando reagisci in questo modo? Ti prego spiegamelo, perchè io proprio non lo capisco” gli disse dolcemente.

Billie respirò profondamente. “Di notte ho paura... non appena chiudo gli occhi vedo quelli mi hanno fatto del male. Vedo le loro facce, i loro occhi rossi, le loro unghie pronte a ferirmi. E poi li vedo stramazzare a terra uno dopo l'altro. Il loro sangue che mi bagna le mani. Vedo la loro morte... per mano mia. Perchè sogno di uccidere? Sono una persona cattiva?”.

Gloria lo fissò senza dire nulla. Era troppo sconvolta per proferire parola. Non aveva esattamente risposto alla sua domanda, ma le sue parole l'avevano lasciata a bocca aperta.

Tu... tu sogni di uccidere tua madre e i bulli della scuola, vero?”.

Billie annuì.

La ragazza non disse nulla, cercò semplicemente di non sembrare troppo impaurita.

Mi manca mio padre” aggiunse Billie poco dopo.

Oh Billie” sussurrò Gloria, stringendolo in un tenero abbraccio.

Cosa doveva fare? Come poteva aiutarlo? Iniziò a pensare.

Aveva letto molti libri che parlavano di ragazzi incapaci di elaborare un lutto o vittime di bullismo, e sapeva benissimo come andavano a finire le loro storie. I personaggi in questione, infatti, finivano dritti dallo psicologo e a volte superavano la loro crisi. Altre volte, invece, si ammazzavano. O venivano uccisi dai loro stessi aggressori.

Psicologo. Sembrava la soluzione migliore in quel momento. Qualcuno che lo facesse parlare, qualcuno che riuscisse a capirlo.

Ma come avrebbe reagito Billie se lei gli avesse proposto di andare da un strizzacervelli? Probabilmente malissimo.

-Coraggio Gloria, fallo parlare come farebbe uno del mestiere, se vuoi aiutarlo davvero devi farlo adesso, è il momento giusto- si disse.

Del resto che poteva avere uno psicologo più di lei? Esperienza? Non se era alle prime armi.

Gloria era brava a capire le persone e avrebbe provato ad aiutare Billie.

Tentar non nuoce.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Et me voilà !!!

Finalmente sono tornata e ho avuto la possibilità di aggiornare :)

Che ne pensate di questo capitolo?

Grazie mille per le recensioni che avete lasciato mentre ero via, mi hanno fatto davvero molto piacere! :)

Aggiornerò presto per farmi perdonare la lunga attesa :D

Al prossimo capitolo!!!

 

BrutalLove appena tornata dalla Francia xx

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Capitolo 14
*** Basket case ***


 “Billie...” sussurrò Gloria, “Parlami di tuo padre” lo incitò, sicura che fosse la cosa migliore da fare, ma preparandosi anche ad una delle sue reazioni strane.

Invece il ragazzo rimase abbastanza tranquillo, forse troppo stanco per rifiutare, e, poco dopo, iniziò a raccontare.

Mio padre...” cominciò prendendo un bel respiro e tirando su col naso, “Gli volevo bene, eravamo sempre insieme. Lui mi ha insegnato a suonare il piano, lui ha fatto sì che a cinque anni registrassi la mia prima canzone, lui mi ha regalato la mia prima chitarra. Poi si è ammalato, entrava e usciva dall'ospedale in continuazione. Mia madre ed i miei fratelli non mi spiegavano chiaramente cosa stesse succedendo, perchè mi ritenevano troppo piccolo e immaturo per capire. Ma io intuivo che c'era qualcosa che non andava. Qualcosa di grave. E poi è morto una domenica mattina, c'era il sole. Non lo avevo nemmeno salutato”.

Fece una pausa e cercò di trattenere le lacrime che gli pizzicavano gli occhi, minacciando di sgorgare libere e sicure, pronte a bagnargli le guance.

Gloria era sul punto di commuoversi. Billie non aveva mai parlato tanto prima d'allora, e mai la ragazza avrebbe pensato che fosse una persona tanto sensibile.

Dopo la sua morte mia madre ha iniziato a bere di più, perchè se prima mio padre riusciva a controllarla, ora non c'era più nessuno che potesse limitare il suo consumo di alcool. Lavorando in un bar le riesce difficile non bere, torna a casa da lavoro già ubriaca, a volte. In poco tempo passammo a una condizione di povertà inimmaginabile. Mia madre vendette di tutto per cercare di ricavare denaro. La prima cosa di cui si liberò fu il pianoforte di mio padre, il primo strumento che lui mi avesse mai insegnato a suonare. Piansi per giorni dopo che un uomo sulla cinquantina venne a prenderlo a casa nostra. Ma avevamo bisogno di soldi. Avevo così paura che mia madre potesse vendere anche la mia chitarra che, a undici anni, dopo la scuola, mi misi a fare qualche lavoretto qua e là per portare qualche soldo a casa. Non mi hanno mai ringraziato per questo, sai? Smisero anche di parlare di papà e quando ero io a nominarlo mi guardavano male, mi sgridavano... a volte mi picchiavano. Volevano che io lo dimenticassi”.

Billie chiuse gli occhi per un secondo e deglutì rumorosamente, prima di riprendere a parlare.

Gloria lo ascoltava e gli accarezzava una spalla, in segno di conforto.

Mio fratello maggiore è molto autoritario... io e lui non andiamo per niente d'accordo, ma quando mia madre non c'è è lui ad occuparsi della famiglia e devo farmelo andare bene. Cerca di imitare papà, ma non sarà mai come lui” concluse.

Billie” mormorò Gloria al suo orecchio, mettendogli un braccio attorno alle spalle.

Il ragazzo si lasciò scappare un singhiozzo strozzato ed il suo respiro si fece improvvisamente irregolare. Sbarrò gli occhi e si irrigidì, iniziando a tremare.

Billie? Oddio, Billie!” gridò Gloria non appena si accorse che non rispondeva al suo contatto.

In preda al panico lo fece sdraiare sul pavimento e gli bagnò i polsi e la fronte con acqua fredda. Era l'unica cosa che le veniva in mente. Iniziò a scuoterlo leggermente, ma niente.

L'ansia e la paura la invasero. Stava già correndo fuori dal bagno per cercare il telefono e chiamare qualcuno, quando il ragazzo sembrò riprendersi.

Il suo respiro si fece a poco a poco più regolare, sbatté le palpebre e tossì più volte.

Gloria gli si inginocchiò a fianco, sollevandogli la testa un attimo prima che vomitasse.

Lo voltò rapidamente sul fianco per farlo respirare e gli mise una mano fresca in fronte.

Billie tossì vomitando di nuovo, e non soffocò per miracolo.

Tranquillo, ci sono qua io” gli sussurrò, cercando di restare calma e ringraziando il cielo di non essere schizzinosa.

Cosa... cosa è successo?” chiese Billie debolmente, tutto tremante e con gli occhi socchiusi.

La ragazza lo aiutò a mettersi seduto.

Non te lo ricordi?”.

Billie scosse la testa.

Sei diventato tutto rigido, poi hai iniziato a tremare... e hai vomitato” spiegò Gloria.

Ah... mi è... mi è già capitato un paio di volte... s-sto... bene” farfugliò tra colpi di tosse e singhiozzi. Sembrava stordito, come se non riuscisse a parlare.

Non preoccuparti, ci penso io qui” disse Gloria osservando il pavimento. Una lacrima solitaria e involontaria le rigò il volto.

Non... piangere” disse debolmente Billie.

No, no” rispose Gloria cercando di darsi una calmata, “Va tutto bene, mi sono... mi sono spaventata tanto, Billie” gli disse, stringendoselo al petto.

Rimasero abbracciati per qualche istante, poi lo aiutò a togliersi i vestiti sporchi e lo accompagnò sul divano, coprendolo con una coperta.

Davvero, scusami...” continuava a farfugliare il ragazzo.

Smettila Billie, okay? E calmati, prima che ti venga un altro attacco del genere e io muoia d'infarto” gli rispose Gloria, facendogli cenno di non parlare.

Il ragazzo annuì debolmente, “Posso... posso dormire? Sono tanto stanco”.

Gloria annuì e gli rimase vicino finchè non si calmò e si addormentò.

Non era sicura che non chiamare i soccorsi fosse una buona idea, ma Billie ora sembrava stare decisamente meglio.

Era stato solo un attimo... l'attimo più lungo della sua vita.

Poco dopo tornò in bagno, pulì il pavimento e sistemò i vestiti sporchi nella lavatrice.

Tornò sul divano e lo osservò dormire. Sembrava tranquillo. Gli accarezzò delicatamente la fronte, spostandogli da un lato i capelli corvini e contemplando il suo viso dai lineamenti da bambino.

Ancora una volta, le sembrò molto piccolo per la sua età.

 

Mezz'ora dopo, quando il ragazzo si svegliò, Gloria si sedette vicino a lui e lo circondò con le braccia, lasciando che appoggiasse la testa sul suo petto.

Stai bene?” gli chiese.

Tutti quelli a cui volevo bene sono morti o mi hanno allontanato” disse in qual momento Billie, come se fosse la prima volta che faceva quella considerazione ed evadendo la domanda della ragazza. “Mio padre, una mia vecchia amica... anche tu mi avevi allontanato. Che ho che non va?”.

Gloria sospirò. Billie parlava anche troppo, quella sera.

E' per questo che sei strano con le persone?”.

Sì, forse. Con Mike è diverso, lo conosco da sempre. Ma ho paura ad affezionarmi a persone che so che potrebbero... lasciarmi”.

Ecco che si spiegavano molte cose. Ecco che nella testa di Gloria si faceva un po' d'ordine, finalmente. Ecco che Billie si era aperto completamente a lei.

Ho paura di voler bene a qualcuno, non vorrei soffrire se questa persona mi dovesse lasciare”.

Hai paura di amare?”.

Uhm uhm”.

Billie?”.

Sì?”.

Hai... hai paura anche di questo?” sussurrò Gloria prendendogli delicatamente il viso tra le mani e posando le sue labbra su quelle del ragazzo.

Cosa stava facendo? Non lo sapeva, era il cuore a guidarla.

Fu quasi come nel sogno, quando aveva sognato di baciarlo, ma molto più potente.

Le emozioni che provò dentro di lei furono immense.

Fuoco e fiamme esplosero tra loro. Le farfalle le confusero la mente per quella che le parve un'eternità. La realtà e tutto quello che li circondava, per un momento scomparvero. C'erano solo loro due, nient'altro.

Proprio come era successo quando aveva baciato Christian per la prima volta, avrebbe voluto dire lei, ma non era vero. Non si era mai sentita così baciando qualcuno.

Mai.

Poteva negarlo al mondo intero, ma non a sé stessa.

Amava Billie. Lo amava più di ogni altra cosa al mondo.

Per la prima volta dopo tanto tempo, non si sentì in colpa per quello che aveva fatto e non rivide nella sua mente l'immagine di Christian pronto ad accusarla di averlo dimenticato.

Per la prima volta si sentì leggera, libera e felice.

Si allontanò da lui pochi secondi dopo ed il suo sguardo si fuse con il verde degli occhioni che le stavano di fronte.

Il ragazzo sembrava incredulo.

N-no” riuscì a sussurrare con un filo di voce. Si toccò le labbra con le dita, come per assicurarsi che fossero ancora intere.

Gloria lo baciò ancora e questa volta Billie, che se lo aspettava, rispose al suo tocco. Le loro labbra si sfioravano appena, ma permettendo che ognuno dei due assaporasse il gusto dell'altro.

Poi il ragazzo cominciò a fare scorrere le mani sulle braccia di lei e in poco tempo arrivò alle spalle. Senza accorgersene le strinse sempre più forte.

Ahi, Billie mi fai male!” gridò Gloria, staccandosi immediatamente da lui.

S-scusa” sussurrò lui di rimando, come se non si fosse nemmeno reso conto di cosa avesse fatto.

Niente” rispose Gloria dolcemente, “Devi imparare ad essere delicato” aggiunse poco dopo.

Billie annuì, un po' spaventato.

Va tutto bene” continuò lei, abbracciandolo.

Ora che Billie si era aperto con lei, ora che la ragazza era a conoscenza delle cause dei suoi mali, era pronta ad aiutarlo davvero.

Sperava che parlare gli avesse fatto bene, sembrava di sì. Non avevano mai conversato tanto, prima di quella sera.

Una sola cosa spaventava ancora Gloria. Il fatto che, durante quel bacio, la parte violenta di Billie si fosse improvvisamente risvegliata.

Si fece coraggio e si promise di non averne paura. Solo lei poteva aiutarlo a fare scomparire quel suo lato oscuro e avrebbe fatto di tutto per riuscire nel suo intento.

 

 

 

 

 

Angolo autore

Eeeeeeeeeee stappiamo la bottiglia di spumante, si sono baciati!!! Quante avrebbero voluto essere al posto di Gloria, eh? *-* ahahah ok, la smetto.

Dunque, che dire? Prima di tutto vi devo ringraziare di cuore perchè la mia storia è entrata nelle 'più popolari' della sezione, e questo grazie a voi, quindi un enorme GRAZIE a tutti coloro che l'hanno aggiunta alle preferite/seguite/ricordate/hanno recensito o anche semplicemente letto :).

Questo capitolo è piuttosto... ehm... ricco (?) di avvenimenti, quasi tutti fondamentali per lo sviluppo della storia, quindi spero solo vi sia piaciuto perchè è tutt'altro che di collegamento.

Ho aggiornato in anticipo rispetto al solito per farmi perdonare la lunga attesa delle scorse settimane e anche perchè avete recensito subito e in tanti *-*.

Grazie ancora e a presto con il prossimo capitolo!!!

Rage & Love

 

BrutalLove xx

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Capitolo 15
*** Angel Blue ***


Quella sera Billie chiese a Gloria di poter dormire nella sua stessa stanza e la ragazza, dopo un attimo di esitazione, acconsentì.

Non se la sentiva di lasciarlo di sopra da solo, ora che era al corrente di quello che gli succedeva di notte e delle crisi che probabilmente, da quanto lui le aveva spiegato, poteva avere da un momento all'altro.

A volte le sembrava di trattarlo come un bambino, ma in effetti Billie non era alla fine molto diverso da un bambino.

Perso, con il bisogno costante di avere dei punti di riferimento perchè non ne aveva avuti per troppo tempo e qualcuno che lo confortasse facendolo sentire apprezzato.

Poteva aiutarlo con poco, semplicemente facendolo dormire vicino a lei, e lo avrebbe fatto.

Così spostò il letto dalla mansarda alla sua camera e lo avvicinò al suo in modo tale che tra i due rimanesse solo un piccolo spazio.

Gloria dove vai con quel materasso?” le aveva chiesto sua madre quando era tornata dalla riunione e l'aveva trovata intenta a trascinare per il corridoio parte dell'arredamento.

Fa...fa freddo in mansarda, io e Billie condivideremo la stanza, non voglio che congeli” aveva risposto, inventandosi una scusa su due piedi.

Sua madre aveva annuito ed era andata a dormire, senza fare altre domande.

Era questa la cosa che Gloria apprezzava maggiormente dei suoi genitori. Non erano dei ficcanaso e si fidavano di lei.

Si chiese improvvisamente per quanto ancora avrebbero potuto farlo se avesse preso l'abitudine di raccontare bugie.

Ma una piccola bugia non ha mai fatto male a nessuno. Mai.

 

Quando i due ragazzi si coricarono, Gloria spense quasi subito la luce.

Era stanca e aveva voglia di immergersi nel buio, chiudere gli occhi e abbandonarsi alle braccia di Morfeo.

Billie, poco distante da lei, si raggomitolò sul materasso, coprendosi interamente con le coperte e cominciando a girarsi prima su un fianco, poi sull'altro.

Un'ora dopo non era ancora riuscito ad addormentarsi.

Non appena chiudeva gli occhi li vedeva, vedeva quei mostri e perdeva ogni sicurezza. Iniziava a tremare, aveva paura. Era una cosa che gli era impossibile controllare. Gli succedeva più o meno da quando suo padre era morto, cioè da quando i bulli della scuola e sua madre avevano iniziato a prendersela con lui. Come poteva dimenticare quello che gli facevano passare quasi tutti i giorni? Come poteva fare finta che non accadesse nulla? Come poteva continuare a mentire al mondo, dicendo di stare bene e nascondendosi dietro al costume da ragazzo maleducato e sgarbato che si era costruito?

Non ce la faceva più.

Viveva al sicuro, ora, era certo che in quella casa nessuno gli avrebbe fatto del male, ma non riusciva comunque a tranquillizzarsi. Se non si fosse calmato, avrebbe avuto un'altra crisi delle sue, lo sapeva bene, e non voleva che gli ricapitasse.

Gloria era ora al corrente del suo malessere, forse avrebbe potuto aiutarlo...

Sentì l'ansia aumentare, l'agitazione crescergli dentro e non ce la fece più.

In preda al panico non riuscì a trovare una soluzione migliore che svegliare la ragazza che dormiva beata vicino a lui.

Gloria” sussurrò nel silenzio della notte.

Mmm” rispose lei, ridestandosi dal sonno.

Ho paura” continuò Billie.

Gloria si stropicciò gli occhi, cercando di ritornare alla realtà. Cosa poteva fare? Non sapeva neanche cosa rispondere.

Poi ripensò a quando era piccola e spaventata dal buio della notte e sua madre la tranquillizzava prendendole la manina.

Forse...

Dammi la mano” gli propose, cercando la sua nel buio.

La prese e la strinse tra le sue. Billie intrecciò le sue dita in quelle della ragazza e respirò profondamente, cercando di combattere l'ansia e l'agitazione.

Sicurezza, punto di riferimento. Ecco cosa significava quella mano per lui.

Rimase immobile e in silenzio per un tempo che a Gloria sembrò lunghissimo.

Va meglio?” chiese la ragazza per rompere il silenzio.

Sì... grazie”.

Billie si tranquillizzò, smise di girarsi e si addormentò poco dopo, le dita ancora intrecciate in quelle di Gloria.

Lei, invece, rimase sveglia per una buona mezz'ora, tormentata dai pensieri.

Billie le piaceva, e anche tanto, ma come avrebbe mai potuto avere una relazione con lui?

Avevano la stessa età ma sembrava che lui fosse molto più piccolo. Non solo di statura, ma anche di atteggiamento.

Si ricordò della prima volta che lo aveva visto a scuola. Arrogante, sgarbato, maleducato, menefreghista, freddo, distaccato.

Quel giorno aveva conosciuto un ragazzo che non era lo stesso che ora dormiva nel letto accanto al suo, oh no.

Da quando aveva iniziato a sapere di più su di lui, Billie le si era affezionato più come se lei fosse una sua seconda madre o qualcosa del genere, piuttosto che una sua amica.

No, non avrebbe potuto funzionare con lui. Era troppo immaturo, forse. O magari aveva semplicemente sofferto troppo, e soffriva ancora tutt'ora, da non riuscire a pensare di legarsi a qualcuno come fanno due persone normali.

Gloria non voleva essere sua 'madre', ma non voleva nemmeno che, parlandogliene, lui ci rimanesse male e la respingesse.

Lei voleva aiutarlo.

La domanda ora era una sola; avrebbe rinunciato al fatto di avere una relazione con il ragazzo, pur di prestargli aiuto?

 

 

 

Angolo autrice

Allooooora! Buonsalve :3

Questo capitolo è corto e bruttino, lo so, non ammazzatemi :(.

Vi prometto che mi farò perdonare con il prossimo, o comunque aggiornerò più frequentemente (forse 3 volte la settimana per la vostra gioia, yuppi yeah! (?) ).

Per ora vi saluto ringraziando ancora una volta le 15 persone che hanno aggiunto la mia storia alle preferite, le 5 che l'hanno aggiunta alle ricordate, le 19 alle seguite, tutti coloro che hanno recensito e anche i lettori silenziosi (sì, lo so che ci siete :3 ).

Mi dileguo, a presto!

Rage & Love

 

 

BrutalLove xx

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Capitolo 16
*** Lazy Bones ***


-Due settimane dopo-

Quella mattina Gloria si svegliò presto e scese a fare colazione prima che Billie si alzasse.

Aveva bisogno di parlare con sua madre, e in privato.

Mamma” cominciò, mentre girava un pancake in padella.

Sì?”.

Tra un po' è il compleanno di Billie e stavo pensando che magari potrei organizzargli una piccola festa o qualcosa del genere... che ne dici?”.

Ma certo! Che genere di festa?”.

Bè... non lo so” riflettè Gloria, considerando che non in molti avrebbero accettato un invito alla festa del giovane Armstrong; “Potremmo comprare una torta e invitare qui un paio di suoi amici”.

D'accordo, fa' quel che vuoi, la casa è a vostra disposizione... a patto che non distruggiate l'arredamento, che non beviate..”.

Sì mamma, stai tranquilla, senti...”.

Sì?”.

Potresti comprare questa roba?” le chiese, porgendole un foglietto con un disegnino e delle indicazioni.

Che cos'è?”.

Un amplificatore, o qualcosa del genere... Mike mi ha detto che Billie ne desidera uno da tempo”.

Regalo di compleanno?”.

Uhm uhm”.

D'accordo” rispose sua madre sorridendo.

Fai con calma, è per il 17 di febbraio” disse Gloria abbracciandola e ringraziandola un secondo prima che Billie facesse la sua comparsa in cucina.

Come al solito, in sua presenza, tutti persero la voglia di parlare.

Il ragazzo si era aperto con Gloria e i due chiacchieravano parecchio ora, ma non era lo stesso con i suoi genitori. Sembrava quasi che temesse gli adulti o che comunque non fosse mai d'accordo con loro. Quando poteva, evitava di avere a che fare con loro e quando proprio non poteva scansarli, finiva col litigarci.

I due ragazzi uscirono poco dopo per andare a scuola, come al solito di corsa, perchè erano in ritardo.

Possibile che Billie dovesse pulirsi le scarpe tutte le mattine? A Gloria sembrava un'esagerazione, ma glielo lasciava fare perchè sapeva quanto lui ci tenesse.

Ha già abbastanza problemi, se ti metti anche a discutere con lui per cose stupide complichi solo la situazione.

 

Chiunque avesse visto quei due ragazzi in giro per le vie di Oakland, li avrebbe etichettati come grandi amici.

Bè, in effetti lo erano. Billie non accennava a nulla di più, Gloria aveva troppa paura di dichiararsi. Vivevano così, giorno per giorno, senza ben sapere come considerare il loro rapporto.

L'amicizia con Mike, invece, non dava segni di miglioramento. Billie gli stava alla larga, era arrabbiato con lui per il fatto che lo avesse 'abbandonato'. Il biondo, dal canto suo, sembrava volergli parlare, ma, quando si avvicinava all'amico, finiva col perdere la lingua, e si allontanava di nuovo.

Al [Sobrante] sembrava stare dalla parte di Mike ed evitava Billie quanto lui.

Niente più prove al capannone con la band.

Niente nuove canzoni.

Niente birra con gli amici.

Niente canne.

Niente di niente.

Una vita tanto monotona non si era mai vista, ad Oakland.

I ragazzi di quelle parti, come probabilmente ogni adolescente sulla faccia della Terra, erano sempre intenti a fare qualcosa, non stavano fermi un secondo, correvano alla spiaggia a fare surf, costruivano skateboard, uscivano con gli amici; avevano tutti qualcosa da fare in ogni momento della giornata... bè, tutti tranne Billie.

Il ragazzo passava le giornate a casa con Gloria, a cui non andava di certo meglio.

Amanda continuava ad evitarla perchè non sopportava il suo coinquilino, e anche gli altri ragazzi della compagnia sembravano non interessarsi molto a lei.

Non la invitavano nemmeno più ad uscire, perchè avevano paura che anche il ragazzo si aggregasse.

Gloria e Billie erano come due fantasmi.

E la causa di tutto era proprio il ragazzo.

 

Sai Billie” cominciò Gloria quella mattina, sul pullman.

Uhm?”.

Credo che dovresti provare a parlare con Mike...”. Stava cercando di spingerlo a riagganciare i rapporti con il suo amico di sempre, non sopportava il fatto che stessero diventando, o che forse fossero già, due emarginati sociali.

Scherzi, vero? Io con quello non ci parlo, cazzo. Hai visto che ha fatto non appena c'è stato un problema? È scappato via a gambe levate!”.

Ha avuto paura, Billie! Insomma, dovresti sapere come ci si sente, visto che ti ho trovato piagnucolante sui gradini del palazzo, dopo l'accaduto!”.

Billie si guardò le punte delle scarpe mentre le sue gote prendevano una sfumatura rossastra.

Stava sbagliando? No, lui era nel giusto, era Mike l'unico ad aver commesso un errore.

No Gloria, col cazzo che ci parlo, con quello lì!”.

Ti comporti come se avessi cinque anni, lo sai? E per colpa tua sto perdendo tutti gli amici che mi ero fatta, te ne rendi conto?”.

Billie non alzò lo sguardo e deglutì rumorosamente.

Me ne devo andare, vero?” chiese poco dopo.

Ecco che ricominciava. Possibile che non potesse affrontare la situazione da adulto? Possibile che se la prendesse subito, che si sentisse sempre non accettato, non voluto?

No, non era normale.

E questo era il ragazzo di cui Gloria si era innamorata? Come poteva aver anche solo pensato di amarlo e di poter diventare la sua ragazza? Le sembrava sempre di più un bambino piccolo in cerca d'affetto.

Non pensare a te stessa e a quello che vuoi tu, si disse, pensa a lui, ad aiutarlo.

Sicurezza, amore materno, amicizia. Era questo ciò di cui lui aveva bisogno. Avere un punto di riferimento, tutto qui. Non una fidanzata.

Gloria sospirò mentre dentro di lei si agitavano migliaia di sentimenti contrastanti.

Billie io non voglio che tu te ne vada... sto solo cercando di aiutarti a riprendere il controllo della tua vita... lo capisci questo?”.

Billie scosse la testa, noncurante.

Mi stai dando sui nervi” disse la ragazza prendendolo per un braccio e costringendolo a guardarla negli occhi per un istante, “Ti piaceva suonare nella band, vero?”.

Il ragazzo annuì.

Non vorresti ricominciare?”.

Annuì di nuovo, fissando il pavimento e senza dire una sola parola.

Allora va' a parlare con Mike e sistema le cose, cazzo!”.

Era la prima volta che Gloria diceva una parolaccia. Cioè, non era davvero la prima, ma non ne aveva mai usate presenza di qualcuno.

Finalmente Billie alzò lo sguardo e incontrò gli occhi delle ragazza.

D'accordo” disse poi con improvvisa sottomissione, “Ci parlo”.

 

 

 

 

Angolo autrice

Ahhhhhh quanto mi garba questa fanciulla dal polso fermo! Ahahahaha sto proprio andando ;)

Cooomunque, che ne pensate di questo capitolo? È un po' più lunghetto di quello scorso? Spero!

Grazie di nuovo a tutti i miei lettori/recensori, a chi ha aggiunto la mia storia alle preferite e ha permesso che entrasse nelle più popolari della sezione.

Mi dileguo e ci vediamo al prossimo capitolo! :)

 

BrutalLove xx

 

Ps. Sapete che ho preso le bacchette della batteria firmate da Trè Cool ? Sono bellissime *-*

*ma cosa ce ne frega a noi???*

Infatti, niente, ora me ne vado definitivamente, promesso! ;)

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Capitolo 17
*** Let yourself go ***


-Pausa pranzo, cortile della scuola-

Billie se ora non ti muovi e non gli parli, giuro che ti prendo per un braccio e ti trascino davanti a Mike, chiaro?” lo minacciò Gloria, vedendo che l'amico rimaneva immobile e a distanza di sicurezza dal biondo.

D'accordo, d'accordo” mormorò un secondo prima di avviarsi nella sua direzione.

Quando Mike lo vide arrivare ne rimase non poco sorpreso. A dire il vero si preparò ad una lite coi fiocchi, visto che conosceva bene il soggetto che gli stava ora di fronte.

Invece Billie, con tutta calma, lo salutò.

Ciao Mike” farfugliò.

Ehm, ciao Billie” rispose quello di rimando, “Come mai da queste parti?”.

Sai io... io volevo chiederti scusa per come mi sono comportato” mormorò Billie, poco convinto che fosse la cosa giusta da fare, ma diretto come non mai. Andare subito al punto era una cosa che gli riusciva bene. Forse.

L'amico lo fissò per un secondo, stupito, poi parlò.

No” rispose, “Sono io che devo scusarmi... non avrei dovuto scappare via così, quel giorno, mi dispiace, davvero”.

Il moro rimase spiazzato. Era sempre stato convinto che l'amico fosse nel torto ma sentire le sue scuse gli faceva uno strano effetto.

Non ti preoccupare... è tutto a posto”.

Ti va se domani andiamo al capannone a fare le prove con la band?” propose Mike, e a Billie brillarono gli occhi.

Lo adorava quando riusciva a sistemare le cose alla velocità della luce e tutto tornava come prima. Era un tale sollievo sapere che l'uno teneva ancora all'altro!

Mi piacerebbe tanto” rispose poco dopo.

D'accordo, allora io avviso Al che è tutto sistemato tra noi due e gli impedisco di vendere la batteria”.

Cosa? Vendere la batteria? Perchè?”.

Bè pensava che non avremmo mai più provato, forse... e comunque non so quanto durerà, lui ha tanto voglia di continuare gli studi”.

Ah” sospirò Billie, “Vedrò di fargli cambiare idea, dove lo trovo un altro batterista come lui?”.

Mike rise, “Non lo so, ma vedrai che cambierà idea e tutto si sistemerà”.

 

Se tra i due giovani uomini la questione sembrava essersi risolta in meglio, a Gloria non andava di certo così bene. Stava cercando di riallacciare i rapporti con Amanda, ma lei sembrava non averne nessuna intenzione e voglia.

Gloria io non voglio venire coinvolta in rapine, omicidi e cose simili solo perchè tu stai con quello strambo!”.

Billie non è strambo” replicò Gloria, ribollendo dalla rabbia, “Non sai nulla su di lui”.

Perchè, tu sì?”.

Sì”.

Dai, se sai così tante cose su di lui e vuoi provare a farmi cambiare idea, dimmi pure” la sfidò.

Gloria riflettè per un istante. Era davvero quello che voleva? Tradire Billie rivelando il suo segreto per cercare di riavvicinarsi ad Amanda?

No. Non lo avrebbe fatto. Billie si fidava di lei, non poteva fargli questo.

Non posso” sussurrò.

Non puoi? Bene, allora credo che possiamo anche tornare ognuna nella rispettiva compagnia, dico bene?”.

Ma perchè Amanda era tanto cattiva?

Amanda... puoi almeno pensarci? Garantisco io per lui, è davvero una brava persona”.

La rossa la fissò per un istante, poi si voltò e scompare tra la confusione della pausa pranzo.

Gloria corse nel bagno delle ragazze, chiuse la porta a chiave e vi rimase per un'ora intera, piangendo.

Perchè l'aveva respinta?

Perchè non le dava retta?

Perchè non si fidava?

Quando suonò la campanella che segnava la fine delle lezioni di quel giorno, la ragazza finalmente uscì con gli occhi gonfi e arrossati, l'espressione vuota.

Cercò di nascondersi tra i ragazzi che passavano in corridoio per non incontrare Billie in quello stato, anche se sapeva benissimo che avrebbe dovuto aspettarlo per tornare a casa.

Ehi Gloria!” si sentì chiamare.

Sbuffò.

Quel ragazzo e la sua puntualità!

Che c'è?” chiese, voltandosi nella sua direzione.

Io...bè, di solito torniamo a casa insieme, ti stavo cercando, non sei venuta alla lezione, dove...”cominciò lui, prima di bloccarsi dopo aver visto il viso di Gloria.

Cosa c'è? Stai male?” chiese, preoccupato.

No, tutto bene, andiamo a casa” rispose la ragazza decisa a cambiare in fretta discorso.

Perchè hai pianto?” le domandò ancora.

Non ho voglia di parlarne, ok?” replicò brutalmente lei.

Non aveva voglia di parlare con nessuno, tanto meno con lui.

Lui, lui, lui. Era lui la causa di tutto.

Amanda ce l'aveva con lei perchè stava in sua compagnia. Gli amici che si era fatta si erano tutti allontanati.

Billie si zittì, come se avesse letto i suoi pensieri, e nessuno dei due proferì una sola parola durante il tragitto verso casa.

 

Gloria non salutò nemmeno sua madre, entrando nella villa.

Ma che hai?” le chiese lei.

Niente, non ho voglia di parlare” ripetè la ragazza prima di chiudersi in camera, lasciando fuori Billie.

Era arrabbiata anche con lui, di nuovo. Alternava momenti in cui l'avrebbe adottato e curato come se fosse suo figlio, a momenti in cui l'avrebbe soppresso.

Che fosse stata contagiata dal suo modo repentino di cambiare umore?

Doveva snebbiarsi la mente, aveva bisogno di qualche ora solo per sé stessa, senza nessuno intorno.

Si sedette sul letto con le gambe incrociate e pensò.

Finì per accontentarsi di nuovo della situazione, come faceva sempre.

Si adattava alle cose. Vedeva il loro lato migliore, cercava di essere positiva anche quando di positivo non c'era nulla.

Si chiese se non fosse troppo buona, a volte.

 

Uscì dalla sua camera per l'ora di cena e trovò Billie davanti alla porta, sdraiato sul pavimento e intento a disegnare qualcosa di cupo e incomprensibile.

Ciao” gli disse con fare imbarazzato.

Ciao” rispose lui.

Scusami per prima” gli sussurrò, “Ho litigato con Amanda, comunque”.

Oh. Mi dispiace” fece Billie.

A te invece come è andata con Mike?”.

Fottutamente bene” sorrise debolmente, “E' tutto a posto”.

Sono contenta, fatti abbracciare” disse Gloria, avvicinandosi.

Come poteva non volergli bene?

Si odiava per tutti i suoi sbalzi d'umore. Non doveva essere una cosa proprio piacevole, per le persone che la circondavano. Proprio come lei non sopportava quelli di Billie, anche lui probabilmente non tollerava i suoi.

Lo prese per mano e raggiunsero insieme la cucina.

Quella sera, a tavola, nessuno fiatò come sempre accadeva da quando il ragazzo era arrivato in quella casa.

 

 

Angolo autrice

Eccomi qua col 17esimo capitolo!

Che ne pensate?

Grazie di nuovo per le recensioni, siete fantastici! *-*

A presto!

 

BrutalLove xx

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Capitolo 18
*** Rage & Love, story of my life ***


 

-Due settimane dopo-

Erano passate due settimane da quando Gloria aveva cercato di sistemare i rapporti con Amanda, senza risultato.

Da allora molte cose erano cambiate.

Billie, che aveva riallacciato i contatti con Mike e Al, spesso andava al capannone in compagnia della ragazza o anche da solo e sembrava molto più felice.

Secondo Gloria beveva un po' troppo; a volte, quando tornava dalle prove, lei poteva sentire l'odore degli alcolici nel suo respiro, e questo non la lasciava indifferente.

Non avevano già abbastanza pasticci, lei e Billie?

Perchè complicarsi la vita con una cosa così stupida come l'alcool, quando ci sono già abbastanza problemi?

Mah, era proprio immaturo, quel ragazzo.

Per lo meno sembrava stesse imparando le buone maniere. Vivere in una villa di ricchi signori dediti al Bon Ton non gli stava facendo per niente male.

Gloria sorrise pensando ad un possibile rientro a casa di Billie. I suoi fratelli ci sarebbero rimasti di stucco nel vederlo così cambiato.

Quanto a lei... bè, non pensava quasi mai a sé stessa, ma quando si fermava a riflettere sulla sua condizione si rendeva conto di non essere completamente felice.

Si sentiva isolata, esclusa dal mondo e per lei non era una sensazione nuova, ma questa volta faceva più male delle precedenti.

Sì, perchè dopo quel trasloco lei ce l'aveva messa tutta per trovare una compagnia in cui introdursi.

Per la prima volta si era data da fare per inserirsi in una comitiva di ragazzi della sua età.

Aveva dovuto affrontare anche la perdita di Christian e riprendere a vivere in un posto sconosciuto.

E ce l'aveva fatta, alla fine. L'avevano accettata.

E poi? Poi cos'era successo?

Si era offerta di aiutare un ragazzo sconosciuto che un po' le piaceva e tutto ciò che si era costruita a fatica era improvvisamente crollato.

Rotto, frantumato. Come un castello di cristallo.

E lei si stava frantumando con esso.

 

Billie si sentiva in colpa.

Una ragazza sconosciuta lo aveva invitato a stare da lei e lo ospitava tutt'ora in casa sua, lo aveva strappato alla tremenda vita che faceva e lui non riusciva a ripagarla.

Anzi, la deludeva e non se ne rendeva conto.

O forse sì, se ne rendeva conto eccome, ma sempre in ritardo.

Non aveva mai pianto così tanto come in quel periodo.

Si sentiva distrutto perchè sapeva di essere un peso e non trovava il modo per ribaltare la situazione.

Aveva ripreso a suonare e questo gli piaceva molto, ma si sentiva comunque stanco,vuoto e spaventato.

Stanco perchè tutti i giorni la stessa, terribile routine si ripeteva. Arrivava a scuola con Gloria e si ritrovava a dover correre nel cortile per sfuggire alla vista dei bulli, che erano sempre pronti a tormentarlo.

 

Vuoto perchè doveva ammettere che la sua famiglia un po' gli mancava... sua sorella Anna, soprattutto. Lei gli aveva sempre voluto bene e continuava a volergliene. Forse.

Nessuno telefonava mai a casa di Gloria per chiedere di lui, nessuno era mai a spasso per le vie della città in orari possibili, a quanto pare, perchè Billie non aveva mai incontrato alcun membro della sua famiglia, da quando se n'era andato.

Era profondamente convinto di non mancare a nessuno. Anzi, molto probabilmente erano tutti molto più contenti, perchè avevano più spazio in camera da letto e si erano anche dimenticati della sua esistenza. Billie Joe, il fratellino rompiscatole finalmente se n'era andato. Chissà com'erano felici, senza di lui.

Soltanto il pensiero gli faceva venir voglia di piangere.

 

E poi era spaventato perchè si rendeva conto che non avrebbe potuto vivere per sempre con Gloria e che, prima o poi, avrebbe dovuto affrontare la triste realtà e tornare nel buco in cui abitava.

Da un lato gli mancava casa, dall'altro avrebbe voluto non doverci tornare mai più.

 

Per cercare di non pensare a tutto ciò aveva ripreso a bere un po' troppo. Conosceva bene i suoi limiti in fatto di alcool ma gli piaceva oltrepassarli leggermente. Amava la sensazione che provava quando il liquido alcolico gli scendeva giù e gli bruciava la gola.

Pericolo.

Era come... camminare nell'aria. Una sensazione di leggerezza mai provata.

E poi, così imbottito di alcool, il suo cervello non pensava per un po', ed era un bene.

Il problema era quando l'effetto finiva, e i pensieri tornavano a tormentarlo peggio di prima.

 

In quella sua confusione interiore, però, non ci mise molto a notare che anche Gloria non stava bene.

Sapeva benissimo il perchè. Lei e quella sua amica non andavano più d'accordo.

Non che a lui importasse della ragazza con i capelli rossi, ma voleva fare qualcosa per Gloria, giusto?

Quella era un'occasione perfetta per cercare di sistemare le cose.

 

Ehi Gloria” mormorò Billie un pomeriggio, distraendo la ragazza che cercava di svolgere degli esercizi.

Ma non fai mai i compiti, tu?” ironizzò lei, fissandolo.

Il ragazzo alzò le spalle, “Non mi va” replicò.

Bè, che c'è?”.

Io e Mike stiamo organizzando una delle nostre serate al Rod's Hickory Pit, il proprietario ha detto che potrebbe lasciarci il palco per sabato sera, pensavo che magari potresti invitare i tuoi... amici”.

Oh... bè non credo che verrebbero”.

Chiedere non costa niente, non credi?”.

Okay” sussurrò Gloria pensando già al momento in cui avrebbe dovuto affrontare di nuovo Amanda.

 

 

*****

 

 

Quella stessa sera Gloria si decise a comporre il numero di telefono di Amanda per invitarla al locale.

Tuuu-Tuuu.

Pronto?”.

Ehm... Ciao Amanda, sono Gloria” mormorò.

Oh, ciao... Che c'è?”. Non sembrava che fosse arrabbiata con lei.

Bè...Volevo invitarti al Rod's Hickory Pit, sabato”.

Perchè, si entra gratis?”.

Sì, Billie suona”.

Ah”.

Sarà divertente, dai!”.

D'accordo, ci vengo”.

Perfetto, lo dici tu agli altri?”.

Sì sì, ci penso io”.

D'accordo, ciao”.

Ciao”.

Chiuse la telefonata e si sentì alleggerita. L'amica aveva accettato il suo invito senza litigare, cosa che non si sarebbe minimamente aspettata. Tanto meglio.

Del resto chi protesterebbe sapendo di poter godere di una serata fantastica e gratuita in un locale del centro?

 

Allora, com'è andata?” chiese Billie, spuntando da dietro la porta della camera.

Ci verranno” rispose Gloria.

Perfetto allora!” gridò lui, un secondo prima di tornare di sotto, saltellando.

Era uno dei pochi momenti in cui si poteva dire che il ragazzo fosse davvero felice.

Alternava momenti del genere a giorni di disperazione, in cui se ne stava rannicchiato in camera tutto solo e a volte piangeva senza motivo apparente.

La ragazza non sapeva come aiutarlo, perchè lo stesso Billie affermava di non avere un motivo valido per versare tutte quelle lacrime. Lo faceva e basta, era una cosa che sembrava non fosse in grado di controllare.

Mi succede da sempre... cioè, da quando è morto papà, più o meno. Dici che è normale?” le aveva chiesto il ragazzo.

Gloria non aveva saputo rispondergli, aveva semplicemente ipotizzato nella sua mente che il suo malessere fosse correlato alla perdita del padre, ma nulla di più.

Aveva più volte provato a vedere la vita dal suo punto di vista ed era sempre giunta alla conclusione che anche lei avrebbe avuto dei momenti di crisi se fosse stata nella sua condizione.

Nessun punto riferimento, nessuna certezza, niente di niente.

 

****

 

Due giorni dopo Billie se ne andò al capannone a fare le prove per il sabato sera, ma Gloria non lo seguì.

Pioveva e lei aveva dei compiti da fare. Anche il ragazzo li aveva, ma in ogni caso, come sempre, non li avrebbe fatti.

Così lei se ne stette a casa e si immerse nelle espressioni di matematica, mentre Billie, al capannone, si immergeva nella musica.

Quando rientrò in casa i genitori di Gloria non c'erano e la ragazza stava ancora facendo i compiti.

Si tolse le scarpe bagnate all'ingresso, si sfilò il giubbetto di pelle che gli aveva comprato Macy qualche giorno prima e poi andò a cercare la ragazza.

Billie!” sussultò lei quando lui la sorprese alle spalle.

Spaventata?” chiese.

No” ridacchiò, un secondo prima di tornare seria. Annusò l'aria e le bastò poco per ricollegare quell'odore pungente alla sua fonte.

Billie...” cominciò.

Sì?” fece lui.

Hai bevuto, vero?”.

Naaah” fece lui guardandola con sguardo perso.

Cazzo!” sbraitò lei, squadrandolo, “Sei ubriaco fradicio!”.

Billie la guardò con i suoi occhioni verdi, quasi senza capire.

E' inutile parlare con te, non cammini neanche diritto secondo me, chissà come ci sei arrivato a casa!”.

Lo prese per un braccio e lo trascinò di sopra. Il ragazzo inciampò un paio di volte sulle scale ma alla fine arrivarono a destinazione. Lo fece stendere sul letto e lo coprì con una coperta.

Dormi un po', va! Se i miei ti vedono ridotto così, ti buttano fuori” disse Gloria, sospirando.

Cazzo!” ripetè a sé stessa mentre usciva dalla stanza e si chiudeva la porta alle spalle.

 

I genitori di Gloria rientrarono circa un'ora dopo.

Gloria stava leggendo un libro sdraiata sul divano e Billie dormiva ancora.

E' stanco perchè ha suonato parecchio, al capannone” lo giustificò la ragazza, rispondendo alle domande dei genitori.

Come al solito, quelli non chiesero altro e suo padre si ritirò nel suo studio, mentre sua madre in cucina.

Gloria andò a controllare Billie e pregò che si svegliasse presto e che stesse bene. Come avrebbe potuto dire a sua madre che il ragazzo che ospitavano si ubriacava? E se... e se Billie avesse avuto un'altra delle sue crisi, come quella di pochi giorni prima?

Ricacciò indietro quei pensieri e aprì la porta.

Il ragazzo era sdraiato e dalla coperta spuntava solo la testa. Aveva gli occhi spalancati.

Come ti senti?” gli chiese lei, avvicinandosi.

Uhm” fece lui, massaggiandosi la fronte e mettendosi a sedere sul letto.

Il suo alito sapeva ancora di alcool.

Devi smetterla di bere così tanto” disse Gloria.

Non ho bevuto tanto... e poi lo faccio sempre e non sono mai morto” replicò lui alzando le spalle.

Se fossi morto non saresti qui a raccontarmelo” gli fece notare Gloria, “Perchè non bevi il succo di frutta invece di quelle robe alcoliche?”.

Billie rise. Succo di frutta? Lui? Neanche per sogno.

Lo sai che ti fai del male bevendo così, vero?”.

Il ragazzo alzò un'altra volta le spalle e a Gloria ricordò tanto il Billie sgarbato e sfacciato che aveva conosciuto il primo giorno di scuola.

Non mi interessa” fece lui, farfugliando perchè l'effetto dell'alcool non si era ancora esaurito del tutto, “Non ho una vita granchè bella che mi attende”.

Già, e sarà ancora meno bella se continui così” replicò lei, alterata.

Billie non fece una piega.

La ragazza ripetè a sé stessa di calmarsi, di non arrabbiarsi con lui. Tanto lo sapeva, non sarebbe servito a nulla.

Al suo rimprovero, il ragazzo avrebbe potuto reagire in due modi; rispondendole in modo sfacciato e maleducato, o mettendosi a piangere. Ormai lo conosceva, era certa che avrebbe fatto una delle due cose e, in ogni caso, i suoi consigli non sarebbero stati minimamente considerati.

Poi un pensiero le balenò nella mente.

Christian. Era morto perchè era ubriaco. L'alcool lo aveva ucciso.

Forse se avesse raccontato la sua storia a Billie, lui avrebbe potuto cambiare le sue abitudini.

Sai...” cominciò lei, “Prima di trasferirmi qui io ero fidanzata”.

Billie alzò lo sguardò e incontrò quello di lei.

Si chiamava Christian” continuò Gloria, “E aveva promesso che sarebbe venuto a trovarmi ogni estate, ovunque io fossi. Ci amavamo moltissimo”.

Il ragazzo sbuffò. Non gli piacevano le storie, tanto meno quelle che parlavano d'amore.

Christian è morto” disse Gloria a fatica, “E' morto perchè aveva bevuto e si è messo al volante. È morto perchè con l'alcool non si scherza e lui aveva scherzato anche troppo... Capisci cosa intendo?” gli chiese con le lacrime agli occhi.

Il ricordo di Christian le bruciava dentro e la faceva soffrire ogni volta come se fosse la prima.

Billie la fissò con un misto di dispiacere e paura negli occhi.

Mi... mi dispiace Gloria, i-io non lo sapevo” mormorò.

La ragazza annuì piano, “Prometti che cercherai di controllarti?”.

Billie acconsentì, a testa bassa.

Del resto non voleva rendere Gloria fiera di lui?

Era la sua occasione.

 

 

 

Angolo Autrice

Et me voilà!

Lunghino questo capitolo, eh?

In realtà sarebbero stati due, ma ho deciso di unirli perchè erano troppo corti ;).

Grazie mille per le recensioni, siete fantastici, come al solito! *-*

Ci si vede al prossimo capitolo (in cui succederanno tante cose...) !

Rage & Love

 

BrutalLove xx

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Capitolo 19
*** Nightlife ***


 

Quella sera, dopo cena, Billie e Gloria andarono a letto presto.

Il ragazzo sembrava non aver ancora smaltito completamente l'alcool, ma i genitori di Gloria, per fortuna, non avevano notato nulla a tavola, visto che Billie era uno di poche parole ed era stato con la testa china sul suo piatto di pasta per tutta la cena, arrotolando svogliatamente gli spaghetti sulla forchetta.

Più tardi Gloria lo aiutò ad infilarsi il pigiama, perchè le sembrava che lui avesse qualche problema di coordinazione, in quella condizione.

Si sdraiarono contemporaneamente, l'uno con il volto rivolto verso l'altra e si sorrisero.

A volte sembrava quasi che pensassero la stessa cosa.

Buonanotte” fece Gloria, spegnendo la luce e coprendosi con le coperte.

Buonanotte” le rispose Billie, rannicchiandosi sotto al piumone.

La ragazza chiuse gli occhi ed il sonno la rapì poco dopo, portandola in un mondo dove Christian la aspettava per fare una passeggiata.

Era quello il luogo che lei preferiva. Il mondo dei sogni.

Era lì che poteva smettere di pensare ai problemi, abbandonandosi al surreale senza preoccuparsi delle conseguenze delle sue 'azioni'.

Non molto dopo, però, si svegliò, ridestata dai singhiozzi di Billie.

Che cosa stava succedendo?

Perchè piangeva, questa volta?

Possibile che ci fosse sempre qualcosa che non andava?

Non ne poteva più. In quel momento lo avrebbe fatto volentieri dormire in terrazza.

A volte era peggio di un bambino.

Accese la luce e lo vide rannicchiato sul materasso e con gli occhi pieni di lacrime.

Gli si avvicinò, spostando le coperte e, visto che Billie le aveva fatto spazio, si sdraiò accanto a lui e si portò il suo corpicino tremante al petto.

Lo consolò stringendolo a sé e cullandolo come se fosse un bambino piccolo.

Non avere paura” gli sussurrò accarezzandogli la testa, “Va tutto bene, ci sono io qui con te”.

Billie non disse nulla, si lasciò semplicemente coccolare.

Poco dopo iniziò a calmarsi, abbandonandosi al calore delle braccia di Gloria che lo circondavano in un abbraccio protettivo.

Chiuse gli occhi e smise di piangere. All'improvviso sentì le labbra della ragazza premere sulle sue, alzò lo sguardo e incontrò quello di lei.

Nonostante neanche questa volta se lo fosse aspettato, ricambiò il bacio con foga e passione ed il fuoco esplose di nuovo tra loro.

Piano, Billie” sussurrò Gloria, staccandosi leggermente da lui, un secondo prima di sfilargli la maglietta.

Il ragazzino la guardò stupito e impreparato, ma non si ritrasse al tocco caldo e delicato delle mani di lei sul suo petto magro, che proseguì poi, lento ma sicuro, fino alla vita, dove la ragazza prese a sfilargli i pantaloni.

In maniera decisa, Gloria inserì la mano nei suoi boxer. Billie gemette al contatto passionale della ragazza e si abbandonò a quella sensazione del tutto nuova per lui.

Sentì l'eccitazione crescergli dentro e percepì il contatto della sua erezione con il tessuto elasticizzato dei boxer.

Si toccò e gemette di nuovo.

Gloria, che era già elettrizzata per il fatto di trovarsi in una situazione così intima con Billie, si eccitò ancora di più nel vederlo godere a tal punto.

Gli toccò il rigonfiamento che pulsava sotto al tessuto leggero, e gemette anche lei al solo pensiero di ciò che avrebbe voluto fargli.

Si tolse la maglietta con movimenti esperti e veloci e si preparò a mettersi sopra di lui.

N-no, Gloria” sussurrò Billie, impaurito. Sembrava si fosse reso improvvisamente conto di quello che sarebbe successo di lì a pochi istanti.

La ragazza lo squadrò con disappunto, ma non andò oltre non appena gli lesse nello sguardo paura e sottomissione.

Non voleva umiliarlo, spaventarlo, forzarlo a fare qualcosa che non voleva.

Era improvvisamente tornato il Billie debole e impaurito di cinque minuti prima, quello che sembrava molto più piccolo della sua età.

Si fermò. Quei cambiamenti repentini la sconvolgevano non poco.

Scusami, io...” farfugliò Billie in preda al panico.

Va tutto bene, non preoccuparti” rispose Gloria tranquillizzandolo e cominciando a rivestirsi. Anche il ragazzo, dopo un attimo di esitazione, si rimise il pigiama e poi si accoccolò nuovamente vicino a lei, abbandonandosi al sonno dopo aver ricevuto il più dolce bacio della buonanotte che qualcuno gli avesse mai regalato.

 

Fu quella notte che Gloria mise completamente da parte il desiderio di avere una vera relazione con lui e accettò il fatto di adeguarsi semplicemente ai suoi sbalzi d'umore, qualsiasi cosa essi comportassero.

Non era completamente certa di non piacergli, ma non sapeva cosa fare... perchè lui l'aveva baciata quella sera e perchè le aveva chiesto il numero, in cortile?

Prima o poi glielo avrebbe chiesto, doveva saperlo.

Nel frattempo avrebbe continuato a comportarsi come faceva di solito, un po' come se fosse sua madre.

Non poteva promettersi che lo avrebbe aiutato sempre, ma poteva essere certa che avrebbe fatto del suo meglio per lui.

Quel ragazzo strano, dolce e violento, gentile e sgarbato, sfacciato e innocente, le stava rubando il cuore come nessuno era mai riuscito a fare.

 

 

*****

 

 

-Sabato sera-

 

Billie e Gloria arrivarono al Rod's Hickory Pit un paio d'ore prima dell'inizio della serata.

Il ragazzo, Mike e Al dovevano sistemare le attrezzature e assicurarsi che tutto fosse in ordine per lo show.

Gloria rimase seduta su un divanetto, a leggere un libro, mentre i ragazzi andavano avanti e indietro trasportando chitarre, amplificatori e tamburi.

Alle nove arrivarono anche gli altri.

Fu in quel momento che Amanda si avvicinò a Gloria.

Ciao” disse.

Ciao” rispose lei.

Senti io... Volevo scusarmi per l'altro giorno, mi sono comportata davvero da stupida”.

Gloria sbarrò gli occhi. Come? Amanda che si scusava? Non le sembrava vero.

In fondo ognuno può affezionarsi alle persone che vuole, no?”.

Già”.

Ti va se ci sediamo vicine, questa sera?” le domandò la rossa, e a Gloria sembrò di essere tornata al primo giorno di scuola.

Dieci minuti dopo erano già tornate amiche come prima, immerse in una conversazione da ragazze.

Billie, Mike e Al suonarono per un'ora e mezza, poi scesero dal palco e uscirono dal bar.

Vado ad accompagnarli alla fermata del pullman” disse Billie a Gloria, allontanandosi.

Ah, già. Mike e Al dovevano tornare a casa presto.

Al viveva con i suoi che erano molto attenti agli orari e ai posti che frequentava, e la zia che ospitava Mike era molto apprensiva e non voleva che suo nipote si perdesse in giro per le strade di Oakland, nel cuore della notte.

Gloria ringraziò il fatto di avere due genitori che, dopotutto, la lasciavano libera di fare quello che le pareva.

Annuì distrattamente a Billie, e ricominciò a parlare con Amanda e Ashley.

 

Non si rese conto che il ragazzo non era tornato dalla sua uscita fino a quando qualcuno urlò dalla porta del bar che il cantante della band che si era esibita quella sera, era svenuto.

Gloria si precipitò fuori dal locale, si fece spazio tra la folla che gli si era radunata intorno, e trovò Billie sdraiato a terra, con una bottiglia di birra rotta in mano e il braccio sanguinante.

Doveva averla tenuta stretta a sé durante la caduta e quella, andando in frantumi, lo aveva tagliato.

Aveva gli occhi sbarrati e rovesciati, era rigido e un rivolo di saliva gli colava dal lato della bocca.

Billie! No, Billie!” lo chiamò Gloria, in preda al panico.

Stava accadendo di nuovo. Era una delle sue crisi.

Si fece spazio tra la gente che si accalcava intorno al ragazzo, e gli si inginocchiò accanto.

Lo scosse leggermente, ma non rispose al suo tocco.

Poi, proprio come la volta precedente, il suo corpo cominciò a dimenarsi senza controllo e vomitò rischiando di soffocare.

Qualcuno lo girò su un fianco appena in tempo.

Chiamate un'ambulanza!” gridò qualcun altro.

Amanda raggiunse l'amica fuori dal locale e non poté fare a meno di spaventarsi.

Gloria, incapace di parlare, scoppiò a piangere.

Billie non riprendeva conoscenza, il suo respiro era affannoso e irregolare.

Arrivò l'ambulanza e la folla si disperse, per fare spazio ai soccorritori.

Si sposti signorina” disse uno degli uomini, scansando Gloria.

No, io non lo lascio” gridò lei, prendendo una mano di Billie fra le sue.

Può salire in ambulanza, se vuole, ma sarebbe meglio che rimanesse qui e avvertisse i suoi genitori”.

N-no, io devo venire” farfugliò la ragazza, seguendo la barella su cui Billie era adagiato e cercando di non lasciargli la mano nemmeno per un secondo.

Vengo con te” sussurrò Amanda, passandole una mano sulla spalla.

Gloria annuì e le due ragazze salirono sull'ambulanza con Billie e i soccorritori.

Dovete allontanarvi, ora” disse uno.

Amanda trascinò Gloria su un sedile ed entrambe rimasero impotenti di fronte a quello che stavano facendo a Billie.

Un uomo in camice bianco, un medico, molto probabilmente, gli mise una mascherina d'ossigeno e cominciò a misurargli la pressione, mentre un paio di soccorritori si occupavano di medicargli il braccio sanguinante e fissargli la flebo.

Billie era immobile, il suo corpicino inerme sdraiato sulla barella, gli occhi chiusi.

Però almeno non si agitava più.

Sembrava che dormisse.

L'alcool.

Aveva bevuto.

Gloria non poté trattenere nuove lacrime quando si rese conto che avrebbe potuto perderlo, proprio come aveva perso Christian.

A niente era servito metterlo in guardia, i suoi consigli non erano stati minimamente considerati, a quanto pare.

Quanto aveva bevuto Billie? Non poco, poteva sentire l'odore dell'alcool anche da quella distanza.

E poi aveva anche infranto la sua promessa.

Prometti che cercherai di controllarti?”gli aveva detto, e lui aveva annuito.

Si era controllato talmente tanto che ora rischiava forse anche di morire.

Il medico continuava a parlare agli infermieri e Gloria non capiva una sola parola di quello che stesse dicendo.

Non sapeva nulla di medicina, o forse era comunque troppo sconvolta per poter afferrare anche un semplice concetto.

Per tutto il tragitto fino all'arrivo in ospedale, rimase appoggiata alla spalla di Amanda a piangere, osservando il corpicino magro steso immobile sul lettino di fronte a lei.






Angolo Autrice

Ehi gente! Come va?
Sì, lo so, immagino che in questo momento vogliate ammazzarmi, non solo per quello che ho fatto succedere (ops), ma anche perchè il capitolo termina così...ehm... * si nasconde dietro al PC *
Non uccidetemi, dai! Anche perchè così facendo non avreste mai il continuo! Ahahah basta, oggi sono troppo perfida.
In più c'è un altro problema... domani mattina parto (l'ho scoperto ieri) e me ne sto in montagna 7/10 giorni... senza wifi. Per questo aggiornerò tra un po' di tempo çç.
Sì, ora potete ammazzarmi.
Grazie per le recensioni dello scorso capitolo, mi fanno sempre tanto piacere! *-*
Mi dileguo nella mia consueta nuvoletta di fumo fottutamente verde
Ciao! :)

BrutalLove xx


PS. Il rating arancione continua ad andar bene nonostante quel piccolo accenno di.. ehm..., vero?

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Capitolo 20
*** Knowledge ***


 

Arrivarono in ospedale circa una decina di minuti dopo.

Altri cinque infermieri sbucarono dal nulla e trasportarono la barella all'interno dell'edificio, correndo.

Gloria trascinò Amanda per il corridoio, decisa a non lasciare nemmeno per un secondo la mano di Billie.

Temo che non possiate entrare, signorine” fece uno degli infermieri poco prima di spingere la ragazza da un lato per allontanarla.

No, no, io non lo lascio!” gridò Gloria in preda al panico.

Va tutto bene, Gloria” disse Amanda, portandola via.

Fecero appena in tempo a vedere la squadra di uomini che trasportava la barella, oltrepassare una porta verde.

Poi, il nulla.

Gloria cercava di dimenarsi, stretta nell'abbraccio di Amanda, che tentava in ogni modo di tranquillizzarla.

Billie! Lo hanno portato via!” gridava, mentre tutte le persone presenti nei corridoi vicini si avvicinavano per vedere cosa stesse succedendo.

Smettila, adesso” le disse Amanda con calma, “Siediti, forza!” continuò, spingendola su un seggiolino di plastica.

Gloria si nascose la testa fra le mano e singhiozzò più forte.

Calmati, vedrai che andrà tutto bene” le sussurrò l'amica.

Rimasero abbracciate per lunghissimi minuti, poi Gloria si alzò e cominciò a camminare di fronte alla porta in cui aveva visto entrare gli uomini, misurando a grandi passi la distanza tra un muro e l'altro.

Devi chiamare i suoi genitori” suggerì Amanda, che la seguiva come fosse la sua ombra.

Non li ha” rispose la ragazza.

Allora chiama i tuoi, di genitori... chiederanno di parlare con degli adulti, lo sai, vero?”.

M-ma potranno benissimo parlare con me”.

Amanda la squadrò con disappunto.

D'accordo”.

Andiamo” sussurrò ancora la rossa, trascinando Gloria per il corridoio fino al telefono pubblico appeso alla parete.

La ragazza sperò con tutto il cuore che i suoi genitori fossero a casa e ancora alzati e, dopo averci pensato un po', compose il numero. Era così sconvolta che se lo era quasi dimenticato.

 

Pronto” rispose una voce dall'altro capo del filo, e Gloria e Amanda tirarono un sospiro di sollievo.

Mamma...”.

Gloria! Cosa c'è? È successo qualcosa?”.

Sì...ehm, mamma... Billie... Billie ha avuto... Billie è svenuto e lo hanno portato in ospedale”.

O mio Dio! Sei in ospedale adesso?”.

Sì, all'Highland General Hospital, al piano... al terzo piano” concluse, lanciando un'occhiata al numero sopra la porta.

Arriviamo subito”.

La telefonata fu la più rapida che Gloria avesse mai fatto.

I suoi genitori stavano arrivando. Si sentì meglio per un secondo, prima di rendersi conto di non avere ancora notizie di Billie.

Ho paura” sussurrò ad Amanda; “Torno là”, aggiunse indicando la porta verde con un cenno della mano.

D'accordo”.

 

 

Furono i dieci minuti più lunghi di tutta la sua vita.

Gloria passeggiò su e giù di fronte alla porta, in attesa di un segno o di qualunque cosa l'avrebbe potuta confortare.

Quando un medico in camice bianco uscì, lei gli si precipitò vicino.

Come sta?” chiese scoppiando a piangere di nuovo.

Voi siete amiche del ragazzo?” domandò l'uomo.

La ragazza e Amanda annuirono.

Sta bene” le tranquillizzò il dottore, “Ora sta dormendo, per un'oretta circa rimarrà in osservazione, potrete vederlo solo attraverso il vetro... se tutto va bene, più tardi, quando lo trasferiremo in camera, lo andrete a trovare” concluse.

Cosa...cos'ha?” domandò Gloria con la voce che le tremava.

Era sollevata dal fatto che... bè, sì, era sollevata dal fatto che Billie fosse vivo, ma era comunque preoccupata per la sua salute.

Stiamo effettuando degli esami, ma quella che ha passato era senza dubbio una crisi epilettica”.

C-cosa?” chiese di nuovo Gloria, incredula.

I sintomi che mostrava al momento dell'arrivo dei soccorsi sono classici di questo disturbo, e anche l'evoluzione della crisi coincide con qualsiasi descrizione a riguardo”.

O mio Dio” fece la ragazza, appoggiandosi al muro come se stesse per svenire da un momento all'altro.

Potrei parlare con i suoi genitori?” domandò ancora l'uomo.

Non li ha!” gridò Gloria, stanca di ripetere quella frase.

Il dottore le passò una mano sulla spalla per calmarla e poi si rivolse ad Amanda: “Con chi vive il ragazzo?”.

Con i suoi genitori” fece la rossa lanciando un'occhiata all'amica, “Li abbiamo chiamati, dovrebbero arrivare da un momento all'altro, ormai”.

L'uomo annuì, “Devo rientrare, vi mando un'infermiera” aggiunse.

Si dileguò oltrepassando la porta che aveva inghiottito anche Billie, poco tempo prima, e da cui uscì, alcuni minuti dopo, una donna sulla quarantina in camice azzurro.

Mi chiamo Julia” si presentò velocemente, “Non appena arriveranno i suoi genitori, potrete andare a vedere il vostro amico”.

Gloria annuì automaticamente, chiedendosi mentalmente perchè dovesse aspettare.

Avrebbe voluto precipitarsi da Billie in quel preciso momento.

Vederlo, toccarlo, abbracciarlo, farlo sentire protetto.

Poteva solo immaginare come il ragazzo si stesse sentendo. O magari stava dormendo. Sperò tanto di sì.

Crisi epilettica.

Oddio.

Certo, aspettiamo” fece Amanda, con lo sguardo perso nel vuoto.

Amanda. Non poteva neanche pensare quanto Gloria le fosse grata per averla seguita in ospedale.

Da sola non ce l'avrebbe fatta a sopportare una cosa del genere.

 

Quando, poco dopo, arrivarono i suoi genitori, Gloria corse ad abbracciare sua madre e l'infermiera spiegò l'accaduto come meglio poté.

Ci misero un po' a farle capire che non erano loro i veri genitori del ragazzo, ma che lo ospitavano semplicemente in casa loro.

Dobbiamo chiamare i suo fratelli” disse il padre di Gloria.

No” rispose lei, “Dopo li chiameremo, tanto non cambierebbe comunque le cose”.

Come puoi dire questo? Hanno il diritto di sapere di lui”.

Come vuoi” replicò di nuovo Gloria, “Se vuoi saperlo, però, il fratello maggiore di Billie sembra non vedere l'ora di menarlo e non credo gli importi che sia in ospedale”.

Come?”.

...”.

Bè, che ha il ragazzo?” li interruppe Macy, la madre di Gloria.

Probabilmente si tratta di epilessia” aggiunse, alla fine del racconto.

Epilessia? È sicura?” fece il padre della ragazza, ridestato per un secondo dalla discussione con la figlia.

Sì, signore”.

Gloria, Billie ha mai avuto crisi di questo tipo?”.

Bè...” fece Gloria, pentendosi all'istante di non aver raccontato quello che era successo quella sera, quando Billie era svenuto in bagno, “In realtà sì, anche Mike me ne aveva parlato dicendomi che a volte gli capita” concluse, tralasciando il fatto che lei avesse assistito personalmente ad una sua crisi senza farne parola con nessuno.

Davvero? Perchè non ce lo hai mai detto?”.

Bè, io...”.

Non è il momento di discutere” la interruppe sua madre, “Come sta ora il ragazzo?”.

E' in osservazione, sta dormendo” rispose l'infermiera.

Possiamo vederlo?”.

Ma certo, seguitemi” replicò un secondo prima di condurli lungo i corridoi spogli dell'ospedale, fino alla stanza in cui si trovava Billie.

Non era una camera normale. Spoglia come non mai, conteneva solo il letto e le attrezzature mediche.

Il ragazzo se ne stava sdraiato, immobile. Respirava regolarmente ma Gloria non poté fare a meno di notare che, oltre al tubicino della flebo, se ne erano aggiunti altri due che gli si inserivano nel naso.

Infermieri e medici gli ronzavano intorno senza sosta.

Si immaginò Christian nelle stesse condizioni. Steso su un letto d'ospedale, sospeso tra la vita e la morte, prima che quest'ultima lo rapisse e lo facesse suo per sempre.

Urlò e tutti si voltarono nella sua direzione.

Ho bisogno d'aria” si giustificò un secondo prima di correre via, lungo il corridoio.

Giunse in una piccola sala d'attesa deserta e si sedette su un seggiolino di plastica.

Come poteva essere reale quello che stava provando?

Voler andare da Billie, ma allo stesso tempo scappare via da tutto.

Amarlo, ma allo stesso tempo desiderare di non averlo mai conosciuto.

Non se ne capacitava.

A volte il cuore e la mente umana sono così misteriosi.

Rimase seduta per una decina di minuti, per poi tornare dagli altri per assistere a nuovi possibili sviluppi.

Non accadde nulla di nuovo per un'ora, lei e Amanda si sedettero sui seggiolini appoggiati alla parete e si addormentarono sfinite.

 

 

 

Angolo Autore

Et me voilà! Tremendo ritardo e capitolo deprimente... che c'è di meglio? Ahahah.

Mi scuso per la mancanza di puntualità ma sono stata in montagna senza wi-fi e sono tornata l'altro ieri, ma visto che sto riverniciando la camera in stile 'Green Day' ieri ero impossibilitata ad accedere al PC.

Che ne pensate della storia?

Continua a piacervi? Vi incuriosisce?

Fatemi sapere!

Rage & Love

 

BrutalLove xx

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Capitolo 21
*** No one knew ***


 

Quando Gloria aprì gli occhi in camera sua, si rese conto che si sentiva da schifo.

Si alzò, si sgranchì le gambe indolenzite e si stupì di non trovare Billie sdraiato accanto a sé.

Iniziò a pensare che si fosse alzato prima di lei, quando la sua mente sembrò risvegliarsi di colpo e le ricordò dell'accaduto.

Rivisse ogni momento della sera precedente, ma non si capacitò del fatto di trovarsi a casa sua.

Come stava Billie ora? Era ancora in ospedale? Probabilmente sì, e allora perchè lei non era lì con lui?

Scese di sotto e trovò i suoi genitori intenti a cucinare qualcosa insieme.

Gloria, finalmente!” mormorò sua madre non appena la vide.

Cosa è successo?” domandò lei.

Ieri notte non ci sono stati altri sviluppi... Billie ha continuato a dormire e tu e Amanda vi siete addormentate in ospedale. Abbiamo riaccompagnato a casa lei e portato qui te”.

Come? Abbiamo lasciato Billie da solo?”.

Hanno detto che avrebbero chiamato se ci fossero stati problemi, ma non ha telefonato nessuno...”.

MA MAMMA! BILLIE E' IN OSPEDALE DA SOLO E NON SA NEMMENO COME CI E' ENTRATO!” gridò.

Sua madre la fissò con disappunto prima di aggiungere “Non appena ti sarai vestita andremo a trovarlo e chiamerai la sua famiglia, abbiamo aspettato anche troppo”.

Gloria sbuffò. Lei avrebbe dovuto chiamare gli Armstrong? Pregò che quel momento arrivasse il più tardi possibile.

Mi vesto” disse, correndo di sopra e infilandosi i primi vestiti che trovò buttati sulla sedia.

 

Un'ora dopo percorreva i corridoi spogli dell'ospedale, accompagnata dai suoi genitori.

Quando arrivarono alla stanza dove Billie si trovava la notte precedente, non lo trovarono.

Scusi” chiese Macy ad un'infermiera che passava.

Sa dove hanno trasferito il paziente che c'era qui ieri notte?”.

In neurologia, camera 15” affermò quella, senza scomporsi.

Ringraziò e partirono tutti alla ricerca del reparto giusto.

Il problema degli ospedali è che spesso sono così grandi e intricati che spesso ci si perde al loro interno.

Per fortuna, però, non fu il loro caso.

La neurologia stava a un solo piano di differenza rispetto a quello in cui si trovava in quel momento, e non fu difficile arrivarci.

Camera 15.

La porta era aperta e si poteva intravedere un armadio in legno.

Gloria vi entrò e vide subito Billie, addormentato sul letto. Sembrava tranquillo.

Fu in quel momento che lo stesso medico del giorno precedente entrò nella stanza e fece segno a lei e ai suoi genitori di seguirlo fuori.

Abbiamo eseguito le analisi ed il ragazzo è risultato epilettico e bipolare” affermò senza troppo tatto.

Bi-bipolare?” domandò Gloria, che non aveva mai sentito quella parola in vita sua.

E' un disturbo che può essere correlato all'epilessia e comporta sbalzi d'umore molto evidenti” spiegò il dottore.

Ah” fece la ragazza, e si sentì crollare il mondo addosso.

Improvvisamente si spiegavano molte cose.

Il fatto che Billie tenesse certi atteggiamenti, si comportasse in un certo modo, avesse strane reazioni.

Tutti i pezzi del puzzle si incastravano perfettamente.

Non era strano, non era cattivo. Era malato.

Sono disturbi che possono svilupparsi casualmente o in seguito a traumi e possono essere accentuati da fattori quali alcuni cibi scatenanti o l'assunzione d'alcool...” continuò l'uomo e Gloria avrebbe tanto voluto chiedergli di chiudere la bocca.

Troppe informazioni da digerire tutte insieme.

E' curabile, vero?” domandò Macy, preoccupata.

Era incredibile come sua madre fosse tanto interessata al ragazzo. Sembrava quasi che fosse il suo genitore biologico.

Esistono dei farmaci per tenere sotto controllo la situazione... Che comunque potrebbe benissimo risolversi con la fine dello sviluppo, in quanto il ragazzo è ancora giovane”.

Quanto parlava quell'uomo? Troppo, decisamente troppo.

Sprecò un'altra buona mezz'ora in chiacchiere intrattenendo i genitori di Gloria, ma non lei.

La ragazza si allontanò da loro, entrò nella stanza e si sedette al bordo del letto, prendendo la mano di Billie fra le sue.

Lo fece talmente delicatamente che lui non si svegliò nemmeno.

Continuò a dormire tranquillo, l'unico rumore che si sentiva nella stanza era il bip-bip del macchinario a cui si collegavano i tubicini trasparenti che spuntavano da un po' tutto il corpo.

Gloria lo guardò meglio. Non le capitava spesso di poterlo osservare mentre dormiva.

I capelli corvini e spettinati gli ricadevano in parte sulla fronte, la bocca era leggermente dischiusa, il petto si alzava e si abbassava a ritmo regolare e degli impercettibili movimenti interrompevano la quiete delle sue palpebre chiuse.

Ancora una volta avrebbe detto che fosse più piccolo di lei.

Avrebbe voluto abbracciarlo, coccolarlo... baciarlo.

Avrebbe voluto stringerlo a sé per una notte intera.

Invece lo lasciò dormire, sapendo che era quella la cosa giusta da fare.

Doveva smaltire l'alcool e i sedativi che gli erano stati dati, e nulla avrebbe potuto aiutarlo di più di una buona dormita.

Gloria respirò profondamente.

Poco dopo entrarono in camera anche i suoi genitori; a quanto pare il medico aveva finalmente finito di parlare e li aveva lasciati entrare.

Tesoro” fece sua madre, “Il medico ha detto che Billie dormirà ancora un bel po', che ne dici se torniamo questo pomeriggio a trovarlo?”.

No” rispose la ragazza, “Io resto qui con lui”.

Voleva che la prima faccia che avrebbe visto al suo risveglio, sarebbe stata la sua.

Vuoi... vuoi davvero rimanere qui?”.

Gloria annuì convinta, “Tu e papà potete andare a casa, davvero. Non mi succederà nulla”.

I suoi genitori si scambiarono una rapida occhiata prima di acconsentire.

Torniamo questo pomeriggio” sussurrò Macy mentre baciava la figlia sulla fronte, “Ti lascio il portafoglio, così se hai fame puoi andare di sotto, al bar, e comprarti da mangiare... fai la brava, non appena arrivo a casa chiamo la scuola per spiegare il motivo della tua assenza” concluse.

D'accordo, ciao”.

 

Passarono un paio d'ore prima che Billie riaprisse gli occhi.

Quando le sue iridi verdi si incontrarono con quelle marroni di Gloria, le sue labbra si piegarono in un debole sorriso.

Dove... dove sono?” chiese, cercando di mettersi seduto.

No Billie, stai giù” gli rispose Gloria, mettendogli una mano sul petto e spingendolo delicatamente contro il materasso.

Il ragazzo la guardò stranito, poi si concentrò sull'analisi dei tubicini che si trovava addosso e della stanza in cui stava.

Siamo in ospedale” cominciò a spiegare la ragazza, “Hai bevuto un bel po' fuori dal bar... sono arrivata che eri già a terra e avevi perso conoscenza”.

Billie la guardò senza capire.

Hai avuto una delle tue crisi... solo che è stata più lunga delle altre... e poi, quando siamo arrivati in ospedale, i medici hanno iniziato a visitarti”.

E..?”.

Hai l'epilessia, Billie” fece la ragazza. Cercava di essere delicata con le parole, ma non amava girare a lungo intorno ad un concetto. Preferiva andare subito al punto.

Io ho... cosa?” domandò, spaventato, “E cosa sono questi tubicini? Io... io voglio andarmene da qui, portami via, Gloria, ti prego!” la supplicò.

Tranquillo” lo rassicurò lei avvicinandosi e accarezzandogli la testa, “Va tutto bene, tornerai a casa presto”.

Voglio andarmene subito” piagnucolò Billie, “E non voglio questi cosi” continuò, indicando i tubicini trasparenti.

Ti toglieranno tutto non appena starai bene e sarai pronto per uscire dall'ospedale”.

Quanto ci vorrà?”.

Un paio di giorni, il medico ha detto che stanno verificando la risposta del tuo corpo ai farmaci”.

Billie deglutì, preoccupato.

Era il caso di dirgli che oltre ad essere epilettico, era anche bipolare?

No, ma Gloria non ce la faceva più a tenerselo dentro.

Hanno anche detto che...”.

Che? Che cosa hanno detto, Gloria?”.

Ti ricordi dei tuoi repentini sbalzi d'umore?”.

Billie annuì.

Sono dovuti ad una condizione che si chiama bipolarismo”, concluse.

Il ragazzo sembrava pietrificato, così scosso da essere incapace di parlare.

Gloria gli accarezzò il braccio libero dalla flebo.

Oh. Quindi io... quindi io non sono strano?”.

No. Hai semplicemente dei problemi che nessuno aveva mai scoperto”.

Nemmeno Gloria riusciva a credere di essere così tranquilla e di riuscire a spiegargli le cose in maniera così chiara.

Di solito, in situazioni delicate, non trovava le parole con facilità.

Inoltre era ancora arrabbiata con Billie per il fatto che avesse bevuto alcool dopo che le aveva promesso che si sarebbe controllato, ma come avrebbe potuto rimproverarlo in un momento simile?

Sembrava già abbastanza spaventato e stordito, probabilmente i farmaci lo tenevano sveglio tra la coscienza e l'incoscienza, o forse non gli era semplicemente ancora scomparso del tutto l'effetto dell'alcool.

In quel momento entrò l'infermiera.

Eccomi qua” cinguettò con la sua voce acuta, “E' l'ora della medicina!”.

Stringeva una siringa nella mano destra e non appena Billie la vide, i suoi occhioni verdi si spalancarono ed iniziò a tremare.

NOOOO” gridò cercando di nuovo di mettersi a sedere.

L'infermiera appoggiò la siringa sul comodino e bloccò i suoi movimenti un attimo prima che staccasse qualche tubicino.

Non muoverti” gli ordinò non appena il ragazzo si fu calmato.

Cosa mi farete? No!” fece lui, lasciandosi scappare un brivido.

Afferra la mia mano” disse Gloria.

Non ti succederà nulla” sussurrò la donna.

Prese tra le dita l'estremità del tubicino che pendeva dal naso di Billie e rimosse il piccolo tappo che lo chiudeva. Poi infilò la siringa nell'apertura e spinse lo stantuffo fino in fondo, in modo da far scorrere il liquido all'interno del tubetto.

Perfetto” disse non appena terminò l'operazione, “Visto? Non era nulla di doloroso. Per un paio di giorni ti somministreremo i farmaci e il cibo per mezzo di questo tubicino e poi, quando starai meglio, potrai mangiare come prima” concluse con un sorriso.

Billie la guardò con orrore, come se colei che gli stava di fronte avesse fattezze aliene.

Vi lascio soli” sussurrò la donna uscendo dalla stanza, dopo aver controllato i valori sul piccolo schermo di fianco al letto del ragazzo.

Gloria annuì e la porta della stanza numero quindici si chiuse con un sonoro click.

 

 

 

 

Angolo autrice

Uhm, abbiamo un Billie malato, qui! Povero ciccino çç.

Grazie mille per le recensioni dello scorso capitolo, mi hanno fatto davvero molto piacere! Alla prossima!

BrutalLove xx

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Capitolo 22
*** When I come around ***


 

Gloria e Billie rimasero soli nella stanza, e si fissarono in silenzio per un paio di minuti.

Dove sono i miei vestiti?” chiese poi il ragazzo, osservando il camice che indossava.

Gloria non ci aveva fatto caso, ma evidentemente i medici, per qualche strano motivo o forse semplicemente per poter lavorare meglio, lo avevano svestito e gli avevano infilato un semplice camice bianco.

Si chiese improvvisamente se gli avessero lasciato la biancheria intima o se non avesse nemmeno più quella.

Billie sembrò leggerle nel pensiero; “Non indosso nulla al di fuori di questo coso” mormorò.

Oh” fece Gloria nascondendo un sorrisetto malizioso, “Allora diremo ai miei di portarti dei vestiti, quando vengono a trovarti”.

Verranno anche loro?” chiese il ragazzo, stupito.

Ma certo, sono già venuti ma tu dormivi... Più tardi ti andrebbe di avvisare la tua... famiglia?”.

La... la mia famiglia?” domandò come se non ricordasse di averne una.

Sì Billie, i tuoi fratelli”.

Ah”.

Allora?”.

Sì, dovrei chiamarli, forse... E Mike? Lo hai detto a Mike?”.

No, non appena arrivano i miei genitori chiedo a mio padre il cellulare e facciamo delle telefonate, d'accordo?”.

Billie annuì. “Gloria io... Io non so come ringraziarti per tutto quello che stai facendo”.

La ragazza sospirò; “Prometti che non berrai alcolici, Billie, mi basta questo” mormorò.

Sì, te lo prometto, questa volta sul serio. Mi sono spaventato per quello che è successo... I-io non pensavo di... Non avrei dovuto bere, lo so” concluse.

Fallo per te, Billie, non per me” fece la ragazza.

Billie la fissò negli occhi e annuì.

 

Quando i genitori di Gloria arrivarono in ospedale erano le due del pomeriggio.

Portarono una borsa con dei vestiti nuovi per Billie, quasi avessero intuito che sarebbero serviti.

Parlarono con lui come se fosse figlio loro, lo confortarono, chiesero ai medici di eventuali novità.

Furono molto gentili e comprensivi, fecero sentire il ragazzo considerato.

Chissà cosa sarebbe successo se Billie avesse avuto quella crisi a casa sua, circondato dai suoi fratelli.

Lo avrebbero ignorato come al solito, pensando che non fosse nulla di grave? Erano davvero così ingenui?

O forse avrebbero chiamato l'ambulanza e gli sarebbero stati vicino?

Davvero non gli volevano bene o era solo un modo per non definirli i classici fratelli dolci e disponibili?

Nessuno avrebbe saputo dare una risposta a quelle domande, l'unica cosa certa era che il fratello maggiore di Billie non aveva un buon rapporto con lui, e lo aveva forse anche picchiato.

E questa non era di certo una cosa normale.

 

Papà” fece Gloria, “Mi presti il cellulare? Billie dovrebbe avvisare la sua famiglia e anche Mike” concluse.

Suo padre annuì e le passò distrattamente il telefono.

Vuoi stare da solo?” chiese la ragazza, passandolo a Billie.

Poteva capire che il ragazzo non desiderasse un pubblico di spettatori mentre informava i suoi fratelli dell'accaduto. Non sarebbe stata una telefonata facile, ma era bene che fosse lui a farla.

Ti andrebbe di restare?” le chiese lui.

Ma certo” rispose Gloria, “Faccio uscire i miei genitori, allora”.

Poco dopo Billie compose il numero di casa sua e avvicinò il cellulare all'orecchio, cercando supporto nelle iridi marroni di Gloria.

Va tutto bene” mimò lei con le labbra.

Ehm..Pronto sono..sono Billie” fece il ragazzo parlando a qualcuno dall'altro capo del filo.

Esitò un istante e poi raccontò cosa era successo e dove si trovava. Gloria lo incitava annuendo e tenendogli una mano fra le sue.

Qualche minuto dopo Billie riattaccò e una lacrima gli scese silenziosamente sulla guancia.

Gloria, preoccupata dalla sua reazione poiché non era riuscita a seguire la conversazione, gli si avvicinò.

Cosa è successo?” chiese.

Viene... viene a trovarmi... mio fratello” sussurrò il ragazzo con la voce che gli tremava.

Oh davvero?” chiese la ragazza, “E' una cosa fantastica, Billie! Sei contento?”.

Chi avrebbe mai pensato che suo fratello avrebbe deciso di andare a trovarlo di persona?

Avevano un rapporto pessimo, ma evidentemente non si odiavano così tanto.

Tanto contento” fece Billie.

Gloria gli si avvicinò ancora di più e gli asciugò la lacrima solitaria con un dito, stando ben attenta a non toccare i tubicini che si inserivano nel naso.

Poi poggiò delicatamente le sue labbra su quelle del ragazzo e lui ricambiò il bacio.

Fu breve ma intenso, Gloria non si era mai sentita così innamorata di lui come in quel momento.

Si chiese per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a nascondere il suo amore.

Si era ripromessa di aiutarlo e di non complicare le cose con la nascita di una relazione che andasse oltre l'amicizia, ma l'attrazione era esagerata.

Tutte quelle sensazioni, tutti quei sentimenti che le vorticavano dentro tutti insieme quando lo baciava erano decisamente troppi per un solo essere umano.

Troppo forti, determinati, travolgenti.

Ti amo” avrebbe voluto dirgli, lì, in quel momento e in quel luogo.

Ma non lo fece.

Ancora una volta tenne i propri sentimenti per sé pur di non rovinare il loro rapporto.

Voleva troppo bene a Billie per perderlo per suo semplice egoismo.

La loro sarebbe stata solo una semplice amicizia.

Forse. O forse no.

 

Angolo autrice

.O forse no? Mah! Muhahah adoro tenervi sulle spine! Ahahha.

Dunque, passo alle comunicazioni importanti (?)... Stasera parto e me ne sto via circa due settimane senza wi-fi, ma ho trovato una buon'anima disposta ad aggiornare la ff al posto mio!!! *-*

Ora potete saltare di gioia!

Ah, un'ultima cosa... visto che non sarò io ad aggiornare i capitoli, non riceverete l'email di aggiornamento, perciò controllate ogni 4/5 giorni se il nuovo capitolo è stato pubblicato! ;)

A presto!!!

 

BrutalLove xx

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Capitolo 23
*** The forgotten ***


Quando David, il fratello maggiore di Billie, entrò nella stanza, erano le cinque di pomeriggio.

Gloria era rimasta in ospedale con il ragazzo, mentre i suoi genitori erano tornati al lavoro, dicendole che sarebbero venuti a prenderla prima di cena.

In quel momento si trovava seduta sul bordo del letto di Billie e lo fissava.

Come faceva spesso, aveva lo sguardo fisso sul pavimento, e lo sguardo vuoto, perso.

Quando David fece la sua comparsa nella stanza, si irrigidì.

Billie” sussurrò suo fratello, “Billie stai bene? Eravamo tanto preoccupati!”.

Gloria, perplessa, non sapeva come comportarsi, David sembrava non essersi nemmeno accorto di lei.

Alto, capelli castani, occhi scuri, sguardo penetrante. Non assomigliava molto a Billie.

Quest'ultimo, immobile nel letto, aveva spalancato gli occhi come se si trovasse davanti un alieno, e si era irrigidito completamente.

La ragazza gli accarezzò un braccio. Sapeva leggere nel suo sguardo ciò che lo tormentava: paura.

Fu in quel momento che David sembrò accorgersi di lei e la squadrò da capo a piedi.

Tu devi essere Gloria”.

Sì” rispose la ragazza e gli tese la mano, “Tu devi essere David”.

Già” fece quello, stringendogliela.

Perchè Billie non parla?” le chiese come se si aspettasse una giustificazione allo strano comportamento del fratello.

Gloria alzò le spalle, “Non lo so” sospirò, mentendo.

In realtà lo sapeva benissimo, ma come avrebbe potuto spiegarglielo?

Billie, mi vuoi rispondere?” gli chiese dolcemente David.

Il ragazzino lo fissò come se fosse un perfetto sconosciuto.

Non voglio parlare con te” sussurrò poco dopo.

David si voltò verso Gloria, che rimase impassibile.

Non era una situazione facile, forse soprattutto per Billie che, dopo essersi sentito rifiutato e allontanato dalla propria famiglia, si ritrovava in stretto contatto con un membro di essa.

Forse anche a lei non sarebbe andato di parlare con suo fratello, dopo una cosa del genere. Il comportamento del ragazzo era, in fondo, perfettamente giustificabile.

Perchè no, Billie?”.

Perchè... perchè io a te non importo” concluse, cercando di nascondere la delusione.

E' questo che pensi?”.

Sì”.

Vieni qui” sussurrò David sedendosi dall'altro lato del letto rispetto a Gloria e circondandolo con le braccia; “Non dirlo neanche per scherzo” continuò, “Sono tuo fratello e ti voglio bene”.

Il ragazzino, rigido nell'abbraccio di David, lo fissò, incapace per un momento di rispondere.

Com'è che ora David era tutto tenero? Poteva fidarsi?

Tu... tu quando me ne sono andato hai detto che non ti importava di me e di dove stavo” piagnucolò.

Billie... scusami, scusami tanto... credo fossimo tutti un po' sconvolti in quei giorni... improvvisamente mi sono trovato una famiglia di cui prendermi cura e, credimi, non è per niente facile. Ma io ti voglio bene e te ne ho sempre voluto, lo giuro”.

Davvero?”.

Davvero”.

E...” cominciò Billie tirando su col naso, “E allora perchè non mi hai mai protetto, quando mamma cercava di farmi del male? Perchè l'hai sempre lasciata fare? Perchè le mie sorelle provavano a proteggermi e tu invece no?”.

Gloria, imbarazzata, ascoltava il loro discorso, ma sembrava che i due non facessero nemmeno più caso a lei.

Pensò anche di uscire dalla stanza, ma non voleva rompere la tranquillità di quel momento magico.

Ho sbagliato e lo so... non potrò mai farmi perdonare. Sai... non hai mai finto di non vedere qualcosa di brutto solo per sperare che potesse risolversi?”.

Billie annuì con un'impercettibile movimento del capo.

Speravo tanto che mamma avrebbe smesso” concluse David.

Davvero mi vuoi bene?” domandò Billie trattenendo le lacrime.

Ma certo” gli rispose suo fratello, abbracciandolo e stringendolo a sé.

Gloria, che aveva osservato la scena, decise di lasciarli un po' da soli, e finalmente uscì silenziosamente dalla stanza numero quindici.

Quella a cui aveva assistito era una delle scene più belle che avesse mai visto nella sua vita.

 

Più tardi, prima che David se ne andasse, il medico gli spiegò in modo semplice e chiaro le patologie di cui Billie era affetto, e le cure che avrebbe dovuto seguire.

David sembrava non capire metà delle cose che gli stava dicendo, ma cercava in tutti i modi di non perdere il filo del discorso.

Sembrava che volesse davvero molto bene a Billie. Sembrava. O forse era davvero così?

Quando Gloria entrò nella stanza del ragazzo per salutarlo e tornare a casa perchè erano arrivati i suoi genitori, lo trovò seduto a gambe incrociate sul letto e con un grosso sorriso stampato in volto.

Allora, com'è andata?” chiese la ragazza.

Bene” rispose lui, “Ha detto che ha finalmente capito quanto io conti per lui e mi ha... bè, mi ha invitato a tornare a casa”.

Fantastico!” fece Gloria.

Quella poteva essere l'occasione buona per far sì che Billie riprendesse in mano la sua vita.

E tu che hai risposto?” domandò subito dopo.

Ho detto di no” rispose il ragazzo.

Come? Perchè?”. Non ci poteva credere. Aveva rifiutato. Odiava a tal punto la sua famiglia?

Devo pensare” fu la risposta.

In quel momento i genitori di Gloria entrarono nella stanza e la ragazza fu costretta a salutarlo e a tornare a casa.

Non era concesso a nessuno rimanere per la notte.

Torno a prenderti domani” gli sussurrò baciandogli la fronte.

Il giorno seguente Billie sarebbe stato dimesso; secondo i medici le sue condizioni erano stabili, i farmaci non avevano sviluppato effetti collaterali e per il ragazzo non c'era motivo di rimanere ancora in ospedale.

D'accordo, a domani” sospirò lui.

 

Quella sera, nel suo letto, Gloria rifletté sulle parole di Billie.

-Devo pensare-.

A che cosa doveva pensare? Doveva cercare di capire se potesse fidarsi davvero di suo fratello, probabilmente.

La situazione era più complessa di quello che sembrava e a complicarla si erano aggiunte anche delle questioni mediche, fantastico.

Decise di smettere di pensare a tutti quei problemi, spense la luce e chiuse gli occhi.

In pochi attimi si abbandonò alle braccia cullanti di Morfeo.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Se avete letto questo capitolo significa che l'anima buona che si è offerta di pubblicare questi capitoli durante la mia assenza ce l'ha fatta! :')

Alla prossima!

BrutalLove xx

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Capitolo 24
*** 99 revolutions ***


-Il giorno seguente-

Gloria e i suoi genitori arrivarono in ospedale alle nove e trenta.

Ancora una volta la ragazza era riuscita a convincerli a non mandarla a scuola.

Voleva essere presente quando Billie sarebbe tornato a casa.

Prima di dimettere il ragazzo, i medici controllarono nuovamente i valori dei suoi esami, allegarono alla lettera di dimissioni le 'istruzioni' su come comportarsi in caso di crisi e prescrissero i farmaci.

Gli raccomandarono di non bere alcool poiché poteva essere un fattore scatenante delle crisi epilettiche, e spiegarono che spesso epilessia e bipolarismo erano due disturbi correlati.

Le crisi sarebbero diminuite con i farmaci, e anche il bipolarismo, anche se, probabilmente, non scomparso del tutto.

Billie avrebbe avuto periodi 'normali' alternati a depressione e comportamenti possessivi, avevano detto.

Gli sfilarono la flebo, il tubicino della nutrizione e anche quello dell'ossigeno, e chiesero se lui e la sua famiglia desiderassero l'assistenza psicologica da parte di uno specialista.

Billie negò, lui dallo psicologo non ci voleva andare, ma i medici insistettero tanto che alla fine dovette cedere.

Secondo loro, i disturbi dei quali soffriva il ragazzo erano più facili da trattare con l'aiuto di una figura di riferimento.

Avrebbe avuto il primo incontro con lo psicologo lo stesso giorno del controllo medico, esattamente una settimana dopo le dimissioni.

Quando Billie uscì dall'ospedale c'era il sole.

Camminava a stento, appoggiato a Gloria, e sembrava stesse per cadere da un momento all'altro.

Stare in quella struttura l'aveva debilitato, sembrava fosse anche dimagrito.

Oh, qualcuno avrebbe dovuto farlo mangiare decisamente di più, ora.

Salirono in auto, i genitori di Gloria davanti, lei e Billie dietro.

Il ragazzo le si sistemò vicino e, durante il tragitto, si addormentò, appoggiando la testa sulla sua spalla.

Gloria lo lasciò riposare e, quando arrivarono a casa, lo svegliò dolcemente.

Billie” lo chiamò accarezzandogli delicatamente i capelli disordinati, “Siamo a casa”.

Billie aprì gli occhi e li sbatté più volte, come se fosse infastidito dalla luce.

Uhm” borbottò, ancora mezzo addormentato, “Posso... posso dormire, poi?” domandò.

Ma certo” gli rispose la ragazza accompagnandolo in casa; poco dopo salirono le scale e giunsero in camera.

Billie si stese sul letto, senza neanche togliersi le scarpe, e si addormentò nel giro di pochi minuti.

Gloria lo coprì con una coperta e gli sfilò le Converse.

Riposati” sussurrò tirando la tenda della finestra per non far entrare la luce ed uscendo dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

 

Quello che aspettava Billie, Gloria e la sua famiglia non era affatto un periodo facile.

Il ragazzo avrebbe dovuto abituarsi all'assunzione dei farmaci e, soprattutto, si sarebbe dovuto ricordare di prenderli, cosa piuttosto improbabile visto il tipo di persona che era.

Ma il problema che più assillava Gloria era il fatto che lui, alla proposta del fratello, non avesse scelto di tornare a casa.

Quanto ancora sarebbe vissuto in casa sua?

Dopo quanto tempo avrebbe finalmente ripreso in mano la sua vita e affrontato la sua famiglia?

Quel momento si faceva più vicino ogni minuti, ogni secondo.

Billie non avrebbe potuto scappare ancora a lungo da quella che era la sua vita.

Come poteva Gloria incitarlo a tornare a vivere con i suoi fratelli?

Nella casa dove stava ora aveva spazio, soldi, cibo e amore. Chi, nella sua stessa condizione, avrebbe avuto voglia di tornare in una casa malmessa e dove lo trattavano male, per di più?

Solo uno stupido, e Billie non lo era.

I genitori della ragazza, inoltre, non la aiutavano. Si stavano affezionando a lui ed erano arrivati a trattarlo come se fosse figlio loro. Gli faceva piacere ospitarlo e forse, impegnati com'erano con il lavoro, non si erano fermati nemmeno per un secondo a pensare al momento in cui Billie avrebbe dovuto tornarsene a casa.

A volte Gloria si sentiva più matura di loro.

Come potevano non rendersi conto che lo stavano aiutando, ma allo stesso tempo danneggiando?

Come quando un genitore non lascia che il proprio figli cominci ad uscire con gli amici per paura che possa perdersi o imbattersi in brutte situazioni.

Arma a doppio taglio. Aiuto e danno.

Preservarlo continuamente dai pericoli del mondo esterno non lo aiuta ad abituarvisi, e quando prima o poi si troverà in situazioni del tutto nuove per lui, non saprà come comportarsi.

Era questo che lei, ospitando Billie, stava facendo.

Lo stava proteggendo da qualcosa che comunque prima o poi avrebbe dovuto affrontare.

La riconciliazione con il fratello era stata un passo importante, fondamentale, ma Billie doveva imparare a fidarsi di lui, doveva tornare a casa.

Non sarebbe stato facile, la fiducia di una persona non si guadagna da un giorno con l'altro, ma a poco a poco.

E come poteva conquistarla a poco a poco se non lo vedeva mai?

Che casino, ripetè Gloria a sé stessa.

Se lo avesse spinto a tornare a casa probabilmente il ragazzo si sarebbe sentito rifiutato ed il fatto che fosse affetto da bipolarismo non avrebbe aiutato ad accettare la novità.

Si sarebbe messo a piangere, si sarebbe chiuso in sé stesso o arrabbiato, e Gloria non voleva che una sola cosa di quelle accadesse.

Ma prima o poi sarebbe successo.

Per il bene del ragazzo.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Sono ancora in vacanza, ma tornerò tra poco!

La ff continua a piacervi? Fatemelo sapere nelle recensioni, le leggerò tutte al mio ritorno! :)

A presto!

 

BrutalLove xx

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Capitolo 25
*** Dirty Rotten Bastard ***


 

Billie era tornato dall'ospedale solamente da un giorno e già Gloria e la sua famiglia si erano stancati di assisterlo.

Il ragazzo non si ricordava di prendere le medicine e dovevano perciò sempre rincorrerlo come fosse un bambino piccolo, si rifiutava di mangiare perchè diceva di non avere fame e dormiva in continuazione.

I genitori di Gloria, quel giorno, erano andati entrambi al lavoro, perciò la ragazza era rimasta sola con lui.

“Per oggi sarò la tua infermiera” aveva scherzato lei aprendo le persiane per far entrare la luce nella stanza.

Lo aveva aiutato ad alzarsi e gli aveva fatto il bagno, girandosi dall'altra parte mentre il ragazzo si spogliava ed entrava o usciva dalla vasca.

Gli aveva preparato la colazione, pane tostato e marmellata, e Billie aveva sbocconcellato svogliatamente una fetta di pane, dicendo di non essere affamato.

Poi lo aveva aiutato a mettersi comodo tra i cuscini del divano, ed ora sedeva accanto a lui guardando un programma idiota che stava passando in TV.

“Sai” mormorò Billie, “David mi ha detto che mia madre tra qualche giorno tornerà a casa”.

“Davvero?” fece Gloria, stupita dalla notizia.

“Già”.

“Ti manca?”.

“Chi, la mamma?”.

“Uhm uhm”.

“Non lo so” rispose il ragazzo osservando distrattamente i disegni stilizzati della coperta che lo avvolgeva, “E' mia madre e le voglio bene, però... come posso dimenticare quello che mi ha fatto?” concluse inchiodando Gloria con le sue iridi penetranti.

“Capisco che cosa vuoi dire”.

“NO CHE NON CAPISCI!” sbottò Billie, “PRETENDETE TUTTI DI SAPERE COME MI SENTO E CHE COS'HO, MA NON SAPETE NULLA DI NULLA!”.

Fino a qualche giorno prima Gloria gli avrebbe risposto urlando allo stesso modo, ma si impose di stare calma visto che i medici avevano spiegato più volte che gli scatti d'ira erano tipici del bipolarismo.

Così rimase zitta, pensando a cosa dire.

“Scusami” fece Billie qualche secondo dopo, “Non volevo”.

“Stai tranquillo” rispose la ragazza passandogli una mano sul braccio che sbucava dalla coperta.

Nessuno dei due disse più nulla per il resto della mattinata, e Gloria fu certa di aver perso l'occasione per convincerlo a tornare dalla sua famiglia.

Doveva solo scegliere le parole adatte quando parlava con lui, e tutto sarebbe andato per il meglio.

Bastava cogliere la prima occasione che si fosse presentata ed il gioco sarebbe stato fatto.

 

Il giorno seguente Gloria tornò a scuola. Non poteva permettersi di fare altre assenze, visti i suoi voti.

Da quando ospitava Billie a casa non riusciva quasi mai a fare i compiti, e gli insegnanti non la vedevano di buon occhio.

Sua madre, che solitamente lavorava a casa di mattina, si sarebbe occupata del ragazzo fino alle tre del pomeriggio, orario di rientro a casa di Gloria e momento nel quale si sarebbero scambiate “i compiti”.

Gloria avrebbe assistito Billie e sua madre sarebbe andata in ufficio.

I giorni iniziarono a scorrere lenti e monotoni, perlomeno il ragazzo sembrava si stesse riprendendo; aveva ripreso a mangiare, dormiva tranquillo di notte e non aveva avuto altre crisi.

Continuava invece a presentare sbalzi d'umore repentini e piuttosto fastidiosi.

La situazione non era facile per nessuno.

Stavano tutti aspettando con ansia il giorno del controllo in ospedale per sapere cosa pensassero i medici di tutto ciò.

Nel frattempo David, il fratello di Billie, aveva curiosamente chiamato a casa di Gloria e aveva chiesto di lui.

Doveva aver trovato il numero su qualche elenco telefonico, perchè nessun componente della famiglia Wright ricordava di averglielo lasciato.

La madre di Gloria lo aveva rassicurato, dicendo che lo avrebbe informato se ci fossero state novità riguardo le condizioni di salute di suo fratello, e David aveva chiesto di parlare con Billie che, però, si era rifiutato di rispondere al telefono.

“D'accordo” aveva detto David, “Se non vuole parlare con me ditegli voi che sua madre è tornata a casa”.

Billie, quando gli avevano comunicato la notizia, aveva alzato le spalle come se non gliene importasse nulla e si era rifugiato in camera per ore a pensare, seduto a gambe incrociate sul pavimento.

Era in quei momenti che Gloria avrebbe voluto entrare nella sua mente e leggere i suoi pensieri.

I suoi atteggiamenti, il suo modo di essere, erano affascinanti e spaventosi allo stesso tempo.

Che cose gli passava per la testa?

Era una domanda che la ragazza continuava a porsi e alla quale non aveva mai trovato risposta.

Il ragazzo si presentò a tavola all'ora di cena con gli occhi gonfi e arrossati e nessuno ci mise molto ad intuire che doveva aver pianto.

Probabilmente era un periodo così, caratterizzato da tristezza e disperazione.

Succedeva così ai bipolari, avevano detto, e non c'era niente che si potesse fare per consolarli, quando affrontavano momenti del genere.

“Non lasciatelo solo” aveva raccomandato il personale ospedaliero al momento delle dimissioni, “Abbiamo avuto casi di pazienti andati fuori di testa durante i periodi di crisi”.

Avevano accennato a casi di suicidio, perfino.

Un disturbo curioso, il bipolarismo.

Potresti avere la vita perfetta, la famiglia perfetta e il lavoro perfetto e disperarti senza motivo riuscendo a convincere te stesso che va tutto male e nessuno riuscirebbe a farti cambiare idea.

Ma come poteva essere possibile una cosa del genere?

Quando Gloria ci pensava non riusciva a crederci, ma le bastava guardare Billie per convincersi che fosse più che possibile.

Bè, a dire il vero lui non aveva una vita perfetta.

Aveva uno schifo di vita, ne aveva passate di cotte e di crude e continuava a passarne di terribili.

Forse aveva tutto il diritto di non essere felice.

Gloria credeva nel destino ed era arrivata a pensare che le cose succedessero perchè da qualche parte erano già scritte.

Dovevano svilupparsi in quel modo, non c'erano alternative.

E pensava anche che ognuno avesse il destino che si meritava.

Lei stessa, ad esempio, traslocava in continuazione perchè, in qualche modo, doveva aver fatto qualcosa per non meritare una sistemazione fissa, si diceva.

Ma come poteva una persona come Billie meritare tutto ciò che gli era accaduto e che gli stava accadendo?

Che aveva fatto di male?

Era semplicemente nato nella famiglia sbagliata, forse?

 

Quattro giorni dopo, dopo aver accompagnato Billie in ospedale per la visita ed aver ascoltato con attenzione il parere dei medici che dicevano che tutto stava andando per il meglio e che gli sbalzi d'umore erano del tutto normali, fu il turno della visita psicologica.

Lo psicologo che avrebbe dovuto seguire Billie era un uomo sulla cinquantina, con i capelli tinti di un biondo innaturale e gli occhi scuri.

“Salve, io sono il dottor Sullivan” si presentò, “Tu devi essere Billie” aggiunse rivolto al ragazzo.

Billie annuì, chiaramente a disagio.

“Bene, io e te passeremo una buona mezz'ora insieme e parleremo un po' ” aveva detto poi, prendendogli la mano e guidandolo verso il suo studio.

“Non... non voglio” aveva sussurrato il ragazzo voltandosi verso Gloria, forse così piano che l'unica ad averlo sentito era lei.

La porta dello studio del Dottor Sullivan si era chiusa dietro di lui e a Gloria e alla sua famiglia non rimaneva che aspettare.

Dall'esterno non si sentiva nulla, la stanza doveva essere ben isolata dall'esterno, forse un accorgimento non casuale.

Attesero per venti minuti prima di vedere il dottore comparire sulla porta.

“Posso parlare un secondo con voi?” domandò avvicinandosi ai genitori di Gloria.

Annuirono e l'uomo prese posto tra loro.

La ragazza, lasciata in disparte, si accostò a quest'ultimo e tese le orecchie.

Che cosa stava succedendo? Dov'era Billie, ancora in studio? Stava bene?

“Billie non parla” cominciò il dottore, “Gli ho fatto alcune semplici domande e non ha risposto, sembrava non capisse le mie parole. Fissava lo sguardo nel vuoto e si dondolava sulla sedia, come se io non ci fossi. Poi gli ho chiesto di parlarmi della sua famiglia... ha alzato gli occhi nella mia direzione all'improvviso ed il suo sguardo si è fatto vitreo. Mi ha ordinato di chiudere la bocca e ha detto di volere andarsene”.

“Perchè non lo ha lasciato uscire?” domandò Gloria in quel momento, incapace di trattenersi.

“Molti pazienti all'inizio sono restii a lasciarsi aiutare, ma poi...”.

“Che è successo?” chiese Macy.

“Bè lui si è alzato di colpo dalla sedia ed è corso nella mia direzione... mi si è lanciato addosso e mi ha graffiato”.

“Dio mio!” fece il padre di Gloria.

“Dov'è ora?” chiese ancora la ragazza, cercando di trattenere la rabbia che le stava crescendo dentro.

“Nello studio, lo ha sistemato la mi assistente”.

“Che vuol dire sistemato?”.

“Lo ha allontanato da me e lo ha fatto calmare”.

“Posso vederlo?”.

“Certo, entrate pure”.

Quando Gloria varcò la soglia dello studio del Dottor Sullivan trovò Billie seduto su una sedia di plastica, con il volto rigato di lacrime e una guancia arrossata.

Non ci mise molto a capire che dovevano avergli tirato un ceffone, e perse la calma.

“E lei sarebbe uno psicologo? Lei è un verme schifoso! Io la denuncio! Guardi che gli ha fatto!!!” gridò Gloria con quanto fiato aveva in gola e precipitandosi verso il ragazzo.

Lo abbracciò stringendolo forte a sé.

Sua madre e suo padre, inorriditi dalla sua reazione e dalle sue parole cercarono di scusarsi con il dottore,rimasto stranamente impassibile.

“Non vi preoccupate” mormorò, “Non tutti capiscono quanto sia difficile questo lavoro”.

“Evidentemente troppo difficile per lei, Dottor Sullivan” continuò Gloria, ancora abbracciata a Billie, “Si rende conto di quello che gli ha fatto?”.

“BASTA!” le gridò sua madre e fu allora che Billie, spaventato dalla situazione, si irrigidì e cominciò a tremare come una foglia.

“No Billie, no, no, scusa, mi dispiace” sussurrò la ragazza mentre lui si accasciava sulla sedia e perdeva le forze.

“Stai sveglio, coraggio, Billie, Billie mi senti?” continuò a sussurrargli Gloria, mentre il dottor Sullivan ed i suoi genitori accorrevano in suo aiuto.

“Stia... stia lontano da me” farfugliò Billie rivolto al dottore.

Gloria gli prese la mano e suo padre uscì in corridoio per cercare aiuto.

Arrivò un gruppo di giovani infermieri, ma il loro intervento non fu necessario perchè Billie si riprese pochi minuti dopo.

Si mise a sedere fissando il pavimento e chiese di poter tornare a casa e dormire.

Mezz'ora dopo, quando lasciarono l'ospedale dopo essersi scusati nuovamente con il dottor Sullivan ed essersi assicurati che Billie stesse meglio, il ragazzo si sdraiò sui sedili posteriori e cadde in un sonno profondo, tormentato da incubi e attacchi di panico.

E Gloria, che gli accarezzava senza sosta i capelli corvini cercando di calmarlo, non poté fare a meno di pensare che il Dottor Sullivan fosse probabilmente entrato nella lista di persone che gli avevano fatto del male e che lui sognava di uccidere.

E così uno psicologo avrebbe dovuto aiutarlo, eh? Lo aveva schiaffeggiato e gli aveva fatto rischiare un'altra crisi.

Bell'aiuto, aveva sicuramente migliorato la situazione.

Gloria non sapeva per quale ragione il ragazzo non avesse perso conoscenza e la faccenda si fosse risolta tanto in fretta, la spiegazione più semplice era che probabilmente i farmaci contrastavano effettivamente i sintomi dell'epilessia e bloccavano le crisi in modo efficiente.

Tuttavia, in quel mare di domande e incertezze, una cosa era certa. Billie non avrebbe mai più messo piede nello studio di quell'uomo.

 

 

 

 

Angolo autrice

Sono tornata, sono tornata, sono tornataaaaaaaaa!!!

Dunque, questo capitolo spero sia lungo abbastanza (in parte l'ho riguardato perchè alcuni hanno espresso il desiderio di leggere capitoli più lunghi).

Ovviamente non potrò allungarli tutti, ma vedrò quello che posso fare.

Grazie a tutti coloro che hanno recensito o letto durante la mia assenza, siete fantastici e non mi stancherò mai di dirlo.

A presto!

 

BrutalLove xx

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Capitolo 26
*** Oh love ***


 

Il pomeriggio seguente, quando Gloria tornò a casa dopo la scuola, trovò sua madre che lavorava freneticamente al suo progetto di lavoro ed era piuttosto tesa.

Lo sai” le sussurrò all'orecchio, “Billie stamattina ha avuto un altro scatto d'ira come quello di ieri, non l'ho sgridato e si è scusato poco dopo senza che gli dicessi niente. Poi si è sdraiato sul divano e non si è alzato nemmeno per mangiare... Gli ho portato della pasta ma l'ha rifiutata. Devo uscire adesso, ci vediamo stasera, sono parecchio in ritardo!” aggiunse, come se all'improvviso si fosse ricordata di avere degli impegni.

Mamma..?”.

Non posso ora, Gloria! Vai da Billie e cerca di farlo mangiare, ci vediamo stasera!” gridò sua madre, già sulla porta.

D'accordo” fece la ragazza un po' scocciata.

I suoi genitori erano sempre impegnati con il lavoro. No, non era quello a darle tanto fastidio. Il problema era che non avevano mai dato a lei tante attenzioni quante ne davano a Billie che, per di più, non era neanche figlio loro.

Gloria, lui ha dei problemi e voi siete il suo unico punto di riferimento, non essere così gelosa! si disse, ma non servì a nulla. Quel sentimento fastidioso che era cresciuto dentro di lei rimaneva lì e non sembrava essere disposto ad andarsene.

Mi odio sussurrò a sé stessa, un secondo prima che sua madre interrompesse il suo monologo interiore.

Tesoro hai visto i soldi che c'erano sul tavolo della cucina? Non riesco più a trovarli” chiese, tornando in casa.

No” rispose la ragazza anche se effettivamente non era neanche passata dalla cucina, “Sicura di averli appoggiati lì?”.

Lo ero fino a qualche secondo fa... Pazienza, avvisami se li trovi, dovresti riconoscerli perchè erano legati insieme da un elastico e una banconota era scarabocchiata”.

Papà” sussurrò Gloria, visto che sapeva bene che l'unico ad avere quel vizio in casa loro era lui.

Già... pazienza, esco!” fece sua madre e si chiuse la porta alle spalle un istante dopo.

La ragazza sbuffò. Non aveva voglia di fare da baby-sitter a Billie, doveva fare un sacco di compiti e sicuramente non sarebbe riuscita a combinare nulla, come al solito.

Entrò in soggiorno più svogliata che mai, trascinando sul pavimento la borsa con i libri di scuola.

Ciao” disse rivolta al ragazzo.

Ciao” rispose Billie dal divano.

Mia madre dice che non hai mangiato”.

Billie fece di no con la testa, “Non mi va” aggiunse.

Lo sai che se non mangi ti riportiamo in ospedale, vero?”.

Il ragazzo spalancò gli occhi per la paura, ma Gloria non fece una piega. Era talmente stanca, stufa della situazione, che proprio non riusciva a trovare un po' più di tatto, nonostante fosse a conoscenza della sua condizione.

Esatto Billie” ripeté, “In ospedale. E tu non ci vuoi andare, vero?”.

Il ragazzo scosse di nuovo la testa.

Allora farai meglio a darti una svegliata” fece bruscamente la ragazza, “Va' in cucina e scaldati da mangiare, la pasta è nel frigo ed il microonde lo sai usare” concluse.

Non era giornata di coccole, carezze e tenerezza.

Quella situazione doveva finire.

Billie era malato, d'accordo, ma non doveva approfittarsi della situazione solo perchè ora c'era qualcuno disposto ad aiutarlo.

-Non essere sadica- disse una vocina dentro di lei, -Anche tu ti comporteresti al suo stesso modo-.

-Non ne sarei così sicura, e comunque non credo che scaldarsi il pranzo da solo possa danneggiarlo-.

-No, certo. Però sarà il tuo atteggiamento a danneggiarlo, se continui così-.

Gloria scacciò la vocina nella sia testa e seguì Billie che, intimorito, si stava dirigendo in cucina.

Scusa” gli disse, improvvisamente calma, “Dai, faccio io, non ti preoccupare” continuò prendendo dal frigo il recipiente con la pasta, “Tu siediti, tra poco si mangia”.

Billie accennò un sorriso ed il suo sguardo interrogativo si fissò sulla superficie ruvida del tavolo della cucina.

Incantava lo sguardo, lo faceva di continuo. E la spiegazione di quel comportamento si riassumeva, ancora una volta, in una semplice parola, epilessia.

Le fece tenerezza e si addolcì un poco.

Gli servì il cibo su un piatto di porcellana e si sedette accanto a lui, incitandolo a mangiare.

Billie, che sembrava avesse paura che Gloria lo riprendesse, prese delicatamente la forchetta tra le dita e ingurgitò il primo boccone.

E'... buona” sussurrò.

Lo so, sarebbe un peccato se te la perdessi” fece Gloria di rimando.

Non c'era più rabbia nella sua voce e questo sembrò far riacquistare fiducia al ragazzo.

Senza dire una sola parola, boccone dopo boccone, finì di mangiare tutto quello che aveva nel piatto.

Gloria gli sorrise e lui ricambiò.

Billie si stese di nuovo sul divano, e la ragazza accanto a lui.

In TV stava passando un programma sulla ristrutturazione delle case abbandonate e a Gloria non fece altro che ricordare il discorso che prima o poi avrebbe dovuto fargli riguardo il suo ritorno dalla sua famiglia.

Lo squadrò per un istante e lo trovò così tranquillo che si chiese perchè non gliene parlasse proprio in quel momento.

In fondo perchè no?

Tolto il dente, tolto il dolore.

Billie” lo chiamò.

Uhm?” fece lui, voltando la testa in direzione della ragazza.

Lo... lo sai che prima o poi verrà il momento di tornare a casa?”.

Il ragazzo la guardò stranito, come se non comprendesse le sue parole.

A casa tua, dalla tua famiglia” precisò lei, “Bè, in fondo... in fondo è giusto così, non credi?” concluse, aspettandosi una reazione esagerata da parte sua.

Invece lui rimase immobile, impassibile e annuì.

Lo so” rispose sospirando.

Ovviamente potrai chiamarmi se ci saranno problemi... o anche se non ce ne saranno, così, solo per parlare” fece Gloria per non lasciare che la situazione degenerasse nella disperazione, “E ci vedremo a scuola, tutti i giorni” aggiunse.

Già. Vedi, è per questo che ti ho chiesto il numero quel giorno, a scuola. Non ti conoscevo ma sembrava volessi diventare mia amica e così... volevo...volevo trovare qualcuno che potessi chiamare in casi... simili” concluse.

Come?

Gloria deglutì rumorosamente, considerando le sue parole.

Quindi lui...quindi a lui lei non era mai piaciuta? Non aveva mai manifestato nessun interesse per lei?

Non era perchè voleva conoscerla meglio che le aveva chiesto il numero. Era semplicemente per avere qualcuno da chiamare in caso sua madre fosse impazzita.

Gloria si sentì ribollire di rabbia. Ma Billie in fondo non aveva colpa, era stata lei ad illudersi.

Ad illudersi che non fosse l'unica a sentire le farfalle nello stomaco quando si sfioravano, che non fosse l'unica a sentirsi così quando erano insieme.

D'accordo, ora la situazione era cambiata... aveva cercato di non pensare ad una relazione, ma non poteva non ammettere che, per quanto Billie fosse a volte fastidioso e ingestibile, o avesse gli atteggiamenti di un bambino piccolo, lo amava.

Gloria, tutto bene?” fece il ragazzo ridestandola improvvisamente dai suoi pensieri conflittuali.

Si” rispose lei, sul punto di piangere.

Si alzò e andò alla finestra. Dandogli le spalle prese coraggio e gli chiese “Billie, perchè mi hai baciata quella sera, fuori dal bar? Stavi semplicemente cercando una da farti?”. Quelle parole la ferirono più che mai non appena le pronunciò. Aveva sempre cercato di non vederla in questo modo, ma sembrava proprio che lui non la considerasse niente di più di un'amica.

Io... io non lo so. Ero ubriaco, confuso e solo... non sapevo quello che facevo. Mi dispiace moltissimo per quella sera, davvero”.

Si, lo so, non è questo il punto” lo fermò gloria, prima che il ragazzo ricominciasse a scusarsi.

E allora qual'è ?”.

Tu....” iniziò, “C'è un motivo se mi sono offerta di aiutarti, starti vicino e conoscerti meglio”, respirò di nuovo, più profondamente, “Tu... mi piaci, Billie”.

Co-cosa? Davvero?” fece lui sgranando gli occhioni verdi.

Gloria si sentì avvampare.

Ecco, lui non provava nulla per lei. Era stata un stupida a dichiararsi, sapeva benissimo che non avrebbe dovuto farlo! Annuì leggermente, delusa e imbarazzata.

Capisco che per te non è lo stesso e non c'è problema” lo anticipò, “A me va benissimo se rimaniamo solo amici”.

Bugie.

Gloria io...io non so che cosa provo, scusami” rispose Billie, imbarazzato, “Io ti voglio bene, tanto, per tutto quello che fai per me, perchè tu mi hai salvata quando... sì insomma. Però io... io non ho mai amato una ragazza e, credimi, per me è stato difficile anche solo fidarmi di te. Devi scusarmi, mi dispiace tanto, capisco che sono un problema e una delusione, ma io... non sono a mio agio con le persone”.

Gloria deglutì e ricacciò indietro le lacrime.

Ancora una volta Billie le fece tenerezza. Non doveva essere facile per uno come lui legarsi alle persone, in effetti, doveva capirlo e accettarlo.

Vieni qui” disse abbracciandolo da dietro “Va tutto bene, per me è perfetto se rimaniamo semplici amici” sussurrò, mentendo così bene che per un secondo riuscì ad ingannare anche sé stessa.

Gloria..”.

Sì?”

Però mi sento bene quando mi baci” sussurrò Billie.

Gloria gli baciò la fronte e poi si allontanò leggermente per osservare la sua reazione.

Il ragazzo accennò un mezzo sorriso e poi poggiò le labbra su quelle della ragazza.

Fu il bacio più lungo che si fossero dati fino ad allora. Ed anche il più tenero. Per la prima volta non ci fu nemmeno un briciolo di violenza a contagiare la passione e il fuoco che ardeva tra le loro labbra.

Per la prima volta, forse, fu qualcosa di molto simile all'amore.

Non ci fu altro contatto fisico al di fuori delle loro bocche, ma fu il momento più bello che avessero mai condiviso.

Billie fu il primo ad allontanarsi dalla ragazza, soddisfatto.

Gloria lo guardò, incredula e felice. Probabilmente non si era mai sentita meglio. Non solo il ragazzo che le piaceva l'aveva baciata e non era ubriaco, ma aveva tenuto a bada la sua rabbia e la sua foga.

Mi correggo” sussurrò Billie, “Mi sento benissimo quando mi baci”.

E tornò ad occuparsi delle sue labbra ancora per un po'.

 

 

 

 

Angolo autrice

Dunque! Ecoomi qua con il 26esimo capitolo!

Che ne pensate? Sono giunta alla conclusione che ci siano problemi con la storia perchè ho sempre meno recensioni... la cosa strana è che il numero di persone che la mettono tra i preferiti aumenta in continuazione, invece.

Quindi siete solo pigri, forse! Ahah, spero!

Vi ricordo che lasciare una recensione è gratis e fa TANTO piacere!

Al prossimo capitolo!

Ciao! :)

 

BrutalLove xx

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Capitolo 27
*** Know your enemy ***


Quattro giorni. 

Erano passati quattro giorni da quel bacio e Gloria non poteva smettere di pensarci.

Le sensazioni che aveva provato dentro di sé ed il fatto di avergli finalmente confessato i suoi sentimenti per lui erano fatti che la facevano stare bene.

Non le importava se Billie non sapeva cosa provava per lei. O meglio sì, le importava, ma riusciva a capire che per lui non doveva essere facile affezionarsi a qualcuno.

Perciò accettava di aspettare una sua decisione, se mai ci fosse stata, e nel frattempo si godeva le carezze e i baci che spesso scappavano tra loro.

Billie era tornato a scuola da due giorni e gli insegnanti, che erano stati messi al corrente della sua condizione, sembravano più tolleranti per la sua condizione.

La cosa che spiazzava Gloria e le faceva crescere un'enorme tristezza dentro, era il fatto che i loro compagni non lo calcolavano, proprio come avevano sempre fatto.

Non era cambiato nulla, a nessuno interessava davvero di quel ragazzo.

Era una cosa che la faceva morire dentro.

Come potevano Amanda ed i suoi amici non avvicinarglisi nemmeno per chiedergli come si sentisse?


Quello stesso giorno, il tredici febbraio, c'era il sole e un centinaio di studenti si riversarono in cortile durante la pausa pranzo.

Gloria, Mike e Billie, che ormai facevano gruppo fisso, si erano seduti sulle panchine di fronte al campo da basket e osservavano distrattamente i passanti che camminavano fuori dalla recinzione che segnava la fine del cortile.

In quel momento Amanda comparve dal nulla.

Ciao” salutò.

Ciao” fece Gloria, “Come mai qui?”.

Il professore di matematica vuole parlarti” rispose la rossa rivolta all'amica.

Davvero?” chiese lei, stupita.

Già, ti attende nell'aula professori”.

Uhm... mi accompagni?” le chiese Gloria. Non amava andarsene in giro da sola per la scuola, passare in mezzo a tutta quella gente nei corridoi la metteva in soggezione.

D'accordo” rispose Amanda, e le due si incamminarono verso l'interno dell'edificio.

Passarono di fronte alle varie aule fino ad arrivare a destinazione.

Gloria trovò il professor Irons ad attenderla sulla porta e scoprì che tutto quello che desiderava da lei era sapere un po' di più sulla condizione di Billie.

La ragazza descrisse sommariamente i fatti che avevano portato alla scoperta dell'epilessia e del bipolarismo e le conseguenze che questi disturbi provocavano.

Il professor Irons ascoltò attentamente per poi congedarla una mezzora dopo.

Fu in quel momento che, dopo aver riattraversato il corridoio ed essere uscite in cortile, Gloria e Amanda non trovarono più Mike e Billie ad attenderle sulla panchina.

Chissà dove sono andati!” sbuffò Gloria, “Ora mi toccherà andare a cercarli”.

Ma quella non è la felpa di Billie?” chiese in quel momento la rossa, indicando un indumento accartocciato sulla panchina.

Sì, gliel'ha comprata mia madre qualche giorno fa... non è da lui abbandonare le sue cose qua e là” constatò Gloria prendendo la felpa tra le mani, “Ti va se andiamo a vedere dove si sono cacciati?”.

Scusami” rispose Amanda, “Ma Ashley mi sta ancora aspettando di sopra...”.

D'accordo allora, ci vediamo più tardi” fece Gloria, dirigendosi verso il retro del cortile.

A dopo!” le gridò Amanda, già lontana.

Dopo che ebbe perlustrato tutta la zona esterna senza risultato, entrò nell'edificio in cerca di Billie e Mike.

Fu quando passò davanti alla segreteria che li vide uscire dallo studio del preside.

Il sangue le si gelò nelle vene quando osservò meglio Billie e si accorse che aveva il viso coperto di sangue.

Che è successo?” domandò quasi gridando mentre gli si avvicinava.

Billie non rispose e Mike lo fece per lui; “Quei ragazzi” spiegò, “Gli si sono avvicinati e lo hanno buttato a terra iniziando a picchiarlo... sono intervenuto e si sono allontanati”.

O mio Dio” fece Gloria, “Ancora loro? E come mai siete qui, adesso?”.

Ho convinto Billie a parlarne con il preside” rispose Mike con disinvoltura.

La ragazza non poté credere alle sue parole. Davvero era riuscito a persuaderlo?

Non capiva come ci fosse riuscito, ma era così contenta che non le importava.

Li hanno sospesi?” chiese non riuscendo a trattenere la sua contentezza.

Sì” rispose Billie, “E se dovessero toccarmi di nuovo il preside interverrà personalmente”.

Ma è fantastico, Billie!” fece Gloria, abbracciandolo.

Già” fece il ragazzo affondando il viso nel suo petto e lasciando che il suo sangue le sporcasse la felpa chiara.

Gloria si voltò verso Mike e gli rivolse un sorriso.

Tra quei due c'era un rapporto meraviglioso.

Ancora una volta le tornarono in mente le parole del biondo, all'inizio della scuola.

-Billie è una persona fantastica, se lo si conosce meglio- aveva detto, e nessuno aveva mai avuto più ragione di lui.


Quando, quel pomeriggio, Billie e Gloria tornarono a casa, Macy squadrò il ragazzo da capo a piedi e quasi non le venne un infarto quando si accorse in che stato fosse il suo viso.

E' tutto a posto mamma, davvero” la anticipò Gloria, “E' intervenuto il preside, non accadrà più” concluse cercando di tranquillizzarla.

Non accadrà più? Ma dico ma ti senti? Ha la faccia devastata, povero ragazzo!” rispose lei, avvicinandosi a Billie per analizzare meglio le ferite.

Il labbro inferiore gli si era gonfiato, la guancia sinistra era ancora arrossata ed il taglio sulla fronte, che si era procurato cadendo, non si era ben rimarginato.

Che è successo?” chiese Macy.

Dei ragazzi lo hanno... picchiato, ma il preside ha sistemato tutto, davvero” rispose Gloria ribadendole il fatto che la situazione fosse risolta e che non il suo intervento non fosse necessario.

Macy sospirò. “Fatti medicare, almeno” aggiunse poco dopo dirigendosi verso il bagno e tornando con del disinfettante e dei cerotti.

Grazie” disse Billie mentre si sedeva sulla sedia della cucina e aspettava di farsi pulire le ferite.

La madre di Gloria fu di ritorno pochi minuti dopo, con tutto l'occorrente.

Iniziò col rimuovere il sangue rappreso sulla fronte e poi gli disinfettò il taglio.

In quel momento squillò il telefono e Gloria andò a rispondere.

Quando sentì la voce del suo interlocutore rimase di stucco.

Era David, che chiamava per avere notizie di suo fratello. Non avrebbe potuto azzeccare un momento migliore.

Ehm...” fece la ragazza, “Sta... sta bene” disse, senza accennare a quello che era successo quel giorno a scuola.

Fu quando il ragazzo le chiese come mai Billie non si fosse ancora deciso a tornare a casa che lei non seppe cosa rispondere.

Non saprei” sospirò, “Non vuole parlarne”.

Puoi passarmelo?” chiese David.

Un secondo”.

BILLIEEE!” chiamò Gloria dal soggiorno, “C'E' TUO FRATELLO AL TELEFONO, VIENI”.

No” si sentì rispondere, “Non ho niente da dirgli”.

La ragazza deglutì rumorosamente prima di spiegare al suo interlocutore che suo fratello non aveva nessuna intenzione di parlare con lui.

D'accordo” rispose quello, deluso e forse anche un po' scocciato.

Mi dispiace” si affrettò a dire Gloria, ma lui aveva già appeso.

Sistemò il telefono sul mobile di legno e poi tornò in cucina dove sua madre aveva finito di medicare Billie.

Perchè non gli vuoi parlare? A quanto pare lui ha tanto da dirti e non vede l'ora che tu torni a casa”.

Ancora con questa storia?” sbottò il ragazzo, “Se vuoi cacciarmi da qui faresti meglio a dirmelo chiaramente”.

Gloria sbuffò esasperata e si diresse verso la sua stanza, sbattendo la porta alle sue spalle.

Si chiese come fosse possibile amare e odiare una persona allo stesso tempo.

Ma era possibile, eccome se lo era.


Quella sera, mentre Billie si stava facendo la doccia, Macy chiamò Gloria in cucina per aiutarla a preparare la cena.

Mamma” disse la ragazza improvvisamente, mentre rimestava il sugo per la pasta.

Che c'è?”.

Ti ricordi di quell'amplificatore che ti avevo detto di cercare per... per Billie?”.

Ma certo, l'ho comprato settimana scorsa, non te l'ho detto?”.

Davvero? Wow mamma sei fantastica, grazie! Il compleanno è tra soli quattro giorni e mi stavo completamente dimenticando”.

Pensi di organizzare una festa?”.

Sì” fece la ragazza, “Una piccola festicciola con Mike e Al, pensavo di invitarli qua, per te va bene?”.

Ma certo, basta che non beviate o roviniate i divani”.

Gloria ridacchiò, sua madre teneva ai loro divani più di ogni altra cosa.

Tranquilla, andrà tutto bene”.

Iniziò in quel momento a pensare a come organizzare una festa a sorpresa. Non ne aveva mai preparata una, ma aveva sempre sognato di farlo solo per assistere alla reazione del festeggiato al momento della scoperta.

E questa volta il festeggiato non sarebbe stato uno qualunque, sarebbe stato il ragazzo di cui era innamorata.

Sarebbe stato tutto perfetto, tutto.

Doveva solo mantenere la calma e trovare un modo per far sì che Billie non venisse a conoscenza di nulla.

Non aveva mai festeggiato un compleanno come si deve, quella sarebbe stata la sua prima volta e non se la sarebbe dimenticata facilmente.






Angolo autrice

Ciao! Io vi amo, davvero. L'altro giorno mi sono accorta che la storia è al decimo posto tra le più popolari del fandom e non so davvero come ringraziarvi! È fantastico!

Ringrazio tutti coloro che la leggono, la aggiungo alle preferite/ricordate... e recensiscono i capitoli!

A proposito, cosa ne pensate di questo? Come sarà, secondo voi, la festa a sorpresa per Billie?

A presto!


BrutalLove xx

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Capitolo 28
*** King for a day ***


Quella stessa sera Gloria rimase zitta per tutta la cena e anche dopo non parlò con nessuno, perchè restò chiusa in camera a pensare a come organizzare la festa a sorpresa senza che si venisse a sapere.

Chi avrebbe invitato? Come avrebbe fatto a distrarre Billie? Non sembrava una cosa tanto difficile, in fondo tutti i protagonisti dei film americani si trovano prima o poi a doverne preparare una e, nonostante i continui intoppi, alla fine la serata fila liscia come l'olio.

Si, solo che quello non era un film, ma la realtà.

E nella realtà non è tutto perfetto come raccontano.

Dopo tanto rimuginare arrivò alla conclusione di chiedere aiuto ad Amanda per distrarre Billie per un po' a scuola, in modo che lei potesse parlare con Mike e dirgli di invitare anche Al a casa sua, la sera del 17 febbraio.

Poi, quel giorno, avrebbe in qualche modo tenuto Billie fuori casa fino all'ora di cena, momento in cui sarebbe rientrato e.... SORPRESA!

Cosa poteva andare storto in un progetto del genere?

Nulla, sarebbe andato tutto alla perfezione.

 

-Quattro giorni dopo-

Perchè devo passare da casa di Amanda?” chiese Billie, scocciato.

Perchè sì, dovrei recuperare il quaderno di matematica ma ho troppo da fare, potresti farmi un piacere!” rispose Gloria che stava cercando una scusa per tenerlo lontano da casa.

Quel giorno era il compleanno del ragazzo e nessuno gli aveva ancora fatto gli auguri di proposito.

Avevano finto tutti di essersi dimenticati di che data fosse e Billie non ci aveva nemmeno fatto molto caso, visto che era ormai abituato a vivere il giorno del suo compleanno come qualunque altro.

Uffa” sbuffò il ragazzo.

Gloria fece gli occhi dolci e lui alzò gli occhi al cielo.

D'accordo, d'accordo, ci vado” sospirò avviandosi verso la porta di casa, “Ci vediamo più tardi” disse prima di chiudersela alle spalle.

Grazie!” gli gridò Gloria, un secondo prima di afferrare il telefono e avvisare Al e Mike.

Potete venire ora” disse loro, “Billie rientrerà tra un'ora!”.

Poi chiamò Amanda avvertendola che il ragazzo stava andando da lei e la pregò di richiamarla quando se ne fosse andato per riuscire a coordinare l'inizio della festa con il suo rientro.

Curioso come Amanda avesse accettato di aiutare Gloria anche se la faccenda riguardava Billie, il ragazzo che tanto non sopportava. Forse si stava abituando anche lei alla sua presenza e in fondo iniziava ad apprezzarlo.

Come si poteva non volergli bene?

 

Mezz'ora dopo quel giro di telefonate, Mike e Al si presentarono a casa di Gloria.

I suoi genitori erano usciti per lasciare la casa libera e lei non vedeva l'ora che tutto fosse pronto per la festa.

Ciao Mike, ciao Al” disse quando li ricevette all'entrata.

Ciao Gloria, carino da parte tua fare una festicciola qui” farfugliò Mike, troppo occupato a guardarsi in giro per potersi concentrare su quello che stava dicendo.

Ma tu vivi davvero qua? Questa casa è enorme!” fece Al.

Lo so” tagliò corto Gloria, che non aveva nessuna volta di sentirsi dire per la milionesima volta che era una ragazza ricca e che la sua vita doveva essere fantastica. “Datemi i giubbotti, forza! Billie tornerà tra poco”.

Fece accomodare i ragazzi in salotto e sistemò i loro giubbetti sull'attaccapanni.

Allora” disse quando finalmente li raggiunse sul divano, “Chiamerà Amanda per dirci che Billie sta arrivando e quando succederà noi spegneremo le luci, rimarremo in cucina in silenzio e accenderemo le candeline della torta, così lui entrerà e... boom!”.

Boom?” chiese Mike.

Io non vorrei esplodere, se fosse il giorno del mio compleanno” mugugnò Al.

Uffa” sbottò Gloria, “'Boom' stava per 'sorpresa' !”.

E allora dì 'sorpresa'!” replicò Mike.

Gloria alzò le spalle, “Mi piace essere alternativa”.

Quindi avete preso la torta?”.

Già, l'ha fatta fare mia madre e poco fa è arrivata... ovviamente Billie non sa nulla nemmeno di quella”.

Fantastico! E' al cioccolato?” fece Al.

Sì” spiegò Gloria, “A forma di chitarra”.

A FORMA DI CHITARRA? DAVVERO?” domandò Mike preso dall'eccitazione.

Già” ridacchiò Gloria, “Volevo qualcosa di speciale”.

In quel momento squillò il telefono e Amanda comunicò che Billie era sulla strada di ritorno.

Gloria la ringraziò e si preparò a spegnere le luci della casa e a sistemarsi in cucina con i ragazzi.

Amanda non viveva lontana da lei, pochi minuti ed il ragazzo sarebbe arrivato.

Esattamente dieci minuti dopo, Billie aprì la porta.

Il buio del corridoio lo trattenne per un secondo dall'entrare, ma poi si decise.

Non appena si chiuse la porta alle spalle si rese conto di non sapere dove fosse il tasto della luce.

Gloria?” chiamò.

Nessuna risposta.

Stava già per andare nel panico quando qualcosa attirò la sua attenzione; una debole luce filtrava dalla porta socchiusa della cucina.

Si avvicinò e la aprì.

Sono io, ho preso il tuo quader-” cominciò a dire, ma dovette interrompere la frase a metà perchè quello che trovò in quel locale lo lasciò senza parole.

C'erano Gloria, Mike e Al che stringevano un'enorme torta a forma di chitarra con le candeline accese, e una scatola quadrata impacchettata con della carta regalo.

Non appeno lo videro intonarono un'allegra canzoncina.

Tanti auguri, Billie!” gridarono alla fine.

Lui rimase lì, fermo, rigido come una statua di marmo, tra il felice e l'imbarazzato.

Grazie” riuscì a sussurrare.

Nessuno aveva mai festeggiato un suo compleanno da quando era morto papà, e prima di quel terribile fatto era troppo piccolo per potersi ricordare le festicciole in famiglia che comunque non erano mai state un granché.

Il diciassette febbraio era un giorno come un altro, uno qualsiasi dell'anno.

Anzi, forse era il più triste di tutti e trecentosessantacinque, perchè era quello in cui malediceva i suoi genitori per averlo messo al mondo.

Ma questa volta era tutto diverso.

Lì con lui c'erano Gloria, Mike e Al.

Era tutto perfetto, tutto.

Lo abbracciarono e gli fecero di nuovo gli auguri, tagliarono la torta e la mangiarono avidamente perchè era favolosamente buona.

E poi fu il momento del regalo.

Billie scartò l'enorme scatola con gli occhi che gli brillavano e fu sul punto di piangere quando ne scoprì il contenuto.

Nessuno gli aveva mai regalato nulla del genere, al di fuori della sua chitarra, e quello che gli stava davanti era tutto quello che potesse desiderare.

L'amplificatore per la sua chitarra elettrica gli arrivava quasi al bacino, tanto era grande.

O forse era semplicemente Billie ad essere piccolo.

Questo è... questo è fantastico” farfugliò in preda all'emozione.

Mike mi aveva accennato che ci tenevi tanto” disse Gloria, lanciando un'occhiata al biondo.

Grazie, grazie mille, questo è davvero il massimo che potessi sperare!”.

Gloria lo abbracciò e Billie affondò la testa nel suo petto, lasciandosi accarezzare i capelli.

Sono contenta che ti sia piaciuto” sussurrò la ragazza.

Questo è il miglior compleanno di sempre” rispose Billie, ancora abbracciato a lei.

 

La serata trascorse tranquilla. Billie aprì gli altri regali e tutti mangiarono la torta più volte finchè non ne rimase che un minuscolo pezzettino.

Rimasero sul divano per la maggior parte del tempo, a raccontarsi vicende buffe e surreali che erano accadute loro e si divertirono molto.

Non bevvero alcolici e, per la felicità di Macy, non rovinarono i divani così che, quando i genitori di Gloria tornarono, si congratularono con loro per lo stato di ordine in cui la casa si trovava nonostante la festicciola.

Quando fu l'ora di andarsene, Mike e Al salutarono la famiglia Wright e si tuffarono nella chiara notte californiana.

Billie e Gloria, invece, rimasero un altro po' sul divano a guardare un film.

La sorella di Billie, Anna, chiamò quella sera per fare gli auguri al suo fratellino.

Billie accettò di parlare con lei che cercò anche di convincerlo a tornare a casa, come sempre senza risultato.

Dopo quella telefonata, decisero di andare a dormire.

Il ragazzo andò a mettersi il pigiama, e Gloria ne approfittò per mettere un po' in ordine la loro stanza.

Due paia di pantaloni di Billie erano accartocciati sul pavimento come fossero stracci, doveva averli tolti di fretta.

Sbuffò mentre li raccoglieva e li capovolgeva per cercare di capire se fossero rivoltati.

Li sbatté un paio di volte per eliminare le pieghe più profonde e fu in quel momento che dalle tasche cadde qualcosa di curioso che andò a finire sul pavimento, a pochi centimetri dai suoi piedi.

Una banconota.

Anzi, più di una.

Si accorse subito che una di esse era scarabocchiata, ed il sangue le si gelò nelle vene quando riconobbe la calligrafia di suo padre.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Eccomi qua con il capitolo della festa di compleanno, finalmente!!! Guarda caso oggi è anche il mio di compleanno, sì sì :3.

Dunque che ne pensate di questo capitolo? Vi piace? Finalmente Gloria è riuscita ad organizzare la festa a sorpresa!

E che ne dite del finale?

Vi supplico, lasciatemi una recensione per dirmi cosa ne pensate!

A presto!

 

BrutalLove xx

 

 

PS. Anche la mia torta di compleanno, proprio come quella di Billie nella storia, sarà una 'Blue' (chitarra di BJ) commestibile! Yay!

 

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Capitolo 29
*** Homecoming ***


Gloria raccolse da terra le banconote e con orrore si diresse verso la cucina, dove sua madre stava ancora sistemando i piatti.

Mamma....”.

Gloria! Che ci fai ancora alzata? È mezzanotte passata! Fila a dormire!”.

Io credo di... credo di aver trovato quelle banconote che avevi perso” sussurrò.

Sua madre la guardò senza capire e la ragazza le mostrò ciò che teneva in mano.

Macy annuì.

Erano proprio queste?”.

Sì, riconoscerei quello scarabocchio fra mille... la calligrafia di tuo padre è così particolare! Dove le hai trovate?”.

Gloria non voleva rispondere. Avrebbe voluto scomparire, farsi piccola piccola. Avrebbe voluto non dover mai dire una cosa del genere. Avrebbe voluto non dover mai pronunciare quel nome.

Nei pantaloni di Billie Joe” sussurrò appena.

Sua madre sbarrò gli occhi.

Ne sei sicura? Ne hai parlato con lui?”.

No, stavo sistemando la sua roba e le ho trovate”.

...”.

E' stato lui, mamma, non ci dovevamo fidare”.

Macy non disse nulla per qualche istante. “Chiamalo immediatamente, digli di venire qui” ordinò poi.

Gloria annuì e raggiunse il bagno al piano superiore, bussò alla porta e, quando Billie rispose, gli disse di scendere di sotto non appena avesse finito di cambiarsi.

Poi tornò in cucina e attese.

Billie arrivò qualche minuto più tardi, con addosso il pigiama e le Converse in mano.

Cosa c'è?” chiese con la sua solita aria innocente da ragazzino sperduto.

Diccelo tu che cosa c'è” fece Gloria, ribollendo di rabbia e mostrandogli le banconote spiegazzate.

Billie sbarrò gli occhi e si sentì gelare. Rimase immobile e lasciò che piccole lacrime gli rigassero le guance.

Per la prima volta Gloria non ebbe compassione di lui; continuò a trattarlo male, anche se sua madre le disse più volte di smettere, che in fondo non era la fine del mondo.

Ma per lei lo era, eccome se lo era.

Guarda che cosa facciamo per te e tu come ci ricambi! Pensi di aver fatto la cosa giusta? Mia madre ti compra tutto quello che puoi desiderare senza che tu lo chieda e tu ci rubi dei soldi? Che intendevi fare, eh? Chissà quanta altra roba ti sei preso, già che c'eri!”.

Billie, scosso dai singhiozzi, non rispondeva.

Gloria gli si avvicinò e gli tirò uno schiaffo, “RISPONDIMI!”

Gloria, basta!” gridò sua madre, allontanandola dal ragazzo, “Non fargli male”.

Billie si rannicchiò a terra, si fece piccolo piccolo e continuò a piangere finchè non gli fece male la testa e gli bruciarono gli occhi.

Gloria e sua madre, in piedi di fronte a lui, discutevano aspramente tra loro su cosa dovessero fare.

No mamma!” sbottò Gloria quando la donna propose di perdonarlo, “Lui da questa casa se ne va domani” concluse.

Gloria, io non credo che..”.

Che dovrei continuare a trattarlo così? Guarda come lui ha trattato noi! Non me ne frega nulla se adesso gli viene una delle sue stupidissime crisi, non me ne frega niente di niente. Mi importa solo che per domani mattina i suoi bagagli siano fatti e lui sia fuori di qui!” sbraitò.

Calmati, adesso” le disse sua madre, “D'accordo, se questo è quello che hai deciso, Billie domani tornerà a casa, ma ora smettila di trattarlo in questo modo, per favore! Non è un comportamento da ragazza intelligente quale sei! Sembri una bambina”.

Vado a letto” replicò Gloria ribollendo ancora di rabbia.

Sua madre annuì e, rimasta sola con Billie, cercò di tranquillizzarlo, ma il ragazzo singhiozzava così forte che non riuscì a calmarlo.

Mi dispiace, mi dispiace” mugugnava quello, ancora rannicchiato sul pavimento.

Macy, dopo aver visto che non riusciva ad ottenere nulla di buono, lo guidò fino al divano della sala e gli passò un paio di coperte ed un cuscino.

Così potrai dormire” spiegò.

Billie annuì e ringraziò tra i singhiozzi.

Quella notte maledisse sé stesso e il giorno in cui era venuto al mondo, proprio come faceva ogni volta che era il suo compleanno.



What's wrong with you?

Everything.



La mattina dopo era domenica e, quando si svegliò, Gloria non ci mise molto a ricordare l'accaduto della sera prima.

Nauseata, scese di sotto per vedere l'evoluzione della situazione e scusarsi con Billie.

Si sentiva tremendamente in colpa.

Come aveva potuto trattarlo così? Aveva potuto eccome, quel ragazzo aveva rubato denaro alla sua famiglia.

Come aveva potuto essere tanto disumana con lui, che aveva dei problemi? Del resto non poteva sempre giustificarlo perchè era malato, se avesse dovuto prendersela con lui l'avrebbe fatto come con chiunque altro.

Interiormente combattuta e indecisa sul da farsi, Gloria arrivò in cucina, dove trovò i suoi genitori intenti a fare colazione.

Di Billie neanche l'ombra.

Dov'è?” chiese.

Billie è andato via stamattina” rispose sua madre, “Ha preso tutte le sue cose ed è tornato a casa”.

Gloria non riuscì per un attimo a comprendere le sue parole.

Era andato via senza salutarla?

Certo che sì, come aveva potuto anche solo pensare che, dopo averlo cacciato in malo modo, lui venisse a darle un dolce bacio d'addio?

Stupida, stupida, stupida.

Si sentì terribilmente in colpa. Di nuovo.

Ha lasciato l'amplificatore, ha detto di non volerlo” aggiunse sua madre.

Cosa?” fece Gloria, sempre più incredula.

Credo che non sentisse di meritarlo”.

Ah. Non ha tutti i torti, in effetti”.

Gloria, lo ho aiutato a fare le valigie stamattina... non la smetteva più di scusarsi. Ha detto di averlo fatto mentre era ubriaco, quasi senza rendersene conto”.

Bella scusa. Come potete credergli e perdonarlo?! Non è nemmeno figlio vostro!”.

Il fatto che non sia figlio nostro non cambia le cose. In ogni caso mi sembra che ci siano problemi ben più grandi che qualche banconota rubata e Billie lo sa bene visto che lo prova sulla sua stessa pelle ogni giorno. Dovresti provare a crescere un po', Gloria”.

Oh, non di nuovo! I suoi genitori erano dalla parte di Billie, ancora una volta, e non sembravano neanche particolarmente arrabbiati con lui. Ma come poteva essere?

Forse avevano ragione, forse doveva imparare a lasciarsi questa cosa alle spalle e andare a scusarsi per essere stata così... cattiva con lui. Sbuffò.

Ti va di fare colazione?” domandò Macy.

No, non ho molta fame. Vado... di sopra” concluse Gloria allontanandosi.

Salì le scale in silenzio e con la testa bassa. Aprì la porta della stanza che fino al giorno prima condivideva con Billie e, benché se lo aspettasse, la riempì di tristezza il fatto di trovare l'armadio del ragazzo vuoto e spoglio.

Salì sul letto dove lui aveva dormito tante volte e si accoccolò per qualche istante sul materasso, rivivendo col pensiero i momenti felici che avevano passato insieme.

Era arrabbiata con lui e non intendeva giustificarlo, questa volta.

Però tutti sbagliano nella vita, giusto?

Non avrebbe dovuto trattarlo in quel modo.

Senza di lui la casa le sembrava così spoglia. E lei si sentiva svuotata di una parte di sé.

Sperò con tutto il cuore che Billie prima o poi la perdonasse e si promise che il giorno seguente, a scuola, avrebbe provato a parlargli.

Forse avrebbe semplicemente dovuto allontanarsi da lui, lasciarlo perdere una volta per tutte, ma non poteva.

Non poteva perchè, nonostante tutto, lo amava troppo.







Angolo autrice

Allora, vi ho sorpresi? Ahaha non credo, visto il titolo del capitolo.

Sorvolando questo fatto... devo confessarvi che io sono Team Billie tutta la vita, quindi non temete troppo per lui ;).

Dopo questo inutile angolo autrice (autrice, io????) mi dileguo!

A presto!


BrutalLove xx


PS. Non vorrei parlare troppo presto, ma il numero delle recensioni è tornato 'normale'.... quindi grazie a tutti di nuovo!

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Capitolo 30
*** Welcome to paradise ***


Il giorno seguente Billie non si presentò a scuola e Gloria si ritrovò a raccontare a Mike quello che era successo, singhiozzando.

Che coglione” constatò il biondo, “Hai fatto la cosa giusta, davvero... Billie tornerà, non è uno che se la prende molto” disse, cercando di consolarla.

Potresti parlargli?” chiese Gloria.

Ma certo, gli telefono e provo a farlo ragionare, d'accordo?”.

Grazie Mike” sussurrò la ragazza abbracciandolo.

Si sentiva malissimo, costantemente in colpa, e non sapeva come rimediare.

Aveva fatto la cosa giusta e in fondo lo pensava davvero, ma non era da lei comportarsi in quel modo, trattare male qualcuno.

E quel qualcuno era una persona speciale, per di più.

Tornò a casa stanca come non mai, si chiuse in camera sua e si addormentò per qualche ora.

Quando si svegliò era ora di cena, ma non mangiò nulla.

Quella notte rimase seduta sul letto a gambe incrociate, immersa nel buio.

Mille pensieri le vorticavano veloci nella mente e niente sembrava avere un senso.

Le mancava Christian, le mancava Billie.

La sottile differenza era che il primo era morto, perciò leggermente difficile da ritrovare, mentre il secondo abitava a sole tre vie dalla sua.

Avrebbe voluto andare a trovarlo, scusarsi, abbracciarlo. Ma aveva paura. Paura della sua reazione e di quella di suo fratello alla vista di colei che aveva cacciato di casa il suo fratellino.

Andare a casa Armstrong era fuori questione.

Doveva solo aspettare.



Tre giorni dopo Billie tornò a scuola.

Come al solito nessuno sembrò notarlo, come al solito si sedette nell'ultimo banco in fondo all'aula, con Mike, e come al solito non seguì neanche una delle lezioni.

Gloria lo vide in corridoio alle otto mentre sistemava il suo armadietto, e non poté fare a meno di notare un grosso livido sullo zigomo sinistro e altri più piccoli sul braccio.

Gli si avvicinò.

Ehi, Billie” disse.

Era imbarazzante come non mai.

Il ragazzo la squadrò inchiodandola con il suo sguardo penetrante e poi sussurrò a sua volta un 'ciao' soffocato.

Che cosa ti è successo?” chiese riferendosi ai lividi.

Senti Gloria, la smetti di preoccuparti per me, una buona volta?” replicò bruscamente.

Billie... mi dispiace tanto, ok? Abbiamo sbagliato entrambi”.

Il ragazzo la fissò per un istante. “Qui l'unico che deve scusarsi sono io” affermò poco dopo.

No, Billie, io...”.

Oh no Gloria, è così. Sono uno stupido. Non so nemmeno perchè ho fatto una cosa del genere”.

Gloria chiuse gli occhi per un secondo.

Senti... non parliamone più, ok?” domandò poco dopo e le sembrò di essere tornata a qualche mese prima, quando aveva pregato il ragazzo di smettere di scusarsi per qual terribile bacio che le aveva dato fuori dal bar.

Grazie” sospirò Billie, “Davvero, è stato un errore irrimediabile e mi dispiace tanto. Posso chiederti un favore?”.

Dimmi”.

Non odiarmi e non allontanarmi” sussurrò, “Ti prego”.

Gloria lo guardò negli occhi e ancora una volta ci lesse paura. Paura dell'abbandono, forse.

No” rispose poco dopo, “Questo mai”.

Billie le sorrise.

Quando passi a prendere l'amplificatore?”.

Io, veramente...”.

Che ne dici di oggi pomeriggio?”.

Il ragazzo esitò un poco, poi annuì e sorrise.

Grazie” sussurrò prima di allontanarsi nel corridoio brulicante di studenti.

Gloria si sentì sollevata. Billie l'aveva perdonata e anche lei sembrava aver perdonato lui.

Tuttavia non era tranquilla. Perchè il ragazzo non le aveva risposto, quando lei gli aveva chiesto il motivo di quei lividi sul viso? Era successo qualcosa che neanche a lei voleva dire?

Una nuova preoccupazione iniziò a tormentarla e non le permise di concentrarsi per il resto della mattinata.

Aveva un brutto presentimento e sperò con tutto il cuore che fosse solo una sensazione.



Quello steso pomeriggio, quando Billie arrivò a casa di Gloria, pioveva a dirotto.

Era uno dei pochi momenti in cui a Oakland non c'era il sole.

La ragazza lo fece accomodare in salotto; “Aspettiamo che spiova, non credo che al tuo amplificatore farebbe bene farsi un bagno”, disse ridendo.

D'accordo” rispose Billie, “Dove sono i tuoi genitori?” domandò poco dopo constatando che nella casa regnava un silenzio di tomba.

Sono al lavoro” fece Gloria alzando le spalle.

Le sembrava così strano vedere Billie di nuovo in casa sua.

Si era abituata ad averlo sempre intorno e ora le sembrava curioso il fatto che il ragazzo fosse solo di passaggio.

Era contenta, certo, però doveva ammettere che le mancava da morire.

Lo fissò negli occhi per un istante e il livido violaceo sulla sua pelle attirò di nuovo la sua attenzione.

Non voleva assillarlo con continue domande, sperava solo che se ci fossero stati problemi il ragazzo gliene avrebbe parlato.

Nessuno dei due disse nulla per svariati minuti; Billie si guardava intorno forse ricordando i momenti in quella casa, e Gloria cercava di non incrociare il suo sguardo perchè non sapeva di cosa parlare.

Così rimasero seduti per un po' uno di fronte all'altra.

Vuoi un gelato?” chiese Gloria, per rompere il silenzio.

Sì, grazie” fece il ragazzo, annuendo leggermente.

Gloria si diresse in cucina, prese due coppette dal congelatore e gliene porse una.

E' buono” mormorò Billie, gustandoselo.

Già”.

Finirono di fare merenda in un batter d'occhio e poi, visto che aveva smesso di piovere, Gloria lo accompagnò di sopra per prendere l'amplificatore che teneva in camera.

Eccolo” disse quando aprì la porta, “Ce la fai a portarlo via?”.

Il ragazzo le sembrava davvero magrolino per avere la forza di spostarlo anche di qualche metro.

Billie annuì debolmente, “Credo di farcela”, sorrise.

Hai spostato in soffitta il letto dove dormivo?” chiese poco dopo.

Sì” rispose Gloria, “A me ne basta uno per dormire” ridacchiò sedendosi sul materasso morbido.

Immagino” fece Billie mettendosi accanto a lei.

Un istante dopo la ragazza lo prese per le spalle e, cogliendolo di sorpresa, lo fece distendere sul materasso.

Sdraiati uno di fianco all'altra, scoppiarono a ridere e le loro risa riempirono la stanza, scacciando per un istante il silenzio.

Voltarono la testa in modo da potersi guardare e i loro sguardi si fusero insieme.

Gloria gli si avvicinò e lasciò che le sue labbra esperte toccassero quelle più innocenti di lui.

Chiuse gli occhi e si abbandonò al ragazzo che stava sdraiato a pochi centimetri da lei.

La realtà intorno a loro vorticò e sparì, lasciandoli soli in un mare di emozioni.

Tra le loro labbra c'era il fuoco, le loro lingue si intrecciavano continuamente nella naturalezza di un bacio.

Anche Billie si arrese a quel contatto dolce e caldo; la sua mente rifiutò di pensare ed il piacere prevalse sulla ragione quando Gloria gli sbottonò i Jeans e iniziò a coccolarlo con la mano.

Non ci mise molto ad eccitarsi e a rendersi conto che i boxer che indossava erano ormai solo d'impiccio.

Anche la ragazza sembrò pensarlo, tanto che prese a spogliarlo con fare abile e sicuro.

Non appena ebbe finito con lui, prese a svestire anche sé stessa, sfilandosi per ultimi gli slip e il reggiseno.

Ora erano entrambi completamente nudi ed era chiaro ad ognuno quello che sarebbe successo di lì a poco.

Billie era tranquillo e sembrava sereno mentre Gloria, accanto a lui, fremeva dal desiderio.

Delicatamente, la ragazza si avvicinò a lui e gli scivolò dolcemente sopra.

Gli sorrise, e Billie ricambiò.

Cominciò a toccarlo ovunque palpandolo con le mani e facendolo eccitare più di prima.

Gloria... Gloria” sussurrava Billie, reagendo al suo tocco.

Ben presto le sue parole e i suoi sospiri si trasformarono in gemiti affannosi che la ragazza, nuovamente desiderosa delle sue labbra, soffocò con un bacio passionale.

Si desideravano come non mai e l'attrazione tra loro non era mai stata tanto forte, la passione bruciava tra i loro corpi nudi e nulla intorno a loro sembrava più esistere.

Si coccolarono sempre di più fino a che le loro labbra scottarono e i loro gemiti si fecero potenti.

Poi Billie, innocente ed inesperto, entrò dentro di lei facendola gemere.

La ragazza cominciò a strusciarsi su di lui ed il piacere che ne ricavò la fece gridare.

Lui si lasciò finalmente andare e fu la passione a guidarlo.

Gloria sapeva cosa aspettarsi, Billie no.

Era la sua prima volta e non avrebbe potuto immaginarla con un'altra ragazza.

Una moltitudine di nuove sensazioni vorticavano dentro di lui e lo confondevano. Non sapeva neanche come si sentisse, che cosa stesse facendo. Non sapeva nemmeno se gli stesse piacendo davvero. Si sentiva felice e triste allo stesso tempo, eccitato e colpevole. Sì, per la prima volta si sentiva come se stesse facendo una cosa 'fuori dalle regole'.

Nella sua vita c'erano stati momenti in cui aveva fumato, bevuto, baciato ragazze sconosciute solo per il gusto di farsele sotto l'effetto dell'alcool, eppure non si era mai sentito così.

Cosa gli stava succedendo?

Gloria si strusciò su di lui togliendogli il fiato e la capacità di pensare, e lo fece gridare.

Billie... Billie... Ahhh... Billie” sussurrava mentre il ragazzo, sotto di lei, si agitava in preda alla passione.

Le mani di Gloria gli sfregarono l'interno coscia e gli tolsero il respiro.

Non...smettere” riuscì a sussurrare lui.

Venne dentro di lei e le forze lo abbandonarono.

Gloria si sdraiò accanto a lui, sfinita.

Si guardarono negli occhi, si sorrisero e si abbracciarono.

Una lacrima solitaria scivolò lunga la guancia di Billie e la ragazza la asciugò con un dito.

Ti amo” sussurrò lui, “Ti amo tanto”.

Gloria non capì subito quelle parole. Rimasero lì, come sospese nell'aria, per qualche secondo, prima che si rendesse conto di quello che significassero.

Lacrime di gioia le bagnarono le guance e circondò il ragazzo con le braccia.

Ti amo tanto anch'io” mormorò in preda all'emozione.

Da quanto tempo aspettava quel momento? Da tanto, tantissimo, aveva ormai smesso di sperare che sarebbe potuto accadere.

Non si era mai sentita così, prima. Era felice, tremendamente felice. Aveva tutto ciò che potesse desiderare. Se avesse potuto esprimere un desiderio avrebbe scelto di trovarsi proprio lì, in quell'istante, in quel modo e con quella persona.

Non aveva mai amato nessuno come amava Billie ed era determinata a vivere intensamente il momento magico in cui era immersa.


I fell in love with you.

I don't know how.

I don't know why.

I just did.











Angolo autrice

Ta ta ta daaaaaam!

Chi voleva un po' di azione tra i due piccioncini? :').

Cosa ne pensate di questo capitolo? So benissimo che la parte ''a letto'' non sia molto descrittiva, ma del resto la storia è rating arancione e non sapevo come regolarmi... nel caso ci fosse qualcosa che non va potete scrivermelo nelle recensioni.

A presto!!!



BrutalLove xx

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Capitolo 31
*** Jaded ***


Come aveva potuto essere stata tanto stupida?

Gloria continuava a chiederselo mentre passeggiava avanti e indietro per il bagno con la confezione degli assorbenti in mano.

Erano passati otto giorni da quando lei e Billie avevano avuto il rapporto, ed il suo ciclo era in ritardo di quattro.

E dire che era sempre stata puntuale come un orologio.

Perchè non avevano preso precauzioni? Perchè non ci aveva nemmeno pensato?

La risposta arrivò dolorosa e incontestabile; semplicemente perchè lei non si era mai occupata di queste cose. L'unica volta che era successo con Christian era stato lui a salvaguardare il futuro di entrambi con quella geniale invenzione chiamata 'preservativo'.

Ma come aveva potuto essere così stupida?

Dicevano tutti che era molto difficile, se non impossibile, rimanere incinta la settimana prima del ciclo, ma potevano, ovviamente, esserci casi particolari.

E se lei fosse stata una di quei casi?

No, no, non poteva essere. Non era successo davvero. Gloria non poteva essere incinta.

Era solo un ritardo dovuto ad altro, ne era sicura.

No, non era sicura per niente.

La paura la invase di nuovo e l'immagine di un neonato con le sembianze di Billie cominciò a farsi spazio nella sua mente.

La respinse, spaventata.

No, non poteva essere.

Doveva convincersi che il suo ritardo fosse dovuto ad altro, o sarebbe scoppiata.

Non poteva parlarne con nessuno, nemmeno con Billie; se la voce fosse circolata e arrivata ai suoi genitori, lei avrebbe smesso di vivere.

Doveva aspettare in silenzio e sperare con tutta sé stessa che il ciclo tornasse a farsi vivo allontanando da lei qualsiasi preoccupazione.

Non poteva permettersi che, per una semplice sbadataggine, la sua vita e quella di Billie venissero rovinate.

C'erano già abbastanza problemi.

Perchè non ho usato un maledetto preservativo.


Uscì dal bagno e si vestì in tutta fretta per andare a scuola.

Non vedeva l'ora di trovare Billie in cortile ad aspettarla, non vedeva l'ora di sentire il sapore delle sue labbra.

Da quando il ragazzo aveva detto di amarla, Gloria non riusciva a staccarsi da lui nemmeno per un istante.

Il modo in cui si guardavano, con cui si parlavano, sembrava cambiato all'improvviso.

Forse per il semplice fatto che Billie finalmente era riuscito a comprendere i suoi sentimenti e sapeva quindi come comportarsi senza avere paura di sbagliare.

La ragazza si infilò in fretta le scarpe, salutò rapidamente sua madre ed uscì di casa senza fare colazione.

Era troppo agitata per fermarsi a mangiare qualcosa. Voleva solo gettarsi al più presto tra le braccia della persona che amava.




-Domenica mattina-

Pronto?” fece Gloria, rispondendo al telefono.

Glo-Gloria sei tu?” disse una vocina dall'altro capo del filo.

Billie!” gridò la ragazza, riconoscendolo subito.

Gloria io... mia madre...” non riusciva nemmeno a parlare, sembrava quasi che stesse piangendo.

Che è successo, Billie? Devo venire lì?” chiese Gloria preoccupata.

No! Non venire!” rispose Billie, quasi urlando.

Mi dici che succede?”.

Mi ha tirato una bottiglia di vetro addosso” rispose lui con voce tremolante.

Chi? Tuo fratello?” chiese Gloria in preda al panico.

Mia madre”.

Tua madre? O mio Dio! Stai bene? Sei ferito?” domandò. Temeva sempre che in circostanze simili Billie potesse avere una delle sue crisi.

S-sto bene”, rispose lui, “Però mi ha tagliato il braccio in vari punti”.

Dove sei adesso?”. Gloria cercò in tutti i modi di mantenere la calma, ma non era facile.

In camera... mio fratello è in salotto e sta cercando di bloccare mia madre.. sai, lui mi ha difeso” spiegò, tutto orgoglioso del suo fratellone, ma senza smettere di tremare.

D'accordo e... Billie devi chiamare la polizia”.

Non posso”.

Perchè no?”.

...”.

Billie, perchè non puoi chiamare la polizia?”.

Le faranno del male” farfugliò, “E io non voglio”.

La sua innocenza e sottomissione le fece, ancora una volta, tanta tenerezza.

Come può una persona che viene trattata male da un'altra, perdonarla e addirittura preoccuparsi per lei?

Billie era così buono.

No Billie, ma devi chiamare... ci sono gli altri tuoi fratelli in casa?”.

No, siamo solo io e David”.

Allora dovrai farlo tu”.

Ma io...”.

Coraggio, Billie!” lo incitò Gloria, “Devi farlo, è... la cosa giusta”.

Lo sentì farfugliare qualcosa senza comprendere le sue parole e sperò con tutta sé stessa di essere riuscita a convincerlo.

D'accordo” disse alla fine.

Richiamami dopo la telefonata” fece Gloria.

Sì” concluse e riattaccò.

La ragazza sospirò e attese che Billie la richiamasse.


Cinque minuti.

Dieci minuti.

Quindici minuti.


Che fosse successo qualcosa? Perchè non si faceva sentire?

Gloria non era per niente tranquilla.

Si infilò velocemente le scarpe ed uscì di corsa, destinazione casa Armstrong.

Non le importava un accidente se Billie le aveva detto di non andare da lui, sentiva che era quella la cosa giusta da fare.

Corse per la strada fino a che non arrivò alla meta prefissata.

L'edificio era circondato dalle auto della polizia, e uomini in divisa passeggiavano avanti e indietro.

E poi, proprio mentre Gloria si avvicinava, la vide.

Vide la madre di Billie per la prima volta, mentre due agenti la portavano via.

Non somigliava molto al ragazzo, aveva i capelli lunghi e rossi, forse tinti, che le ricadevano sulle spalle e gli occhi socchiusi. I poliziotti che la scortavano la tenevano per i gomiti e la invitavano a proseguire.

Era ammanettata. Per la prima volta nella sua vita Gloria vide delle vere manette, che erano proprio come quelle dei film. Si sentì strana, le sembrava che quella situazione fosse impossibile.

Fecero sedere la donna in auto e chiusero la portiera. L'automobile nella quale l'avevano fatta salire partì immediatamente, mentre le altre due rimasero parcheggiate di fronte all'abitazione.

Gloria si avvicinò alla casa, ma un agente la bloccò.

Che ci fai tu qui, ragazzina? Non è un posto per te, questo”.

Io...” cominciò Gloria, “Io sto solo...”.

Gloria!” si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e vide Billie sulla porta che la fissava e le veniva in contro.

Si abbracciarono e la ragazza non poté non notare subito il suo braccio fasciato ed il suo viso spaventato e rigato di lacrime.

Lo strinse forte a sé.

I suoi occhi... erano così pieni d'odio!” sussurrò il ragazzo, “Avresti dovuto vederli, lei... lei era... diversa”.

Va tutto bene, va tutto bene” lo confortò lei, sfiorandogli una spalla.

E' tutto finito, l'hanno portata via” singhiozzò Billie.

Billie... Billie credimi, era la cosa giusta da fare”sussurrò Gloria.

L'agente si allontanò da loro per lasciarli soli in un momento tanto delicato.

No” rispose il ragazzo.

Sì invece” ribadì Gloria stringendolo più forte.

Nessuno ti farà più del male, adesso”sussurrò poco dopo accarezzandogli i capelli.


Un'ora dopo la polizia se ne andò.

Avevano interrogato David, Billie ed i suoi fratelli e avevano analizzato la situazione.

Hollie, la madre, era stata arrestata a tempo indeterminato.

Alcolista, violenta, incontrollabile. Così l'avevano definita.

Proprio tutto il contrario di un genitore modello.

David aveva, ancora una volta, sollevato la situazione.

Mi occuperò io di tutti loro” aveva detto, “Ho un lavoro, posso farcela”.

Anche la sorella maggiore di Billie, oltre a studiare, lavorava in un piccolo negozio di dolci in centro alla città e avrebbe contribuito al benessere dei suoi fratelli con il suo stipendio.

Non era un granché, ma gli agenti non avevano trovato un'altra soluzione.

Avrebbero mandato gli assistenti sociali a controllare la situazione circa ogni due settimane per assicurarsi che non ci fossero problemi, ma non avrebbero fatto altro.

Gloria, seduta sul divano di casa Armstrong con Billie stretto a sé, non riusciva a rilassarsi.

Perchè stavano succedendo tutte quelle cose?

Era forse finalmente tutto risolto o era l'inizio di nuovi guai? Non ce la faceva più e anche Billie era distrutto.

La sua vita era uno schifo, in effetti.

Si ricordò improvvisamente del suo ritardo e le venne un colpo.

No, no, no. Lei non doveva essere incinta. Ci mancava solo questa.

In tutta la sua vita non aveva mai avuto tanta voglia di piangere come in quel momento, ma, ancora una volta, doveva farsi forza.

Non poteva permettersi di crollare.


Quando finalmente lasciò quella casa per tornare alla sua, sua madre la rimproverò per il fatto che fosse uscita senza avvisare e che lei fosse tornata a casa senza trovarla, ma Gloria non la ascoltò nemmeno.

Era semplicemente un'altra cosa spiacevole, quel giorno. Una di più, una di meno... cos'altro poteva andare storto?







Angolo autrice

Allooooora!

Prima di tutto mi scuso per l'immenso, imperdonabile, schifosissimo ritardo, ma è stata una pessima settimana a scuola e non ho avuto tempo di aggiornare, scusate çç.

Mi scuso anche perchè il capitolo è leggermente (eh, tanto per cambiare!) deprimente, spero non mi uccidiate nelle recensioni se dovessero essercene....

Terza e ultima cosa (e, forse, non vi piacerà nemmeno questa!) è che ormai mancano circa 5-6 capitoli alla fine della fanfiction...

Okay me ne vado prima che possiate insultarmi più di quanto, probabilmente, avete già fatto!

Rage & Love


BrutalLove xx

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Capitolo 32
*** Having a Blast ***


-Tre giorni dopo-

Gloria entrò in classe e si sedette di fianco ad Amanda, in attesa di Billie.

Erano tre giorni che non si faceva vedere, ma aveva promesso che quel giorno sarebbe tornato a scuola.

Suonò la campanella, ma del ragazzo neanche l'ombra. Il professore entrò nell'aula e iniziò la lezione.

Gloria lanciò un'occhiata preoccupata a Mike che alzò le spalle. Evidentemente non sapeva neanche lui perchè l'amico non fosse tornato quella mattina.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta e Billie entrò tutto trafelato.

Signor Amrmstrong, ancora in ritardo?” domandò il professore, “Non le hanno insegnato a puntare la sveglia?”.

Ho perso l'autobus” si giustificò lui.

Come al solito, vero? Non è la prima volta che cerca di fregarmi, signorino! Ogni volta che interrogo lei arriva in ritardo”.

No, non è vero!” fece Billie.

E ha anche il coraggio di rispondermi?”.

Gloria sperò con tutta sé stessa che il ragazzo stesse zitto, ma lui rispose con un secco “Si” e lei si sentì sprofondare.

DAL PRESIDE, SUBITO!” gridò il professore andandogli in contro e spingendolo con rabbia fuori dalla porta.

Sentirono Billie protestare mentre si allontanava con quell'uomo in corridoio, poi più nulla.

Si guardarono tutti senza fiatare, Mike si avvicinò a Gloria.

Non ci voleva anche questa”.

Già... che dici che gli fanno?”.

Non lo so, spero nulla”.

Torno al mio posto prima che rientri quel matto”.

Mike fece appena in tempo a risedersi al suo banco che il professore entrò in classe rosso in viso, sbattendo la porta. Billie non era con lui.

Gli studenti lo fissarono con aria interrogativa ma quello non disse nulla, aprì semplicemente il registro come niente fosse, e iniziò a interrogare.


Quando suonò la campanella che segnava la fine della prima ora, Mike e Gloria, che erano terribilmente in pensiero per Billie, si precipitarono a cercarlo per la scuola, ma non lo trovarono.

Missà che l'hanno mandato a casa” fece Mike.

Che stronzi. Billie non merita tutto questo”.

Lo so, Gloria. La sua vita è fatta di ingiustizie... a proposito, come va con le medicine che gli hanno dato?”.

Meglio... non ha quasi più avuto crisi, ha solo qualche sbalzo d'umore repentino”.

Sì, l'ho notato”.

Parlarono un altro po' e poi tornarono in classe. Entrambi non vedevano l'ora di uscire dall'edificio per andare a cercare Billie.

Mangiarono allo stesso tavolo e passarono la pausa pranzo seduti sul muretto in cortile.

Fu allora che videro il ragazzo appoggiato alla ringhiera, che dava loro le spalle.

Billie!” lo chiamò Gloria.

Lui si voltò e le sorrise.

Ciao”.

Che ti è successo?” domandò Mike.

Mi hanno espulso”.

Cosa? Espulso?”.

Non poteva credere che avessero così poco riguardo per lui, visto che sapevano che era anche malato. In fondo può capitare di arrivare in ritardo, no? Ok, a Billie capitava un po' spesso, bisognava ammetterlo.

Sì, per cinque giorni”.

Ah”.

Sono fottutamente felice” ridacchiò lui.

Gloria alzò gli occhi al cielo.

Per colpa tua il professor Martin ha interrogato più di mezza classe” constatò Mike.

Billie alzò le spalle.

Come va a casa?” domandò Gloria, che non sapeva nulla delle novità riguardo quello che restava della sua famiglia.

Alla grande” rispose il ragazzo sorridendo leggermente, “Mio fratello David fa davvero tutto il possibile ed è più... è più carino con me, ha detto che si è reso conto di quanto io fossi importante per lui” concluse arrossendo un po'.

Gloria si sentì sollevata.

Sono contenta” disse.

Anch'io” rispose Billie.

Dobbiamo rientrare” fece Mike lanciando una rapida occhiata alle masse di studenti che rientravano nell'edificio.

D'accordo”.

Posso passare a trovarti, questo pomeriggio?” domandò Billie a Gloria.

Ma certo, quando vuoi” gli rispose.

Si scambiarono un delicato bacio attraverso la ringhiera sotto lo sguardo intenerito di Mike e poi le loro strade si divisero.

Gloria tornò a scuola con il biondo, mentre Billie si allontanò dall'edificio e si diresse verso casa.


Quello stesso pomeriggio Gloria rimase tutto il tempo sdraiata sul divano.

Era felice per le novità riguardo il fratello di Billie, ma aveva ancora un tremendo peso sullo stomaco.

No, il ciclo non era ancora ricomparso e l'ansia aumentava con il suo ritardo.

Proprio mentre i pensieri la stavano divorando dall'interno, Billie bussò alla porta e la ragazza venne distratta dal suo arrivo.

Lo fece accomodare in salotto e parlarono un po'.

Ah, come avrebbe voluto parlargli della sua ansia, di come fosse preoccupata, di come sospettasse di essere rimasta... incinta.

Ma non poteva. Doveva tenersi tutto dentro, come al solito.

Sii forte.

Fallo per gli altri.

Aiutalo.

Quante volte Gloria si era ripetuta quelle frasi? Tante, troppe.

Spesso era davvero troppo buona con le persone, se ne rendeva conto.

Gloria” la chiamò Billie, vedendola pensierosa.

Sì?”.

Sei strana”.

Sono solo un po'... stanca” mentì lei, e si avvicinò a lui per baciarlo.

Le loro labbra si toccarono e si fusero in un bacio dolce e caldo.

Ti amo” gli sussurrò all'orecchio.

Anch'io” rispose il ragazzo.

Perlomeno una cosa l'aveva ottenuta, e non era proprio una cosa da niente.

Billie la amava.

E bastava questa certezza a non farla crollare.

Si domandò se anche per lui fosse la stessa cosa. Sperò di sì e tornò a tormentare le sue labbra.





Angolo autrice

Lo so, sono in terribile ritardo! Sono quasi, ehm, tre settimane (?) che non aggiorno, ma la scuola mi sta uccidendo :(.

Che ne pensate di questo capitolo?

Come pensate si svilupperà la conclusione della storia? (Eggià, non mancano molti capitoli, ormai...).

A presto!


BrutalLove xx

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Capitolo 33
*** Something unpredictable ***


Quei cinque giorni passarono lenti e monotoni.

Scuola con Mike e Amanda la mattina, pomeriggio passato a studiare o a chiacchierare - e baciare - Billie.

L'unica cosa rimasta a tormentare la tranquillità era quel peso tremendo sullo stomaco che non se ne andava.

Gloria ormai non riusciva nemmeno più a dormire di notte.

Se il ciclo non fosse ricomparso al più presto avrebbe dovuto parlarne con qualcuno, ne era certa.

Una cosa del genere si può nascondere per un po', ma non per molto, e la ragazza lo sapeva bene.

Aveva già deciso di raccontarlo ad Amanda quando, una mattina, le sue paure svanirono all'istante quando constatò una macchia rosso scuro sugli slip.

Era così felice che si mise a saltellare per il bagno con la scatola degli assorbenti stretta tra le mani.

Uscì di casa tutta contenta e arrivò alla fermata del pullman di corsa.

Si sentiva viva, felice, leggera.

Non era mai stata più sollevata in vita sua.

Arrivò a scuola in un baleno e trovò Billie ad aspettarla sui gradini all'ingresso.

Ah già, quello era il giorno della riammissione.

Billie!!” lo salutò lei correndogli incontro.

Sono tornato” ridacchiò lui di rimando, “Come mai così contenta?”.

Sono felice di vederti” rispose la ragazza e gli si avvicinò teneramente.

Si abbracciarono e si scambiarono un delicato bacio sulle labbra prima di entrare a scuola mano nella mano.



I mesi successivi volarono via in un baleno. Le giornate si fecero più calde, gli alberi in fiore produssero i primi frutti.

Oakland era un posto magnifico in quel periodo.

Sdraiata in giardino sotto il sole di maggio, Gloria faceva i compiti con Amanda. Mangiavano un gelato, parlavano un po'.

A volte invece andava al capannone per sentire suonare Billie, Mike e Al.

Il moro le stava anche insegnando qualche accordo con la chitarra, ma lei non era particolarmente brillante in quel genere di cose.

La situazione a casa Armstrong si era stabilizzata definitivamente; David aveva trovato un lavoro fisso e si era preso a cuore non solo Billie, ma anche l'incarico di occuparsi della famiglia.

Il ragazzo era felice. Per la prima volta Gloria lo vedeva sorridere per più di cinque minuti al giorno, e non era raro sentirlo ridere. Il suono della sua risata era senza dubbio la cosa che preferiva più di tutte al mondo.

La faceva sentire allegra e orgogliosa, quando pensava che in parte aveva contribuito anche lei a fargli ritrovare il sorriso.

Non aveva quasi più crisi epilettiche, ne aveva manifestata solo una in due mesi, e anche il bipolarismo sembrava migliorare.

Gli sbalzi d'umore repentini lo avrebbero accompagnato per il resto della sua vita, ma soffriva sempre meno di depressione.

Gloria non si era mai sentita così innamorata, ed il ragazzo ricambiava il suo stesso sentimento.

Il ricordo che lei aveva di Christian era finalmente un ricordo felice. Perchè è proprio come dicono. La vita va avanti, non ci si può permettere di non accettare quello che ci succede. Non si può rimare legati ad un evento passato quando non si può pensare di modificarlo.

La vita può non essere facile o felice, ma di certo è meravigliosa.

Un dono unico e dal valore inestimabile da custodire con attenzione.

Nulla era mai stato tanto perfetto nella vita di Gloria.

Nulla era stato mai tanto perfetto nella vita dei due ragazzi.

Forse anche troppo perfetto.

E quando qualcosa è troppo perfetto ci si deve sempre aspettare che la magia possa finire da un momento all'altro.



Ad agosto i genitori di Gloria ricevettero una nuova proposta di lavoro e decisero si trasferirsi di nuovo.

Non importava il fatto che avessero promesso che quello sarebbe stato l'ultimo trasloco, non importava il fatto che la loro figlia avesse per la prima volta trovato dei veri amici e anche l'amore.

No, tutto questo a loro non importava. L'unica cosa di cui si preoccupavano era il lavoro, e sempre sarebbe stato così.

Mantenere un certo tenore di vita, lavorare giorno e notte senza tregua per avere uno stipendio consistente. Eccessivo.

Tutte cose che a Gloria una volta erano sembrate importanti, ma che ora le parevano tanto superflue, inutili.

La ragazza si era chiesta più di una volta se davvero i suoi genitori fossero felici.

Ma nel senso davvero felici, se riuscissero a godersi la vita o la stessero sprecando così inutilmente. Si era risposta che forse ognuno cerca la felicità in modo diverso e la trova dove altri non vedono invece nulla di speciale.


Quando le parlarono del nuovo trasloco, si sentì crollare il mondo addosso.

Tutte le certezze che aveva svanirono in un istante e lei si ritrovò ad arrancare nell'oscurità, senza sapere dove andare.




Angolo autrice

Ehm... ho ritardato... di nuovo. :(

Scusatemi tutti, davvero, è solo che la scuola quest'anno mi sta proprio uccidendo e non accendo mai il PC...

In ogni caso questo capitolo fornisce una svolta inaspettata... cosa ne pensate? Come dite che si evolverà la situazione?

Scusatemi di nuovo per l'immenso ritardo, spero che a qualcuno interessi ancora questa storia...


BrutalLove xx

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Capitolo 34
*** Hold On ***


Come avrebbe potuto partire, lasciare tutti i suoi amici?

Come avrebbe potuto abbandonare Billie?

Come avrebbe potuto anche solo pensare di non vederlo mai più?

Come avrebbe sopportato la distanza senza temere di perderlo, questa volta?

Come avrebbe fatto a sostenerlo, aiutarlo, confortarlo, durante i momenti di crisi in cui lui avesse richiesto il suo appoggio?

Non ce l'avrebbe fatta. Non avrebbe potuto sopportarlo.

Che cosa poteva fare?

Quando dicono che una persona non appartiene ad un'altra, che una persona può scegliere per il proprio destino... bè, sbagliano.

Come poteva lei, ragazzina sotto la tutela dei suoi genitori, ribellarsi alle loro scelte e scegliere per il proprio destino? Impossibile.

Doveva accettare, ancora una volta.

Sottomettersi alle decisioni altrui, farlo per gli altri.

Si chiese quando era stata l'ultima volta che aveva fatto qualcosa per sé.

Mai sentito dire che la vita è troppo corta per lasciare che te la distruggano? A volte è impossibile permettere che non accada. A volte l'unica opportunità è quella di lasciarsi sopraffare dalle situazioni, qualsiasi siano le conseguenze.



-Qualche settimana dopo-

Pronto...”. Gloria non aveva la minima voglia di fare quella telefonata. Avrebbe fatto chissà cosa per evitarla, ma non poteva. Semplicemente non poteva.

Gloria! Ciao! Come va?” rispose Amanda con voce squillante.

Ehm...”.

Gloria che c'è? Stai male?”.

No... Amanda, io mi... io mi trasferisco” riuscì a dire a stento.

Cosa?!” gridò l'amica.

Sì...”.

...O mio Dio, dimmi che scherzi!”.

No...lo so, io... io non so che dire, scusami”.

Mi dispiace moltissimo, davvero. Ma... ne sei proprio sicura? Cioè...”.

Sì, ne sono sicura. E dispiace tanto anche a me” rispose Gloria, deglutendo fatica, “Ti va se ci vediamo domani per salutarci?”.

Domani? Quando parti?”

Tra meno di una settimana e negli ultimi giorni prima dei traslochi, di solito, sono parecchio presa dalle valigie...”.

Oh... meno di una settimana...”.

Amanda, stai bene?”.

Sì, si... a che ora ci vediamo domani?”.

Alle tre va bene?”.

Perfetto...alle tre, allora...”.

Ciao, mi dispiace tanto”.

Non preoccuparti” rispose Amanda con voce strozzata, “A domani”.

Quando Gloria chiuse la telefonata si sentì morire.

Quanto era stato difficile parlarne con Amanda? Molto, moltissimo, e questo la spaventava.

Quanto sarebbe stato difficile dirlo a Billie?


Il giorno seguente, quando si trovò con Amanda, andarono a mangiare un gelato.

Nessuna delle due, inizialmente, accennò al trasloco. Era come se entrambe volessero, in qualche modo, respingere la realtà.

Fu solo quando si salutarono che si resero conto che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero viste.

Prometti che mi chiamerai” sussurrò Amanda con le lacrime che minacciavano di traboccarle dagli occhi.

Ma certo” rispose Gloria, piangendo, “Ti chiamerò spesso, te lo prometto”.

Si abbracciarono e si strinsero forte.

Sei una vera amica” sussurrò Amanda.

Anche tu” rispose Gloria, “Potresti... potresti farmi un favore?”.

Ma certo, quello che vuoi” fece Amanda dolcemente.

Quando me ne andrò prometti che sarai carina con Billie?”.

Amanda la fissò per un istante prima di rispondere con decisione.

Sì, lo farò” disse.

Grazie mille” sussurrò Gloria piangendo.

La faceva stare meglio pensare che il ragazzo non sarebbe rimasto solo, al momento della sua partenza.

Sciolsero l'abbraccio e le loro strade si divisero.

Si salutarono con la mano quando erano già lontane ed entrambe singhiozzarono forte sulla strada di ritorno verso casa.


****

Gloria!” fece Mike quando la vide entrare nel capannone.

Mike, Al” rispose Gloria, “Grazie per essere venuti qui, oggi”.

Che c'è, vuoi organizzare un'altra festa a sorpresa per Billie? Per questo non l'hai invitato?” domandò Al.

No... niente festa a sorpresa... volevo solo dirvi che mi trasferisco”disse tutto d'un fiato.

Sia Mike che Al rimasero a bocca aperta, incapaci di parlare.

Davvero?” fece poi il biondo.

Sì, tra tre giorni” precisò lei, trattenendo a stento le lacrime.

Vieni qui” fece Mike abbracciandola.

Non ce la farò a lasciare tutti voi” singhiozzò Gloria, stretta al suo petto, “Come... come farò a dirlo a Billie? Non lo merita, non lo merita!” gridò.

Calmati” sussurrò il biondo, accarezzandole la schiena.

Gloria sollevò la testa e lo fissò.

Oh Mike” sussurrò quando vide che aveva gli occhi lucidi.

Non preoccuparti, va tutto bene” rispose lui.

Da quanto lo sai?” chiese Al.

Da qualche settimana... ma ho sempre sperato che la situazione cambiasse” farfugliò Gloria, asciugandosi il naso.

Quindi... quindi Billie non sa nulla?” domandò Mike.

No” singhiozzò Gloria, “Non ce la farò a parlargli”.

Devi dirglielo al più presto” concluse Al.

La ragazza annuì.

Non sarà facile” fece Mike, “Ma... ma devi farlo il prima possibile... parti tra tre giorni, deve avere il tempo per... per digerire la cosa”.

Gloria annuì e sprofondò di nuovo il viso nel suo petto.

Ricordava quando aveva detto a Christian del trasloco, ma non c'erano paragoni tra quei due ragazzi.

Christian aveva una famiglia alle spalle, una bella vita... era solo un ragazzo confuso.

Billie invece non solo era perso in sé stesso, ma aveva anche una vita pessima, non aveva quasi famiglia e aveva problemi di salute.

Come poteva strappargli anche l'unica certezza che si era costruito?

Come poteva lasciarlo dopo avergli dato e promesso sicurezza?

Parlare con lui sarebbe stata la cosa più difficile che avesse mai fatto in tutta la sua vita.


Quella sera, davanti allo specchio, si immaginò il dialogo con Billie e cercò di prepararsi un discorso.

Non sapeva nemmeno lei come si sarebbe comportata, non sapeva cosa gli avrebbe detto.

Probabilmente gli avrebbe telefonato tutti i giorni e sarebbe tornata da lui il prima possibile.

Provò una fitta al cuore quando si rese conto che era proprio quello che sarebbe successo se Christian non fosse morto.

Sospirò.

Un anno, un solo anno e lei sarebbe stata maggiorenne, avrebbe fatto ciò che voleva della sua vita.

Sì, non proprio. Come poteva pensare di lasciare la scuola per andare a trovare Billie? Probabilmente lei sarebbe andata al college, non avrebbe potuto andarsene a suo piacimento. E sapeva bene che i suoi genitori non gliel'avrebbero mai permesso.

No, alla fine lo avrebbe visto solo d'estate, durante le vacanze.

Provò ad immaginare la situazione.

Quel piano che le era sembrato perfetto quando aveva lasciato Christian e si erano messi d'accordo per vedersi solo nel periodo estivo, ora, con Billie, le sembrava un fallimento totale.

Non che fosse il ragazzo in questione a cambiare le cose, ma forse il semplice fatto che lei fosse cresciuta e potesse meglio rendersi conto delle cose.

Cosa sarebbe successo durante tutto l'anno, quando lei e Billie sarebbero stati a migliaia di chilometri di distanza?

Non poteva permettersi di stare in ansia di continuo per la sua salute, perchè non poteva vederlo o abbracciarlo, ma solo sentire la sua voce...

E poi se lui, in sua assenza, si fosse invaghito di un'altra? E se, invece, fosse capitato a lei?

Come poteva in fondo assicurare a sé stessa che avrebbe amato sempre e solo lui, anche vedendolo solo una volta all'anno?

Avrebbe conosciuto altre persone e, inevitabilmente, anche se era certa di amarlo moltissimo, la distanza avrebbe contribuito a farla allontanare da lui e a farle incontrare qualcun altro capace di farla stare bene.

Lo sapeva, sarebbe successo.

Un anno è un tempo estremamente lungo.

E lo stesso valeva per Billie.

No, non poteva vincolare le loro vite ad una relazione impossibile.

E le relazioni a distanza sono praticamente impossibili.

Si chiese che cosa sarebbe successo se Christian non fosse morto. Molto probabilmente lei non avrebbe osato affezionarsi a Billie, perchè si sarebbe sentita in colpa.

Ma sarebbe stata una semplice rinuncia fisica, in fondo in cuor suo lo avrebbe amato segretamente, semplicemente perchè non puoi negare a te stessa quello che provi davvero. E questo avrebbe compromesso la sua relazione con Christian.

Come sarebbe finita? Non riusciva ad immaginarlo, ma era quasi certa che la loro non sarebbe stata una storia a lieto fine.

E ora stava per ripetere un'altra volta lo stesso errore.

Tanto valeva chiudere la sua relazione con Billie prima di partire, si sarebbero considerati semplici amici e avrebbero potuto telefonarsi...

Ma chi voleva prendere in giro, quando non era convincente nemmeno per sé stessa?

Come puoi considerare qualcuno un semplice amico, quando ormai ti sei spinta troppo oltre quel tipo di rapporto?

No, non avrebbe sopportato quella relazione, sarebbe andata stretta ad entrambi.

La soluzione era una sola.

Dolorosa, affrettata... l'unica possibile.

La loro storia sarebbe finita lì e non si sarebbero nemmeno più sentiti.

Era la cosa giusta da fare, ne era sicura.

Sentì all'improvviso un peso enorme sul petto, tanto pesante da far male.

Ci avrebbe sofferto molto, moltissimo, avrebbe pianto tutte le sue lacrime fino a non averne più... ma poi avrebbe accettato la situazione e avrebbe ripreso a vivere.

E così anche Billie.

Già, Billie.

Come avrebbe potuto dirgli una cosa del genere?

-Ciao Billie, trasloco e questa è l'ultima volta che ci vediamo e parliamo. Addio-.

Sarebbe stato tremendo.

Ma era la cosa giusta da fare, forse, e andava fatta.





Angolo autrice

Hola! Ehm... siamo quasi alla fine della ff e non sapete quanto mi dispiaccia aggiornare con così tanto ritardo, ma non ce la faccio proprio ad essere puntuale, la scuola... sì, è sempre colpa della scuola! Ahah.

Spero di poter aggiornare un po' in anticipo il prossimo capitolo, per ora vi lascio con le riflessioni di Gloria! A proposito... cosa ne pensate?

Rage & Love


BrutalLove xx


Ah dimenticavo! Se qualcuno volesse seguirmi su instagram sono @billiegasm_gd !

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Capitolo 35
*** Don't Leave Me ***


-Il giorno seguente-

Gloria, passeggiando nervosamente avanti e indietro sulla terrazza, compose il numero di casa Armstrong e attese.

Nessuno rispose per un po', ma poi la voce forte e chiara di David le riempì le orecchie.

Ciao, sono Gloria”.

Ciao Gloria, vuoi parlare con Billie?”.

Sì, per favore” rispose la ragazza.

Pronto?” domandò una voce squillante.

Ciao Billie”.

Ehi Gloria”.

Mi chiedevo se ti andasse di venire sotto casa mia questo pomeriggio”.

D'accordo... andiamo a mangiarci un gelato?” domandò lui tutto contento e Gloria si sentì di nuovo morire.

Certo, se vuoi”.

Okay... Alle quattro?”.

Alle quattro”.

A dopo!”.

Riattaccò.

Stupida, stupida, stupida.

Avrebbe dovuto anticipargli la brutta notizia, invece lo aveva invitato a prendere un gelato!

Billie ora si aspettava un'uscita come un'altra, allegra e divertente.

L'avrebbe presa ancora peggio.

Con lo stomaco in subbuglio e i pensieri che le vorticavano nella mente, Gloria riprese a fare gli scatoloni.

Ora che ci pensava, erano la cosa che più aveva visto in vita sua.

In qualche modo quelle scatole di cartone caratterizzavano la sua esistenza.

La sua vita era fatta di scatoloni.

E proprio come una pila di scatole, crollava ogni qualvolta, per poi essere ricostruita inutilmente con cura e attenzione.


Non mangiò nulla per pranzo ed uscì di casa alle tre e mezza.

Anche se sapeva di essere in anticipo ed era proprio davanti a casa, non riusciva a rientrarci.

Si sedette su una panchina lì vicino e aspettò pazientemente che il ragazzo si facesse vivo.

Mezz'ora dopo Billie arrivò e le corse in contro.

La abbracciò e lei ricambiò, stringendoselo al petto più di quanto già facesse di solito.

Dove andiamo?” domandò il ragazzo poco dopo.

Gloria alzò le spalle, “Dove vuoi” mormorò, e visto che Billie non sembrava voler andare subito a comprare il gelato, iniziarono a passeggiare per la strada deserta.

Diglielo, diglielo, diglielo. Cosa aspetti? Più aspetti e peggio è!

Billie...”.

Sì?”.

Devo dirti una cosa importante” sussurrò la ragazza.

D'accordo” fece Billie, sorridendo.

Oh come odiava dover spegnere quel sorriso. Si sentì uno schifo, ma che altro poteva fare?

Diglielo, diglielo, diglielo.

Ti prego non... non prenderla male, okay?”.

Gloria, ma che cazzo sta succedendo?”. Billie stava iniziando a preoccuparsi.

Mi trasferisco” sbottò Gloria all'improvviso.

Ecco, lo aveva detto.

Cosa?” fece Billie come se non avesse compreso il significato delle sue parole.

....domani” aggiunse la ragazza.

Addio delicatezza.

Cosa? C-che cosa? No, no... tu-tu non puoi, non... non può essere vero, dimmi che non lo è! Dimmi che è un brutto scherzo!” disse Billie quasi gridando.

Oddio, l'aveva presa male.

Mi dispiace tanto, Billie” sussurrò Gloria trattenendo le lacrime, avvicinandosi a lui e circondandolo con le braccia.

Lui la respinse; “Avevi detto che saresti rimasta! Avevi detto che saresti stata con me! Che non mi avresti lasciato, tu...” singhiozzò, il corpo tremante.

Gloria si sentì morire.

Non l'aveva presa male, l'aveva presa malissimo.

Quanto era stato difficile per lei accettare il fatto che avrebbe cambiato casa, amici e scuola di nuovo dopo che le avevano promesso che non sarebbe più accaduto niente del genere?

Ci aveva messo una settimana ad arrendersi alla realtà, anche se aveva sempre sperato, e continuava tuttora a sperare, che disdicessero il trasferimento dei suoi genitori.

Era logico che Billie si comportasse in quel modo, come aveva previsto Mike aveva solo bisogno di tempo per accettare il fatto che avrebbe perso Gloria.

Ma perchè? Perchè il destino, se esisteva, doveva essere tanto ingiusto e crudele?

Mi dispiace, mi dispiace, non sai quanto...” disse Gloria, incapace a sua volta di trattenere le lacrime, “Non è facile neanche per me, credimi. Ma non fare così, o sarà ancora più difficile per entrambi... vieni qui, fatti abbracciare” mormorò circondandolo con le braccia.

Billie questa volta la lasciò fare, arrendendosi alle emozioni e alla realtà, impotente.

Da quanto lo sai?” chiese fra le lacrime.

Da qualche settimana” sussurrò la ragazza, “E credimi è stato tanto difficile tenermi tutto dentro, apparire felice...”.

E tu me lo dici adesso?! Il giorno prima di abbandonarmi?”.

Billie, io... scusami, ho dovuto aspettare, non sapevo come dirtelo e poi... poi ho sempre sperato che qualcosa cambiasse e che io potessi rimanere”. Le si spezzò la voce e strinse a sé il ragazzo appoggiando la testa nell'incavo della sua spalla.

Ci sentiremo, vero?” farfugliò Billie, sciogliendo leggermente l'abbraccio.

Ecco, ora veniva la parte più difficile.

Sentirlo ma non vederlo. Guardare ma non toccare.

Erano differenze enormi, impossibili da accettare.

Il dolore che avrebbe provato sentendo la sua voce e capendo di non poterlo raggiungere sarebbe stato troppo.

Non avrebbe potuto aiutarlo, confortarlo, coccolarlo e avrebbe vincolato le vite di entrambi ad una relazione impossibile.

Billie... magari ci rivedremo, un giorno” riuscì a dire.

Ma potremmo telefonarci, così...”.

No” rispose lei, decisa, e fu il 'no' più difficile di sempre, “Credimi, sarebbe impossibile, noi...”.

Quindi tu... quindi tu non mi vuoi più?” domandò il ragazzo, sconvolto.

Certo che ti voglio” lo confortò Gloria, “Ti amo come non ho mai amato e mai amerò nessun altro”.

E allora?” domandò Billie, confuso.

Ma ti voglio se posso averti, stringerti e stare con te. Credimi è... è meglio se la nostra storia finisce qui, per il bene di entrambi”.

No, no, io..” farfugliò lui.

So che sarà difficile” singhiozzò Gloria, “Ma è l'unico modo, credimi”.

Gloria ti prego... Non farmi questo, ti prego!” singhiozzò, e la ragazza per un attimo temette che quei singhiozzi incontrollati gli avrebbero squarciato il petto.

Billie, Billie... calmati, per favore” lo implorò lei, “Andrà tutto bene, andrà tutto b-”.

No che non andrà bene! Te ne andrai, tutto tornerà come prima, come è sempre stato! E tu... tu mi dimenticherai, non è così? Ti dimenticherai di me”.

Non dire così” sussurrò lei stringendolo di nuovo a sé, “Io non mi dimenticherò mai di te, Billie Joe Armstrong” mormorò baciandolo con passione.

Fu un bacio caldo, triste, malinconico e al sapore di lacrime, ma il più bello che ci fosse mai stato tra i due.

Le loro labbra si muovevano all'unisono, le loro lingue si intrecciavano e accarezzavano.

Il sapore salato delle lacrime si mischiava con quello della saliva di entrambi.

Si baciarono finchè le loro labbra si fecero calde e arrossate.

Si baciarono finchè non divenne troppo difficile da sopportare.

Allora questo non è servito a nulla” fece Billie staccandosi da lei e cercando di non piangere.

Che cosa?”.

Il nostro amore, i momenti felici insieme...” sussurrò, “A cosa è servito tutto questo?”.

Sapresti rispondere se ti chiedessero che senso ha l'amore?” domandò Gloria.

Billie scosse la testa.

Io mi ricorderò di te e tu ti ricorderai di me, saremo sempre l'uno parte dell'altro”.

Si ricordò di quella frase, -le nostre impronte non svaniscono sulle vite che tocchiamo- e si rese conto di quanto fosse vera. Una parte di lui sarebbe rimasta dentro di lei, per sempre.

Promettimi che farai il bravo” disse Gloria, fra le lacrime, “Promettimi che ti ricorderai di prendere le medicine, non riprenderai a bere e non litigherai con David, promettimelo, ti prego”.

Il ragazzo annuì debolmente.

Grazie” sussurrò poi, “Per tutto”.

Grazie a te” rispose la ragazza, “Sappi che questo è stato l'anno più bello della mia vita”.

Anche per me” fece Billie singhiozzando, “Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi insegnato che esistono dei sentimenti bellissimi che non bisogna avere paura di provare... grazie per avermi insegnato ad amare”.

Ti amo, Billie Joe Armstrong”.

Ti amo, Gloria Wright”.

Si baciarono ancora, più volte, senza mai sciogliere l'abbraccio in cui uno intrappolava l'altra.

Tornerai mai?” domandò Billie, poco dopo.

E chi può dirlo?” rispose lei lasciando che le lacrime le rigassero le guance.

Allora questo è davvero un addio” singhiozzò il ragazzo.

Gloria annuì.

Non ti chiamerò se è questo che vuoi, te lo prometto” disse ancora Billie, con la voce rotta, e Gloria ripensò alla sua scelta, alla scelta che aveva fatto per entrambi, e per un secondo la riconsiderò.

No, non poteva permettersi di soffrire ancora per la lontananza.

Quello era un addio.

Addio” singhiozzò lei.

Billie la abbracciò un'ultima volta.

Addio” sussurrò con la testa appoggiata al suo petto.

La baciò sulla fronte e poi lei si voltò e si allontanò.

Quando, poco dopo, si girò per un istante per salutarlo con la mano, il ragazzo non c'era più.

Doveva essersi già allontanato.

Starà bene. Nessuno gli farà del male. Avrà una vita lunga e felice anche senza di te.

Quella fu l'ultima volta in cui si videro, perchè Gloria non sarebbe mai più tornata da lui.

Non si seppe più nulla di lei e della sua famiglia e la sua storia finisce qui.

Quella di Billie, invece, continua.



I’ve gone thru pain every day & night
I feel my mind is going insane
Something I can’t fight
Don’t leave me

-Dont' leave me, Green Day-






Angolo Autrice

Ehm... sinceramente mi vergogno da morire a ricomparire così all'improvviso e con questo capitolo!

Però la storia è già tutta scritta e non mi va di lasciarla incompleta perchè c'è ancora qualche buon'anima (che ringrazio di cuore) che la segue nonostante i miei ritardi (dovuti alla scuola!!!).

Cosa ne pensate di questo capitolo? Mi piacerebbe che mi lasciaste una recensione per farmelo sapere, perchè ho riflettuto molto prima di decidere il finale per questa storia visto che non volevo che fosse banale e quindi mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate...

Ci si vede al prossimo capitolo :)

Rage and Love

(spero di aggiornare presto!!!)


BrutalLove xx

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Capitolo 36
*** Good Riddance ***


Il giorno dopo il loro addio, Billie si svegliò presto, si vestì in tutta fretta e corse a perdifiato per le vie di Oakland per salutare Gloria un'ultima volta, prima che partisse.

Voleva stringerla ancora tra le sue braccia, assaporare le sue labbra per l'ultima volta.

Quando arrivò di fronte alla casa, però, la trovò deserta.

Se n'era già andata.

Lo aveva abbandonato.

Si sedette sulla panchina lì vicino con la testa fra le mani, e pianse tutte le sue lacrime, da solo.

La persona che più amava e che più lo aveva amato, se n'era andata. Lo aveva lasciato senza nessuno.

Rimase così, con le ginocchia al petto, per una buona mezz'ora, noncurante dei passanti che gli gettavano occhiate curiose.

Quando ebbe pianto tutte le sue lacrime, si alzò e si avvicinò a quella che era stata la casa di Gloria.

Era stata anche sua, per un periodo. Averci vissuto e sapere di non poterci più ritornare rendeva tutto più difficile.

Provò ad aprire la porta ma era chiusa.

Girò attorno al perimetro dell'abitazione e trovò una finestra dimenticata socchiusa.

La aprì con forza ed entrò nella villa.

Così vuota sembrava ancora più grande.

Non era rimasto più nulla, solo muri spogli e dipinti di bianco.

Salì al piano di sopra e raggiunse la stanza dove aveva dormito per settimane con la ragazza che amava.

Vuota. Completamente vuota.

Pensieri e ricordi vorticarono nella sua mente veloci e dolorosi.

Gloria gli mancava già. Quel vuoto che sentiva dentro di sé sembrava essere qualcosa di incontrollabile e incolmabile. Si chiese se il dolore dell'abbandono sarebbe mai passato.

Il ricordo di lei, vivo nella sua mente, lo faceva soffrire, ma allo stesso lo confortava. La certezza che lei fosse davvero esistita e non se la fosse solo immaginata, che qualcuno l'avesse amato e lo stesse forse ancora amando era qualcosa che gli permetteva di sentirsi meno solo.

Anche se quel qualcuno ora non c'era più.

Misurò a grandi passi lo spazio del locale e si avvicinò alla finestra per guardare di sotto.

Scorse un filo arancione appoggiato sul davanzale e aprì la finestra per afferrarlo.

No, non era un filo. Era un elastico per capelli. Gloria doveva esserselo dimenticato lì, al momento della partenza.

Lo prese in mano delicatamente, come se fosse qualcosa di estremamente delicato e prezioso, ed in effetti per lui lo era.

Era appartenuto a lei.

Lo mise con cura in tasca e si ripromise che l'avrebbe conservato per sempre.

Per ricordarsi di lei.

Rimase ancora qualche istante nella casa deserta, poi uscì dalla finestra e corse a perdifiato verso casa.

Aprì la porta e trovò suo fratello David intento a preparare la colazione.

Gli si gettò tra le braccia e scoppiò in un pianto disperato.

Sei solo. Tutti ti lasciano, prima o poi. Perchè non sei abbastanza per nessuno?


-Nobody likes you, everyone left you, they're all out without you having fun-.




Fu in quel periodo che Billie cadde in depressione.

Per tutta l'estate non fece altro che starsene in camera sua a fissare il vuoto, senza che nessuno riuscisse a confortarlo.

Si sentiva solo, fragile, inutile.

Anche Mike aveva tentato in ogni modo di aiutarlo a superare il trauma, ma senza risultato.

Billie, impassibile, ormai non piangeva neanche più perchè non aveva più lacrime da versare.

Mangiava poco e di rado, i suoi fratelli non sapevano che fare.

Gli proposero più di una volta di provare a cercare il numero di Gloria e chiamarla, ma lui rifiutò, deciso.

Sapeva che non era la cosa giusta da fare. La ragazza aveva ragione. A cosa serviva confortarsi a distanza? Finita la telefonata si sarebbe sentito anche peggio, il sollievo provato sentendo la sua voce sarebbe svanito all'improvviso lasciandolo solo e perso più di prima.

Si consolava pensando che a lei importasse ancora di lui, ma non ne era poi così certo.

Si fidava di lei, ma come poteva essere sicuro che lei non l'avesse già dimenticato?

Bella, intelligente, disponibile. Chissà quanti ragazzi lo avevano già sostituito.

I mesi passarono e la situazione non migliorò.

Quando iniziò la scuola Billie si presentò una settimana dopo con poca voglia di vivere e ancora meno di studiare.

Lo espulsero una, due, tre volte in pochi mesi.

Ricominciò a soffrire di crisi epilettiche e la depressione aumentò in modo impressionante. L'alcool divenne suo compagno giornaliero, insieme alle sigarette.

Possibile che nessuno intorno a lui si sentisse così? Possibile che a nessuno mancasse Gloria?

Perfino Amanda sembrava averla dimenticata. Come poteva essere?

Forse era possibile perchè lui l'aveva amata e continuava ad amarla. Nessun altro si era affezionato a lei in quel modo, e per tutti loro il distacco era stato più facile.

Fu intorno al mese di gennaio che Billie riprese a suonare dopo mesi di inattività.

Solo come non mai, trovò conforto e compagnia nella sua chitarra, Blue.

E iniziò a comporre.

Si chiudeva per ore nella sua stanza e scriveva testi senza sosta. Le parole sgorgavano naturali e silenziose dalla penna, imbrattando la carta.

Iniziò ad allontanarsi maggiormente dal mondo della scuola e cominciò a rifugiarsi nel capannone tutti i pomeriggi, suonando le sue composizioni.

Decise anche di cambiare il nome del gruppo che aveva creato. Non voleva che la gente li conoscesse come gli “Sweet children”, perchè di dolce in lui c'era ben poco, pensava.

Green day” era un nome che gli faceva più giustizia.

Ben presto anche Mike si adattò alle sue abitudini, ed entrambi lasciarono la scuola poco prima che Billie compisse diciotto anni.

La scuola non sarebbe stata la loro vita. La loro vita sarebbe stata la musica.

Colei che non ti abbandona mai, a meno che a volerlo non sia tu. Una presenza costante, sempre pronta a confortarti e sostenerti, una certezza come nessun'altra.

Avrebbero iniziato il loro primo tour poco dopo.

Avevano già organizzato ogni cosa quando Al si ritirò dal progetto.

Voglio andare al college, studiare, farmi una vita. Non voglio finire sotto i ponti con una batteria sgangherata vicino e delle bacchette di legno in mano” disse.

Fu così che li abbandonò da un giorno con l'altro, lasciandoli senza un batterista, ma nessuno dei due si lasciò abbattere e ben presto la fortuna girò dalla loro parte.

Un giorno, mentre guidavano su una strada poco trafficata, si imbatterono in un ragazzo della loro età che stava facendo l'auto-stop e che aveva con sé dei tamburi.

Carpe Diem non era mai stato così azzeccato.

E colsero l'attimo, eccome se lo colsero.






Angolo autrice

Yahoooooooo non sono tremendamente in ritardo questa volta :D.

Bene, cosa ne pensate? Vi è piaciuta questa parte?

Questo che avete letto è il penultimo capitolo della fanfiction anche se il prossimo è più un epilogo che un vero e proprio capitolo.

Ringrazio di cuore i lettori che hanno recensito, sappiate che mi fa davvero tanto piacere leggere la vostra opinione su ciò che scrivo.

A presto con l'ultimo capitolo!


BrutalLove xx

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Capitolo 37
*** I hope he had the time of his life ***


Qualche mese dopo, il primo tour dei Green Day ebbe inizio.

Erano giovani, poveri, inesperti, ma facevano della gran musica.

Chiedevano ospitalità in casa dei fan perchè non avevano abbastanza soldi per l'affitto di una stanza, e quelli sembravano ben contenti di ospitarli.

Fu in quel periodo che Billie conobbe Adrienne.

Alla fine di un concerto, la ragazza gli si avvicinò per chiedere dove avrebbe potuto trovare un loro disco.

Billie se ne innamorò immediatamente non appena la vide, ma rimase schiavo della sua paura di affezionarsi a qualcuno per molto tempo.

Lasciò passare dei mesi, ma lei era ormai il suo pensiero fisso.

Quando pensava a lei si sentiva bene. Riusciva perfino a fargli dimenticare il dolore che ancora provava quando il ricordo di Gloria si faceva vivo nella sua mente.

Quando la incontrò di nuovo, si fidanzarono.

Quella donna, sua grande fan, lo salvò dal crollare. Billie stava così bene con lei che, tranquillizzandosi e sentendosi di nuovo protetto, l'epilessia diminuì a poco a poco fino a scomparire quasi completamente. Gli sbalzi d'umore repentini invece rimasero, ma Adrienne ci fece ben presto l'abitudine e li accettò. Lo amava tanto che nessun difetto del ragazzo avrebbe potuto in qualche modo cambiare i sentimenti che provava nei suoi confronti.

Tempo dopo si sposarono ed ebbero due figli, Joey Marciano e Jakob Danger.

Si amarono molto e fine alla fine dei loro giorni.



Jakob terminò il racconto e si schiarì la gola. Parlare così tanto lo stancava, doveva essere l'età che cominciava a farsi sentire.

E' una storia bellissima, nonno...” sussurrò il nipotino, “Ma come fai a sapere tutte queste cose?” domandò, mentre lottava per non sprofondare tra le braccia del sonno.

Quel ragazzo -Billie- era mio padre” rispose Jakob dopo un attimo di esitazione.

Parlare di lui lo rendeva sempre molto orgoglioso, ma il ricordo della sua perdita, avvenuta ormai molto tempo prima, gli procurava ancora dolore.

Billie aveva vissuto la sua vita, lunga e felice, doveva rendersene conto, accettarlo.

Era stato un marito, un padre, un musicista, ma soprattutto un uomo eccezionale, e di certo molti dovevano pensarla così.

Davvero?” chiese il bambino con gli occhioni verdi spalancati per lo stupore, riportando Jakob alla realtà.

Sì” rispose, “E tu gli somigli incredibilmente tanto, credimi...”. Quelle iridi penetranti color smeraldo gli ricordavano Billie più di quanto non volesse ammettere. “Ora dormi, è tardi e domani mattina devi andare a scuola”.

Sembrava impossibile che il suo nipotino avesse già sei anni.

Come passava, il tempo.

Buonanotte nonno” mormorò il bambino.

Buonanotte Tom”sussurrò Jakob spegnendo la luce della stanza ed uscendo senza far rumore, chiudendosi la porta alle spalle.




The end





Angolo Autrice

Allora, eccoci qua, siamo alla fine!

Siamo alla fine e quasi non ci credo.

Questa storia, forse la più lunga che abbia mai scritto finora, è cresciuta con me, sera dopo sera, i personaggi che immaginavo e che erano da qualche parte nella mia mente hanno preso vita così naturalmente che, se ci penso, mi sembra davvero di averli conosciuti e di aver condiviso con loro sentimenti, emozioni ed esperienze.

Mi piacerebbe davvero tanto sapere cosa ne pensate della storia, della conclusione... se vi è piaciuta, se vi ha delusi.

Mi piacerebbe che questa storia colpisse, lasciasse in qualche modo un segno... so che sto chiedendo troppo e che questa fanfiction non è niente di che, ma mi ci sono affezionata più che a ogni altra finora.

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito, aggiunto la storia a preferite/seguite... o semplicemente letto, perchè è per voi che scrivo.

Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia dall'inizio e anche tutti coloro che hanno iniziato a leggerla da poco.

Ringrazio i Green Day, perchè senza di loro non sarei probabilmente la persona che sono. O forse sarei esattamente la stessa ma non metterei la cravatta a quadretti per andare a scuola. [JUST KIDDING!]

Ringrazio una persona speciale che ha letto questa storia prima di tutti gli altri.



Eh si... siamo alle ultime righe dell'ultimo capito di Learn How To Love Again, ma non vi preoccupate! Sto scrivendo da qualche mese una fanfiction a capitoli che pubblicherò a breve (si spera) in questa sezione!

Un bacione!!!


BrutalLove xx





It's something unpredictable,

but in the end is right

I hope you had the time of your life.

-Good Riddance, Green Day-

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