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di _Luthien_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Batiatus ***
Capitolo 2: *** 2- Nasir ***
Capitolo 3: *** 3- Lucrethia ***
Capitolo 4: *** 4- Agron ***
Capitolo 5: *** 5- Nasir ***
Capitolo 6: *** 6- Gannicus ***
Capitolo 7: *** 7- Melitta, Gannicus ***
Capitolo 8: *** 8- Spartacus ***
Capitolo 9: *** 9- Laeta ***
Capitolo 10: *** 10- Naevia ***



Capitolo 1
*** 1- Batiatus ***


Personaggi: Batiatus
Prompt: Mano di ferro in guanto di velluto
Parole: 168
 
Non sono stupido, anche se so di poterlo sembrare.
Effettivamente, negli ultimi anni ho agito spesso in modo impulsivo ma ero guidato dalla foga, dalla voglia di rivarsa.
Ma questo mio comportamento non ha forse avuto l’effetto desiderato? La Casa di Batiato non si è forse costruita il nome a cui da sempre aspirava?
Ora però le cose sono cambiate.
Con la presenza di Glabro devo fare molta più attenzione su come gestisco i miei affari; e sopratutto su come mi libero dei miei panni sporchi.
In realtà, quella a cui devo puntare è sua moglie, Ilithyia.
Non sono così cieco da non vedere che in realtà sono le donne che gestiscono davvero tutta questa situazione. So che dovrei lasciar fare a Lucrethia, ma odio sentirmi impotente.
Quindi giocherò anche io questa partita con Ilithyia.
Devo essere suadente, gentile, ma fermo in quello che voglio.
Come una mano di ferro in un guanto di velluto.
E lei non si accorgerà nemmeno di stare giocando secondo le mie regole.

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Capitolo 2
*** 2- Nasir ***


Personaggi: Nasir
Prompt: Malelingue
Parole: 175
 
“Non ci posso credere; non posso davvero credere che tu stia dando ascolto a tutto quello che dicono là fuori!” te lo urlo, arrabbiato, come non lo sono mai stato.
“Che altro dovrei fare, Nasir? Ne parlano tutti. Di come tu e quel fottuto pirata ve la facciate alle mie spalle. Lo dicono TUTTI”
“Per gli Dei, Agron, non posso acccettare che tu gli creda. In tutti questi anni non hai imparato niente su di me, su di  noi? Non voglio Castus. Voglio te. E tutti quei fottuti bastardi che sparlano vogliono solo indebolire la tua posizione al fianco di Spartacus. Vogliono essere al tuo posto ma è chiaro che sei un soldato perfetto quindi parlano male di te nell’unico modo in cui possono farlo!”
“Tu...loro mi ritengono debole a causa tua. Non sono debole!”
Non  intendo ascoltare una parola di più; sei arrabbiato e so che stai dicendo cose che in realtà non pensi. Ma non per questo intendo ascoltarti.
Mi volto e me ne vado, lasciandoti solo, a rimpiangere le tue stesse parole.

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Capitolo 3
*** 3- Lucrethia ***


Personaggi: Lucrethia/Crixus
Prompt: giudare alla vittoria
Parole: 100
 
Devo per forza scegliere uno di loro.
Mi disgustano.
Sono esseri inferiori, rozzi, sporchi, privi di una propria volontà.
Schiavi.
Li detesto.
Eppure devo dare a questo ludos un erede.
Devo scegliere uno di loro.
Non sarà una scelta fatta con il cuore o guidata dal desiderio sessuale.
Saròà fredda e razionale.
Il Gallo sembra avere buone potenzialità.
Mi sono informata, ha una famiglia numerosa, composta da molti fratelli.
Adatto al mio scopo.
Non proverò piacere, non lo desidererò.
Accetterò questa cosa come un male necessario.
Lo schiavo ancora non lo sa ma io lo guiderò alla vittoria.
La mia.

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Capitolo 4
*** 4- Agron ***


Personaggi: Agron
Promp: come un sassolino nella scarpa
Parole: 149
 
Appena ti ho visto, mi hai ricordato lui.
Non dovrei fare questi paragoni, ma diventa sempre più difficile. Pensavo sarebbe passata con il tempo.
Pensavo avrei smesso di vedere il suo volto ovunque.
Ma non è così.
I suoi occhi, il suo sorriso, la sua voce mi seguono ovunque.
E rivedo qualcosa di lui in ogni viso che incontro.
Ma in te questa somiglianza è ancora più evidente.
Non so perchè me lo ricordi ma non riesco a liberarmene.
So di farti paura, almeno un po’.
Vorresti che ti stessi lontano ma non posso.
È questa voce, la sua voce, che mi dice che d’ora in avanti il mio compito è proteggerti.
Non riesco a farla tacere, è insistente e fastidiosa, come un sassolino nella scarpa che non ne vuole sapere di uscire.
È la voce di mio fratello che mi dice che tu, Nasir, sei il mio futuro.

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Capitolo 5
*** 5- Nasir ***


Personaggi: Nasir            Prompt: Fear of the dark (soprattutto il testo )   https://www.youtube.com/watch?v=Nba3Tr_GLZU
 
C’è qualcosa là fuori.
Sono anni che c’è qualcosa là fuori, nel buio.
Quattro anni per la precisione.
Da quando tu sei morto.
Tu. L’amore della mia vita, la mia forza, la mia anima, il mio personale gladiatore.
Tu che mi hai sempre protetto, che mi hai insegnato a lottare, che mi hai insegnato a vivere.
Tu, che te ne sei andato, stroncato da una stupida malattia, con la preoccupazione di lasciarmi solo.
E avevi ragione.
Perchè da quando sono rimasto solo, nulla è come prima.
Non spengo mai le candele, faccio in modo di non essere mai nell’oscurità.
Sento sempre qualcosa che cammina alle mie spalle.
Una volta eri tu.
Dovunque fossi, qualunque cosa stessi facendo, sapevo che se avessi alzato lo sguardo avrei incontrato il tuo.
Perchè mi osservavi sempre.
Ma ora non ci sei, e quello che cammina nel buio dietro di me non sei tu.
Ho paura.
Paura di quello che c’è nell’ombra, oltre la luce che emana questa candela.
Ma sono vecchio anche io oramai.
Forse è tempo di spegnere questa luce e lasciare che il buio mi avvolga.
Ho paura.
Ma spero che una volta che giungerò nell’oscurità della morte, troverò i tuoi occhi verdi ad attendermi, il tuo sorriso capace di scaldarmi il cuore.
E allora, anche se nel buio, non avrò paura perchè sarai di nuovo tu, quello che cammina dietro di me.
 

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Capitolo 6
*** 6- Gannicus ***


Personaggi: Gannicus
Prompt: “Guardi questi semi di bieta […], guardi come sono sgraziati, anzi decisamente brutti. Se uno non sapesse ciò che sono, potrebbe addirittura pensare che siano escrementi di roditore. Invece qui, in questi pochi millimetri cubi di materia, c’è tutto. C’è energia raccolta e il progetto di una crescita. Le grandi foglie verdi che a giugno ombreggeranno la terra dell’orto, sono già tutte qua dentro. Molte persone si emozionano davanti ai grandi spazi aperti, le montagne o il mare. Soltanto così si sentono in comunione con il respiro dell’universo. A me è sempre successo il contrario. Sono le cose piccole a darmi la vertigine dell’infinito.” (S. Tamaro, “Anima Mundi”)
 

Sono giunto alla fine.
I Romani, quei fottuti bastardi, mi guardano con espressione trionfante.
Hanno messo in croce il Dio dell’Arena.
Ma non hanno capito: abbiamo vinto noi.
È vero, la maggior parte di noi è morta, altri moriranno, ma noi abbiamo cambiato il mondo.
Abbiamo cambiato la storia.
Non saremo dimenticati, non verremo cancellati dai racconti.
Noi siamo una leggenda.
Ed io nemmeno ci credevo a tutto questo.
Ho seguito Spartacus perchè lo dovevo ad un amico.
Ma non è vero; o almeno, lo è stato all’inizio.
Ma poi?
Era già libero e mi sono schierato con i ribelli per la libertà.
Piuttosto senza senso, non è vero?
Ma è stato allora che ho capito.
Avevo sempre cercato quella sensazione, quel sentirsi grande, completo. Credevo di averla trovata nell’arena e nel sangue.
Ma è stato quando ho iniziato a combattere per qualcosa di più grande di me che ho capito.
La vita, quella vera, sta nelle piccole cose.
In un bicchiere di vino.
In un letto a fine giornata.
Nella stretta di mano di un amico.
Nelle labbra di Sibyl.
Quindi sì, miei cari Romani, guardatemi sorridere mentre muoio in croce.
Perchè voi non avete capito che, per quanto mi riguarda, ho vinto io.
 

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Capitolo 7
*** 7- Melitta, Gannicus ***


Personaggi: Agron, Melitta, Gannicus              Prompt: Mai dire mai     

 




Vedo Gannicus che osserva rapito Sibyl.
È un idiota.
Pensa di non meritarla, ma non ha ancora capito che, per il tempo in cui viviamo, dovremmo sfruttare tutte le occasioni che ci vengono offerte.
Mi avvicino a lui.
So che non sono io quello bravo con le parole, di solito se ne occupa Spartacus, ma voglio tentare.
Voglio che Gannicus sia felice, come lo sono io con Nasir.
“Ehi...dovresti farti avanti, lo sai, vero?”
“E tu dovresti essere da qualche parte a fotterti il tuo siriano, invece che essere qui a stressare me con queste stronzate.”
“Oh, non temere per la prima parte, ce la caviamo benissimo. Per la seconda invece...ho ragione, lo sai. Cosa ti ferma?”
“Melitta.”
Non conosco il nome che il mio amico pronuncia.
“Racconta.”
“Non c’è molto da dire. La amavo, anche se non potevo e poi è morta.”
“Ed è tutto qui? Non credo. Senti, Gannicus, lo so che tu sei quello da “donne e bevute” ma non è solo questo è tu lo sai. Parlami. O se non vuoi parlarne con me, almeno parlane con qualcuno.”
L’altro resta in silenzio per svariati minuti prima di iniziare a raccontare, con voce rotta, commossa.
“Lei era...bellissima. Intelligente, capace, sveglia. Ma era la moglie di Enomeo. Sono andato contro tutte le regole del buon senso, dell’amicizia, della lealtà. Non ho potuto farne a meno, l’amavo.
Ma lei è morta tra le mia braccia, uccisa da qualcosa che ancora nemmeno so. E non mi interessa.
Se chiudo gli occhi, posso ancora sentire il profumo dei suoi capelli, la morbidezza della sua pelle sotto le mie dita.
Posso vederla,a distanza di anni, esattamente come se l’avessi vista ieri per l’ultima volta.
Ma fa male. Dannatamente male.
Quindi tu ora mi dici che con Sibyl non rischio nulla, ma menti, e lo sai.
Chieditelo, Agron.
Chiediti come ti sentiresti se perdessi Nasir.
Perchè è così che io mi sono sentito quando Melitta e morta e non intendo riviverlo. Mai.”
Con queste parole, Gannicus si alza e si allontana.
Ed io non posso far altro che attendere qualche minuto, per scacciare quella sensazione di freddo che mi ha pervaso all’idea di perdere il mio compagno, per poi seguirlo, pensando che forse, dopotutto, ha ragione lui.
Ma in fondo, mai dire mai. Ancora spero che il mio amico possa trovare la felicità, per quanto breve possa essere.

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Capitolo 8
*** 8- Spartacus ***


Fatta per il Prompt Days indetto da Pseudopolis Yard    http://pseudopolisyard.blogfree.net/
Personaggi: Spartacus
Prompt: Apparire
 
“È lui... Spartacus”
“Guarda là... è Spartacus”
“Osserva quell’uomo ragazzo... è colui che ci ha salvati... Spartacus.”
Sento queste frasi, tutte attorno a me, costantemente.
Sussurrate, urlate, dette chiaramente... tutti che mi guardano, tutti che mi vedono come l’eroe... il grande Spartacus.
Il ribelle.
Il salvatore.
Ma quale salvatore, quale ribelle...
Dei, se solo sapessero la verità.
Sono solo un uomo.
Un uomo stanco e ferito nell’animo che ha perso l’unica cosa che avesse un valore. Mia moglie.
E la ribellione non è nata dal grande ideale della libertà ma dalla semplice voglia di vendetta.
Improvvisamente mi sono ritrovato con centinaia di persone che credevano in me, nella causa, nella possibilità di una nuova vita, e mi sono adattato.
Sono diventato il capo della rivolta, l’uomo del momento, il gladiatore a cui fare riferimento.
Ma la verità è che sono solo e stanco.
Mira è una buona compagnia ma non è lei, non è Sura.
Vorrei gridare a tutti, per una buona volta, che la smettano di guardare verso di me. Non so cosa fare più di quanto non lo sappiano loro.
Smettete di confidare in me, vi deluderò.
Ma non posso.
Non posso dire queste cose, non posso fare queste cose.
Devo continuare ad indossare la maschera che mi hanno dato, a recitare il ruolo che mi è stato assegnato.
Perchè quando guardo i volti di tutte le persone che mi seguono capisco che non conta quello che sento e desidero io.
Quello che conta davvero è solo l’apparenza.
Devo apparire come loro vogliono, come loro si aspettano.
Ne hanno bisogno, quindi io lo farò.
 
 

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Capitolo 9
*** 9- Laeta ***


Scritta per il Prompt Days indetto da Pseudopolis Yard  http://pseudopolisyard.blogfree.net/
Personaggi: Laeta
Prompt: Viola
 
Laeta aveva sempre amato il colore viola.
Chiedeva sempre a suo marito di acquistare tessuti di quel colore, ordinava alle serve di riempire la sua stanza con fiori viola e anche il loro profumo la deliziava.
Ma ora che Spartacus, il ribelle, è giunto in città, tutto è cambiato.
Persino il significato del viola.
Ora Laeta lo odia.
Vorrebbe non vederlo mai più ma è costantemente sotto i suoi occhi.
È sulle mani, sui polsi, sulle gambe, e se avesse uno specchio, potrebbe vederlo anche sul viso.
Lividi.
I ribelli non sono di certo stati gentili con lei, dopo aver ucciso suo marito.
Non l’hanno stuprata, questo no.
Ma il male si sente comunque.
È incatenata ad un parete e tutti i suoi muscoli pregano per un po’ di pace.
Ma sa che non ne avrà, non da quei dannati ribelli.
E dire che si era sentita attrata da Spartacus prima di sapere chi fosse.
Un errore che di certo le ha insegnato qualcosa.
Una lezione che mai dimenticherà.
Ed anche se un giorno dovesse capitare di scordarla, basterà ripensare a quel viola che ora adorna il suo corpo in modo così grottesco per ricordare.

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Capitolo 10
*** 10- Naevia ***


Personaggi: Naevia
Song: Because you loved me- Celine Dion     https://www.youtube.com/watch?v=P_r8pDziQKE
 
Scritta per la  “Settimana tematica #1: SONGFIC - Iniziativa del forum Pseudopolis Yard” http://pseudopolisyard.blogfree.net/
 
 
 
 
 

For all those times you stood by me
For all the truth that you made me see
For all the joy you brought to my life
For all the wrong that you made right
For every dream you made come true
For all the love I found in you
I'll be forever thankful baby
You're the one who held me up
Never let me fall
You're the one who saw me through through it all

 
 
Avevo così paura all’inizio… ricordi?
Stavamo disobbedendo alla domina anche solo parlandoci.
Ti ritenenvo solo un bruto, un guerriero che mi aveva puntata per divertimento.
E tu non eri nemmeno in grado di dire una frase dolce, nessuno ti aveva mai detto come fare.
Voi gladiatori pensate alla gloria, al sangue e al sesso, mentre tu stavi cercando di capire come funziona l’amore
Alla fine, ho ceduto.
Come avrei potuto resistere, dopo aver visto l’uomo che davvero si nascondeva dietro la spada?
L’uomo forte, coraggioso, nobile, dolce che era il vero Crixus?
Non potevo.
Mi lasciai andare, mi permisi di sognare, perchè tu mi facevi sognare.
Sfidai la sorte, sfidai gli dei e sfidai la mia posizione di schiava che non ha la libertà di scelta.
E persi.
 
Ci scoprirono.
Lucrethia, che ti considerava il suo amante, che in fondo ti amava davvero, ci scoprì.
La sua furia si abbattè su di noi, poveri schiavi, come un uragano davanti al quale non potevamo nulla.
Fui mandata via, marchiata come puttana, venduta.
Passai mesi durante i quali venivo spostata di villa in villa, con il compito di soddisfare qualunque desiderio del domino di turmo.
Il mio corpo non mi apparteneva più.
Le mani, gli odori, le voci, ogni volta erano diverse.
Ogni volta non erano le tue.
Ero vicina alla follia, la bramavo addirittura, per poter smettere di capire quello che mi stava accadendo.
Poi, le miniere.
Ero troppo consumata, troppo selvatica, nessuno si divertiva più con me; ero un corpo morto.
Quindi mi mandarono alla miniere, a farmi spaccare pietre finchè quella vita non avrebbe spezzato la mia.
Ma tu arrivasti.
Dopo così tanto tempo, erano di nuovo le tue mani a sfiorarmi per non spaventarmi, il tuo odore alla mie spalle, la tua voce a dirmi che mi avresti salvata.
 

You were my strength when I was weak
You were my voice when I couldn't speak
You were my eyes when I couldn't see
You saw the best there was in me
Lifted me up when I couldn't reach
You gave me faith 'coz you believed
I'm everything I am
Because you loved me

 
 
Ma, nonostante non fossi più prigioniera, ero spezzata.
Rotta.
Rovinata.
Avevo paura di ogni cosa che si muoveva.
Avevo paura di te, e mi odiavo per questo.
Eppure non mi hai messa da parte.
Hai atteso, mi hai confortata e coccolata, senza mai pretendere nulla che, sapevi, non potevo darti.
Mi hai amato, e il tuo amore mi ha riportato alla vita.

You gave me wings and made me fly
You touched my hand I could touch the sky
I lost my faith, you gave it back to me
You said no star was out of reach
You stood by me and I stood tall
I had your love I had it all
I'm grateful for each day you gave me
Maybe I don't know that much
But I know this much is true
I was blessed because I was loved by you


 




Per traduzione del testo: http://www.angolotesti.it/traduzioni/c/traduzione_testo_canzone_tradotto_because_you_loved_me_celine_dion_3352.html

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