Feeling's Storming

di izayoi007
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 ***
Capitolo 2: *** Cap.2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***



Capitolo 1
*** Cap.1 ***


               
FEELING’S STORMING

 

 

 

CAP.1 “SUICIDE”

 

Non so ancora bene il perché, ma improvvisamente mi ritrovai in cima a quella torre.

Era buffo…l’ultima volta che ci ero salita non era stata un’esperienza altrettanto piacevole…ora invece mi sento così bene…

Ci ero stata un sacco di volte, ma quella fu come la prima.

Mi sembra di essere un bambino che scopre qualcosa per la prima volta in vita sua: felice ed allo stesso tempo un po’ spaurito…

È come assaggiare un piatto nuovo di cui si sanno già tutti gli ingredienti ma che attira comunque la nostra attenzione.

Devo ammetterlo, sono sempre stata maledettamente curiosa…e questa mia curiosità mi ha spesso cacciato nei guai, e per l’ennesima volta in vita mia ero in guai molto seri!

Da lì si vedeva l’intera città, era come respirarla tutta, permearla attraverso i pori della mia pelle e farla mia attraverso un irrazionale processo di assorbimento.

Tutto era luce, sembravano tante piccole lucciole che brillano nel buio della notte.

Non aveva mai notato quanto la mia città fosse bella, così ricca e prosperosa.

Era un tripudio di colori.

Le persone quasi non si vedevano, sembravano tante piccole formichine che freneticamente si muovevano in quel grande formicaio che era Tokyo la notte.

Non pensavo proprio che le notte ci fosse tanta vita per le strade del centro, erano quasi più affollate che di giorno!

La cosa strana era che nel momento in cui volgevo lo sguardo appena fuori dal centro, non era la stessa cosa. Sembrava si passasse improvvisamente dal caos più totale al silenzio più assoluto. Era…strano!

Il filo dei miei pensieri venne inaspettatamente interrotto da una nuova ondata di sentimenti a me estranei, quelli per i quali mi trovavo lassù.

Il mio cuore era diviso in due e mi sembrava che le due parti si stessero staccando l’una dall’altra sempre di più.

A questo punto vi chiederete voi: ma cosa centra tutto questo con il fatto che sei lì in cima, completamente sola, nel cuore della notte, in pieno inverno, con un freddo cane e per di più in pigiama?!

Bella domanda…ebbene, non lo so neppure io!

So solo che ero a casa mia, nel mio letto e stavo per addormentarmi, quando, improvvisamente, mi sono sentita immensamente triste e disperata, di uno sconforto che divora il cuore a grandi e dolorosi morsi e mi sono ritrovata senza nemmeno rendermene conto, in cima a questa torre!

Da una parte sentivo che era sbagliato, che non dovevo essere lì, che io non dovevo essere lì.
Era come se quei sentimenti non mi appartenessero, come se sentissi la sofferenza di qualcun altro e non potessi fare nulla per evitarlo, ma comunque sentivo un dolore lancinante comprimermi il petto. Stavo persino piangendo!

Il bello è che non avevo neppure alcun motivo!

La mia parte razionale, il mio vero io, quello che realmente mi apparteneva, voleva allontanarsi da lì il prima possibile.

Dall’altra parte non potevo farne al meno, il dolore mi stava uccidendo e sentivo il desiderio sempre più pulsante di farla finita e di buttarmi di sotto.

Era inspiegabile, eppure era così.

I miei piedi si muovevano da soli, un passo dopo l’altro non facevano altro che avvicinarsi sempre di più a quel cornicione, che avviarsi sempre più in fretta alla fine.

Ero cosciente del fatto che non avevo alcun motivo per farlo ma, dannazione, non riuscivo a capire!

Singhiozzavo così forte che il frastuono del traffico sotto di me era quasi sovrastato dal rumore che causavo.

Poi sentì qualcosa come un altro pianto - molto disperatamente simile al mio, a dire il vero - provenire da poco lontano da me.

Mi voltai e trovai una donna, non più tanto giovane, che piangeva anch’ella a pochi passi dal bordo del parapetto.La riconobbi immediatamente: era la mia vicina di casa.

Oh, no! Ora capisco…

Doveva essere quella cosa che mi ha spiegato Ryo giusto un paio di giorni fa…com’è che l’aveva chiamata…?!Impa…ampa…empa…empar…Ah…! È vero! Empatia!

Accidenti, tutta colpa di quello che è successo la settimana scorsa!!!

 

 

- Non ti lascerò fare quello che vuoi del mio pianeta, Kisshu! - il suo ghigno canzonatorio mi fece irritare ancora di più, e mi scagliai su di lui con tutta la rabbia che avevo in corpo, ma prima che potessi raggiungerlo, qualcosa mi bloccò, afferrandomi per la vita.

- MewIchigo! - sentii le mie compagne chiamarmi a gran voce, mentre, con mio sommo dolore, venni scagliata violentemente contro un albero da quel chimero dalle sembianze umanoidi, più precisamente di donna.

- Ribbon lettuce rush! - il colpo le venne rispedito indietro, con il risultato di farla finire poco distante da me.

- MewLettuce, stai bene? - chiesi apprensiva, lei si limitò a farmi una smorfia piuttosto significativa e tentò inutilmente di rialzarsi in piedi.

Continuammo ad attaccare il chimero ancora ed ancora ma quello ci rispediva indietro tutti i nostri colpi.

- Che facciamo?! È invincibile!! - MewMint mi parve molto più preoccupata di quanto mi aspettassi, una goccia di sudore freddo le attraversò la tempia e l’affanno dimostrava tutta la sua stanchezza.

- Non perdiamoci d’animo, avrà pure un punto debole! - cercavo sempre di incoraggiarle, era la mia tattica migliore, ero la leader e dovevo essere io la prima spronarle e l’ultima a perdere la speranza, proprio come un capitano deve essere l’ultimo ad abbandonare la sua nave.

- Già…ma quale? - Zakuro era sempre molto riflessiva e studiava il nemico con attenzione, ma io ero stufa di quella storia e decisi che era ora di mettervi la parola fine.

Mi lanciai verso il chimero, con il preciso intento di abbatterlo, ma in quello stesso istante,non so per quale motivo, Kisshu decise che era ora di ritirarsi, ma nel momento stesso in cui fece per “risucchiare” la bestia all’interno di una strana ampolla, io finì proprio in mezzo alla traiettoria e tutta l’essenza del chimero, ridotta in una nebbiolina rosastra, mi investì in pieno, stordendomi e facendomi svenire.

 

Maledetta io e la mia impulsività, un giorno o l’altro ci rimarrò secca!

Beh…questa sembra la volta buona…

 

Sentii un dolore lancinante alla testa e subito dopo aprii lentamente gli occhi, all’inizio tutto era offuscato e i rumori e le voci ovattate ed un insieme di mormorii indistinti.

- Ehi! Guardate, si sta svegliando! - distinsi la voce di Pudding e poco dopo i tratti confusi di due visi maschili sopra di me. Appresi in seguito che si trattava di Keiichiro e Ryo, insieme al resto delle mie compagne e che ero sdraiata sul lettino nel sotterraneo del laboratorio del caffè Mew Mew.

- Come ti senti Ichigo…?- il tono e il viso di Ryo mi parvero perplessi e preoccupati allo stesso tempo, mentre mi porgeva quella domanda.

- Bene…credo…solo un po’ confusa…- mi passai una mano sul viso e mi stropicciai gli occhi, tentando di svegliarmi del tutto.

 

“ Cavolo, mi hai fatto preoccupare!!”

 

- Scusami…mi dispiace! - esclamai ancora intontita, voltandomi verso il biondo che mi guardò perplesso, come il resto dei miei compagni.

- Per cosa?-

- Beh…mi hai appena detto che ti ho fatto preoccupare! - sul suo viso si formò una chiara espressione mista di stupore ed imbarazzo e le sue gote si imporporarono leggermente.

- Io non ho detto proprio nulla! - si difese contrariato.

Lo fissai perplessa. Ma che diavolo stava dicendo?! L’avevo sentito chiaramente!

 

“Ma che bello, adesso sente persino le voci! Perfetto, è ammattita del tutto!”

- Mint piantala! Non sono ammattita!! - la mew blu sobbalzò.

- Cosa?! - mi domandò quasi alterata.

- Ok, qui mi sembra chiaro che c’è qualcosa che non và…- mi voltai verso Keiichiro tentando di comprendere cosa ci fosse che non andava.

“Deve esserle accaduto qualcosa quando è entrata in contatto con quella sostanza!”

 

- Cosa pensi che possa avermi fatto quella roba? - anche Keiichiro sobbalzò.

- Come hai fatto a…io l’ho solo pensato! - mi guardarono tutti con stupore e in quel momento mi sentì quasi come un fenomeno da baraccone.

- Lettuce…prima, mi hai detto che il chimero che vi ha attaccate era in grado di assorbire e rispedire indietro gli attacchi e che era dotato persino di assalti psichici e mentali, giusto? - vidi la mia amica, dopo che Ryo le aveva rivolto la parola, chinare il capo imbarazzata e diventare rosso gambero, annuendo impacciata. Improvvisamente sentii le guance scaldarsi e un profondo sentimento di ammirazione e…“affetto”, un affetto molto speciale, invadermi l’anima, facendomi persino imbarazzare. Di questa mia reazione si accorse Zakuro.

- Guardate…sta avendo la stessa reazione di Lettuce…- disse, rivolgendosi chiaramente a me.

Non capì, mi sentivo tremendamente confusa e lo fui finché il biondo americano alla mia sinistra non espose la sua teoria.

- Ebbene, secondo me quel chimero doveva essere empatico,oltre che dotato di grandi poteri psichici, e tu Ichigo devi aver assorbito i suoi poteri per errore! Per questo senti i nostri pensieri e percepisci i nostri stati d’animo…sei diventata empatica! - snocciolò serio, con sicurezza, passandosi una mano tra i capelli biondi.

- Che significa che Ichigo è “in panico“?! - mi sembrò chiaro che Pudding non aveva mai sentito quella parola, ma a dire il vero neanche a me era tanto chiaro cosa volesse dire.

- No, non “in panico” ma “empatica”.L’empatia è la capacità di percepire gli stati d’animo altrui come propri, cioè si è particolarmente sensibile, in parole povere e semplici…- le spiegò, cercando di essere il più chiaro possibile e di farle capire il più possibile.

Quanto a me, in quel momento capì solo che per me non significava altro che ulteriori guai…

 

 

 

…e infatti! Guarda dove mi trovavo ora!!

Stavo quasi per buttarmi giù dal quel luogo solo perché la mia vicina di casa voleva farlo!

Cercando di mantenere la calma, presi il cellulare e composi un numero a me ormai ben noto.

Udì il telefono squillare un numero indefinito di volte e finalmente una voce maschile, impastata dal sonno, mi rispose infastidita.

- Pronto…-

- Pronto, Shirogane sono Ichigo…-

- Ichigo?! Che diavolo vuoi a quest‘ora?! - in effetti erano le quattro di notte…

- Ho un problema…-

- E dovevi proprio chiamare me?! Non potevi disturbare il tuo…- mamma mia, stava per farmi saltare i nervi! Il bello era che in parte era lui il responsabile di tutta questa storia.

- Sto per buttarmi giù dalla torre di Tokyo! - dall’altro lato del telefono non udì più alcun rumore.

Eccomi di ritorno con una nuova storia! avviso subito che sarà piuttosto breve, anche se non so di preciso il numero dei chap....presto aggiornerò anche le altre storie, per ora godetevi questa! Mi scuso per la mia assenza piuttosto prolungata ma ho avuto seri problemi con il computer (stavo impazzendo!!!!) ora spero di riuscire ad aggiornare in fretta!!! bacioni Izayoi007

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Capitolo 2
*** Cap.2 ***


 

 

CAP.2 “RESCUE”

 

Udì il telefono squillare un numero indefinito di volte e finalmente una voce maschile, impastata dal sonno, mi rispose infastidita.

- Pronto…-

- Pronto, Shirogane sono Ichigo…-

- Ichigo?! Che diavolo vuoi a quest‘ora?! - in effetti erano le quattro di notte…

- Ho un problema…-

- E dovevi proprio chiamare me?! Non potevi disturbare il tuo…- mamma mia, stava per farmi saltare i nervi! Il bello era che in parte era lui il responsabile di tutta questa storia.

- Sto per buttarmi giù dalla torre di Tokyo! - dall’altro lato del telefono non udì più alcun rumore.

 

***

 

- Ichigo, torna a dormire…! -

- NO! Aspetta Shirogane, non sto scherzando! - mi sfuggì un singhiozzo, in parte a causa del discorso precedente ed in parte per la paura di essere abbandonata al mio destino. Insomma: un po’ per ciò che sentiva quella pazza della mia vicina e un po’ per la fifa. Sta di fatto che a quel punto probabilmente il biondo capì perché sentì che era ancora in linea.

- Sentiamo allora Ichigo…perché ti vorresti buttare giù dalla torre di Tokyo? - il suo tono era leggermente annoiato, cantilenato, quasi parlasse con una bambina delle elementari; era evidente che non era ancora del tutto convinto.

- Boh! Non lo so, penso sia per quella storia dell’empatia…insomma, la mia vicina di casa si vuole buttare di sotto e io sento di voler fare altrettanto, ma in realtà non voglio…no, aspetta, cioè…insomma! Uffa, non so come spiegartelo!! - un suono indistinto, di stizza mi uscì dalle labbra. Ero chiaramente frustrata, non sapevo come spiegarmi ed intanto la voglia di gettarmi da quella dannata torre cresceva a dismisura, facendomi muovere altri passi verso il bordo.

- Calmati! Ho capito…sto arrivando! Tu nel frattempo cerca di “fermarti” in un qualche modo…- esordì lui, ora chiaramente preoccupato.

- E in che modo dovrei fare secondo te?! - quella frase mi uscì con un gridolino fastidiosissimo, come quelli che lanciava Mint ogni tanto, quando era davvero infastidita.

- Non lo so…prova a far ragionare la tua vicina…trattienila il più possibile! - chiuse la conversazione prima che potessi ribattere, ed a quel punto, non sapendo più che altro fare, decisi di seguire il suo consiglio. Mi voltai lentamente verso di lei, che non sembrava aver avvertito la mia presenza.

- E-ehi! - la chiamai titubante, non volevo spaventarla, ma l’effetto ottenuto non fu quello sperato: la vidi fare un sobbalzo così spaventato che quasi non cadde giù sul serio! Ma bene, invece di trattenerla il più possibile la stavo spedendo dritta dritta tra del braccia della Morte!

- I-Ichigo?! - biascicò lei incerta ma sorpresa. Annuì lentamente.

- Che ci fai qui?! - mi chiese, quasi imbarazzata ed ancora più sorpresa che in precedenza. Feci un gesto vago con la mano.

- Lunga storia…lei piuttosto…che vuole fare, sig.ra Takuso?! - arrossì di botto e mi guardò colpevolmente, come un ladro colto sul fatto.

- Io…beh…lunga storia…- mi sfuggì una lieve risata a fior di labbra, lei fece altrettanto, ma la sua non fu per nulla una risata allegra: era triste e senza gioia.                Rimanemmo in silenzio per diversi minuti, fino a che non decisi che quel silenzio mi infastidiva. Non ero mai stata una persona particolarmente silente.

- Signora…perché si vuole buttare di sotto? - la vidi sussultare nuovamente, come se l’avessi distratta da pensieri molto intensi.

- Non puoi capire…- mugugnò amaramente -…sei ancora troppo giovane…- concluse. Quella frase mi offese un tantino; avevo vent’anni e nonostante non fossi esattamente “vecchia”, non si può dire che in quegl’anni non fossi maturata abbastanza, soprattutto visto tutto ciò che ho passato!

- Provi lo stesso…magari, chissà, la posso aiutare…- cercai di non apparire irritata, ma il mio tono leggermente piccato mi tradì, ma mi parve che lei non se ne fosse accorta.

- Sai…non credo cara…comunque, se proprio lo vuoi sapere…mio figlio è morto una settimana fa, in un incidente d’auto e mio marito mi ha lasciata, incolpandomi di essere stata una madre incapace…- riassunse brevemente, in quel momento una nuova ondata di dolore mi travolse, ma questa volta, al suo, si aggiunse una parte del mio. Seppur ricolma di dolore, rimasi allibita dalla sfortuna di quella donna.                                                  So che non è molto carino da dire e me ne vergogno anche un pò, però la prima cosa che mi venne in mente fu: che sfiga!

- Mi dispiace…- non seppi che altro dire ed in quel momento mi resi conto di quando fosse stata patetica la mia uscita. Insomma: avevo detto che magari avrei potuto aiutarla, e tutto quello che sono riuscita a dire è stato uno stupidissimo “mi dispiace”. Di sicuro questo non l’avrebbe aiutata!                                                                                                      In effetti lei mi guardò quasi a dire “allora, cosa ti avevo detto?”                                      Abbassai il capo, tra l’imbarazzato e lo sconfitto, non sapendo più che altro aggiungere. Insomma, non potevo certo dirle che non volevo che si buttasse di sotto perché altrimenti lo avrei fatto anche io! Oltre a suonare totalmente assurdo, mi sembrava anche molto egoistico.

- Ichigo! - scorsi la figura di Shirogane corrermi velocemente incontro e dietro di lui quelle di Akasaka-san e delle mie compagne.

La scena fu alquanto comica perché, mentre Ryo, Keiichiro, Mint e Zakuro erano vestiti in modo quasi accettabile (per carità, mai che Mint avesse qualcosa fuori posto!) , Pudding e Lettuce erano rispettivamente in un buffo pigiama giallo con delle tenere paperelle disegnate sul petto e una camicia da notte molto lunga, quasi da “nonna” (Lettuce non l’avrei mai capita sotto quel punto di vista).

Se non fosse stato per il fatto che stavo per ammazzarmi, ci avrei fatto su una risata.

- Ichigo-san! Stai bene? - Lettuce fu la prima a preoccuparsi per me. Ne fui veramente felice, com’era cara quella ragazza.

- E voi chi siete?! - anche la mia vicina si era accorta della loro presenza, e sentivo che era parecchio spaventata. Entrambe facemmo un altro passo verso il vuoto.

- Fermi, per carità, non avvicinatevi! - ho gridato, e subito li vidi bloccarsi all’istante, Lettuce naturalmente cadde rovinosamente a terra, dopo essere inciampata nei suoi stessi piedi. Per un istante mi parve di stare giocando a “un-due-tre stella!”.

- Si può sapere che diavolo sta succedendo qui?! Perché questa pazza vorrebbe buttarsi di sotto?! - esordì Mint, indicando la sig.ra Takuso, con aria scocciata.

- Mint!!! - gridai.

Vidi Shirogane portarsi una mano al viso e scuotere il capo esasperato.

- Ichigo…chi sono queste persone? Che ci fanno qui? Le hai chiamate tu? - il panico che sentiva lei mi attraversò il corpo come una scossa elettrica e immediatamente entrambe ricominciammo a piangere disperatamente.

- Si-sig.ra, la pre-prego! Non…non pianga!!! - la pregai, tentando di trattenermi a mia volta.

- E tu-tu…allora, per-perché piangi?! - il suo pianto accrebbe e di conseguenza anche il mio.

- NON LO SO!! - gridai, in un singhiozzo di pianto più forte degli altri, che mi smorzò la voce.

Insomma, quella situazione stava completamente degenerando nella “cosa” più ridicola e patetica di questo mondo, a cui avevo mai assistito in vita mia                                        Era tutto così assurdo da sembrarmi surreale!

- Signora…ci può dire perché è qui su? - la voce gentile di Lettuce portò l’attenzione di tutti noi su di lei. La vidi fare un passo verso di lei e trattenei il fiato.

- Io…io non ti conosco nemmeno! - piagnucolò lei in risposta. La mew verde le fece un sorriso dolce e un altro passo in avanti.

- Lo so…ma tante volte è molto più facile confidarsi con uno sconosciuto piuttosto che con una persona a noi cara…- dichiarò sicura ma dolce.                                                          Ok, forse quella forma di “psicologia improvvisata” potrà sembrarvi banale, ma in realtà fu piuttosto efficace perché sentì che la signora si stava lentamente rilassando. Se pur con voce tremante, incominciò il suo triste racconto, che più o meno fu quello che aveva detto a me.

- Capisco come ci si sente a perdere la propria famiglia…- non avrei mai creduto di sentire Shirogane aprirsi con qualcuno, forse non era poi freddo come pensavo…in quel momento mi pentii di ciò che avevo sempre pensato di lui.                                                    Era chiaro quanta fatica gli costasse pronunciare quelle parole, i suoi occhi velati di tristezza parlavano per lui. Aveva lo sguardo affranto, il capo chino e le spalle leggermente curve.

Fu tremendo vederlo così.

L’avevo sempre considerato una persona forte ed indipendente, dall’anima gelida di cui gli occhi di ghiaccio ne erano lo specchio sul mondo
Keiichiro gli posò delicatamente una mano sulla spalla, in segno di conforto ed allora lo vidi riaversi. Era tornato la persona che avevo sempre visto, ma ora sapevo che non era veramente lui. In quel momento avrei voluto provare i suoi di sentimenti, tanto per capire cosa gli passasse per la testa, una volta tanto, ma non ero ancora in grado di controllare i miei “nuovi poteri”.

- Cosa puoi saperne tu…un ragazzo…di 20? 25 anni?! - fece un sorriso amaro quasi raccapricciante, non lo avrei mai scordato.

- Ne so quanto basta - percepì lo stupore della signora, che non si rese nemmeno conto che Ryo le si era avvicinato.

Non seppi mai cosa quei due si dissero in quel momento, avvertii solo il mio cuore riempirsi di compassione, poi di comprensione e infine di ammirazione.Vidi la donna abbracciare stretto Ryo e sussurrargli qualcosa all’orecchio. Lui ricambiò, sebbene un po’ impacciato ed imbarazzato.                                                                                                                                                 
Sentii il mio cuore farsi inspiegabilmente più leggero e liberarsi dell’influenza della sig.ra Takuso. Tirai un sospiro di sollievo e feci un passo in direzione dei miei compagni ma improvvisamente mi sentii afferrare per il braccio e tirare indietro.

- Kisshu?! - aveva un ghigno divertito dipinto sul viso e i suoi occhi d’ambra brillarono pericolosamente nel buio della notte.

- Kisshu che diavolo vuoi adesso?! - Zakuro fece qualche passo verso di noi.

- E questo chi è adesso?! - oh, no! Mi ero scordato della signora che nel frattempo si era portata vicino al resto del gruppo. Aveva l’aria spaventata, e chi non lo sarebbe con davanti un tizio che galleggia a mezz’aria, dalle orecchie a punta e la pelle bianca, quasi grigia?

- Kei…occupati di lei…- Shirogane scambiò un’occhiata con l’amico e poi puntò il suo sguardo sul mio. Akasaka-san fece un segno d’assenso e prese in disparte la signora, scortandola giù per la torre.
La mia attenzione si spostò nuovamente sul biondo americano e mi concentrai su di lui: magari per una volta questi miei nuovi poteri potevano tornarmi utili invece che causarmi solo disastri.

“ Cerca di distrarlo, Ichigo…forza…al resto ci pensiamo noi.” annuii lentamente e lui intuì che avevo afferrato ciò che aveva pensato.

Anche se non ero del tutto sicura di ciò che stavo per fare, mi voltai verso l’alieno, cercando di coprire, con la mia figura, la sua visuale e quindi i miei amici.

- Kisshu, posso sapere perché sei qui? La guerra è finita, i tuoi fratelli sono tornati sul loro pianeta, tutto si è risolto…perché continui ad attaccarci nonostante tutto?! - il suo sorriso si allargò notevolmente e mi guardò con il suo solito sguardo malizioso, quasi mi disgustò.

- Ma come…non l’hai ancora capito…? Sono qui per te bambolina…adesso decidi: o vieni con me o sarò costretto ad ucciderti! - lo guardai con rabbia e se non fosse che al momento era lui quello con il coltello, anzi, il tridente, dalla parte del manico e proprio puntato alla mia gola, gli avrei tirato un bel calcio in quel posto dove non batte mai il sole.

Dalla mia bocca uscì un lieve ringhio.

- Scordatelo Kisshu! - il mio sguardo ostile gli diede piuttosto fastidio, tanto che mi piazzò un bello schiaffo in pieno volto.

- Ichigo!! - mi arrivò la voce preoccupata delle mie amiche che nel frattempo si erano trasformate.                                                                                                                        
Kisshu, intimorito dalla minaccia che costituivano per lui, senza lasciare la presa su di me, mi sollevò e si allontanò lentamente, galleggiando direttamente nel vuoto ed a pochi metri dalla torre.
Li guardai tutti con le lacrime agli occhi, senza sapere che fare. Non avevo la minima intenzione di guardare giù, sapevo bene che se l’avessi fatto me ne sarei amaramente pentita subito dopo.
Shirogane fece un passo avanti, pugni e denti stretti per la rabbia. 
Un singhiozzo mi sfuggì dalle labbra.

- Maledetto, prenditela con me! - Kisshu scoppiò in una risata sguainata e io sentì la presa su di me allentarsi pericolosamente.

- Tu, umano?! Questa è una faccenda tra me e la mia gattina, non ti riguarda biondino!! - ma perché quell’alieno si era fissato proprio con me!?                                                                  Il vento mi sfiorò la pelle facendomi rabbrividire, ma in quel momento era la mia ultima preoccupazione, non era solo per quello che rabbrividivo.

- Se le fai qualcosa di male, giuro che ti uccido Kisshu!! - nemmeno le minacce di Zakuro ebbero effetto su di lui. Sentì la sua viscida mano percorrermi lascivamente la coscia, dall’esterno verso l’interno, fermandosi proprio sulla mia parte più intima.

Serrai gli occhi e strinsi i denti e un gemito di disgusto e paura mi sfuggì dalle labbra.

- No!! - gridai, sentendo che cercava di approfondire il contatto.

- Lascia andare Ichigo onee-chan!! - anche Pudding piangeva, preoccupata per me.

Non riuscii a vedere quello che facevano i miei amici, avevo gli occhi serrati per la paura e avvertivo solo le loro voci.

- Lasciarla andare dici…? - non saprei dire il perché, ma la sua voce stranamente insinuante mi fece preoccupare ancora di più - Ichigo…tu vuoi che ti lasci andare? - si rivolse a me, ed in quel momento aprii gli occhi, guardandolo come non avevo mai fatto. Il suo sguardo da pazzo mi paralizzò, non sapevo cosa rispondere, ma preferivo morire piuttosto che concedermi a lui.

- Muori bastardo!! - i miei occhi ostili e carichi di odio e determinazione puntati nei suoi ed un sibilo talmente disgustato che sorprese persino me, uscito dalla bocca con voce sicura, gli fecero perdere del tutto la ragione.

Sorrise come un pazzo ed in quel momento, come avevo precedentemente intuito, lasciò la presa su di me che cominciai la mia inevitabile discesa verso il suolo.

<> pensai, mentre le ultime lacrime rotolavano giù per le guance e di disperdevano nel vuoto accompagnate dal mio lungo grido.                                  
Non mi venne neppure in mente di trasformarmi, sapevo che sarebbe stato inutile e questa volta, neppure il cavaliere blu avrebbe potuto salvarmi: Aoyama-kun mi aveva lasciata e si era trasferito diversi mesi prima in Inghilterra.

Ormai era finita.

Inaspettatamente mi sentì afferrare per la vita e subito dopo con un forte strattone la mia discesa si arrestò bruscamente.                                                                                                   
Aprì gli occhi e mi specchiai un paio di occhi acquamarina proccupatissimi.

- Stai bene Ichigo?! - mi domandò allarmato il proprietario di quelle pozze di zaffiro; annuii lentamente, ancora incredula di essere viva.                                                          
Eravamo appesi come due salami e penzolavamo nel vuoto attaccati ad una corda, che ci sosteneva attraverso un rampino ben agganciato ad una delle travi della torre. La fune era attaccata ad una cintura che lui teneva legata in vita e nel frattempo con una mano mi sorreggeva e con l’altra si teneva aggrappato ad una trave di metallo della torre.

Dopo avermi visto precipitare, doveva essersi lanciato nel vuoto assicurato con quella fune.

- Da dove l’hai tirata fuori? - domandai scioccamente ed infatti lui mi guardò esasperato.

- Ti sembra il momento?! - sbuffò sonoramente ed io mi imbronciai - …comunque: ti devo ricordare il motivo per cui siamo su questa torre? L’avevo portata per ogni evenienza! - capii e lasciai cadere lì il discorso.

- Forza ora…vai! - mi incitò lui.

Lo guardai senza capire: mi ero del tutto dimenticata della situazione in cui ci trovavamo. Beh…devo ammettere che effettivamente non era male stare tra le sue braccia ed averlo così vicino…si stava così bene…ah…ehi! Ma che dico!! Sono impazzita?!

- Ichigo, non sei tanto leggera, ti dispiacerebbe risalire?! - =.=’’ cosa avevo appena finito di dire?!

Sbuffai e badando bene ad essere il “più delicata possibile“, risalii lungo la trave, aggrappandomi al suo corpo. Volò qualche “accidentale” gomitata.                                  
Quando fui su, aiutai lui a risalire, ma essendo io più piccola e leggera, persi l’equilibrio ed entrambi cademmo all’indietro. Mi ritrovai Shirogane praticamente steso sopra con il viso vicinissimo al mio. Potevo sentire il suo caldo respiro infrangersi sulle mie labbra. Avvertì il sangue affluire velocemente alle guance e tingermele alla medesima velocità di un roseo colorito.
Il biondo mi guardò con uno sguardo strano e sentì che stava persino sfiorando delicatamente in una carezza, il dorso della mia mano con la sua, inumidendosi inconsciamente le labbra.

Piano, lento…

Era così piacevole…

così…bello…

Così…invitante…

Così…sensuale…eccitante

Le sue labbra dovevano essere così morbide e piacevoli da baciare.

Mi morsi il labbro inferiore imbarazzata ed anche in procinto di trasformarmi in un tenero gattino dal manto nero e peloso - cosa che avrei voluto assolutamente evitare, data la situazione…- , lo scostai bruscamente da me, allontanandolo, premendo le mani sul suo petto e cacciandolo all’indietro.

- E spostati! - lo rimproverai brusca. Mi alzai e comincia ad allontanarmi da lui, dandogli le spalle.

- Tsk! Bel ringraziamento per averti salvata! - il suo tono brusco e anche infastidito mi ferirono, ma effettivamente aveva ragione...

Feci dietro-front e mi avvicinai a lui che mi guardò incuriosito.                                            
Gli sorrisi dolcemente ed il suo sguardo si fece ancora più sospettoso.                            
Quando gli fui abbastanza vicino mi sollevai sulle punte e appoggiando le mani sulle sue spalle per mantenere l’equilibrio, gli schioccai un tenero bacio a fior di labbra.                        
Mi staccai lentamente da lui che si era leggermente irrigidito ed aveva ancora gli occhi spalancati per la sorpresa, fermandomi a pochi millimetri dalle sue labbra gli soffiai un dolcissimo “arigatou”.

Rimase lì fisso come un palo mentre io mi allontanavo nuovamente.

- Che aspetti?! Dobbiamo andare ad aiutare le altre!! - affermai, fermandomi e voltandomi nuovamente verso di lui che aveva riassunto la sua aria indifferente.

Sebbene per poco, ero stranamente contenta di essere riuscita a spiazzare Ryo Shirogane almeno una volta in vita mia…

Eccovi il secondo chap. soddisfatti...ne?! 
Sono stava brava ed ho aggiornato presto, vero?
Ma sì...almeno questo concedetemelo!
Bene, ora, senza ulteriori indugi, passiamo ai miei ringraziamenti:

Hypnotic Poison:  Certo che proseguirò le altre, my dear...
Volevo chiederti una cosa: ho provato a guardare sul mio msn, ma non mi risulta nessun nuovo contatto da quando ho avuto il pc e non ti ho mai visto in linea...non è che hai sbagliato a scriverlo quando lo hai registrato?

seasons_girl,: grazie, questa tua grande fiducia in me mi lascia senza parole...sono commossa! Spero di essere all'altezza delle tue aspettative!

sakurabethovina: certo che il nostro Ryan si è preoccupato! Lui si preoccupa sempre per la rossina!

giada: come ho già detto: certo che aggiornerò! Ti ringrazio molto per i tuoi complimenti, mi fanno arrossire...!!!

Geo88: carissima! Ben ritrovata! Come sempre sono lusingata dai tuoi complimenti e ti ringrazio!

ryanforever: Beh....non so se hai letto le altre mie ff, comunque per me il biondino sarà sempre al primo posto ( sbav...sbav...°ç°) quindi la coppia non può essere che quella!

Rosy: oh...il mio club preferito è tornato! mi mancavate ragazze!! (sigh...sigh...!) Grazie a voi di commentare e seguirmi sempre! e grazie anche per la pazienza!

 anil13: Per quello che ha combinato nell'anime (preferire quell'ameba di Aoyama a Ryo! Mah! ), Ichigo meriterebbe di finire al rogo...comunque tranquilla, per ora mi accontenterò di farti schiattare di paura!

Aryuka: Wow! Quanto entusiasmo! Grazie mille, ne sono veramente felice!

alisea89: credo di averti accontentata, spero solo di non aver deluso le tue aspettative su questo chap. A proposito, ho visto che hai aggiornato una della tue storie! brava! L'ho letta subito!

gattina89: Thank you! Veramente onorata! spero che continuerai a seguirmi e commentare!!! ^_^


Bene, credo di aver concluso. Un bacione a tutti e alla prossima!!!! Izayoi007

 

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Capitolo 3
*** Cap.3 ***


CAP

 CAP.3 “CONFUSION”

 

 

 

Eravamo tutti riuniti al caffè ed ormai si erano fatte le cinque e trenta del mattino. Kisshu era stato cacciato via ancora una volta, prima ancora che io e Shirogane-kun potessimo raggiungere le ragazze, ed avevamo deciso di tornare tutti quanti laggiù per raccogliere le idee e rifocillarci un po’. 
Keiichiro ci servì numerose tazze di cioccolata e caffè, accompagnate dai vari dolci avanzati dal giorno prima.

- Dobbiamo trovare una soluzione, non si può andare avanti così…- mi voltai verso Minto che aveva appena proferito quelle parole, rompendo un silenzio che durava ormai da diversi minuti.

- In che senso? - domandai; effettivamente c’erano diverse cose da rimettere a posto, a partire dal ritorno di Kisshu per poi passare ai miei nuovi poteri che mi stavano causando non pochi problemi…
Fu Keiichiro il primo a muovere il problema principale.

- Innanzitutto direi che è di primaria importanza sistemare il tuo problema Ichigo-san…-

- Già, onestamente non ho alcuna intenzione di alzarmi tutte le notti per correrti dietro ed evitare che tu ti butti giù per gli edifici di Tokyo o salvarti da una qualsiasi altra situazione! Ho una vita io, e non la passerò dietro ad una borghese qualunque!!-

- Grazie Minto…anche io ti voglio bene…- borbottai offesa, tirandole un’occhiataccia.
Con mio grande stupore però, anche Lettuce si trovò d’accordo con l’affermazione della mew blu.                                                                                                                                     

- Se devo essere completamente onesta, per me Minto ha ragione…non mi fraintendere Ichigo…noi ti vogliamo bene e soprattutto non vorremmo mai che ti accadesse nulla di spiacevole però…non possiamo starti dietro per l’eternità…- sospirai ed annuì grevemente all’affermazione di Lettuce. Capivo perfettamente cosa intendesse ma a dirla tutta non è che io ci potessi fare molto.

- La soluzione migliore sarebbe che tu imparassi a controllare e gestire questi nuovi poteri…- intervenne Ryo -…almeno fino a che non riusciremo a capire se e come si possano eliminare del tutto. - concluse, incrociando gambe e braccia al petto riflessivo. Anche Keiichiro la pensava come il suo “protetto”, infatti disse:                                                 

- Io concordo con Ryo…faremo in modo di trovare un metodo per il quale Ichigo possa controllare e, perché no, anche sfruttare a suo favore, queste nuove capacità. –

- Credete davvero che si possano eliminare dal suo corpo? - mi voltai a squadrare Zakuro che intervenne per la prima volta nel discorso.

- Non saprei…ancora non so con cosa abbiamo a che fare, ma temo sia impossibile…- alla risposta di Ryo, scattai in piedi battendo le mani sul tavolo e facendo scivolare giù dalle mie spalle il panno che Keiichiro mi aveva offerto per riscaldarmi, dato che ero vestita solo del pigiama.

- COSA?! - sbottai indignata, guardando il biondo americano, che invece rimase impassibile come al solito.
Cercò di tranquillizzarmi Kei, poggiandomi una mano sulla spalla ed invitandomi a rimettermi seduta con un gesto cortese dell’altra.

- Stai calma Ichigo…faremo tutto il possibile per aiutarti, ma non è detto che saremo in grado di farlo…è ancora tutto da vedere! -

- Io non capisco di cosa ti lamenti…- la mia attenzione si veicolò su Pudding che ricambiò il mio sguardo con uno tranquillo, quasi eccitato - …in fondo sei fortunata, puoi avvertire cose ed emozioni altrui con una facilità estrema e sei dotata anche di poteri psichici (anche se questi non sono ancora venuti fuori)! Insomma, possiedi capacità che gli uomini ricercano da anni e che tentano in tutti i modi di acquisire e tu non le vuoi…- espose ingenuamente. La guardai allibita.

- Pudding, stavo per buttarmi giù dalla Torre di Tokyo giusto stanotte! Io non ci vedo tutto questo grande vantaggio!! - lei fece una smorfia ed un gesto vago con la mano mentre Minto, Zakuro e Keiichiro ridacchiavano della sua semplicità, Lettuce aveva un’enorme gocciolone sulla testa e Ryo si teneva una mano premuta sul viso scotendo ritmicamente il capo.

- Pfh! Dettagli…- mi rispose noncurante, facendomi quasi toccare con la mascella, il pavimento del roseo caffè.

- Comunque…non credo che risolveremo il problema stanotte…perciò io, se non vi dispiace, andrei…sono stanca e domani devo lavorare…- si intromise la mew viola e si alzò dirigendosi verso l’uscita.

- Sì, d’accordo, andate tutti quanti…ci vediamo lunedì! - Ryo si alzò e fece un cenno di saluti a tutti e mano a mano tutte le ragazze e Keiichiro se ne andarono. Rimasi solo io.

- Bene…a lunedì allora…- borbottai stancamente, voltandomi per raggiungere gli altri.

- Dove pensi di andare tu? - mi bloccai di colpo, andandolo a guardare con aria incuriosita. Lui mi si avvicinò spazientito

- Come sarebbe a dire? A casa…no? -.

- Non se ne parla! Finché non sarai in grado di controllarti, rimarrai qui! Devo tenerti d’occhio! C’è una stanza in più di sopra, quella che prima apparteneva a Keiichiro, ti sistemerai lì. - mi spiegò celermente.

- Ma…ma - non sapevo che dire, ero troppo shockata.

- “Ma” nulla! Non vivi da sola ormai…? Allora non c’è nessun problema, non dovrai dare spiegazioni di nessun genere a nessuno. - effettivamente ero andata a vivere da solo ormai da qualche mese…però…
Non mi diede il tempo di ribattere nulla che si era già avviato su per le scale. Ormai rassegnata ed imbarazzata all’inverosimile, dovetti seguirlo al piano superiore, preparandomi psicologicamente a quel periodo di “convivenza forzata”. Non ne fui però più dispiaciuta di quanto pensassi, anzi…                                                                           
Questo mi imbarazzò e mentre salivo le scale in sua compagnia, il sangue mi affluì velocemente le guance.

- Ecco, questa è la tua stanza. - mi disse, una volta arrivati davanti alla camera ed aver spalancato la porta.                          
La stanza di Keiichiro era leggermente più grande di quella di Ryo ed il letto era matrimoniale, dall’aria molto comoda per altro. Nell’angolo c’era una grande cassettiera in stile occidentale antico e appena al fianco della grande finestra, una piccola scrivania ed un computer. Era dotata persino di un bagno personale!                                                         
Mi voltai per ringraziare Shirogane per l’ospitalità, ma quando lo feci, lui era sparito.

- Shirogane-kun…? - lo chiamai flebilmente; lui comparve sulla sogli della porta con in mano vari asciugamani e diversi tubetti di shampoo e bagnoschiumi vari.

- Non so quale preferisci…perciò, tieni! - me li passò in mano e si avviò nuovamente per il corridoio.

- Buona notte…se hai bisogno di qualcosa, sono nella stanza qui a fianco…- mormorò, prima di sparire all’interno della sua camera, senza aggiungere più nulla.

 

 

 

Al mio risveglio, il mattino dopo, c’era un silenzio quasi surreale, mi sembrò strano che il caffè fosse così silenzioso, però era domenica ed il locale era chiuso. 
Feci una doccia veloce e mi vestì con degli abiti di Kei che si era evidentemente dimenticato lì quando aveva traslocato: un paio di pantaloncini corti (eravamo in piena estate!) blu elasticizzati che seppur un po’ larghi e lunghi, erano piuttosto comodi, quindi me li avvolsi in vita un paio di volte, ed una maglietta chiara molto grande (tanto che mi arrivava alle ginocchia!!).
Mi ripromisi di andare a casa mia a prendere alcune delle mie cose quella mattina stessa. Scesi per vedere dove fosse finito Ryo, dato tutto quel silenzio, e lo trovai in cucina, già vestito e profumato, intento a fare colazione. Era seduto su di uno sgabello molto alto e in una mano reggeva un quotidiano locale e nell’altra una tazza di caffè nero.

- Ehm…buon giorno! - mi schiarii la voce e riuscì a catturare le sua attenzione. Si voltò verso di me e mi sorrise lievemente. Quant’era bello!

- Buon giorno - soffiò con una voce calda e suadente, squadrandomi con aria interessata. Arrossì di botto nel percepire un suo pensiero.

“ mhmm… davvero niente male!! ”

- Shirogane-kun!!! - lo guardai contrariata, incrociando le braccia al petto.

- Che c’è?! - mi domando sinceramente stupito.

- Ti ho sentito sai?! - lo vidi arrossire di botto e mi lasciai sfuggire una lieve risata: era la seconda volta, da quando lo conoscevo, che lo vedevo arrossire.

- Ehm…vuoi fare colazione? - annuì ancora ridacchiando al suo tentativo di sviare il discorso e lui mi porse davanti una tazza di caffè nero fumante e una fetta di torta al cioccolato.

- Ah…dimenticavo! Ho preso in prestito questi vestiti di Akasaka-san…non avevo altro…quindi questa mattina stessa andrò a prendere alcune delle mie cose…- gli comunicai mentre lui riprendeva a sorseggiare il suo caffè.

- Sì…non c’è problema…- mi rispose, risiedendosi al suo posto. Anche io mi accomodai e presi a spiluccare la torta che lui mi aveva gentilmente offerto.

- A questo proposito vorrei chiederti un favore…- cercai di mantenere un tono di voce dolce e gentile e lui puntò il suo sguardo sul mio, dubbioso, aspettando che io avanzassi la mia richiesta.

- Mi presteresti la macchina? - lui inarcò un sopracciglio.

- La spider?! Non se ne parla!! - rispose irremovibile. Io assunsi un’aria supplichevole.

- Ti prego! La mia nuova casa è troppo lontana da qui ed inoltre a ritorno ho anche i bagagli!! - lo vidi sospirare e guardami spazientito.

- D’accordo…ma ti accompagno io!! - mi rispose perentorio.

- Grazie, ma guido io!! - non mi lascerei mai sfuggire l’occasione di guidare una macchina simile!! 
Prima che potesse ribattere in alcun modo, gli rubai le chiavi che teneva in mano e che aveva appena tirato fuori dalla tasca e corsi giù per le scale, diretta al garage sotterraneo. Quando arrivò lui, mi trovò già seduta al posto di guida con il motore avviato. Con calma, anche se si vedeva che non era esattamente entusiasta della situazione, si sedette sul sedile del passeggero e aprì la porta del garage con l’apposito telecomando.                  
Feci rombare il motore e non appena l’anta fu completamente aperta, partì con una leggera sgommata.

- Ma sei impazzita?! - sorrisi alla sua uscita.

- No, sto solo sfruttando questa macchina!! - risposi accelerando ulteriormente. Il biondo mi guardò storto.

- Fai un po’ tu…ma se succede qualcosa sarai tu a pagare i danni!! - sbuffai contrariata e lui sorrise di sbieco.

Arrivammo piuttosto in fretta a casa mia e comincia a preparare con calma tutti i miei bagagli. Ryo aveva deciso di aspettarmi di sotto.                                                
Improvvisamente, mentre infilavo una maglietta all’intero della valigia, una nuova sensazione stimolò il mio animo tranquillo.                                                                           
“Oh no, ancora!!” pensai contrariata, quando uno strano sentimento mi pervase l’animo. Mi accasciai a terra stringendomi il ventre mentre un dolore allucinante mi invase le pancia ed il basso ventre. Mi sentivo affaticata e il dolore andava via via aumentando. Tentai di regolarizzare il respiro ma una nuova fitta mi colse.  
Lanciai un grido e cercai di raggiungere la finestra strisciando, per chiamare Ryo ma quando vi giunsi qualcosa catturò la mia attenzione: una donna coricata a terra, con le mani sul ventre rigonfio, con affianco il marito, era evidentemente incinta ma le si erano rotte le acque, stava partorendo!!
- Ma bene…mi mancava solamente questa!! - sentii in lontananza il suono dell’ambulanza che correva nella nostra direzione. 
Sovrastò la mia voce quando tentai di chiamare Shirogane che stava appostato lì fuori ad attendermi.                                                                                                                          
Lanciai, in simbiosi con la donna, un nuovo grido di dolore e solo allora il biondo alzò la testa nella mia direzione.                                                                                                    
Senza attendere nulla, si precipitò all’interno della casa e poco dopo me lo ritrovai al fianco.

- La…la donna in strada…AHAHAH!!! - cercai di spiegargli la situazione in risposta al suo sguardo interrogativo ma fui interrotta da una nuova fitta che mi costrinse a urlare con quanto più fiato avessi in gola. Finalmente lui parve capire la situazione e si inginocchiò prendendomi in braccio.

- Dove diavolo mi stai portando?!?! - riuscì a biascicare tra le grida di dolore.

Non mi rispose: con un calcio aprì la porta della mia camera e mi adagiò delicatamente sul letto.                                                                                                                                           
Lo vidi correre in bagno e tornare poco dopo con un panno umido tra le mani. Me lo adagiò sulla fronte: stavo sudando un sacco e non me n’ero neppure accorta, il mio respiro era affannato ed avevo tutti i muscoli tesi fino allo spasmo.

- Kami-sama che male!!! - gridai al limite della sopportazione. Lui mi prese una mano fra le sue e me la strinse più forte che poté. Io mi lanciai letteralmente fra le sue braccia e mi strinsi a lui talmente forte che avevo quasi paura di fargli male ma lui non fece una piega, se non per stringermi a sua volta, tentando di portarmi conforto. Strinsi i denti e premetti il viso nell’incavo del suo collo nel tentativo di soffocare i singhiozzi e le grida.

- Stai tranquilla…adesso contatto Keiichiro e ti faccio portare qualcosa per calmare il dolore. -

- Ti pre-go digli di far presto!! Il dolore è insopportabile!! - biascicai con il viso ancora nascosto nella sua giacca.

Lo vidi afferrare il cellulare e portarselo all’orecchio. Attese qualche istante e finalmente parlo.

- Keiichiro presto vieni! Sono a casa di Ichigo…ha le doglie!!! -

- Lo so anche io che Ichigo non è incinta…ti spiego tutto quando arrivi, porta con te degli anti-dolorifici o qualcosa di simile!! - un mio grido irruppe nuovamente nella stanza - SBRIGATI!!! - anche se non ero molto vicina alla cornetta del telefono ero sicura che mi avesse sentito perfettamente.

- Dannazione!! - mugugnai, tentando di reprimere un grido di dolore particolarmente forte. Mi strinsi ancora di più a Ryo e lui prese a cullarmi come se fossi una bambina piccola, nel tentativo di tranquillizzarmi.                                                                                 Poco dopo giunse Akasaka-san e mi somministrò una dose di quello che a me parve sonnifero, poiché mi addormentai quasi subito.                                                                

Quando mi risvegliai, il dolore era sparito, mi sentivo solamente ancora un po’ indolenzita. Su di me vidi i visi preoccupati di Ryo e Keiichiro.

- Grazie ragazzi…ora sto molto meglio…- sussurrai debolmente. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo ed io mi tirai su a sedere.

- Sei sicura di sentirti davvero meglio? -

- Sì…-

- Perfetto, allora torniamo subito al caffè…dobbiamo risolvere al più presto questa situazione…- Keiichiro annuì alla proposta del biondo ed io tentai di alzarmi dal letto ma non appena lo feci, barcollai pericolosamente. Mi sentì afferrare e sollevare da terra e mi ritrovai nuovamente tra le braccia di Ryo. Inutile dire che diventai color pomodoro.

- Che-che fai?! - borbottai imbarazzata. Lui mi guardò in modo significativo.

- Ti porto alla macchina, no?! Non ti reggi neppure in piedi!! - rassegnandomi all’evidenza, mi strinsi impacciatamene a lui.                                                    
Improvvisamente mi tornò alla mente il modo in cui mi ero aggrappata a lui poco prima e tutto il calore il conforto che mi aveva dato. Com’era stato dolce…

- Mi dispiace…- sussurrai con il viso basso e congestionato. Lui cominciò a camminare.

- E per cosa? - domandò dubbioso.

- Per arrecarti tanto disturbo…mi sento solo un peso inutile!! - ormai eravamo arrivati alla macchina e lui mi adagiò sul sedile anteriore.

- Non ci pensare nemmeno! Non è colpa tua…semmai è mia per aver coinvolto te e le altre in un impresa così ardua, non calcolando perfettamente tutti i dovuti rischi! - il suo tono era dispiaciuto e colpevole e questo mi ferì.

- Non dire sciocchezze! Io sono molto contenta di essere una mew mew! Ho conosciuto tutti voi e ho vissuto esperienze indimenticabili! - gli dissi sorridendo felice. Lui non rispose, si limitò a sorridere lievemente e lì cadde il discorso.

 

 

 

 

Passarono diversi giorni da allora ed io in tutto questo tempo non feci altro che esercitarmi per controllare i miei poteri. Ogni mio tentativo però risultò vano oppure mi capitava molto di rado di riuscirci. Nel frattempo mi succedevano un’infinità di altri guai e situazioni al limite della follia. Una volta mi capitò di piangere tutto il pomeriggio perché una ragazzina al caffè era stata lasciata dal suo ragazzo e si stava sfogando con le sue amiche in uno dei tavoli del locale, un’altra mi prese un attacco d’isterismo perché la moglie del tizio che abitava al limitare del parco aveva scoperto il tradimento del marito e gli stava gridando dietro di ogni (quella volta fu davvero buffa perché ci ritrovammo tutti in cucina e mentre io piangendo e gridando cose insensate per me, lanciavo i piatti ovunque, gli altri tentavano di fermarmi proteggendosi con pentole e padelle dai miei “ lanci del disco”. L’unica a divertirsi in quella situazione era stata Pudding che usava le stoviglie che le lanciavo come strumenti per nuovi giochi cistercensi, con il risultato di creare ancora più confusione!!). Un’altra ancora mi ritrovai a cantare in mezzo al parco, a fianco di un tizio con l’armonica che faceva l’elemosina.                                    
Insomma…me ne capitarono tante ed anche altre che ora non sto qui a citare, più che altro per l’imbarazzo!! In tutte queste situazioni assurde, Ryo mi fu sempre vicino, non mi abbandonò mai (nemmeno quando un piatto gli arrivò in testa e girò con un grosso bernoccolo per diversi giorni…) ed allora comincia a rendermi conto di quanto lui stesse diventando importante per me e di quanto fosse una magnifica persona. Certo, litigavamo ancora spesso ma la nostra intesa si era rafforzata e mi faceva sentire davvero più felice di quanto non lo fossi mai stata. Ancora non capivo cosa si agitasse nel mio animo, però sapevo di starmi legando tantissimo al biondo americano e mi pareva che per lui fosse più o meno la stessa cosa. Ma magari era solamente una mia stupida impressione…

Comunque, qualcosa di positivo c’era in tutto quello che mi era capitato: avevo imparato a gestire i miei nuovi poteri almeno in battaglia. Quand’ero trasformata infatti, riuscivo a sfruttarli a mio piacimento, anche se qualche volta mi si ritorcevano contro; rimandavo indietro i colpi dei vari chimeri, muovevo oggetti e attaccavo psichicamente i chimeri solo con la forza del pensiero. Keiichiro mi spiegò che la mia capacità di sfruttare tutto questo a mio piacimento solo nel momento in cui ero trasformata, era probabilmente dovuto ai geni del gatto Iriomoto che quando ero appunto, nella mia seconda forma, si presentavano più forti e prevalevano suoi miei. Ma questo non mi bastava, avrei dovuto imparare a dominarmi anche quando ero me stessa, non potevo andare avanti in quel modo, non era certo vita quella!!

Proseguii gli allenamenti ed un giorno finalmente riuscì a percepire un pensiero di mia spontanea volontà ma questo ricapitò raramente. Anche quando ci riuscivo però, spesso quello che facevo mi si ritorceva contro. Ad esempio, se una persona con cui ero in collegamento era nervosa, allora oltre a diventarlo pure io, l’effetto su di me era raddoppiato sia in durata che in intensità.
Nel frattempo, comunque, gli attacchi di Kisshu si intensificarono ma ogni volta riuscivamo a respingerli con sempre maggiore facilità, grazie anche ai miei nuovi poteri. Il problema era quando io rimandavo indietro un colpo al chimero, questi si feriva, ma allo stesso tempo mi ferivo anche io. Mentre normalmente avvertivo solo il dolore di chi era collegato con me, quand’ero trasformata le stesse ferite che procuravo al chimero si aprivano sul mio corpo. Stando alle supposizioni dei due americani questo era dovuto ancora all influenza che i geni che il gatto selvatico avevano su di me. Fino ad allora mi era andata bene e me l’ero cavata solo con qualche graffietto, però ero comunque preoccupata: non mi sarebbe andata sempre così bene!                                                                 Infatti, una sera, durante un attacco, il colpo che avevo inferto al chimero ebbe effetti indesiderati su me stessa, aprendomi un grosso taglio sulla gamba. Le mie amiche, dopo aver definitivamente sconfitto il chimero, mi portarono immediatamente al caffè, dove Keiichiro si prese cura di me.

- Per fortuna non è nulla di grave…però non credo che potrai muoverti per diversi giorni…- sospirai contrariata. Ryo sbuffò, sembrava quasi seccato.

- Non c’è problema…mi occuperò io di lei…- mi innervosì per questo.

- Non ho bisogno del tuo aiuto, me la caverò da sola!! - esclamai piccata.

- Ah sì? E come pensi di fare…? Sentiamo! - avvicinò il viso al mio con un sorriso sarcastico dipinto in volto. Arrossì sia per la sua vicinanza che per il fatto che non sapevo che rispondere.

- Beh…in qualche modo farò…- borbottai imbarazzata e punta sul vivo. Mhm…com’era irriverente ed irritante!!! Lui mi rispose allusivo.

- Sì…certo! Poi vedremo quando mi chiamerai implorante…- a quel punto non ce la feci più e mi alzai di scatto ma ricaddi subito dopo a terra. La ferita si riaprì e prese a farmi molto male. Lanciai un piccolo gridolino di dolore.

- Ichigo!! - le mie amiche mi si avvicinarono di corsa e persino Ryo che si chinò al mio fianco. Stava quasi per prendermi in braccio ma io lo sbloccai con un gesto del braccio.

- Lasciami in pace! Non ho bisogno del tuo aiuto!! - ero ancora piuttosto arrabbiata con lui.

- Smettila di fare la mocciosa! Io stavo solamente scherzando prima!! - sbottò irritato il biondo, afferrandomi quasi con la forza. Arrossì, ma questa volta per la vergogna di non aver capito il suo gioco.

- Ragazze, tornate a casa…ci vediamo domani mattina…sarete stanche…- tutte annuirono ed dopo aver raccolto le loro cose, se ne andarono. Anche Kei se ne andò con loro, lasciandoci soli.
Ryo si decise a riportarmi in camera.

- Perdonami…- gli soffiai ad un orecchio, mentre stavamo salendo le scale. Lui si bloccò improvvisamente e andò a fissarmi. Nel buio della sera i suoi occhi brillavano incredibilmente: erano seri e velati di qualcosa che non riuscì a decifrare.
Non ebbi il tempo di dire nulla che mi ritrovai le sue labbra dolcemente premute contro le mie. In quel momento la mia ragione si offuscò completamente ed io risposi al bacio, intensificandolo pure. Preso dal momento, Ryo mi adagiò sulla corrimano della scala, percorrendo febbrilmente il mio corpo con le mani continuando a baciarmi senza fermarsi neppure a riprendere fiato. Ero in estasi ed il suo tocco così caldo e passionale mi mandava in visibilio. Solo quando il contatto con la superficie fredda del legno, con una parte scoperta della mia gamba, mi fece sussultare, allora lui si bloccò, guardandomi dritto negli occhi.

- Scusami…- esalò abbassando lo sguardo -…non so cosa mi sia preso…non avrei dovuto farlo.- io non seppi cosa rispondere, non mi aspettavo una frase simile e devo ammettere che ne rimasi alquanto delusa, anche se non ne capivo il reale motivo. Pensai che fosse dovuto al fatto che non mi aspettavo quel bacio ma in seguito capii che non era così. Comunque non mi diede il tempo di ribattere nulla perché non appena feci per aprire bocca, lui mi risollevò tra le braccia e ripartì in direzione della mia camera senza più proferir parola. Con gentilezza mi posò sul materasso e poi con un rapido saluto sparì dietro la porta richiudendosela alle spalle.                                                                 
Rimasi sola a riflette su quanto appena successo ma per quanto mi sforzassi, non arrivai a nessuna conclusione quella sera.                                                                                   
Insomma, non capivo perché mi avesse baciata; non si poteva certo dire che lui fosse innamorato di me: litigavamo in continuazione e lui era sempre così irritante! Anche se..beh…ogni tanto sapeva essere molto dolce…naaaaaaah!! Ma che vado a pensare!!! 
Decisi di mettermi a letto: dicono che la notte porti consiglio…beh, speriamo!












Cap. corto....beh...spero che sia apprezzato comunque. Se devo essere onesta non mi convince molto, però ultimamente nessuno dei capitoli nuovi  in tutte le mie storie mi storie. Va beh...lascio giudicare a voi...passiamo ai ringraziamenti!
Dunque:

Ryanorever: Molto lieta! (inchino) Sono davvero felice che le mie storie ti piacciano tanto! Continua a seguirmi con entusiasmo...eh!?

anil13:  Che carina la scenetta! Ho riso un sacco...bene ora sappiamo come mai Ichigo è così deficiente! Comunque, sono contenta che tu abbia commentato di nuovo e che continui a seguirmi! ^_^
 
Aryuka:  Non ti preoccupare! Non mi stancherò mai di sentirtelo dire, quindi puoi farlo tutte le volte che ti pare, anche se non sono del tutto convinta di essere così brava! T_T

Rosy: Toh! Guarda chi si rivede! Il mio carissimo funclub!Care...mi siete mancate, devo ammetterlo! Comunque, come sempre siete troppo buone! Ah...va beh, comunque i complimenti li accetto volentieri! Spero che la sorella di Rosy rinsavisca al più presto! Non vorrei mai che mi accusassero di averla fatta impazzire improvvisamente! O_o'

Geo88: Grazie mille! Sempre presente! Cara, come sei fedele! Sì! Sì! Sei una delle mie lettrici più affezionate e fedeli!

Amygoku: oh...sono arrossita all'inverosimi! Sono felice che ti piaccia! Continua a seguirmi, mi raccomando!

Hypnotic Poison: Hi, Dear! Come stai?! Ah...è un pò che non ci sentiamo! Come vedi i miei personaggi si stanno dando una vera e propria scantata (almeno qui!) Beh...il prossimo chap. sarà particolamente piccante...quindi...beh....non svenire!!

Seasons_girl: Cara, non preoccuparti, sei sempre in tempo!! Soprattutto per farmi dei complimenti!! ;P  Capisco bene (purtroppo...T_T ) i problemi con il pc...ah...va beh...lasciamo perdere! Grazie per i complimenti, sempre esagerati! ( me arrossisce furiosamente) La scena del bacio ha riscosso particolarmente successo, ma credo che il prossimo chap, sarà ben più apprezzato! ihihihih....aspetta e vedrai!

Bene, ho ricontrollato, ma credo di aver citato tutti! Se mi sono dimenticata qualcuno, basta farlo sapere, comunque mi scuso in anticipo nel caso in cui fosse davvero successo! Nel frattempo, vi saluto, alla prossima....bacioni Izayoi007


 

 

 

 

 


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