Legami di Ferro tascabili

di Silent_Warrior
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nella tana del Dragon Slayer ***
Capitolo 2: *** Fascia ***
Capitolo 3: *** Come un cuscino, solo migliore ***
Capitolo 4: *** Il drago addormentato ***
Capitolo 5: *** Bookwyrm ***
Capitolo 6: *** Pic Nic ***



Capitolo 1
*** Nella tana del Dragon Slayer ***


01. Nella Tana del Dragon Slayer


Levy fuggì, lacrime di rabbia traboccavano dagli occhi nonostante i suoi sforzi per contenerle. Poteva sentire Jet e Droy gridarle di fermarsi, più supplicanti che arrabbiati ora, ma corse ancora più veloce.
Come si erano permessi! Non era giusto! Come avevano potuto prendere una tale decisione per lei e aspettarsi che le sarebbe andato bene? Imporle la loro amicizia, forzandola a scegliere tra la sua fedeltà alla Gilda e la sua fedeltà a loro in quanto amici? E presentarsi a casa sua! Quanto a lungo avevano aspettato per saltare fuori proprio davanti a lei? Piangeva ancora più forte ora, singhiozzando convulsamente nella corsa.
 
Non poteva stare nel suo appartamento quella notte. Nonostante fosse stata sicura che le ragazze avrebbero buttato fuori da Fairy Hills Jet e Droy in un istante, sapeva che i due avrebbero aspettato il suo ritorno per prostrarsi ai suoi piedi scusandosi ripetutamente, e in questo istante lei non voleva ascoltare le loro scuse o altrimenti sapeva che li avrebbe perdonati, come ogni volta.
 
Per questo motivo ora stava correndo alla casa di Lucy, sperando che la sua migliore amica l'avesse lasciata rimanere nel suo appartamento per una notte, e magari avrebbe anche potuto dare sfogo alla frustrazione e alle intime paure che il team Shadow si stesse sfaldando, tutto perché Jet e Droy erano incapaci di accettare il fatto che Gajeel meritasse una seconda possibilità a Fairy Tail!
 
Esausta e senza fiato, si prese una pausa davanti alla porta dell'appartamento di Lucy e stette lì, appoggiata al muro, per un minuto a riprendere fiato, e si sfregò vigorosamente il viso per far in modo che non si vedesse che aveva pianto. Avvicinandosi alla porta principale di Lucy, si disegnò sul volto un sorriso allegro e bussò tre volte. Sentì la voce di Lucy dall'interno gridare "Solo un minuto", prima che la porta si aprisse.
 
Levy aprì la bocca per salutare l’amica, ma ebbe appena il tempo per dire "Ciao" che sentì un fragoroso schianto e il lamento di dolore coordinato di Natsu e Happy, al di sopra delle colorite espressioni di Gray ed Erza. Lucy fece un ampio sorriso, imbarazzata.
 
"Ciao Levy! Sei qui per unirti alla festa?"
 
Levy guardò a bocca aperta la migliore amica, poi il caos dietro di lei.
 
"Questa non è casa tua, Lu-chan?"
 
Lucy si limitò a ridere, arrossendo.
 
"Sì! Ma appartiene anche a lo- NATSU METTILO SUBITO GIU' ! " strillò, quando Natsu sollevò il tavolo da pranzo pronto per tirarlo a Gray, che era, nei pochi secondi della loro conversazione, riuscito a liberarsi della camicia e dei pantaloni e si preparava a congelare tutto per rappresaglia.
 
Levy tentò di nascondere il suo subbuglio interno. Avrebbe avuto proprio bisogno di parlare con Lucy in questo momento, ma sarebbe stato impossibile con tutti in giro. Avrebbe dovuto aspettare un altro giorno. Esibì un largo sorriso in modo che i suoi pensieri non fossero deducibili dall'espressione, mentre Lucy si girava verso di lei sorridendo " E perché sei qui 'sta sera, Levy?"
 
Levy rise debolmente. "Sono a corto di letture e quindi ho pensato che sarei passata a vedere come te la stavi cavando con il romanzo! "
 
Lucy lanciò un'occhiata fuori, al cielo nero inchiostro, prima di ritornare a guardare la sua amica con un confuso "Coosa? Ma è troppo tardi! "
 
Levy si strinse nelle spalle con indifferenza.
 
" Sì, persino la biblioteca è chiusa, quindi non ci sono potuta andare, ma sapevo che tu saresti stata ancora in piedi. "
 
Lucy sospirò e sventolò drammaticamente la mano. " Sfortunatamente non sono riuscita a continuarlo da quando quei clown hanno incominciato a comparire! Comunque puoi rileggere quello che ho fin ora, se proprio vuoi. "
 
Levy declinò l'offerta con un borbottio. Lucy sorrise all'amica con un malinconico "Troppo brutto, eh? " e entrambe si scambiarono una risata mentre Levy alzava le mani in difesa.
 
" Allora, Lu-chan, è meglio che vada… a quanto pare hai persino più del necessario fra le mani! " Levy indicò Erza che intanto si era unita alla rissa, e ora i tre combattenti erano impegnati in un incontro wrestling che stava velocemente distruggendo il salotto di Lucy.
Lucy buttò lì un "Ciao" prima di chiudere la porta. Levy sorrise quando sentì Lucy gridare ai tre di uscire da casa sua. Naturalmente nessuno venne fuori dalla porta e tutto si calmò.
 
Ora, sola con i suoi pensieri e riluttante a tornare, Levy girovagò per magnolia, cercando di non pensare a Jet e Droy. Ovviamente le fu impossibile e sentì lacrime di rabbia riaffacciarsi agli angoli degli occhi. Ora che si era calmata dalla sua corsa disperata lontano da Fairy Hills, si accorse che il clima notturno era piuttosto rigido e tutto quel che lei indossava erano un vestitino e dei sandali. Non la aveva nemmeno sfiorata il pensiero di portare una giacca.
 
" Idiota " mormorò, dando arrabbiata un calcio al terreno con la punta dei sandali.
 
Non avendo nient'altro da fare, si lasciò scivolare contro il muro grigio del suo café preferito lungo la strada principale di Magnolia, e si strinse le ginocchia al petto, nascondendoci poi il volto per proteggersi dal freddo. Si sentiva triste, sola e patetica e questo era tutto ciò che poteva fare per evitare di piangere per l'ingiustizia della situazione e per la sua debolezza complessiva e aveva già detto che faceva freddo e -
 
Fu scossa dalle sue pessimistiche fantasticherie da una voce brusca che si inserì nel mezzo della sua autocommiserazione.
 
"Che cazzo stai facendo qui fuori? "
 
Sobbalzò e vide Gajeel in piedi al centro della strada principale che la fissava truce, un borsone da viaggio appoggiato sulla spalla.
 
Naturalmenteera per forza lui, pensò lei, sfregandosi via frettolosamente ogni traccia di lacrima con la manica. Di tutti i momenti inopportuni in cui poteva comparire, è dovuto essere ora, quando lacrime e moccio le sporcavano la faccia e la pelle chiazzata dal pianto. Si alzò, grata all'ombra che il tendone del café le proiettava sul viso. Forse lui non sarebbe stato in grado di notare il suo pessimo colorito. Tremando per i morsi dell'aria fredda, rispose, la rabbia che la rendeva audace.
 
" Sono fuori per una semplice passeggiata di mezzanotte, non lo vedi Gajeel? O sarebbe troppo maleducato da parte mia chiederti di farti i fatti tuoi? " L'ultima parte le uscì con più enfasi di quanto in realtà volesse e si coprì velocemente la bocca, ritirandosi.
 
Gajeel era impressionato. Il Gamberetto* parla, pensò fra sé e sé, ghignando. Lo aveva finalmente guardato negli occhi e incredibilmente gli aveva risposto per le rime, senza quel fottuto tremolio di paura nella voce. Ovviamente la stupida storia della passeggiata notturna era una cazzata, e se credeva di potergli nascondere il fatto che avesse pianto stando nell'ombra, allora era più scema di quanto lui credesse. Evidentemente non aveva messo in conto i suoi olfatto e udito ipersensibili. L'aria fredda della notte manteneva gli odori vicino al suolo e facili da identificare, perciò aveva sentito il suo patetico singhiozzare molto prima di girare l'angolo per la strada principale.
 
Levy vide Gajeel esaminarla e, contro il suo volere, si ritrovò a rabbrividire per i brutti ricordi prima di rinsaldare i nervi d'acciaio ripetendosi che ciò che era stato, era stato. Il Gajeel che le stava di fronte ora era un persona completamente diversa da quella che aveva aggredito il Team Shadow.
 
" Che stai facendo tu fuori a quest'ora della notte, Gajeel? "
 
Lui alzò le spalle e fece un cenno alla sacca da viaggio.
 
" Sono appena tornato da una missione. Ma tu non hai ancora risposto alla mia domanda. "
 
Levy distolse lo sguardo e non disse nulla, tremando visibilmente e stringendosi nelle braccia per star calda. Gajeel si accigliò, notando com'era vestita (o meglio svestita). Che diamine ci faceva fuori senza giacca?
 
Con un paio di falcate, attraversò la distanza che li separava e lasciò cadere pesantemente la sacca da viaggio a terra, frugandoci dentro. Tentò di ignorare come lei fosse gli balzata lontano nel momento in cui aveva cominciato a avvicinarsi e il fatto che ora lo guardasse di sbieco, con un atteggiamento timoroso.
 
Le lanciò il suo mantello pesante da viaggio e lei lo sorresse per un pelo, appesantito com'era dal rivestimento di borchie di metallo alle estremità.
 
" Non so che diavolo tu stia facendo, passeggiando con questa temperatura senza nemmeno una giacca, ma quello dovrebbe aiutarti a sopravvivere finché non ritorni… dove diamine tu voglia andare. "
 
Gajeel radunò la sua borsa e se ne andò senza dire altro. Era vicino alla fine della strada principale quando lanciò uno sguardo indietro e sopirò frustrato. Levy era rimasta là in piedi e teneva il suo mantello come fosse un serpente pronto per morderla. Lui le gridò dalla fine della strada, facendola sobbalzare.
 
" La tua casa non è da quella parte? " indicò la direzione per Fairy Hills.
 
Levy non disse nulla e roteò su un piede, dandogli le spalle di proposito. Gajeel si portò una mano alle tempie, tentando di massaggiare via il pulsante mal di testa arrecatogli da tutta quella situazione idiota. Maledizione! Avrebbe dovuto semplicemente lasciare le cose come stavano. Ora che sapeva che lei era in giro, se la mattina saltava fuori che era morta, la sua conoscenza non lo avrebbe lascito vivere in pace.
 
Gajeel ritornò indietro per tutto il percorso, maledicendo mentalmente tutta la strada finché non si ritrovò di nuovo davanti a lei. Levy si era lasciata scivolare contro il muro con il mantello avvolto maldestramente addosso. Combatté l'urgenza di infilarglielo nel modo giusto e invece si accovacciò di fianco a lei.
 
"Perché diamine non stai tornando a casa tua? " chiese, contenendo a mala pena l'impazienza. Levy tirò su con il naso, abbracciò il mantello e lui sentì un brivido di paura risalire lungo la spina dorsale. Alzando una mano per bloccare la risposta, biascicò un veloce "Per piacere non piangere. "
 
La bocca di lei si serrò, Levy guardò verso il basso e si tirò uno schiaffetto agli occhi, prendendo tempo per ricomporsi. La sua voce era sottile e triste quando finalmente rispose.
 
"Jet e Dory… "
 
Gajeel alzò gli occhi al cielo. Merda. Avrebbe dovuto dedurre che se ci fosse stato qualcuno che avrebbe fatto piangere una ragazza, quelli sarebbero stati loro.
 
" Cosa hanno fatto? "
 
Levy stette in silenzio, si abbracciò le ginocchia, ma non rispose.
 
" Molto probabilmente era qualcosa su di me, vero? "
 
Lei non lo guardò negli occhi, ma annuì con enfasi. Il mento tremava visibilmente e si morse il labbro con forza per fermarlo, ma le lacrime sgorgarono comunque, trasformando il mondo in un panorama tremolante e sfuocato, colorato di blu e grigi.
 
Gajeel grugnì.
 
" Fottuti fenomeni da baraccone. Beh, se questa è la ragione per cui non vuoi tornare, è decisamente stupida. Fa freddo fuo - "
 
Levy lo interruppe bruscamente. " Non li voglio vedere. "
 
Stava piangendo in silenzio ora, grosse lacrime correvano lungo il suo viso, e le interiora di Gajeel si contorsero in modo inquietante. Quando diamine era diventato così sensibile alle ragazze a alle loro lacrime?
 
" Voglio rimanere arrabbiata con loro, quegli… quegli stronzi! " Sbatté i pugni a terra e sussultò per il dolore. Metà singhiozzando, metà ridendo, si schiaffeggiò un'altra volta gli occhi. " E' tanto stupido da parte mia? Se li vedo, so che li perdonerò, e ora voglio solo restare arrabbiata. "
 
Gajeel si accigliò. " Non è stupido. Tu non sei stupida. "
 
Si alzò all'improvviso e la strattonò per il gomito. " Forza. "
 
" C-cosa? " Levy lo fissava confusa, i suoi occhi erano grandi e dolci e perplessi e se lui li avesse guardati troppo a lungo, sarebbe potuto venir convinto a far qualunque cosa per lei, quindi distolse rigidamente lo sguardo.
 
" Puoi sistemarti da me se li vuoi evitare. "
 
Levy immediatamente proruppe in un sorriso confuso e lui fu veloce ad aggiungere. " Ma è solo per questa volta, chiaro? "
 
Lei gli sorrise malgrado lo stomaco facesse un balzo e una strana capriola prima di sistemarsi. Levy si stava ancora dando una rispolverata quando Gajeel incominciò a camminare verso il suo appartamento, guardando occasionalmente indietro per esser sicuro che non la stesse lasciando indietro.
 
" E per dio, mettiti quel mantello in maniera decente! " ringhiò, fermandosi per strattonarle rozzamente il mantello invernale da sopra alla testa, chiudendo i bottoni per lei e borbottando stizzato. Levy sobbalzò per la sorpresa a causa del movimento improvviso, ma lo lasciò aggiustare il mantello come preferiva, per poi seguirlo nella tenuta over-size, lasciandosi dietro una piccola ombra incappucciata.
 
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Camminarono finché non raggiunsero una casetta dall'aspetto logoro nella periferia di Magnolia. Levy rabbrividì ansiosa quando vide le croci di metallo grezzo piantate in maniera inquietante nel giardino e le sbarre inchiodate alle finestre, di fianco alle linee continue di borchie di metallo impiantate nella porta d'ingresso.
 
Gajeel aprì la porta con uno strattone ed entrò senza nessun accenno per invitarla a entrare. Lei esitò per qualche secondo, cercando di non pensare a quanto l'entrata somigliasse a una bocca scura e spalancata di un qualche enorme bestia, pronta per ingoiarla.
 
Un impaziente " Oi! Ti spicci a entrare o no? " di Gajeel la spinse all'azione e, senza esitare ulteriormente, attraversò la porta aperta.
 
All'interno era buio, Levy rabbrividì debolmente e si strinse maggiormente nella ruvida stoffa del mantello da viaggio mentre si girava a destra e a sinistra freneticamente, cercando di vedere nell'oscurità. La voce di Gajeel risuonò nel silenzio, arrivando da un punto indefinito di fronte a lei.
 
" Non è un gran che, ma è dove vivo. "
 
Lui lanciò la sacca da viaggio in un angolo, dove atterrò in uno sferragliare dissonante di metallo. Levy trasalì, sentì poi il rumore dello sfregare un fiammifero e, quando Gajeel accese la candela di una lampada a parete di fianco alla porta, fu luce.
 
Levy si guardò intorno, imprimendosi nella mente le forme dell'appartamento di lui, completamente stupita della quantità di acciaio che era riuscito a far centrare sotto un solo tetto. Francamente sembrava più una tana che una casa, con tutti i cambiamenti che lui aveva fatto per adattarsela. Tutto l'interno era pieno zeppo di ogni sorta di arnese di metallo e di ninnoli costruiti con gradi variabili di bravura. Un enorme assortimento di armi era appoggiato ovunque nel salotto, ma, metallo a parte, c'era veramente poco che indicasse la presenza di un essere vivente nell'abitazione.
 
Levy si allontanò in fretta dalla fredda solitudine del salotto buio per trovare Gajeel nella zona cucina che accendeva altre candele sul tavolo. Il tavolo stesso era ricoperto di ogni sorta di viti e chiodi e accessori metallici. Si chiese come facesse a reggere ancora sotto il peso di tutto l'acciaio accatastato sopra. Quindi Gajeel si voltò verso di lei e Levy fu di colpo attanagliata dalla paura.
 
Eccola nella tana del Drago d'Acciaio, circondata dal severo spendere del suo tesoro di metallo. Deglutì debolmente, sentendosi un ostaggio. Gajeel stesso non aiutò, assumendo un aspetto estremamente intimidatorio, il volto ombreggiato severamente nel tremolio della luce della candela con gli occhi che splendevano di un rosso luccichio.
 
Lui le diede le spalle, spezzando l'atmosfera, e lei poté ritornare a respirare. Gajeel s'incamminò verso una porta che Levy non aveva notato prima, la aprì, indicando oltre l'uscio.
 
" Questa è la stanza da letto. C'è una doccia qui dentro, se hai voglia di rinfrescarti. Puoi stare qui 'sta notte, ma se invece vuoi andartene, fammelo sapere così che possa esser sicuro che tu ritorna intera. Per me è uguale in entrambi i casi. "
 
"Non me ne vado " disse lei delicatamente.
 
Lui alzò le spalle indifferente, superandola e dirigendosi verso la cucina.
 
Levy sospirò e cercò di calmare i nervi.  Non c'era nessun problema a stare da sola nella casa di un uomo relativamente sconosciuto. Non c'era nessun problema a passare la notte con il sopracitato uomo sconosciuto.
 
Non c'era… oh sì che c'era qualche problema! concluse, tenendosi la testa, ma guardando Gajeel che stava seduto al tavolo da pranzo trafficando con una scatolina di metallo. Levy aveva, però, il presentimento che le cose sarebbero andate bene, almeno per ora. Quella sensazione speranzosa e ottimistica smorzò il silenzio teso fra lei e il Dragon Slayer d'Acciaio.
 
Strusciò imbarazzata l'alluce contro il pavimento di legno, sperando di attirare la sua attenzione, ma Gajeel non si distolse da ciò che stava facendo, il che consisteva nell’ignorarla con fermezza, e lei si sentì disperatamente a disagio.
Silenziosamente si piegò sulle gambe, sedendosi con la schiena rivolta verso la camera da letto e sotterrò la faccia fra le ginocchia. Cercò di non pensare alla schiacciante solitudine causata da una camera con una sola persona come compagnia, la quale fa finta che non ci sia nessun altro, e si morse le labbra per soffocare le lacrime mentre i ricordi della pessima giornata le riaffioravano alla mente.
 
Gajeel si congelò quando sentì il ricominciare dei singhiozzi. Perché deve sempre piangere? Girò la sedia con un ringhio per strapazzarla.
 
" TU- ! "
 
In quel momento Levy alzò lo sguardo verso di lui speranzosa, gli occhi dolci e sfumati dalle lacrime e la bocca di Gajeel divenne improvvisamente secca, qualcosa nel suo cervello sembrò bloccarsi e non riusciva proprio a ricordarsi cosa voleva dire. Rimase con la bocca aperta e un dito accusatorio puntato ancora verso di lei.
Gajeel aprì la bocca, la chiuse, la riaprì e decise che la discrezione fosse la parte migliore del valore di un uomo: si voltò bruscamente per nascondere la faccia rosso pomodoro, lasciando una Levy profondamente confusa.
 
Lei fissò la schiena piegata di lui con un sopracciglio aggrottato nel tentativo di capire cosa fosse appena successo. Gajeel la stava ignorando di nuovo, quindi sospirò e guardò alla sua destra verso la porta aperta della camera da letto.
 
Beh, aveva proprio voglia di una doccia e si illuminò a quella prospettiva. Forse la avrebbe aiutata a fare chiarezza nella mente stressata e a lenire i nervi scossi. In silenzio, si alzò e s’infilò nella camera.
 
Era spoglia come il resto della casa. Un grande letto stava nel centro del muro opposto, coperto da un solo cuscino e una sottile coperta di flanella dall'aspetto ruvido. C'era un ampio armadio che dominava il muro di fianco al letto e Levy si chiese se contenesse una serie completi tutti uguali a quello che gli vedeva indossare sempre. Quella sarebbe stata l'unica spiegazione per la sua capacità di indossare sempre gli stessi identici vestiti ogni giorno.
 
Infilò la testa nel bagno della stanza, notando un asciugamano dall'aspetto ruvido che pendeva dalla rastrelliera e le squallide piastrelle del pavimento. Camminando verso la grande doccia, armeggiò con le manopole finché non fu ragionevolmente sicura di come funzionassero prima di tornare indietro a chiudere a chiave la porta del bagno. Era piuttosto sicura che Gajeel non sarebbe entrato, ma, ancora, non si sa mai.
 
Aprì l'acqua e si spogliò con attenzione mentre il vapore cominciava a riempire la stanza, lanciando continuamente sguardi nervosi alla porta, che rimase sempre completamente chiusa. Finalmente, ricordando a se stessa quanto fosse ridicola e paranoica, entrò nella doccia e sospirò con sollievo sotto l'acqua calda, lasciando che, per il momento, il vapore si portasse via tutti i problemi.
 
Cercando uno shampoo, scoprì che non c'era niente sul ripiano tondeggiate della doccia eccetto una singola saponetta. Allora, come dovrebbe funzionare con questa, si chiese, inclinando la testa per osservare quella singola tavoletta di sapone bianco mentre tentava di capire. Gajeel si lavava anche i capelli con quella? E' fuori discussione! Come faceva a rimanere così pulita e sbrilluccicosa?
Alzando le spalle, decise che si sarebbe fatta un'altra doccia il giorno seguente e si sarebbe lavata i capelli più accuratamente, perchè nemmeno per sogno avrebbe usato del sapone sui capelli! Era troppo strano!
 
Finì il resto della doccia senza altre complicazioni e solo quando si ritrovò a pensare al suo comodo pigiama realizzò…
 
" Gajeel! N-non ho portato nessun vestito per cambiarmi! "
 
Gajeel, che era rimasto accovacciato sotto tavolo cercando di aggiustarne la dannata quarta gamba storta, si alzò di scatto all'urlo di Levy, sbattendo la testa contro il sotto del tavolo, facendo rotolare sul pavimento diverse viti e chiodi. Tenendosi stretta la testa, si maledisse brutalmente. Stava arrossendo, che diamine…
 
"Che cazzo! Lo avresti dovuto sapere… Aspetta un attimo! " Le gridò indietro. Un minuto più tardi il suo bussare scosse la porta.
 
Levy la aprì timidamente e il vapore turbinò fuori in pallidi tentacoli non appena incontrava l'aria fredda dell'esterno. Infilò la testa nell'apertura della porta, i capelli in terribile disordine gocciolanti sulle assi del pavimento, e spiò l'esterno. Gajeel stava in piedi con le spalle al muro alla sua lontana sinistra, guardava diligentemente in altre direzioni rispetto alla porta e le porgeva dei vestiti da debita distanza.
 
" Tieni, puoi prendere questi per questa notte " borbottò lui in modo indisponente.
 
Levy riuscì ad afferrare i vestiti dalla sua mano, ma lui stava così lontano che dovette allungare il tutto braccio dalla spalla attraverso il piccolo spazio tra la porta e il muro per raggiungerli. Gajeel scappò non appena lei ebbe i vestiti in mano e, imbarazzata, Levy sbatté la porta del bagno con un poco più di forza di quanta ne fosse necessaria prima di valutare ciò che le era stato dato.
 
Gajeel le aveva preso un semplice paio di boxer, un paio di pantaloni di pigiama di flanella e una T-shirt senza maniche e sembrava tutto decisamente troppo grande, ma li poggiò accuratamente di lato e rientrò nella vasca per finire la doccia.
 
Poltrì per un altro paio di minuti sotto l'acqua calda, prima di sospirare e chiudere riluttante il getto, strizzandosi i capelli alla meno peggio prima di allungarsi verso l'unico asciugamano nella rastrelliera. Storse il naso davanti al suo colore grigio sporco e sperò che fosse abbastanza pulito, avvolgendoselo poi esitante attorno, uscendo dalla vasca.
 
Difatti è ruvido, pensò quando la stoffa di bassa qualità si strofinò contro la sua pelle morbida dalla doccia appena terminata. Asciugandosi meticolosamente e avvolgendosi l'asciugamano umido sui capelli in modo che non sgocciolassero, si allungò verso i boxer e cominciò a vestirsi.
 
Calzavano abbastanza bene, grazie a dio per fasce elasticizzate, ma i pantaloni del pigiama erano esageratamente grandi perciò dovette avvolgere le chiusure il più stretto possibile, ripiegando le lunghezze in modo che non strisciassero a terra. Tenendo in mano la camicia, la osservò con apprensione, guardando l'indecorosa profondità dei buchi per le braccia. Le braccia di Gajeel erano molto, molto più grandi delle sue, quindi quando la indossò, essa naturalmente espose più di ciò che avrebbe voluto si vedesse.
 
Gridò, sapendo che lui poteva sentirla attraverso la porta.
 
" Gajeel? Hai una camicia più piccola o qualcosa con la quale dormi? La camicia che mi hai dato è… è un po' troppo grande. "
 
" Dormo senza camicia " fu la sua brusca risposta, il viso di Levy s’infiammò per quell’informazione totalmente non necessaria. Cadendo in un silenzio imbarazzato, se la annodò sulle spalle per far sì che stesse su.
 
Quando fu finalmente uscita, strofinando il resto dei capelli con il ruvido asciugamano, Gajeel si voltò e ringhiò incredulo.
 
" Sei ridicola " disse brusco.
 
Lei arrossì violentemente.
 
" Beh, i tuoi vestiti sono troppo grandi per me! "
 
" Così impari a non portarti il ricambio. Gli scrocconi non possono scegliere! "
 
Lei aprì la bocca per rispondergli a tono, ma poi ci ripensò, dandogli le spalle testarda. Gajeel non si scompose e tornò al suo lavoro sul tavolo senza degnarla di un altro sguardo.
 
Levy ritornò in camera e si sedette sul grande letto. Rimbalzò su e giù arrabbiata, sapendo che Gajeel poteva sentire lo scricchiolare delle molle da fuori e sperò che il frastuono lo irritasse da matti! Si fermò per ascoltare la reazione di Gajeel, ma non ci fu altro che silenzio e lo sporadico tintinnare di metallo contro metallo e Levy fumò dalla rabbia. Ci pensava lei a insegnare a quel grande zuccone ferroso a ignorarla!
 
 
Tirandosi in piedi, iniziò a saltellare su e giù sul letto, ascoltando soddisfatta il cigolare e lo scricchiolare delle molle sotto il suo rimbalzare troppo entusiasta. Continuò a rimbalzare per diversi minuti, finché non fu senza fiato e con il viso arrossato e finalmente si lasciò cadere sul letto, ansimando con un umore decisamente migliore di quando aveva cominciato. Inclinò un orecchio verso la porta. Ancora niente, nemmeno un borbottare infastidito. Sospirò. Il Dragon Slayer d'Acciaio era incorreggibile e non ci si poteva far nulla.
 
Si stese sul letto e si rotolò fin quando non si stufò, quindi uscì e si sedette contro il muro della camera di lui a guardarlo lavorare. A dir il vero era troppo lontana per vedere cosa Gajeel stesse effettivamente facendo, ma la concentrata intensità della sua espressione e i movimenti attenti e imperiosi delle mani sul metallo splendente la intrigavano.
 
Si avvicinò sempre più con piccoli spostamenti fin quando non gli fu definitivamente seduta di fronte, al tavolo della cucina. Finalmente soddisfatta della vista, raccolse le gambe al petto e lo guardò lavorare, rapita. Ha dita molto abili, pensò, osservandolo esaminare e smontare facilmente un mucchio di meccanismi, dividendoli in pile di fortuna in base alla taglia.
 
Gajeel continuò a ignorarla, nonostante il motivo per cui lei volesse guardarlo fare qualcosa di così noioso come ordinare metallo gli sfuggisse. Le rubò un'occhiata di un secondo, vedendola fissare le sue mani con un'espressione incantata, gli occhi spalancati e interessati.
 
Fece un'alzata di spalle mentale alla sua attrazione per qualcosa di così banale e proseguì il lavoro, il silenzio fra loro si distese in qualcosa di più piacevole sinché lui quasi si scordò che Levy fosse lì, piccola com'era, raggomitolata in una palletta e praticamente nascosta dai vestiti troppo grandi.
 
Soltanto quando Gajeel si accorse che lei si stava addormentando che si fermò, per guardarne la testa che si abbassava e si rialzava. Trattenne il respiro tentando di non ridere quando la testa di Levy si abbassò tanto che quasi urtò il tavolo prima che sobbalzasse di nuovo su, solo perché il processo si ripetesse.
 
Finalmente ebbe pietà di lei quando per poco non sbattè il viso contro il tavolo in una discesa particolarmente ampia. Alzandosi silenziosamente, le scosse le spalle gentilmente (non voleva spaventarla, tutto qua, si disse).
 
" Va' a letto prima che ti arrechi da sola un danno cerebrale. " disse, cenando di suonare irritato.
 
Gli occhi di Levy erano deboli dal sonno e si pulì la bocca frettolosamente con il dorso del polso, mormorando delle proteste sul non essere assonnata, ma Gajeel la afferrò per il braccio, che tutto era solo il suo polso - perché era così dannatamente piccola? - e se la tirò dietro, la spinse nella sua camera chiudendo la porta dietro di lei e si avviò verso il divano.
 
Nel più assoluto silenzio, Levy deglutì debolmente e annaspò verso il letto, arrampicandocisi e arrotolandosi le sottili coperte attorno. La camera di Gajeel non aveva finestre, l'oscurità ara totale e Levy era spaventata.
 
La sua camera a Fairy Hills era tiepida, accogliente e riempita in ogni lato di libri a creare un confortevole muro di parole e carta intorno a lei mentre dormiva, ma questa era gigantesca e Levy poteva percepire il freddo, un vuoto espandersi di spazio che le incombeva minaccioso sul capo e la faceva sentire vulnerabile e esposta, come se stesse dormendo all'aperto e la staticità fosse il preludio dell'attacco. Le sembrava che se avesse parlato, la sua voce sarebbe rimbombata fra le pareti spoglie e respinta indietro, quindi stette zitta, spaventata persino di muoversi per la paura dell'oscurità che l'aspettava.
 
Non era più minimamente assonnata mentre il nero la opprimeva e la paura le risaliva lungo la spina dorsale sotto forma di brividi, si strinse e abbracciò il cuscino vicino al petto per allontanare il panico crescete.
 
Andrà tutto bene, Levy. Non essere una tale sciocca piagnona!Si autoammonì, stringendo il cuscino come un animaletto di peluche, ma il suo ragionamento diventò debole al consolidarsi della paura per ogni secondo che passava nelle tenebre. Finalmente, incapace di sopportare il duro e infinito silenzio e la solitudine buia pesta della stanza, lo chiamò.
 
" Gajeel! "
 
Pensò che si dovesse mettere a urlare, quando la porta finalmente si aprì e Levy quasi non singhiozzò di sollievo all'entrare di Gajeel, che reggeva una candela accesa trovandola abbracciata al cuscino come se potesse scomparire se lo avesse lasciato.
 
" Che diavolo c'è che non va? " la voce era irritata e gli occhi strette fessure rosse.
 
Levy abbassò lo sguardo dove stava attorcigliando le coperte di lui in nodi per apprensione.
 
" Sputa il rospo! Non voglio rimanere qui tutta la notte! " ringhiò Gajeel.
 
" Gajeel… potresti lasciare la candela qui? N-non mi piace il buio… "
 
La voce di Levy era sottile dalla paura, come se qualcuno le stesse strappando con le forza le informazioni e poi singhiozzò, passandosi una mano sugli occhi.
 
" Senti, non ho candele da sprecare per colpa della tua paura di qualcosa così stupido come il buio. "
 
Levy aprì la bocca, terrorizzata e Gajeel alzò una mano.
 
" E per questo io… io rimarrò seduto qui finché non ti addormenterai. Okay? "
 
Gajeel guardò il solco di preoccupazione farsi più profondo fra gli occhi di Levy, sapendo che lei stava valutando la sua paura del buio rispetto alla paura di lui e improvvisamente si odiò per aver fatto quell'offerta in primo luogo, sperando irrazionalmente che lei rifiutasse in modo che potesse risponderle male con qualche battuta maligna. Da quando sono diventato così dannatamente debole?
 
Finalmente Levy lo guardò in viso e annuì tremante, Gajeel non era sicuro se essere sollevato o arrabbiato, ma scosse la testa di lato - quegli occhi - uscendo per prendere una sedia dal tavolo da pranzo. Tornando, piazzò la sedia vicino all'entrata con un grugnito e si sedette prima di spegnere la candela.
 
La camera ritornò buia e silenziosa, e Gajeel udì Levy cercare a tastoni le coperte mentre tentava di trovare una posizione comoda. Chiuse gli occhi, incrociò le braccia, cercando la comodità (il che era completamente impossibile, dato che stava seduto su una pericolante, mal costruita seggiola di legno) e sospirò quando la voce di Levy galleggiò nell'oscurità, sottile e spaventata.
 
" Gajeel? Ci sei? "
 
" Sì. Sono qui. "
 
Un paio di minuti di silenzio passarono e lui era appena riuscito a cadere in un leggero sonnecchiare quando la voce di Levy arrivò di nuovo, tesa e incerta.
 
" Gajeel? "
 
Sobbalzò con un grugnito. " Sì? Cosa? "
 
" N-non è nulla. Buona notte. "
 
Trascorseero un altro paio di minuti prima che la sua voce esitante si facesse di nuovo sentire.
 
" Gajeel? "
 
Questa volta lui saltò dalla sedia, combattendo un ruggito d’impazienza e s’icamminò con passo pesante verso il letto, lanciando una maledizione quando tirò un calcio a qualcosa nelle tenebre. Poteva sentire Levy ritirarsi, il suo cuore che batteva all'impazzata e Gajeel finalmente riuscì a trovare il bordo del letto nel buio, si sedette all'estremità, il più possibile lontano da lei, voltandole la schiena.
 
"Maledizione… così va meglio? Come diamine dovremmo riuscire a addormentarci se continui a controllare se ci sono ogni 5 fottuti secondi? "
 
Levy stette zitta, ma l'impaurito battere del suo cuore si sistemò a una velocità più ragionevole e lui sentì lo scrosciare delle coperte quando se le raccolse attorno di nuovo. Finalmente, ci fu il benedetto silenzio.
 
Gajeel sussultò sorpreso quando la mano di Levy raggiunse il suo braccio nell'oscurità. Esitante cercò a tentoni la strada sino alle sue dita e prese gentilmente il suo indice nella manina. Lui era dolorosamente conscio del suo cuore che stava battendo a un ritmo impazzito contro le costole. Che diamine sarebbe questo?
 
" P-posso? " strinse gentilmente il suo dito.
 
Gajeel non aveva abbastanza aria nei polmoni per risponderle, ma in qualche modo riuscì a sussurrare un debole " Sì… "
 
Levy mormorò dei timidi ringraziamenti e lui non seppe come risponderle. Cos'è questo? Si chiese ancora, deglutendo teso e cercando di ignorare la bizzarra sensazione dove il suo cuore stava.
 
" Gajeel? " Levy diede al suo dito una strizzatina assonnata.
 
" Sì? "
 
" Le tue coperte sono ruvide. "
 
Lui ghigno nell'oscurità. " Va a dormire, nana. "
 
E lei lo fece.
 
 




*in principio era rabbit da tradurre con in senso di coniglietto, ma mi sa troppo di Lucy quel nome dalle labbra di Gajeel, perciò ho cambiato termine scegliendo Gamberetto (shrimp)




Angolo dell'autrice che in questo caso è traduttrice :D
Eccomi ritornata dopo un lungo periodo di assenza. Causa? Mancata ispirazione.
Per questo motivo ho passato molto tempo a leggere tutto quello che trovavo... poi mi è venuta l'illuminazione: perchè non cimentarmi con una traduzione nella quale l'inventiva non è l'elemento principale?
Quindi sono andata a cercarmi delle fic scritte bene in inglese del mio corrente OTP e ora le dono a voi, popolo di EFP.
Spero il capitolo vi piaccia, questo è il primo di 13.
Cercherò di essere il più costante possibile, scuola permettendo.

Grazie per aver letto e recensite! :)

Ps: questo è il link dell'autrice originale http://www.fanfiction.net/u/258414/Corrose

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Capitolo 2
*** Fascia ***


02. Fascia

 


" Gajeel! "

 

" NO. Per l'ultima volta, NO. Non ho nessuna intenzione di mettermi quella roba! "

 

Il Dragon Slayer d'Acciaio si accigliò. Si sedette nell'angolo del piccolo camerino, le spalle curve e le grosse braccia incrociate strette vicino al petto. Indossava una camicia chiara sotto a un'elegante giacca grigia, il tutto corredato di un paio di pantaloni neri a completare il look, per gentile concessione di Levy.

Aveva un aspetto piuttosto soddisfacente, pensò, ma c'era un accessorio che lui si rifiutava categoricamente di concederle.

 

Fissò con gli occhi ridotti a fessure Levy, che stava in piedi con le mani sui fianchi. Stringeva nella destra una larga fascia contro la quale Gajeel diresse tutto il suo astio, sperando di incendiarla con la pura intensità del suo desiderio di non metterla.

 

" Ma Gajeel, saresti così carino! "

 

Gajeel aggrottò le sopracciglia cupo.

 

" Non voglio essere carino. Sei tu quella carina. "

 

Levy arrossì alla sua uscita, ma non cedette. Gli si avvicinò, nascondendo un sorrisetto alla vista di Gajeel che piegava le spalle al suo incedere. Sembrava un grosso uccello rapace arruffato, e Levy lo trovò adorabile.

 

Mettendogli dolcemente le mani dietro il collo, si lasciò cadere nel grembo di lui, facendosi più in là finché non riuscì ad incrociare le caviglie dietro la usa schiena. Gajeel allargò le braccia e balbettò incoerente, un furioso rossore che gli colorava la faccia mentre cercava di allontanarsi da lei, cercando una via di fuga.

 

" Dai Gajeel " cercò di convincerlo, mentre usava la fascia per avvicinarselo al viso.

 

Levy gli diede dolcemente un bacio sulla guancia e poi lungo la mascella, mordicchiandogli il collo prima di ritirarsi per sorridergli. Gajeel sembrava frastornato e piuttosto stupito, mentre dilatava le narici, il rossore che era inesorabilmente arrivato alle orecchie. Levy lottò contro una risata e si sporse per baciare il suo naso, deviando verso il basso per lasciare un bacio anche su uno dei bulloni che gli decoravano la pelle.

 

Guardandolo in modo allettane, Levy aggiunse un bacio delicato come una piuma sulle labbra di Gajeel che serrò gli occhi e tremò sotto di lei, con il respiro che aumentava notevolmente di velocità, il cuore che gli pompava a una cadenza selvaggia nel petto. Levy si ritrasse proprio nel momento in cui lui si piegò verso di lei nel tentativo di catturare le sue labbra con le proprie, sorridendo poi allo sguardo frustato di lui.

 

" Per favore, Gajeel? Non la metteresti, per me? "

 

Gajeel ringhiò quando lei tirò fuori la fascia da dietro il suo collo, facendogliela penzolare davanti speranzosamente. Poi un ghigno gli si formò sul viso. 

 

" Forse potrei essere persuaso a indossarla - " mercanteggiò malizioso, alzando espressivamente un sopracciglio " - per il giusto prezzo. "

 

Levy si imbronciò istantaneamente, lo colpì al petto con un pugnetto e Gajeel la schernì sorpreso.

 

" Cosa? Pensavo fosse quello a cui puntavi, sedendoti addosso e - "

 

Lei lo zittì con un veloce bacio, tirandosi indietro prima che lui potesse approfondirlo, poi spostò lo sguardo, triste, giocherellando con la fascia.

 

" I-io volevo solo poter dire di aver scelto i vestiti per te oggi, tutto qua… "

 

Gajeel chiuse gli occhi e emise un gemito. Perché doveva per forza aver quell'effetto su di lui? Sospirando, sentì il suo orgoglio sgretolarsi mentre piegava il capo verso di lei, strizzando le palpebre.

 

" Maledizione… che cazzo… va' avanti. Fallo. Sbrigati. "

 

Levy s'illuminò così velocemente che lui poté confermare il vago sospetto che avesse messo su una recita. Ma prima che potesse, però, pentirsi della concessione, Levy si era tirata su dal suo grembo e gli aveva avvolto risolutamente la fascia intorno alla fronte, legandone le estremità sotto la fitta capigliatura.

 

Gajeel inspirò e afferrò i fianchi di lei, cercando (fallendo) di ignorare quando fossero vicini mentre faceva scorrere il pollice lungo il sensuale avvallamento alla base della spina dorsale, carezzando leggermente lungo la pelle esposta fino all'ombelico. Levy rantolò al vagare delle sue dita, con le mani ancora per aria.

 

" Gajeel! Aspetta! "

 

Gajeel ignorò i suoi squittii mentre si piegava in avanti e piazzava un lento bacio caldo sulla pelle nuda poco sotto il seno, combattendo l'urgenza di farle qualcosa di più di un semplice bacio al percepire la pelle liscia che veniva schernita dalle labbra di lui. Levy si arcuò contro di lui, le dita che afferravano i capelli di lui.

 

Lui si lasciò sfuggire un sospiro deluso quando Levy scivolò via dal suo grembo, rimproverandolo e raccattò la moltitudine di completi disseminati sul pavimento per  nascondere il viso rosso. Alzandosi per seguirla, Gajeel le avvolse il braccio attorno ai fianchi, tirandosela vicino per sprofondare il volto nei suoi capelli dal profumo dolce.

 

Levy arrossì silenziosamente, cercando di non far cadere tutti i vestiti sul braccio, e si appese a lui quando Gajeel ispirò profondamente prima di lasciarla andare, un'evidente riluttanza dipinta sul viso. Con una smorfia, fece un passo indietro e allargò le braccia per l'ispezione, con gli occhi che volavano alla fascia stringendosi irritati.

 

" Quindi, quanto sembro stupido? " chiese stanco.

 

Levy lo osservò, gli occhi che brillavano felici, prima di lanciare i vestiti a casaccio sul pavimento e spiccare un balzo per allacciargli le braccia al collo. Gajeel ghignò e le lasciò un bacio sulla guancia quando lei gli rispose come faceva ogni volta.

 

" Penso che tu sia fantastico. "

 

Gajeel le fece un ampio sorriso prima di replicare " Te lo rigiro ", ghignando al suo conseguente ( e prevedibile ) arrossamento.

 

Mettendola gentilmente a terra, Gajeel si voltò verso lo specchio, esaminandosi con occhio critico.

 

" Eh, credo che sia accettabile, ma… " e senza avvisare, strappò via una manica della giacca grigia, riservando lo stesso destino all'altra. Si esibì in un ghigno da squalo allo strillo inorridito di Levy e si giròi di nuovo verso di lei, ora indossando una casacca grigia senza maniche sopra la camicia bianca.

 

" Così non è meglio? "

 

Levy borbottò senza speranza per un paio di secondi per poi lanciare le mani per aria esasperata e uscire con passi pesanti dal camerino. Gajeel la seguì da vicino con un'insopportabile smorfia mentre valutava il suo nuovo completo.

 

Affatto male.






 

 


Angolo della Traduttrice
Eccomi finalmente con un nuovo capitolo! Giusto per ricordarlo (anche se l'avrete già capito se sieto arrivati qua sotto) le one-shot non sono in ordine temporale o simili. Sono completamente random :)
Come al solito vi ringrazio tanto per il sostegno. Grazie per aver letto e recensite! Aspetto i vostri pareri. Sotto metto il solito link dell'originale in caso qualcuno sia interessato.
Allora, al prossimo aggiornamento!

ORIGINALE: http://www.fanfiction.net/s/6634252/2/

Silent_Warrior


 

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Capitolo 3
*** Come un cuscino, solo migliore ***


03. Come un cuscino, solo migliore

 





Erano stesi, lei si spinse piano contro lui e chiuse gli occhi, sorridendo quando sentì il suo respiro sulla guancia. Lui era caldo, solido, rassicurante e suo, come un cuscino, solo migliore, e lei si ritrovò a stringersi al suo stomaco per avvicinarselo.

 

Gajeel si issò sul gomito e le lanciò uno sguardo cupo, palesemente scontento di venir trattato come un animaletto di peluche fuori misura, e Levy gli dedicò un sorrisetto sciocco e felice.

Gajeel roteò gli occhi, sospirando rassegnato e si allungò verso di lei, piazzandole una mano sulla testa. Levy in risposta chiuse le palpebre e miagolò di piacere quando le passò gentilmente le dita fra i capelli, arruffandoli con attenzione. Si piegò sotto il suo tocco, assaporando in silenzio il momento, e Gajeel ne approfittò per tirarsela completamente a sè, stringendosela stretta e appoggiandole il mento sopra la testa.

 

Continuò a lisciarle i capelli, lunghe lente carezze  che partivano dalla sommità del capo fin alle scapole, prima di proseguire a esplorare la curva dell'orecchio con la punta delle dita, dandole una lieve tirata ai lobi, per poi tornare ai capelli.

Levy strofinò il naso contro tiepida curva della sua mascella, accucciandosi a lui, praticamente facendo le fusa dalla gioia. Quei momenti di silenzio nei quali Gajeel permetteva al suo lato più tenero di venire a galla erano decisamente troppo pochi secondo la sua opinione e allora ne approfittava sempre per farsi coccolare incessantemente.

 

Gajeel fece un silenzioso, contenuto sopiro e la circondò possessivamente con le braccia, premendole un bacio deciso sulla testa. Ogni nervo di Levy rabbrividì di piacere e lei si raggomitolò a lui, inondata da un senso di pura beatitudine. Era così comodo, pensò fra sé e sé, quando lo sentì piegarsi leggermente sotto di lei, adattando la forma del suo corpo con la propria e sincronizzando il respiro con il suo.

 

Levy chiuse gli occhi, seppellendo il viso nella spalla di Gajeel e inalando il suo odore rassicurante, amandone il battito regolare del cuore contro il suo.

Circondata dalla sue braccia si sentiva al così sicuro che nulla gli era comparabile. La tiepida, solida realtà della presenza di Gajeel la rassicurava tanto da cacciare via quasi tutti i suoi dubbi e le sue paure, e lui non esitava mai a confortarla.

Sembrava che Gajeel sapesse esattamente quando avesse bisogno di lui, guardando oltre tutte le sue facciate con impressionante chiarezza. Levy nascose il viso nel tiepido avvallamento fra il suo collo e la spalla, sbadigliando piano. Gajeel le premette la guancia contro i capelli e le borbottò sottovoce nell'orecchio, la voce roca e gentile.

 

" Va' a dormire. "

 

Levy gli lasciò un bacetto sul collo e rabbrividì di piacere quando lui le mordicchiò l'orecchio.

 

" Non voglio " soffocò un altro sbadiglio e si sistemò contro di lui, gli occhi mezzi chiusi.

 

" Sei stanca. "

 

Non c'era spazio per discutere nel tono della sua voce e Levy fece un piccolo sospiro. Lasciò che la prendesse in braccio e la portasse nel letto.

Levy emise un sottile lamento triste e gli si aggrappò più saldamente quando la mise giù. Gajeel alzò gli occhi al cielo, infilandosi poi sotto le coperte con lei. Levy aspettò che si fosse sistemato prima di riallacciarsi a lui. Gajeel se la raccolse addosso con un braccio e sospirò piano, girando la testa per carezzarla gentilmente.

 

Levy gli regalò un sorriso placido, anddormentandosi velocemente, il respiro lento e cadenzato.








Note della Traduttice
Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo della traduzione. Mi spiace se vi ho fatto aspettare tanto e se sono stata inattiva nelle settimane appena passate, ma ho avuto problemi familiari che mi hanno portata a Napoli.
Niente pc = niente traduzioni = niente aggiornamenti
U.U che donna matematica sono!
Coooomunque, non mi dilungo troppo. Latri capitoli sono in dirittura d'arrivo. Quindi vi lascio con il link del capitolo originale, come al solito qua sotto, e con un grande abbraccio :D
Grazie per leggere e recensire :)

link originale: http://www.fanfiction.net/s/6634252/3/Ironbound-Paperbacks

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Capitolo 4
*** Il drago addormentato ***


04. Il drago addormentato


 

NdT
Prima di cominciare qui ci vuole una piccola premessa:
Gajeel è in coma da 2 anni, senza un motivo preciso ma all'autrice piaceva l'idea.



 

A volte, leggeva per lui, solo il bip ritmico del suo cuore sul monitor a farle compagnia. Gli leggeva favole di principesse e cavalieri, di fluenti capelli d'oro che ondeggiavano nel vento.

Però i suoi occhi rimaneva chiusi, il suo respiro non cambiava e, in quelle notti, lei se ne andava con il viso bagnato, lacrime silenziose che le rigavano lentamente le guance.

 

Altre volte leggeva di dragoni ed eroi, di enormi tane sotterranee che straripavano di tesori dorati, ma alterava sempre la fine in modo che il drago vincesse il cuore della principessa e si mangiasse il cavaliere dalla lucente armatura. I suoi occhi rimanevano ancora chiusi, il respiro non cambiava e, ad ogni monotona alba e tramonto, lei perdeva sempre un poco di speranza.

 

Alla fine, un giorno Levy si siede affianco a Gajeel, una guancia appoggiata sul palmo della mano, gli occhi gonfi, rossi, pesanti, senza più lacrime da piangere. Si schiarisce la voce, speranzosa, e si rivolge direttamente a lui.

 

" Oggi voglio raccontarti una storia... la storia di uno scorbutico drago dalle scaglie d'acciaio e di una principessa che amava i libri, dei loro amici e nemici e del tempo che trascorsero insieme. "

 

Levy racconta la storia come fosse una favola e, forse, lo è davvero, con tutte le tribolazioni che avevano dovuto superare per potersi amare. La voce è cantilenante, triste mentre ci mette tutto il cuore.

 

Quella notte quando Levy se ne va, un dito si contrae nell'oscurità, unica prova del fatto che ci fosse ancora vita in lui.

 

La mattina dopo, Levy torna di nuovo, precisa come un orologio svizzero come nei trascorsi due anni.

Ma questa volta c'è un'aria di fatalità intorno a lei. Oggi è il giorno in cui lo porta indietro o... o nulla. Non ci sono alternative. E' stanca di aspettare.

 

Va nella stanza di Gajeel, chiude a chiave la porta e la barrica con tutto il mobilio della camera, lanciandosi con tutto il suo leggero peso contro la libreria per farla muovere sul pavimento di mattonelle bianche. Si arrotola, quindi, le maniche e si mette a lavoro.

Incomincia a parlare a manetta e quando quello non funziona, inizia gridare e strillare per svegliarlo, finché la gola non è infiammata, irritata e sfiancata.

Tira oggetti e rompe il vaso di fiori affianco al letto, pentendosene poi subito poiché non aveva fatto nulla per meritarselo. Il nervoso trambusto delle voci delle infermiere arriva da oltre la porta, ma Levy lo zittisce con un incantesimo di Solid Script per ritornare alla sua missione.

 

Cerca di persuaderlo, lo implora, lo minaccia per poi scusarsi, gli canta canzoni e gli racconta aneddoti e barzellette sconce, gli si butta sul petto e lo scuote rabbiosa, poi disperata, poi senza speranza.

Il sole sta cominciando a calare quando finalmente Levy si siede esausta al suo fianco e gli circonda il viso inerte con le mani. I capelli di Gajeel sono scompigliati e le lenzuola arrotolate, ma altre a quello gli occhi rimangono chiusi e il respiro non cambia e non c'è nessun indizio del fatto che Levy avesse speso dieci ore cercando di svegliarlo dalla sua sottospecie di morte. Il mento le trema, ma il viso di Levy è asciutto.

 

Si piega su Gajeel e pensa a tutte le insensate favole dove principesse vengono svegliate dal loro sonno profondo come la morte da un bacio del loro principe azzurro. Solo che lei non è un principe. Non è nemmeno una principessa e Gajeel è un drago e quante volte aveva baciato quelle labbra fredde nei due anni che avevano giaciuto dormienti, senza nessuna reazione?

 

Nonostante tutto, prende la sua mano floscia gentilmente nella propria, gli accarezza i bellissimi zigomi alti con il pollice e incomincia a parlare con voce sottile.

 

" Voglio... voglio raccontarti una storia di una ragazza che s'innamorò di un drago. Il drago la ricambiava e le loro vite erano complete. Poi, un giorno, il drago venne... venne ferito e cadde in un profondo, profondo sonno. La ragazza aspetto e aspettò, ma il drago dormiva un sonno più scuro della morte e lei non riusciva a chiamarlo indietro. Lei attese e le foglie crebbero sugli alberi, poi caddero, poi ricrebbero ancora e lei era pronta ad aspettare per sempre, ma all'improvviso un'idea la fulminò. "

 

Levy tira un sospiro singhiozzante, tremante e realizza con leggero stupore che sta piangendo.

Da dove arrivano quelle lacrime? Pensava di aver perso la capacità di piangere dopo aver disperato e atteso così a lungo. Comunque continua, le lacrime che le scendono lungo il viso per atterrare in morbidi plic sulla pelle inerme di Gajeel.

 

" Um. L'idea che le venne fu che... che nonostante lui non fosse un principe armato di spada su un destriero bianco e lei non fosse una principessa dal lucente crine dorato " Levy ghignò nostalgica al pensiero dello sguardo di assoluto, irreprensibile disgusto sul viso di lui se l'avesse potuta sentire " Che forse un bacio magico sarebbe potuto esser capace di svegliarlo. "

Perché per quale altro motivo viveva in un mondo pieno di magia, se non le poteva esser garantito un piccolo miracolo come quello?

 

Levy guarda il viso di Gajeel, fiacco e senza vita sotto le sue dita e si dispera, ma va avanti coraggiosamente.

Non sa che, se all'inizio della sua sfuriata impazzita non avesse buttato giù il monitor e staccato le spine attaccategli, sarebbe stata in grado di vedere il cuore di lui che gli aveva iniziato a battere nel petto come una piccola dinamo, avrebbe notato le onde celebrali passare lentamente dalla morte alla coscienza, ma gli occhi sono offuscati dalle sue stesse lacrime e non ci riesce a vedere attraverso.

 

Levy gli circonda il viso con entrambe le mani, sussurrando qualcosa di incomprensibile, un addio o una rotta confessione d'amore, e preme le sue labbra su quelle del ragazzo, chiudendo gli occhi mentre due lacrime corrono lungo la solita via sulle guance.

Pensa di essere impazzita quando sente Gajeel ansimare nella sua bocca come un uomo che sta affogando e quasi strilla quando le mani di lui si allungano verso i suoi fianchi, ma poi Gajeel mormora il suo nome contro le sue labbra socchiuse mentre inizia a ricambiare il bacio e nient'altro le importa, perché lui è sveglio e Levy non dubiterà mai più del potere delle favole.

 

Quando alla fine si tira indietro, Levy sta singhiozzando e ridendo contemporaneamente, le lacrime che cadevano su Gajeel in un gocciolare cadenzato e lui alza lo sguardo offuscato verso di lei, gli occhi non abituati nemmeno alla mezza luce della sera, dopo così tanto tempo nell'oscurità. La voce è roca e rotta dal prolungato silenzio, i muscoli delle braccia di cui andava tanto fiero atrofizzati dalla lunga immobilità, ma il suo ghigno è lo stesso sorriso affilato e ora ha occhi solo per lei.

 

" Hey, nanetta. Ti sono mancato? " chiede e ghigna come se avesse detto la cosa più intelligente del mondo.

 

Levy singhiozza e lo attira in un abbraccio infinito, seppellendogli il viso selvaggiamente negli spessi capelli (non ci fare troppo caso, hanno solo bisogno di una bella lavata) e non lo lascerà mai andare. Gajeel ridacchia, sussultando  mentre le dure ginocchia di lei, i gomiti troppo entusiasti e il mento sembrano  ferirlo solo toccandolo, ma col cazzo che le avrebbe chiesto di smettere.

Invece se la strinse vicina il più possibile, quanto quelle braccia rovinate potevano fare, tremando per lo sforzo quando lei si asciuga le lacrime sul suo collo, e le sussurra la fine della storia.

 

" E poi la principessa baciò il drago e il drago si risvegliò con un ruggito, poiché quella era la donna che amava, l'idiota aveva promesso di non lasciarla mai più e non poteva farla aspettare in quel modo, che diamine! "

 

Levy singhiozza con una risata e si tira la faccia di Gajeel verso la propria, amandolo con tutta se stessa.

 

" Ti sei sbagliato " dice, la voce tremante " Non sono una principessa. "

 

Gajeel la bacia in silenzio, le lacrime di lei che gli inumidiscono il viso e quando si allontana entrambi i loro volti sono bagnati e lui non sa se sono le lacrime di Levy o le proprie.

 

" Potresti benissimo esserlo " sussurra, la vece rotta " Mi hai salvato. "

 

Levy singhiozza di nuovo e se lo tira ancora addosso. Gajeel sorride e la stringe stretta, pensando che è in una bizzarra e contorta favola che loro vivono, dove la principessa deve baciare il drago per salvarlo, ma hey, il drago si tiene la ragazza alla fine e questo gli va più che bene.














Angolo della Traduttrice
Oh oh oh (Tanaka Style), come sono stata veloce :D. Beh ovviamente prechè mi sono impegnata e ho preso il tutto molto seriamente dopo il ritardo del capitolo precedente... no scherzavo, a scuola non facciamo altro che tornei di Poker o Scala Quaranta da due giorni ormai e io mi ero scocciata.
Ma alla fine il risultato è lo stesso, no?
Spero che il capitolo vi ricompensi dell'attesa e spero che vi piaccia :D
Come al solito vi lascio sotto il link dell'originale:)
Alla prossima, grazie per leggere e RECENSITE!


link: http://www.fanfiction.net/s/6634252/4/Ironbound-Paperbacks

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Capitolo 5
*** Bookwyrm ***


05. Bookwyrm


 

Bookworm  /bukuorm/ = topo da biblioteca

wyrm = viverna (una specie di drago)

La pronuncia di wyrm e worm è molto simile,
l'intero capitolo si basa su questa assonanza,
per questo motivo mi vedo costretta a usare i termini inglesi.



 

Levy stava seduta sul suo letto, le lenzuola in un tiepido ammasso intorno alle dita dei piedi, un libro appoggiato sulle ginocchia.

Gajeel era steso al suo fianco, le calde linee delle loro gambe che si sfioravano, e la studiava, osservando i suoi occhi che scorrevano in prevedibili linee da sinistra a destra lungo le pagine, scattando indietro e avanti con la precisione di un dattilografo.

Gli piaceva guardare Levy leggere, ma dopo i primi dieci minuti diventava piuttosto monotono e lui si annoiava.

 

" Hey, Bookworm, quanto ti manca a finire quelle roba? "

 

" Finisco quando finisco " sbottò Levy con voce irritata. Era la terza volta che Gajeel glielo chiedeva negli ultimi cinque minuti. Si voltò all'improvviso verso di lui, spostando l'attenzione dal suo libro al Dragon Slayer e spingendo infuori il labbro inferiore. " E poi, perché mi chiami sempre in quel modo? "

 

Gajeel girò lo sguardo su di lei " Come, Bookworm? Bhe, sei un drago anche tu, no? "

 

" Cosa? " Levy lo guardò senza capire, inclinando la testa da un lato (adorabile).

 

" Bookworm. Bookwyrm. Tu sei un drago dei libri " le spiegò. Era così semplice.

 

Lei gli rivolse un'occhiata come fosse impazzito. " Cosa c'entra il fatto che mi piaccia leggere con l'essere un drago? "

 

Gajeel si bloccò, ripensando alla frase di prima. Oh, vero. Worm e Wyrm, viverna, suonavano tremendamente simili quando pronunciati.

Sospirò e si allungò per prendere un pezzo di carta, ma cambiò idea e invece agguantò i fianchi di Levy, trascinandosela in grembo (ghignando ai suoi indignati urletti di protesta) prima di superare quelle piccole braccia e gambe alla ricerca di una matita.

 

Le piazzò il quadrato di carta sulla parte piatta della coscia, poco sopra il ginocchio, lisciandole la pergamena addosso con il palmo steso della mano. Levy si congelò e lui le piazzò il mento sulla spalla per tenerla ferma. D'istinto Gajeel girò la testa verso di lei e inalò piano, sorridendo al lento brivido che la attraversò in risposta. I suoi capelli profumavano di buono.

 

Rispontando l'attenzione al foglio, glielo scrisse per esteso. Levy lo guardò affascinata. Scriveva con secchi tratti angolati e lei poteva sentire la lieve pressione della matita che si tracciava la strada sopra la sua pelle. Sperava ardentemente che Gajeel non calcasse tanto da attraversare la carta. Sarebbe stato pessimo. Invece fissò le parole che prendevano forma davanti a lei.

 

            Book worm wyrm

            Topo Drago da biblioteca

 

Cancellò la parola worm con un sottile linea decisa e Levy si contorse un poco alla nuda punta della mina che bucò il foglio, senza però graffiarla. Lui non notò nulla.

 

" Ecco " disse scorbutico, risiedendosi indietro e circondandole i fianchi con le braccia. " Ecco, capisci ora? Bookwyrm, drago da biblioteca. "

Levy sorrise guardando il pezzo di carta. " Sì, Gajeel, ora capisco! E' così che ti riferisci a me nella tua testa quando mi chiami Bookworm? " chiese, prendendolo in giro e piegando la testa indietro per guardarlo. Lui si bloccò, un lieve accenno di rossore che gli serpeggiava lungo gli zigomi.

 

" No. Sì... forse. " Cedette al suo sguardo. " A volte. "

 

Levy si girò nel suo grembo e lo strinse in un abbraccio, schiacciandogli la propria guancia contro la sua e sentì un sorriso pian piano aprirsigli sul viso mentre le avvolse entrambe le braccia attorno, tirandosela fermamente vicino.

 

" Credo che potrei essere davvero un drago dei libri " disse Levy, la guancia ancora premuta contro quella di lui. " E' vero che mangio i libri dopotutto. Soltanto non " fece una smorfia alla spiacevole idea "... non letteralmente. "

 

Gajeel le spinse il mento verso l'alto con il naso, in modo che le potesse appoggiare il viso contro il collo.

 

" Tu sei un drago " disse, la voce leggermente attutita " Solo di tipo diverso.. E tu non mangi libri, tu li fottutamente divori. "

 

Levy rise, intrecciandogli le dita nei capelli. " E' decisamente vero! Ok, Gajeel. Visto che la gente ti chiama sempre il Drago d'Acciaio, mi aspetto anch'io di essere chiamata con il mio nome! Bookwyrm Levy! Levy, la Viverna da Biblioteca! "

 

Lui sogghignò e le fece un pizzicotto giocoso al fianco. " Sì, sì, di sicuro. Lo sai che le viverne e i draghi sono diversi, vero? "

 

Lei gonfiò le guancie e gli tirò i capelli. " Umpf, più o meno. "

 

Gajeel si piegò sotto il suo tocco e ghignò, chiudendo gli occhi. " Sì, più o meno. Se io sono il tuo drago, allora, diamine, tu puoi essere tutta mia! "

 

Levy sorrise e gli piazzò un bacio sulla fronte, appoggiando la propria testa contro quella di lui.

Era piacevole pensare a Gajeel come il suo drago, ma sapere che lui pensava di lei la stessa cosa? Ancora meglio.






Angolo della Traduttrice
Ecco il capitolo che mi ha dato un po' di problemi. Chiedo scusa per il mantenimento di Bookworm in inglese, ma ho messo le note all'inizio quindi non credo ci saranno troppi problemi.
Ne ho già in cantiere altri due, quindi non dovrei metterci troppo.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Un grazie speciale Okami_chan, Girl Pumpkin, Bluesun, Levy Mcgarden e StelladelLeone per le loro puntuali recensioni a quasi tutte le GaLe che posto.
Spero che vi sia piaciuto, grazie per aver letto e mi auguro che lasciate un commentino per gasare la traduttrice :D
Alla prossima

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Capitolo 6
*** Pic Nic ***


 

06. Pic Nic

 



" Vedi, Gajeel! Non è perfetto? "

 

Gajeel esalò un lungo sospiro sofferente mentre veniva trascinato dentro a un boschetto a un paio di miglia a sud di Magnolia.

L'unica ragione del suo esser lì era perché Levy lo aveva ingannato con la promessa di aver trovato alcuni cannelli di metallo battuto per il suo pranzo, ma al suo arrivo non c'era nessun cancello, solo una Levy ferocemente entusiasta, che indossava un vestitino estivo arancione chiaro e reggeva un gigantesco cestino con entrambe le mani.

 

" Oggi facciamo un pic-nic " gli aveva detto tutta sorridente, scaricandogli senza preamboli la pesante cesta (cosa diamine c'era dentro?) e afferrandogli la mano libera nelle sue, prima di tirarlo dritto nel boschetto.

Boschetto nel quale si trovava in quel momento, trasportando un cestino ridicolosamente strapieno fra gli alberi, totalmente perso se non fosse per la ragazza saltellante e canticchiante di fronte a lui.

 

L'entusiasmo di Levy non lo coinvolgeva, pensò sarcastico, ma il calore della sua piccola mano nella sua rendeva il tutto un poco più sopportabile, quindi si limitò a seguirla rassegnato finché non giunsero a destinazione.

 

Lei lo lasciò andare e Gajeel ebbe la sensazione di essere improvvisamente privato di qualcosa (Stupido! si disse, cercando di ignorare come si sentisse vuoto senza il calore delle sottili dita di lei intorno alle sue), ma venne distratto da Levy che, dopo aver corso sino al centro della spianata, gli faceva gesti scomposti per convincerlo a seguirla.

Gajeel s'incamminò lentamente verso di lei, poggiò il cestino con un grugnito sollevato mentre Levy alzava con uno strattone il coperchio di vimini e tirava fuori un lenzuolo piegato a quadretti bianchi e rossi.

 

Gajeel rimase fermo, imbarazzato, mentre lei agitava il tessuto così che si spiegasse con un piacevole fruscio di stoffa. Quando poi il Dragon Slayer la guardò, un raggio di luce oltrepassò il fogliame sopra di loro illuminando d'improvviso Levy, la punta di sole che le accarezzava il viso, le guance e i capelli. La bocca di Gajeel si seccò di colpo a quanto fosse fottutamente bella, ma l'atmosfera si dissolse quando la ragazza si inginocchiò per stendere il lenzuolo, canticchiando a bocca chiusa, completamente inconsapevole dell'espressione rapita di lui.

Dopo aver lisciato la stoffa a suo gradimento, lo chiamò, indicandogli il terreno vicino a lei.

 

" Forza Gajeel, siediti! "

 

Lui si sedette sul tessuto quadrettato, sentendosi ridicolosamente domestico e completamente inadatto, mentre Levy si allungò oltre di lui per il cestino e iniziò a scavarvici dentro.

Istintivamente, Gajeel si piegò indietro per darle più spazio. Era tremendamente piacevole avere una bella ragazza chinata in grembo che trafficava, ma l'invasione da parte di Levy della sua bolla di spazio personale lo fece arrossire maldestro e tutta quella situazione eccessivamente femminile aveva causato già troppo disagio per una sola giornata.

 

Levy riuscì finalmente a pescare una borsa di plastica piena di tramezzini, che gli sventolò entusiasta davanti alla faccia. Gajeel diede loro una prudente annusata e incrociò le braccia con un grugnito indifferente quando lei aprì la borsa e tirò fuori uno dei triangoli.

Non era che lui non potesse mangiare nulla che non fosse metallo, ma in generale preferiva il metallo a tutto il resto, perciò Gajeel declinò cauto l'offerta quando Levy gli tese il tramezzino con entrambe le mani, esortandolo a darci un morso.

 

" Lo mangi tu quello " disse, dandole un colpetto sulla fronte.

 

" Ma Gajeel! Li ho fatti per te! " protestò, spostandogli la mano.

 

" Sì? Sono panini all'acciaio? "

 

Levy gonfiò le guance " No, ma sono deliziosi! "

 

Ne prese un gigantesco morso prima di rioffrirglielo. Sospirando rassegnato, Gajeel aprì la bocca per fare un morso, ma Levy tirò via il tramezzino all'ultimo momento, ghignando, e ne prese un altro po' nella bocca già piena.

 

" E' pfuono! " riuscì ad articolare mentre masticava.

 

Bhe, se voleva la guerra…

 

Si allungò in avanti, mandandola a tappeto facilmente e serrò la mascella in un morso che suonò molto come una trappola di acciaio che scattava, quando demolì il resto del tramezzino. Levy ebbe appena il tempo di squittire prima di essere buttata a terra. Giacque sul terreno shoccata per un paio di secondi per poi lanciare uno sguardo esitante alle dita, per vedere se c'erano ancora tutte. Il morso di Gajeel finiva pochissimi millimetri prima delle punte delle sue dita, lasciando indietro solo qualche misero centimetro di crosta.

 

Gajeel stava finendo di masticare con un ghigno molto compiaciuto. Levy mise sù una faccia arrabbiata, che però non durò a lungo e alla fine si sporse di nuovo oltre di lui, iniziando a tirar fuori un assortimento di piatti e utensili e dio solo sa cosa fossero le altre robe.

 

Ad ogni nuova cosa che lei tirava fuori e alle sue chiacchiere solari e infinite, Gajeel si sentiva sprofondare un poco di più sulla difensiva. Il suo sconforto doveva essersi riflesso sul suo viso perché Levy si bloccò e piegò la testa verso di lui, il sorriso che piano le scompariva dal volto, rimpiazzato dalla preoccupazione.

 

" Gajeel, c'è qualcosa che non va? "

 

Lui fece una smorfia e scavò nella mente alla ricerca di una scusa, ma non riuscì ad uscirsene con nulla di abbastanza convincente.

 

" Mi sento stupido " disse piatto e guardò in basso per non dover vedere l'espressione ferita di Levy. Gli occhi si posarono sul lenzuolo e prese con cautela il tessuto a scacchi fra due dita.

 

" Questo " lo lasciò cadere " Questo non sono io "

 

Levy si sedette e raccolse le mani in grembo, armeggiando con l'orlo del vestitino estivo. Quando parlò la sua voce era sottile e triste.

 

" Oh, mi… mi dispiace Gajeel. Pensavo che… volevo solo passare un po' di tempo con te e… e speravo di poter rendere il tuo pomeriggio un poco più divertente, visto che non avevi pianificato nulla… "

 

Levy si zittì e aveva un aspetto così abbattuto che Gajeel si sentì istantaneamente un bastardo per aver detto qualcosa in primo luogo e, in imbarazzo, si allungò verso di lei e se la tirò in grembo.

Timidamente le premette la guancia contro i capelli, limitandosi a stringerla e dopo un momento lei gli fece scivolare le braccia dietro al collo.

Lui parlò, la voce roca per cercar di celare quanto si sentisse in colpa.

 

 " Non hai bisogno di fare tutto questo solo per farmi felice, sai? Tutta 'sta roba con lenzuoli e cestini e picnic non mi interessa. Semplicemente stare con te è abbastanza. "

 

Sentì le labbra di lei piegassi in un sorriso contro il suo collo.

 

" Lo so, ma a volte voglio fare di più che essere solo presente. "

 

Gajeel l'abbracciò con trasporto. Aveva anche solo idea di cosa stava dicendo?

 

" Essere anche solo qui è… è abbastanza. E' più di quello che chiunque altro abbia fatto per me, comunque. "

 

Levy si tirò indietro e lo guardò dritto negli occhi.

 

" Lo so, ed è triste, perché tu meriteresti molto molto di più. "

 

E poi lo stava baciando e lui non trovava proprio nulla da ridire dopo di quello, quindi la lasciò fare, felice di potersi perdere in lei per un poco.

Quando Levy si allontanò, sorrise all'espressione incredula di Gajeel e si piegò per dargli ancora un bacetto sul naso, giusto per ribadire il concetto.

 

" Li mangi comunque i miei tramezzini? " gli chiese, rivolgendogli uno sguardo supplicante. Il suo sorriso era contagioso e Gajeel si ritrovò a ghignare come un idiota.

 

" Sì. Si può fare. "








Angolo della Traduttrice
Eccomi, risorta dalle ceneri come una fenice. Mi ci è voluto un po' di tempo a tradurlo questo capitolo, ma in compenso sono andata molto avanti con l'altra raccolta U.U
Un altro angolo di normalità fra questa adorabile coppietta <3 <3 <3
Sto seriamente andando in overdose, mi devo pure preparare il cosplay di Fem!Germany per un Hetalia Day.
Ma prometto che ci darò dentro in questa settimana a venire, prima di partire per le vacanze.
Che dire, grazie per aver letto, il link lo posto qua sotto come ogni volta.
Recensite mi raccomando. Donate una recensione a questo recapito e farete felice una ragazza :D
Grazie ancora


link originale: http://www.fanfiction.net/s/6634252/6/Ironbound-Paperbacks

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