Aiuto.. mi piace tuo fratello!!! di KiaraRowling (/viewuser.php?uid=30072)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compleanno di Hermione ***
Capitolo 2: *** Preparativi pre-cena ***
Capitolo 3: *** Una cena da dimenticare ***
Capitolo 4: *** Ho forse altra scelta? ***
Capitolo 5: *** C'è sempre una prima volta nella vita ***
Capitolo 6: *** Primi deliri ***
Capitolo 1 *** Il compleanno di Hermione ***
Erano le 8 del mattino, quando Hermione aprì gli occhi: la luce
del giorno filtrava debolmente dalle tende color del mare, che coprivano la
finestra di fronte al letto.
Si stiracchiò, sbadigliando: era presto, ma si sentiva
perfettamente riposata.
E poi, quella era una mattina speciale: il suo 22esimo
compleanno.
Si volse verso il ragazzo accanto a lei: Harry dormiva
placidamente, la cicatrice visibile sotto i capelli scuri, la bocca storta in un
sorriso, chissà a cosa stava pensando..
Quasi avesse capito di essere osservato, aprì gli occhi
lentamente.
- Ehi.. buongiorno.. - mormorò lui con un sorriso
assonnato.
- Ciao.. - rispose lei, baciandolo dolcemente sulle labbra.
- Buon compleanno piccola - le disse lui, abbracciandola.
- Grazie amore! -
- Allora, cosa vuoi fare oggi? - chiese Harry con un
sorriso.
- Posso scegliere quello che voglio? - disse Hermione, contenta
come una bambina il giorno di Natale.
- Sì piccola, ma ricordati che stasera siamo a cena da mio
fratello. -
Hermione si rabbuiò istantaneamente, e Harry se ne accorse.
- Herm, ci ha invitati.. mica potevo dirgli di no! -
- Lo so.. è che.. -
- E poi, io non capisco perchè ce l’hai tanto con lui.. - la
interruppe lui.
- Harry, non sono io che ce l’ho con lui. E’ lui
che ce l’ha con me. E i motivi non sono difficili da intuire.. -
Harry la guardò interrogativo.
Hermione sospirò, poi iniziò a elencare: - Punto primo, non
rientro nei suoi canoni di " ragazza perfetta" , probabilmente perchè ho un cervello. Punto secondo,
sono una Medimaga, e secondo tuo fratello qualunque persona che non faccia
l’Auror di professione è inferiore a lui. E punto terzo, sono una Mezzosangue, e
credo non dover aggiungere commenti riguardo a questo. -
- Amore, non ti sembra di esagerare? -
Hermione sbuffò: - Harry, mi hai sentita? Tuo fratello non mi
sopporta! -
Harry le sorrise divertito: - E allora perchè ci ha invitati a
cena per festeggiare il tuo compleanno? -
Hermione scosse la testa: - Non ne ho idea, forse ha solo un
gusto del divertimento piuttosto sadico. -
Harry rise di gusto, mentre Hermione gli lanciava
un’occhiataccia: perchè il suo ragazzo non voleva capire?
Era semplicemente perfetto: bellissimo, dolce, sensibile,
romantico, affettuoso, deciso, forte, comprensivo.. con un unico difetto..
Non era figlio unico: per sfortuna di Hermione, Harry aveva un
fratello.
Un fratello che, tra l’altro, era l’opposto di Harry: bastardo,
arrogante, presuntuoso, insensibile, egocentrico, freddo, strafottente.. era
bello sì, ma il suo carattere era assolutamente impossibile.
E vogliamo parlare delle ragazze che frequentava? Oche, dalla
prima all’ultima.
Tutte bionde, tutte con un fisico da modella, e tutte
irrimediabilmente stupide.
E non lo diceva solo perchè le ricordavano Lavanda Brown, una
sua compagna di scuola, nonchè la moglie del suo migliore amico Ron, oh no.. le
ragazze che il fratello di Harry frequentava erano totalmente incapaci di
sostenere una conversazione, a meno che non si parlasse di gossip,
ovviamente.
Hermione sperò con tutte le sue forze che, quella sera, non ci
fosse una delle solite oche: non credeva sarebbe riuscita a sopportare una
sequenza di gridolini senza senso e risatine spastiche, non il giorno del suo
compleanno.
Si alzarono entrambi, e mentre Harry andava a farsi una doccia,
Hermione scese in cucina, e mise sul fuoco il bollitore del tè.
Un gufo piuttosto grande bussò alla finestra che dava sulla
strada, e lei lo fece entrare: portava, a fatica a dire la verità, un fascio di
rose bianche, appena sbocciate.
Hermione le prese stupita, e lesse il biglietto:
" Per il tuo Compleanno, con i
miei migliori auguri. A stasera. D."
- Cos’è? - chiese Harry, arrivando in cucina con un asciugamano
avvolto intorno ai fianchi.
- Un pensiero di tuo fratello - rispose Hermione.
Harry le sorrise: - Hai visto? E tu che dici che gli stai
antipatica.. -
Hermione fece un sorriso forzato, cercando di mostrarsi
sinceramente spensierata: non aveva letto a Harry il post scriptum, e si dovette
trattenere dal farlo.
" P.S. (Le rose non sono ancora
sbocciate del tutto. Nella speranza che, per quando fioriranno, tu sia già
appassita.) "
Hermione accartocciò il biglietto, gettandolo nella spazzatura: quanto odiava
Draco Malfoy!
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Capitolo 2 *** Preparativi pre-cena ***
Ringrazio tutti coloro che hanno
recensito il primo capitolo, e mi fa molto piacere che la storia piaccia!!!
Informo anche che ci metterò un pò di più a aggiornare "I'll be there for you" ,
per il semplice fatto che il capitolo è un pò lungo da scrivere. Vorrei però
rispondere a Jen: inutile dire che mi dispiace molto. Sono davvero dispiaciuta
che trovi le mie storie monotone.. d'altronde, sarebbe assurdo pensare di poter
piacere a tutti, anche se, ovviamente, uno ci spera sempre. Spero comunque che
chi mi segue lo faccia con piacere, che si diverta veramente a leggere ciò che
scrivo: se piaccio davvero anche solo ad una persona, sono fiera di me
stessa.
Sperando di ricevere tante recensioni
(che ormai sono diventate il mio pane quotidiano) , vi dò appuntamento al
prossimo chappy!!!
Bacionissimi!!
Chiara
Dopo aver fatto colazione con Harry e essersi fatta una doccia,
Hermione si vestì e scese nel salotto, dove il suo ragazzo la stava
aspettando.
- Mi hanno telefonato Ron e Ginny, chiedono se ci incontriamo
per pranzo - le disse Harry, comodamente stravaccato sul divano.
- Perfetto! - esclamò Hermione, felice di poter pranzare con i
suoi amici: se non altro, avrebbe potuto divertirsi per un pò, senza pensare
alla cena di quella sera.
- Abbiamo tempo prima di incontrarli.. cosa vuoi fare nel
frattempo? - le chiese Harry.
A Hermione brillarono gli occhi, e Harry capì al volo.
- Ok, andiamo -
La prese per mano, e insieme si smaterializzarono in un
vicolo.
Hermione uscì dalla stradina quasi correndo, mentre Harry la
seguiva, scuotendo divertito la testa.
Si trovavano nel centro di Londra: il Big Ben si ergeva in
tutta la sua maestosità proprio di fronte al Tamigi, mentre, più lontano, il
London Eye girava lentamente, offrendo uno dei panorami migliori della
città.
Ma non era certo per il panorama che i due si trovavano lì: la
meta di Hermione erano, infatti, le piccole bancarelle piene di libri.
La ragazza adorava andare alla ricerca di libri, soprattutto
quelli più vecchi e sgualciti, perchè, secondo lei, era come se vivessero di
vita propria; purtroppo, a causa del suo lavoro, non aveva mai tempo, e doveva
rassegnarsi a guardare le bancarelle da lontano, mentre tornava frettolosamente
a casa.
Hermione sapeva che sforzo stava compiendo Harry: sì, perchè se
era vero che Hermione adorava le vecchie e minuscole bancarelle, era anche vero
che il suo ragazzo le odiava. Ma per lei, avrebbe fatto qualunque cosa.
La riccia sorrise felice al suo ragazzo, saettando da una
bancarella all’altra, in preda all’euforia.
Harry, dal canto suo, cercava di stare dietro alla fidanzata,
esibendo il suo migliore sorriso di circostanza: non aveva mai capito cosa ci
trovasse Hermione di tanto speciale in quei libri, soprattutto quando potevi
trovarne di più nuovi e recenti in una qualsiasi libreria.
Ma ad Hermione piacevano tanto, e lui era felice di poterla
accontentare.
La mattinata trascorse veloce, e, finalmente per Harry,
Hermione decise di aver comprato abbastanza, e così, con due borse piene di
libri, i due si avviarono al ristorante, il "
Mulberry Street" , dove Ron e Ginny li stavano
aspettando.
- Ciao festeggiata! - esclamò Ginny correndole incontro e
abbracciandola.
- Tanti auguri Herm! - le disse Ron, abbracciandola
goffamente.
Harry e Hermione presero posto, mentre Ginny guardava
incuriosita le borse di lei.
- Hai fatto shopping? - le chiese la rossa.
- Sì - rispose Harry per lei - E indovina un pò di cosa? -
Ron e Ginny scoppiarono a ridere, capendo al volo ciò che Harry
voleva dire.
- Quanti ne hai comprati stavolta? - le chiese Ron con un
sorriso.
- Pochi, davvero!! - si difese Hermione.
- Certo, pochi.. - commentò Ginny, indicando le due borse che
sembravano sul punto di scoppiare.
Dopo aver ordinato, Ron si volse verso Hermione: - Lavanda ti
saluta, ma non è proprio potuta venire, ha detto che aveva una lezione di yoga a
cui non poteva mancare.. -
- Non importa Ron! - rispose Hermione, felice di non trovarsi
la moglie di Ron tra i piedi: era stata sua compagna di stanza per sette anni a
Hogwarts, e le era bastato.
- Che programmi avete per stasera? - chiese Ginny, e Hermione
lanciò un’occhiataccia a Harry.
- Mio fratello ci ha invitati a cena - spiegò Harry, mentre
alzava gli occhi al cielo - E Hermione non ci vuole andare, dice che lui non la
sopporta.. -
- Non è che lo dico Harry. Lui non mi sopporta per davvero! -
replicò Hermione sbuffando.
L’arrivo del cibo interruppe la conversazione e, quando essa
riprese, l’argomento " cena" venne accuratamente evitato.
I quattro mangiarono e chiacchierarono allegramente, sembrava
di essere tornati ai tempi di Hogwarts; purtroppo però il pranzo finì, e il
gruppo dovette separarsi.
- Ragazzi, io devo andare.. - disse Ron.
- Hai gli allenamenti? - chiese Hary con un sorriso.
Era felicissimo per l’amico che, dopo Hogwarts, aveva trovato
la sua strada: era il Portiere della squadra inglese di Quidditch, ed era uno
dei migliori giocatori d’Europa. Erano ben lontani i tempi in cui, al suo
passaggio, i Serpeverde intonavano Perchè Weasley è il nostro Re..
- Devo andare anch’io, al Ministero mi aspettano - disse Ginny,
impegnata come praticante nel settore " Uso
Improprio della Magia" .
- Ok ragazzi, ci sentiamo presto! - esclamò Hermione
abbracciando l’amica.
- Certo - rispose la rossa.
- Divertitevi stasera - disse Ron guadagnandosi uno sguardo
assassino da parte della riccia.
I quattro si separarono, e Harry e Hermione tornarono a
casa.
- A che ora dobbiamo andare da Draco? - chiese Hermione,
trattenendosi dall’esibire una smorfia di disgusto.
- Mi ha detto di andare da lui verso le sette.. - le rispose
Harry, buttandosi sul divano.
Hermione guardò l’orologio: erano appena le due, il che
significava che aveva ancora cinque ore di tempo.. e che faceva in tempo a farsi
venire un fulminante quanto temporaneo malanno, che le permettesse di evitare la
cena.
- Vieni qui - le disse Harry, e Hermione si accoccolò al suo
fianco, rannicchiandosi contro il suo petto.
Lui iniziò ad accarezzarle i capelli, e lei chiuse gli occhi,
abbandonandosi al calore del suo corpo, e al tocco delicato della sua mano.
- Ti amo Hermione -
- Ti amo anch’io Harry - disse lei, stringendosi ancora di più
a lei: si sentiva bene quando stava con lui, la completava e la rendeva felice.
Era davvero fortunata.
Rimasero così, stretti l’uno all’altro, e finirono per
addormentarsi.
- Mmhh... - mugulò Hermione aprendo gli occhi.
Per poco non le prese un colpo: erano quasi le sei!!! E doveva
ancora prepararsi!!
- Harry, svegliati!!! - urlò Hermione balzando giù dal
divano.
- Eh..? Chi.. cosa.. -
- Harry guarda che ore sono!!!! - strillò la riccia,
fiondandosi nella doccia.
Harry si strofinò gli occhi: sì, erano quasi le sei.. ma che ci
voleva a prepararsi?
Hermione si lavò alla velocità della luce, e sfrecciò in camera
sua, lasciandosi completamente travolgere dal dilemma che, da millenni, assilla
ogni donna: che mi metto?!?
Alla fine decise di optare per uno stile classico: un paio di
jeans scuri, scarpe nere, aperte e col tacco, e una maglietta nera con dei
ricami dorati che riproducevano una farfalla. Per il trucco scelse un filo di
matita nera, ombretto dorato, e lucidalabbra neutro. Raccolse i capelli in una
coda alta, lasciando alcune ciocche mosse libere di incorniciarle il viso, e
alle orecchie un paio di pendenti che terminavano con piccole gocce d’oro.
Mentre Hermione si preparava, Harry si vestiva in tutta
tranquillità: pantaloni neri, mocassini italiani, camica bianca.
Era incredibile la facilità e la noncuranza con cui il moro si
vestiva: perchè ai ragazzi riusciva così facile??
- Sei pronta? - erano le sette meno un quarto.
- Sì, eccomi. Come sto? - chiese Hermione fissandosi allo
specchio.
- Sei bellissima Herm - la rassicurò lui, baciandole il
collo.
Hermione gli sorrise, baciandolo sulla guancia.
- Ok, andiamo. -
La riccia prese il giubbotto di jeans, e i due si
smaterializzarono di fronte alla casa di Draco.
- Harry.. dobbiamo proprio? - chiese Hermione, quasi in una
supplica.
Il moro la fissò divertito, scuotendo la testa; poi suonò il
campanello.
Un rumore di passi, poi la porta si aprì: una bionda con un
fisico alla Naomi Campbell squadrò Hermione da capo a piedi.
- Tu devi essere Hermione, giusto? Buon Compleanno!!
-
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Capitolo 3 *** Una cena da dimenticare ***
Non poteva essere vero.. non anche il giorno del suo
compleanno.. accidenti!!!
La biondona si fece da parte per lasciarli passare, e i due
entrarono i casa.
- Fratellino! -
Una testa bionda apparve dal salotto, avvicinandosi. Harry e
Draco si diedero la mano con un sorriso, mentre Hermione lanciava al biondo
un’occhiata inceneritrice.
- Hermione, come stai? - chiese Draco, esibendosi in un
bellissimo sorriso finto.
- Mai stata meglio Draco. In effetti, mi sento fresca come una
rosa. -
Draco strinse appena gli occhi, mentre Hermione manteneva il
suo sorriso.
- Dray non ci ha ancora presentati, io sono Milly. - disse la
bionda, porgendo la mano a Hermione.
La ragazza la strinse, cercando di trattenere una smorfia:
Milly. Un nome, una garanzia.
- La cena è quasi pronta, andiamo in salotto? - disse
Draco.
I quattro si spostarono nella sala da pranzo, mentre Draco
chiacchierava allegramente con Harry: - Secondo te che dovremmo fare con quei
pivelli? Io pensavo ad almeno un paio d’ore di straordinari la settimana.. -
- Draco, sono solo dei praticanti.. non ti sembra di torturarli
un pò troppo? -
- Appunto perchè sono dei praticanti, è meglio torturarli ora.
Quando ci ricapita un’occasione così? -
Mentre prendeva posto a tavola, Hermione si mise a riflettere
per l’ennesima volta sui fratelli Malfoy.
Anche se, forse, sarebbe stato più giusto dire Draco Malfoy e
Harry Potter, considerato che la moglie di Lucius Malfoy, Narcissa, aveva avuto
una storia con James Potter, da cui poi era nato Harry. Quello che Hermione non
era mai riuscita a capire era perchè Lucius Malfoy avesse riconosciuto il figlio
come suo; dubitava fosse per pietà, considerato che Malfoy senior non era certo
famoso per la sua bontà.. la riccia sospettava che fosse stato per intervento di
Narcissa, se Harry non era stato abbandonato: James Potter, infati, era morto
pochi mesi prima della nascita del figlio, e, se i Malfoy non avessero accolto
il piccolo in casa loro, il piccolo sarebbe stato mandato in un orfanotrofio. Si
chiese ancora come mai l’idea dell’aborto non fosse stata presa in
considerazione: con la magia, sarebbe stato uno scherzo liberarsi del bambino;
in ogni caso, Narcissa aveva amato allo stesso modo Draco e Harry, e i due si
consideravano fratelli a tutti gli effetti.
L’unico ad aver sempre fatto differenza tra i due, e non c’è da
stupirsene, era Lucius; ma, con la sua morte, ogni divergenza era stata
appianata.
Hermione si riscosse dai suoi pensieri, e rivolse le sue
attenzioni verso la bionda.
- E’ da molto che tu e Draco state insieme? - chiese
gentilmente la riccia.
- Ormai sono già tre settimane! - esclamò Milly radiosa.
Hermione le sorrise, mentre, nella sua mente, si formava un
pensiero ben preciso: dopo stasera, la molla.
Conosceva abbastanza bene il fratello di Harry, ormai: tre
settimane erano il massimo livello di sopportazione per Draco, dopodichè si
cambiava.
- Hai cucinato tu? - chiese Harry al fratello.
Draco scosse la testa: - In realtà no, è stata Milly a
preparare tutto. Sapete, lei è patita di cucina vegetariana -
- Ma davvero? - sibilò Hermione a denti stretti, fissando Draco
con sguardo assassino: lei odiava la cucina vegetariana, e lui lo
sapeva.
- Sì - proseguì imperterrito Draco - Non voleva cucinare
vegetariano, all’inizio. Pensate, credeva di non far piacere a Hermione; ma io
le ho assicurato che la cucina vegetariana è la migliore per farle perdere quei
tre chiletti in più che ha messo su ultimamente. Contenta Hermione? -
La riccia dovette stringere i pugni fino a farsi male, per
evitare di tirare fuori la bacchetta e commettere un omicidio: - Ma che
gentile.. - commentò.
Draco le sorrise, poi si alzò per andare a prendere le portate
e servirle in tavola.
- Ti aiuto io - disse Hermione alzandosi.
I due andarono in cucina, dove Hermione chiusa la porta con la
magia e la insonorizzò.
- Stai cercando di farti uccidere Malfoy? - sibilò lei.
- Non so di cosa tu stia parlando - rispose lui con noncuranza,
appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.
- Sapevi che odio la cucina vegetariana!! - sbottò lei
infuriata.
- Ma davvero? Devo essermene dimenticato.. - rispose lui con un
ghigno.
Hermione lo fissò: - Non riuscirai a liberarti di me, Malfoy.
Io e Harry ci amiamo profondamente, e tu lo dovrai accettare, prima o poi. -
Draco alzò un sopracciglio: - E chi vuole liberarsi di te? Se
te ne vai, poi non so più come divertirmi.. -
- Vai a farti fottere Malfoy. -
- Lo farò Granger, puoi starne certa. Non ho
certo bisogno che tu me lo dica. -
Hermione scoccò al biondo un’occhiata di puro odio, poi sbloccò
la porta, prese un vassoio con un pasticcio gratinato dentro (di cui Hermione
preferiva non conoscere gli ingredienti) , e lo portò in salotto.
- Tutto a posto? - mormorò Harry alla fidanzata.
Lei sorrise e annuì: tanto, anche se gli avesse parlato,
sarebbe stato tutto inutile. E poi, quella era la sua battaglia personale contro
il biondo.
Le portate iniziarono a girare, e Hermione cercò di mangiare
qualcosa, programmando di mangiarsi un bel piatto di pasta appena tornata a
casa.
- Hermione, parlami di te: cosa fai nella vita? - le chiese
Milly.
- Sono una Medimaga - rispose lei fiera, mentre Draco scuoteva
la testa divertito.
- Praticamente non fa nulla per tutto il santo giorno -
commentò il biondo.
Hermione lo fulminò con lo sguardo: - Non credo proprio Draco.
Anzi, direi che siamo piuttosto impegnati, soprattutto quando un certo Capo
Auror ha mandato la sua squadra al macello senza neanche prima verificare il
nemico da combattere. - rispose lei pungente.
Draco ridusse gli occhi a due fessure: la Granger si riferiva
ad un episodio accaduto circa due settimane prima, quando lui aveva mandato la
sua squadra contro un gruppo di Lupi Mannari, senza neanche verificare il loro
grado di pericolosità.
- E cos’è successo? - chiese Milly interessata.
- L’intera squadra, Capo Auror compreso, è arrivata al San
Mungo con ferite gravissime, tanto che ci è voluta un’intera settimana per
guarirli tutti. - spiegò Hermione.
- A giudicare dalla faccia stupita di Milly - pensò poi la
ragazza - Draco non le deve aver detto niente.. tutto nella norma, quindi.
-
- Ma chi è questo sconsiderato? - chiese la bionda.
Draco fece per rispondere, ma Hermione lo precedette con un
sorriso.
- Il tuo fidanzato, in realtà. -
Milly si volse incredula verso Draco: - Tesoro, non mi avevi
detto di essere stato ferito! - sbottò offesa.
Hermione sorrise lievemente, mentre Draco, lanciatale
un’occhiata omicida, si girò verso la bionda: - L’ho fatto per non preoccuparti
inutilmente. Le ferite non erano gravi. -
- D’accordo, ma la prossima volta voglio saperlo prima! -
Hermione scosse impercettibilmente la testa: povera Milly, non
aveva ancora capito che non ci sarebbe stata una "
prossima volta" .
La cena proseguì, fino a quando venne il momento della torta e
dei regali.
- Tieni Hermione! E’ il regalo mio e di Draco! - esclamò
Milly.
- Oh.. ti ringrazio, ma non dovevi.. - disse Hermione.
- Ma a me fa piacere! E poi Draco ha detto che ne hai davvero
bisogno, perciò sono felice di avertelo regalato! -
Un campanello d’allarme suonò nella testa di Hermione, dopo
quella frase, ma la ragazza si costrinse a sorridere, e scartò il regalo.
- Ti piace? - strillò Milly euforica.
Hermione fissava il suo regalo senza parole.
- Cos’è? - chiese Harry perplesso, fissando la scatola bianca
con il disegno di una donna in primo piano.
- E’ un reggiseno imbottito! Io non ero molto convinta, ma
Draco mi ha assicurato che era esattamente quello che volevi! - rispose
Milly.
Hermione fece uno sforzo sovraumano per sorridere, mentre
cercava di lanciare a Draco una Maledizione Senza Perdono col pensiero.
- Grazie.. siete stai molto... gentili.. - disse Hermione, e
nel frattempo Draco si sforzava di non scoppiarle a ridere in faccia.
Dopo, fu il momento del taglio della torta che, per fortuna, si
svolse senza incidenti.
Erano circa le 10, quando Hermione e Harry decisero di tornare
a casa.
- Grazie per la bella serata - disse Hermione.
- E’ stato un piacere conoscerti, spero di rivederti presto! -
esclamò Milly.
- Non credo proprio - pensò Hermione, ma si limitò a
sorriderle.
- Ci vediamo a lavoro - disse Harry a Draco, stringendogli la
mano.
- Draco. -
- Hermione. -
Harry e Hermione uscirono di casa, e, mentre la porta si
chiudeva alle loro spalle, la riccia sentì la voce di Draco: - Milly, dobbiamo
parlare.. -
- Addio Milly. - pensò Hermione, smaterializzandosi con Harry a
casa.
- Una bella serata vero? - le chiese Harry con un sorriso.
- Stai scherzando?! E’ stata una serata orribile!! - esclamò
Hermione incredula.
- Perchè? Io mi sono divertito! - le disse Harry.
Hermione scosse la testa, marciò verso il bagno e vi si chiuse dentro: quanto
odiava Draco Malfoy!!!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito,
in particolare il gruppo di fans (O signore, addirittura in 26?! Ragazzi, se
continuate così la mia autostima prende il volo!! In ogni caso mi fa piacere di
aver fatto sbocciare l'amore: significa che, se non sfondo come scrittrice,
posso sempre fondare un'agenzia di cuori solitari!! XD ) sotto il nick
lara055, che non mancano mai di farmi arrossire con i loro complimenti,
grazie!!!! ^///^ Che ve ne pare di Draco (domanda rivolta in particolare ai
ragazzi) , è abbastanza stronzo? Ovviamente, siamo solo all'inizio.. ringrazio
poi tutti per il sostegno, e vi assicuro che continuerò a scrivere dando il
meglio di me stessa come ho sempre fatto!! Perciò ringrazio: ladyrocker (ti adoro tesora, grazie!!), Shavanna, laretta, laukurata89 (t ringrazio, ti
assicuro che non mi farò fermare certo da una critica come quella!), gemellina, 8marta8, London (geniaccio?? Uao,
grazie!! A breve aggiornerò anche "A walk to remember", tranquilla!!),
pallinaamora (sono contenta che la
storia sia originale, non vorrei annoiare nessuno! Anche se, in ogni caso, se a
uno la storia non piace può semplicemente non leggerla, no?), AuraD, LaTerrestreCrazyForVegeta (Harry e
Ginny non sono mai stati insieme, almeno in questa fiction.. ti ringrazio per i
complimenti, davvero!!), Guenny, magicrossy,
lara055 (Celeste, Chiara, Giuseppe o chiunque sia in ascolto,
graaaazieee!!!!), meli_mao.
Grazie grazie
grazie!!!
Di questo chappy che ne pensate?? Posso
continuare, o è meglio se mi dò all'ippica?? XD
Bacionissimi!!!
Chiara
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Capitolo 4 *** Ho forse altra scelta? ***
Calma. Era questo il segreto: rimanere calma.
Aveva capito il giochetto di Malfoy, oh se l’aveva capito: voleva
prenderla per sfinimento, convincerla a capitolare.
Ma non ci sarebbe riuscito, non gli avrebbe dato quella
soddisfazione.
Fu con quei pensieri, che Hermione andò a lavorare quel lunedì
mattina. Diede un bacio a Harry, che ancora dormiva, e si smaterializzò al San
Mungo. Inspirò a fondo, ed entrò.
- ‘Giorno Hermione. - la salutò una donna mora, sulla
quarantina.
- Buongiorno Cassandra. Cos’abbiamo oggi? -
Hermione era la Caporeparto della sezione " Cura delle Maledizioni Senza Perdono e delle ferite da
Incantesimo" , uno dei reparti più importanti del
San Mungo. Cassandra, la donna che l’aveva salutata, era invece la
capo-infermiera, responsabile dell’organizzazione del reparto.
- C’è un uomo che ti sta aspettando nella Stanza 2 - rispose
Cassandra.
- Cos’ha? -
Cassandra scosse la testa: - Ha detto che vuole farsi visitare
solo da te. -
Hermione agrottò la fronte, fece un cenno di ringraziamento
all’infermiera, e si avviò verso il suo paziente.
- Buongiorno Mezzosangue. -
Hermione era appena entrata in Stanza, ma le era bastata
un’occhiata alla capigliatura bionda per capire di chi si trattasse.
- Che ci fai qui Malfoy? Non ho il tempo nè tantomeno la voglia
di giocare. - sbottò Hermione.
- Io ho meno tempo e voglia di te Granger, te lo posso
assicurare. -
- Te lo chiedo di nuovo - disse Hermione - Che ci fai qui? -
Malfoy la fissò, poi, con una smorfia di dolore, si sfilò la
maglia.
- Ma cos.. - Hermione si portò le mani alla bocca, incapace di
finire la frase.
La parte superiore del suo corpo era completamente ricoperta di
tagli profondi e cicatrici infettate.
- Quei bastardi.. le loro ferite devono essere maledette, o
qualcosa del genere.. non sono riuscito a guarirle.. - le disse Draco.
Hermione si avvicinò lentamente a lui: - Lupi Mannari.. -
mormorò.
Lui annuì, trasalendo dal dolore quando lei gli sfiorò un
taglio con le dita.
La riccia alzò lo sguardo su di lui: - Harry.. -
- Sta bene - rispose subito lui - Mio fratello è meno
sconsiderato di me. -
Hermione borbottò un " questo è
poco ma è sicuro" , e si sedette di fronte a
lui.
- Potrei lasciarti in questo stato, sai? - gli disse - Te lo
meriteresti, dopo ieri sera. -
- Perchè, non ti sei divertita? - le chiese lui con un
ghigno.
- Da ammazzarsi dalle risate.. - commentò Hermione acida.
- Come sta Milly? - chiese poi.
Draco alzò le spalle: - L’ho mollata. -
- Non avevo dubbi - pensò Hermione con un sorriso ironico.
- Senti Mezzosangue, ti decidi a guarirmi sì o no? - sbottò il
biondo spazientito.
Hermione sembrò riflettere sulla risposta per qualche istante,
poi sospirò.
- Stenditi. - gli disse.
Draco ubbidì, lasciandosi scappare un gemito di dolore quando
la sua schiena toccò la superficie del lettino.
- Non puoi semplicemente usare la magia? - le chiese lui,
mentre Hermione trafficava con degli oggetti.
- No che non posso. Quelle non sono ferite normali, con ogni
probabilità contengono una sostanza infettante, che impediscono la loro
cicatrizzazione e guarigione. - spiegò lei.
- E come pensi di guarirmi allora? -
Hermione gli si avvicinò: - Devo prima pulirti le ferite,
eliminando la sostanza che le ha infettate. Solo dopo potrò guarirle del tutto.
-
Si sedette accanto a lui, tenendo tra le mani una..
- Granger, che cavolo è quella?! -
- E’ una foglia, Malfoy. Una foglia di eucalipto, per la
precisione. -
- E si può sapere che ci devi fare? -
Hermione alzò gli occhi al cielo: - Secondo te? Ti curo. -
La riccia prese una foglia, e la cosparse di piccoli granelli
bianchi.
- Quelli che sono? - chiese Malfoy.
- Particelle di cloruro di sodio. - rispose Hermione senza
alzare lo sguardo su di lui.
- Clor.. che?! -
- Sale, Malfoy. Del banalissimo sale da cucina. -
- Tu vuoi curarmi con del sale?! - chiese lui incredulo.
Hermione chiuse gli occhi, imponendosi di restare calma. Li
riaprì, fissando Draco negli occhi.
- Precisamente. Il sale s’impregnerà della sostanza che ti ha
infettato le ferite, e la foglia di eucalipto rilascerà un liquido tale da
isolare i granelli infetti dal tuo corpo, disinfettandolo. - gli spiegò.
Detto questo, appoggiò la prima foglia su un taglio all’altezza
della sua spalla sinistra.
Draco sobbalzò, imprecando: - Cazzo Granger, brucia! -
Hermione lo fissò divertita: - Che c’è Malfoy? Non riesci a
resistere ad un pò di bruciore? -
Drac strinse i pugni, ma non replicò.
- Ora il bruciore dovrebbe diminuire.. cerca di rilassarti. -
agginuse, con voce più gentile.
Lui chiuse gli occhi, cercando di fare ciò che lei gli aveva
detto.
Sobbalzò nuovamente quando lei poggiò la seconda foglia sul suo
petto, ma strinse i denti e riuscì a non urlare dal dolore.
- Perchè non provi a parlare? Almeno ti distrai un pò.. - gli
suggerì Hermione.
Lui la guardò: - Non ho niente da dire ad una Mezzosangue come
te. - rispose lui con evidente disprezzo.
Hermione lo fissò per qualche istante, cercando di misurare la
voce: - Non meriti il mio aiuto Malfoy, lo sai? Credevo che, finita la scuola,
ti saresti deciso a crescere, ma mi sbagliavo. Sei rimasto il solito bastardo e
arrogante di sempre. -
Nonostante il dolore, sul volto di Draco si dipinse un ghigno:
- Ma mi guarirai lo stesso Granger, perchè è il tuo lavoro. -
Hermione strinse le labbra, che si ridussero ad una linea
sottile.
- Vai a farti fottere Malfoy. - sibilò lei con odio.
- Te l’ho già detto una volta Granger, lo faccio già senza
bisogno che tu me lo dica. - rispose lui sprezzante.
Hermione scosse la testa, abbassando lo sguardo: - E’ troppo
difficile per te ringraziare qualcuno, vero? -
Lui la guardò, serio: - Non ringrazio chi ha il sangue sporco
come il tuo, Granger. E’ una questione di principio. -
Hermione si allontanò dal suo campo visivo: non poteva dargli
la soddisfazione di vederla piangere, doveva rimanere impassibile; ricoprì il
corpo di Draco con le foglie di eucalipto, senza parlare.
- Dobbiamo aspettare due ore, poi verrò a controllarti: se sarò
soddisfatta del risultato, ti curerò allo stesso modo la schiena. - disse lei
con tono neutro.
- E ora che fai, te ne vai? - le chiese lui.
- Sì Malfoy. Vado da chi ha veramente bisogno di me. -
- E io che faccio qui per due ore? - chiese lui scocciato.
Lei lo guardò con un sorriso ironico: - Non è un problema mio
Malfoy. D’altronde, l’hai detto tu che con i Mezzosangue non ci parli.. quindi
la mia presenza non è indispensabile. -
- Granger! - chiamò Draco, ma invano.
La riccia aveva già lasciato la stanza.
- Hermione! - lei si voltò, riconoscendo immediatamente quella
voce.
- Ciao.. -
Hermione si lasciò avvolgere dalle sue braccia, rifugiandosi in
quel calore così protettivo.
- Mi sei mancato tanto.. -
- Anche tu mi sei mancata.. ho sentito dire che Draco è stato
portato qui.. - disse lui.
La riccia annuì: - Si trova nella Stanza 2. -
- E’ grave? -
- E’ ancora presto per dirlo.. le ferite sono infette, e questo
mi impedisce di verificare la loro effettiva gravità. -
- Se non altro - disse Harry con un sorriso - E’ in ottime mani. -
Lei gli sorrise, e gli diede un bacio a fior di labbra: - Devo
andare adesso.. -
Harry annuì: - Io vado da Draco, tu fai pure il tuo giro. -
Si separarono: Hermione continuò il suo giro di visite, mentre
Harry si diresse dal fratello.
Entrò in camera, e rivolse a Draco un gran sorriso.
- Che cavolo combini fratellino?! - esclamò il moro.
Draco sorrise lievemente, e Harry si sedette accanto a lui.
- Che hai sul corpo? -
- Foglie di eucalipto e sale.. un’idea della tua fidanzata..
bruciano da morire! -
Harry rise alle lamentele di Draco, mentre il biondo lanciava
imprecazioni a destra e a manca.
- A proposito della mia fidanzata.. - disse poi Harry, tornando
serio.
Draco volse lo sguardo verso di lui.
- Azzardati un’altra volta a regalarle della biancheria intima,
e ti giuro che queste ferite non saranno nulla paragonate a quello che ti farò
io. Chiaro? -
Draco annuì, sostenendo lo sguardo del moro.
Il lieve accenno di tensione creatasi nella stanza venne subito
smorzato dall’affacciarsi alla porta di Cassandra.
- Tutto bene qui? - chiese l’infermiera.
- Sì grazie - rispose Harry, mentre Draco annuiva.
Cassandra sorrise e sparì dietro la porta, lasciandoli
nuovamente soli; i due fratelli ripresero a parlare come se nulla fosse
accaduto, spostando l’argomento di discussione sul lavoro.
Due ore dopo, Hermione tornò nella stanza: - Come ti senti? -
chiese Hermione a Draco in tono professionale.
- Abbastanza bene - rispose lui in tono piatto.
Hermione si avvicinò a controllare lo stato delle ferite,
scostando appena una foglia.
- Mmhh!! - Draco strinse i denti, sforzandosi con tutte le sue
forze di non urlare.
- Non ci siamo.. - mormorò Hermione, la fronte corrugata.
- Qual’è il problema? - chiese Harry preoccupato.
Hermione alzò lo sguardo su di lui: - Non riesco a disinfettare
le ferite. E finchè non trovo il modo di farlo, non posso guarirle. -
- Che possiamo fare? - chiese ancora Harry.
Hermione si morse il labbro: in teoria, c’era una cosa che
potevano fare.. non avrebbe assicurato la guarigione a Draco, ma poteva essere
utile.. anche se sarebbe stato un vero e proprio suicidio..
Alla fine, però, il suo istinto professionale da Medimaga
prevalse.
- .... potremmo farlo venire a stare da noi.. così potrei
tenerlo sotto controllo 24 ore su 24, e capire come disinfettare le ferite..
-
Harry si voltò verso Draco: - Che ne pensi fratellino? -
Il biondo scoccò a Hermione un’occhiata penetrante, poi volse
lo sguardo verso Harry, il sopracciglio alzato.
- Ho forse altra scelta? -
Ok, ora inizio con i ringraziamenti: ovviamente
ringrazio tutti coloro che hanno recensito, e assicuro, a chi interessa, che sto
già sviluppando un secondo epilogo di "I'll be there for you", incentrato
sull'estate a Malfoy Manor.. ^o^ per quanto riguarda questa fiction,
ringrazio in particolare ladyrocker (senza la quale le mie avventure
per Torino non avrebbero vita: ti adoro patatina mia!!!), HermyKitty (la mia tesorina con cui
sono collegata praticamente ogni giorno tramite mail: ma quanto ti voglio
bene???), e ovviamente il "mio gruppo", ovvero: francesco, tanya, paolo, rita, valentina, raffaella, gaetana,
antonio, manlio, aniello, antonio, imma, imma 2, davide, ylenia, giusy, flavia,
armando, domenico, pasquale, vincenzo, maria, giuseppe, giuseppe, chiara e
celeste (ho dimenticato qualcuno?? Ditemi di no vi prego!!!)
Con questo non voglio assolutamente sminuire l'importanza delle altre
recensioni, sia chiaro!! Vi adoro tutti, soprattutto perchè un sorriso di
felicità si dipinge sul mio volto ogni volta che trovo una nuova recensione,
quindi.. sapete come farmi felice!!! XD
Bacionissimi a tutti, attendo i vostri commenti su
questo chappy!!!
Chiara
|
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Capitolo 5 *** C'è sempre una prima volta nella vita ***
- Ditemi che non l’ho fatto per davvero... oh mannaggia!! -
Hermione scosse la testa, dovendosi per forza scontrare con la
realtà: aveva invitato il fratello di Harry a casa loro. E lui aveva accettato.
Ma perchè, si era chiesta Hermione, perchè lui aveva detto di
sì?? E soprattutto, come cavolo le era venuto in mente d’invitarlo a stare da
loro?!?
Doveva essere colpa del lavoro, sicuramente era troppo
stressata, aveva solo bisogno di tanto riposo.
- Piccola, una brutta notizia.. mi ha appena chiamato il mio
Capo.. devo partire per Parigi domattina, e ci devo restare per un mese.. -
... ditemi che non l’ha detto. Vi prego, se ci tenete alla mia
salute mentale, ditemi che non l’ha detto.
Finito il turno di lavoro, Hermione e Harry avevano portato
Draco a casa loro, sistemandolo nella stanza degli ospiti.
Avevano appena iniziato a rilassarsi, quando il capo di Harry
l’aveva chiamato, e lui le aveva dato la notizia.
- ... stai scherzando?! Non.. non puoi mollarmi qui con Draco!!
- ribattè Hermione incredula.
Harry la guardò, mortificato: - Senti, lo so che la situazione
non è delle migliori, e so anche che tu e mio fratello non andate esattamente
d’amore e d’accordo.. ma è davvero importante che io vada, è un viaggio che non
posso assolutamente rimandare. -
Hermione abbassò lo sguardo, imbronciata, ma non replicò.
Sapeva quanto Harry tenesse a lei e al fratello, e se era davvero disposto ad
allontanarsi da loro, per di più in un momento come quello, doveva trattarsi di
qualcosa di veramente importante.
- Allora.. d’accordo.. a che ora te ne devi andare? - chiese
Hermione sconsolata.
- Devo viaggiare in incognito, perciò prenderò l’aereo delle
7.15 insieme ad un gruppo di babbani. -
- Così presto? -
Lui annuì, abbracciandola: - Se potessi, rinvierei.. ma.. -
- Lo so Harry, tranquillo. E’ tutto a posto. -
Gli diede un leggero bacio sulle labbra, appoggiando la testa
sul suo petto.
- Ti amo Harry -
- Anch’io ti amo Herm -
La strinse a sè, trasmettendole tutto l’amore che provava per
lei.
- Devo fare le valigie.. - mormorò lui, e lei annuì,
staccandosi, seppur riluttante, da quell abbraccio.
- Io intanto vado a controllare come sta tuo fratello - disse
Hermione.
Salì nella camera degli ospiti, dove Draco era steso, sudato e
arrossato, sul letto.
- Come ti senti? - chiese Hermione.
- Ho.. ho caldo.. - mormorò Draco con voce flebile.
Hermione posò la mano sulla sua fronte, ritraendola poi
all’improvviso.
- Oh Merlino.. tu scotti, hai la febbre alta.. - disse
Hermione, facendo apparire con la bacchetta un secchio pieno d’acqua e dei
panni.
- Cerca di stare fermo d’accordo? - gli disse.
Imbevette un panno nell’acqua, poggiandolo poi sulla sua
fronte, dopodichè ne prese altri e, dopo averli imbevuti per bene d’acqua, li
poggiò sulle ferite.
Draco inarcò la schiena gemendo dal dolore.
- Lo so che fa male.. ma cerca di resistere.. -
Allungò la mano, incerta, poi gli accarezzò dolcemente i
capelli bagnati dal sudore.
- P- Perchè lo fai Granger.. - sussurrò Draco ad occhi chiusi,
senza però ritrarsi al suo contatto.
- Perchè è il mio lavoro.. e perchè hai bisogno di me. -
rispose lei, continuando ad accarezzargli i capelli.
- E’ tutto a posto, rimango io con te - mormorò Hermione
dolcemente, e il viso di Draco, pian piano, si rasserenò.
Rimase con lui fino a quando, stremato, riuscì ad
addormentarsi. La riccia si alzò, stanchissima, dalla poltrona accanto al letto,
dove era rimasta seduta tutto quel tempo.
Si trascinò, sfinita, in camera da letto: Harry dormiva
profondamente, le valigie pronte accanto alla porta.
Non poteva pensare che gli sarebbe stata lontana per un mese.
30 giorni. Un tempo infinito.
Ma la cosa peggiore, è che avrebbe dovuto curare Draco, stargli
vicina.. e sarebbe stata una vera e propria sfida, considerato che i due si
odiavano profondamente.
Eppure, quando era lì, debole e malato.. era
quasi umano.
Hermione si addormentò, ripensando alla morbidezza di quei
capelli color del grano al sole; quella mattina, quando aprì gli occhi, Harry
non c’era più. Al suo posto, un biglietto appoggiato sul cuscino:
"Avrei voluto svegliarti stamattina, ma
dormivi talmente bene che non me la sono sentita, e ti ho dato solo un lieve
bacio sulle labbra: sei troppo bella quando dormi, lo sai? Sono andato a
controllare mio fratello: dorme come un angioletto. So che spesso si comporta
sgarbatamente con te, ma cerca di sopportarlo.. fallo per me.
Ti amo tanto Hermione. Sei la mia
vita.
A presto.
Harry"
Hermione sorrise, chiudendo gli occhi: era davvero fortunata,
aveva trovato il ragazzo perfetto per lei.
Scese dal letto e, in pigiama, si diresse verso la camera degli
ospiti, che ormai era diventata la stanza di Draco.
Aprì piano la porta, cercando di fare il meno rumore
possibile.
- Sono sveglio. -
Hermione entrò nella stanza, cercando di sorridere.
- Buongiorno.. come ti senti stamattina? -
- Mai stato meglio - rispose Draco ironicamente: aveva il volto
più pallido del solito, occhiaie profonde e l’aria sfinita.
Hermione gli toccò la fronte, e sospirò sollevata: la febbre
era scesa.
- Mio fratello? - chiese Draco in tono piatto.
- E’ partito per Parigi, per un mese. -
- Lui.. che cosa?!? - urlò il biondo
incredulo.
- Vuoi darti una calmata?! Il vostro capo gli ha affidato
l’incarico, e lui è dovuto partire.. non aveva ascelta! -
Draco non disse niente, ma si mise a sedere lentamente, e si
guardò intorno.
- Che stai cercando? - chiese Hermione, la fronte
agrottata.
- I miei vestiti, Mezzosangue. Devo andare al lavoro. -
- Rimettiti subito giù! - esclamò Hermione.
Draco fece per alzarsi, ma Hermione lo rispinse sul letto,
poggiando la mano sul suo petto nudo.
Fu come se il tempo si fosse fermato: si fissarono negli occhi,
e a Hermione sembrò di scorgere un lampo nei suoi occhi; poi..
- Toglimi le mani di dosso, sporca Mezzosangue. -
Hermione ritrasse la mano, come si fosse scottata, e lasciò la
stanza senza dire una parola, con gli occhi lucidi.
Draco si rilassò sui cuscini: per fortuna se n’era andata. Per
un attimo, un breve, minuscolo, insignificante attimo, aveva
pensato di.. baciare la Mezzosangue.
Sicuramente la sostanza che gli aveva infettato le ferite, era
arrivata anche al cervello: non poteva esserci altra spiegazione.
Insomma, era una Mezzosangue! A parte il fatto che era la
ragazza di suo fratello (il che la rendeva automaticamente fuori dalla sua
portata).. poi, pur essendo carina, era comunque una Sangue Sporco, che
schifo!
.. sì, che schifo..
Ma allora, perchè aveva sentito una stretta all’altezza dello
stomaco, quando lei gli aveva poggiato la mano sul petto?
Stava impazzendo, ecco qual’era la verità.
Doveva andarsene di lì, doveva tornarsene a casa sua, e in
fretta anche.
La porta della sua stanza si spalancò di colpo: la Granger lo
fissava minacciosa.
- Stammi bene a sentire, brutto stronzo albino che non sei
altro. Staremo insieme finchè non sarai guarito, che significa minimo un mese di
cure. Un mese. Il che vuol dire che, se non vuoi che ti uccida,
farai quello che ti dirò io. Non m’importa se mi odi, se mi disprezzi, se ti
faccio schifo: tu mi ascolterai senza fiatare, perchè ho intenzione di farti
guarire e sbatterti fuori da casa mia a calci nel sedere il più presto
possibile. Mi hai capita bene? -
Draco la fissò impassibile: - Perfettamente Granger. -
Hermione annuì soddisfatta: aveva messo in chiaro le cose, lo
aveva avvisato. Ora stava a lui decidere come comportarsi.
Gli sfiorò le ferite, studiando accuratamente la loro gravità:
una smorfia preoccupata le passò sul viso, quando si accorse che stavano
peggiorando.
Guardò il biondo, cercando di non far trapelare la propria
preoccupazione dalla voce: - Ho una notizia buona e una cattiva, Malfoy. Quale
vuoi per prima? - gli chiese.
- La buona. -
- La febbre è scesa, e il battito si è regolarizzato. -
- E la cattiva? - chiese Malfoy alzando un sopracciglio.
- Le tue ferite non danno segni di miglioramento, e alcune
delle cicatrice si stanno riaprendo. -
Draco fece una smorfia: - Come pensi di procedere ora? -
- Proverò con un unguento speciale, serve per eliminare il
veleno provocato dai morsi dei serpenti.. spero che possa servire per eliminare
la sostanza che ha infettato i tuoi tagli. -
- E se non dovesse funzionare? - chiese ancora Malfoy.
Le labbra di Hermione s’incresparono in un lieve sorriso: -
M’inventerò qualcos’altro. -
Hermione fece per uscire dalla stanza, ma Draco la fermò.
- Mezzosangue! -
La riccia si volse con sguardo interrogativo.
- .. sappi che non l’ho mai detto a nessuno prima d'ora.. e sappi anche che.. negherò fino
alla morte di averlo detto.. - disse Malfoy lentamente, come se ogni parola gli
costasse fatica.
- Grazie. -
Hermione sorrise: - Tranquillo Malfoy, c’è sempre una prima
volta nella vita. -
E con questo capitolo.. come dire.. le
cose iniziano ad evolversi! Riuscirà il gelido Draco a sciogliersi di fronte
alla dolcezza disarmante di Hermione? Ovviamente non vi resta che seguirmi per
scoprirlo!! Ringrazio: laretta,
London, ladyrocker, LaTerrestreCrazyForVegeta, magicrossy, 8marta8,
lara055, sarina80, e HermyKitty per le recensioni, e le 25
persone che hanno messo la fction tra i preferiti, grazie!!! Spero di
trovare tante recensioni, sono ansiosa di conoscere il vostro parere su questa
fiction e, ovviamente, sul capitolo in particolare!!!
Un
bacione-one-one-one!!!
Chiara
|
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Capitolo 6 *** Primi deliri ***
Hermione si vestì, fece colazione, e si affacciò nella camera
di Draco.
- Devo uscire per un’oretta, posso lasciarti solo? - gli
chiese.
Lui volse la testa verso di lei, e alzò le spalle.
- Ok, allora io vado. Mi raccomando, non ti muovere! -
- Sì, certo, come se potessi andare da qualche parte. - sbottò
Draco, sarcasticamente.
Hermione sorrise, scosse la testa divertita, e uscì.
Si smaterializzò a Diagon Alley: doveva andare da " Sirma’s" , un nuovo
negozio di Pozioni aperto da poco. lei, però, conosceva il figlio del
proprietario, poichè erano andati ad Hogwarts insieme, anche se il ragazzo era
finito a Corvonero.
Aprì la pesante porta di legno intarsiato, e lo scampanellìo
che risuonò all’interno del negozio annunciò la presenza di un nuovo
cliente.
- Ciao Matt. - salutò Hermione, sorridendo al moro che le andò
incontro.
- Hermione, ciao! Che bello vederti! Come stai? - esclamò il
ragazzo, ricambiando il sorriso.
- Molto bene, grazie. Senti, avrei bisogno di un unguento.. -
Matt annuì: - Di che tipo? -
- Quello contro i morsi velenosi.. - rispose Hermione,
abbassando lo sguardo.
- Hermione.. sai che non poss venderti questo tipo di unguento,
senza un foglio sottoscritto da un Medimago anziano. E’ la procedura. -
- Lo so.. ma è davvero importante Matt, non te lo chiederei se
non fosse così! - esclamò la ragazza supplichevole.
Matt la guardò incerto per qualche istante, poi sospirò: -
D’accordo.. ma non dire a nessuno che te l’ho dato, altrimenti finiremo entrambi
nei guai. -
Hermione annuì e gli sorrise riconoscente, mentre Matt sparì
nel retrobottega, e ricomparve poco dopo con delle boccette di liquido
viola.
- Sai come usarlo? - le chiese Matt.
- Sì, tranquillo, so tutto sull’argomento. - affermò Hermione,
usando la sua espressione tipica del periodo trascorso ad Hogwarts.
- Quanto ti devo? - chiese poi la ragazza, mettendo mano al
borsellino, ma Matt la bloccò con un gesto della mano.
- Lascia stare - le disse - In fondo io non ti ho venduto
nulla, perciò non mi devi niente.. - aggiunse il ragazzo.
- Grazie matt, davvero. - gli disse Hermione, sorridendo.
- Figurati, per così poco.. mi raccomando, usalo con prudenza!
- le disse lui, e lei annuì.
- Tranquillo.. ciao Matt, e grazie ancora! - lo salutò, uscendo
dal negozio.
- Ci vediamo, Hermione! -
La ragazza uscì dal negozio, nascondendo le boccette sotto il
mantello, e girovagò un pò per Diagon Alley, fermandosi a salutare Fred e George
che, con il loro negozio di scherzi, avevano guadagnato una fortuna; infine, si
decise a tornare a casa.
- Sono tornata! - urlò Hermione, varcando la soglia di casa; si
tolse la sciarpa e il mantello e, con le boccette tra le mani, salì al piano di
sopra.
- Draco? -
Bussò piano alla porta della stanza, ed entrò: Draco stringeva
i lembi delle lenzuola, gli occhi chiusi, il viso contorto in una smorfia di
puro dolore. Si avvicinò a lui, toccandogli la fronte: bruciava.
- Draco! Draco, riesci a sentirmi? - chiese Hermione
preoccupata.
Continu a chiamarlo, ma invano: il ragazzo non rispondeva, e
continuava a tenere gli occhi chiusi.
- Draco, ti prego.. Draco! -
Lui le afferrò la mano all’improvviso, aprendo gli occhi
discatto: aveva le pupille dilatate, gli occhi rossi e gonfi.
- A.. aiutami.. - mormorò in un sussurro a malapena
udibile.
- Sono qui, cerca di calmarti.. - rispose lei, sedendosi sul
bordo del letto.
Gli prese la mano, stringendola tra le sue, e lui non la
ritrasse.
Continuò a tenergli la mano, accarezzandogli a tratti i
capelli, a tratti il viso, mormorandogli frasi rassicuranti; gli aveva bagnato
la fronte con un panno, ma sapeva che non sarebbe servito a molto: finchè le
ferite non fossero state guarite, Draco avrebbe continuato a stare male.
Piano piano, riuscì a calmarlo, e tentò di farlo parlare, per
potersi rendere conto di quanto fosse cosciente.
- Draco.. mi stai sentendo? -
Il biondo annuì lentamente, tenendo gli occhi chiusi.
- Hai di nuovo la febbre.. appena sarà scesa, proverò ad usare
l’unguento sulle tue ferite.. è fatto apposta per le feirte provocate da morsi
velenosi, ed è molto potente.. se dovesse funzionare, lo userò anche sulla
schiena. D’accordo? - gli disse Hermione, e Draco annuì nuovamente.
- Sperando che Matt sia disposto a darmene altro.. - aggiuse
poi a voce bassa, parlando tra sè.
Draco aprì gli occhi al rallentatore, fissandola.
- Chi è Matt? - chiese, con voce bassa e vibrante.
- Draco! Che spavento mi hai fatto prendere! Come ti senti? -
gli chiese Hermione, sollevata dal fatto che lui riuscisse a tenere gli occhi
aperti e a parlare.
- Ti ho chiesto chi cazzo è questo Matt!! -
ripetè Draco, la voce intrisa d’odio.
- Draco, ma cosa.. -
Lui si tirò su di scatto, afferrandola per le spalle e
facendola sobbalzare: - Tu sei mia, hai capito Mezzosangue?! Sei
mia. Non ami mio fratello, non puoi amarlo, perchè sei attratta da
me. Voglio scoparti, Granger. E so che anche tu lo vuoi. -
Hermione lo guardò, confusa e spaventata: - Draco, stai
delirando.. -
Lui le afferrò il viso tra le mani, e la baciò: schiuse
prepotentemente le sue labbra, esplorandole la bocca con la lingua.
Il tutto durò solo pochi istanti, perchè Hermione respinse
Draco con forza.
Lui la fissò per qualche secondo, poi si portò la mano al
petto, urlando; si accasciò sui cuscini, pallido, senza più forze, con gli occhi
chiusi.
Hermione era sconvolta; si allontanò dal letto, ma non disse
nulla: era chiaro che ciò che era successo era dovuto alla febbre, e
probabilmente anche al veleno in circolo nel corpo di Draco. L’unica cosa a cui
doveva pensare, al momento, era curarlo: tutto il resto, le sue parole, quel
bacio strappato con forza, non avevano importanza.
Dopo qualche minuto, Draco aprì nuovamente gli occhi.
- Draco..? - chiese Hermione titubante, per paura di un nuovo
attacco di delirio.
- Granger.. che.. che è successo? - chiese lui, con voce
tremante.
Hermione si morse un labbro: - Tu non.. non ti ricordi.. nulla?
-
Draco scosse la testa, e la fissò, in attesa di una
risposta.
- Tu.. ehm.. fino a due minuti fa, stavi delirando.. - disse
lei, ditogliendo lo sguardo da quegli occhi indagatori.
- Ho detto qualcosa di strano? - le chiese.
- No! - rispose subito Hermione - Non hai detto nulla di
comprensibile, più che altro urlavi cose senza senso.. - mentì la ragazza.
Draco annuì, e Hermione, sentendosi più tranquilla, si avvicinò
nuovamente a lui.
- E’ pazzesco.. - mormorò lei incredula, posandogli una mano
sulla fronte: la febbre era scesa vistosamente.
La ragazza lo guardò: - Te la senti d’iniziare la cura con
l’unguento? - gli chiese.
- Farà male? - chiese lui di rimando, ed Hermione annuì,
sincera.
Draco sospirò, poi annuì: - Sono pronto. -
Hermione prese la prima boccetta, e la stappò.
- So che è molto difficile, ma devi cercare di rimanere più
fermo che puoi.. ti farà meno male. - disse lei, e Draco annuì.
La ragazza intinse un piccolo manico di legno, liscio, dello
spessore di due centimetri circa, nella boccetta, tirando su un pò
dell’unguento, e, delicatamente, cosparse con esso la prima ferita.
Draco strinse i pugni, conficcandosi le unghie nella carne fino
a farsi male, e si morse con forza le labbra: tuttavia, rimase immobile.
Hermione ci mise quasi due ore a coprire tutte le ferite con
l’unguento, due ore in cui Draco soffrì le pene dell’inferno.
- Dobbiamo aspettare come minimo 24 ore, prima di poter
controllare se l’unguento ha fatto effetto. - disse Hermione, e Draco annuì
stancamente.
- Devi cercare di riposare, ora. - dise ancora lei.
- D’accordo. - rispose lui, il volto contorto in una smorfia di
dolore.
Hermione lasciò la stanza, preoccupata: sapeva che le ferite
bruciavano terribilmente, ma più di così non sapeva che fare.
Oltretutto, c’era un ulteriore problema: non era escluso,
infatti, che Draco avrebbe delirato di nuovo. Lei sapeva perfettamente cosa
bisognava fare in quei casi, era una delle prime cose che le avevano insegnato
nel corso di specializzazione per diventare Medimaga.. e sperò con tutte le sue
forze di non doverlo fare.
Perchè, se lui avesse delirato, lei non avrebbe avuto scelta: avrebbe dovuto
assecondarlo.
Mi
scuso innanzitutto per l'attesa: coooomunque, ecco qui il nuovo, attesissimo
capitolo!!! Voglio ringraziare le 16 persone che hanno recensito il capitolo
precedente, graaaaaazie!!!! E dopo aver constatato che siete tuuuuuutte
tremendamente dispiaciute per la partenza di Harry (seeeeeeeee, come no...), a
complicare la vita della nostra Hermione ci si mettono pure i deliri di Draco...
ihihihih... ok, la smetto!!!!! XD Un bacione a tutte, mi raccomando, continuate
a recensire!!!!!!! Bacionissssssssimi!!!!
Chiara
|
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