Hold on.

di DeiDeiDei
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forse... forse? ***
Capitolo 2: *** Primo passo ***



Capitolo 1
*** Forse... forse? ***


Note: una mia compagna mi ha dato i prompt, i personaggi protagonisti e il genere fluff" ai quali attenermi. Questa fic è quindi un regalo per lei.
NB: i dialoghi sono in inglese perchè una volta ha letto una fanfiction scritta in questo modo e le era piaciuta molto. dovrebbero essere corretti, ma scrivendoli davanti alla TV non prometto nulla (se vedete errori, segnalatemeli, perfavore)













HOLD ON








 
Il campanello aveva suonato due volte prima che Jackson potesse raggiungere la porta, abbandonando la comodità del proprio letto e scendendo al piano di sotto per vedere chi diavolo  si fosse attentato a disturbare la sua domenica mattina. Borbottò tra se e si sistemò un poco i capelli, quindi aprì la porta. 

E la richiuse. Perché, seriamente, va bene qualsiasi cosa, ma che razza di scherzo è piazzargli Stiles Stilinski davanti all’uscio di casa?

-Hey, come on dude! Let me in!- Jackson soffocò un urlo frustrato e incredulo quando sentì l’altro spingere sulla porta affinché lui tornasse ad aprirla. –Open this mutherfucking door!-

-No way.-
 
-Ow, you Jackass, stop it, you are going to squash my fingers.-

-Nice, so I don’t have to see you at Lacrosse’s practice. Better to not see you anyway, olthrought.-

-Let me iiiiiin!-

-As if I want you in my House.-

-Come on, dumbass, Lydia told me to! You really think I’d like to be here?- Jackson si fermò per un momento. Lydia? Lydia gli aveva mandato Stilinski a casa di domenica mattina? Pure la sua ragazza stava impazzendo, evidentemente. Bhè, più del solito, perlomeno. Sospirò pesantemente: se Lydia aveva davvero chiesto a qualcuno di andare a casa sua e lui lo avesse cacciato via, probabilmente la prossima volta che si sarebbero visti lei gli avrebbe riservato la cura del silenzio.

Riaprì la porta, puntando gli occhi ancora in parte assonnati sulla figura dell’altro ragazzo.

-Come in.-Jackson lo lasciò entrare, richiudendo l’uscio e voltandosi verso l’intruso. Avrebbe voluto ringhiargli addosso, sbranarlo e tornarsene a letto.

-So… why did Lydia told you to come here?-

-Math’s text.-

-What?-

-Tomorrow you are going to have a math’s test.-

-No, no, wait? What? Tomorrow is Monday! We have only one hour of Math and the teacher have never talked about a test!-

-It's because that is going to be a SURPRISE test! Lydia found out about it yesterday night at the pub, overhearing the conversation of Mr. Harris table. She has planned to come here herself and help you, but she can’t. she have something to do with her father, I think. Then she have told me to show up at your place in the morning and make you study instead of her.-

Il ragazzo rimase per qualche secondo a bocca aperta. Una verifica. Una verifica a sorpresa il giorno dopo? Era rovinato.
Sospirò pesantemente e maledisse il professore. Anzi, i professori in generale. Poi si prese un attimo per pensare a che risvolto avevano finito per prendere le cose: Lydia aveva affidato a Stilinski il compito di aiutarlo e, per quanto il suo unico desiderio in quel momento fosse schiantargli la testa contro il muro per non dovere mai più sentire la sua stramaledetta voce, sapeva di aver bisogno di un tutor per lo studio di matematica. Di solito era sempre la rossa ad aiutarlo, ma quella volta non ci sarebbe stata.

-Ok. But why YOU?- Stiles sbuffò

-Because my marks are the seconds in the class and, as your girlfriend told too, I have the most similar calculator mind as her.-

-Seams legit…-

-Obviously it is. It’s a Lydia Martin’s idea, after all. So, where are we going to study?-

-Kitchen. This way.-

-Oh, geez, you kitchen is bigger than my whole house!- Il padrone di casa ghignò all’affermazione e fece accomodare il proprio (indesiderato) ospite su una delle sedie della cucina. Si sedette a sua volta, lasciando scorrere lo sguardo sui quaderni ed i libri che l’altro stava tirando fuori dal proprio zaino. Evidentemente aveva preso molto sul serio il suo ruolo di tutor.

-Here we are!- Annunciò lui con un sorriso sulle labbra, spingendogli in mano una penna e un quaderno davanti alla faccia.

E così iniziò la mattinata più lunga di tutta la sua vita.

Stiles lo costrinse a riempire almeno dieci pagine di esercizi. Troppi: ormai vedeva numeri ovunque e la cosa non era per niente piacevole. D’altro canto, però, dopo circa due ore di studio, il figlio dello sceriffo gli fece notare che i suoi errori erano drasticamente diminuiti, lasciandolo a bocca aperta e risollevandogli il morale. Forse anche senza Lydia sarebbe riuscito a passare il test, pur essendo costretto a passare la sua domenica mattina con Stilinski.

-Watch this!- Esclamava ogni tanto il suo tutor indicando una qualche riga tra quelle che stava rendendo nere di equazioni –No, no, that’s wrong! You have to make it this way! Ok, paste. Take a pencil. Redo it! Ok, well done! Came on, I know you can do that: you have just done the same in the previous Exercise!-

E per quanto potesse essere chiassoso o invasivo, piano piano le regole stavano entrando davvero in testa al ragazzo. Perciò Jackson smise di lamentarsi della sua presenza e si concentrò sulle sue spiegazioni e sulle correzioni che gli ordinava di fare, fino a quando, al termine della quarta ora, non riuscì a completare dieci esercizi di fila senza nemmeno un errore.

Stilinski aveva esultato ad alta voce e lui aveva involontariamente sorriso in risposta, soddisfatto dei suoi stessi risultati.

Forse Lydia non si era sbagliata: Stiles era intelligente e svelto e, sì, il suo modo di pensare e di spiegare le cose era mostruosamente simile a quello della sua ragazza. Non era nemmeno stato insopportabile come se lo era aspettato e forse Jackson si era sbagliato a trattarlo male tutto quel tempo e considerarlo un idiota iperattivo e logorroico.

Forse.



***
 

A Jackson piaceva andare a caccia. Non tanto per lo stare insieme al resto del branco, ma quanto per l’adrenalina che gli scorreva in corpo anche solo all’idea di dover scovare e rincorrere un qualche Lupo infiltrato nel loro territorio. 

Quella sera non fu diversa fra le altre, inizialmente, ma si dimostrò una cosa completamente diversa quando trovarono il corpo. Che era proprio un corpo e non più un Licantropo. Un corpo morto, un cadavere, una salma. Comunque la si volesse chiamare.

-Oh, shit! That smells!-

-Please, Erika, is a corpse. It’s obvious that it’s smells, isn’ it?-

-Owwn… I’m going out. Better to you all to follow me or you will smell like him for DAYS.-

-I agree, Boys. There is nothing for us here, better to retour outside.-

-Agh, why is he dead?-

-God, Scott, have you to be so stupid and oblivious every time? Evidently the Hunter founds him faster than us. Two day away, I guess. And he killed him then.-

-Gross.-

-This is what hunters usually does, don’t be so surprised.-

Avevano perso la preda, ma avevano ancora il compito di rintracciare il cacciatore e toglierlo di turno prima che decidesse di uccidere anche loro come aveva fatto con quell’Omega. Si misero quindi ad annusare ed esplorare la zona circostante, ma trovarono troppe scie per poter decidere quale prendere. Poi il telefono di Derek squillò nella sua tasca.

-What is it, Stiles?-

-oh, for god’s sake, don’t you dare to growl at me like that again, sourwolf. I am working for YOU and I will dismiss me without tell you the good news if you continue be rude at me.-

 -…-

-I am going to take your silence like an “Oh, sure, Stiles. I’m sorry. Tell me what you found out”. Well, I know where the new hunter is, if this interest you.-

-Go on.-

-Uhmm, ok. Out of the forest, second street to the center, the one near Denny’s house. Go along that for two miles…-

Partirono senza farselo ripetere due volte, seguendo passo passo le indicazioni di Stiles. Potevano sentire tutti ogni sua parola, grazie all’udito sovrannaturale, ma lasciarono comunque che Derek le ripetesse ad alta voce, dando così ogni volta la sua approvazione alla direzione da prendere.

-Stiles, what direction now?-

-Shut the hell up for one second, Big Bad, it’s not so simple follow the colored lines on a shitty map in your laptop (what is on the passenger’s seat) while you are driving… Ok, ok, on your right. Half a mile. I think Is a little house. Maybe a flat… yes, definitely a flat. Second floor. Third door. There are two other occupied flats, then, please, don’t smash the walls!-

-How can you know all that?-

-I’ve hacked my dad’s police account.-

-And how can you follow the hunter’s movements?-

-The other day, when you make me talk to him, I “accidentally” let a transmitter in his pocket…-

-Oh… and how do you traced down the signal?-

-Don’t I just said I have a laptop balanced in my passenger seat? Ok, stop where you are. Don’t dare enter the place. I’ll be here in a minute.-

Jackson trattenne a stento le risate quando Stiles chiuse il telefono in faccia e Derek ringhiò all’apparecchio spento prima di rimetterlo in tasca. Di certo Stilinski aveva loro reso le cose più semplici. Un ragazzo pieno di risorse, non c’è che dire, anche se a sentire come si era lamentato al telefono si poteva capire che si arrangiava con ciò che aveva a disposizione. Correva tanti di quei rischi, pur essendo del tutto mortale, e lo faceva solo per loro. Questo lo sapevano tutti, persino Derek, il quale difatti non si azzardava quasi più a maltrattare Stiles (o, perlomeno, non lo schiantava più a destra e a manca) e, incredibile ma vero, ascoltava ciò che il giovane gli diceva di fare.

Come in quel caso, per esempio, dove aspettarono per poco più di un minuto, ma pur sempre aspettarono. Stiles scese dalla jeep maledicendo il computer accanto a sé e lanciò uno sguardo esasperato al palazzo.

-Ok, if you will hear me scream, come get me, ok?-

-You are not going in alone.-

-Don’t talk to me with that tone, or I swear to god…-

-You can’t go alone!-

-Not you too, Jackson!-

-Sorry if we worry for your life.-

-Oh, sarcasm, nice. And since when you stopped planning my death and started worrying for my safety?-

-God point, buddy, but you are not going alone, seriously.-

-Ok, then, come with me. But, please, NO fangs, NO claws and NO growls!-

Jackson annuì, alzando gli occhi al cielo agli ordini del compagno, e lo seguì dentro l’agglomerato di appartamenti fino al secondo piano, interno tre. Suonarono il campanello e venne ad aprire loro in cacciatore, accigliato nel riconoscerli. Stiles gli sorrise e fece in modo di convincerlo a farli entrare. E per una buona oretta se ne stettero lì a chiedergli gentilmente di andarsene da BH e di considerare che il loro branco non aveva fatto del male proprio a nessuno. Riuscirono, più o meno, nell’intento e l’uomo gli accompagnò giù fino al piazzale davanti al palazzo, per suggellare il patto stringendo la mano all’Alpha.

Prima di rientrare si voltò verso Stiles, scuotendo la testa.

-You are an innocent human. You do so much for this pack of psychos. Sure they owe you a lot!-

-Ahah, that’s right: they owe me a whole universe!-

Jackson ci pensò su un attimo. Gli dovevano davvero tanto, sul serio. Un universo non poteva permetterselo, pensò quando lo sguardo gli cadde sul laptop squinternato all’interno della jeep dell’adolescente, ma un regalo per il suo compleanno poteva tranquillamente farglielo.














Angolo dell'autrice:

Salve a tutti!
Ok, lo so... non ha assolutamente senso.
non sono molto pratica in quanto a "Jackson": solitamente scrivo PackFeels o Sterek, perciò potete comprendere il panico che mi è preso quando una delle mie amiche mi ha detto "per natale voglio una fluff con Stiles e Jackson". Mi sono impegnata, seriamente, ma proprio non ci riesco a scrivere una slash, non tra loro due.
Quindi mi piacerebbe davvero, davvero, sapere cosa ne pensate. se è patetica, incomprensibile, sgrammaticata...

Grazie in anticipo, 
Eva












 

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Capitolo 2
*** Primo passo ***















Capitolo secondo_ Primo passo










Il compleanno di Stilinski era stato organizzato da McCall, prevedibilmente, ma con sommo stupore di tutti i componente della loro cerchia di amici,  non solo il programma non era troppo penoso, ma il ragazzo era riuscito a tenere il segreto fino al grande giorno. Jackson aveva perso dieci dollari per la prima volta nella sua vita, ma dopotutto ogni membro del branco era uscito sconfitto da quella scommessa. Tranne il festeggiato, che ovviamente non ne sapeva nulla, ed Isaac, il quale di conseguenza si era ritrovato improvvisamente le tasche ed il portafoglio pieni di banconote.

-What the hell, guys? Why have we to shower so quickly?-

-It’s nothing, Stiles. We only want to be at Derek’s early this night.-

-And can I ask why?-

-No, you can’t.-

-But…-

Boyd lanciò il suo asciugamano di riserva sulla testa dell’altro ragazzo, tirandolo brutalmente fuori dalla tasca del proprio borsone da ginnastica, e così facendo lo zittì per un attimo, obbligandolo poi con una delle sue mani fuori misura ad asciugarsi i capelli da poco cresciuti.

Non era proprio il caso che iniziasse a fare domande, dopo tutta la fatica che avevano fatto a non lasciarsi scappare nulla. Jackson sbuffò e si infilò la maglietta grigia pulita che si era portato dietro apposta per l’occasione. Il piano era semplice: allenamento, doccia veloce, macchina, laser game. Semplice ma decente, per essere opera di McCall, quell’idiota patentato. Ora dovevano solo riuscire a rapire il figlio dello sceriffo e portarlo alla propria festa a sorpresa senza che se ne rendesse conto. L’avevano anche organizzata tre giorni prima per essere sicuri di non dargli troppi indizi sui quali il suo cervello da poliziotto avrebbe potuto lavorare. Inoltre si erano assicurati che il signor Stilinski non si intromettesse, avvertendolo in anticipo. Era toccato a Jackson, quel compito, siccome contro ogni previsione era rimasto l’unico a non essere mai stato incriminato per qualcosa nell’ultimo anno.

-Sooooooo… is also normal that you are practically carrying me by the arms. It’s not creepy at all. Sure this doesn’t make me uncomfortable, my friends. And, for the ones whose didn’t understand, is sarcasm what you can hear coming from my larynx. Then, I think exactly the contrary of what I’ve told. If you know what “sarcasm” mean, obviously.-

L’intero branco alzò gli occhi al cielo e continuo come se niente fosse a trascinare il ragazzo fuori dalla scuola,  fino al parcheggio e quindi alle macchine.

-Two o three for car, ok?-

-Are we in any kind of danger and our Big Bad Alpha forgot to tell me? Because that’d be relly unpleasant, since I usually am the one who make plans– -

-Oh, shut up Stilinski! Shut up for a moment and take your place in the backseat.-

-Your shitty jeep is broken, so be grateful for the ride.-

-What? Why am I riding home on your Porsche? Lydia, what’s your reptilian boyfriend’s plan? Are you two going to slowly kill me and dissolve my poor body in a barrel full of acid and wolfbane? Because if this is for the dogJoke I’ve made on Jackson yesterday, I beg your pardon, my Goddess on earth, I swear I’m not going to make fun of him anymore.-

-Stiles, darling?-

-Yes, my Lady.-

-Keep your lips glowed one on the other, now. Or I’m going to clip those closed with a nailgun casually forgetting to give you any kind of painkiller or anesthetic.-

-Ok, ok. I’m staying silent.-

Il silenzio durò ben dieci minuti, dieci preziosi ed impagabili minuti di viaggio in macchina per le strade di BH, dopo i quali però Stilinski si rese purtroppo conto della direzione che l’auto aveva preso, totalmente diversa sia da quella che lo avrebbe portato a casa sua, sia da quella che si prendeva per andare alla magione degli Hale, dove teoricamente li stava aspettando Derek per la consueta cena del venerdì sera. Perché, sì, per quanto a Jackson la cosa sembrasse assurda, esistevano cene anche all’infuori delle riunioni in situazioni di pericolo vitale e tutti loro avevano finito con l’abituarsi alla routine.

-Oh, boy. Where are we going?-

-…-

-No, seriously. Where. Are. We. Going?-

Nessuno dei due ragazzi presenti nella vettura si degnò di dare una risposta al giovane, limitandosi a curvare alla seconda svolta a destra ed fare il loro silenzioso ingresso nel buio parcheggio comunale del direzionale. Quindi scesero dall’auto e a lui toccò prendere il festeggiato per le spalle e spingerlo verso lo stabile che dava sul retro. Tentò di farlo nel modo più sospetto ed inquietante possibile. E dall’espressione terrorizzata del compagno la recita doveva essergli venuta piuttosto bene.

Arrivati a qualche metro dalla parete più vicina, ciliegina sulla torta, un’ombra non bene identificata scattò verso di loro e si affiancò al gruppetto.

-OH MY GOD!-

-Hi, Stiles.-

-What? Shit, Derek, you have scared me to death! Stop whit the stalker attitude, try to be more visible. I don’t know, wear a bright shade on pink instead of your usual black leather robe.-

-I’ve done nothing wrong this time!-

-You are right: no pink. You’d be ridiculous. We don’t want you to be funny in front of our enemy. Keep going with the black fetish.-

-You aren’t listening to me, are you?-

-Maybe a colorful scarf. You can hide it when you smell some bad guy and then wear it in safe moments.-

-You are not listening to me.-

-A led pendant? Neon shirt?-

-Ok, Jackson, help me to carry him inside. The others are paying right now.-

-Oh! I’ve found: a cowboy hat! Hey, where are you taking me?-

-Welcome back to the present, Stiles.-

-Sarcasm. Lovely.-

E con un’ennesima alzata di occhi al cielo I due uomini della situazione lo spinsero fino all’entrata sul retro, quindi all’interno del palazzo, dopodiché giù per la colorata rampa di scale che portava al piano interrato. Lì li accolsero gli altri membri del branco, raggianti e già in armatura. Stilinski ci mise un attimo a rendersi conto di cosa stesse accadendo.

-Lasergame? Are you serious, guys? Are we going to play lasergame? With werewolves? This is sooo unfair.-

Bhè, l’aveva presa piuttosto bene. E il viso di McCall era da foto ricordo: apparentemente non aveva pensato al fattore visione notturna dei lupi mannari, il quale rendeva il gioco un po’ sbilanciato per una delle parti. Ma grazie a dio quell’idiota si era trovato una ragazza intelligente (malvagia quasi quanto la sua Lydia ed abbastanza intelligente da poterle fare da cagnolino, perlomeno), la quale aveva già miracolosamente pensato ad un modo per far giocare umani e lupi mannari alla pari.

Per prima cosa divise a suo dire equamente le squadre: Allison, Lydia, Derek, Lahey e Boyd nella squadra gialla e Stilinski, lui, McCall, Reyes e Danny in quella blu. Proseguì poi con il distribuire i giubbotti colorati ed i fucili a chi era arrivato dopo, quindi prese la propria borsa da una sedia e ne estrasse quattro paia di occhiali da caccia. Inquietante.

-Allison you are the best!-

-This is so fucking creepy, but I love you anyway.-

-Tanks, Allison.-

Non che Jackson dubitasse di poter vincere, ma essere in squadra con Stilinski e McCall non era proprio nel suo ideale di piano. Di Danny non poteva lamentarsi, ma avrebbe preferito avere la propria ragazza al posto della Reyes, per quanto la rossa fosse una semplice umana. Forse però avere tre umani in squadra l’avrebbe portato alla sconfitta, perciò decise che era meglio così.

Su quella sua ultima considerazione dovette ricredersi quando, al momento di entrare, il festeggiato e Lydia si scambiarono sguardi di sfida e la cacciatrice, con un sorriso sornione in volto strinse la mano al figlio dello sceriffo.

-Keep an eye on your wolves, Stiles. They could end fired and I know you don’t like weak mates.-

-Be sure to stay near your puppies, Argent. It’s going to be dangerous to be alone in the field for them.-

No, non prometteva nulla di buono.
 
***

Negli anni a venire quei venti minuti di partita al laser game di BH sarebbero stati raccontati ai propri discendenti come una leggenda metropolitana, di quello Jackson era più che sicuro. Perché di certo quelle povere macchine non avevano mai registrato un punteggio pari al settemilatrecentoquarantadue a seimilanovecentonovantotto che erano riusciti ad accumulare loro dieci.

Aveva vinto la squadra gialla, ma i giocatori individuali migliori, subito dopo Allison, erano stati Stiles, Lydia e quindi Danny. Solo dopo venivano i nomi di Erica, Derek e tutti gli altri membri lupeschi del branco. La cosa li aveva lasciati a bocca aperta, se non per i quattro umani che avevano invece performato una danza della vittoria davanti all’entrata dell’attrazione e si erano complimentati a vicenda come delle vecchie comari. La sua ragazza gli aveva perfino ammiccato spudoratamente in pubblico.   Era stato piuttosto dilapidante, ma era sicuro che con questo ogni lupo mannaro della città si fosse scritto nel taccuino di ricordarsi di non contrariare mai più uno dei ragazzini allenati cinque volte a settimana da Chris Argent.

-Ow, Erica, remember your straight. I’m not a werewolf, so please don’t jump on me while I’m not sitting.-

-Sure, sure, pretty boy. You are so bossy. In the labyrinth, too, you were so nasty.-

-You have shot Derek like a real Hunter: right at the Alpha’s heart and back, then at the Betas’ belly and leg. I’m so proud of you!-

-Thank you, Allison, you psychokiller queen. But at the end is your team the one which win.-

-Sure it is. I came from an hunter’s family and Derek is a freaking Alpha. A revengeful one, since he returned you almost all the shots.-

-I’m not revengeful.-

-Please, Sourwolf, you have barely shot the others and nearly smashed me at the ground.-

-I’ve done nothing like that.-

-Well, maybe that was all my imagination. But I’m sure if your weapon would been real, I’d be dead.-

-And if Your weapon would been real, BH would need a new Alpha right now.-

Per qualche benedetta grazia divina Isaac interruppe  la discussione chiedendo al gruppo se fosse l’unico a morire di fame. Era divertente vedere Derek e Stilinski battibeccare, ma non quando si sorridevano a quel modo o tentavano di velare complimenti ovvi come avevano fatto poco prima. In quel caso, a suo parere, divenivano quasi disgustosamente inguardabili.

Comunque fosse, avevano fame. Perciò lasciarono cadere l’argomento “il figlio dello sceriffo non ha fatto altro che sparare al grande lupo cattivo e la bestia ha ricambiato il favore rendendo il tutto un gioco a due” e si tolsero le armature del laser game, riconsegnandole al negoziante, ancora traumatizzato dal loro punteggio assurdamente ampio. Jackson dovette trattenersi dal fargli notare la bocca spalancata e si limitò a seguire gli altri su per le scale. Verso quello che a dire della Reyes e del suo ragazzo scandalosamente massiccio era il migliore McDonald’s di tutta la città. Non che si potesse davvero credere che ci fossero McDonald’s migliori di altri, si intende.

-Stiles is going to pay, because today is his party night.-

-What the hell, Erica? This is totally wrong!-

-Isn’t Stiles supposed to be the host ?-

-Yes I am. I totally am!-

-Calm down, children. I’m going to pay, as the adult of the group. Ok?-

-You know we all love you deeply, right Big Bad?-

Jackson trattenne una risata e si lasciò cadere seduto al tavolo nel posto libero tra la propria ragazza ed il festeggiato. Non adorava i fastfood ed il cibo spazzatura, ma per un’occasione come un compleanno poteva anche adeguarsi, soprattutto se il posto era meno schifoso del solito, con tavoli puliti anche la sera e come bonus poca gente intenta a mangiare. Sperò solo che pure il cibo fosse anche soltanto lontanamente decente.

Ordinarono ognuno una cosa diversa, tanto per vedere la faccia irritata della cameriera. McCall e Bpyd presero i menu più esageratamente abnormi di tutto il locale, Reyes prese una cosa al pesce che nessuno aveva mai visto venir servita, Allison un piatto vegano che dal nome non sembrava affatto vegano, Derek una marea di crocchette di pollo e Stilinski uno scatafascio di patatine fritte (soltanto perché potessero rubarsele a vicenda per tutta la cena. Vomitevole.), lui si accontentò di un normalissimo hamburger, Lydia prese solo il dolce, Danny ne prese un altro ed Lahey cambiò quattro volte l’ordinazione.

-Mhmmm, i suppose this is a birthday party?-

-Oh, crap! No one have told “happy birthday”?-

-Boys you are so pitiful, so lame. But is ok this way.-

-Ok, to remedy we are going to sing! HAPPY B– -

-Don’t you dare Erica Reyes. I’ve photo you don’t want to show around.-

-O shush! You little bastard.-

-I love you too.-

-I know, sweetheart!-

Dopo lo scambio più o meno mielenso (dipendeva piuttosto dai punti di vista) la bionda fu la prima a dare il suo  regalo a Stilinski: un coltellino d’osso con la lama pieghevole. Poi fu il turno di Lahey e Boyd: una nuova Xbox per sostituire quella morta la settimana prima (usata ma in buono stato). Il migliore amico gli regalò due nuovi giochi e Danny tre controller. Lydia gli consegnò una felpa rossa con scritto “wolfy-boy” e una piccola Molotov. Allison gli disse che gli occhiali di poco prima erano il suo regalo e che suo padre ne aveva un altro da consegnargli al prossimo allenamento. Il capobranco gli diede da scartare un teaser tascabile a forma di cellulare.

Molotov, teaser, occhiali a visione notturna, coltellini da difesa. Un compleanno normalissimo, no? Jackson scosse la testa e gli chiese di alzarsi, in modo che potesse mostrargli il suo regalo.

Uno alla volta lasciarono libere le seggiole di metallo e sgomberarono il tavolo, dirigendosi all’uscita. Stare in capo al gruppo lo faceva sentire come un cicerone e già si pregustava le reazioni di chi non era a conoscenza della nemmeno poi così tanto piccola sorpresa che aveva preparato per quella sera.  Gli avevano intimato per mesi di essere partecipe e lui aveva scelto l’occasione perfetta per iniziare ad esserlo. mcCall era riuscito a tenere la sua parte di segreto, ora toccava a lui, per quanto anche l’Alpha avesse fatto la sua parte. E, a proposito, forse avrebbe dovuto trovare inquietante quanto negli ultimi tempi lui e l’Hale andassero d’accordo e riuscissero a collaborare senza tanti problemi.

-My Baby!-

-Oh, who toke here his Jeep?-

-That were me and Derek.-

-She’s perfect! You’ve changed the broken glasses. You are my heroes, buddies!-

-That was nothing so difficult to do.-

-Nothing difficult? That have to be something like 5000 $, are you gone mad?-

-We are rich, Stilinski. But if you want to pay me back, you can do my chem. homework.-

-There’s no need to pay us back.-

-Come on, Derek, you two have spent thousands of dollars each other, dude.-

-Oook, we can talk about the price later. You haven’t seen the real gift yet.-

-What? Another one? Are you kidding me?-
E con quello Jackson aprì la portiere della Jeep, magari in modo un po’ eccessivamente teatrale, spalancandola lentamente ed esortando il proprietario ad entrare. Stilinski lo osservò accigliato per un attimo, quindi saltò a bordo della vettura, sedendosi al posto di guida ed ovviamente accorgendosi subito della differenza apportata all’interno. Rimase a bocca aperta e per poco non si spalmò sul cruscotto nel tentativo di prenderlo tra le braccia, dopotutto era su quello che era stato fissato un tablet 40x30 completo di microfono, videocamera ed ingresso usb.

-You’ve told that your pc was difficult to use while you are driving.-

Era stata un’idea a dir poco geniale, se si doveva essere modesti, approvata dal capobranco, da Lydia e pure da Scott. Perciò si sentì abbastanza orgoglioso di se stesso a vedere l’espressione gioiosa sul viso del festeggiato. Talmente tanto orgoglioso che si permise di non scansarsi e di ricambiare l’abbraccio del ragazzo.

Ma quello non sarebbe dovuto mai venirlo a sapere nessuno.












Angolo dell'autrice:
Questa cosa è in ritardo di circa qualche... ehm, mese?
Coooomunque sia mi scuso con chi la seguiva e con la mia poera cara Alice, la quale mi aveva chiesto di scrivergliela per natale *coff*.
Con questo secondo ed ultimo capitolo la storia si conclude, anche perchè ci sarebbero due capitoli in ognuno. perciò vi chiedo scusa per la scarsa qualità dello scritto e, se vedete errori, vi chiedo perfavore di comunicarmeli.

Eva.












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