May the odd be ever in your favor

di Cathi
(/viewuser.php?uid=418080)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 Li vedo mentre prelevano il mio DNA e lo mettono in una fiala, li vedo quando spostano il mio corpo su un lettino e mi tolgono i vestiti sporchi di sangue rimettendomi il vestito della mietitura.

Il bel vestito rosso fuoco che mi ha portato al macello e la spilla della ghiandaia imitatrice.

Potreste pensare che i dottori mi stiano rimettendo in sesto dopo un’ipotetica vittoria, ma vi sbagliereste.

Potreste pensare che sono solo semi sveglia e viva, ma vi sbagliereste.

Potreste pensare che sono morta in modo facile e veloce, ma vi sbagliereste.

Un becco rosa di un uccello artificiale che trapassa il collo da sinistra verso destra, non è esattamente un bel modo di andarsene.

Metterci mezz’ora  perchè il tuo sangue sia così poco da non bastare più, non è un modo veloce di andarsene.

Ho sempre pensato che me ne sarei andata combattendo, magari trapassata da una lama, o con un coltello nella schiena, ma combattendo.

Andarsene dopo mezz’ora di dolori che ti uccidono e troppa poca forza per piangere , stringendo la mano di una persona che ti è stata amica ,non è andarsene combattendo.

Avevo sedici anni.

Potreste pensare che è ingiusto, e forse avreste ragione. Ma per me è ingiusto che a dodici anni si muoia con una spada nel cuore.

Isabelle Poser, dodici anni, distretto dodici.

Prima vittima del bagno di sangue alla Cornucopia, un bastardo Favorito a cui non aveva fatto nulla.

Andree Breston, tredici anni, distretto dodici.

Decapitato al banchetto della Cornucopia , cercando di procurarsi del cibo.

Maysilee Donner, sedici anni, distretto dodici.

Uccisa da un ibrido di Capitol City.  Bhe io ce l’avrei fatta.

Sono arrivata quarta ,pensate che gioia!

Haymitch Abernathy, diciassette anni, distretto dodici.

Vincitore dei Cinquantesimi Hunger Games, ha superato 47 di noi.

Haymitch però ha un conto salato con la capitale.

Ha usato il campo di forza dell’arena per vincere e non l’ha passata liscia.

Sono partita con il bel vestito rosso indosso ,la spilla puntata e  i lunghi capelli neri in uno chignon.

 Sono tornata diversamente.

La differenza sostanziale è che se prima il mio collo roseo era integro e  invidiato, ora è lacerato brutalmente e poi c’è da contare il cuore.

Quello due settimane  fa batteva.

Me la sono cavata bene in quell’arena dopotutto.

Ho raccolto solo uno zaino dalla Cornucopia e vi assicuro che con 47 ragazzi pronti ad uccidermi non è stato  facile.

Me la sono cavata per un po’.

Poi è arrivato Haymitch.

Gli ho salvato la vita, in fondo qualcosa di buono l’ho fatto nella mia breve vita.

Ricordo perfettamente gli ultimi giorni di vita.

Haymitch era stato attaccato da tre Favoriti, ne aveva decapitati due,ma era disarmato e il terzo lo avrebbe ucciso.

Gli ho conficcato un dardo avvelenato nel collo.

Siamo diventati alleati, per una settimana siamo sopravvissuti a continue colate di lava e ad un intero bosco pronto ad ucciderti coi veleni.

Sono stati i miei alleati principali.

Abbattevo i tributi sulla mia via con dardi avvelenati lanciati da una cerbottana di metallo.

Sono stati rilassati i miei ultimi giorni nell’arena.

Abbiamo continuato ad uccidere i malcapitati che incrociavamo, abbiamo riso, scherzato e ci siamo voluti un gran bene.

Poi Haymitch si è fissato sulla fina dell’arena.

“Finirà da qualche parte no?” mi ha detto insistendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


L’ho seguito fino al campo di forza e la ho rotto l’alleanza. Me ne sono andata. Ho camminato per qualche metro poi li ho visti. Uno stormo di quattro uccelli rosa confetto con un becco lunghissimo e appuntito. Erano piccoli e veloci. Ne ho abbattuti tre senza fatica, e il quarto mi è stato fatale. L’ho perso di vista e ho continuato a camminare per un po’. Mi ha puntato sul collo gli occhietti verde smeraldo e in meno di un secondo si conficcava nella mia pelle , recidendomi qualche vena vitale. Ho lanciato un grido strozzato con il fiato che mi rimaneva e mi sono accasciata a terra sperando che la mia agonia stava finendo. Mi sbagliavo di grosso. Ho visto Haymitch correre nella mia direzione, l’ho visto uccidere l’uccello del diavolo e pregarmi di non lasciarlo. “Uccidimi” gli ho chiesto ripetutamente. Ha scosso la testa , mi ha pulito per dieci minuti il sangue che continuava a sgorgare. Mi stringeva la mano e mi asciugava le lacrime. “May, sono sicuro che ci manderanno qualcosa, un bendaggio, una medicina! May non andartene tu ce la farai, May ti prego” Per quanto le sue parole mi davano speranza sapevo che sarei morta alla breve. “Uccidimi Haymitch” gli ho sussurrato un’ultima volta. Ha scosso la testa e ha poggiato le sue labbra sulla mia guancia umida prima che divenisse fredda e immobile come me. Quando il mio respiro è scomparso, mi ha poggiato dei piccoli fiori tra i capelli legati. Mi sono seduta accanto a lui mentre il mio corpo volava su un hovercraft . Piangeva la mia morte. Haymitch Abernathy, che mi era sembrato di marmo. Haymitch Abernathy ,che non sorrideva mai. Haymitch Abernathy, che piangeva per me. Perchè nonostante tutto infondo siamo uomini. E senza cuore saremmo solo macchine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1814156