Jade

di refit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** MyLife ***
Capitolo 2: *** Kiss ***



Capitolo 1
*** MyLife ***


...
Finally I can see you crystal clear
Go head and sell me out
and I'll lay your shit bare

See how I leave with every piece of you
Don't underestimate the things that I will do

There's a fire starting in my heart
Reaching a fever pitch
And its bring me out the dark

 

Furono le parole che mi svegliarono quel 13 aprile.

Erano le 7.30, mi alzai di malavoglia e andai in direzione dello specchio; non mi ero ancora ripresa dalla nottata precedente. Stefania, la mia migliore amica, aveva organizzato un party per i suoi 21 anni ed io ero rincasata verso le tre. Ero arrabbiata, non avevo alcuna intenzione di perdonare Arturo per avermi fatto quella scenata di gelosia quella stessa sera.

La mia immagine riflessa nello specchio era amareggiata; I miei capelli rossi erano in disordine, il trucco era sbavato, ero così stanca che mi ero dimenticata di struccarmi..

Andai in cucina, preparai la moka e nel frattempo accesi il telefono. Trovai dieci chiamate perse di Arturo e due di Stefania. Sentii un rumore dalla cucina: il caffè era pronto. Lo versai nella tazza, misi un cucchiaino di zucchero e lo macchiai con il latte. Lo bevvi frettolosamente e andai a farmi una doccia; quel giorno avevo un appuntamento importante: era il mio primo giorno all'ambulatorio. Quella mattina il mio datore di lavoro mi avrebbe spiegato e mostrato i miei compiti come ausiliare veterinario.

Mi asciugai i miei lunghi boccoli; indossai una maglietta semplice blu, un paio di Jeans chiari e delle converse basse bianche. Mi truccai leggermente: non volevo sembrare una ragazza frivola.

Presi borsa, cellulare e chiavi e scesi nel parcheggio, dove si trovava la mia Punto MyLife.

L'ambulatorio si trovava nel centro storico di Milano ed io ci misi venti minuti, dato che abito in un appartamento in periferia.

Ad accogliermi all'entrata, in compagnia di due cani e un pappagallo, fu un'infermiera che mi accompagnò nell'ufficio di Alex, il mio capo. Aprii la porta e mi ritrovai difronte ad un uomo, sulla trentina, indaffarato a scrivere al computer. Alzò il viso e venni catturata dai suoi occhi cerulei, aveva i capelli brizzolati e la barba incolta. Sotto il camice bianco, indossava una camicia azzurra; non feci in tempo ad esaminarlo ulteriormente che liberò un enorme sorriso.

“Buon giorno Jade, la stavo aspettando.”

“Buongiorno” dissi con un sorriso a trentadue denti.

 

“Pronta per il tuo primo giorno?”

“Assolutamente” risposi entusiasta.

Dopo avermi fatto fare un giro dell'ambulatorio e presentato agli altri colleghi, mi unii a miei nuovi compagni e comincia a lavorare.
Alle quattro staccai.

Salii in macchina e ricordandomi delle chiamate perse mi diressi verso casa di Stefania.


...

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Capitolo 2
*** Kiss ***


                                                                                                                            ...
"Chi è?"

"Io, mi apri?"

"Sali"

Entrai nel portone color legno della palazzina arancione dove abitava Stefania; Salii le scale e giunsi alla porta dell'appartamento che trovai già aperta.

La mia amica era sul divano a fissare lo schermo spento della TV con in mano una tazza di tè. Entrai timidamente, chiusi la porta e stetti immobile aspettando un suo segno di vita. Alzò lo sguardo verso di me per poi riportarlo nella sua tazza. Andai a sedermi accanto a lei.

“Come stai?”

“Bene.” rispose apaticamente Stefania. “Hai chiarito con Arturo?”

“ No, non ci parliamo da ieri sera. Tu ci hai parlato?”

“Si, è davvero dispiaciuto, ma gli piaci....”

“Te lo ha detto lui?”

“Non c'è bisogno che lo dica, si vede lontano un miglio...” E si alzò a riempire la tazza ormai vuota.

“Come mai mi hai chiamato ieri sera?”

“Non ti trovavo più e Arturo continuava chiedermi dove eri finita.”

“E tu si può sapere cos'hai?”

“Pensavo lo sapessi, che lo avessi capito...”  Mi rispose trattenendo le lacrime.

Avevo notato certe sue attenzioni nei confronti di Arturo, ma non avrei mai pensato...

“Ti piace...?” chiese con un filo di voce Stefania.

“N-no!” risposi stupita dalla sua domanda inaspettata. “ A te piace?”

“... un po'.....”

“Un po' tanto!” le dissi “ Mi dispiace, non era mia intenzione farti ingelosire, a me non piace Arturo. Non mi ero mai accorta delle sue attenzioni....” Mi alzai dal divano, la raggiunsi al lavello e l'abbracciai. “ Non ti preoccupare, ti aiuterò io. Per prima cosa stasera andiamo a divertirci! E non dirmi di no, altrimenti ti porto via con la forza.” Le dissi cercando di convincerla. Mi sorrise debolmente e andammo in camera per decidere l'outfit della serata.

Io scelsi un vestito rosa cipria che arrivava poco più sopra del ginocchio e una cintura nera, il tutto abbinato a delle decolleté nere. Stefania indossava invece un corpetto nero con dei jeans aderenti e degli stivaletti col tacco anch'essi neri.

Prendemmo la metro e in pochi minuti arrivammo in centro a Milano. Camminammo per un po' e notammo una lunga fila che partiva da una discoteca, così decidemmo di metterci in coda. Non si scorgeva l'inizio. Circa un'ora dopo ci trovammo davanti all'entrata con il buttafuori. Era un ragazzo alto e muscoloso, sicuramente avvenente, con occhi verdi e dei bellissimi riccioli biondi.

“Siete sulla lista?” ci chiese.

Io ero completamente rapita da quegli occhi e Stefania accortasi della mia situazione mentale prontamente rispose: “Ehm.. No.. Ma abbiamo degli amici dentro!” Mentì.

“Mi spiace, non posso farvi entrare se il vostro nome non compare sull'elenco.”

Quasi come risvegliata da un lungo letargo capii le sue parole e tentai di replicare, ma niente. Era impossibile fargli cambiare idea. “Ti prego!” Ritentai.

“Le bambine non possono entrare.” disse in modo arrogante.

“Ma chi ti credi di essere per darci delle bambine?!” dissi perdendo le staffe.

“Io faccio solo il mio lavoro se..”

“Loro sono con me!” disse una voce alle nostre spalle. Una ragazza alta, snella con lunghi capelli biondo cenere e occhi azzurri ci superò e salutò il buttafuori, che le sorrise e ci lasciò passare.

Entrate la ragazza ci disse: “Scusate ragazze, ma è un tipo scontroso, però quando lo si conosce è il ragazzo più buono del mondo. Comunque piacere, Claudia.”

“Piacere, noi siamo Stefania e Jade.” disse la mia amica. “Grazie per averci fatto entrare!” aggiunsi io.

“Ora devo andare. È stato un piacere conoscervi”

Ci salutammo e io e Stefania ci dirigemmo alla pista da ballo. Iniziammo a scatenarci. Eravamo senza pensieri, volevamo solo divertirci e non ci preoccupammo delle conseguenze di tutto l'alcohol che avevamo ingerito.

Ad un tratto vidi avvicinarsi una figura a me familiare. Era Arturo. Cosa voleva ancora?!

“Arturo. Anche tu qui.”

“Scusami Jade, davvero, mi dispiace di essermi comportato in quel modo..”

Inebriata dall'alcohol non trovai la forza per discutere con lui e così lo perdonai. Nel frattempo avevo perso di vista Stefania. L'ultima volta che l'avevo vista era seduta su un divano con un ragazzo che non conoscevo. Arturo mi offrì da bere e io accettai senza pensarci troppo.

                                                                                                                                 ….

Mi risvegliai in un letto che non era il mio avvolta in delle morbide lenzuola azzurrine. Riconobbi subito i vestiti e le foto sulla scrivania di fronte al letto; mi trovavo nel letto di Arturo. Ma come ci ero finita? E cosa più importante, lui dov'era?
Mi alzai e notai di avere ancora indosso i vestiti della notte precedente. Uscii dalla camera.

“Arturo..?” chiamai incerta. E subito uscì da una stanza e mi venne incontro.

“Ehy, ti sei svegliata! Come stai?” mi chiese premuroso.

“Ho un forte mal di testa.. Sono confusa. Perchè mi trovo qui?” chiesi frastornata.

“Non mi sorprende. Ieri sera hai bevuto troppo e ti si addormentata sul bancone del bar. Non ricordi niente?”

“N-no. L'ultima cosa che mi ricordo è Stefania su un divanetto abbracciata ad uno sconosciuto.”

“Ah.. Se vuoi posso aiutarti” Mi disse, e senza aspettare una mia risposta si avvicinò a me, mi cinse i fianchi e il suo viso si avvicinò così tanto da sentire il suo respiro sulla pelle. Sentii le sue labbra sulle mie. Erano calde e soffici; Mi lasciai trasportare dall'emozione di quel bacio.
 
                                                                                                                         …

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