Summer love

di bluebjc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. One ***
Capitolo 2: *** 2. Two ***



Capitolo 1
*** 1. One ***


« Just promise that you won’t forget we had it all     
Cause you were mine, for the summer     
Now we know it’s nearly over     
Feels like snow in September     
But I always will remember     
You were my summer love     
You always will be my summer love.  »


One

 

 

Si alzò svogliatamente come ormai era solita fare tutte le mattine. Metà quadrimestre. Mancava solo metà quadrimestre e poi la sua tortura sarebbe finita. Mise il caffè a fare e spostò il suo corpo davanti allo specchio.
I suoi capelli leggermente mossi facevano di contorno al suo viso roseo. La sua lunga chioma bruna raramente era mossa; al novantanove percento la spazzola avrebbe disteso i suoi capelli a tal punto da farli diventare spaghetti. Li preferiva di gran lunga mossi.
Continuò a osservare attentamente la figura riflessa nello specchio. I suoi occhi erano color caramello, lei adorava definirli così. In realtà alcuni giorni tendevano a scurirsi, mentre altri a schiarirsi. Per questo odiava i suoi occhi. Erano il suo punto debole, la tradivano. Quando piangeva, o a contatto con l’acqua, questi tendevano a schiarirsi; tingendosi di un verdognolo, ai suoi occhi orribile.
Il rumore del caffè che fuoriusciva la distolse dai suoi pensieri, e ancora intontita si diresse verso la calda moca. Non era come i soliti inglesi, che di mattina mangiavano di tutto e di più, lei si accontentava di uno sbrigativo e caldo caffè. Il suo stomaco era debole, non avrebbe di certo retto pancetta e roba varia di prima mattina.
Finito il suo caffè, si vestì semplicemente e di nuovo si recò davanti allo specchio. Il suo corpo era così esile, lei era esile sia fuori che dentro, ma non lo dava a vedere agli altri. Era tardi, sarebbe dovuta uscire di casa ora, in quel preciso istante, se no sarebbe arrivata tardi a scuola. Prese la cartella e se la poggiò su di una spalla.
-Io vado.- gridò ai genitori, che ancora dormivano.
Appena uscì di casa fu avvolta dalla gelida aria mattutina tipica di Londra. Amava Londra. Lei e Londra erano gemelle.
 
Senza neanche accorgersene si ritrovò davanti alla sua scuola.
“Soli altri tre anni e poi sarai libera” pensò rassicurandosi.
Si alzò sulle punte, in cerca di trovare Sam e le altre. Ma due calde mani le avvolsero gli occhi. Era decisamente lei, la sua migliore amica.
-Sam finiscila di fare la stupida so che sei tu.- Si girò travolgendo in un caloroso abbraccio l’amica dai lunghi capelli rossi. Sam era bellissima. I capelli rossicci le solcavano la schiena fino ad arrivare al fondoschiena, formando tanti boccoli e incorniciando perfettamente il suo viso. Le sue guance erano cosparse da adorabili lentiggini, che la rendevano ancora più perfetta. Lasciando perdere i suoi occhi color ghiaccio, identici a quelli di suo fratello.
-Baby mi sei mancata.- le sussurrò Sam, ricambiando affettuosamente l’abbraccio.
-Anche tu. Hai visto le altre?-.
-Non stai parlando con Kate, io sono Sam e sono appena arrivata.- risero entrambe ripensando all’amica “perfettina” che arriva a scuola costantemente in anticipo.
-Probabilmente sarà già in classe a ripetere. Mentre Jan e Liz saranno da qualche parte qua in mezzo.- continuò la rossa.
-Presenti.- annunciarono le due amiche sentendosi chiamare in appello.
-Parli del diavolo e spuntano le corna.- costatò la rossa, facendo scoppiare in una clamorosa risata le amiche.
-Sam finiscila.-
-Qualcuno sa dov’è Kate?- s’intromise la bruna, interrompendo la divertente conversazione.
-Io sì. Mi ha mandato un messaggio, oggi non si sentiva molto bene, quindi non viene.- rispose Liz.
Liz era il contrario di Jane. Liz era bionda e riccia, Jane bruna e riccia, e gli occhi di quest’ultima erano scuri. Mentre quelli della bionda erano di un celeste limpido, sembravano essere parte del mare. Inutile dire che erano bellissime entrambe. E poi vi era Kate, i suoi capelli erano castano chiaro, tendenti al biondo, e lisci; i suoi occhi erano anch'essi scuri, così scuri da poter essere paragonati al petrolio.
 
Due enormi mani avvolsero l’esile corpo della rossa.
-Amore mi sei mancata.- sussurrò il bel bruno alla sua ragazza.
-Ciao ragazze.- poi si rivolse alle tre amiche della ragazza, tutte tre bellissime.
-Ciao Matthew.- risposero in coro le tre ragazze.
-Bambole io vado, il mio ragazzo mi reclama.- Sam salutò le amiche.
-Ah, bambola numero uno- si rivolse alla sua migliore amica, Joey. Che si girò verso la rossa con aria interrogativa.
-Ci vediamo dentro, tanto sono sicura che sarai tu a cercarmi-. La bruna era sempre più confusa, e rimase lì impalata a guardare la sua migliore amica allontanarsi con il suo ragazzo. 

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Capitolo 2
*** 2. Two ***


                                                                                        «  In un mondo che   
non ci vuole più    
il mio canto libero sei tu.    
…    
In un mondo che    
prigioniero è     
respiriamo liberi io e te. » 

Two

 


 

Joey camminava con le tre amiche per i corridoi della scuola. Tutto d’un tratto i suoi occhi si inumidirono, e si bloccò di colpo.
Alla visione del ragazzo le sue gambe erano diventate gelatina, stava per crollare. Non poteva crederci, si strofinò ripetutamente gli occhi, ormai solcati dalle salate lacrime. Forse era una sua allucinazione, o forse stava sognando. Sì perché le sembrava di stare in un sogno, quel sogno che costantemente si era impossessato delle sue notti dopo la partenza del ragazzo.
-Joey che hai?- le domandò Jane.
-Joey cosa ti succede?- le domandavano preoccupate le amiche.
Non ascoltava più nessuno, non esisteva più nessuno, riusciva a vedere solo lui. E la ragazza poté giurare che il mondo per lei finì, quando il ragazzo posò i suoi occhi color ghiaccio sul suo corpo. Le rivolse un candido sorriso e allargò le forti braccia, incitandola a rifugiarsi fra di esse, l’unico luogo dove lei si sentiva al sicuro, come ormai non accadeva da anni. Come una bambina si mise a correre verso il suo migliore amico, colui che non vedeva da ormai quasi due anni. Si bloccò a un passo da lui, che la tirò per un braccio facendo aderire il corpo della ragazza perfettamente con il suo, poi la circondò con le sue lunghe braccia, facendola sentire protetta e facendo scomparire ogni suo dubbio. Lui non era cambiato, loro non erano cambiati.
-Shhh piccola, sono qui. Non piangere.- le sussurrò piano all’orecchio, così piano da far sì che solo lei sentisse quelle sue parole, come se fosse il loro segreto.
-Louis, sto sognando vero?- chiese la bruna al ragazzo. Il pensiero di lasciarla non sfiorava minimamente la sua mente.
-No, sono io piccola. Sono tornato.-
-Mi sei mancato per l’amor di Dio, non sai quanto.- continuò lei, senza riuscire a smettere di piangere.
-Anche tu bambina, non c’era giorno in cui non ti pensavo.- Louis scoppio in una risata sommessa, mentre l’altra, ancora stretta fra le sue braccia, lo guardava interrogativa.
-Sai- riprese il ragazzo –è ridicolo pensare che hai avuto la stessa reazione di mia sorella.- disse Louis, facendo riferimento a Sam. Quella affermazione fece curvare in un sorriso le labbra di Joey.
-Ma ora basta piangere. Sono tornato e rimarrò. Sai, temevo che dopo la mia partenza non avreste smesso di piangere fino al mio ritorno per la grande perdita di un ragazzo fantastico e ora ne ho avuto la conferma.- affermò Louis, vantandosi. Joey non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
-Ma smettila.- disse la bruna, rivolgendo un buffetto al ragazzo. Finalmente si erano ritrovati.
 
-Ma aspetta, quindi Sam sapeva che eri ritornato e non mi ha detto niente?- chiese Joey. all’amico. Ormai era un’ora che parlavano passeggiando per il cortile della scuola, avevano deciso di saltare la prima ora.
-Oh sempre più perspicace, Watson.-
-Louis finiscila di prendermi per il culo e rispondi alla domanda.-
-Si, lo sapeva e non ti ha detto niente. Ma calmati, non te la prendere con lei, glielo chiesto io, volevo farti una sorpresa. E poi lei non sa che con me è tornato anche Harry.-
Sapevano entrambi che Sam e Harry erano destinati a stare insieme. Lei era fatta per lui. Lui era fatto per lei. Ma erano troppi codardi e orgogliosi per ammettere i propri sentimenti all’altro o all’altra. Ma il problema non era solo quello, erano anche troppo codardi e orgogliosi per ammetterlo a tutti, per sino a loro stessi.
 
-E se non s’incontrano?- domandò la bruna al suo migliore amico.
-Si incontreranno, sbaglio o quest’anno tu e Sam frequentate un corso con quelli del quarto?- Ora che la bruna ci rifletteva bene Louis aveva ragione, quest’anno vi erano ben due nuovi corso frequentati dagli alunni del terzo anno, come le due amiche, e da quelli del quarto, come Louis e Harry, e loro senza perdere tempo erano state le prime a iscriversi.
-Si, ma non vuol dire che Harry si sia iscritto a quel corso. -
-Ed è qui che casca l’asino.-
-Louis smettila di fare il filosofo coglione.-
-Sei solo gelosa della mia intelligenza e questo ti rende patetica.- affermò Louis mettendo il broncio.
-E dai Louis. Dimmi cosa centrano Harry e Sam con il corso. Farò tutto quello che vorrai-.
Louis sembrò pensarci e dopo un po’ annui soddisfatto.
-Allora come pegno sto pomeriggio dovrai venire a casa mia-.
-Se questo lo chiami un pegno; per me era scontato- rispose la ragazza, scoppiando a ridere sommessamente seguita dall’amico.
-Allora prima di scegliere i corsi mi sono informato sui vostri di corsi; e ho letteralmente costretto Harry a iscriversi a quel corso per avere un corso in comune con Sam, e naturalmente mi sono iscritto anch’io per avere un corso in comune con voi.-
-Louis Tomlinson, tu sei un fottuto genio.- disse la bruna prima di scaraventarsi sul ragazzo.

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