Fiamme.

di rawr stewart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compagnia. ***
Capitolo 2: *** Pessima giornata. ***
Capitolo 3: *** Visite. ***
Capitolo 4: *** Si ritorna alla solita vita. ***
Capitolo 5: *** Vestito. ***
Capitolo 6: *** Prima volta. ***
Capitolo 7: *** Lui mi deve parlare. ***
Capitolo 8: *** Altra esperienza... ***
Capitolo 9: *** Un buongiorno diverso. ***
Capitolo 10: *** Compleanno. ***



Capitolo 1
*** Compagnia. ***


I
 
 
Mi alzai e vidi dalla sveglia che erano le 7 in punto.
Mi diressi verso il bagno, una doccia veloce, dei vestiti e poi presi una pergamena e una piuma.
Mi sedetti sul comodino, presi l'inchiostro e scrissi le seguenti parole:
 
Ciao Sirius,
posso venire a trovarti stasera, dopo cena ?
Chiederò a Harry di prestarmi il suo mantello.
Fammi sapere.
                                                                                    Eloise.
 
Chiusi la pergamena e la misi dentro una busta. La presi in mano e mi diressi verso la guferia.
Dopo aver mandato la lettera, mi precipitai in Sala Grande.
«Buongiorno Elle !» mi salutò Ginny abbracciandomi.
«Sciao Amur» le risposi.
«Ciao Roscio, come va oggi ?» chiesi a Ronald e mi misi seduta tra lui e Harry.
Dopo aver abbracciato Potter, Ron mi rispose con un «Bene mista, e tu invece ?».
Il mio colore di capelli faceva in modo di farmi riconoscere da tutti a scuola. Ma non m'importava, mi piacevano tantissimo.
«Diciamo che mi sento come se un coccodrillo mi fosse passato sopra durante la notte, ma fà niente.» gli risposi.
Si misero tutti a ridere e sì sà che, dove c'è la risata, ci sono anche Fred e George.
«Ehi gente, che avete tutti da ridere a prima mattina ?» chiese Freddie mentre si dirigeva con il fratello verso di noi e si misero entrambi seduti.
«Stanno ridendo perchè ho appena detto che mi sento come se un coccodrillo mi fosse passato sopra stanotte.» spiegai.
«Ohoh, Elle, non pensavo te la facessi anche con i coccodrilli.Com'è stato? Immagino un'avventura da sballo» mi fece George.
«Si, devo dire che è stato piuttosto.. silenzioso, sapete..» mi guardarono tutti con la faccia perplessa così spiegai: «Beh, il coccodrillo non sì sà ancora come fà !» e mi misi a ridere solo io come un'ebete. Ma c'ero abituata.
«Ronald dov'è il tuo più grande amore ?» chiesi al rosso.
«Non lo so, penso si stia preparando per..» non finì la frase perchè Hermione entrò correndo verso di noi. Vidi Ron diventare tutto rosso (più dei suoi capelli) e lei mi abbracciò forte appena mi vide.
«Buongiorno Paxxa !» mi disse mentre ci abbracciavamo.
«Buonzzonno Tessò » le dissi con fare da bimbaminchia.
Si sedette vicino a Ron e presero a sbaciucchiarsi.
«Bleah, che schifo, vi prego stò mangiando !» dissi ai miei amici.
Vidi che Herm mi mandò a quel paese con il suo dito medio mentre continuavano a baciarsi.
«Sembrate due meduse o polpi, non sò qual'è peggio» dissi mentre presi a mangiare i cereali che avevo messo nel latte.
Finalmente si staccarono e subito Hermione mi fece la domanda giornaliera che faceva incuriosire tutti, ogni santissimo giorno.
«Allora Elle, hai notizie di quella persona ?» mi chiese con un'occhiolino.
«Non sò come risponderti, Herm. Gli ho mandato una lettera proprio prima di venire a fare colazione» risposi.
E subito: «Di chi state parlando voi due?» , «A chi è che hai mandato la lettera?» , «Eloise, non è che hai un ammiratore segreto e non ce lo vuoi dire ?» a raffica queste furono le tre domande che mi rivolsero i miei amici: Ron, Ginny e Harry, in ordine.
«Ron, non te lo possiamo dire ma tranquillo, non riguarda la tua pasticcina» lo tranquillizzai mentre Herm mi dava un piccolo pugno sulla spalla.
«Ginny, un giorno te lo dirò a chi ho mandato la lettera..» le dissi facendole l'occhiolino.
«Harry, sono io l'ammiratrice» e guardando Herm ridemmo insieme come due squilibrate (che eravamo).
Però tornai triste, dopo la risata.
E se lui mi avesse detto di no? Se non mi voleva vedere?
Accidenti, perchè mi facevo tutti quei complessi mentali? Basta.
Se mi avrebbe detto di no, il mondo non sarebbe mica finito.
Eppure soffrivo al pensiero di non poter vedere il suo volto sorridermi, le sue labbra parlare..
«Smettila Eloise, tu sei quella che non si innamora, quindi stop.» dissi sottovoce, ma non così piano, perchè Herm e Ron mi sentirono.
Sorrisi ad entrambi come se non avessi detto niente.
Fortunatamente fecero finta di nulla anche loro, ma Hermione mi rivolse uno sguardo interrogativo al quale io non risposi.
«Hey Harry, oggi c'è la partita di Quidditch giusto?» gli chiesi mentre finivo di bere il latte.
«Si Elle» mi rispose con lo sguardo basso.
«Potter, potrei sapere perchè non hai toccato cibo da quando siamo entrati?» gli chiesi a bassa voce, vicino al suo orecchio. Alcune cose era meglio non farle sapere a tutto il gruppo. Io e Harry eravamo migliori amici ormai e sapevo quando non aveva voglia di far sapere qualcosa a tutti quanti. Ma sapevo anche che ne avrebbe parlato con me, che lo volesse o no.
«Roswell, te lo dirò un'altro giorno.»
Quando mi chiamava per cognome era una cosa che mi riguardava.
Eppure non pensai di aver fatto qualcosa di male nei suoi confronti.
«Bene Potter,dimmelo quando ti pare, ma prima o poi lo verrò a sapere, che ti piaccia o no.» lo avvisai.
«E' una minaccia Eloise ?» mi guardò alzando un sopracciglio.
«Vedila come vuoi Harry, io ti ho avvisato» e con questo bevvi le ultime goccie del mio latte.
Poi mi ricordai di una cosa, una cosa che mi sarebbe servita la stessa serata, nel caso la risposta di Sirius fosse stata positiva, una cosa che Harry aveva e che mi dovevo far prestare. Glielo avrei chiesto più tardi, dopo aver ricevuto una risposta.
Non feci in tempo a pensarlo che un gufo venne in sala grande, con una lettera nel becco e si diresse verso di me. Presi la lettera e accarezzai il gufo che poi andò via.
Aprii la busta e lessi.
 
Buongiorno El,
vieni pure stasera, quando vuoi.
Ti aspetterò,
                                                                                    Felpato.

A quel punto, dopo aver letto la lettera,sorrisi e mi alzai subito dal tavolo, diretta ad andare in sala Comune.
Prima di uscire dalla sala Grande, vidi Diggory che mi fissava mentre camminavo. Gli rivolsi un sorriso provocatore e me ne andai.
Cedric Diggory non era l'unico ragazzo della scuola che mi fissava spesso: c'erano Malfoy, Baston e anche Finnigan.
E poi qualche volta Hermione ne scovava qualcuno che mentre io leggevo mi guardava e lei me lo diceva.
Non m'interessavo molto dei ragazzi, a me piaceva un'altra persona, ed era un'uomo, non un ragazzino diciassettenne o cose del genere.
Sentii dei passi dietro di me a rincorrermi e di corsa Hermione mi fu accanto.
«Era lui nella lettera?» mi chiese mentre salivamo le scale.
«Si» risposi.
«Che vi siete detti?»
«Stamattina gli ho chiesto se potevo andare da lui dopo cena e mi ha risposto che mi avrebbe aspettata» le spiegai.
Annuì e andammo insieme a prendere i libri per le lezioni mattutine.
 
-In serata-

«Hermione dove cazzarola sei ?!» gridai.
Erano le 9 di sera e mi doveva dire se stavo vestita e truccata bene e se i miei capelli erano a posto o in disordine.
La vidi correre verso di me, guardarmi per un po' e poi dirmi «Sei perfetta Amur, vai» e così dicendo mi diede una spinta da dietro la schiena.
Mi infilai il mantello dell'invisibilità prestatomi da Harry (fortunatamente) e mi diressi verso il Platano Picchiatore.
Andai precisamente nel posto dove un anno prima conobbi Sirius.
Solo che ora aveva un'aspetto migliore. Ora c'erano un letto, una cucina, e un pavimento migliore.
Entrai nella "casa" di Sirius.
Mi aspettava sulla porta e appena mi levai il mantello e mi vide, mi sorrise. Quando andai verso di lui mi abbracciò e mi fece accomodare sul letto.
«Allora El, come mai sei quì ?» mi chiese sedendosi vicino a me.
Non potei fare a meno di notare, come al solito, il soprannome che mi diede lui, sin da quando ci conoscemmo. Gli altri mi chiamavano "Elle" e lui "El".
«Ci deve essere per forza un motivo?» chiesi alzando le sopracciglia e storcendo la bocca.
Si mise a ridere. «No, no, hai ragione» mi disse.
Mi chiese cosa avevo fatto quella settimana, poi chiesi la stessa cosa anche a lui. Ormai era mezzanotte ed io dovevo dormire altrimenti il giorno dopo non mi sarei svegliata per scuola.
Ma non feci in tempo nemmeno a dire "è troppo tardi" che mi addormentai di colpo sul letto di Sirius. Probabilmente lui cercò di svegliarmi, ma ero persa nei sogni, perciò non ci riuscì. Passarono una o due ore da quando mi addormentai, mi trovai distesa a pancia all'aria sul letto. Non aprii gli occhi, però ero sveglia.
E poi ci fu la cosa che mi fece pensare che stessi ancora sognando. Sirius Black che mi baciava. Un bacio casto, indeciso, con mille conseguenze, ma pieno di qualcosa di intenso, che non capii nemmeno io cosa fosse.
Di colpo aprii gli occhi e mi accorsi che non era un sogno. Sirius mi stava davvero baciando.
Fino a quando non si allontanò e mi vide sveglia.
Eravamo imbarazzati entrambi, si vedeva. Entrambi con un filo di rossore sulle guancie (io ero completamente rossa), entrambi con lo sguardo basso, entrambi cercando qualcosa da dire. Al finale, non parlammo e lui fece per andare verso un'altra stanza, ma lo fermai prima che se ne andasse.
«S-Sirius aspetta.»
Lui rimase sulla soglia della camera da letto girato di spalle.
«Fammi compagnia, per favore»

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Capitolo 2
*** Pessima giornata. ***


II
 
 
Sirius si girò verso di me e, a passo cauto e morbido, mi venne vicino. 
Gli feci un po' di spazio sul letto, ma lui si limitò a mettersi seduto.
Il mio orologio babbano mi disse, da quel poco che potevo vedere, che era notte fonda, precisamente le 3.
Provai a prendere di nuovo sonno, ma l'accaduto di poco prima non mi lasciava cadere nelle braccia di Morfeo. Trovare una spiegazione razionale a quello che era appena accaduto, non era possibile, ma ero una che non molla, e passai tutte le due ore di sonno che mi erano rimaste in quella "casa" a pensare.
Pensai di non aver dormito per niente, perciò mi stupii quando Sirius mi mosse un po' la spalla sinistra per farmi svegliare e farmi tornare al mio dormitorio.
«Grazie.. di tutto.» dissi timidamente quando lo stavo per salutare. «Figurati. Non c'è di che» mi rispose. Era diventato meno "caldo", si era raffreddato. Proprio come un uccello che abbandona una casa col camino per inoltrarsi nel freddo invernale.
Presi il Mantello dell'Invisibilità prestatomi e uscii dalla dimora. 
Il percorso fu breve e nessuno si accorse di me. 
Arrivata in camera, mi misi il pigiama e mi riaddormentai fino alle 7.
Quella mattina mi svegliai con una pergamena vicino a me, ma non la aprii.
Avevo la pessima sensazione che fosse stata scritta da Felpato ma non ero in grado di ricevere pessime notizie o frasi tristemente gravose per me stessa a prima mattina.Così la riposi sotto al cuscino, luogo nel quale nessuno sarebbe venuto a frugare. 
Mi preparai con poca voglia ma tanto sonno, e scesi più tardi del solito. Basta dire che Hermione era arrivata prima di me, per esaltare il mio ritardo.
«Buongiorno ragacci..» dissi stupidamente sbadigliando.
«Buongiorno ritardataria ! Hai fatto le ore piccole stanotte?» e mentre George disse questa cosa, Hermione mi lanciò uno sguardo interrogativo.
«Sì, scusatemi.Dovrei essere stra-felice, eppure..»
«Cos'è che disturba la tua felicità?» mi chiese cortese Ron.
Non risposi, presi un biscotto ed iniziai a sbriciolarlo sulla mano. Non avevo fame, nè voglia di ingerire liquidi. 
Presi un codino dal polso e mi legai i capelli in una coda alla meglio. 
«Brutto segno» sussurrò Harry.
In fondo, tutti lo sapevano, che quando avevo i capelli raccolti, non era una delle mie giornate migliori.
 
-Dopo colazione-
Salii le scale di fretta, avevo voglia di sedermi e far finta di sentire la lezione, qualunque essa sia stata. Non ricordavo nemmeno l'orario mattutino, cosa che non mi capitava mai.
Incrociai lo sguardo di Malfoy mentre salivo, che mi fece un'occhiolino al quale non diedi per nulla valore.
Mi imbattei in un Paciok sulle nuvole ed identificai dietro di me un Diggory interessato al mio fondoschiena. Avrei voluto girarmi, scendere due scalini e dargli un bel ceffone, ma non avevo abbastanza forza e animo. 
Se dovevo dargli una sberla, gliela dovevo dare bella forte. 
Arrivai in classe che la lezione con la Mc.Granitt era già iniziata. Mi scusai del mio ritardo e così mi beccai anche una delle sue ironie buone e gentili ma sputtanevoli. «Pare che la signorina Roswell stamattina abbia speso troppo tempo per i suoi capelli.» così disse la Mc.Granitt. E per quanto potesse essere brava ad insegnare, quella professoressa era anche altamente brava a sputtanare i suoi alunni. E poi cosa cazzo avevano tutti in quella scuola con i miei capelli? Erano celesti, viola, blu, non sò quale dei tre sia il colore predominante, ma che gliene fregava a loro? L'unica persona che sembrava non giudicarmi, era Hagrid. A lui piacevano, o almeno così diceva.
La lezione passò innocua, la professoressa mi fece due domande a cui non seppi rispondere e richiamò la mia attenzione più di una volta.Non ce la feci proprio a tenere la concentrazione, non dopo quello che era accaduto poche ore prima.
Ero triste, nonostante tutto. Perchè sapevo che ora Sirius mi avrebbe scritto una lettera (forse quella già scritta di stamattina) dove mi diceva che aveva commesso un enorme errore e che non potevo più andare nella sua "casa" nè stare con lui.
Alla fine della lezione, me ne andai in bagno e iniziai a piangere. Mirtilla Malcontenta si fece vedere un paio di volte, ma quando capì che ero io -probabilmente dai miei capelli- decise di andarsene. Non gli stavo simpatica. E menomale, perchè altrimenti sarebbe stato peggio. Pensai a quanto fosse ridicolo parlare ad un fantasma come lei di qualcosa di così grande.
E continuai a piangere, saltando tutte le altre lezioni e probabilmente mi addormentai anche, tra le lacrime.
 
Al mio risveglio, ero ancora nel bagno femminile. Corsi per andare in dormitorio, e li mi accorsi che erano le 3 del pomeriggio. Avevo saltato anche il pranzo, benissimo. Chissà tutte le voci della Sala Grande cosa dicevano di me: l'alunna che non si faceva vedere dalla seconda ora, sparita anche per pranzo.
Ero sicura che la Mc.Granitt avesse detto al Preside della mia mancanza d'attenzione insolita durante la lezione e, ovviamente, tutti gli altri insegnanti del giorno avevano comunicato allo stesso Albus Silente della mia assenza alle lezioni.
Mi diedi una sciaquata al viso, prima di scendere di corsa a cercare i miei amici.
Li trovai in giardino, dopo essere andata in Biblioteca pensando di trovarli lì.
La prima a venirmi incontro correndo fu ovviamente la mia Hermione, che mi abbracciò fortissimo e una volta che mi lasciò chiese gridando: «Si può sapere che fine hai fatto?». Mentre lei mi gridava contro, andai a sedermi anonimamente tra i miei amici, più precisamente vicino al mio migliore amico Harry. Lui mi guardò attento mentre pogiai la mia testa contro la sua spalla e mi avvicinai al suo corpo.
Sapevo che mi avrebbe aiutata, anche con il silenzio. Lui sapeva come prendermi, in ogni situazione. Mi conosceva meglio di chiunque altro. 
«Scusa Herm, non me la sentivo di venire alle altre lezioni» sussurrai verso la mia amica, che capì e annuì.
«Comunque sei nei pasticci, cara mia. Si parla che il Preside abbia deciso di venirti a parlare domani durante la lezione della prima ora e se non ti troverà lì, saranno uccelli senza zucchero.» mi disse la mia amica seria.
«Oh, cazzo.» sussurrai.
Poi qualcosa mi contrinse a svenire tra le braccia del mio più caro amico, facendo finire quella giornata schifosa.
 
-In serata-
Mi risvegliai su un letto scomodo, delle coperte intrinseche di puzza di malattia e una brocca d'acqua vicino a me. Ed avevo un ago ficcato nel braccio. Sapevo esattamente dove mi trovavo: in Infermieria. 
Ciò significava due cose: uno, il Preside mi sarebbe venuto a trovare comunque; due, mi avrebbe aspettato una giornata ancora più difficile di quella che andava finendo.

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Capitolo 3
*** Visite. ***


III
 
 
Al mattino, riconobbi quattro diverse voci che facevano il mio nome, chi in un modo, chi in un altro. 
«Eloise» mi chiamò Harry.
«Ellie» fece Hermione.
«Ehi,Elle» bisbigliò Ron.
Non appena aprii gli occhi e mi orientai nella stanza, sentii l'ultima voce, più lontana delle altre.
«Buon risveglio, signorina Roswell» disse Albus Silente, Preside di Hogwarts.
Avrei voluto riaddormentarmi di colpo, ma le palpebre non cedettero. 
«Ciao ragazzi» dissi cauta ai miei amici che mi stavano intorno.
«E buongiorno anche a lei, professore» dissi con voce più pronunciata verso l'uomo.
Il viso anziano dell'insegnate mi sorrise teneramente.
«Perchè sono quì? E perchè voi non siete a lezione?» chiesi ai miei compagni. Prima che questi ultimi potessero proferire parola, il professore intervenne.
«Rintengo opportuno che il signor Weasley, il signor Potter e la signorina Granger prendano al più presto il loro posto nella stanza in cui hanno lezione stamattina, visto che ormai la signorina Roswell ha preso visione della loro compagnia come desiderato. Su, andate ragazzi» e li invitò ad uscire da quel posto. Harry mi baciò sulla fronte prima di andarsene e vidi Hermione farmi un occhiolino mentre chiudeva la porta.
«Hai degli ottimi amici, Eloise» mi disse il professore sedendosi su una sedia vicino a me.
«Lo so, professore.»
«Immagino tu sappia anche perchè io sono quì..»
«Professore, se non le dispiace, prima di parlare di questo, vorrei sapere perchè io sono quì.»
Silente annuì, come se si fosse aspettato quelle parole. Mi sembrava pur logico sapere perchè ero su un lettino in Infermeria con un ago nel braccio.
«Vedi Eloise, sei quì perchè sei svenuta tra le braccia del signor Potter e si da il caso che i tuoi amici ti ci abbiano portata. Madama Chips ha constatato che hai una carenza di ferro elevata e hai anche una lieve forma di anemia. Ecco perchè ti trovi in questo luogo». Sospirò.
«Capisco. Signore, è grave?»
«No, Eloise, devi solo mangiare di più. Non mi vorrai diventare un fantasma anche tu» e sorrise sotto la folta barba.
Sorrisi anch'io, mio malgrado. E sentii male alla pancia. Così mi scappò una smorfia-sorriso.
«Ma ora, passiamo ad un altro argomento. Ho saputo da diversi insegnanti che hai avuto un atteggiamento strano ieri a scuola. Alcuni di loro mi hanno dimostrato la tua assenza alle lezioni, altri mi hanno fatto notare la tua disattenzione.Come può giustificarmi ciò, signorina Eloise?»
«Signore, la storia sarebbe troppo complicata e per quanto sò che le complicazioni sono la parte migliore di un racconto, il mio racconto non sarebbe per niente facile, nè istruttivo in qualche modo. Preferirei non parlarne e la prego di accettare le mie scuse. Le posso assicurare che questo non si verificherà più.» E mi guardai il braccio 'insiringato'.
«Oh, si tranquillizzi Eloise, d'altronde è solo una ragazzina, non ha bisogno di giustificare in modo coerente ogni cosa che fà. Alla sua età, molte azioni vengono fatte senza riflettere, seguono un impulso o una necessità, perciò posso comprendere come si può sentire» e mi sorrise di nuovo. Quel sorriso sapeva tanto di avventure passate, di molto tempo fà.
«Spero davvero che lei si rimetta presto, Eloise. Ora la devo salutare, ho delle faccende da sbrigare. Arrivederci» e, sorridendo, uscì anche lui dalla stanza.
 
-Nel pomeriggio-
«Ti giuro che oggi Piton è stato peggio del solito» raccontò Harry che ormai aveva preso posto fisso sulla sedia vicino a me.
Sorrisi, ma al sorriso seguì come al solito un smorfia di dolore.
«Scusa..» disse Harry guardando il mio volto.
«Non rompere pure tu, continua a raccontare e non scusarti. Non è mica per colpa tua che stò così.»
«No, infatti, è solo colpa tua che fai la scema e non mangi» e mi fece una linguaccia. Sorrisi e lo invitai a raccontare.
«Stavamo facendo una pozione e Seamus aveva dimenticato di aggiungere un bezoar, così come al solito..»
«..La sua pozione è andata in fumo» continuai io.
«Sì, proprio così. E Piton se n'è uscito dicendo che neanche un criceto avrebbe fatto un pasticcio del genere. E' stato orribile, solo per un patetico bezoar !»
«Non mi meraviglio,è da Piton essere così malvagio..Come l'ha presa Finnigan?»
«Sicuramente non bene, ma ormai c'ha fatto il callo. Io, Ron e Hermione abbiamo provato a tirarlo un po' su di morale e allora abbiamo iniziato a ridere di Piton e fare delle battute, ma lui ci ha scoperti e allora ha tolto ad ognuno di noi 5 punti.» Venti punti andati in fumo.
«Che scena.. ma comunque, ci ha riempiti di esercizi, vero?»
«Puoi dirlo forte. Tre pagine piene, più un riassunto.»
«Oh che cazzo.. Non sò neanche quando uscirò da quì, perciò non sò quanto tempo mi rimane per fare i compiti.»
«Secondo me non resterai a lungo. Però sei stata un cogliona, Elle. Perchè non mangi? Pensi che così sarai più figa? Sei già figa, lo sai. Ti va dietro tutta la scuola! Diggory, Baston, Malfoy.. Vuoi che ti faccia altri nomi?» dicendo queste parole, si arrabbiò un po' e prese colore in viso. 
«Sai già che a me non interessano. E poi sei un gelosone, Harry !» lo rimproverai. Poi alzai un braccio e mi venne ad abbracciare. Mi diede anche un bacio sulla guancia e mi sussurrò all'orecchio «Sono geloso perchè sei la mia migliore amica, lo sai.» Altro bacio.
Mi piacevano i suoi baci, sapevano di zucchero. E lui portava un profumo troppo buono. «Hai il profumo figo!» gli feci notare. Sorrise e disse: «L'ho messo per te».
Dopotutto, Harry era un amico perfetto, ed ero più che contenta di averlo conosciuto.

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Capitolo 4
*** Si ritorna alla solita vita. ***


IV
 
 
Cara Eloise,
scusami per quello che è successo stanotte, non sò cosa mi sia preso.
Spero di non aver rovinato un amicizia come la nostra, ma credo che per il momento sia meglio prendere delle distanze.
Con affetto,
                                                   
                                                                                                          Felpato.
 
 
Appena lessi la lettera che feci prendere ad Herm da sotto il mio cuscino, mi scappò una lacrima. 
La asciugai subito, perchè non avevo mai pianto per un uomo prima d'ora e non avevo intenzione di farlo adesso. E poi se piangevo mi faceva male tutto.
Erano le 7 e mezza di mattina, e mi planò un gufo in completa faccia non appena posai la lettera sul comodino. Un'altra lettera.Accompagnata da una scatola di cioccolatini. Stavolta non riuscivo ad immaginare di chi potesse essere.
Accarezzai il pennuto che mi portò tutto e poi lui volò di nuovo via. Se Madama Chips si sarebbe accorta del gufo, avrebbe sclerato, lo sapevo.
Aprii prima la busta e dentro trovai una pergamena che racchiudeva le seguenti parole:
 
Cara Eloise, 
ho saputo che non ti sei sentita bene in questi giorni e ci tenevo a farti sapere che ti sono vicino. Ti ho mandato anche dei dolcetti, sperando che la cioccolata possa aiutarti nella guarigione.
Scusami se non posso venire a trovarti, ma ho degli impegni da svolgere.
Un bacio,
 
                                                                                                                       Felpato.
 
La prima cosa che pensai fu "non ha degli impegni, è solo che non mi vuole vedere". Poi mi calmai e mi dissi che già era un miracolo che mi avesse pensata.
Nel pomeriggio mi vennero a trovare Herm ed Harry e mi dissero che Ron era di fuori con Finnigan a parlare di Quidditch ma che mi mandava i suoi saluti.
Passarono solamente per un saluto semplice, così promisi a Hermione che le avrei raccontato tutto quando sarei uscita dall'Infermieria.
Prima di addormentarmi, chiesi a Madama Chips se sapesse quando sarei potuta ritornare a scuola e lei mi rispose con un semplice "presto".
La mattina seguente, appena sveglia subii una serie di controlli dei quali i risultati sembravano buoni ed, in quattro e quattr'otto, mi ritrovai fuori dall'Infermieria subito. Ero pronta per rivedere i miei amici, così prima andai a farmi una doccia e dopo 15 minuti mi ero già preparata. Erano ancora le 7 e mezza, ero in perfetto orario per una colazione in Sala Grande insieme. 
Scesi le scale e quando aprii la porta della stanza, vidi molta gente girarsi verso di me, tra cui Diggory -come al solito interessato-, Finnigan, Malfoy e Baston. Alcuni di Corvonero si girarono, altri ragazzi di Tassorosso restarono a guardarmi a bocca aperta. Fred e George non appena mi videro, mi corsero incontro e mi abbracciarono.
«Brava Elle, ci hai fatto prendere un bello spavento» disse George.
«Scusatemi ragazzi» sorrisi.
«L'importante è che i tuoi capelli siano splendenti, come te d'altronde» disse Fred, e mi sorrisero entrambi. Li salutai con dei baci visto che stavano per andarsene dalla Sala Grande. 
Dall'altro capo della Sala, Hermione, Harry, Ron, Ginny e Neville erano seduti, tutti impegnati nella colazione. 
Vidi Hermione alzare lo sguardo verso di me, e venirmi incontro correndo e gridando a tutto spiano «Amooooooreeeeeeeee» e mi abbracciò fortissimissimo. Quasi la maggior parte delle persone in quella stanza smisero per un secondo di conversare per vedere cosa stesse succedendo. Poi tornarono alle loro parlantine. 
«Sono appena uscita, non mi ci far tornare di nuovo ti prego» le dissi durante l'abbraccio stritolatore. Lei mi mollò e mi accompagnò dagli altri. «Ehilà ragazzacci !» dissi allegramente. Ero felicissima di rivederli tutti lì, come tutte le mattine, insieme a chiacchierare e discutere sulle vicende del giorno o della serata. «Ehi Piccola!» mi disse Harry e mi abbracciò anche lui dandomi due baci sulla guancia. Lo amavo, ero follemente innamorata di come fosse il mio migliore amico. Era un persona d'oro e un giorno o l'altro glielo avrei detto. 
«Bentornata Elle» mi disse Ron che mi abbracciò pure lui.
«Buongiorno Eloise!» mi salutò Ginny seguita da un «Ciao Eloise» di Neville.
C'erano proprio tutti. Mi informai sulle notizie giornaliere che mi ero persa e scoprii che probabilmente due serate prima Cedric Diggory fosse stato a letto con una certa Katy del terzo anno. Chiesi ad Hermione come fosse questa tipa e mi rispose «'na cessa.» Poi mi girai a guardare Diggory e scoprii che mi stava guardando anche lui. Mi fece un occhiolino al quale risposi con un sorriso provocatorio. Sapevo che a Diggory sarebbe piaciuto farmi una passatina, ma non me ne fregava altamente niente. Non era l'unico che sarebbe voluto venire a letto con me, dietro di lui c'era la fila. Non ero mai stata a letto con nessuno, cosa alquanto strana per essere una ragazzina attraente (o almeno così dicevano) di sedici anni. 
«A proposito Elle, ti devo dare una notiziona !» 
«Dimmi, razza di Hermione in prognosi riservata!» risero tutti, compresa Herm.
«Si parla di dare una festa, non sò bene per quale evento, però mi hanno detto che ognuno deve avere un compagno.»
«Ma che cazzo, no ! Le odio le feste con i cavalieri, le coppiette innamorate e cazzate del genere.»
«E' quì che sbagli, tesoro mio. Dicono che non sarà per niente una festa romantica, anzi.. Non ci sarà nessuno che si sbaciucchia e basta, fidati..» e mi fece l'occhiolino. Dietro quel gesto, capii che era una festa del tipo preservativi, birre, alcolici e fumo. «Herm, mi stai dicendo che può essere un'occasione per perdere la grande V?»
«Perchè, tu sei ancora vergine?» mi chiese Harry.
«Sì, mister 'me ne scopo una ogni sera'.» e gli feci la linguaccia.
«Per tua informazione, non sono io quello che se ne scopa una ogni sera.. solo.. ogni fine settimana» e sorrise.
«E non sei nemmeno figo! Pensa io che sono figa quanti me ne dovrei fare di tipi! Ma non lo faccio, perchè io sono leale ed aspetto la persona giusta e bla bla bla» finii facendo dei gesti teatrali con le mani. Gli altri risero, perchè sapevano che non ero il tipo da relazione seria, ma nemmeno da scopata. Ero il tipo che se ne stava zitta al suo posto, si fumava una o due Merit e provocava la gente. Al massimo davo un bacio a qualcuno ogni tanto, ma non facevo grandi cose.
Il bello di me era che non ci rimanevo male se una si faceva un tipo che avevo baciato poco prima. Non me ne poteva fregare di meno di quello che facevano gli altri, bastava che non mi mettessero in mezzo e andavo d'amore e d'accordo con tutti. 
«Amur, ma quando ci sarà questa festa?» chiesi ad Hermione.
«Domani sera, cuore.»
«Oh merda merda merda!»
«Tanto non dovresti avere problemi a trovare un cavalliere. E poi di vestiti ne hai tanti fighi.»
«Tu che ti metti ?»
«Non te lo posso dire..!» e fece un cenno verso Ron. Logicamente non poteva dire il vestito che avrebbe indossato davanti al suo cavalliere.
«Dimmi solo questo: è nuovo o già ce l'avevi?»
«Nuovo.»
«Cazzo cazzo cazzo. Questo peggiora le cose. Significa che anche io dovrò andare a comprare un vestito nuovo. Il problema è: quando?! Non ho tempo Herm, non ho tempo!» sclerai.
«Ehi, se vuoi ti accompagno io oggi pomeriggio» propose Harry.
Ma io me lo sposerei questo ragazzo.
«Tu, Harry Potter, vorresti venire ad accompagnare me, Eloise Rowsell, in una ricerca approfondita di un vestito per una festa porno?» E tutti risero. Ron aveva le lacrime agli occhi. «Proprio così, principessina sul pis...» e lasciò cadere la frase perchè lo incenerii con uno sguardo alla 'continua e sei morto'.

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Capitolo 5
*** Vestito. ***


V
 
 
Il pomeriggio stesso mi feci fare un permesso dalla Mc. Granitt per andare in città a comprare un vestito con Potter.
Mentre passeggiavamo in cerca di un negozio che mi ispirasse, io e Harry parlammo della festa.
«Harry, tu con chi ci vai?» gli chiesi.
«A dire la verità, non ho ancora nessuno con cui andarci.E tu, hai idea di chi ti potrebbe invitare?»
«No, ma immagino che Diggory e Malfoy faranno a gara a chi mi inviterà prima. Ma dirò di no ad entrambi.»
«E allora con chi ci vai?»
«Non lo sò, penso che andrò da sola.»
«Non ti faranno entrare, allora.»
«Come no? Che stronzi..»
«Vieni con me, allora.»
«EH?? C-Cosa??»
«Signorina Eloise Roswell vorrebbe venire con il quì presente Harry James Potter al ballo di domani sera ?»
Scoppiai dalle risate a vedere che stava facendo sul serio. Un ballo con il mio migliore amico. Non era tanto male.
«D'accordo, verrò. Però in tal caso non devi vedere il vestito che mi compro.»
«Uff, allora che sono venuto a fare io quà ?»
«A sostenermi moralmente dalla finestra del negozio» e ridemmo insieme.
«D'accordo stronza, allora non entro.»
«Uh guarda che bellini questi vestiti ! Io entro quà, aspettami.»
E così facendo entrai in un negozio. Harry rimase fuori ad aspettarmi e provai un po' di pena, però se mi voleva con lui al ballo non doveva vedere il vestito, questione di principio.
La commessa mi fece notare un vestito rosso fuoco, con uno spacco a metà coscia, corto e bellissimo. Lo provai subito e mi stava d'incanto. Era a fascia, con un po' di velo che scendeva alla fine e concludeva l'abito. Era incantevole e lo presi.
Uscii e trovai Harry seduto su una panchina lì accanto.
«Fatto. Visto come sono veloce?»
«Tutte le altre ragazze con cui sono andato a fare compere ci mettevano due ore per prendere un solo vestito! Brava e poi sono sicuro che sarai incantevole domani sera.»
«Certamente, come al solito» e ci incamminammo verso scuola.
 
Arrivati, feci venire Hermione su e le raccontai di Harry e del suo invito. 
«Ed ecco trovato un cavalliere fedele» e feci un sorrisone soddisfatto.
Lei mi fece i complimenti e sorrise con me. «Mi vuoi far vedere o no questo vestito nuovo?» mi chiese.
«No bellezza, domani sera mi vedrai tutta preparata e mi accompagnerai lungo la scalinata. Dovresti esserne onorata, sarò una figona assurda, te lo assicuro amore.»
«Non ho dubbi, piccina mia. Sei sempre bellissima tu.»
Andammo in Sala Grande e trovammo Harry e Ron che giocavano a scacchi.
Harry perse e Ron ed Hermione andarono insieme da qualche parte. Sfidai Harry ad una partita alla quale vinsi facilmente e per vantarmi un po' glielo rifacciai per tutta la serata.
A cena invece, lo dissi a tutti i Grifoni, andando per tutto il tavolo della nostra Casa a dire agli altri «Sapete che oggi ho stracciato Potter a scacchi?».
Harry disse che me l'avrebbe fatta pagare prima o poi e mi guardò con la faccia da cattivo. Lo mandai a quel paese e gli sorrisi amorevolmente.
La mattina seguente, ovunque andavo vedevo i poster del ballo della sera stessa e c'erano tutti gruppi di ragazzi e ragazze che si guardavano per dire "vieni ad invitarmi tu" , "no, tu!". Di regola erano i ragazzi a dover invitare le femmine, ma visto che questa era una festa un po' a cazzo di cane, pensai che molti avrebbero scambiato i ruoli.
Passando per andare a fare colazione, ero con Hermione al mio fianco e vedemmo Cedric Diggory invitare una ragazza brutta e bassa al ballo. Hermione mi informò che era lei la tipa che si era fatto tre sere fà, quella certa Katy. Pensai che fosse davvero brutta e mi fece pena per come Cedric la stava visibilmente prendendo per il culo.Ma forse era lei che se la cercava facendo la puttanella in giro, e così trovava i ragazzi da una sera e via.
Fatto stà che quando la ragazza se ne andò, passai davanti a Diggory e lo vidi fissarmi con attenzione e poi, guardarmi il culo. Non lo degnai nemmeno di uno sguardo, ma Hermione mi disse che mi fissò il sedere fino a quando non girammo l'angolo. Arrivati in Sala, salutai Ron con la mano ed Harry con un bacio sulla guancia. 
«Avete saputo? La festa di stasera sarà riservatissima. Si dice che ci saranno i ragazzi più grandi a fare da guardia sulle porte per non far entrare qualche professore rompi scatole..» ci disse Harry.
«Che enorme figata ! Sarà uno sballo, me lo sento !» dissi io sorridendo. Non vedevo l'ora che arrivasse la festa, perchè ci sarebbe stata musica a palla, versi di ragazze che stavano facendo cose sporche e lingue che andavano di quà e di là. 
Dopo colazione, visto che era domenica, non avevamo niente da fare e quindi ce ne andammo tutti quanti in giardino con delle casse e ci mettemmo a ballare e sentire la musica. Io ed Herm facemmo delle cose provocatorie per i due maschiacci che ci stavano guardando e Ron divenne tutto rosso non appena Hermione si mise in posizione del tipo modella-spogliarella.
Ridemmo a tutto spiano e poi fu la volta dei maschi a provocarci.
Ma non riuscirono molto bene nell'impresa, perchè nè io nè Hermione trovammo qualcosa di eccitante nei loro movimenti.
Arrivò l'ora di pranzo e ci riunimmo come al solito in Sala Grande.
Prima che entrassi, sentii qualcuno picchiettarmi sulla spalla e mi girai per vedere chi fosse. Draco Malfoy.
«Ehi Roswell, hai saputo della festa di stasera, vero?»
«Sì Malfoy.»
«Mi chiedevo se ti andava di venire con me, se non hai nessun altro, è chiaro.» 
«Ho già un altro che mi accompagna.»
«Capito. Allora a stasera, ci becchiamo lì.»
«Ciao Malfoy.»
Una volta finito il pranzo, io ed Hermione dormimmo un po' insieme per poi non crollare la sera. Ci svegliammo che erano le cinque e mezza ed andammo di sotto per vedere gli altri che stavano facendo. Harry e Ron stavano giocando di nuovo. «Hei, ma voi quando iniziate a prepararvi?» chiesi. «Amore, noi non siamo come voi che ci mettete due ore per un vestito. Noi in mezz'ora siamo pronti!» mi rispose Harry.
«Poi vedremo quella che ci mette due ore se sarà più figa di te. Lo sarò sicuramente, tranquillo.» e gli mandai un bacio via mano. Lui fece finta di prenderlo a mezz'aria e se lo mangiò. 

 
Buongiorno guys !
Con l'arrivo di Luglio e, speriamo anche del caldo,
eccovi un nuovo capitolo!
Mi sono permessa di predermi questi cinque minuti
per avvisarvi che nel prossimo capitolo 
capirete perchè il rating di questa
fan fiction è arancione..
Un abbraccio a tutti,
Rose.
 

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Capitolo 6
*** Prima volta. ***


VI
 
 
Una volta che mi fui preparata per bene, rossetto, mascara, eyeliner, fard e ombretto, aspettai Hermione nella nostra Sala Comune.C'erano altre due ragazze nella stanza che mi guardarono invidiose. Una di loro aveva un vestito lungo verde scolorito e l'altra un vestito rosa brutto come la fame. Ci credo che erano invidiose, il loro guardaroba era smerdoso! Almeno io avevo avuto la decenza di andarmi a comprare un vestito nuovo.
Se ne andarono dopo nemmeno 5 minuti che mi ero messa seduta su un divanetto. Hermione venne di sotto presto e, quando mi vide, rimase a bocca aperta. «Porca puttana zoccola, che cazzo di figa che sei amò!» 
«Ehi stronzetta, tu mica scherzi sai !»
Hermione aveva un vestito corto blu con uno scollo a cuore ed un fiocco in vita.
«Grazie amò ma tu sei troppo, te lo giuro. Farai scoppiare tutti i ragazzi, ci scommetto.» 
Ridemmo insieme fino alle scale che portavano nella stanza dove i ragazzi aspettavano le ragazze. Quando scendemmo le scale, tutti, ragazzi e ragazze si girarono a guardarci o, meglio, a guardarmi. Harry e Ron erano più lontani degli altri e quindi io ed Hermione passammo davanti a tutti i presenti. Ovviamente, mi sentivo più osservata che mai, ma ci feci poco caso.
Trovai il mio migliore amico che mi guardava con tanto di bocca aperta.
«Chiudi la bocca Potter, ho visto che gira una mosca.» gli dissi.
Salutai Ron che mi disse che stavo bene e lo ringraziai. 
Sentii dietro di me qualcuno del tipo Diggory dire «Quella strafiga di Roswell è venuta con Potter lo sfigato?». Non risposi, non me ne poteva fregare un cazzo.
Invece Harry reagì. Andò dal tipo e gli disse «Scusa se la strafiga preferisce lo sfigato anzichè il coglione!».
Andai da Harry e lo presi per un braccio. Gli dissi di calmarsi ed andammo nella stanza dove si sarebbe svolta la festa. C'erano già un paio di coppiette e anche lì fui soggetta a sguardi indiscreti, specialmente da parte delle ragazzine gelose. 
Ron ed Hermione ci seguirono e chiesi a Ron di lasciarci un attimo da sole, così lui andò a parlare con Harry.
«Cazzo Herm, hai visto gli sguardi odiosi delle femmine e i visi del tipo 'ti voglio fare' dei maschi? Porca puttana..»
«Sì Elle ho visto. Ma quando mai te n'è fregato un cazzo di quei coglioni? Sei perfetta amore e tutte le ragazze sono gelose del tuo fisico assurdo e della tua bellezza e non te ne deve fregare un cazzo. Sò che anche Ron sarebbe rimasso a bocca aperta davanti ad una come te stasera, ma anche se lo stava per fare io non sono gelosa, lo sai. Sò che sei mille volte migliore di me e non te ne faccio una colpa. Sono pur sempre bella e lo sò.»
«Amore mio, tu sei stupenda. E Ron ti ama tantissimo, sò che non ti tradirebbe mai, nemmeno con una come me.E comunque andassero a fottersi tutti, stasera mi devo ubriacare e devo farlo con qualcuno. Amur, ti lascio quì, ci vediamo durante la serata e domani ci raccontiamo tutto, d'accordo?»
«Si amur, ma domani non ci andiamo alle lezioni perchè Silente ha annullato tutte le lezioni per tutta la giornata.»
«Marò, lo amo quel vecchio bacucco dolcissimo!» ci salutammo con un abbraccio e tornammo ai nostri cavallieri con due sorrisi complici stampati in faccia.
«Va tutto bene, Elle ?» mi chiese Harry quando tornai e mi misi di fronte a lui e lo guardai come se fosse un angelo.
«Sì Harry, credo di sì.»
«Scusami per prima, non volevo dare fastidio a te, è solo che quello stronzo..»
«Tranquillo Harry, sò che l'hai fatto per difenderti e non te ne faccio una colpa. Ti voglio bene amico mio.» e ci abbracciammo. Nel frattempo quasi tutti erano in Sala e così iniziò la festa.
Passate due ore, c'era gente a destra e sinistra con sigarette e canne in mano, persone che urlavano, altri che se n'erano andati nelle loro camere per farlo, alcuni ubriachi. E io facevo parte della prima categoria. Stavo fumando una Merit, bevendo Vodka e ballando contemporaneamente. Harry mi stava dietro e ballava con me. Più che un ballo sembrava una cosa erotica.
Avevo visto Ron ed Hermione appartarsi da qualche parte per iniziare la loro serata hot hot hot ed ero sicura che tra poco avrei fatto la stessa fine con il mio migliore amico. Il problema era che eravamo ancora entrambi sobri, o almeno lui lo era, io per metà.
Dopo mezz'ora mi sedetti su un divano dove due coppiette si stavano slinguazzando. Mentre ero seduta, Harry mi venne incontro e quando mi fu vicino si piegò su di me e con sguardo complice mi baciò. Fu un bacio da sobrio, un bacio che non mi sarei mai aspettata. «Elle, sei bellissima.» mi disse e poi mi riprese a baciare. Mi alzai, lui mi prese la mano e mi portò nella sua stanza, dove successero svariate cose. 
Tanto per iniziare, il vestito se ne andò a farsi fottere. E quando vidi Harry con addosso solo i boxer mi resi davvero conto di quanto fosse figo il mio migliore amico. Aveva un fisico da paura. 
«Cazzo Eloise, sei fottutamente perfetta» mi disse quando mi vide in mutande e reggiseno, che andarono presto a farsi fottere pure loro.
Insomma, quella sera tutto e tutti andarono a fanculo ed io ed Harry passammo la serata insieme.
Fu una delle feste più elettrizzanti della mia vita, ed il bello era che non mi vergognavo minimamente di aver passato la notte con Harry, in quanto sapevo di aver sprecato bene la mia prima volta. D'altronde, pensavo che Harry avesse provato qualcosa per me sin dall'inizio ed ero preparata a sapere se era vero o no.
La mattina dopo, sì, insomma, mi svegliai nuda tra le braccia di un Potter nudo e profondamente attento a guardarmi senza svegliarmi.
«Che cazzo mi guardi a fare?» gli dissi ridendo.
«Oh sì, buongiorno anche a te Eloise.»
Risi. Era proprio un bel coglione a prima mattina, con i capelli scombinati e tutto il resto. Immaginai che fossi anche io così.
«Ora non sono più uno schianto, vero? Ho i capelli scombinati, il trucco a puttane..» dissi.
«Sei bellissima lo stesso, scema.» e mi baciò. Non era normale il nostro comportamento. Di solito uno passava la notte con una e la mattina dopo era tutto bello che finito. Era così che doveva andare, non che mi ritrovavo ad amoreggiare con il mio amico! Eppure, devo ammetterlo, fui felice di rimanere tra le sue braccia e baciarlo, quella mattina. 
«Ah comunque, niente male per essere la tua prima volta, sai.» mi disse.
«Ma vaffanculo và» e, ridendo, mi alzai coprendomi con le coperte e lasciando lui senza niente. 
«Oh stronza, dammi le coperte, bastarda!» mi gridò ridendo. Tra una risata e l'altra, successe che ci ritrovammo di nuovo di punto e da capo, lui sopra di me e con le coperte a dividere i nostri corpi privi di indumenti.
Me lo levai da sopra e, correndo, uscii fuori dalla stanza con le coperte addosso. Andai nella stanza della mia migliore amica, ma la trovai sotto le coperte con Ron. «Scuuusate» dissi quando mi guardarono. Chiusi la porta e tornai dove ero, con Harry.
«Non puoi mai capire che cazzo di figura di merda ho fatto!» gli dissi.
«Racconta, stronzetta.»
«Praticamente sono entrata nella stanza di Hermione e l'ho trovata con Ron e quindi ho fatto una figura di merda.» e poi mi caddero le coperte da dosso.
Harry ne approfittò subito per proseguire da dove avevamo interrotto la sera stessa e ci riunimmo di nuovo sul letto.
Mi risvegliai che erano le nove e qualcosa ed Harry stava dormendo. Fui svegliata da qualcuno che stava bussando alla porta.
«Harry, apri !» disse Ron.
Aprii io la porta e, vedendomi, Ron si mise a ridere a tutto spiano. Risi anche io per due secondi e poi me ne filai dritta dritta con le coperte che mi coprivano in camera mia per farmi una bella doccia.
Per fortuna avevano rimandato la colazione alle dieci e quindi avevo tempo per rimettermi in sesto. Quando fui pronta per scendere, erano le dieci e cinque minuti. Scesi le scale di fretta ed, entrata in stanza, mi trovai tutti e tre i miei amici seduti a mangiare.
«Buongiorno» dissi baciando sulla guancia Hermione, salutando Ron e sedendomi vicino ad Harry che mi diede un bacio a timbro.
Sentii alcuni cretini alla fine del tavolo applaudire e ci si unirono anche Hermione e Ron. Scoprii presto che i cretini che iniziarono l'applauso erano Fred e George che vennero vicino a noi e ci dissero «Complimenti ad entrambi.»
«Scommetto che Harry ieri sera si è divertito parecchio se Elle è rimasta con lui..» sputò fuori Fred. Vidi che Freddie fece un occhiolino ad Harry al quale lui rispose con un sorriso beffardo.
«Non è niente di ufficiale, insomma, lui non si è ancora dichiarato» dissi maliziosa verso Harry.
«Ne riparliamo più tardi, Ellie..» sospese Potter.
E così, facemmo colazione insieme. 

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Capitolo 7
*** Lui mi deve parlare. ***


VII


Ciao Sirius,
ti scrivo solamente per ringraziarti della lettera dell'altra volta e per dirti che ora stò meglio. 
Con affetto,

                                                                                                                                       Eloise.


Diedi la pergamena ad un gufo che poi volò via.
Forse mi ero solamente illusa: d'altronde non provavo poi chissà cosa di immensamente grande per Sirius. Forse pensavo che fosse qualcosa di grosso solamente perchè non avevo trovato ancora nessuno con cui stare realmente. Ora invece c'era Harry e anche se non era proprio ufficiale, ero sicura che si sarebbe proposto presto.
E' proprio vero che a sedici anni nulla è definitivo, nulla è sicuro. Siamo fatti di incertezze e i giovani ne sanno fin troppo sull'argomento.
Una certezza però l'avevo: provavo qualcosa per il mio migliore amico e non era semplice amicizia.Quella mattina scesi le scale per andare a fare colazione come tutti i giorni. Salutai i miei compagni ed Harry mi baciò di nuovo a timbro. Proprio come il giorno precedente. 
Arrivò il momento della posta ed un gufo planò verso di me. Presi la lettera e la aprii cercando di non farla leggere ad Harry. Così mi misi vicino ad Hermione e la leggemmo entrambe. 

Cara Eloise,
sono felice di sapere che ti sei rimessa. Oggi pomeriggio se non hai molti impegni potresti venire da me? Ti dovrei parlare..
Un bacio,  

                                                                                                                                Felpato.


Hermione mi disse di andarci e così feci. Verso le quattro e mezza mi diressi verso la "casa" di Sirius e ci salutammo un po' in imbarazzo con due baci sulle guancie. Sentivo che Sirius era teso, ciò mi fece pensare che la questione fosse importante.
Mi preparò un po' di thè caldo e mentre lo bevevo iniziò a parlarmi pregandomi di non interromperlo.
«El, quello che è successo l'altra volta, beh, io penso che dietro il mio b-bacio c'è stato un motivo.» e fissò il pavimento. Un altro sorso di thè.
«Vedi, questo motivo è.. il fatto è che... penso di provare qualcosa per te».
Diventai bordò e il thè mi andò di traverso così iniziai a tossire a tutto spiano e Sirius mi diede delle bottarelle sulla schiena. Dopo un po' mi ripresi.
«S-stò b-bene, grazie» dissi a Sirius che era diventato un po' rossiccio pure lui.
«Scusa se ti ho interrotto, continua» proposi.
«E, niente, sò che tu sei una ragazzina e che vivi la tua gioventù, per questo non ti obbligo a venire ancora quì o a parlare ancora con me. Se vuoi andartene e lasciarmi, fallo tranquillamente. Significa che sopprimerò nel vuoto quei sentimenti che provo.»
Era un discorso importante, impregnato di malinconia e di speranza insieme.
Era una cosa da grandi, era una cosa degna di Sirius.
Non avevo il coraggio di muovere le labbra, così feci in modo che potessero parlare senza muoversi.
Mi sporsi leggermente verso Sirius e lo baciai con un po' d' incertezza. Lui rispose al bacio con titubanza e sicurezza allo stesso tempo; due cose contraddittorie che prendevano luogo in un bacio. Fu un bacio casto, in cui le nostre labbra erano l'unica cosa che si sfiorava. Niente lingua, niente saliva, solo pelle.
Mi sentii una stronza, subito, immediatamente. Avevo agito senza pensare alle conseguenze: se baciavo Sirius, Harry dove lo mettevo?
Harry era il mio migliore amico e non poteva finire un'amicizia per un ultra-trentenne. Ma non potevo negare che provassi qualcosa anche per Sirius.
Dove era la mia felicità ora? Con Harry o con Sirius? 
«E questo cosa vorrebbe dire?» mi chiese Sirius.
«Non lo sò nemmeno io» dissi. Poi continuai.
«Sirius, io provo qualcosa per te, però... Ecco, io ieri sono stata con Harry...»
Sirius mi interruppe: «Non pretendo che tu non possa stare con i tuoi amici, è ovvio.»
Non aveva capito il senso della parola 'sono stata'.
«No, lo sò. Il problema è che io ieri ci sono stata a letto insieme e non sò cosa.. Sant'Iddio quant'è difficile.. Il problema è che siete entrambi due capitoli aperti. Tu mi piacevi anche prima dell'altra volta, capisci? Ed ora mi piace anche Harry perchè lo vedo sotto una prospettiva diversa. Non sò cosa dirti, davvero.»
Mi alzai e me ne andai da quella dimora infestata di parole non dette e pensieri nascosti.
Sapevo che Sirius ci era rimasto di merda, ma almeno gli avevo detto la verità e non gli avevo mentito con un 'ti amo' senza senso come qualcun altro avrebbe fatto. Rimepire di illusioni la gente, non era il mio forte. La gente non andrebbe mai illusa, specialmente qualcuno come Sirius.

 
Salve gente, 
scusatemi immensamente il ritardo con cui ho postato
questo capitolo, che tra l'altro, non mi piace per niente!
Cercherò di rimediare PRESTO E MEGLIO, lo prometto!

Un abbraccio a tutti, 
Rose.

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Capitolo 8
*** Altra esperienza... ***


VIII
Saaalve!
Vi rompo per avvisarvi
che questo capitolo sarà un po'
hhhhot, ma non molto ;)
Buona lettura, scusate il ritardo,
Rose.


«Ma che cazzo di giornata di merda proprio, oh!» sbottai entrando nella stanza di Hermione ed interrompendo il suo studio di Storia della Magia.
«Che cazzo è successo? Racconta.»
E così le parlai del bacio e del discorso di Sirius, ridendo di quando mi stavo per ammazzare con il thè.
Hermione aveva la mascella che le arrivava sotto i piedi dalla sorpresa. Non si sarebbe mai immaginata un bacio.
«E poi me ne sono andata di botto lasciando Sirius appeso come un pesce lesso» conclusi.
Hermione si risprese e poi mi sclerò.
«Ma che cazzo ti dice la mente, Elle? L'hai lasciato appeso? Ma tu sei cogliona proprio forte bella mia!»
«Che cosa merda dovevo fare? Prenderlo per il culo? Non dirgli la verità e rimanere lì impalata a farmi del male da sola? Non farmi la predica Herm, ti prego, sei l'unica che mi può aiutare ora.»
E così ci abbracciammo, facemmo i compiti insieme, un piccolo riposino e poi giù a cena.
Appena entrata in Sala Grande vidi Harry che mi rivolse il suo sguardo e quando mi avvicinai a lui, lo baciai semplicemente sulla guancia, e fui subito sicura che il mio migliore amico aveva capito che era successo qualcosa. Tuttavia non mi chiese spiegazioni e così durante la cena ci scambiammo solo delle leggere occhiate.
La serata finì presto, fortunatamente, e così mi addormentai, tormentata dai pensieri.
Mi pareva di aver dormito un paio d'ore, quando sentii una mano accarezzarmi la guancia destra. Aprii gli occhi e mi trovai davanti Sirius. 
«Che cavolo ci fai tu quì?» sussurrai nel buio.
Sirius mi rispose con un semplice «Vieni» e così presi una vestaglia di merda che trovai su una sedia e lo seguii. Avevo una paura fradicia, ma Sirius mi stringeva la mano fiducioso e mi lasciai abbandonare ai suoi piani.
Morale del viaggio: ci ritrovammo insieme nel suo alloggio. Mi fece sedere sul suo letto e si piegò leggermente per baciarmi. Appoggiò le mani sul materasso, creando una specie di barriera attorno a me.  Mi sentivo protetta con le sue braccia al mio fianco. Ci baciammo per un attimo che parve interminabile, poi gli presi il viso tra le mani e lo trascinai sul letto sopra di me. Sirius staccò le sue labbra dalle mie e mi guardò con quegli occhi neri come la pece. Trovai il paradiso in quello sguardo, e gli sorrisi fiduciosa. Lui chiuse gli occhi, respirò, come se stesse combattendo con se stesso.
«Cosa c'è, Sirius?» sussurrai vicino alle sue labbra.
Al sentire del suo nome pronunciato da me, aprì di nuovo gli occhi e mi ribaciò. Stavolta con più foga, più emozione. 
Mi aggrappai con le gambe intorno alla sue vita, le mie braccia cingevano il suo collo, mentre le sue sostenevano il suo peso per non venirmi addosso completamente. Poi tutto si ribaltò, mi ritrovai seduta sulla parte intima di Sirius, tra le gambe il suo corpo. Lui era sotto di me e mi guardava meravigliato. Dai suoi occhi traboccava la voglia di iniziare il più presto possibile. E fu per questo che me la presi comoda. 
Incominciai a baciarlo, muovendo il mio bacino sopra il suo e sentendo la sua eccitazione aumentare. Le sue mani mi toccavano la schiena e provavano a scendere, innocue e potenti allo stesso tempo.
Poi tutto si bloccò per un instante, lui si fermò e mi sussurrò: «Sei sicura, El?».
«Cazzo si..» sussurrai pianissimo, quasi dentro di me e lui sorrise e mi baciò più eccitato di prima. Iniziò a levarmi quella orrenda veste che mi ero presa a cazzo. In pratica avevo addosso un pigiamino da bimbetta trasgry, rosa e con le pecorelle accannate poichè anche loro rosa. Sirius non sembrò farci caso, così feci per togliermi la maglia, lui mi bloccò le mani e me la levò. Ci rimase di merda però, quando vide che portavo anche la cannottiera. Scoppiai dalle risate alla sua faccia, lui rise con me. Prima di farmi levare la cannottiera però, volevo scoprire anche lui.Lo baciai e presi il suo viso tra le mani facendolo alzare un po' con la schiena. Così gli tolsi la maglietta, scoprendo un fisico inimmaginabile per una persona del genere. Aveva gli addominali, sì, ed era muscoloso. Era il corpo di un grandissimo figone, quasi un modello. Sirius si accorse della mia espressione mentre guardandolo, mi passai la lingua sulle labbra in segno d'approvazione. Sorrise e prese a baciarmi le spalle scoperte, cercando l'orlo della cannottiera con le mani per sfilarmela.
Rimasi solo con il reggiseno, Sirius mi guardò soddisfatto e, riprese a baciarmi le spalle, spostando prima una e poi l'altra bretella.
Mentre lui mi baciava, senza spogliarmi del tutto il petto, presi a palpeggiare i suoi muscoli, scesi sempre di più fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni che aprii facilmente e sfilai lanciandola da qualche parte nella stanza. Aprii il bottone del suo jeans e ci scambiammo entrambi un occhiata d'intesa. Mi alzai da sopra di lui e mi misi accanto al letto. Sirius di fronte a me si tolse i pantaloni mentre io mi liberai del sotto del pigiama tornandogli poi sopra. Mi baciò.
Con le sue mani candide mi tolse anche il reggiseno. Uno sguardo soddisfatto e meravigliato, poi..
E quella sera, un'altra esperienza si aggiunse alla mia vita da adolescente.

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Capitolo 9
*** Un buongiorno diverso. ***


IX


Al mio risveglio, trovai di fronte a me il viso di un Sirius addormentato. 
Cercai di scoprire che ore fossero e vidi dall'orologio di Felpato che erano le sei.
Presi ad accarezzargli i capelli arruffati e morbidi, guardai ogni particolare del suo viso, sentii ogni respiro e ogni suo battito. Nonostante gli anni di differenza, quella sera Sirius mi era parso un ragazzino di 18 anni. E vederlo lì, mentre dormiva, mi faceva ricordare tutti i particolari di quella serata infinita.
Fui interrotta dallo stesso uomo, che si rigirò nel letto e poi si svegliò a guardarmi giocare con i suoi capelli.
«Mmh..» mugugnò, sorridendomi e baciandomi.
«'Giorno» dissi sorridendo dopo il bacio.
«Da quanto sei sveglia?»
«Poco»
«Devi andare?»
«Dieci minuti»
Si avvicinò e mi strinse. Sentivo le sue labbra fra i capelli e ogni tanto mi baciava la fronte. Quei minuti passarono troppo in fretta e dopo un po', mio malgrado, mi alzai e mi rivestii. Sentivo il suo sguardo addosso, ma feci finta di niente e mi preparai. Una volta pronta, lo baciai e mi diressi a scuola.
Fortunatamente, non incontrai nessuno e me ne andai nella camera di Hermione per svegliarla dieci minuti prima e per raccontarle tutto.
Ma la sua stanza era vuota. Il letto perfetto, tutto in ordine. Nessuna traccia della mia amica. Dove cazzo era finita?
Andai davanti alla camera di Harry, bussai alla porta e, immaginando che stesse dormendo ancora, aprii cautamente. Lo trovai nel profondo dei sogni con le labbra che formavano una leggera 'o'. Lo mossi un po' nel letto, chiamandolo.
«Harry.... Potter.... Porca puttana ma ti svegli?!» e si svegliò.
«Che ci fai quà, Elle?» mi chiese stropicciandosi gli occhi.
«Non trovo Hermione, nella sua stanza non c'è..»
«E' con Ron. Hanno dormito insieme stanotte.»
«Ah....» allora non ero stata l'unica quella sera!
«Rimettiti a dormire, Ellie. E' presto!» mi disse Harry alzando le coperte dall'altra parte del suo letto. «Solo dieci minuti, perchè è quasi ora..» e così mi misi nel letto con lui. Dormimmo, quando ci svegliammo facemmo entrambi le corse per arrivare in tempo in Sala Grande per la colazione. Entrammo insieme e vidi subito Hermione già seduta al tavolo. Le corsi incontro e la salutai con un «Che cazzo ti devo raccontare, Madonna..!»
Un bacio sulla guancia, e iniziai a mangiare anche io. Arrivarono i gufi. Tempo di posta!
Non mi aspettavo niente, perciò il gufo che mi planò in testa era del tutto inspettato. Mi lasciò una lettera e lo accarezzai. Dopo un po', andò via.
Presi la lettera e la aprii sotto uno sguardo attento di Hermione. Le feci l'occhiolino, seppur non sapendo chi mi scrivesse.

Cara Eloise,
non mi sono riaddormentato da quando te ne sei andata stanotte.
Senza di te ora, questo letto non ha senso. Mi hai lasciato un vuoto enorme, che spero si ricolmi presto.
Appena puoi e vuoi, sei la benvenuta. Ti aspetto.
Tuo, 

                                                                                                                                          Felpato.


La feci leggere ad Hermione, che ci capì poco e niente ma mi guardò comunque con la faccia sbalordita. Le sussurrai nell'orecchio «poi ti spiego» e così la mattinata proseguì tranquilla, anche se avevo la mente fra le nuvole.
Ad ora di pranzo, ci riunimmo di nuovo tutti attorno al tavolone. C'erano anche i gemelli e così ogni due minuti scoppiavo dalle risate.
Dopo pranzo però, io ed Hermione andammo insieme nella mia stanza e, una volta stese sul letto, le raccontai della serata.
Dopo qualche domanda imbarazzante della mia amica, a cui non risposi, Hermione andò in Sala con Ron ed Harry. Io non sapevo che fare, così me ne andai in giro per la biblioteca e presi un libro. Mi cimentai nella lettura fino a quando arrivarono le sette di sera e decisi di svolgere quei pochi esercizi che avevamo come compiti per il giorno dopo. 
Dopo la cena, un po' di musica babbana nelle orecchie e poi mi addormentai, sulle ultime note di 'Carry On'..

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Capitolo 10
*** Compleanno. ***


X


La storia a quel punto si faceva complicata. Harry o Sirius? Sirius o Harry?
Dovevo fare una scelta, lo sapevo. Ma quale?
C'era una cosa di cui ero sicura al 200%: quel giorno era il mio compleanno.
Mi svegliai felicissima e piena di positività, ma tutta la mia allegria finì presto nel cesso. Quel Mercoledì, mi svegliai come sempre un po' più tardi del normale e, arrivata in Sala Grande nessuno dei miei amici mi corse incontro a farmi gli auguri. Nessuno, nemmeno Hermione.
«Buongiorno ragazzi..» sussurrai, aspettando una loro reazione.
Niente. Mi salutarono come tutti i giorni.
«Ciao amo» mi disse Hermione, ed Harry mi diede un bacio sulla guancia.
Io ero sempre stata quella che si era ricordata i compleanni di tutti. Facevo perfino il conto alla rovescia per loro. Alla mattina, correvo incontro ai miei amici e non la smettevo più di fare gli auguri. Facevo regali a destra e manca, ci tenevo a quei giorni speciali.
Loro nemmeno se lo ricordavano. Oh, belli i miei amici.
Finii la colazione in fretta, mi fermai solo per il momento 'posta'. Ma a quel punto, non mi aspettavo nemmeno lettere.
E un gufo planò sul tavolo, ovviamente. Quando meno te l'aspetti..

Cara Eloise,
mi sono ricordato che oggi è un giorno molto speciale, così ti ho scritto questa lettera sperando di poterti vedere presto. Faccio gli auguri a te, piccola mia, grazie per aver deciso di essere al mio fianco e non avermi abbandonato alla tristezza estrema.
Spero che tu possa venire presto a trovarmi.
Tuo,

                                                                                                                              Felpato.


Oh, Sirius.
Quella lettera mi fece pensare e riflettere su quanto la mia decisione fosse di per sè insignificante, poichè avevo già fondato le basi in qualcosa, anzi qualcuno.
Era Sirius. Era sempre stato lui, sin dal primo giorno, per poi rafforzarsi sempre di più da quel primo bacio in poi. E tutti i baci seguiti mi erano sempre sembrati raggi di sole.
Ma mi chiedevo quando sarebbe finita.
Sapevo che nulla durava. Prima o poi anche questa avrebbe raggiunto una fine.
Ma il mio compleanno doveva essere gioioso, e accidenti, quel compleanno si era rivelato una vera palla. Nessuno dei miei amici mi aveva fatto gli auguri, le lezioni c'erano come tutti i santi giorni e per il giorno dopo avrei dovuto anche consegnare un tema complicato di “Difesa contro le Arti Oscure”. Proprio un giorno di merda.
Quando tornai nella mia camera quella sera, trovai un bigliettino sul comodino dove era scritto “Fatti trovare in Sala Comune per le 21.10”. Il bigliettino era anonimo, ma chi poteva mai essere? Di sicuro era qualcuno che conoscevo, visto che mi dava appuntamente nella Sala Comune. Quindi qualcuno della mia Casa.
In cinque minuti mi cambiai, mettendo dei leggins neri e una maglietta lunga e larga. Raccolsi i capelli in una coda alta e mi truccai solo con un filo di eyeliner e poco mascara.
Scesi giù e quello che trovai superò di moltissimo le mie aspettative.
C'erano tutti i miei amici stretti, che in coro cantavano “Tanti auguri”. E c'era anche una torta alla cioccolata, la mia preferita.
Ognuno mi aveva fatto un regalo diverso, così alla fine della serata mi ritrovai immersa di pacchetti. «Non avrai mica pensato che mi fossi dimenticata del tuo compleanno?!» Hermione mi strinse fortissimo e mi tirò l'orecchio destro.
Harry mi abbracciò e mi diede un lungo bacio sulla guancia. Gli altri mi salutarono e mi fecero gli auguri normalmente. I gemelli Weasley erano i conduttori della serata e facevano battute, a volte su di me, a volte sul professor Piton. Ci riunimmo tutti davanti al camino, seduti sulle poltrone, io addosso a Harry. Parlammo molto della scuola, i ragazzi a volte bisbigliavano qualcosa riguardo il Quidditch mentre noi ragazze parlavamo a nostra volta di ragazzi.
Ad una certa ora, decidemmo di andare a dormire. Ringraziai tutti per i regali e per la sorpresa.
Nella mia camera, però, trovai una lettera vicino alla finestra che era rimasta aperta. Probabilmente un gufo l'aveva portata e lasciata lì. La aprii.

Cara Eloise,
sono di nuovo io. Con questa seconda lettera vorrei augurarti di nuovo un buon compleanno, sperando che tu mi raggiunga presto per... un piccolo regalo.
Non ho mai fatto gli auguri di compleanno ad una ragazzina, per cui questa è una prima volta.
Credo che tu sia la prima ragazza in assoluto che mi ha rubato dentro e fuori. Ti scrivo questa cosa perchè vorrei farti capire meglio ciò che provo io per te. Sei come il sole, El.
Non si sa mai se spunterà o no, ma quando c'è è una gioia immensa perchè riesce ad illuminare le giornate di gioia e allegria e felicità.
Tu per me sei così. Il sole nelle tenebre.
Con la speranza che tu abbia passato una buona giornata, e con gli occhi un po' lucidi, ti saluto e ti mando un bacio e un abbraccio fortissimo.
Spero di vederti presto.
Tuo,

                                                                                          ​Felpato.


 

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