Siamo arrivate – Gridò Sonia, spegnendo il motore della moto slitta, e rivolgendosi ad Alessandra che le era seduta dietro, indicandole una baita fatta di legno ad un centinaio di metri distante –
In questa baita ci passavo sempre le vacanze con i nonni.
Era una vecchia abitazione, tutta di legno - ma tenuta in perfette condizioni da una famiglia del posto - immersa nel verde in estate e tra la neve d’inverno.
Vedrai che in questo luogo meraviglioso ti rimetterai in un baleno! – Puntualizzo sorridendo all’amica –
Alessandra era in convalescenza, sia fisica sia mentale, dopo il trauma per l’abbandono del suo ragazzo.
Sembravano una coppia felice ed affiatata, ma senza che niente di particolare fosse accaduto, il fidanzato d’Ale se n’andò senza spiegazioni e senza lasciare traccia di se. Il dolore per quest’abbandono era stato insopportabile, per la sensibilità e la fragilità d’animo d’Ale, che caduta in una profonda depressione, non riusciva a venirne fuori. I genitori della ragazza, erano seriamente preoccupati, e chiesero alla sua migliore amica (Sonia) di fare il possibile per scuoterla dal torpore mentale in cui Alessandra si era chiusa.
Sonia aveva convinto la sua amica, a seguirla, in montagna non con poche difficoltà.
Entrarono nella baita, che a Sonia sembrava molto più piccola di come la ricordava.
Ale fu alquanto sorpresa vedendo l’interno della baita in perfetto ordine e perfettamente pulita.Chiese spiegazioni, e Sonia le svelò il segreto.Giù al villaggio una coppia d’amici dei nonni, una volta a settimana sistemavano la casa. Sapendo del loro arrivo avevano anche acceso il camino.
E’ molto accogliente, mi da una sensazione di sicurezza, proprio come d’uccellini nel nido.
E’ vero! A me ha dato questa sensazione, fin dalla più tenera età. – Aggiunse Sonia prendendo sotto braccio l’amica e stringendola a se.
Le due amiche, iniziarono a disfare i bagagli e a sistemarsi nelle loro stanze, ognuna comoda e accogliente con un proprio bagno.
Sonia prese la camera rosa – per il colore della tappezzeria – che era da sempre la sua stanza, mentre Ale scelse la camera blu, perché sosteneva che quel colore le dava serenità.
Finito di sistemarsi, scesero al piano inferiore dove c’era un gran salone con il camino e sulla destra una porta che permetteva di entrare nella cucina. Questa stanza era ben attrezzata, accogliente e fornita di tutte le comodità.
Prepararono una cenetta deliziosa, grazie alla premura che Rudolf (amico del nonno) aveva avuto di riempire la dispensa.
Ale, che ne dici se dopo cena, scendiamo in paese e andiamo a trovare Rudolf e la sua famiglia, così te li presento? Sono delle persone dolci ed adorabili!
Per me va bene. Basta che non facciamo tardi, sono un pò spossata dal viaggio e la montagna mi fa paura di notte.
Tranquilla! Io qui ci sono cresciuta in pratica e potrei ritrovare la strada di casa ad occhi chiusi. In ogni modo prometto che non faremo tardi, anche perché qui fanno una vita dura e la mattina si svegliano di buon’ora.
Finito di cenare, Ale e Sonia si preparano per uscire.
Copriti bene! Qui la sera d’inverno è più rigida del giorno e io non vorrei passare tutta la settimana a farti da infermiera. Siamo venute qua per divertirci non per ammalarci.
A quelle parole dette con un tono buffo, Ale sorride di cuore e Sonia orgogliosa di aver strappato un sorriso al viso ormai triste dell'amica gioisce in cuor suo.
Tieniti stretta! Non voglio perderti per la strada!
Non ci tengo a restare da sola in mezzo alla montagna. Ti prego guida più prudentemente e non correre.
Ale, questa è una moto slitta, ed è fatta per correre! Vaiiiiiiiiiiii!
Arrivate in paese, Ale scende dalla moto con il viso bianco per la paura, ma subito si riprende, affascinata dall’aria quasi magica che circondava il grazioso paesino, mentre Sonia si era divertita moltissimo a fare lo slalom tra gli alberi che segnavano il sentiero.
Rudolf e sua moglie Greta le aspettano sull’uscio di casa e le invitano ad entrare in fretta, vista la bassa temperatura.
La serata trascorre amabilmente e serenamente, chiacchierando, ma per lo più è Sonia a parlare ricordando con Greta le estati che veniva a passare con in nonni.
Sapete ragazze, domani inizia la festa del paese e ci farebbe piacere se veniste anche voi.
Volentieri, amico mio, siamo venute per divertirci vero Ale?
Va bene! Ci verremo volentieri.
Greta, pensi che Hans e Victor siano disponibili per portare le ragazze alla festa?
Sicuramente! Saranno felicissimi di scortare due belle ragazze.
Me lo ricordo bene vostro figlio Hans e quel dispettoso del suo amico, Victor. Mi facevano sempre i dispetti e mi nascondevano la mia bambola preferita nel cavo di un tronco.
Piccola mia, Hans e Victor non sono più dei bambini da un bel po’! Sono cresciuti anche loro e sono diventati dei ragazzoni alti e robusti che fanno i taglialegna sull’altro versante della montagna. Tornano in paese una sola volta in un mese, ma non si perderebbero la nostra festa, nemmeno se c’è una bufera.
Ale, al pensiero di dover andare a questa festa in compagnia di un ragazzo quasi sobbalzò dalla sedia, ma per non offendere i padroni di casa rimase in silenzio e si limitò ad annuire.
Giunta l’ora di rientrare alla baita, le ragazze salutarono e ringraziarono per l’ospitalità avuta, salirono sulla slitta e Sonia partì a razzo. Per tutto il tragitto Ale non disse nulla, ma l’amica intuisce che qualcosa la turba.
Entrate nel caldo salone, Ale si rivolge all’amica in tono particolarmente alterato.
Va bene venire qua, va bene passare l’estate a svagarsi, va bene persino la festa di paese, ma questi ragazzi da dove escono? Non mi avevi mai parlato di ragazzi in questo paese…
Calmati! – la interrompe bruscamente Sonia – come potevo parlarti di loro se me li ricordavo come i due bambini che m’indispettivano sempre, non ho pensato che fossero cresciuti anche loro, e poi è stato Rudolf a metterci in questa situazione, io cosa centro?!
Scusa Sonia, ma il pensiero di uscire con un ragazzo mi fa stare ancora male.
Dai! Devono solo farci da cavalieri a questa festa. Ti prometto che ti divertirai.
Hai ragione! Ci devono solo portare alla festa, non dobbiamo mica sposarli…
Le ragazze si guardano si fanno una boccaccia e si mettono a ridere.
Sedute davanti al camino, programmano l’indomani.
Ale, dovremmo procurarci dei vestiti per la festa!
Vestiti?! N’abbiamo portato tanti.
Sì lo so, ma vedi per questa festa ci serviranno degli abiti tradizionali. Domani scenderemo in paese e chiederemo a Greta dove possiamo procurarceli. Ora però sarà meglio andare a dormire, domani ci aspetta una gran giornata e dobbiamo essere in perfetta forma.
La mattina successiva Ale e Sonia si svegliano rilassate grazie all’aria dolce di montagna e una lunga dormita. Colazione abbondante e le ragazze sono pronte per tornare in paese. Qualcuno bussa alla porta! Sonia va ad aprire e si trova davanti un ragazzone bello come il sole, alto, robusto e meravigliosamente abbronzato.
Ciao Sonia! Ti ricordi di me?
Al suono di quella voce, Sonia trasale!
Sei tu Hans?
Il ragazzo risponde con un sorriso.
Santo cielo ragazzo, sei proprio cresciuto. Non avrai intenzione di farmi ancora dei dispetti?
Sono troppo grande perché nasconda la bambola nel tronco vuoto e poi suppongo che tu non vada più in giro con la tua bambolina!
E’ bellissimo rivederti! Entra che ti presento un’amica. Hans ti presento Alessandra ma puoi chiamarla Ale. Ale ti presento Hans, il bambino dispettoso di cui ti ho parlato.
Molto piacere di conoscerti!
Mi creda, signorina, il piacere è tutto mio!
Quante formalità! Datevi del tu e fatela finita.
Sonia ad un certo punto, nota che tra i due è scoccato qualcosa…Si guardano con occhi languidi e arrossiscono quando i loro sguardi s’incrociano.
Dimmi Hans come mai da queste parti? Greta ci ha assicurato che saresti venuto per la festa ma non pensavo che saresti venuto addirittura a trovarmi.
Sono arrivato stamattina molto presto e la mamma mi ha annunciato che tu e la tua amica eravate alla baita. Così mi ha mandato da voi per salutarvi e per portarvi i vestiti per la festa. Sono i suoi vestiti di qualche anno fa e dovrebbero andarvi bene.
Fantastico! Tua madre prevede e provvede sempre a tutto. Guarda Ale, non sono stupendi? Sei la mia migliore amica e ti cedo l’onore di scegliere il vestito per prima.
Prenderò…
Quell’azzurro vero? E’ il tuo colore preferito! Affare fatto! Io prenderò quello rosso che si addice ad un temperamento caldo come il mio, non trovate? Manca qualcosa però, non vi pare?
Di cosa parli? – esclamano all’unisono Ale e Hans.
Naturalmente manca Victor! Il secondo dispettoso dell’infanzia. Non è venuto anche lui?
Victor è rimasto in paese, si vergognava di venire qua. In confidenza mi ha ricordato che fin da piccolo aveva una cotta per te. Per questo ti faceva tutti quei dispetti, io lo assecondavo solamente.Ma se sostieni che ti ho rivelato questo segreto… ti lego come un salame e ti appendo in cantina.
Le ragazze si mettono a ridere.
Bene bene. Senti che bella notizia. Ora sì che la vacanza si fa interessante. Spero che a voi due non dispiaccia fare coppia al ballo, poiché ho una cosa da risolvere con il mio Victor.
Io sarei onorato di accompagnarti al ballo Ale se a te fa piacere.
Va bene anche per me! Quando Sonia si mette qualcosa in testa non la ferma più nessuno e non sarò certo io a sconvolgere i suoi piani.
Tutti e tre si siedono davanti al camino a chiacchierare e ci restano per molte ore.
Scusate ragazze ma bisogna che vada. Devo prepararmi anch’io per la festa e informare Victor della vostra bellezza. Mi raccomando Pronte per le 20.00, Victor ed Io verremo a prendervi con le moto slitte.
A più tardi Hans. Risposero le ragazze in coro
Ale non credi che Hans sia molto carino e molto gentile?
Si! Sembra essere un caro ragazzo ma non m’interessa capito!
Calmati! Stavo solo scherzando! Ci devi solo andare alla festa, pensi di reggerlo per una sera?
Dai non fare così! Non mi è antipatico e solo che per me è presto… capisci…
Lasciamo stare questo discorso e sbrighiamoci a vestirci perché i ragazzi qui in montagna sono molto puntuali.
Ale e Sonia entrano nelle rispettive stanze e n’escono dopo un po’ vestite per la festa. Sono uno spettacolo!
Sei bellissima Ale! Questo vestito mette in risalto i tuoi occhi.
Grazie. Sei stupenda anche tu e il rosso ti dona moltissimo, mette in risalto la tua carnagione.
Dopo questo scambio di complimenti, posso affermare che siamo pronte. Non ci resta che aspettare i ragazzi.
Detto fatto! Bussano alla porta!
Ale apri tu per favore? Ho dimenticato i guanti di sopra. Scendo subito.
La ragazza un po’ imbarazzata apre la porta e resta qualche secondo a fissare Hans e il suo amico.
Prego accomodatevi!
Ale ti presento il mio miglior amico: Victor!
Lieto di conoscerti! Hans mi aveva avvertito che eri bella ma non così.
Ale arrossisce e ricambia con un timido sorriso.
Hans interviene subito come colto da un attacco di gelosia…
- La signorina è con me questa sera, se non ti dispiace…
Nessun problema amico mio. Apprezzavo solo la bellezza di questa meravigliosa ragazza.
Spero che qualche complimento ti sia rimasto per me! – Aggiunge Sonia scendendo dalle scale-
Per tutti i folletti del bosco! Tu saresti la piccola Sonia? Mi venga un colpo se non sei diventata uno splendore!
Così va meglio! Pensavo che voleste lasciarmi a casa e portare entrambi Ale al ballo.
Ho già detto al mio CARO AMICO, che stavo solo apprezzando e non pensavo di scatenare una faida.
Va bene! Ma ora sbrighiamoci non voglio perdermi nemmeno un ballo!
Salgono sulle slitte. Sonia dietro a Victor e Ale dietro a Hans.
Mi raccomando, stringiti forte a me, così non sentirai troppo freddo, e non rischierai di cadere.
Ale si sente un po’ a disagio a stringerlo tra le braccia, ma dopo averlo fatto è investita da una raffica d’emozioni che ormai non provava più da qualche tempo.
La festa è stupenda! Mille piccole fiaccole circondano la piazza centrale illuminandola a giorno, i bambini si divertono a fare pupazzi di neve, e tutti sembrano divertirsi ballando e cantando.
Arrivati in paese, i ragazzi invitano subito le rispettive dame a danzare e andranno avanti per tutta la notte.
Tutto questo girare, saltare e volteggiare mi fa venire il capogiro. Ti dispiace se ci fermiamo un momento Hans?
Certo che no! Sono un po’ stanco anch’io. Parlami di te, di cosa ti piace, di cosa vuoi… insomma, io voglio conoscerti meglio.
Hans, ascolta. Sei un caro ragazzo ma sono ancora turbata da una brutta relazione e non mi sento ancora pronta per affrontare anche una semplice amicizia…
Devi sapere che noi ragazzi di montagna, siamo delle persone pazienti… aspetterò che sia tu a cercarmi per parlare, sei d’accordo?
Mi sembra una soluzione accettabile. Non vorrei che ci rimanessi male o pensassi male di me, ho voglia di conoscerti anch’io ma non mi sembra il momento giusto, tutto qua.
Aspetterò il tempo necessario!
Dopo questo chiarimento i due ragazzi si rimettono a ballare divertendosi molto e passando ore liete e felici.
La festa finisce al sorgere del sole e tutti ritornano stanchi ma divertiti alle proprie abitazioni. Ale e Sonia sono riportate a casa dai loro cavalieri e dopo un veloce saluto i ragazzi ripartono.
Le ragazze si svegliano, che è ormai sera inoltrata. Sonia prepara uno spuntino e Ale cerca di riattizzare le braci nel camino. Passano la serata e quasi tutta la notte accovacciate davanti al camino a parlare della festa e dei loro cavalieri.
Ale si sveglia baciata da un raggio di sole entrato dalla finestra, chiama l’amica e prepara la colazione.
Dopo qualche minuto bussano alla porta. Rudolf era venuto a controllare che le ragazze stessero bene ed ad accertarsi che non avessero bisogno di niente.
Bella festa, vi è piaciuta? Vi siete divertite? Spero che i ragazzi si siano comportati a dovere!
Certo, certo! Ti assicuro che sono stati dei perfetti cavalieri, e ci siamo divertite moltissimo. I ragazzi sono a casa? Scommetto che dormono ancora!
Veramente, Hans e Victor sono partiti stamani presto!
Partiti? Ci avevi assicurato che sarebbero stati qui per la festa che dura un’intera settimana.
Di solito è così, ma questa volta sono tornati sull’altro versante, dove lavorano e vivono, dopo un solo giorno di festa. Sono venuto anche per questo. Per chiedervi se era successo qualcosa che avesse indotto Hans ad andare via così presto. Veramente Victor voleva restare, ma poi ha deciso di andare via con Hans.
Ale intuisce il comportamento di Hans, è andato via per non farle pressioni, era solo sua la colpa se i due ragazzi erano ripartiti così presto.
Assicuratosi che nulla di grave ha spinto i ragazzi a ripartire frettolosamente, Rudolf ritorna in paese per tranquillizzare Greta.
Ora mi spieghi cosa avresti detto a Hans per farlo scappare via? Ti rendi conto che si è portato via anche il mio Victor?
Ale scoppia in lacrime e chiede scusa all’amica. Sonia le assicura che stava solo scherzano, e si fa raccontare quello che lei ed Hans si sono detti.
Meno male! Pensavo che lo avessi cacciato via, invece è stato solo un gesto che lui ha fatto per non sottoporti a pressioni.
Io però mi sento maledettamente in colpa anche verso i suoi genitori che già lo vedono di rado. Ho deciso, scendo in paese e vado a parlare con Greta, non voglio che mi ritenga troppo responsabile di questa situazione.
Aspetta dove vai! Ti ci porto io in paese.
Passata mezz’ora le ragazze sono già davanti la porta di Greta, bussano e la donna le fa accomodare. Ale spiega e racconta cosa ha detto a suo figlio e ciò che l’ ha portata a dirgli quelle parole. Gli occhi di Greta s’inumidiscono pensando a quanta sofferenza questa giovane ragazza ha già sopportato.
Prendi un po’ di the, ti farà sentire meglio in un momento.
Solo dopo che è partito ho capito che per me Hans è più importante di quanto volessi ammettere. Devo assolutamente raggiungerlo per farlo tornare, devo andare da lui, parlargli, spiegargli che non volevo che andasse via.
Piccola mia, non è un viaggio per una ragazza delicata come te. Bisogna risalire la montagna per poi ridiscenderla dall’altro lato ed è un viaggio pesante perfino per un uomo.
Non m’importa, io devo andare da lui.
Non essere cocciuta Ale, se Greta ti ha assicurato che è pericoloso, non puoi andare. Vedrai che tra qualche giorno ritorneranno.
Non posso attender ancora! La mia vita non deve essere più fatta d’attese inutili e non voglio più sprecare un solo attimo per la mia stupida paura di soffrire. Credetemi, ho più paura di perdere Hans.
Se ne sei convinta, ti ci porto io!
Ti ringrazio Rudolf, ma è una cosa che devo fare da sola.
Non conosci la strada potresti perderti… ti accompagno io non essere testarda figliola.
Hai ragione! Ti ringrazio molto per la tua gentilezza Rudolf, non lo dimenticherò mai.
Con queste parole, la ragazza abbracciò calorosamente il suo nuovo amico che la cinse in un abbraccio paterno.
Il mattino dopo Sonia ed Ale erano pronte per partire scortate da Rudolf. Salirono sul “gatto delle nevi” che era l’unico mezzo per arrivare dai ragazzi, e dopo le raccomandazioni e un’abbondante colazione a sacco preparata da Greta i tre partirono.
Giunsero nei pressi della baita dove vivevano i ragazzi che era già sera inoltrata. Ale, chiese di non avvicinarsi troppo all’abitazione – per evitare che li sentissero arrivare – Rudolf fermò il mezzo, a circa cinquanta metri dalla casa. Ale ne scese e si diresse alla baita.
Davanti alla porta ebbe un attimo d’esitazione, s’ispirò coraggio e bussò!
Per mille folletti dei boschi! Tu cosa ci fai qui? Stai bene? Devi essere impazzita per arrivare fin qui con questo tempo. Entra!
Victor la fece entrare e la rifocillò con una tazza di caffè caldo davanti al camino.
Ora mi fai capire come saresti arrivata? Non puoi essere venuta sola!
Sono venuta per Hans!
Non lo avevo capito!
Mi ci ha accompagnato Rudolf e c’è anche Sonia! Sono fuori che aspettano.
Victor esce e fa un cenno ai due che erano poco distanti sul mezzo da neve.
Entrate che fuori si gela.
Fatti accomodare tutti, Victor chiede spiegazioni su quest’inaspettata visita.
Lo so che siete ritornati qui per colpa mia.
Non esagerare! Hans mi ha riferito che voleva tornare per non metterti fretta, perché se fosse rimasto avrebbe voluto vederti tutti i giorni.
Non lo vedo dov’è? – Chiese il padre –
E’ alla baita di Kurt per aiutarlo a sistemare delle assi, vedrete che tra poco sarà qui.
Sonia, tu e Victor fate in modo che i ragazzi possano parlare tranquillamente, io prenderò il gatto delle nevi e scenderò in paese. Quando Hans arriverà deve aver la possibilità di chiarirsi a tu per tu con Ale.
D’accordo Rudolf! Lasceremo i due piccioncini da soli.
Poco dopo la partenza di Rudolf, i ragazzi sentirono arrivare la moto slitta di Hans. Victor mandò Sonia in una stanza al piano superiore e fece nascondere Ale in cucina.
Fuori ci sono almeno Dieci gradi sotto zero! Era una questione urgente altrimenti non sarei mai uscito!
Hans si siede vicino al fuoco e chiede a Victor di preparargli un caffè.
Mi dispiace amico, ma il caffè è finito ed io vado a dormire. BUONA NOTTE!|
Il caffè è finito? Te ne vai a dormire? Hai preso una botta in testa per caso? Solo tre settimane fa ho comprato dieci chili di caffè!
Guarda in cucina allora! Io non l’ ho trovato! Notte!
Guarda se Victor mi debba far impazzire così! Borbottò fra se e se il ragazzo. Sicuramente, non ha guardato in dispensa – apre gli sportelli del mobile e continua a borbottare - da quando siamo tornati ha la testa fra le nuvole. Forse non dovevo farlo tornare con me.
Forse non dovevi partire nemmeno tu!
Al suono di quella voce rotta dai singhiozzi del pianto, Hans si girò di scatto. Era proprio LEI! Era seduta nella sua cucina e stava piangendo. Corre verso di lei e la stringe a se.
Non posso crederci! Sei arrivata qua da sola o con qualcuno? Non importa, sei qui, ora!
Io non volevo che andassi via… ma dopo la tua partenza ho capito che eri molto importante per me e non volevo aspettare per dirtelo.
E’ meraviglioso! Sono tornato a casa perché io sapevo già quanto tu fossi importante per me, ma non volevo condizionarti, dovevi capirlo da sola e lo hai fatto.
Sono felice di essere qui!
Io di Più!
Si stinsero in un caldo abbraccio e si baciarono appassionatamente. Niente più separò i nostri due innamorati, che passarono il resto della vita, ad essere felici.
Fine
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