zanne ossa lame e perle

di inuziku_rukiaXP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** piccoli....... ***
Capitolo 2: *** un nuovo sensei? ***
Capitolo 3: *** piccolo trastullo mentale: il cosplay ***
Capitolo 4: *** Il paese della neve parte 1 ***
Capitolo 5: *** cubo di rubik (il paese della neve parte 2) ***
Capitolo 6: *** Quarto giorno ***



Capitolo 1
*** piccoli....... ***


 .~Zanne, ossa, lame e viole ~.



Quella ke stava per cominciare era una settimana importante; in quel periodo si sarebbe tenuta una festa per celebrare l'alleanza fra Konoha e Suna. il villaggio della foglia, per l'occasione era stato riempito di addobbi e la via principale era piena di bancarelle che vendevano le piu svariate cose e intrettenevano la gente con tiri al bersaglio e pesca di pesci rossi. Il lunedì sera il Quarto kazekage arrivò accompagnato, oltre ke da svariati jonin, dai suoi due figli, Temari, la maggiore ke aveva 10 anni, e da Kanuro di 9 anni. Del terzogenito, Gaara, n se ne vedeva traccia, il kazekage si comportava come se lui avesse solo 2 figli.
Martedì sera si tenne un banchetto collettivo per celebrare gli ospiti e per dare il via alla festa ke si sarebbe protratta fino a domenica. Le strade erano piene di bambini ke si rincorreveno e...litigavano.
"Rukia smettila!!!Ti ho detto ke non potete giocare co noi!!!!" urlò un bambino di circa otto anni alla sorellina ke aveva di fronte a se: sul volto, incorniciato da una massa di capelli castani, erano tatuati dei triangoli rossi simila a zanne.
"Perchè NO, Kiba?" ulrò di rimando la bambina, che aveva all'incirca sette anni: come il fratello possedeva dei tatutaggi a forma di zanne sulle guance, i suoi capelli erano, però più scuri di quelli de fratello, più lunghi tenuti in una coda e i suoi occhi erano azzurri.
Dietro di lei c'erano due bambine ke avevano la sua età: una aveva i capelli castani tenuti insieme in tantissime treccine e gli occhi color del ghiaccio tipici del Clan Hyuga; l'atra aveva capelli neri e lucidi come il petrolio e occhi dello stesso colore.
"Perchè siete solo delle mocciose ke devono ancora iniziare il primo anno all'accademia, mentre noi siamo già al secondo........e poi voi siete in 3 e noi in 4!!!!" gli rispose per le rime un bambino dietro il fratello: i suoi occhi erano come quelli di Rukia, i capelli biondi e aveva come dei disegni a mo' di baffi sulle  guance; vicino a lui stavano un bambino cicciottello e un altro con i capelli legati in una coda e l'aria estremamente annoiata.
"ma sta zitto Naruto-chan!!!!! tu non vali niente riesco a batterti persino io con facilità!!!!" gli gridò addosso Rukia.
"COME TI PERMETTI MOCCIOSA!!! ORA TI...."
"Naruto, Rukia non ha utti i torti..." provò a dire il bambino con la coda
"Insomma Shikamaru le dai anche retta??" gli chiese il biondo Naruto.
".......si" rispose il codato Shikamaru.
"Ok ora basta. dividiamoci: Shikamaru tu vai con Chouji; Naruto.. tu starai in coppia con me.... vedi di non intralciarmi." disse Kba "In quanto a voi tre, quando troverete una quarta persona potrete giocare con noi." continuò rivolto a sua sorellina.
"Perchè mi trattate tutti così male? Io diventerò il 5 Hokage non dimenticatelo!! E allora......" disse sconsolato il biondino.
"Ci farai pagare tutte le volte che ti abbiamo trattato male e bla bla bla che paura di spavento....... non sai dire niente di meglio? Dai andiamo a giocare da qualche altra parte." propose la bambina dai capelli neri.
"Dai andiamo ci sarà senz'altro qualcosa di meglio da fare" concordò la ragazzina dagli occhi bianchi.
"Va bene andiamo a fare un giro"
I gruppi si divisero: i maschi andarono verso il parco, mentre le bambine si diressero verso le bancarelle.
Girarono per un pò quando notarono un piccolo treatrino delle marionette: intorno al piccolo palcoscenico si era radunata una folla di bambini piccoli ke seguivano la vicenda affascinati. In un angolino leggermente in disparte stava un ragazzino coi capelli corti e castani ke fissava i burattini come se volesse farli muovere contro la volontà dei burattinai ke le reggevano; ad un certo punto una delle marionette schizzo verso il pubblico come se volesse afferrare con le sue manine il collo di qualche bimbo, terrorizzandoli. Il ragazzino, invece, scopiò a ridere malevolmente.
Era incredibile: quel ragazzino era riuscito a muovere le marionette con la fozra del pensiero........no gli era bastato muovere leggermente le dita della mano sinistra per provocare quel parapiglia, ke tecnica affascinate, pensò Rukia.
"Come si è permesso di fare una cosa del genere?" sbottò la bambina dai capelli neri abbastanza forte in modo ke il ragazzino la sentisse. Si capiva lontano un miglio ke aveva voglia di suonargliene di santa ragione.
"Cosa vuoi fare? Mi vorresti malmenare!! Tu non puoi sfiorarmi neanche con un dito...." disse maligno il ragazzino.
"E perchè?" chiese lei alterandosi sempre di più.
Rukia aveva capito il perchè: la pelle di lui sapeva di sole, sabbia, vento...........di deserto; era del villaggio di Suna e l'unico ragazzino che si trovava a Konoha e ke proveniva da lì era.........
"Perchè sono Kankuro, il secondogenito del Quarto Kazekage. Se provi a torcermi un capello te la vedrai con lui"
Rukia e la piccola Hyuga decisero di allontanarsi trascinandosi dietro la loro amica.
" Dai andiamo da un'altra parte"
"grrr...ok."
Alla fine, vista l'ora tarda, le sue amiche tornarono a casa mentre Rukia decise di finire il giro delle bancarelle; magari avrebbe trovato qualcosa di interessante come................"Pesci rossi!!!!!!" disse fra se e se mentre si dirigeva verso una bancarella dove se vincevi potevi portarti a casa un bellissimo pesce rosso: Rukia pagò e il tipo della bancarella le diede 10 retini di carta con i quali doveva riuscire a pescare il pescolino; ci provò per un bel pò, ma i retini continuavano a rompersi.
Aveva il morale proprio a terra: quella sera sembrava non voler smettere di andare male; non era neanche riuscita a pescare un solo pescolino!!! Il ragazzino vicino a lui, invece, era riuscito a pescarne ben due!!!! Il bambino a quel punto alzò gli occhi e incrociò il suo sguardo: dietro degli occhiali da vista spiccavano due occhi nocciola e il volto era incorniciato da dei riccioli castani. Il ragazzino sorise e le porse uno dei sacchetti con i pesciolini: dentro c'era il pesce rosso che Rukia aveva tentato inutilmente di catturare.
"Questo è il pesciolino ke tentavi di catturare vero? se vuoi te lo regalo...."
Rukia mormorò un grazie mentre, abbassando gli occhi prese il sacchetto; poi guardando in faccia disse "il mio è Rukia e il tuo?"
"Io sono Konoha no Ristukarudo, piacere di conoscerti Rukia-chan."
I due poi trascorsero il resto della serata andando in giro insieme per bancarellle, fin quando, notando l'ora notevolmente tarda, decisero di tornare a casa con la promessa di ritrovarsi l'indomani. Rukia corse a casa e, dopo essersi sorbita la ramanzina della sorella sul fatto di essere arrivata in ritardo, mise il pesce rosso in una boccia che posizionò sul proprio comodino nella stanza ke divideva col fratello notando ke lui non era ancora rientrato; sorridendo al pensiero   del cazziatone ke lui avrebbe ricevuto si coricò. Forse non tutto, quella sera era andato male.
                     
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La mattina dopo Rukia, alzandosi, notò ke il letto del fratello era vuoto e intatto dalla sera prima. Con un ghigno stampato sulla faccia, la bambina scese in cucina dove trovò il fratello in piedi ke cercava con tutte le forze di rimanere sveglio controllato a vista dal feroce Kuromaru, il cane della loro madre: ciò significava ke Kiba era arrivato talmente in ritardo ke ad attenderlo non c'era più Hana, la sorella maggiore, ma la loro madre, Tsume, donna alquanto severa, ke puniva i ritardi dei figli non facendoli andare a dormire per tutto il resto della notte, fino alla sera dopo.
"Buongiorno nii-san hai dormito bene?"
Kiba mugugnò qualcosa riguardo al fatto ke doveva stare zitta, ma Rukia non gli dava già più retta, perchè le sue amiche la stavano chiamando da fuori. Uscì in cortile dove le trovò.
"Era ora!!!! Ti sembra il modo di trattarci, cane?" chiese la bambina dai capelli neri.
"Neko-chan ti ha mai detto nessuno ke sei simpatica quanto un virus intestinale?"
"Mi sembri in ottima forma; sei tornata a casa prima di Tsume-san allora?" chiese la piccola Hyuga.
"Io si, Nami, ma Kiba no!!!!" Rispose ridendo Rika "Adesso è cucina curato a vista da Kuromaru, quel baka!"
Ridendo spensieratamente, le tre si diressero verso uno dei tanti parchi del villaggio, per la precisione quello che comprendeva tra le varie cose una grande piscina con scivoli e  trampolino; sebbene fossero solo le undici di mattina il parco era pieno gente; tra le varie persone Rukia riconobbe un viso famigliare e si diresse verso di esso.
"Ristukarudo-kun!"
"Rukia-chan! Che bello rivederti come va?"
"Bene grazie!" poi indicando le sue amiche: "Loro sono le mie amiche: Nami"  Nami agitò una mano in segno di saluto "e lei.......... è un gatto!"
"Rukia......" La avverti Neko-chan
" Si insomma lei si chiama Neko-chan!"
"Piacere di conoscervi!".



Note dell'autrice: Konnitiwa!!! Spero ke questo capitolo non vi abbia annoiato più di tanto!!! Questa raccolta ce l'avevo in mente da un bordello di tempo, ma temo di non averla messa giù tanto bene  ç_ç...... inoltre la prima volta ke lo messa sul sito era uscita una mezza schifezza xk non sapevo come usare l'html mannaggia!! Adesso sembra leggermente migliore........ sperem^_^
Saionara!!!!
Rukia

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Capitolo 2
*** un nuovo sensei? ***


Photobucket nuovo sensei



"Ouuffa ma quando arriva?" chiese Neko-chan ai  suoi compagni.
Tra i banchi di scuola sedevano Nami, Ritstukarudo e Rukia assieme al suo cane Gasorin, ovvero i suoi compagni di team; per la precisione erano il team 17; il giorno prima avevano superato brillantemente l'esame per diventare ninja e ora stavano aspettando da una trentina di minuti il loro nuovo sensei.
"Calmati un pò Neko-chan.." disse il ragazzino ke indossava uno strano kimono scuro.
"Io non mi calmo per niente! guarda te se quello lì ci deve far aspettare così tanto, insomma!" ribeccò lei  sistemandosi per l'ennesima volta il vestito nero ke indossava; per completare l'opera portava ai fianchi due spade e stariati kunai le pendevano dalle cintura.
Rukia si avvicinò alla sua compagna: vestiva con una felpa con cappuccio a cui aveva arrolato le maniche fino al gomito e dei pantaloni fino al ginocchio, ma invce dei soliti sandali portava delle infradito; in testa aveva una stranissima bandana nera con delle orecchie. Con un tono falsamente romantico disse:
"Le tue gote rosse.. i tuoi capelli lucidi..... i tuoi occhi... sei proprio più brutta quando ti arrabbi!!"
Succesee tutto in un lampo: Neko-chan estrasse un kunai e cercò di colpire Rukia, che aveva fatto appena in tempo ad allontanarsi ridendo come una pazza per la reazione dell'amica; le due iniziarono ad insegiursi senza sosta per tutta l'aula oramai vuota visto ke tutti gli altri ragazzini erano andati avanti con i loro professori.
Ristukarudo si avvicinò a Nami che stava accarezzando distrattemente Gasorin e cercando di schivare gli svariati kunai ke Neko-chan lanciava in aria nel tentativo di beccare Rukia.
"Secondo te dovremmo cercare di fermarle?" Chiese alla kunoichi ke indossava un vestitino blu cangiante.
"Mmm.... 10 ryo che non riesce a prenderla prima dell'arrivo del sensei!" Rispose
"Ci sto!"
Rukia era in una situazione seccante: era stata messa con le spalle alla porta e non aveva modo di scappare; di fronte a lei Neko-chan le lanciò un kunai e....
"Che Mocciosi noiosi: non faccio in tempo ad arrivare all'aula che già cercae di farvi del male.. prima vi faccio suparare l'esame per diventare chunin meglio è......" borbottava il Jonin che aveva aperto la porta sulla quale era appoggiata Rukia che gli cadde rovinosamente addosso mentre Neko-chan lanciava un pugnale che si conficcò nel muro del corridio.
Il ninja si rialzò e fissò i suoi allievi: aveva la faccia di uno che non dorme mai abbastanza  e, a partire dalla barba sfatta, dai capelli impastati fino alla divisa tutta sporca, emanava un senso di sudiciume e menefreghismo assoluto.
"Perchè proprio a me sono toccati quattro mocciosi.... e poi quel ragazzino... devo stare teento a lui.." Pensò il Jonin guardando Ristukarudo.
"Bene, seguitemi." disse rivolto ai ragazzi
"Nami-chan mi devi 10 ryo!"
"D'oh!!"
Arrivarono in uno dei campi di addesramento vicino alla foresta; il sensei si grò verso di loro e disse:
"Ok ragazzi il sono Nara Kuroishika il vostro maestro, vi guiderò attraverso le varie missioni fino a quando non diventerete chunin dunque vedete di non deludermi, tra tre mesi c'è un esame vedete di passarlo ke non voglio continuare questa seccatura a lungo".
Al sentirsi chiamare così provarono un forte moto di irritazione, ma durò poco.... forse on era così malaccio.......forse..........
"tu, ragazzino, chi sei?"
"mi chiamo Konoha no Ritsukarudo, s........."
"Ok basta così, non voglio sapere la storia della tua vita e i tuoi sogni, mi basta solo sapere come ti chiami, non posso mica correre per la foresta urlando "quattrocchi ricciuluto" nel caso seccante che tu ti perda!"
Il moto di irritazione del "quattrocchi ricciuluto" aumentò di livello... gliela avrebbe fatta vedere a quello lì chi era......
"Tu sei una Hyuga giusto?"
"Esatto il mio nome è Hyuga Nami."
"Ok.. tu?"
"Inukuka Rukia e...."
"Il botolo?"
"....ci stavo arrivando!"
"Si si va bene....."
"Il mioCANE si chiama Gasorin."
"M... e per finire tu sei?"
"Akakatana no Neko-chan."
"E quello?"
Neko-chan guardò in basso:  tra le gambe era seduto in modo regale un bellissimo gatto dal pelo lungo grigio e bianco e gli occhi erano un meraglioso color ambra, che fissavano con alto disprezzo Kuroishika.
"Lui è Tommy!" Rispose Neko-chan con tono fiero come se fosse la cosa più quotidiana del mondo.
"Ah.... capito tutto..." rispose il sensei che non considerava la cosa più naturale del mondo portarsi appresso un animale ovunque si andasse.... a lui gli avevano appena sbolognato cinque.. no SEI bestioline.........
Kuroishika si allontanò di qualche passo dai soui allievi e disse: "Naturalmente ora c'è un esame per testare le vostre capacità e decidere se tenervi o meno. Dovrete tentare di colpirmi in un determinato punto (che adesso non vi dirò ih ih ih) e se uno di voi ce la farà sarete tutti promossi. Se nessuno di voi ce la farà io non vi riterrò alla mia altezza. Cominciamo dalla ragazza coi coltelli: vediamo che sai fare!Sappiate che non vi attaccherò mi limiterò a difendermi."
Neko-chan si avvicinò ed estrasse le due spade, attaccandolo con furia. Kurishika riusciva a scansare le sue lame, fino a quando Neko-chan non fece una finta, come se volesse colpirlo al collo, mentre in realtà la seconda lama lo colpì di striscio alle gambe.
"Ferma!" disse il sensei.
Lei si fermò trattenendo a stento.
"Mi dispiace per voi, ma hai sbagliato, no è questo il punto. Ora chi vuole provare?"
Neko-chan aprì la bocca come per dire qualcosa, ma poi la richiuse, e continuò così due o tre volte poi si riprese e sbottò "Allora dovè sto maledetto punto?"
"Se te le dicessi dovè starebbe il difficile? Forza ora prova tu cane."
"Mi chiamo Rukia."
"Ma quanto siete permalosi..."
"La vedremo... Gasorin! Juujuin Bunshin!"
IL cane si trasformò in una copia di Rukia e insieme si diressero verso il folto degli alberi.
'Bé?' Pensò Kuroishika vedendo la sua allieva allontanarsi, ma non fece in tempo a rilassarsi che sentì delle mani ke lo prendevano per le caviglie e lo trascinavano sotto terra!
"Doton Shinjuu Zanshu no Jutsu!" "Gatsuga!"
L'uomo sprofondò fino all'addome dove venne colpito da violentemente da un vortice di zanne e artigli.... Solo alla fine della mossa Rukia si rese onto che in realtà quello era...
"Un ciocco di legno?" disse la ragazza uscendo dal sottosuolo scrollando i lunghi capelli per liberarli dalla terra.
"Già quello era una sostituto altrimenti a quest'ora non riuscivo neanche a respirare visto la forza del tuo attacco. Comunque hai sbagiato non si trova sul busto."
'Ma allora... ho capito!' Pensò Rukia rialzandosi mentre Gasorin riprendeva la sua forma originale.
"Ora tocca a quello che pare di più un ragazzo. Forza fatti sotto!"
In men che non si dica Ritsukarudo iniziò ad attaccarlo con pugni e calci che Kuroishika riusciva a parare non senza dificoltà.
'Così questo ragazzo è un esperto del taijustu..' Pensò sorridendo e scansando un pugno che stava per colpirlo sotto il mento, ma mentre lo scansava notò che il pugno si apriva e dal palmo sbucava....
'Un osso?'
Purtroppo non riuscì a tirare indietro la testa in tempo e l'osso gli tagliò il mento.
Riuscì però a scostarsi in tempo prima dell'arrivo di altri attacchi...
"Allora è vero... sei l'orfano della Nebbia."
"Non chiamarmi in questo modo... sensei. Il mio nome lo sapete utilizzate, quello." Disse ristkarudo facendo rientrare l'osso.
Nami lo fissò pensando ai quattro anni che erano passati da quando si erano conosciuti: sapeva che "Konoha no" era il cognome ke veniva dato agli orfani di guerra provenienti da altri villaggi ninja, che rimanevano in una specie di "casa famiglia" dove crescevao tutti insieme... Ma non aveva mai sospettato che Rtsukarudo venisse da lì.
 "Va bene, ma hai sbagliato anche tu. Ora la vostra ultima possibilità è... Nami giusto?"
"Sì"
"Bene allora cominciamo."
Nami si avvicinò lentamente attivando il Byakugan e studiando l'aversario, dopodichè lo attaccò con il Juken colpendolo con forza alle braccia visto che quello era l'unico punto rimasto.....
"Mi dispiace ma hai sbagliato anche tu!" Disse il maestro ridendo.
"Ma come! Era l'ultima parte rimasta!"
"No..." disse avvicinandosi ai suoi allievi "C'è ancora una parte ed è...."
"QUESTA!" urlò Rukia assestandogli un forte calcio nelle palle; il maestro si accasciò a terra tenendosi gli attributi malridotti.
"......si...era.....questa.. ma ormai non vale più... tu hai gia avuto la tua possibilità" Disse ansimando.
"Si sbaglia." Intervenne Neko-chan "Il colpo prima lo ha assestato Gasorin. Dunque adesso siamo suoi allievi!"
Kuroishika si rialzò dolorante; "Vedremo. Domani fatevi trovare qui alle sette in punto altrimenti non se ne fa niente chiaro?"
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"Allora sono o non sono un genio?"  disse Rukia trionfante mentre si dirigeva verso l'ospedale con Nami. Questa alzò gli occhi sorridendo e rispose: "Per la quarta volta: Sì!"
Il sorriso dell'Inuzuka si allargò ancora di più: "Chissà cosa dirà Kiba! A proposito... come sta tuo fratello?"
Il sorriso di Nami si spense: "Non ha ancora ripreso conoscenza." rispose; l'amica le cinse le spalle e disse "Vedrai che migliorerà
All'interno dell'ospedale si divisero: Nami andò verso il reparto del fratello e lo stesso fece Rukia.
"NII-CHAN ce l'ho fatta!" disse, quasi urlando entrando nella stanza; Dopo un secondo notò che non era solo:  su una sedia sedeva un ragazzo alto tuttovestito di nero e il volto dipinto di viola.
"Kankurou-san." disse a mo' di saluto inchinandosi leggermente; provava un grande rispetto per il ragazzo, da quando aveva slvato il fratello e soprattutto era rimasta affascinata da quello che trasportava sulla schiena avvolti nelle bende, appoggiati i quel momento per terra.
"Cosa sono?"  Chiese incuriosita annusandoli con circospezione e percependo un forte odore di legno, sangue e veleno.
"Sono dei cadaveri! BUUUUUU!" Disse con falso tono pauroso Kiba agitando un solo braccio imitando con esso il movimento del fantasma, mentre l'altro era immobilizzato dalla flebo.
"Dopo di questa ti sei giocato i biscotti che avevo portato.. ma è anche vero che tu non li puoi mangiare ancora dunque li dividerò con Kankuro-san!"
"A-aspette.. non saranno mica quellidi pastafrolla..."
"E la granella di nocciole. si son proprio quelli."
"Nu..." Disse un Kiba disperato.
"Non li avevo mai asaggiati." Disse Kankuro prendendone uno "Cos'è che sei riuscita a fare?"
"Mgiufto!" rispose con la bocca piena "Nii-san tu non puoi immaginare quanto son stata geniale!"




'come no..........'
   



Bene sembra che sia riuscita finalmente a completare un nuovo capitoloe sembra anche ke a nessuno sia importato molto del capitlo precedente... è vero era scritto un pò coi piedi, ma io no sono brava a scrivere! va be spero che questo venga considerato meglio.... Alla prossima!!


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Capitolo 3
*** piccolo trastullo mentale: il cosplay ***


Salve a tutti bella gente!!!!
Visto ke il nuovo cap. non è ancora pronto (Non è vero! Sei solo tu ke sei tropo pigra da trasciverlo su Nvu!! nd: Nami) (auw... Nami-neechan sei cattiva!ç_ç nd: me) (HA ragione! nd:Neko) (To' micia va a giocare col gomitolo!nd:me) (O.O gomitolo..... nd:Neko) (Perfida... nd: Nami) (Modestamente^^ nd:me) ho scritto un piccolo stacco. Have fun!
Vi lascio al cap:
 LE FIACCHE SUL PALATO DANNO PARTICOLAMENTE FASTIDIO, LO SAPETE?


"NO! mi rifiuto!"
"Eddai Ristu-kun! Solo per un giorno!"
"Ma.. no! Mi devo tingere i capelli!"
"E va be! Col rosso starai bene!"
"E che mi dici degli occhiali Rukia? E poi i miei occhi sono NOCCIOLA! Non azzurri NOCCIOLA!"
"Sono acquamarina, non azzurri.."
"Resta il fatto che i miei sono N-O-C-C-I-O-L-A, Nami! E le sopracciglie?"
"A quello ci penso io ihihih..."
"Eh.... c-cosa fai Neko-chan? Non vorrai mica rasarmele?"
"Nooooooo... basta solo un pò di aquaossigenata."
"NUUOOOOOOOOOOOOO QUESTO NOOOO! ACCORUOMO! AIUTO! HESSENDAN!!"
"Tenetelo fermo!"   
"Sì, Nami-sempai!"
"UUUUUAAAAAARGH!!!!!"



Qual'è il personaggio che verrà impersonificato "volontariamente" Da Ritsukarudo? Lo scoprirete nel prossimo episodio  (se siete così sturni da non averlo capito)!!!!
Nami: Ma questo ke c'entra con la fan?O.o
Rukia: Niente, perchè?
Nami/Neko: E tu perdi tempo dietro a ste cose, invece di studiare? STUDIA!!!! è_é
Rukia: T.T
Ristukarudo: P-posso torgliemi il costume, ora?^^'
N/N/R: NO!!!!! è_é
Ristukarudo: TT.TT

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Capitolo 4
*** Il paese della neve parte 1 ***


Buongiorno a tutti! Prima di tutto stringo calorosamente la mano a tutti quelli ke sn riusciti ad arrivare fin qui! In secondo luogo, voglio annunciarvi ke questo capitolo è stato scritto grazie all'aiuto di Nami, dunque sarà leggermente... meglio rispetto ai capitoli precedenti. Vi lascio alla lettura del cap!



I diari del team 17

Dal diario di Nara Kuroishika 1
Che seccatura. Che immane seccatura. Me lo dicevano che non dovevo mettermi sul groppone dei mocciosi, e invece mi son fatto fregare dalla prospettiva di avere dei soldi in più. Dannazione. Sono diventati dei genin due mesi fa e fino ad adesso abbiamo fatto delle semplici missioni nel paese del fuoco. In due giorni riuscivi a fare tutto senza problemi.
Ma adesso i mocciosi si sono messi a fare i capricci davanti all'Hokage all'assegnazione della nuova missione. Volevano "missioni serie".... Come se quelle che facciamo non lo siano! Nel mentre della discussione è arrivato un vecchio chiedendo una scorta per tornare a casa e senza tanti giri di parole quella "donna" ha deciso che la scorta saremmo stati noi. Noi!
Come può affidare la vita di un povero vecchietto a questi quattro mocciosi e al sottoscritto? Bisogna essere proprio sadici e avari.
Ma il bello deve ancora arrivare. Una volta raggiunto le porte del villaggio, finalmente il nonno si è deciso a dirci qual'era la sua destinazione...
"Il paese della neve."Il paese della neve. Un'enorme ammasso di ghiaccio, neve e vento che le persone hanno il coraggio di chiamare stato. Come può pensare che noi lo scorteremo fin lì?
Ah già. Il denaro. Quell'ingente somma che aveva lasciato a Tsunade-sama per un motivo che mi era allora sconosciuto.
Ora è passato un giorno da quando abbiamo lasciato il villaggio e ci siamo diretti verso il porto più vicino. Il vecchiaccio non ha fatto altro che parlare con il quattrocchi riccioluto tutto il tempo. Non lo sopportavo più. Speriamo che vada meglio in seguito.



Il paese della neve.



Dal diario di Konoha no Ristukarudo 1
Prima giornata di una missione fuori dal paese del Fuoco. Il nostro "cliente" è un vecchietto simpatico diretto verso il paese della neve. L'abbiamo saputo solo all'ultimo che era quella la destinazione; mi ha detto che non l'aveva detto di fronte all'Hokage perchè vedendo le nostre facce felici per l'idea di una missione "seria" non ha voluto darci una delusione dicendo subito la destinazione; in questo modo Tsunade-sama non avrebbe potuto dire niente; inoltre aveva "acquistato" il suo consenso con una bella sommetta di denaro. Furbo il vecchio.

dal diario di Inuzuka Rukia 1
Finalmente una missione seria come guardie del corpo!Dovremo scortare u simpatico signore fino al suo villaggio nel paese della Neve!Non capisco perchè i miei compagni alla notizia della destinazione abbiano fatto una faccia scioccata... insomma capisco Kuroishika-sensei a cui non va mai bene niente ma loro che erano così felici alla prospettiva di una missione seria…. E poi tutte quelle idee sul freddo... e chi lo sente? Soprattutto Neko-chan, era piuttosto discordante col fatto di accompagnare quel vecchietto fino a casa sua, come al solito non le va mai bene niente! Per fortuna è intervenuta Nami-sempai …però il pugno in testa poteva evitarlo!
Che bello! Io e Gasorin siamo elettrizzati all'idea di andare fuori dal Paese del Fuoco!Ora ci siamo fermati per la notte in una locanda dove servono un tempura da leccarsi i baffi! Che bello che bello che bello! Sono troppo elettrizzata non riuscirò a prendere sonn........................(zzz)


Dal diario di Akakatana no Neko 1
Grrr, che palle!! Alla ricerca di una missione un pochino più stimolante mi sono ingabolata in una missione disgustosa...
 scortare un vecchio in un paese odiosamente ghiacciato... per l'amor di dio mi piace il ghiaccio, poi pattinare.... ma non mi piace stare tutto il tempo al freddo glaciale! e se non bastasse quella cagna di Rukia è tutta felice di andare in un posto tanto desolato quanto schifido... e per di più non ho Tommy al mio fianco.  Infatti  lui, che non è stupido, ha preferito stare a casa con un letto caldo e cibo e CALDO! Che palle, che palle, che palle!!!!! e come ciliegina sulla torta quel dannato di un vecchio non ci ha detto dove andavamo.... lo sapevo che il mio istinto non sbagliava.... io non mi fidavo e non mi fido di quel vecchietto...
 e non ho potuto andare a cambiare le armi e a prendermi vestiti pesanti! grr... perchè non ci danno mai una missione decente e degna di essere chiamata tale? prima a cercare gatti... ma caspita in un giorno li trovi .... e dog sitter....non è che odio i cani ma non trovo affatto gratificante una roba del genere che si chiama missione... insomma guardare cani non è una missione! non è adatto ai ninja.... e ora anche questo! hiuppy che salti di gioia.... ... è meglio che vado ad allenarmi lontano dalla locanda... così mi sfogo un pò e mi scaldo...


Dal diario di Hyuga Nami 1
Bene, Tsunade ci ha messo due mesi, ma alla fine ha capito che la nostra squadra non serve solo a ritrovare gatti sperduti e a fare i dog sitter!!!Finalmente una missione degna di noi! Certo, il vecchio che dobbiamo accompagnare è stato decisamente astuto a nasconderci la meta del viaggio, credo che se non fosse per la sua scaltrezza, staremmo ancora rincorrendo stupidi gatti. Come al solito mi tocca sedare le risse delle mie compagne, non che migliori amiche, Neko e Rukia.  
È bastata la notizia del vecchio a far scatenare una rissa in piena regola. Sono proprio irrequiete. Se non le conoscessi da tutta la vita, non capirei come fanno a considerarsi amiche!Rukia non sente per niente il freddo e adora tutto quello che riguarda inverno e neve, quindi per lei questa missione è un invito a nozze!
Al contrario Neko adora il caldo, e per lei questo viaggetto in Antartide è un calcio sui denti, e lei è abituata a darli, non a riceverli. Rukia, presa dall'eccitazione ha fatto un pò troppi commenti entusiastici e ha scatenato l'ira funesta di Neko. Come se non sapesse della sua scarsissima pazienza!
Comunque stavolta mi è bastato uno scappellotto a testa per farle smettere, e uno dei miei soliti commenti. Hanno avuto effetto quasi subito, grazie al cielo. Devo dire che nonostante tutto, mi sono abituata a metter pace tra le due, anche perchè in realtà si vogliono bene, e sono rare le volte che litigano seriamente. Si divertono a punzecchiarsi,e io a guardarle bisticciare.
È  la prassi. L'importante è impedire loro di venire alle mani, sono capaci di devastare l'intero villaggio se le lasci fare. Ehhh, come farebbe Konoha senza di me?


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Capitolo 5
*** cubo di rubik (il paese della neve parte 2) ***


Woooooow! siete riusciti ad arrivare fin qui! Bene  questo è il 3 giorno! Non è piu scritto a diario, ma c'è comunque lo zampino di Nami!





Rubik's cube

“Accidenti a quel vecchiaccio! Toglietemelo dalle mani o lo faccio a polpette e poi lo faccio mangiare a Tommy!!”. Erano in viaggio da due soli giorni, e Neko era già sul piede di guerra. “ Eddai Neko, calmati! Non è niente di grave! È solo un viaggetto nel paese della neve! Dobbiamo solo accompagnarlo! E poi c’è sempre la speranza che qualche banda di idioti attacchi briga. Non hai voglia di una bella scazzottata a regola d’arte?” Questa era Nami che cercava di impedire a Neko di uccidere l’oggetto della loro missione. Ma Neko-chan non era proprio il tipo che si arrendeva facilmente, e le sue ragioni doveva sbattergliele in faccia a tutti i costi, così rispose: “Solo un viaggetto dici? Solo un viaggetto? Ci stanno portando in una desolata landa di ghiaccio e gelo, senza nemmeno farci tornare a casa a prendere i vestiti pesanti o farmi cambiare le armi!!!! Non sono pronta per fare visita a Babbo Natale!!! Io soffro il freddo accidenti!!!Lo sapete tutti, tutti quanti!!Passi per Rukia che il freddo non lo sente nemmeno se la rinchiudi nuda in una ghiacciaia, ma anche tu e Ritsukarudo vi ridurrete a due ghiaccioli giganti!!!”. Ok, ora la pazienza di Nami andava dileguandosi. Stava per esplodere e si vedeva: “ Appunto Neko! Anche io e Ritsu siamo nella stessa condizione, ma non sbraitiamo tutto il giorno dietro a quel povero tizio, che tra l’altro ci ha già pagato, e  se lo uccidi falliremo la prima missione decente della nostra vita!!!! È questo che vuoi Neko??”. Mamma mia che sfuriata! Neko stava per saltarle addosso, quando Ritsukarudo e Rukia pensarono bene di intervenire. Rukia tratteneva Nami e Ritsukarudo fermava Neko. “Avanti Nami, non puoi perdere la tua proverbiale pazienza gia al secondo giorno… Come faremo senza di voi se vi uccidete ora?” “ Già Ritsu ha ragione! E tu Neko, piantala di lamentarti. Troveremo una soluzione anche per i tuoi vestiti, e per le armi, non capisco dove sta il problema! Tu sei bravissima anche con quelle che tieni ora! O no?”.Le ragazze  non fecero in tempo a rispondere ai due membri dell’Onu, che il loro sensei si intromise: “Basta ragazzi! Siamo arrivati ad una cittadina. Faremo una sosta: andiamo a mangiare e poi potrete avere un’ora per comprare il necessario al viaggio. Forza andiamo!” ‘ Avrò un’ intera ora per bere un po’ di sakè senza quei ragazzini tra i piedi! Che goduria!!’. Questo era quello che la testa bacata di Kuroishika riusciva a formulare in quel momento. Penoso, eh? Va  beh torniamo ai nostri ragazzi. Ormai si erano decisamente calmati, e seguirono il sensei verso un ristorante di ramen che stava nei paraggi. Appena entrati non poterono fare a meno di notare una voce conosciuta che urlava: “ Un’altra scodella per favore!” al cameriere di passaggio. I nuovi arrivati non ci misero molto a capire che il fanatico del ramen, Naruto Uzumaki in persona, stava mangiando li. Così si avvicinarono per salutarlo, e lo trovarono in compagnia  di…”Neji!!” esclamò Nami “Nami!”  rispose il fratello,“Kiba!”, questa era Rukia “Rukia!” disse Kiba, e ci fu un coro di “Che ci fate qui?” . Ok, per capirci: al tavolo di Naruto c’erano anche Neji Hyuga, fratello maggiore di Nami, e Kiba Inuzuka, fratello maggiore di Rukia.  I tre erano stati mandati in missione da Tsunade per recuperare dei documenti che erano stati trafugati di recente dal suo ufficio. Naruto , Neji e Kiba non erano esattamente una squadra affiatata, ma i membri delle  loro relative squadre erano occupate in altre missioni, e loro erano gli ultimi shinobi rimasi al villaggio… “Neji si può sapere che ci fai qui? Mamma mi aveva detto che dopo il tuo risveglio dal coma saresti rimasto per un po’ a riposo! Dovresti essere a casa!”.Nami era un po’ sconcertata dalla presenza del fratello. Dopo la missione di recupero di Sasuke, durante la quale Neji era rimasto gravemente ferito,  era rimasto in coma per quasi due settimane, facendo preoccupare oltre ogni limite madre e sorella. Al suo risveglio, come era prevedibile, era stato messo a riposo dai ninja medici, ma a quanto pare il ragazzo non aveva  molta voglia di oziare. “Senti Nami, non fare la sorella apprensiva! Mi ci ha mandato Tsunade in persona in missione,e se  lo dice lei che posso farlo,tu non puoi certo impedirmelo!” “Ok ok fai come ti pare!” e con un’ alzata di spalle Nami chiuse la faccenda. “Allora ragazzi, che fate ancora in piedi, sedetevi !” disse Kiba. Così unirono due tavoli e presero posto: Nami di fronte a Neji,Rukia di fronte al fratello e di fianco a Naruto, che tutto preso dal ramen li aveva  a malapena salutati. Quando anche Kuroishika e il vecchio  si sedettero, il cameriere prese le loro ordinazioni. Rukia prese una porzione doppia di ramen, che avrebbe fatto spavento a chiunque, ma chi la conosceva sapeva bene che l’unico che forse poteva farle concorrenza  in questo campo era proprio Naruto. Dopo qualche minuto i piatti furono serviti, ma prima che i ragazzi riuscissero a prendere in mano le bacchette, Rukia e Naruto urlarono: “Un'altra ciotola, per favore!”, in totale sincronia. All’improvviso un soffio di vento gelido calò sul ristorante, mentre  Rukia e Naruto si scoccavano sguardi assassini.”La porti prima a me! C’ero prima io!” disse Naruto, “Che vuol dire che c’eri prima tu!! Io ho più fame di te!” rispose Rukia. “Ah si eh? Allora facciamo una gara! Chi mangia più ciotole di ramen vince!” lanciò la bomba il biondino, “E va bene! Ci sto! Cameriere, un’altra porzione per me!” rispose la ragazza, raccogliendo la sfida. “Avanti ragazzi non vi sentite ridicoli?” disse Neji, con la sua solita faccia che sembrava dire al mondo “è destino che io non mi diverta mai!”.Allora Nami disse: “Sapete, è strano che sia proprio io a dirlo, ma Neji ha ragione! Quanti anni avete oggi, sei?”.Con uno strano ghigno, Ritsukarudo disse:”Via Nami, non fare la guasta feste! Lasciali fare! Sai anche tu com’è fatta Rukia e quant’è competitiva! È solo una gara a suon di ramen, che vuoi che succeda?”. Nami, con uno sguardo eloquente, gli rispose: “Dì la verità, Ritsu! Tu vuoi solo divertirti a vedere come andrà a finire!Sbaglio forse?” .La risposta del ragazzo non si fece attendere: “ Perspicace come sempre, eh Nami?”. Mentre Nami si arrendeva alla “momentanea” idiozia dei suoi amici,Neko, che  si era limitata a scuotere la testa e sbuffare disse: “Ragazzi, è inutile che discutiate se darle il permesso o no, perché nel frattempo lei e il biondo hanno gia iniziato a ingozzarsi!! Che roba!” Così Nami e Ritsukarudo si voltarono verso i due sfidanti, e poterono notare che  avevano già consumato una decina di scodelle a testa… e non accennavano ad arrendersi!”Hai ragione!” dissero in coro Nami e Ritsukarudo.


Ormai erano passati venti minuti buoni dall’inizio della sfida. Tutti avevano gia finito di mangiare il primo e il secondo piatto e stavano gustandosi il dolce… tutti meno i due maniaci del ramen. Vicino a loro si ergeva un’imponente torre di scodelle vuote, erano alla pari con l’incredibile cifra di ventisei ciotole a testa. Ne rimaneva solo una. Una soltanto e uno dei due sarebbe stato il vincitore. I due concorrenti erano allo stremo: Naruto ormai era praticamente già caduto nel coma post-scorpacciata e giaceva con la faccia premuta sul tavolo, mentre Rukia si teneva lo stomaco, gonfio e colmo di ramen che sembrava dover scoppiare da un momento all’altro. Si guardarono come a dirsi: “Pur di sconfiggerti, morirei di indigestione senza problemi!” alzarono lo sguardo per prendere l’ultima porzione….”Ma come? Dov’è finita la nostra ultima ciotola?”…fu allora che tutti si accorsero che Gasorin, l’amato cagnolino di Rukia,  era impegnato a divorare la loro famosa ultima scodella. E così l’odissea del ramen si concluse in parità, e quindi gli sfidanti furono dichiarati idioti a pari merito. Vedendoli svenuti sul tavolo, in versione “pennichella-del-dopo-pranzo”, Neji chiese: “Accidenti Nami, io sto con Naruto da poco più di due giorni e già lo voglio uccidere…Tu come fai a sopportarla tutti i giorni? Sono identici! Non ti invidio per niente!”  e Nami, con aria di rassegnazione rispose: “Sai Neji, me lo chiedo da anni, ma ancora non ho trovato risposta. Sarà che ormai ci ho fatto l’abitudine!”.

Dopo che  Neko e Kiba furono riusciti a far rinvenire Rukia e Naruto, i due gruppi si salutarono e presero strade diverse. Appena fuori dal ristorante , Kuroishika disse: “Bene ragazzi. Ora ci separiamo. Io andrò in quel locale laggiù e ci rimarrò per la prossima ora. Voi fate quello che vi pare. Ci rivediamo fra un’ora e dieci minuti all’entrata del villaggio. Tutto chiaro?”. I ragazzi annuirono e il gruppo si divisero.
Mentre camminavano distrattamente per la strada principale del villaggio,la giovane Hyuga disse: “Alza gli occhi rabbiosi da terra e gioisci Neko!!! Negozio d’abbigliamento a ore tre!” Fu così che per la prima volta dopo due lunghi giorni, Neko-la pentola di fagioli-chan fece un gran sorriso e trascinò le sue amiche nel negozio di vestiti che Nami aveva prontamente avvistato.
Per Rukia gli acquisti si limitarono ad un mantello nero  e un paio di anfibi, con cui, secondo lei, avrebbe”preso  meglio a calci  eventuali aggressori”. Nami comprò un giubbotto di un blu molto scuro, lungo fino alle ginocchia, piuttosto largo e comodo per potersi muovere liberamente in caso di necessità, una felpa pesante con cappuccio  e un paio di stivali impermeabili, perché “se c’è una cosa che mi da fastidio è bagnarmi i piedi con la neve!” era la sua giustificazione. Anche  Ritsukarudo comprò un lungo mantello nero e  degli anfibi, ma acquistò anche una spessa maglia nera con un passamontagna incorporato, per non doversi portare dietro anche sciarpa e accessori di questo tipo…in caso di attacco avrebbe fatto tutto a fette in meno di un secondo comunque! Quanto a Neko, la sua mania di vestire a strati colpì ancora una volta: oltre allo scamiciato che già portava, prese anche una dolcevita nera, che pesante è dire poco e una maglia a scalda cuore. Il tutto accompagnato da un paio di stivali con un leggero tacco. Avevano comprato indumenti invernali in piena estate, suscitando la curiosità di tutto il negozio. Ma quello che sorprendeva più che altro era l’espressione giuliva che Neko portava in giro, soddisfatta del fatto che, anche se aveva dovuto rinunciare alle sue adorate armi, che non aveva potuto cambiare, almeno non poteva più lamentarsi di dover morire di freddo per colpa del vecchio, con somma gioia di Nami e Ritsukarudo. Ma zittita una, ecco che cominciava un'altra.
“Che diamine ci facciamo ancora qui? Muoviamoci! Non serve a nulla perdere tempo qui!Dai, dai,dai, voglio arrivare il prima possibile!” disse Rukia, in preda a una crisi da sovraeccitazione. Come un lampo, Nami le tirò uno scappellotto che, se non avesse avuto la testa più dura del cemento armato, gliel’avrebbe fracassata, e le disse: “Adesso basta Rukia! Ci siamo fermati per l’ovvia ragione che noi siamo umani e soffriamo il freddo, e quindi ci servivano i vestiti pesanti. Piantala di fare la bimba petulante!” , e Neko, che godeva delle sgridate che Nami distribuiva quotidianamente a Rukia, le fece la linguaccia e le disse: “Via Nami-chan, non dire assurdità!Rukia non può fare a meno di fare così! È solo un cucciolo di cane! Che pretendi da lei!”. Senza che Nami facesse in tempo ad agguantarla, la piccola Inuzuka si lanciò addosso a Neko-chan, e presero a lanciarsi shuriken a tutto spiano. La Hyuga, che quel giorno sembrava proprio a corto di spirito di sopportazione, lanciò uno sguardo d’intesa a Ritsukarudo, che l’aiutò a dare uno scappellotto a testa alle due kunoichi assassine che avevano di fronte. “Mi  correggo ragazze! Le bambine qui sono due! Ma guarda te! Oggi mi tocca  fare la baby-sitter!! Mi sembra di stare all’asilo!” prese fiato e continuò, apostrofando Ristukarudo, che se la rideva alla grande: “E tu Ritsu, non sei affatto di aiuto! Che hai da ridere, si può sapere?” e il ragazzo, ancora ghignando rispose:  “Nulla Nami-chan, pensavo solo che è destino che tu ti comporti così!” . Fu così che anche Ritsukarudo ricevette l’ennesimo colpo in testa della giornata, da un’alterata Nami, che urlava: “Non ti ci mettere anche tu ora con la storia del destino! Che c’è, mangiando con Neji hai preso il suo morbo del “il destino è gia scritto! Era destino che fosse così”?
Una volta pagati i vestiti acquistati (e tutti i danni provocati dalle due kunoichi assassine), i ragazzi uscirono dal negozio e ripresero a camminare per la via principale, guardando le varie bancarelle del mercato. Ad un tratto lo sguardo di Nami fu attirato da una bancarella di giocattoli, dove ne aveva scorto uno che le pareva familiare, così disse “Ehi ragazzi venite qui! Questo gioco lo conosco! Si chiama cubo di Rubik, è un rompicapo! Voglio comprarlo!” Neko guardò Rukia e le sussurrò: “Meno male che siamo noi le bambine!”. Purtroppo per Neko, Nami aveva un buon udito, e le urlò:”Ti ho sentitaaaaaa!!!!”, “Beccate in pieno!” fu il commento divertito di Ritsukarudo. Quando Nami li raggiunse con il pacchetto in mano, era ora di raggiungere il sensei e il vecchio alle porte del villaggio. Dopo averli ritrovati, ripresero il cammino verso il villaggio della neve.

Dopo una mezz’oretta, Neko chiese a  Nami: “Allora Nami, vuoi spiegarci cos’è che hai comprato?”. Nami  le rispose:”Certo Neko. Si chiama cubo di rubik. Vedi, le facce sono composte da piccoli quadratini colorati. Dopo che viene scomposto, bisogna muoverli in modo da ricomporre le facciate tutte con lo stesso colore. Hai capito?”, “Certo, fammi provare!”, rispose prontamente Neko, facendosi passare il cubo colorato. La ragazza ci provò per un quarto d’ora buono, ma già dopo due minuti la si poteva sentire mentre imprecava e minacciava di morte il povero cubo. Alla fine disse. “Oh basta, è impossibile! Ci rinuncio!Tieni” e lo passò a Nami. Allora fu il turno di Rukia: “Me lo passi per favore, voglio provare anch’io!” così il rompicapo passò nelle mani della ragazza, che dopo dieci minuti chiese, brandendo un kunai con aria minacciosa: “Senti Nami, perché non lo distruggiamo e poi lo ricostruiamo nell’ordine giusto?”, allora Nami glielo tolse di mano e disse: “Ma no Rukia, proviamo ancora!”. Allora fu il turno della kunoichi dagli occhi bianchi, ma senza successo. Dopo una mezz’oretta di tentativi, Ritsukarudo si avvicinò alla ragazza e le chiese: “Posso provare anch’io Nami-chan?”, lo prese in mano e, sotto lo sguardo stupefatto e incredulo di Nami, Rukia e Neko, in poche mosse risolse il gioco, dicendo:”Ma è semplicissimo!Uh? Ragazze perché mi guardate così?” Rukia e Nami   gli stavano lanciando sguardi omicida, e Nami disse: “Rukia, passami il kunai”, e Ritsukarudo allora domandò:”A che ti serve il kunai? Ormai l’ho risolto il cubo!” e Nami con sguardo assatanato disse: “Oh ma non è affatto per il cubo!”.  Colto il messaggio di morte, Ritsukarudo abbandonò il famoso cubo di rubik e si dileguò urlando: “Oh com’è tardi!Ho un impegno urgente! Ci vediamo!”.


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Capitolo 6
*** Quarto giorno ***



Quarto giorno

In un prato verde, vedevo tantissimi puntini rossi. Camminavamo tutti e quattro in fila cercando di non pestarli, quando una papera ci disse:”Non pestateli sono degli esplosivi!!” …allora ho detto a RItsukarudo: “Ma non vedi che è un coniglio!!Ha persino la proboscide!!!”…ad un certo punto Nami mi fece:” Oddio, il prato sta diventando viola!”… ci guardammo tutti in faccia e…..
“SVEEEGLIAAA!!”.Da un agglomerato di coperte apparse la testa arruffata di Rukia, che osservava Nami con quell’attenta espressione che si ha appena svegli. “Svegliati, è ora! Dobbiamo andare e manchi solo tu!” disse scazzata Nami, già pronta per andare a fare colazione.
“E’ mattina.”
“Sì!”
“E’ ora di alzarsi.”
“Sì!”
“E’ già sorto il sole.”
“Sì! E muoviti altrimenti per colazione non troverai più un…”, ma Nami non aveva fatto in tempo a terminare la frase che Rukia era gia scesa, si era lavata, vestita, aveva ritirato il futon ed era gia seduta al tavolo dove sarebbe stata servita la colazione. ‘Questo metodo funziona sempre … dovrei registrare io il messaggio della sua sveglia..sua madre non dovrebbe nemmeno più chiamarla …’ pensò Nami, abituata a fungere da sveglia-smuovi-ritardatari. Nami seguì Rukia in sala da pranzo, raggiunta poco dopo da Neko e Ritsukarudo, di ritorno dai loro allenamenti mattutini. Si sederono a tavola e poterono osservare una scenetta destinata a ripetersi ancora, e ancora, e ancora…infatti, all’altro capo del tavolo, il vecchio stava animatamente discutendo con…no, aspettate, non era una discussione, era un monologo, perché il vecchio parlava con un Kuroishika in trance, che annuiva nel sonno, quasi come fosse un tic nervoso. A Neko uscì quasi il latte dal naso, quando Rukia e Nami glielo fecero notare. Ritsukarudo invece fissava come ipnotizzato il centrotavola, che era un invitante composizione di vari tipi di frutta secca, tra cui spiccavano delle enormi noccioline. Era un po’ preoccupante, a dire il vero. Così Rukia, che neanche a dirlo, era una fan appassionata della frutta secca, con la bocca stracolma di noccioline giganti chiese:”Ritsu-kun, non ne vuoi un po’? Sono davvero ottime!”, Ritsukarudo sembrò svegliarsi in quel momento, perché prese a scuotere convulsamente la testa e a balbettare frasi sconnesse tipo: “ Noooo no no no!!! Sono tremendamente allergico!” oppure “Solo se volessi suicidarmi!Sono estremamente allergico!”…purtroppo, nessuna delle amiche seppe dire quale delle due frasi aveva pronunciato, per via dell’incredibile velocità che aveva preso la sua testa, che a furia di scuotere così, secondo Rukia,prima o poi si sarebbe svitata e rotolata sul tavolo, vicino alle odiate noccioline.’Sarebbe stato uno spettacolo interessante’ pensarono in coro le tre compagneros. Proprio quando Ritsukarudo sembrava essersi calmato, e riprendere a mangiare come i comuni mortali, lo videro afferrare con decisione una fetta biscottata dal piatto in mezzo al tavolo, portarsela alla bocca e farfugliare, con la bocca piena: “Buonissima questa cioccolata!È molto diversa da quella che mangio di solito!”.
Successe tutto in un attimo: Ritsukarudo cadde all’indietro dalla sedia, in preda ad uno shock anafilattico, senza riuscire a respirare, mentre gli altri accorrevano per capire cosa fosse successo, e trovare il modo di farlo rinsavire.
60: i minuti che furono necessari per farlo riprendere a respirare normalmente.
60: i minuti che furono necessari per fargli passare lo spavento, e fargli riacquistare il dono della parola.
30: i minuti che furono necessari per spiegargli che sì, la NUTELLA contiene le nocciole.
All’alba delle dieci, finalmente decisero di lasciare la locanda e dirigersi verso la cittadina in cui si trovava il porto, che distava da lì una decina di chilometri. Starete sicuramente pensando: “Ma con un vecchio a seguito faranno notte di nuovo, prima di arrivare a vedere il molo!”. E invece no, perché si da il caso che i nostri amici (in particolare Neko, che sembrava avere una gran fretta di arrivare a destinazione), non avevano certo voglia di farsi rallentare così,senza nemmeno tentare di ovviare al problema.
FLASHBACK
“Mamma mia ma che due maroni!!!!Ragazzi, a questa velocità siamo stati sorpassati persino da quella lucertola di poco fa!!!” urlò Neko a pieni polmoni, mentre per l’ennesima volta si lamentava della lentezza d’andatura. Guardò Rukia, che trotterellava felice con al fianco Gasorin, fischiettando allegra come una pasqua “Jingle Bell” in piena estate, e non poté più contenersi: “Se almeno la cagna qui presente la smettesse di cantare assurde canzoncine natalizie in pieno agosto, potreste ascoltare meglio le mie osservazioni sulla nostra esasperante,indecente, quasi paradossale lentezza!! A quel punto magari potreste darmi ragione e farmi capire che ALMENO mi stavate ascoltando! Invece no, continuate imperterriti a camminare al passo di una balena spiaggiata!!! E tutto per seguire il ritmo della tartaruga più lenta dell’ovest!!!” strillò Neko, indicando con l’indice il povero vecchio. Rukia posò gli occhi su di lei, e con fare non molto interessato, ma decisamente frizzante disse: “Oh insomma Neko! Non ti va mai bene niente, eh? Non sei felice di andare in un paese affascinante come quello della neve? Ghiaccio, neve,slitte, vento gelido, e poi stalattiti pericolanti in grotte assassine che non aspettano altro che uno starnuto per crollarti addosso…”…”Assolutamente no, razza di rimbambita! Io odio quel paese con tutta me stessa, ma la cosa è resa ancora più insopportabile dal ritmo di marcia che abbiamo assunto! Ci manca solo il carro nero, e poi possono tranquillamente scambiarci per la processione di un funerale!”, ma Rukia già non l’ascoltava più, perché aveva preso a canticchiare sottovoce “We wish you a merry Christmas”. Nami, che si era divertita ad osservare la scenetta, decise di dire la sua: “ Neko, non è carino continuare a rimarcare la lentezza del gruppo, e ad imputarla al vecchio! Se fosse abbastanza svelto da accelerare il passo, lo sarebbe anche per potersi difendere da solo! È proprio grazie a questo  che finalmente ci hanno fatto uscire dal Paese del Fuoco!Non puoi sempre rinfacciarglielo, poverino, o finirai per offenderlo, lui si lamenterà con l’Hokage, e dopo, Tsunade, chi la sopporta più????”.
“Ragazze, ma perché vi scaldate tanto? Se è solo la velocità del passo che vi preoccupa, io avrei avuto un’idea!”… Calò improvvisamente il silenzio, momento più che raro per quel gruppo. Istante in cui Nami e Neko si guardarono, poi si voltarono verso Ritsukarudo, e con tutto il fiato possibile gli urlarono:”E ce lo dici soltanto adesso????”. Ritsukarudo parve un po’ scosso a Rukia, quando lo vide avviarsi verso la foresta per recuperare un po’ di rami che servissero alla loro causa. Infatti Ritsukarudo aveva avuto la brillante idea di costruire una specie di portantina a spalla, che, posizionata sulla schiena, avrebbe permesso il trasporto del vecchio con un andatura adeguata alle loro esigenze. Rimaneva solo un problema ora…chi avrebbe portato il vecchio in groppa?
Per decidere chi avrebbe detto a Kuroishika la favolosa novità, ovvero che sarebbe stato lui la “colonna portante” della missione, giocarono alla morra cinese. Come al solito, quello sfigato di Ritsukarudo cannò il turno, e quindi le amiche si godettero la scena da dietro le sue spalle. Eh sì, la faccia di Kuroishika alla scoperta della sorpresona, non aveva prezzo!
FINE FLASHBACK
Erano quindi riusciti a partire alla volta del porto, e l’andatura era molto sostenuta, così riuscirono a zittire Neko. Ma la ragazza non fu l’unica ad essere zittita quel giorno. Infatti regnava uno strano silenzio, una voce familiare era muta quel giorno…il vecchio dormiva. Non era un sonno naturale, certo, però dormiva. Sulle spalle di Kuroishika, il nonnetto biascicava qualcosa nel sonno, incessantemente, per non far perdere al sensei l’abitudine alle chiacchiere. Non crediate che dorma per via dell’età, a quello ci aveva pensato Rukia, l’addetta ai veleni… e ai sonniferi.
FLASHBACK
“Rukiaaaaa!”, urlò il sensei a pieni polmoni. Rukia comparve sulla veranda della locanda dove stavano soggiornando. Erano più o meno le undici di sera, e Kuroishika l’aveva chiamata così forte che lo avrebbero sentito anche in Patagonia, cosa insolita per mister “Seccature, non ho voglia di urlare!Costa troppa fatica!”. “Rukia, mi è stato detto, quando mi hanno fatto vedere le vostre schede, che tu sei l’esperta di sostanze nocive, dei veleni insomma. È vero?”. Rukia lo guardò con aria dubbiosa e curiosa, e rispose:”Sì, sì è vero. Ma chi vuole avvelenare?”, “Il vecchio”…Rukia sgranò gli occhi e urlò :”Il vecchio??? Lei vuole uccidere il vecchio??? Ma si è rincretinito tutto d’un botto???”, “No no che hai capito! Non devi ucciderlo, devi solo somministrargli un sonnifero che lo faccia dormire durante il viaggio, tutto qui!”. Rukia era perplessa: “Scusi ma perché vuole addormentarlo?”, “Non dire così, sembra di dover sopprimere un animale! E comunque è colpa sua! Parla tanto, tantissimo, troppo!Lui e il quattrocchi mi fanno impazzire, ce li ho attaccati alle orecchie! Non lo sopporto più! Aiutami, ti prego!”.Rukia rimase un po’ interdetta, lo fissò per dieci secondi, e poi scoppiò a ridere come una pazza. Poi gli disse: “Va bene, non c’è problema, ne ho gia alcuni pronti. Non credevo che fosse così disperato, sensei! E quando glielo devo dare?”, “Domani, dopo colazione, prima di partire per il porto.”, e Rukia :”Va bene, sarà fatto!”.
IL GIORNO DOPO
“Salve signore, tutto bene?” chiese Rukia al vecchio della neve, che riposava in giardino, dopo aver fatto colazione. “Tutto bene, tutto bene, ragazza. Grazie per l’interessamento!” “Le ho portato una tazza di tè. Ho pensato che potesse farle piacere!” “Oh, grazie figliola,lo berrò volentieri un po’ di tè!”. Così il vecchio prese la tazza e assaggiò la bevanda. Ne bevve due sorsi,poi disse:” Questo tè è molto buono, particolare, ha un sapore strano, ma piacevole. Però mi sta…venendo…sonno…”. Il vecchio era crollato in un sonno profondo  e rilassato. Rukia lo sollevò senza fatica e lo portò all’interno della locanda, dove lo sistemò sulla portantina di Kuroishika, per riprendere il viaggio.
FINE FLASHBACK
Dopo un’oretta di corsa, in quel perfetto silenzio che caratterizza i viaggi ninja, arrivarono nella cittadina che dava sul mare. Non era molto grande, l’intonaco delle case era scrostato dall’aria salmastra,i tetti, poco spioventi, erano arancioni, e coperti da reti da pesca. Nella via principale, il mercato era in piena attività,e , ovviamente, il pesce era il prodotto dominante, fresco e di ottima qualità. Quando il gruppo arrivò al villaggio, i pescatori stavano tornando dalla battuta di pesca del primo mattino, per vendere il pesce al mercato. Così , non avendo bisogno di comprare nulla, si diressero direttamente al molo, per acquistare una barca. Kuroishika disse:”Voi ragazzi aspettatemi qui, col vecchio, io vado a contrattare per una barca decente. Non interferite, state qui buoni buoni e non seccatemi come vostro solito!Sono stato chiaro?” chiese guardando Rukia.”Cristallino!” rispose lei. Il sensei partì spedito verso una baracca piuttosto animata, che sembrava avere delle imbarcazioni adatte alla missione da vendere. Quando fu ben distante dal poter udire i ragazzi, questi si guardarono, e Nami disse: “Stavolta vado io. Prevedo guai per questo acquisto. Ci è capitato il sensei più taccagno del paese!”, fece l’occhiolino ai suoi amici, e sparì dietro al loro maestro. Si nascose dietro alla baracca e osservò il sensei all’opera. All’interno, dei pescatori giocavano d’azzardo: alcuni ai dadi, alcuni alla morra per soldi, ma Kuroishika era intento a discutere animatamente con un omone che giocava alle tre carte. Da quello che Nami era riuscita a sentire, quel tizio voleva una cifra spropositata per una bagnarola, e Kuroishika non voleva cedere, anzi tentava di trattare un prezzo accettabile. La ragazza si guardò intorno, e vide una barca perfetta per loro, ma che valeva ben più di quello che avevano, però le venne in mente un’idea. Uscì allo scoperto e si avvicinò a Kuroishika. “Mi scusi sensei. Ho bisogno urgentissimo di parlarle!” e la risposta fu: “Cosa ci fai qui? Avevo detto di non venire  a seccare! Sto contrattando!” “Sì, e con scarso risultato!”, disse la Hyuga, poi si rivolse al pescatore e disse:” Giochiamo alle tre carte. Se vinco io, lei ci darà quella barca laggiù, quella con l ‘albero maestro più alto. Se invece perdo le daremo tutti i nostri soldi. Ci sta?”.il pescatore scoppiò a riderle in faccia e poi le disse:” Dì un po’ ragazzina, quanti anni hai? Lo sai che questo è gioco d’azzardo? Ci tieni proprio a rimanere al verde?”, e lei rispose: “E lei ha paura di perdere contro una ragazzina? Complimenti, cuor di leone!”. Gli occhi dell’uomo si ridussero a due fessure, e ringhiò: “Va bene mocciosa! Trova il re di cuori, e ti darò l’atto di proprietà della barca!” . Il pescatore prese le tre carte, le mostrò il k di cuori, poi inizio a rimescolarle velocemente, sempre più veloce, tanto che nemmeno lui sapeva più dove fosse il re. Sicuro di vincere il gruzzolo, disse:” Avanti, dov’è il re?”, e Nami senza battere ciglio indicò quella a destra: “È questa”; la girò e rivelò effettivamente il K di cuori. Tutti i presenti ci rimasero di stucco, ma più di tutti l’uomo e Kuroishika. Il  perdente fu così costretto a cedere l’atto di proprietà, e Nami, con un sorrisone sornione, tornò col sensei dai suoi amici. “Alla buon’ora eh? Vi eravate persi? Che hai da sorridere così tu?” chiese Neko a Nami. Kuroishika rispose per lei: “Sorride perché ci ha rimediato la barca migliore del porto giocando d’azzardo, ecco che ha!”, poi guardò Nami e le chiese:” Si può sapere come hai fatto? Hai usato il Byahkugan?” e lei rispose:”No, ho tirato a caso!” si mise a ridere allo sguardo incredulo del maestro, poi disse:”Scherzo dai! Non avrei mai rischiato così tutti i nostri soldi! Ho seguito i movimenti della carta e ho visto tutti gli spostamenti.” “Evvai Nami sei grande!” disse Rukia battendole il cinque. Così si incamminarono verso la loro nuova nave. Andarono subito sotto coperta a prendere possesso delle cuccette. Viste le cabine, Ritsukarudo disse:” Beh ragazze, direi che la più grande spetta a Nami, che dite? Se la merita no?”. Neko e Rukia annuirono insieme, Nami ringraziò, e poi i quattro tornarono sul ponte, e raggiunsero Kuroishika al timone. Una volta lì Rukia chiese:”E ora che si fa?” e il maestro disse:” Salpiamo è ovvio. Tu…mmm…Ritsukarudo, giusto? Leva l’ancora. Tu cane, recupera le cime. Voi  due ragazze invece spiegate le vele. Ah, tu Nami rimani lassù di vedetta. Di tanto in tanto ispeziona i dintorni col Byahkugan.Ok? Forza, andate!”. In  men che non si dica, i ragazzi scattarono a eseguire gli ordini. Gestire una nave non era poi quella gran fatica per dei ninja, ma il bello doveva ancora arrivare.
QUELLA SERA…
La situazione era molto promettente: erano salpati ormai da qualche ora, era tardo pomeriggio, il sole tramontava dietro l’orizzonte, il mare placido e piatto dondolava dolcemente la nave, e tutti i membri del gruppo si godevano il tranquillo viaggetto in mare aperto… tutti tranne Ritsukarudo. Infatti, se Nami stava di vedetta, Neko era addetta alle vele e stava abbarbicata su un’albero a poppa, Rukia seduta in posa plastica sulla prua, lui era aggrappato alla balaustra del ponte, era verde in viso, e non prometteva nulla di buono. Ritsukarudo si avvicinò barcollando a Rukia, come se il legno del pavimento fosse in realtà gelatina (in una perfetta imitazione di Adelina e Guendalina Bla Bla, vedi “Aristogatti”), si sedette vicino a lei e prese a guardare nella stessa direzione. Poi lei si voltò, e gli chiese,con un sorrisone sognante: “ Non è bellissimo?”… purtroppo, per quanto Ritsukarudo avesse in realtà un’ animo poetico e sensibile, in quel momento la sua massima preoccupazione era impedire al suo stomaco di fuoriuscire dalla bocca, insieme al suo contenuto. Quindi rispose, con aria sofferente, e spirando le parole come se fossero le ultime: “ Sì…bel-bellissimo…”, Rukia lo guardò con occhi innocenti e gli chiese: “Non stai bene Ritsu? Hai uno strano colorito…” e lui: “Mah, sarà colpa di quella diabolica sostanza che mi avete fatto ingerire con l’inganno …”, “Ah, la Nutella!” ,“Sì, proprio lei …la mia acerrima nemica…”. Poi  l’espressione di Rukia si trasformò in una preoccupata e dispiaciuta, e gli chiese: “Via, un bacino e passa tutto! ” schioccandogli un bel bacio sulla guancia!…Ritsukarudo diventò prima rosso porpora, poi viola, poi tornò al solito verde, preso da un nuovo attacco di stomaco. Povero,piccolo Ritsukarudo! La Nutella l’aveva proprio distrutto! Intanto Nami urlò, dalla cima dell’albero maestro: “Arriva gente! Pirati,sono pirati!” e Kuroishika: “Sei proprio sicura? Sarebbe davvero una scocciatura!”, “Guardi,brutte facce sdentate, omaccioni tempestati di tatuaggi, una bandiera nera munita di teschio in cima, direi di sì, sono sicura, sono pirati!!!!”
Kuroishika organizzò subito l’equipaggio e i suoi allievi: “Ritsukarudo vai a poppa con Neko; Nami stai qua con me e il vecchio; i due cani a prua e mi raccomando, non distruggete la nave – guardando male Rukia- se volete disintegrare tutto andate sulla nave dei pirati!”. La nave dei pirati impiegò circa dieci minuti per arrivare. I nostri eroi, appena il veliero si fu avvicinato e iniziarono a salire i primi corsari, non tardarono a contrattaccare: Nami, utilizzando la rotazione suprema e il Junken riusciva ad attaccare, e contemporaneamente proteggere il vecchio. Neko  combatteva sia con le spade che a mani nude, lasciando dietro di sé una scia di feriti e semicadaveri , poichè lei non si preoccupava di tramortire il nemico, ma faceva in modo che non si alzasse  più. Ritsukarudo se la cavava egregiamente grazie alla sua tecnica delle ossa, finché il suo colorito non passò dal verde pisello a un colore che avrebbe fatto invidia alle vittime di CSI New York,e non fece in tempo a sporgersi dalla balaustra, che vomitò l’intero pranzo, e forse anche parte della colazione. Il pirata che stava combattendo con lui prese a ridere convulsamente, e Ritsukarudo, tra un conato e l’altro, ne approfittò per stenderlo come un tappeto a primavera, e gli disse:”Bada, che ho uno stomaco in  subbuglio, e non ho paura di usarlo!!!”, da quel momento, i pirati presero a evitarlo. ‘Chissà perché ora non mi attaccano più..mmm…no…ancora…’. Ritsukarudo stava pensando ciò, quando i suo problemi gastrici gli impedirono di fare persino quello. Intanto, dall’altra parte del ponte, Kuroishika aveva notato il grande affluire di pirati che attaccavano Neko, come se li ci fosse solo lei. Così andò a controllare, e trovò un Ritsukarudo semisvenuto a terra, pallido come un cencio, che borbottava:”Guarda te sti sciagurati! Codardi! Se ne sono andati mentre combattevano….questa è proprio una…una…Bluoahh…oh mamma, basta, fermate il mondo, voglio scendereeeeee!!!”. Kuroishika allora, guardò verso prua, e non trovando Rukia nei paraggi si allarmò:” Ritsukornuto…no Ritsukanuto…ohhh, tu col mal di mare! Che fine hanno fatto i due cani?”, e Ritsukarudo, lo sguardo vacuo e perso: “ Chi? Ah parla di Rukia! Ha detto che lei le aveva ordinato di devastare la nave del nemico, così si è defilata quasi subito….e ha fatto un arrembaggio ai pirati…mmm”. Ora che ci faceva caso, il sensei si rese conto che, in effetti, le urla di dolore e disperazione, l’odore di bruciato, e i continui tuffi in mare, venivano dalla nave avversaria, dove sul ponte spiccava la sadica figura di Rukia, che con Gasorin, abbatteva un nemico dietro l’altro con il Gatzuuga e tempestandoli di kunai e carte bomba. Aveva l’espressione del bambino a Natale: sollazzo e divertimento a tutto spiano, questo esprimeva la sua faccia. Quella dei pirati invece esprimeva il tormento dell’inferno dantesco, e imploravano i suoi compagni di venirsela a riprendere,  urlando che sarebbero tornati da mamma, che avrebbero fatto i bravi ragazzi…uno aveva perfino promesso a Nami  i loro bottini in cambio, se se la fosse ripresa …tutto per togliersela dai piedi. Ormai, dopo solo mezz’ora, i pirati si erano buttati tutti a mare, disperati per aver preso un sacco di botte  e non aver guadagnato un tubo. Rukia, dopo aver sgominato gli ultimi poveri diavoli, che erano stati sconfitti in casa, senza neanche andare in trasferta, tornò tutta pimpante sulla loro nave, dicendo che si era divertita come poche volte nella vita. Neko prese a contare le sue vittime, pressoché svenute, e a gettarle in mare, dove venivano raccolti dai loro compagni galleggianti. Nami, dopo aver fatto fuggire gli ultimi poveri tapini, che non erano riusciti nemmeno a sfiorarla, si guardò intorno, ed esclamò:” Ragazzi, ma dov’è Ritsu??”. Fu allora che videro Kuroishika sbattersi una mano in fronte e correre spedito a poppa,per vedere se il quattrocchi  era sopravvissuto al mal di mare, che, feroce, l’aveva colpito nel mezzo del combattimento. Fu così che Ritsukarudo fu soccorso, gli furono somministrate le medicine contro la nausea da Rukia e fu messo a letto. Per lui sarebbe stato un viaggio molto, moolto lungo.
 

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