Same destiny.

di zayns condom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Plumcake. ***
Capitolo 2: *** You don't know you're beautiful ***
Capitolo 3: *** Revenge. ***



Capitolo 1
*** Plumcake. ***


Chapter one- Plumcake







Non riesco a dormire, mi giro e rigiro nel letto, continuo a ripensare a tutto quello successo oggi, potessi, cancellerei tutto l’ultimo mese, o meglio cancellerei me stessa dalla faccia della Terra.
Tanto per fare un favore a tutti.
A scuola sono solo ‘la troia, che ha tentato il suicidio’.
 



 

‘’Era lunedì, di nuovo. 
Ma quello era un giorno diverso.
Mentre camminavo per il corridoio la gente mi guardava e sussurrava.
 
I miei passi erano decisamente veloci, tanto da non sentirmi più i piedi nelle mie vans, che toccavano il pavimento. Avrei preferito che questo sprofondasse e mi portasse con sé, dove nessuno

 
 
 
<< Smettetela di fissarla! >> urlò Cam, guardandomi. 
Alzai gli occhi inumiditi dalle lacrime ,che tentavo di non far scendere, e accennai un sorriso, poi lui si avvicinò e mi prese per una mano, per poi trascinarmi nel ‘corridoio nero’. 
Il ‘corridoio nero’ era un corridoio vicino ai vecchi bagni delle ragazze, tutte le finestre erano chiuse ed era poca la luce che riusciva ad entrare, inoltre, pochi conoscevano quel posto.
Durante il breve tragitto continuai a guardarlo in volto. La sua espressione seria non preannunciava niente di buono. Anzi. Lo conoscevo bene, Cam. Era un ragazzo allegro ed erano poche le volte in cui assumeva quell’atteggiamento.
 
Adoravo i suoi occhi verdi, d’estate diventavano gialli.
<< Adesso mi spieghi perché l’hai fatto >> disse arrivati alla fine del corridoio.
Scoppiai a piangere.
 

<< No no no no no non piangere >> disse asciugandomi le lacrime e cercando di farmi smettere.
Cam mi passò i fazzoletti e poi continuò a parlarmi.
<< non puoi capire quello che ho provato quando mi hanno detto che tu eri all’ospedale, che hai tentato il suicidio. >>
<< Mi capiresti se il tuo ragazzo ti usasse per scopare e poi ti lasciasse senza una spiegazione, tramite uno stupido messaggio, dicendo a tutta la scuola che sono una troietta. Giusto. Dimenticavo la mia migliore amica che va con il mio ex fidanzato, lo stesso che mi ha fatta umiliare davanti a tutti. Mia madre pensa che io sia una fallita. Lei non vuole una figlia come me. >>risposi con la gola che pungeva e il tono di voce rassegnato.
Lui mi abbracciò forte forte. E rimase accanto a me anche dopo il suono della campanella.
<< Come se non bastasse ho rovinato anche la reputazione di mio fratello. Chi vuole una sorella suicida? >>
<< Cosa te lo fa pensare? Lui ti vuole bene >>
<< Me l’ha fatto intendere all’ospedale. Liam me lo ha fatto capire. >>’’





 
 
Ripenso a quanto infame sia stato Jonah, ma anche Bex non scherza, vorrei che un dugongo li inculasse tutti e due, no aspetta meglio di no, vi immaginate tanti piccoli dugonghi-Jonah e tante piccole dugonghe-Bex in giro per il mondo?
Però Bex era la mia migliore amica, che diamine le era successo?
Ricordo quando insieme facevamo gli scherzi a Liam, ad esempio fargli trovare tutti i cucchiai che avevamo a casa, sotto le coperte, quando cucinavamo i plumcake all’arancia, era una grande a farli, penso a com’era concentrata nel farlo, teoricamente io non facevo nulla…
Non me ne accorgo, ma una lacrima mi riga il volto, poi due, tre, quattro…
Sinceramente? Quella stronza mi manca, mi manca quel tempo dove eravamo semplici ragazze innocenti, vorrei non aver mai conosciuto Jonah, perché lui cambiò radicalmente la mia vita, ma non positivamente.
Soffoco i singhiozzi nel cuscino lasciandone un pezzo bagnato, mi siedo sul letto circondando le ginocchia con le braccia e rimango a guardare il vuoto, buio, nero.
I singhiozzi e le lacrime riprendono possesso del mio corpo, mi muovo a tastoni in cerca dell’interruttore e picchio il piede con lo spigolo di qualche mobile << Merda… >> mormorai, una volta accesa la luce apro il cassetto e cerco a lungo, ciò che mi serviva per star “bene”.
Il freddo dell’acciaio sulla mia pelle, il bruciore sui miei polsi, il calore del braccio, la vista del sangue che usciva, nulla mi faceva star meglio, come quello.

***

<< I'll stop eating food and I'll squeeze into a dress, 

so I can be like you >>

Continuo a cantare il ritornello della canzone ‘Be like you’ di Ed mentalmente ,amo infinitamente il mio idolo, l’unica persona che c’è sempre stata quando ne avevo bisogno. Sposto lo sguardo verso la finestra e rimango incantata dai fiocchi di neve che volteggiano dolcemente in cielo per poi posarsi a terra, nel cortile della scuola.
<< Signorina Payne >> la voce della Bruck interrompe i miei pensieri.
<< Si? >> chiedo alzandomi di scatto dalla sedia.
<< Deve uscire qualche minuto, la aspetta la professoressa Parker in aula 69 >> disse indicando la porta, annuisco ed esco dall’aula avviandomi per il corridoio, non c’è quasi nessuno, tutti a fare lezione.
<< Ehi Jesy >> sento alle mie spalle, riconosco quella voce, non ho il coraggio di girarmi, ma deglutisco rumorosamente.
<< Jo-Jonah… >> mormorai, intanto lo sento avvicinarsi a passi svelti e decisi, e improvvisamente me lo ritrovo davanti, si avvicina ma io indietreggio.
<< La prossima volta, prova a buttarti da un piano più alto >> ghigna.
Sento di essere sull’orlo di una crisi di pianto, ma lui si allontana e torna a camminare verso la sua meta.
Rimango immobile qualche secondo, poi ricordo che devo andare dalla Parker, in aula 69.
Un attimo, dov’è l’aula 69?
La bidella nemmeno c’è, cazzo. Giro in cerca della classe, ma dato che ho il senso d’orientamento di un bradipo, mi perdo.
Sarà che sono quattro anni che frequento quella scuola, ma è come un labirinto, e non scherzo.
Mi ricordo al primo anno, quando il preside voleva venire in classe nostra a darci il ‘benvenuto’, arrivo quaranta minuti dopo, perché si era perso.
<< Ehi scusa, posso farti una domanda? Sei l’unica qui… >> mi chiede un ragazza biondo, probabilmente tinto dato che sono presenti delle ciocche castane sulla nuca, aveva gli occhi di un azzurro infinito, e un sorriso splendido, nonostante avesse i denti davanti leggermente storti, lo trovavo fantastico.
Avevo notato che anche lui girovagava per i corridoi, da un po’.
<< Certo >> rispondo abbozzando un sorriso e spostando i capelli lateralmente.
<< Sai dov’è l’aula 69? >> mi domanda grattandosi la nuca.
Io spalanco gli occhi << La sto cercando anc… >> non continuo la frase perché la Parker ci richiama << Eccovi! Dove cavolo eravate finiti? Per l’amor di Dante, sti ragazzi che sembrano dei bradipi… >>

***
 

<< Perfetto. >> esclamò la Parker una volta arrivati in aula 69, c’erano si e no una quindicina di ragazzi e ragazze, erano disposti in cerchio su delle sedie.
<< Ci siete tutti? Ora facciamo l’appello >> affermò un’insegnante che non avevo mai visto fino a quel giorno.
C’era una ragazza seduta accanto a me coi capelli che sembravano un quadro di Picasso, erano rossi, con le punte azzurre e delle ciocche verdi che partivano dalle radici, probabilmente avevo la faccia perplessa perché richiamandomi dai miei pensieri mi disse << Ha sbagliato la parrucchiera >> abbozzando un mezzo sorrisetto, sentii improvvisamente le guance avvampare.
<< Eliz Madison Turner >>
<< Presente >> rispose la ragazza ‘ho-dei-capelli-che-fanno-invidia-a-Giotto’.
<< Jesy Payne >> sobbalzai nel sentire il mio nome e risposi qualcosa tipo ‘ci sono’.
Era strano che io non avevo un secondo nome, perchè tutti lo avevano tranne me, mio fratello lo aveva, la ragazza coi capelli strani lo aveva, magari mia mamma avendo poca fantasia me ne diede solo uno, meglio così.
<< Niall James Horan >> il biondo che mi stava accanto alzò la mano svogliato.
Era un bel nome Niall, davvero originale, a parte per il secondo nome uguale a quello di mio fratello, ma poche persone si chiamavano ‘Niall’ non come ‘Liam’.
Il problema, è che non avevo ancora capito cosa ci facessi lì, con quelle persone, che tra l’altro, l’unica persona che conoscevo in quella stanza era la professoressa di recitazione Parker.
Alzai la mano per chiedere spiegazione e l’insegnante che ci fece l’appello, fece un cenno con la testa, per farmi capire che avevo il permesso di chiedere << Mi scusi professor… >> cazzo, non sapevo come si chiamava << Tennison, Josh Tennison >> continuò lui, al posto mio che si accorse del mio eventuale disagio, odio che si presenta site James Bond.
<< Si, professor Tennison, ma cosa ci faccio io qui? >> chiesi. Lui esibì un sorriso e mi corresse << cosa ci fate voi qui. >> disse marcando il ‘voi’ << Se ci dai tempo, possiamo spiegarti mia cara, Jesy >> continuò lui, io arrossì e annuì, abbassando lo sguardo.
La professoressa Parker, fa un passo mette in mezzo al cerchio di sedie un tabellone nella quale al centro c’era scritto ‘Depressione’ << Questo è un progetto fatto per voi ragazzi, ragazzi con delle storie simili, che avete passato sofferenze e dolore, noi vogliamo aiutarvi, a sconfiggere gli ostacoli, ma non saremo noi a fare lezione, perché questa non è una lezione, qui dovrete interagire tutti voi. Siete ragazzi speciali, e avete il diritto di vivere una vita speciale. Voi tutti sapete cosa significa ‘Depressione’ vero? >> Tutti annuirono << Bene, cosa vi viene in mente pensando a ciò? ognuno di voi dica delle parole che si colleghino >> rimasi sbalordita, traumatizzata, scioccata se si scrive così…
Senti tutti i ragazzi dire parole tipo “Droga, fumo, alcool,solitudine”
Niall aveva detto ‘autolesionismo’ a quella parola ebbi un colpo al cuore, mi si congelarono le vene.
<< Jesy? Tu non hai detto nulla, cosa ti viene in mente? >> mi chiese il professor Tennison , ma i cazzi suoi mai no eh? Sentii gli occhi di tutti puntati su di me, sentii lo sguardo addosso, che mi scrutava curioso.
<< Autolesionismo, su-suicidio >> dissi a voce più bassa che potessi, credo che però ebbero tutti capito, perché la Parker fece due frecce alla parola ‘Depressione’ e scrisse ciò che avevo appena detto.
Ci fu un minuto di silenzio, poi la professoressa Parker prese un respiro e disse << Guardatevi uno per uno, e facciamo un giochino, okay? Attaccherò dietro le vostre schiene un foglietto, e ognuno di voi dovrà scrivere ad un po’ di gente, la prima impressione che ha avuto su quella persona >> spiegò mentre Tennison ci attaccava un foglietto dietro la schiena, e ci distribuì dei pennarelli << Okay iniziate >> disse sfregando le mani, e sorridendo.
Appena mi alzai, Niall mi prese le spalle con le mani, inizialmente mi spaventai dalla stretta che però velocemente allentò <> mi chiese mostrando un sorriso mozzafiato << Certo >> risposi piegando il busto un poco << Che mi vuoi scrivere? >> chiesi curiosa, lui fece una mezza risatina << Che sembri molto simpatica >> rispose, esitai un pochino e risposi un << Grazie >> spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio << E sei molto carina >> continuò, a quel punto arrossì violentemente e abbassai lo sguardo << Spero di poter far amicizia con te >> mi disse dandomi una pacca leggera sulla schiena, segno che aveva finito << Ora scrivimi qualcosa, prima impressione, vai >> mi disse dandomi le spalle e mostrando il foglietto bianco attaccato alla schiena << Io non saprei… >> mormorai.
<< Avanti, avrai pur pensato qualcosa quando mi hai visto >> disse facendo un gesto con la mano.
Certo, che l’ho pensato, ho pensato che hai un sorriso fantastico nonostante i tuoi denti diversamente perfetti, e degli occhi che sembrano due pozzi, limpidi, non ne avevo mai visti così, pensai.
<< Certo, che l’ho pensato, ho pensato che hai un sorriso fantastico nonostante i tuoi denti diversamente perfetti, e degli occhi che sembrano due pozzi, limpidi, non ne avevo mai visti così >> Merda, no, vi prego ditemi che non l’ho fatto davvero, io non l’ho detto ad alta voce vero? Lui si irrigidì e deglutì, tanto che io potei sentirlo << I-io, n-no scusa… ho pe-pensato ad alta voce… >> balbettai.
<< Scrivilo. >> non era una domanda, era un ordine << C-cosa? >> chiesi incredula << Scrivimelo sul foglietto, avanti. >> guardai perplessa il foglio dinanzi a me, ma poi aprii il tappo del pennarello e scrissi tutto ciò che gli dissi pochi secondi fa, quando ebbi finito si girò ringraziandomi e se ne andò dagli altri per scrivere la ‘prima impressione’ che gioco di merda, pensai.
Quando Niall se ne andò sentì subito delle mani sulla schiena e qualcosa che scorreva sulla schiena, probabilmente qualcuno mi stava scrivendo qualcosa.
<< Chi sei? >> chiesi, rimanendo ferma permettendo alla persona di scrivere.
<< Eliz >> sentii di risposta.


***

 

Nel giro di mezz’ora avevo scritto a qualcuno qualcosa del tipo ‘sembri simpatico/a’ o ‘spero di conoscerti meglio’ e stronzate varie.
<< Ora staccate il foglio dalla vostra schiena e leggete ciò che hanno scritto gli altri di voi. >>
Staccai il mio e lo lessi, un sorriso mi scappò sulle labbra, erano tutte cose davvero carine, nessuno mi aveva mai fatto dei complimenti.

“Sembri simpatica, sei molto carina e spero davvero tanto di far amicizia con te N. xx”
“So che infondo i miei capelli ti piacciono, dai AHAHA scherzo, anyway ispiri molto simpatia E. (: ♥”
“Hai uno stile nel vestire, fantastico B.”
“Sei bella F.”

<< Allora? Jesy, ti ha fatto piacere o no ciò che c’è scritto nel foglio? >> mi chiese curiosa la Parker.
<< Molto. >> risposi con gli occhi lucidi, non so il perché di questo, so solo che questo giorno stravolgerà la mia vita, è una sensazione.
<< Eliz, cosa ne pensi del giudizio della gente, te ne freghi o altro? >> chiese stavolta rivolgendosi ad Eliz, quest’ultima abbasso lo sguardo.
<< Fa male… >> mormorò.
<< Male, quanto? >> chiese a bassa voce la Parker, quasi come fosse un segreto, avvicinandosi ad Eliz.
<< Infinitamente, male. >> l’insegnante si trovava a poca distanza dalla ragazza, e le accarezzò la nuca.
Vidi Eliz asciugarsi delle lacrime con la manica della felpa, sentii il respiro bloccarsi, quanto cazzo aveva ragione?
La Parker poso una bacio sui capelli della ragazza, chinandosi e bisbigliando un “mi dispiace”, dopo di che si alzò, tirò un sospiro, e notai che la professoressa aveva gli occhi lucidi, si vedeva che provava tanta compassione per la ragazza.
<< Niall, leggi il commento più bello che hai ricevuto >> gli disse il professor Tennison.
Vidi il biondino lanciarmi uno sguardo e rivolgermi uno dei sorrisi più belli di questo pianeta.
<< Hai un sorriso fantastico nonostante i tuoi denti diversamente perfetti, e degli occhi che sembrano due pozzi, limpidi, non ne avevo mai visti così>>
Tutti spalancarono la bocca, e osservai il professore chiedere << Chi te lo ha scritto? >> ma la sua voce fu sovrapposta da quella della campanella, per fortuna.
<< Potete andare, ci vediamo domani alla seconda ora, sempre qui e… Payne, Horan, non perdetevi. >>
Trovai Cam fuori dalla porta ad aspettarmi, gli lancia le braccia al collo per stritolarlo in una abbraccio e lasciargli numerosi baci sulla guancia quando mi sciolsi da quell’abbraccio senti qualcuno picchiettarmi la spalla, mi girai e trovai Niall che mi posò le sue labbra sulla mi guancia e mi disse << Ci vediamo domani, Jesy >> arrossì, e annuì << è il tuo ragazzo? >> chiese. Io scoppiai a ridere << No no >> dissi fra le risate.
<< A me pare di sì >> rispose alzando le spalle << Vado Jesy, ci vediamo>> ripeté girandosi per andare.
<< Niall >> lo richiamai.
Lui girò il capo alzando le sopracciglia con aria interrogativa << Cam è gay>> gli urlai per farmi sentire.
Sorrise ancora come non avevo mai visto fare e alzò il pollice, per poi salutarmi.






*angolino autrici Betti e Fatima*
 
Quattro pagine di word, gente, mai scritto un capitolo più lungo giuro o:
Allora, scusateci se è lungo :c
Bene, ora se qualcuno la segue o la caga, continueremo, sennò adios :c
Non possiamo pubblicare a vuoto D:
Stay strong people.
 

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Capitolo 2
*** You don't know you're beautiful ***


Chapter two
You don’t know you’re beautiful




 
 
 
 
Sbuffai sentendo il cellulare sotto il cuscino vibrare, pensai fosse quello scassa coglioni di Cam, che come sempre non aveva fatto il compito di tedesco e voleva che domani a mensa glielo facessi copiare, Cam era negato in tedesco, sopravviveva solo di bigliettini nascosti nella manica.
Il display segnava che il numero era sconosciuto aprii il messaggio e scesi velocemente per leggere la firma del destinatario, c’era scritto ‘Niall’, strabuzzai gli occhi per la sorpresa, come faceva a sapere il mio numero? E quel biondino figo, ha scritto a me? Sto gnocco ha scritto a Jesy Payne, niente meno che la sfigata dell’anno, woah, gente il mondo sta cambiando.
 
‘A che ora entri domani? xx  Niall’
 
Digitai velocemente la risposta sorridendo.
 
‘Alla prima tu?’
 
‘Alla seconda, gnè invidiami, ti va di andare a prendere un gelato? Magari potresti saltare la prima ed entriamo insieme dalla Parker…’
 
Mi sta chiedendo di uscire? È un’appuntamento? No Jesy, ha solo voglia di un gelato in compagnia, chi è che vuole uscire con te? Chi vuole uscire con una fallita? Non illuderti.
Non illuderti, di nuovo. 
 
‘Certo, devo solo convincere mia mamma a farmi saltare la prima, ma non sarà un problema (:’
 
‘Perfetto Ti vengo a prendere alle 8 e dieci davanti al parcheggio della scuola ok?’
 
 
Sorrisi mentre scrivevo la risposta.
Sorrisi, perché per una volta dopo troppo tempo mi sentivo felice.
Felice come quando apri i pacchi a Natale, ignara che gli hanno messi i tuoi genitori sotto l’albero.
Come quando prendi un bel voto in una materia in cui solitamente vai male, perché sai di aver raggiunto un traguardo.
E potrei continuare a fare esempi, ma il tempo non me lo permette.
 
‘Come sei più comodo, venirmi a prendere?’
 
‘Si, guido (:’
 
‘E dove mi porti?’
 
‘In un posto speciale, come te 
 
 
Volevo rispondergli che lui non mi conosceva, per reputarmi ‘speciale’, forse a lui non erano ancora arrivate le voci, forse dovrei dirglielo che sono una troia come mi chiamava Jonah, ma mi addormentai.
Mi addormentai su quel messaggio, mi addormentai beatamente pensando che qualcuno, sapeva della mi esistenza, e mi riteneva pure speciale.

 
 
***


 
<< Allora? Dove stiamo andando? >> Gli chiesi, mentre chiudeva la portiera accanto a me.
<< A prendere un gelato e… non te lo dico >> Rise.
<< Senti, Niall, ti conosco da un giorno soltanto, e già mi vuoi prendere in ostaggio? Ti avverto che i miei non tireranno fuori un centesimo >> dissi in modo teatrale, con la bocca aperta e la mano sul cuore, ma da dove l’avevo presa io tutta sta confidenza? Però con lui mi sentivo a mio agio, si.
Indossò gli occhiali da sole e  mise in moto ridendo alla mia frase.
<<  Ah, ma… come hai avuto il mio numero? >>  domandai di punto in bianco, ricordandomi della conversazione della sera prima.
<< Me l’ha dato Cam, facciamo biologia insieme >> rispose, senza togliere lo sguardo dalla strada.
Accese la radio trovando in onda una canzone che non avevo mai sentito fin’ora.

 
“You're insecure 
Don't know what for 
You're turning heads 
When you walk through the do-o-or 
Don't need make up 
To cover up 
Being the way that you are is en-o-ough 
Everyone else in the room can see it 
Everyone else but you.“

 
 
“Sei insicura e non capisco perchè,
fai girare la testa alle persone quando passi dalla porta,
non hai bisogno del trucco per coprirti il viso,
Sii te stessa, è abbastanza,
tutti nella stanza lo hanno notato, tutti tranne te.”
 
Cantò muovendosi di qua e di la, indicandomi, improvvisandosi cantante.
<< Pff, so di essere un cesso >>  affermai ammiccando un sorriso.
Lui scosse la testa divertito << No, il problema è che you don’t know you’re beautiful >>  mi disse in contemporanea alla frase della canzone alla radio.
You don’t know you’re beautiful.


 
***


 
 
<< E' bellissimo, Niall >>  mormorai incantata dal paesaggio, con in mano il mio cono gelato, eravamo passati alla gelateria ‘Irrisistable’, e mi aveva portato in un lago bellissimo, era circondato da alberi, non c’era nessuno, era molto calmo.
<< Io... venivo qui, da piccolo con i miei genitori, poi hanno divorziato, mia mamma si era sposata con un altro e non venivamo più qui. Allora vi venivo da solo quando non volevo stare con nessuno, quando avevo bisogno di riflettere. Poche persone sanno del mio ‘’rifugio’’ >> mi disse mimando le virgolette con le dita e sedendosi a terra, sui sassolini che dividevano il terreno dall’acqua.
Lui si era aperto con me.
Lui mi aveva racconto qualcosa che quasi nessuno sapeva.
Mi sedetti accanto a lui, che incominciava a lanciare sassolini che formavano cerchi in acqua.
<< Jesy? >>
Alzai le sopracciglia con aria interrogativa, come per incitarlo a continuare.
<< Perché anche tu frequenti il corso in aula 69? >>
Il gelato mi cadde di mano, e tutti i ricordi mi tornarono a mente, come un uragano.
Tutti quei ricordi che volevo scacciare, perché io non volevo ricordarmeli, erano tornati.
Volevo che facessero solo parte del passato, ma non ci sono riuscita.
Perché non posso, anche se vorrei.
E quella mattina piansi.
Piansi raccontando la mia storia a Niall.
Gli raccontai di quel drogato di Jonah, di come diceva di amarmi, per poi avermi usata, e gettata.
Gli avevo raccontato come Jonah aveva rubato la mia innocenza.
Gli parlai di Bex, di come eravamo legate, di quanto bastò per dividerci.
Mi guardò con i suoi occhi blu, pieni di compassione.
<< Io ti devo dire una cosa >>
 
Eccolo, il panico. 
Stava per dirmi che non voleva più parlarmi, perché si era accorto di quanto fossi insignificante rispetto a tutte le altre.
 Stava per dirmi che non poteva credere di aver perso tanto tempo prezioso insieme a me. 
Stava per dirmi che…
<< Non sei più sola Jesy, non più >>
E mi abbraccio, un abbraccio confortante e non avevo bisogno d’altro in quel momento.
 
***
 
<< Ciao Eliz >> salutai la ragazza incontrandola per il corridoio.
<< Ciao Payne, ci vediamo dopo >>  mi salutò mentre camminava velocemente, con l’aria cupa, quasi triste, il volto che guardava a terra e suoi occhi verdi così spenti.
Passai alle macchinette per prendere una bottiglietta di tè verde. Ne prendevo una ogni giorno e per questo Cam a volte mi prendeva in giro, ma amavo quella bevanda.
Chissà in che stato ero messa, dopo aver pianto stamattina, dovevo sembrare un panda, mi avviai per andare in bagno, misi la borsa sotto il lavandino e mi osservai allo specchio e notai che il mascara era colato leggermente.
Mentre cercavo di pulirmi gli occhi, sentii uno strano suono provenire da uno dei bagni, e vi assicuro che non era una scoreggia.
Avvicinai all’orecchio alla porta e capii che c’era qualcuno che singhiozzava lì dentro.
 
<< Ehi chi c’è? >> domandai.
<< Va- vattene >> Riconobbi quella voce all’istante e cominciai a cercare di aprir la porta, maneggiando con la maniglia << Eliz aprimi subito >> le urlai quasi.
<< Jesy, vai via >> protestò.
Andai a recuperare la borsa e estrai dal portafoglio una moneta da un centesimo e incastrandola con la fessura della maniglia lo feci girare, e finalmente, riuscì ad aprire la porta.
Trovai Eliz nell’angolo appoggiata al muro, le gambe rannicchiate e le braccia che le cingevano.
Alzò lo sguardo verso di me e vidi le lacrime scorrere sul volto.
Faceva male, non ero io, ma faceva male.
L’aiutai a rialzarsi.
A smettere di piangere.
L’aiutai a pulirsi il volto, come feci con il mio poco fa.
E oltre al volto, l’aiutai a pulir quello sporco che aveva dentro.
Ciò che non aveva il coraggio di buttare.
Perché Eliz, si sfogò con me.
Mi raccontò del suo compagno di classe, le dava fastidio, la faceva sentire inferiore agli altri, le diceva che lei non era una ragazza, perché le ragazze non erano così.
Eliz non ce la faceva più.
Eliz che sembrava così forte, in realtà era davvero fragile.
Io la capivo perfettamente, sono passata dalla stessa situazione.
E non era piacevole, fidatevi.

 


*Angolino autrici Betti e Fatima*

9 recensioni.
3 seguite.
2 preferite.
VOI. CI. VOLETE. UCCIDERE.
Cioè? Ma stiamo scherzando? asdfghj avremo una morte prematura così ragazzuole çwç
Allora, iniziamo a scusarci per il mostruoso ritardo, ma quella logia di Benedetta è andata in gita, 3 fottuti giorni ):
Ci scusiamo anche perchè secondo me (Fatima) fa cagare, già, scusatemi.
Ma non ci abbandonerete per questo vero? Daje AHAHAHAHAA
Il prossimo sarà migliore di sicuro perchè lo scrive la Benedetta AHAHA c:
Okay, sto spazio sta diventando troppo lungo AHAHAHAHAHA
Dai ci dileguiamo (:
Ringraziomo tutte le ragazze che hanno recensito.
Tutte quelle che hanno messo la ff nelle seguite e nelle preferite.
Che ne dite? Ce la facciamo a raggiungere 10 recensioni vero? c:
Il prossimo capitolo sarà davvero asdfgh perchè ci sarà Bex, e un momento troppo Nesy **
CIAO  BELLEZZE 

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Capitolo 3
*** Revenge. ***


Chapter three -Revenge









JESY'S POV
Strinsi forte i libri e m’incamminai per l’aula 69, appoggiai la mano sul corrimano come ero solita fare e poi svoltai a destra. L'aula aperta era già gremita
“Jesy! “ urlò Niall giratosi di scatto mentre stava parlando con un ragazzo che non avevo mai visto prima, mi stava venendo incontro ma io ancora ero incantata a guardare il suo sorriso.
“Hey! “il mio sguardo si spostò sul ragazzo dietro a Niall, che lo guardava impaziente, con un sorriso stampato in faccia.
“Piacere, io sono Louis” il ragazzo mi porse la mano, sorridendomi mentre masticava in modo spavaldo un chewingum.
“Io, io sono…” dissi balbettando, come mi capitava spesso di fare, fissandolo, notai un qualcosa di familiare.
“Jesy. Sei Jesy, no?” continuò lui al posto mio, per poi puntandomi dritta negli occhi, che guardavano ormai il pavimento.
“Si” annuii fredda, forse non m’importava più parlare con altre persone, mi ero già fatta una reputazione, avevo i miei amici, quelli che bastavano: i pochi che mi facevano rimanere nell’ombra più totale durante le ore scolastiche.
“Vedo che Jesy ha già stretto amicizia con il nuovo arrivato “ una voce mi fece sobbalzare, la Parker credeva veramente che io avessi già socializzato con quel ragazzo? Ero riuscita sì e no a dire due o tre monosillabi, ma poco importava, era meglio farglielo credere.
“In realtà abbiamo solo iniziato a parlare” intervenne Louis con un tono per niente timido. Perché era con noi nell’aula 69? Aveva dei problemi? A differenza di noi, Louis, non sembrava avere qualcosa di diverso dagli altri, mentre chi frequentava il progetto con la Parker, beh si, aveva dei problemi, chi era alcolizzato, chi depresso, chi bipolare, chi autolesionista, chi suicida, chi bulimico. Louis no, Louis era normale.
“Ma in realtà conosco già Niall “ continuò il ragazzo, guardando Niall per poi sorridere, guardandolo.
“ Fantastico, perché oggi vorrei farvi raccontare la vostra storia e vorrei cominciare da te dato che sei il nuovo arrivato, ti dispiace?”
“Basta che nessuno mi giudichi “
“ Qui non lo farà nessuno, Louis “
LOUIS’S POV
Mi sedetti su una delle sedie disposte in cerchio, vicino a Niall e Eliz, una ragazza con cui avevo fatto conoscenza poco prima, non avevo mai avuto problemi a farmi nuovi amici.
Ma non fu più così, da quando quelli che ritenevo ‘’amici’’ non mi accettavano più per quello che sono.
‘’Vai Tomlinson, ti ascoltiamo’’ mi disse il professor Tennison, facendo un cenno col capo.
Presi fiato, chiusi gli occhi, perché sapevo che per raccontare avevo bisogno di ricordare, e ricordare faceva incredibilmente male, il male equivaleva alle lacrime.
<< Corsi per il corridoio, le Toms sfregavano sulla pelle e stavo provando un dolore lancinante, sia dentro che fuori.
“Louis Tomlinson? Quello frocio?” quelle parole ancora facevano male.
Avevo sempre detto che non mi sarebbe importato se mi avrebbero chiamato “frocio” o con altri nomignoli, eppure non è così. Da piccolo le parole degli altri non mi hanno mai ostacolato, andavo avanti, ero convinto di me stesso, ma ora no.
Harry era infondo al corridoio buio, come sempre il mercoledì mattina alle 11.40, era l’ora dopo l’intervallo, pochi uscivano e nessuno sarebbe mai andato all’ultimo piano dove ci trovavamo.
Sentii il suo respiro vicino a me per poi spostarsi sulla spalla. Mi stava abbracciando. Le sua dita s’incrociarono sulla mia schiena, cominciò a lasciare umide scie sul mio collo, per poi arrivare alle labbra. Credo che Louis Tomlinson non sia mai stato più felice in tutta la sua vita come quella volta. >>

Terminai il mio racconto, con la voce tremolante e con la mano cercai di asciugare velocemente quella lacrima che mi era sfuggita involontariamente.
Automaticamente mi aspettai un ‘frocio cosa ci fai qui?’ oppure ‘i gay come te, non dovrebbero esistere’, cose che mi sentivo tutti i giorni, invece tutto quello che sentì fu ‘’Siamo tutti con te, Lou’’ mi disse Eliz accanto a me, posandomi una mano sulla spalla.
‘’Tutti qui, ti ameremo per ciò che sei’’ mi sorrise Niall, voltandosi.

***

JESY’S POV
“Come ti è sembrato Louis?” mi chiese Niall, dopo avermi raggiunta fino al parco, inaspettatamente.
“E’ adorabile, davvero” mi girai verso di lui accennando un sorriso.
“Non ti piace, vero?” scoppiò in una breve risata, rialzò la testa e mi fissò negli occhi, probabilmente per vedere la mia espressione sconvolta.
“Dovresti iscriverti a psicologia una volta finito il liceo, sai?”
Niall non rispose, stava guardando incantato una panchina del parco.
“Niall?”
“Quello non è tuo fratello?” disse il biondo, per poi guardarmi scandalizzato.
Si, quello era liam che si drogava con Jonah e Bex.
Si, mia madre sarebbe stata molto felice.

‘’Liaam’’ urlai sventolando la mano, con un sorriso, molto finto.
Lui mi guardo per un po’, per poi accorgersi di chi ero e vidi da lontano che sgranò gli occhi.
‘’Stasera mi porti alla festa della Vaneshens, se non vuoi che venga riportato ai nostri genitori, ciò che sto vedendo’’ gridai, un poco fiera di me stessa.
Vidi Liam alzarsi dalla panchina e lanciare un grido verso il cielo, mettendosi le mani nei capelli.

***


''Jesy dove vai?'' mi chiese mia madre mentre uscivo dalla porta ''Ad una festa con Liam'' dissi con fare orgoglioso mentre mio fratello sbuffava ''Si, ma non ti riporto'' sibilò.
''Come scusa?'' gli chiesi teatralmente con la bocca spalancata e la mano sul cuore ''Non ti riporto a casa'' ripetè ''Oh, peccato, non so se farà piacere a mamma sapere che il suo adorato figl...'' Liam mi tappò la bocca mettendomi una mano davanti ad essa e roteò gli occhi al cielo irritato ''okay okay'' si arrese.
''Passiamo a prendere Niall'' gli dissi con un falso sorrisetto ''Cosa?'' disse sgranando gli occhi, io annuì sorridendo fintamente ''Si, amorino di un fratello, gli ho chiesto di venire.'' lui mi guardò come per incenerirmi e uscì con me sbuffando.

''Hei Niall'' lo chiamai dal finestrino dell'auto facendogli cenno di salire in macchina, era vestito con dei jeans neri, le sue solite adidas bianche e una camicia bianca, i capelli erano tirati in un ciuffo, come sempre e emanava un fortissimo odore di dopobarba, fresco e dolce.
Scendemmo dalla macchina e stirai con le mani le pieghe del vestito blu elettrico.
Mio fratello si allontanò subito da noi, mentre io affiancavo Niall.
''Teoricamente nei film, l'amico dovrebbe dire all'amica un 'sei bellissima stasera''' ironizzai.
''Perchè dovrei dirtelo...'' disse, e ci rimasi di merda, come quando ad un bambino dici -La vuoi la caramella? si? Non te la do è mia.- ecco, esattamente così ''...stasera?'' continuò.
Rimasi confusa così alzai le sopracciglia con fare interrogativo ''Non vedo il motivo per dirti 'sei bellissima stasera' quando lo sei tutti i giorni'' affermò donandomi uno dei più bei sorrisi esistenti.
LIAM'S POV
''Cazzo Jonah, muoviti'' dissi al ragazzo che mi stava accanto ''Eccoti'' affermò porgendomi la scatoletta.
''Due cocktail al limone, grazie'' chiesi al barista che stava oltre il bancone.
Non appena ebbi tra le mani quei due bicchieri, aprii la scatolina e estratti due pillole, ognuna messa in un bicchiere.
''Vedremo chi vincerà, troia'' pensai, mentre mi dirigevo con quei bicchieri verso le mie vittime.
Cam, Niall e Jesy, parlavano in disparte, sembravano divertirsi, ridevano e scherzavano.
''Vi va di bere qualcosa?'' chiesi porgendo loro i bicchieri, non mi calcolarono molto, Cam e Jesy presero i drink ringraziando e ripresero a parlare come prima, sapevo che Niall era astemio, meglio così.
Che la vendetta abbia inizio.
Ora mi basterà solo spiarli.
Niall si è allontanato da loro, avviandosi per i bagni.
Gli altri due si scolarono i cocktail, in brevissimo tempo, e iniziarono a ridere più del dovuto.
Dopo neanche cinque minuti, vidi Jesy trascinare per mano Cam verso le camere, li seguì mentre li vedevo ridere e barcollare
Ben fatto Liam, ben fatto.
Ora dovevo solo aspettare Niall, per sputtanare quella logia di mia sorella.
Mi avvicinai ai bagni in modo che il biondino potesse trovarmi facilmente, e non appena uscì mi salutò con un cenno col capo.
‘’Ti stai divertendo Niall?’’ gli chiesi con un mezzo sorriso in volto.
‘’Si Liam, è una bella festa’’ affermò raggiante.
‘’Ma credo che Jesy ora si stia divertendo molto più di te’’ gignai ‘’Cioè?’’ mi chiese confuso aggiustansi la camicetta e inizialmente non badando troppo a me ‘’Ah be, l’ho vista entrare in una delle camere di sopra, con Cam’’ dissi in tono neutro scrollando le spalle e bevendo un sorso del mio bicchiere.
L’irlandese smise di sistemare le pieghe della maglia, e puntò i suoi occhi nei miei ‘’Non dir cazzate’’ disse deglutendo ‘’Vuoi andare a vederli? Io preferirei un bel porno, in confronto a loro’’ dissi ridendo.
‘’I-io non m se-sento bene, forse è meglio che vada’’ balbettò sbiancando e voltandosi ‘’Vuoi un passaggio Niall?’’ gli chiesi , lui di spalle mi fece un gesto con la mano come per dire che andava tutto okay.

***


JESY’S POV
Corsi cercando di seguirlo, mentre lui con la testa alta e lo sguardo sempre dritto continuava a camminare per il corridoio '' Niall'' chiamai, non si girò.
Era uscito dall'aula senza salutare e non mi cagò per l'intera ora.
Corsi fino ad avvicinarmi a lui e lo veci voltare tirandolo per un braccio.
''Non toccarmi'' sibilò guardandomi con quegli occhi, che per la prima volta erano spenti.
Vedevo in essi, tristezza, amarezza e delusione, tanta delusione.
''Perchè fai così?'' gli chiesi con quel filo di voce che avevo, perchè era rimasta tutta lì, in gola, e non aveva il coraggio di uscire.
''Vattene...'' disse tra i denti.
''Niall'' provai a dire con la voce tremolante e le ginocchia che stavano per cedere.
''So come mi chiamo.'' rispose amareggiato.
''N-non capisco...'' ammissi
''Non capisci eh?'' mi fece il verso ''smettila di fare la vittima, credevo fossi diversa, ma sei solo una lurida puttana''
Fu come se mi avessero pugnalato al cuore, solo che fa più male.
Quelle parole mi entrarono infuocate, piene di odio, disprezzo, per la seconda volta.
''P-perchè?'' gli chiesi quasi impolandolo.
''Perchè? Chiedilo al tuo amico, che sottolineo sarebbe gay, chiedigli che avete fatto ieri sera'' quasi urlò voltandosi.
Mi ricordai della sera prima.


Presi Cam per mano, ridendo con in mano un bicchiere con dentro qualcosa, che per certo non mi aveva fatto bene ''Andiamo'' gli dissi tra le risate, salimmo le scale e entrammo nella prima stanza vuota, con uno spintone buttai Cam sul letto a due piazze, chiusi a chiave la porta e mi ci appoggiai ridendo ancora più forte di prima.
Il ragazzo era seduto sul bordo del letto, mi misi a cavalcioni sopra di esso lasciandogli numerosi baci lungo l'incavo del suo collo, percorrendolo con la bocca fino ad arrivare all'orecchio.
Cam fece un verso a 'mo di gemito.
Premetti sulle sue spalle per farlo distendere e mi misi a mordicchiargli la mascella.
Lui con le mani percose il mio corpo, schiacciando sul mio fondoschiena facendomi sentire la sua erezione premere contro la intimità.
Mi avvicinai alle sue labbra, ma mi respinse, riprendendo il controllo.
''A me non piace la fagiana, Jesy, e sei la mia migliore amica.''
Detto ciò, si ricompose e uscì dalla camera, lasciandomi lì, ancora confusa per colpa degli effetti di tutti i drink bevuti.



Lo raggiunsi di nuovo cercando di parlargli ''Niall, non hai capito, io..'' gli urlai, lui si voltò con gli occhi pieni di rabbia ''Io ero ubriaca...'' continuai abbassando lo sguardo.
''Ma ti pare una scusa? Jesy, ti sei scopata un frocio, riprenditi'' mi urlò prendendomi per le spalle e scuotendomi.
Alzai il volto, con gli occhi lucidi, Niall mi aveva dato della puttana.
Io pensavo mi volesse bene, sei solo una povera illusa Jesy, un'illusa ecco cosa sei.
''Io n-non sono andata a letto con Cam, Niall'' mormorai sentendo il suo fiato così vicino.
''Ma tu davvero credi che io abbia due anni, Jesy? Tu credi che io creda alle tue stronzate?''
Mi allontanai di un passo ''Non credermi allora, ma non capisco cosa freghi a te cosa faccio io''.
Lui sgranò gli occhi sorpreso ''Non voglio che...'' deglutì ''Non voglio che un'amica s'innamori di qualcuno che non potrà ricambiare mai'' e vidi quegli occhi tornare dolci.
Serrai i denti, le mani strette a pugno ''Non mi innamorerò di Cam, stai tranquillo, non sono così troia come credi'' sibilai.
Niall posò una mano sul mio braccio insicuro, mentre le lacrime scendevano lungo il mio viso.
Accarezzò delicatamente il mio braccio, mentre si avvicinava, sentì il fiato corto, i suoi occhi puntati dentro i miei, sentivo il suo profumo, era dolce e delicato, il suo naso sfiorava il mio, lui abbassò lo sguardo ''Scusami'' mormorò, avvicino la mano al mio volto accarezzandomi la guancia, e con il pollice il labbro inferiore ''Io... non so cosa mi è preso scusa'' sussurrò raccogliendo le lacrime che mi erano arrivate al mento.

*Angolino autrii Benedetta e Fatima*
Crepo.
Soffoco.
Schiatto.
Muoio.
29 recensioni, 9 seguite, 5 preferite e 3 ricordate?
Pipol, io vi a m o.
Amo leggere le vostre recensioni e rispondere asdfghjkl
Allora, ci scuuusiamo, troppo, per il ritardo orrendo, terrificante, inquietante… non mi vengono più aggettivi):
Ma questo capitolo è stato un VERO parto, volevo ricontrollarlo e postarlo domani, ma mi avreste uccise D:
Anywaay, per farci perdonare, ho tentato di fare un banner, con colei che dovrebbe ‘’interpretare’’ Jesy.
*rullo di tamburi*
CHEEEEER LLLOOOOYYYYD **
Okay, sto scrivendo troppo, vi devo lasciare):
Ce la facciamo sta volta ad arrivare a 15 recensioni per questo capitolo?
Lo so che non lo merita, ma è importante per noi, per sapere cosa ne pensate e se ne val la pena di continuare c:
Ciauuu belle c:

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