So sweet inside di redseapearl (/viewuser.php?uid=76050)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fragilità ***
Capitolo 2: *** Dono ***
Capitolo 3: *** Capelli ***
Capitolo 4: *** Lettera ***
Capitolo 5: *** Premio ***
Capitolo 6: *** Occhio ***
Capitolo 7: *** Sorriso ***
Capitolo 8: *** Torta ***
Capitolo 9: *** Panna ***
Capitolo 1 *** Fragilità ***
Fragilità
Il resto dei compagni si
era preparato per tornare a casa. Murasakibara, la
testa chinata e nascosta dall’asciugamano, non accennava ad alzarsi dalla
panchina dello spogliatoio.
“Noi andiamo” annunciò il capitano, rivolto più a Himuro che al centro della loro squadra. “Ci pensi tu?” gli
chiese, facendo un cenno del capo in direzione di Atsushi.
“Certo” rispose Himuro,
mostrando poi un sorriso rassicurante.
Quando tutti furono usciti, si avvicinò al compagno
depresso. Rimase in piedi a pochi centimetri da lui. Murasakibara
stava mostrando tutta la sua fragilità ed era strano associare a quella specie
di fantoccio inanimato l’immagine del risoluto giocatore che aveva combattuto
come una bestia feroce per tutta la partita.
“Atsushi.” Nessuna risposta.
A stento si poteva percepire il lento movimento della schiena che si alzava ed
abbassava al ritmo del respiro. “Atsushi” ripeté e
questa volta gli prese il mento tra l’indice e il pollice e lo costrinse ad
alzare il capo.
Aveva smesso di piangere, ma i suoi occhi erano
ancora velati da una patina di lacrime. “È tutta colpa tua” disse in tono
neutro, quasi meccanico.
Tatsuya
non sembrò risentire dell’accusa. L’amico continuò il suo sfogo. “Se tu non
avessi insistito, ora non starei così. Mi sarei fermato molto prima.”
“E dimmi, saresti stato soddisfatto di te se avessi
gettato la spugna prima del fischio finale?”
Murasakibara
non rispose. Uno scintillio di colpevolezza gli attraversò gli occhi. Con uno
slancio fulmineo abbracciò il compagno. L’asciugamano che aveva tenuto in testa
alla stregua di un sudario gli scivolò all’indietro, adagiandosi sulle spalle.
Himuro
fu un po’ sorpreso da tanto improvviso affetto. Non era abituato a mostrare i
propri sentimenti con gesti plateali, ma in quel caso fece un’eccezione. Gli posò
la mano sui capelli e gli lisciò alcune ciocche facendole scivolare tra le
dita.
“Volevo farla pagare a Kagami
per averti fatto piangere” confessò Murasakibara.
Tatsuya
non poté fare a meno di sorridere felice: a volte la puerilità dell’amico era
quasi comica. Gli prese delicatamente il viso tra le mani a coppa. I loro
sguardi si incrociarono ancora una volta. Sotto l’occhio sinistro di Atsushi vi era ancora il livido che gli aveva procurato in
un impeto di rabbia. Gli sfiorò l’ematoma con l’indice e il medio. Le sue dita
avevano lo stesso tocco leggero delle zampe di una farfalla. “Mi spiace averti
colpito.” Si chinò e gli baciò la palpebra in segno di scuse.
Non aveva mai fatto trasparire così smaccatamente le
proprie emozioni e questa era una delle prime cose che Atsushi
aveva capito di lui. Di fatti, questi non riuscì a dissimulare la sorpresa
mista a meraviglia per quel bacio e non gli venne nulla di sensato da dire.
“Ora vai a casa e riposati” gli suggerì Himuro. “Io devo vedermi con una persona.”
“Kagami?”
Tatsuya
percepì una nota di gelosia nel modo in cui Atsushi
aveva pronunciato il cognome di Taiga. “Ci sentiamo domani” glissò la domanda.
Quando uscì, percepì distintamente sulla nuca lo
sguardo perplesso e sospettoso di Murasakibara.
E non poteva negare a sé stesso che tanto interesse
nei suoi confronti non gli dispiaceva affatto.
Note dell’autrice
Non
ho abbandonato le AoKise, assolutamente: loro
rimarranno il mio pair preferito di questo fandom ancora per molto (spero).
La
coppia MurasakibaraxHimuro mi stuzzicava già da un po’
ed è uno dei rari casi in cui una coppia yaoi non mi
ispira p0rn a tutta forza. Mi viene difficile pensare a loro in circostanze più
spinte, ma chissà che con un po’ di pratica non arrivi anche a tanto XD
Ho
deciso di iniziare questa raccolta di flashfic in
maniera molto free: vuol dire che non ci saranno aggiornamenti regolari, ma in
base a come mi viene. In ogni caso, ogni capitolo/flash sarà slegato l’uno dall’altro,
per cui non ci sarà una vera e propria trama. Al massimo gli episodi descritti
seguiranno una linea temporale, ma nulla di più.
Sono
molto, ma molto incerta sull’IC. Per precauzione ho scritto nell’introduzione
che c’è, ma cercherò di fare del mio meglio per limitarlo: in ogni caso mi
rimetto al vostro giudizio. Confrontare la propria visione dell’IC con altre
persone è una delle cose più stimolanti che ci possono essere in un fandom, a mio personale avviso.
Ho
già in mente un’altra scenetta, ma arriverà dopo Natale! Spero vi sia piaciuto
questo capitolo e sappiate che i commenti sono sempre molto graditi e attesi
con ansia *w*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Dono ***
Dono
Entrato nel locale, Tatsuya
individuò subito la testa di Atsushi ergersi al di
sopra di quelle di tutti gli altri clienti. Sullo sfondo le file di luci di
Natale lampeggiavano pigramente in un’alternanza di rosso e oro, incorniciando
la figura del compagno come un’aurea.
Tatsuya
si avvicinò e, dopo averlo salutato, si accomodò sulla sedia dall’altra parte
del tavolino.
Atsushi
stava inzuppando un biscotto al burro in una tazza di cioccolata calda con
quella sua tipica aria contemplativa e assente al contempo.
“Ne ho ordinata una anche per te” gli disse per poi
portarsi il biscotto imbevuto a metà alle labbra.
“Grazie, ma non amo molto la cioccolata calda.”
“Ok, la berrò io per te.”
Tatsuya
non credeva affatto che il compagno lo avesse chiamato proprio il giorno di
Natale per incontrarsi al solo scopo di bere qualcosa insieme. “Di cosa
vorresti parlarmi?” domandò senza ulteriori indugi. Sul volto, il solito
sorriso appena accennato.
“Tu e Kagami siete ancora
fratelli?”
Tatsuya,
spiazzato dal quesito imprevisto, sbarrò gli occhi. Poi il suo volto si sciolse
in quella che Atsushi reputò la massima espressione
di tenerezza che l’amico sapesse manifestare. “Per quel che mi riguarda non
più, ma ciò non toglie che non ci sia ancora dell’affetto tra noi.”
La parola ‘affetto’ sembrò scatenare un certo
fastidio nell’altro. Questi si portò la tazza alle labbra e trangugiò il resto
della bevanda fumante.
La cameriera si avvicinò al tavolo e poggiò davanti
a Tatsuya la cioccolata ordinata in precedenza,
interrompendo quel breve momento di impasse tra i due.
Atsushi
le porse la propria tazza ormai vuota e, prima ancora che la ragazza si fosse
allontanata, allungò la mano per afferrare quella di Tatsuya.
“E ti manca avere un fratello minore?” indagò ancora
Atsushi.
Stanco di quel discorso la cui conclusione sembrava
ancora lontana, Tatsuya decise di affrontare la
conversazione in modo più diretto. “Dove vuoi andare a parare?
L’amico, ormai messo alle strette e consapevole che
prima o poi avrebbe dovuto arrivare al nocciolo della questione, prese dalla
tasca della giacca qualcosa e la poggiò al centro del tavolinetto. Aprì la mano
e si udì il tintinnio di un oggetto metallico. Quando la ritirò, Tatsuya poté vedere ben due anelli di acciaio che
scintillavano nel riverbero delle lucine amaranto attorno a loro.
“Era questo dunque?” chiese retoricamente,
afferrando l’anello più piccolo.
“Ho dimenticato però di prendere le catenine” ammise
candidamente Atsushi.
“Ti ringrazio per il regalo, ma…” Si interruppe.
Indossò l’anello all’anulare e constatò che era leggermente largo, ma non
abbastanza da potersi sfilare da solo. “… io non ti voglio come fratello
minore.”
Atsushi
si pietrificò all’istante. Osservò il volto sereno del compagno e proprio non
riusciva a capire cosa di tutta quella situazione lo rendesse tanto contento.
Tatsuya
comprese che l’altro non aveva afferrato pienamente il senso nascosto delle sue
parole. “Io vorrei essere qualcosa di più di un fratello maggiore per te.”
Afferrò l’altro anello rimasto abbandonato sul tavolo sino a quel momento.
Prese la mano di Atsushi e gli inanellò l’anulare
come uno sposo che infili la fede nuziale al dito della novella moglie.
Atsushi
osservò perplesso il gesto. Sollevò la mano e guardò il cerchietto d’acciaio
brillare alla luce artificiale del lampadario sopra di sé. Gradualmente il suo
viso si sciolse in un’espressione di pura consapevolezza.
Guardò l’altro ragazzo che gli rimandava un sorriso
complice. “Oh, questo non lo avevo previsto, però… per me è anche meglio che
essere fratelli. Ma adesso cosa dovremmo fare?”
“Prima finisci la cioccolata. Poi paghiamo il conto.
Infine usciamo” spiegò Tatsuya, quasi stesse
spiegando una tattica di gioco durante una partita.
“Intendevo tra di noi.”
“Be’, non è il caso di fare qualcosa in un locale pubblico. Meglio rimandare a più tardi.”
Atsushi,
perplesso, afferrò la tazza di cioccolata con entrambe le mani. Ingurgitò la
bevanda in soli tre lunghi sorsi e senza attendere oltre si alzò dal tavolo per
andare a pagare il conto.
Era palese ad entrambi che non aveva la minima
intenzione di aspettare troppo per ‘fare qualcosa’.
Note dell’autrice
È terribile avere un’idea e non riuscire a metterla
per iscritto come si vorrebbe D: Non so come mi siano venuti i personaggi,
specialmente Murasakibara: ho puntato molto sul suo
lato più infantile, anche se non vorrei aver troppo esagerato. Più che mai in
questa fanfic l’IC ha raggiunto il minimo storico.
Questa seconda breve shot
partecipa ad un contest e avrei voluto attendere la valutazione (in particolar
modo per questo benedetto IC) ma poi Natale passava e si perdeva l’atmosfera!!
Ringrazio immensamente Rota per aver commentato il
primo capitolo! ^^
Ne approfitto anche per augurare a tutti Buon natale!
^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capelli ***
Capelli
Sovrastando il rumore dell’acqua
scrosciante della doccia, Himuro sentì dall’altra
parte del divisorio il suono netto di un oggetto che si rompeva.
“Oh, ca…!” sentì dire da Murasakibara.
“Qualcosa non va, Atsushi?”
chiese Tatsuya mentre si lisciava i capelli per
lavare via ogni traccia di shampoo.
“Mh… niente…” rispose vago
il compagno di squadra.
Poco dopo, Himuro lo vide
uscire dalle docce con addosso l’accappatoio; nella mano teneva stretto
qualcosa. Quando lo raggiunse nello spogliatoio, lo vide intento a rimettere
insieme, con scarsi risultati, i due pezzi di un pettine. “Credo che non ci sia
molto da fare” fece notare.
“È il terzo che rompo.” Murasakibara
non sembrava dispiaciuto più di tanto per il danno. Buttò il pettine ormai
inservibile nel borsone e vi immerse le mani per cercare qualcosa. Tirò fuori
un secondo pettine bianco. “Mia madre ne ha comprata una scorta e me ne lascia
sempre uno di riserva.”
“Dovresti essere più delicato” gli consigliò l’amico
mentre gli porgeva la mano. Atsushi guardò dubbioso il
palmo del compagno. “Ti faccio vedere.” Ricevuto il pettine, si posizionò alle
spalle del compagno seduto sulla panca. Delicatamente, prese una ciocca e lo fece
scorrere sulle punte. Quando i pochi nodi presenti furono sciolti, partì da
metà ciocca e ripeté la stessa procedura. Infilò poi i denti del pettine tra le
radici dei capelli e lisciò la ciocca verso il basso. “Devi partire dalle punte
e risalire man mano. Se inizi subito dalla cima rischi solo di far annodare
ancora di più i capelli” spiegò Tatsuya, per poi
passare ad un secondo ciuffo.
“Me lo ricorderò” promise Murasakibara,
lasciandosi pettinare ancora. Gli piaceva la sensazione che gli procuravano le
dita del compagno quando scivolavano tra i capelli o gli sfioravano la nuca.
“È la mia impressione o hai deciso di farteli
crescere?” Himuro aveva notato che da un po’ di tempo
l’amico si legava spesso i capelli in una coda di cavallo bassa non solo quando
giocava o si allenava, ma anche durante il resto della giornata.
“Può essere… Ahi!”
“Suvvia, era un nodo piccolino. E come mai questa
decisione?” Era arrivato quasi alla fine: per fortuna, la chioma di Atsushi era così liscia che si lasciava pettinare molto docilmente.
“Così è più facile legarli.”
A quella rivelazione, Tatsuya
intuì il fattore scatenante che aveva indotto l’amico a rivoluzionare così il
proprio look. Sorrise, un po’ lusingato. “Quindi è perché ti dissi che la coda
ti dona molto.”
“No” disse Murasakibara,
voltandosi verso l’amico. Lo sguardo di quest’ultimo era sorpreso, curioso e un
tantino deluso. “Dicesti che con la coda ti piaccio di più.”
Il viso di Himuro si
sciolse in un sorriso dolce e compiaciuto. “Ah, scusa. Non ricordavo le parole
esatte.” Gli restituì il pettine. “Vedi? È ancora integro.”
Atsushi
osservò l’oggetto in modo quasi analitico, come se volesse testare la
veridicità delle parole di Tatsuya. “Mia madre non
sarà contenta quando le dirò che ne ho rotto un altro. Forse dovresti
pettinarmi sempre tu, Muro-chin.” Reputò la scusa convincente,
anche se non era del tutto falsa. In fondo, era vero che sua madre si sarebbe
arrabbiata, ma non sarebbe stata la prima volta che lo rimproverava di
qualcosa. Avrebbe ascoltato distrattamente la ramanzina e poi si sarebbe
diretto in camera sua a dormire come sempre.
Ogni colpo di pettine era stato simile ad una
carezza e Atsushi trovava il tocco delicato di Tatsuya molto rilassante, specie dopo un pomeriggio di
allenamenti.
Himuro
sospirò: alle volte non sapeva proprio dire di no ad Atsushi.
“Va bene, ma non farli crescere ancora molto: questa lunghezza è l’ideale per
te.” Ormai aveva capito quali tasti premere per fargli fare (quasi) tutto
quello che voleva.
Note
dell’autrice
Ed eccomi con la terza minishot di questa raccolta. Ripeto che le shot hanno tutte trame slegate tra loro, per cui se nella
precedente Himuro e Murasakibara
si fidanzano, in questa non sono una coppia (non ancora almeno, chissà che tra
una pettinata e l’altra non ci scappi un bacio XD).
Detto ciò, mi piaceva l’idea di
scrivere qualcosa prendendo come spunto Atsushi con i
capelli legati. Devo dire che questa coppia mi ispira abbastanza, anche se si
tratta di episodi piccolini per ora, ma ho già altre due ideuzze
per i prossimi due capitoli :3
Fatemi sapere cosa ne pensate, please: senza pareri non posso capire se sbaglio qualcosa o
meno D:
I commenti sono sempre molto
graditi, sia quelli positivi che quelli più critici ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Lettera ***
Lettera
Da quando la squadra dello Yosen High era stata eliminata dalla Winter
Cup, le lettere d’amore indirizzate ad Himuro erano aumentate in maniera vertiginosa. Schiere di
ragazze erano pronte a consolare il loro affascinante campione, chi con frasi
dolci, chi (con grande sorpresa dello stesso Himuro)
in modo molto più esplicito: era sorpreso da quanto le ragazze giapponesi
potessero essere intraprendenti.
“Non è giusto!” si lamentò il capitano, vedendo la
montagnola di lettere cadute ai piedi di Tatsuya una
volta aperto l’armadietto. “Anche io ho perso ed essendo il capitano sono il
più bisognoso di consolazione qui!”
Ryu
e Fukui non si lasciarono sfuggire l’occasione di
irridere Okamura e la sua capacità di suscitare
tenerezza nel gentil sesso alla stregua di un cucciolo di gorilla.
Durante questo allegro teatrino, l’attenzione del
capitano fu catturata all’improvviso da Atsushi e in
particolare dalla sua mano che reggeva una lettera rosa: un terribile sospetto
gli fece ghiacciare il sangue nelle vene. “Murasakibara,
dimmi che quella l’hai presa dal mucchio di lettere indirizzate a Himuro!”
“Veramente… l’ho trovata nel mio armadietto” rispose
l’interpellato senza alcuna particolare enfasi o gioia.
I presenti si impietrirono all’istante. Fu Fukui a rompere l’incredulo silenzio. “Forse una fan di Himuro ha sbagliato ad imbucarla” disse speranzoso, mentre
il compagno di squadra apriva svogliatamente la missiva.
“No: è proprio indirizzata a me.”
“Non è possibile!” gridò Okamura
in preda allo sconforto. “Persino lui è riuscito a fare colpo, questo non è
giusto!” e accompagnato dagli altri due compagni di squadra (anch’essi sconsolati)
uscirono dallo spogliatoio.
Tatsuya
era rimasto immobile per tutto il tempo. Ricevere lettere d’amore per lui era
diventata una prassi giornaliera quasi, ma vedere Atsushi
oggetto delle attenzioni di qualche ragazza lo aveva sconvolto più di quanto
immaginasse.
Scrutò ogni sua singola espressione facciale mentre
questi leggeva la lettera per catturare anche la più minima traccia di
interesse. Murasakibara sembrava del tutto
disinteressato, come se stesse scorrendo il testo con gli occhi senza
intenzione di capirne il senso.
Quando ebbe terminato, guardò Himuro
quasi volesse chiedergli consiglio su come comportarsi, ma si accorse subito
del turbamento del compagno. “Qualcosa non va?”
Tatsuya
si rese conto solo in quel momento di quanto fossero palesi le proprie emozioni
e liquidò la domanda con un semplice: “No, niente.” Era come se avesse
realizzato solo in quel momento che Atsushi poteva
essere la preda ambita da più di una ragazza e il solo pensiero di vederlo
passeggiare con una possibile fidanzata gli fece annodare lo stomaco.
Murasakibara
non fu per nulla soddisfatto della risposta. “Sicuro?”
“Sì, certo” rispose l’altro e coronò le parole con
un bel sorriso.
“Mh… pensavo ti desse
fastidio.”
Era insolito da parte di Atsushi
mostrare tanta perspicacia. Ciò stupì non poco il compagno. “Un po’ sì, è vero”
confessò questi.
“Solo un po’?”
Himuro
sospirò: certe volte Murasakibara minava seriamente
la sua pazienza. “Esattamente cosa vuoi che ti risponda?”
“Non so, sembrava che la cosa ti avesse irritato.
Insomma, io non sopporto di vedere tutte quelle lettere che ricevi ogni
giorno.”
Tatsuya
mostrò sincero stupore per quella confessione inaspettata. “Perché non me lo
hai mai detto?”
“Perché non sarebbe cambiato nulla: il fatto che non
mi piacciano non impedirà a quelle ragazze di scrivertele.” L’argomentazione di
Atsushi era buona e fondata, tuttavia il ragazzo non
aveva considerato un dettaglio importante e che Himuro
gli fece notare subito.
“Hai ragione, ma, sai, quando si sta con una persona
è bello conoscere i suoi sentimenti.”
“Mh…” Atsushi
scorse velocemente la lettera alla ricerca di qualche frase in particolare,
quasi volesse mettere in pratica la lezione sui sentimenti impartitagli dal
compagno. “Questa tizia dice che mi ha visto piangere a fine partita e se ne è
dispiaciuta tanto. Aggiunge anche che non meritavo di perdere. Sembra che abbia
provato pietà per me.” Himuro lo ascoltò con vivo
interesse, più che altro curioso di sapere dove l’altro volesse andare a
parare. “Comunque, di quello che pensa lei non mi interessa” aggiunse Atsushi e strappò la lettera che aveva ancora in mano,
incurante dei sentimenti della sua unica fan. Il nodo allo stomaco di Tatsuya si sciolse dolcemente come un fiocco di seta, ma la
questione non era ancora conclusa. “Tatsu-chin*,
anche tu hai provato pietà per me quel giorno?”
Tatsuya
lo guardò dritto negli occhi. Nelle iridi lilla del compagno vide un vivido
interesse per la sua risposta. Capì che la sua era la sola opinione che davvero
poteva interessare il centro della Generazione dei Miracoli. “Assolutamente no”
rispose con sincerità. Afferrò il ragazzo per la maglia e lo tirò a sé: il
bacio a fior di labbra che seguì coronò quelle parole, dissipando ogni dubbio
di Atsushi.
*Atsushi nel manga chiama Tatsuya
con il nomignolo Muro-chin. Dato che il vezzeggiativo
è riferito al cognome, ho pensato che è molto improbabile che Atsushi si riferisca al proprio ‘fidanzato’ per cognome,
per cui mi sono presa la libertà di modificare il nomignolo usando il nome proprio
di Himuro. È lo stesso principio per cui ritengo che
nella coppia AominexKise, se i due dovessero mettersi
insieme, non si riferiranno mai l’uno all’altro usando i cognomi: quali
fidanzati al mondo si chiamano in questo modo? XD
Note
dell’autrice
Sto praticamente
racimolando tutti i possibili spunti forniti nel manga per creare situazioni
quanto più peculiari per questa coppia: il riferimento alle lettere d’amore che
Himuro riceve sempre a scuola non potevo lasciarlo da
parte! Di questa shot avevo bene in mente l’inizio,
ma la fine quasi per niente. Ho scritto persino due versioni: questa qui, in
cui i due sono fidanzati e una in cui non lo erano. Mi son detta “Ma che cavolo:
è una raccolta su questa coppia e ancora non si sono scambiati un bacio vero e
proprio!”
Alla
fine ho fuso le due versioni ed è venuta fuori questa qui. Mi sento abbastanza
soddisfatta del lavoro, devo dire (cosa molto rara per me): più che altro mi
piace tanto l’aver concluso il tutto con un bacio, anche se molto casto :3
In
questa shot c’è un’incongruenza: gli eventi si
svolgono subito dopo la sconfitta dello Yosen. Così
come per il Touou, è certo che i membri del terzo
anno di questa squadra (Okamura e Fukui)
non facciano più parte della squadra dopo la partita. Di conseguenza non
avrebbero dovuto trovarsi tutti e 5 nello spogliatoio della scuola, però non ho
resistito alla tentazione di far deprimere il loro capitano e far scioccare gli
altri due alla vista di Murasakibara che riceve una
lettera d’amore X°D Vi chiedo di sorvolare su questo dettaglio! ^^””
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Premio ***
Premio
Atsushi poggiò
pesantemente il mento sul libro e disse con tono esausto: “Tatsu-chin,
facciamo una pausa.”
Himuro
guardò l’orologio appeso alla parete di fronte a lui. Sospirò affranto. “Ne abbiamo
fatta una dieci minuti fa.”
“Lo so” ammise Murasakibara
senza il minimo risentimento.
“E un’altra
ancora quindici minuti prima.”
“Sì, lo so.”
“Di questo passo non finirai mai i tuoi compiti:
dovresti cercare di rimanere concentrato più a lungo.” Era la prima volta che Tatsuya lo rimproverava seriamente per qualcosa. Sapeva che
il compagno era un tipo poco incline allo studio e con una soglia temporale di
concentrazione molto bassa, ma non avrebbe immaginato fino a questo punto.
“Per te è facile: hai vissuto in America tanti anni.
Inglese è difficile!” Di contro, Murasakibara sapeva
che Himuro sarebbe stato un insegnante piuttosto severo
e intransigente, ma non fino a questo punto (per i suoi standard, almeno).
L’improvvisato maestro d’inglese prese un bel
respiro. “A quanto pare non ho altra scelta” disse più a sé stesso che all’altro.
Andò verso il proprio armadio, aprì l’anta destra e si chinò per prendere
qualcosa.
L’inconfondibile suono di una busta di plastica ridiede
nuova vita ad un Atsushi che sembrava sul punto di
crollare per la stanchezza solo qualche secondo prima.
Himuro
prese dal sacchetto un paio di snack al cioccolato, di quelli che tanto
piacevano al suo compagno. Da quel po’ che Murasakibara
era riuscito ad intravedere, lì dentro c’era una vera e propria scorta di dolciumi:
un autentico tesoro.
“Facciamo un accordo: ti concedo una pausa ogni mezz’ora.
Se rimarrai concentrato per tutto questo tempo, ti darò uno snack ogni volta.”
Gli occhi di Atsushi
parvero illuminarsi di nuova vita. Himuro lo
conosceva proprio bene, e si compiacque di sé nel vedere l’altro approvare
mutamente questo metodo d’insegnamento.
Tuttavia, un’ombra di perplessità oscurò il volto di
Murasakibara subito dopo. “Questo metodo non è lo
stesso che si usa per addestrare i cani?” chiese, piuttosto offeso.
“Mi credi così maligno? Ti sto solo offrendo un
incentivo in più a studiare, visto che la prospettiva di prendere un bel voto
al prossimo compito di inglese non ti interessa.”
Murasakibara
non sembrò del tutto convinto da quella spiegazione. Comunque, il richiamo dei
dolci era molto allettante. In ogni caso, Tatsuya non
lo avrebbe fatto andare via fino a che non avesse completato tutti gli esercizi
di grammatica e lui già sentiva di stare andando in crisi ipoglicemica.
“Ah, quasi dimenticavo!” aggiunse Himuro col tono di voce di chi si appresti ad annunciare il
gran finale. “I miei genitori rientreranno alle nove. Se riusciamo a finire entro
un paio di ore, ce ne rimarrà una libera prima che arrivino.”
“Libera?”
L’ingenuità di Atsushi a
volte rasentava il comico per Tatsuya. Si sporse
verso di lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. “Consideralo come il gran
premio finale.”
Murasakibara
sbarrò gli occhi. Abbassò le pupille verso il libro che ancora fungeva da
poggia-mento, guardandolo come se fosse un avversario da battere ad ogni costo.
Si raddrizzò sulla schiena di scatto. L’espressione era concentrata al massimo:
non aveva intenzione di perdere neanche un singolo minuto in più. “Allora, com’era
questa regola del past perfect?”
Note
dell’autrice
Alle volte ho il terrore di ripetere
le stesse cose ^^”” In questo caso, la capacità di Himuro
di saper convincere Atsushi a fare tutto ciò che
vuole, anche se nell’altra shot in cui è presente
questo tema (Capelli) è solo accennato.
Mi fa morire il fatto che Tatsuya riesca a manipolare Atsushi
usando dei dolci XD Ispirante per questo è stata la vignetta del chap 175!
E siamo a quota 5 capitoli! Il mio
obiettivo è scriverne 10, perché mi piacciono le cifre tonde e perché dubito di
sfornare più di una decina di idee diverse :S Considerato che, il prossimo
capitolo è già scritto (ma partecipa ad un contest e quindi devo aspettare i
risultati) e l’idea per l’ultimo già ce l’ho, devo solo idearne altri 3 D: Sì, dai, ce la posso fare!
Ringrazio chi segue questa storia e
in particolar maniera Rota, che si è prodigata a recensirmi tutti i capitoli!
:*
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Occhio ***
Occhio
Quando Murasakibara
si fissava su qualcosa, diventava ossessionato e ossessionante. Quella volta la
vittima delle sue continue insistenze fu Himuro.
In particolare, Atsushi si
era convinto che il compagno portasse un’acconciatura che gli coprisse con il
ciuffo l’occhio sinistro perché voleva nascondere qualcosa. Le ipotesi erano
svariate: poteva trattarsi di una cicatrice; o magari di strabismo; o chissà
cos’altro. Ogni volta che Atsushi sparava una delle
sue fantasiose idee, Himuro si limitava a dirgli ‘No.
Mi piace semplicemente portarli così’.
Ma Murasakibara rimaneva
sempre scontento da quella risposta. Decise, quindi, di passare ai fatti: se Tatsuya non voleva svelargli il suo segreto, allora lo
avrebbe scoperto da solo. Bastava scostargli il ciuffo di capelli corvini e così
avrebbe visto con i propri occhi la verità.
Dato che non aveva abbastanza pazienza da aspettare
che l’occasione propizia si presentasse spontaneamente, decise di crearla lui
stesso. Gli chiese se volesse rimanere a dormire da lui per quella notte. Himuro acconsentì senza sospettare nulla. Per i genitori di
Atsushi, Tatsuya era
semplicemente un amico, nonché compagno di squadra, con il quale il figlio
aveva stretto un solido legame. Non sospettavano minimamente della relazione
più intima che univa i due giovani e di certo questi non volevano farsi
scoprire.
Per quella sera, quindi, dovettero limitarsi a un
limitato scambio di effusioni per non fare rumori molesti e sospetti. Arrivato
il momento di dormire, Murasakibara lottò
strenuamente per non farsi ghermire dal sonno prima di Tatsuya:
cosa non facile da parte sua, visto che dormire era una delle sue grandi
passioni (dopo il basket e il cibo). Fece molta attenzione nell’ascoltare il
respiro di Himuro. Quando lo avvertì divenire
regolare, profondo e cadenzato capì che si era assopito.
Lentamente si sporse dal suo letto alla occidentale
per guardare il compagno disteso sul futon di riserva che usava per ospitarlo.
Dalla finestra penetrava una lama di luce lunare che gli permetteva di scorgere
il volto dormiente di Tatsuya. La folta ciocca di
capelli nera era sempre al suo posto: una curiosa infrazione delle leggi della
fisica a cui Atsushi prestò poca attenzione.
Allungò il braccio delicatamente. Sapeva che Himuro aveva un sonno leggero e il minimo scricchiolio
avrebbe potuto destarlo. Quando Murasakibara aveva un
obiettivo che voleva realizzare a tutti i costi, era capace di mettere da parte
tutta la sua pigrizia, tutta la sua famelicità o tutta la sua impazienza.
Con la punta dell’indice agganciò il ciuffo di Tatsuya, facendo molta attenzione a non sfiorargli il naso.
Ritirò il dito piano, scoprendo un millimetro alla volta quella parte del viso del
compagno perennemente nascosta. Comparvero le prime ciglia, ma non c’era ancora
traccia di qualche stranezza. Continuò imperterrito fino a metà del percorso.
Infine, dopo un tempo indefinito, riuscì ad ammirare
il volto di Himuro nella sua interezza.
Perfetto. Non c’era proprio niente di anomalo da
dover celare al mondo.
Atsushi
si avvicinò ancora per studiarlo meglio, ma non trovò nessun difetto, neanche
minimo. Sbuffò sonoramente: aveva fatto tutta quella fatica per niente.
“Sei soddisfatto, Atsushi?”
disse Tatsuya all’improvviso.
“Da quando sei sveglio?” Murasakibara
non mostrò il minimo imbarazzo o senso di colpa per essere stato beccato in
flagrante.
“Dall’inizio.” Himuro aprì
gli occhi e osservò la faccia del compagno, il ritratto della delusione.
“Avresti preferito che avessi un qualche tipo di deturpazione?”
“Certo che no, però…” Atsushi
si ridistese sul proprio materasso ed emise un secondo sospiro di
insoddisfazione. “È scocciante scoprire di essersi sbagliato.” Si girò dall’altra
parte, quasi si fosse offeso.
Himuro,
sorridendo, si sollevò e lo raggiunse sul suo letto abbastanza largo per
ospitarli entrambi, ma insufficiente per dormire insieme comodamente. Tuttavia,
per quella sera, visto che Atsushi sembrava bisognoso
di consolazione, si poteva sorvolare su quest’ultimo inconveniente.
Note
dell’autrice
Rieccoci qua! Questo aggiornamento è
arrivato più tardi perché speravo che uscissero prima i risultati del contest
al quale sta partecipando l’altra shot, ma a quanto
pare ci vorrà ancora un po’. Per cui, mi sono rimboccata le maniche e ho
scritto questo!
All’inizio avevo persino pensato di
descrivere davvero un leggero strabismo di Himuro,
poi ci ho ripensato e sinceramente sono abbastanza contenta del risultato
finale ^^ L’ispirazione su questa coppia non mi ha ancora abbandonata, ma ho
avuto un’idea un po’ malsana per una delle future shot
e devo convincermi se scriverla davvero o lasciare che certe assurdità
sprofondino nei più oscuri abissi della mia mente :S
Ringrazio immensamente chi sta
seguendo questa raccolta e soprattutto chi la commenta dandomi così la forza di
continuarla con tanto entusiasmo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Sorriso ***
Sorriso
La vittoria dello Yosen era stata schiacciante come sempre. Gli avversari non
erano stati in grado di realizzare neanche un punto, e tutto per merito dello
straordinario talento del loro centro, Murasakibara.
Anche la gioia che ne conseguì era la stessa di
tutte le volte precedenti. Atsushi cercò con lo
sguardo l’unico sorriso che gli interessava davvero: quello di Tatsu-chin. Lo vide e il suo volto sudato esprimeva
felicità e compiacimento.
Tuttavia, qualcosa non andava. Aveva subito un
brutto fallo da parte del power forward
avversario, ma il ragazzo si era alzato due secondi dopo come se nulla fosse.
Per il resto della partita, Atsushi non aveva smesso
di tenerlo d’occhio. Himuro lo aveva mascherato bene
dietro i suoi sorrisi serafici, tanto che persino la coach non lo aveva notato,
ma si era infortunato.
Murasakibara
lo aveva capito dal fatto che non faceva mai un passo più dello stretto
necessario; quando restava fermo, in piedi, spostava tutto il peso del corpo
sulla gamba sinistra, piegando leggermente la destra per non sforzarla; durante
l’intervallo e i time out era sempre stato il primo a sedersi e l’ultimo ad
alzarsi. Taciti messaggi attraverso cui il suo corpo gridava sofferenza.
Atsushi
gli si avvicinò e Tatsuya non mancò di complimentarsi
con lui per l’eccellente partita svolta, regalandogli poi uno delle sue
espressioni più dolci. “Tatsu-chin, è meglio che ti
porti in infermeria” e detto ciò, senza lasciare all’altro il tempo di
ribattere, lo prese in braccio come una sposa. Si avviarono insieme sotto gli
sguardi esterrefatti di tutti: vedere Murasakibara
compiere uno sforzo fisico al di fuori di una partita di basket era un evento
unico nel suo genere.
“Atsushi, questo non è
molto virile, sai?”
“Mh? Cosa c’è di poco
virile nel portarti in braccio?”
“Veramente non mi riferivo a te, ma…” si interruppe Tatsuya notando lo sguardo perplesso dell’amico. “Non
importa: ti ringrazio per la premura.”
Arrivati in infermeria, il dottore visitò subito
l’infortunato. La diagnosi non fu nulla di allarmante: solo una distorsione
alla caviglia che sarebbe guarita con qualche giorno di riposo. Himuro temette che Atsushi
volesse portarlo in braccio fino a casa, ma a quanto parve la sua innata
pigrizia tornò a impossessarsi di lui.
“Tatsu-chin, mi spieghi
perché hai continuato a sorridere nonostante ti facesse male la caviglia?”
domandò Murasakibara, mentre accompagnava l’amico fin
sotto il portone di casa sua.
“Ricordi quando piansi durante la partita contro il Seirin, l’anno scorso? Nello spogliatoio mi dicesti che non
avresti più voluto vedermi in un simile stato e desiderasti che io fossi sempre
sorridente, anche nei momenti più tristi.”
“Sì, ero abbastanza sconvolto da quella sconfitta”
si giustificò Atsushi, come se risentire le sue
stesse parole a distanza di tempo gli avesse fatto notare quanto era stato
egoista.
“Non dire così. Le tue parole furono molto gentili.
Per questo ho deciso che, qualsiasi cosa fosse successa, non mi sarei mai più
fatto vedere da te senza sorridere.” Atsushi prese
fiato per ribattere, ma Tatsuya sollevò il braccio
fino ad afferrargli la nuca per attirarlo a sé e soffocare qualunque tentativo
di risposta con un bacio. “A parte questo, sono felice che ti sia reso conto
che avevo bisogno di un aiuto.”
“Mh…”
“Qualcosa non va?” La domanda fu coronata da
un’occhiata velata di malizia.
“Casa tua ha due piani” affermò Murasakibara.
“Sì.”
“E i tuoi genitori hai detto che sono andati due
settimane in America per lavoro.” Himuro non riusciva
proprio a comprendere come mai il compagno stesse facendo notare tutti quei
dettagli, anche se un’idea per nulla spiacevole cominciò a disegnarsi nella sua
mente.
“Il dottore ha detto che non devi fare sforzi,
quindi immagino che dovrò accompagnarti fino in camera tua, al secondo piano.”
Fu
proprio ciò che Tatsuya aveva sospettato, anche se
non capiva perché Atsushi dovesse compiere tali
girotondi concettuali quando avrebbe potuto semplicemente dirgli che voleva
passare il pomeriggio con lui.
Note
dell’autrice
Questa volta
sono in ritardissimo con l’aggiornamento, ma
purtroppo causa stress da ultimo esame e preparazione tesi non ho molto
tempo/voglia/ispirazione per riuscire a scrivere qualcosa di quantomeno
decente. Questo capitolo era pronto da un pezzo ma ho dovuto aspettare i
risultati del contest a cui partecipava per poterlo postare, e nel frattempo
non sono riuscita a mettere per iscritto niente di nuovo >.<
Spero che una
volta superato questo scoglio universitario troverò la giusta ispirazione per
il prossimo capitolo!
Non ho molto da
aggiungere in verità, se non che spero che questo chap
vi sia piaciuto! Sono sempre più felice di vedere il numero delle fan di questa
coppia aumentare di giorno in giorno :3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Torta ***
Torta
Appena varcata la soglia della
mensa, Himuro cercò con lo sguardo l’imponente figura
di Atsushi. Di solito, data la sua altezza fuori
dalla norma, gli bastavano appena due secondi per individuarlo. Quella volta
scorse con gli occhi tutta la sala più volte, sino a che non dovette arrendersi
all’assurda realtà: il compagno non c’era.
Da quando lo conosceva non era mai capitato una
singola volta che Tatsuya arrivasse per primo in
mensa all’ora di pranzo. Dire che la cosa era sospetta era solo un eufemismo.
Ad accrescere la sua perplessità c’era anche un altro fattore: quel giorno era
il 30 Ottobre, il suo compleanno.
Che le due cose fossero collegate? Quando si
trattava di Atsushi non si poteva mai essere del
tutto certi di qualcosa. C’era una sola certezza, però: prima o poi sarebbe
arrivato.
Himuro,
dopo aver riempito un vassoio con le pietanze che quel giorno la cucina della
scuola offriva, si accomodò ad un tavolo vuoto. Non appena si fu seduto, una
voce femminile e pudica richiamò la sua attenzione.
“Himuro-san, perdonaci se
ti disturbiamo.”
Il ragazzo sollevò la testa e si trovò davanti
cinque studentesse sorridenti. “Non mi disturbate affatto” disse, regalando
loro il suo miglior sorriso di cortesia.
Il quintetto parve sciogliersi dinanzi tanta galanteria.
Tre di loro avanzarono verso il suo tavolo con in mano ciascuna una scatola
quadrata. “Volevamo augurarti buon compleanno, e per l’occasione abbiamo
cucinato per te queste torte. Spero ti piacciano.”
Le ragazze posarono i dolci sul tavolo in modo quasi
reverenziale. Tatsuya osservò i loro volti pieni di
aspettativa. Era chiaro che attendevano trepidanti di ricevere in cambio qualche
dolce parola.
Himuro
non deluse le loro aspettative. “Siete state molto premurose, vi ringrazio
immensamente.”
“Ah, Himuro-san, è stato
un piacere per noi” e quasi squittendo andarono via estasiate dalle telegrafiche
frasi ricevute dal loro campione.
Nella testa di Tatsuya
albergava un unico quesito: cosa avrebbe dovuto farne di tutte quelle torte?
Nessuna di esse era del suo gusto preferito e in generale non era mai stato un
grande amante dei dolci, come qualcuno di sua intima conoscenza.
“Torta al limone” disse una voce davanti a lui,
questa volta decisamente maschile.
Himuro
alzò la testa sino ad incrociare lo sguardo assonnato di Murasakibara.
Era la prima volta che veniva colto alla sprovvista dal compagno. “Come hai
detto?”
“Torta al limone. È la tua preferita, no?” Atsushi poggiò anche lui una scatola quadrata sul tavolo.
“L’hai fatta
tu?”
“Ho sentito delle mie compagne di classe parlare del
tuo compleanno durante l’ora di economia domestica. Avevano deciso di
prepararti una torta, ma io sapevo quale ti piaceva di più e così ne ho fatta
una anche io.” Si sedette e notò che oltre al suo dolce, ce ne erano altri tre
ancora integri.
A Himuro non sfuggì lo
sguardo carico di desiderio del compagno. Inoltre, ora gli era chiaro perché avesse
tardato ad arrivare. “A me queste torte non piacciono. Se per te va bene, potresti…”
“Non c’è problema!” confermò Atsushi,
tirando verso di sé le tre scatole.
A quanto pare, il regalo più gradito lo aveva ricevuto
Murasakibara piuttosto che il vero festeggiato.
Curioso, Tatsuya sollevò
il coperchio che celava la torta preparata da Atsushi.
Quando ne vide il contenuto, dilatò gli occhi per la sorpresa.
“Atsushi…”
“Sì?” disse questi, già gustando la prima delle tre
torte rivali, compiacendosi intimamente del fatto che non era un granché,
specie se paragonata alla propria.
“Come mai manca quasi un quarto della torta che mi
hai preparato?”
“Be’, dovevo pur assaggiarla per assicurarmi che
fosse buona” spiegò l’interrogato, come se fosse la cosa più ovvia e naturale
del mondo.
Note
dell’autrice
Credo di aver perso il conto di
tutte le versioni che ho fatto di questa shot D:
Stavo persino pensando di concludere la raccolta con meno di 10 capitoli
>.< Be’, bisogna vedere se riuscirò a scrivere la nona shot, per la quale non ho uno straccio di idea!
In compenso sono sempre più felice
di vedere nuove fan di questa coppia! Non oso immaginare quando usciranno
nell’anime *w* Ho già la bava alla bocca *si asciuga un indecoroso rivolo di
saliva*
Alla prossima shot,
la penultima!! E mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate :3 |
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Panna ***
ATTENZIONE:
ultimo capitolo! Rating Arancione!
Panna
Ad Atsushi
il sesso piaceva, ma non aveva mai trovato particolarmente interessanti i
preliminari. Se fosse dipeso da lui, sarebbe passato subito al momento cruciale
senza eccessivi preamboli. Tuttavia, non disdegnava il fatto che Tatsuya gli dedicasse qualche particolare attenzione prima
dell’unione vera e propria.
Dal canto suo, anche Himuro
avrebbe gradito essere vezzeggiato qualche volta dal compagno, ma questi non si
era mai interessato più di tanto a quella pratica e chiederglielo in modo
esplicito avrebbe estinto brutalmente l’erotismo della situazione.
La soluzione si era presentata sotto forma di
cilindro metallico, tanto semplice ed economica quanto efficace.
“Chiudi gli occhi e apri la bocca” sussurrò Tatsuya, nascondendo qualcosa dietro la schiena nuda.
Murasakibara
lo guardò perplesso, ma decise di obbedire. Poco dopo sentì posarsi sulla
lingua una soffice e dolce nuvoletta. Si sciolse subito e la deglutì con
sorpresa e delizia.
“Ne vuoi ancora?” disse provocante Himuro.
Il fidanzato annuì energicamente, già smanioso di
assaggiare di nuovo quella bontà zuccherina.
Tatsuya
si distese sul letto, girò la testa leggermente di lato e si spruzzò sul collo
una breve scia di panna.
Senza dire nulla, Atsushi
si chinò su di lui e iniziò a lappare quella delizia dal basso verso l’alto.
Flebili sospiri di piacere da parte di Himuro si
sovrapposero al suono umido della lingua dell’amante. Quando il collo fu
completamente ripulito, Murasakibara si sollevò in
attesa della successiva mossa dell’altro.
Tatsuya
disegnò una striscia bianca dal petto all’ombelico. Questa volta, il compagno
partì dall’alto per poi scendere a velocità moderata verso l’addome, attento a
non lasciarsi indietro neanche un candido rimasuglio.
La vista della sua lingua rossa e famelica era uno spettacolo
davvero eccitante.
Quando finì di ripulire Himuro
e si sollevò di nuovo, Atsushi aveva il mento un po’
sporco. Sorridendo, il compagno lo attirò a sé e leccò via quel residuo latteo.
Si slacciò i pantaloni e, con l’aiuto dell’altro, li sfilò assieme alla
biancheria intima.
Divaricò le gambe senza un briciolo di imbarazzo,
offrendo la vista della propria nudità agli occhi colmi di desiderio di Murasakibara. Questa volta tracciò una linea eburnea lungo
l’interno coscia, partendo dal ginocchio e interrompendola al limitare
dell’inguine.
Atsushi,
ormai assuefatto a quel sapore zuccherino misto a quello più indefinito della
pelle dell’amante, si avventò sulla gamba leccandola, baciandola e persino
mordicchiandola di tanto in tanto.
Tatsuya
rimase sorpreso davanti a tanta voracità. Si compiacque intimamente per aver
trovato il giusto compromesso tra i suoi desideri e quelli del fidanzato.
Sussultò quando la lingua di Atsushi arrivò
all’inguine, così vicina al centro pulsante del proprio piacere eppure ancora
così lontana. Notò che l’altro si era soffermato un po’ più del solito in quel
punto tanto sensibile, nonostante la panna fosse ormai finita. Era chiaro che Murasakibara era finalmente entrato nel ruolo dell’amante
attento ai preliminari.
Quando sollevò la testa si scambiarono uno sguardo di
intima complicità. Atsushi prese la bomboletta
direttamente dalla mano di Himuro. D’istinto, questi
aprì di più le gambe.
Fedele alla sua golosità, Murasakibara
spruzzò al centro esatto di esse una dose molto generosa di panna; avrebbe
impiegato un bel po’ di tempo prima di leccarla via tutta.
Tatsuya
lasciò andare la testa all’indietro. Dalle labbra si librarono verso il
soffitto gemiti da principio flebili, quasi composti, per poi divenire sempre
più altisonanti, in perfetta sincronia con la voracità di Atsushi
che aumentava ad ogni secondo. Quando la panna finì, era convinto che sarebbero
passati alla fase successiva.
Spalancò gli occhi di meraviglia nel vedere il
fidanzato prendere di nuovo il cilindro di metallo e ripetere la medesima
operazione di prima. Un sorriso malizioso gli incresperò le labbra quando capì
che Atsushi non si sarebbe fermato finché nella
bomboletta non si fosse esaurita tutta la panna.
Note
dell’autrice
Lo
so che nel capitolo precedente avevo detto che questa sarebbe stata la
penultima shot, ma credo di aver un po’
sopravvalutato la mia fantasia. Fin dall’inizio della raccolta avevo in mente
questa shot, ma l’avevo riserbata all’ultimo per il
finale. Purtroppo, non mi sono venute idee da scrivere per il nono capitolo e
piuttosto che tenere questa raccolta in sospeso per chissà quanto tempo, ho
preferito concluderla, anche se con un capitolo in meno rispetto al programma.
Mi
detesto profondamente per questo, ma non ho avuto altre scelte! Spero che il
contenuto più hot di questo capitolo abbia compensato la mia mancanza ^^
Ringrazio
tutti coloro che hanno inserito tra i preferiti, le ricordate e le seguite, con
la speranza che, ora che la raccolta è conclusa, chi non si è mai fatto sentire
mi faccia sapere il suo parere :3 E ovviamente ringrazio con tutto il cuore chi
ha recensito questa raccolta con tanto entusiasmo: siete stati tutti
gentilissimi X3
Alla
prossima storia, allora!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1448996
|