Nulla è mai ciò che sembra!

di z34
(/viewuser.php?uid=25744)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Visione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo8...(W la fantasia!) ***
Capitolo 9: *** Capitolo9...(Sono ancora viva!) ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci....(pensavate di esservi liberati di me, eh?) ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12...(sono stata brava vero?) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16...parte prima^^ ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***



Capitolo 1
*** Visione ***


Angolo dell’autrice:

Innanzitutto vi prego di essere clementi: questa è la mia prima fan fiction su HP e la seconda in assoluto. Non sono una grande scrittrice e immancabilmente soffro di cali di autostima pazzeschi, per questo vi chiederei di recensire. Inoltre volevo avvertirvi che probabilmente diventerà col passare del tempo una Yaoi, perciò a chi non piace il genere sa a cosa va incontro… in effetti lo è già se si tiene conto di Remus e Sirius!

Va bè non so cosa altro dirvi se non che non ci saranno assolutamente spoiler di HP7 che non ho neppure letto e che terrò solo parzialmente conto di ciò che avviene in HP5.

Buona lettura!

P.S: Il titolo è provvisorio! E i capitoli probabilmente saranno più corti in seguito!

 

 

Capitolo 1 Visione.

 

 

Il treno sbuffava, impaziente di partire come due bambini, che sorridenti ascoltavano le parole di un uomo dai capelli neri e gli occhi azzurri, dall’aspetto distinto e nobile, anche se un po’ disordinato. Julian ed Harry avevano fantasticato per anni su quel giorno e d’ora non vedevano l’ora di poter partire finalmente. A Julian poco importavano le convinte raccomandazioni del padre, anche perché sapeva perfettamente che questo non si aspettava minimamente che loro le seguissero e che quindi le faceva solo per far felice Remus. Annuendo ogni tanto per dare almeno l’apparenza di essere attento, il bambino cercava con lo sguardo  i suoi due migliori amici: Draco e Blaise. Individuò grazie alla sua biondissima chioma, il primo ,ma non si azzardò neppure a salutarlo: era in compagnia del padre Lucius, il quale non lo vedeva molto di buon occhio . Di Blaise invece nessuna traccia. All’improvviso qualcuno gli coprì gli occhi azzurri con le mani chiedendo:-Chi sono, July?-

La risposta non presentava particolari problemi. L’unico al mondo che si azzardava a chiamarlo “July” era Blaise.

Voltandosi rivolse un enorme sorriso al bambino dietro di lui, i cui occhi blu lo fissavano divertiti tra alcuni ciuffi ribelli della frangia nera.

-Blay! Pensavamo ti fossi perso!- esclamò Julian, interrompendo le parole del padre.

-Ciao Blaise! Certo che se non arrivi in ritardo non sei tu, eh?- salutò Harry, rivolgendogli uno dei suoi splendidi sorrisi.

-Ciao Harry!Comunque le persone importanti arrivano sempre in ritardo… non ve l’ha mai detto nessuno?-ribattè Blaise – Comunque perché non siete con Draco?- Domandò notando solo in quel momento l’ assenza del bambino.

-E’ con mio zio…-fu la laconica risposta di Julian, confermata dall’annuire di Harry.

-Capisco… vorrà dire che ci riuniremo sul treno!Anzi sarà meglio sbrigarsi, altrimenti resteremo in piedi….-suggerì Blaise.

-Figurati! Un Black non resta mai in piedi! Se non c’è un posto libero lo libera da sé!-lo smentì Julian acquistando quell’aria di superiorità, che tanto si addiceva al cognome che portava, simbolo di generazioni di nobili maghi abituati ad avere qualunque cosa desiderassero e a sentirsi migliori degli altri.

-Julian! Lo dicevo io che mandarti in vacanza dai nonni non ti avrebbe fatto bene: già di tuo hai un ego smisurato, poi ci si mettono anche loro con queste storie… Ed ecco il risultato!- lo riprese Sirius, suo padre, con fare divertito: dopo tutto anche lui ai tempi della scuola ed alcune volte tutt’ora si era comportato come il figlio, e in fin dei conti non gli dispiaceva neppure poi tanto quel modo di fare, se Julian si fosse mantenuto entro alcuni limiti ben definiti.

-Si si… va bene… la smetto di fare lo snob! Contento?...Ora possiamo andare? Finito con le raccomandazioni di Remus?- chiese impaziente di cominciare quella nuova avventura il ragazzino, con uno sguardo da cucciolo implorante.

-Si potete andare, ma prima i saluti!-dicendo questo Sirius si abbassò abbracciando e scompigliando gli ordinatissimi capelli neri del figlio scoccandogli un bacio sula fronte, per poi ripetere la stessa operazione con Harry, che pur non essendo suo figlio nel senso stretto del termine, era ugualmente considerato tale dall’uomo.

-Fate i bravi! Non combinate troppi disastri o per lo meno non fatevi beccare…se non  per me almeno per Remus!-si raccomandò per l’ultima volta Sirius, sapendo perfettamente che quei due presi nel giorno giusto, cioè sempre, avrebbero fatto impallidire il ricordo delle malefatte dei Malandrini, mentre i ragazzini salivano sul treno.

-Va bene! Ciao papà!- lo salutarono in cori Harry e Julian, senza neppure voltarsi, trascinandosi dietro il povero Blaise, che ancora stava scambiando gli ultimi saluti con i genitori.

 

Da quel giorno erano passati quasi cinque anni e nel frattempo erano successe tantissime cose: la sera stessa, per cominciare, Julian ed Harry erano stati smistati in due case diverse, Serpeverde per il primo, Grifondoro per il secondo. Inizialmente era stato duro: non solo perché le due case si odiavano, ma anche perché i due bambini erano abituati fin dalla più tenera età a passare insieme 24 ore al giorno. Però alla fine l’avevano preso, aiutati da Blaise e Draco, anche loro smistati a Serpeverde, come un modo per essere in costante competizione ed avere un utile scusa per le loro passeggiate notturne. Inoltre Harry aveva dovuto affrontare varie volte Voldermort, il mago oscuro che aveva ucciso i suoi genitori e gettato nel terrore il mondo magico e non fino alla sua prima sconfitta per mano di un Harry ancora in fasce, riuscendo a cavarsela sempre in qualche modo grazie all’aiuto di Julian. I due ragazzi si erano rivelati i più ammirati della scuola, come Draco e Blaise, un po’ per la loro intelligenza( avevano i voti più alti di tutti gli studenti del loro anno, senza apparentemente applicarsi troppo nello studio), un po’ per la loro abilità nel Quidditch ( le loro partite lasciavano spesso con il fiato sospeso sino all’ultimo secondo di gioco  per le acrobazie che compievano in groppa alla scope) e infine per la loro considerevole bellezza. Pochi riuscivano a resistere al fascino del bello, impossibile e profondamente bastardo di Julian o a quella tenerezza da cucciolo, mista all’innocenza e all’ingenuità che emanava Harry,  il tutto condito da due splendidi occhi verdi, che sembravano trapassarti l’anima, e da un fisico praticamente perfetto. Però a interrompere questa specie di pace, esclusi gli annuali incontri con Voldermort o suoi sottoposti, alla fine del loro quarto anno era successa una cosa che pochi avrebbero voluto vivere: Voldermort era risorto e la guerra era ricominciata, facendo piombare nel panico il mondo magico, che invece di prepararsi a combattere per la libertà, cercava di negare l’accaduto, facendo di Harry, che si sforzava di far valere la verità, un pazzo visionario desideroso solo di fama.

Non tutti , però, fortunatamente cercavano di ignorare verità, che si mostrava sempre più palese agli occhi di tutti con il passare dei giorni. Silente, il preside di Hogwarts e ritenuto dall’opinione pubblica il più potente stregone in vita, infatti aveva rifondato l’Ordine della Fenice: un gruppo di maghi che si opponeva attivamente a Voldermort e ai suoi sotto posti, i Mangiamorte. Di questi inizialmente facevano parte anche i genitori di Draco, quelli di Blaise e anche quelli di Pansy, una loro vecchia amica, ma poi si erano uniti all’Ordine lavorando come spie al servizio di Silente. Però fare il doppiogioco era pericoloso se si parlava di ingannare Voldermort,abilissimo Legimens tra l’altro, quindi per la loro sicurezza avevano fatto trasferire i figli dai rispettivi Manor alla sede dell’Ordine, casa Black, obbligandoli a una sofferta convivenza con alcuni loro compagni di scuola, amici di Harry, ma nemici dichiarati dei quattro Serpeverde: Ron Weasley e famiglia più Hermione Granger, una petulante mezzosangue so tutto io.

Svegliandosi,  Julian gustò il temporaneo silenzio di casa sua, che presto sarebbe stato rotto dalle irritanti voci di coloro, che l’avevano invasa e dai continui litigi. Fosse stato per lui i Weasley avrebbero anche potuto rimanere a casa loro, ma sapeva benissimo che così facendo sarebbero stati condannati a morte, perché privi di una qualsivoglia protezione, che invece Casa Black, come il Manor fornivano pienamente. Emergendo lentamente dal modo dei sogni, si accorse che ogni suo movimento con la parte destra del corpo gli era negato, ma non sapeva spiegarsene il motivo. Azzardandosi a sollevare di poco le palpebre, il suo sguardo incontrò una massa disordinata di capelli neri: Harry. Ma quando era entrato nel letto? Non che gli dispiacesse più di tanto: se poteva essere in qualche modo utile al suo fratellino, era ben felice di offrirsi e sapeva perfettamente, che l’unico rimedio contro gli incubi, che dalla fine della scuola lo tormentavano era o dormire con qualcuno, quasi sempre lui, o una bella  pozione soporifera, che a differenza del primo metodo creava dipendenza e a lungo andare causava altri danni ben più gravi degli incubi. Ormai completamente sveglio Julian cercò di districarsi dalla presa di Harry, senza svegliarlo, per poter così andare a lavarsi, vestirsi e scendere in cucina, sicuro di trovarci Remus. Dopo alcuni minuti di tentativi pressoché inutili, Harry si mosse di sua spontanea volontà, lasciando libero Julian, che si sbrigò a scendere dal letto, fiondandosi in bagno. Mezz’ora più tardi fece il suo ingresso in cucina, vestito con una maglietta nera a maniche corte aderente al punto giusto, dei jeans dello stesso colore a vita bassa, stracciati in alcuni punti strategici, i capelli di solito perfettamente pettinati quella mattina erano stati scientificamente spettinati, in modo che alcune ciocche gli cadessero ribelli sui magnetici occhi azzurri, il tutto con l’unico scopo di esaltare il suo fascino tenebroso, così tipico degli esponenti maschi della sua famiglia, e poter in quella maniera tranquillamente torturare la Granger e la Weasley. Si divertiva un mondo a vedere come cercavano di nascondere gli sguardi sognanti che gli indirizzavano e come arrossivano se le fissava con un po’ troppa insistenza o se per puro caso le sfiorava passando per i corridoi o quando puntualmente chiedeva il sale e altro. Ma ciò che più di tutto premiava il suo impegno era lo sguardo furente i Ron: da anni sbavava dietro la mezzosangue, però non trovava il coraggio per confessarsi o chiederle di uscire insieme.

-Non ti sembra di esagerare un po’ Julian? Così non è giusto povero Ron!-lo accolse Remus, con un espressione di rimprovero, che vene subito sostituita da un dolce sorriso: più passava il tempo più quel ragazzo somigliava al padre, il suo Sirius.

-‘Giorno papà!-lo salutò il moro rispondendo al sorriso: anche se Remus in realtà non era suo padre, era il compagno di Sirius, da quando questo, appena dopo la nascita di Julian, si era lasciato con la moglie, che aveva dovuto sposare per imposizione dei genitori e per non fare estinguere la stirpe dei Black, quindi il ragazzo lo considerava effettivamente tale, perché aveva vissuto con lui fin da quando aveva pochi mesi-  Comunque è lui che se la cerca!- aggiunse con un sogghigno furbo.

-In ogni caso dovresti smetterla, Ju-Ju. Comunque cosa vuoi mangiare?-

-Pane, Nutella e succo d’arancia, grazie!-

-Sei ripetitivo, Black!-A quanto pareva quel giorno Weasley aveva deciso di cominciar male la giornata fin dalla colazione, ma sfoggiando la sua aria di superiorità Julian fece finta di non averlo neppure sentito,e senza degnarlo di uno sguardo continuò a parlare tranquillamente con Remus e a gustarsi il suo pane con triplo strato di Nutella.

-Buongiorno a tutti! Julian stai benissimo!- Pansy entrò dopo qualche momento e si chinò sulla guancia del moro per schioccargli un bacio, prima di prendere a sua volta posto al tavolo.

-‘Giorno! Anche tu sei bellissima come sempre!-Quello era diventato una specie di rito per i due Serpeverde, che fin dal secondo giorno di scuola controllavano a vicenda l’ordine del compagno. Per la cronaca, la ragazza indossava una mini bianca con un top azzurro, che facevano risaltare la sua leggera abbronzatura, ricordo delle due settimane passate in Egitto, attirando irrimediabilmente lo sguardo di ogni esponete maschile della casa. Anche lei,naturalmente come il compagno evitò accuratamente ogni contatto visivo con il Weasley.

- Harry dov’è? Di solito quando scendo io è già sveglio…-chiese Pansy incuriosita dall’assenza dell’amico.

-Certo se non dormi la notte è difficile non essere svegli la mattina…comunque ora dorme miracolosamente, quindi il primo che si azzarderà a fare il minimo rumore, proverà le gioie della Cruciatus!- le rispose Julian, rivolto soprattutto a Ron, che sbiancò leggermente.

-Julian Orion Black!-Cattivo segno se Remus usava il suo nome completo: sopranome era una falsa predica, nome era una predica vera ma non ci teneva più di tanto, nome e cognome predica vera che andava presa come tale e infine nome secondo nome e cognome era infuriato!

-Scherzavo! Scherzavo! Non farei mai una cosa simile…era solo per far capire che nessuno doveva disturbarlo…poverino già dorme poco se noi ci mettiamo anche a far rumore è finita! Rischia un esaurimento nervoso,no?-Julian cercò di correre ai ripari prima che fosse troppo tardi e si giocasse definitivamente l’uscita programmata per quel pomeriggio. Remus lo fisso per alcuni istanti con fare indagatore, poi riprese a sorridere convinto della buona fede del figlio.

-Va bene, ho capito ma non farlo più! Siamo d’accordo?- domandò in tono di rimprovero.

-In cosa dovrebbe essere d’accordo, amore?-si intromise Sirius appena entrato in cucina, avvicinandosi a Remus per dargli il bacio del buongiorno, attirandosi uno sguardo di puro disgusto dalla signora Weasley, che era dietro di lui e dal figlio di lei.

Ecco un’altra cosa che Julian odiava in quei tizzi: ma come si permettevano di giudicare male i suoi genitori? Che male c’era se erano due uomini? L’ importante non era forse che si amavano? Per i Weasley, no. Loro, e con loro Julian intendeva Molly,  pensavano che fosse scandaloso che due uomini stessero insieme e che oltre tutto non si premurassero neppure di tener nascosta la cosa, turbando con le loro effusioni pubbliche le giovani e impressionabili menti dei due bambini che gli erano stati affidati, altra cosa incredibile: come avevano mai potuto affidare a due come loro dei bambini?Maschi tutti e due per di più! Ma cosa pensava che Remus e Sirius molestassero lui o Harry?

Naturalmente la donna non ne parlava apertamente, ma Julian l’aveva sentita parlarne col marito una notte, che era sceso tardi in cucina per preparare un the ad Harry, dopo che si il ragazzo era svegliato sconvolto da uno dei soliti incubi. Quando aveva sentito quelle dispregiative parole pronunciate contro  due delle persone che amava di più al mondo era stato preso da una rabbia tale che aveva fatto esplodere accidentalmente tutti gli oggetti di vetro della casa, svegliando ogni abitante ed interrompendo il discorso di Molly. Fortunatamente nessuno aveva ricollegato l’esplosione a lui, anche se Remus che lo aveva visto salire  le scale con le lacrime agli occhi aveva intuito qualcosa, ma conoscendo bene il ragazzo aveva preferito non indagare oltre pensando che al momento giusto sarebbe andati di sua volontà a sfogarsi con lui, come sempre. Fatto sta che dal quella notte gli atti di affetto di Julian verso i genitori erano aumentati esponenzialmente, così come quelli di disturbo verso i Weasley.

-Buongiorno!-esclamò la signora Weasley con una nota dispregiativa e disgustata nella voce, che notò solo Julian.

-Buongiorno Molly cara!-la salutò cordiale come sempre il mannaro, staccatosi dal bacio dell’amante- Vedi Sirius, Julian ha minacciato di usare una maledizione senza perdono contro chiunque osi svegliare Harry, ma abbiamo convenuto insieme che in futuro non lo farà più, vero?-spiegò poi all’uomo che  aveva incrociato le braccia sulla sua pancia,  posandogli il mento sulla spalla.

-Certamente papà!-concordò Julian con un enorme sorriso.

-E perché? Ha ragione, Remus! Harry ha bisogno di riposo!- lo contraddisse  Sirius con uno sguardo stupito, scatenando una risata mal repressa in Pansy e Julian, ma attirandosi un’occhiataccia scandalizzata da parte di Remus e Molly .

- Sirius, se un giorno lo andrai a ripescare ad Azkaban non dire che non ti avevo avvertito! Non puoi dirgli di usare le maledizioni senza perdono!-mormorò Remus sconsolato: il suo amore era proprio senza speranze!

Il resto della colazione si svolse senza altri intoppi, tranne quando i gemelli Weasley vollero mostrare a tutta la combriccola il loro nuovo scherzo, che avevano creato con l’aiuto di Julian, visto che era l’unico in tutta la casa che capisse qualcosa di pozioni e fosse anche disposto a dare una mano. Lo scherzo in pratica trasformava chiunque lo mangiasse in un piccolo maiale e tale rimaneva per almeno sei ore, quel giorno toccò guarda caso a Ron suscitando nei quattro Serpeverdi presenti un ghigno soddisfatto: avevano fatto le foto!

-Ora ci toccherà chiedere a Piton di rimediare!-esclamo con le lacrime agli occhi per lo sforzo di non scoppiare a ridere Sirius.

-Grazie per la considerazione papà!- ribatté piccato Julian.

-Non è che non ti considero è che ho paura che tu lo avveleni, figlio mio adorato.-lo rassicurò l’uomo con uno sguardo complice.

-Giusto non ci avevo pensato...-dicendo questo il ragazzo fece per alzarsi, perché aveva ormai finito da un pezzo di fare colazione, ma mentre compiva l’azione la stanza davanti ai suoi occhi svanì sostituita da una radura immersa nel buio.  La radura era deserta tranne che per due ragazzi che parlavano animatamente.  Julian li conosceva bene erano lui e Harry …ma perché stavano litigando?E non uno dei loro normale litigio, sembrava diverso … sembrava serio! Più il tempo passava più i toni si facevano accesi e dalle semplici parole si passò agli incantesimi… era uno scontro reale: i due ragazzi colpivano per fare del male! Gli alberi colpiti cominciarono a prendere fuoco e tutto fu illuminata da una luce cupa, foriera di messaggi. All’improvviso dalla bacchetta del Julian della radura partì una luce verde: l’Avada Kedavra! L’incantesimo colpì Harry in pieno petto, uccidendolo. Un ghigno maligno apparve sul volto dell’altro ragazzo, che poi si smaterializzò con una perfida risata…infine tutto svanì, lasciando Julian con un’orribile sensazione a pesare sul cuore.

-Julian caro devo avvertirti che sei davvero poco elegante quando rimani a fissare il vuoto. Dovresti veramente imparare a controllare le tue doti veggenti!- Pansy abituata alle visioni dell’amico non ci faceva più molto caso, e le prendeva semplicemente come occasioni per prenderlo in giro. Questa volta però si accorse che nel ragazzo qualcosa non andava, quindi chiese -Julian tutto bene? Sembri sconvolto!-

La mente del ragazzo registro l’accaduto: sembrava sconvolto?  Lui era sconvolto! Avrebbe ucciso suo fratello, come doveva sentirsi? Allegro e felice? Fortunatamente la freddezza,che gli derivava da anni di esperienza suoi e dei suoi avi, entrò immediatamente in funzione permettendogli di fingere che non fosse accaduto nulla di grave.

-Nulla di che Pansy, solo il regalo che mi farà mio zio Fester: semplicemente orribile! Dovrò chiedergli qualcosa di specifico…- Sapeva che chi lo conosceva non si sarebbe bevuto quella bugia da quattro soldi ma gli altri sì, inoltre come precauzione aggiuntiva aveva innalzato delle barriere attorno alla sua mente: Draco e Blaise erano ottimi Legimens!

Per evitare altre domande si alzò in tutta fretta dal tavolo e salendo di corsa le scale si rifugiò in camera sua, dove Harry ancora dormiva.

-Perché?...Perché farò una cosa simile?-sussurò solamente affranto osservando il viso sereno di Harry.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

 

Julian sospirò profondamente: non poteva rimanere tutto il giorno chiuso nella stanza,  ma doveva riflettere con calma sull’accaduto, possibilmente senza interruzioni di sorta. L’unica stanza,  in cui gli altri non entravano mai, oltre la sua camera da letto, era la sala dell’Albero, a cui Kreacher  faceva la guardia  strenuamente, non facendoci entrare chiunque considerasse poco degno. Inoltre  nella stanza c’era anche il suo adorato pianoforte, che era preferibile al violino a causa dell’umore nero del ragazzo.

Rialzandosi, prese un bel respiro e uscì sul pianerottolo sperando vivamente di non incontrare nessuno; il fato per una volta fu benevolo e il moro riuscì a salire le scale senza fare incontri indesiderati. Non c’era niente di meglio al mondo che suonare per riordinare le idee o almeno riprendere l’autocontrollo, infatti quando era a scuola Julian passava ore ed ore nella Stanza delle necessità, soprattutto prima di un compito difficile oppure di una partita, in particolar modo se era contro i Grifondoro, e quindi contro Harry.

-Ora non ditemi che non è una cosa grave:sta suonando!-sbottò Pansy come se fosse la cosa più ovvia del mondo

-Già...deve essere molto grave: suona Schubert!-rincarò Draco scuotendo la testa.

-Secondo voi dovremo cercare di scoprire cosa ha visto?-fece Blaise dubbioso.

-Scusate? Ma cosa state blaterando? Da quando Black ha le visioni e che cos’è tutta quella storia del pianoforte?-li interruppe Ron.

- Weasley nessuno ti ha chiamato in causa! E poi Harry dovrebbe avertene parlato...evidentemente non si fida di te!-insinuò beffardamente Draco.

-Perché Ju-Ju suona? Che  cosa è successo?-chiese una voce assonnata alle spalle dei litiganti.

-Perché non mi hai detto che Black è bravo solo perché bara?-domandò infuriato Ron, che nel frattempo aveva collegato la bravura di Julian a scuola solo con le sue doti veggenti.

-Eh? In cosa dovrebbe barare? Draco, aiuto!- Harry, che si era appena svegliato non riusciva a capire il nesso del discorso e guardava l’amico con un’espressione di pura confusione.

-Allora... Julian ha avuto una visione,  non ci ha detto che ha visto,  ma sembrava sconvolto,  per questo suona. Il pezzente non sapeva che la madre di Julian è una veggente, quindi ha scoperto il suo dono solo adesso e credo che pensi che lui usi il suo dono per trovare le soluzioni ai compiti o una cosa simile...-spiegò Draco con voce calma, che non tradiva minimamente l’impulso di vendere Weasley al primo mangiamorte a disposizione.

-Aaah! Julian non bara, Ron: per lui è più divertente non sapere quello che gli succederà, neppure se si tratta della sua carriera scolastica, anche perché non ne ha bisogno... Caspita siamo passati a Mozart! E’ più che grave...-

-Dai almeno non cucina dolci...-lo consolò Blaise con un sorriso.

-I dolci sono solo se sta per morire qualcuno...peccato sono così buoni!-si aggiunse alla conversazione con aria di rammarico Sirius.

-Già e se si chiude nel laboratorio di Pozioni, cosa stava per succedere?-domandò dubbioso Harry

-Arriva sua nonna!-mormorò Remus ridacchiando.

-Giusto!-esclamarono in coro i tre Serpeverde, Harry e Sirius.

-Non è vero! Siamo ingiusti: Julian ci vive nel laboratorio!-si corresse Harry

-Certo! Se non è in biblioteca...-

-O nel campo da Quidditch...-

-O a un appuntamento...-

-O in punizione...-

-Insomma se non vivo la mia vita?-Da un po’ il suono del pianoforte era cessato ma nessuno se ne era accorto perché tutti erano troppo presi dallo scambio di battute.

-Buongiorno fratellone!-esclamò Harry con un sorriso solare stampato sul volto.

-Sai vero di essere un incredibile lecchino?...tu dovevi essere un Serpeverde, te lo dico io!...comunque come stai?-ribattè Julian sorridendo di rimando, attirandosi immancabilmente gli sguardi dei Weasley non abituati al lato premuroso e iperprotettivo del ragazzo, che emergeva chissà come solo in quei sorrisi e in presenza del moro Grifondoro.

-Come dovrei stare secondo te?...in ogni caso meglio di ieri, e del giorno prima o di quello prima ancora...tutto merito della nostra nuova terapia!-lo rassicurò Potter, sapendo perfettamente quanto il ragazzo si preoccupasse per le sue condizioni-Piuttosto perché suonavi?-chiese inquisitorio. Julian temeva quella domanda, perché non sapeva che rispondere, soprattutto considerando che Harry aveva imparato da tempo a riconoscere i suoi stati d’animo, come i suoi due migliori amici solamente seguendo le note o le melodie che suonava.

-Nulla...solo un attacco di panico improvviso...sai quest’anno abbiamo i G.U.F.O, che sono molto importanti per il nostro futuro e così...-le deboli farneticazioni del ragazzo furono interrotte dalla voce scocciata di Ron:

-Come se tu potessi preoccuparti del tuo futuro!...potresti non fare nulla dalla mattina alla sera per tutta la tua vita e i tuoi discendenti avrebbero ancora abbastanza denaro per imitarti ancora per centinaia di generazioni..inoltre potresti comprarti una qualunque carica ministeriale!-

- Harry, siccome, se poso di nuovo il mio sguardo su di lui, finisce male, potresti dirgli che io non sono un qualunque nobile blasonato e che perciò si sente in diritto di avere tutto ciò che desidera solo con un gesto...almeno nella vita seria-La voce di Julian aveva raggiunto un tono gelido, che spaventò persino Harry: il moro odiava sentirsi dire che solo perché era ricco e nobile, poteva avere tutto ciò che voleva, come se lui non si impegnasse mai nemmeno minimamente. In quel momento era meglio portargli via Ron da sotto il naso prima che il rosso si condannasse con le proprie mani.

-Scusa tanto, Ron, ma con questo saresti insinuando che neppure io abbia mai fato niente per guadagnarmi da vivere?- Anche la voce di Sirius aveva raggiunto lo steso tono di quella del figlio, pensandola esattamente come lui.

-N..no..i...io volevo s..solo dir..solo dire c...che...-tentò  di difendersi Ron senza successo.

-Ma che aria allegra che spira...- il professor Piton si era materializzato in cucina, accompagnato da due Auror, di cui Julian non conosceva il nome, di ritorno da una missione per conto dell’Ordine, spezzando l’atmosfera tesa che si era creata nella stanza.

-Buongiorno professore!-lo salutarono in coro i quattro Serpeverde, felici di avere almeno un adulto dalla loro parte ogni tanto.

-Buongiorno ragazzi! Black proprio lei cercavo...-

-Ma dai, Severus! Sul serio? E’ così strano trovarmi qui, visto che è casa mia!-sbottò sarcastico Sirius.

-Intendevo tuo figlio!-gli rispose a tono il professore.

-Come mai mi cercava?-domandò incuriosito il ragazzo, interrompendo le continue frecciatine dei due adulti.

Il professore gli porse un foglio, che Julian prese cominciandolo a leggere con attenzione.

-Non ho tutti gli ingredienti...cinque o sei sono proibiti e si può procurarseli solo a Nocturn Alley...inoltre sembra una cosa complicata ed è sicuramente un preparato oscuro...la belladonna mi convince poco in queste proporzioni... con la polvere di Ruffer, poi, mi convince anche meno! E il tempo di cottura è troppo poco...con un giorno solo i fiori di Etelion non cuociono...scusi professore ma è sicuro che sia giusta?-chiese infine il ragazzo dopo aver fatto un rapidissimo esame della pozione, descritta sul foglio che Piton gli aveva dato, poco convinto di ciò che aveva letto.

-No, è sbagliata!Era solo un esame...-mormorò ghignando il professore: Black poteva avere tutti i difetti del mondo ma non c’era un altro pozionista come lui in tutta la scuola!

-Dovevo immaginarlo!-sbuffò Julian con aria offesa: possibile che Piton si divertisse così tanto a tendergli tutti i tranelli possibili? Che cosa gli aveva fatto di male?

A parte fargli saltare per aria il laboratorio personale e sgraffignarli qualche ingrediente ogni tanto, nulla!

-In ogni caso se non ha niente di meglio da fare, oltre alla Lupica, ne avrei un’altra da assegnarle, signor Black... sempre che lei non sia troppo offeso, naturalmente!-buttò li Piton con un sorrisetto d’intesa verso uno dei suoi allievi preferiti, sicuro che quest’ultimo non avrebbe mai rifiutato.

-Di cosa si tratta?-chiese infatti interessato il ragazzo, felice di avere qualcosa con cui distrarsi dalla visione per un bel po’ di tempo.

-Legga... Pensa di potercela fare?- lo sfidò Piton.

-Certo che ci riuscirò! Non sono mica Paciock io! Anzi mi correggo: Weasley!-  La risposta riempì d’orgoglio il professore: quando dopo lo smistamento Black era finito nella sua casa aveva pensato in tutti i  modo come potersi vendicare dei torti subiti dal padre, ma conoscendolo aveva cominciato ad apprezzarlo, non solo perché mostrava un’indole tipicamente Serpeverde ma anche per le sue varie doti nascoste e soprattutto per la sua attitudine nella materia che insegnava.

-Perfetto!..ha pensato poi al corso di Alchimia, che le aveva proposto di seguire?-fece Piton ricordandosi della conversazione avuta con il ragazzo l’anno precedente.

-Sì...ma non sono sicuro di volerlo seguire! L’Alchimia non mi attira particolarmente...-

-Mi dispiace per lei ma è già iscritto! Il professor Warlock non vede l’ora di poter esaminare personalmente le sue doti!...Sappia signor Black che non le permetterò di sprecare un’occasione simile solo per una sciocca antipatia!-Infatti l’unico motivo per cui Julian non voleva seguire il corso era perché il professore che se ne occupava non lo poteva sopportare: apparentemente senza una causa specifica l’aveva preso di mira sin dal secondo giorno di scuola, punendolo senza motivi validi e riprendendolo continuamente. Inizialmente il ragazzo  aveva pensato, che il padre avesse tormentato anche Warlock da giovani, però era saltato fuori che i due non si conoscevano neppure e lo stesso valeva anche per la madre, quindi l’antipatia era proprio rivolta verso di lui!-Ma quella cosa chiamata libero arbitrio non esiste più?..inoltre se mio padre non firma l’autorizzazione essendo minirenne io non posso partecipare al corso!-concluse Julian sicuro di aver vinto: Sirius non avrebbe mai fatto un favore a Piton, nemmeno in punto di morte!

-Ha già firmato!-esclamò il professore trionfante: aveva battuto Black!

Julian si girò di scatto con un’espressione assassina ad animargli lo sguardo, verso il padre che guardava il soffitto indifferente con un’espressione innocente dipinta sul volto. Sirius sentendosi osservato riportò l’attenzione sul figlio e con una scrollata di spalle spiegò:

-Ha ragione lui! Tu adori l’Alchimia: ne parli fin da quando eri piccolo! Ed è l’unica strada che ti ho mai sentito dire di voler percorrere da grande, quindi non ti permetterò di tiranti indietro...dovessi portatrici io alla lezioni!- Incredibile si erano uniti!Quei due si erano giurati odio eterno!  E quando avevano deciso di fare una tregua? Proprio quando lui contava su quell’odio! La vita era veramente ingiusta! Senza dire un’altra parola prese il foglio che Piton gli porgeva, lesse velocemente e poi uscì dalla stanza con passo impettito e un’espressione sdegnata. Erano solo le undici e la giornata era già rovinata!

-Non ammetterà mai una sconfitta, vero?-fece Piton osservando il ragazzo che se ne andava furente.

-Forse e dico forse dopo due o tre anni di torture...altrimenti no!-ipotizzò Sirius ridacchiando.

-Non lo fa neppure sotto tortura, a un passo dalla morte... anzi diventa anche più testardo!- lo contraddisse funereo Harry, che aveva assistito di persona alla cocciutaggine del fratello.

-Non ho difficoltà nell’immaginarlo! Chissà come sarà contento di sapere che sarà Prefetto, insieme a Draco.- continuò Piton divertito.

-Quello gli farà piacere per davvero: Prefetto uguale ronda uguale spalle coperte per le uscite notturne! Salterà di gioia! Inoltre potrà tormentare i più piccoli ed essere anche giustificato...insomma gli ha fatto un regalo, professore!-lo smentì Draco.

-Non ci aveva pensato!...bè pace ciò che è fatto, è fatto!- mormorò Piton scrollando le spalle.

 

Da un’altra parte dell’Inghilterra, in una sfarzosa camera da letto dall’aria antica un giovane ammirava il suo riflesso nello specchio, muovendo lentamente ogni muscolo, carezzandosi il corpo pallido con la punta delle dita.

-Quanto ho aspettato questo momento! Finalmente ho recuperato la mia giovinezza e tutto per merito suo...-

-Mio signore, sono arrivati!- lo interruppe una voce pigolante ed ossequiosa al tempo stesso.

-Nessuno ti ha ordinato di parlare o entrare, Codaliscia! Sai ha bisogno di una punizione...Crucio!- le urla dell’uomo riempirono la stanza accompagnate dalla fredda risata del giovane moro dagli occhi neri come la pece e altrettanto profondi, capaci di ammagliare chiunque col fuoco che vi bruciava dentro.- Penso basti...di che sto per arrivare. Rivestendosi il ragazzo ripenso a colui al quale doveva il suo nuovo corpo e con un ultimo sorriso maligno sussurrò -Sarai  mio!- . Poi uscì dalla stanza e regalmente scese le scale per andare a dare il benvenuto ai suoi ospiti.

-Noto con piacere che si siete tutti questa volta...-

-Nostro signore!-risposero quelli prostrandosi ai suoi piedi: i suoi fedeli Mangiamorte!

-Ma bando alla ciance..Malfoy seguimi! Dobbiamo parlare di cosa importanti...-ordinò gelido il giovane a uno degli uomini inginocchiati. Una volta che furono soli in un’altra sala insonorizzata, si volto verso il suo interlocutore.

-Lo voglio e tu me lo porterai! Le sue doti non possono essere sprecate per aiutare quegli sporchi babbanofili,  soprattutto Silente. E’ un mago oscuro molto potente, che ha solo bisogno di un valido addestramento per imparare ad usare le sue doti. Portamelo e sarai ricompensato degnamente, ma ti avverto torcigli un solo capello e sarai tu a morire,  dopo tuo figlio, naturalmente. E  ti avverto: saranno due morti molto lunghe e dolorose, in particolare quella di Draco! Sai i miei fedeli hanno bisogno di divertirsi ogni tanto...- concluse prima di scoppiare in un’allegra risata, che fece gelare il sangue nelle vene a Lucius.

-Ve lo porterò, mio signore! Ma io lo conosco bene e non so se si piegherà facilmente a voi: è testardo e orgoglioso...-cercò di farlo ragionare Lucius, sapendo già di non avere speranze e preparandosi alla punizione che lo aspettava.

-Lo conosci bene? In che senso?-domandò il moro con uno sguardo indecifrabile.

-E’ mio nipote, signore, quindi lo vedo spesso.-rispose guardingo il Mangiamorte, non riuscendo a capire dove volesse arrivare il suo padrone.

-Ah! Solo per quello lo conosci...meglio per te! Ora vattene e manda via anche gli altri!-

Nocturn Alley di notte non era propriamente un posto raccomandabile, ma tanto ridotto in quel modo nessuno l’avrebbe potuto riconoscere: la pozione cambia-sesso dava sempre ottimi risultati! Aveva finito di acquistare quello che doveva da un bel po’, però non aveva voglia di tornare a casa, non perché fosse realmente arrabbiato con il padre, che l’aveva iscritto senza il suo consenso al corso di Alchimia, ma solo per fare due passi in tutta tranquillità... una volta che fosse riuscito ad arrivare a Diagon Alley  naturalmente!

Dopo qualche minuto, recuperato il senso dell’orientamento in quel labirinto di stradine fetide e buie fino all’inverosimile, emerse nella più illuminata Diagon Alley, trotterellando verso la gelateria e uscendone con un enorme gelato al cioccolato. Fece appena in tempo a dare la prima leccata che un ragazzo gli si avvicinò

-Cosa ci fa una bella ragazza come te tutta sola a quest’ora?-Julian si trattenne dal scoppiargli a ridere in faccia: a volte era difficile credere che Blaise avesse schiere di ragazze i suoi piedi. Però non era male l’idea di giocare un po’ con l’amico tanto mancavano ancora diverse ore alla fine dell’effetto della pozione.

-Il mio ragazzo mi ha abbandonata qui!-rispose Julian con una vocetta triste sbattendo le lunghe ciglia nere.

-Ma che razza di stupido! Comunque io mi chiamo Blaise...-disse il ragazzo prendendo la mano di Julian tra le sue- Con chi ho l’onore di parlare?- Ecco : ora gli serviva anche un nome alla svelta...

-July!-esclamò Julian infine trionfante.

-Hai un nome splendido...vuoi fare due passi con me?-Gli chiese Blaise sempre sorridendo: quella ragazza era proprio carina, un po’ strana forse, ma carina. Julian accettò con un cenno del capo e cominciò a camminare affianco a Blaise parlando dl più e del meno. La serata passò in fretta ridendo allegramente, inventandosi balle assurde per costruirsi un passato e il moro si scordò completamente della visione e di tutti i problemi che doveva affrontare, ammettendo con se steso che il suo amico ci sapeva proprio fare con le ragazze. Infine quando Blaise fu richiamato da un Piton alquanto frustato, venne il momento dei saluti e il ragazzo riuscì a rubare un bacio a fior di labbra alla ragazza prima di andarsene salutandola allegramente per  lo sguardo basito che lei gli lanciava. Pochi secondi dopo Julian tornò nella sua forma originale sfiorandosi le labbra mentre scuoteva la testa con un sorrisetto strano: usare la pozione per gioco ogni tanto non era una cattiva idea...

-Signor Black ha intenzione di rimanere a fissare il nulla ancora per molto?-la voce astiosa di Piton lo riportò alla realtà allontanandolo dai suoi piani.

-No... arrivo professore! Comunque grazie per averci accompagnato stasera..-Un po’ di sano lecchinaggio non faceva mai male, inoltre pensava davvero che Piton fosse stato fin troppo gentile per i suoi standard ad accompagnarli. Il professore gli rivolse uno sguardo strano, poi riprese a parlare:

-Posso sapere cosa ha oggi? E’ strano: fa quello che le chiedo senza sindacare, non si comporta da bimbetto viziato se qualcuno non fa ciò che lei vuole, mi ringrazia persino! Sta forse per lasciarci?-

-Potrebbe essere...-soppesò pensoso- Ma sinceramente non so cosa io abbia oggi..sono così punto e basta!-“E poi ho avuto una visione in cui uccidevo Harry, magari centra qualcosa?”aggiunse il moro mentalmente.

-Sarà!Ma lei non mi convince...comunque eviti di utilizzare la pozione cambia-sesso, potrebbe finire in guai seri.-Sarebbe stato troppo pretendere che Piton non si accorgesse di quello stratagemma, dopotutto se insegnava pozioni un motivo c’era, no?

-Lo terrò a mente...ma a volte può essere utile. Insomma per me girare tranquillamente a Nocturn Alley potrebbe presentare alcuni spiacevoli inconvenienti non pensa?- domandò Julian, conoscendo già perfettamente la risposta.

-Potrebbe smettere di andarci una volta per tutte...non è un posto che andrebbe frequentato alla sua età.- Il professore sapeva che Black non avrebbe mai fatto quello che gli stava suggerendo perché Nocturn Alley era l’unico posto in tutta l’Inghilterra dove si potessero trovare determinati ingredienti, banditi dai normali mercati perché proibiti o troppo pericolosi da recuperare. Comunque nulla gli impediva di provare a far ragionare il ragazzo o di preoccuparsi per la sua salute.

-E le mie pozioni? L’unica altra alternativa sarebbe il mercato nero e preferirei evitare quel giro, finché mi è possibile.-ribattè immancabilmente il ragazzo.

-Beh... una volta che si capisce come comportarsi non è poi così male, glielo assicuro! Però Nocturn Alley ha tutto un altro fascino, questo glielo concedo.- Purtroppo era giunti a casa e non potevano più continuare la conversazione senza scandalizzare troppo i presenti oppure farsi arrestare dagli Auror presenti, che chiudevano spesso un occhio fingendo di non vedere, ma che non sarebbero rimasti impassibili di fronte ad una confessione in piena regola. Per ovviare anche all’inconveniente della vista, Julian aveva già reso invisibili i vari pacchetti, quindi poterono entrare senza preoccupazioni.

-Era ora che tornaste! Fila subito a dormire, giovanotto, senza obbiezioni! E’ tardissimo!- La calorosa accoglienza della signora Weasley li investì non appena misero piede al di là della porta, suscitando uno sguardo infastidito in Julian, che già assaporava lunghe ore nel suo laboratorio, e uno sorpreso in Piton, che di certo non immaginava che la strega potesse avere tanta famigliarità con il suo allievo da potersi permettere di dargli ordini, cosa concessa solo a Sirius, a Remus e a pochi altri . I ragazzi, che gli avevano preceduti di una buona mezz’ora dovevano già essere stati spediti nello loro camere, ma il moro non aveva la minima intenzione di sottostare agli ordini della donna perciò con una punta di cattiveria nella voce le rispose:

-Io non sono suo figlio, quindi non si permetta di darmi ordini...adesso se permette vado nel mio laboratorio.-A quel tono di voce la signora Weasley sbiancò dalla rabbia: i suoi figli non avrebbero mai osato rispondere ad un adulto in un modo simile. Quel ragazzino insolente non sapeva ancora con chi aveva a che fare!

-Ascoltami bene, Julian, non tollererò la tua insolenza ancora a lungo...-cominciò la strega con voce furente.

-E allora torni a casa sua con tutta la sua famiglia. Nessuno la obbliga a restare! Le assicuro che io personalmente non sentirò la sua mancanza e nemmeno gli altri se è per questo.- Venne immediatamente interrotta dal Serpeverde, che da giorni cercava un pretesto per dire quelle cose. Il professore si accorse che quello era solo un scusa per Julian, ma non volle interromperlo: il ragazzo per agire così doveva avere un buon motivo e poi era divertente vedere la Weasley messa al suo posto ogni tanto. Però se si fossero spinti troppo oltre avrebbe fermato i due litiganti.

-Piccolo ingrato che non sei altro!Io mi spacco la schiena per te ed i tuoi amici e tu osi dirmi queste cose?- sibilò furiosa la donna facendo scoppiare a ridere sarcasticamente Julian.

-Da quando è qui, signora, lei non a mosso un dito, se non per ordinare agli elfi domestici cosa fare, quindi non dica stronzate per favore.- le rispose sprezzante Black, dopo aver smesso di ridere.

CIAF!

Uno schiaffo colpì il viso di Julian, lasciandogli una vistosa impronta sulla guancia destra, ma sorprendentemente il ragazzo,  al professore non sembrò essere animato da intenzioni omicide, purtroppo però questo non voleva dire che Molly fosse salva, anzi semmai il contrario...

Massaggiandosi la guancia offesa, Julian lanciò uno sguardo glaciale alla donna poi disse:

-La verità è difficile da digerire, vero?- Poi senza attendere una risposta si avviò verso una porta nel sottoscala che lo condusse nel laboratorio di pozioni dove intendeva rimanere per almeno tre ore,  prima di decidersi ad andare a dormire.

Era semplicemente furioso: nessuno in tutta la sua vita lo aveva mai preso a schiaffi per punirlo o azzittirlo! Suo padre sarebbe andato su tutte le furie al solo saperlo e di sicuro anche Remus sarebbe stato d’accordo con lui, per questo non avrebbero saputo mai niente dell’accaduto,  per questo Julian non aveva detto nulla a nessuno. Solo il professor Piton aveva assistito alla scena e alla sua poco brillante ritirata, ma aveva dovuto, non aveva potuto permettere che accadesse di nuovo, non in quella situazione almeno, non contro la signora Weasley, che per quanto odiata,  non meritava una tale punizione per un gesto di così poco conto...da ore Julian cercava di calmare il suo furore, senza risultati. Le Ombre, che il gesto di Molly aveva evocato, si agitavano turbinose attorno alla figura del ragazzo oscurandone a tratti la vista, chiedevano qualcuno su cui potersi sfogare, qualcuno da colpire. Quel potere, che da generazioni non riappariva nella casata dei Black, suoi fieri portatori, era la maledizione del ragazzo e doveva restare nascosta il più possibile. Con quello stesso potere aveva già fatto del male e non voleva che la cosa si ripetesse, non voleva più sentire la vita della persona colpita fuoriuscire dal corpo, mentre questo appassiva come un fiore a cui mancava l’acqua. Passarono le ore , i gesti ripetitivi ed attenti necessari per preparare la pozione calmarono Julian a sufficienza.  Le Ombre si ritrassero inappagate e il ragazzo poté concedersi un sorriso vittorioso: aveva resistito! Non sarebbe stato costretto a sopportare lo sguardo di rimprovero e profondamente rammaricato che il fratello gli avrebbe rivolto: Harry poteva essere  fiero di lui questa volta... ma Harry non avrebbe neppure saputo che gli erano scapate un’altra volta.

Stanco per l’impresa appena compiuta si sedette sulla poltrona del laboratorio, tirandosi le ginocchia contro il petto e appoggiandoci sopra la fronte: di certo quello non era proprio il suo periodo fortunato! Se fosse andato avanti così probabilmente si sarebbe fatto ricoverare al San Murgo nel reparto malattie mentali.

Concedendosi un breve sorriso al pensiero di due uomini vestiti di bianco che lo trascinavano via , insensibili alle sue proteste, chiuse gli occhi per un momento e venne sopraffatto dalla stanchezza addormentandosi cullato dal lieve borbottio della pozione.

 

 

Angolino dell'autrice:
Mi dispiace enormemente per avervi fatto aspettare tanto ma ho avuto un sacco di problemi, inoltre ho un'altra storia in corso e vorrei finire quella,perciò le do la precedenza. Non posso promettervi di diventare più puntuale, ma cercherò di esserlo. Comunque spero che mi lasciate un po' più commenti^^Arrivederci alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3

Dormì un sonno agitato turbato dagli strascichi della visione del giorno prima e da immagini raccapriccianti di ciò che sarebbe potuto succedere alla signora Weasley se non si fosse fermato in tempo. Quando si risvegliò erano appena le cinque del mattino e non aveva nessuna voglia di andare nel suo letto, ne di fare nient’altro se non un bel bagno rilassante. Con un ultimo sguardo alla pozione che durante tutta la notte aveva continuato a bollire senza incidenti, uscì dal laboratorio salendo velocemente le scale che lo portarono nel bagno, dove rimase immerso nell’acqua calda per alcune ore, eliminando tutta la tensione accumulata durante la notte quasi insonne, fino a che non sentì i primi rumori dovuti ai risvegli degli abitanti di casa Black. Sbuffando si costrinse a lasciare il bagno agli altri e vestendosi sommariamente scese a fare colazione anche se non aveva tutta questa gran voglia d interagire con chicchessia.

-Buongiorno Julian!...Stai bene?- Il caloroso benvenuto di Remus gli diede la forza per fare uno stiracchiato sorriso, che non l’aiuto affatto a convincere il licantropo della sua perfetta salute.

-Sì, Rem, va tutto bene...ho solo dormito male!-rispose brusco come a voler far capire che non aveva nessuna intenzione di parlare quella mattina.

-Sai, fratellino, tu non ci crederai ma hanno inventato anche i pantaloni e inoltre hai tre armadi pieni di vestiti fatti su misura per te, quindi penso che un qualcosa di meglio di ciò con cui dormi potevi trovarlo...- disse Harry sorridendo, mentre veniva cacciato fuori dalla dispensa da un Kreacher mediamente arrabbiato. In effetti il moro aveva addosso solamente una felpa di tre o quattro taglie più grande e i boxer neri, in totale i due abiti lascavano poco spazio alla fantasia di chiunque avesse posato lo sguardo su di lui, ma comunque non ci vedeva niente di strano nel suo abbigliamento perché infatti si era sempre presentato così a colazione prima che gli invadessero la casa.

-Se ti da noia guarda qualcos’altro: nessuno a chiesto il tuo parere!- sbottò stizzito il ragazzo con un tono di superiorità, pentendosi però immediatamente del tono usato contro il fratello.

-Sì, Rem, è decisamente di buon umore oggi...sua maestà mi può passare lo zucchero o le arreca troppo disturbo?-domandò Harry rivolgendogli un occhiata gelida, che però non gli fece abbassare lo sguardo, pur sentendosi immensamente in colpa.

-Tieni, Harry!- lo precedette Remus prevedendo l’imminente disastro, meglio di come avrebbe fatto un veggente.

-Sarà sorpreso, mio caro Prescelto, che lei non è l’unico a questo mondo ad avere problemi e che perciò anche agli altri ogni tanto è concesso essere di cattivo umore! Quindi le chiedo immensamente perdono se le ho rovinato la colazione ma purtroppo non so essere felice a comando e davvero non so come scusarmi per averle rubato il ruolo di perennemente scontento e averle portato via qualche momento di attenzione da parte di tutti, mio Eroe!- Neppure Julian sapeva perché infuse così tanta cattiveria in quelle parole, toccando abilmente tutti i tasti che facevano più soffrire il ragazzo che gli stava davanti. Harry e Remus rimasero basiti da quell’uscita di Black, tanto che per alcuni secondi faticarono a credere che a parlare fosse proprio stato lui e ciò diede il tempo al ragazzo di andarsene dalla cucina sbattendo con tutta la forza che aveva la porta della cucina .

-L’hai sentito anche tu, Rem?...per favore dimmi di no! Non anche lui!- Il fievole lamento di Harry si levò nel silenzio improvviso che era sceso sulla cucina, dopo che il moro se ne era andato. Il lupo mannaro non sapeva come rispondere al figlio, ne tantomeno spiegare il comportamento dell’altro, ma quando incrociò gli occhi con quelli verdi feriti del ragazzo che trasmettevano una totale confusione mista alla disperazione di chi aveva perso un solido sostegno, si infuriò con Julian rinunciando a cercare una motivazione se non un’improvvisa voglia di protagonismo o una pura cattiveria. Era passato sopra a tante cose fatte del ragazzo, ma non aveva nessuna intenzione di perdonargli anche quello che era appena successo, qualunque fosse stata la scusa che Julian avrebbe adotto per spiegarsi. Con questi propositi si avvicinò ad Harry prendendogli le mani nelle sue a accucciandosi al suolo per guardarlo negli occhi, però non gli vene in mente nulla per alleviare il dolore del figlio, perciò lasciandogli le mani lo strinse a se pensando fosse la cosa migliore da fare, accarezzandogli i capelli e posandovi ogni tanto un bacio, come faceva quando era più piccolo se si svegliava per un incubo, mormorando vuote parole di consolazione.

Qualche minuto dopo ancora mezzo addormentato si affacciò sulla porta sgangherata della cucina Sirius, che passo lo sguardo da Harry a Remus e viceversa cercando di capirci qualcosa.

-Ma che succede stamani?- domandò infine sempre più spaesato, accostandosi ai due ancora abbracciati.

-Succede che a tuo figlio gli ha dato di volta il cervello! Ecco cosa succede, mio caro!-Raramente l’uomo aveva visto Remus tanto arrabbiato in particolare contro Julian per cui aveva sempre avuto un debole come genitore.

-Perché che ha fatto stavolta?-chiese ancora, stupito dalla risposta ricevuta, sicuro che non fosse niente di grave e che il suo compagno stesse come al solito ingigantendo le cose, però quando gli fu spiegato per filo e per segno casa era successo quella mattina non poté fare a meno di essere pienamente d’accordo con il licantropo nel voler dare al figlio una lezione, che difficilmente si sarebbe scordato. Fu quindi con un umore nero che i due uomini si diressero nella camera di Julian decisi a far giustizia e a capire cosa lo aveva spinto ad agire a quel modo almeno per quanto riguardava Sirius. Entrarono nella stanza come delle furie, ma vennero accolti dal vuoto totale: il ragazzo non era lì e da come ebbero modo di scoprire poco tempo dopo neppure in tutto il resto della casa. Lungi dal farli calmare, l’assenza di Julian li fece solo arrabbiare di più, e questo stato peggiorò esponenzialmente man mano che il tempo scorreva e del ragazzo non si vedeva neppure l’ombra. Non poteva essere andato lontano perché non aveva portato con se la bacchetta, continuava a ripetersi Sirius attendendo sule scale d’ingresso il ritorno del figlio. Ma Julian non tornò per quel giorno e neppure il giorno seguente. A quel punto era più che chiaro che il ragazzo anche se era sicuramente uscito da solo dall’abitazione, non aveva scelto liberamente di non tornare: immediatamente le squadre di ricerca dell’Ordine cominciarono a setacciare tutta Londra, nella vana speranza di una fuga adolescenziale a cui nessuno credeva realmente, e tutti i posti in cui il moro si sarebbe potuto rifugiare. Nessun luogo diede frutto e la rabbia fu sostituita a mano a mano che le ore passavano da una cupa disperazione condivisa da quasi tutti gli abitanti del numero 12 di Grimmaul Place . Harry si sentiva in colpa per non aver capito al volo lo stato d’animo dl fratello e così anche Remus che si era auto convinto di non aver fatto tutto il possibile per evitare che succedesse quello che era successo pur sapendo da giorni che il ragazzo aveva qualcosa che non andava, Sirius sembrava aver perso ogni forza e passava tutte le giornate alla ricerca disperata del figlio, anche se gli era stato proibito da Silente, tornando a casa solo a notte inoltrata per poi uscire di nuovo all’alba. I tre Serpeverde tentavano in tutti i modi di consolare Harry, sentendosi totalmente impotenti perché non potevano fare niente per i due amici, persino Piton aveva perso la voglia di vendicarsi su Black senior e appariva preoccupato come l’uomo. Gli unici a sembrare immuni da tutto ciò erano la signora Weasley e Ron, che non avevano mostrato segno di preoccupazione ritenendo entrambe che quello fosse solo un modo di Julian per attirare l’attenzione...purtroppo per Ron ebbe la malaugurata idea di esternare il suo pensiero e a quel punto neppure intervene per fermare il linciaggio che il ragazzo ricevette da tutto il resto dei compagni di scuola. Per completare il tutto la mattina di cinque giorni dopo la pozione lasciata incustodita dalla scomparsa di Julian esplose rendendola inutilizzabile,perciò Lupin dovette passare la luna piena senza il suo sostegno: fu la peggiore di tutta la sua esistenza perché anche il lupo soffriva per l’assenza di un membro del suo branco e Remus dovette essere ricoverato al San Murgo per le ferite ch si inflisse. Come se tutto ciò non fosse bastato Harry lo stesso pomeriggio trovò il diario su cui Julian riportava tutte le sue visioni venendo a sapere cosa l’avesse tanto sconvolto qualche mattina prima. Su un pagina macchiata d’inchiostro infatti era stata riportata fedelmente la data, l’ora approssimativa e l’argomento dettagliato della visione con l’elegante scrittura del fratello. Quello che lesse riportato così freddamente come era abitudine di Julian lo distrusse completamente: scritto nero su bianco era stata riportata la sua morte per mano dell’unica persona da cui non se lo sarebbe mai aspettato. Con il briciolo di forze che gli restavano cercò anche l’altro diario del moro, quello personale su cui appuntava tutti i pensieri e gli avvenimenti, che riteneva importanti. Dopo poco lo trovò e ciò che vide scritto su quello lo rinfrancò un poco: neppure Julian voleva credere a ciò che aveva visto, neppure lui voleva credere di esserne capace! Affermava con tutta la forza possibile che mai e poi mai avrebbe fatto una cosa del genere, e che anzi che farlo avrebbe preferito gettarsi dalla torre più alta della scuola, giù da un ponte oppure bere un veleno, ma che assolutamente avrebbe ucciso il suo adorato fratello!

Però il momentaneo sollievo venne subito sostituito da un tremendo dubbio: e se Julian avesse avuto un’altra visione che specificava l’ora e la data dell’assassinio di Harry e avesse deciso di portare a termine i suoi propositi per salvarlo? Questo avrebbe spiegato il cattivo umore del ragazzo durante gli ultimi istanti in cui l’aveva visto, però mancava comunque il corpo del fratello e inoltre Harry non voleva prendere in considerazione neppure alla lontana il fatto di poter essere indirettamente il colpevole della morte di Julian. Ispezionando la camera in cerca di qualche altro indizio scorse in un angolino buoi la bacchetta del moro..strano che nessuno durante quei giorni si fosse accorto di qual particolare: Julian non si allontanava mai troppo senza la sua bacchetta, al massimo usciva sul tetto o in strada per una boccata d’aria, ma mai più lontano. Quella notte aspettò che Sirius tornasse e gli fece vedere tutto quello che aveva trovato sperando che almeno il padrino potesse trovare un senso a tutto ciò, però neppure l’uomo seppe spiegare, cadendo in una disperazione ancora più nera. Passarono i giorni, che presto divennero settimane, che a loro volta si trasformarono in mesi, passò anche il compleanno di Harry, il peggiore di tutta la sua vita, ma di Julian non si trovò nessuna traccia neppure la più piccola e tutti cominciarono a temere il peggio. Se il ragazzo non era stato trovato e non si era ancora fatto vivo solo due erano le possibilità o era stato rapito oppure, nella più nefanda delle ipotesi, era morto. In entrambe i casi c’era un solo possibile colpevole: Voldermort! Ma Piton e le altre spie non sapevano nulla di un ordine contro Julian o del fatto che il ragazzo fosse nelle mani del Signore Oscuro, che in quel periodo era stranamente calmo.

Dopo due mesi quando ormai mancavano solo tre settimane all’inizio del nuovo anno scolastico, Julian ricomparve in una buia stradina della Londra Babbana e al limite delle sue forze riuscì a trascinarsi fino all’ospedale dei Maghi, dove i medimaghi di turno informarono immediatamente la famiglia del ragazzo con una lettera via gufo. Passarono pochi minuti che Remus, Sirius ed Harry fecero la loro comparsa trafelati nell’atrio dell’ospedale. Lì vennero accorti da Michael Nort, un guaritore che faceva parte dell’Ordine e che aveva precedentemente curato il licantropo, avvertendoli ogni qual volta che uno dei loro finiva al San Murgo. Michael era inoltre un amico di vecchia data della famiglia e conosceva i due ragazzi sin da quando erano nati ed era stato un compagno di scuola dei Malandrini. Di Julian ed Harry sapeva ogni cosa possibile, compresi i poteri del primo. Negli occhi dell’uomo si leggeva una forte preoccupazione, per questo apprezzarono ancora di più il fatto che si sforzasse a sorridere, mentre gli informava delle condizioni di salute di Julian:

-Ancora non so dirvi di preciso cosa abbia subito in tutto questo tempo, ma non deve essere stato nulla di piacevole. Da una prima analisi abbiamo trovato nel suo sangue tracce massicce di tutti veleni, che provocano più dolore al mondo e dei loro rispettivi antidoti, le ferite riportate gli sono state fatte nella maggior parte dei casi senza l’ausilio della magia o comunque mai in modo che non possano essere curate..in poche parole non sono maledizioni. Mostra segni di percosse. Inoltre la sua muscolatura riporta danni evidenti dovuti da un’esposizione prolungata a Cruciatus... devo anche informarvi che gli stanno per fare degli esami, che verifichino se abbia subito qualche altro genere di violenza.- Sirius, che era inorridito per il resoconto di ciò che il suo bambino aveva subito durante quei giorni di assenza, non poté esimersi dal chiedere con voce strozzata:

-Cos’altro potrebbero avergli fatto, Mic? Praticamente ci hai detto tutto ciò che una persona può subire da un’altra...che altro c’è?- C’era una nota di puro dolore nella voce dell’uomo, dolore che si rispecchiava negli occhi grigi e in quelli dorati e verdi delle altre due persone presenti. Michael non sapeva come porre la risposta: non voleva essere troppo brusco, perché si rendeva perfettamente conto di cosa dovessero passare i due uomini e il ragazzo. Decise di prenderla alla larga sperando che ci arrivassero da soli, pur sapendo che era un comportamento da codardi:

-Bisogna tener conto che Julian è un ragazzo a dir poco molto bello... desiderabile per alcuni, potremmo dire, quindi i medici vedendo alcuni lividi che aveva sul corpo hanno pensato che forse...- Ma perché la prontezza di Sirius era andata a farsi un giro in quel momento?-...Che forse possano averlo rapito per...per scopi...che non c’entrano nulla con la causa di Voi-sapete-chi...ma più personali...bassi...infimi...disgustosi...- Il medimago non sapeva più a che cosa appellarsi per far capire cosa intendesse dire perciò non gli restava altro che esprimersi chiaramente. E lo stava per fare se Remus non lo avesse fermato , parlando per primo:

-Intendi dire che qualcuno potrebbe aver abusato di Julian?- mormorò con voce cupa tremando leggermente a quel pensiero.

-Precisamente Remus...naturalmente Sirius siccome sei il padre di Julian e lui è ancora minorenne puoi decidere di non fargli fare quei particolari esami, perché non sono compresi in quelli regolamentari o che comunque sono utili per la sua salute...-

-Non dire scemenze Mic! Fate tutti gli esami che vi passano per la testa, se sono utili a sapere chi ha fatto del male a Julian, basta che non lo traumatizzate più di quello che non è!-lo interruppe bruscamente Sirius, alzando una mano .

-Se autorizzate allora dovete firmare un modulo...comunque ora dorme, quindi non dovremmo dargli fastidio.-lo rassicurò Michael con un sorriso comprensivo.

-Ma come ci è arrivato qui mio fratello?- Harry che aveva ascoltato in silenzio fino a quel momento la conversazione degli adulti senza interrompere, troppo sconvolto da ciò che Julian aveva subito, forse per colpa sua, e anche ciò che avrebbe potuto subire.

-Non lo so...è entrato da un’uscita secondaria, che usiamo in caso di pericolo per evacuare i pazienti, che in realtà nessuno dovrebbe conoscere. Io l’ho trovato passando di lì per caso, dopo una visita, altrimenti sarebbe potuto rimanere li per giorni. Non è una coincidenza vero? Voglio dire: lui lo sapeva che io l’avrei trovato, no?- domandò per la prima volta da quando li aveva accolti un po’ meno sicuro di ciò che diceva.

-Probabilmente hai ragione ma non possiamo esserne sicuri finché non si sveglierà...- lo assecondò il licantropo, desiderando solo poter stare accanto al figlio, rassicurarlo facendogli capire che ormai era la sicuro e che non avrebbe permesso mai più a nessuno di fargli del male...ma forse per il periodo in cui vivevano era solo una vana promessa, soprattutto considerando chi fosse il ragazzo in questione. Mentre parlavano erano giunti nella sala d’aspetto davanti alla camera privata che avrebbero assegnato al ragazzo una volta terminati gli esami: era quella più grande e luminosa, perciò Michael aveva pensato potesse essere quella giusta per il moro, anche perché se uno dei due uomini avesse deciso di rimanere con Julian, durante le sue notti di permanenza all’ospedale, ci sarebbe potuto stare tranquillamente, dormendo nel secondo letto della stanza. Inoltre la camera dava su un giardino sotterraneo che però dava l’illusione di essere all’aperto, sotto un cielo soleggiato. Ad attenderli sulla porta della stanza, c’era una delle ultime persone che il medimago avrebbe voluto vedere in quel momento: era un ometto basso e untuoso che dava l’impressione di provare giovamento dalla disgrazie altrui e dal dolore dei suoi pazienti, Jebediah Ruthenford. Per di più c’era un altro particolare che lo rendeva odioso in quel particolare momento: era il direttore del reparto malattie mentali.

-Cosa ci fai tu qui?- lo apostrofò sgarbatamente Michael.

-Mi sembra ovvio! Se i rapporti sono giusti il ragazzo potrebbe avere bisogno della mia assistenza, come i Paciock. Rammenti, Nort?-rispose l’ometto con un sorriso tra il crudele e il contento sul volto.

-Se anche ne avesse bisogno saresti l’ultima persona al mondo a cui lo affiderei, Ruthenford, quindi togliti di torno!- sibilò il medimago minacciosamente. Gli altri tre presenti non avevano idea di cosa stesse succedendo tra i due medici, ma comunque trovavano estremamente antipatico lo sconosciuto e sicuramente non avrebbero permesso neppure che sfiorasse con un dito Julian, ma il riferimento ai Paciock non era andato a vuoto, quello lo avevano capito fin troppo bene e speravano con tutta l’anima che il loro famigliare non avesse subito la stessa sorte: non avrebbero sopportato di vederlo in quello stato.

-Va bene, Nort...vado via! Ma ricorda: nessuno sfugge agli effetti della Cruciatus, per quanto sia forte! Tutti alla fine impazziscono dal dolore...- Jebediah godendosi le espressioni addolorate del quartetto se ne andò, lasciando alleggiare sui presenti le parole della sua profezia.

-Perché non ce l’avevi detto, Mic?-sussurò Sirius. L’uomo era al limite della sopportazione, ancora una notizia del genere e avrebbe dovuto essere lui stesso ricoverato per esaurimento nervoso.

-Perché sono sicuro che Julian stia bene almeno in quel senso: una persona se perde la ragione non va all’ospedale, non scappa ai suoi carcerieri e non riconosce chi gli è famigliare! Non date peso alle insinuazioni di quell’uomo!-

-Ma potrebbe essere stata una cosa momentanea...-bisbigliò Black, sedendosi scompostamente su una sedia, incapace di reggersi oltre in piedi.

-Sirius, ascoltami bene: io non sto dicendo che Julian appena sveglio starà perfettamente bene! Per molto tempo avrà difficoltà a dormire, paura di rimanere solo, difficilmente vorrà stare a lungo in luoghi aperti e affollati e sicuramente non sarà lo stesso Julian che avete visto l’ultima volta, in particolar modo se per caso avessero abusato di lui, avrebbe difficoltà a relazionarsi con gli altri...mentirei se ti dicessi un’altra cosa! Ma tu sai bene che tuo figlio è forte, molto più di quanto noi riusciamo a immaginare, perciò io sono sicuro, come in nessun altra cosa in vita mia, che con il tempo tornerà quello di sempre, che guarirà completamente. Voi dovete solo stargli vicino, cercare di non fargli pressioni, di non costringerlo se non si sente pronto a fare qualcosa e basta. Hai capito?- lo scosse energicamente Michael: se avessero cominciato con il piede sbagliato per Julian tutto sarebbe stato ancora più difficile e doloroso, e come suo medico non poteva permetterlo per nessuna ragiona al mondo.

-Sì, ho capito!- La decisione brillava ora negli occhi grigi di Sirius: la decisione di dare tutto l’appoggio e l’aiuto possibile al suo bambino!

Passarono pochi minuti e dalla stanza uscì un’infermiera che gli informò che avevano finito con gli esami e che il ragazzo era già stato portato nella camera, dove ora riposava, raccomandandosi di non disturbarlo, infine si fece da parte per farli entrare, trattenendo però il medimago, per informarlo che se voleva tutti i risultati delle analisi e degli esami erano nel suo ufficio. Michael impaziente di conoscerli salutò velocemente i tre prima di scappare verso l’ufficio, promettendo di informarli al più presto. Trattenendo il fiato, Sirius Remus e Harry entrarono nella camera impazienti di vedere Julian, aspettandosi il peggio. Julian giaceva compostamente nel letto coperto dalle leggere coperte estive, il bianco della federa sembrava fare concorrenza con il pallore della pelle del ragazzo non segnata dai lividi e i capelli neri un po’ più lunghi di come si ricordavano sparsi sul cuscino gli davano un’area stranamente irreale. Dal pigiama si intravedevano le bende che gi fasciavano gran parte dei corpo, visto che i medici avevano preferito non somministrargli nessuna pozione, per non peggiorare la situazione. Era molto dimagrito e il volto scavato pur avendo un espressione serena, merito dei tranquillanti trasmetteva una parte del dolore che il ragazzo doveva aver provato in quei lunghi mesi.

-Il mio bambino...-sussurò Sirius avvicinatosi al letto, spostando con la punta delle dita la frangia dagli occhi chiusi del ragazzo, fino a trasformare quel tocco leggero in una vera a propria carezza, sui morbidi capelli, a cui Julian ancora addormentato rispose inclinando la testa in modo da poter usufruire più a lungo di quel contatto.- Ora va tutto bene Julian, sei con me al sicuro...Ti prometto che non fallirò un’altra volta... ti proteggerò, costi quel che costi! La voce del moro si spense nei singhiozzi, che non si capiva se erano dovuti alla felicità di riavere lì il figlio oppure all’amarezza di non averlo saputo difendere quando era giunto il momento giusto, lasciandolo in balia del mostro che lo aveva ridotto in quello stato. Riscuotendosi dal momento di indecisione che li aveva colti quando avevano visto le condizioni di Julian, Remus ed Harry fecero per affiancare Sirius che si era inginocchiato a terra accanto al letto , ma se per il licantropo non ci furono problemi per il moretto fu ben diverso: non riuscì ad accostarsi di un passo, che il fratello venne avvolto da un oscuro sudario: le Ombre. In un primo tempo i tre non capirono a cosa fosse dovuta quell’improvvisa manifestazione di potere, che diversamente dalle precedenti apparizioni non era stata provocata da nessun tipo di provocazione, ma che sembrava più intenzionale e controllata, creando un controsenso visto che Julian era incosciente. Le Ombre infatti non erano partite all’attacco come era successo in passato verso un nemico reale o meno, ma si limitavano ad agitarsi in un lento movimento intorno al ragazzo addormentato, non rappresentando un pericolo neppure per Sirius che era a stretto contatto con la magia oscuro, perché aveva ancora una mano appoggiata sui capelli del figlio e teneva dolcemente nella sua una mano del ragazzo. Sembravano vegliare sul loro padrone e quando Remus fece un passo avanti fu sfiorato da un filo di Ombra, che si ritrasse subito dopo. Era evidente che cercavano qualcosa di preciso e che per tutti gli altri non sarebbero state un pericolo, ma il problema era capire cosa volessero! I tre non giudicavano probabile che si fossero attivate perché in qualche modo avevano avvertito la presenza del carnefice di Julian, però non sapevano quali altre alternative ci fossero! Era certo che non avevano reagito alla presenza dei medici né ai loro esami, altrimenti di quei maghi non sarebbe rimasto altro che un guscio vuoto senza vita, nella migliore della ipotesi e neppure ai due adulti, che non avevano avuto difficoltà ad avvicinarsi al moro persino, nel caso di Sirius, riuscendo a toccarlo. Quindi quali possibilità restavano?

-Cosa significa? Perché sono apparse le Ombre?- chiese Harry confuso come i due uomini, se non di più.

-Non lo so...forse ha un incubo!- ipotizzò Sirius poco convinto di ciò che diceva , visto che non c’erano segni sul volto di Julian a confermare al sua ipotesi.

-Non credo sia per quello: è troppo tranquillo...- esclamò Remus andando alla finestra per controllare se per caso ci fosse qualcuno all’esterno e successivamente alla porta ripetendo la stessa operazione.- Non capisco...non è normale che facciano così! Non l’avevano mai fatto prima o sbaglio?- domandò, finita l’ispezione, il lupo mannaro rivolto ad Harry, che in teoria era quello che avrebbe dovuto saperne di più passando molto tempo a contatto con il ragazzo.

-No, non è mai successo...forse è solo una specie di sfogo,perché sono rimaste impotenti per tanto tempo, mentre Julian ne aveva bisogno.-rispose il moro con un’alzata di spalle. Fatto sta che le Ombre non accennavano neppure alla lontana di voler sparire. Harry a quel punto desideroso di vedere il fratello da più vicino riprese ad avvicinarsi da dove era rimasto dopo la comparsa delle Ombre, rinfrancato dal fatto che Remus non era stato colpito. Quanto si sbagliava ad essere così sicuro che anche con lui avrebbero reagito allo stesso modo! Infatti non appena il ragazzo avanzò di due passi una parte della nebbia oscura che vorticava attorno al Julian si staccò puntando decisa su di lui, solo la prontezza di riflessi del licantropo lo salvò dall’essere colpito e quasi sicuramente ucciso. Le Ombre mancando il loro obbiettivo si ritirarono fremendo per il fallimento, limitandosi a ribollire intorno ai Black.

-Perché hanno fatto così solo con me? Cosa ho fatto di sbagliato?- si lamentò il ragazzo massaggiandosi la schiena visto che l’intervento di Remus l’aveva fatto cadere rovinosamente per terra. I due uomini non sapevano cosa dire, ma ripercorrendo l’accaduto mentalmente, cominciarono a sospettare che fin dall’inizio era stato Harry la causa scatenante della magia Oscura: infatti non erano comparse finché Harry e Remus non si erano fatti avanti, ma siccome il lupo mannaro era riuscito ad avvicinarsi indenne, l’unica possibilità rimaste era che Julian volesse impedire proprio al fratello di stargli accanto, anche se non ne comprendevano il motivo.

-Rem, credo che sia meglio se tu ed Harry uscite di qui e tornate a casa... così potrete informare tutti sulle condizioni di Julian. Saranno preoccupati come noi, no? Inoltre se si svegliano e non trovano nessuno cominceranno a pensare il peggio.-Era un magro tentativo quello di Sirius, ma non voleva esternare i suo pensiero ad Harry, che probabilmente non avrebbe sopportato di sapere che il fratello aveva come minimo paura di lui e nel peggiore dei csi lo odiava tanto da volerlo morto. Remus capì, perché anche lui aveva pensato le stesse cose, quindi baciando Julian sulla fronte e dandogli un ultima occhiata come per accertarsi che non sparisse nuovamente, prese delicatamente l’altro ragazzo per un braccio portandolo con determinazione il più lontano possibile dalla camera, senza protesta da parte di Harry, come invece si sarebbe aspettato. Giunti nella hall dell’ospedale, il licantropo strinse a se il figlio e poi facendo una piccola giravolta si smaterializzò di fronte alla porta del numero 12 di Grimmaul Place. Lì Harry lo trattenne un attimo per la manica impedendogli di entrare in casa e fissando con i profondi occhi verdi il terreno, chiese tristemente:- Ero io quello da cui volevano proteggerlo, vero? E non mentirmi!- Remus a vederlo in quello stato sentì una fitta al cuore e un enorme peso prese a gravargli sullo stomaco:- Non lo so Harry...ma da quello che abbiamo visto sembrava proprio così- La mano che stringeva la manica di Remus tremò lievemente e il ragazzo sembrò afflosciarsi sotto il peso di quella conferma. Perché il fratello agiva in quel modo? Lo riteneva davvero responsabile di ciò che aveva subito oppure era per il modo in cui si erano lasciati? O ancora peggio Julian lo aveva sempre odiato e ora incosciente, non avendo più freni inibitori, glielo stava dimostrando nel peggiore dei modi? Era difficile e doloroso credere che la persona su cui più aveva contato in tutta la sua vita, come si era resto conto in quel momento, non avesse altro desiderio che vederlo morto, ma alla luce dei fatti non riusciva a trovare nessun’altra valida spiegazione.

-Rem, perché mi odia?- mormorò. Scosso da singhiozzi del pianto disperato, buttandosi tra le braccia dell’uomo, che lo confortò se non a parole al meno con i gesti.

-Non preoccuparti, Harry! Vedrai che si tratta di una cosa passeggere e che non appena sarà di nuovo sveglio, si sistemerà tutto...lui non ti odia! Lo sai che ti vuole bene: sei il suo fratellone dopo tutto, no?-gli mormorò in un orecchio accarezzandogli i capelli neri disordinati come al solito. Con quelle parole riuscì a calmarlo e finalmente poterono entrare in casa dove aspettarono tranquillamente il risveglio di tutta la combriccola.

Nella stanza di Julian all’ospedale, le peggiori ipotesi di Sirius avevano trovato conferma: non appena Harry aveva varcato la porta, le Ombre erano svanite e anche il ragazzo si era rilassato, allo stesso modo in cui avrebbe fatto dopo aver scampato un pericolo. Non sapeva come spiegarsi l’accaduto, perché fino al momento della scomparsa Julian non aveva mai mostrato la minima ostilità nei confronti del moretto e non voleva prendere come vere le ultime parole che i due si erano scambiati, perché erano solo uno sfogo ed era sicuro che il figlio non avesse pensato realmente ciò che aveva detto. Ma allora cosa era successo per fargli cambiare idea fino a quel punto in quei due mesi? Fino a quando Julian non si fosse svegliato non avrebbe avuto una risposta, perciò non gli rimaneva che attendere e sperare che si fosse trattato solo di un errore.

Julian dormì profondamente per due interi giorni, non mostrando alcun segno di vita se non le Ombre che comparivano puntualmente ogni volta che Harry si trovava a pochi metri di distanza, provocando sempre al ragazzo un dolore sordo. Come Sirius anche Harry sperava che una volta cosciente il fratello avrebbe dato una spiegazione soddisfacente del fenomeno, ma nel frattempo non poteva fare a mano di dirsi che meritava quella punizione: Julian, per l’unica colpa di essergli stato accanto in tutti quegli anni aveva dovuto affrontare ogni genere di pericolo, dai ragni giganti ai Mangiamorte e pur essendosela cavata, sempre per il rotto della cuffia tra l’altro, aveva riportato innumerevoli ferite sia fisiche che psicologiche, cercando tutte le volte di non fargli pesare l’accaduto. Si rendeva conto che forse era troppo chiedere a Julian di passare sopra anche a quell’ultimo fatto o di non incolparlo, perciò accettava di non potergli più stare accanto e già si preparava a perderlo del tutto.

“Quanto tempo era passato dall’ultima volta?” si chiedeva insistentemente Julian confuso non riuscendo a capire perché ancora non fosse venuto a svegliarlo per ricominciare con la tortura giornaliera. Era passato decisamente troppo tempo, dall’ultima volta. c’era troppa tranquillità...anche i soliti insopportabili dolori che gli attraversavano tutto il corpo da quando era stato portato lì, erano ridotti a un pulsare trascurabile. Inoltre anche il freddo era sparito e sentiva un calore rassicurante ad avvolgerlo...persino il persistente puzzo di muffa e rifiuti in putrefazione era svanito. Come per magia! La stessa a cui gli era stato negato l’accesso dal giorno in cui era stato portato via dalla sicurezza della sua casa..insomma sicurezza forse era un po’ eccessivo, visto che il suo carnefice- non trovava davvero altri modi per definirlo ormai-gli era sempre stato vicino, persino in quella casa, senza suscitare il minimo sospetto in nessuno. Forse Remus e Sirius erano riusciti a smascherarlo, capendo alla fin che lui non poteva essere scappato semplicemente di casa, come invece avevano creduto, da quanto gli diceva il suo personalissimo aguzzino- ecco quella era veramente un’ altra bella parola per definirlo!- per tutto quel tempo...Tempo...già...quanto tempo era passato? Giorni? No, troppo poco. Settimane? Probabile, ma ugualmente poco...Mesi?Sì, doveva essere quella la risposta giusta. Però non riusciva a capire quanti mesi precisamente...non molti, meno di un anno di sicuro! L’altro, il carnefice, altrimenti non sarebbe potuto essere lì: doveva andare a scuola! Silente si sarebbe insospettito se non fosse stato presente il primo giorno, anche se avesse adotto a una buona scusa, Julian era certo che il preside avrebbe capito tutto. Forse era per quello che non era ancora arrivato: era dovuto tornare a Hogwarts! Ma allora perché l’aveva lascito vivere? Pensava che non fosse più un problema? Che non avrebbe detto niente? Che fosse impazzito per le torture subite? Non poteva trattarsi di quello: avevano parlato, anche se per poco, qualche ora? Giorno?...va beh poco tempo prima, l’ultima volta e sapeva che non aveva nessun problema a livello mentale, che ancora aveva tutte le rotelle a posto e visto che era un Black comunque difficilmente si sarebbe notata la differenza!...perfetto stava veramente migliorando se trovava la forza di fare battute. Ora che ci pensava era sdraiato su una superficie morbida e anche la testa posava su un qualcosa di soffice, aveva persino fame! C’era decisamente qualcosa di insolito!

Una speranza nacque nel cuore del ragazzo: possibile che l’avessero trovato? Che l’avessero portato via dalla sua prigione? Decise di socchiudere gli occhi, anche se temeva di essersi sognato tutto. Una luce intensa gli ferì la vista, costringendolo a richiuderli immediatamente, per poi riaprirli con più calma, un po’ per volta. Quando infine vi riuscì vide che si trovava al centro di una camera a lui sconosciuta: la luce entrava da un’ampia porta finestra da cui si faceva strada anche un dolce profumo di fiori, le pareti erano dipinte in un tenue azzurrino, che donava una calma di cui Julian aveva tanto bisogno, mentre il soffitto era bianco. Accanto al letto- ecco cos’era la superficie morbida!- su cui si trovava c’era una poltrona verde, ma era vuota, anche se doveva essere stata occupata fino a poco tempo prima, perché i cuscini non avevano ancora ripreso la loro forma originale mostrando l’impronta di qualcuno. Contro una parete c’era anche un altro lettino, ma non sembrava essere stato usato recentemente. Voltando lentamente la testa per non procurarsi alcun dolore, Julian vide una porta di legno chiaro su cui svettava una cartella simile a quelle che usavano i dottori e una piccola finestrella di vetro smerigliato. Di Lui non c’era traccia, e questo era un bene, ma purtroppo il fatto di non sapere dove si trovasse lo inquietava un po’: i ricordi dei giorni precedenti erano ancora troppo freschi nella sua mente per aver già riacquistato il suo coraggio o la sua baldanza. Si augurava che non durasse all’infinito quello stato di costante terrore perché altrimenti non sarebbe riuscito a sopportarlo! Meglio morire che non riuscire più a mettere il naso fuori casa senza che il cuore cominciasse a battere come impazzito oppure senza essere costantemente sul chi va là, incapace di fidarsi di chiunque! Non gli avrebbe permesso di rovinargli il resto della vita! Mentre arrivava a questa conclusione il vetro della porta si oscurò rivelando la forma e la maniglia si abbassò, ma la porta non venne aperta. Una voce irriconoscibile per via dell’ostacolo prese a parlare, senza che Julian riuscisse a capire le parole, un’altra rispose sollevata, quando la prima si azzittì. Poi ci fu il silenzio e un uomo entrò di spalle nella camera, ma non ci fu bisogno che si voltasse per permettere al ragazzo di riconoscerlo: era suo padre! Allora era vero che l’avevano salvato! L’uomo non si accorse che il figlio era sveglio fino a quando non si fu seduto sulla poltrona ed ebbe bevuto un sorso della bevanda nella tazza, che reggeva in mano. Julian da parte sua non riusciva a parlare per avvertirlo tale era la sua felicità. All’improvviso Sirius dovete capire che c’era qualcosa di diverso nell’aria, perché alzò lo sguardo sul viso del ragazzo, incontrando il suo sguardo azzurro-grigio. Dalla sorpresa e dall’euforia di vederlo sveglio, Sirius lasciò andare la tazza, che si infranse sul pavimento inondandolo con il liquido bollente che conteneva. Ma l’uomo non badò al bruciore concentrando tutta l’attenzione sul viso del figlio, che non staccava lo sguardo dal suo ancora quasi incredulo di ciò che vedeva.

-Julian...?-mormorò sfregandosi sbattendo più volte le palpebre, come a voler essere sicuro che non fosse stato tradito dai sensi.

-Papà...-rispose Julian di rimando, sollevando una mano fino a prendere quella dell’uomo e tirandoselo contro debolmente, imitando il gesto che faceva da piccolo quando voleva essere abbracciato o preso in braccio. L’uomo, che comunque non avrebbe avuto bisogno della richiesta del figlio, capì immediatamente cosa voleva e si mise sul letto per poi sollevarlo a sedere e stringerlo a sé, cullandolo. Julian piangendo, affondo il viso rigato dalle lacrime nel petto dell’uomo, aggrappandosi con tutta la forza che aveva al leggero maglione nero che indossava, come se avesse avuto paura di vederlo andar via. Anche Sirius piangeva, ma a differenza di Julian cercava di trattenere i singhiozzi, anche se con scarsi successi. Era triste e felice allo stesso tempo: triste perché non aveva saputo impedire l’accaduto e felice perché il ragazzo aveva finalmente riaperto gli occhi e stava bene, meglio di quanto avesse osato sperare fino a quel giorno.

-Sei al sicuro adesso... nessuno ti farà più del male! Non lo permetterò mai più, te lo prometto, piccolo mio- mormorava sconnessamente Sirius accarezzando i capelli e la schiena di Julian, cercando in quel modo di calmare se stesso e il figlio.


Angolino dell'autrice:
come avrete notato in questo capitolo la mia vena sadica si stà cominciando a far sentire...
E ora visto che non l'ho fatto per il primo capitolo risponderò alle vostre recensioni:
Summers 84( Grazie mile per i tuoi complimenti mi fa molto piacere che la mia fic ti piaccia!)
Andy14( Grazie tante anche a te!Purtropo i miei aggiornamenti sono alquanto ballerini...)
Rotavius(Elà quanti fan ha Julian...comunque fossi in te non lo chiamerei July, diventa molto aggressivo quando qualcuno pronuncia quel nome^^)
Titania77(Allora per rispondere alle tua domade: sì, Julian può vedere nel futuro ma ancora non ha il controllo del suo dono, quindi non può decdere se avere o no una visione.. Per gli errori grammaticali: io scrivo con Word perciò se non mi segna errore non ci bado molto cercherò di stare più attenta! Comunque i Weaslwy non sono tutti da buttare: Fred e George sono dalla parte dei nostri^^)
WigsHP(Sono cantenta che i parti della mai mente malata piacciano anche a te^^)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

 

Una volta che  Julian si fu calmato del tutto Sirius, pur controvoglia, si costrinse a fargli la domanda che più temeva, perché solo con quelle semplici parole avrebbe potuto riportare il figlio a rivivere i dolorosi momenti che si era appena lasciato alle spalle:

-Julian, sai chi è stato a rapirti?- mormorò quindi l’uomo fissando negli occhi il ragazzo, tentando di dare il giusto peso ad ogni sua reazione, cose che se il moro avesse voluto sarebbe diventata impossibile. Ma per una volta non ci fu bisogno di diventare un esperto psicologo per capire quale sentimento si fosse impossessato del cuore di Julian e fu proprio tanta chiarezza a stupire Sirius: negli occhi grigi del giovane non si trovava nessuna traccia di paura  o dolore, solo un infinito furore, apparentemente ultimo tra le reazioni che avrebbe dovuto provare in quel momento il Serpeverde.

-Non sono stato rapito!-sbottò con rabbia Julian ricordando l’avvenimento che l’aveva portato a quelle settimane di sofferenza, stupendo ancor di più Sirius -Mi ha ingannato, facendo in modo che io lo seguissi di mia spontanea volontà... deve solo osare farsi rivedere da me per comprendere a fondo di che pasta sono fatto e a cosa servono generazioni di pazzi sanguinari alle spalle! Lui e quell’altro!-continuò con una perfidia tale nello sguardo grigio che per un secondo Sirius temette di avere d fronte a se la sorella Bellatrix.

-Per favore... Calmati, cucciolo! E dimmi chi è stato ci penseremo io e gli Auror  a fare giustizia, non tu!- disse con estrema convinzione Sirius per cercare di far riemergere il vero Julian da quel lago di rabbia e follia in cui stava annegando.

-Dipende da chi arriva prima!-La tortura come già Harry a suo tempo aveva affermato non aveva il potere di annientare la testardaggine di Julian e neppure di piegarlo se era per quello.- Comunque se vuoi una risposta e meglio che ti siedi e ti metti comodo, perché non ti piacerà quello che stai per sentire...non piacerà a nessuno, in verità!-corresse immediatamente il tiro il ragazzo accorgendosi dell’ira paterna e rabbonendo Sirius con uno dei suoi meravigliosi sorrisi, anche se velato dalla tristezza che aveva preso il posto della rabbia anche nei suoi occhi e nella sua voce. Quando Sirius si fu seduto nella poltrona che aveva da poco abbandonato, il moretto riprese a parlare puntando lo sguardo ostinatamente verso la parete che gli stava di fronte, per non dover sopportare il dolor che di li a poco avrebbe sicuramente scorto negli occhi del padre e ringraziando il cielo che non fosse presente anche Remus a quel primo racconto dei fatti, perché se Sirius ne avrebbe sofferto, Remy non avrebbe retto, venendo colto come minimo da un infarto.

-Vedi quel giorno mi ero svegliato di un umore più nero del mio nome e non riuscivo  a sopportare il minimo insulto se pur fatto con tutta la buona volontà. Infatti come saprai, non ho risposto proprio bene ad Harry...beh magari perché avevo una specie di predizione di che stronzo, bastardo, psicopatico,malato di mente, pugnalatore alle spalle e sadico fosse- All’insolito numero di epiteti scagliati da Julian contro il fratello Sirius sbiancò di colpo e credendo di capire da cosa derivassero, cercò di calmare il figlio:

-Non è colpa di Harry ciò che ti è successo, Julian! E’ la guerra che non guarda in faccia a nessuno e lo sai! Voldermort ha colpito te per fare del male a lui questo te lo concedo, ma ciò non significa che la colpa sia di tuo fratello...sai che lui non vorrebbe vederti soffrire!-Ma l’amara risata, che scaturì dalla ola del figlio, fece comprendere a Sirius che forse non aveva capito niente di ciò che voleva dire con quelle parole. Ed infatti la successiva spiegazione del ragazzo confermò le sue supposizioni:

-Una volta lo credevo anch’io e per questo era pronto a sacrificarmi per lui...purtroppo la realtà è ben diversa, papà! Avrei preferito che mi avesse rapito Voldermort, tu non sai quanto l’avrei voluto, ma non è andata così e forse è meglio perché alla fine mi si sono aperti gli occhi e ho potuto vedere che razza di persona malata e profondamente marcia sia Harry veramente!- parole sputate con veleno quelle di Julian che fecero gelare il sangue nelle vene del padre, ma purtroppo non finirono lì -Già perché come avrai ormai capito, non è stato Voldermort a rapirmi ed a torturarmi per tutto questo tempo...non , non lui! Ma bensì la persona di cui mi fido, o meglio mi fidavo di più al modo, quello che per anni ho definito mio fratello, quello a cui ho voluto più bene! E’ stato Harry a ridurmi così, aiutato dal suo degno compare Weasley!- Se il pavimento o il modo intero gli fosse crollato addosso Sirius si sarebbe sentito meglio in quel momento: non poteva credere alle parole di Julian,che però evidentemente ci credeva eccome se ci credeva! Sicuramente il ragazzo era stato giocato in qualche modo, qualcuno lo aveva preso in giro prendendo le sembianze si Harry mentre lo feriva e lo torturava e quelle di Ron per portarlo via. Lo scopo gli sfuggiva in quel momento ma era andata sicuramente così e doveva farlo capir anche a Julian che aveva ripreso a piangere silenziosamente, coprendosi il volto con le mai e tirandosi le ginocchia contro il petto. L’uomo gli andò vicino prendendolo delicatamente, ma con fermezza per  i polsi in modo da poterlo vedere in volto, cosa che non fu comunque possibile perché Julian affondò il viso nella sua spalla stringendoli il maglione tra le mani di nuovo libere.

-Julian quello che hai detto è impossibile e lo sai anche tu, nel profondo...ragiona! Perché avrebbe dovuto farti una cosa del genere? E poi io lo visto in questi giorni era preoccupato, quasi disperato!-Però dulia non era del suo stesso avviso :

-Te lo detto, papà, è psicopatico! Cambia carattere da un momento all’altro! L’ha sempre fatto perché ora non vuoi credermi? Ti fidi più di lui che di me, forse? Pensi che mi sia fatto da solo tutto questo?- chiese disperato tra le lacrime, indicando le bende che avvolgevano ancora gran parte del suo corpo e anche le pozioni accanto al letto.

-No, Julian! Io ti credo sono sicuro che quello che mi stai dicendo per te è la verità...ma puoi essere stato ingannato, lo sai meglio di me che esistono un’infinità di pozioni per cambiare il proprio aspetto, o sbaglio?-continuò imperterrito il padre, cercando al contempo di calmare il figlio e di convincerlo della realtà dei fatti.

-Le pozioni cambiano solo l’aspetto, persino la Polisucco non riesce ad imitare l’aura magica di un mago  e quelle che ho sentito io erano di Harry e Weasley!...mi dispiace anche dire che in quella del mio adorato carnefice non si notava alcuna alterazione dovuto a maledizioni varie come invece ne presentava quella di Ron, che suppongo abbia agito sotto Imperius!- Sirius si era completamente dimenticato che essendo un Mago Oscuro seppur ancora alle prime armi, Julian aveva una visione molto più ampia dei comuni maghi e che perciò riusciva a distinguere le aure, cosa che nessun altro mago poteva fare senza un duro e lungo addestramento e che quindi purtroppo non c’era modo che potesse essersi sbagliato sull’identità di chi l’aveva seviziato per tutto quel tempo... in particolar modo se si trattava di Harry , del fratello che amava tanto.

-Julian, ne sei sicuro? Del fatto che non esista nulla che possa copiare l’aura di un mago e trasferirla su di un altro? Pensaci bene è importante!-riprovò l’animagus dopo qualche minuto di riflessione.

-Non conosco tutte le pozioni del mondo papà...dovresti chiedere a Piton lui ne sa molto più di me, ma io sono sicuro di quello che ho sentito, di quello che ho visto... anche le cose che mi diceva le conoscevamo per la stragrande maggioranza solo io ed Harry, perciò non credo di essermi sbagliato. Mi dispiace, davvero!- la voce mesta del moretto non lasciava spazio a dubbio alcuno, ma di certo non potevano andare al ministero e fare arrestare il salvatore del mondo magico e non, il magnifico bambino sopravvissuto e il ragazzo lo sapeva bene, non chiedeva questo stranamente.

-Faremo delle analisi sia ad Harry che a Ron e alle loro bacchette...-cominciò Sirius per dare almeno al figlio l’impressione che non avrebbero messo del tutto a tacere il fatto.

-Non usava la sua, papà e Weasley non ne ha avuto bisogno- lo contraddisse Julian parlando alla sua spalla, visto che pur avendo smesso di piangere non si era minimamente spostato dalla posizione precedente. Imprecando mentalmente,  l’uomo si chiese seriamente quali provvedimenti poter prendere, quando tutto ad un tratto l’ormai famigliare e ribollente nebbia oscura avvolse  lui e il figlio, che prese a tremare, pigolando:

-Non lo farai entrare, vero? Rem sì, ma lui non ce lo voglio qua dentro, altrimenti non risponderò delle mie azione ora che posso usare i miei poteri pienamente- Sirius sospirò pensando che almeno quello poteva concederglielo al suo bambino, perciò si alzò e prima che i due ospiti potessero arrivare alla porta uscì bloccandoli e raccontando quanto più poteva dell’accaduto, sorvolando però su ciò che Julian aveva detto per il bene di tutti.

-PERCHE’ IO NON POSSO ENTRARE?- chiese Harry infastidito, mentre il padre adottivo lo fissava come in cerca delle cose che aveva detto Julian, investigando ancora più a fondo negli occhi verdi del ragazzo per cercare di trovarci la pazzia, di cui non c’era traccia, fortunatamente o sfortunatamente secondo le interpretazioni.

- Julian vuole vedere meno persone possibili in questo momento...e poi sai quanto sia vanitoso!Non vorrà farsi vedere in quello sto pietoso da te!-“ perché tanto tu sai bene quanto abbia sofferto, vero?” non poté impedirsi di pensare l’uomo prima di accorgersene: ma cosa gli prendeva? Harry non era il colpevole!

-Sono tutte balle! Mi odia per quello che gli è successo...ammettetelo una buona volta!-sbottò allora il ragazzo, abbassando gli occhi non sapendo neppure lui se sentirsi più ferito od arrabbiato in quel momento. Sirius invece prese spunto da quell’uscita per domandare con dolcezza che in realtà nascondeva ben altro.

-Come mai dovrebbe odiare te per quello che gli è successo? Non sei sto mica tu a fargli del male, no?- Remus che aveva notato lo strano comportamento del compagno li lanciò un occhiata interrogativa non indagando però anche a parole una volta colto un gesto rassicurante da parte di Sirius.

-Perché se io non lo conoscessi lui non sarebbe di certo nelle mire dei Mangiamorte, o meglio ci sarebbe, ma come membro onorario visto e considerato che appartiene ad una delle famiglie più purosangue della storia. Quindi è colpa mia se la sua vita è uno schifo e tutti gli anni deve vedersela con quanto di peggio esiste al mondo!Perciò mi odia anche se io materialmente parlando non li faccio niente...e questa è solo una delle tante motivazioni!-mormorò Harry con molto meno astio e un’infinita tristezza negli occhi verdi. Intanto Sirius si domandava cosa  avesse fatto di male nella sua vita per meritarsi due figli simili? Uno che prendeva sulle sue spalle tutto il dolore e l’altro...beh Julian era semplicemente Julian!

-Gli passerà Harry! Ma per ora lascialo fare, conosci tuo fratello quando si fissa, no?-gli sussurò con un piccolo sorriso, che fu subito ricambiato da Harry, consolato dalle parole del padre adottivo e dal sorriso dell’altro. Rassicurato leggermente anche Remus che pur sapeva che ci doveva essere qualcos’altro sotto, lasciò nel corridoio i due per andare a trovare anche Julian, che non appena lo vide gli saltò addosso dal letto, rischiando seriamente di far cadere entrambi per terra. Dopo poco entrò anche Sirius ed una volta spiegato brevemente il perché dell’allontanamento di Harry, ritornarono all’argomento che più premeva ai due adulti, cioè come Julian fosse stato portato fuori dalla casa che a regola avrebbe dovuto essere a prova i intrusione e introvabile per chiunque non facesse parte dell’Ordine .Certo su Julian aveva ragione quelle protezione era valse a ben poco visto e considerato ce erano stati proprio due membri ad aggredirlo, perciò senza attendere oltre, il licantropo con la sua dolce voce gli chiese:

-Julian hai voglia di raccontarci come è andata?-Il ragazzo che fino a quel momento stava sorridendo più sereno, pendendosi tutte le coccole che Remus gli elargiva, si incupì, ma annuendo iniziò a parlare, non volendo nascondere nulla ai genitori, anche perché in effetti non ce n’era motivo:

-Dopo la mia uscita con Harry - Come ormai era diventato abituale il nome del ragazzo fu sputato fuori con quanto più disgusto e odio potesse imprimerci- sono andato in camera mia a cambiarmi perché volevo uscire a schiarirmi le idee, ho usato la magia quindi non mi ci sono voluti più di pochi secondi. Poi sono sceso dalle scale ma sul pianerottolo ho incontrato Weasley che mi ha proposto una tregua incondizionata. Io ho accettato ritenendolo un comportamento da perfetto Grifondoro, perciò per cementare l’accordo gli ho proposto di fare una passeggiata con me...sono stato un perfetto idiota: mi era già accorto che c’era qualcosa che non andava in lui, ma non ho dato il giusto peso alla situazione perché ero ancora troppo arrabbiato con Harry e inoltre mi sentivo in colpa con lui per come l’ho trattato, quindi volevo solo distrarmi, un po’ per poi tornare a pagare le conseguenze delle mie azioni e spiegare a voi in qualche modo anche perché avevo agito così. Però non l’ho potuto fare...mi dispiace!-

“Ah! Ma allora e’ vero che le Cruciatus facevano male al cervello!”pensò Sirius prima di sbottare forse un po’ troppo brusco:-Ma non dire scemenze! Non mi sembra proprio il caso d sentirsi ancora in colpa per quello, July!perciò mettici una pietra sopra e falla finita!- Insomma un chiaro esempio di buone maniere alla Black, ma che sortì comunque il suo effetto dato che Julian, dopo aver fatto un piccolo sorriso, riprese a parlare:

-Stavo dicendo che sono andato con Weasley e per un po’ è andato tutto bene...veramente era un po’ inquieto per usare un eufemismo, ma ho dato la colpa al fato che mi ero scordato in camera la bacchetta...cosa tra l’altro poco probabile perché in ogni caso avrei saputo difendermi. Comunque camminando camminando siamo giunti al parco e lì ci siamo seduti su di una panchina, che forse per puro miracolo ci ha retti tutti e due- Remus al commento tirò un sospiro di sollievo: se Julian aveva ancora tanta voglia di criticare in tono tipicamente Serpeverde, non doveva stare proprio tanto male,no? Almeno che non fingesse per rassicurarli...-Abbiamo parlato per qualche minuto e la mia ansia cresceva: avevo come un migliaio di voci in testa che mi dicevano di andarmene da l’ più in fretta possibile, come era successo allo stadio l’anno scorso, alla finale della coppa del mondo, ma non capivo cosa volessero! Perciò le ho messe a tacere : ventesimo errore della giornata! Facevo meglio a starmene in laboratorio, almeno avrei potuto tenere sotto controllo tutti i miei possibili errori...Tornando all’argomento di cui stiamo parlando, all’improvviso ho sentito un rumore dietro di me, ma non ho fatto in tempo a girarmi che qualcosa mi ha colpito alla testa ed io sono svenuto. Quando mi sono risvegliato era nella cantina o quello che era dove ho passato gli ultimi mesi...?...legato ad una parete con Harry sghignazzante davanti a me, che mi ha gentilmente spiegato di aver confinato tutti i miei poteri magici attivi. E poi il resto credo lo abbiate intuito da solo...sinceramente non so come io abbia fatto a fuggire da lì, fino a prima pensavo che mi aveste trovato voi, ma se non è così non so che dirvi...magari è rinsavito e mi ha lasciato andare sperando che il mio cervello fosse andato a farsi benedire- concluse il ragazzo con un’espressione di clinica riflessione. Neppure i due uomini sapeva cosa dire perciò cambiarono discorso limitandosi ad aggiornare Julian su tutto ciò che era successo in sua assenza. L’ora di visita passò velocemente e un’infermiera acida come lo yogurt , venne fin troppo presto a cacciare Remus, che avrebbe fatto di tutto pur di rimanere un altro po’ con il suo adorato figlioccio, perciò fu con una faccia da cane bastonato che uscì dalla stanza. A quel punto Julian impietosito lanciò uno sguardo al padre e con estrema grazia gli fece capire, che siccome lui stava perfettamente bene, poteva anche ritornare a casa lasciandolo solo per quella notte ed andare a consolare il povero licantropo, aggiornando anche gli altri. A nulla valsero le proteste dell’uomo, perché alla fine il moretto l’ebbe vinta e l’animagus fu praticamente buttato fuori a calci dalla camera. Al ragazzo diversamente da come tutti sembravano pensare non dispiaceva più di tanto doversene  stare da solo, anche se di notte, perché sapeva che in un certo senso ormai il peggio era passato e per quanto il suo medico non fosse altrettanto certo di questa sua sicurezza, pensando che lui si dovesse per forza comportare come tutti quelli che avevano vissuto un’esperienza simile, lui stava bene...per davvero. Inoltre ormai aveva capito a sue spese che qualunque cosa gli dicesse la sua personalissima voce interiore era meglio starla a sentire per quanto assurdo fosse il suo monito o inappropriato al momento che stava vivendo. Per il resto stava magnificamente e quindi scontato magari qualche incubo era certo di poter passare una notte e anche tutte quelle a venire senza il padre a vegliare su di lui, come quando in un imprecisato momento della sua infanzia le visioni avevano preso a infestargli le notti con immagini raccapriccianti di morte e guerra...quale guerra poi non lo aveva mai capito e neppure intendeva indagare al momento! Non vedeva l’ora di poter essere abbastanza potente da acquisirne il controllo, di quelle maledette visioni, come sua madre! Per un certo periodo aveva sperato che frequentare Divinazione potesse aiutarlo, ma si era sbagliato del tutto, contando che la Cooman era messa peggio di lui in quanto neanche si ricordava le sue profezie...che mondo di scoppiati era il suo!

Arrivata l’ora di pranzo decise di raggiungere gli altri ricoverati in sala mensa e lì trovo una gradita sorpresa ad attenderlo: Cedric Diggory, che da bravo Tassorosso aveva deciso di darsi alla medicina ed ora stava seguendo un corso, facendo nel tempo libero il volontario all’ospedale...certa gente era proprio votata al martirio!

-Guarda un po chi si vede! Che ci fai qui Julian? Sei per caso venuto a dirmi che devo morire un’altra volta?-lo accolse il ragazzo più grande con un sorriso gioioso. L’anno prima Julian aveva avuto, prima dell’ultima prova del torneo Tre Maghi, una visione, che gli aveva mostrato la morte di Cedric...e per quanto non potesse sopportare il ragazzo all’epoca aveva deciso comunque di salvarlo, anche se non in un modo troppo consono forse.

-No, sta tranquillo! Vivrai per sempre felice, contento e senza gambe rotte!-gli rispose con un sorriso furbo, ricordandosi come di preciso l’aveva salvato.

-Dovrò fidarmi di una serpe della tua risma?...Mah! L’ultima volta avevi ragione perciò ti darò retta anche questa volta...comunque non hai risposto cosa ci fai qui?-Certo che on e ne faceva scappare una quello! E lui che sperava di averlo portato fuori strada.

-Secondo te?! Come potrai notare del mio splendido pigiamino all’ultima moda e dalla mia cera che non è proprio delle migliori, sono qui perché non mi sono sentito troppo bene ultimamente, quindi sono stato ricoverato- lo accontentò Julian mantenendosi, però, sul vago: Harry era pur sempre visto come un eroe nel mondo magico e anche se ultimamente la sua reputazione non era delle migliore era pur sempre meglio evitare di dire in giro che era diventato un pazzo psicopatico, no?

-Oh! Mi dispiace davvero, Julian...spero che ora tu ti senta meglio! Comunque cosa ti posso portare da mangiare?-riprese Cedric con il suo solito sorriso.

-Qualunque cosa si possa mangiare..oggi non mi va proprio di fare lo schizzinoso. In ogni caso perché me lo porti tu il mangiare?Pensavo volessi fare il medico non il cameriere- lo prese in giro con un ghignetto ironico, Julian.

-Noi volontari facciamo questo ed altro, Black! E per di più tu mi hai pur sempre salvato la vita, no?- A quel commento del tutto inaspettato il moro arrossì lievemente: non si aspettava mica eterna gratitudine per una cosa simile!

-Figurati! Chiunque l’avrebbe fatto! Non solo io, quindi occupati di chi ha davvero bisogno del tuo aiuto. Posso fare da solo, anche se ti ringrazio per la premura.- L’altro a quell’uscita rimase basito: era raro vedere quel lato di Julian! Per una serpe come lui doveva essere difficile non farsi servire e riverire, lasciando quel privilegio a chi ne aveva davvero bisogno. E le cose stupefacenti non erano finite lì per quella sera: infatti Julian, accorgendosi che, pur avendo tutta la buona volontà dalla loro, i volontari non riuscivano a stare dietro a tutti coloro, che ne avevano bisogno, prese ad aiutare diverse persone, in particolare un vecchio scorbutico, come se fosse la cosa più naturale del mondo per lui. Alla fine però, rapito da quell’insolito compito finì col non riuscire a mangiare a sua volta, facendo scoppiare a ridere Cedric, quando lo ammise rosso dall’imbarazzo.

-Dai seguimi..troveremo qualcosa in cucina, penso!-gli disse perciò il ragazzo, prendendolo delicatamente per una spalla avendo intravisto le bende- certo che se davvero strano, Julian: on si direbbe da come ti comporti a scuola che tu possa fare cose simili..scusa se te lo dico ma sei un po’ bastardo a Hogwarts, per minimizzare.-

-Quella è per l’appunto la scuola, questa è la vita vera, Cedric...Non penserai sul serio che io pensi di comportarmi come a Hogwarts per sempre, no?...Mi rendo conto che andando avanti in quel modo non farò molta strada, o meglio non la farò nel modo in cui desidero. E ora cerca di non vedere nelle mie parole l’istinto da crocerossina, per favore!- sbottò infine irritato dallo sguardo che il tasso gli stava rivolgendo, pieno di ammirazione.

-No, no figurati! Con il carattere che ti ritrovi, poveri i tuoi pazienti!-Dopo quella frase arrivarono in cucina e consumarono in silenzio il loro pasto, che purtroppo consisteva solo in un mero panino ripieno con fette di tacchino arrosto e pomodoro. Una volta finito, Cedric decise di accompagnare Julian in camera, quindi si ritrovarono a discutere del più e del meno, abbandonando definitivamente i discorsi impegnati con cui si erano intrattenuti, prima di mangiare. Ma una volta sulla porta, l’ex-Tassororsso bloccò Julian e abbassando lo sguardo disse tutto serio:

-So che tu non vuoi sentire ringraziamenti per quello che è successo al torneo, ma io non posso fare a meno di ringraziarti ancora una volta, anche se rischio di finire sulla tua linea di fuoco. Tu davvero non ti rendi conto di quanto ti sono grato per  il tuo gesto, per avermi permesso di continuare la mia strada, per avermi permesso di poter un giorno realizzare i miei sogni, perciò vorrei che tu mi dessi la possibilità di sdebitarmi in qualche modo anche se so che qualunque cosa io faccia non potrò mai ripagare il mi debito.- Julian rispose a tutto il discorso con un sonoro sbuffo ed un’occhiataccia, prima di dare l’ambita risposta a Cedric:

-Ascoltami bene perché non te lo ripeterò un’atra volta in maniera civile! Tu non devi fare assolutamente nulla per sdebitarti per quanto mi riguarda...ma se proprio ci tieni tanto: continua a vivere la tua vita e  diventa un buon medico, anzi un ottimo medico! Facendo così restituirai il favore che o ho fato a te a centinaia di altre persone e ti assicuro che mi basterà.-Un discorso decisamente troppo serio per Julian che si sentì in dovere di sdrammatizzare un po’ quello che aveva detto aggiungendo con un sorrisetto furbo:- Inoltre sarò sempre disponibile quando vorrai farti rompere una gamba, pietrificare, imbavagliare legare come un salame, strappare qualche ciuffo di capelli e chiudere in un polveroso sgabuzzino.-Infatti aveva salvato in quel modo molto poco ortodosso Cedric, visto che il ragazzo non voleva credergli per quanto riguardava la visione, prende dolo solo come un pretesto per favorire Harry.

-Sì...ti chiamerò di sicuro! Anche se ancora non ho capito perché mi hai rotto la gamba. A che ti è servito, dico io?-Finalmente il ragazzo più grande aveva capito che Julian non intendeva rivangare il passato troppo a lungo e inoltre si era commosso per le sue parole, quindi per non darlo troppo a vedere aveva preferito stare al suo gioco e mettere in tutto in chiave ironica.

-Ma come non l’hai capito? Era così chiaro! Infatti se qualcuno ti avesse trovato non avresti comunque partecipato alla prova, semplice no?-spiegò Julian con la stessa espressione di chi spiega qualcosa di elementare ad un bambino di cinque anni un po’ tardo.

-Elementare, direi!...Comunque ora ti devo salutare: devo tornare a studiare, altrimenti domani l’esame non lo passò neppure se scende a darmi suggerimenti Merlino in persona! Buonanotte...serpe!-Detto ciò Diggory, si affrettò ad andarsene salutato da Julian che non se l’era affatto presa.  Ora che ci pensava forse aveva davvero un po’ esagerato con il ragazzo l’anno precedente, anche perché nel luogo in cui l’aveva rinchiuso nel caso le cose per lui fossero andata male non l’avrebbero ritrovato per almeno mille anni. Poveretto! Ma era stato tutto per il suo bene, anche il fatto che aveva preso il suo posto al Torneo grazie alla pozione Polisucco, finendo consapevolmente in braccio allo zio Tom e compagni...Certo che di stronzate ne aveva fatte in vita sua! E belle grandi anche...Pace: ormai era tutta acqua passata!

Con lo stesso identico sorriso che aveva quando aveva salutato Cedric, entrò nella sua stanza, dirigendosi a grandi passi verso il balcone, poiché non aveva sonno ed era tutto il giorno che voleva sapere dove portava quella finestra sapendo che l’ospedale era sotterraneo come la maggioranza degli edifici magici così imponenti. Non si accorse che la poltrona verde era già occupata e non proprio dalla persona che più avrebbe voluto vedere in quel momento se non quando quest’ultima parlò facendolo sobbalzare dallo spavento:

-Buonasera, Julian, pensavo non saresti tornato per oggi!-Era una voce glaciale capace di far gelare il sangue nelle vene ad ogni mago con un minimo di istinto di conservazione, in particolare se disarmato, ma il ragazzo sapeva di non essere in pericolo perché altrimenti non sarebbe stato già più in vita o almeno il suo sesto senso l’avrebbe messo in allerta.

-E tu cosa ci fai qui?-Davanti agli occhi di un esterrefatto Julian c’era in tutto il suo oscuro splendore Voldermort.

 

Angolino dell’autrice:

Ed ecco a voi un altro capitolo! Posso considerarlo un record per la velocità di aggiornamento, più o meno^^

Ringrazio tutti quelli che leggono e in particolare WingsHP, che a recensito ( Visto Voldermort non centrava sul serio :P)

Ora vi saluto e vi lancio un ultimo appello: per favore un commentino anche solo per dirmi di tagliarmi le mani e smettere di scrivere lasciatemelo, mi farebbe davvero piacere.

Ciao e alla prossima^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

 

Voldermort prese a ridere per la reazione di Julian solitamente almeno durante i loro  brevi incontri tanto composto e freddo.

-Non sei contento di vedermi, Julian?-ribattè quindi al posto di rispondere, felice che il ragazzo non avesse già messo in allarme tutto l’edificio e che inoltre non sembrasse avere intenzioni belligeranti.

-Da morire!Perché non si vede?-rispose l’altro non poco seccato da quella presa in giro bella e buona- In ogni caso cosa vuoi da me, ancora? L’anno scolastico non è ancora neppure cominciato, se non te ne sei reso conto, perciò sei in vistoso anticipo, caro il mio Lord!- Come suonava bene quella parola pronunciata dal ragazzo, aveva un tono tutto particolare, una forza diversa, che ogni volta gli faceva saltare un battito.

-Mi mancavi troppo per attendere un’altra delle mie scaramucce con Potter...spero non ti dispiaccia!-esclamò il Signore Oscuro a metà fra il serio e il faccetto, con un sorriso seducente sulle labbra e i profondi occhi neri puntati in quelli sorpresi di Julian, che rise brevemente per quelle parole.

-Figurati! La mia porta è sempre aperta per te...magari sarebbe buona educazione avvertire prima di venire a trovarmi, almeno mi preparo per riceverti con tutto l’onore che merita una persona della tua importanza.- In quel momento Voldermort si chiese quanta verità ci fosse in quella frase o se Julian lo stesse prendendo semplicemente in giro: molte volte aveva provato a leggere i sentimenti del ragazzo ma senza alcun risultato fin dal loro primo incontro, quando era ancora un bambino. Quello si che era un avversario degno di questo nome, non Potter! Da lui si che avrebbe accettato le ripetute sconfitte! Anche perché aveva un certo stile nel ricordargliele, che non guastava affatto...in realtà aveva stile in tutto quello che faceva, non solo in quello! Per questo motivo il ragazzo doveva essere suo e in tutti i sensi possibili.

-La prossima volta non mancherò, stanne certo! Per te questo ed altro.- Una nuova bassa risata scaturì dalla gola del purosangue, che con un sorriso ironico commentò:

-Sembrano tanto le parole di un corteggiatore, sai? Chissà come ci rimarrebbe male Harry se ti sentisse parlare così: ormai eravamo giunti a conclusione che fosse lui la luce dei tuoi giorni! Certo anche Severus non farebbe propriamente i salti di gioia...-concluse pensieroso prima di voltarsi a guardare il piccolo giardino su cui si affacciava la sua camera. Il Lord per un po’ non fiatò colpito ed affondato dall’illazione di quella piccola meravigliosa serpe che gli dava tanto sfacciatamente le spalle, quasi come se stesse parlando ad un suo compagno...ora che ci pensava aveva anche abbandonato l’uso del “voi”, che usava nei loro precedenti incontri, preferendo quello del “tu” : che avesse capito cosa l’aveva spinto ad andare da lui quella sera, oppure era solo un modo per tentare di metterlo in difficoltà e bearsi della sua figuraccia?  Decise che Julian aveva semplicemente voglia di giocare, ma che comunque trovava strano tutto quell’improvviso desiderio nei suoi confronti  e perciò cercasse di capire a cosa fosse dovuto. Magari avere un aspetto più giovanile non aveva fatto altro che farlo apparire meno spaventoso e più alla mano e quindi il ragazzo agiva di conseguenza senza accorgersene realmente, perché loro erano, purtroppo, nemici e una visita del signore oscuro, per quanto non mostrasse apparentemente cattive intenzione, non era comunque da prendere alla leggera: ci voleva tanto poco per fargli cambiare idea!

-Io esco fuori, ti converrebbe seguirmi: nel caso qualcuno entrasse, eviteresti inutili morti.-mormorò all’improvviso, Julian prima di aprire la finestra e uscire sul balconcino, prima di scendere i tre scalini che lo separavano dal giardino . Cos’era quello un invito? Black aveva proprio deciso di mandarlo fuori di testa quel giorno! In ogni caso lo seguì e non di mala voglia: aveva ragione a dire che fuori sarebbero stati più tranquilli. Ad un certo punto del tragitto fu attirato da un bagliore causato dalla luce lunare proveniente dall’esterno sul un lucido bastoncino di legno , ovvero la bacchetta di Julian, posata con non curanza sul comodino, accanto al letto. Non aveva nemmeno tentato di recuperarla, pur avendo a che fare con lui...strano ragazzo davvero il suo Julian. Deviando un attimo il percorso passò accanto al comodino e la prese, poi uscì e lo raggiunse davanti al laghetto, dove Julian si era accucciato per osservare da vicino le ninfee che erano sbocciate al suo interno. Quando fu abbastanza vicino da non dover alzare la voce gli domandò:

-Ti interessano i fiori, Julian?-Il diretto interessato si rialzò in piedi, scuotendo la testa.

-Solo se servono per qualche pozione, altrimenti non so che farmene dei fiori!-Era una mezza verità: infatti al ragazzo i fiori piacevano molto, grazie all’amore per la botanica trasmessogli dalla madre, quando era piccolo e tutt’ora, se non era troppo impegnata con qualche nuovo fidanzato o spasimante.

-Capisco...e questi allora?-continuò imperterrito l’Oscuro cercando di capire di più quel labirinto di Dedalo formato persona, ora che ne aveva la possibilità.

-Sono le Ninfee della notte. Servono per preparare un potente veleno, perciò mi sembrava strano vederle qui alla portata di tutti contando che ne è proibito il commercio...volevo essere sicuro di non aver preso un granchio.-gli rispose caustico, sedendosi su di una panchina. Per poi chiedere- Posso sapere cosa ci fai con la mia bacchetta in mano?-

-Nulla di particolare: volevo solo vederla. Di che materiale è fatta? Non ne ho mai viste così...-ammise con una certa difficoltà Voldermort.

-E’ solo del semplice ebano...un po’ strana te lo concedo ma è l’unico legno che per ora sopporta il mio potere. Suppongo che andrebbe bene anche il sambuco perché ha un’ottima resistenza alla magia, però Olivander dice che è meglio quella.-spiegò porgendo la mano , facendo capire allo zio Tom, come lo definiva nella sua mente che la rivoleva indietro.

-E dentro cosa c’è?- domandò ancora curioso passando le dita affusolate sui rilievi della bacchetta, ammirato.

-Cervello di mago oscuro antipatico affumicato!- sbottò infastidito Julian, che ad un’alzata di sopraciglia della’altro si corresse:- Praticamente di tutto...ho un’anima complessa io!- Ridere a quella scocciata ammissione era d’obbligo per Tom.

-Povero caro!Ma non essere comuni non è necessariamente un male, sai?In ogni caso voglio una risposta seria...-

-E tu cosa mi dai in cambio?-Ma che razza di faccia di bronzo aveva quel ragazzo per arrivare a chiedergli qualcosa in cambio? E senza un briciolo di paura fra l’altro! L’Oscuro Signore si sentiva tanto un bimbetto in compagnia di Julian, comunque il ragazzo l’aveva tanto favorevolmente colpito anche per quello, quindi non gli restava che accontentarlo in qualche modo.

-Ti dico perché sono qui, va bene come accordo?- Il sorriso soddisfatto di Julian valse più di mille parole. In realtà anche quest’ultimo si chiedeva cosa gli prendesse quella sera per chiacchierare in assoluta tranquillità con quello che a regola doveva essere il suo peggior nemico...forse era solo perché in fondo ora che aveva un corpo normale lo trovava affascinante? O perché si divertiva semplicemente a giocare con il fuoco? Probabilmente centrava qualcosa anche il fatto che per i due mesi precedenti era stato torturato da quello che considerava un fratello e, che non solo non sarebbe stato punito, ma molto probabilmente neppure interrogato perché ritenuto sicuramente innocente come un agnellino. Quindi dal suo punto di vista Voldermort in quel momento non era tanto peggio, anche perché l’uomo personalmente non gli aveva fatto mai del male, erano sempre stai i suoi sottoposti a divertirsi con lui, anche alla finale del torneo.

-C’è un crine di Therstral e uno di Unicorno...e un pelo di Lupo Mannaro. Dall’unione di questi ingredienti ne salta fuori una bacchetta piuttosto umorale e lunatica, ma sicuramente potente. Contento?- disse  Julian un po’ imbarazzato sempre cercando di recuperare la sua amata bacchetta.

-Certo che sei un bel tipino per aver una bacchetta simile...Ora suppongo tocchi a me parlare, no?- Aveva fatto davvero un ottima scelta! Julian sarebbe stato perfetto come compagno, se solo avesse accettato...

-Se non vuoi chiamare qualcun altro...direi di sì! Comunque almeno potevi ringraziarmi per l’ottimo lavoro che ho fatto per te: sei molto meglio di quando sei rinato adesso!- Stravolto Voldermort si girò di scatto a guardare con tanto d’occhi il ragazzo, che approfittò del suo momentaneo smarrimento per rientrare in possesso della bacchetta.

-Tu non dovresti ricordarlo! Piton mi aveva assicurato...-Ma subito la sfuriata del Lord fu interrotta dal ragazzo, che non voleva mettere in eccessivo pericolo l’incolumità del suo professore preferito per così poco.

-Piton è un mezzosangue, io no! Sono più potente di lui come mago oscuro anche se sono giovane...per ora mi batte solo in esperienza...e poi sei tu quello che sostiene la superiorità dei purosangue!-sbuffò infine con finto sdegno, facendo sorridere Tom.

-Hai ragione non ci avevo pensato...comunque ritornando a noi sono qui per proporti un patto...-inizio l’uomo con aria cospiratoria.

-Perché ho come l’impressione di non voler sapere altro?-domandò innocentemente Julian appoggiandosi meglio allo schienale della panchina e rovesciando la testa in modo da poter guardare senza problemi lo stupendo cielo stellato, che si estendeva sul giardino. Però, non si accorse che dal pigiama slacciato si intravedevano, nella nuova posizione, perfettamente le bende, prima nascoste alla ben e meglio. Quella vista fece sussultare il Signore Oscuro, che non si era perso nessuno dei provocanti, quanto non voluti per una volta, movimenti del giovane. Non era riuscito a capire perché Julian fosse finito all’ospedale e neppure le sue numerose spie avevano trovato nulla al riguardo, come se in realtà non fosse successo nulla di spiacevole al moretto, ma quelle bende bianche, macchiate in alcuni punti di un rosso scuro tendente al marrone non significavano sicuramente nulla di buono. Appuntandosi mentalmente di chiederglielo in un secondo momento Tom decise di formulare finalmente la causa di quell’incontro.

-Sono qui perché ti considero un grande mago, per quanto ancora immaturo. Hai delle grandi potenzialità che andranno sprecate se continuerai a stare dalla parte di Potter...-

-Non sto dalla parte di Potter!...Sto dalla parte di chi preferisce la libertà al piegarsi davanti al primo venuto, dalla parte di coloro che ancora riconoscono la dignità del loro sangue e non hanno intenzione di barattarla con le loro vite, sto dalla part di coloro che non hanno nessuna intenzione di ridurre in schiavitù tutte la creature e i maghi che non possono vantare generazioni di maghi e streghe alle loro spalle...e questo che non mi piace per niente del tuo modo di fare  e che sinceramente non ho voglia di capire ora come ora.- L’intero discorso era stato pronunciato da Julian con una calma glaciale, senza nessun cambiamento di intonazione o posizione, senza neppure aprire gli occhi. E ciò non fece altro che aumentare la stima di Tom nei suoi confronti: pur essendo tanto giovane, aveva le idee ben chiare ed ora capiva perché i suoi Mangiamorte, o almeno coloro tra essi, che conoscevano meglio il più giovane dei Black gli avevano sconsigliato di provare a tirarlo dalla sua parte . Ma non per questo aveva intenzione di desistere.

-Grazie per la gentile definizione di primo venuto che mi hai dato...me lo ricorderò! Comunque noto con piacere che non hai contraddetto le mie parole: sai anche tu che le tue potenzialità andranno sprecate se a vincere dovesse essere Potter! Quindi io sono qui per offrirti un futuro in cui non dovrai nasconderle ma usarle a tuo piacimento. Seguimi e sarà possibile, Julian!- Il ragazzo scosse la testa, poi con aria scocciata si costrinse a rispondere civilmente.

-Quale parte di ciò che ho detto prima non ti entra in testa? Ho detto che non ho nessuna intenzione di piegarmi di fronte a nessuno, te compreso! Questo significa che la carriera del mangiamorte non fa per me: io non mi abbasserò mai a comportarmi come un elfo domestico! Se non hai capito ti faccio un disegnino.- Male, molto male! Julian stava rapidamente perdendo la pazienza e il signore oscuro non aveva nessuna intenzione di perdere quell’opportunità di parlare da pari a pari con lui: infatti se si fosse lasciato scappare quell’occasione avrebbe dovuto come minimo rapirlo per parlarci di nuovo e in ogni caso di fronte ai suoi sottoposti non avrebbe potuto permettersi il lusso di mostrarsi accondiscendente.

-Io non ti sto proponendo di diventare un mangiamorte, né di prendere il marchio...voglio che tu ti schieri al mio fianco da pari, come signore del nuovo mondo che creerò, possibilmente anche grazie al tuo aiuto. Sono stufo di questa guerra...come tutti.-gli spiegò quindi con pazienza cercando di fargli capire cosa avesse in mente di preciso. Il ragazzo a quelle parole tirò su la testa di scatto guardandolo con gli occhi spalancati : o aveva seri problemi di udito oppure aveva appena sentito Voldermort proporgli un’alleanza. Il poveretto stava cominciando a perdere davvero colpi se si riduceva addirittura a chiedere qualcosa ad altri, ma comunque non poteva dire che non fosse seducente come proposta: se avesse continuato a servire Silente non avrebbe mai potuto  sfruttare i suoi poteri, d’altra parte se si schierava dalla parte del Lord, la Morte non lo avrebbe più abbandonato macchiandogli permanentemente l’anima e la mani di un rosso cupo. Non voleva essere il complice di colui che avrebbe reso schiavi i mezzosangue e i Babbani ma in quel momento non voleva neppure aiutare Harry a vincere e sopravvivere...provava ancora troppo odio nei suoi confronti e sospettava che mai quell’odio se ne sarebbe andato.

-Posso pensarci o vuoi una risposta immediata?- Tom quasi si mise a saltare dalla gioia: Julian non aveva rifiutato! Se voleva pensarci significava che poteva anche rispondergli positivamente, che c’era una speranza!

-Puoi prendere tutto il tempo che ti serve, Julian...basta che tu non impieghi secoli a decidere.-Il signore oscuro avrebbe voluto dirgli tante cose ancora ma sospettava che se avesse forzato troppo la mano il ragazzo poi non lo avrebbe più ascoltato. Perciò penso fosse meglio cambiare discorso -Come mai sei qui?...-

Un sorriso amaro spunto sul volto del purosangue e anche il suo tono prese la stessa sfumatura, quando rispose.

-Nulla ho solo passato gli ultimi due mesi a cercare di non impazzire o morire..tu non ne sai niente, vero?-Questa volta tocco a Tom strabuzzare gli occhi: chi aveva osato fare del male al suo Julian?

-Certo che non ne so niente...altrimenti non te l’avrei chiesto, no? Non sarà mica stato uno dei miei, vero? Se è così dimmi chi è e domani troverai la sua testa davanti alla tua porta!-Il basso ridacchiare del moretto gli fece capire che forse si era reso leggermente ridicolo ai suoi occhi, quindi non poté impedirsi di arrossire come un adolescente qualsiasi. Julian rimase affascinato da quel repentino cambio di aspetto del Lord, che appariva molto più umano per non dire bello con le guancie arrossate.

-Sai che così sei veramente carino?..Dovresti arrossire più spesso!-Si lasciò scappare senza neppure accorgersene con voce bassa e roca. Il cuore della’altro saltò un battito per il complimento: era per caso il suo giorno fortunato? Se avesse continuato con quell’andazzo, presto si sarebbe ritrovato con un Potter morto stecchito per una tegola in testa... e non gli sarebbe per niente dispiaciuto.

-Comunque a forza di parlare si è fatto tardi...ti dispiacerebbe andartene adesso e lasciarmi così modo di dormire?...Magari ci vediamo domani se proprio non puoi farne a meno.- Com’erano arrivati a darsi anche appuntamento? Julian era davvero imprevedibile e lo adorava per la sua lunaticità, anche se non aveva potuto sperimentarla in tutte le sue sfaccettature per ovvi motivi, visto che fino a qualche mese prima l’avrebbe volentieri consegnato ad un drago tenuto a stecchetto per otto mesi.

-Se ti fa così piacere avermi attorno, non tarderò a venire a trovarti, ma per andarmene voglio prima una cosa da te.-propose perciò con aria misteriosa Tom, mirando a riacquistare almeno un po’ il contegno perduto. Julian alzò elegantemente un sopracciglio in segno interrogativo e con un sorrisetto avvicino il suo viso a quello dell’altro soffiandogli sulla labbra:

-Cosa vorresti di preciso?- Tom arrossì di nuovo: possibile che avesse già capito tutto? Ma chi era la sibilla cumana quel ragazzino? Neppure Silente, tanto per restare in tema, capiva le intenzioni degli altri con tanta facilità!...E poi che diamine! un po’ di privacy poteva anche dargliela...era il signore oscuro lui, non il suo compagno di stanza, per dincibacco! Certo visto che Julian gli aveva offerto tanto gentilmente le sue labbra chi era lui per rifiutare quel dono divino? Nessuno, quindi tanto valeva approfittare, no?  

Si avvicinò ancor di più, ma Julian lo sorprese alzandosi e rientrando nella stanza, come se niente fosse successo. Tom si disse che forse aveva frainteso le azioni del purosangue oppure che il ragazzo aveva capito perfettamente ma non aveva voluto concedergli quello che voleva.

-Hai intenzione di rimanere lì?...Mio padre non sarebbe contento di vederti domani mattina, ammesso che ti riconosca. Comunque non mi hai ancora detto cosa vuoi.- Beh non si poteva pretendere che Julian fosse onnisciente, no? Alzandosi a sua volta dalla panchina il signore oscuro lo raggiunse nella camera, rimanendo per un attimo ad osservarlo mentre guardava con occhio critico le medicine che gli erano state messe sul comodino e scuoteva la testa rovesciandole nel vaso di una pianta.

-Non sapevo che le piante avessero bisogno di quella roba, sai?-lo apostrofò ironicamente Tom, facendogli alzare le spalle

-Non servono neppure a me...ho bisogno che i miei poteri tornino al loro massimo alla svelta. Queste mi stordirebbero soltanto- Fu la risposta del ragazzo che sedendosi sul letto si mise ad attendere la richieste del Lord.

-Giusto devo dirti cosa voglio per andarmene...- Tom lentamente si avvicino a Julian che attendeva senza fare una piega, infine giunto a poca distanza da lui si chinò poggiando le mani sul letto i lati del ragazzo, poi posò le proprie labbra su quelle di Julian. Fu solo uno sfiorarsi e nulla più, ma provocò ad entrambi un brivido di piacere.

-Ci vediamo domani, Julian!-salutò allegramente il Lord prima di smaterializzarsi, lasciando Julian a maledirsi per non aver saputo rispondere con la sua soluta arguzia, avendo il cuore che batteva come quello di una ragazzina alla prima cotta. Sbuffando sonoramente affondò la faccia nel cuscino buttandosi a peso morto sul cuscino, poi con un sorriso vendicativo si addormentò pacificamene: gliel’avrebbe fatta vedere lui al caro Tom il giorno dopo!

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Vi autorizzo ad eliminarmi: questo capitolo oltre ad essere una tragedia per il modo in cui è scritto lo è anche per quello che ho fatto fare ai personaggi. Perdonatemi ma i quattro a matematica mi fanno questo effetto!

Comunque voglio ringraziare tutti coloro che leggono e che hanno messo la storia tra le preferite, ma in particolare:

WingsHP (Io l’ho detto di essere sadica e poi il titolo mica l’ho messo a caso...No, questa è una balla il titolo l’ho tirato su con i bigliettini tipo estrazione...Comunque non posso dirti niente se è oppure no veramente Harry quello che ha rapito Julian.Devi aspettare, o versare 3 milioni di euro nel mio conto nella mia banca in svizzera^^)

Darkalexandr( Mi fa piacere che ti piaccia la mia storia...anche se dubito che sarà così ancora a lungo se continuerò a fare capitoli tipo questo...Mi dispiace ma come ho detto prima non posso dirvi niente, quindi per ora dovete credere che alla fine in Harry si cominci a vedere l’effetto dell’Avada^^)

Bene non mi resta altro da fare che salutavi e pregarvi in ginocchio di recensire,mi farebbe davvero piacere sapere quali sono le vostre opinioni, senza dover minacciare per averle, ma se non mi lasciate altra scelta la prossima volta saprete quali saranno le conseguenze! *risata malefica*

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

 

Il giorno dopo Julian si svegliò con la stranissima sensazione di essersi perso qualcosa durante la notte, un qualcosa di molto importante in verità. Ricordava di aver fatto un sogno un po’ particolare, però non riusciva a mettere insieme le varie immagini, quindi era come non averlo fatto affatto...strano lui di solito ricordava tutto ciò che sognava, perché molte volte quei sogni erano visioni di vitale importanza! Ne ricordava uno in cui aveva visto il regalo ideale per una Corvonero del  terzo anno quando lui frequentava ancora il primo: quel regalo era stato la chiave per farla cadere ai suoi piedi! Perciò non poteva proprio permettersi di scordarsene qualcuna, anche se aveva la sua sfera di cristallo a casa che li immagazzinava tutti, in quelle occasioni...tutta colpa di Tom decise scrollando le spalle, prima di entrare in bagno e farsi una rilassante doccia.

Quando uscì non ebbe tempo di vestirsi che Mic entrò di corsa nella sua stanza per eseguire i soliti controlli mattutini. Era evidentemente di fretta e borbottava frasi sconnesse...non si accorse neppure che non aveva preso le pozioni prescrittegli. Solo quando uscì della camera si decise a rivolgerli la parola per dirgli che quel giorno non sarebbe venuto nessuno a fargli compagnia e che sarebbe stato dimesso il 30 di agosto, ovvero appena prima della partenza per Hogwarts. Quando anche Mic se ne fu andato Julian si vestì di tutto punto abbandonando finalmente il pigiama e poi decise di fare un giretto per l’ospedale, visto che non aveva voglia di rimanere rinchiuso tutta la mattina nella sua camera ora che era abbastanza forte per camminare, anche a lungo. Stava fantasticando sullo sconvolgente incontro della notte appena passata quando andò a sbattere malamente contro qualcuno che cadde a terra malamente a giudicare dal verso di dolore che gli scappò.

-Scusa ti se fatto male...Paciock?!- E chi mai poteva essere se non quel’imbranato cronico a sbattergli contro in un corridoio largo quanto un campo da Quidditch?

-B...Black che ci fai qui?- Julian non era mai riuscito a capire perché quel Neville avesse paura di lui: non gli aveva mai fatto niente in quattro anni di scuola, perciò teoricamente non avrebbe dovuto provare perfettamente nulla nei suoi confronti. Invece il Grifondoro balbettava ogni volta che Julian gli rivolgeva la parola o solo se era nei dintorni, inoltre combinava ancora più disastri del solito in sua presenza, ma a tutto ciò non c’era una spiegazione logica o accettabile.

-Oh! Nulla...sono qui per alcune analisi!...E tu?-Julian non fece in tempo a pronunciare la domanda che si pentì di averla posta: sapeva perfettamente perché Paciock fosse lì, era per i suoi genitori! Dandosi del deficiente cercò immediatamente di rimediare al danno.

-Non ti sprecare a rispondere non mi importa quello che un impiastro come te fa qui...ti va un the?- E poi lo psicopatico era Harry,eh? Non si poteva insultare una persona per poi offrirgli un the come se niente fosse successo, non era normale!...Beh considerando gli ultimi eventi lui non si poteva certo definire normale: Tom docet! Neville continuò a fissarlo stranito per alcuni istanti annuendo timidamente per accettare la sua proposta. Era meravigliato che il ragazzo lo avesse invitato a fargli compagnia, perché nei quattro anni passati a Hogwarts non gli aveva quasi mai rivolto la parola se non una volta durante il secondo anno quando l’aveva insultato per una buona mezz’ora per avergli rovinato la pozione, su cui stava lavorando tanto efficientemente da quasi due ore durante una lezione di Piton: Black l’aveva trattato tanto male che neppure il professore aveva avuto il coraggio di riprenderlo dopo! Per il resto del tempo il moro non l’aveva mai minimamente calcolato, che da una parte era anche un bene, perché al contrario di molti dei suoi compagni Serpeverde non lo prendeva neppure in giro.

-Come mai mi hai invitato? -chiese prudentemente Neville mentre si sedevano ad un tavolino nella graziosa caffetteria del San Murgo, dopo aver ordinato i loro the.

-Mi andava di farlo... e poi ero curioso!-L’affermazione spiazzò completamente Paciock che rivolse al Serpeverde uno sguardo incredulo, sperando al contempo che non volesse indagare più approfonditamente sul perché anche lui fosse all’ospedale: no era proprio la persona a cui più voleva raccontare la storia dei suoi genitori.

-Curioso di qualcosa che riguarda me?...Tu?-esclamò quindi il Grifondoro arrossendo un pochino, sotto lo sguardo indagatore dell’altro ragazzo: era identico a quello di Piton, quando commetteva qualcosa di sbagliato!

-Sì! Perché non ti pare possibile Paciock? Sei un tipo interessante e utile, a tuo modo. Come tutti!-A Julian improvvisamente era venuto in mente che Neville era il più grande esperto in Erbologia di praticamente tutta la scuola esclusa ovviamente la professoressa Sprite e che quindi poteva porgli alcune domande sulle piante in generale evitando così di dover fare una marea di lavoro una volta tornato a scuola.

-L..lo p..pensi davvero?-Se prima Neville era incredulo ed imbarazzato ora stava cominciando seriamente a temere di non aver di fronte il vero Julian o che il ragazzo fosse impazzito del tutto: era arrivato persino a fargli dei complimenti!

-No, ti sto prendendo in giro!- Ah, ecco ora sì che riconosceva il solito Serpeverde!

-Mi sembrava strano!-ridacchiò Neville un po’ abbattuto: figuriamoci se una persona come Julian poteva fargli dei complimenti! Quel ragazzo era un genio, era purosangue e aveva Hogwarts ai suoi piedi...non aveva proprio nulla da invidiare ad un tipo come lui!

-Certo che come Grifondoro sei parecchio strano, sai?Della tua casa hai solo il coraggio...comunque dicevo sul serio: anche tu hai i tuoi pregi e i tuoi difetti come tutti! Ma non aspettarti che lo ammetta davanti a qualcuno che non sia tu!- precisò Julian con un ghigno. Per alcuni minuti i due ragazzi restarono in silenzio cercando di studiare le reazioni dell’altro. Neville notò solo in quel momento che Black non appariva proprio al meglio delle sue condizioni: aveva il viso un po’ tirato e ogni suo movimento era lento e studiato come se agisse con cautela, ma per la naturale timidezza che lo invadeva sempre se doveva prendere l’iniziativa, non indagò, preferendo aspettare che il Serpeverde gli dicesse cosa voleva da lui.

-Che tu sappia esistono piante in grado di far assumere ad un mago l’aura di un altro?-sparò all’improvviso Julian anche se con un tono casuale, che voleva trasmettere una falsa non curanza per la domanda che aveva appena posto.

-Piante che cambiano l’aura?...Pensavo che per cose così complicate ci volessero delle pozioni!-esclamò Neville preso alla sprovvista dalla strana domanda.

-No, nessuna pozione fa cose simili...quindi non esiste nessuna pianta del genere?-chiese di nuovo Julian sentendo dentro di se affievolirsi l’ultima  sciocca speranza che non fosse stato il fratello a seviziarlo, ma qualcun altro interessato a farli dividere.

-In realtà ho sentito parlare di una pianta che ha quelle proprietà..in realtà è un fiore, ma è molto raro! E’ difficile da trovare...cresce solo in un posto nel cuore della Foresta Amazzonica. Per di più deve essere colto in uno specifico modo e in un giorno dell’anno ben preciso altrimenti perde le sue proprietà.- Neville quasi si era scordato di quel particolare fiore di cui aveva letto due estati prima- Dovrebbe essere l’orchidea di Andersen...ma non ne sono certo!- Se avesse potuto Julian gli sarebbe saltato addosso dalla felicità! Se fosse stato tutto vero, Harry non era colpevole di nulla, quindi poteva tornare a trattarlo come sempre ed ad aiutarlo...probabilmente era stata quella l’intenzione del suo rapitore: metterlo contro il fratello! Il motivo ancora non riusciva bene ad afferrarlo, perché di solito avrebbe dato la colpa a Voldermort & company, ma lui si era dichiarato all’oscuro di tutto e sembrava anche sincero nella sua reazione di rabbia repressa, perciò per il momento non aveva in mente nessuno.

-Vedi! Che ti dicevo? Io non avrei mai saputo una cosa del genere, se non dopo secoli di estenuanti ricerche...sono felice che Harry possa contare su amici come te!- Ok! Julian cominciava seriamente a preoccupare Neville: troppi complimenti in una sola giornata da parte sua erano preoccupanti...forse aveva una grave malattia e voleva rimediare alla sue cattiverie prima di andarsene.

I due ragazzi passarono quasi tutta la mattinata insieme parlando del più e del meno, tanto che alla fine Neville dovette ammettere un se stesso che Black era un tipo a posto... se non gli rovinavi le pozioni, perché, commesso quel terribile errore, era capace di ucciderti a sangue freddo. Quando la nonna di Neville venne a riprendere il nipote, anche lei visibilmente stupita di vederlo parlare tranquillamente con Julian, i due ragazzi si salutarono allegramente. Neville era certo che quella piacevole esperienza non si sarebbe ripetuta ad Hogwarts ma il serpe verde lo stupì di nuovo dicendogli prima di voltargli le spalle definitivamente

-Se per caso hai bisogno di ripetizioni di Pozioni non esitare a chiedermelo!- Poi se ne andò sventolando la mano sopra la testa in segno di saluto.

Il resto della mattinata fino a dopo pranzo per Julian passò lentamente, perché non aveva niente da fare e troppi pensieri che gli frullavano nella testa, molti dei quali gli piacevano poco. Quello che apprezzava di meno lo si poteva considerare come una spia luminosa che ogni tanto lo avvertiva che si stava comportando in un modo troppo fuori dai suoi ordinari scemi per non essere degni di almeno un minimo sospetto: la sera prima che se ne rendesse conto o no aveva tranquillamente flirtato con Tom Riddle per esempio e di certo quello non poteva considerarlo normale ...se per quello neppure aiutare gente in difficoltà era nei suoi normali comportamenti! Stava forse impazzendo del tutto? Magari era solo una fase passeggera, insomma tutti i Black avevano avuto periodi di totale pazzia seguiti da un lento ritorno alla normalità, quando andava tutto per il verso giusto: sua zia Andromeda per esempio era stata innamorata per un certo periodo di Lucius Malfoy, mentre la sorella Narcisa si era convinta di voler aprire una fattoria, poi entrambe si erano accorte che non era la loro strada ed erano tornate quelle di sempre. Per contro però suo padre non si poteva considerare nella stragrande maggioranza dei casi sano di mente e così neppure sua zia Bellatrix, che era del tutto partita, quindi a ben guardare aveva solo il cinquanta percento di possibilità di tornare in sé...non era molto incoraggiante! Perso nei suoi pensieri non si accorse che qualcuno era entrato nella sua stanza fino a che non gli mise le mani davanti agli occhi facendolo sussultare per la sorpresa e un po’ anche per lo spavento:

-Indovina chi sono, July?-gli domandò una voce ben conosciuta, ripetendo un gioco stupido, che facevano da piccoli.

-Mi dispiace, ma non so chi tu sia!Quindi esci dalla mia stanza o chiamo la sicurezza...- disse il ragazzo fingendo di non riconoscere l’amico, tanto per vendicarsi di essere stato chiamato per l’ennesima volta “July”, ma come doveva dirglielo che non era una ragazzina? Blaise cadde nel tranello con tutte le scarpe e preoccupato si affrettò a mettersi di fronte a Julian, chiedendogli con uno sguardo da cucciolo bastonato

-Davvero non ti ricordi di me?-Alla sua espressione disperata Julian non poté impedirsi di ridacchiare divertito: come poteva scordarsi di un tipo del genere?

-Io mi ricordo solo che ti chiami Blaise Zabini, che ci conosciamo da una vita che facciamo entrambi parte della stessa casa e che ti ammazzo se riprovi a chiamarmi July...basta?- domandò innocentemente Black mettendosi l’indice sul labbro inferiore come quando pensava a qualcosa di particolarmente difficile.

-Stupido che non sei altro! Mi hai fatto preoccupare!...-sbottò Blaise stizzito alzandosi di colpo, mentre andava alla finestra per non mostrare il volto imbarazzato, ma felice.

-Figuriamoci se il nostro Julian può comportarsi da persona sana di mente: è un Black!- lo consolò Draco appoggiato allo stipite della porta con la sua solita espressione strafottente.

-Lo sei anche tu, cuginetto!-borbottò Julian fintamente offeso -Comunque che ci fate qui?...pensavo non veniste, oggi-

-Infatti non dovevamo venire, ma siamo scappati praticamente: sarei impazzita se non avessi visto con i miei occhi che stavi bene! E poi ero stufa di passare il mio tempo con la banda Weasley - Spiegò Pansy mentre gli si sedeva tranquillamente in braccio facendogli una carezza e dandogli un bacino sul naso.-Sei sempre splendido, ma come fai?-aggiunse la ragazza per mascherare la commozione che l’aveva assalita nel vedere che l’amico stava realmente bene, come l’aveva già rassicurata Sirius.

-Splendido?! Ho delle occhiaie che fanno invidia al cane di Hagrid!E poi sono troppo magro: i vestiti in pratica mi pendono addosso!...Sembro uno spaventapasseri incrociato con una mummia-si lamentò il ragazzo stringendo a se l’amica.  Il comportamento agli occhi di estranei poteva sembrar nascondere qualcos’altro, un sentimento diverso dall’amicizia, ma non era assolutamente così: fra i quattro c’era come un tacito accordo di non sconfinare mai oltre quelle semplici dimostrazioni d’affetto fraterno, o almeno era così per Julian e Pansy. Altrettanto non si poteva dire per Draco che spesso era caduto -per dirla con le sue parole- nel letto della ragazza, in ogni caso però non c’erano grandi coinvolgimenti sentimentali, se non appunto l’amicizia che li legava e la voglia di provare.

-Non è vero!-protestò Pansy imbronciandosi -Vedrai che tra qualche giorno sarai perfetto come sempre!-

-Se lo dice l’esperta non posso che fidarmi, no?-ribattè allora Julian accondiscendente.-Volete per caso qualcosa da bere o mangiare?-

-No, niente...siamo qui perché ci devi fare un favore se puoi.-Fu Draco a rispondere e dalla serietà della sua voce Julian capì che si doveva trattare di un qualcosa di serio

-Dimmi pure...farò quel che posso!- acconsentì Black riavviando un ciuffo di capelli che gli era caduto davanti agli occhi.

-Si tratta di Harry.-Sembrava quasi un avvertimento e in realtà Julian si era aspettato che il favore riguardasse il fratello in qualche modo -Tu devi parlargli, Julian! E’ in uno stato pietoso...Non fa che piangere! Era talmente contento quando ci hanno detto che ti avevano ritrovato e lo era ancora di più quando ti sei svegliato e ci hanno etto che non avevi subito danni permanenti. Poi però tu non hai più voluto né vederlo né parlargli e lui è caduto in depressione quasi!Non è un bello spettacolo!E’ il fantasma di se stesso...- Draco aveva uno sguardo speranzoso, ma sapeva che se Julian non avesse voluto parlare con Harry sarebbe stato impossibile convincerlo: fin dai primi mesi di vita era stato testardo fino al midollo!

-E’ venuto con voi, vero?-Il volto colpevole dei tre amici diede al Black la risposta che cercava -Siete fantastici ragazzi...sul serio! Ma ora dov’è?-domandò nuovamente il ragazzo prima di alzarsi dalla poltrona.

-Nella caffetteria...Ma non sei arrabbiato?- Pansy sembrava più spaventata dal fatto che Julian fosse tranquillo e che avesse accettato al primo colpo, che dal vederlo sbraitare,cosa che comunque non avrebbe mai fatto per il suo ferreo contegno.

-No, tutto a posto...ora vado!-Il ragazzo non aveva ancora finito di pronunciare le ultime parole che era già schizzato fuori dalla porta correndo fino alla caffetteria dove trafelato cercò di individuare la famigliare testa di capelli neri arruffati, trovandola al primo colpo.

Era seduto da solo ad un tavolino nell’angolo più estremo del locale sorseggiando svogliatamente da una tazza colorata: Julian non avrebbe saputo dire, se non lo avesse saputo, ci tra loro due fosse stato rapito e tenuto prigioniero per mesi. Harry era insolitamente pallido e due profonde occhiaie facevano bella mostra di se sotto i suoi occhi, che sembravano come spenti..se dulia avesse avuto ancora dei dubbi sull’innocenza del fratello quella vista glieli avrebbe cancellati del tutto: era stato uno stupido a pensare che Harry gli avesse potuto fare del male intenzionalmente e con una così sadica dedizione. Lentamente si avvicinò al tavolino, poi, dopo aver spostato una sedia, si sedette senza chiedere il permesso. Per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire, era semplicemente inorridito per quello che era riuscito a fare al suo adorato fratellone, pur avendone apparentemente tutte le ragioni: sapeva che Harry non amava far del male, che anche se provocato odiava rispondere con la forza, eppure aveva creduto lo stesso a ciò che gli veniva mostrato. Aveva preferito fermarsi all’evidenza che fidarsi del suo cuore e questo era semplicemente imperdonabile. Finalmente pronto ad affrontare la sua sorte ed a subire tute le opportune conseguenza alzò gli occhi verso il volto di Harry e quasi non scoppiò a ridere malgrado il momento non fosse dei migliori: il Grifondoro lo fissava con gli occhi spalancai, come se fosse un’apparizione divina, con la tazza a mezz’aria sul punto di versarsi la cioccolata che stava bevendo addosso.

-Ciao, Harry...-disse solo Julian, sentendosi sempre più in colpa per ogni secondo che Harry trascorreva nel più totale silenzio

 

 

Angolino dell’autrice:

Sì, lo so sono da uccidere! Spendo un intero capitolo a parlare di nulla di interessante e quando la cosa non si prospetta più una noia totale, io che faccio? Taglio! Beh vedetela in questo modo se mi eliminate non potete leggere il seguito e questo è male o almeno spero...

Comunque mi volete spiegare perché mi lasciate sempre e solo due recensioni? Naturalmente non parlo a chi recensisce, ma a tutti gli altri: che vi costa scrivere qual cosina, eh?...Dai ora la smetto con queste inutili preghiere e passo alle minacce: o lasciate almeno quattro recensioni o del prossimo capitolo non vedrete neppure l’ombra, intesi?

Per Titania77( No, dai non serve fustigarsi per così poco!Può succedere di saltare un capitolo...ti perdono davvero^^. Mi fa piacere che ti piaccia Tom, perché non mi convinceva tanto, essendo un po’ troppo OOC -Tanto lo sanno tutti che sono la regina dei personaggi OOC. Dici che ti piacerebbe la coppia Tom/ Julian eh?...ma potrebbe anche essere se Julian non rinsavisce^^)

Per WingsHP( Su non mi morire...sei una delle poche che recensisce e poi se muori avrai in eterno il dubbio su cosa sarebbe successo leggendo il seguito, no?...Mi dispiace che non ti piacciano le Yaoi ma spero che continuerai a seguirmi lo stesso, vero? ç_ç...Sì, devo ammettere che il lato oscuro di Julian ha sorpreso anche me e punto a farlo uscire molto spesso in futuro. Grazie ancora per l’appoggio!)

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

 

-Julian?...-Chiese Harry sgranando i verdissimi occhi: non credeva a quello che vedeva, da quando si era svegliato il fratello non aveva più voluto vederlo e prima che si svegliasse si era addirittura protetto da lui con le Ombre!

-Sì..sono io...come va?-Possibile dover ricorrere a domando così idiote per sciogliere il ghiaccio con la persona che conoscevi da più tempo: era pietoso!

-Bene...tu?- Harry si dette dello stupido: era da giorni che si preparava un discorso nell’evenienza che il ragazzo si decidesse a rivolgergli la parola o comunque per farglielo sull’Espresso , e ora che ce l’aveva davanti che faceva? Gli chiedeva come stava! Come poteva mai stare se si trovava in ospedale con una carte,la medica lunga quanto un’autostrada?

-Meglio, grazie.-“ Julian svegliati! E’ tuo fratello dannazione! Non un perfetto sconosciuto...non ti mangia mica se gli parli! E che caspio!” Julian si stava odiando in quel momento: era andato lì per parare di cose importanti con Harry non per scambiarsi i convenevoli!

-Posso dirti una cosa in tutta sincerità?...Siamo ridicoli!Sembriamo due cani che si studiano per la prima volta, sai?- mormorò Harry accennando l’ombra di un sorriso.

-Mai stato più d’accordo con te...-convenne il Serpeverde scompigliandosi i capelli, con un sorriso imbarazzato. Tra i due cadde un silenzio carico di attesa, ma Julian non si decideva a prendere la parola per paura di aver perso per sempre il rapporto che divideva con Harry.  Non voleva neppure pensare ad un eventualità del genere anche se sapeva perfettamente che solo pochi giorni prima era stato lui a volerlo troncare.

-Harry devo parlarti di una cosa importante..sono qui per questo, ma non so da che parte iniziare!-mormorò sconfitto alla fine Julian cercando di incrociare gli occhi di Harry che continuava a posarli dovunque tranne che su di lui.

-Prova a partire dall’inizio, no?...-fece il Grifondoro con una punta di curiosità e sollievo nella voce,visto che Julian non sembrava arrabbiato con lui, ma solo estremamente nervoso.

-Sì, mi sa che hai ragione...anche se partire dalla fine sarebbe più nel mio stile, no?-un primo vero sorriso nacque sulle labbra dei due ragazzi e l’atmosfera pesante che regnava fino a poco prima svanì del tutto- Più o meno sai tutto ciò che mi è stato fatto in questi ultimi mesi da quanto è scritto sulla cartella medica, ma tu, come quasi tutti gli altri non sai, o almeno così spero chi è il colpevole, vero?- Harry aveva percepito una leggera intrusione nella sua mente da parte del fratello, però pur non sapendo il motivo per cui lo stava facendo non protestò, non tentando nemmeno di chiuderla, tanto sapeva che sarebbe stato tutto inutile.- No, non lo sai...e non sai quanto sono felice di averlo accertato...scusami per la piccola intrusione, non accadrà di nuovo!-Il moretto guardò con tanto d’occhi il fratello cominciandosi realmente a preoccupare, pensando che forse le continue Cruciatus subite gli avessero lasciato qualche irreparabile danno: come pensava che lui potesse sapere chi l’aveva rapito? Con la sfera di cristallo, forse?

-Ora mi spieghi! Come potevo sapere chi ti ha rapito? Io non sono un veggente!-sbottò perciò confuso, Harry.

-Sei stato tu a rapirmi, quindi dovevi saperlo non credi?...Cioè è stato qualcuno con le tue sembianze e la tua Aura, ma non tu...io pensavo non esistesse modo per copiare le Aure, quindi credevo che non potessi essere stato altri che tu. Ma poi ho avuto una piacevole chiacchierata con Paciock e lui mi ha detto che esiste un fiore con quelle proprietà, perciò mi pareva ovvio non fossi statu tu, solo che dovevo esserne certo anche perché quel tipo sapeva cose che di regola solo tu e io dovevamo sapere...capito?-Julian per la felicità aveva detto tutto in un fiato, lasciando il fratello leggermente stordito, tanto che ci mise qualche secondo per dare un senso logico a quello che aveva sentito, per poi annuire brevemente.

-July, mi fai un favore?...Rallenta! Non sembri tu se mandi il tuo autocontrollo a farsi un giro al mare, quindi per favore recuperalo, altrimenti mi spaventi seriamente, sai?- lo prese in girò Harry, avendo recuperato a sua volta il buon umore.

-Sì, sì...sei solo invidioso tu!-esclamò Julian mettendo su un finto broncio, che distese immediatamente tornando serio- Non sei arrabbiato con me...o deluso per il mio comportamento, vero fratellone?- Il Grifondoro per poco non gli tirò un pugno: l’aveva fatto preoccupare talmente tanto per una cosa che  si poteva risolvere in due secondi netti e ora aveva anche il coraggio di chiedergli se era deluso od arrabbiato? Sinceramente non poteva dirsi deluso, al posto di Julian avrebbe agito allo stesso modo, con prove così schiaccianti a pesare su di lui, e non era neppure arrabbiato nel vero senso della parola. Più che altro s sentiva irritato, ma anche quel sentimento veniva cancellato dal sollievo di avere di nuovo il fratello dalla sua parte e che quest’ultimo non lo odiasse per il fatto che per colpa sua veniva continuamente preso di mira. Perciò fu con un sorriso splendido dei suoi che gli rispose:

-Certo che non sono arrabbiato con te, Julian! Chiunque avrebbe fatto quello che hai fatto tu al tuo posto e inoltre non hai detto nulla a nessuno se non ai nostri genitori, no? Se tu parlavi io ero definitivamente rovinato...potevi vendicarti in quel modo, ma non l’hai fatto perciò sono fiero di te!- Poi non resistendo più si alzò dalla sedia e abbracciò dulia stritolandolo quasi, ma venendo ugualmente ricambiato dall’altro.

-Pensavo di averti perso del tutto fratellino- gli mormorò in un orecchio.

-Anch’io Harry...anch’io!-rispose Julian.

 

Il treno sferragliava rumorosamente sui binari, mentre si avvicinava sempre di più alla sua meta, la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Julian era stato trascinato di peso dal cugino nello scompartimento dedicato ai Prefetti e ai Caposcuola dove da mezz’ora ascoltava la voce lagnosa di Stefy Hudson,Caposcuola di Tassorosso, che stava spiegando cosa ci si aspettava dai loro e quali erano i loro doveri principali: una noia colossale! Solo il suo tanto decantato autocontrollo, tornato a funzionare perfettamente da quando era salito sull’espresso, gli impediva di sbadigliarle tranquillamente in faccia, cosa che Weasley invece non mancava di fare ogni trenta secondi netti. Non vedeva l’ora di per uscire di lì ed andare nello scompartimento che aveva occupato con i suoi compagni di stanza a scuola, Blaise e Theodor Nott, per poter discutere in santa pace delle vacanze appena trascorse e subirsi un dettagliato resoconto delle nuove conquiste di Theo, che immancabilmente avrebbe insistito per raccontargliele tutte. Un sorrisetto gli sfuggì al pensiero delle allegre risate che si sarebbe fatto di li a poco, visto che Nott era un ottimo attore e sapeva imitare perfettamente le voci e i comportamenti delle sue conquiste. La cosa non sfuggì a Draco gli rivolse uno sguardo interrogativo, non capendo cosa ci fosse di tanto divertente nel dover sorbirsi i primini nei loro primi mesi a scuola. Finalmente, dopo le solite raccomandazioni di rito, furono liberi di andarsene a fu con uno sforzo immane che Julian non si precipitò fuori dallo scompartimento ma attese pazientemente che tutti uscissero salutando educatamente i Caposcuola, poi fu libero.

-Che noia! Io Piton lo avveleno!...che ho fatto di male per meritarmi di essere Prefetto, eh?-si sfogò con Draco che annuì d’accordo.

-Ci ha fregati con la storia del potere e che siamo gli unici del nostro anno a poter rappresentare al meglio Serpeverde...ci toccano anche i primini te ne rendi conto?-Un gemito del cugino gli fece capire che se ne rendeva perfettamente conto, ma che per il momento non ci voleva neppure pensare.

-E’ un’ ingiustizia! Essere i migliori non dovrebbe essere punito..e poi se i Prefetti sono i migliori del loro anno che ci fa Lenticchia tra di noi?- ricalcò Julian lanciando uno sguardo di disprezzo puro al ragazzo che gli stava davanti: la cosa positiva dell’essere stato rapito era che non lo aveva avuto davanti per tutta l’estate!

-Che ci troverà Harry in lui mi chiedo...Io sono molto meglio...Blaise è molto meglio! Tu non tanto, però..-gli diede manforte il biondo Serpeverde, prendendolo un po’ in giro.

-Tutta colpa di Silente! Col passare del tempo sta perdendo quel poco di cervello che aveva! La scuola diventerà un circo se continua di questo passo!-Ormai i due ragazzi erano giunti al loro scompartimento dove fecero il loro ingresso salutati dai compagni che intanto non si erano ancora scannati, per la gioia dei cugini: era risaputo che Theo non amava particolarmente la compagnia di Blaise, che ricambiava apertamente l’ostilità, quindi non era raro vederli litigare anche aspramente, fino al punto di scambiarsi maledizioni.

-Siete tornati finalmente...stavamo per andare a chiamare la squadra di ricerca!-li accolse allegramente Theo facendo posto a Julian in modo che si sedesse accanto a lui.

-Di la verità: stavi per fare una festa!...Due rivale in meno ad Hogwarts ti avrebbero fatto comodi, no?- ribatté Draco seduto accanto a Blaise, che come al solito leggeva un pesante libro.

-Ma non dire scemenze, principino dei miei stivali...io non ho paura di voi due! Sono superiore e lo sapete!- si vantò Nott attirandosi uno sbuffo spazientito di Blaise, che alzò comicamente gli occhi al cielo esasperato dai continui vanti dell’altro Serpeverde.

-Avete sentito la novità? Hanno licenziato Lupin!...Ah, ma voi questo già dovevate saperlo visto che tu vivi con lui, Julian, e avete passato insieme l’ultima estate...Mi dispiace veramente per lui! Era un ottimo professore...- Già i ragazzi lo sapevano e il moro Prefetto fumava ancora di rabbia al pensiero di quello che avevano osato fare al suo Remus: il ministero aveva deciso che i Mannari e creature simili non potevano più far parte di nessuna istituzione pubblica, Hogwarts compresa. Rem, che aveva sempre dato tutto se stesso per una professione, che aveva desiderato svolgere sin da piccolo, non aveva retto bene il colpo, anche se si sforzava di non mostrare i suoi sentimenti ai figli e al compagno. Non c’era stato niente da fare, neppure le influenze di Sirius avevano potuto risolvere la situazione, perciò ora gli studenti di Hogwarts si trovavano a dover cambiare insegnante, ma non tutti avevano intenzione di rendere la vita facile al nuovo venuto, in particolare i Serpeverde e i Grifondoro del quinto anno per una volta d’accordo. Inoltre contando che il nuovo insegnante in questione era Dolores Umbridge, la donna più falsa ed odiosa esistente sulla faccia della Terra, non poteva che essere così.

-E’ il migliore che esista!...E poi ci copriva sempre!-mormorò Julian un po’ più cupo al pensiero di Rem, solo in casa, a guardare spento un libro che non leggeva per davvero come faceva sempre quando era abbattuto...certo il fatto di essere solo con Sirius rendeva le cose un meno tristi, visto che sicuramente l’uomo non avrebbe resistito più di tanto prima di fare un romantico, quanto passionale agguato al compagno.

-Dai, non ci pensare :vedrai che starà bene tra qualche giorno...- lo rassicurò Draco che aveva capito perfettamente cosa passasse in testa al cugino, che infatti sorrise per ringraziarlo.

-Cambiando argomento...che hai fatto di bello quest’estate Theo?- Quelle erano le parole magiche! Ora neppure uno Schiantesimo avrebbe fermato Nott dal raccontare per filo e per segno ogni sua giornata estiva, perciò a Blaise scappò un gemito disperato, mentre fulminava con gli occhi i suoi migliori amici. Come previsto Theo continuò a parlare per due ore intere, ignorando chiunque entrasse nello scompartimento per portare avanti le sue imitazioni, che fecero ridere fino ad avere i crampi allo stomaco i suoi compagni, Blaise compreso, che alla fine aveva abbandonato il libro per ascoltare. Solo l’irruzione di Harry ebbe il potere di fermare Nott, dalle sue continue chiacchiere.

-Tutto a posto fratellone?-chiese Julian cogliendo l’espressione furibonda del Grifondoro.

-Qualcuno di voi quattro crede per caso che io sia un pazzo visionario malato di protagonismo?-domandò quello al posto di rispondere, facendo spalancare gli occhi ai Serpeverde.

- Harry, non essere sciocco! Quello è ciò che pensiamo di Julian..tu sei a posto! Perché comunque?-lo tranquillizzò Draco lanciando un sorrisetto al cugino che lo guardava offeso.

-Alcuni dei miei compagni di casa e la maggioranza degli occupanti del treno mi hanno gentilmente detto che pensavano che io abbia bisogno di una visita da uno psichiatra...strano ma vero gli unici che non infieriscono sono i Serpeverde, che si limitano alle solite offese.- sbottò Harry prendendo posto tra il fratello,appoggiando la testa sulla sua spalla, e Nott, che gli fece posto più che volentieri.

-Ma si può essere così deficienti?...Secondo loro tu non avresti niente di meglio da fare che inventarti il ritorno di Voi sapete chi?-sbottò Draco indignato.

-Cosa vuoi farci sono dei poveri pezzenti dal primo all’ultimo! Se noti solo i Serpeverde gli credono...-disse Theo fiero, che per una volta la sua casa si stesse mostrando la migliore anche come comportamento agli occhi di tutti, vedendolo come un modo certo per avere il favore di tutti gli insegnanti.

-Sai se tuo padre comincia a raccontarti che un giorno combatterai anche tu al fianco del Signore Oscuro, che finalmente è risorto, non puoi far finta che non sia tornato...-lo smentì immediatamente Julian che aveva capito perfettamente perché i suoi compagni di casa agissero in quel modo.

-Oh, beh io problemi del genere non né ho...mio padre e mia madre non sono mai stati suoi sostenitori, quindi dovrei essere salvo, no?-fece Theo tornando sui suoi passi mogio: mai che dicesse la cosa giusta.

-Non so che risponderti Theo...Teoricamente non è salvo nessuno di noi, ma dubito che colpirà per primi i purosangue, quindi potrebbe anche accettare che essi non entrino nelle sue schiere, a patto però che non lo ostacolino...-rispose Blaise, stupendo Harry, Draco e Julian, che per un momento si chiesero se quello che avevano di fronte era proprio il loro Blaise o una sua copia riuscita male.

-Basta con questi argomenti tristi parliamo di qualcosa di più allegro tipo...scommesse su chi vincerà la coppa di Quidditch quest’anno?- Blaise poteva dire tutto quello che voleva su Theo ma non poteva negare e mai l’aveva fatto che, quando collegava il cervello, riuscisse sempre a distoglierli dai pensieri peggiori.

-Vinciamo noi naturalmente! Abbiamo la squadra migliore e le scope migliori...-iniziò Draco felice di aver abbandonato un argomento spinoso come quello che stavano trattando prima.

-Mi dispiace contraddirti ma abbiamo le stese scope dei Grifondoro: Harry è riuscito a corrompere lo zio Astolfus!- Lo zio Astolfus era il più grande produttore a livello mondiale di scope da Quidditch e regolarmente forniva ai suoi nipoti i modelli più recenti, se non addirittura i prototipi stessi e quell’anno aveva appunto deciso di rifornire le intere squadre dei nipoti in un impeto di generosità, o almeno così diceva lui.

-Ma non è giusto...comunque restiamo la squadra migliore tecnicamente parlando.-provò Theo imperterrito.

-Trovami due battitori ed un cacciatore all’altezza di quelli che abbiamo perso e ti do pienamente ragione, Theo, altrimenti mi sa che dovrò costringerli ad allenarsi anche di notte.-lo contraddisse immediatamente Julian.

-Certo che sei proprio pessimista, fratellino...Una minima possibilità ce l’avete anche voi!...se mi rompo un polso prima di ogni partita e se i miei cacciatori cominciano a soffrire di vertigini!- disse Harry con un sorriso di scherno, tanto per prendere un po’ in giro Julian che immediatamente mise il broncio.

-Ma come sarai mai simpatico?...Comunque chi te lo dice che non succederanno nessuna di queste cose? La vita ha mille imprevisti...-fece il Prefetto, sorridendo con fare misterioso, lasciando perfettamente intendere cosa fossero i vari imprevisti che potevano capitare.

-Tu non giocheresti così sporco! Non sei il tipo...e lo sai!-gli rinfacciò benevolo Harry sempre tranquillamente appoggiato sulla sua spalla.

-Potrei pur sempre cambiare... Un Piton arrabbiato perché non vinciamo contro di voi non mi renderebbe la vita troppo semplice. Poi quest’anno mi tocca anche sopportare quello di Alchimia - Il pensiero di dover passare molte ore a settimana con il Professor Warlock fece storcere la bocca a Julian che se l’era quasi dimenticato a causa di ciò che gli era successo.

-Su sarai il suo miglior studente non potrà avercela con te all’infinito, no?-tentò di rassicurarlo Blaise.

-Ti vorrei ricordare che il nostro caro Capocasa non ha mai smesso di tormentare Harry!...Paciock entra! Mi irrita la gente che sta sulla porta...-Julian si era accorto già da qualche minuto dell’Aura di Neville ma aveva aspettato a chiamarlo fino a quando non era stato certo che il ragazzo non entrasse da solo, per non dover dare spiegazioni.

-I...io vo...volevo vedere s..se H...Harry sta...stava bene-mormorò Neville non appena ebbe fatto il suo ingresso nello scompartimento pestando un piede a Julian tanto per gradire.

-Grazie Nev! Ora sto meglio...rimani con noi?-chiese Harry rivolgendo all’amico un sorriso gentile e facendogli cenno di sedersi accanto a Draco, mentre i Serpeverde lo fulminavano con lo sguardo.

-N...Non saprei n...non voglio disturbare!- balbettò il Grifondoro avendo visto chiaramente le occhiate degli altri occupanti dello scompartimento.

- Paciock siediti! Non disturbi...-Julian aveva dato alla sua voce un tale tono di comando che Neville si era seduto quasi senza rendersene conto. Harry invece aveva guardato stranito prima il fratello poi l’amico, imitato dagli altri Serpeverde: cosa aveva fato Julian per avere un tale ascendente sul Grifondoro, da toglierli quasi il libero arbitrio?

 -Gentile come sempre July...-mormorò irritato Blaise, che aveva più volte tentato di fermare i suoi compagni di casa dal tormentare Neville, avendo capito che facendo in quel modo riuscivano solo a fargli avere meno stima in sé stesso, conducendolo a combinare continui disastri.

-Sai com’è, mi riesce difficile essere gentile se qualcuno mi sta comodamente appollaiato su di un piede, Blay...e poi dopo tutto non l’ho mica buttato fuori a calci!-ribattè Black non capendo cosa avesse dato tanto noia all’amico

-Infatti gli hai solo ordinato di rimanere! E’ una persona non il tuo elfo domestico!-Certe volte Zabini odiava il modo di fare di Julian così incurante dei sentimenti degli altri: l’aveva fatto anche quell’estate con Harry e ora la scena si stava ripetendo con Neville, perciò era stufo di passare oltre come invece facevano i suoi amici.

-Io non gli ho ordinato niente! E poi era liberissimo di fare quello che voleva, mica sono il suo padrone!-replicò Julian esasperato da tutte quelle storie solo perché aveva usato un tono diverso da quello che avrebbe avuto Blaise.

-Scusate?...Julian ha ragione io mi sono seduto perché volevo, non perché l’ha detto lui! Sono capace a scegliere per me...-L’intervento di Neville fermò la risposta non proprio carina che aveva in mente Blaise di dare a Julian.

-Complimenti Neville hai detto un’intera frase senza balbettare!...Comunque grazie!-Il sorriso e il complimento, se così si poteva definire, che il Prefetto moro gli fece, fecero arrossire Paciock che immediatamente portò il suo sguardo all’altezza dei ginocchi dell’altro per non essere costretto a guardarlo negli occhi ed imbarazzarsi ancora di più, come gli era successo al San Murgo.  Zabini invece rifilò a Julian un occhiata di fuoco: quello era il sorriso che il ragazzo usava per fare colpo sulle ragazze ! Cosa si era messo in mente? Di conquistare Paciock, per caso? E poi perché il Grifondoro arrossiva tanto? Magari era già successo qualcosa fra i due...Un momento ma da quando a lui importava cosa faceva Julian e con chi ci provava? No, a lui non importava: voleva solo salvaguardare la già carente autostima di Paciock...sì solo quello!

-Voi due da quando vi chiamate per nome?-domandò Harry dopo aver ripreso il dono della parola, che momentaneamente era rimasta bloccata per lo shock di vedere il fratello rivolgere tanto amichevolmente la parola ad un ragazzo che ignorava totalmente fino a qualche mese prima.

-Da quest’estate...ci siamo incontrati al San Murgo un giorno.-spiegò Neville felice di poter distogliere l’attenzione da Julian, anche se per poco.

-Davvero? Julian non mi ha detto nulla...-mormorò Harry, appoggiato dall’annuire di Draco e Blaise anche loro all’oscuro della cosa.

-Non potete mica sapere tutto quello che faccio! Io non pretendo di sapere ogni cosa che fate, no?-si difese Julian  che non voleva dire davanti a Paciock che si era praticamente scordato di averci parlato quel giorno per evitare di offenderlo.

-Certo non lo pretendi ma a conti fatti tu sai tutto, Ju-Ju! Ti vorrei ricordare le tue doti veggenti.-lo smentì immediatamente Nott con un ghigno: si stava divertendo un mucchio a mettere in difficoltà l’amico, visto che non succedeva tanto spesso di vederlo fallire.

-Siete degli amici orribili! Quasi quasi vado da Weasley...a proposito coma mai lui e l’altra non sono ancora venuti a salvarti dalle nostre grinfie?-volle sapere Julian notando solo in quel momento la mancanza dei due amici del fratello.

-Sono di ronda...sai per evitare le liti e aiutare i primini. Credo sia nei compiti dei Prefetti.-rispose Harry con un vago tono di scherzoso rimprovero verso Julian che avrebbe dovuto essere nei corridoi ad aiutare gli altri prefetti e non lì a parlare con loro.

-Davvero?! Ma lasciamo che si divertano un po’ anche loro...tanto a Hogwarts non potranno fare niente, perché noi glielo impediremo.-Il sorriso del moro in quel momento era alquanto inquietante e lo faceva assomigliare molto più di quanto sarebbe stato consigliabile ai suoi parenti più tristemente famosi.

-Mi fai quasi paura fratellino, sai?...Comunque deve essere una noia occuparsi dei bimbetti o dell’ordine in generale.-esclamò Harry pensieroso, ringraziando una volta di più per non essere stato scelto da Silente per quel ruolo.

-Non ti preoccupare io e Draco ci siamo divisi il lavoro: io punisco, lui fa tutto il resto-lo rassicurò Julian facendo scoppiare un acceso dibattito con l’altro prefetto che gli accompagno fino all’arrivo ad Hogsmeade.

Quando i ragazzi scesero dal treno, furono accolti dal vocione di Hagrid, che li salutò da lontano mentre chiamava a sé i bambini del primo anno per la tradizionale traversata del lago Nero, poi Harry e Neville si congedarono dai Serpeverde per salire sulla carrozza con Hermione e Ron. Arrivati a scuola i ragazzi fecero il loro ingresso nella sala Grande dove come d’abitudine Julian rivolse lo sguardo al tavolo dei professori per salutare Remus e solo all’ultimo momento si rese conto che il genitore non ci sarebbe stato quell’anno visto che era stato licenziato. Dopo lo smistamento, Silente fece il suo abituale discorso di inaugurazione del nuovo anno accademico, parlando come al solito dell’unione che ci doveva essere fra le Case, particolarmente visto i tempi che tutti stavano per vivere, ma ad un certo punto venne interrotto dalla Umbridge, che ne approfittò per tenere un suo discorso tutto particolare, che ad un ascoltatore poco attento poteva sembrare un insieme di parole senza senso compiuto, ma che a Julian provocò una serie di brividi: quelle parole dicevano che il progresso doveva essere scoraggiato,almeno che non fosse saldamente guidato da qualcuno e che solo i maghi potevano sfruttarlo, come a dire che coloro che non lo erano pienamente dovevano essere esclusi dalla società magica, ma quello che era peggio era l’evidente intenzione del ministero di intromettersi nella scuola, indipendente da quando era stata fondata! Purtroppo pochi avevano colto il senso di quelle parole, quindi nessuno poteva capire l’irritazione di Black, che prestò poca intenzione quando Silente riprese la parola:

-Bene ora che la professoressa Umbridge ha finito il suo illuminante discorso, posso passare a farvi un importante annuncio: quest’anni ci saranno quattro nuovi alunni provenienti da un’altra scuola. Essi si uniranno alle case in cui sono stati smistati stamane dal Cappello Parlante, seguendo il quinto anno. Perciò vi prego di dare un caloroso benvenuto ai vostri nuovo compagni.-Quattro ragazzi si fecero avanti da un angolino in ombra della sala dove si erano appostati mente il Preside informava i loro compagni della loro presenza: tre di essi vestivano i colori dei Grifondoro, uno dei Serpeverde. Dagli sguardi che si scambiavano non sembravano andare molto d’accordo, anzi era più giusto dire che sembravano odiarsi, solo il castano appariva meno ostile nei confronti del nuovo acquisto dei Serpeverde. Il ragazzo in questione aveva i capelli neri lunghi fino alle spalle, così lisci e lucenti da sembrare unti irrimediabilmente, aveva un fisico secco e i tratti del volto erano quasi spigolosi, ma tutto sommato, pur non essendo paragonabile a due dei Grifondoro non era brutto, solo particolare. Julian gli lanciò solo un’occhiata distratta perché la sua attenzione era stata calamitata sul ragazzo castano, quello che sembrava immune dall’odio che traspirava dagli altri tre. Aveva uno sguardo dolce e gentile, ma che a tratti rivelava una profonda tristezza, in generale il suo aspetto aveva un qualcosa di trascurato e le vesti che indossava erano troppo grandi per lui, tanto che le mani erano quasi nascoste dalle maniche, a dimostrare insieme al tessuto liso, che erano sicuramente di seconda mano. Non era bellissimo ma agli occhi di Julian aveva un fascino tutto particolare simile a quello degli animali selvatici e la sua fierezza nell’incedere, lo incantò. Ma erano gli occhi quelli che lo colpirono di più, sia per quello che mostravano nella loro riservatezza, sia per il colore dorato...immediatamente ricondusse quegli occhi un’altro paio a lui tanto caro: quelli di Remus. Il castano , che intanto si era accorto del suo minuzioso esame, gli rivolse un mezzo sorriso gentile, mentre prendeva posto al tavolo dei Grifondoro e improvvisamente tutto fu chiaro al ragazzo: lo sguardo gli ricordava quello di Remus, perché il ragazzo era Remus! Incredulo rivolse una rapida occhiata agli altri due nuovi Grifondoro e i suoi sospetti vennero confermati: alla destra di Remus sedeva un ragazzo che sembrava la sua fotocopia, mentre alla sinistra c’era la fotocopia senza occhiali e con gli occhi neri di Harry, in pratica Sirius e James...Julian non capiva però una cosa: suo padre, Remus e Piton - perché l’altro ragazzo era sicuramente lui- avrebbero potuto bere una pozione ringiovanente ed essere lì dimostrando quindici anni, ma il padre di Harry come poteva essere spiegato? Non potevano mica averlo resuscitato, no?...Per quanto assurda l’unica spiegazione possibile era che i quattro avessero compiuto un qualche viaggio temporale.

 

 

Angolino dell’autrice:

Prima di tutto vi assicuro che quello dell’altra volta era uno scherzo: non avrei mai sospeso la storia solo perché ricevevo poche recensioni, comunque mi ha fatto piacere riceverne così tante e sapere che almeno qualcuno mi segue con così tanta passione.

Come avrete notato ne ho fatto un’altra delle mie! Vi chiederete cosa ci incastrano adesso i Malandrini e Piton, no? Bene non lo so neppure io solo che mi piaceva l’idea e poi ho notato che la mia trama era troppo lineare, quindi dovevo incasinarla ancora di più...tanto neppure la sto seguendo una vera e propria trama, quindi non so dove voglio arrivare(Immagino quanto vi faccia piacere saperlo, no?^^) Però dovette ammettere che sono stata brava ad aggiornare così in fretta^^(Il tuo unico merito N di Julian)(Tu, Razza di ingrato! Tom te lo sogni di notte adesso)

Bene ora che ho finito le mie solite ciance inutili passo ai ringraziamenti:

WingsHP (Visto come sono stata brava ho aggiornato subitissimo^^Mi fa piacere che ti piaccia Julian, ma dubito che ti sia piaciuto molto il discorso che fa con Harry, solo che è il meglio che ho saputo fare visto che l’avrò modificato cento volte minimo...Grazie per i complimenti, comunque!)

Titania77[ NOOOO! LA TORTURA NOOOO! Ti prego non mi torturare io sono una brava bambina! (Tom: e io  sono cappuccetto rosso!)....comunque una Harry/Julian la vedo molto dura e poi sappi che Tom è tutto mio!In ogni caso mi fa piacere che ti sia piaciuta la scena finale, perché fino ad ora penso che sia quella che mi è venuta meglio. Grazie anche a te per i complimenti e per l’appoggio^^]

Darkalexandra85(Sono contenta di averti reso meno duro un periodo di esami e che la mia fic ti piaccia così tanto da farti intonare addirittura un alleluia...quasi quasi mi commuovo^^ )

Samek (Sai come si dice meglio dardi che mai! Devo dire che Tom che arrossisce ha scatenato molto successo e anche il mio Julian ha già milioni di fan in tutto il mondo, ma averne una di più fa sempre piacere...spero di rivedere un tuo commento^^)

Alii(Non ti preoccupare non ti prendo per una pazza, ma ti prego no mi dare del lei: mi fai sentire vecchia!Io ho solo 17 anni, dopotutto, ma se invece è una forma di rispetto verso la tua padrona e signora fai pure^^Mi dispiace deluderti ma dovrai abituarti all’idea di una Tom/ Julian perché quasi certamente ci sarà anche se non so a che livello: se non si fosse capito io adoro incasinare le situazioni!)

Lilly86(Eh, sì lo so di essere un genio..scherzo naturalmente^^ Sono felice che la mia storia ti piaccia e spero che continuerai a seguirla, in particolare se sei una fan delle Rem-Sirius adesso che hanno fatto la loro comparsa anche da quindicenni dovrebbe fati piacere^^)

Tigre86(1-la mia mail non funziona!Fregata! 2-Visto la tua minaccia ha comunque sortito effetto^^ 3-Sai ho descritto tanto bene Neville perché è tale e quale a me: anch’io non faccio che danni e come autostima sono messa maluccio, per questo chiedo le vostre recensione altrimenti penso che non piaccia a nessuno e quindi non mi viene l’ispirazione...per Harry invece non ci si può fare niente: amo fargliene passare di tutti i colori...siccome ho sentito l’urlo di guerra delle sue fan, ti saluto e mi raccomando non tralasciare i tuoi compiti per me!Ma ti ringrazio se lo fai^^)

Yuke(Non ti preoccupare saresti confuso anche se avessi letto tutto; lo sono io che la scrivo figuriamoci i poveretti che leggono...Comunque stai tranquillo apprezzo il tuo sforzo e ti ringrazio per l’appogio)

Perfetto ho finito! Vi avverto che andrò via per Pasqua, quindi non potrò aggiornare...Buone vacanze e mi raccomando recensite!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo8...(W la fantasia!) ***


Capitolo 8

 Durante tutta la cena Julian non aveva fatto altro che osservare i tre nuovi Grifondoro, cercando di capire se aveva preso un abbaglio o meno, però tutto era a suo favore: i movimenti e le espressioni dei tre ragazzi erano identici, almeno per quanto riguardava i due che conosceva a quelli dei genitori, perciò non c’era modo di sbagliarsi. Inoltre aveva notato che anche il fratello sembrava piuttosto sconvolta dall’apparizione dei nuovi arrivati e gli lanciava continue occhiate interrogative, a cui Julian poteva rispondere solo con un’alzata di spalle e un espressione altrettanto confusa. Purtroppo i ragazzi si erano seduto troppo lontani affinchè Harry riuscisse a parlargli o comunque ad ascoltare i loro discorsi e anche il Serpeverde era impossibilitato ad intavolare una discussione con il Piton più giovane per lo stesso motivo. Entrambi avrebbero dovuto aspettare fino alla fine delle cena, che quell’anno sembrava dover durare all’infinito , sia per indagare che per scambiarsi le opinioni. Al tavolo Serpeverde intanto l’irrequietudine del Prefetto non era passata inosservata dai suoi migliori amici, che però non capivano a cosa fosse dovuta, non avendo prestato molta attenzione ai nuovi arrivati.

-Che hai July?-chiese alla fine Theo, pur rendendosi conto che probabilmente stava entrando in un campo minato.

-Eh?... Niente di importante, se vogliamo escludere che i nuovi arrivati sono mio padre, quello di Harry, Remus e Piton.- rispose Julian con un tono non curante, passando sopra per una volta all’odiosa storpiatura del suo nome tanto era impegnato.

-Stai scherzando ,vero?-domandò Blaise alla sua destra, studiando i nuovi Grifondoro prima e poi loro nuovo compagno di casa con attenzione.

-Se avessi il mio album di foto capiresti che ho ragione! E poi riconosco le persone che mi hanno cresciuto, sai?- replicò il ragazzo, ormai senza dubbi sull’identità delle persone in questione.

-E allora perché Silente non ha detto i loro veri nomi?-mormorò Theo per non farsi sentire dal resto dei loro compagni abituati a vedere i quattro confabulare tra loro,ma non per questo meno curiosi di sapere su cosa vertevano i loro discorsi.

-Ma forse perché bene o male tutti li avrebbero riconosciuti? Theo ti vorrei ricordare che siamo in guerra e se la notizia della presenza del padre mio e di Harry uscisse di qui e arrivasse alle orecchie sbagliate potremmo cessare di esistere, anzi non saremmo mai neppure esistiti!- spiegò Julian saccente.

-Ormai sei nato nessuno può impedire la tua esistenza almeno che non ti uccida direttamente, sai Julian?-lo prese in giro Draco con il suo solito ghignetto.

- Draco ragiona: se quelli fossero il Remus e il Sirius contemporanei, come potresti spiegare il fatto che ci sono due Piton e James Potter, che se non lo sapessi sarebbe anche morto?...No devono per forza provenire tutti dal passato, altrimenti non si spiega! Quindi se per caso Voldermort uccidesse quel James Potter, Harry non potrebbe nascere, capito adesso?-Per quanto assurda fosse la spiegazione di Julian era anche l’unica plausibile e gli altri rimasero colpiti dalla scoperta, restando in silenzio per alcuni minuti. Alla fine fu Theo a prendere la parola:

-WOW! ...Però Silente poteva pensare a nomi meno orribili! Remus ora si chiama Eric Moss, tuo padre è Christopher Folw, quello di Harry Daniel Gabrielson, il povero professor Piton invece Abel Nightroad ...io mi sarei infuriato al loro posto con dei nomi così Babbani!-I suoi compagni si trattennero a mala pena e solo per non sfigurare agli occhi del resto della scuola da lanciargli contro i bicchieri: come si poteva pensare ai nomi dopo una rivelazione del genere?

-Teoricamente mio padre dovrebbe essere felice di aver perso il nome altisonante che si ritrova...per gli altri non so cosa dirti!-gli rispose Julian scuotendo al testa mentre finiva di mangiare il suo dolce e si alzava dal tavolo -Draco per favore ti puoi occupare da solo dei piccoli?...Io devo andare da Harry!-continuò supplicando il ragazzo riferendosi ai primini.

-Certo li metto io a letto, tesoro! Però cosa dico gli dico se mi chiedono perché il loro papà non c’è?-acconsentì Draco sorridendo.

-Rispondigli che con uno moglie come te ho bisogno di svagarmi, cara...ci vediamo dopo!-Quello era un vecchio gioco che mandavano avanti fin da piccoli: siccome Pansy voleva sempre giocare con le bambole ma non voleva giocare con le altre bambine, aveva deciso che Julian e Draco erano marito e moglie, Harry suo figlio e Blaise suo marito, costringendoli poi ad occuparsi delle bambole e trattandoli appunto come se si trattasse di vere coppie, traumatizzando l’infanzia degli amici irrimediabilmente, secondo il parere di molti.

Ormai la cena era finita r tutti stavano abbandonando la sala grande per raggiungere i rispettivi dormitori. I prefetti richiamavano i loro nuovi acquisti e qualcuno dei più vecchi approfittava della confusione per salutare gli amici appartenenti alle altre Case oppure chiacchierare un po’ con i propri compagni. Julian perciò si ritrovò ben presto imbottigliato nel traffico in uscita dalla sala e tra quelli che invece rimanevano semplicemente in piedi nel bel mezzo dei corridoi tra i quattro tavoli, quindi raggiungere Harry fu più difficile del previsto, anche perché il ragazzo era nascosto dalla folla, essendo ancora seduto. Alla fine intravide una famigliare chioma arruffata e fece per posare una mano sulla spalla del possessore di quel cespuglio di capelli.

-Cerchi guai serpe?-La sua mano non aveva ancora toccato la spalla del ragazzo che una voce allo stesso tempo famigliare ma sconosciuta lo bloccò. Voltandosi con disappunto verso chi l’aveva apostrofato così carinamente, quasi si mise a piangere per l’irritazione: era stato suo padre o per lo meno colui che lo sarebbe diventato a fermarlo! Osservando meglio il ragazzo che aveva scambiato per il fratello, Julian si accertò della cantonata che aveva preso, infatti quello era James, però ancora non si spiegava una cosa. Perché suo padre lo trattava così male? Silente avrebbe dovuto dirgli chi era, no? Ora che ci pensava bene il Preside gli aveva rivolto un’occhiata piuttosto divertita quando aveva annunciato i quattro nuovi acquisti della scuola...e ciò poteva stare solo a significare che non aveva detto nulla ai ragazzi o quasi! Quel brutto vecchio figlio di...

-Sai Chris credo si sia incantato...-Le parole di scherno di James lo fecero tornare bruscamente alla realtà maledicendo con tutto il cuore Silente una volta di più.

-Non ti preoccupare non mi sono incantato...scusate il disturbo ho sbagliato persona e ora che guardo quella che cercavo non è neppure più qui...-Ben conscio della magra figura che stava facendo Julian decise che forse era meglio battere in ritirata prima di peggiorare le cose sperando di poter parlare con Harry il giorno dopo, ma non gli fu possibile andarsene: ormai era entrato nelle mire dei Malandrini.

-Certo che voi Serpeverde peggiorate di anno in anno...tra un po’ per vedere il vostro cervello ci vorranno le lenti di ingrandimento.- disse Sirius con aria fintamente affranta.

-E’ un dolore che conosci bene, immagino... -lasciò cadere Julian: non aveva intenzione di farsi insultare, neppure da suo padre! La faccia paonazza di Sirius fu un vero spettacolo, ma ancor più gratificante fu per il ragazzo sentire la sommessa risata di Remus, che fino a quel momento era rimasto in silenzio.

-Tu come osi!-Tale padre, tale figlio...era proprio vero quel detto! Infatti James vedendo umiliato l’amico era scattato in piedi, puntando la bacchetta contro il petto di Julian.

-Fossi in te, non lo farei- Il Prefetto sapeva che molto probabilmente si stava giocando l’amicizia del ragazzo, però non era mai stato il tipo che rifiutava una sfida e poi aveva sempre pensato che sarebbe stato divertente se un giorno avesse potuto sfidare i vecchi Malandrini per vedere a conti fatti se gli aveva superati nella grandezza.

-Solo perché sei un Prefetto?...Credi di potermi spaventare?-Era gratificante sapere che James era fatto della stessa sua pasta.

-No, non per questo... dico solo che sono un discreto avversario quindi non ti conviene tirare troppo la corda, perché io non sono Piton e non starò buono a subire neppure in inferiorità numerica- Il tono gelido con cui Julian pronunciò queste parole portò James ad indietreggiare, anche per il riferimento al loro passatempo preferito, il tormento a Piton.

-E tu come fai a saperlo?-domando Sirius confuso: era certo che nessuno potesse sapere quelle cose, né tantomeno che Mocciosus l’avesse detto al primo venuto.

-Non importa come faccia a saperlo, conta che io sappia anche altre cose oltre a questa...Per esempio conosco il mantello dell’invisibilità, la Mappa del Malandrino e tanto altro...-E qui lanciò un occhiata ricca di significato a Remus con un sorriso inquietante.

-Osa fare qualcosa a Re...Eric e giuro che ti pentirai di essere nato!-Questa volta la minaccia era arrivata da Sirius, appoggiato comunque dall’annuire torvo di James.

-Non ti preoccupare ! Non potrei comunque fare qualcosa a lui, visto che non centra niente in questo nostro piccolo diverbio... era solo per dire!- Il solare sorriso di Julian fu disarmante per i due Grifondoro già sul piede di guerra: quel ragazzo aveva dei seri problemi!- In ogni caso vi conviene andare nella vostra torre, se il mio direttore di casa vi becca fuori oltre l’orario potete cominciare a pregare...-

-Perché? Non gli abbiamo ancora fatto niente!-protestò Sirius dimenticandosi che quello di fronte a lui era in teoria un nemico.

-Non è proprio così...ma comunque lo scoprirete domani! Di solito le sue lezioni sono sempre il primo giorno...Buonanotte!-Dicendo così Julian si avviò fuori dalla sala, poi prese la strada dei sotterranei. Nella sala comune dei Serpeverde ormai non c’era più nessuno, perciò Julian si diresse direttamente nel suo dormitorio. Arrivato fuori dalla porte sentì delle voci alterate che discutevano all’interno della stanza ma stranamente non sembravano appartenere a Blaise e Theo, come invece sarebbe stato logico immaginare: erano stati insieme senza litigare per quasi un’intera giornata...un miracolo! Preparandosi a fare da paciere fece il suo ingresso nella stanza, trovandosi di fronte una Pansy, che strillava inviperita contro Tiger, che avesse fatto il povero ragazzo per meritarsi tale terribile punizione restava un mistero, tanto era difficile capire cosa stesse dicendo l’amica. Scuotendo la testa e resistendo all’impulso di pietrificare tutti Julian si avvicinò con un sorriso comprensivo alla ragazza, poggiandola una mano sul braccio per attirare la sua attenzione.

-Pansy, tesoro che succede?- chiese dolcemente quando lei si decise a guardarlo.

-Questo brutto deficiente dice che io non vado bene per posare per il suo quadro!-urlò in risposta Pansy, con le lacrime agli occhi ma felice di aver finalmente trovato qualcuno che la volesse difendere.

-E’ vero,Vins?-domandò Julian annoiato al compagno, che alzò le spalle prima di dire

-Non è la persona che cerco...mi serve una ragazza di una bellezza particolare!-A Black piacevano particolarmente i quadri e i disegni di Vincent, stimandolo molto come artista, ma a volte pensava sul serio che non avesse un briciolo di cervello: dire cose del genere ad una ragazza come la Parkinson equivaleva ad una dichiarazione di guerra.

-Vedi? Dice che non sono abbastanza bella!...Picchialo!- D'altronde anche Pansy in quanto a cervello non scherzava...anche volendo cosa pensava che potesse riuscire a fare Julian a mani nude contro quell’energumeno di Tiger? Il solletico, forse!

-Pansy cara, lui non vuole dire che sei brutta o non abbastanza bella, ma che tu possiedi una bellezza... più classica! Il tipo di bellezza che apprezzerebbe uno scultore dell’epoca dei Greci o dei romani, per intenderci. Capito?- Per togliersi da quell’impiccio Julian stava dando il meglio di se e sperava con tutto il cuore che Pansy gli desse ascolto e che nessuno provasse a contraddirlo, nemmeno Vincent, che in realtà era l’unico a poter aver voce in capitolo.

-Sì, adesso ho capito...ciò non toglie però che sia un brutto deficiente: poteva dirlo subito! Scusate il disturbo...buonanotte!-La ragazza baciò i suoi amici sulla guancia poi felice uscì dalla stanza seguita da Tiger ,che dormiva nell’altro dormitorio, dopo che quest’ultimo ebbe ringraziato Julian con un sorriso.

-Come avocato potresti fare carriera, sia?-esclamò Blaise, stupito dalla facilità con cui dulia aveva sistemato quell’epica lite.

-Grazie, ma preferisco le mie pozioni...danno più soddisfazioni!-ribattè Julian con una smorfia disgustata per la proposta ,lasciandosi cadere sul suo letto, sprofondando un po’ nelle soffici coperte rigorosamente verdi e argento.

-Ti interessi di pozioni, Black?-Una voce ricca d’odio fece alzare la testa a Julian: Piton seduto sul suo letto, fissava Julian con interesse che purtroppo combatteva con il disprezzo per chiunque portasse quel nome.

-Sì...Nightroad. Anche tu per caso?-Julian non sapeva come doveva comportarsi con il giovane, essendo a conoscenza dell’odio che scorreva tra lui e suo padre, ma sperava che se si fosse dimostrato gentile e disponibile anche l’altro ragazzo si sarebbe comportato di conseguenza, permettendogli di divenire suo amico.

-Sì, spero che il vostro professore non sia un completo inetto perciò...altrimenti mi toccherà fare da solo- L’ostilità di Severus nei confronti del ragazzo non era calata ma almeno non tentava più di fulminarlo con lo sguardo, come poco prima.

-Non preoccuparti! Il professor Piton è il migliore che esista, anche se è molto severo. Non ti farà rimpiangere quello che avevi nell’altra scuola, stanne certo!-“ Colpito e affondato” pensò Julian mentre vedeva il volto del ragazzo illuminarsi per lo stupore di aver sentito quel complimento uscire proprio dalla bocca di un Black, che probabilmente doveva essere il figlio di colui che gli rendeva a vita un inferno dal primo giorno di scuola.- Comunque non mi sono ancora presentato: io sono Orion Black, Julian per gli amici, come hai sentito.-Julian sperava con tutto il cuore che Piton scegliesse di chiamarlo con il suo secondo nome, Julian appunto.

-Come mai ti piace di più un nome così semplice? Babbano direi...-volle sapere Severus sinceramente incuriosito da quel comportamento tanto atipico per un Serpeverde, che di solito avrebbe dovuto tenere molto al nome pluriblasonato che si portava dietro.

-Julian è solo mio, Orion di una cinquantina di miei avi: per questo mi piace di più, pur essendo così semplice e Babbano come dici tu..inoltre è il nome che mi ha dato mio padre- Sirius infatti andando contro ogni usanza aveva preferito dare al suo bambino un nome più moderno, in cui potesse un giorno identificarsi, invece di perdersi nella marea di Orion Black presenti nell’Albero Genealogico della famiglia. Purtroppo, però, non era riuscito a convincere la moglie a metterlo come primo nome, quindi per l’opinione pubblica Julian restava Orion a tutti gli effetti.

- Il primo è davvero un bel motivo, il secondo un po’ meno... ma per caso tuo padre è Sirius Black?-Alla fine Severus si era deciso a porre la domanda che tanto gli premeva, ma che comunque giunto a quel punto non avrebbe leso più di tanto il rapporto che voleva instaurare con il giovane tanto gli stava simpatico.

-Sì, proprio lui... una sciagura come poche!-rispose Julian sorridendo, mentre alzava le spalle come a dire che i parenti non si potevano scegliere.

-July, il bagno è libero se vuoi...-li interruppe Blaise, prima di seppellirsi sotto un manto di calde coperte.

-July?-ripeté Severus con un luccichio ironico negli occhi neri: aveva in mente di usarlo quel nomignolo un giorno o l’altro.

-Sì, lo so che è penoso. Ma non so cosa fare per toglierglielo dalla bocca,  a parte un bel incantesimo di memoria, che il te del mio tempo mi ha sconsigliato vivamente...-sbottò il Prefetto mettendo il broncio.

-Non ti preoccupare, non lo diffonderò...per ora!-ribattè Severus mettendosi anche lui sotto le coperte sempre sorridente, contento di potersi mostrare per una volta per quello che era veramente e non il solito musone freddo e distaccato, che tutti conoscevano nel suo tempo.

-Buonanotte, allora!-Doveva stare attento a non fare nulla che lo potesse offendere: non avrebbe resistito all’umiliazione di sentirsi chiamare in pubblico “July”!

 

 

Angolino dell’autrice:

Vi do l’autorizzazione a picchiarmi: due giorni fa ho inserito il nuovo capitolo solo che mi sono scordata di salvarlo perciò  voi potete leggerlo solo adesso...sono senza speranze ammettiamolo^^...comunque eccoci qua, come promesso, appena rientrata dalle vacanze tortura, scrivendo tra un compito e l’altro con la minaccia delle pagelline incombenti(che incubo!!!). Tutto ciò era per dire che se il capitolo fa pena dovete avere pietà di me...ringrazio in anticipo tutti quelli che avranno il coraggio di leggere e commentare.

Titania77(Mi dispiace ma Tom è impegnato a conquistare il mondo e a somministrare l’Imperius ai miei prof, quindi per un po’ non entrerà in scena^^...Comunque hai ragione Harry voleva solo fare pace perciò non ha cercato altre spiegazioni da Julian, anche perché ormai è abituato a sentire le sue stranezze..che ci vuoi fare è un Black!)

Yuke(Perdono! Chiedo perdono in ginocchio! Mi dispiace davvero averti scambiato per un ragazzo, ma ero indecisa, quindi o tirato ad indovinare...mi perdoni?Ç_Ç...Tornando alla storia: sono d’accordo con te per quanto riguarda la parte del chiarimento, so di averla un po’ tirata via ma in ogni altro modo in cui la pensavo, poi Harry se ne andava arrabbiato, togliendo per un bel pezzo il saluto a Julian. Invece riguardo ai nuovi alunni spero di averti chiarito le idee con questo capitolo che serviva appunto a quello se non si fosse notato^^..per Blaise non posso dirti niente ancora, per scoprirlo devi leggere ...se posso confidarti un segreto non lo so nemmeno io^^)

WingsHP(Quanti complimenti che mi fai! Mi monterò la testa prima o poi... e inoltre ogni volte che li leggo saltello come una deficiente per mezz’ora, che va anche bene eh, se sono a casa ma a scuola va un po’ meno bene^^Pace tanto ormai lo sanno che mi manca qualche rotella! Come per Yuke, spero che ance a te questo capitolo abbia chiarito le idee, mentre per l’incontro Harry-James dovrai aspettare il prossimo capitolo, anche se non ne assicuro la buona riuscita)

Ci vediamo alla prossima, però per favore lasciate un segno del vostro passaggio...un insulto, un commento costruttivo, la lista della spesa, insomma qualunque cosa! Ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo9...(Sono ancora viva!) ***


Capitolo 9

Harry si era allontanato immediatamente dalla Sala Grande stufo di dover sopportare gli sguardi di disprezzo degli studenti dell’intera Hogwarts . Velocemente aveva salito le scale e percorso i corridoi che lo avrebbero portato nel suo dormitorio nella torre di Grifondoro...gli sembrava un po’ presto per cominciare a chiedere ospitalità ai Serpeverde, che comunque l’avrebbero accolto con piacere, come sempre. Tante volte sembravano più comprensivi e fedeli come amici che i suoi compagni di casa! Solo quando era ormai giunto di fronte al ritratto della Signora Grassa si era ricordato che Julian gli aveva fatto segno di aspettarlo per parlargli. Gli si poneva di fronte un problematico dilemma: tornare indietro ed affrontare di nuovo tutta la scuola oppure entrare e la torre mettersi a dormire e affrontare Julian il giorno dopo? Beh, Julian gli doveva un favore, visto che non gli aveva parlato per due giorni, quando si era svegliato dopo che lo avevano rapito ritenendolo colpevole quindi...Poteva aspettare fino al giorno dopo! Certo che però gli sarebbe piaciuto sapere se anche il fratello era d’accordo con lui sull’identità dei loro nuovi, per modo di dire, compagni. Avrebbe finalmente potuto parlare con suo padre! Chissà se gli sarebbe stato simpatico oppure no...sperava tanto di sì. Anche se era convinto che Julian avrebbe trovato il modo per litigarci...gli sarebbe toccato rimediare, come se no avesse già abbastanza pensieri per la testa! Con un mezzo sorriso, disse la parola d’ordine e poi fu accolto dall’abituale torpore della sala comune con il suo scoppiettante caminetto sempre acceso. Senza soffermarsi ancora salì le scale che conducevano ai dormitori maschili, scoprendo di essere stato diviso dai suoi vecchi compagni di stanza: avrebbe dormito con Sirius, Remus e...suo padre! Non poteva desiderare di meglio! Essendo salito prima degli altri, ebbe tutto il tempo per  farsi una bella doccia rilassante e poi con in capelli ancora bagnati, si mise il pigiama attendendo impazientemente l’ingresso dei suoi nuovi coinquilini, ingannando l’attesa lucidando la sua nuova scopa, fra l’altro già perfetta, essendo nuova di zecca. Dopo qualche minuto sentì un ciarlare festoso raggiungerlo dai piani più bassi ed intuì che i gemelli avessero organizzato un festino. Ben presto alle risate, si unì la musica ed Harry desiderò come non mai potersi unire alla festa anche se era sicuro che poi si sarebbe messo nei guai: meglio quelli che l’isolamento! Ma non scese, non volendo rovinarsi ancora di più la giornata, già pessima anche senza altre complicazioni. Attese ancora qualche istante e finalmente sentì le voci che tanto desiderava sentire

-Certo che ce ne di gente strana in questo posto! Come fa a sapere della mappa del Malandrino? Chi gliel’ha detto, si può sapere?- Era Sirius che infuriato strepitava mentre entrava nella stanza con la sua solita irruenza.

-Io di certo no, Sis... E inoltre conosceva anche il vero nome di Mocciosus! Per non parlare del piccolo segreto di Rem...-concordò con lui James, scompigliandosi con stizza i capelli già abbastanza disordinati per conto loro.

-Ma quello non è importante!-sbottò Black con un gesto che voleva dimostrare la piccolezza del fatto.

-Certo tutti vorrebbero dormire con un mannaro o studiarci insieme, vero?-Fu il polemico commento di Remus, mentre guardava male Sirius, che ne approfittò per tirarselo contro e posargli un bacio sul naso.

-Adoro quando metti il broncio!-gli sussurò a fior di labbra, impossessandosene.

-Emh, piccioncini non vorrei disturbarvi ma abbiamo compagnia e ha sentito tutto.-li interruppe James vagamente disgustato dalla smielosità che riusciva a raggiungere il suo migliore amico, quando si trovava accanto a Rem. Harry aveva osservato in silenzio tutto la scena chiedendosi che mai potesse conoscere la Mappa oltre a lui: solo Julian! Possibile che il fratello fosse già riuscito a litigarci? Sì- si rispose- era perfettamente nelle sue capacità... anzi probabilmente si era anche trattenuto!

-Oh!Non c’è problema...non mi danno fastidio- Il ragazzo stava tentando con tutto se stesso di mantenere un tono normale anche se l’emozione lo stava quasi soprafacendo: aveva suo padre in carne ed ossa davanti agii occhi!

-Visto Jamie? Non gli diamo fastidio, quindi...-Sirius tentò di riappropriarsi delle labbra di un Remus, rosso fino alla punta dei capelli per l’imbarazzo, che però riuscì a portarsi a distanza di sicurezza.

-Controllati Sirius! E poi la volete finire di usare i nostri veri nomi...avete sentito cosa ha detto il preside, no?- li sgridò entrambi il licantropo dopo aver ripreso controllo di sé.

-Ma lo fai anche tu!- protestarono in coro i due malandrini imbronciati, facendo ridere sommessamente Harry che vedeva nella scena l’esatta replica di ciò che accadeva più o meno giornalmente a casa sua.

-Si può sapere cosa c’è di divertente?- la gelida domanda si suo padre fece tornare bruscamente Harry al presente: non doveva assolutamente mettersi contro i tre ragazzi, perché se Julian poteva permettersi di litigarci, lui no, non avendo la versione adulta di suo padre.

- Nulla...solo che non pensavo fossero così anche da ragazzi-si giustificò prima di rendersi conto di cosa avesse detto.

-Cosa vorresti dire?..tu li conosci? Sai chi siamo?-chiese James avvicinandosi al letto su cui Harry era seduto, desideroso di avere delle spiegazioni che il preside si era rifiutato di dare, sostenendo che sarebbe stato più divertente per loro scoprire le cose poco a poco.

-Sì, certo che vi conosco...ma Silente non vi ha detto niente?-esclamò Harry sgranando gli occhi verdi.

-Quel vecchio bacucco no ha voluto dirci niente...a  mala pena ci ha detto che siamo nel futuro rispetto al nostro tempo!-si lamentò Sirius sedendosi sul letto di fronte, seguito da Remus.

-...Ah! Già Silente ha l’abitudine di fare queste cose...non fosse per Julian, neppure io ne saprei tante.-cercò di consolarli Harry, consapevole come non mai di avere James seduto accanto, a pochi centimetri, a portata di mano.

-Come mai ci conosci? Chi sei?- volle sapere Remus, lasciandosi abbracciare da Sirius consapevole dell’inutilità di ogni tentativo di impedirglielo. Harry non sapeva cosa rispondere o come evitare quella domanda, senza che i tre ragazzi se la prendessero. L’unica cosa sensata che gli venisse in mente era dire la verità, anche a prezzo di rendere consapevole il padre del terribile destino che lo aspettava dietro l’angolo, oppure rispondere in modo vago, ad esempio dicendo solo che Remus era stato un suo professore. Però l’ultima possibilità gli sembrava quasi una mezza bugia, perciò decise di dire la verità, sperando di non combinare danni.

-Io mi chiamo Harry...Harry Potter - confessò a mezza voce, spiando sottecchi le reazioni degli altri: James e Sirius spalancarono gli occhi sorpresi mentre Remus annuì avendo già capito da tempo che il moro doveva essere imparentato in qualche modo con l’amico.

-Jamie! Hai un figlio! Che bello, Rem, siamo zii!-ululò Sirius alzandosi di scatto dal letto.

-Sei...sei davvero mio figlio?-mormorò tra lo stupito e lo sconvolto James, che al debole annuire di Harry, lo abbracciò, felice come non mai in vita sua. Il ragazzo, d’altro canto, venne sommerso da una tale quantità di emozione che alla fine gli venne da piangere, non sapendo nemmeno lui se fossero lacrime di gioia o meno, stringendo fra le dita il maglione del padre: aveva sempre saputo che un abbraccio dei suoi veri genitori non sarebbe mai stato uguale a quello dei padrini, senza nulla togliere a loro naturalmente, ma non avrebbe mai creduto di comportarsi come una ragazzina isterica sperimentandolo. Dopo qualche minuto le lacrime cessarono di scendere dagli occhi di giada del ragazzo, consapevole del fatto che il padre lo aveva consolato senza prenderlo per matto, ma anzi preoccupandosi non poco per la sua inattesa reazione.

-Tutto bene? Che cosa è successo?- gli domandò infatti con apprensione James quando fu più calmo.

-N..niente è solo che io...io...- Poteva dirgli la verità? Raccontargli che quello era l’unico abbraccio che si sarebbe mai ricordato? Poteva dire a James che non avrebbe visto crescere suo figlio, perché sarebbe stato ucciso da Voldermort?...Sì, poteva farlo e l’avrebbe fatto! Raccontò tutto, dall’inizio alla fine . Più di quanto avesse mai parlato in tutta la sua vita, fregandosene altamente se con le sue parole stava compiendo qualcosa di irreparabile oppure no. Quando ebbe finito la sua voce si spense in un religioso silenzio, che venne interrotto dopo qualche istante da Sirius

-Jamie...?-mormorò il ragazzo preoccupato dal mutismo dell’amico.

-Va tutto bene Siry...sono solo un po’ sconvolto!-sussurò James spostando alternativamente lo sguardo dal figlio alla luna fuori dalla finestra.

-Sei sicuro di stare bene, James...vuoi qualcosa da bere..un po’ d’acqua magari?-intervenne Remus comportandosi da brava mammina, come era solito fare da ben cinque anni.

-No, Remus. Va bene sul serio...e poi state facendo preoccupare Harry!Tornando alle cose serie: vi rendete conto che mi sposerò con Lily? Con Lily Evans!-esclamò quello contento come una pasqua, avendo ormai esiliato in un angolino buio della sua memoria la parte che riguardava l’assassinio e il tradimento di Peter.

-E lo shock che parla vero?-domandò Sirius al compagno e ad Harry, che alzarono le spalle. – Ti rendi conto tu vero che Harry, tuo figlio, ti ha appena detto che morirai per mano di Voldermort?-

-Anche se me ne preoccupo non posso farci nulla, no?...Per conquistare Lily invece sono sempre in tempo!-L’ossessione amorosa di James per Lily era talmente forte da superare qualunque barriera, morte compresa e mai come in quel momento gli amici del ragazzo furono contenti di doversi sorbire ore dei suoi commenti sulla ragazza dei sui sogni e futura moglie.

Quando smisero di prenderlo in giro era ormai tardi per qualunque altra domanda a meno che il mattino dopo non volessero dover usare gli stuzzicadenti per tenere aperti gli occhi.

Nel frattempo nei dormitori verde argento, Julian aveva ricevuto una lettera che al contrario di ogni logica lo aveva fatto saltare dalla gioia: era di Tom. In realtà più che una lettera era un bigliettino in cui il signore oscuro gli chiedeva un appuntamento. C’era scritto solamente “ Tra mezz’ora nella foresta proibita, al laghetto degli unicorni” e il Serpeverde non se lo fece ripetere due volte. Si cambiò nuovamente togliendosi il pigiama ed indossando un maglioncino bianco sui jeans, poi sfruttando un passaggio segreto di sua conoscenza uscì dalla scuola ridendo mentalmente al solo, mentre pensava che si stava comportando esattamente come ogni ragazzina che gli correva dietro...il mondo stava per finire!

Il mattino seguente come pronosticato da Julian scoprirono che la prima lezione dell’anno sarebbe stata appunto quella di Pozioni, per la felicità dei Serpeverde e lo sconforto dei Grifondoro, che avevano deciso di festeggiare l’inizio di un nuovo anno scolastico con un festino che si era protratto fino a notte fonda. Il moro Prefetto di Serpeverde era arrivato come al solito in perfetto orario in Sala Grande per la colazione, anche nella speranza di riuscire a beccare Harry, per farsi raccontare tutto quello che era successo la sera prima con i Malandrini, ma in particolare con James. La sua era stata una vana speranza perché, accompagnato da Sirius e James, visto che Remus era stato puntuale il fratello non si era presentato, se non all’ultimo minuto, proprio poco prima che suonasse la prima campanella che segnava l’inizio delle lezioni. Quindi alla fine si erano potuti vedere solo di fronte alla porta dell’aula dove già aspettavano tutti i Serpeverde.

-Alla buon ora Harry!-lo accolse Julian con una punta di rimprovero e le mani saldamente piantate sui fianchi.

-...Scusa! Ma non ho sentito la sveglia...e poi non sono in ritardo, ora che ci penso!- mormorò Harry facendo mente locale un secondo.

-Per la lezione no, per tutto il resto sì!-replicò Julian acido, scoccando un occhiataccia anche ai Malandrini ritenendoli responsabili del ritardo a prescindere.

-Non ci avevi detto di essere fidanzato, Harry!- esclamò subito James squadrando da capo a piedi Julian – Certo potevi scegliere uno un po’ meglio...come carattere intendo.-giudicò infine critico.

-Se permetti anche il suo non è un gran che come carattere...in ogni caso non stiamo assieme!-disse Julian figurandosi mentalmente la scena di lui e Harry che si baciavano, prima di scuotere la testa divertito.

-Le ci mancherebbe solo quello, signor Black...entrate!-Il professor Piton, che era uscito dall’aula per  richiamare l’attenzione della classe, non aveva potuto fare a meno di trattenere un suo commento sarcastico a quanto aveva sentito. L’uomo quel giorno emanava una strana aura soddisfatta e felice che non prometteva nulla di buono per i suoi studenti, soprattutto per i Grifondoro, ai quali vennero i brividi al solo incrociare gli occhi di Piton.

-Vedo che abbiamo dei nuovi allievi...spero per voi che siate in pari con il programma, perché io non mi fermerò di certo. Sono il professor Severus Piton e nella mia classe non tollero sciocchezze di nessun genere spero ve ne rendiate conto prima che io debba ricorrere a metodi drastici.- Neppure a dirlo James e Sirius erano rimasti impietriti a sentire il nome dell’uomo e spostavano lo sguardo da lui al loro giocattolo preferito con crescente orrore, mentre Remus seduto dietro di loro accanto a Neville sospirava affranto: quell’anno Pozioni per lui sarebbe stato un vero incubo, già lo sapeva!

-Signor Black, per favore venga alla cattedra...svolgerà qui la pozione di oggi sperando che i suoi compagni prendano esempio- In realtà Piton voleva solo impedire che come al solito il ragazzo distribuisse suggerimenti a destra e a manca, togliendoli il divertimento di tormentare qualcuno.

-Va bene, professore- mormorò mogio Julian prendendo tutte le sue cose che già aveva disposto sul tavolino da lavoro, per trasferirsi in quello accanto alla cattedra.

-Black?!Quello è un Black?..ora si che mi spiego tante cose- si sentì bisbigliare nemmeno troppo silenziosamente dal fondo dell’aula, precisamente dal punto in cui sedevano i Malandrini.

-Se non le va bene può cambiare scuola, signor Folw! 10 punti in meno a Grifondoro e si consideri fortunato- Dopo di che Piton fece il solito discorsetto di inizio anno con l’unica variante degli imminenti G.U.F.O, per cui si sarebbero dovuto preparare con più costanza visto che lui non accettava studenti che non avessero preso una E in pozioni..il che significava che al massimo ci sarebbero stati quattro studenti l’anno successivo: Julian, Blaise, Draco e Hermione se le fosse andata bene. Poi passo ad illustrare la pozione di quella lezione: un composto molto complicato che richiedeva un estremo tempismo e un’ assoluta precisione in ogni operazione, inoltre le ci volevano due ore per cuocere, quindi non erano ammessi errori di alcun genere.

Julian naturalmente non ebbe nessun problema a portare a termine il suo lavoro, meritandosi più volte gli elogi del professore,che non perdeva l’occasione di tormentare i nuovi Grifondoro, lasciando stranamente in pace Harry, che per una volta non fece una completa schifezza, e Neville, sue vittime designate in quei cinque anni. Alla fine della lezione i ragazzi ebbero una gradita sorpresa: siccome mancava Hagrid avrebbero avuto le due ore seguenti di buco.

-Julian!Aspettami...-Quando Julian si voltò vide che Harry, seguito dai malandrini che ormai sembravano essere diventati la sua ombra.

-Che c’è Harry?-chiese il Serpeverde mentre faceva cenno agli altri di andare avanti, sicuro che sarebbe stata una cosa lunga da come il fratello lo guardava.

-Perché non li hai avvertiti?-fece quello rivolgendogli uno sguardo di rimprovero, come se avesse compiuto chissà quale terribile malefatta.

-Perché non me l’hanno chiesto... mi sembra ovvio, Harry! E poi se lo meritano...-rispose Julian con un gesto noncurante della mano, mentre sorrideva ad una ragazzina del primo anno che si era incantata a guardarlo.

-Anche Remus?...Cos’è il tuo nuovo compagno di stanza è già riuscito a tirarti dalla sua parte?-soffiò Harry inviperito per il comportamento del fratello. Semplicemente non sopportava quando si trasformava nella serpe che era in quel momento.

-Piton non ha neppure guardato Remus!-ribattè Julian caustico -Comunque potrei rivolgerti la stessa domanda, sai?-

-Harry è innutile provar a far ragionare un Black: si sentono superiori a tutti, punto e basta!-disse Sirius con l’aria di chi la sa lunga fermando l’inventiva del Grifondoro sul nascere e attirandosi un’occhiata sarcastica di Julian, che si rendeva perfettamente conto che la situazione stava degenerando e ben presto si sarebbe trasformata in uno dei soliti violenti litigi con il fratello. Ma non per questo rinunciò ad apostrofare il padre

-E tu lo sai bene, vero?...tormentare le persone solo per noia è un gesto nobilissimo degno dei colori che porti e del fatto che tu non voglia avere nulla a che fare con la tua famiglia suppongo- Se gli sguardi avessero ucciso Julian sarebbe morto di certo in quel momento, trafitto da quello combinato di Harry e di James, mentre Sirius abbassava il suo e Remus spalancava gli occhi sorpreso che qualcuno oltre a Lily si fosse deciso a dire al compagno la verità.

-Prova a dire di nuovo una cosa del genere a Sirius e, giuro Black, te ne pentirai amaramente!- sillabò James estraendo la bacchetta e puntandola contro il petto del Serpeverde.

-Tremo dalla paura...vedi di non farmi ridere Potter!-mormorò Julian sorridendo falso, mentre con un solo minuscolo gesto disarmava il Grifondoro: quello che gli aveva insegnano la sera prima Tom era davvero utili, dopo tutto! Dentro di se però il ragazzo non provava nessuna soddisfazione, tale sentimento infatti era stato cancellato dal dolore:Harry non aveva neppure fatto finta di aiutarlo...ciò che aveva vissuto ei due mesi passato era ancora troppo chiaro perché potesse rimanere indifferente ad un gesto simile.-Sai, Harry, sinceramente pensavo che il nostro rapporto fosse più forte...evidentemente mi sbagliavo. Se ora mi volete scusare ho altro da fare che non litigare con voi!- Julian fece un cenno con la testa e poi se ne andò via lasciando basito il fratello, che non si sentiva affatto in colpa per quello che era appena successo: la colpa era di Julian, non di James o Sirius!

Scusate l'enorme ritardo nel postare ma il mio computer mi ha lasciato definitivamente. Ora sto postando da un internet point a 20Km da casa mia, quindi capirete anche voi che non potrò aggiornare molto spesso...vi prego di scusarmi anche perchè non ho il tempo di rispondere alle vostre recensioni, ma spero che questo non vi scoraggia a lasciare un segno del vostro passaggio^^

Grazie a tutti quelli che hanno letto il capitolo precedente e a Juke, WingsHP e a Titania77 che hanno avuto la pazienza di commentare il precedente capitolo.

Alla prossima!(Che spero non sia tra qualche secoloT_T)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo dieci....(pensavate di esservi liberati di me, eh?) ***


Capitolo dieci

Julian sempre più arrabbiato salì a due a due tutti gli scalini fino a ritrovarsi sulla Torre ovest del castello. Da lì aveva una vista perfetta di tutto il parco della scuola, che ogni volta lo lasciava senza fiato per la sua bellezza, calmando il suo bollente spirito...ma quella volta fu inutile, come si immaginava: litigare con Harry era la cosa che più odiava e quell'anno lo stava un po' troppo per i suoi gusti! Prima per il rapimento adesso per quel deficiente di suo padre versione ridotta e peggiorata...ma cosa diamine stava succedendo? Non poteva neppure tollerare l'idea che crescendo lui e il fratello non riuscissero più neppure a sopportarsi per pochi secondi...voleva Remus! Lui avrebbe saputo tirarlo su di morale o dargli un buon motivo per ciò che stava succedendo, ma lui era distante centinaia di chilometri e il gufo, che aveva mandato quella mattina presto, ci avrebbe messo per lo meno due giorni a portargli la risposta...che anno orribile! Per fortuna c'era Tom ad ascoltarlo, quando non era troppo impegnato a combattere contro l'Ordine e quindi le persone a cui il ragazzo voleva bene.

Sbuffando si sedette sul muretto con le gambe penzoloni nel vuoto. Gli ci voleva un bravo psichiatra e anche alla svelta, però ricordando la sera prima non si pentiva di nulla, malgrado le magre figure che aveva fatto comportandosi come una ragazzina innamorata...chissà se lo era davvero? Certo che innamorarsi della persona che voleva Harry morto non era proprio consigliabile, ma dopotutto al cuor non si comanda e non tutti erano fortunati come suo padre nel vedersi piovere fra le braccia uno come Remus, no? I suoi pensieri non voleva tornare sulle cose importanti, come Harry, ma veleggiavano tutte le volte sulla sera prima...distrattamente si accarezzò le labbra, ricordando come l'aveva accolto Tom non appena aveva fatto il suo ingresso nella radura dove lo aspettava, impaziente quasi quanto lui di arrivare. Lo aveva baciato con passione, diversamente dall'ultima volta, in cui il loro bacio era stato solo un leggero sfiorarsi di labbra e nulla più. Quando si erano separati entrambi scossi e sorpresi...faceva così ridere Tom quando non aveva la sua solita espressione controllato. Avevano iniziato a ridere tutti e due con leggerezza evitando accuratamente di pensare a chi si trovassero davanti, ma facendo finta di essere due normali adolescenti. Per un po' erano stati in silenzio, studiandosi a vicenda e in particolare il l'Oscuro per un po' aveva temuto di dover affrontare le Ombre di Black, ma i vari sorrisi, che il giovane gli aveva lanciato, tanto luminosi da poter rischiarare tutta la radura  l'avevano fatto ricredere: evidentemente Julian aveva gradito le sue attenzioni. Ma il Serpeverde non aveva certo intenzione di lasciarsi conquistare così facilmente e subdolamente aveva cominciato a tirare fuori il suo repertorio da seduttore, divertendosi tantissimo a far morire l'altro dal desiderio. Comunque non avevano fatto solo quello, anzi Tom gli aveva dato anche molte informazioni sui suoi seguaci e sulla sua vita, senza però fargli pressioni...stranamente non erano tornati sulla richiesta che Voldermort gli aveva fatti quando erano in ospedale,  di seguirlo cioè, come un suoi pari e non suddito e Julian aveva apprezzato il gesto. Per entrambi era stata una sofferenza doversi lasciare, ma un altro bacio era stato sufficiente ad allontanare tutti i cattivi pensieri accompagnato dalla promessa di rivedesi presto. Sinceramente pensandoci a freddo il moro ancora non riusciva a capire perché si fosse lasciato baciare per ben due volte senza opporre resistenza. Si rendeva conto che si stava facendo trattare come lui trattava ogni ragazza che voleva solo usare per uno sfizio passeggero, però non riusciva e non voleva opporsi!

-Disturbo?-Una voce timida e dolce alle sue spalle lo fece sobbalzare, rischiando di fargli perdere l'equilibrio. Era Remus...ma che ci faceva lì? Aprendosi in un enorme sorriso, Julian rispose

-No, figurati...non sei tu quello che mi da fastidio!-

-Mi dispiace che tu e Harry abbiate litigato per colpa di Sirius e James...Loro sono un po'...un po'..-si scusò il licantropo, abbassando gli occhi.

-Dei palloni gonfiati?-lo aiuto il Serpeverde con un sorriso sghembo, apprezzando però il gesto di Remus, che a quell'affermazione storse la bocca:mai offendere il compagno di un Lupo mannaro!

-...hai ragione. Molte volte anch'io mi chiedo se faccia bene a dargli corda- mormorò Remus abbassando lo sguardo dorato.

-Sei innamorato di Sirius e dopo tutto sono i tuoi migliori amici, quindi è normale che tu ti comporti così, non devi avere tutti questi sensi di colpa, Remy...te lo dico sempre!- Julian aveva parlato senza veramente rendersi conto di ci che gli usciva dalla bocca e perciò riportò il suo sguardo grigio su di Remus, notando l'espressione stupita. -Suppongo che Harry si sia scordato di dirvi chi sono, vero?- Remus annuì, chiudendo la bocca, mentre si sedeva sul muretto vicino a Julian.-Che sono un Black l'hai già sentito, quindi non mi resta che dirti che sono figlio di Sirius e, in pratica, tuo.-

-Ah! Ecco come facevi a sapere tutte quelle cose...o merlino! Mi hanno affidato due bambini!...E se vi avessi fatto del male? Potevo mordevi e trasformarvi...potevo uccidervi!-Ecco che ripartiva! Remus era sempre lo stesso qualunque età avesse. Sorridendo Julian gli tappò la bocca con una mano.

-Sei il miglior padre che esista! Perciò non farti tutti questi problemi, intesi?- gli disse fissandolo negli occhi con serietà, per poi sorridere quasi subito -Papà come minimo ci avrebbe persi dopo la prima settimana...te lo immagini?-

-Sì, hai ragione Orion...ma tu e Sirius non vi odiate, vero? Insomma per come vi siete trattati...-chiese preoccupato Remus, assumendo la sua classica espressione da chioccia premurosa.

-Per prima cosa chiamami Julian. Orion è il nome per le occasioni ufficiali e per gli altri Black, tranne papà...comunque certo che non ci odiamo! Gli voglio un mare di bene e di solito andiamo anche d'accordo...sinceramente non so cosa sia successo ieri e neppure oggi...forse è che non mi aspettavo di essere trattato a quel modo. Ma trovo il tutto molto divertente: ho sempre desiderato vedermela con i Malandrini al completo, fin da piccolo.-terminò il moro spostandosi dagli occhi i capelli neri, con un gesto che a Remus ricordava tanto quelli di Sirius.

-Mi fa davvero piacere saperlo! Temevo il peggio, che tu e tuo padre vi comportaste come lui e sua madre...-esclamò felice il licantropo con uno dei suoi meravigliosi sorrisi, che come sempre fece dimenticare a Julian ogni cattivo pensiero.

-No, figurati! Pensa che ora vanno quasi d'accordo e tutto grazie alla mia nascita...e siccome io ti adoro, piaci anche a lei, malgrado tutto!- continuò allegramente il Serpeverde, sorprendendo Remus.

-Davvero?!..Ha accettato un mezzosangue licantropo per far felice te?- Il Grifondoro si era aperto in un'espressione scettica ridicola che fece sghignazzare  Julian, anche se dentro di se dovette ammettere che il ragazzo aveva ragione ad esserlo: sua nonna era una classica purosangue, quindi non vedeva di buon occhio i mezzosangue...figuriamoci i licantropi mezzosangue!

-Così dice...ma non credo sia completamente vero. Tu le piaci sul serio: secondo lei hai rimesso la testa sulle spalle a papà e sei la persona giusta per lui...inoltre nessuno che ti conosca può disprezzarti!- Remus a quelle parole sincere arrossi come un peperone, distogliendo lo sguardo da Julian.

-Stai esagerando come Siry...voi vedete qualcosa che non c'è! Comunque sei stato davvero perfido a non dirci di Piton!-fece il mannaro cambiando argomento repentinamente, evitando così che Julian replicasse a ciò che aveva detto su di se.

-Non sarebbe cambiato niente: lui vi avrebbe trattato a quel modo comunque...in tanti anni non gli è ancora passata!-si difese il Serpeverde, poi gli venne in mente una cosa- Ma come ci siete arrivati qui voi?-Il castano ci pensò un po' su, tentando di racimolare i ricordi:

-Non so cosa sia successo di preciso...James e Sirius come al solito stavano duellando con Piton. Io ho tentato di fermarli e così anche lui, i nostri quattro incantesimi si sono incrociati, sono esplosi...una grande luce ha avvolto l'intera stanza e quando si è spenta ci siamo trovati nel parco. Tutto qui!- Per un po' i due rimasero in silenzio, riflettendo sull'accaduto, chiedendosi quale strano meccanismo avessero attivato per riuscire a viaggiare nel tempo, ma senza trovare alcuna risposta.

-Beh sono felice che siate qui qualunque cosa vi ci abbia portati!...almeno così Harry ha potuto conoscere il padre.-Nel nominare il fratello, il volto di Julian assunse una sfumatura triste che non passò inosservata.

-Se ti dispiace così tanto perché non vai a fare pace con lui?-propose Remus gentilmente.

-Perché con lui ci sono i tuoi amici, quindi finiremo per litigare di nuovo peggiorando la situazione...aspetterò di trovarlo solo. Tanto prima o poi con me dovrà parlarci visto che ho la mappa e il mantello...solo spero che ne abbia bisogno presto!-borbottò il purosangue facendo sorridere Rem  dolcemente. Passarono il resto delle due ore di buco insieme,chiacchierando del più e del meno. Alla fine Remus dovette ammettere che Julian era una persona splendida, per lo meno con chi voleva esserlo, mentre Julian ebbe solo una conferma su Remus.

Quando sentirono la campanella suonare insieme si diressero verso la sala grande per mangiare, ma a metà strada incontrarono un Sirius Black in piena crisi di panico, avendo perso Remus da due ore intere

-Moony!Ma dove eri sparito?-esclamò Black, facendo voltare mezzo castello. Poi notò Julian -E tu che ci fai con lui?- Neppure a dirlo fu Remus a prendere il controllo della situazione prima che i due ragazzi iniziassero una nuova lite.

-Sono stato con lui tutto il tempo...abbiamo parlato del più e del meno. Sai ho scoperto anche che è figlio di Sirius Black! Pensa un po' che bella notizia!- L'altro malandrino sbiancò completamente, facendo temere agli altri ragazzi che di lì a poco sarebbe svenuto.

-C...COSA!?-urlò alla fine -Questo sarebbe mio figlio?! Un  Serpeverde cocco di Mocciosus?-aggiunse in un tono più basso.

-Sì!- rispose fiero Julian guardando il padre fisso negli occhi grigi: ricordava ancora perfettamente i momenti di terrore che aveva vissuto quando aveva comunicato la prima volta a Sirius la notizia, tremando al solo pensiero di quello che l'uomo avrebbe potuto dirgli una volta saputo che il suo unico figlio non era altro che un'infida serpe. Naturalmente non era successo niente di niente: malgrado tutto quello che Sirius aveva detto loro prima che prendessero il treno era stato ugualmente felice per il figlio, ben sapendo che la sua natura difficilmente si sarebbe mai potuta adattare al modo di fare dei Grifondoro e che quindi Serpeverde era la casa giusta per lui.

-Julian!-Una nuova voce impedì al Grifondoro di commentare. Julian si voltò al richiamo e un sorriso divertito si formò sulle sue labbra, che fu velocemente sostituito da una smorfia preoccupata

-Papà! Che ci fai qui?...È successo qualcosa a Remus?-Infatti la voce apparteneva proprio a Sirius Black, che in tutto il suo disordinato e ombroso splendore stava si stava dirigendo era ormai a pochi passo dal trio.

-No, il mio Remy sta bene...almeno fisicamente. Sono venuto per parlare con Silente, ma non so di cosa.-disse lanciando uno sguardo distratto ai due compagni di Julian, di cui uno si era sciolto in un brodo di giuggiole e l'altro lo stava a sua volta guardando in modo critico, spostandosi senza neppure accorgersene, accanto all'amato come per proteggerlo.

-Ho come il vago sospetto di sapere cosa voglia dirti...a proposito! Questi sono Christopher Folw ed Eric Moss- Il sorriso di Julian era tornato a splendere, mentre indicava con una mano il piccolo Sirius e Remus al padre, che dopo un attimo di esitazione riconobbe i due.

-Ma è impossibile!Loro...Io..Rem!-Le farneticazioni di Sirius sarebbero durate ancora a lungo se qualcuno non si fosse intromesso

-Sirius! Che fai qui?- A quale Sirius si stesse riferendo Harry non l'avrebbero mai saputo, perché l'urlo di gioia di James e del Sirius più grande non li diedero tempo di spiegarsi...dopo tutto non era cosa da tutti i giorni rivedere il più caro degli amici morto da tempo. I due continuarono a scambiarsi pacche ed abbracci per un bel po', tanto che alla fine Julian odiandosi dovette riportarli alla realtà...fortuna che ormai erano tutti a pranzo!

-Che bello rivederti, Jamie! Per Godric, che sorpresa!...Quando lo saprà Remus...!-

-Papà! Controllati per favore!-Di nuovo Julian dovette fermare gli sproloqui del padre prima che fosse troppo tardi.

-Papà!?-ripeté James stupito, chiedendosi come quello spocchioso Serpeverde potesse essere il figlio del suo migliore amico.

-Eh sì!Julian è mio figlio...-confermò distrattamente Sirius scompigliando gli ordinatissimi capelli di Julian, che lo fulminò con gli occhi.

-Ma è un Serpeverde! Ed è pure antipatico e maligno!-esclamò James imperterrito.

-Lo diventa solo se provocato in qualche modo...di solito se insultano Harry o Remus davanti a lui, scatena il peggio di se. Per il resto non è molto diverso da me alla sua età...-disse Sirius difendendo il figlio tranquillamente, senza però staccare gli occhi dal giovane licantropo, che arrossì sotto quell'esame: sembrava se lo volesse mangiare con gli occhi! Cadde un silenzio imbarazzato da parte dei malandrini e di Harry che dovette riconoscere la verità nelle parole del padrino...aveva offeso nel peggior modo possibile Julian senza neppure rendersene conto.

-Insomma è come me e te?...Non sembrava!-disse alla fine James colpito da quella descrizione di Julian che nel mentre tentava di sottrarsi agli attentati del padre al suo ordine.

-La prossima volta fa venire Rem...e poi oggi non è il vostro anniversario? Spicciati ad andare a casa e...beh saprai meglio di me come renderlo felice!-Quello era l'ultimo disperato tentativo di toglierselo di torno per il Serpeverde!

-Non ti preoccupare ho già tutto pronto!...comunque hai ragione. Beh ragazzi è stato un piacere rivedervi tutti, ma ora devo proprio lasciarvi.- Detto questo Sirius si allontano con il suo incedere elegante salendo a due a due la scale. Il figlio seguì per un po' il percorso del padre, poi, scuotendo la testa, si voltò per entrare in sala grande. Dire che fu sorpreso di trovare James Potter che gli tendeva la mano imbarazzato era poco...

-Abbiamo cominciato con il piede sbagliato...e mi stavo chiedendo se ti andava di ricominciare. Dubito che Sirius mi mentirebbe a quel modo, quindi devi essere un buon amico...- Il prefetto per un po' soppesò l'idea di rifiutare l'offerta, ma poi si dette dello sciocco: se voleva far pace con Harry, comportarsi a quel modo non era certo il modo migliore non l'avrebbe portato da nessuna parte! Perciò strinse la mano a James...si sentiva tanto un capo di stato che firmava la pace!

-Va bene...tutta acqua passata!- Harry rimase colpito dalla facilità con cui Julian si era lasciato convincere e sospettò che quell'improvvisa gentilezza fosse dovuto soprattuto al loro litigio. La bella atmosfera fu di nuovo interrotta dall'arrivo del capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde.

-Black! Proprio te cercavo...stasera dopo cena cominciamo le selezioni per i nuovi battitori. Vedi di esserci e dillo anche a Zabini!...A dopo! Ci vediamo Potter!-

-Giochi a Quidditch?-chiese James soppesando il ragazzo, cercando di indovinare in quale ruolo potesse giocare.

-Sì...sono un cercatore come Harry- rispose Julian riavendosi: non aveva per niente voglia di dover sorbirsi tutta la serata le prove di incapaci vari!

-Wow! Davvero?-fece Sirius ammirato. Harry aveva raccontato a tutti e due durante quelle ore passate insieme che in tutta la scuola c'era una sola persona capace di tenergli testa e batterlo: il cercatore di Serpeverde! Quindi Julian.

-Già, Julian è un vero campione...insomma quasi quanto me!-si intromise Harry senza però incrociare mai lo sguardo con il fratello, che sorrise allegramente.

-Ju-Ju ti muovi?-E dopo tutte le interruzioni possibili e immaginabili non poteva mica mancare Theodor Nott! No signore...

-Scusate...devo andare! Harry ti dispiacerebbe aspettarmi prima di andare a Storia della magia? Devo parlarti di una cosa importante...-Ottenuto il consenso, Julian si avviò a grandi passi verso gli amici che lo attendevano sulla soglia della sala grande, per andarsi a sedere al loro tavolo. Durante tutto il pranzo il moro non parlò molto, limitandosi più che altro ad ascoltare, e comunque lo fece solo con Sev. Il cugino e Blaise notarono lo strano comportamento di Julian che solitamente tendeva ad accentrare tutta l'attenzione su di se ma non fecero commenti.

Per una volta però non si stava comportando così per qualcosa di negativo, ma perché era semplicemente felice di aver fatto pace, se così si poteva dire, con i Malandrini...appena possibile si doveva ricordare di mandare una torta alla doppia crema pasticcera al padre!

Finito il pranzo, Harry accompagnato dai Malandrini e Ron si avvicinò al tavolo di Serpeverde aspettando che Julian finisse di sgridare non molto convinto due ragazzini del secondo anno, sotto lo sguardo irritato di Draco.

-Allora di che volevi parlare?-chiese Harry non appena il fratello ebbe sbrigato i suoi compiti da Prefetto.

-...Ti arrabbi se ti dico che non mi ricordo?-mormorò il Serpeverde imbarazzato: ma dove aveva la testa se non ricordava neppure qualcosa pensato mezzora prima? Che colpa ne aveva lui se la sua mente tornava perennemente a due profondi ed ammaglianti pozzi di petrolio?

-Stai perdendo colpi, July...mi domando se il tuo cervello non abbia riportato dei danni recentemente.-commentò allegramente Harry, dando alcune affettuose pacche sulla testa del fratello come avrebbe fatto con un cane.

-A volte me lo domando anch’io...prima o poi me lo ricorderò! Comunque che lezione hai adesso?- Julian avrebbe fatto di tutto pur di non seguire la sua prossima lezione, ma con Piton alle costole e il padre a giro per il castello dubitava fortemente che anche il suo genio senza eguali avrebbe potuto aiutarlo a scamparla, quindi stava cercando un modo per distrarsi.

-Divinazione...cioè il niente totale! Tu invece?-Harry sapeva quale lezione avrebbe avuto a breve Julian, ma l’espressione in cui si produceva ogni volta che ne pronunciava il nome era assolutamente impagabile. Mentre parlavano erano giunti nel giardino della scuola accomodandosi sotto la gigantesca quercia che aveva fatto da testimone alla loro vita da quando erano a Hogwarts , la stessa sotto la quale anni addietro si sedevano i loro genitori.

-Lo sai!-soffiò  Julian, cominciando a pregare che la campanella non suonasse più. Neppure le chiacchiere dei compagni riuscirono a distrarlo e alla fine fu con lo sguardo di un condannato a morte che si accinse a raggiungere l’aula di Alchimia quando la campanella suonò, dopo aver salutato i presenti come se quella fosse stata l’ultima loro occasione di vedersi.

 

Angolino dell’autrice

SALVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! Da quanto tempo non ci si vede, eh?

Sembrano mesi! In effetti sono mesi, ma adesso sono tornata e non vi abbandonerò più(Ti vorrei ricordare che tra sei giorni parti...NdJulian_ Taci tu! NdMe). Comunque tutti i miei problemi si sono risolti, debito di matematica a parte(ma chi me la fatto fare di andare allo scientifico?...il classico dovevo fare io!T_T)e adesso sono più carica di prima, pronta a sfogare i miei perfidi istinti su Julian e Harry, oltre a voi miei poveri lettori *risata maligna* quindi non pensate di liberarvi di me tanto facilmente!

Bene dopo i miei scleri quotidiani non mi resta che ringraziare tutti quelli che hanno letto, tutti coloro che hanno la mia storia nei preferiti ed in particolare coloro che hanno recensito:

 WingsHP(Quando Julian è attratto dal lato oscuro lo capirai ben presto, come anche si nota in questo capitolo...resta solo da vedere se cederà alle sue lusinghe. Secondo te?Comunque Harry e dulia hanno tutto un loro modo per relazionarsi e perciò anche i litigi per quanto gravi si risolvono in tre secondi^^, non preoccuparti non è ancora giunto il momento di una separazione definitiva dei due fratelli :P)

Padfood_07(L’importate è che tu l’abbia ritrovata, altrimenti avresti perso il mio capolavoro..._Dacci un taglio autrice boriosa! NdJ_... Emh..sì dicevamo?Il seguito, giusto! Beh il tuo seguito l’hai avuto e spero ti sia piaciuto. Alla prossima e grazie per i complimenti )

ARRIVEDERCI A TUTTI!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

Non fu con sorpresa che Julian  notò che nell’aula di Alchimia oltre a lui erano presenti solo altre quattro persone e tutte Corvonero. L’alchimia era una disciplina complicata e pericolosa, non alla portata di tutto. Solo pochi potevano aspirare a percorrere le sue vie ed erano ancora di meno coloro che potevano sperare di proseguire nel suo studio anche dopo la fine della scuola.  Dire che era una materia elitaria era un eufemismo!

Julian prese posto accanto all’unica ragazza presente nell’aula, una biondina dai lineamenti da bambola di porcellana, tutta intenta a leggere le prime pagine del manuale di Alchimia, in cui veniva spiegato più o meno in cosa consistesse la complicata materia. Essa era nata dall’unione e dal perfezionamento di pozioni e Trasfigurazioni, almeno nello stadio primario, evolvendosi in seguito in una branche che utilizzava l’energia che fluiva nella terra incanalandola in speciali cerchi. Per quell’anno da quanto il Serpeverde sapeva si sarebbero occupati solo della Bassa Alchimia(quella che usava le trasfigurazioni e le pozioni) e solo negli anni successivi avrebbero potuto sperare di praticare l’Eccelsa(quella dei cerchi).

Mentre faceva quelle considerazioni, soppesando se fosse o meno il caso di attaccare bottone con la ragazza, Il professore fece il suo ingresso nell’aula, entrando da un porta di legno dipinta di nero, colore predominante nella classe, situata dietro la cattedra. Lo sguardo che l’uomo gli rifilo fece rabbrividire Julian: era più forte di lui quell’uomo gli faceva ribrezzo ed ogni volta che lo incontrava era come se il suo animo gli urlasse terrorizzato di allontanarsi il più possibile da lui. L’uomo non gli aveva mai fatto niente di male in tutto quegli anni, se si escludevano i punti tolti e le varie punizioni date, che però faceva eseguire da altri insegnanti, quindi Julian non capiva cosa il suo istinto stesse cercando di dirgli, ma non per questo avrebbe abbassato la guardia. Il professore si presento ai suoi alunni dichiarandosi colpito che così tanti avessero preso parte al suo corso quell’anno, mentre di solito non aveva mai superato le tre persone. Parlava sorridendo, ma il suo sorriso per Julian aveva un qualcosa di falso, di viscido che gli faceva accapponare la pelle. Si rendeva conto perfettamente che aveva paura di quell’uomo, una paura irrazionale, ma impossibile da debellare. Per il prefetto era inutile dirsi che non era solo con l’uomo e che quindi non avrebbe potuto fargli niente di male  senza subire della conseguenze amare... ne era terrorizzato! Solo il suo forte autocontrollo gli impedì di mostrare agli altri cosa provava, permettendogli persino di esprimersi in un educato sorriso mentre il professor Marvenis gli faceva i complimenti ( falsi!) per gli ottimi voti e la perfetta padronanza che mostrava nelle pozioni. Finito con i convenevoli Marvenis passò ad illustrare loro cosa avrebbero dovuto fare quel giorno, cominciando a spiegare i fondamenti della Bassa Alchimia. Il loro compito per quel giorno era solo ascoltare e prendere appunti, perciò le due ore passarono molto lentamente, tanto che il Serpeverde più volte si chiese se qualcuno non avesse deciso di fermare il tempo a sua insaputa. Il professore aveva un tono ipnotizzante e nel silenzio, quasi religioso dell’aula, la sua voce dolce e roca si spandeva impedendo a chiunque la minima distrazione. Julian notò che i suoi compagni sembravano rapiti dalla parole dell’uomo, mentre lui al contrario si sentiva sempre più teso ogni secondo che passava, tanto che quando la campanella suonò si alzò con talmente tanta foga da far cadere la sedia per terra interrompendo bruscamente le parole del professore che ancora stava dando loro alcune indicazioni. Per la prima volta da quando era entrato in classe, il professore portò i suoi occhi slavati e giallastri su Julian (neppure quando gli aveva fatto i complimenti, lo aveva guardato) e il ragazzo si sentì sommergere ancor di più dal terrore: l’aveva fatta grossa!

-Signor Black, le mie lezioni sono così noiose che non vede l’ora di scappare via?-Il tono che l’uomo aveva usato era dolce, ma Julian rabbrividì ancora. Era impossibile ignorare il suo istinto in quel momento ma doveva farlo.

-No, professore! Le sue lezioni sono molto interessanti-rispose con il tono di voce più calmo che riuscì a produrre-Mi sono solo spaventato...- In un certo senso non era una menzogna quindi sperava che l’uomo non lo punisse o che per lo meno la ramanzina non durasse così a lungo da dover rimanere solo con lui.

-Spaventato, signor Black? E cosa l’ha spaventata di preciso?- Marvenis sembrava godere di tutta quella situazione e questo non fece che peggiorare lo stato d’animo del prefetto, che portò una mano a stringere convulsamente la bacchetta, nascosto dal banco e le pieghe della divisa.

-Un ragno...ne ho il terrore. Mi dispiace averla interrotta-A quelle deboli scuse il Professore sorrise di nuovo, ma poi sorprendendo Julian disse

-Che non succeda mai più Black, altrimenti...- La velata minaccia che quell’esitazione conteneva fece correre un brivido lungo la schiena del ragazzo, che ormai era nel panico più totale -...mi vedrò costretto ad intervenire. Potete andare!-

Il serpe verde sospirò di sollievo raccattando tutta la sua roba mentre si preparava ad andare all’ultima lezione della giornata: erbologia. Odiava quella materia come nessun altra. Per quanti sforzi facesse non riusciva ad avere più di un Oltre Ogni Previsione...ormai era arrivato alla conclusione che le piante lo odiassero!

Siccome l’aula di Alchimia era situata in una della torri di Hogwarts, dovette correre per giungere in orario ad Erbologia e, arrivato di fronte alle serre si piegò in due per riprendere fiato. Era ancora scosso per ciò che era successo con Marvenis, perciò non si accorse subito che c’era qualcosa che non andava nei colori indossati da metà dei suoi compagni.

-Tutto a posto Julian?- lo accolsero in coro due di questi. Stupito il ragazzo si rialzò incontrando lo sguardo di Severus e..Harry? Che ci faceva suo fratello lì? Anzi che ci facevano lì tutti i Grifondoro?

-Si, Sev...tutto a posto adesso. Che ci fanno qui i Grifondoro?-Mormorò Julian ignorando completamente Harry, al quale però si era appoggiato.

-Abbiamo quasi tutte le lezioni con loro...quest’anno! Comunque ti ricordo che io sono Abel!-spiegò  acido Severus. Julian sorrise in risposta a quelle parole:ormai conosceva il professore abbastanza bene da capire quando era arrabbiato o irritato sul serio e quando lo faceva solo per mantenere la facciata, come in quel momento.

-Perfetto! Non potevo chiederei meglio!-esultò Julian.

-Perché?- gli chiesero di nuovo in coro gli altri due.

-Semplice: c’è Paciock!-disse Black come se fosse la cosa più ovvia del mondo: era contento di poter fare Erbologia con i Grifondoro perché così avrebbe potuto farsi aiutare da Neville senza chiederglielo, come invece aveva in programma di fare...doveva avere una buona stella da qualche parte!

-Ti prego Julian! Lascialo in pace...almeno ad Erbologia che è la materia in cui riesce meglio! Se gli rovinate Anche questi momenti sono sicuro che non si riprenderà più...-lo pregò Harry con enfasi, temendo in un improvvisa caduta del fratello.

-Ma che dici? Paciock mi serve per migliorare i voti! Non posso certo farlo cadere in depressione.-La convinzione del moro rassicurò un poco il Grifondoro che salutandolo tornò dai suoi amici mentre l’altro si avvicinava ai propri compagni.

Non appena entrati nelle serre però successe una cosa che fino a qualche giorno prima sarebbe sembrata impensabile: Julian come se fosse la cosa più naturale del mondo prese posto  accanto a Neville.

-Chiudi la bocca Paciock, altrimenti ci entrano le mosche- fece il Serpeverde gelido, notando con sorpresa che l’altro faceva esattamente ciò che gli era stato detto...strano che un Grifondoro obbedisse agli ordini!Probabilmente era sconvolto... come tutti! Persino la professoressa ci mise alcuni secondi prima di spiegare loro con voce traballante cosa si aspettava che facesse. Avrebbero dovuto potere una pianta...semplice come compito se non fosse stato che la piantina in questione poteva spruzzare un potente irritante, che avrebbe costretto in infermeria per almeno una settimana chiunque. Julian odiava quel genere di compiti ma quell’anno aveva la sua arma segreta a portata di mano. Era risaputo che lui imparava in fretta, perciò gli sarebbe bastato osservare cosa faceva Paciock e ricopiare tutti i suoi movimenti. Un allegro sorriso si formò sulle sue labbra mentre indossava tutte le varie protezioni che erano richieste per occuparsi della dolce piantina, che lui avrebbe volentieri trattato con una pozione corrodente.

-C...come m..mai ti sei seduto vicino a me?-balbettò confuso Neville, arrossendo di botto non appena Julian gli sorrise gentile, ben sapendo che effetto faceva al povero  Grifondoro...a dire il vero riusciva a mettere in soggezione praticamente chiunque pur non volendo, ma di solito con chi voleva come amico non succedeva: probabilmente era Paciock ad essere facilmente impressionabile!

-Mi andava...allora come si trattano queste cose?-gli sussurro tranquillo, osservando con disgusto la piantina che pulsava ritmicamente

-Prima bisogna farle capire che non le si vuole fare del male...così!- Neville aveva ormai dimenticato quasi completamente il mondo che lo circondava riservando tutta la sua attenzione sul vegetale. Julian si trovò ad ammettere che cambiava completamente in quei momenti: diventava padrone di ogni suo movimenti, tutta la goffaggine spariva in un soffio...in poche parole il ragazzino imbranato che tutti conoscevano veniva sostituito dal ragazzo che Neville con un po’ più di autostima avrebbe potuto essere. Con uno sguardo di pura sfida Julian prese ad occuparsi della pianta imitando tutti i gesti del Grifondoro con attenzione. Cercava di essere il più possibile rassicurante, combattendo l’avversione e la pianta parve accorgersene perché smise di pulsare. Il resto della lezione andò perfettamente e il prefetto poté dichiararsi soddisfatto dell’esperimento, appuntandosi mentalmente di non permettere a nessun altro di accaparrarsi il suo Erbologo di fiducia, si disse anche che ion cambio doveva offrirgli qualcosa...magari ripetizioni in Pozioni o in una delle altre materie in cui non andava bene.

Contento della sua prima giornata di scuola, eccezion fatta per il professore di Alchimia Julian, dopo aver salutato il fratello e i Malandrini si diresse nei sotterranei, preparandosi psicologicamente a dover assistere dopo cena alla solita sfilata di incapaci..fortuna che alla squadra mancavano solo i due battitori, altrimenti sarebbe impazzito! Si stava rimproverando scherzosamente per la cattiveria, quando qualcuno lo afferrò malamente per un braccio, tappandogli la bocca e lo gettò dentro uno sgabuzzino vuoto. Senza perdere tempo Julian cercò di afferrare la bacchetta ma immediatamente il suo aggressore gli bloccò i polsi impedendogli qualsiasi movimento. Il terrore provato con Marvenis e quello più vecchio, ma comunque ancora fresco, dell’estate precedente si fece sentire più forte che mai e il ragazzo si trovò a contrastare persono le sue stesse Ombre che premevano nel suo animo per fuoriuscirne . Per fortuna poco prima di lasciarle andare riconobbe l’aura del suo aggressore: era Blaise! Bestemmiando in un centinaio di lingue diverse Julian si calmò, non prima di aver tirato un calcio negli stinchi al compagno che sibilando dal dolore gli tolse la mano dalla bocca.

-MA TI SEMBRA IL MODO DI FARE,CRETINO CHE NON SEI ALTRO?...VOLEVI MORIRE PER CASO?-urlò il Prefetto una volta libero di parlare, tramortendo ancor di più Blaise, che arretrò bruscamente inciampando in una scatola di detergenti per bagni infestati.

-Shhhhhhhhhh! Non urlare...Vuoi che ci sentano tutti?-esclamò Blaise preoccupato. Black sbuffò spazientito poi scandendo le parole ad una ad una ripeté, sibilando gelido

-Cosa-diavolo-ti-è-preso-?- A quel punto anche Zabini capì che era meglio pensare prima di esprimere i suoi pensieri successivi.

-Scusa..ma ho una cosa importante da dirti e non voglio che nessun altro la senta. Mi dispiace July...non volevo spaventarti- Con un po’ d’impegno lo sveglio Serpeverde aveva messo in moto l’intero suo cervello, immaginando che per Julian, che pur si sforzava di non mostrare la sua inquietudine a nessuno, essere trascinato all’improvviso con la bocca tappata in uno sgabuzzino non doveva essere precisamente ciò che si definisce piacevole e che da buon amico quale si riteneva avrebbe dovuto pensarci prima. Ciò che aveva provato però gli aveva come tolto tutte la facoltà di pensiero, lui che era un calcolatore nato!

-Va bene..ho capito. Ma non farlo mai più. Se non ti avessi riconosciuto, io...-“Ti avrei ucciso!” Questo non lo disse, ma entrambi sapevano cosa sarebbe successo: anche Blaise aveva visto di cosa erano capaci le Ombre e non aveva certo voglia di finire come quell’uomo anni prima.-Di che devi parlarmi?- domandò incuriosito ora che la paura era passata.

-Neville-sussurò Blaise come se avesse paura di farsi sentire da qualcuno o anche dallo steso Julian.

-Paciock?! Che centra lui?-Julian era stupito, ma non del tutto sorpreso. Anche sul treno Blaise aveva reagito in un modo strano quando Neville si era seduto fra loro, ma l’espressione impenetrabile del riccioluto Serpeverde aveva gli aveva impedito di capirci qualcosa.

-Avrai notato che è molto migliorato....-continuò quello guardando tutto tranne che l’altro ragazzo.

-Dici?..non ci ho mai fatto troppo caso a dire il vero. -disse il prefetto alzando un sopraciglio, scettico: dove voleva andare a parare Blaise?

-Sei sicuro? Sicuro di non averci mai fatto nessun pensierino?-chiese incalzante Zabini, fissando negli occhi Julian, con una luce strana che gli animava e accendeva i profondi occhi scuri.

-Certissimo! Lo sai che ho una passione per i capelli biondi, no?-fece per scherzare l’altro.

-A dire il vero non mi è mai sembrato che tu andassi a colori...più che altro vai a come ti svegli la mattina- lo redarguì Blaise con un che di minaccioso.

-Sì..hai ragione. In ogni caso non puoi dire che, se voglio solo divertirmi scelga persone inesperte, no?Non mi piace illudere la gente.-ribattè il più basso cauto.

-Già se ti vuoi solo divertire no...ma chi può dirlo che tu non abbia cambiato idea?-esclamò accusatore Blaise puntando il dito contro l’amico, che a quel gesto si innervosì: quando era troppo, era troppo!

-Blaise ti decidi a dirmi qual è il problema? Se anche Neville mi piacesse e volessi divertirmici , a te che cambierebbe?... non ti sono mai interessate le mie attività notturne o comunque intime! Cosa cambia con Paciock?-

-Allora lo ammetti che ti piace! Che ti ci vuoi divertire!-I toni si stavano facendo decisamente concitati e Julian sbuffando cercò di riportare la conversazione alla civiltà. Non aveva nessuna voglia di litigare anche con Blaise!

-Blaise mettitelo bene in testa: Paciock non mi piace! E’ un ottimo ragazzo, un buon amico...ma nient’altro, per me almeno. Tu invece che mi dici?-Impossibile per Blaise sfuggire ai penetranti occhi dell’amico.

-Credo, e dico credo, che mi piaccia un po’...ok, d’accordo tanto!-Una nuova occhiataccia di Julian lo spinse a correggersi per la seconda volta- Va bene, smettila! Credo di essermi innamorato! Sei contento adesso?-

-Sì, da morire!...Non potevi sceglierti persona migliore..ora devi solo conquistarlo e io ti aiuterò. Anche se non credo tu possa averne eccessivo bisogno...-Ora che il mistero era risolto Julian non riuscì a smettere di prendere in giro Blaise per almeno una decina di minuti buoni, ridacchiando come un deficiente...era bello avere amici come quelli!

 

 

Angolino dell’autrice:

Ma salve! Da quanto tempo non ci si vede? Poco rispetto al solito...comunque eccomi appena tornata dalla mia crociera a postare per voi un nuovo capitolo di questa storia che si fa sempre più confusionaria. Chi sarà il misterioso Marvenis? Perché Julian lo teme tanto?...scopritelo nelle prossima puntate^^

Comunque spero vi sia piaciuto anche questo capitolo come il resto se non di più(si vede che sono di buon umore vero?). Vi ringrazio per la vostra attenzione, miei cari lettori e in particolare ringrazio coloro che hanno recensito:

 WingsHP(In realtà non so se mai avverrà un vera separazione definitiva tra Harry e Julian, ma non escludo a priori che possa esserci...quindi preparatevi a tutto! Come ho già detto un’infinità di volte non seguo una vera pianificazione per la storia, quindi potrebbe accadere di tutto, compresa invasione di alieni o viaggio al centro della Terra. Per quanto riguarda Tom: io non ho mai detto che si sia innamorato. Julian ha dei dubbi sui propri sentimenti, Di Tom invece ho detto solo che vuole Julian... come si dice se son rose fioriranno, se son rovi pungeranno^^)

Patfood_07(Si devo ammettere che quella è la parte che mi è piaciuta di più...per i complimenti scherzo naturalmente, solo che mi imbarazzo facilmente tutto qui...sono ben accetti comunque^^)

Se ne avete voglia e se vi piace Saiyuki avrei scritto una fanfic un po’ particolare che vi inviterei a leggere se vi va. Si intitola Kuro Neko.

Bene, finita la pubblicità e i ringraziamenti vi do appuntamento alla prossima^^

Ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12...(sono stata brava vero?) ***


Capitolo 12

Era inutile: non ce la faceva proprio a smettere di ridacchiare ogni volta che incrociava lo sguardo perso di Blaise. Erano a lezione di Erbologia, una delle poche esclusivamente teoriche dell’anno e Julian, seduto compostamente tra Sev e Remus, non riusciva proprio a trattenersi...capiva di non essere educato, ma vedere Blaise perdere il controllo in quel modo era troppo divertente per poter rimanere in silenzio. Dalla sua confessione  era passata quasi una settimana, ma non c’erano stati grandi passi avanti. Zabini continuava  a studiare Neville da lontano senza farsi notare, facendo scuotere la testa a Julian che non riusciva a capire cosa temesse l’amico: era uno dei ragazzi più ammirati della scuola, intelligente, bello, popolare...forse temeva di spaventare il Grifondoro, che da quanto si sapeva non aveva mai avuto esperienze sentimentali di alcun genere. in ogni caso secondo Julian avrebbe dovuto farsi avanti: prima o poi Blaise sarebbe comunque riuscito a far cedere Neville, secondo lui. Insomma non poteva mica desiderare rimanere solo per il resto della sua vita? Oppure candido come in giglio, no?...certo si trattava pur sempre di un Grifondoro e si sapeva che i Grifondoro su alcune cose erano un po’ imbranati, un po’ tanto imbranati, e quindi poteva essere complicato farli uscire troppo dagli schemi le prime volte. Però poteva anche darsi che a Paciock piacessero i ragazzi e fosse proprio per quello che non avesse avuto storie o avventure, oltre alla sua imbranataggine e all’aspetto non proprio eccellente, che comunque veniva messo in secondo piano dallo splendido carattere, una volta che si riusciva a farlo aprire ...doveva indagare! E chi poteva indagare meglio di Harry? Erano amici da anni e negli ultimi tempi i loro rapporti si erano fatti ancora più stretti, visto che tutti gli altri gli avevano voltato le spalle, credendo a ciò che era scritto sulla Gazzetta.

Un sorriso lupesco apparve sul volto dl ragazzo e fece gelare Remus e Severus al suo fianco: era tremendamente simile a quello di Sirius quando aveva qualcosa in mente..di solito qualcosa che sarebbe stato meglio non conoscere!

Qualche ora più tardi uno splendido lupo nero, impolverato dalla testa alla coda folta, fece il suo ingresso nella stanza che Harry divideva con i Malandrini, scrutando l’ambiente con i magnifici occhi grigi, dopo essere passato da una botola nel pavimento. C’era un solo occupante:  Remus, che nel vedersi comparire davanti un vero e proprio lupo aveva fatto un salto all’indietro sul letto, afferrando la bacchetta per ogni evenienza. In teoria gli animali, in particolare i lupi, avrebbero dovuto riconoscere la sua natura, rispettandolo come tale, ma poteva sempre essere che quello non fosse stato informato dell’usanza!

-Ciao fratellino!- Harry era appena rientrato, tornato evidentemente da un allenamento di Quidditch, dove era stato accompagnato da Sirius e James.

-Sei un Animagus?- domandò quest’ultimo rivolto al lupo che si stava ripulendo puntigliosamente la pelliccia sul copriletto di Harry.

-Ovvio è mio figlio!-rispose per lui Sirius, prima di baciare Rem dolcemente, sussurandogli qualcosa che lo fece ridacchiare nell’orecchio.

-Sì, quello e il fatto che viviamo con un mannaro sono i principali motivi che ci hanno spinto a imparare...il secondo è la rivalità.-Julian era tornato alla sua forma originale con lo stesso ghigno che aveva sfoggiato durante l’ora di Erbologia ad increspargli le labbra

-Fa paura quel sorriso, sai?-lo rimbeccò Harry non troppo tranquillo, mentre si sedeva accanto al padre, sospettoso quanto lui.

-Perché?- domandò angelico il Serpeverde, guardandosi le unghie con interesse.

-E’ lo stesso di Sirius quando ha in mente qualcosa-mormorò Remus, che chissà come era finito in braccio a Sirius, impegnato a posargli tanti piccoli bacini sul collo e la nuca.

-...E’ mio padre! Ovvio che abbiamo qualcosa in comune-disse Julian cambiando totalmente discorso.-Comunque devo chiederti una cosa Harry....un favore!-

-Cosa?- Lo sguardo di Harry era sospettoso e guardingo: quando Julian chiedeva favori non era mai qualcosa di buono!

-Dovresti capire i gusti in campo sentimentale di Paciock...se ha mai avuto qualcuno, se ha orientamenti particolari, se è votato alla castità perenne...cose del genere insomma.-spiegò Julian non badando troppo allo sguardo stupito di Harry.

-Non ci credo! Ti piace per davvero!-esclamò quest’ultimo a bocca aperta.

-Ma che cavolo dici! Ti pare che Paciock possa essere nelle mie mire? Un Grifondoro inesperto e con l’autostima di una lumaca?...Non mi va di far suicidare la gente, Harry.-esplose Julian infastidito da quel continuo rinfacciargli un interesse per  Neville. Negli ultimi tempi aveva più o meno dovuto rispondere allo stesso modo anche a Nott, che poverino apriva la bocca solo per dargli aria spesso e a Draco che un minimo di sale in zucca in più avrebbe dovuto averlo.

-E va bene..ho capito! Non devi mica arrabbiarti...- lo calmò il fratello sorridendo tranquillizzato- Comunque perché vuoi sapere quelle cose?-

-Segreto! Non posso dirti niente...ho promesso-fece il Serpeverde con modi misteriosi- Ma se tutto va bene e tu fai il tuo lavoro presto lo saprai.-

-Come sei antipatico, fratellino! I Serpeverde non dovrebbero tenere così tanto alla parola data!-

-Io sì! In particolare con gli amici...non posso mica rivelare tutto quello che mi dicono. Li tradirei se lo facessi!.- rispose Julian serio: erano parole quelle che sarebbero state benissimo in bocca ad uno qualunque dei ragazzi presenti nella stanza, ma che per un qualche oscuro motivo sembravano sbagliate in bocca a Julian. Ed era parecchio strano visto che come Harry sapeva il fratello non aveva mai tradito un amico o la fiducia di qualcuno, almeno in quel senso.

-Lo so, lo so...scherzavo!-si affrettò a dire Harry, ben sapendo quanto fosse suscettibile Julian su quel punto. Il Prefetto non ebbe tempo di ribadire che una civetta completamente nera, la sua, bussò alla finestra della torre. Il ragazzo fece una smorfia stupita: non aspettava lettere e quello non era certo l’orario adatto per aspettarle. Alzandosi,si affrettò a far entrare il suo povero Perseo, che arruffò le penne non appena si fu posato sul braccio del padrone, lasciando cadere nella mano di Julian un bigliettino scritto con una grafia sottile e frettolosa che il ragazzo aveva imparato a conoscere alla perfezione. Tom alla fine si era fatto risentire! Era una settimana che non spediva neppure una riga al Serpeverde e fu con rabbia che questo lesse le poche parole che gli aveva scritto

“Vieni al solito posto.

                                Tom”

Ma con chi credeva di avere a che fare quello? Con uno qualunque dei suoi Mangiamorte o con un elfo domestico? Lui era un Black! E non permetteva a nessuno di trattarlo a quel modo. Non era ancora ridotto così male da accettare ordini o da farsi comandare a bacchetta da Tom. Quella volta per nulla al mondo si sarebbe fatto trattare come lui trattava le sue distrazioni notturne... e che cavolo!

Harry osservò preoccupato Julian fare in tanti piccoli pezzettini il biglietto appena ricevuto. Con il volto livido e le labbra sottili stirate con rabbia, per poi spargerne il risultato fuori dalla finestra, affidandolo al vento impetuoso che da poco aveva cominciato a soffiare.

-Ma chi si crede di essere!-sbottò infine il ragazzo tornando a grandi passi sul letto del fratello, buttandocisi sopra scompostamente.

-Chi Ju-Ju?- solo in quel momento Julian si ricordò di non essere solo, sbiancando di botto...fortuna che aveva la carnagione chiarissima e che nella camera c’era poca luce, altrimenti avrebbe avuto un bel po’ di cose da spiegare. Aveva come la vaga impressione che Harry non avrebbe fatto salti di gioia nel scoprire che fraternizzava con colui che gli aveva sterminato la famiglia e che lo tormentava dalla nascita.

-Una ragazza!-rispose quindi assumendo un tono annoiato...era la prima volta che mentiva ad Harry, si rese conto con una sorta di fitta sorda al cuore, mentre la sua ultima visione gli tornava in mente con dolore.

-Capisco...Non sia mai che una ragazza abbia pretese su di te, anche se te la sei portata a letto vero?-Il sarcasmo di Harry venne ricompensato con una cuscinata che però colpì in pieno James, scatenando una guerra di proporzioni epiche, che coinvolse anche Remus e Sirius strappandoli dal loro mondo incantato. Quando alla fine smisero, ricoperti da capo a piedi da piume e cotone, erano distrutti, ma un sorriso allegro distendeva le labbra a tutti e cinque...era tutto semplicemente perfetto. Julian troppo stanco per trasformarsi di nuovo e ripercorrere tutti i piani che lo dividevano dalla sua stanza, fregò con tanta gentilezza un pigiama al padre, augurò la buona notte a tutti e si stese nel letto del fratello sotto le morbide coperte riparando a mala pena uno dei cuscini distrutti, prima di cadere in un sonno profondo, cullato dal respiro di Harry e dal suo calore.

La pioggia batteva gelida sul cimitero. Le lapidi gelide facevano da testimoni al dolore di un ragazzo dai capelli neri. Elegante nel suo vestito scuro, tanto bagnato da sembrare una seconda pelle giaceva, scompostamente inginocchiato sulla nuda terra, recentemente smossa, priva della verdissima erba che ricopriva le altre tombe. Gli occhi grigi, grigi come le nuvole della tempesta in corso e riflettenti il dolore lancinante che dilaniava il petto del giovane, erano invasi di lacrime, lacrime di chi sa di essere colpevole del suo dolor, lacrime amare. Dopo tutto era stato lui a uccidere colui che  piangeva! L’aveva fatto senza rimorso...e ora non gli restava altro che il pianto. E si consumava chiedendo perdono a quella muta lapide d’ossidiana, alla foto sorridente di colui che aveva strappato brutalmente dalla vita... Harry si era fidato di lui e in cambio lui l’aveva pugnalato alle spalle come il più infido dei sicari. Non gli restava altro che piangerlo e ormai aveva poco tempo anche per quello: mancava poco e poi l’avrebbero trovato...non si era neppure dato la pena di nascondersi. Vivere non gli importava più e la sua non era più vita da quando aveva ucciso Harry. Non aveva nessuna scusante, perché non era neppure stato Tom a ordinargli di farlo, oh no! Così sarebbe stato troppo semplice...la realtà era ben più meschina: era arrivato ad odiare Harry, ad invidiarlo e non solo lui. Anche Tom era morto per mano sua, anche lui, che mai si era fidato di qualcuno, aveva donato la sua fiducia nelle mani sbagliate e il ragazzo dai neri capelli ne aveva approfittato. Dopo una notte passata assieme a scambiarsi promesse d’amore, in frammentate da baci e carezze, l’aveva avvelenato, godendo appieno nel vedere la consapevolezza farsi lentamente strada negli occhi neri dell’amato, mentre l’ultima scintilla di vita si spegneva nei suoi occhi. Aveva preso il controllo dei Mangiamorte, il ragazzo e poi dopo aver fatto credere al fratello di poter finalmente essere felice, l’aveva condotto nella foresta, gli aveva rivelato i suoi veri e nuovi sentimenti e l’aveva ucciso. Il duello non era durato molto...Harry non combatteva per uccidere, Julian sì!

Ma il suo tempo era giunto al termine e con quello anche la consapevolezza di aver fatto un’enorme stupidaggine.

-Mi dispiace fratellino...addio!-mormorò il giovane alzandosi ancora con le lacrime agli occhi, estraendo la bacchetta dalla tasca del mantello poggiato a terra.

-ORION BLACK! Ti dichiaro in arresto per l’uccisione di Harry Potter e per gli altri crimini da te commessi...arrenditi se ti resta un po’ di orgoglio!- Come suonava strano sentirsi apostrofare in quel modo dal proprio padre..come era doloroso per il ragazzo doverne affrontare lo sguardo in cui vedeva riflesso il suo stesso dolore. Aveva perso tutto Sirius...Remus, Harry, Julian e tutti grazie ad Orion. Già Julian aveva smesso di esistere nella mente dell’uomo, che lo piangeva come se fosse stato ucciso.

-Mi dispiace, padre..non posso venire con te- Un altro duello, stesso risultato: Orion...Julian, qualunque cosa fosse diventato aveva vinto e disarmato il padre.

-Perdonami se puoi...-Un sussurro, una nuova lacrima e poi le Ombre avvolsero la figura del ragazzo, consumandolo fin nell’anima, nutrendosi del loro stesso padrone, relegandolo in un limbo di eterna sofferenza.

Nel cimitero ormai era rimasto solo Sirius a piangere i suoi cari, urlando contro un cielo crudele.

Tremante come un foglia, Julian venne svegliato bruscamente dal fratello, preoccupato per il gelo che il ragazzo emanava...simile a quello di un corpo morto e per questo terrorizzante. Aveva aperto gli occhi da poco Harry sentendo un qualcosa di umido bagnarli la spalla, solo per accorgersi che Julian stava piangendo disperatamente con il volto nascosto nell’incavo del suo collo e le braccia a circondargli il petto in un abbraccio stritolante, di quelli che si dedicavano a chi credevi perso per sempre. In un primo momento non si era accorto che fosse ancora addormentato, ma poi il freddo che gli si era insinuato sotto la pelle scacciando completamente il calore delle coperte e del suo corpo, come una gelida pioggia, l’aveva reso improvvisamente consapevole che in Julian ci fosse qualcosa che non andava. L’aveva chiamato con voce sempre più accorata, ancora ed ancora ma il fratello non aveva dato segni di ripresa mentre la temperatura continuava a precipitare tanto che il respiro di Harry si era condensato in soffici nuvolette. Poi finalmente quando il Grifondoro ormai stava per chiamare aiuto, Julian si era svegliato, con gli occhi spiritati ancora persi nel luogo da cui l’aveva richiamati.

-Harry..-mormorò con voce rotta il Serpeverde abbracciando il fratello con tutta la forza di cui era capace, piangendo sempre a dirotto in quel suo modo silenzioso che Harry odiava, ritenendolo fin troppo simile a quello di coloro che non hanno più nessuna speranza.

-Sono qui July...calmati. Va tutto bene adesso! Era solo un incubo...- Ogni parola del moretto sembrava non far altro che peggiorare le condizioni di Julian, che riusciva persino a scuotere la testa, con il viso affondato nel suo petto, all’altezza dello stomaco. Era raro vedere il fiero Serpeverde in quelle condizioni, in particolare per Harry: solitamente era lui ad essere consolato dal fratello, quasi mai il contrario...negli ultimi anni poi era diventata una rarità!

-Non era un incubo...era una visione, Harry!-singhiozzò Julian, alzando di poco il viso per incrociare gli occhi verdi di Harry, scuriti dall’apprensione.

-Cosa hai visto di così terribile?-domandò preoccupato l’altro accarezzandogli i morbidi capelli neri per calmarlo un poco, almeno quanto bastava per capirlo.

-Io...io...Oh, Harry! Ti giuro che non voglio e che farò tutto ciò che è nelle mie capacità per evitare che succeda....non mi importa se il destino che vedo è irreversibile: io lo cambierò!Giuro!-rispose Julian fra i singhiozzi, mentre la temperatura tornava pian piano al calore originario. Naturalmente Harry non ci capì niente.

-Lo so...ti credo, Julian...ho sempre creduto in te, no?-

-Non dovresti farlo...Harry secondo le mie visioni io ti ucciderò! Ti tradirò nel peggiore dei modi...tradirò tutti. E non mi limiterò ad uccidere solo te...e no! Persino Rem..ti rendi conto?...Dovresti odiarmi!-disse l’altro con la voce impastata di disgusto verso se stesso.

-Lo sapevo già...ma non mi importa! Io non ti abbandonerò.-Cullato da quelle parole totalmente fiduciose, Julian non ribatté: stava troppo male per riuscire ad allontanare Harry in quel momento. Sapeva di essere solo uno sporco egoista, ma non poteva fare a meno di essere consolato dall’affetto del suo fratellino.

-Grazie- mormorò alla fine grato all’inverosimile, sorridendo ricambiato dal fratello più tranquillo a suo volta.

-Figurati...-esclamò sbadigliando-...torniamo a dormire?- Julian annuì e di nuovo una volta sistematosi caddero in un profondo sonno, privo di sogni e visioni di un oscuro passato.

 

 

Angolino dell’autrice:

Salve! Visto come sono stata veloce stavolta?...Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo che forse è un po’ troppo cortino, ma che non mi sentivo di attaccare a qualcos’altro, visto che mi sembra abbastanza significativo e ricco anche così com’è. Sinceramente non so da dove sia uscita la visione di Julian...non sembra neppure scritta da me! Io di solito mantengo un tono medio ovunque, anche se so bene che così non coinvolgerò mai neppure l’ombra di un lettore e invece lì il tono mi sembra piuttosto oppressivo o sbaglio?

Comunque cosa credete che succederà adesso? Come lo prenderà Tom il rifiuto di Julian?...a voi l’ardua immaginazione^^

Ringrazio tutti coloro che leggono tutti quelli che hanno messo la mia storia fra i preferiti ei in particolare le mie fedeli

WingsHP(Eliminiamo dalla tua lista Ginny tanto per cominciare! Dovessero staccarmi una mano con quella non ce lo metto, anzi Piton a quel punto!..Comunque non lo so, ma io sono praticamente fissata con lo Yaoi quindi potrebbe trattarsi di chiunque maschio o femmina che sia. Per la crociera non sei troppo invadente non preoccuparti. Era una normalissima crociare Costa con scalo in vari porti di Portogallo, Spagna e Marocco..è stata fantastica! La vacanza ideale per chi si vuole rilassare e nel mio caso da chi vuole disintossicarsi dal computer per un po’! Baci alla prossima^^)

Patfoot_07 (Più che altro Julian è la persona indicata per combinare un macello, povero Blaise! Appena trovero il modo adatto di farli diventare per lo meno amici il gioco sarà fatto...il problema però e proprio che non so in che modo farli conoscere tanto da unirli: come si può notare Neville cerca di stare il più lontano possibile dei Serpeverde in generale, quindi proprio non so che fare...ma non disperate mi basterà friggermi un altro neurone sotto il solo e tutto sarà a posto. Una abbraccio, alla prossima^^)

Saluti a tutti e mi raccomando perdete trenta secondi per comporre una piccola recensione...non costringetemi a essere cattiva^^

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

 

Luce. Luce, che dispettosa giocava sul suo volto, portandolo lentamente al risveglio. Stranamente malgrado quello che era successo quella notte il ragazzo era tranquillo: non gli importava ciò che Julian aveva visto nelle sue visioni. Sapeva che non sarebbe mai successo niente di simile, che il fratello non sarebbe mai stato capace di ucciderlo...Uccidere in generale, quello sapeva essere perfettamente nelle sue capacità, ma non lui. Non capiva cosa lo rendesse tanto certo, però non aveva i minimi dubbi sulla sua veridicità: Julian si sarebbe fatto uccidere pur di non fare lo stesso a lui... era anche vero però che Julian era infallibile. MAI una sua visione si era rivelata sbagliata, MAI erano riusciti a cambiarla. Ricordava ancora quando il ragazzo, allora bambino aveva visto il suo adorato gatto, morire investito da una macchina: avevano fatto tutto il possibile per evitarlo, ma non c’era stato niente da fare. Il gatto era morto schiacciato da una macchina in corsa, la stessa che Julian aveva visto, anche se in un momento della giornata diversa. Ed era sempre successa la stessa cosa: erano riusciti a posticipare l’avvenimento, ma mai a scongiurarlo del tutto...quando si era trattato di persone poi, neppure la posticipazione era riuscita. Il Serpeverde aveva una sua teoria: maggiori e più forti erano le volontà in gioco, minori erano le possibilità di cambiare il destino, anche se le persone in questione facevano tutto il possibile per evitarlo. A differenza di Harry pensava che il destino fossa stato già scritto nelle sue linee guida, che in pratica una qualsiasi creatura vivente appena nata, ricevesse già la data della sua morte, che un oggetto appena creato, avesse  già un periodo di tempo ben definito per svolgere la sua funzione... che un assassino fosse tale fina dalla nascita, senza possibilità di scampo, senza possibilità di cancellare quell’invisibile marchio. Il libero arbitrio per Julian non esisteva nella realtà...era solo un modo creato dall’uomo per illudersi di contare qualcosa, di non essere solo un granello di polvere disperso nell’immensità dell’universo, di essere superiore a tutte quelle creature che definiva animali e piante. Naturalmente Julian non era un seguace del pensiero ”è tutto già deciso perciò è innutile che mi impegni a fare del mio meglio” anzi tutto il contrario, infatti gli importava poco se era tutto deciso lui si impegnava comunque per arrivare ai suoi obbiettivi...solo se si trattava di visioni tutta la sua combattività veniva meno. Solo col gatto aveva cercato di cambiare il futuro realmente, poi erano stati tutti tentativi falsi, mossi dall’insistenza di Harry, che voleva credere che il futuro e il destino fossero nelle loro mani.

Osservando Julian dormire raggomitolato nelle coperte, Harry volle credere in quel momento più che mai che il destino non fosse stato già deciso, altrimenti l’intera sua esistenza di li a poco sarebbe stata cancellata e con lui quella della sua famiglia.

Il risveglio del Serpeverde fu grigio, come grigia fu la sua giornata e il suo umore. Sembrava una bambola di porcellana, vuota, spenta, apatica. La voglia di ribellarsi non era certo svanita, ma il peso dei ciò che aveva visto si era abbattuto nuovamente su di lui, con una forza maggiore di quanto non avesse già fatto. Non riusciva a vedere soluzioni, o per meglio dire ne aveva già pensate tante ma non credeva realmente che sarebbe riuscito ad imporre la propria volontà al futuro. Già sentiva le ultime preghiere di Remus, ucciso da lui dopo una lunga ed estenuante tortura, come aveva scoperto grazie ad una visione allora di pranzo, già sentiva le parole d’odio e di incredulità di Harry nei suoi ultimi momenti. A completare il tutto sentiva su di se imperterriti gli occhi brucianti e vuoti al pari dei suoi del padre l’uomo che si sarebbe visto strappare l’intera famiglia in poco meno di un mese.

Non vedeva soluzioni tranne il suicidio anticipato, il Serpeverde...se lui fosse morto quel destino non si sarebbe mai avverato. La vita di una per quella di tre non era una grande prezzo da pagare dopo tutto, no? E allora cosa stava aspettando a togliersela?

La verità era che un qualcosa nel profondo dell’anima di Julian stava ancora lottando, suggerendo al ragazzo che un modo di salvare tutti c’era, senza doversi privare della via lui stesso. Peccato che il Prefetto non riuscisse a sentire quella parole appena sussurrate, troppo piano affinchè arrivassero alla sua mente in avaria.

Qual particolare stato d’animo del giovane non era sfuggito a nessuno e tra gli occhi preoccupati che lo osservavano in quella giornata tanto vuota per il giovane, altri erano decisamente infuriati. Due paia d’occhi esprimevano questa emozione, appartenenti a persone che avrebbero sempre dovuto trovarsi da parti opposte. Lord Voldermort, ancora parecchio irritato per il mancato appuntamento ed Harry Potter che semplicemente odiava quando Julian entrava in modalità zombi avrebbero volentieri dato una svegliata al ragazzo, anche se ovviamente ognuno con metodi e maniere piuttosto diverse.

-Ora basta! Non può continuare così...-sbottò Harry dopo l’ennesima volta durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure in cui il fratello lasciava scorrere un commento della Umbridge poco carino nei confronti del loro precedente professore, Remus.  Non era normale che Julian non dicesse niente! Nella settimana passata aveva collezionato una decina di punizioni solo perché difendeva Remus e una trentina perché difendeva Harry, invece quella mattina si lasciava scorrere tutto addosso ..neppure il sarcasmo di Piton era riuscito a smuoverlo! E il Grifondoro non intendeva lasciarlo fare ancora per molto...doveva riscuotersi che lo volesse oppure no! Mentre Harry finiva di fare i suoi piani di battaglia, la campanella suonò e lui non dovette far altro che seguire il fratello lungo le scale, fin sotto la quercia che avevano ereditato dai loro genitori...un’altra cosa strana era che Julian non aveva neppure provato a calmarsi o a svegliarsi, secondo i punti di vista con la musica sua fida arma!

-Non hai niente di meglio da fare che piangerti addosso?-sputò velenoso, con il solo intento di svegliarlo. Julian lo degnò appena di un sguardo poi scuotendo la testa, riportò i vuoti occhi grigi sul lago Nero, facendo irritare Harry ancor di più: non era normale che facesse così!

-Immagino sia un no....sai certe volto ho l’impressione che sia io quello che di te non ha mai capito niente e che invece Ron ci abbai sempre preso.-Ancora nessuna reazione degna di nota, neppure un tremolio che potesse indicare che il fratello fosse presente o che avesse ascoltato minimamente quello che Harry aveva setto, quindi il Prescelto ritenne giusto continuare.

-Dopo tutto non hai mai fatto niente per meritarti un giudizio diverso...per essere viziato lo sei, spocchioso pure, vigliacco lo stai dimostrando pienamente, persino bugiardo. Davvero Ron ti ha capito meglio di quanto io abbia mai fatto.- Finalmente Julian si decise a rispondere, ma non ero decisamente la risposta che Harry si aspettava.

-E’ un bene che tu te ne sia accorto, così non ti mancherò.-La voce piatta di Julian aveva fatto venire la pelle d’oca al fratello, certo, che, se a parlare fosse stato un morto, le parole avrebbero avuto più sfumature. Inoltre tutta la frase era troppo sibillina per i suoi gusti.

-Cosa stai cercando di dire?-chiese di getto il Grifondoro afferrando per una spalla Julian e girandolo verso di lui.

-Quello che ho detto...se sono una persona così orribile non ti mancherò di certo.- ripeté il ragazzo non incrociando il suo sguardo.

-E dove andresti di bello?-disse ironico Harry che si stava lentamente arrabbiando.

-Dove non potrò fare del male a nessuno...-Un sussurro cupo uscì dalla bocca di Julian, confermando ad Harry di essere riuscito nell’intento di portare di nuovo il fratello nel mondo dei vivi, ma stranamente non fu affatto felice di tale risultato...aveva come l’impressione di aver commesso un enorme sbaglio.

-E dove sarebbe questo posto? Dai tuo nonni? Da tua madre? Azkaban? DOVE?-domandò con crescente ansia il moro, notando un lieve tremore nell’altro.

-Oh, no! Sono tutti posti da cui potrei andarmene...no, andrò in un posto da cui non si può più uscire, una volta entrati- Julian fino a quel momento aveva cercato di combattere con tutte le sue forze  contro quell’unica insistente soluzione che la sua mente razionalmente gli proponeva: togliersi la vita per salvare quella delle persona a cui voleva bene. Non aveva voluto accettarla perché sapeva che questi avrebbero comunque sofferto sentendosi a loro volta in colpa, ma dopo quello che Harry gli aveva detto si era sentito improvvisamente abbandonato e codardo. Quella era l’unica soluzione possibile e lui stava solo prendendo tempo prima dell’inevitabile. E poi, se neppure Harry gli credeva più, a che cosa serviva continuare a soffrire e a sperare di trovare un’altra soluzione tutti insieme? L’avrebbero comunque abbandonato tutti a se stesso...

 Non si era accorto, che il fratello fingeva... tutto il suo essere era troppo preso dall’altro problema per essere anche in grado di capire che era tutta una falsa.

Harry avrebbe dovuto capirlo, ma era tropo preso dalla voglia di far tornare in se Julian per accorgersi di quello che stava commettendo il più grave errore della sua vita. Da quando Julian era stato ricoverato all’ospedale sentiva come un muro a dividerli e a nulla erano valse le deboli e insulse spiegazioni del fratello. Si era sentito ferito e umigliato, quando Julian gli aveva detto che fino a quel momento aveva creduto che fosse stato lui a seviziarlo, ma ci aveva messo fin troppo in fretta una pietra sopra, dimenticando persino ciò che aveva letto nel diario dove il Serpeverde appuntava tutte le sue visioni. La notte prima quei sentimenti erano riapparsi, quando Julian gli aveva raccontato tra le lacrime che cosa aveva visto, però troppo preoccupato per il ragazzo non vi aveva fatto troppo caso e non aveva capito che inconsciamente tutte le parole che gli aveva detto poco prima erano state dettate solo dalla voglia di ferire.

Quello che però era nato come un semplice ferire stava lentamente tramutandosi in una sentenza di morte per Julian, anche se Harry ancora non se ne rendeva conto, agendo come se qualcun altro si fosse impadronito del suo corpo.

-Se ti sembra un posto così perfetto vacci allora...non avevi forse detto che avresti fatto di tutto per cambiare il futuro? Ora che hai trovato la soluzione perché non la metti in pratica?- Una nuova gelida stilettata attraverso il cuore ormai agonizzante di Julian, che con un mesto sorriso rispose

-Avrei voluto prima salutare Rem e papà...ma non serve a nulla rimandare l’inevitabile suppongo.-mormorò tristemente il Prefetto, estraendo dalla tasca una lettera sgualcita.- Dalla a loro per favore e di che mi dispiace tanto, me che non posso fare altrimenti.-

-Lo farò stanne certo...saranno fieri di te.-Un’ultima frase, definitiva condanna.

-Su questo ho i miei dubbi...addio fratellino.-Julian venne avvolto dalle Ombre e con un ultimo sorriso  triste, con gli occhi invasi dalla lacrime si smaterializzò. Il ragazzo odiava quelle lacrime, segno che infine non era altro che un codardo...era l’unico modo per salvare gli altri e allora perché sentiva un opprimente groppo in gola? Doveva essere felice di quello che stava per fare, sentirsi fiero di quell’atto e invece piangeva! Piangeva come uno sciocco, sperando mentre portava la boccetta di veleno alle labbra che qualcuno lo venisse a fermare, che qualcuno lo salvasse, lo consolasse dicendogli che un’altra possibilità esisteva, che non doveva morire per forza. Ma nessuno venne a consolarlo tranne il freddo abbraccio della morte, una morte senza pace.

 

-...Addio fratellino.- Le ultime parole di Julian ebbero il poter di risvegliare Harry. Perché gli stava dicendo addio? Si sarebbero rivisti a pericolo passato, non serviva dirgli addio...non ce n’era bisogno! Non aveva sentito mai pronunciare un addio a Julian, neppure al gattino morto...o aveva salutato con un pigolante “ciao”, anche se quello era un saluto definitivo! Julian aveva il terrore degli addii, non li pronunciava mai! E allora perché quella vota sì? Perché per una separazione non definitiva l’aveva fatto? Cos’erano inoltre quelle lacrime, quella disperata richiesta di salvezza che gli aveva letto negli occhi?

Come un automa, Harry aprì la lettere che Julian aveva indirizzato ai loro genitori, incurante che non fosse per lui, spinto da un terribile presagio. La lesse, la lesse diverse volte, ma il significato di quello che leggeva non mutava. Aveva mandato Julian a morire...era quello il posto da cui non si poteva tornare indietro, da cui non si poteva uscire. Con le sue parole aveva fatto in modo che Julian credesse che quella fosse l’unica soluzione, lo aveva ucciso. Disperato in un grottesca imitazione di quello che Julian aveva visto fare a se stesso, cadde in ginocchio, piangendo distrutto su quelle parole, già macchiate da lacrime non sue.

 

 

Angolino dell’autrice:

Voi non avete idea della fatica che io abbia fatto per scrivere questo capitolo. Ogni due parole iniziavo a piangere come una deficiente e dire che per far piangere me ce ne vuole. Non mi ero mai commossa per un qualcosa scritto da me per quanto drammatico fosse. Si vede che i suicidi mi toccano profondamente...ora però non fatevi brutte idee su di me, eh! Non è che sono una di quelle persone che desideri farla finita, anzi tutto il contrario, solo che l’argomento suicidi mi affascina, visto che mi riesce difficile capire cosa possa spingere una persona a farla finito. Mi scuso se ho offeso qualcuno con le mie parole, giuro che non lo volevo.

Ma forse è meglio lasciar perdere questi discorsi, va.

Ringrazio come al solito tutti coloro che hanno letto, quelli che hanno aggiunto la storia fra i preferiti e in particolare coloro che hanno recensito (WingsHP non ti è piaciuto il capitolo precedente? )  

Padfoot_O7 (come vedi ho aggiornato molto presto e credo di aver scritto un capitolo ancor più ricco dell’altro, no?)

Federkikka(sono felice che la storia di piaccia e grazie per i complimenti)  

Saluti! E per il prossimo capitolo voglio almeno tre commenti altrimenti niente aggiornamenti^^ ..vi avevo avvertiti che diventavo cattiva^^

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

La testa pulsava in modo continuo e doloroso, ogni singolo osso era dolorante...se Julian non fosse stato tanto sicuro di essere morto avrebbe pensato di essere caduto dalla scopa dopo un duro allenamento di Quidditch. Certo che la morte era proprio dolorosa, altro che annullamento di ogni sensazione.

-Hai intenzione di restare con gli occhi chiusi ancora a lungo stupido ragazzino?-Un voce grave, profonda, ma musicale. Il ragazzo aprì lentamente gli occhi...forse doveva essere giudicato per i suoi sbagli o qualcosa di simile. Non era mai stato uno che credeva ad inferno e paradiso, ma non era neppure mai morto. Era in una camera, con un basso soffitto decorato con un motivo floreale, giaceva su un letto con uno strano copriletto verde, simile al muschio e tutto sembrava fatto di legno e parte integrante della costruzione. Originale come posto, originale davvero.

-Ma bene! Il signorino si è degnato di aprire gli occhi!....-Julian rivolse gli occhi verso colui che aveva parlato: era un vecchio, che a definirlo solo vecchio si offendeva la sua età. Aveva una lunga barba bianca simile a quella di silente, e la pelle che si riusciva a scorgere era un intrico infinito di rughe profonde, gli occhi, blu elettrici, erano profondi, tanto che sembravano poterti inghiottire...ed esprimevano rabbia!- MI SPIEGHI COSA DIAVOLO TENTAVI DI FARE? NON TI E’ BASTATO UNA VOLTA? VOLEVI RIPETERE L’ESPERIENZA, PER CASO?...IO NON SO DAVVERO IN COSA ABBIA SBAGLIATO CON TE, NIPOTE! SEI DIVENTATO ADDIRITTURA MORTALE E TUTTO PER COLPA DI QUELL’ESSERE!....DEVI ESSERE ALTRUISTA TU! DEVI SEMPRE IMMISCHIARTI NEGLI AFFARI DEI MORTALI...-Probabilmente il vecchi sarebbe andato avanti ancora a lungo, in quella sua filippica contro il povero Julian, se non fosse entrato un bimbetto con dei vivacissimi occhi neri a fermarlo.

-Nonno, credo che lui non capisca quello che tu gli stai dicendo... Dicono che ha ancora i ricordi sigillati.- La vocetta sottile del bimbo superò il boato di quella del vecchio che una volta calmatosi con profondi respiri, disse

-Hai ragione...non ci avevo pensato, Nevi.-

-Posso sapere dove mi trovo?-mormorò Julian massaggiandosi lentamente le tempie. Il mal di testa era insopportabile, ad ogni parola pronunciata una terribile fitta gli penetrava il cervello, facendogli desiderare di poter tornare a dormire ed inoltre il fatto di non capire dove si trovava, non lo aiutava di certo.

-Sei nel mio Regno Satellite. Al momento ti trovi all’interno dell’Yggdrasill, l’albero del mondo...-

-Quello di Odino?-domandò il ragazzo scettico. Ok, lui era un mago e non si sarebbe dovuto sorprendere più di tanto, ma anche per i maghi accettare l’esistenza di quelle divinità che avevano sempre affermato non esistere non era facile- E cos’è un Regno Satellite?- Passato lo shock, la naturale  curiosità dal giovane stava riemergendo, anche se era offuscata in gran parte dal dolore.

-Una domanda alla volta, ragazzino!-sbottò il vecchio, irritandosi di nuovo.-Nevi fa qualcosa per il suo mal di testa, altrimenti continuerà a non capire niente!- Il bambino si avvicinò saltellando a Julian buttandosi sorridente sul letto, dove il ragazzo si era seduto. Ora che lo vedeva da vicino Black notò che aveva le orecchie a punta, come quelle degli estinti Elfi Alti e che i suoi capelli biondi sembravano brillare di luce propria, muovendosi come sospinti da un’inesistente brezza. Inoltre l’aria intorno a Nevi profumava intensamente di vaniglia. Lo strano bambino posò delicatamente le mani, avvolte da un luce verde,  sulle tempie di Julian ed immediatamente il suo mal di testa scomparve come tutti gli altri dolori fisici...si sentiva come nuovo!

-Grazie...-sussurò il ragazzo con un sorriso estremamente grato.

-Tu mi hai salvato la vita in passato..è il minimo che io posso fare per te, Mani!-rispose il bambino sorridendo dolcemente, mentre si accomodava accanto a Julian, che non aveva voluto far domande su “Mani”...l’unica cosa che gli ricordava quel nome era il dio nordico che guidava il carro della Luna.

-Ora ti senti meglio, nipotino mio adorato?-Il vecchio era improvvisamente diventato la gentilezza fatta in persona cosa che invece di far calmare Julian lo fece agitare ancor di più, gettandogli addosso un incredibile senso di deja-vu...gli sembrava di essere già stato in quel posto, esattamente come la paura di Marvenis, non gli sembrava nuova... ma che gli stava succedendo?

-Sì, ora sto bene....-Il vecchio sembrò contento della risposta e con un dolce sorriso spaventoso riprese a parlare.

-Allora come ti ho detto noi siamo nell’Yggdrasill, ma non è esattamente quello di Odino. Si tratta  di un altro esemplare che io ho allevato- Ad un cenno d’assenso di Julian l’uomo continuò – I Regni Satellite sono quei luoghi dove gli esponenti dell’Antica Razza si sono ritirati dopo aver lasciato il mondo agli uomini e ai maghi, che un tempo erano loro servitori. Questi luoghi sono stati creati dagli esponenti dell’Antica razza in ricordo dei loro regni passati...come dire siamo abituati a vivere con ogni comodità! -

-Capisco...insomma non che sappia cosa sia l’Antica Razza, ma riesco a capire tutto ciò...più o meno. Come ci sono arrivato qui? Mi ci ha portato lei?-La curiosità di Julian cresceva di secondo in secondo ed ogni nuova risposta faceva nascere altre mille domande nella mente del ragazzo.

-Ci sei arrivato da solo...ho sentito la tua aura all’ingesso del Regno, poi però si è affievolita di colpo e sono venuto a vedere cosa ti fosse successo. Arrivato, ho visto la fiala di veleno e ho capito che ci eri ricaduto, nipote degenere! E dire che un tempo era così a modo...- spiegò il vecchio, terminando con un tono di pesante rammarico. Il ragazzo non capiva come facesse quell’uomo a conoscerlo o come potesse essere suo nipote, visto che il vecchio non era decisamente umano.

-Come fa lei a conoscermi?...Perché continua a dire che sono suo nipote?...Chi è Mani?-Visto che sicuramente le risposte non gli sarebbero piovute dal cielo, tanto valeva provare a farsele dare, no?

Uno sguardo addolorato attraversò le iridi del vecchio, mentre sospirando si lasciava cadere su una morbida poltrona apparsa dal nulla.

-Non ricordi proprio niente, ragazzo mio?-mormorò poi flebile. A Julian dispiaceva vederlo in quello stato, ma non poteva mentire. Di qualunque cosa quello stesse parlando lui non ricordava.

-No...vorrei, davvero! Però non capisco neppure cosa doveri ricordare...-

-Bene...se tu non ricordi, ti farò ricordare io tutto!-La decisione aveva di nuovo indurito i tratti del vecchio che si era di colpo raddrizzato sulla poltrona . consolato dal quel gesto Julian si preparò ad ascoltare tutto.

-Allora cominciamo a spiegarti cos’è l’Antica Razza... mi sembra di essere tornato a quando eri piccolo!-Il vecchio sorrise nostalgico poi riprese- I componenti dell’Antica Razza sono creature di vari tipi esistiti in un tempo precedente all’umanità e dotate di poteri inimmaginabili o semplici caratteristiche speciali. Di essa fanno parte ad esempio tutti quelli che gli umani hanno adorato per millenni come divinità oppure tutte le razze mannare antiche  e ancora gli Elfi Alti. Ci siamo fin qui, ragazzino?-

-Sì...ma che significa razze mannare antiche?-Di tutto il discorso solo quel punto risultava incomprensibile a Julian anche se aveva un’idea.

-I mannari che conosci tu, oltre a  limitarsi solo alla forma di lupo, sono nati in un periodo successivo all’antica razza. Essi furono creati con la magia, ma poi la cosa sfuggì di mano agli umani e l’infezione divenne incurabile e irreversibile. Invece i mannari antichi, oltre a potersi trasformare in qualunque tipo d’animale, come ad esempio in gatti, tigri e cinghiali, nascevano tali ed avevano il potere di decidere quando effettuare la trasformazione e quando invece restare in forma umana, anche se non è corretto dire così. Potevano inoltre trasformarsi solo parzialmente o decidere di sfruttare solo delle caratteristiche della loro controparte animale, ma comunque restavano sempre poco umani. In loro l’istinto ha sempre prevalso e prevale ancora oggi. Capito?-Julian annuì e il vecchio continuò.

-Vengo chiamato in molti modi e sono ricordato in molte leggende come re degli elfi, anche se elfo non sono, ma tu puoi chiamarmi semplicemente Elwe e sono  tuo nonno. Mari, come avrai già capito sei tu...ma anche per te Mari è solo uno dei molti nomi che ti sei scelto durante la tua vita. Eri nel periodo nordico e ti piaceva l’idea di farti adorare come divinità della Luna...che ci trovavi di bello lo sai solo tu! Hai sempre avuto questa balzana idea di farti adorare in un modo o nell’altro e per parecchio tempo, cambiando nomi e luoghi, ci sei riuscito. Come divinità non eri poi neppure male: non pretendevi troppo, non chiedevi sacrifici...ti bastava la tua festa ogni anno ed eri contento! Peccato che ti abbiano sostituito con il cristianesimo poi, beh tutti sono stati sostituiti.-Il vecchio Elwe si fermò un attimo bevendo un sorso di una bevanda color miele che spandeva nell’aria un profumo delizioso.

-Ora ti chiederai perché non ricordi niente di tutto ciò...semplice sei stato punito! E ti sei sacrificato...-Nuovamente lo sguardo del vecchio si era fatto triste, ma Julian non sapeva come poter far tornar il sorriso ironico sul volto di Elwe.

-Cosa ho fatto per essere punito?-mormorò mogio il Serpeverde, cominciando a chiedersi se tutta la sua vita non fosse stata altro che una farsa e se lui non avesse rubato il posto a qualcun altro, al vero Julian Black.

-Diecimila anni fa ti sei ucciso per salvare un umano... per noi è il più grave dei crimini. Dare la nostra vita immortale per un essere mortale è considerato sacrilegio e il consiglio di allora decise di punirti togliendoti tutti i ricordi ed esiliandoti per sempre nel mondo dei mortali, destinando la tua anima a rincarnarsi in eterno. Inoltre tenendo conto che ti suicidasti decisero che ogni tua vita doveva finire in un modo tragico e violento in giovane età. Molte volte sei stato ucciso da tuoi cari, altre solo per il tuo aspetto, altre ancora per i tuoi ideali o ancora per i tuoi poteri... Non hai passato del bel tempo credimi e io non potevo più sopportare le tue continue grida d’aiuto. Anche prima l’hai fatto, senza neppure accorgertene continui a chiamarmi come facesti quel giorno...-Una sola singola lacrima scese dagli occhi del vecchio Elwe, subito asciugata con stizza.

-Non avevo scelta...non potevo fare altrimenti! Se io non fossi morto al mio posto ci sarebbe stata tutta la mia famiglia e non mi importa niente sapere che non lo è veramente!-disse deciso Julian con gli occhi grigi velati dalla tristezza. Per quell’uscita si aspettava che il vecchio si arrabbiasse di nuovo, ma invece Elwe lo sorprese scompigliandoli affettuosamente capelli.

-Se avessi avuto i tuoi ricordi, avresti capito che quelle visioni non erano vere, Mani...invece quegli stupidi vecchiacci non mi hanno voluto ascoltare neppure questa volta! Ma se si aspettano che ti lasci continuare quest’assurdità delle reincarnazioni si sbagliano di grosso... - Il volto di Elwe aveva assunto una posa battagliera che fece sorridere Julian con una strana malinconia: tutto quello gli era dolorosamente famigliare eppure tristemente estraneo, così come le aure dei due che stavano con lui.

-In che senso le mie visioni sono false? E perché sono morto la prima volta? Cioè per chi mi sono sacrificato? E che vuol dire che se avessi avuto i miei ricordi, avrei capito tutto? Mi era già successo?...Ti prego Nonno, spiegami!-Neppure se ne era accorto il ragazzo che aveva chiamato il vecchio “nonno” , ma sia Elwe che Nevi sì, sorridendosi a vicenda. Il primo perché tanto vicino a ritrovare il suo antico protettore, il secondo perché lentamente stava per riavere il nipote tanto amato.

-Ehi piano! Una domanda per volta altrimenti non ci capisco niente...anche se a dire il vero sono tutto incluse nella seconda...mi chiedi perché sei morto la prima volta? Ebbene ascolta la risposta.- Invecchi prese un respiro profondo e muovendo la mano destra, quella che non teneva appoggiata sulla mano di Julian, fece apparire uno specchio.

-In uno dei tuoi numerosi tempi viveva un giovane dalla bellezza e dai poteri straordinari per essere un semplice umano. Ti era stato consacrato appena nato e tu l’avevi preso sotto la tua ala protettrice immediatamente, donandogli come augurio la chiaroveggenza. Il ragazzo crebbe amato da tutti,  rispettato per la sua grande intelligenza e ammirato per essere entrato nelle tue grazie così alla svelta. Tu sapevi che era destinato a grandi cose, ma c’era qualcuno che non capiva. Questo qualcuno era uno dei tuoi fedeli seguaci, un appartenete all’antica razza come te, ma molto più giovane e meno potente. Tu volevi bene anche a lui, ma vedevi anche molte dei suoi lati nascosti e poco di piaceva la sua sete di potere. Purtroppo però ti fidavi di lui...ti fidavi troppo, fino a confidargli l’unico modo per ingannarti. Un giorno parlando gli dicesti come si poteva ingannare la tua Vista e lui se ne approfittò. Ben conoscendo lo stretto legame che ti univa al ragazzo ti fece vedere la sua morte, una morte inflitta proprio dalla tue mani...- A Julian sembrava di vedere di nuovo la scena che aveva vissuto qualche mese prima e la notte precedente...era già successo tutto!- Inoltre secondo le tue visioni avresti ucciso il tuo pupillo perché lui, accecato dall’ira e dall’invidia nei tuoi confronti avrebbe  rivelato a tutti il segreto del nostro mondo, mandandoci alla rovina. Ti scervellasti per giorni, cercando un modo per salvare te stesso, il ragazzo e tutti noi, ma invano..sapevi che il destino che vedevi era immutabile, quindi facesti l’unica cosa che ritenesti possibile. Ti uccidesti, ben sapendo quali sarebbero state le conseguenze per te... Marvenis però non voleva quello. Tu avevi vinto comunque, Nevi si era dimostrato fino alla fine il tuo preferito. Per rendere vano il tuo gesto provò ad uccidere Nevi, ma in memoria del tuo gesto invece di morire, il ragazzo prese un’latra forma diventando un elfo, al sicuro da tutte le possibili mosse di Marvenis. Questo vedendo fallire tutti i suoi piani, prese a seguire tutte le tue reincarnazioni, tormentandoti.- Marvenis era stato quell’essere viscido ad ingannarlo! Era stato lui fin dall’inizio a minare le sue convinzioni... se avesse ripreso anche solo metà della sua forza originaria gliel’avrebbe pagata cara, eccome se gliel’avrebbe pagata!

Grazie al racconto di suo nonno inoltre aveva fatto chiarezza anche su molti altri aspetti, come ad esempio Nevi...ma ancora c’era una cosa da chiarire.

-Cosa mi succederà adesso? Posso tornare indietro?-

-Non ancora... cerca di capire: se tu tornassi dopo che ti ha visto morire, Marvenis comprenderebbe che io ti ho salvato e che tu sai tutto...saresti una minaccia e non esiterebbe ad ucciderti, Mani.-

-E allora cosa devo fare? Non posso lasciar credere alla mia famiglia di essere morto!-esclamò il giovane balzando in piedi.

-Aspetteranno poco, Mani...devo solo risvegliarti, poi accompagnato da Nevi, potrai tornare indietro.-Vedendo l’espressione confusa del giovane Elwe spiegò- Il consiglio degli anziani ha giudicato sufficiente la tua pena, puoi tornare ad essere quello che eri, poteri compresi...-Un sorriso enorme si dipinse sul volto di Julian, o Mani che dir si voglia.

-Grazie! Grazie! Grazie!...sei il migliore nonno!-esclamò Julian abbracciando il vecchio. Non capiva come, ma sapeva che era stato il vecchio a convincere gli anziani che era ora di far terminare la sua pena.

 

 

Angolino dell’autrice:

Ed eccovi un altro capitolo a tempo di record. Mi sarei sentita cattiva a lasciarvi con il fiato sospeso^^ Spero di essere stata abbastanza chiara con le spiegazioni, ma se così non dovesse essere non esitate a chiedere.

Grazie a tutti coloro che hanno letto, ma soprattutto a

Padfoot_07(Ti chiedo umilmente perdono! Come una deficiente ho continuato a sbagliare l tuo nome, pur sapendo che era quello di Sirius versione Animagus..sarei da fustigare!

Comunque hai visto che qualcuno lo ha salvato il nostro Julian, non proprio chi volevi tu, ma almeno e vivo. Ho anche,  in fretta e furia,spiegato chi fosse Marvenis.)

_SiMoNa_( Non posso assicurarti che il rapporto tra Julian e Harry sarà sempre lo stesso: hanno un bel po’ di cose da chiarire questa volta... ma almeno non ho fatto morire Julian no? Non ti preoccupare se non recensisci tutti i capitoli, mi farebbe piacere sentire cosa ne pensate tutti della mia storia, ma capisco anche che tante volte non si sa che scrivere, quindi non ti preoccupare^^)

Marcolp(Sono stata brava vero? Non sei affogato nel frattempo, giusto?Dimmelo perché altrimenti mi sento la coscienza sporca^^ Spero che ti piaccia anche questo come colpo di scena^^)

Arrivederci alla prossima! E mi raccomando recensite!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Julian, non appena fu in grado di restare in piedi senza l’aiuto di nessuno, fu condotto da Nevi e il vecchio fuori dalla stanza. Le rivelazioni che gli erano state fatte poco prima erano ancora in fase di assimilazione e una nuova domanda gli premeva sulle labbra, non permettendo al giovane di ammirare lo splendido paesaggio che si poteva vedere al di fuori dell’Albero del Mondo grazie ad alcune enormi finestre,che si aprivano nella sua corteccia

-Nonno...io...io sono io?-La domanda aveva un che di sibillino effettivamente, ma il ragazzo era sicuro che Elwe l’avrebbe capito comunque. Se era vero che erano parenti allora doveva conoscerlo da molto tempo, contando che la punizione gli era stata inflitta appena cinquemila anni prima e che sicuramente come Mani aveva vissuto per millenni.

-Sì..lo spirito di un corpo si crea in esso al concepimento, quindi non ha i rubato il posto a nessuno, Mani e anche la personalità è la tua. Nel tuo caso anche se non vieni creato e come se venissi risucchiato dal corpo che viene concepito nel momento preciso della tua morte, impedendoti in questo modo di andare in uno dei mondi della Morte.-

La risposta fece sorridere Julian...era veramente se stesso allora! Rasserenato cominciò ad interessarsi a cosa si estendeva al di fuori dell’albero. Sembrava una foresta secolare, ma nessuno degli alberi per quanto verdi alti e rigogliosi poteva anche solo lontanamente competere con l’Yggdrasill. Alcuni sfoggiavano chiome dai colori più particolari come uno proprio davanti alla finestra in cui Julian si era fermato ad ammirare, che aveva le foglie viola ed era cosparso di enormi fiori cangianti.  Nell’aria mille profumi diversi si mischiavano facendo girare la testa al ragazzo e uccelli multicolore sfrecciavano giocando fra di loro...in realtà nell’aria oltre agli uccelli c’era qualcos’altro, ma Julian preferì non indagare, perché intuiva che con quelle creature era meglio non avere a che fare.

Accortosi di essere rimasto indietro rispetto agli altri si affrettò a raggiungerli, seguendoli in un intrico di corridoi e passaggi, passando davanti a centinaia di porte che si affacciavano su stanze dagli usi più disparati. Dall’inclinazione del pavimento e dalle immagine che scorgeva, capiva di scendere sempre più in basso, ma non aveva idea di dove lo stessero portando...il Vecchio aveva parlato di risvegliarlo, ma Julian non sapeva cosa questo potesse significare.

Perso nell’ammirare tutte le splendide novità e stranezza che incontrava durante il cammino però dimentico di chiederlo e per poco non notò neppure di essere arrivato in una sala circolare non molto grande. Al centro si trovava una piscina, le cui acque cambiavano colore incessantemente formando arabeschi capaci di ipnotizzare lo sguardo del giovane. Attorno ad essa stavano dei bracieri, sette per la precisione, uniti da linee rosse pulsanti. L’atmosfera era pesante, ricca della potente magia imprigionata nelle acque...Julian non sapeva come mai avesse quella certezza, ma sapeva che era così.

-Questo è il luogo in cui sei stato Addormentato, questo è il luogo in cui sono racchiusi tutti i tuoi ricordi e la tua forza...-disse infatti Elwe confermando ciò che il ragazzo già intuiva. -Questo è il luogo in cui ti Risveglierai. Entra in quelle acque Julian, figlio di Sirius e Cassandra e rinasci come Mani.- Il ragazzo come mosso da una volontà non propria si immerse, nelle acque venendo immediatamente sommerso da emozioni troppo forti per essere gestite da una debole mente umana... ma che pian piano iniziò ad assorbire tornando a ciò che era stato un tempo. Conoscenze ormai da tempo dimenticate ritornarono, poteri sconosciuti fecero la loro comparsa, ricordi dimenticati vennero ricordati...ma tra tanti belli, quelli orribili erano i più numerosi, i più forti e i più dolorosi. Era morto così tante volte, era stato ucciso in maniere così tremende, gli avevano inferto tanti di quei dolori che per un attimo Julian temette di impazzire. Non ebbe però il tempo per soffermarcisi troppo. I suoi occhi cominciarono a vedere cose mai viste, il naso odori mai sentiti, la pelle sensazioni ma provate, la orecchie suoni mai percepiti, la lingua sapori mai gustati. Era tutto nuovo e tutto troppo, così dovette difendersi da tutti quelle stimolazioni esterne. Poi il potere fluì nelle sue vene ruggendo e galvanizzandolo. Infine si addormentò ricco di nuova consapevolezza.

Quando si risvegliò accanto a lui era seduto Nevi, sorridente.

-Buongiorno!- lo salutò solare l’elfo saltellando nella stanza.

-Buongiorno Nevi!- ricambiò Julian. Aveva deciso che quel nome per il momento gli andava benissimo...nuovi poteri o no lui restava pur sempre il figlio di Sirius nella altro mondo ed era fiero di esserlo.

-Sono contento che siate di buon umore, maestro.-Il piccolo elfo sembrava non stare nella pelle per l’eccitazione, ma il ragazzo non sapeva a cosa fosse dovuta...ora che aveva di nuovo il pieno controllo dei suoi poteri avrebbe potuto scoprirlo facilmente, ma conservava ancora il piacere di scoprire le cose poco per volta, che molti dei suoi simili non apprezzavano. Ricordava come in passato in tanti gli avessero chiesto una dettagliata  descrizione della loro vita, ma lui aveva sempre rifiutato un po’ perché non poteva sapere quale dei tanti futuri si sarebbero avverati, un po’ perché non voleva...se gli era fatti tutti nemici per quella sua testardaggine.

-Quante volte ti ho detto di darmi del tu? Non cominciamo per favore la stessa storia di cinquemila anni fa, eh?- Nevi sorrise ancora di più se era possibile, mentre il suo maestro scavava nell’armadio per trovare qualcosa di adatto. Aveva sempre avuto uno straordinario senso del gusto e in tutti i dipinti nei tempi che lo raffiguravano aveva sempre un ottimo aspetto.

-Che cercate?- Julian sorrise fra sé: Nevi era incredibile o  usava un tono rispettoso e distaccato oppure ti trattava come un amico d’infanzia, riservandoti lo stesso trattamento.

-Qualcosa di adatto a incontrare i miei parenti...ma perché mi tocca sopportare tutto ciò?-sbuffò esasperato il giovane Antico tirandosi sul letto. Non aveva nessuna voglia di vedere quei pazzi e tanto meno di parlarci un’altra volta...voleva tornare da Harry, voleva tornare da Remus, voleva tornare dalla sua famiglia nel mondo degli umani. Loro si che erano a posto!- E se scappassi?-

-Non credo ti servirebbe, Mani..ti troverebbero comunque. E poi dove andresti sentiamo?-

-Nel mondo degli umani...porterei anche te, così non avrebbero testimoni da torturare per avere le loro informazioni. Che ne dici?- mormorò Julian speranzoso. Sapeva che non gli serviva di certo il permesse del piccolo elfo dai capelli bianchi.

-Secondo me ci metteremmo nei guai, però tu e le regole non siete mai andati tanto d’accordo, quindi non vedo cosa ti potrebbe fermare- Malgrado il suo aspetto Nevi era perfettamente in grado di ragionare come un adulto... anche quando era un bambino umano sorprendeva chi aveva intorno a se per la sua perspicacia innata, non del tutto adatta ad un bambino così piccolo.

-Già...allora scappiamo?- chiese nuovamente ghignando il ragazzo, che aveva chiamato già intorno a se le fedeli Ombre.

-Non possiamo! Non si fa...-provò debolmente a convincerlo l’elfo, mentre l’Antico lo guardava con i suoi tipici occhi da cucciolo bastonato.

-Uffa! Sei troppi responsabile Nevi! Ogni tanto dovresti anche divertirti...ti ricordi quando ti ho fatto volare la prima volta? Anche quello non si doveva fare e a dirla tutta non mi sarei neppure mai dovuto palesare a te o raccontarti tutto sull’Antica Razza..impara questo: le regole sono fatte per essere violate- Le parole di Julian finirono al vento...nel vero senso della parole. Infatti un poderoso vento si era levato dal nulla facendo capire al giovane che i parenti erano venuti a dargli il bentornato..e l’arrivederci, aggiunse pensieroso il ragazzo, mentre sbuffando indossava un semplice paio di pantaloni neri, ricamati con arabeschi argentati e  una tunica grigia gli gli scendeva morbida fino alle ginocchia, stratta in vita con un’elaborata cintura.

-Sappi che ti sei guadagnato il mio odio, Nevi...su andiamo.- Il giovane, non si sprecò certo a scendere la scale, preferendo materializzare se stesso e l’amico direttamente davanti ai nuovi venuti, nel giardino che circondava per qualche  acro l’Yggdrasill, prima di lasciare spazio alla rigogliosa foresta, che occupava gran parte del Regno di Elwe

-Ohilà! Da quanto tempo non ci si vede!- Un giovane biondo, dai glaciali occhi chiari si fece avanti per abbracciare Julian, ma questo si fece immediatamente indietro, sfuggendo al tocco.

-Preferirei baciare Hati che avere a che fare ancora con te, Loki!..o con tutti voi se è per questo. Quindi finiamola con i convenevoli e andate dritti al sodo se non vi dispiace- Julian non era mi stato un tipo che amasse l’ipocrisia. Sapeva che dei presenti gli unici che fossero realmente felici di vederlo erano appunto Hati_ suo amico d’infanzia, benché nella varie mitologie li avessero descritti come nemici. Se si doveva dar retta a quelle infatti l’uomo lupo avrebbe dovuto inseguire Mani fino alla fine dei suoi giorni, o meglio fino all’avvento del Ragnarok, quando avrebbe finalmente potuto sbranarlo_ e Fenrir, l’altro uomo lupo presente al raduno. Tutti gli altri, Loki per primo, avrebbero preferito vederlo morto o comunque addormentato nel mondo degli umani.

-Ma come siamo scortesi... vedo che la tua punizione non è servita a farti abbassare la cresta, Mani. Ti ricordo che potrebbero cambiare idea i Saggi...-fece Loki, mostrando le vere emozioni che provava verso il suo simile.

-Ti consiglierei di non continuare la minaccia, Loki. Per il tuo bene...-Un imponente antico si era fatto avanti, frapponendosi tra Loki e Julian con il pugno alzato che sfolgorava di una minacciosa luce rossastra. I suoi arruffati capelli neri, il fisico muscoloso e il portamento fiero fecero immediatamente capire al moro di chi si trattasse: era Fenrir. Ricordava come i rapporti tra loro due non fossero iniziato sotto la migliore delle stelle, ma come pian piano avessero cominciato a provare rispetto l’uno nei confronti dell’altro ed infine amicizia, un’amicizia profonda e forte che ancora li legava.

-Già potrebbe non essere divertente essere fatto a pezzi...oppure qualcosa di peggio, visto che il nostro caro amico sembra aver conservato il sua adorabile caratterino- sghignazzò un enorme lupo dal pelo bianco, alzandosi sulla due zampe, prima di acquistare l’aspetto di un ragazzo sui diciotto anni, dai lineamenti nobili. Hati. Come se niente fosse stato i due si girarono verso Julian, rivolgendogli due enormi sorrisi... lupeschi, non c’era davvero altro modo per definirli. Entrambi sfoggiavano una dentatura bianca, perfetta e tremendamente acuminata, identica a quella degli animali in cui si tramutavano. Erano tutti e due più alti di qualche decina di centimetri rispetto a Julian, ma Fenrir era il più alto e il più spaventoso a vedersi. Ogni cosa di lui emanava il sentore della ferocia, che gli era stata attribuita e della straordinaria potenza fisica, neppure tanto nascosta, ma anzi testimoniata dai muscoli che guizzavano, celati a mala pena del vestiario poco ricercato_ in realtà sembrava appena passato sotto una schiacciasassi, ma questo era un dettagli insignificante. Hati al suo fianco invece appariva quasi fragile, con il fisico slanciato e fine, avvolto da splendide sete azzurre e blu, su ci ricadevano morbidamente acconciati i lunghi capelli argentati. Gli occhi ridevano, velati dalla malizia, mentre critico squadrava da capo a piedi l’amico ritrovato, poi sorprendendo tutti lo strinse tra le braccia. Hati non era il tipo da mostrare i suoi sentimenti, era sempre freddo, impassibile e cinico con tutti e tutto, fin da piccolo, ma evidentemente il ritorno di Julian non gli aveva lasciato altra scelta.

-Sono felice che tu sia di nuovo qua!-

-Anch’io, Hati, anch’io...-

-Ma..?-non ci voleva certo un genio per capire che c’era un ma nel discorso di Julian e Hati non era affatto stupido.

-Devo tornare indietro. Non resterò qui ancora per molto...devo sistemare parecchie cose. In particolare Marvenis si troverà ad avere a che fare con un dio della Luna parecchio infuriato e vendicativo.-sussurò Julian con lo sguardo basso, sentendosi tremendamente in colpa.

-Non ti preoccupare..sappiamo tutti che sei troppo leale per lasciare qualcuno a soffrire a causa di una tua azione. Vai a fare quello che devi fare, Mani e non esitare a chiamarci se dovessi avere bisogno di noi per qualunque cosa.-Era stato Fenrir a parlare sorridendo gentile, dopo aver posato una mano sulla sua spalla.

-Grazie! Siete dei veri amici...anche se ogni tanto potevate venire a trovarmi! Neppure un salutino in cinquemila anni!-Ovviamente il ragazzo scherzava e i suoi amici lo capirono scoppiando in una allegra risata insieme a lui. Continuarono a parlare e a prendersi in giro per un tempo indefinito, ignorando completamente tutto il resto dei visitatori e coinvolgendo solo Nevi. Si interruppero solo quando il sole tramontò colorando di rosso e oro tutto il paesaggio. I saluti comunque andarono avanti fino a che una luminosissima luna piena non apparve sulle loro teste. Un essere umano avrebbe notato sorpreso che quella luna non era la stessa che si vedeva dalla Terra. In realtà era un’immagine della Luna del passato, priva di molti dei crateri che la costellavano nel presente e resa più grande dall’aria priva di ogni inquinamento del Regno Satellite. Nel momento in cui anche Hati e Fenrir scomparvero da quel luogo, Julian si affrettò a recuperare i suoi vecchi abiti, indossarli ed afferrare Nevi per un braccio, mentre salutando distrattamente suo nonno scompariva da quel mondo per tornare dove aveva lasciato Harry.

 

Angolino dell’autrice.

Salve a tutti! Per prima cosa volevo chiarire che ho cambiato la data del sacrificio di Mani a cinquemila anni prima degli avvenimenti che narro e non più a diecimila e che quindi non è un mio errore. Seconda credo che sia giusto dire che non è tutta farina del mio sacco l’Antica Razza, ma l’ho copiata da un altro libro (“I segreti di Nicholas Flamel. L’immortale” di Michael Scott), anche se poi l’ho modificata secondo il mio uso e consumo.

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e in particolare

 

_SiMoNa_ (Beh la fantasia non è tutta mia , ma mi fa comunque piacere che ti sia piaciuto lo scorso capitolo)

 PadFoot_07 (Julian resta Julian, niente paura...forse solo un po’ più saggio e meno impulsivo...ma che dico! Resterà esattamente lo stesso, solo più potente^^ Inoltre non preoccuparti neppure per Sirius e remus...ho in mente un piccolo espediente che non li metterà in ansia...Grazie per tutti i complimenti! P.S: ho corretto il tuo nome in tutti i capitoli precedenti^^)

 Marcolp(Grazie mille per i complimenti! Sono felice che ti piacciano i miei deliri^^)

Fedekikka(La contorsione è il mio mestiere! Sono capace di ricamare qualunque cosa su praticamente tutto, molte volte facendo un disastro altre solo un minestrone insipido e alcune qualcosa di carino..ma io non mi arrendo e continuo! Grazie anche a te^^)

Arrivederci al prossimo capitolo e mi raccomando....RECENSITE!

Ciao ciao^^

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16...parte prima^^ ***


La luna accolse Julian e nient’altro. Sapeva che il tempo passava in modo differente  sulla terra rispetto ai Regni Satelliti, perciò non sapeva dire da quanto mancasse  da quanto tempo fosse “morto” e quindi neppure quanto scalpore avrebbe destato la sua ricomparsa. Mentre rifletteva su quanto poteva essere conveniente riapparire e in particolare dove ricomparire due forti braccia lo strinsero da dietro.

-La morte ti fa inaspettatamente bene, Julian...-gli sussurò una calda voce nell’orecchio. Un brivido risalì la schiena del ragazzo e un sorriso dolce sbocciò fra le sue labbra.

-Non sono il solo, Tom...-mormorò a sua volta, alzando il volto in modo da poter incontrare gli occhi dell’altro, due scuri pozzi senza fine. L’Oscuro Signore rise, una bassa ed incantevole risata, che fece arrossire Julian fra le sue labbra: il ragazzo era convinto che se avesse riso più spesso in quel modo, non avrebbe avuto alcun bisogno di condurre una guerra per la conquista.

-Scusate...Mani, signore...noi non dovremmo...Marvenis... vostro fratello...-Un balbettio sconnesso, distrasse i due dalle loro effusioni, facendo notare per la prima volta a Tom un bimbetto con candidi capelli imbarazzatissimo. Il bambino guardava dovunque tranne che dalla loro parte, torcendosi le mani delicate.

-Sì, hai ragione, Nevi...devo andare Tom- Julian si liberò di mala voglia dalla stretta dell’altro, regalandogli un bacio a fior di labbra, il primo che gli dava spontaneamente.

-Se cerchi Potter, sappi che non è a scuola...credo che sia tornato a casa. Per i funerali, che fra l’altro si sono svolti senza che nessuno lo venisse a sapere, neppure a Hogwarts...un miracolo in pratica!- Se qualcuno avesse visto l’espressione imbronciata sul volto di quello che era lo stregone oscuro più temuto di tutti i tempi, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere: aveva messo su un broncio adorabile, molto simile a quello dei bambini piccoli, arricciando le labbra e gonfiando la guancie.

-Ci vedremo presto, Tom...grazie!- Un altro bacio a fior di labbra e poi Julian scomparve avvolto dalle Ombre.

Ad accogliere il suo arrivo, stavolta fu un gatto randagio,  decisamente poco contento di essere stato disturbato, ed un lampione bruciato...preferiva di gran lunga la Luna e Tom!

Sospirando, uscì dal vicolo in cui era comparso, portandosi lentamente davanti alla porta del numero 12 di Grimmauld Place

-Rimani nascosto, Nevi...devo sbrigarmela da solo.- L’elfo annuì silenziosamente, poi scomparve. Probabilmente era andato ad esplorare Londra...aveva sempre avuto una passione per le grandi città.

Julian rimasto solo sentì tutto il suo coraggio esplodere come una bolla di sapone: come avrebbe potuto presentarsi davanti alla sua famiglia con tutti i casini che aveva fatto? Era arrivato addirittura a suicidarsi! Come dovevano essersi sentiti i suoi genitori quando avevano letto la lettera?... Non ci voleva neppure pensare. Ed Harry? Harry che l’aveva visto per ultimo, che aveva avuto la possibilità di salvarlo, ma non c’era riuscito, che avrebbe potuto fermarlo, ma non aveva capito?

Forse sarebbe stato meglio per tutti se lui fosse scomparso realmente, svanendo nel Regno Satellite di suo nonno...NO! Che stava pensando! Così si sarebbe semplicemente comportato da codardo. Risoluto avanzò fino ad entrare nel cerchio di luce davanti alla porta e fece per bussare, ma una bacchetta puntata tra le scapole lo fece desistere dal compiere un qualunque movimento.

-Chi sei?- Tonks! Almeno la cosa restava nell’ambito famigliare...ma come dirle chi era?

-Sono...-cominciò debolmente il ragazzo.

-Non fiatare!- E come faceva a dirle chi era se non parlava? Gli scriveva una lettera?- Voltati lentamente con le mani in alto e non fare strani scherzi, altrimenti...- Julian fece esattamente quello che gli era stato detto, cercando di immaginarsi l’espressione della ragazza non appena l’avesse visto in faccia...da ridere, pensò tristemente. La giovane Auror sbiancò indietreggiando di qualche passo, scordandosi per un momento che si trovava sulla scale. Quasi non cadde, ma fortunatamente Julian riuscì a prenderla per un braccio.

-Attenta!-A volte ci si chiedeva come quella ragazza potesse appartenere ai Black: non aveva un briciolo di autocontrollo, ne di compostezza...però Julian le voleva bene lo stesso e si sentiva ugualmente in colpa per averla fatta soffrire, come tutti gli altri.

-Julian...?-domandò incerta tremando appena. Per un attimo Tonks aveva pensato si trattasse di un fantasma, ma i fantasmi non erano solidi, quindi le rimanevano solo due alternative: o Julian non era morta o era diventato un burattino nelle mani di qualcuno, che si era impossessato del suo corpo...e le veniva in mente il nome di un solo mago in grado di fare ciò.

-Sì, sono io. Sono vivo, nel caso te lo stessi chiedendo- La ragazza si rilassò visibilmente, emettendo un sospiro di sollievo.

-Ma come...? Che ci fai qui?-

-Devo spiegare le mie azioni...non posso lasciarli credere che io sia morto o che in caso contrario sia pronto a commettere atti che neppure voglio menzionare.-La voce di Julian tremò appena, facendo capire alla cugina in che stato versasse il suo animo...forse non era una campionessa di grazia, ma i sentimenti li capiva meglio di tanti altri.

-Ci sono solo Harry, Sirius e Remus in casa..gli ultimi non so se singoli o doppi. Entra. Io tornerò un altro giorno...-Poi di slancio abbraccio il ragazzo, come a volergli infondere un po’ del suo coraggio- Buona fortuna!-aggiunse schioccandogli un bacio sulla guancia. Infine si smaterializzò.

Bene ora non gli restava altro che affrontare un Mannaro infuriato e un padre anche peggio...fortuna che era immortale! Con una calma che non provava, si avvicinò nuovamente alla porta d’ingresso, bussando. La porta si aprì e un lacrimoso Remus lo accolse, mutando la sua espressione da benevola accoglienza a esterrefatto stupore in meno di trenta secondi. Nulla si mosse, non una foglia non un filo d’aria, neppure il più piccolo dei rumori turbò il silenzio del momento. Tutto era statico, fino a quanto il mannaro non scoppiò in un pianto di gioia lanciandosi sul figlio. Julian accolse con piacere quell’abbraccio, sapeva che sarebbe giunto il momento della rabbia presto, ma essere certi che dopo sarebbe stato ancora accolto  dal padre lo faceva sentire leggero. Non importava che avesse ritrovato la sua identità passata, al momento era sempre Julian Black e come tale era ancora un ragazzino di quindici anni, bisognoso di avere una famiglia e di non vedersi voltare le spalle da coloro che amava... inoltre anche come antico, per quanto potente fosse non era altro che un ragazzino agli occhi di suo nonno e del resto della sua specie.  Attirato dal rumore improvviso anche Sirius fece capolino dalla porta della cucina con gli occhi grigi terribilmente arrossati...doveva aver pianto molto. Il cuore di Julian ebbe come un tremito ed un enorme peso vi si posò sopra. Colpa. Per suo padre doveva essere stato terribile...prima il rapimento poi quello... ma che razza di figlio era?  Lo aveva fatto soffrire, fregandosene altamente dei suoi sentimenti, scegliendo “ciò che era meglio per tutti”. Ma a chi pensava di darla a bere? Aveva agito egoisticamente, come il migliore dei Serpeverde. Per sottrarsi alla vista dell’altro genitore Julian si strinse ancor di più a Remus nascondendo il viso nel suo petto, come faceva da piccolo dopo essersi svegliato da un incubo... riflettendoci probabilmente il tempo passato dalla sua scomparsa era stato realmente un incubo per i genitori e il fratello.

-Amore, che...?-La voce tremante di Sirius si affievolì di colpo, riconoscendo il bracciale che pendeva dal polso di colui che stava abbracciando. Era formato da un semplice laccio di cuoio nero con una pietra azzurra, senza alcun valore, trovata sulla sponda di un fiume legata al suo centro: era identico a quello che secoli prima aveva regalato al suo Julian. Crescendo il figlio aveva smesso di portarlo al polso, perché diceva che era poco elegante e non si intonava alla sua persona, però non se ne separava mai, lo teneva in una delle tasche, attaccato alla borsa di scuola, alla scopa...dovunque in pratica, l’importante era avercelo dietro. Diceva che gli portava fortuna.

Quindi la domanda che girava per la mente di Sirius era questa: come poteva quel ragazzo avere il braccialetto del figlio? E per di più Remus pareva conoscerlo bene, visto che non era esattamente il tipo che abbracciava chiunque incontrasse per la strada o sulla porta di casa, come in quel caso...quindi chi era?  C’era un'unica risposta, ma il Malandrino non voleva concedersi il lusso di pensarci, per paura di una delusione cocente.

-Julian?-Sussurò quel nome come se pensasse che dicendolo con più forza, il ragazzo sarebbe scomparso nel nulla, svenendo in uno sbuffo di fumo. Si era già sentito in quel modo, qualche settimana prima, però in quel momento era tutto infinitamente peggiore, perché era stato Julian stesso a vedere un gesto estremo come unica soluzione. Il ragazzo annuì, senza ovviamente essere visto dal padre. Il gesto strappò un sorriso a Remus, che più o meno aveva capito cosa frullava nella testa dei due Black.

-Non ti vede se fai così, Ju-Ju... Siry avrà tante qualità, ma non quella di vedere attraverso le persone, sai?- mormorò dolcemente, con la voce ancora leggermente rotta per il pianto, cullando il ragazzo, di cui vedeva solo i capelli neri fra le sua braccia.

-E’ veramente...sei...non era vero?- Sirius non sapeva se essere felice, infuriato o cos’altro, quindi preferì i gesti alle parole...si era dichiarato in quel modo anche a Remus ed era andato tutto per il meglio. Si avvicinò ai due abbracciati, li separò, a sua volta strinse fra le braccia il figlio, baciandolo fra i capelli come era solito fare per consolarlo, in quel momento era solo per accertarsi che fosse reale, poi se ne staccò e gli diede un ceffone, sibilando uno “Stupido!” fra i denti, prima di stringerlo nuovamente tra le sue braccia, anticipando Remus.

-Scusa...-mormorò il ragazzo. In realtà non aveva capito molto bene cosa era appena successo, doveva averne perso qualche passaggio, ma l’essenziale l’aveva compreso: era stato perdonato, tanto bastava.

-Non pensarci più...l’importante è che tu abbia compreso il tuo errore e non abbia commesso una sciocchezza.-Anche il mannaro pensava di essersi perso qualche passaggio, ma ormai era abituato a quel genere di cose quindi, aveva impiegato meno tempo del figlio per comprendere.

-La “sciocchezza” l’ho portata fino in fondo, papà... io non dovrei essere qui in questo momento- A quelle parole Sirius sussultò, tirandosi indietro leggermente, spaventato da ciò che aveva sentito.

-Che significa?- Julian abbassò lo sguardo. Ecco ora l’avrebbe buttato fuori di casa..doveva aspettarselo: l’avevano accolto così bene solo perché pensavano che alla fine non si fosse suicidato, ma ora che sapevano che non era così... Il ragazzo fece un passo e poi un altro e un altro ancora all’indietro torcendosi le mani, sembrava terribilmente fragile, si sentiva terribilmente fragile, più di come si era mai sentito in vita sua, malgrado la nuova consapevolezza di se non si sentiva altro che un bambino sperduto. Sapeva che se avesse raccontato ai due cosa era successo e i genitori l’avessero cacciato, non si sarebbe più ripreso.

-Io sono andato fino in fondo... non mi sono fermato. Non potevo!-L’ammissione era stata fatta con una voce talmente carica di dolore, rammarico e terrore che anche Sirius dovette rendersi conto che non stava affrontando le cose nel modo giusto, per nessuno dei presenti... insomma non era normale che suo figlio si allontanasse da lui con quella faccia, non l’aveva mai fatto neppure quando era infuriato con lui!

-Julian...- mormorò con dolcezza-...ascolta, per favore, io non sono arrabbiato con te...ok, forse solo un pochino. Ma più che altro sono arrabbiato con me stesso perché non sono stato capace di impedire tutto questo, pur sapendo della prima visione, capito?-Il ragazzino annuì. Senza alzare né lo sguardo o avvicinarsi. A quel punto non sapeva più nemmeno lui di cosa avesse paura.. era come se temesse che se si fosse avvicinato troppo Sirius gli avrebbe fatto chissà che cosa, ma il padre non l’aveva mai picchiato se si escludeva lo schiaffo di poco prima. E allora cosa gli prendeva? All’improvviso capì: non aveva paura di Sirius in se, era l’istinto a guidarlo, istinto che gli veniva dalle vite passate. Nella sua mente i vecchi ricordi non si erano ancora sopiti e vi regnava il caos più totale dove il vecchio si mischiava al nuovo e il nuovo al vecchio creando solo confusione. Forse la sua non era stata un grande bella mossa. Avrebbe dovuto darsi più tempo prima di tornare a casa, in modo da riuscire a far ordine...però ormai era lì e doveva ricorrere alle misure di emergenza.

-Mi dispiace...-mormorò piano, tentando di far valere la ragione sull’istinto, di riportare la sua mente al presente concentrandosi sui suoi attuali genitori e non si quelli passati.

-Lo so, Julian...lo so- sussurrò Sirius, cercando lo sguardo del compagno per capire cosa deve fare..ma Remus non c’è! Bel momento a scelto quello per decidere che devono approfondire la loro relazione padre e figlio! Certo anche il corridoio non è il posto migliore per affrontare i problemi..sembra dare un senso di instabilità, come a dire o fai quello che io voglio o quella è la porta. Anche quando era stato cacciato di casa il litigio era avvenuto in corridoio...dovevano andare da qualche altra parte!

L’uomo non fece in tempo ad aprire bocca per proporre lo spostamento che si ritrovò il figlio tra le braccia, stretto al maglione e con il viso affondato nel suo torace, come poco prima aveva fatto con il licantropo... voleva dire che gli era passata?

Istintivamente portò una mano sulla sua testa, accarezzandogli i morbidi capelli neri. La loro consistenza era la stessa di sempre ed anche il profumo non era cambiato...eppure c’era qualcosa di diverso in Julian, un qualcosa che non riusciva ad afferrare.

-Papà...ci sediamo?-pigolò Julian, distogliendo il padre dalla sua ricerca.

-Eh?...Ah sì. Andiamo!-Sciogliendo l’abbraccio i due si diressero verso una dei salotti, il più vicino. Il ragazzo lanciò un’occhiata sottecchi al genitore, che sembrava perso in chissà quali oscure riflessioni... chissà a che pensava. Arrivati si sedettero o meglio Sirius si sedette e Julian si sdraiò poggiando la testa sulle sue ginocchia. Si sentiva un tantino infantile, ma non poteva farne a meno, visto che faceva tutto parte del suo modo di convincere se stesso che i ricordi passati non corrispondevano a Sirius ne tanto meno a Remus.

-Ju-Ju..tu prima hai detto che sei arrivato sino in fondo, ma ora sei qui...cosa è successo?-domandò dopo un po’ Sirius, osservando intensamente il figlio con i profondi occhi azzurri. Quello fece un piccolo sorriso, beandosi delle coccole che gli venivano somministrate, poi disse

-Se te lo raccontassi non ci credesti mai papà!-

-Tu provaci e io in cambio ti do una bella notizia...- propose l’uomo con un sorriso misterioso sul volto. Julian saltò su mettendosi in ginocchio, incuriosito

-Cosacosacosa?-Sirius sorrise scuotendo la testa.

-Prima tu, poi io, July... dopotutto sei in debito sai? Con lo spavento che mi hai fatto prendere...-Julian storse il naso abbassando nuovamente lo sguardo, poi sospirò riacquistando la posizione che aveva abbandonato.

-Sei cattivo!-si lagnò con un piccolo broncio.

-Modestamente! Mi ci son voluti anni per diventare così!- esclamò Sirius con un ghigno malandrino tutto suo. Era contento che Julian sembrasse essere tornato normale, come dimostravano tutte le sue moine, ma per nulla al mondo gli avrebbe permesso di sviare l’argomento su quello che voleva se prima non gli avesse detto tutta la verità.

-Antipatico vecchietto!- Il sopraciglio sinistro di Sirius ebbe un tremito ma nulla nel suo aspetto dette l’impressione che se la fosse presa, infatti fece solo un gesto per invitare il figlio a parlare.

-Uffa!-Julian sospirò sconfitto e mettendosi comodo iniziò il suo dettagliato racconto. Quando ebbe finito Sirius emise un breve fischio scioccato, incapace di dire una qualunque cosa. La sua prima reazione sarebbe stato comportarsi come quando aveva scoperto che il suo Remus era un lupo mannaro: saltellare in circolo come un deficiente di prima categoria, vantandosi di avere un amico mannaro. Però non pensava fosse il caso...Julian l’avrebbe preso a cuscinate, come minimo!

-Certo che in questa casa la normalità manca decisamente, vero?-Una voce gentile e lievemente sarcastica li distrasse.

-Amore! Dove eri finito?-

-Aspettavo che voi due finiste...-sorrise Rem, avvicinandosi su letto e schioccando un bacio sulla labbra dell’amante -Lo dici tu o lo dico io?- chiese poi con un bagliore di pura gioia negli occhi dorati.

-Tu!-Julian fissava entrambi con curiosità mal celata di nuovo in ginocchio sul divano

-Allora?-chiese impaziente come un bambino a Natale, prima di scartare i suoi regali, dopo che i due avevano passato quasi dieci minuti buoni a decidere chi dovesse comunicargli la notizia

-Allora....REMUS ASPETTA UN BAMBINO!-urlò il moro felice come una pasqua, dando libero sfogo alla sua gioia con un balletto patetico.

-MA E’ MERAVIGLIOSO!-gridò a sua volta Julian abbracciando il mannaro, accorgendosi che in effetti l’aura dell’uomo aveva qualcosa di diverso.

-Cosa è meraviglioso?-mormorò Harry apparso improvvisamente in salotto.

-REMUS E’ INCINTO!- lo mise al corrente Julian, correndo ad abbracciare anche lui, scordandosi per un momento la lunga discussione che li aspettava, nelle gioia del momento.

-E’ SPLENDIDO, REMY!-si aggiunse allora anche il moretto, abbracciando tutti quanto e unendosi ai festeggiamenti della famigli. Andarono avanti in quel modo per un bel pezzo, fino a che Julian con un improvviso guizzo di intelligenza, trascinò via il fratello quando i genitori cominciarono a scambiarsi effusioni che gli avrebbero traumatizzati per il resto della loro vita.

-Io e te dobbiamo parlare.-gli disse deciso una volta giunti nella sua camera da letto.

 

Angolino dell’autrice:

Salve gente! Scusate per il ritardo ma ho avuto un po’ da fare in questi giorni e il computer l’ho visto giusto con il binocolo. Spero di non avervi deluso...sinceramente non so da dove mi sia uscito il pezzo su Remus, ma mi spirava^^ Sono carini!

Ringrazio tutti coloro che hanno letto e in particolare

WingsHP(All’inizio il tuo commento mi aveva leggermente lasciato perplessa perché non capivo come mai non ti risultavano chiare certe cose, arrivata in fondo ho scoperto con un sospiro di sollievo il motivo...all’inizio mi ero preoccupata di risultare poco chiara in quello che scrivevo^^ fortuna che non è così. Comunque credo che questo capitolo sia arrivato dopo la tua partenza, ma aspetterò con ansi i tuoi commenti al tuo ritorno. Grazie per l’appoggio ^^ )

Padfoot_07(Sono contenta che ti piaccia tanto quello che scrivo^^ Ogni volta che leggo i tuoi commenti arrossisco sempre e sorrido per mezz’ora dalla felicità. Spero di non averti deluso con il ritorno. Ciao e Grazie per la tua presenza^^)

Alla prossima

P.S: come mai siamo ritornato a solo due recensori?

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 16

 

I due fratelli, seduti uno sul letto e l’altro sulla poltrona, erano immersi nel silenzio, entrambi cercando un modo per iniziare il discorso. Di solito non era così complicato per loro due parlarsi, ma in quel momento le parole sembravano essere andate momentaneamente in sciopero ed un insana timidezza si era fatta strada tra loro: si sentivano dei perfetti sconosciuti, messi insieme per sbaglio. Julian fece una smorfia addolorata: fino a quel punto aveva degradato il rapporto che condividevano?

-Mi dispiace...- Quante volte quel giorno aveva già detto quelle parole? Troppe, decisamente troppe volte. Harry lo guardò stupito, sgranando gli splendidi occhi verdi, nascosti dietro gli occhiali: non toccava a Julian scusarsi!

-E per cosa?- domandò brusco, più di quello che avrebbe voluto. Ricordava ancora perfettamente cosa era successo l’ultima volta che si erano parlati..lo aveva mandato a morire e non intendeva di certo ripetere l’esperienza, ma quel tono era uscito senza che lui potesse fermarlo! Si vide costretto ad ammettere con se stesso che si sentiva ferito dal modo di fare del fratello. Non poteva fare quello che voleva e poi pensare che con delle scuse si aggiustasse tutto, cavolo...non era mica il suo schiavo lui!

-Per tutto... per quello che ho fatto quest’estate, per averti tenuto nascosto le mie visioni, per averti mentito, per...non lo so! Per tutto, Harry, ma in particolare per aver rovinato quello che ci legava!-disse tutto in un fiato il Serpeverde, riprendendo a torturarsi le mani..quel vizio doveva venirgli sicuramente dalla parte Mani, visto che non l’aveva mai fatto prima di quel giorno.

-E tu pensi che basti scusarsi? Pensi davvero che delle semplici scuse bastino a riportare tutto com’era un tempo?...Vedi di crescere Julian e comincia a prenderti le tue responsabilità!- Gelo. Solo quello sentiva l’Antico nelle parole del fratello...aveva rovinato tutto!

-E tu credi che io non mi stia prendendo le mie responsabilità, Harry?...so che quello che ho distrutto non tornerà mai più! Ma per il bene di papà e Remus dobbiamo per lo meno fingere di essere com’eravamo... non ti chiedo di perdonarmi adesso e neppure domani, ti chiedo semplicemente di provare un giorno anche tra cento anni a capirmi! Io non sapevo davvero che altro fare!-esclamò Julian con la voce carica di tormento, lo stesso tormento che aveva provato in tutti quei mesi, ma in particolare negli ultimi due giorni.

-Magari provarne a parlare? Una volta lo facevamo e non mi sembrava tanto difficile...-disse con sarcasmo Harry.

-Mi immagino la scena: io arrivo e ti dico ”Sai Harry probabilmente ti ucciderò per diventare il nuovo signore oscuro, dopo aver ucciso Voldermort e Remus. Hai qualche idea di come io possa evitare di farlo?”...ma ti rendi conto di quello che dici? Era impossibile che io ti parlassi, anche perché dopo la prima visione sono stato rapito e guarda caso per me eri stato tu a farlo!-gli ricordo con pesante ironia Julian, trovando quel litigio migliore persino del silenzio che gli avvolgeva prima.

-Mi sembra che abbiamo già chiarito questa faccenda, no?...hai detto che esiste una pozione che cambia le aure...-

-Ora so che non è stata la pozione: Marvenis è un Antico come me...mi odia, perciò ha cercato di mettermi contro di te!-lo interruppe il Serpeverde mettendolo al corrente delle cose, molto brevemente.

-Cos’è questa storia adesso?-Julian raccontò tutto quello che gli era accaduto in quegli ultimi due giorni, senza risparmiarsi un solo particolare.

-Sei sempre il solito...non posso lasciarti solo un attimo che m diventi una divinità!-commentò tra lo scocciato e l’ammirato Harry –Questo significa che siamo stati manovrati da quello? Che è colpa sua tutto quello che è successo?-chiese il Grifondoro un po’ più calmo e molto più propenso a perdonare Julian.

-Sì, ma se io non gli avessi dato corda non sarebbe successo niente...la colpa per gran parte è solo mia, Harry- mormorò Julian abbassando lo sguardo.

-Beh... le tue visioni fino ad ora si sono sempre avverate, quindi era normale che tu ci credessi...diciamo che per questo sei perdonato-fece il Grifondoro con un mezzo sorriso –Però devi promettermi che da ora in poi ci diremmo tutto come prima...-aggiunse allungandogli la mano per fare pace.

Julian sorridendo a sua volta ignorò la mano buttandosi sul fratello per abbracciarlo, spingendolo sul letto.

-Mi sei mancato fratellino!-esclamò al massimo della felicità.

Iniziarono una piccola lotta per vedere chi sarebbe riuscito a mettere sotto l’altro usando i cuscini e ogni cosa non dolorosa a loro disposizione...sembravano due bambini!

Li distolse dai loro impegni un sommesso bussare.

-Avanti!-dissero in coro con due enormi sorrisi. Le cose erano andate a posto per il momento e fra loro tutto sembrava essere tornato realmente come prima senza muri e divisioni varie.

Un Remus molto scompigliato e con un vistoso succhiotto sul collo entrò precipitosamente in camera nascondendosi dietro ai due figli.

-Salvatemi!-mormorò ridacchiando come un bambino, mentre appariva anche Sirius deciso a completare  quello che aveva lasciato in sospeso. L’espressione dell’uomo divenne delusa e si imbronciò come un bimbo piccolo

-Non vale nascondersi dietro ai figli!-borbottò guardando male Remus

-il regolamento dice che vale papà...-ribatté Julian con un sorriso saputo

-Non credere che siccome hai tre milioni di anni tu possa dettare legge, marmocchio!-esclamò Sirius sorridendo

-Comunque se non posso dare la mia affettuosità a Remy…-mormorò lasciando la frase a metà per buttarsi sui due figli e affogarli con le sue coccole.

La cosa ovviamente scatenò una lotta di proporzioni epiche e Remus ritenne più sicuro spostarsi dal letto, sistemandosi su una delle poltrone, accarezzandosi distrattamente il ventre.

Non poteva ancora credere che una dolce creatura stava crescendo in lui, ma il suo istinto non poteva sbagliarsi…e pensare che era stato tutto frutto di uno sbaglio!

Qualche giorno prima infatti era andato a ritirare come al solito la propria pozione Lupica da Severus, solo che l’aveva scambiata con un’altra, quella che appunto rendeva in grado anche i maghi di concepire…Ovviamente con il maniaco che si trovava per compagno non c’era voluto molto prima che si verificassero tutte le condizioni adatte al concepimento!

La faccia di Sirius era stata impagabile quando gli aveva detto che lo avrebbe reso papà…gli aveva fatto tante di quelle feste!

E lui che pensava si sarebbe arrabbiato!...insomma c’era sempre il rischio che il piccolo ereditasse il gene del licantropismo, no?

Le sue riflessioni furono interrotte dalle parole di Julian che aveva avuto la meglio con Harry sul padre

-Dovremmo salvare la nostra sorellina da questo pazzo!- borbottò infatti il ragazzo, non rendendosi conto dell’effetto che aveva scatenato in tutti gli altri, che ovviamente pensavano che avesse già previsto il sesso del nascituro: in realtà non era così!

Aveva solo espresso la sua preferenza: voleva una sorellina e fina a prova contraria avrebbe continuato a considerarla tale, senza rovinarsi la sorpresa con inutili previsioni.

Anche Remus avrebbe tanto desiderato una bambina e lo stesso Sirius…dopo tutto avevano già allevato due maschi, un po’ di rosa mancava in quella casa!

-Guardate che non lo so…se sarà femmina intendo…-ritenne opportuno avvertirli Julian, scatenando così un nuovo attacco combinato da parte del padre e di Harry.

Il licantropo invece si era peso di nuovo nelle sue considerazioni.

Aveva sempre voluto una femminuccia, ma non aveva mai voluto tentare, per paura di condannare la propria bambina ad un futuro di dolore e sofferenza. Non aveva mai chiesto: sarebbe stato un mostro a far passare tutto quello che aveva passato lui ad un bambino…ma ora che il destino aveva scelto per lui era estremamente felice, al settimo cielo per la gioia!

Inoltre guardando la sua famigli aveva la certezza che la sua creatura non sarebbe mai stata sola: aveva un padre fantastico, anche se lievemente pazzo e due fratelli meravigliosi che sicuramente l’avrebbero protetta da tutto e tutti e…e poi ovviamente c’era lui che l’avrebbe guidata in tutte le tappe della sua vita, anche come licantropo, se che ne fosse stato bisogno.

Il bambino non avrebbe potuto desiderare di meglio…era fortunata la sua dolce creatura.

 

 

Angolino dell’autrice:

mi dispiace molto avervi lasciato per così tanto tempo, ma ho avuto la mia dose di problemi che ha distrutto in me ogni ispirazione seria…non che sia tornata, ma non posso lasciare cose a metà.

Scusate l’attesa e il capitolo striminzito.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=180559