Prima di iniziare a mangiare, e dopo
aver assistito alla cerimonia dello Smistamento, Silente si alzò in piedi, per
il solito discorso di inizio anno.
- Un caloroso benvenuto ai nuovi
studenti, e un altrettanto sentito bentornato agli altri: un nuovo anno sta per
iniziare, un anno completamente diverso rispetto ai precedenti. Voldemort è
stato definitivamente sconfitto. -
Ovviamente la notizia non era nuova, ma
il sentirlo dire così apertamente era, in un certo qual modo, liberatorio; nella
Sala Grande scoppiò un fragoroso applauso, rivolto soprattutto ai tre ragazzi
che si erano distinti nella battaglia contro il Signore Oscuro: Harry, Ron e
Hermione.
Dopo che l’applauso scemò, Silente
riprese a parlare: - Come stavo dicendo, un nuovo anno è in procinto di
iniziare, e confido che quest anno vi saranno piacevoli cambiamenti. -
Non c’era bisogno di precisare a cosa
si riferisse Silente: il Preside intendeva che, una volta sconfitto Voldemort, i
Serpeverde dovevano smettere di essere giudicati come Mangiamorte, e loro stessi
dovevano smettere di comportarsi in maniera dispregiativa verso le altre case,
come avevano invece fatto negli anni precedenti.
- Ricordo ai ragazzi del sesto e
del settimo anno, inoltre, che potranno partecipare alla Cerimonia delle
Aurore Boreali, che si terrà
a novembre: sarà un evento molto importante, e confido che farete del vostro
meglio per mettere in buona luce la scuola. Detto questo, il signor Gazza
appenderà nelle bacheche di ciascuna casa tutte le informazioni riguardanti la
cerimonia, insieme ad un elenco dettagliato di tutti gli oggetti proibiti all’interno della scuola. Anche
se, naturalmente, sono sicuro che, come ogni anno, voi studenti userete la
vostra fantasia per trovarne di nuovi - commentò Silente, con un sorriso
divertito.
- Infine, informo gli studenti di
Serpeverde che presto verranno nominati i Caposcuola della loro Casa. Bene, ora
che ho finito con le informazioni di servizio, vi invito a godervi il nostro,
come sempre fantastico, banchetto! - esclamò il Preside, sedendosi.
Immediatamente, le quattro tavolate si
riempirono di cibi e bevande, e gli studenti affamati iniziarono a
mangiare.
- Compe fmai fi Caps.. - provò a
chiedere Ron, ma Hermione lo fermò con un gesto della mano.
- Prima inghiotti, Ronald, e dopo
parli. -
Il rosso deglutì rumorosamente, poi
riprese: - Stavo dicendo, come mai i Caposcuola di Serpeverde non sono ancora
stati nominati? -
Harry bevve un sorso di succo di zucca,
poi alzò le spalle: - Probabilmente Silente ha preferito aspettare e vedere chi
di loro sarebbe tornato a scuola, prima di eleggerli. -
Hermione annuì: - Sono d’accordo con
Harry, sicuramente Silente si aspettava che qualche studente di Serpeverde non
si sarebbe presentato, quest anno. -
- Ma così non è stato, no? Voglio dire,
a me sembra che ci siano tutti.. - disse Ron, e i tre si volsero verso la
tavolata della Serpi, percorrendola con lo sguardo.
- Ron ha ragione, mi sembra che non
manchi nessuno.. - commentò Harry, e Hermione fece un cenno
d’assenso.
Dopo cena, i ragazzi salirono nei loro
dormitori, esausti.
- Ragazzi, ci vediamo domattina. - li
salutò Hermione, soffocando uno sbadiglio.
- ‘Notte Hermione! - esclamarono in
coro i due ragazzi, e lei li salutò entrambi con un bacio sulla
guancia.
Quella notte, per quanto fosse stanca,
la ragazza non riusciva a dormire: ripensava a ciò che quei Corvonero avevano
detto su Malfoy e gli altri, e su come le parole del biondo fossero intrise di
amarezza. Hermione sentì una fitta al cuore, e non riuscì a spiegarsi il perchè:
dopo anni passati a prenderla in giro, finalmente anche loro provavano
l’umiliazione di essere additati e feriti dagli altri.. ma questo non le dava
soddisfazione, anzi.. si sentiva male per loro.
Non meritavano una punizione: sapeva,
ne era certa, che nessuno di quei ragazzi aveva davvero voluto diventare
Mangiamorte. L’avevano fatto solo perchè non avevano altra scelta, e ora
pagavano le conseguenze di quella costrizione; il pensiero di lei si posò su
Malfoy: il padre era morto, e tutti sapevano che sia Draco che sua madre avevano
chiesto protezione a Silente molto prima della battaglia finale.. si erano messi
contro Malfoy senior, contro Voldemort, contro quelli che, fino a poco tempo
prima, erano stati i loro amici. Avevano fatto una scelta: forse di convenienza,
forse dettata dalla paura, forse perchè credevano veramente nella lotta contro
il Signore Oscuro.. fatta stava, che avevano scelto. E quella scelta li avrebbe
segnati per sempre.
Si rannicchiò in posizione fetale,
chiudendo gli occhi, e l’ultima immagine che le attraversò la mente, prima di
cadere tra le braccia di Morfeo, fu l’espressione indecifrabile di
Malfoy.
Il mattino dopo, Hermione si
svegliò ai primi raggi del sole: si stiracchiò a lungo, cercando di sgranchirsi
le gambe e le braccia, e scese dal letto, dirigendosi verso il bagno. Adorava
avere un bagno tutto suo, non doveva più aspettare che le sue compagne avessero
finito, prima di poterlo usare.. e vi assicuro che, con una compagna di stanza
come Lavanda, bisognava avere molta pazienza.
Si fece una doccia calda, svegliandosi
del tutto, si lavò i denti, si pettinò e si vestì: era pronta, e così decise di
dirigersi in Sala Grande. Sapeva che Harry e Ron sarebbero scesi gli ultimi
cinque minuti, e sapeva anche che, a quell’ora, i due non avrebbero trovato più
niente: scendendo prima, avrebbe tenuto qualcosa da parte per loro.
Girò l’angolo, e s’imbattè in Pansy
Parkinson, da sola; la superò in silenzio, ma fu la mora a parlare.
- Granger. -
Hermione si voltò, stupita dal fatto
che lei gli avesse rivolto la parola.
-
Grazie.. per ieri. Con quei
ragazzi. - disse la ragazza, fissandosi la punta delle scarpe: era imbarazzata,
probabilmente non era abituata a ringraziare qualcuno.
- Figurati.. Pansy.
Non c’è problema. - rispose
Hermione, con un sorriso.
Sapeva di non poter evitare che gli
altri continuassero a guardare lei e gli altri Serpeverde come se fossero dei
lebbrosi, ma almeno poteva essere gentile con loro.
- Pensavi davvero.. quello che hai
detto ieri? - le chiese Pansy.
Hermione la fissò negli occhi: capì che
alla ragazza interessava davvero la sua risposta, era come se cercasse
disperatamente un appiglio, qualcuno che non la giudicasse un mostro.
- Sì, lo penso davvero. E anche Harry e
Ron la pensano come me. - rispose Hermione, dolcemente, e la ragazza vide il
volto della mora distendersi in un lieve sorriso.
- Devo andare.. - disse Pansy, subito
dopo, come se si fosse resa conto di essersi spinta troppo in là.
- Pansy.. se hai bisogno di..
parlare.. io sono qui. - le
disse Hermione, e la mora annuì, entrando in Sala Grande.
Dopo qualche minuto, anche Hermione
entrò nella Sala, andando a sedersi al tavolo, ancora semivuoto, dei Grifondoro:
dire che era stordita, era come usare un eufemismo.
Parliamoci chiaro, non era
assolutamente pentita di ciò che aveva detto a Pansy, o della sua proposta di
cercarla in caso di bisogno. Semplicemente, si era resa conto di avere appena
sostenuto la sua prima conversazione civile con un Serpeverde, dopo sette anni:
certo, meglio tardi che mai.. Silente aveva visto giusto, quando aveva detto
che, quell anno, molte cose sarebbero cambiate.
Come Hermione aveva previsto, Harry e
Ron arrivarono di corsa, cinque minuti prima dell’inizio delle lezioni; senza
dire una parola, Hermione passò loro due piatti pieni di cibo, e i due
iniziarono a mangiare velocemente, scoccando all’amica occhiate piene di
gratitudine.
I tre si diressero poi nei sotterranei:
la loro prima lezione, infatti, sarebbe stata Pozioni; il trio fece appena in
tempo a sedersi, quando la porta dell’aula si spalancò di colpo, facendo entrare
un Severus Piton più stanco e glaciale del solito.
- Seduti. - una parola, che ebbe il
potere di far raggelare la classe.
- Vediamo di non perdere altro tempo:
voglio che mi prepariate una Pozione Rigenerante, e la voglio prima della fine
dell’ora. Gli ingredienti sono sulla cattedra, le istruzioni sulla lavagna.
Mettetevi al lavoro. - disse l’insegnante in tono freddo.
I ragazzi si misero subito al lavoro,
rendendosi conto, già dopo i primi 5 minuti, di quanto la pozione fosse
complicata: persino Hermione, solitamente la più brillante del suo anno,
sembrava avere difficoltà.
Accanto a lei, Pansy Parkinson se ne
accorse: la ragazza si morse più volte il labbro, indecisa sul da farsi,
sembrava combattuta con sè stessa. Infine, sospirò piano, e si sporse verso la
Grifona.
- Devi aggiungere la radice di
Mandragola in polvere.. così la pozione diventerà viola, e dopo potrai
aggiungere il sangue di Unicorno.. - le mormorò la ragazza, stando attenta a non
farsi notare dall’insegnante.
Hermione la guardò stupita per alcuni
istanti, poi fece come la mora le aveva detto, pronunciando un ringraziamento a
fior di labbra.
Pansy sorrise impercettibilmente, e
riprese ad occuparsi della sua pozione.
Allo scadere dell’ora, Piton fece un
giro tra i calderoni e, arrivato alla pozione di Hermione, annuì brevemente col
capo, a segno che la pozione le era riuscita.
Hermione sorrise contenta, e si volse
verso Pansy, accennando un ulteriore ringraziamento con un cenno della
testa.
La ragazza uscì dai sotterranei accanto
a Harry e Ron, i quali si lamentavano della lezione appena affrontata: - Era una
pozione complicatissima! - disse Ron, sbuffando, e Hermione sorrise.
- Hermione! -
I tre si voltarono, mentre una ragazza
mora si avvicinava a loro, sotto lo sguardo esterrefatto dei due
ragazzi.
- Mi servirebbero ripetizioni di
Trasfigurazione.. potresti aiutarmi? - chiese la ragazza.
Hermione sorrise dolcemente: - Certo!
Incontriamoci dopo pranzo in biblioteca, d’accordo? - propose lei.
La ragazza annuì, allontanandosi
rapidamente dal trio.
- Hermione.. cos’era
quella? - chiese Ron
allibito.
- Prego? - chiese di rimando Hermione,
agrottando la fronte.
- Quella.. quella era una
conversazione civile con.. con la Parkinson! E ti ha persino chiesto aiuto! - esclamò Ron, sempre più
confuso.
- E io ho accettato di aiutarla. E’ un
problema? - chiese Hermione, fissando i suoi due amici.
Harry alzò le spalle, come a dire che
per lui andava bene, mentre Ron si affrettò a scuotere la testa: - No, certo che
no.. -
- Allora, discussione chiusa? - propose
Hermione.
I due amici annuirono, e i tre si
avviarono insieme verso la lezione successiva, Erbologia.
- Pansy, che hai detto alla Granger? -
le chiese Malfoy, mentre i due, insieme a Blaise, andavano a Storia della
Magia.
- Le ho chiesto ripetizioni di
Trasfigurazione. - rispose la ragazza con noncuranza.
- Tu.. tu..
che
cosa?! -
- Mi hai sentito, Draco. Le ho chiesto
aiuto. - ripetè Pansy.
- Ma.. perchè?? - chiese Draco,
incredulo.
Pansy si fermò, fissando il
biondo negli occhi: - Perchè è la prima volta che qualcuno ci tende la mano, da
quando il Signore Oscuro è stato sconfitto. Perchè è la prima persona che ci
tratta come esseri umani. E perchè sono stufa di disprezzare gli altri, solo per
nascondere il disprezzo che ho per me stessa. -
Così dicendo, Pansy si allontanò dai
due ragazzi a grandi passi, raggiungendo da sola l’aula di lezione.
La ragazza si sedette in prima fila, da
sola: non aveva nessuna voglia di passare l’ora accanto a Draco. Perchè l’amico
era così maledettamente orgoglioso? Anche lei lo era stata in passato, e molto:
ma ora, le cose erano cambiate, e nessuno di loro poteva più permettersi
atteggiamenti di superiorità. I suoi genitori erano ad Azkaban, e probabilmente
ci sarebbero rimasti per tutta la vita, accusati, giustamente, di fedeltà al
Signore Oscuro; e, con i suoi, anche quelli di Theodore, di Vincent, di Gregory,
di Millicent.. per Draco il problema non si poneva, visto che lui e sua madre
erano passati dalla parte del bene in tempo, mentre il padre.. beh, diciamo che
aveva saltato la parte della prigione, ed era passato direttamente a miglior
vita. Blaise era un caso a parte, perchè lui e i suoi erano passati subito dalla
parte dell’Ordine della Fenice.. ciò nonostante, tutti loro, tutti i Serpeverde,
Blaise compreso, erano considerati Mangiamorte, servi dell’ormai defunto Signore
Oscuro.. Pansy non riusciva neanche a guardarsi allo specchio: sul braccio,
anche se sbiadito, il Marchio Nero le macchiava la pelle, a ricordarle
perennemente l’errore commesso. Ma lei non aveva mai voluto diventare una
Mangiamorte, i suoi l’avevano costretta.. nessuno di loro aveva scelto quella
vita di propria spontanea volontà!
Ma a nessuno importava: per gli
altri, erano solo dei mostri.. tranne che per Hermione Granger.
Lei non li aveva giudicati, anzi..
Pansy ripensò alla sera prima: lei, componente del Trio che si era distinto
nella battaglia contro il Signore Oscuro, e che sarebbe sicuramente stato
ricordato in ogni libro di Storia da lì in avanti, lei
li aveva difesi, aveva difeso gli ex Mangiamorte. E ora, le aveva offerto il suo
aiuto e, forse, la sua amicizia. Forse, per Draco non valeva niente.. ma per
lei, era la cosa più bella che le fosse capitata da tanto, troppo
tempo.
Era ancora persa in quei ragionamenti,
quando Draco e Blaise entrarono in classe, sedendosi in fondo
all’aula.
Draco era arrabbiato con Pansy:
era la sua migliore amica, insieme a Blaise, e la loro amicizia si era
ulteriormente rafforzarta dopo la sconfitta di Voldemort.. ma davvero, non
riusciva a capirla. Perchè voleva a tutti i costi
l’amicizia della Granger?
Non bastava la sua e quella di Blaise?
E’ vero, in quel momento era
difficile vivere con la consapevolezza di essere odiati e disprezzati da tutti..
ma cavolo, giusto con la Granger doveva andare a fare amicizia?!
Già al ragazzo non era andato giù
il comportamento della Grifona, la sera prima: perchè si era messa in mezzo?
Perchè li aveva difesi? Non le bastava essere diventata famosa per aver
combattuto contro Voldemort e i Mangiamorte, doveva a tutti i costi innalzarsi a
paladina della giustizia?
Lui odiava essere difeso da qualcuno, lui non aveva bisogno di nessuno, lui se
l’era sempre cavata da solo, e così sarebbe sempre stato.
Lui.. ma forse, per l’amica non valeva la stessa cosa; aveva visto
l’espressione di Pansy, quando la Granger li aveva difesi e aveva detto loro che
non li considerava dei mostri: il viso della ragazza si era disteso in un
sorriso, e i suoi occhi avevano brillato, per la prima volta dopo
mesi.
E ciò che l’aveva più colpito, del
discorso fatto pochi minuti prima da Pansy, era quando aveva detto che
disprezzava gli altri, per nascondere il disprezzo verso sè stessa: la capiva
perfettamente, perchè, anche se l’avrebbe negato persino sotto tortura, anche
lui si disprezzava. O meglio, si disprezzava in quanto Malfoy; come Draco non lo
sapeva, perchè on aveva mai avuto la possibilità di agire e comportarsi senza
sentirsi addosso la pressione dovuta al suo nome.
Draco sospirò, osservando il profilo
dell’amica, seduta molte file più avanti: odiava ammetterlo, ma doveva scusarsi
con lei.
Nella serra di Erbologia,
Hermione rifletteva sulla piega che avevano preso le cose: possibile che avesse
iniziato a fare.. amicizia.. con Pansy Parkinson? A pensarci bene, non le era sembrata così
antipatica.. anche se, dopotutto, non era più nella posizione di fare troppo la
superiore.
Hermione si chiese anche come l’avrebbe
presa Malfoy: era convinta, infatti, che lui non avrebbe mai fatto i salti di
gioia all’idea che una dei suoi migliori amici facesse amicizia con una come
lei.. ma era anche convinta che, per quanto l’idea lo disgustasse, non avrebbe
potuto impedire a Pansy di fare ciò che voleva. Quindi, l’unica cosa da fare era
aspettare, e vedere come si sarebbero evoluti gli eventi.
Mentre Ron si era completamente
scordato di ciò che era avvenuto poco prima, considerato che aveva liquidato
l’argomento con un - Io le donne non le capirò mai! -, Harry, invece, era
pensieroso: non gli dava fastidio che Hermione avesse deciso di fare amicizia
con Pansy Parkinson, se era questo ciò che voleva.. si chiese solo come mai.
Quella sera, a cena, Hermione aveva raccontato a lui e a Ron cos’era successo, e
come Malfoy e gli altri erano stati trattati dai Corvonero: Harry era fiero di
come l’amica si era comportata, ma d’altronde Hermione era una Grifona doc, non
si sarebbe mai aspettato nulla di diverso da lei.
Ma da quello, a fare spontaneamente
amicizia con la Parkinson.. di acqua sotto i ponti ne passava parecchia. In ogni
caso, si fidava di Hermione, e decise di lasciarle fare ciò che più
credeva.
Dopo quella lezione e una breve doccia,
i ragazzi scesero in Sala Grande per il pranzo.
- Così ti vedi con la Park.. con
Pansy, dopo pranzo? - chiese
Harry all’amica.
Hermione annuì: - Sì, ci vediamo in
biblioteca. - rispose lei.
I tre ripresero a parlare delle lezioni
sempre più disgustose della professoressa Sprite, la quale non era contenta se,
alla fine della sua lezione, gli studenti non tornavano al castello sporchi e
sudati, quando un urlo rieccheggiò nell’aria: la porta della Sala Grande si
spalancò di colpo, lasciando entrare una donna.
Quella percorse la Sala Grande con lo
sguardo e, una volta individuato chi stava cercando, aprì la bocca e urlò con
tutti il fiato che aveva in gola.
- Assassini!!!!!! -
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