So Undercover - Una detective a Yale

di ofarrowsandbows
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1: Sue Sylvester. ***
Capitolo 2: *** 2: Harmony Peace. ***
Capitolo 3: *** 3: Kappa Kappa Zeta. ***
Capitolo 4: *** 4: Sebastian Smythe. ***
Capitolo 5: *** 5: La festa. ***
Capitolo 6: *** 6: We Will Rock You. ***
Capitolo 7: *** 7. Brandy. ***



Capitolo 1
*** 1: Sue Sylvester. ***


 

Quinn Fabray era cresciuta tra agenti della CIA, dell’FBI, nel corso della sua giovane vita aveva incontrato anche alcuni scienziati della NASA, eppure adesso si trovava seduta su una panchina, a fingere di bere un frullato, una Nikon nascosta sotto la giacca e gli occhi puntati su un paio di illustri personaggi della politica statunitense che usavano incontrarsi negli alberghi di lusso.

« Vedi qualcosa, Quinn? »

« Il senatore Dickens ha appena trovato la sua fiamma, ora sta guardando l’orologio. I nostri senatori sono molto impegnati… stanno entrando. Li seguo. »

« Quinn.. »

« Si papà? »

Russell Fabray sospirò rumorosamente, da quel rumore che attraversava il walkie talkie Quinn poteva sentire tutta la sua preoccupazione.

« Niente, fa attenzione. »

« Come sempre. »

La bionda mise il walkie talkie in tasca e si diresse all’entrata dell’albergo, per poi infilarsi di corsa nell’ascensore in cui erano entrati il senatore e la sua amante.

Quinn mostrò un sorriso a trentadue denti e azionò il registratore che aveva nella tasca posteriore del jeans.

Quando l’ascensore si fermò al terzo piano capì che le sue “prede” erano arrivate e quando furono uscite li seguì furtivamente.

« Qual è la stanza, papà? »

« La 2205. Bussi e dici che sei per sistemare la camera. »

« Papà non sono idiota, volevo sapere solo il numero della stanza.. ehi, l’ho trovata! »

Quinn bussò ripetutamente alla porta ma nessuno era venuto per aprire.

« Buongiorno io essere cameriera, io venuta per rifare letto. »

« Che accento dovrebbe essere quello, Quinn? »

« Non so… scozzese misto Salma Hayek? Non aprono. Piano d’emergenza? »

« Cosa? »

« Tu hai sempre un piano d’emergenza! »

« Beh, stavolta no! »

« E io come faccio? »

« Trova un piano d’emergenza. »

Quinn sbuffò e si guardò intorno finché non vide una finestra aperta. Un sorriso raggiante le spuntò sul volto e si avvicinò ad essa per poi uscire fuori.

« Papà, sto per fare qualcosa che sarà davvero fantastico. »

« Quinn ti sento male, dove sei? »

« Sulla finestra. Oddio ho le vertigini. »

« Che stai facendo? »

Russell era davvero preoccupato e non riusciva a capire perché sua figlia si trovasse sul cornicione di una finestra.

« Pà sto per saltare, se mi spappolo al suolo sappi che ti ho voluto bene e che… sto andando in un posto sicuramente migliore di questo. »

« Non ti spappolerai al suolo Quinn. Ho scritto un testamento e tu sei l’unica persona a cui posso lasciare il mio nulla! »

La bionda fece un sospiro profondo e poi saltò verso l’altra finestra.

« Okay ci sono papà, oggi è il mio giorno! »

« Va bene, ma stai attenta okay? E muoviti, la gente qui sotto sta vedendo una ragazza che penzola da una finestra. »

« Figo! »

« No quando sai che quella ragazza è tua figlia. »

« Okay mi muovo, ecco, sono entrata. »

Una volta entrata prese la Nikon dalla tasca e si nascose dietro una pianta per fare delle foto quando una donna sui venticinque o poco più grande di lei, si mise ad urlare in modo isterico e in qualche lingua che non riusciva a comprendere. Presa dalla paura di essere stata scoperta, Quinn scattò una serie di foto ad una velocità supersonica e si diresse verso la porta d’entrata.

« È una festa per tre! »

« Che significa? »

«Me’nage a trois! »

« Esci da li, non importa! Torna qui! »

« Sono nella tromba delle scale a nord-est. Sono sul tetto. »

« Dimmi che sta succedendo! »

Quinn si guardò intorno, ma tutto ciò che poteva vedere erano le canne fumarie dei camini che se trovavano nelle suite del terzo piano.

« Come esco da qui? Cazzo! »

« Non imprecare. Non mi piace quando imprechi! »

La corsa finì quando si ritrovò in un vicolo cieco e girandosi poté vedere il senatore Dickens con una mazza da golf tra le mani.

« Bene bene, tesoro. Eccoci qui. »

Dall’auricolare Quinn poté sentire Russell urlare un “Dove ti trovi”.

« Hai le foto? »

« Non sono io quella che tradisce. »

« No… tu sei quella che fotografa il tradimento! Sei la più infame degli infami, sai? Sei il peggio dei paparazzi! »

« Questo mi offende. » disse la bionda portando una mano all’altezza del cuore.

« Allora dammi la macchina fotografica. Ho detto dammi la macchina fotografica! »

L’uomo stava perdendo la pazienza e Quinn decise di assecondarlo.

« Ok. » disse alzando le mani in segno di resa.

« Piano e con calma… » disse il senatore mentre Quinn slacciava il cintolino dalla macchina fotografica.

« Brava ragazza… adesso dammela. »

« Prendila. » disse Quinn tenendo il cintolino ancora legato alla macchina stretto in mano e l’altra estremità che penzolava dal balcone.

« No! »

Quando l’uomo corse verso la macchina fotografica ritirò indietro il cintolino e prese la mazza da golf che era caduta a terra, e con questa lo colpì alla schiena.

« NON-SONO-UN-PAPARAZZO! »

La bionda lasciò il senatore steso a terra e scappò nella direzione opposta a quella in cui si trovava per poi scavalcare una casupola e scendere le scale verso l’uscita.

All’uscita l’aspettava la sua fantastica Triumph d’epoca rossa pronta  per affrontare una nuova avventura  insieme a lei.

Era incredibile come l’Ohio fosse pieno di persone che si tradivano a vicenda.

Quando arrivò davanti al “Lima Bean”  vide subito la sua ‘preda’.

Entrò e si mise a sedere su uno sgabello vicino al bancone – così da poter scattare qualche foto – quando arrivò una donna che si mise a sedere accanto a lei.

« Scusa, posso parlarti un secondo? »

« Mi dispiace non sono il tipo da mami, e ho da fare qui. »

« Capito. »  si congedò la donna alzandosi per avvicinarsi all’uomo che Quinn stava seguendo.

« Posso? Scusate il disturbo. La vede quella ragazza seduta laggiù? È una detective privata ed è stata ingaggiata da sua moglie per avere delle prove del suo tradimento. Lei ora non ha alcuna prova, quindi se va al prossimo bar troverà sicuramente una cameriera che si farà convincere a dartela. »

Quando l’uomo uscì amareggiato dal bar la donna si avvicinò alla bionda tirando fuori un distintivo dell’FBI.

« Sei stata licenziata, pare. Sue Sylvester, FBI. Adesso posso parlarti? »

Quinn annuì confusa e si mise a sedere al primo tavolo vuoto che aveva trovato.

« Hai mai sentito parlare della Mafia Georgiana? »

« No. »

« Un gruppo di questi tizi è immigrato negli Stati Uniti quindici anni fa, guidato da un certo Vur Kashalov, un esperto di droghe, frodi ed estorsioni. »

« E io che c’entro? »

« C’è un rinvio a giudizio contro Kashalov questo pomeriggio. Il testimone principale è uno di nome Leroy Berry. Berry ha fatto i registri contabili di Kashalov senza saperlo, e lo stiamo convincendo a testimoniare contro Vur. »

« Ed io devo prendere un formaggio alla griglia per pranzo. »

« Cosa? »

« Qual è il punto? »

« Il punto è che la figlia di Berry va al college a Yale e vorremmo che tu la controllassi. »

« Non avete nessuno al bureau? chiese Quinn con fare interrogativo. »

« I nostri tirocinanti non sarebbero plausibili come ragazze della sorellanza del college. Sono piuttosto muscolose e hanno i baffi. E parlo delle donne. Mi sono informata su di te. Sei orfana di madre e sei stata cresciuta da tuo padre, di conseguenza dalla forza di polizia di Lima. A undici anni sapevi sparare e sei un’esperta di Jiu Jitsu. Io sono esperta in Aikido. »

« Beh, mi dispiace. disse la bionda scrollando le spalle. »

« Perché? »

« Perché l’Aikido è la moda delle casalinghe grasse per perdere peso all’equinozio locale. »

« Mi stai paragonando ad una casalinga grassa? »

« Si. »

« Non credi che il Jiu Jitsu sia antiquato? »

« No. È la forma di difesa più efficiente quando sei sopraffatto. »

« Ma per favore… »

« Con la giusta leva e velocità potrei farti volare da quella finestra! »

« Dietro al volante di un muletto magari. »

« Sto perdendo tempo. »

Quinn fece per alzarsi ma notò che la donna la stava seguendo e le venne istintivo roteare gli occhi e sbuffare.

« Sai cos’è un cuore? »

« Mai sentito. »

« È una pratica dell’Europa dell’Est. La famiglia piazza qualcuno nella vita di un caro dei loro nemici. L’infiltrato spierà la vita del target. Gli sarà molto vicino. »

«Quindi la minaccia previene il testimone. »

« Esatto. C’era un cuore piantato nella vita della famiglia di Leroy. Si chiama Rachel Berry. – disse Sue porgendole una foto della ragazza – Penso nasconda qualcosa per suo padre, qualche prova contro Kashalov.. estratti conto, libri contabili che le ha fornito il padre con una sorta di negoziazione. »

Quinn scosse la testa contrariata.

«Non posso farlo. C’è bisogno di me qui. »

« 15.000. »

« Ho un bambino. »

« Non è vero.. beh, non del tutto. »

Quinn sospirò seccata. Odiava quando le persone tiravano fuori l'argomento Beth.

« Tuo padre è stato cacciato dalle forze di polizia perché scommette. »

« Su per giù è lo stesso. »

« Ti concedo di fare qualcosa di reale. Hai la possibilità di lavorare per l’FBI.. l’opportunità di fare la differenza nella vita di qualcuno. Pensaci Quinn, sappiamo entrambi che inseguire i camionisti traditori non è il massimo per la realizzazione di un investigatore. Questo comunque è il mio biglietto da visita. – disse dandogli un foglietto di carta con su un numero – In caso cambiassi idea. »

« Non succederà. »

Quella sera Quinn tornò a casa tardi, eppure suo padre non era ancora rientrato. Decise quindi di farsi un panino, ma quando si diresse al cestino per buttare il barattolo di maionese finito si accorse di un giornale tutto scarabocchiato. Suo padre aveva ricominciato a scommettere.

Lo aspettò seduta sulla poltrona che dava sulla porta d’ingresso e quando arrivò si schiarì la gola per fargli notare che era ancora sveglia.

« Dov’eri? »

« Ho cenato con i ragazzi. »

« Quel bicchiere da caffè è del Lima Bean. E ci sono solo due franchising nell’area di Lima. Uno si trova in centro.. e un altro a Lone Star Park. Leggi sempre il giornale a cena con i ragazzi, ma quello è ancora chiuso, quel timbro da l’accesso a un posto in tribuna. Allora.. dimmi papà… com’era la pista? »

« Sei troppo sveglia per me, Quinn. »

« Quanto? »

« Stavo quasi per avere quei soldi da quell’avvocato.. – disse pocciando il bicchiere da caffè sul tavolino – Mi stavo avvicinando alla vittoria. Davvero! Ero solo ad un giro di distanza. »

« Papà. »

« E poi ho perso. Poi ho continuato. »

« Quanto? »

« 17.000. »

Quinn sospirò profondamente e si alzò dalla poltrona. Aveva una sola scelta per saldare quel debito, e come aveva detto Sue Sylvester, spiare camionisti non avrebbe fruttato tutti quei soldi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** 2: Harmony Peace. ***


Quella mattina Quinn non era andata alla ricerca di nuovi tradimenti, la sera prima aveva chiamato la Sylvester, che quasi commossa le aveva dato appuntamento in un edificio abbandonato.

Quinn non disse nulla sul luogo dell’incontro e cercò – per quanto le fosse difficile – di fidarsi.

Parcheggiò la moto accanto ad una Range Rover grigio metallizzato dalla quale uscì Sue. Aveva un impermeabile color crema addosso e gli occhiali da sole.

La bionda non riusciva a capire come facesse a non avere caldo con quell’impermeabile ma si limitò solo ad alzare la mano in segno di saluto.

« Sylvester. Che posto è questo? »

« Lo vedrai. Abbiamo ottenuto il tuo ingresso nella sorellanza di Rachel. Sarai un trasferimento dall’Università delle Hawaii. »

« Scuola sconosciuta, lontana. Furbi.. »

Dopo un attimo di esitazione Quinn si fermò e abbassò lo sguardo.

« .. ma mi servono più soldi. »

«Cosa? »

« Ascolta, accetto il lavoro, andrò al college. Mi metterò anche il rossetto, ma mi servono 5.000 dollari in più. »

« Okay, ma dovrai fare molto di più che metterti del rossetto. »

Sue le fece segno di seguirla ed entrarono nel capannone. Quinn guardò Sue sconvolta.

« Okay, sei in ritardo di 40 minuti. »

«Chi è questa? »

« Io sono Sugar Motta! »

« Sugar Motta? I tuoi devono amare davvero tanto i panettoni… E saresti…? »

« Faccio parte dello staff dell’FBI, sono una truccatrice. »

« Okay… »

« Cosa sarebbe questo look? Vagabonda chic? »

Quinn si guardò istintivamente i jeans e la canottiera nera con giacca intonata.

« Non ho capito. »

« Okay… – disse la ragazza girandosi verso il guardaroba – devi provare tutti questi abiti. »

« Bene. »

« No Quinn, devi dire “certamente” o suo cugino più piccolo “certo” quando vuoi dire “bene”. Okay, allora… cominciamo! »

Quando Quinn uscì dal camerino con un abito rosso a fiori gialli Sugar le fece vedere una borsa fucsia in cui stava letteralmente lanciando oggetti vari.

« Questi sono accessori essenziali: Maybelline Lip Gloss Splendore Sensazionale. Color “bacio di ciliegia” e “caramella schiacciata”. Lipstick Mac Luster color “silenzio per favore”.. »

Quinn guardò lo scatolina confusa. Che colore era silenzio per favore?

Poi arrivò il momento del taglio capelli.

« Quinn, lei è Unique. È una bomba quando si tratta di capelli. »

Nel frattempo Sugar aveva ricominciato il suo elenco di cose inutili da mettere nella borsa.

« Confettini senza zucchero alla menta e al cioccolato.. e dolce di pasta frolla alla fragola. Doppia gomma da masticare, due pacchetti. »

Davanti allo specchio da parrucchiere Unique si lamentava del fatto che durante il viaggio per il capannone era stata bendata e che al contrario di ciò che pensava Sugar le era piaciuto.

« Okay Quinn, basta cazzeggiare. Questa è la gerarchia Kappa Kappa Zeta. Devi conoscerla per insertiti nella casa. In cima abbiamo Santana Lopez. È spietata e ha fame di potere, e gestisce la casa con pugno di ferro. È un po’ come Gheddafi ma con delle tette enormi.»

Nel frattempo Sugar continuava l’elenco e aveva tirato fuori un’arriccia capelli che a sua detta le sarebbe servito. Dall’altro lato Sue parlava della confraternita.

« Se l’abbuffata e la purga fossero dei crimini, sarebbe nel braccio della morte. Sai cosa intendo, vero? »

« No davvero. »

Unique nel frattempo continuava a fissare i capelli della bionda, fino a che questa non fece un grande sorriso.

« Mi taglio i capelli da sola. »

« Durante un terremoto? »

« Ahahahah. »

Sue schioccò le dita per richiamare la sua attenzione e per un attimo la bionda pensò di mollare tutto e tornare alla sua vita, ma la posta in gioco era troppo alta.

« Queste sono i suoi “tenenti”: Tina, Mercedes e Brittany. »

« Tina, Mercedes e Brittany. »

« Furono concepite dai genitori mentre facevano sesso da L. L. Bean… inoltre ci sono due ragazzi, migliori amici di Rachel: Kurt e Blaine, e questo è il tuo obbiettivo. Rachel Barbra Berry. Sei la sua migliore amica. »

« Ricevuto. »

Per la decima volta Unique si mise a urlare in modo isterico.

« Che c’è stavolta? »

« … È come se un animale depresso si fosse suicidato sulla sua testa! »

« Sapete che sono seduta qui? » disse Quinn, anche se la considerazione che avevano di lei era pari a zero.

« Se qualcuno può riuscirci, quella sei tu. Sei il maestra dei capelli. »

« Quinn questo è il tuo telefono. » disse Sue porgendole un iPhone con la cover glitterata.

« L’hai rubato ad una bambina di nove anni? »

« No, devi usarlo, okay? C’è un’applicazione Kappa con tutte le informazioni sulla sorellanza. »

« Applicazione Kappa? »

« Esatto. »

« E questo non lo dovrai usare, ma tienilo con te per tutto il tempo. » disse dandole un altro telefono.

« Perché? »

« Perché serve a trovarti. Riceverai un SMS. »

« E se devo chiamarti? »

« Riceverai un messaggio. »

« Se ho bisogno di te ricevo un messaggio? »

« Si. »

« Non ha senso. Okay, telefono Kappa, telefono di Batman. »

« Non dirlo. »

« Perché no? »

« Sminuisce l’importanza del telefono. »

« Okay, ma è il telefono di Batman. »

« No. Il telefono di merda era rosso ed era fisso, e Bruce Wayne lo usava per le chiamate, e tu lo usi solo per ricevere messaggi. Non vedo il problema, okay? »

« Okay. »

« E questa qui… – disse indicando un telo – è la tua nuova Volkswagen EOS. »

« Ma dai… non posso andarci con la mia moto a scuola? »

« Le ragazze come te farebbero i salti di gioia per guidare questa auto. »

« Non sono come le altre.. »

« Harmony Peace si. »

« Chi è Harmony Peace? »

« La tua nuova identità. »

« Fai sul serio? Non è un nome, è un condominio! »

« Non me ne frega niente. » disse dandole le chiavi dell’auto.

Quando Quinn – o meglio Harmony – uscì dal camerino con i capelli lunghi e degli abiti femminili, tutto quello che uscì dalla sua bocca fu un ripetuto “porca troia”. »

« O mio Dio. »

« Porca troia. »

« O mio Dio. »

« Prova. »

« Cosa? »

« Devi dire “o mio Dio” invece di “porca troia”. »

« O mio Dio? »

« O mio Dio. »

Dopo svariate volte Quinn riuscì a capire la tonalità in cui doveva dirlo e a detta di Unique quel giorno si consumò un miracolo della moda.

Adesso era fisicamente e psicologicamente pronta per una vita da ragazza al college.



Note dell’autrice:

In questo capitolo Quinn viene trasformata in Harmony e quindi entriamo nel vivo della storia(?), nel prossimo capitolo vedremo la nostra Fabray alle prese con i problemi amorosi di Artie e Brittany e soprattutto arriveranno anche Santana e Rachel!

Un bacione a tutti e al prossimo capitolo! JustAWarbler <3
 

 
 
 

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Capitolo 3
*** 3: Kappa Kappa Zeta. ***


Era finalmente arrivato il giorno della partenza e Quinn dovette lasciare la sua “vecchia” vita per vivere quella “nuova”.

« Okay papà, qualsiasi  cosa ti serva chiamami, porterò anche il telefono di Quinn Fabray con me.. »

« Tranquilla Quinn, andrà tutto bene. »

« Si certo, come l’ultima volta. »

« No, meglio. Quando tornerai sarà tutto diverso. »

« Lo spero.. più che altro per te, a me non cambia più di tanto… okay ora devo andare. »

« Buon viaggio tesoro. »

« Grazie papà e.. ti voglio bene. »

« Anche io tesoro. »

Quando Quinn arrivò nella “parte della città” in cui risiedevano le confraternite notò che era tutto spaventosamente silenzioso. Parcheggiò davanti al cancello della sorellanza delle KKZ e poi fece un sospiro profondo e si guardò allo specchietto retrovisore.

« Harmony Peace. Ciao, sono Harmony Peace, piacere di conoscerti. – disse facendo un sorriso a trentadue denti – Tutto questo è ridicolo. »

Entrando nell’enorme giardino del palazzo vide un gruppo di ragazze vestite di rosa che scendevano le scale, accennò un sorriso ma queste non salutarono e andarono a dritto. Quinn si ritrovò a pensare che si trovasse in una confraternita di maleducate.

« Non ci credo che vuoi annullare! »

« Artie è a serata di benvenuto Kappa. Devo esserci. »

« Preferisci la tua sorellanza a mio padre? »

« Brittany? Ascolta, sono in ritardo, devo farmi ancora barba e devo trovare un cazzo di modo per mettermi l’abito elegante, inoltre devo ancora meditare prima di vedere i miei genitori. Quindi, vediamoci allo spettacolo di cavalli. »

« Artie te l’ho detto, non posso. »

« Brittany. A volte sai essere davvero un insulsa idiota. »

« Artie non so cosa voglia dire quella parola. »

« Quale idiota non conosce la parola “idiota”? »

« No, l’altra. »

« Insulsa. Che manca di personalità. »

« Io ho personalità, Artie. Lo scorso Halloween mi sono vestita da lampone! »

« Ma stai zitta. »

Quinn, che dapprima era rimasta a guardare lo spettacolino che la bionda e il ragazzo sulla sedia a rotelle stavano dando proprio sulle scale del palazzo, avendo visto che le cose stavano prendendo una brutta piega si intromise tra i due.

« Calmiamoci. »

« Hai qualche problema? »

« Potresti essere più paziente. »

« Ma davvero. »

La bionda represse a stento la voglia di schiaffeggiare quel tizio che a prima vista poteva sembrare davvero sfortunato, ma che parlandoci ti faceva letteralmente cambiare idea.

Il ragazzo girò le ruote della carrozzina verso la pedana vicino alle scale e andò via, lasciando Quinn e l’altra ragazza sole.

« Spero non fosse un primo appuntamento. Sono Harmony. »

« Non mi importa chi sei! quello è Artie Abrams, il presidente dell’Omega Alfa Pi e figlio del senatore Abrams. »

« Scusami ero.. »

« Sei così insulsa. Ma chi diavolo sei? »

La ragazza scese le scale e si diresse al cancello del giardino. Stavolta Quinn era da sola e voltandosi verso il portone del palazzo non poté che dirsi che “le sarebbe davvero piaciuto vivere li”.

La prima cosa che notò quando entrò furono un paio di ragazza che limonavano per il corridoio e che poi si dileguarono dietro un angolo. Quinn le guardò un po’ confusa e poi riprese la sua “esaminazione”.

All’improvviso sentì qualcosa, o meglio qualcuno stringerle il braccio e portarla via mentre con un’assordante vocina isterica le chiedeva « Ciao! Benvenuta! Come ti chiami? »

Entrarono in una sala piena di ragazze vestite di rosa confetto che cantavano una strana canzone del tipo rito di iniziazione satanico ma versione mondo degli unicorni.

« Non sono una matricola, mi sono solo trasferita. »

Le ragazze la guardarono un po’ rattristate fino a che una di loro – che probabilmente era stata ingaggiata per ricercare persone spaesate che non si aspettavano nulla – non portò nella sala un’altra ragazza, che stavolta era una matricola.

Uscita dalla sala si ritrovò vicino alle scale e all’improvviso vide spuntare una ragazza che sembrava molto più grande di lei, con i capelli nerissimi, la carnagione olivastra e gli occhi neri come la pece. Quinn ne rimase affascinata e non poteva fare a meno di guardare quell’abito a tubino rosso che indossava la ragazza, che addosso a qualcun'altra sarebbe stato un po’ da “zoccola”, eppure su di lei sembrava elegantissimo.

« Ciao bellissima e brillante sorella Kappa. »

« Ehi, sono Harmony. – disse la bionda porgendole la mano, ma quando vide che la mora non la stringeva la guardò confusa – Che succede? »

« Dovresti salutarmi anche tu. »

« L’ho fatto. » disse Quinn con ovvietà.

« Non nel modo in cui l’ho fatto io. »

« Giusto, certo. Ciao bellissima e brillante sorella Kappa. »

« Quelle sono le mie parole. Devi usare delle parole tue. »

Quinn sospirò profondamente. La cosa le stava già dando ai nervi.

« Ciao.. dolce, fresca di manicure ed elegante sorella Kappa. »

« Ciao, sono Santana, presidentessa delle Kappa Kappa Zeta. E tu sei Harmony Peace, il nostro trasferimento dalle Hawaii. »  disse la mora abbracciandola.

« E tu sei davvero molto informata. »

« Ora che hai visto la sala delle riunioni dove sono proibiti i ragazzi.. »

« Non ci stavo nemmeno pensando. »

« .. Era tanto per dire.. ti mostro il piano di sopra. Andiamo. »

Salendo le scale, Quinn iniziò a fare quello per cui si trovava li: investigare.

« Sai.. sembri più matura delle altre ragazze. »

« Perché sono più grande. Ho vissuto in Croazia più di tre anni prima di venire qui. »

« Croazia? »

« Si. Si pensa sempre a Milano per l’alta moda ma, la Croazia è la nuova frontiera della moda. È.. come Parigi nel 1947. »

« Ma dai? »

In quel preciso istante Quinn la vide. Di persona Rachel sembrava molto più bella rispetto alle foto. Sue le aveva detto che Rachel da piccola passava le estati al campo Wakka Wakka e che c’era una canzone di saluto, così Quinn, incurante del fatto che probabilmente Santana l’avrebbe presa per pazza, iniziò a cantarla.

« Oh mio Dio! Sotto le stelle del cielo blu del sud, dove le ragazze diventano donne, inforniamo torte di mele. Ci sono pesci e alberi, ci sono le tende e c’è il formaggio. Wakka wakka ehy, wakka wakka chi, wakka wakka me, wakka wakka te! »

« Scusa, sei stata al campo Wakka Wakka? »

« Non ti ricordi di me? »

« Mi dispiace, no. »

« Harmony Peace, stavo nella casetta dei Sussurri, numero nove. Ero un po’ solitaria, ho mangiato un sacco di insetti. »

« Va bene. – disse sorridendo – Ci credi a quello che è successo a Shelley Simon? »

Panico. Chi cavolo era Shelley Simon? Dal momento che non ne sapeva nulla, Quinn improvvisò.

« Lo so. Non è fantastico? »

« Ha perso un braccio.. »

« E cosa non fa con l’altro braccio! È così forte! Ero molto nervosa la pensiero di trasferirmi qui, ma.. sono così elettrizzata dal fatto che ho già un’amica! »

Rachel sorrise portando la mano alla catenina che aveva al collo. « Grande. »

« Amo le rimpatriate. – disse Santana sorridendo e agitando le mani in aria – E questa… è la tua stanza. Le tue cose sono già qua. La tua compagna di stanza Tina è così carina, l’adorerai, è così…eccentrica! E poi c’è anche Mercedes.. lei.. è molto sincera, cosa importantissima, perché ci sono così tante ragazze false in questa casa. »

Quinn sorrise e aspettò che Santana se ne andasse per poi aprire le valigie e iniziare a sistemare gli abiti.

Nel preciso momento in cui aprì la valigia con dentro gli oggetti che le erano stati dati da Sue, cioè telecamere, cimici, pistole e cose varie, entrarono due ragazze, una un po’ paffutella, dalla carnagione scura e un’altra ragazza un po’ bassina con i lineamenti asiatici, i capelli colorati di blu e i vestiti gotici.

La bionda si riaffrettò a chiudere la valigia e si voltò verso le due sorridendo.

Benvenuta bionda, siamo Mercedes Jones e Tina Cohen-Chang. »

« Harmony Peace. » disse Quinn stringendo loro la mano.

Mercedes la guardò sorridendo. « I miei nonni si sono appena trasferiti. »

« Non l’ho scelto io il nome. »

« Vedo che hai conosciuto Santana. Sai, lei è veramente così e non c’è una cura. »

Quinn scoppiò a ridere alle parole di Tina.

Mercedes fece un respiro profondo e si asciugò una lacrima. « Ti ha detto la cosa della modella? »

« Oh, si! Croazia. È come Parigi nel 1947. » disse Quinn imitando le movenze della latina.

« So cosa stai pensando. Sai la madre di Tina era una Kappa, il che la rende una siamese. Hanno dovuto farla entrare. E lo stesso per me. »

Tina, che dopo quella battuta su Santana se n’era stata in silenzio, esordì sciogliendo il silenzio che si era creato. « Come sei entrata nelle Kappa, Harmony Peace? »

« Ha fatto tutto l’FBI. » rispose schietta la bionda.

« Sei simpatica. »

Quinn sorrise alle due ragazze, forse la convivenza in quella casa non sarebbe stata poi così male.



Angolo dell’autrice:

Eccoci qui con un nuovo capitolo, finalmente Quinn approda(?) nella casa delle Kappa Kappa e incontra Santana e Rachel – la canzone Wakka Wakka ci stava LOL(?).

Inoltre ci sono Brittany e Artie – SPOILER Artie avrà un ruolo importante per quello che riguarda la Brittana – insieme alle compagne di stanza, Tina e Mercedes. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e.. alla prossima puntata(?) un bacione, JustAWarbler <3

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Capitolo 4
*** 4: Sebastian Smythe. ***


Quinn si trovava a Yale per lavoro. Quinn era diventata amica di Mercedes e Tina per rafforzare la sua copertura. Quinn andava bene a scuola perché visto che era li voleva sfruttare la cosa fin quanto poteva. Quinn non aveva previsto Sebastian

Smythe nei suoi programmi.

Ci sono quelle cose che accadono così, senza un motivo preciso, ma che poi alla fine, quando ci ripensi su capisci che un senso ce l’avevano. E così è stato per Quinn.

Quando, quella mattina, uscendo nel cortile della scuola, trovò un nuovo volantino affisso alla bacheca degli annunci. Leggendolo non poté fare a meno di sorridere: un Glee club.

Quando andava al liceo frequentava una specie di Glee club, ma poi lo aveva lasciato per intraprendere una carriera da cheerleader. Quando sua madre morì smise di fare anche quello.

Eppure a volte le veniva voglia di risalire su un palco a cantare, magari con i suoi vecchi amici. In quel momento pensò a Puck, che proprio qualche giorno prima le aveva mandato una mail con scritto che una relazione a distanza non avrebbe funzionato che all’università statale di Lima aveva conosciuto una ragazza che gli faceva il filo, una certa Kitty.

Lei non aveva detto nulla, aveva solo accettato la cosa ed era andata avanti con la sua vita. Anche perché adesso aveva cose da fare molto più importanti, la vita di Rachel poteva dipendere da lei.

La bionda si guardava intorno e tutto ciò che poteva vedere erano ragazzi più o meno della sua età che giocavano a football, studiavano qualche materia dal nome impronunciabile oppure si baciavano sotto gli alberi.

Facevano tutte quelle piccole cose che per loro magari erano normali, ma che invece per lei erano un lusso, soprattutto da quando suo padre aveva sperperato tutti i loro soldi in scommesse sui cavalli.

I suoi pensieri furono interrotti quando notò una moto simile alla sua proprio al centro del giardino.

« Ti piace? »

« È una Triumph? »

« 1972. L’ho rimessa a nuovo da solo. »

« Motore Bonneville? »

« Si. »

« Figo. »

Il ragazzo mise su un ghigno e le tese la mano. « Sebastian. »

« Harmony. »

« Piacere di conoscerti. Non frequenti questa scuola, vero? »

« Certo che si. Perché pensi di no? Ho quasi vent’anni, sono in un campus. Ho un nome pretenzioso e un cellulare che luccica. » disse tirando fuori dalla borsa il suo iPhone glitterato.

« Non so.. non molte ragazze qui sanno che questa moto è una Triumph.. »

« Davvero? – chiese la bionda inclinando un po’ la testa e mostrando un gran sorriso a ragazzo. Forse stava tirando fuori un po’ troppa Quinn e un po’ troppo poca Harmony – Oh.. beh.. penso sia eccezionale! »

Okay adesso sembrava davvero stupida. Per evitare di fare altre figure di merda decise di andare via da quel ragazzo, e nel ripensare ai suoi occhi verdi inciampò sui suoi stessi piedi. Che stava succedendo? Quinn Fabray, la donna di ghiaccio, che quasi cade a terra come un sacco di patate per via di un ragazzo? Come sono strane le cose al college.

In quel preciso istante incontrò Tina e Mercedes e quel briciolo di bontà che le aveva dato l’incontro con Sebastian la spinse ad essere meno acida ed a lasciarsi andare.

« Harmony sai che c’è un party stasera, vero? »

Quinn guardò confusa Mercedes. Perché Sue non le aveva detto nulla in merito a un party?

« No, non lo so. »

Tina si intromise nel discorso e iniziò a gesticolare. « È una specie di festicciola in cui tutte le sorelle si vestono di bianco e c’è il discorso di Santana su quanto siano cambiate le cose dall’estate ad ora, sul fatto che dovremmo fare meglio dell’anno scorso e che dobbiamo vendere tanti peluche della sorellanza. »

Quinn scoppiò a ridere. Adorava Tina, era quel tipo di persona per la quale valeva il proverbio “non giudicare il libro dalla copertina”. Fuori sembrava tanto una pazza schizzata assetata di sangue, magari anche metallara incallita, ma alla fine era simpatica.

Quel pomeriggio andarono in città per fare acquisti, ma oltre a Tina che aveva un attacco isterico per via del fatto che non poteva indossare un abito nero, vide che Mercedes era giù di morale.

« Che succede ‘Cedes? »

« Niente, perché? »

« Niente.. si certo. Non mi inganni, riconosco le bugie da un chilometro di distanza. »

« Sono grassa, ecco che c’è. Sono orrenda. »

Quinn strinse le labbra cercando di trovare qualcosa di adatto da dire. Quando andava al liceo non aveva di questi problemi e se qualche sua compagna diceva di essere grassa le altre subito capivano che cercava solo attenzioni.

« Mercedes, tu non sei orrenda. Ognuno è bello a modo suo e anche se non sei proprio come le modelle da copertina devi sapere che tu, si proprio tu.. sei bellissima. »

La bionda dovette fermarsi perché sentiva le lacrime scendere prepotenti dai suoi occhi. Si ritrovò a pensare che non si era mai preoccupata così tanto per qualcuno che non fosse lei, o la sua famiglia, si era accorta che stava iniziando a tenerci davvero a quelle due ragazze, al di là del fatto della copertura e dell’ingaggio.

« Sai Harmony.. Kurt e Blaine hanno detto la stessa cosa. »

« Kurt e Blaine? »

« Si. Sono due ragazzi gay, stanno insieme. A volte Kurt veniva a dormire da noi quando litigava con Blaine per via di Sebastian. »

« Sebastian è gay? »

Quella domanda le venne fuori così, spontaneamente, non si era nemmeno accorta di averla fatta fino a che Tina e Mercedes non avevano iniziato a fissarla curiose.

Che io sappia no, ma in giro si dice che Blaine voglia portarselo a letto. Ma sono voci di corridoio, e per quanto ne sappiamo io e Tina i Klaine sono difficili da separare e poi.. Sebastian se la faceva con Santana. »

Un pugno al cuore. Un pugno fortissimo. A vederlo sembrava un tipo a posto, evidentemente si sbagliava. Evidentemente gli piacevano le zoccole. Perché si, appena scoperta questa notizia per lei Santana non era diventata altro che quella.

« Quando lo hai conosciuto? »

« Cosa? »

« Sebastian. Quando lo hai conosciuto? »

« Stamattina, stava aggiustando una moto.. io adoro le moto, soprattutto quelle d’epoca e mi sono fermata a guardarla, così abbiamo iniziato a chiacchierare.. vorrei conoscere questi “Klaine”, comunque, sembrano forti. »

« Oh.. lo sono! »

Decisi gli abiti per la festa il trio tornò a casa per prepararsi al grande evento.

« Durante la preparazione si udì una voce sconosciuta che urlò a qualcuno indefinito Cosa vorresti più di qualsiasi altra cosa al mondo? »

Mercedes si alzò in piedi e iniziò a parlare. « Vorrei una grande casa a Winter Park, un marito che faccia un sacco di soldi, ma anche timorato di Dio.. e una Bentley Continental GT grigio perla. Con un pesce rosa di Gesù sul retro. »

« Oh, carino. »

« Tina, è il tuo turno. »

« Beh.. visto che al glee che frequentavo il mio talento non veniva mai considerato vorrei sfondare su YouTube, vivere a Beverly Hills e stare in televisione. Ma non in uno di quei talent show scadenti, no, voglio stare in un talent di qualità, così da
aver un miliardo di followers su Twitter. E magari andare a Cabo con Chelsea Handler. E voglio assolutamente una Bentley anche io. »

Brittany si avvicinò a Quinn con fare interrogativo e le puntò il Lip Gloss contro.

« Di nuovo, come ti chiami? »

« Harmony. »

Un coro di ragazze disse « È il tuo turno Harmony! »

« Cosa voglio? »

« Più di qualsiasi altra cosa al mondo. »

« Più di qualsiasi cosa? »

La bionda rimase un attimo ferma con un’aria pensierosa in volto. C’erano tante cose che voleva: suo padre che smettesse di scommettere e che tornasse nell’FBI, che sua madre non fosse morta, Sebastian..

Whoa, aspetta.. Sebastian? E questa come era venuta fuori? Scosse la testa come ad eliminare quel pensiero e poi sorrise alle ragazze.

« Vorrei una pistola Sigar M1911 con un mirino modello V. Una GSR di acciaio inossidabile, ma con una cromatura nera Nitron. Una P-226 con carrello integrato e mirino notturno al trizio… – e quando tutte le ragazze iniziarono a guardarla sconvolte Quinn aggiunse una cosa che le avrebbe sicuramente fuorviate – E voglio una Bentley grigio perla! »

Una ragazza a Quinn sconosciuta entrò nella camera arrabbiata. « Dov’è la mia crema Eyeliciuus? Dannazione qualcuno l’ha rubata. »

Un’altra ragazza iniziò a parlare.  « Benvenuta nel club. Qualcuno ha rubato il mio massaggiatore per il collo. »

Brittany esordì urlando che qualcuno le aveva rubato il lucidalabbra, ma Santana le fece notare in un modo alquanto strano per lei che ce l’aveva in mano. Non gliela contavano giusta quelle due. Avrebbe dovuto indagare.

In quel momento stesso Rachel si avvicinò a Quinn sorridente.

« È molto meglio dei bagni del campo Wakka Wakka. »

« Mi piace quel ciondolo. » disse Quinn indicando la collana che Rachel aveva al collo.

« È un regalo. » disse la mora mettendo il ciondolo sotto la maglia.

« È molto carino. Perché è così importante per loro? Tutto questo intendo.»

« Beh.. perché questo è il loro mondo. Era anche il mio. Scusami, sono troppo cinica. Sono sicura che ti piacerà tutto questo sfarzo.. ma il mondo reale arriva e ci investe tutte prima o poi.. »

Per via di una maldestra Brittany che aveva inciampato su se stessa, Quinn finì per rovesciare il caffè che Rachel teneva in mano proprio sulla sua maglia.

« Mi dispiace tanto, Rachel! »

« Che cosa hai fatto! La mia maglietta è rovinata! Era la mia speciale maglia Kappa Kappa Zeta!.. e tu l’hai rovinata. »

Quinn guardò la mora dispiaciuta, la sua ultima intenzione era rovinarle un vestito a cui teneva.

Rachel scoppiò a ridere davanti ad una Quinn sconvolta. Insomma, sembrava che stesse per piangere da un momento all’altro e ora sorrideva?

« Tipo, OMG! Ti sto prendendo in giro. »

Quinn iniziò a ridere e Rachel si avvicinò alla ragazza che prima si lamentava di aver perso il suo massaggiatore per il collo e che ora la fissava accigliata.

« Mi stai prendendo in giro, Berry? »

« Si. »

Quinn si ritrovò a pensare che in fondo neanche Rachel era poi così male. Anzi.

 
 

Angolo dell’autrice: non ho molto da dire su questo capitolo in realtà… *la regia è indignata, l’autrice non sa che dire(?)* abbiamo un po’ di ship diverse(?) e finalmente entra in scena Sebastian *uuuuh, ahhh(?)* okay stop xD vado con i saluti a tutti quanti, i ringraziamenti a chi ha messo tra le seguite/preferite e naturalmente chi ha recensito! Un bacione, JustAWarbler <3
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** 5: La festa. ***



Durante i preparamenti della festa, Quinn aveva piazzato una serie di telecamere nascoste in alcuni orsetti di peluche che poi aveva predisposto negli angoli delle sale comuni della casa, in modo che dal suo laptop avrebbe potuto vedere tutto quello che succedeva nella sala in cui si teneva il party.

Quando si accorse che era tutto funzionante ed era in ritardo decise di scendere al piano inferiore dove già vi era la maggior parte delle sorelle.

Prima di scendere si guardò per l’ultima volta allo specchio e sistemò l’abito bianco. Non poté fare a meno di sorridere compiaciuta. « Sono così.. sotto copertura. »

Mercedes la incrociò sulle scale e le porse una delle candele che aveva nel cesto che portava sul grembo.

« Che cos’è? »

« Ti servirà per quando Santana farà il suo discorso.. »

Quinn roteò gli occhi e prese la candela.

« Tutto questo è ridicolo. »

« Perché non lo dici a lei? »

« Vuoi una mano a distribuire i cimeli? »

Mercedes scoppiò a ridere.

« No, tranquilla. Divertiti! »

Quinn si sentiva terribilmente sola in quel momento. Vedere tutte quelle ragazze divise in gruppetti le fece tornare alla mente quando era il capitano delle cheerleader a faceva lo stesso con le ragazze meno popolari. Adesso poteva provare gli stessi loro sentimenti. Adesso era la sfigata in mezzo alle popolari.

Notò dei movimenti loschi in giardino e spinta dalla curiosità si affacciò alla porta e si guardò intorno.

« Sebastian? Che ci fai qui? »

« Potrei farti la stessa domanda. »

Quinn sorrise confusa. « Io qui.. ci abito. »

Sebastian portò le mani alla testa fingendo di essere sconvolto. « No.. Kappa Kappa Zeta? Davvero? Sono allibito. »

Quinn sorrise e si mise a sedere sulle scale incurante del vestito bianco che si sarebbe macchiato. « Perché? »

« Perché qui ci stanno le stronze. Lo so per esperienza. »

« E quindi? »

« Non mi sembri stronza tu. »

« Neanche mi conosci! »

Sebastian scoppiò a ridere e Quinn iniziò a credere che quel tizio fosse davvero pazzo. C’era qualcuno normale in quell’università?

« Hai ragione, ma mi stai simpatica. »

« Abbiamo parlato una sola volta, della tua moto. »

« Hai ragione.. ti va di parlare davanti a un cappuccino… magari domani pomeriggio? »

Quinn sgranò gli occhi spaventata. Non era la prima volta che usciva con un ragazzo, eppure aveva paura. E poi lei era li per lavoro, mica per trovare qualcuno che sostituisse Puck.

« Non.. devo andare ora, Santana sta iniziando il suo monologo.. » disse alzandosi di colpo per dirigersi alla porta.

Sebastian sorrise imbarazzato portando una mano tra i capelli. « Certo, Santana.. »

Quinn inarcò un sopracciglio confusa. Pazzo. Non c’era altro modo per definire quel ragazzo che in mattinata le era sembrato l’unico sano di mente. Peccato. Scosse la testa ed entrò nell’atrio della casa, si accorse di essere cotta come una pera proprio nel momento in cui Sebastian passò davanti alla porta sorridendo e lei nel guardarlo negli occhi era inciampata su un ipotetico tappeto che aveva scoperto inesistente. Era inciampata in un tappeto trasparente, bella scusa, avrebbe retto sicuramente.

Entrò di corsa e si mise tra Mercedes e Tina, che la guardavano curiose a causa della sua “sparizione improvvisa”.

Santana salì su un gradino aiutata da Brittany, che nel mentre le aveva sfiorato il fondoschiena e lei non aveva fatto altro che sussultare per poi ricomporsi. Ancora una volta Quinn si ritrovò a constatare che quelle due nascondevano qualcosa.

« Sorelle. Bentornate. E benvenute a casa.. »

Quinn iniziò a credere che Santana soffrisse di disturbi della personalità. Un attimo prima dava ordini a destra e a manca e un attimo dopo dava il benvenuto a tutte le sorelle.

« .. è stata un’estate di cambiamenti.. – disse indicando una ragazza che si era rifatta il naso – .. un’estate di grandi sviluppi.. – Tina fece segno a Mercedes e Quinn di guardare una tizia che probabilmente si era fatta una settima di seno, se non di più – un’estate di nuove amicizie e.. Sarah quando partorisci, a proposito? Comunque un anno davvero esaltante ci aspetta, incluso riprenderci la Lafitte Cup.. da quelle zoccolette delle Alpha. »

Tutte le sorelle scoppiarono a ridere, Quinn guardò Santana disgustata, perché lei non faceva parte delle Alpha allora? La latina ricominciò a parlare e tutte le ragazze si zittirono di colpo.

« Ma per farlo, dobbiamo vendere più pupazzi delle ragazze delle altre confraternite. Kappa, siete pronte a farlo? »

Le sorelle annuirono solenni e Santana si sentì in dovere di riprendere il suo lungo monologo.

« Va bene, che i festeggiamenti abbiano inizio. »

Santana e Brittany iniziarono a cantare la prima strofa dell’inno della sorellanza – perché si, a dispetto delle altre Santana, al suo arrivo a Yale, aveva deciso di fare le cose in grande e quindi di dare un inno al suo impero – e successivamente seguirono anche le altre ragazze.

Rachel si trovava accanto alla finestra e Quinn notò una strana figura attraverso la tenda, con una pistola in mano che puntava proprio sulla mora. La bionda lasciò la candela su un tavolino vicino ad un’altra finestra e corse verso la Berry.

« Attenta! – disse catapultandosi su di lei e facendola stendere a terra – Stai giù! Faccia a terra! »

Tutte le sorelle iniziarono a ridere e Quinn si alzò in piedi constatando che in realtà erano solo un paio di ragazzi con una telecamera in mano.

« Sono quei ragazzi senza Dio dell’Omega Alfa Pi. Cercano sempre di beccarci mentre ci alleniamo in topless o altro. Una volta mi hanno beccata. Ero furiosa. »

Si, Quinn poteva quasi immaginare la furia di Santana.

In quel preciso istante Brittany si voltò verso il tavolino su cui vi era la candela.

« Guardate, un bel fuocherello. » disse avvicinandosi e tendendo la mano verso la fiamma che stava prendendo tutto il tavolo e la tenda.

« BRITTANY NO! » urlò Santana mettendosi tra la bionda e il tavolino e spingendola verso l’entrata.

Il fumo della fiamma arrivò fino all’impianto anti-incendio, che iniziò a spruzzare acqua in tutta la sala. Tutte le ragazze iniziarono a correre in modo isterico verso l’uscita, accompagnate da Tina e Mercedes che urlavano cose del tipo « Ma dai, non avete mai fatto una doccia?! »

Quinn abbracciò istintivamente Rachel, che si trovava sulla porta ancora spaventata per l’accaduto e per l’abito fradicio.

« Rachel mi dispiace davvero tanto! »

Ritrovatesi tutte fuori in giardino e con i pompieri che erano accorsi in loro aiuto, Brittany, con il rimmel ancora colante sulle guance, si avvicinò a Quinn in un moto di isteria.

« Avresti anche potuto segnare di nero questa data nel mio calendario. »

Quinn sgranò gli occhi e indietreggiò un po’.

« Wow.. è poetico in un modo quasi disturbante.. comunque guarda, mi dispiace. È stato un incidente.. »

Brittany scoppiò in lacrime e iniziò a fare respiri profondi per darsi un contegno.

« NO! È un incidente quando stai guidando e investi un procione ma non ti vuoi fermare perché invece era il cane di qualcuno. Questa.. è una tragedia! »

Santana portò un braccio intorno alle spalle di Brittany e incitò le altre a ritornare in casa, lasciando Quinn sola sulle scale. Aveva combinato davvero un gran casino. E ora chi lo diceva a Sue?
 


 
Angolo dell’autrice: scusate il ritardo, questa settimana è stata davvero difficile per via della scuola e situazioni famigliari varie.. ma comunque… BRITTANA! (?) in questo capitolo abbiamo modo di vedere come passano il tempo le sorella Kappa e naturalmente Quinn ha combinato un po’ di pasticci – LOL – e poi abbiamo un po’ di Sequinn e di Faberry e poi ci sono Mercedes e Tina che secondo me sono le più fighe della sorellanza, ma sorvoliamo(?) xD

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, un bacione e alla prossima, JustAWarbler <3

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Capitolo 6
*** 6: We Will Rock You. ***


Il mattino seguente Quinn uscì dalla casa sentendosi davvero troppo osservata e poteva continuare a sentire l’odio che Brittany provava per lei anche a chilometri di distanza.

Una volta arrivata nei giardini del campus si sentì molto più rilassata e nel corso della sua passeggiata verso la classe in cui si teneva il corso, notò Rachel che chiacchierava con un ragazzo, Sebastian.

« Che puttaniere. » pensò tra sé e sé.

Scoprì con un po’ di gioia e un po’ di disgusto, che Sebastian e Rachel frequentavano il suo stesso corso e che durante la lezione stavano a sedere accanto. Per non destare sospetti si mise a sedere su qualche poltrona più in alto, in modo che potesse anche vederli meglio.

Mentre tutti gli studenti preparavo i loro laptop, entrò nell’aula un uomo sulla trentina, vestito con una camicia a quadri scozzesi, un gilet e un pantalone classico di velluto marrone. La cosa più orrenda probabilmente erano i capelli.

Si mise a sedere sulla cattedra e iniziò il nuovo argomento, almeno per Quinn.

« La legge contro le organizzazioni mafiose. RICO permise di far applicare la legge per entrare in aree che non erano mai state toccate, almeno quando si trattava di investigare sulla mafia.. »

Quinn sbuffò annoiata e si lasciò scappare un « È stato un imbroglio di Nixon. » che però fu sentito da tutta la classe.

Il professor Tanner fermò la lezione per trovare la persona a cui apparteneva la voce. « Come prego? »

« Scusi, ma non sta dicendo tutta la storia. »

« Bene, ci illumini. »

Quinn fece un sorrisetto. « Il dipartimento di giustizia ha usato RICO per braccare tutti quelli sulla lista nera di Nixon. Gay, liberali, riformisti, studenti sovversivi. Sì, RICO era contro la malavita. Ma non mi dica che non ne abbiamo abusato. »

« Non lo farò. Come si chiama? »

Quinn rimase un attimo in silenzio. « Harmony. »

« Come può una come lei conoscere questo, Harmony? »

« Non lo so. Immagino che il crimine mi appassioni tanto da  vomitare. »

Tanner annuì a tornò alla sua lezione e la bionda tirò un sospiro di sollievo. Tragedia scampata per miracolo.

Suonata la campanella, Quinn si diresse il più velocemente possibile per evitare le domande di studenti curiosi che non si erano bevuti la scusa della passione per il crimine. Caso volle che quel giorno Sebastian e Rachel dovessero unirsi per cospirare alle sue spalle e farle il terzo grado.

« Interessante intervento su RICO. »

« Ma non so davvero di cosa stessi parlando, ragazzi. » disse la bionda senza esitazioni.

Sebastian e Rachel la seguirono per tutto il tragitto fino a che non arrivarono ai giardini e notarono una ragazza che si stava allontanando col professor Tanaka.

« Ehy Sunshine! – disse Rachel sorridendo, ma non ricevette nessuna risposta – Che maleducata. Era la mia compagna di corso da matricola l’anno scorso. Non la vedo da allora. »

« Probabilmente cerca solo di nasconderlo. » disse la bionda con ovvietà.

Sebastian la guardò confuso.

« Nascondere cosa? »

« La storia con il professore. Ovvio. »

« Ma che stai dicendo? »

« Lei era ad una sua lezione, ed ora faranno del sesso scandaloso nella stanza di un motel. »

Il moro scosse la testa contrariato.

« Ma dai, come fai a saperlo? »
Quinn gli sorrise e spiegò la sua tesi ai due amici.
« Il pass per il parcheggio sul retro della macchina è solo per i professori. Non ha la fede a si vede l’abbronzatura. Sa che è sposato, ma non è per questo che non la mette. È il senso di colpa degli uomini che tradiscono. » disse con una punta di disprezzo nel tono di voce.

Sebastian sgranò gli occhi sconvolto e guardò Rachel, che era anch’essa senza parole.

« Wow.. tutto quello che ho visto è Sunshine con un tizio. Sono impressionato. Hai un grande spirito di osservazione, Harmony. »

Quinn sorrise e si strinse nella spalle. « L’ho sviluppato presto.. »

« Cosa? »

« Non lo so. »

Rachel ridacchiò divertita da quel teatrino che Quinn aveva messo su senza volere.

« Dovrei smetterla di parlare. Va bene, fantastico! Vado a fare… un pisolino, ora. » disse allontanandosi quasi saltellando dai due ragazzi.

Sebastian e Rachel si guardarono sorridenti e si incamminarono verso la direzione opposta per andare ad un altro corso.

Pensando a quale grande figura di merda aveva appena fatto, Quinn si ritrovò senza nemmeno accorgersene vicino al teatro dell’università. Uno strano rumore di bidoni risuonava all’uscita e spinta dalla curiosità decise di entrarvi.
 
 

“(Finn) Buddy you're a boy make a big noise
Playin' in the street gonna be a big man some day
You got mud on yo' face
You big disgrace
Kickin' your can all over the place
Singin'
 
(Tutti) We will we will rock you!
We will we will rock you!
 
(Blaine) Buddy you're a young man hard man
Shoutin' in the street gonna take on the world some day
 
(Mike) You got blood on yo' face
You big disgrace
Wavin' your banner all over the place
 
(Tutti) We will we will rock you!
 
(Mike) Sing it!
We will we will rock you!
 
(Kurt) Buddy you're an old man poor man
Pleadin' with your eyes gonna make you some peace some day
 
(Finn) You got mud on your face
Big disgrace
Somebody better put you back into your place
 
(Blaine) Come on!
 
(Tutti) We will we will rock you!
 
(Blaine) Sing it! Ooh!
We will we will rock you!
 
(Kurt) Everybody!
We will we will rock you!
 
(Tutti) We will we will rock you! Alright!” [We Will Rock You, Queen]
 
 

Quinn rimase quasi affascinata da come quei ragazzi improvvisassero strumenti musicali con oggetti di uso comune, una volta lo aveva fatto anche nel glee club che frequentava al liceo.

« Salve.. io sono Harmony. »

Improvvisamente tutti iniziarono a mettere a posto e ad affaccendarsi tranne uno che invece si avvicinò a lei sorridente.

« Ciao, io sono Kurt Hummel, tranquilla non sono sempre così. – disse indicando gli altri ragazzi – Cosa ti ha portato qui? »

« Adoro la musica e voi.. siete così bravi.. »

Kurt si sistemò il colletto della camicia con aria compiaciuta.

« Si.. siamo davvero bravi. Nah, non è vero, questa è l’unica canzone che ci riesce bene. »

Quinn scoppiò a ridere e poi si ricordò di aver già sentito quel nome. Kurt Hummel.. ma certo!

« Tu sei amico di Tina e Mercedes, giusto? E stai con Blaine Anderson! »

Kurt socchiuse la bocca in un’espressione sorpresa e schioccata.

« Wow, sei ben informata, fantastico. Se sei amica di Tina e ‘Cedes allora sei anche nostra amica. Blaine è quello col papillon rosso e bianco e i pantaloni color lime. Si, non sa vestirsi, ma a me piace anche così. »

Quinn sorrise al ragazzo. Era così tenero, si vedeva che lo amava davvero.

« Da quanto tempo state insieme? »

« Dal liceo. È passato un bel po’.. »

Quinn si ritrovò a pensare che allora era proprio lei come persona a non saper tenere su una relazione, visto che di tutti i ragazzi che aveva avuto la sua relazione più lunga era stata con Puck ed era durata sei mesi.

« Figo. – disse infine guardando l’orologio – Merda, devo davvero andare, è stato un piacere ascoltarvi e.. ci si vede in giro Kurt. » disse sorridendo.

Il biondo annuì sorridente.

« Ah, dimenticavo, io e Blaine abbiamo comprato una casa qui vicino e domani diamo un party per.. inaugurarla, si può dire così? Sei invitata anche tu a questo punto! »

« Okay, ci penserò su e ti farò sapere. »

Tina e Mercedes avevano ragione, almeno per quanto riguardava Kurt. Era un ragazzo davvero simpatico.

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Capitolo 7
*** 7. Brandy. ***


« Merda. »

Quinn alzò lo sguardo dal computer per portarlo su Mercedes, che stava seduta a gambe incrociate sul suo letto e aveva un librone tra le mani.

« Che succede? »

« Corso di finanza. Perché non posso essere come le altre della casa e sposarne uno? »

Quinn sorrise per tornare a guardare il computer.

« Cosa sono quei libri? »

« Non sono libri, sono libri mastro. Grossi, voluminosi libri contabili. »

« Lo sai che ci sono i computer per quelli, vero? »

Mercedes scosse la testa sbuffando.

« La nostra sadica insegnante ce li fa fare a mano. Dice che così impariamo sul serio. »

Quinn scosse la testa e si concentrò sulle immagini delle telecamere: Rachel stava uscendo dalla sua camera e si stava dirigendo all’ingresso.

Mercedes lanciò via un libro e si alzò in piedi. « Mi serve una pausa. » disse avvicinandosi al letto di Quinn, che subito chiuse la finestra facendo così apparire lo sfondo dello stemma di Yale.

« Ciao Harmony. »

« Ciao ‘Cedes. »

Quando si fu accertata che Rachel fosse uscita dal raggio visivo delle telecamere sgattaiolò dalla finestra per andare alla finestra della camera della mora. La aprì ed entrò nella stanza.

Iniziò a cercare sotto il letto, nell’armadio, qualsiasi cosa che potesse aiutarla a trovare ciò che Sue stava cercando.

Trovò una serie di peluche in un cestino sotto il letto, uno di questi catturò la sua attenzione: era un cagnolino su una botte di legno, e su questa botte vi era un cartellino con su scritto a lettere cubitali “DOG BRANDY”.

« Che strano.. – disse rimettendolo nel cesto – Qui non c’è niente. »

Decise quindi di guardare nella cassettiera quando sentì entrare qualcuno.

« Che stai facendo? »

Quinn stava quasi per prendere un colpo. Era solo Brittany.

« Ehy, Brittany. – disse sorridendo – Come va? »

Brittany si fermò sulla porta e rimase un po’ a pensare.

« Soffro di ritenzione idrica e non so perché. Perché sei nella nostra stanza? »

« Ehm.. stavo.. prendo solo delle cose in prestito, si.. il perizoma di Rachel. Sai quanto amiamo prestarci le cose.. »

Brittany la guardò confusa e poi annuì.

« Credo di si. »

« Brandy. »

« Eh? »

« Se bevi brandy smetti di trattenere tutta quell’acqua. »

« Davvero? »

La bionda annuì.

« Va bene.. grazie Harmony. »

« Figurati. » disse uscendo dalla camera con ancora in mano la biancheria intima della Berry.

Brittany chiuse la porta e tutto quello che Quinn riuscì a sentire fu un « Ci devo provare. »

Improvvisamente sentì qualcosa vibrare nella tasca posteriore della tuta.

« Il telefono di Batman. » disse con tono solenne mentre leggeva il messaggio.

Sue le aveva dato appuntamento all’ultima fermata del tram, perché così non avrebbero destato sospetti. Certo, perché una diciannovenne da sola in un tram, a notte fonda per giunta, non avrebbe destato alcun sospetto.

Durante il tragitto aveva avuto modo di conversare con Tina, Mercedes, Kurt e Blaine, aveva scoperto che Mike Chang stava con Tina, che prima dell’incidente stradale Artie faceva parte della band dei ragazzi, era venuta anche a conoscenza del fatto che Finn cambiava corso di studi ogni mese e che Sebastian era stato cacciato dalla compagnia del microfono – così la bionda li aveva ribattezzati – perché stava con Santana ma secondo Kurt ci provava con Blaine.

Le caddero addosso anche le ultimo poche certezze che le erano rimaste di quel ragazzo. L’unica cosa buona che gli rimaneva probabilmente era la moto.

Quando arrivò all’ultima fermata, come aveva previsto, c’erano solo lei e il conducente. Scese gli scalini e si incamminò in quel labirinto fatto da vagoni fino a che non vide la snella figura di Sue Sylvester in una tuta dai materiali e colori discutibili quasi quanto quelli del professor Tanner.

« Ciao Harmony. »

Quinn represse a stento un’espressione di disgusto a sentire quel nome. « Sue. Mi hai fatto fare tutta la linea del tram. »

Precauzioni. – disse con tono sbrigativo – Seguimi. »

Sue la condusse all’interno di uno dei tram e si misero a sedere una fronte all’altra.

« Va bene, aggiornami. »

« Non c’è niente da dire. Lo so che non sono lì da molto ma.. conosco la gente pericolosa e la non ce n’è nessuna. »

« Dà un’occhiata a questo.. » disse Sue porgendole un quotidiano.

Quinn lo prese e andò alla pagina della cronaca nera.

« Donna trovata uccisa con un colpo di pistola in un motel a sud. Oh mio Dio.. è Sugar! »

Si. Kashalov l’ha fatta uccidere.

« Non capisco, perché non uccidono Rachel? Perché piazzare qualcuno? »

« Se fa uccidere Rachel, suo padre testimonierà. L’unico modo di cui può approfittare e piazzando un killer in attesa. Devi prendere questa cosa seriamente. Scopri chi non è chi dice di essere, e cerca di scoprire informazioni su quello che
Rachel sta nascondendo. »

Quella sera Quinn non riuscì a dormire, e qualcosa nel suo cuore le diceva di stare sveglia per vegliare su Rachel. Perché si, adesso che rischiava davvero la mora aveva bisogno di un angelo che la tenesse al sicuro.

Quella sera Quinn capì che oramai non si trattava più solo di lavoro, lei iniziava a voler davvero bene a quelle persone.
 


 
Angolo dell’autrice: mi scuso per il ritardo, ma ho avuto un po’ di problemi a livello scolastico che mi terranno impegnata diciamo.. per tutta l’estate -.-“ maledette economia e matematica. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se tutto va bene ci rivediamo la settimana prossima con il nuovo capitolo :’’)
Un bacione, JustAWarbler <3

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