Dubbi

di Malandrina1234
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un evento inatteso ***
Capitolo 2: *** Dubbi ***
Capitolo 3: *** Non so cosa fare. ***
Capitolo 4: *** La Tana ***
Capitolo 5: *** Magic and blood ***



Capitolo 1
*** Un evento inatteso ***


Era una calda mattina d'estate e quando Draco aprì gli occhi color ghiaccio guardò le mura bianche della sua camera e vide che il sole che filtrava dalla finestra illuminava tutto. Era una di quelle mattine in cui nessuno può essere triste o arrabbiato. Tutto il mondo sembrava essersi rilassato per un momento. Regnava la pace. Si udiva solo il flebile cinguettio di qualche uccello.
Ricordò la notte precedente, quello scambio di baci continuo con Lei, i suoi lievi gemiti e le carezze che si erano scambiati reciprocamente.
Si girò verso sinistra con le braccia pronte ad avvolgerla a sé, ma si accorse di essere solo nel grande letto matrimoniale.
Sorrise e si alzò.
Attraversò il largo corridoio e scese la scala a chiocciola fino alla cucina.
La loro casa era piena di enormi balconi e finestre che lasciavano entrare molta luce e che si affacciavano sulla strada mostrando un perfetto panorama londinese. I mobili bianchi facilitavano questo compito al sole e i dettagli colorati sulle pareti rendevano quel luogo accogliente.
Avevano la nuova casa da quasi un anno ma quando Draco si svegliava era sempre come il primo giorno: tutto era da scoprire. 
Si accorse infatti che erano stati aggiunti diversi fiori nel corridoio e dopo averli guardati con un sorriso si diresse verso la prima porta che si trovò sulla sinistra. 
Arrivato in cucina vide Hermione, bellissima come sempre: anche con i capelli arruffati e le leggere occhiaie. 
Era nella sua vestaglia bianca che preparava il caffè, il cui odore si era diffuso per la stanza.
Il pancione ormai di quasi 8 mesi era in bella vista e ciò fece sorridere Draco ancor di più. 
Si avvicinò alla moglie che quasi saltò vedendolo . 
Lui la prese, le stampò un bacio sulla bocca e dopo averle accarezzato la pancia l'avvolse nelle sue braccia che la fecero sentire protetta più che mai.
Si guardarono scambiandosi sorrisi, entrambi pensando alla sera precedente.
Lei trovava conforto e protezione vicino a Draco. 
"Buongiorno signor Malfoy... Mi sembrate ancora più spensierato del solito..." disse lei in tono giocoso.
"E come potrei non esserlo signora Malfoy? Ho tutto quello che potrei desiderare: una meravigliosa moglie, una fantastica casa e, quasi dimenticavo, un nuovo membro della famiglia in arrivo. Credo di essere l'uomo più fortunato del mondo."
E lo pensava davvero. Credeva che in tutto il mondo magico non esistesse un uomo più fortunato di Lui. Amava Hermione con tutto se stesso. Aveva lottato contro la sua stessa famiglia per poter stare con Lei, ma non aveva rimpianti. 
Si avvicinò di nuovo ad Hermione e quando stavano per darsi un altro bacio il  campanello suonò come se avesse vita propria e volesse rovinare quel momento così perfetto. 
"Vado io..." Draco si era gettato in avanti per non far scomodare la moglie. 
"Mi so ancora muovere lo sai ??"
Aveva urlato lei che non sopportava l'idea di dover stare ferma. Troppo tardi: lui stava ridendo di gusto ormai sulla soglia di casa. 
Aprendo si trovò davanti una sorpresa inaspettata: avrebbe pensato di veder entrare un gufo, un collega del San Mungo o magari un'amica di Hermione, ma non lui... 
" 'Giorno... Weasley ?" era proprio lui... 
Capelli rossi, sguardo vuoto e malinconico: RON Weasley che lo stava guardando sprezzante...
" Qual... buon vento ti porta qui?"
"Ehm...io..." farfugliava  e non sapeva cosa dire, aveva l'aria malridotta e stanca.
Poi guardò dentro casa e la vide : bellissima come non mai, i capelli castani scompigliati e la vestaglia che le circondava il corpo... 
In più un enorme pancione che non poteva avere meno di sette mesi. 
"Ron? Ciao, che ci fai qui?" aveva chiesto lei sorridente ed evidentemente imbarazzata.
Lui cominciò a farfugliare e Draco stava per chiudergli la porta in faccia, ma poi entrò senza fare caso al "fa come se fossi a casa tua..." sarcastico di Draco.

Ron sollevò Hermione che rise allegra.
"Ti trovo bene..." aveva detto lei.
"E tu sei fantastica!"
Non mentiva, non era invecchiata di un giorno.
"Come va con il Mangiamorte...??"
"Bene!" disse Draco urlando prima che Hermione potesse aprire bocca. 
"Nessuno ha chiesto il tuo parere... Ma mi ricordo che è un'abitudine per te non farti gli affari tuoi."
"Sono affari miei: è MIA moglie!" aveva urlato ancora più forte Draco.
Sembrò un'eternità, ma in realtà dopo mezzo secondo si stavano picchiando dimenticando quasi di avere delle bacchette.
"Basta!! Smettetela ORA!"
Quando si separarono erano ridotti meglio di quanto si possa pensare: Ron con un occhio nero e Draco con un grosso livido sul braccio,
Hermione aveva urlato e stava per svenire se suo marito e l'avesse presa al volo, fatta bere e riposarsi. 
"Ron... è meglio che tu vada... Ci vediamo domani." dopo un bacio affettuoso lui era andato via.
Dopo un'ora Draco aveva guarito la ferita ed erano di nuovo sul letto.
"Pensavo avesse capito che era tutto finito..."
"Tranquilla, la prossima volta lo schianto al volo..." disse in maniera scherzosa. 
Lo guardava seria, ma si fece perdonare con qualche bacio e delle carezze...
Ora potevano stare tranquilli e godersi totalmente quella splendida attesa, ma chissà quanto Ron si sarebbe spinto oltre...<
FINE PRIMO CAPITOLO 

*spazio autrice*
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, posterò il secondo prima possibile.
Se avete critiche, consigli o volete semplicemente mandarmi un piccolo messaggino ne sarei felicissima! 
Vi aspetto!! 

01/09/2015
Nargilli, vi avviso: il seguente capitolo è stato corretto e aggiornato :)

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Capitolo 2
*** Dubbi ***


  A theplatypus_ (mia musa ispiratrice (?))
che mi sostiene sempre soprattutto quando ne ho più bisogno!
Grazie



Erano passati tre giorni da quando Ron era andato a far visita a casa Malfoy.

Hermione non era riuscita a chiudere occhio e Draco voleva convincersi che era solo per il bambino, ma qualcosa in lui lo faceva insospettire.


Hermione sembra sempre così agitata. Da quando Weasley è venuto a casa Lei non si avvicina neanche più a me.
Non facciamo più l’amore e la sento distante.
Magari in Lei è rinato un sentimento nei confronti di Lenticchia.
No, come posso pensarlo, Lei mi ama, io la amo. Siamo sposati, stiamo per avere un figlio e la nostra vita è perfetta. O meglio ERA. 
Lo ERA prima che quell’idiota rovinasse tutto. Forse Lei si sente in colpa nei suoi confronti, ma perché dovrebbe?Lei ha voluto me dopo l’ultimo anno ad Hogwarts e dopo svariati tira-e-molla ci siamo sposati e siamo felici da quasi due anni ormai.
Lui l’ha lasciata andare e Lei non ha nessuna colpa, non dovrebbe sentirsi in dovere di aiutarlo. È uno sfigato senza avvenire e non potrà tornare da Hermione, deve farsene una ragione una volta per tutte. 
Forse dovrei sbarazzarmi di lui alla vecchia maniera..
Ma come posso pensarlo? Se Hermione lo sapesse non potrebbe più neanche guardarmi in faccia e so di certo che non potrei vivere senza di Lei  e senza nostro figlio.
Voleva scacciare dalla mente questi pensieri, ma ogni volta riaffioravano sempre più carichi di odio verso il rosso. 
Il suo spirito vendicativo da ex Mangiamorte stava  riemergendo, ma non poteva farlo sapere a Hermione. Lei non lo avrebbe voluto. Sarebbe stata capace di aprire la porta e andare via. E questo Lui non poteva permetterlo. Lui l’amava e l’avrebbe tenuta a sé ad ogni costo. 
**
                                               
Quella mattina Hermione si svegliò più tardi del solito. Il che non era da lei: era sempre precisa e puntuale anche da quando era stata costretta a lasciare il lavoro. Stupido congedo per maternità. Lei voleva continuare a lavorare, ma Draco non lo avrebbe mai permesso. Draco. Era per Lui che non riusciva più a chiudere occhio. E ovviamente anche per Ron. Quell’incontro di tre giorni prima l’aveva turbata molto. Troppo. La notte pensava ad entrambi. Agli anni che erano trascorsi senza l’uno e senza l’altro. Ad Hogwarts era stata capace di stare lontana da Draco fino al terzo anno. Ma al quarto i sentimenti di quei due giovani così diversi erano divenuti incontrollabili e avevano creato un rapporto unicamente passionale. L’anno dopo avevano un rapporto quasi stabile, ma ovviamente segreto.
Si incontravano davanti la stanza delle necessità durante le loro ronde notturne e passavano le notti una tra le braccia dell’altro. 
Parlavano, ma per lo più scopavano. Usciti da quel luogo lussurioso tornavano a fingere, a guardarsi con finto disprezzo e ad insultarsi. 
Dopo qualche mese vissuto così si erano accorti di provare qualcosa l’uno per l’altra, e proprio in quel momento chiusero la loro storia. Nessuno dei due lo ricorda bene, ma decisero di mettere un punto. 
Al sesto anno Draco aveva una terribile missione da portare a termine, ma nemmeno il pensiero di poter essere ucciso insieme ai suoi genitori lo distraeva dal pensare ad Hermione che in quel momento tutti credevano stesse soffrendo per Ron. 
Lei pensava a Draco, a quell’amore proibito che li aveva catturati con crudeltà e da cui non riusciva a liberarsi. Soffriva ogni notte pensando a quegli occhi color ghiaccio e a quei capelli biondi che l’avevano stregata e a quel corpo perfetto che conosceva ormai bene. 
Pensava alla sua voce profonda. Pensava a Lui costantemente. 
Dopo la seconda guerra magica credevano entrambi di aver superato quello scoglio.
Hermione era fidanzata con Ron, ma nonostante ciò il loro restava un rapporto di pura e semplice amicizia.
Lui ed Harry non erano rimasti a terminare la scuola, ma nonostante ciò erano diventati Auror come avevano sempre sognato. Il sogno di Hermione invece era diventare una politica e per laurearsi in magisprudenza occorreva avere il M.A.G.O. e perciò si era fatta coraggio ed era andata ad Hogwarts da sola. 
Lì aveva tradito Ron. Con Draco. Si erano incontrati in quel corridoio così familiare per non si sa quale motivo, forse semplicemente per il destino favorevole a quegli amanti condannati. Si guardarono entrambi con l’idea di andarsene ma Draco non resistette e baciò con passione Hermione ed entrambi constatarono che niente era cambiato tra loro due, entrarono nella stanza vuota e non “scoparono” come avevano sempre fatto, fecero entrambi, per la prima volta, l’amore. 
L’ultimo giorno di scuola prima del diploma, sulla torre di astronomia si erano detti che si amavano e avevano fatto l’amore come in quella sera di qualche mese prima. Finita la scuola non si erano più rivisti per quattro anni.

Poi, una volta incontrati lei era single, lui guaritore e fidanzato con una certa Astoria, ma quel giovane amore non era andato a sfiorire con gli anni. Tutt’altro. 
Così lui lasciò la sua promessa sposa per andare da Hermione e dopo meno di un anno decisero di sposarsi contro il volere della famiglia di Lui.
Dopo un anno di matrimonio lei era rimasta incinta. Entrambi molto giovani, ma anche tanto felici. 
Fino a che Ron non era arrivato. 

 
Non sarebbe mai dovuto venire. Draco era così arrabbiato. Ha tentato di comportarsi bene, ma Ron è intrattabile! 
Ho paura, per entrambi e anche per me stessa e per mio figlio…  
Sono terrorizzata all’idea che qualcuno di loro possa tentare qualcosa di avventato...
Amo Draco. Lo amo più di chiunque altro. Non posso stare senza di Lui, è mio marito e non potrei vivere sapendo che lui soffre. 
Quando ho rivisto Ron non sapevo cosa dire. 
 In quei minuti erano riaffiorati i ricordi di una vita…  
La prima volta che lo avevo visto sul treno per Hogwarts, i momenti passati con lui e con Harry davanti al camino della sala comune di Grifondoro. Lo conosco da così tanti anni…
Mi sento così confusa… Così incredibilmente sola. 
È da tanto che non parlo con qualcuno liberamente. Con Draco parlo ovviamente, ma non di problemi come questi. Mi servirebbe il parere di qualcun altro, ma chi mi rimane?  
Ginny non mi darebbe un parere oggettivo, del resto non ha mai sopportato Draco e quando ci siamo sposati è venuta alla cerimonia semplicemente perché è la mia migliore amica e di sicuro darebbe ragione a suo fratello. 
Poi c’è Harry, ma  beh, mi occorrerebbe un’amica e poi so che lui difenderebbe il nome di Ron infangando quello di mio marito.  
Purtroppo credo di non avere amici così stretti come loro, ho sempre avuto una cerchia ristretta di persone a cui tenevo di più e non avrei mai pensato di non poter contare su di loro.
Non riesco a fidarmi di nessuno in questo momento. Mi sento persa e assolutamente confusa. 
Ho così tante domande e poche risposte, mi sembra di impazzire. Mi accarezzo la pancia e lo sento che si muove. Penso che ora solo quella piccola creatura che porto in grembo riesca a darmi felicità.. 



Dubbi e peplessità invadono casa Malfoy. 
Come è possibile che un semplice incontro con il passato abbia potuto scatenare tutto ciò? 
Hermione non sapeva cosa pensare e si ritrovò a piangere disperatamente su una sedia in cucina. Rifletteva e tentava di bloccare quel flusso di lacrime che sembrava essersi trattenuto troppo a lungo.
In quel momento arrivò Draco che rimase fermo sulla porta.
La fissò. 
Vide il suo corpo sempre perfetto nonostante la pancia: quelle gambe candide coperte dal vestito blu, il seno pronto ad allattare il piccolo Malfoy e quel viso. 
Quel viso così dolce che in quegli anni aveva acquisito le espressioni tipiche di una donna, ma nonostante ciò aveva conservato i lineamenti da bambina. 
Una lacrima le scese sulle labbra. Pensò alla sua voce con cui avrebbe cantato la ninna nanna e raccontato le fiabe di Beda il bardo al piccolo. 
Le si avvicinò, la cinse con le braccia forti e le diede un bacio sulla guancia carico di tutte le parole non dette e di tutto l’amore che poteva dare.
Lei si voltò e lo guardò intensamente con le guance rigate dalle lacrime e gli occhi rossi.
Draco aveva paura di ciò che avrebbe potuto dire. L'avrebbe lasciato per andare da Ron? Avrebbe deciso magari di non voler più avere il bambino che sembrava aver scatenato tutti quei problemi? 
-Non so cosa fare.- sussurò tra le lacrime.


FINE SECONDO CAPITOLO
*Malandrina1234*
Ecco l'attesissimo secondo capitolo leggermente più hot (?)
Scritto di getto. 
Grazie mille alla mia musa ispiratrice (?) theplatypus_ a cui dedico questa FF. E' anche grazie a lei se ho finalmente scritto il secondo capitolo di questa Dramione!! 
Grazie perché mi sostieni sempre e mi comprendi come nessun'altro :') 
Aspetto le vostre recensioni, le vostre critiche e i vostri commentini!! 
Bye
 

 

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Capitolo 3
*** Non so cosa fare. ***


Dedico anche questo capitolo a theplatypus_
che mi aiuta ogni giorno a vivere tra i
babbani <3 Ciambella ti amo!!
Grazie perché mi dai ispirazione ogni giorno <3
 

-Non so cosa fare.
Un sussurro quasi del tutto impercettibile che tuttavia nascondeva troppe parole non dette.
Bastarono quella quattro semplici parole perché a Draco crollasse il mondo addosso.
Dubbi. Incertezze. Domande senza risposte aleggiavano nella cucina, luogo fino a pochi giorni prima accogliente e che sapeva di casa.
Quella stanza ora era solo la testimone di una crisi che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose.
 
(Draco)
-Non so cosa fare.
 
Draco non riusciva a capire. Credeva che Hermione avrebbe scongiurato tutto e dimenticato quell'avvenimento. E invece aveva dei dubbi.
La guardò con uno sguardo carico di delusione e tristezza che celava tutto l’odio che avrebbe potuto rivolgere a Ron.
Lasciò la stanza e si diresse fuori. Non aveva una meta precisa, doveva solo prendere una boccata d’aria.
Sentiva il vento tiepido soffiargli sulla pelle scostando ai lati le poche lacrime che non era riuscito a trattenere.
Camminava a passo svelto come se volesse allontanarsi il più possibile da casa sua e da Hermione che era stata capace di  farlo soffrire sussurrando quelle parole tanto semplici quanto atroci.
Tutto quel mondo che lo aveva protetto da quando aveva rivisto Hermione era crollato sotto il peso di quella frase.
 
Come può avere dei dubbi? Le sono stata accanto in tutti questi anni senza dubitare mai di lei per un solo istante. Ho lasciato la mia famiglia per lei. La mia promessa sposa. La sicurezza di vivere una vita agiata solo grazie al mio cognome. Ho lasciato tutto, senza avere rimpianti, solo per stare con lei. Ho cominciato a lavorare come Guaritore e insieme abbiamo comprato la nostra casa.
Per così tanto tempo abbiamo riso insieme. Ci siamo scambiati baci carichi di dolcezza sicuri uno della presenza dell’altra. Abbiamo passato le notti vicini, a proteggerci. La nostra vita non era programmata e l’unica cosa certa eravamo noi. E adesso tutte quelle certezze che erano andate a crearsi sono crollate.
 
Si era ritrovato davanti all'ingresso del Paiolo Magico. Un bicchiere di whisky incendiario era la cosa di cui aveva più bisogno in quel momento.
Entrò. Appena varcata la soglia vide diversi volti conosciuti: Dean Thomas, Pansy Parkinson e Marc Neight, un collega del San Mungo.
Gli si avvicinò salutandolo in maniera quasi indifferente.
-Draco! Che bella sorpresa… che ci fai qui? Ti mischi alla plebe?- disse ridacchiando con un tono che non nascondeva i diversi bicchieri di idromele e burrobirra.
-Marc. Avevo bisogno di fare un giro e mi è venuta una certa sete.
-Hai lasciato la mogliettina a casa eh? Di solito la porti ovunque vai come se fosse un trofeo anche se in effetti anche io mi vanterei di avere quel bocconcino…
Draco lo fulminò con lo sguardo e gli diede giusto il tempo di scusarsi
-Va bene, va bene…- Marc doveva essersi spaventato molto perché sembrava aver riacquistato un po’ di buonsenso.
-Hai sentito di quel paziente dell’ultimo piano? Quello dei disturbi mentali di livello avanzato…
-No, non mi sono informato molto di cosa sta succedendo al San Mungo ultimamente.. Cosa è successo?
-È scappato!
-Scappato? Un paziente? E come mai?
-Beh, te l’ho detto: era dei disturbi avanzati. Quelli che ti vengono se fai troppi schiantesimi andati male: il tuo cervello va in tilt! Boom! Era un auror. Si spiega tutto. Aveva l’aria di uno che non ha avuto l’esistenza facile quello là. L’ho visitato un paio di volte e ci mancava poco che non mi assordava urlando incantesimi di livello base come “WINGARDIUM LEVIOSÀÀ!” e cose simili.. Era un pazzo.. Parlava spesso da solo. Te lo dico io: se non lo trovano subito potrebbe combinare qualche danno.
-Come hai detto che si chiama?
-Uh? Non l’ho detto… ehm mi pare qualcosa come Wellemby o Wulensly…o forse era..
-WEASLEY!
-Sì, sì proprio lui: Ron Weasley. Auror al Ministero della magia con Harry Po…
 Neanche il tempo di terminare la frase che Draco era corso fuori dal Pub.
Si era smaterializzato davanti casa sperando che fosse diventato solo paranoico.
Trovò la porta aperta.
Una traccia di sangue sul pavimento.
Hermione era sparita!
**
(Hermione)
-Non so cosa fare.
 
Gliel’aveva detto. Era la verità.
Era insicura e terribilmente confusa. Non sapeva cosa sperare.
Lui la guardò negli occhi con uno sguardo così carico di dolore che quasi perforò la sua anima.
Passarono due secondi e Draco corse fuori. Per andare chissà dove.
Hermione non riusciva a muoversi. Si sentiva paralizzata come se gli fosse stato iniettato un veleno letale dentro il corpo.
Erano i sensi di colpa nei confronti di Draco.
 
Perché ha avuto questa reazione? Perché non posso dire quello che penso?
Cosa sto facendo? Che diamine mi prende?
Perché l’ho detto? Come posso dire che non so cosa fare. Sembro una bambina che non sa prendere le decisioni da sola.
Come posso avere questi dubbi? Draco ha fatto così tanto per me. Io lo amo. Mi è stato vicino senza abbandonarmi mai.
Con lui mi sono sentita per la prima volta me stessa. Non dovevo fingere. Con lui veniva fuori la vera me.
Ha lasciato tutto perché mi ama. Ci siamo cullati nelle certezze per così tanto tempo… Ma non possiamo mandare tutto a puttane solo per delle incertezze.
Non possiamo e non lo faremo.
 
Bussarono alla porta. Deve essere Lui. È tornato finalmente. Pensò risollevata Hermione. Corse verso la porta e la aprì con un sorriso.
Ma vedere Ron le fece venire un brutto presentimento.
-R-Ron! Ciao.. ehm che ci fai qui? Non ti aspettavo..
-Lui è qui?- chiese con la voce roca.
-Lui? Intendi Draco? Ehm, è uscito a comprare qualcosa per cena. Vuoi unirti a noi?
-Vieni con me! Puoi scappare finalmente! Vieni via e abbandonalo: è un assassino. Non ti merita!- disse con una voce che fece raggelare Hermione.
-Ron! Cosa dici? Lui è mio marito! Io lo amo e tu non…- non riuscì a terminare la frase. Ron le spaccò la lampada appoggiata sul tavolo dell’ingresso, in testa.
Le schegge aprirono un profondo taglio sul collo da cui uscì molto sangue.
Ron stava urlando ancora contro quell’Hermione svenuta.
-NO! TU NON SAI QUELLO CHE DICI! TU SEI MIA! DISTRUGGERÒ TUTTO QUELLO CHE DRACO MALFOY HA CREATO E SARAI DI NUOVO MIA!

FINE CAPITOLO
**
Malandrina1234
Slave nargilli! Finito anche il terzo attesissimo capitolo della mia prima FF a capitoli *-*
Spero vi piaccia come i due precedenti per cui sto ricevendo molti apprezzamenti!! Ricordatevi di lasciarmi una recensioncina!! Spero di non bloccarmi ora e di cominciare a scrivere anche il capitolo successivo quanto prima.. con molti colpi di scena che ho già in mente *risata malvagia* Anyway... Dedico ovviamente anche questo capitolo alla mia ciambella theplatypus_ a cui è finalmente ritornata la vena artistica e infatti ha appena finito il primo capitolo di una FF secondo me stupenda!! Grazie ciambellina perché mi sostieni e mi aiuti ogni giorno a vivere in mezzo ai babbani <3

  Bye
Malandrina 1234


 

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Capitolo 4
*** La Tana ***


(Draco)

Era sparita.

Hermione non era in casa e quelle tracce di sangue e la lampada rotta non lasciavano spazio ai dubbi: Ron era arrivato prima di lui.

Si sentiva così stupido e in colpa. Se solo non fosse andato via, se avesse provato a parlare con Hermione, ora forse sarebbero insieme a ridere di quel litigio così stupido.

Dannata gelosia. Non si era fidato di lei.

Aveva avuto dei dubbi, ma si amavano. Si amavano come pochi.

Avevano avuto la fortuna di essersi trovati. E lui l’aveva persa.

Uscì e si smaterializzò. Aveva una meta precisa, sapeva dove avrebbe potuto cercare notizie di Ron.

 

(Hermione)

Si svegliò con un forte mal di testa e un dolore lancinante le attraverso tutto il corpo quando provò a raddrizzare la testa. Strinse i denti per non urlare.

Provò a toccarsi la ferita che le provocava fitte lancinanti, ma si rese conto di avere le mani legate ad una vecchia sedia con lo schienale quasi del tutto sfondato.

Si guardò intorno e vide un grande stanza con pochi mobili, ma piena di polvere. Alcuni vecchi libri erano posati sul camino spento. Guardò quella che una volta doveva essere stata una cucina e notò un lavandino con dentro piatti sporchi e avanzi di cibo. Sul tavolo vi erano bottiglie di burrobirra e di idromele. Notò una grande scala con le ringhiere irregolari e fuori dalla finestra si estendeva un vasto prato verde. Sapeva di aver già visitato quel luogo. Tentò di fare spazio tra i suoi ricordi…

Quando i suoi occhi si posarono sul muro accanto alla scala non ebbe più dubbi. L'orologio con i volti della famiglia Weasley non emetteva neanche un leggero ticchettio, ma lei lo riconobbe immediatamente. 

Davanti a lei si estendeva la Tana. La vecchia e accogliente casa della famiglia Weasley. Da ragazza quel luogo aveva significato un rifugio, una protezione. Era forse il simbolo della sua infanzia insieme ad Hogwarts.

Ma ora, quel luogo così familiare, aveva assunto un’aria trascurata che incuteva in Hermione una paura folle. Senza rendersene conto provò a toccarsi, quasi d’istinto, la pancia, ma dimenticò di essere stata immobilizzata.

“Sembra incredibile essere tornati qui, insieme, dopo tanto tempo. Non trovi?” la voce di Ron celava una nota di malinconia mista a follia. Uscì dalla penombra e comparve accanto al camino con lo stesso volto malconcio di quando si era presentanto a casa di Hermione.

Lei era terrorizzata e tentò in tutti modi di nasconderlo.

“Non devi avere paura, sono io”

“Ma… io non ho paura Ron, però mi sembra strano che tu mi abbia legato…” Hermione voleva sembrare calma e fiduciosa nei confronti di Ron, ma ogni tanto la voce le si spezzava in gola al pensiero che sarebbe potuto accadere qualcosa a Draco o al loro bambino.

“Beh, potresti provare a scappare per tornare da… Lui”

“Non lo farei mai: io mi fido di te, però questa corda mii sta facendo molto male” 

Ron sembrava indeciso sul da farsi, ma alla fine si posizionò dietro la sedia e cominciò a sciogliere una serie di grandi nodi.

“Ehm… la casa non è cambiata tanto, ma dove sono tutti? Non è rimasto nessuno?” Per quanto lo scopo principale di Hermione fosse quello di tenere Ron occupato e anche calmo, era sinceramente curiosa di sapere perché la Tana fosse rimasta vuota.

“Mio… padre è morto qualche mese fa e così Bill ha comprato una casa per la mamma vicino la sua così da non lasciarla sola. Charlie, beh, lavora sempre e quindi non torna spesso. George e Angelina sono andati a vivere al centro di Londra per essere facilitati con il lavoro e i bambini. Fred.. beh, lo sai” Ron emise un singhiozzo “E Ginny e Harry hanno preso una casa in campagna, ma la Tana era anche troppo grande per cinque persone e quindi sono rimasto solo io… ma ora ci sei anche tu e non sarò mai più solo”

Hermione parve svegliarsi da un sogno quando si rese conto di essere ancora prigioniera di Ron e di certo non a casa sua per prendere un tè.

Appena le sue mani furono libere di muoversi massaggiò il pancione e solo dopo si strofinò i polsi doloranti.

“Ma… Ron, io non posso restare: sono incinta e il parto è imminente per me e ho bisogno di un Guaritore…”

Posso farlo io: quanto può essere difficile far nascere un bambino?”

“No Ron, è molto difficile: ho bisogno di andare al San Mungo e…”

“NO!” l’urlo di Ron riecheggiò per tutta la Tana “QUEL LUOGO È UN POSTO ORRIBILE! TU NON CI ANDRAI!” tirò uno schiaffo ad Hermione e cominciò a tremare. 

 

(Draco) 

Draco si ritrovò nei pressi di una piccola casa in campagna. Si avvicinò alla porta e busso più volte sul legno massiccio che mostrava un piccolo cartellino con su scritto “Auror Potter e Weasley” .

Aprì una Ginny Weasley con in braccio un bambino dai capelli neri.

“Malfoy?” la sua voce mostrava una sincera sorpresa e un pizzico di curiosità.

“Non vorrei disturbarvi, davvero, ma ho bisogno di chiedere a te e a Pot.. ehm… a Harry una cosa davvero urgente!”

“Ginny! Chi è?” ed eccolo spuntare da una stanza secondaria. Il prescelto. Il ragazzo che per tanto tempo aveva rappresentato un nemico.

Quando vide Draco non poté trattenersi dall’emettere un verso di sorpresa e (Draco lo avvertì) di disgusto.

Dopo essersi squadrati per bene, proprio come quando avevano undici anni, Ginny fece sedere Draco nel piccolo salotto pieno di foto della coppia felice con due bambini.

“Questi sono James Sirius e Albus Severus” Harry mostrò i due maschietti all’ospite che non poté trattenersi dal ridere notando che soprattutto il secondo era il perfetto figlio di Potter.

“Allora, a cosa dobbiamo il piacere?”

“Ho davvero bisogno del vostro aiuto e sapete entrambi molto bene che se non fosse davvero urgente non sarei venuto. Hermione è sparita! E so dove si trova, o meglio so con chi si trova, ma senza di voi non riuscirò a salvarla e ho ragione di credere che si torvi in pericolo…”

Harry e Ginny si guardarono preoccupati.

“Vi prego! So bene che nessuno di voi era felice all’idea del nostro matrimonio, ma io la amo ed è incinta e non potrei mai perdonarmi se le succedesse qualcosa.”

“Chi è stato a prenderla?” domandò Ginny.

“Tuo fratello. Ron.” Ginny sussultò, ma Harry rimase quasi impassibile. “È venuto a casa qualche giorno fa e ci siamo anche azzuffati, ma non avrei mai creduto che fosse capace di… poco dopo ho scoperto che era fuggito dal San Mungo. Devo trovarlo, ma non ho idea di dove possa essere, solo voi potete saperlo”

Entrambi non parlarono per qualche minuto e a Draco sembrò passare un’eternità. In tutto quel tempo Hermione poteva essere rimasta ferita o peggio.

“C’è solo un posto dove può essere in questo momento: la Tana. Verrò con te Malfoy. Ginny, tu resta qui con James e Albus”

In pochi secondi prese la giacca e la bacchetta e si avviò con Draco fuori casa.

Dentro di sé, l’ex Serpeverde bramava vendetta, ma il marito di Hermione voleva solo riaverla accanto.

 

(Hermione)

“Va..va bene Ron, ma ora calmati, ti prego!”

Ron stava tremando con le lacrime che gli bagnavano la barba rossiccia e incolta.

“Scusa Hermione! N-Non volevo, davvero!”

“Tra..” Hermione cominciò ad urlare. 

“Cosa c’è Hermione?! Parlami!”

“I-Il bambino… Lui.. sta per.. aaah… sta per arrivare”.


*Spazio autrice*
Nargilli! Finalmente sono riuscita a scrivere questo nuovo e tanto atteso capitolo! Non credo ci metterò molto a scrivere il successivo (o almeno spero!)
Stavolta dedico il capitolo a Sara, perché nonostante tutto, ha creduto in me e non mi ha mai fatto scoraggiare!
Grazie <3
Mi aspetto tante recensioncine :)
Bye :)
Malandrina1234

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Capitolo 5
*** Magic and blood ***


(Draco)

Doveva ammetterlo: si trovava in una situazione assurda. Camminava al fianco di Harry Potter per raggiungere chissà quale luogo e salvare Hermione Granger dalle grinfie di Ron Weasley. Una situazione piuttosto comica se non fosse stato che il pericolo che Hermione stava vivendo era reale.
Non avevano percorso più di qualche metro quando Harry si fermò e cominciò a pensare ad alta voce.
"So dove si trova Ron e so che non potrebbe mai fare del male ad Hermione. Malfoy, i ruoli si sono invertiti forse? Ron semplicemente ama Hermione, l'ha sempre amata, non le farà del male."
Non poteva crederci. Stava seriamente pensando di tornare in casa e fare finta di niente. Voleva credere che Ron fosse rimasto lo stesso ragazzo di Hogwarts, voleva essere cieco davanti all'evidenza.
"Mi stai prendendo in giro, vero?! Forse non è chiara una cosa: Hermione è mia moglie, io la amo con tutto me stesso. Lei è incinta e rischia la vita perché il tuo caro amico ha perso un bel po' di rotelle e anche tu a quanto pare..." si bloccò all'improvviso e si rese conto che se voleva convincere il suo nemico che stavolta i ruoli si erano davvero invertiti avrebbe dovuto utilizzare un approccio ben diverso, così fece un respiro profondo.
"Immagina che la tua vita sia perfetta. Anzi no, la tua vita è già perfetta: hai due figli e una splendida moglie. Quindi immagina che da un giorno all'altro arrivi Dean Thomas a rovinare tutto. Immagina che decida di portare Ginny con lui chissà dove insieme ai tuoi bambini solo perché non è lucido come quando eravamo a scuola. Immagina di sapere che Dean è diventato pericoloso anche se incosciamente. Potter, tu sai cosa vuol dire amare davvero una donna? Sai cosa vuol dire sapere che lei è in pericolo anche solo perché te lo dice il tuo istinto? Beh, fidati, è come se tu fossi morto. Il mio mondo si basava solo su di me prima che Hermione entrasse a far parte della mia vita. Ma poi è apparsa e la mia realtà ha cominciato a ruotare attorno a lei. Ho ringraziato il cielo che quel settimo anno fosse rimasta da sola perché conoscerci fu così semplice. Io so che la donna che amo è in pericolo e non posso stare qui con le mani in mano. Posso trovarla perché, credimi, la cercherò fino in capo al mondo, ma con il tuo aiuto ci metterei molto meno. Weasley non è più lo stesso, è pericoloso e non posso rischiare la vita di mia moglie di mio figlio perché voglio fidarmi della buona fede del tuo amico di infanzia. Non posso e non lo faresti neanche tu."
Il tempo stava continuando a scorrere. Potter non si rendeva conto forse... eppure eccolo riprendere a camminare fino a un cassonetto dei rifiuti per poi tirarne fuori una vecchia giacca appertuta a un barbone. Dopo un breve giro d'incantesimi avevano davanti una passaporta. Con mano tremante Draco afferrò la giacca logora  e in pochi secondi si trovarono in una vasta campagna. Una distesa di prato ormai rinsecchito copriva il terreno che circondava una casa sbilenca apparentemente abbandonata da cui si sentivano delle urla atroci. Urla che per Draco furono coltellate al petto.
Harry lo fermò prima che cominciasse a correre con la bacchetta alla mano.
"Non è saggio correre in una casa con dentro un ex Auror impazzito."
"Non mi interessa cosa è saggio e cosa non lo è: Hermione rischia la vita mentre tu mi dici che non devo correre a salvarla!"
"Calmo Malfoy, o la vita non la rischierà solo Hermione, ma anche io, tu e tuo figlio!"

(Hermione)

Dolori lancinanti.
Sangue. Tanto sangue.
Hermione non capiva niente di csiò che la circondava.
Stava urlando in preda a forti spasmi.
"Tranquilla Hermione, tra poco tutto sarà finito. Ci libereremo di questo piccolo mostro in pochi minuti e..."

"Lasciami andare! Lascia stare mio figlio! Tu non sei Ron. Sei un pazzo! Lasciami andare! Mi ucciderai."
"Devi stare tranquilla... Io...io.." Un'esplosione e tante cose che accaddero dopo e che Hermione non riuscì a connettere tra loro. Harry che lanciava uno schiantesimo contro Ron.
Era proprio lui, il suo migliore amico era lì per lei dopo tanto tempo insieme a... Draco. Il mondo intero sparì quando lo vide, quando i suoi occhi pieni di lacrime incontrarono quelli color argento. Purtroppo quella gioia non durò molto: il dolore tornò a farsi sentire e il sangue non aveva cessato di scorrere laddove poco prima Ron aveva piantato in malo modo una daga affilata. L'ultima cosa che ricordò fu il corpo di Ron che veniva scaraventato dall'altra parte della stanza e Draco che la stese sul pavimento.

(Draco)

"Hermione!"
Era lì, priva di sensi, in una pozza di sangue.
"Harry! Presto, aiutami!"
Potter corse verso di lui chiedendogli cosa potesse fare per aiutarlo, ma Draco era nel panico, non riusciva a ragionare. Sembrava un guaritore alle prime armi. Il suo momento di smarrimento durò poco perché si riprese e comincio a limitare i danni della ferita mentre mandava Harry a prendere asciugamani e acqua calda.
Fece comparire dal nulla gli strumenti adeguati per un cesareo visto che Hermione non era cosciente per reggere un parto naturale.
Nel frattempo Harry aveva chiamato una squadra di Auror e una di Guaritori dal San Mungo.
Quando arrivarono traformarono la Tana in una vera e propria sala operatoria dove nacque una splendida bambina dai capelli biondi.
Draco era così pieno di speranza e di gioia tenendo in mano quella piccola creaturina così delicata. 
Aveva tenuto in braccio così tanti bambini, ma lei gli sembrò tanto fragile che aveva paura di stringerla troppo forte. Era riuscito a salvarla, non lo credeva possibile. Sarebbero stati una famiglia adesso.
Ecco che si rese conto che Hermione non era ancora sveglia e decise di avvicinarsi per mostrarle quello splendore di bimba, frutto del loro amore così puro, sincero.
Hermione era adagiata su un tavolo, circondata da una pozza di sangue. Il viso pallido e gli occhi aperti e vuoti.
"Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, ma aveva perso troppo sangue..."
"No. NO! Non è possibile. Hermione, rispondimi!" strinse la sua mano, ancora calda e pregò di trovarsi in un brutto incubo. 
Non si era reso conto che Harry aveva preso la bambina tra le braccia e la cullava.
"Se solo fossimo arrivati prima! Se solo tu non avessi perso tempo con it uoi stupidi dubbi! No... non è colpa tua. La colpa è mia. Io non dovevo lasciarla da sola, dovevo proteggerla."
Gli sembrò di affogare nelle sua lacrime. Harry non disse nulla, si limitò a dargli una spalla su cui piangere come se fosse un vecchio amico.
Qualche ora dopo il corpo di Hermione fu ripulito e portato a casa sua dove sarebbe stata portata la bara.
Quando il giorno dopo Harry e Ginny andarono a trovare Draco, lo videro con la sua bambina appena nata tra le braccia.
Sorrise loro e la sola cosa che disse fu:
"Guardate! Ha gli occhi di sua madre."

The end

*spazio autrice*
Questa FF è conclusa e spero non mi odierete per aver fatto fuori Hermione, ma non sarebbe stato realistico se fosse riuscita a sopravvivere. Comunque ho pianto scirvendo quest'ultimo capitolo, voglio che ne siate consapevoli.
Spero vi piaccia e spero di ricevere tante belle recensioni sia a questa che alle altre storie che ho scritto. Spero di riuscire a scrivere di più anche se la scuola non è lontana e al più presto mi metterò a correggere eventuali errori di battitura nelle mie FF.
Peace 
Malandrina1234













 

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