Atena e Eros.

di Martuzza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Atena. ***
Capitolo 2: *** .Qualcosa cambia. Impercettibile. ***
Capitolo 3: *** .Barbagianni e Natale. ***
Capitolo 4: *** .Eros. ***
Capitolo 5: *** .Frigida. ***
Capitolo 6: *** .I nostri cuori. Stanno battendo all’unisono. ***
Capitolo 7: *** Esistono due tipi di verginità. ***
Capitolo 8: *** Nessun Nome. ***
Capitolo 9: *** .Per i tuoi larghi occhi. ***
Capitolo 10: *** -L'ultima Gazzetta del Profeta. ***



Capitolo 1
*** Atena. ***


 

Il corsivo è usato quando narra Hermione, il grassetto quando il narratore è Draco.

Spero vi piaccia.

.Atena e Eros.

A volte anche la più semplice e lineare delle persone può sconvolgere tutto.

E anche in un mondo in cui la magia è una normalità, l'adolescenza è una delle cose più terribili quanto meravigliose della vita.

Draco Malfoy se ne stava seduto sotto di un albero poco lontano dal lago. Era una di quelle giornate di inizio autunno in cui il sole scalda ancora. Anche se, per lui, serviva ben altro per poterlo almeno intiepidire.

Hermione Granger camminava poco lontano dal lago. Guardava il cielo e ripensava a quanti cambiamenti stava vivendo. Aveva sempre pensato di amare Ron e di essere ricambiata, ma sapeva che non era più cosi. Harry glielo aveva fatto capire, con Ginny. Si guardavano in un modo completamente diverso da lei e Ron, si sfioravano molto più delicatamente, erano molto più.. innamorati. Mentre camminava venne scossa da una voce familiare, ma che aveva qualcosa di totalmente estraneo.

"Mezzosangue, mi fai ombra."

Non se ne era nemmeno accorta, ma si era fermata a guardare il volo di due rondini proprio davanti a Malfoy. Non aveva voglia di confrontarsi con lui e, con la testa quasi totalmente offuscata dai pensieri, si mise a sedere affianco al compagno di scuola.

Draco capì che non era un gesto del tutto volontario quello della Granger. Aveva un aria persa, sembrava Luna Lovegood. Ma in fondo era felice di non essere stato attaccato, per una volta. Il vento le scompigliava i capelli..

-Non imparerai mai a tenere ferma quella chioma, vero?-

-Non mi interessa nemmeno più di tanto,l’importante è vedere dove vado.-

-A volte non è cosi semplice vedere la strada da prendere-

Ci fu una pausa. Senza accorgersene stavano parlando normalmente. E forse qualcuno aveva appena detto qualcosa di più di una semplice frase senza senso.

Il serpeverde sentì che la Granger lo guardava. Sentiva lo sguardo bruciargli la pelle. E non sapeva bene il perché. Sapeva solo che sentiva una sensazione diversa da quando solitamente la Mezzosangue lo guardava.

La grifondoro, dal canto suo, non sapeva cosa dire. Le piaceva l’idea di parlare con quel ragazzo. In fondo (molto in fondo) era come lei. Aveva diciassette anni, mille problemi e probabilmente nessuna risposta. Sapeva però che bastava solo una virgola di troppo per infastidire un principe viziato come quello. Ma sapeva anche che una pausa troppo lunga poteva innervosirlo.

-A volte basta vedere solo una mano tesa verso di te.-

-E se quella mano non ci fosse?-

-C’è sempre. Basta trovarla. Ecco perché non tengo i capelli davanti agli occhi. Vedere, basta vedere.-

-Non siamo in troppi per te Granger, tra queste quattro mura di scuola?-

Eccolo. Lo spirito Malfoy.

-Per un secondo avevo sperato in una conversazione normale. Mi dispiace Serpe, ma questa scuola per ora non accetta solo i Purosangue e il tuo amico Potty ha chiuso la Camera dei Segreti quindi non puoi uccidere tutti quelli.. come me.-

Draco spalancò gli occhi. In una frazione di secondo era tutto tornato normale. Lo sguardo della so-tutto-io lo infastidiva e basta. Donne.. capiscono sempre il significato negativo delle cose. Non lo stava più guardando. Stava andando via. Doveva fermarla, non si tratta cosi un Malfoy, secondo quello che gli avevano insegnato. Ma lui semplicemente la voleva vicina.

-Ssssh.. Non hai capito. Torna qui.-

Non era un ordine. Malfoy di solito ordinava a quasi tutti, raramente chiedeva. Eppure il suo tono non era arrogante. Cosa voleva ancora?

-Cosa vuoi ancora?-

-Fino a prova contraria, tu sei venuta qui accanto a me. In ogni caso Granger, volevo semplicemente dire che siamo in troppi a Hogwarts. Ottomiliardi di studenti che a malapena si conoscono fra loro. Migliaia e migliaia di maghi e streghe insieme, come le bestie. Sembriamo branchi di pesci nell’immensità dell’Oceano.-

L’oceano. Ecco cos’erano i suoi occhi.. L’oceano.

-Hai ragione. Conosco poche persone in questa scuola.. e nemmeno tanto bene.-

-Credi di conoscermi?-

-Si.-

-Io invece non credo di conoscerti davvero.-

Ed era vero. Sapeva quanto non la sopportava. Ma sapeva che quando era sola in biblioteca era bellissima. Lo aveva notato qualche settimana prima. Non aveva quel maledetto sguardo arrogante da Grifondoro. Era ora felice, ora triste, ora immersa nei suoi pensieri.

-So solo che sei la versione moderna della dea Atena.-

Era un complimento? Un offesa? Oddio. Era un’affermazione. No, poteva solo essere un insulto da lui.

-Per la mia irascibilità?-

Ok, quando faceva cosi voleva insultarla. E non poco. Ma per una volta nella sua vita qualcuno lo stava ascoltando, per davvero. Non l’aveva più guardata da quando era arrivata. Eppure sentiva che lo guardava senza odio.. Forse era interessamento?

-Granger, cazzo. Ma pensi sempre che io voglia insultarti. Mi ricordi Atena perché lotti per ciò che ami. Ma il tuo orgoglio sarebbe sempre dentro di te, vigile. La dea della conoscenza e della sapienza, quale definizione migliore per te. Nonché la dea della nobile arte della guerra. Della guerra per i proprio ideali, di quella guerra che fa male solo per salvare. Non della guerra crudele di Ares. La dea delle arti, e tu in cosa non eccelli?-

Era una scarica di complimenti?

-Malfoy.. grazie.-

Lo stava ringraziando. Per cosa? Lui voleva ringraziarla, per aver ascoltato quel pensiero che da tempo voleva dimostrarle. Lo aveva covato nelle notti peggiori, in quelle in cui anche i più cinici non dormono per qualcosa. Ma ringraziare una mezzosangue no, era troppo.

-Devo andarmene.-

E fu allora che mentre si alzava (o fuggiva..) la guardò negli occhi. Era bellissima, si. Non lo guardava con disprezzo, con odio, con orgoglio.. ma nemmeno era ferita. Non aveva gli occhi lucidi o piangeva. Lo guardava.. con affetto? Ok, si stava illudendo un po’ troppo.

Tornò semplicemente al castello, fumando. Per levarsi dalle narici il suo odore, troppo puro per lui. Tanto da bruciare.

Era bellissimo mentre camminava. Si, divino. Ma era sempre una serpe. Anche se sapeva che non lo aveva guardato con odio, sapeva che non c’era orgoglio quando lo aveva guardato. Ma sapeva anche che lui era perfido. Era un Malfoy. E le avrebbe rinfacciato tutto ciò. Magari ora era a prendersi gioco di lei con Blaise.. perché gli aveva creduto.

Ma non poteva fare a meno di sentirsi lusingata.

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Capitolo 2
*** .Qualcosa cambia. Impercettibile. ***


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.Qualcosa cambia. Impercettibile.

 

 

Quella notte Draco non dormì.

Aveva sbagliato tutto con la Mezzosangue. Si, aveva provato piacere a parlargli.. ma un Malfoy ha dei doveri. E lui li aveva completamente dimenticati. Anzi, li aveva rinnegati.

Si, la Granger era stupenda. La ammirava, ma non era il caso di farle montare la testa. Per niente. E poi era amica di un pezzente che aveva rinnegato il suo stesso sangue. Anche certe famiglie erano da eliminare, non solo i mezzosangue.

Hermione invece dormì benissimo. Parlare con Malfoy l’aveva assurdamente rilassata, e forse anche resa un pochino felice. Domani avevano Erbologia assieme, chissà. Forse l’avrebbe di nuovo guardata.. Normalmente. Ginny l’aveva presa in giro. "Ti pare che Malfoy possa voler bene alla Granger? Suvvia.. Non scherziamo". Quando faceva cosi era degna di suo fratello, entrambi avevano la sensibilità di un comodino per il letto.

Il giorno dopo tutto tornò normale. Anzi, forse le cose peggiorarono.

Malfoy si, la salutò. Ma oltre a chiamarla Mezzosangue Zannuta So-Tutto-Io in una sola frase riuscì anche a sporcarle i capelli di sterco di drago. E visto i suoi ricci (che per quanto fossero morbidi erano comunque fittissimi) passò più di un ora in bagno cercando di utilizzare tutti gli incantesimi possibili. Come se non bastasse aver visto tutte le sue fantasie spazzate via e essersi trovata i capelli imbrattati, dovette anche calmare Ron e zittire Harry. Adorava quando la difendevano, ma sicuramente era superiore l’odio che provava nei loro confronti quando facevano i bambini. E Malfoy non era da meno.

Il Principe delle Serpi, dal canto suo, rise per tutta la cena con Blaise e gli altri per la figura poco raffinata di Lenticchia e dello Sfregiato con i loro insulti. Sentì qualcosa di strano nel cuore quando ripensava allo sguardo triste della Grifondoro, ma poi si ricordò di non avere un cuore e quindi lasciò morire anche quella sensazione. Inoltre, Piton si adirò leggermente con lui poiché la Sprite aveva tolto 10 punti a Serpeverde per il suo innocuo scherzo. Ma il suo capo di casata non evitò di congratularsi con lui, soprattutto perché anche a Grifondoro vennero levati dei punti. Ma a lui le battaglie vinte parzialmente non andavano. Però quella sera Pansy era particolarmente felice (e forse anche un po’ brilla) e quindi decise di passare un’altra notte insonne, ma molto più.. divertente.

Intanto i giorni scorrevano. Si avvicinava Natale, e si cominciava a battere i denti nei corridoi. Andare ad Hogsmade diventava quasi noioso, poiché tutti si rifugiavano a Mielandia o ai Tre Manici Di Scopa. Ma nell’aria c’era odore di vacanze e quindi di regali, e nonostante il freddo pungente tutti tornavano con borse piene. (Anche se, a dirla tutte, le borse che i ragazzi portavano provenivano esclusivamente dal negozio di Fred E George.)

E come ogni anno Hermione doveva subire Ginny che le chiedeva in continuazione quale fosse il regalo più adatto per Harry. Anche se a lungo andare veniva infastidita da quella domanda, non poteva fare a meno di sorridere al pensiero di Harry che quest’anno le chiedeva la stessa cosa. Entrambi stavano cercando di farsi un regalo meraviglioso.

Il problema vero lo vedeva solo lei: a Ron non pensavano ne l’uno ne l’altra, quindi avrebbe dovuto fargli lei un regalo degno di questo nome, perché entrambi se ne stavano dimenticando completamente. E Ron non poteva ricevere solo il maglione della madre, si sarebbe probabilmente ucciso.

I Serpeverde però pensavano tutti ad altro, per Natale. Draco aveva invitato tutti ad una grande festa a Malfoy Manor, e tutti erano impegnati a trovare l’abito adatto. E una scusa per essere stati fuori tutta la notte.

Perché era risaputo, le feste in quella casa erano tutto tranne che tranquille. La libertà era la parola d’ordine, qualsiasi tipo di libertà. E con la Parkinson in giro, il piacere di avere libertà era immenso.

Ma proprio chi aveva organizzato il tutto, non pensava minimante alla festa. Era ormai passato un mese e mezzo da quando aveva parlato con la Mezzosangue. E forse.. gli mancava. Ma non gli mancava lei, gli mancava qualcuno con cui parlare cosi esplicitamente. Blaise era si il suo migliore amico, ma non c’era davvero tra loro la complicità che tutti credevano. Anzi. Erano amici poiché i genitori lo erano, ma si trovava bene con lui. E quando vi andava in giro, la notte non dormiva mai solo.

Eppure era cosi che si sentiva, solo.

Amava solo una donna.

Narcissa Black in Malfoy.

Era la donna più bella del mondo, per lui. Forse l’amava più lui di quanto non facesse suo padre. Non li aveva mai visti stretti in un abbraccio in diciassette anni di vita.. ma in realtà, non aveva nemmeno mai ricevuto un abbraccio da uno di loro.

Solo per questo invidiava Lenticchia e Potter. Molly Weasley deteneva il primato per aver dato il maggior numero di abbracci in una sola vita.

Hermione non sapeva ancora dove avrebbe passato il Natale. Probabilmente sia a casa con la sua famiglia sia alla Tana. Era l’ultimo anno, e aveva paura che si sarebbero persi. E ne avrebbe approfittato per far dichiarare Harry a Ginny.. soprattutto per quanto erano diventati insopportabili. Quando si innamorava, il Bambino Sopravvissuto rimaneva solo un bambino.

E magari stare lontana da Malfoy l’avrebbe aiutata. La irritava e la confondeva. Aveva bisogno di un ragazzo, si disse. E lo disse anche a Ginny.

-Malfoy?-

-Weasley, dico sul serio. Ron tanto anche volendo solamente provarci.. ha Lavanda. Quelli di Tassorosso no, sono sempre nervosi e si credono i migliori. I Serpeverde no perché sono Serpeverde e non c’è altro da dire. I Corvonero non sono male, anche se sono un po’.. noiosi-

-Ma Malfoy è IL Serpeverde, il re per eccellenza. Dai.. ammettilo che ti piace. Ne parli sempre su.-

-Ginny piantala. Se lui è Il serpeverde, io sono LA Grifondoro. Non si discute-

-Va bene.. ma ti piace. Comunque, Dean non ti piace?-

-Mmmh.. è molto carino. Ma non credo di stargli molto simpatica.-

-Ehm.. Si, forse è meglio evitare. Magari qualcuno del mio anno.. C’è un tipo niente male.-

-Beh, presentamelo, quando ti va.-

-Hai da studiare ora?-

-No..-

-Vieni.-

E la trascinò giù per le scale facendola quasi inciampare. Era per quello che adorava Ginny. Ti sorprendeva sempre, tutti i giorni. Basta dire anche solo mezzo desiderio che lei aveva già mosso l’intera scuola per aiutarti. Le indicò il ragazzo.. e immediatamente la portò a conoscerlo. Louis, si chiamava. Origini parigine, pelle pallida e occhi azzurrissimi. Si, ricordava Malfoy, se non fosse stato per i capelli biondo cenere. Era bello, ma non come lui.. Zittì quei pensieri (che probabilmente Ginny intuì) e decise di dare una possibilità a quel ragazzo. Insomma.. Cosa aveva da perdere?

Ma non sapeva che nonostante fosse Grifondoro, quel ragazzo era collegato al Serpeverde non solo fisicamente..

 

 

 

 

 

Spero di poter aggiornare con massimo tre giorni di distanza tra un capitolo e l’altro. Le idee ci sono, purtroppo il tempo un po’ meno.

ZAITU, grazie della recensione. Beh, come già avrai capito.. si, la storia continua. Spero di non risultare banale, odio esserlo.

Pinkstone, grazie sia della recensione sia per avermi fatto notare l’errore. Maledetta Epica, ho letto un libro sui miti Greci (da cui deriva l’ispirazione di questa fic, nonostante abbia odiato quel libro con ogni fibra del mio corpo) ed è vero, è Demetra la madre di Persefone. Doh, povera me. Mea Culpa.

Grazie a coloro che leggono e che mi hanno aggiunto tra i preferiti, spero di non deludervi.

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Capitolo 3
*** .Barbagianni e Natale. ***


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Ma non sapeva che nonostante fosse Grifondoro, quel ragazzo era collegato al Serpeverde non solo fisicamente..

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Ultimo giorno prima della partenza per le vacanze natalizie.

Oramai erano due settimane che Hermione e Louis si frequentavano.

Erano semplici amici, però le piaceva. Era comprensivo, sapeva farla ridere, la confortava, l’aiutava, la ascoltava quando era arrabbiata.. era l’unione di Harry e Ron insieme. Si chiedeva effettivamente come faceva Ginny a non trovarlo interessante. Ma forse era proprio per quella rassomiglianza con il fratello, non doveva essere carino avere due persone ultra protettive e un po’ tarde nel capire sempre attorno.Ma a lei piaceva. Due giorni prima dopo le lezioni si era addirittura presentato con un piccolo rametto di fiori di pesco. Si, era davvero un ragazzo perfetto.

Ma quando si trovava sola a girare per il castello, in biblioteca, o in riva al lago e vedeva Malfoy si bloccava. Non aveva dimenticato nulla.

Non aveva dimenticato nulla. Draco Malfoy non dimentica. Ma anche se il suo nome fosse stato un altro, non avrebbe potuto dimenticare come si era sentito con la Mezzosangue. E ricordava quanto avesse un buon profumo.. Si, nonostante più volte disprezzandola le avesse detto "Granger, c’è puzza di Mezzosangue, e mi fa venire il vomito". Aveva un profumo tanto dolce quanto afrodisiaco. Era riuscita a sconvolgerlo. La sua pelle bianca. Come quella di lei. In questo erano simili. E anche il sangue che avevano nelle vene, per quanto fosse diverso, era rosso per entrambi. Ma lei aveva i suoi boccoli perfetti color dell’ambra. I suoi occhi cremisi, come dimenticarli.. Ok, prima di partire per Malfoy Manor doveva far sparire quei pensieri. Suo padre era tanto bastardo quanto un buon Legilimens.

E aveva una festa da organizzare.

Natale.

Alla tana non era Natale senza i manicaretti di Molly Weasley. Ma non era nemmeno Natale senza i regali.

Harry aveva regalato a Ginny un bellissimo fermaglio d’argento lavorato dagli elfi. A lei una piuma di pavone bellissima. Ginny le aveva regalato invece la carta da lettere, completando il regalo di Harry. Ad Harry invece aveva regalato un qual cosa per la scopa che Hermione non capiva per niente, ma sapeva che era introvabile. Ron le aveva regalato una bellissima sciarpa color panna lunghissima di lana. E Ron aveva ricevuto da tutta la sua famiglia al completo una scopa nuova. Naturalmente anche lei aveva contribuito, ma soprattutto aveva dato l’idea.

E cosi tutti erano felici.

Verso l’ora di pranzo arrivò un barbagianni marrone per lei con un pacchetto enorme. Era di Louis.

Ed era un abito da sera.

"Sono invitato ad una festa, per capodanno. E gradirei che tu venissi con me. Se non accetterai fa nulla, ma tieni il vestito. Magari avrò occasione di vedertelo indosso.

Buon Natale, Hermione.

Tuo, Louis"

Chiuse la scatola, l’avrebbe guardata dopo con Ginny. Ron e Harry erano particolarmente gelosi di Louis, come lo erano di Krum insomma.

 

Natale.

A Malfoy Manor non era Natale se c’erano in casa Lucius e Narcissa. Malfoy ogni anno era solo con la servitù ad organizzare una festa. E quest’anno sarebbe stata a Capodanno. Si, sarebbe sicuramente stata una bellissima orgia. E Blaise aveva già convinto Pansy e chissà quale altra Serpeverde a partecipare animatamente. Molto animatamente.

Era bellissimo. Un vestito di seta color madreperla, con ricamati dei fiori con un filo dorato. Salivano dal bordo della gonna sino a metà. Aveva un corpetto meraviglioso che sottolineava le curve del seno, senza spalline, anch’esso ricamato. Lungo fin sotto al ginocchio. Era elegante e seducente assieme. Si, quel ragazzo sapeva quali erano i suoi gusti. La gonna era sollevata da ben otto veli di tulle, e risaltava la sua vita snella. C’era anche una stola per coprire le spalle. Louis aveva anche allegato un braccialetto. Era d’argento con dei piccoli pendenti di madreperla. Magnifico.

Festa? Si. Ma dove? Ginny diceva che era quella di Malfoy. Ma lei non faceva testo, oramai parlava sempre della serpe. Forse si era innamorata.

Rispose a Louis, ma non ottenne una risposta che si sarebbe potuta considerare soddisfacente:

"Stai tranquilla. Tu devi solo venire. Al resto penso tutto io. Usa la Metropolvere e arriva a casa mia, da li andremo insieme. Ci vediamo il 31 Dicembre, sarà una serata memorabile. Un bacio.".

Non era sicura di tutto quel mistero, ma come dire di no.. Ok. Le servivano le scarpe.

Ma Ginny era già arrivata con un paio di sandali bianchi con un tacco non molto alto.

-Provali.-

Come immaginava, non sapeva minimamente camminarci. Era Ginny tra le due la donna. Lei le aveva insegnato l’arte del trucco, come curare i suoi capelli, lei utilizzava scarpe alte e gonne. Hermione stava benissimo con i suoi maglioni larghi e un semplice paio di scarpe da ginnastica. Fino al 31 Dicembre Hermione passò il suo tempo con le scarpe dai tacchi vertiginosi. E Ron e Harry riempirono Louis di insulti ogni qualvolta inciampava.

Quei maledetti elfi non sapevano fare niente. Nemmeno comprare alcolici. E ne servivano molti. Per il complesso non c’erano problemi, era amico del cantante del gruppo più richiesto del momento.

Non aveva una dama, ma ben dieci. Si, Blaise era il migliore per trovare accompagnatrici di ogni tipo e genere.

Niente poteva rovinare il tutto… cosi credeva.

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi scuso per l’enorme ritardo. Ma sono stata oberata di lavoro. Posterò due capitoli oggi, Spero siano di vostro gradimento! Louis è la copia di un ragazzo che conosco. Draco Malfoy è la copia di un ragazzo di cui mi sono innamorata, quindi non credo avrò problemi a descriverne l’ambiguità e la stronzaggine =)

(Capitolo breve poichè voglio lasciare da parte la festa.)

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Capitolo 4
*** .Eros. ***


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31 Dicembre, ore 20.30.

Malfoy Manor era pronto. Tutto perfetto. Alcool, divani e letti ben accessibili, fumo. Draco era perfetto: i capelli volutamente spettinati, camicia verde un po’ sbottonata e pantalone nero. Perfetto ed essenziale. Si amava.

Hermione non era pronta. Aveva chiesto il consenso a sua madre, ma sapeva da sola che lo avrebbe ricevuto. Le piaceva Louis, grazie al cielo. Almeno per ora. Ginny aveva voluto essere truccatrice e pettinatrice: le aveva sciolto i capelli sulle spalle (-E’ da stupida non mostrarli, visto quanto sono belli! - aveva detto) e il trucco leggero. Le era stato proibito categoricamente di usare matita e eye-liner in dose massiccia. Una linea sottile era più che sufficiente. Mise nei capelli della migliore amica un piccolo cerchietto, anche se serviva a ben poco. Anzi, serviva semplicemente a farle male. Stringeva da morire. Ma il lampo di genio era stata la collana: un semplice nastro bianco dove la signora Weasley aveva cucito una piccola rosa finta. Le scarpe non erano più un problema Hermione aveva camminato talmente tanto nei giorni scorsi da poterci anche dormire senza provare dolore, oramai. E il vestito era praticamente perfetto.

Ed eccola, a casa di Louis. Ma non fece nemmeno in tempo a vederla. Ne di vedere il suo.. amico. La prese immediatamente per un braccio e la riportò nel camino.Si trovò in una casa molto elegante e soprattutto molto antica. Finalmente scoprì di essere ad una festa di un amico di famiglia di Louis, e con piacevole sollievo scoprì che i suoi genitori non c’erano. Non erano nemmeno fidanzati, era fin troppo prematuro. Lui era bellissimo: aveva un completo bianco, a cui aveva abbinato una camicia rossa. Erano due angeli assieme, o almeno era quella l’impressione che davano. Era un’ora che parlavano. Entrambi si erano dati da fare con i compiti, ed entrambi si erano mancati. Non era geloso di Ron e Harry. Era sempre felice di sapere come andavano le cose fra di loro, ma preferiva sapere di più qualcosa sul passato di Hermione. Ma di lui non le diceva mai nulla.

-Sono stanco però ora. La bella figura l’abbiamo fatta, ce ne andiamo?-

-Dove?-

-Un mio amico di Tassorosso mi ha invitato ad una festa. Possiamo farci un giro, vuoi?-

-Ma che tipo di festa?-

-Conosco bene chi la organizza, ci sarà da divertirsi. Su, ti fidi di me?-

Le tendeva una mano.

-Si.

E si avviarono verso il camino.

Ed Hermione non sapeva quanto avesse fatto male a fidarsi.

Era un’ora che ballava. Ogni ragazza presente alla festa lo aveva baciato. Era un modo per farsi gli auguri dopotutto, no? Blaise era sparito con Pansy già da venti minuti buoni. Meglio, quella era si una gran porca ma anche una grandissima rompipalle.

Fu un attimo.

Non si aspettava che Louis venisse, ma soprattutto non si aspettava portasse una ragazza cosi bella. Bene bene, c’era da divertirsi. Anche se solitamente era restio a prestare le sue cose.

Fu un attimo.

Non si aspettava che Louis la portasse a Malfoy Manor.

E Malfoy era li. La guardava.

Malizioso. Senza rendersi conto di quanto la ragazza che stava ballando con lui stesse cercando un bacio. Le interessava talmente poco che si staccò da lei per accogliere Louis senza degnarla di uno sguardo.

Ma pensa il ragazzo. Schifoso Grifondoro, si, ma aveva il sangue puro quanto il suo. E si conoscevano da quando erano nati. Forse era l’unico della casata di Potty che meritava attenzioni.

-Ciao vecchio grifone-

-Salve, vecchia serpe-

-Noto che sei in dolce compagnia.. Non mi presenti la tua amica?-

-Malfoy. Mi conosci benissimo- Non sapeva perché aveva parlato, ma era stato più forte di lei. Doveva smetterla di guardarla come se fosse una delle ragazzine a cui era abituato.

La Granger. Una Mezzosangue a casa sua. Eccola, lo guardava con il suo solito sguardo orgoglioso.

-Sei un mio grande amico, ma è una Mezzosangue, sai come la penso. Ed è amica di Potty Potter.-

-Draco, converrai con me che è bellissima. Inoltre, non la conosci, non puoi sapere se davvero è cosi odiosa come credi. Se non ti andiamo bene me ne vado, ma la prossima volta metti una lista delle cose che deve avere o non avere la propria compagna.-

Non poteva farlo andare via cosi. Suo padre lo avrebbe decapitato. Era un amico di famiglia dopotutto, anche se non Serpeverde. Chissà perché era a Grifondoro. E i suoi lavoravano al ministero, era meglio tenere buon i contatti.

-Va bene, scusami. Allora Granger, balli?-

-Può essere.-

-Buon divertimento allora, Frigida.-

Hermione sentiva l’aria mancarle. Cosa ci faceva li? C’era odore di alcool, di fumo, di Serpeverde. La voglia di sesso di tutti quei ragazzi era palpabile. E molti la stavano apertamente colmando su qualche divano. Ma Louis si muoveva a passo sicuro, e dopo pochi minuti erano su di un immenso balcone circondato da edera rampicante.

-Perché mi hai portato qui..?-

-Non pensavo che Malfoy se la sarebbe presa cosi tanto. Mi dispiace Hermione.. Vuoi andartene?-

-Se rimaniamo qui fuori no, mi piace molto.-

Ed era vero. La luna li illuminava. Il rumore della festa c’era, ma il silenzio lo sovrastava. E lui la scaldava con il suo abbraccio. Stava bene li. Certo, doveva evitare di guardare attraverso i vetri della finestra. Vedere il Re delle Serpi in tutta la sua bellezza era irritante. Sembrava un dio: tutte avevano solo occhi per lui. E lui emanava luce propria nel centro di quella bolgia infernale, con la sua pelle color dell’alabastro. Le ricordava una statua vista in qualche museo di Eros. Si, era un dio.

La Granger. In casa sua. La cosa lo faceva sentire preoccupato. Per suo padre, per sua madre, per la sua reputazione.

No, non è vero. Da quando era arrivata pensava solo a lei e alla sua bellezza. Ed era tanta. Immensa. Solo lei avrebbe potuto presentarsi vestita di seta bianca. Lei, l’unica pura in quell’inferno. Tutta la sua vita era un inferno. Passava tranquillamente tra le fiamme della passione e del peccato, ma non si scottava. Nemmeno sentiva caldo. LEI. Era tutto il contrario di quello che era lui.

Si erano zittiti. Ascoltavano solo il vento. Aveva un odore bellissimo. Le ricordava quello di Bill Weasley. Dolce ma potente. Dolce ma protettivo. Oh insomma, era buono.

-Sai di buono- si ritrovò a pensare ad alta voce.

-Grazie- le sussurrò, dandole un bacio sulla guancia. I suoi baci erano sempre colmi di sentimento. Ovunque fossero e in qualunque occasione.

Aveva bisogno di aria. Oramai erano tutti fin troppo ubriachi per accorgersi che era uscito.

-Hermione, sono fidanzato.-

Un momento. Stop. Va bene, non si erano promessi nulla. Però era un po’ scorretto. E sentiva il suo cuore infrangersi.

-Scusa….?-Mormorò.

-Si. Stò bene con te, sei meravigliosa. Ma io ho una fidanzata in Francia. E le voglio bene.-

-Ok. Credo sia tempo di andare.-

E cosi si sciolse dal suo abbraccio e andò ad aprire la finestra. Ma la trovò già aperta. Malfoy era davanti a lei.

Mezzosangue, che è successo? Sei qui davanti a me. Sento il tuo cuore spezzato però. Non so come possa sentirlo, ma vedo che sei triste. Non noto umiliazione nei tuoi occhi, solo dolore. Sei bellissima. Ma mi fai male.

-Granger?-

-Ti ringrazio per non avermi gettato fuori da casa tua, ma ora devo proprio andare.-

-E il tuo cavaliere?-

-Ha già la sua principessa.-

-Louis, vorrei parlare con la Grifondoro qui. Avrei bisogno di essere solo con lei due minuti.-

-Ok, io vado a casa. Ciao Hermione….-

Le accarezzò una spalla. Con che coraggio?

COME HA POTUTO ACCAREZZARMI. Mi ha fatto male con le parole.. una carezza è come un taglio del coltello più affilato.

-Grazie Malfoy, non avrei tollerato di rimanere con lui per il ritorno. Uso il camino da cui sono arrivata?-

-Dobbiamo parlare.-

Lo guardava. Era bellissima, si. Basta, doveva smettere di dirlo.

-Dimmi.- Non lo trattava male, si sentiva troppo ferita. Era cosi schifosamente debole in questo momento.

-Sei debole.-

-Si. Umiliarmi non avrebbe senso, non ti risponderei. Lasciami..-

La baciò sulla fronte. La pietrificò.

-Che fai? Se speri di scoparti pure me stasera hai capito male.-

-Fammi vivere.-

-Scusa?-

-Voglio sapere cosa provi. Voglio emozioni nuove, belle o brutte che siano.-

-Posso insegnarti solo tutti i sentimenti che tu disprezzi.-

-Puoi insegnarmi a vivere?-

-No. Posso solo andarmene.-

La ribaciò. L’alcool e il fumo avevano abbassato le sue difese contro mondo che tanto avrebbe voluto conoscere, ma che suo padre odiava. Quello della sua dea.

-Sei bellissima.-

-Non sono l’unica. Non posso dimenticare quando mi hai detto.. che ero.. una dea.. lo sei… anche tu, stasera.-

Piangeva. Non per Louis. Per Malfoy. Aveva ricordato quanto era stata bene con lei quei dieci minuti. Quanto tempo era passato oramai..

-Hermione, è meglio che tu vada. Non so più cosa potrei dire o fare, ora che piangi. Sei troppo bella. Sei troppo pura. Questo è l’inferno. E le tue lacrime possono da sole spegnere tutto il fuoco che mi brucia addosso. Non voglio che dicano che a Malfoy a Capodanno non gli tirava.-

Se ne andò. Le aveva fatto male. Voleva di nuovo un bacio, una carezza, essere consolata.

Piangeva, ma nessuno badò a lei. Nel suo vestito candido tra tutto quel rosso, quel nero, quel verde, la faceva brillare di luce propria.

Era una dea, e Draco lo sapeva. Era truccata, era raro vederla cosi. Poco, ma era ancora più bella. Non volgare come le ragazze a cui era abituato. Sembravano solo prostitute. Il suo corpo. Era bellissimo e voleva accarezzare la sua pelle. Ma non come faceva di solito, solo per poi poter fare sesso. Non, voleva solo toccare la sua pelle. Voleva solo poterla abbracciare, perché stava male. Voleva.. Aiutarla. La voleva semplicemente per dirle che non era sola. Ma lei non lo era, senza o con lui. Draco si senti solo, nonostante in casa sua ci fossero centinaia di persone.

Tornò a casa, era l’una. Ginny l’aspettava. Le raccontò tutto. E pianse nuovamente. Pianse per Malfoy. Ma questo l’avrebbe saputo solo il suo cuore, Louis offriva un ottima scusa.

Voleva il bacio del suo dio. Le era piaciuto. C’era qualcosa in quel bacio. Voglia di godere, probabilmente. Ma le sue labbra erano morbide, e il suo profumo era peggio dell’oppio per lei. Aveva sentito la testa girarle, talmente era intenso. Si, stava male per lui. Che la odiava, che era l’ambiguità fatta a persona. Soffriva, e lo faceva pensandolo.

 

 

 

 

Spazio autrice, pubblicando due capitoli assieme mi conviene farlo ora per entrambi.

Zaitu, avevo capito. Ma se diventasse banale dimmelo, te ne prego.

8marta8, grazie della recensione. Spero che continuerà a piacerti!

Rivoltella J, sono contenta di averti colpito. Spero davvero che uscirà qualcosa di buono. Stò prendendo le idee, sono ispirata.

Naunina, l’onore è mio poiché hai recensito. Spero di non delure nemmeno te!

Non posso promettervi che aggiornerò presto, la scuola prende molto posto ultimamente. Scusate davvero, se vi faccio attendere.

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Capitolo 5
*** .Frigida. ***


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Frigida.

Come poteva averle detto che era frigida. Solo perché era vestita, al contrario delle altre ragazze in quella casa? Non era colpa sua se loro usassero vestirsi con solo poca carta velina. La aveva baciata, due volte. Sulla fronte. E l’aveva sconvolta. Non poteva pensare a baciarlo sulle labbra.. sarebbe svenuta? Si, probabilmente si. Aveva addosso troppi odori. Quello dolce ma infingardo di Louis, quello erotico e forte di Malfoy, quello di una festa oltre i limiti. Dopo aver parlato con Ginny si recò in bagno. Levò tutto: il vestito, il braccialetto, la collana creata dalla signora Weasley, il cerchietto (e qui sospirò dal sollievo) e quel maledetto trucco. Aveva pianto talmente tanto da riempirsi di righe nere sulle guance. Lì, alle tre di notte, davanti allo specchio, nuda e scomposta in quella maniera si sentiva una stupida. E si sentiva ferita. Sia da Louis che da Malfoy. "Buon sangue non mente" dicono. Forse i purosangue davvero non erano per lei.

Frigida.

Come poteva averle detto che era frigida. Solo perché era vestita, al contrario delle altre ragazze in quella casa? Non era colpa sua se loro usassero vestirsi con solo poca carta velina. La aveva baciata, due volte. Sulla fronte. In vita sua non aveva mai baciato una ragazza sulla fronte. Era un gesto che sua madre faceva sempre con lui, non era pensabile per lui ripetere un gesto simile. Sua madre era perfetta, non lui. Suo padre meritava di morire, si. E ora lo odiava ancora di più. Magari poteva diventare davvero come lei.. o semplicemente poteva viverle accanto.

"Si sa come si nasce, ma non come si muore. E non se un ideale ti porterà dolore. "

L’aveva sentito una volta in un locale in Italia, qualche anno prima. Una semplice canzone, ma se la ricordava bene.

No, non poteva torturarsi il cervello cosi. Erano le tre di notte. Chissà cosa faceva. Dormiva.. probabilmente riposava con qualche pigiamone con gli orsetti sotto qualche sudicia coperta di Lenticchia.

Rise, rise divertito, non rise di scherno. Ma quella ragazza che aveva nel letto non se ne accorse. Lucia? Kirsten? Non si ricordava il nome. E non era nemmeno bella. Una come tante.

Un gufo, con una lettera. Alla finestra. Cosa poteva essere successo? Un momento. Una civetta bianca. Conosceva solo una persona con un animale simile..

"Spiegami. Spiegamelo tu, che sei il Re delle Serpi. Perché sono qui a piangere?

Mi sento una stupida, e so già che dopo che mi avrai risposto piangerò ancora di più.

Ho un cuore al contrario di te.

Si, non lo hai. Mi sono appoggiata al tuo petto stasera,

e non ho sentito nulla battere.

H.G."

La sua scrittura. Quante volte aveva sbirciato quella calligrafia? Infinite volte. Le sue piccole mani scrivevano sempre. E a lui piaceva lo sguardo che aveva quando scriveva. Scrivere. Ecco, la cosa che avevano più in comune. Scrivevano sempre entrambi.. sempre.

Granger, cosa vuoi sentirti dire? Ho un cuore, ma batte solo per mia madre.

Non ho risposte per te.

So solo che tu mi streghi. Ma devi starmi lontana. Guardati, sei la regina

dei Grifondoro. Sei la migliore in tutto. Tutto.

Mi scorri in vena oramai, Mezzosangue. Si, stasera il tuo odore si è mescolato al mio sangue.

Il mio sangue non deve più essere contaminato da te.

D.M."

Doveva decidersi. Prima la cercava, la baciava. Le parlava. E ora ancora questa maledetta storia del sangue? Va bene. Adesso basta.

"Malfoy, BASTA.

Pensi che il sangue sia l’unica cosa di una persona. Il cognome che porta.

Allora da oggi chiamami solo Hermione. E guarda, ti mostro il mio sangue.

Non è tanto di verso dal tuo, non trovi?

Hermione"

La Mezzosangue era impazzita. Macchie rubino erano sparse sulla pergamena. Si era fatta uscire del sangue per lui. PER LUI. Hermione..

"Se vuoi essere solo Hermione per me, evita queste pazzie.

Quando torniamo a scuola ne parliamo.

Ore 23.00, nella tua camera di Caposcuola. La mia è nei sotterranei, lo sai. Giocherai in casa,

potrai scappare nella tua sala di ritrovo in ogni momento. Potrai disarmarmi

sin dal primo momento. Ti fidi di me? D.M"

Era la seconda volta che sentiva quella domanda in un giorno.

"Non mi fido. Per niente. Ma non rischio nulla. Se non ti attieni a ciò che abbiamo stabilito,

passerai grossi guai. Ci vediamo al ritorno da scuola. Buonanotte, signor Malfoy il Purosangue."

Stava rischiando molto. Ma non era nella tana del lupo. Era al sicuro nella sua camera. E voleva parlare con lui.. di nuovo.. amava parlare con lui. La capiva, seguiva i suoi discorsi. Tutti quelli con cui parlava sempre non la capivano a volte. Annuivano, ma tutto li. Non aveva un botta-risposta costruttivo. Nessuno viveva con lei le sue parole.

Purosangue. Mezzosangue.

Non doveva toccarla. Non poteva contaminarla ancora di più.

Ma quella notte la sognò. Aveva l’odore di Grifondoro addosso, quello dell’orgoglio. E lo amava. Oh, la ragazza nel suo letto si era svegliata.

-Draco, io torno a casa.. posso?-

Tutti gli chiedevano un permesso, quando volevano fare qualcosa.

-Vai, e prendi i tuoi vestiti. Ciao……-

-Miriam, mi chiamo Miriam.- E gli voltò le spalle. Era ferita, si. Ma Hermione quando stava male era diversa. Gli stringeva… il cuore. E lo sentiva battere forte quando la pensava. La casa era deserta. Gli elfi stavano già lavorando freneticamente per sistemare tutto. Lo guardavano atterriti e servili. Come tutti. Ma la Mezzosangue no. Lo guardava e basta. La rivedeva, lì, sul suo balcone.. si mise a sedere dove lo aveva fatto lei. Louis, chissà cosa le aveva fatto. Solo ora si rendeva conto che probabilmente era stato lui la causa di tutto. Forse si era ricordato dell’esistenza di Claudia. L’amava alla follia, ma anche lui aveva ceduto alla Granger. Oddio. Poteva.. essere.. andata.. con.. lui.. a.. No. Lei no. Nemmeno si conosco bene. Tre settimane.. si probabilmente era quello il tempo da cui si frequentavano. Doveva chiedere a Pansy delucidazioni. Quella pettegola sapeva tutto di tutti. Chissà Blaise come aveva passato la serata. Non avevano avuto il tempo di parlarne.

Finalmente a letto. Erano le cinque oramai. Solo per aspettare le risposte di quella vecchia serpe! Hermione quella notte non ci mise molto ad addormentarsi. E in sogno incontrò lui, Draco.

Finalmente a letto. Erano le cinque oramai. Solo per aspettare le risposte di stupida Grifondoro! Draco quella notte non ci mise molto ad addormentarsi. E in sogno incontrò lei, Hermione.

 

 

 

 

Ringrazio coloro che mi hanno messo tra i preferiti e chi legge. Spero vi piaccia davvero.

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Capitolo 6
*** .I nostri cuori. Stanno battendo all’unisono. ***


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Doveva attendere fino alle 23.00.

Era agitata, naturale. Cercò di occuparsi con lo studio il più possibile, ma quando finì tutti i compiti assegnati loro e ebbe in seguito riguardato i compiti delle vacanze natalizie, non potè più fingere. Dove trovare altro da fare. Prese un libro. Quando era agitata leggeva, per calmarsi. Si perdeva nei libri, in ciò che leggeva, nei personaggi, e il tempo passava velocemente. Prese un libro babbano, uno dei suoi preferiti, e cominciò a leggere. Verso le 19.00 fu (contro la sua volontà) costretta a levare lo sguardo e i pensieri dal libro. Louis era davanti a lei.

-Credo di non avere più nulla da dirti. Se rivuoi il vestito è già pronto nella sua scatola non il braccialetto. Magari può andare bene ad una ragazza di Parigi.-

-Hermione, te ne prego. Lasciami spiegare.-

-Mi sono semplicemente illusa. Per te era solo una semplice amicizia, per me no. Non sono abituata a questo modo di essere amici. Mi dispiace.-

Non rispose. La guardò, come se fosse la cosa più triste che avesse mai visto. E se ne andò.

Fino all’ora di cena rimase immersa nelle sue parole, senza interruzioni.

Doveva attendere fino alle 23.00.

Era agitato, cosa molto innaturale. Cercò di occuparsi con i compiti il più possibile, ma non potè fingere a lungo. Non studiava mai. Dove trovare altro da fare. Prese un libro. Non sapeva cosa si potesse fare, quando si è agitati.. Si perdeva nei libri, in ciò che aveva nella stanza, nei compagni di casa, e il tempo passava lentamente. Prese un pacchetto di sigarette, uno dei suoi preferiti, e cominciò a fumare. Verso le 19.00 fu (contro la sua volontà) costretto a levare lo sguardo e i pensieri dal pavimento. Pansy era davanti a lui.

-Cos’hai fatto a Miriam?-

-Quello che ho fatto anche a te Pansy. L’ho fatta venire. E mi sembrava ne fosse contenta.-

-Spero che anche lei non abbia finto come ho fatto io con te. Comunque dice che potevi almeno essere un po’ più gentile.-

-Malfoy non è sinonimo di gentilezza.-

-Ma di stronzo.-

E girò i tacchi, mentre Blaise rideva. E lui pensava a lei. La Mezzosangue, ne a Miriana o come.si.chiamava. ne a Pansy. Fino all’ora di cena rimase immersa nei suoi pensieri, senza interruzioni.

Stava entrando in Sala Grande, quando sentì la risata di Malfoy. Ed insieme un’altra di una ragazza. Fece cadere una molletta dai capelli per darsi un pretesto per rallentare e li vide. Malfoy e Pansy scherzavano e ridevano come spesso facevano lei e Harry. Non sapeva cosa dire, ma proprio mentre stava per mandare il loro appuntamento al diavolo lui si girò e le mando un bacio.

Era impazzito, si.

Voleva farla ingelosire. Rideva con la Parkison senza nemmeno sapere di cosa stessero parlando, ma lei era felice. La vide. Con un movimento delicato del capo fece cadere una mollettina con cui aveva cercato di tener fermi i capelli. Sentì i suoi occhi arrabbiati puntati sulla schiena, ma si accorse da solo di quando non fosse arrabbiata, ma incazzata. Si voltò per mandarle un bacio, e vide con la coda dell’occhio il sorriso migliore di tutta Hogwarts.

Durante la cena Draco guardò il suo cibo, senza mangiarlo.

Durante la cena Hermione guardò il suo cibo, senza mangiarlo.

Alle 22 e 50 entrambi erano l’uno davanti all’altra. Forse davvero non erano poi cosi tanto lontani.

-Zucchero di Miele.-

Quale altra parola d’ordine poteva avere la sua camera?

-Pensi di non parlare tutta sera, Malfoy?-

-Dove ti sei tagliata per farmi vedere il tuo stupido sangue?-

-Non è affar tuo.-

-Hermione, smettiamola di litigare.-

Eccola. Quell’emozione di quel giorno in riva al lago. Lui parlava normalmente, e lei sentiva il cuore impazzire. Non sapeva cosa dire, quindi lo guardò e basta. Senza la divisa era ancora più bello. Il blu elettrico della sua camicia lo rendeva magnifico. Ma anche vestito da ippogrifo probabilmente sarebbe stato meraviglioso. Ma l’azzurro-grigiastro dei suoi occhi era ancora più divino con quella camicia. (ok, era bello. Si era capito.)

-Stasera sei di poche parole, strano. Comunque devo chiederti scusa. Per tutto il dolore che ti ho causato in questi anni e per non averti mai trattato per quello che sei. E tu sei tutto Hermione. La perfezione credo avrebbe invidia di te. Ma non devi abituarti a questo Malfoy.-

-Questo non è un Malfoy. E’ Draco.-

-Chiamalo come vuoi, ma non sono io.-

-Sei tu. Ma sei quell’io che non vuoi mostrare.-

-Hermione, ho bisogno di baciarti.-

Stava mandando a puttane tutto l’impero che aveva costruito assieme a suo padre. Ma aveva davvero bisogno di sentirla vicina. Aveva tentato di sistemarsi i capelli in uno chignon, ma molti boccoli erano sfuggiti dalle forcine. Non era la Weasley, lei non sapeva sistemarsi alla perfezione. A lei nemmeno interessava. E già solo per questo era stupenda.

Si baciarono. Sentiva le sue mani, piccolissime, appoggiarsi al suo petto. Sul suo cuore.

Batteva.

Si, sentiva battere il suo cuore sotto le sue mani. Batteva normalmente, ma batteva.

Sentiva il suo battere all’impazzata. Ma quando la strinse più a se e sentì quanto forte battesse il cuore della sua Atena, capì che il suo fosse praticamente fermo a confronto.

-Ti verrà un infarto, Grifondoro-

-Parlami Draco.-

-Di cosa vuoi che parli?-

-Della tua vita.-

Fu cosi che quella notte Draco spiegò ad Hermione tutto. Come era nato, quando, com’era dove viveva, quanto fosse Lucius un despota, quando fosse sua madre un angelo, quanto avesse bisogno di amore.

-Draco. Dopo tutto quello che mi hai detto, ti giuro che non parlerò mai a nessuno di te. Per me sarai sempre Malfoy, davanti agli altri. Ma per me no. Nei miei pensieri no. Questa sera no. Voglio vivere di te, almeno ora.-

-Hermione. Grazie.-

La baciò. Erano seduti sul suo letto, e per lui vedere tutto quel rosso e quell’oro era strano. Ma in quel momento fu un’altra cosa che attirò la sua attenzione.

-Hai sentito Granger?- Lo guardava curiosa.. ed era bellissima.

-Cosa..?-

-I nostri cuori. Stanno battendo all’unisono.-

Fu cosi che le appoggiò una mano vicino al seno, sul cuore. Mentre lei faceva lo stesso.

-Draco, ti prego. Dimmi che stai ascoltando i miei battiti.-

-Non ti ho mai sentito dire il mio nome cosi tante volte assieme. In ogni caso, certo che lo stò facendo. Perché?-

La guardava confuso. Fingeva?

-Hai una mano sopra al mio seno.-

Capì. Pensava fosse stata una scusa per toccarla. Levò subito la sua mano, ma non riuscì a dire nulla. Non aveva minimamente pensato al sesso. E gli faceva male capire che lei aveva pensato che lui volesse approfittare di quella magia. Ma anche lui si stava stupendo per il suo totale disinteressamento fisico a lei. In quel momento non voleva far altro che baciarla e parlarle.

Non parlava.

La guardava confuso, ma poi si scusò semplicemente con gli occhi. Sembrava un cucciolo smarrito. Lo abbracciò, e strinse forte.

-Ehy.. e tutta questa forza da dove arriva?-

Sorrideva. Veramente.

-Sei bellissimo quando sorridi veramente.-

-Odi il mio ghigno?-

-No, è sexy.-

E risero assieme. Per la prima volta risero di gusto assieme.

Quella notte non accadde nulla fra loro.

O meglio.

Quella notte si addormentarono abbracciati e sorridenti, ma nessuno pensava ad osare qualcosa di più oltre ad un bacio. Forse è proprio così che nasce l’amore vero. Dal voler avere l’anima dell’altro, non il corpo.

La mattina dopo Hermione si svegliò con una rosa bianca accanto a sé.

“Con la luce dell’alba eri bellissima, ma la luce del sole significa la fine della notte.

E sai ciò che vuol dire.

Malfoy.

So che Louis ti aveva portato un ramo di fiori di pesco. Ma una rosa credo sia molto più romantica.

Bianca.. L’unico colore che possa ricondurmi a te.

La sera del nostro primo bacio.

Buona giornata, Hermione.

Draco

P.S.: Metti un po’ di crema di Mandragola su quel taglio al dito.

E se fai un’altra cazzata simile giuro che Draco sparirà dalla tua vita.”

Mi dispiace farvi sempre attendere, ma davvero per me è molto difficile trovare il tempo di scrivere.

Ringrazio coloro che hanno recensito e coloro che mi hanno aggiunto ai preferiti.

Vorrei ringraziarvi singolarmente, ma il tempo scarseggia. Grazie davvero di cuore.

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Capitolo 7
*** Esistono due tipi di verginità. ***


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Era andato via.

E già gli mancava.

Era andato via.

E gia le mancava.

Quella mattina la colazione per Hermione Granger fu diversa. Si sentiva felicemente malinconica. Sentiva da sola che il suo era si un sorriso, ma era triste nello sguardo. La notte con Draco era stata meravigliosa. Molte volte aveva passato ore in compagnia di Harry o Ron, ma mai si era sentita COSI bene. Parlare con lui era magnifico. Si sentiva completa, sapeva che lui parlava per lei. Adorava il fatto che lui parlasse per lei.

-Hermione, mi stai ascoltando?-

Ginny. E i suoi migliori amici. La fissavano. Ma non erano gli unici.

San Potter e i due Weasley la stavano fissando. Chissà perché. La Piattola sembrava abbastanza irritata. Probabilmente non lo stava ascoltando.

-Draco, mi stai ascoltando?-

Blaise. Lo fissava. Insieme a Pansy.

-Scusa.. Dimmi.-

-Dobbiamo parlare, vieni.- E indicò con lo sguardo la Parkinson. Si, era meglio che lei non sentisse. Si ritrovò cosi con il suo migliore (ed unico) amico nei giardini di Hogwarts. Sapeva già cosa si stavano per dire.

-Come scopa?-

-Non ho fatto.. Un momento, chi?-

-Draco.- si era bloccato –Sei stato fuori tutta la notte e non te la sei fatta?-

Non rispose.

-Sei innamorato perso di quella ragazza caro il mio Dracuccio.-

-Lei non deve saperlo. Anzi, nessuno lo deve sapere. Mio padre mi disereda!-

-Si questo è sicuro. Ma lei lo sa già.. Sarà una Mezzosangue, ma non è stupida. E lo sai meglio di me.-

-Blaise, sai da solo che ho meno di un anno da poter vivere normalmente.-

-Draco, io sono nella tua stessa situazione.-

-Voglio portarla con me.-

-Tu. Sei. Pazzo.- Ora aveva poggiato le mani sulle sue spalle e stringeva, forte.

-Non posso lasciarla andare ora che l’ho trovata. Ora che posso averla.-

-Cristo, te lo avevo detto. NON LEGARTI A NESSUNA!- Non lo aveva mai visto gesticolare cosi tanto –Poi come facciamo? Draco, lascia perdere ora che puoi.-

-No, fino a quando non sarò un pericolo per lei voglio esserci.-

-E quando sarai fra lupi mannari e giganti? Come..-

-Zitto, coglione! Non urlare. Quando sarò.. li, lei non ci sarà. Lei avrà lo Sfregiato e il Pezzente.-

-Starà male, stava male già stamattina perché doveva far finta di nulla. Draco, lo sai. Possiamo benissimo leggere nei suoi occhi, noi abituati a nascondere le nostre emozioni. Lei negli occhi ha già l’amore. E tu lo sai meglio di me.-

-Si.. Sono bellissimi i suoi occhi, vero?-

-Vorresti vederli piangere?-

-Devo lasciarla andare ora.-

Hermione non aveva mai tenuto un diario in tutta la sua vita. Aveva sempre avuto con chi parlare, quando aveva bisogno. Ma quel giorno cominciò. Doveva imprimere su carta quei momenti meravigliosi con.. Draco. Non voleva dimenticarli mai, ma non sapeva come procurarsi un pensatoio. E poi sapeva come mascherare più un diario che non un enorme bacile di marmo. Finito lo studio scrisse tutto su quelle pagine, accompagnata dalla brezza del lago.

-Granger.-

-Malfoy..-

-Draco stasera deve parlarti. Come ieri sera, quando vi siete visti.- I suoi occhi brillavano.. Troppo bella, per essere umana.

-Ok. Sa la parola d’ordine, lo aspetto.-

-Zucchero di Miele.-

Eccola. "Strano, è suoi libri". Non potè fare a meno di sorridere.

-Draco o Malfoy?-

-Draco.-

Non fece nemmeno in tempo a risponderle, che già lei le era saltata al collo. In vita sua MAI nessuno lo aveva abbracciato cosi. Forse non era mai stato nemmeno abbracciato, chi lo sa. Ricambiò l’abbraccio.

-Sembra che tu non sia abituato ad abbracciare..-

-E’ cosi. Ma ti devo parlare.-

-Non puoi già far finire tutto. Fai almeno cominciare le cose tra noi.-

Maledetti Grifondoro. Ecco perché non potevano nascondersi un cazzo. Essere normali significava esprimere già tutto solo con il tono della voce.

-Hermione. Non potrò rimanere qui per molto. Non posso dirti niente. E non è per fare lo stronzo. Ho giurato sotto incantesimo. Ma non posso portarti con me.-

-Voglio solo sapere se tornerai.-

-Probabilmente si. Ma potrei ne tornare.. normale, diciamo.. ne tornare e basta.-

-Sarai solo?-Leggeva disperazione, voglia di piangere, tristezza.. ma voglia di lottare. Non c’era rassegnazione in quegli occhi tanto grandi quanto belli. E lo investiva di domande, mentre sapeva che stava escogitando qualcosa. O almeno ci provava.

-No. Sono in ottime mani.-

-Viviamoci. Fino a quando possiamo. Se non tornerai.. potrò dire di averti conosciuto. Se tornerai, continueremo.-

-Non posso farti vivere triste tutta la vita.-

-Chi te lo dice che piangerei tutta la vita, se tu non tornassi?-

EH? Era lui a essere Serpeverde o lei?

Sbalordito. Terrorizzato. Triste. Incazzato nero.

-Nonononono scherzavo!-

-Ah si?Ti faccio vedere io come la paga chi scherza con Draco.- Senza Malfoy, solo Draco. E Draco cominciò a farle il solletico.

Il solletico. Uno come lui poteva fare una cosa cosi infantile e poco elegante? Beh si, visto quanto la stava facendo ridere.

Si bloccò. Si baciarono. Lentamente. Senza fretta. Avevano tutta la notte. La notte era loro.

-Hermione. Potrei tornare ma essere obbligato a starti lontano.-

-Io non sarà obbligata a starti lontana.-

-Si piccola, lo sarai.-

-Vorrà dire che mi farò Blaise, almeno potrò starti vicino.-

-Potrebbe essere nella mia stessa condizione.. e poi lui ama molto le cose a tre.-

-Posso essere la terza, allora?-

-Se la Parkinson permette..-

Voleva chiederglielo. Moriva dalla voglia di farlo. Era da gelosa, probabilmente. Ma doveva sapere.

-Lei è destinata a sposarti?-

-No. Lei è una psicopatica. L’ha inventato per giustificare la sua ossessione. Mio padre la odia, io anche. Mia madre vorrebbe vederla morta.-

-Beh, almeno lei è Purosangue..-

No, non doveva pensarlo nemmeno per scherzo. Prima di rifare una cazzata come quella della lettera. La strinse più a sè, annusandole i capelli.

-Mezzosangue o no, io ti voglio bene per come sei.-

-Hai mai voluto bene a qualcuno, oltre Blaise e Narcissa?-

-A me stesso, mi pare logico.-

Eccolo, il suo sorriso sghembo. Quando lo immaginava non lo pensava cosi bello. Ci provava, ma era una bellezza troppo divina per essere emulata da una mente cosi limitata come quella umana.

-Sei vergine..?-

-No Draco.-

Stop. Aveva sopravvalutato la ragazza.

-Non potrò mai essere il primo, quindi.-

-Ero molto arrabbiata con Ron.. E’ possessivo, a volte. Spesso. E' successo con Seamus. Avrei preferito Krum, ma va beh.- Rise, scuotendo la testa e spandendo ancora più il suo profumo. –Stà di fatto che pensavo davvero di amarlo. In realtà volevo solo metterla nel culo a Ron. Da allora non dormono più in camera assieme, temevo per la vita di Harry che non si fa mai gli affari suoi e per quella di Seamus.-

-Se ti tocco io allora Lenticchia potrebbe morire d’infarto.. Posso farlo subito?-

Aveva cominciato a battere le mani agitato come un bambino. Scoppiarono a ridere. Era cosi bello vederla felice grazie a lui.

Era cosi bello vederla felice grazie a lei. E la gioia di vederlo felice la portò ad osare. Gli afferrò il colletto della camicia e lo trascinò al letto, facendolo sdraiare accanto a lei. Voleva vederlo più felice di cosi, e non voleva perdere tempo. Avrebbe voluto attendere di più, ma lui poteva sparire. Poteva lasciarla. E non voleva perdere questa possibilità.

-Cosa vuoi fare?-

-Amarti.-

-Hey.. Andiamoci piano. Lo so che ti ho detto che potrei sparire, ma sicuramente ci sono ancora due mesi. Suvvia, non sono come i tuoi amichetti Grifondoro. Possiamo fare tutto con calma.-

-Paura, Furetto?-

-Si. Non voglio che sia come al solito. Voglio che tra noi sia speciale e allo stesso tempo normale, come tutte le coppie. Nei limiti del possibile..-

Limiti del possibile.

-I limiti sono fatti per essere sorpassati.-

-Vuoi fare l’amore con me stanotte, Hermione Granger?-

-Si, Draco Malfoy.-

-Allora sappi che per me sarà la prima volta.-

Stop. Aveva sopravvalutato il ragazzo.

-Credo proprio di non aver capito.-

-Non sono vergine cara la mia Zannuta. Ma ho sempre fatto sesso, mai l’amore.-

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Capitolo 8
*** Nessun Nome. ***


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-Forse nemmeno io ho mai fatto l’amore, Draco.-

La baciò. Ecco, ora si riconosceva, all’incirca. Almeno sentiva il desiderio nel suo corpo, la voglia di unirla a sé nella maniera più profonda possibile. Il desiderio d’amarla. Era timida, probabilmente. Mentre lui l’accarezzava piano, lei teneva le mani sul suo petto. Ma a Draco non interessava perché. Ora voleva solo che lei si concentrasse a baciarlo in quel modo. Era dolce, ma sentiva che anche lei lo stava baciando diversamente. Ogni tanto la sentiva respirare più forte, o avvicinarsi di più a lui. Troppo piccola, la sua dea. Non copriva molto di più del suo petto.

Si era fermata.

-Ehy, che succede?- Aveva uno sguardo strano.

-Possiamo farci una foto, appena avremo finito? Giuro che non la farò vedere a nessuno. Ma voglio ricordarti per sempre cosi.. nel caso le cose.. non andassero bene.-

Era dolcissima. La strinse forte accarezzandole i suoi boccoli morbidi. Come avrebbe fatto a vivere senza le sue mani piccole e affusolate?

-Solo ad una condizione.-

-Qualunque condizione va bene.-

-Grifona mia, come Potter ti getti nel vuoto sempre a occhi chiusi. Ma siccome Draco non è il Re Delle Serpi, ti chiedo solo di farne una copia anche per me.-

Eccola, che rideva: chiudeva sempre gli occhi e scuoteva la testa, quando rideva con lui. Ma voleva solo baciarla.

La baciava. Ed eccoli, in un abbraccio sempre più stretto. Le carezze di entrambi si facevano sempre meno timide, ma non per questo meno dolci. Nessuno dei due voleva correre, la notte era tutta per loro. Solo per loro. Smisero di baciarsi e si guardarono negli occhi. Non servirono parole, la domanda era chiara, ed Hermione annuì sorridendo. Fu cosi che Draco le levò il maglione e si trovò sorpreso.

-Non andare mai in giro senza il maglione.-

-Draco, sei impazzito? E poi non posso andare a Maggio per la scuola con la lana addosso!-

-Si, sarò pure pazzo, ma senza maglione si può intravedere quanto tu sia perfetta.-

-Amore mio..-

-Si?-

-Zitto.-

Ghignando il ragazzo continuò nella sua scoperta. Non poteva sopportare l’idea che San Potter e il suo fedele compagno potessero averla vista oltre la camicia. Anche solo in estate a casa dei pezzenti, magari con qualche canotta. No, era sua. Le slacciò piano la cravatta e la camicia, voleva marchiare a fuoco nella sua mente ogni centimetro della pelle della sua dea. Era chiara, delicata, morbida.. Sorrideva mordendosi il labbro, era tesa. La baciò sulla guancia per tranquillizzarla mentre le sfilava piano la gonna. Piano piano fu il turno di lei di levare la divisa: sempre lentamente, concentrata su ciò che faceva per la paura di fare qualche figuraccia. Probabilmente la sua tensione era palpabile, poiché Draco cominciò a accarezzarle la schiena nuda provocandole dei piccoli brividi e costringendola ad inarcare la schiena per il piacere. Quando gli levò i pantaloni lui non interruppe quel contatto: mentre lei scivolava piano per sfilarglieli, continuava a darle quelle leggere carezze sul braccio, sulla mano, ovunque riuscisse ad arrivare. Quando si riavvicinò a lui ricominciò ad accarezzarle la schiena e (si sa, l’occasione fa l’uomo ladro) le slacciò il reggiseno. Lei lo guardava con gli occhi sgranati, miele puro. Aveva un’aria innocente, tremendamente dolce. Come avevano potuto farle del male, quei ragazzi? Sapeva sorprenderlo sempre. Mentre si era perso nella profondità e nel calore del suo sguardo, lei gli prese dolcemente le mani e insieme alle sue le portò alle spalline del reggiseno, abbassandole e levando l’indumento. La sua Hermione, intraprendente come sempre. Ma lui era un Malfoy e oltretutto un uomo , e non voleva perdere l’iniziativa. Scese lievemente lungo la linea dei fianchi e le abbassò gli slip con lo stesso movimento fluido che aveva usato lei per i suoi pantaloni. Non aveva mai smesso di guardarla negli occhi, e si ritrovò ad avere di fronte la visione più bella dei suoi diciassette anni: la sua dea, li, nuda, per lui. Lo guardava, consapevole del pericolo di non potersi più amare. Forse fu quell’incubo che si affacciava su di loro a spingerla: si inginocchiò di fronte a lui, intrecciando le loro mani. Le riempì di baci prima di attorcigliarle intorno al proprio collo; percorse con le sue dita i lineamenti delicati, levando infine i boxer.

Nudi, uno di fronte all’altra.

-Non voglio sbagliare nulla..- un sussurro roco – dimmi come vuoi che sia.-

-Ti chiedo solo una cosa.. posso stare sotto io?- arrossì

-Certo.. ma perché ci tieni cosi tanto?-

-Non voglio sia come la mia prima volta. Voglio ci sia amore.. quando sono stata sopra, mi sono sentita un oggetto.. non protetta.. non so come spiegare..-

Non rispose nemmeno. La accompagnò lentamente nello sdraiarsi, facendola accomodare come meglio riteneva. Si mise sopra lei, senza appoggiarsi al suo piccolo corpo.. troppo fragile. Cominciò a baciarle il collo, scendendo al suo seno. Ogni nuovo momento che intraprendeva gli faceva paura, aveva sempre paura di sbagliare. Ma quando Hermione cominciò a chiudere gli occhi accarezzandogli i capelli capì che, almeno fino ad allora, non aveva fatto nulla di sbagliato. Continuò a baciarla piano, con amore, e fece scorrere un dito per tutto l’addome di lei. Arrivato alla sua intimità la accarezzo piano, non voleva farle del male in nessuno modo. Quando capì che era pronta, cominciò a penetrarla con lentezza e premura delle sue reazioni. Aveva ancora gli occhi chiusi e si torturava le labbra come al solito. Non poteva resistere, la baciò.. e cominciò a disegnare il contorno delle sue labbra con la lingua, per poi passare al collo, al seno, al ventre, all’ombelico, fino a sostituire il suo dito. Cominciavano ad avere entrambi il respiro irregolare, lui per l’eccitazione e lei per il piacere, entrambi per la tensione. Sentì le mani della sua Grifona sulle spalle, lo chiamava a sé.

-Amami.-

Non ci fu bisogno di una risposta verbale. Si alzò mettendo le sue braccia accanto al visto di lei, piegato sui gomiti.

-Si, se non l’hai capito sto tremando.-

E fu cosi che Draco Malfoy ed Hermione Granger quella sera (si) amarono per la loro prima volta. Completamente. Semplicemente. Spontaneamente. Contemporaneamente.

-Ti amo.-

-Ti amo.-

Abbracciati, entrambi i battiti a mille. Nessuno dei due aveva mai provato un piacere cosi intenso, nessuno dei due aveva mai sentito un legame con un’ altra persona. Qualunque potesse essere il nome di questa.

-Com’è, fare l’amore?- Lo guardava sorridendo, le guance ancora imporporate e i capelli completamente in disordine.

-Ora capisco perché voi ragazze ci tenete a distinguerlo dal fare sesso.. e capisco anche perché Dio abbia scelto un momento cosi magico per il concepimento.-

-Sei dolce. Chi l’avrebbe mai detto?-

Scoppiarono a ridere. Non si erano mai conosciuti in tutti quegli anni a stretto contatto,e ora che lo stavano facendo potevano non averne più la possibilità.

Tutto si concluse con una foto di due giovani innamorati stretti assieme in coperte oro-rosse. Solo due sorrisi sinceri e due sguardi rivolti verso l’amore della propria vita. Nessun nome, nessun pregiudizio. Solo il loro amore.

Lo so, ci ho messo molto, ma ho avuto veramente troppe cose da fare e poi sono anche partita. In queste vacanze spero di potare avanti questa ff. Un grazie a tutti coloro che leggono e un inchino a chi recensisce.

Questo cap. non ha molto la solita contrapposizione di emozioni di Draco e di Hermione.

E’ una cosa che vivono assieme, e mi sembrava giusto che anche i loro pensieri fossero uniti, non solo i loro corpi.

Ci sono molti spunti alla mia vita personale in queste righe, addirittura delle parole di Draco.

Spero sia minimamente bello solo per quello.

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Capitolo 9
*** .Per i tuoi larghi occhi. ***


PageBreeze

Hermione Granger era su di una panchina sotto il porticato principale di Hogwarts. Stava ammirando una foto. La loro foto assieme era li, nel suo diario, nel giorno in cui si erano amati davvero.
Dov’era ora? Come stava? Erano passati due mesi da quel giorno, e un mese da quando lui era partito.

-Flashback-

-Draco, non partire.-
-Devo farlo, Hermione.-
-Ti amo Draco Malfoy, e lo farò in qualunque circostanza della mia vita.-
-Qualunque?-
-Si, qualunque. .-
-Promettilo.-
-Promesso.- Non capiva perché Draco stesse parlando così, ma dava la colpa al cuore che batteva troppo forte, impedendole di pensare o ragionare.

-Ti amo, Hermione Granger. E quando tornerò, ti amerò, qualunque sia la mia condizione. Anche se dovessi mai starti lontana per la tua incolumità, ti amerò.-

-Cosa..?- L’arrivo di Blaise interrupe la domanda. I due amanti si abbracciarono stretti; l’unico rumore era quello dei singhiozzi sommessi di Hermione.

-Fine flashback-

Mentre lasciava scorrere dalla testa alla piuma i proprio pensieri, vide una chioma arruffata e due occhi smeraldo avvicinarsi a lei. Il Bambino Che Era Sopravissuto correva, con una delle sue maglie troppo larghe, verso di lei. Urlava.. urlava la notizia più bella della vita della grifondoro.

-E’ TORNATO.-

Non ci pensò due volte: si alzò di scatto, ripose penna e diario nella borsa e segui il suo migliore amico, che nel frattempo aveva invertito senso di marcia e tornava da dove era arrivato.

Le si presentò una scena strana: si aspettava una folla di studenti, ma non la trovò. Le imprese con Harry e Ron l’avevano abituata a orde di barbari, ma nessuno li attendeva. Nessuno sapeva della loro partenza, perché informare la scuola del loro ritorno?

Accelerò la corsa verso il biondo chiarissimo del suo unico amore.

Nessuno li attendeva. Come lui non attendeva nessuno, tranne lei. E lei c’era; qualcuno doveva aver mandato lo Sfregiato in perlustrazione, visto che due chiome (una più scarmigliata dell’altra) gli correvano incontro. Contro ogni suo gesto di eleganza, cominciò a correre: doveva sentirla di nuovo.

-Draco, sei caldissimo.-

-Lo so.. Ma lasciamo a dopo questi discorsi. Mi sei mancata Granger.-

-Malfoy, com’è il mondo la fuori?-

-Illuso che Voldemort tornerà per salvare le Arti Oscure.-

-Non hai mai avuto tutte queste cicatrici.-

Hermione, non le si poteva nascondere niente. Aveva indossato apposta una sciarpa per cercare di nascondere le numerose cicatrici sul collo. Ma era riuscita a scorgerle. Con i suoi soliti occhi curiosi si voltò a guardare Blaise, nel suo completo bianco.
-Bentornato, Zabini.-

-Grazie, Granger.-

Lo aveva notato. Nonostante il cappello calato sugli occhi aveva notato tutto. La pelle più chiara, che aveva tentato di non far risaltare con un vestito troppo scuro, gli occhi molto più blu del solito, praticamente neri. Draco sapeva che lei aveva notato tutto, lo leggeva nel suo sguardo, ma voleva semplicemente stare un po’ con lei ora. Poi le avrebbe raccontato.

Passarono la giornata in riva al lago, fino al tramonto. Hermione raccontò tutte le ultime novità della scuola, di Harry, di Ron, di Ginny. Draco la guardava affascinato, gli era mancata; gli era mancato il suo arrossire per un’arrabbiatura, il suo sguardo lucido quando parlava della guerra, il luccichio nelle sue iridi mentre parlava dei suoi studi. La lasciò parlare, e lei non si fermò. Dopo cena si ritrovarono come al solito nella sua camera di prefetto, ed era come la ricordava. Forse solo un po’ più ordinata, senza di lui che frugava tra le sue cose solo per farla imbestialire.

-Dai, spara. Cosa vi è successo.-

-Sono un lupo mannaro, e Blaise è un semi-vampiro.-

-Come..? Mannaro..? Semi..?- gli occhi persi che aveva sempre quando non capiva.. quella ruga sulla fronte per il nervosismo.

-Blaise è stato morso da un vampiro, ma non si è trasformato completamente. Ogni tanto sente sete di sangue, ma è placabile con una buona bistecca al sangue a quanto dice. Vivrà più del dovuto, avrà la pellaccia più resistente e non si abbronzerà mai più. Ma visto che non è mai stato pallido non sarà un problema rilevante per lui.-

-E tu..?-

-Non devi preoccuparti. Io stò bene. Ho avuto uno scontro un po’ violento con un lupo mannaro. Mentre cercavo di staccare il vampiro dal collo di Blaise sono stato attaccato alle spalle. Ho qualche cicatrice in più e si, mi sono trasformato. Piton ha detto che mi aiuterà a curarmi.-

-Curarti..?-

-Si. Il lupo che mi ha aggredito era giovane, e forse potrò tornare normale.. o comunque non trasformarmi ad ogni luna piena. I professori stanno studiandomi un po’.. chi vivrà vedrà.-

-Quante volte ho rischiato di perderti?-

-Tante piccola.. tante.-

La abbracciò. Aveva avuto paura solo di una cosa: non rivederla più. Era lei l’unica cosa di cui aveva bisogno. Lei, lei.

-Draco, la tua famiglia mi ha scritto.-

Gli balenò una strana luce negli occhi.. ed era palesemente più caldo.

-Rischi di trasformarti se ti incazzi!-

-Non dire cose stupide.. tranquilla, al massimo mi crescerà la barba più veloce. Dammi la lettera..-

 

Cara signorina Granger,

sono consapevole che questa lettera le risulterà strana, ma da quanto dicono di lei credo capirà ciò che voglio da lei. Mio figlio è una settimana che non risponde ai miei gufi. Mi sono messa in contatto con il vostro preside e mi è stato riferito che è stato costretto ad una punizione severa per un incidente abbastanza serio durante l’ora di Pozioni dell’eccellente Professor Piton. Volevo quindi scusarmi con lei per i danni subiti, e spero che si riprenda spesso. Mi scuso anche a nome dei signori Zabini, sono rammaricati quanto e più di me. Purtroppo lei e i nostri due figli non siete mai andati molto d’accorso (soprattutto con il mio Draco) ma sono sicura che non è stato un incidente voluto. Non potremmo MAI permettere che venga messa in pericolo la sua vita.

Cordiali saluti e un augurio di guarigione,

Lucius Malfoy.

-Che falso. E’ palese che ti voleva morta. Silente grazie al cielo sa cosa inventarsi.-

-Devi farti proteggere dall’Ordine e non dire a nessuno di noi, ti prego.-

-Ok.. Però se permetti dopo tutto questo tempo lontano da te..- si avvicinò a lei- c’è un lupo affamato qui.-

-Mi posso fidare?-

Un bacio.. due baci.. e fu di nuovo amore. Il problema era "per quanto".

***

Era sparito. Erano 33 giorni che era sparito. Dov’era? Perché non le aveva detto nulla? Era tornato. Le aveva raccontato in dieci minuti mille novità, si erano amati, avevano dormito assieme. "Torno al dormitorio per cambiarmi" e non era più tornato. Silente diceva che era in missione. Poteva informarla. Poteva dirle qualcosa.

 

Era sparito. Erano 33 giorni che erano sparito. Era in missione. Non aveva potuto dirle niente perché nemmeno lui sapeva nulla. Chissà come stava male.. Quanto lo odiava.

***

Era tornato. Per due mesi sicuramente sarebbe andato tutto alla normalità grazie alla pozione e alla fine della missione con i mannari. Era stato un lungo viaggio con Lupin, e nemmeno dei migliori. Abituato alle più sfacciate comodità era strano dormire all’umido sulla dura pietra. Black era quello che se la cavava meglio, con la sua pelliccia.

Doveva vederla. Corse per le scale, rischiò di cadere nel vuoto spesso, era stanco ma voleva rivederla.

La parola d’ordine non funzionava.

Comparse una lettera ai piedi del ritratto.

Per i tuoi larghi occhi,
per i tuoi larghi occhi chiari
che non piangono mai,
che non piangono mai.

E perché non mi hai dato
che un addio tanto breve,
perché dietro a quegli occhi
batte un cuore di neve.

Io ti dico che mai
il ricordo che in me lascerai
sarà stretto al mio cuore
da un motivo d'amore.

Non pensarlo perché
tutto quel che ricordo di te,
di quegli attimi amari,
sono i tuoi occhi chiari.

I tuoi larghi occhi
che restavan lontani
anche quando io sognavo,
anche mentre ti amavo.


E se tu tornerai
t'amerò come sempre ti amai,
come un bel sogno inutile
che si scorda al mattino.

Ma i tuoi larghi occhi,
i tuoi larghi occhi chiari
anche se non verrai
non li scorderò mai.

Lo odiava.. Lo odiava. E non c’era da nessuna parte del castello. Maledetto il giuramento dell’Ordine. Maledetto il loro non poter rivelare le missioni. Lo odiava davvero.. Non poteva pensare che l’avrebbe fatto. Pensava che l’avesse illusa, che non l’avesse mai ascoltata.. Dov’era.. Dov’era..

L’infermeria sembrava ogni giorno più deserta e vuota nell’attesa del suo ritorno.. e piangere era sempre più doloroso. Certo, mai quanto mangiare. Mangiare era la cosa peggiore che potesse fare.

 

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Capitolo 10
*** -L'ultima Gazzetta del Profeta. ***


PageBreeze

Toc.
Toc toc.
Toc toc toc.
Toc toc toc toc.
Toc toc toc to.. -Arrivo santi numi, arrivo!!-
Una Madama Chips dalle gote infiammate e gli occhi furiosi gli si presentò davanti, con un'espressione che sfiorava la follia: -Signor Malfoy.. Non credo sia una buona cosa per lei, essere qui.-


E aveva ragione. Hermione era stata molto male in quei 58 giorni. Veramente molto male. Anche Ron se ne era accorto. Era arrivata a non mangiare più, era pallida come un fantasma, non sorrideva più. Ogni traccia d'orgoglio era sparita dai suoi lineamenti, dai suoi occhi, dalle sue labbra, dalle sue parole, dal suo cuore. In lei c'era solo dolore, per lei; Silente affermava che c'era anche qualche malattia di cui non aveva capito il nome. Era una malata terminale, la sua Hermione. Dovette insistere molto, ma alla fine ottenne dall'infermiera di potere vederla.. con l'avvertenza di non fare passi falsi.

Ed eccola. Su di un letto dalle lenzuola bianche, in cui oramai la sua carnagione di mischiava, talmente era pallida. Il viso magrissimo, i polsi sottili come non lo erano mai stati, gli occhi chiusi. Solo una cosa era ancora della sua bellezza di sempre: i boccoli castani, arruffati e morbidi. Sembrava morta.. e il solo pensiero lo fece piangere. Si, Draco Malfoy piangeva davanti ad una sporca Mezzosangue, singhiozzando, senza un minimo di ritegno.

Furono proprio i singhiozzi a darle la curiosità di aprire gli occhi. Non voleva più vedere nessuno, era stato ordine a tutto il castello di non andare da lei, e chi osava disturbarla dalla sua morte apatica?

Logico, la persona più egoista ed arrogante dell'universo. Draco Lucius Malfoy, un nome una garanzia. E piangeva, patetico.

-Vederti piangere qui davanti come una femminuccia stà riportando a galla il mio orgoglio, Malferret.-

Era la fine. Fine di un'amore, fine della sua gioia, fine della vita del suo unico amore. La fine di tutto.

-Devi perdonarmi.-

-L'ho già fatto amore mio, lo feci già dopo aver scritto quelle parole, 91 giorni fa. Ti pensavo morto, e volevo morire anche io. L'ho desiderato tanto che alla fine l'ho ottenuto.-

Draco corse ad inginocchiarsi al fianco del suo letto, stringendole tra le mani la sua abbandonata mollemente sulle coperte.. Il suo calore anormale era fuoco, rispetto alle sue mani appena tiepide.

-Hermione, se hai voluto morire, ora devi voler guarire. Sono qui, ascoltami! Sono vivo, e ora lo devi essere anche tu. Per me, per te, per noi.-

-Eravamo in tre, per un mese, sai?-

-In tre..? Eri...- Sbiancò.
-Non fare quella faccia, stupido. Si, ero incinta. Ma siccome ho cominciato a mangiare poco ho perso il nostro bambino.. o la nostra bambina, chi lo potrà mai dire!-

L'aveva guardato negli occhi. Per la prima volta in via sua si chiese come sarebbe stato suo figlio, o sua figlia, con una serietà mai avuta prima d'ora. Mentre guardava gli occhi di Hermione, sorridenti dopo chissà quanto tempo, capì che non avrebbe mai saputo come sarebbe stato loro figlio.

-Quanto ancora?- Una domanda apparentemente sconnessa, ma quanto mai difficile da dire, nonostante la brevità.

-Un mese, tesoro. Credo che tua madre e tuo padre saranno contenti..- Un sorriso dolcissimo, pieno di tristezza.

-Rimpiangi qualcosa, piccola?-

-Non vederti il giorno del tuo matrimonio ne quando sarai padre.-

-Saresti stata una madre ideale.-

-Sarei stata ideale anche come moglie?-

-Si, mi hai aspettato sempre.. e lo farai ancora, vero?-

-Certo Malferret..-

Un bacio.

Pieno di lacrime, sia di dolore che di gioia.

Dolore per doversi dividere, per gli errori commessi, per il tempo sprecato ad odiarti. Un'implicita scusa; lei si scusava per la sua morte precoce, lui per l'essere diventato adulto troppo presto.

-Devi diventare l'eore del mondo magico al fianco di Harry e Ron, promettimelo.-

-Te lo prometto, Granger.-

E si sedette al suo fianco. Non era più tempo di racconti, quella notte. Nel silenzio della camera che era stata creata per lei, Draco lentamente la svestì, come se fosse stata fatta di porcellana. Era magrissima, ma non poteva dire che non era più bella; per lui sarebbe stata per sempre meravigliosa. Non era più tempo di preliminari, quella notte. La preparò ad accoglierla, e la penetrò. Non era più tempo per le lacrime, quella notte. Quella notte, invece, si scambiarono l'anima, con la promessa di non scordarsi mai.

Inoltre, si amarono due volte quella notte.. La prima è l'ultima.

***

Fu un mese di lacrime per i cari di Hermione. Chiunque la conoscesse le inviava fiori o le scriveva biglietti. Finalmente, Malfoy la convinse a incontrare i suoi amici di una vita; nessuno pianse, ricordarono solo tutte le loro avventure. Hermione chiese inoltre ad ognuno di loro una promessa: Ginny avrebbe dovuto essere l'eroina insieme a gli altri e prendere il suo posto nel Trio dei Miracoli; Ron avrebbe dovuto ringraziare giornalmente Molly e Arthur, aiutandoli in casa per la prima volta nella sua vita; Harry non avrebbe dovuto sconfiggere per forza Voldermort.. lei voleva solo che trovasse la felicità nella vita, indipendentemente da che cosa essa avrebbe comportato.

Hermione Granger morì una bellissima giornata di primavera, e l'ultima cosa che fece fu chiedere a Draco di sposarlo.. ricevendo un si.

Vi chiederete come avrebbero potuto sposarsi, visto la sua morte?

La Gazzetta del Profeta

"Oggi, nove maggio, Hermione Granger ha abbandonato la vita.Avevamo già parlato nelle settimane scorse di come una delle donne più famose del mondo magico si stesse piano piano spegnendo. Noi, della G. d. Profeta, abbiamo ritenuto opportuno ricordarla attraverso le testiomonianze dei suoi più cari amici:

Harry Potter: E' stata la mia migliore amica, la mia maestra di vita, la mia maestra e basta, colei che mi aiutava in tutto, colei che prima di morire mi ha augurato tutta la felicità del mondo. Non sapeva cos'era l'egoismo, nè l'arroganza. Ci mancherà, ma è morta da Regina quale era.

Ginny Weasley: Tutti mi hanno sempre e solo considerato per la sorella più piccola, ma quando c'era lei in casa io diventavo la sorella e basta. Lei mi ha insegnato ad essere donna senza scadere nel volgare, ad essere donna senza dover sentirmi in colpa con gli uomini della mia famiglia. Mancherà anche a me, è logico..

Ron Weasley: E' stato il mio primo amore, e trattava me ed Harry come i suoi figli. Credo che il mio migliore amico abbia trovato la madre che non ha mai avuto con lei.

Albus Silente: La sua malattia alcuni credono fosse evitabile; lasciatemi dire che non è cosi. Hermione Granger è stata una donna sin da quando la vidi la prima volta ad unidici anni, e lo sarà per sempre. Grifondoro ha trovato la Regina che cercava da secoli.

Minerva McGrannit: è stata l'alunna più brillante della scuola da quando vi ho messo piede la prima volta, da studente. Più volte ho sperato diventasse Preside di Hogwarts, e nel mio cuore continuerò a nutrire questa bellissima utopia. Come se lei fosse ancora nella mia classe ad alzare la mano ad ogni mia domanda.

Oltre alla sua morte, anche un'altra morte si è verificata, che nessuno riesce a spiegarsi: Draco Lucius Malfoy, figlio di Lucius Abraxas Malfoy e Narcissa Malfoy tutt'ora detenuti ad Azkaban, è stato trovato mano nella mano di Hermione Granger, con una pozione letale affianco. I professori e gli alunni non hanno voluto dirci nulla in merito, ma credo che tutti vorranno credere che, quest'oggi, il mondo magico piange la morte di due innamorati che hanno detto di no a questa guerra che ci sconvolge. Tutto l'Ordine della Fenice ne compiange la scomparsa. I funerali saranno privati, ma le loro tombe saranno al cimitero di Diagon Alley."

Ninfadora Tonks

 

Spazio autrice.

Non volevo farla finire cosi bruscamente, ma l'ispirazione non c'era più, e l'unica soluzione che vedevo era questa. Sono consapevole di avervi fatto aspettare anni per un aggiornamento, e forse mi odierete per avervi fatto attendere un finale che di lieto fine ha ben poco. Ma è stata la soluzione migliore, e la trovo molto romantica. Grazie a

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tindina
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titti6493
49 -
Usagi_84
50 -
willina
51 -
_Dubhe_

per avermi aggiunto nei preferiti, grazie per le recensioni di tutti , grazie per le letture (1551 solo per il primo capitolo). Penso che mi darò alle one-shot per un po', chi vorrò recensire.


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