Amore o amicizia di Akane (/viewuser.php?uid=27)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno, due e tre ***
Capitolo 2: *** Invidia o attrazione? ***
Capitolo 3: *** Rivali ***
Capitolo 4: *** Complicazioni ***
Capitolo 5: *** incontrollato ***
Capitolo 6: *** Frustrazione ***
Capitolo 7: *** a suon di pugni ***
Capitolo 8: *** Regalo di consolazione ***
Capitolo 1 *** Uno, due e tre ***
Nuova pagina 1
TITOLO:
Amicizia o amore
AUTORE:
Akane
SERIE:
original
GENERE:
sentimentale, comico
TIPO:
all’inizio etero, poi yaoi
RATING:
arancione/R/14+
PARTI:
pochissimi capitoli! 6 o 7 circa penso …
PERSONAGGI:
Anthony, Andry e Nicole
MODO:
terza persona al passato
AMBIENTAZIONE:
estero, luogo imprecisato, giorni nostri. Mondo reale.
NOTE:
è una brevissima storia che parla di nuovo di un triangolo che all’inizio
sembra molto comune ma che poi si sviluppa in tutt’altro modo, anche in modo,
forse, imprevedibile (imprevedibile per chi non mi conosce … chi mi conosce
immagina benissimo come andrà a finire!). Non è nulla di originale e
stratosferico ma solo un piccolo passatempo piacevole e divertente per me perché
mi era venuta voglia di fare anche questo triangolo dopo quello etero classico e
quello yaoi classico. Una sorta di presa in giro ai classici triangoli amorosi
con la ragazza di mezzo, no? Questa volta lo sport che i due ragazzi praticano
è il pugilato, sorprendente vero? Scommetto che pensavate tutti al
basket! ^_- Ogni tanto mi rinnovo anche io! Ora vi auguro una graziosa
buona lettura! Baci Akane
DEDICHE:
a tutti quelli che amano lo yaoi quanto me!
RINGRAZIAMENTI:
Chiunque leggerà e commenterà.
____________________________________________________________________________________________________
Amore
o Amicizia
CAPITOLO
I:
UNO,
DUE E TRE
/ Do it well
– Jennifer Lopez /
Le
goccioline di sudore scivolavano copiose e quasi languide lungo i muscoli
notevoli che si tendevano e mollavano a seconda del movimento del corpo, la luce
del sole che si rispecchiava sulla pelle rendendola lucida affascinava di suo
senza dover aggiungerci un ottimo fisico atletico e ben allenato come quello. Il
ragazzo abbronzato a torso nudo stava a testa in giù con le gambe appese alla
sbarra per gli addominali, alzandosi a abbassandosi col busto i muscoli
guizzavano svelti tanto da ipnotizzare chiunque li guardasse.
Non
era un corpo esageratamente forzuto, certo non dimostrava 18 anni ma era quel
genere che piaceva a chiunque guardare e toccare, qualcosa che si sposava alla
perfezione coi gusti di chiunque.
L’idea
che dava era proprio di forza.
I
capelli castano rossi erano legati in una coda bassa ormai mezza disfatta dove
dei boccoli sfuggivano dall’elastico incorniciandogli il bel viso dai
lineamenti regolari. Se sciolti gli sarebbero arrivati fino alle spalle e
sarebbero stati ingestibili ma bastava poco per domarli, non erano proprio ricci
ma solo molto ondulati.
L’espressione
sicura del viso attraversato come il resto di sé stesso da goccioline furtive
di sudore, mostrava un ghigno di divertimento per qualche strano pensiero
probabilmente poco casto su qualche ragazza che gli piaceva, nonostante fosse
chiaro cosa immaginasse non si poteva dire che quell’aria da deciso maniaco
buffone non gli donasse!
La
musica della palestra personale di casa propria dava della caotica musica
movimentata sicuramente da ballare ma comunque commerciale, aveva gusti molto
comuni e seguiva la moda come un po’ tutti i ragazzi della sua età, non si
vergognava di ascoltare gente come Jennifer Lopez o Robbie Williams. Era una
persona estremamente sicura di sé e questo gli permetteva di essere apprezzato
per quel che era, chiunque fosse e qualunque gusto avesse. Anzi, a dire la verità
era lui a dettare la moda e non il contrario.
Anthony
era un tipo molto popolare dal carattere solare, buffone, maniaco e carismatico,
sempre al centro dell’attenzione, scansafatiche per certe cose e iper attivo
per altre. Dipendeva da ciò che gli interessava …
Il
suo punto forte era il carisma che traboccava da tutti i pori: faceva ridere
chiunque e non passava inosservato nemmeno se lui stesso voleva. Molto carino,
bel fisico, bravo negli sport, antagonista dello studio per partito preso,
intelligente se ci si metteva, furbo e benestante di famiglia. Era la massima
ambizione di tutti nella sua scuola: i maschi lo volevano come amico, le femmine
come fidanzato. In realtà lui per accontentare tutti cambiava queste ultime
come faceva con la biancheria intima mentre per gli amici diceva sempre di avere
solo dei seguaci … e a questi andava bene pur di essere calcolati da lui.
Ogni
cosa facesse faceva notizia e quando si era iscritto a pugilato tutte le
palestre dello stesso sport avevano subito un aumento notevole di iscritti.
L’unica
cosa per cui non veniva osannato, seguito ed imitato era la fissa per Nicole, la
ragazza che faceva più paura non solo nella loro scuola ma anche nel loro
quartiere!
Nessuno
si spiegava come facesse a stare con lei sin da piccoli eppure se doveva
chiamare qualcuno amico, lo faceva solo per Nicole.
Il
fatto che lui in realtà ne fosse innamorato e lo sbandierasse ai quattro venti
venendo sempre rifiutato dall’interessata, era trascurabile. Non avrebbe mai
mollato!
-
Anthony! Sono le quattro! Mi hai detto di avvertirti … -
La
voce squillante della madre lo fece scuotere dai suoi esercizi e spegnere la
musica non esageratamente assordante.
-
Va bene, grazie! –
Infine
così dicendo, afferrandosi all’asta su cui era appeso con le gambe, si spinse
in avanti con queste esercitando una perfetta capriola per arrivare a terra
dritto e sorridente come sempre.
-
E’ ora della visita giornaliera a Nico! –
Si
disse dirigendosi al bagno adiacente alla palestra per lavarsi.
-
Anche oggi la convincerò a farmi i compiti mentre io la contemplerò estasiato!
– Così parlando da solo con grande convinzione, l’immagine della sua amica
nonché innamorata gli si affacciò alla mente dipingendogli sulla faccia un
sorrisino ebete da schiaffi. La cosa più curiosa era che non si auto convinceva
di essere ricambiato o cose del genere, lui ne era certo. Il fatto che lei lo
trattasse male e lo insultasse era solo una sciocchezza trascurabile, per lui!
/ By the way
– RHCP /
La
musica rock gli dettava un certo ritmo ed energia per finire quel gran rognoso
lavoraccio nel suo nuovo appartamento. Il giovane che non vedeva l’ora di
buttare via tutta la sporcizia che aveva trovato, dopo aver steso con un pugno
il proprietario che gli aveva consegnato l’ormai comprato appartamento in
quello stato allucinante, manteneva una perenne espressione tetra e seccata in
volto.
Ci
aveva impiegato un tempo non trascurabile a pulire ogni cosa e il risultato era
che aveva accumulato tre sacchi neri pieni di cianfrusaglie e cose da buttare.
Arrabbiato come non mai per la sporcizia trovata dopo che aveva acquistato quel
buco di monolocale, si era vendicato istintivamente con l’incivile in
questione ma poi, suo malgrado, si era rimboccato le maniche e si era dato da
fare per rendere la propria nuova casa abitabile.
Con
uno sbuffo si passò l’avambraccio sulla fronte scostandosi i capelli neri dal
taglio molto comune e asciugandosi il sudore che continuava ad uscire copioso
imperlandogli la pelle chiara. Si fermò appoggiandosi alla sommità del manico
della scopa e portando i suoi sottili occhi grigio azzurro penetranti
sull’ambiente circostante finalmente pulito, sospirò facendo sentire per un
attimo la sua bella voce profonda e bassa.
-
Finalmente! – Borbottò il silenzioso e musone ragazzo posando la scopa in un
angolo. Era già tanto che aveva trovato un posto arredato e a quel prezzo
stracciato, non avrebbe potuto rifiutarlo solo perché le condizioni del
contratto non avevano specificato che l’appartamento sarebbe dovuto essere
presentabile o meno.
Aveva
comunque imprecato molto ma aveva tirato fuori una pazienza insperata che non
aveva nemmeno saputo di avere e, ripetendosi che non sarebbe mai tornato
indietro da quei genitori odiosi, si era dato da fare.
Appese
il calendario con segnate in rosso tutte le date importanti, la prima a dar
sfoggio di sé era proprio il giorno successivo, quando avrebbe cominciato
scuola. Seppure fosse all’ultimo anno ci teneva a finire gli studi e prendersi
il diploma, gli sembrava la cosa migliore nonostante il suo obiettivo di
diventare pugile professionista. Anche se aveva tutte le carte in regola grazie
al suo talento preferiva assicurarsi delle alternative per qualunque evenienza.
Grazie
all’infanzia coi suoi genitori aveva imparato che sì, doveva sempre cavarsela
da solo e darsi da fare, ma soprattutto che bisognava sempre preparare una
strada di riserva per non finire male nel caso la prima andasse male.
Prudente?
Probabilmente
… o forse semplicemente stufo di prendere delusioni e brutte botte da
digerire!
Al
suo vecchio quartiere pericoloso doveva il suo talento attuale nel pugilato però
al suo odio per i genitori e al suo coraggio per prendere in mano la sua vita,
doveva il cambiamento e il trasferimento di quel giorno. Se sarebbe riuscito a
vivere e non più sopravvivere, il merito sarebbe stato solo suo e questo per
lui contava molto, tanto da non interessargli l’extra, il lusso e ciò che
interessava alla massa dei suoi coetanei.
Era
solo e ci stava bene, era emarginato in ogni luogo andasse e gli stava sempre
bene, era temuto e non poteva chiedere di meglio … il suo carattere difficile
era identificato come quello di un ribelle più simile ad un teppista che ad un
bravo ragazzo, ma in realtà era un’apparenza poiché probabilmente era più
buono e più in gamba di molti figli di papà. Non gli andavano a genio molte
cose e non si piegava ma il suo obiettivo era uno e non avrebbe mai mollato.
A
costo di ammazzarsi di fatica fra la scuola, il pugilato e il lavoro …
Andry
era un bel ragazzo, il classico bel tenebroso dai capelli neri, gli occhi chiari
e il bel corpo atletico, scontroso e pericoloso nonché decisamente impulsivo,
però una cosa era risaputa: era uno dei nuovi talenti indiscussi del pugilato,
nonostante la sua giovane età.
-
Forza! –
Infine
caricandosi i sacchi neri sulle spalle per buttarli, uscì di casa.
/
Hypnotize – System of a down /
-
Why don’t you ask the kids at Tiananmen Square Was fashion the reason why they
were there? They disguise it Hypnotize it
Television made you buy it I’m just sitting in my car and waiting for my.....
She’s scared that I will take her away from there
Dreams that her country left with no one there Mesmerize the simple minded
Propaganda leaves us blinded I’m just sitting in my car and waiting for my
girl…… I’m just sitting in my car and waiting for my girl…… I’m just
sitting in my car and waiting for my girl…… I’m just sitting in my car and
waiting for my Girl…… -
Gli
auricolari alle orecchie a quel volume alto su quella canzone così caotica e
forte avrebbe assordato chiunque eppure lei sembrava trovarsi perfettamente a
suo agio mentre fumava e camminava per le vie del quartiere cantando a
squarciagola una delle sue canzoni preferite.
Non
aveva un genere preferito in particolare, bastava fosse alternativo e casinaro e
per lei andava bene!
Camminava,
cantava e leggeva un fumetto probabilmente non molto da ragazze senza quindi
guardarsi intorno né sentire eventuali rumori circostanti.
Certo
non passava inosservata, erano gli altri ad esserlo per lei!
Il
ciuffo che si sparava in alto sulla sommità del capo era color rosso acceso e
sistemato come tanti aculei con del gel, il resto era più lungo di quella parte
centrale della testa ed era diviso a sua volta in due, i capelli ai lati del
viso erano scalati ed arrivavano fino alle spalle, il colore era blu e non
v’era gel, mentre il resto, ovvero i capelli della nuca, erano legati in tante
treccine più o meno piccole che si allungavano fino al fondoschiena ed il
colore sfoggiato per quelle era verde.
Già
questo bastava a non farla passare inosservata, bastava aggiungerci ciò che
faceva, il trucco pesantissimo e nero e gli abiti da punk tutti strappati e
stravaganti ed il quadro della ragazza che faceva più paura nel quartiere e
nella scuola era completo!
Non
c’era nessuno che non la guardasse male parlandole alle spalle, eppure lei non
se ne curava minimamente, sembrava nemmeno accorgersene.
Questo
capolavoro di diciottenne era Nicole, l’amica d’infanzia di Anthony, persona
per cui al momento il popolare e amato ragazzo aveva perso la testa. L’unica
che si azzardasse a rifiutarlo sempre e ad insultarlo.
Non
l’allontanava, in fondo l’apprezzava perché comunque rimaneva l’unico che
non aveva paura di lei e che le stava vicino. Lei non è che odiasse la gente
per partito preso ma odiava chi giudicava dalle apparenze e purtroppo al mondo
questa categoria sovrabbondava!
Erano
pochi a non farlo e fra questi c’era sorprendentemente Anthony … tuttavia,
si diceva spesso, lui non faceva testo perché era facilitato dal fatto che
erano cresciuti insieme e quindi era perfettamente normale.
Era
stato motivo di profondo shock quel suo stile di vita aggressivo e alternativo
per i suoi genitori ricchi e nobili, quando aveva deciso di andare ad abitare
col fratello maggiore gay ed il suo fidanzato non si erano opposti minimamente e
pur di assicurarsi di non ritrovarseli in casa a shockarli ulteriormente con la
loro imbarazzante presenza, pagavano loro i viveri, l’affitto e tutto quel che
serviva concedendogli quindi a lei di studiare senza lavorare. Era grazie a
questo che poteva praticare lo sport che preferiva, il calcio.
La
sua vita non era stata facile ma più che altro era stata comica, a onor del
vero, e l’aveva dovuto anche al sostegno fisso del fratello e dell’amico
Anthony. Non si sarebbe mai lamentata e si definiva felice di ciò che faceva e
come viveva. Bastava essere lasciata in pace dagli altri e tutto le procedeva
alla grande!
Immersa
com’era nel suo caotico e maschile mondo alternativo, non vide assolutamente
arrivare Andry pieno di sacchi neri a coprirgli la visione della strada, così
l’impatto fu violento ed inevitabile … come anche la sua reazione!
-
Porca troia! Ma sei un idiota? Come hai fatto a non vedermi? –
Non
era famosa per il suo linguaggio elegante e gentile, come si poteva notare …
-
Io? E tu che diavolo stavi facendo? – La risposta immediata del moro arrivò
prima di poter notare l’abbigliamento della ragazza a terra con la sigaretta
ormai andata ed il suo adorato fumetto chiuso accanto a loro.
-
Camminavo! È un crimine? –
Rispose
infervorata afferrando i suoi averi e rialzandosi di scatto col fuoco nello
sguardo. Era altamente seccata e sarebbe partita anche al pestaggio se lui non
avesse preso subito la parola ricambiando subito il suo sguardo con una freddo e
… stupito!
“Come
mai non si schifa?”
Pensò
al volo Nicole notando che invece di scappare a gambe levate come tutti,
continuava ad osservarla diventando quasi ammirato e compiaciuto … che avesse
trovato un altro come lei?
-
Figurati … - Disse immediatamente senza pensarci su, infine pentendosi per
averla trattata male si alzò anche lui ignorando i tre sacchi neri che
chiedevano solo di essere buttati via, poi porgendole la mano in segno di scusa
improvvisò un approccio qualunque rendendosi conto che una ragazza così non la
si trovava spesso in giro e che non doveva farsela sfuggire: - … scusami,
avevo i sacchi davanti e non vedevo nulla! –
Questo
spiazzò del tutto la ragazza che, a bocca aperta e sguardo incredulo, pensò di
star sognando. Rimase inebetita un istante a fissare il suo sguardo penetrante e
sincero, poi la sua mano ed infine di nuovo lui.
“Ma
da dove viene?”
-
Ero preparata ad una rissa … - Ammise sinceramente la tricolore chiedendosi
cosa dovesse fare con la mano che lui le porgeva.
-
Io no! – Disse altrettanto sinceramente lui continuando testardamente a
porgerle la mano cercando un contatto normale con lei. Era stato il suo istinto,
sicuramente era degna delle sue attenzioni!
Era
un tipo interessante e molto carina, sotto quello spesso strato di trucco
pesante e nero e quei vestiti stravaganti c’era certamente qualcuno degno
della sua attenzione … non poteva mollarla così!
-
Non ti ho mai visto qua, sei nuovo? – Riprese Nicole continuando a guardare
guardinga la mano che le tendeva: poteva sempre essere un espediente per
atterrarla e ammazzarla, no? Lei l’avrebbe fatto …
-
Sono Andry, mi sono trasferito qui oggi. –
-
Bene … - E come se non raccogliesse nemmeno un imput delle sue oneste
intenzioni, continuò a fissarlo come avrebbe fatto con un alieno.
-
Da queste parti non si usa presentarsi e stringersi la mano? –
Disse
quindi Andry con ancora la mano testa sempre per la sua famosa testardaggine e
gli occhi fissi nei suoi.
Lui
ricambiò lo sguardo e lo fece con una certa serietà per qualche minuto tanto
che, senza demordere, si trovò a credere d’avercela quasi fatta. Non poteva
dire che era la donna della sua vita, però doveva cercare di capire se lo fosse
… certe creature non si potevano mica lasciarsele sfuggire!
Infine
Nicole si decise e con fare brusco e diretto sbottò:
-
Io no! –
Questo
bastò a farla girare su sé stessa e, con ancora la convinzione per la sua
anormale mente che lui fosse un alieno, se ne andò verso casa senza dire altro.
Quando
il moro si trovò a fissare la sua schiena farsi sempre più piccola e sparire
in una dei palazzi vicino al suo, questo con il bel volto profondamente stupito
e la sicurezza tipica sua, borbottò deciso:
-
Deve essere mia! –
-
Questa spazzatura? Ti assicuro che nessuno te la porta via! – La voce
squillante e allegra dietro di sé lo fece quasi saltare sul posto per la
sorpresa, assorto com’era non aveva semplicemente sentito arrivare quel
ragazzo che ora davanti a lui ridacchiava guardando lui e i suoi tre sacchi neri
d’immondizia.
-
Mmm. – Mugugnò musone come suo solito, l’osservò con attenzione cercando
di capire che tipo fosse e se dovesse prepararsi ad un rissa, infine decidendo
grazie al suo istinto che poteva stare tranquillo, la sua mente strana gli
concesse di riprendersi quanto c’era lì di suo per andarsene. A fermarlo però
fu il nuovo arrivato che tendendogli la mano si presentò solare e sorridente:
-
Sono Anthony, tu sei nuovo, vero? Piacere! –
Andry
si chiese come mai lo sapesse, certamente non poteva immaginare che lui
conosceva tutto di tutti gli abitanti di quel quartiere e che fosse la moda di
quel posto …
Ad
ogni modo l’avrebbe imparato presto a sue spese e, rincuorato dal fatto di non
essere lui quello fuori dal mondo, l’alieno assurdo che stringeva la mano a
chi voleva conoscere, prese quella del ragazzo di fronte imprimendosi nome e
viso nella mente senza spiegarsene il motivo.
Il
contatto delle loro mani fu forte e deciso, una presa ferrea che disse molto su
chi erano in realtà.
Poi
senza sorrisi e gentilezze si presentò anche lui a modo suo, con voce scostante
e penetrante.
-
Ciao. Sono Andry, si mi sono trasferito oggi. –
Anche
per lui nome e viso sarebbero rimasti inspiegabilmente impressi a fuoco nella
sua mente.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Invidia o attrazione? ***
Nuova pagina 1
Amore
o Amicizia
*
Vi presento il nuovo capitolo: siccome è una storia che non durerà tatno penso
la finirò presto! Vi metto qualche immagine per i due personaggi maschili, che
sono un po’ approssimative (alcune) altre invece sono abbastanza fedeli a come
li vedevo io! Per lei non esiste nessuno che possa somigliarle anche
lontanamente …
ANTHONY:
Orlando
Bloom poco muscoloso e castano invece che muscoloso e castano-rosso: http://img139.imageshack.us/img139/8748/orly44gh6.jpg
, http://img118.imageshack.us/img118/4092/orly55ke8.jpg
, http://img143.imageshack.us/img143/9572/orly56mk2.jpg
, http://img239.imageshack.us/img239/2695/orly93ne7.jpg
, http://img102.imageshack.us/img102/9533/orly142np9.jpg
Disegni
miei: http://img152.imageshack.us/img152/2908/anthonybyakanesd9.jpg
, http://img240.imageshack.us/img240/5431/tristessesdelalune7ki.jpg
, http://img109.imageshack.us/img109/1751/fightfl9.jpg
ANDRY:
Jonathan
Ryhs Meyers http://img407.imageshack.us/img407/2782/ryhsjonathanmeyers10vd9.jpg
, http://img218.imageshack.us/img218/6927/ryhsjonathanmeyers12gz5.jpg
Kavanagh
Anthony: http://img164.imageshack.us/img164/5409/kavuj1.jpg
, http://img85.imageshack.us/img85/9215/kav5rj4.jpg
Keanu
Reeves occhi neri un po’ adulto invece che occhi chiari e 18enne: http://img209.imageshack.us/img209/2388/keaneu9rb3.jpg
, http://img48.imageshack.us/img48/2035/keaneuechealtrodirekf3.jpg
, http://img48.imageshack.us/img48/180/keanu5am7.jpg
, http://img232.imageshack.us/img232/4504/keanu12re6.jpg
, http://img407.imageshack.us/img407/5946/keanu16wh4.jpg
Takeshi
Kaneshiro orientale invece che occidentale: http://www.galeonedeifolli.it/immagini/gaku%2011.jpg
, http://www.galeonedeifolli.it/immagini/gaku%2012.jpg
, http://www.galeonedeifolli.it/immagini/gaku%2013.jpg
Disegni
miei: http://img391.imageshack.us/img391/737/supremeaf5.jpg
, http://img391.imageshack.us/img391/5890/ilsolitosocievolepd1.jpg
, http://img520.imageshack.us/img520/8409/singinthedarkya7.jpg
CLAMP:
http://img411.imageshack.us/img411/3192/drug3ib4.jpg
, http://img411.imageshack.us/img411/2092/drug14kb1.jpg
, http://img442.imageshack.us/img442/649/drug17uu0.jpg
, http://img403.imageshack.us/img403/7192/drug24wo7.jpg
Non
so di chi: http://img80.imageshack.us/img80/5382/bcaska02ks2.jpg
Ok,
ora vi auguro solo buona lettura. Baci Akane *
CAPITOLO
II:
INVIDIA
O ATTRAZIONE?
/
Where are you running – Lenny Kravitz /
-
Nicole, tesoro! Come hai passato la tua dolcissima notte? Mi hai sognato nudo?
–
La
voce squillante e allegra di Anthony giunse alle spalle di Nicole facendole fare
una smorfia di mal sopportazione immediata. Alzò gli occhi verdi al cielo
mattutino dove il sole andava via via raffreddandosi vista la stagione autunnale
che avanzava, infine con un ringhio poco femminile rivolse la parola all’amico
che correndo l’aveva raggiunta al cancello della scuola.
-
Ciao scarafaggio! No, ringraziando il cielo non ho fatto incubi stanotte, quindi
ho dormito alla grande! –
La
faccia di Anthony non subì cambiamenti d’umore, sembrò nemmeno ascoltare il
sottile insulto. In tutta risposta le passò il braccio intorno alle spalle e
posandole un affettuoso bacio sulla guancia la fece ritrarre schifata e
infastidita:
-
Vedrai che la prossima notte andrà meglio, non mollare! – La lingua che tirò
fuori lei col piercing sopra, fu anch’essa una chiara manifestazione di ciò
che pensava, ma lui riprese senza problema alcuno, come se invece delle offese
ricevesse dei complimenti: - Perché non mi hai aspettato per fare la strada
insieme? –
Che
tutti nei dintorni li stessero ascoltando con cura come ogni santa volta in cui
erano insieme (circa ogni minuto della loro vita scolastica) era risaputo, che
lei ricevesse le solite maledizioni per come trattava l’idolo della scuola era
risaputo anch’esso, che lui lo sapeva e ci godeva, lo era altrettanto. Ciò
che non era forse risaputo era cosa ci trovasse lui in lei da continuare ad
ossessionarla a quel modo!
-
Perché non siamo fidanzati! – Disse a voce concitata la ragazza mentre si
scostava nuovamente il braccio dalle sue spalle. Sembrava non sopportarlo da
come gli parlava e lo maltrattava, in realtà gli voleva bene ma solo come amico
… quel che superava questo sentimento era il desiderio di essere lasciata in
pace!
-
Così mi spezzi il cuore, amore! – Disse lui facendo una delle sue solite
scenate esagerate fingendo di piangere.
-
Se vuoi ti spezzo anche le ossa! – L’affermazione fu così convincente e
immediata che per un momento perfino Anthony temette per la sua incolumità …
sapeva bene che con lei poteva stare tranquillo, però a volte le giravano quei
cinque minuti e scambiava le sue gambe per una palla da calcio. In quei momenti
era meglio mostrare tutto il suo talento per la difesa e per la corsa!
/
Take a look around – Limp Bizkit /
-
Ragazzi, vi presento un nuovo compagno di classe, si è trasferito qua proprio
ieri. Andry Knock vuoi presentarti alla classe? –
Quando
la voce monocorde e poco entusiasta del professore di lettere della prima ora
presentò il nuovo ragazzo del quinto anno, un giovane dal bel fisico atletico,
vestito di nero come i suoi capelli ordinatamente sistemati sul capo e sulla
fronte, occhi chiari e bellezza da classico bel tenebroso, si levò un brusio
indistinto fra i componenti della classe facilmente distinguibili come
compiacimenti di varia natura.
Prima
che il ragazzo potesse parlare seppur chiaramente riluttante, una voce si alzò
sopra le altre e con entusiasmo parlò:
-
Ehi, ma sei tu! Che coincidenza, in classe insieme! –
Però
a seguire l’affermazione contenta del leder scolastico, arrivò un istantaneo:
- Merda! – Secco e non facilmente spiegabile da parte della ragazza che faceva
più paura sempre nello stesso ambiente scolastico!
Tutti
si voltarono a guardare i due dalle espressioni facciali talmente diverse fra
loro da poter comporre un’intera mostra fotografica. Quando anche il nuovo
studente notò i due riconoscendoli, fece un’aria inspiegabilmente entusiasta,
seppur nei suoi limiti; più che altro solo una breve e fugace inclinazione alla
gioia attraversò come un lampo il suo bel viso cupo.
I
tre si conoscevano e questo per tutti fu materia di grande curiosità.
Il
punto però fu uno, non solo Anthony e Nicole conoscevano il ragazzo, anche
tutti gli altri e non perché l’avevano visto il giorno prima per caso …
-
Tu sei il nuovo talento di pugilato! Le tue gare hanno fatto il giro di tutta la
regione! –
-
Si, sono io … - Con riluttanza si rassegnò a presentarsi e venire allo
scoperto. Il castano-rosso e la tricolore si stupirono di non essersene accorti
anche loro, eppure in effetti quel nome era abbastanza conosciuto fra i giovani
… - Mi sono trasferito ieri, abito solo e non sono socievole! – Lo disse
nella vana speranza si essere lasciato in pace … speranza che rimase tale!
-
Ma guarda! Ecco dove ti avevo già visto! –
Disse
subito Anthony contento di aver trovato uno che probabilmente non sarebbe
diventato suo seguace ma semplice e normale amico vero e proprio!
Il
fatto che fosse un talento del suo stesso sport non lo turbò, non lo vedeva
certo come rivale … per essere visto come tale doveva essere ben altro che un
talento di boxe. Per lui i rivali erano quelli in amore, che si contendevano il
cuore della sua adorata Nicole … e per il momento non ne aveva mai trovati!
Ad
Anthony piaceva sì boxare ma era un passatempo, non l’aveva mai fatto
seriamente ed era per questo che il suo nome non era conosciuto per lo stesso
motivo di Andry ma bensì perché era la moda della scuola e del quartiere.
Ben
presto avrebbe capito come le cose sapevano cambiare.
All’istante
si levarono mille domande per il moro e fu lì che Nicole posta in ultima fila
insieme al fedele e unico amico, rivolse a quest’ultimo una veloce domanda:
-
Ma come diavolo fai a conoscere sempre tutti? E poi se non l’hai riconosciuto
per la boxe, per che cosa allora? –
Il
sorriso radioso del ragazzo abbronzato dagli occhi tendente al dorato, le fece
capire come non dovesse fare certe domande ovvie:
-
Io so sempre tutto di tutti! So anche che stanotte sarai mia! –
-
Si, nei tuoi sogni! –
-
Bè, sempre mia sarai! –
-
Contento te! –
Ad
interrompere il piccolo divertente battibecco arrivò proprio il nuovo alunno
che, dopo aver visionato l’aula si mise nell’unico banco disponibile: vicino
a Nicole!
Fu
a quel punto che il silenzio calò istantaneo fra tutti e come se assistessero
ad un evento unico e raro, ammirarono il grande coraggio di Andry. Aveva del
fegato a mettersi lì vicino a lei … certo era piuttosto vicino anche ad
Anthony e non lo si poteva biasimare, ma lei era una bestia!
-
Ciao! – Disse con un lieve sorriso, il meglio che riuscì a fare. Nel farlo
illuminò un po’ il proprio viso e fu lì che si notò un po’ di più la sua
bellezza.
-
Ciao! – Rispose l’altro ragazzo egocentrico pensando parlasse con lui.
-
Ciao … - Fece eco lugubre lei. Era ancora convinta di avere a che fare con un
alieno e ancora, quindi, non si fidava di lui seppur fosse innegabilmente bello.
-
Lo conosci anche tu? – Chiese quindi l’amico curioso capendo finalmente che
anche lei lo conosceva.
-
Ci siamo scontrati ieri pomeriggio … - Disse ancora lugubre lei. Non ci teneva
a rivelare i fatti suoi a nessuno, specie se questi mostravano che aveva
conversato per un istante umanamente con qualcuno di altrettanto vivo e normale.
-
Davvero? Non mi hai raccontato nulla tesoro! –
-
Perché dovrei? –
-
Stante insieme? – La domanda sorse spontanea e fu anche posta con un certo
interesse. Era strano vedere Andry sbilanciarsi a quel modo: lo faceva solo se
qualcuno gli piaceva ed era sempre un fattore istintivo che lui stesso non
controllava. Quando si accorgeva di star stabilendo dei contatti con qualcuno,
allora capiva lui stesso che era innamorato. Era uno che prima agiva e faceva e
solo dopo si analizzava e pensava. L’istinto era parte del suo carattere e
modo di essere, nonché di fare.
-
No! – La risposta veloce e brusca non lo fece desistere ma bensì esultare
internamente e pensare con sicurezza:
“
E’ un segno del destino averla in classe! Lo dicevo io che era la mia donna!
Non mi scapperà!”
Era
una creatura comunque strana, non aveva avuto molte esperienze con le donne,
quelle che aveva avuto erano nate tutte in maniera alquanto insolita e questa
sembrava non farne eccezione. Alieno? Si, probabilmente Nicole aveva visto
giusto … a modo suo era un alieno.
Uno
che sembrava normale e comune a molti e che in realtà aveva dei modi di pensare
e di fare così anomali che risultavano incomprensibili, si poteva definire
proprio alieno!
Ecco
la sua particolarità.
-
Ma prima o poi lo sarà! –
La
frase di Anthony arrivò a destarlo ma l’insulto successivo della ‘dolce’
fanciulla lo rincuorò … quello era uno che scherzava sempre, non c’era da
preoccuparsi, certamente non aveva detto sul serio!
“Appena
finisce la scuola glielo dico!”
Pensò
quindi rivolgendo un ultimo sguardo all’amore della sua vita che, alzando gli
occhi al cielo, si preparava a delle lunghe ore di lezione assediata dalla
rovina umana di nome Anthony.
Eppure
a catturare le sue ultime attenzioni prima di essere richiamati insieme dal
professore, furono proprio per il giovane rumoroso che continuava ad avere una
battuta per ogni situazione e persona. Non si spiegò come mai il suo profilo
deciso e le sue labbra sempre piegate in qualche sorriso comunicativo, presero
così tanto la sua attenzione.
Forse,
si disse sul momento, fu solo un fattore di invidia positiva: Anthony, lo si
capiva subito, era tutto il suo opposto ed era normale per uno come lui esserne
attratti, provare il desiderio di essergli più simile. Inoltre conosceva Nicole
molto bene, era perfettamente naturale voler essere lui.
“Tutta
una questione di invidia positiva! “ Si
ripeté il moro fra sé e sé. “Del
resto che altro potrebbe essere?”
Già,
che altro?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Rivali ***
Nuova pagina 1
Amore
o Amicizia
CAPITOLO
III:
RIVALI
/
Don’t let me be misunderstood – Santa Esmeralda /
Le
lezioni del primo giorno di scuola di Andry erano appena finite, le ore erano
passate lentamente per tutti tranne che per Anthony il quale pregava che il
tempo di lasciare momentaneamente la sua innamorata non arrivasse mai.
Il
nuovo arrivato aveva avuto più che successo fra gli studenti e nonostante lui
cercasse di sfuggire a tutti quanti per essere lasciato in pace, finiva sempre
al centro dell’attenzione sommerso da mille domande su di lui, la sua vita, i
suoi gusti e quant’altro … del resto un giovane così bello che era un
talento nel pugilato non lo si poteva lasciar andare così!
Tuttavia
non aveva potuto lamentarsi molto, a salvarlo era sempre arrivato il nuovo
amico, l’unico che sembrava sarebbe veramente diventato tale: Anthony, un mago
nel fuggire dalla folla e nascondersi per respirare in santa pace da solo.
Non
si poteva capire come mai il ragazzo dai capelli mossi e lunghi si impegnava
tanto per trarlo in salvo invece che lasciarlo perdere e stare con Nicole,
tuttavia lo faceva e lo faceva come faceva qualunque altra cosa: perché gli
andava, senza troppi ragionamenti e motivi specifici!
Nicole
stessa si stupiva di quel fatto, da che conosceva Anthony, ed era da molto, non
aveva mai ritenuto nessuno a parte lei degno dei suoi aiuti e servigi, aveva
sempre evitato certi contatti nonostante si facesse volentieri coinvolgere nelle
entusiastiche persone che volevano stare con lui ed imitarlo.
Sostanzialmente
si divertiva a farsi inseguire dalle persone che volevano parlargli o stare con
lui perché era la moda, era molto popolare e ricercato per diversi motivi, ma
trovava sempre il momento di scappare da tutti per stare solo con lei e
riposarsi, non sprecava mai quei momenti per salvare qualcun altro. Il fatto che
ora lo facesse poteva indicare solo che Andry era veramente molto interessante
tanto che Anthony lo voleva come amico!
Questo
fatto di per sé era assolutamente sconcertante … valeva la pena capire cosa
avesse di speciale e di diverso quel nuovo arrivato!
Fu
per questo che quando al termine delle lezioni quest’ultimo le chiese se
poteva parlarle, lei non lo evitò per partito preso come faceva con ogni
creatura esistente, bensì lo lasciò fare.
Così
eccoli lì insieme a camminare verso casa, a pochi isolati dalla scuola.
-
Questo è l’unico momento in cui potrai parlarmi in santa pace senza essere
stressato da quel rompipalle! –
Sentenziò
lei sbrigativa di natura riferendosi all’amico d’infanzia che erano riusciti
a seminare.
Andry
inghiottì facendosi coraggio. Nella sua mente si chiedeva come mai lei non
sopportasse quel simpatico ma rumoroso ragazzo che l’aveva aiutato per tutta
la giornata, tuttavia a farsi spazio fu la domanda ben più importante:
“Come
glielo dico?”
Dopo
un breve attimo di riflessione in cui la sua bell’espressione rimase cupa e
tenebrosa come di norma, si decise semplicemente di dirglielo così come
l’aveva appreso poche ore fa. Il destino era stato generoso con lui dandogli
tutte quelle possibilità in così poco tempo, non si doveva sprecarlo ancora o
non sarebbero arrivate altre opportunità.
Lui
era uno che ragionava in questo modo, per la serie: ‘chi ha tempo non aspetti
tempo’.
In
un certo senso aveva anche ragione ma a volte risultava troppo precipitoso.
Spesso bisognava riflettere meglio sui propri istinti, anzi, il più delle
volte.
-
Tu mi piaci molto … -
Gli
occhi verdi truccati pesantemente di nero di Nicole si spalancarono
improvvisamente facendole mettere male un piede e quasi cadere come una pera
matura, se rimase in piedi fu un miracolo, probabilmente. Le ci volle un po’
per capire se fosse serio o meno, solo guardandolo dritto negli occhi, quei bei
occhi chiari e penetranti per cui già molte ragazze si erano infatuate.
-
Ma sei serio? – In effetti la sua espressione era più che seria, tuttavia che
poteva saperne lei se lui, in qualità di alieno, scherzava facendo quella
faccia tetra da oltretomba?
Andry
non demorse e riprese mantenendo espressione e tono:
-
Si. Da ieri quando ci siamo incontrati fino ad oggi non ho mai avuto dubbi. –
Vuota.
Ecco come si presentava la mente di Nicole a quel punto.
Vuota
e nera come una lavagna. Anche dura come la sua superficie, in effetti …
-
Ma … come fai? Cioè … che cazzo ti piace di me? In così poco tempo poi …
- Tentò di capire meglio cosa gli passasse per la testa, non era ancora
convinta, per lei continuava ad essere inspiegabile e sospetto ogni cosa che lui
dicesse o facesse … ma questo lo faceva con ogni essere umano. Solo su Anthony
ormai era rassegnata e sapeva che non era mai serio!
Era
il suo modo di fare, pensare ed essere, una questione di carattere. Pensava che
nessuno in realtà fosse veramente normale ed anzi che la normalità non
esisteva. Soprattutto però pensava che tutti fossero superficiali e quindi
odiabili. Infine la sua convinzione più grande era rappresentata dal fatto che
nessuno, ma proprio nessuno, poteva veramente innamorarsi di lei … lei faceva
paura, non poteva essere oggetto d’amore per nessuno!
-
Tutto. –
Tuttavia
Andry continuava ad essere di poche parole così capendo che non avrebbe cavato
un ragno dal buco, la ragazza dai capelli di tre colori e sistemati in quel modo
strano, sospirò rassegnata. Uno così non poteva essere che un alieno!
-
Tu non mi piaci, non ti conosco ancora … - Pensando di averlo sistemato e di
poter tornare alla sua vita solitaria ed emarginata, riprese a camminare con
passo spedito sperando di lasciarlo indietro.
“Ma
che diavolo è che piace tanto ad Anthony di questo tipo? È fuori di testa. Non
può innamorarsi di qualcuno dopo solo quattro insulti messi in croce! È
certamente un svalvolato!”
Su
queste considerazioni non si rese conto di essere ancora seguita, fece un salto
notevole quando lui le parlò di nuovo da vicino con la sua vociona profonda:
-
E’ solo una questione di conoscenza? Allora dammi del tempo, conosciamoci e
poi valuterai … -
-
Mapporc … - Ringhiò seccata con una mano sul cuore che accelerava per lo
spavento. Dopo un paio di minuti in cui cercava di riprendersi e di capire il
senso di quelle parole, senza un buon successo decise che la sua pazienza era
esaurita così alzando un dito medio davanti ai suoi occhi, borbottò:
-
Fa come ti pare! – Per poi girare nella sua via con una certa felicità per
essere giunta alla base ancora integra, circa, anche se ampiamente scocciata!
Lo
sguardo che l’accompagnò fino al
suo palazzo fu molto deciso e determinato, non avrebbe fallito: si era messo in
testa una cosa e così sarebbe stato!
“Magari
quell’anthony può darmi qualche dritta su di lei, si conoscono bene!”
Questo
fu il suo ultimo pensiero prima di avviarsi a sua volta verso casa, poco più in
su di quella di Nicole.
Una
cosa era certa: di normale, lì, non c’era niente e nessuno!
“Porca
merda … proprio i due più popolari del quartiere dovevano fissarsi su di me?
Che cazzo ho fatto di male! Uffa!”
Questo
invece fu il pensiero spazientito di Nicole …
/
The bitter end – Placebo /
-
Ma guarda chi si vede! –
La
voce allegra e divertita di Anthony attirò subito l’attenzione di Andry
appena entrato nella palestra dove diversi ragazzi si stavano allenando per la
boxe. Quando vide il volto noto sentì un certo sollievo dentro di sé che imputò
al fatto che non solo conosceva Anthony ma che era l’unico ad aiutarlo sempre
quando la gente cominciava a stressarlo e innervosirlo.
“Almeno
così se ho bisogno di fuggire, lui mi darà una mano!”
Pensò
semplicemente il moro senza fare alcun cenno, si limitò a ricambiare il suo
sguardo entusiasta con uno solito e contenuto, nemmeno l’ombra di un sorriso.
Anthony che era in tenuta da pugile con dei comodi pantaloncini corti e per il
resto a torso nudo, dava sfoggio del suo bel fisico atletico, della sua
abbronzatura, di qualche vecchia cicatrice dovuta alle sue scorribande di
bambino iper attivo e dei suoi capelli mossi legati in una coda bassa dove due
ciuffi si arricciavano a lato del viso deciso e sereno. Aveva appena cominciato
il suo allenamento giornaliero e come sempre al centro dell’attenzione si
destreggiava perfettamente a suo agio fra le richieste di fargli da spalla che
venivano dagli altri ragazzi presenti. Appena questi lo videro, immediatamente i
volti mostrarono la sorpresa e la contentezza nel riconoscere in Andry il
giovane talento di pugilato della regione.
-
Tu sei Andry Knock! –
“Ma
che bene, non devo nemmeno presentarmi!”
Pensò
il moro con ironia senza mostrarsi eccessivamente seccato. Nessuno poteva
vantarsi di averlo mai visto con espressioni diverse da quella seria e cupa,
nemmeno in quel momento.
-
Verrai qui? – Prese entusiasta la parola Anthony appoggiandosi alle corde che
delimitavano il ring rialzato dove stava.
-
Mi hanno indicato questa come migliore palestra della città … - Si decise
finalmente a parlare conscio che almeno con lui poteva provare a far fuoriuscire
due parole di fila al posto del suo solito silenzio.
-
Certo, ci sono io! – Sentenziò ridacchiando l’egocentrico compagno. In
realtà era proprio così, aveva la fama di miglior palestra solo perché veniva
più o meno regolarmente ad allenarsi, tuttavia se le cose se le diceva da solo,
non potevano avere lo stesso effetto, tanto meno essere preso sul serio.
Era
questo il suo problema … Andry non lo prese sul serio riguardo alla cotta che
diceva di avere per Nicole, per il semplice fatto che era uno che scherzava
sempre. Uno che sbandierava ogni secondo i propri sentimenti era solo per
passare il tempo e combattere la noia, per finire al centro dell’attenzione in
qualche modo, per giocare, insomma … non certo perché diceva realmente.
Nessuno
poteva dire seriamente al mondo intero quel che lo riguardava nell’intimo. Lui
l’aveva fatto solo con la persona interessata senza perdere tempo, ma non si
sarebbe mai sognato di mettere i manifesti in giro.
Secondo
il suo parere, dunque, tutti ragionavano come lui!
-
Cambiati che poi mi fai da partner, voglio vedere a che punto sei … non mi
interessano le voci! – La richiesta di Anthony che non sembrava tanto
richiesta ma più un ordine, giunse a stuzzicare e incuriosire morbosamente
tutti i presenti: sarebbe stato da divertirsi. L’interessato, al contrario, ne
fu colpito e lo realizzò quando senza rispondere andò semplicemente a
cambiarsi.
L’aveva
colpito il fatto che non si fidasse delle voci e che volesse provare sulla sua
pelle il suo livello. Era un gran rischio perché se le voci su di lui erano
vere allora poteva ridurlo in poltiglia … invece non solo non dava credito a
nulla ma aveva anche un alta considerazione di sé stesso.
Che
fosse bravo anche lui?
Un
sorrisino sbieco si dipinse sulle sue labbra ben disegnate, fu una specie di
lampo di sadismo misto a divertimento.
Una
luce.
“Mi
piace … “
Si
disse istintivamente.
Tuttavia
rimase una realizzazione veloce, lui aveva già degli obiettivi e doveva
concentrarsi su quelli … il resto se lo concedeva ma doveva sempre rimanere di
margine. Ogni suo pensiero ed energia erano sempre fissi su ciò che voleva
veramente: Nicole e far del pugilato la sua professione per poter guadagnare
soldi e vivere con esso.
Nel
frattempo, nella sala degli allenamenti ancora sopra al ring Anthony si scaldava
mantenendo la sua tipica espressione da ragazzo felice, era come se per lui ci
fosse sempre un motivo per essere contento e come facesse era un mistero. Al
momento conversava con alcuni compagni – seguaci – tirando pugni all’aria
di una certa velocità:
-
Se dessi ascolto a tutte le voci che si sentono allora non avrei speranze con
Nicole, invece non è affatto così. È vitale per me non dare mai ascolto alle
voci altrimenti soccombo sotto la mia disperazione … non mollerò mai! –
-
Ma lui è veramente forte per essere un diciottenne … non l’hai mai visto
gareggiare? –
-
No, se devo essere sincero la boxe non mi interessa al punto di sorbirmi ogni
incontro esistente! Ne ho sentito parlare ma chi può dirmi se sia veramente così
forte? –
-
Nessuno se tu credi solo a te stesso! –
L’intervento
di Andry arrivò a stupire un po’ tutti. Si voltarono per guardarlo salire
silenziosamente composto sul ring e cominciando a correre sul posto per
scaldarsi anche lui, cominciò con veloci esercizi per non strapparsi i muscoli
nel breve combattimento di allenamento. Fu lì che anche gli altri
approfittarono per parlare con lui desiderosi di conoscerlo meglio e chissà,
magari diventargli anche amici.
-
Ti sei trasferito da poco? –
Un
mugugno in risposta parve più che sufficiente per Andry che continuando a
muoversi, non rivolse nemmeno uno sguardo ad altri che non fossero il suo nuovo
avversario. Questo si compiacque immediatamente di quel che stava accadendo, gli
gustava parecchio essere al SUO centro.
-
Abiti da solo? – Continuarono sperando di ottenere qualcosa di più di qualche
suono con la gola. Fu vano. Il mugugno continuò come anche il suo disinteresse.
Provarono con un paio di altre domande senza successo, solo quando Anthony gli
chiese a sua volta:
-
Spero non te la prendi se non mi fido della tua fama … non è una cosa
personale, tu mi piaci ma voglio avere un idea precisa di te. –
E
finalmente Andry tornò a parlare con la sua voce bassa e penetrante:
-
Non ho problemi. Quindi conosci tutti quelli del quartiere? – Chiese
interessandosi a quella strana creatura, tutti rimasero stupiti di quello: Andry
conversava solo con Anthony, come se ritenesse solo lui degno della sua preziosa
attenzione!
-
Si, perché tutti conoscono me dunque devo sapere anche io chi mi conosce, devo
farmi una mia idea su tutti questi. Chi non è interessato a me non interessa a
me e viceversa. Dipende da cosa vogliono da me le persone. – Era un discorso
intrigante, tutto sommato.
-
E’ una sorta di ‘occhio per occhio, dente per dente’. –
Rispose
quindi Andry facendosi scrocchiare il collo.
-
Esatto! – Fece quindi l’altro illuminandosi contento di essere stato capito
da qualcuno.
-
Quindi se qualcuno ti ama tu lo ami per forza? –
Quando
disse questo erano entrambi pronti per iniziare e le attenzioni di tutti i
presenti erano catapultate sei due, tutti posti intorno al ring. Il moro ed il
castano-rosso si guardarono ognuno con la propria espressione naturale – uno
serio e tenebroso e l’altro sorridente e divertito – infine quest’ultimo
disse portandosi in posizione d’inizio:
-
Non lo so, non mi è mai capitato … - Questo colpì tutti ma soprattutto
l’avversario che con un brevissimo gesto d’alzata di sopracciglia,
incredulo, rispose mettendosi anch’esso in posizione:
-
No? Sei molto apprezzato … -
-
Ma non amato. –
-
Che tu sappia … - Lo corresse senza inclinazioni Andry, tornando distaccato
anche se interiormente interessato a lui ed alla conversazione.
-
Certo, che io sappia … - Ripeté l’altro accentuando il sorriso che si fece
più obliquo.
Quando
si diede il via i due cominciarono a muoversi come di rito con piccoli saltelli
senza stare mai fermi e mentre i
muscoli delle gambe cominciavano a guizzare in modo svelto e pronto, le
espressioni si fecero determinate e concentrate … anche se su uno dei due il
sorrisino continuava ad aleggiare.
Si
guardavano negli occhi senza spostare lo sguardo l’uno dall’altro, cercando
di leggere in quelle iridi di colore diverso le prossime mosse, immaginando il
momento migliore di colpire, ripetendosi che uno lo faceva per conoscere meglio
l’altro, mentre questo semplicemente perché voleva essere un pugile.
-
Nicole … la conosci da molto? – Chiese quindi Andry dimenticandosi la gente
intorno, sentendo e vedendo unicamente Anthony davanti a sé.
-
Certo, siamo cresciuti insieme! – Rispose subito l’altro con quella di
mettere le cose in chiaro riguardo lei. Non capì subito dove voleva andare a
parare quindi attese di essere attaccato, in fondo era uno da difesa: gli veniva
naturale, aveva dei riflessi ed una velocità di schivo unici, colpirlo era
quasi impossibile.
Però
nessuno si sarebbe mai spiegato come mai Andry parlava unicamente con lui e non
con altri. Qualcosa che rimase un mistero a lungo, per molti …
-
Che tipo di ragazzi le piacciono? – Chiese quindi il moro partendo con un
pugno veloce che fu istintivamente evitato dall’avversario, rimasto di gran
lunga stupito. Questi incrinò l’espressione del viso corrucciando le
sopracciglia. Cosa significava?
-
Io! – Sbruffone però non riusciva
a non esserlo perfino in certe situazioni …
-
Non scherzare! – Rispose freddo con un altro diretto sinistro, anch’esso
evitato.
-
Sono serio! –
-
Lei ti rifiuta, non lo vedi? – Bè, il coraggio non gli mancava …
-
Scherza … - Sicuro.
-
O scherzi tu? – Insinuante.
I
toni da amichevoli e pacifici che erano all’inizio cominciarono a diventare
sempre più bruschi ed accattivanti, sempre più seri, come se potessero
diventare minacciosi e pericolosi continuando su quella linea. Le espressioni
dei due cominciarono a trasformarsi lentamente diventando sempre più tendenti
al feroce e mentre la luce nei loro occhi diventava quella di due nemici, lì in
quel momento, mentre uno tirava colpi e l’altro li schivava abilmente, si
resero conto di una cosa.
Non
erano amici e non sarebbero potuto diventarlo.
Una
cosa era certa, nessuno dei due aveva paura o esitava. Non sarebbe mai successo.
Entrambi
estremamente sicuri di loro stessi, non avrebbero mai ceduto per nessun motivo
al mondo.
Erano
rivali? Nemici?
Bene,
non faceva molta differenza. Sarebbero andati avanti per la propria strada …
scontrandosi invece che facendo gli amici.
Ma
potevano esserne veramente sicuri?
Il
ritmo partì con quello, un ritmo che crebbe visibilmente, da lento a veloce e
incalzante, sempre di più finché entrambi cominciarono a fare più che sul
serio, finché il riscaldamento non fu terminato e la voglia di colpirsi
seriamente non si fece strada in loro.
A
togliere definitivamente la sicura di Anthony arrivò la frase di Andry,
l’unico che, tutti lo capirono in quel momento, sarebbe riuscito a farlo fare
sul serio sia nella vita di tutti i giorni che nella boxe. L’unico.
Era
arrivata la persona giusta, Andry, indirettamente e involontariamente,
l’avrebbe trasformato in un campione.
-
Mi sono dichiarato a lei, ci siamo dati del tempo per conoscerci meglio; penso
che ci frequenteremo, quindi … - Si sospese il moro facendo uno strano
sorrisino ambiguo che stupì gli spettatori e tenne sulle corde
l’interlocutore: - … ma mi è sembrato praticamente un ‘si’! –
L’espressione che balenò sul viso non più sereno e divertito del ragazzo dai
quasi disfatti capelli mossi, divenne sempre più irosa. Fu un lampo e
all’altro bastò per approfittarne. O per lo meno tentò.
Fu
tutto molto veloce. Subito dopo la frase, il moro tirò un altro pugno al
castano-rosso convinto di colpirlo e metterlo subito al KO, tuttavia con sommo
stupore di tutti, specie del tiratore, il ragazzo deviò il colpo inferendone
uno all’avversario, il suo primo diretto destro potente che andò dritto
dritto sul viso del rivale.
Calò
il silenzio immediato e sembrò come se il tempo si sospendesse.
Aspettative?
Forse
che nessuno si aspettasse di veder il grande talento del pugilato giovanile
venir colpito a quel modo da uno che in vita sua non aveva mai fatto nulla sul
serio ma solo per passatempo?
Forse
che fosse questo?
O
magari fu palpabile l’ira di Anthony e l’incredulità di Andry?
Due
che da amici si erano trasformati in nemici in un tempo così breve da far
credere ai presenti di essersi persi un passaggio.
In
realtà non sarebbe finita così velocemente, il colpo c’era stato e il
giovane promettente era finito a terra tenendosi l’occhio nonostante il
caschetto imbottito per la loro categoria, ma non era stato nulla da KO, tanto
meno da non farlo rialzare e rimettersi in gara. Però non lo fece, Andry rimase
lì e continuò a fissarsi in cagnesco, con uno stupore di fondo nei suoi occhi
chiari, con Anthony che lo fissava malamente in piedi davanti a lui, ansimante
per la rabbia, ancora coi muscoli tirati ed i pugni serrati nei guantoni sulle
mani.
Come
se loro stessi non ci stessero credendo.
A
porre fine allo scontro non fu né Andry né nessun’altro, ma solo il ragazzo
che aveva inferto quel colpo decisamente forte ed inatteso.
-
Provaci a prendermela e ti riduco in uno stato irriconoscibile perfino per tua
madre! –
Per
un momento credettero che continuarono andando ancora alle mani fino ad
esagerare e doverli fermare, ma il momento successivo si videro a ricredersi …
e se invece il moro non avrebbe detto più nulla? Se ne fosse andato o cose
simili? Invece no. Lui parlò e lo fece come se si fosse impossessato
dell’identità sbruffona dell’avversario infuriato:
-
Non mi riconoscerebbe comunque! –
Al
che l’unica cosa che venne in mente ad Anthony fu un forte:
-
Vaffanculo! –
Ringhiato
mentre col fuoco nello sguardo si girava scendendo dal ring, togliendosi
caschetto e guantoni e scaraventandoli in un angolo ed uscendo dalla palestra di
corsa così com’era, mettendosi quindi a correre come un forsennato per
sfogarsi.
Il
silenzio rimase per il resto delle ore d’allenamento e nessuno osò dire mezza
parola.
Una
cosa simile non l’avevano mai vista per Anthony, soprattutto che questo
riuscisse a colpire il popolare campione di boxe!
Sarebbero
stati giorni interessanti …
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Complicazioni ***
Amore o amicizia
Amore
o Amicizia
CAPITOLO
IV:
COMPLICAZIONI
/
Given up – Linkin Park /
Quando
arrivò a casa di Nicole, Anthony era in uno stato a dir poco pietoso. In tenuta
da allenamento di pugilato che corrispondeva a dei soli pantaloncini corti e
comodi, a torso nudo, tutto sudato coi capelli quasi del tutto disfatti che gli
cadevano sugli occhi, un fiatone non indifferente ed un aria non irosa,
decisamente di più.
Quel
che il fratello della ragazza una volta aperta la porta vide, non fu il solito
amichevole e conosciuto Anthony bensì quasi uno sconosciuto fuori di sé che
nonostante il fisico e le forze chiaramente provate, sembrava essere in grado di
demolire ancora il mondo intero.
Louis,
il fratello di Nicole, era un gran bel ragazzo dalla bellezza angelica che
tutti, bene o male, guardandolo consideravano tale. Era adulto e lavorava da
tempo mantenendosi indipendente, viveva col fidanzato e con la sorella minore,
non aveva timore dei giudizi della gente sulla sua scelta di vita e sui suoi
gusti, come non ne avevano gli altri due suoi coinquilini, era uno che, per
dirla breve, i cosiddetti li aveva ed anche tripli.
Però
Louis guardando l’amico d’infanzia stra-conosciuto si trovò istintivamente
ad inghiottire a vuoto e a rabbrividire fissando i suoi occhi dorati
fiammeggianti.
-
Tony … cosa succede? –
Chiese
usando il solito nomignolo.
-
C’è Nicole? –
Disse
solamente l’altro con un tono molto basso e a stento controllato. Tremava.
Louis lo notò subito. Tremava fisicamente ed internamente a partire dalle mani
e dalla voce.
-
Si, è in camera … - Rispose quindi il biondo facendolo entrare. Seguì con lo
sguardo il ragazzo dai capelli disfatti di quel caldo colore che gli si
addiceva, lo sorpassò svelto per dirigersi come una scheggia verso la camera
dell’amica.
-
Prevedo tempesta … - Mormorò infine fra sé e sé chiudendo l’uscio
d’ingresso. Non ci voleva un genio per capirlo, solo qualcuno che conoscesse
bene entrambi i personaggi coinvolti …
Quando
Anthony giunse in camera di Nicole entrando senza nemmeno bussare o annunciarsi,
trovò quest’ultima in biancheria intima coi capelli bagnati e quindi al
naturale che si cambiava. Quando lo sentì e lo vide lì davanti a lei un urlo
più paragonabile ad un latrato si levò dalla casa seguito da una serie di
insulti coloriti e fantasiosi, ciò che stupì tutti fu l’imperturbabile
ragazzo che in tutta risposta si richiudeva la porta alle spalle rimanendo
dentro.
Che
volesse morire?
No,
semplicemente era così fuori di sé da non capire più nulla al di fuori di
quel che in quel momento gli premeva veramente.
Non
fece nessun commento e nemmeno un’occhiata speciale alla bella ragazza che al
naturale gli si presentava davanti agli occhi. Certo, era anche vero che da
piccoli si erano visti tante volte nudi a fare il bagno insieme ma ora che erano
grandi le cose non erano certo paragonabili.
-
Razza di retrocesso col cervello fantasma! Che cazzo ti credi di fare? – Disse
infine lei prendendo un asciugamano e portandoselo alla meglio davanti a sé,
dopo lo sfogo lo guardò con più attenzione ed anche lei capì, come il
fratello, che qualcosa in lui non andava … ma quando le andò davanti
prendendola per le spalle, stringendo e strattonandola con una certa consistenza
non si oppose e lasciò che la tela cadesse a terra scoprendola di nuovo.
Al
momento c’era qualcosa di più importante …
-
Nicole! Come puoi farmi questo? –
-
Ma di cosa parli? – L’alterazione di Anthony cominciava ad impensierirla,
non per il fatto che facesse boxe, bensì perché era successo qualcosa da farlo
uscire a quel modo di testa. Una cosa mai accaduta da che lo conosceva!
-
Ti sei messa con quello? –
Normalmente
non avrebbe certo capito al volo di cosa parlava ma trattandosi di lui la cosa
le veniva facile, così cominciando ad alterarsi anche lei per il
fraintendimento che era appena nato, mise le mani sul suo petto nudo e vigoroso
ancora lucido per la sudata e premendo per la propria irritazione, rispose
alzando la voce:
-
Ma che cazzo dici? Te l’ha detto lui? –
L’altro
parve non sentire nemmeno il contatto anche se in una situazione normale avrebbe
dato non so che per poter approfittarne. Per lui era importante chiarire, era
estremamente importante.
-
Si, una cosa simile! –
-
Una cosa simile? Che diavolo significa? – Dall’irritazione cominciava a
passare all’ira pura, la volta successiva avrebbe urlato anche lei e
probabilmente avrebbe concluso con un bel calcio!
-
Ha detto che vi frequenterete per conoscervi meglio e che il tuo era più un si
che un no! –
La
voce di Anthony, in compenso, cominciava a calare notando la contrarietà della
ragazza che le interessava, tuttavia continuava a tenerla per le braccia anche
se la stretta era diminuita e lei, tutto sommato, avrebbe potuto liberarsi
quando avrebbe voluto. Si perse per un attimo ad osservare il suo viso libero
dal trucco dove i suoi occhi verdi si vedevano bene e i capelli bagnati di tre
colori le si scalavano sulla testa incorniciandole il viso fino a scendere al
fondoschiena. Eppure quella pelle liscia sotto i propri palmi avrebbe dovuto
farlo tornare completamente in sé …
-
Sei un IMBECILLE! – Urlò infatti lei arrabbiandosi sempre più. Era
una questione di principio, non le importava trovarsi in quella situazione
imbarazzante o spiacevole, non le importava essere quasi nuda davanti a lui.
Doveva capire che se erano amici non poteva credere a certe stupidaggini. Si
conoscevano così bene che solo l’idea che lui avesse creduto ad una cosa
tanto assurda, dal suo punto di vista, la faceva uscire del tutto di testa.
-
Io sono un imbecille!? E lui che si
inventa certe stronzate? – Tuttavia anche l’altro tornò ad
innervosirsi tanto da gridare di nuovo. Non gli piaceva niente di quella
situazione. Niente. Avrebbe voluto godersi Nicole mezza nuda fra le sue braccia
eppure perdeva tempo a litigare con lei: certo che si riconosceva come stupido,
ma solo per questo fatto, non per quello che pensava la ragazza!
-
Ma sei tu che ci credi! Da quanti anni ci conosciamo? Sai quanto odio il genere
umano, come puoi solo pensare che io mi metta con uno che nemmeno conosco! –
In effetti aveva ragione, lo capiva mentre l’ascoltava e la sentiva premere
gli ‘artigli’ contro la sua carne. Solo in quel momento comprendeva la sua
ira. Era un ira non per Andry e per quel che si era inventato, bensì per lui
che ci aveva creduto. Quando lo comprese, subito il peso gli si tolse
dall’animo facendolo sentire meglio.
Allora
per lei era lui che contava, lo rifiutava ma in fondo gli voleva bene …
Quando
lo realizzò l’istinto di mostrare come si sentiva, ciò che provava, lo
invase e lo coinvolse al punto che, come sempre, si lasciò andare
abbracciandola con impeto, premendo il suo corpo sottile contro il proprio petto
forte e circondandola con le braccia, facendole sentire il suo calore e
prendendo quello di lei. Stringendola e impedendole di muoversi.
-
Ti amo anche io! –
Disse
infine seriamente convinto dimenticando già l’ira funesta che l’aveva
invaso. Era stato tutto sommato un momento di gloria, aveva portato a qualcosa
di bello, di importante. Lo stato d’animo di Anthony, il precipitoso Anthony,
era alle stelle al momento e nessun Andry l’avrebbe spodestato … solo una
Nicole agguerrita ed un calcio ben piazzato nei sacri gioielli di famiglia!
L’istante
successivo lo vide accasciato a terra a tenersi il punto colpito e a lamentarsi
disperatamente con voce strozzata femminea.
-
Ma amore … perché fai così? –
La
ragazza coi muscoli testi, le dita ad artiglio e il volto sfigurato per la
rabbia lanciava fulmini e saette a tutto andare al malintenzionato che si
rotolava dolorante a terra davanti a lei.
-
Brutto pezzo d’idiota! Non capisci un cazzo, come al solito! –
“Confusione?
Si grazie … “
-
Perché? –
-
perche’ non hai capito nulla come sempre! tu per me sei mio fratello, niente
di piu’, lo vuoi capire O TI DEVO FARE UN TRAPIANTO DI CERVELLO? –
Una
pietra gigantesca. Una di quelle che pesano tonnellate e che inaspettatamente
cadono dal cielo. Una di quelle pietre lì, esatto … una di quelle cadde
istantaneamente in testa ad Anthony con quella frase terribile.
A
quel punto il castano-rosso si trovò davanti ad un bivio: far finta di nulla e
continuare come aveva sempre fatto poiché era tutto ciò che pensava di saper
fare, oppure prendere atto della cosa, accettarla e cambiare.
Quel
bivio per lui così crudele e radicale gli si presentò senza preavviso e così,
non aspettandoselo nemmeno fra mille anni, fu ovvia la sua decisione affrettata
e sbagliata.
Quando
si rialzò sembrò come se la decisione fosse presa, tuttavia poteva andare bene
veramente visto il poco tempo che ci aveva impiegato per rifletterci su?
Nicole
tentava di dirglielo da molto e lui aveva sempre fatto finta di nulla preferendo
continuare quel gioco, la propria convinzione di essere veramente innamorato
dell’amica era tale da non permettergli di capire i messaggi della stessa.
Eppure prima o poi avrebbe dovuto capirlo … il legame che avevano non era
altro che un profondo affetto fraterno.
Per
lo meno da parte di lei.
-
Per me è diverso. Provo qualcosa di più per te ma non ti chiedo di respingermi
ora. Solo pensaci. Aspetta ancora un po’, dammi la possibilità di dimostrarti
chi sono veramente e poi scegli. –
Lo
disse con una serietà tale che comunque colpì Nicole stessa. Lo conosceva da
tanto eppure riusciva ancora a stupirla.
-
Ma perché tutte a me? –
Si
lamentò infine la ragazza battendosi sconsolata la fronte con la mano,
guardandolo andarsene senza dire altro.
Sarebbe
stato decisamente un periodo di …
-
Merda! -
/ Maneater – Nelly
Furtado /
Quando
la mattina dopo uscì per andare a scuola vestita col solito stile punk e
strano, Nicole non fece in tempo a fare molti passi in pace …
-
Ciao! –
Una
calda voce familiare alle spalle la distrasse dai suoi non-pensieri e ancora
prima di voltarsi potè alzare gli occhi al cielo già esasperata: quello era un
record, mai nessuno era riuscito a stressarla così in fretta!
-
Porca merda, mi segui? –
Sbottò
acidamente la ragazza voltandosi verso Andry che mantenendosi serio e composto
l’affiancò. Dentro di sé era ovvio il suo pensiero anche se in effetti non
facilmente captabile dalla sola espressione di natura truce:
“E’
proprio un segno del destino, è lei la mia donna … “
Come
se nella testa non avesse altro dalla mattina alla sera … a parte quando
boxava … forse!
Probabilmente
Nicole aveva ragione a reputarlo strano, incomprensibile, anormale e, in una
parola, un alieno!
-
No, abito qua anche io! – Rispose senza scoraggiarsi lui mostrando il proprio
palazzo poco distante dal suo. Un profondo sospiro di mal sopportazione uscì
dalla ragazza che non mascherava il disappunto nemmeno in situazioni più serie
di quelle.
-
Che bello! – Disse infatti con ironia.
-
Potremo fare la strada insieme … - Propose lui senza perdersi d’animo,
sembrava come se non captasse il messaggio che lei lanciava, ovvero di voler
essere lasciata in pace.
-
Sei come Anthony! – Disse quindi senza pensarci su meglio, dando voce a
quell’idea. Questo interessò il giovane che alzando un sopracciglio, uno dei
rari momenti in cui si concedeva qualche espressione, la guardò senza problema
alcuno, osservando con cura il suo
profilo regolare da cui si notava il solito trucco pesante, i piercing al
sopracciglio, al labbro e al naso e gli orecchini ai lobi.
-
Cioè? – Come se però fosse interessato particolarmente a quell’argomento.
Nicole
sospirò di nuovo scuotendo il capo:
-
Fate finta che io non dica nulla, non capite proprio quel che dico … andate
avanti come dei deficienti carro armati senza dare retta a nessuno! Porca vacca,
ma mettetevi voi due insieme, che c’entro io? –
Quest’ultimo
pensiero le uscì spontaneo senza nemmeno mai averlo pensato realmente, tuttavia
colpì il ragazzo che fermandosi un attimo la guardo proseguire la sua marcia
senza voltarsi indietro.
Colpito
perché si chiedeva per quale strana associazione lei avesse pensato che lui ed
Anthony potessero mai stare insieme … Andry teneva in alta considerazione ogni
cosa lei facesse, si distingueva dalla massa tanto che se ne era innamorato
subito, non poteva non prendere per oro colato ogni sua parola!
-
Perché? –
Il
moro cominciava seriamente a preoccuparsi … se fosse veramente gay come
insinuava Nicole? Se lo diceva aveva i suoi motivi e lei era lei, come non
ascoltarla?
-
Perché entrambi fate come se io non ci fossi, decidete tutto senza di me! –
Sbottò esasperata la ragazza allargando le braccia in segno di ovvietà. Quando
rialzò gli occhi al cielo per cercare la pazienza che aveva perso quando era
nata, risentì i passi dell’altro seguirla così decise di chiarire anche quel
piccolo equivoco che l’alieno aveva creato, così voltandosi verso di lui e
alzando un dito dalla lunga unghia smaltata di nero davanti al suo bel viso cupo
che la fissava, disse:
-
E poi, bello mio, non azzardarti mai più a dire in giro che io e te ci
frequentiamo e che penso di mettermi con te, o ti tiro fuori le budella e le uso
per impiccarti! –
Qua
l’irritazione era così visibile da essere palpabile ed impossibile da
ignorare o fraintendere … c’era solo un senso per Andry, a quelle parole
minacciose:
-
Scusa, non pensavo ti vergognassi di far sapere di noi due … ma hai ragione,
sarò più discreto! –
Questa
volta Nicole non riuscì ad evitare la caduta per lo shock: poteva veramente essere un
umano, quel tipo tanto bello e tenebroso?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** incontrollato ***
cap
Amore
O Amicizia
*
Pensavate me ne fossi dimenticata? No, ecco qua il seguito di questa
simpatica storia! Grazie a tutti quelli che leggono e commentano.
Buona lettura. Baci Akane *
CAPITOLO
V:
INCONTROLLATO
/Let's
get it started – Black Eyed Peas/
Una
gara continua.
Questo
era la situazione nei giorni successivi al famoso fatto.
Una
gara dove il premio conteso era Nicole.
Per
Andry ed Anthony che si incontravano sempre, era maggiore il tempo in
cui stavano insieme, era impossibile evitarsi nemmeno volendo.
E
forse, a dirla tutta, erano proprio loro stessi a cercarsi per
confrontarsi in continuazione, come se fosse più una specie
di
droga il fatto di gareggiare, beccarsi verbalmente, dimostrare di
essere migliore dell'altro, vedere l'espressione altrui mentre
acquistava la piccola vittoria momentanea... come se fosse
impossibile far finta dell'inesistenza dell'altro.
Situata
in mezzo ai due anche in classe, Nicole cercava disperatamente di
isolarsi e la sua gara personale consisteva nel trattare nel peggior
modo possibile entrambi, cercando di farli desistere da quel loro
assurdo amore.
Non
che le dispiacesse per i due, anzi, non le importava nulla se caproni
simili si riducevano a quei livelli odiandosi fra di loro, tuttavia
le dispiaceva per sé stessa perché il suo sogno
di
condurre una pacifica e felice vita studentesta esemplare (dal suo
punto di vista) andava proprio nel 'cesso'!
Durante
le ore scolastiche i due si prodigavano in continuazione in
gentilezze sempre più frenetiche verso la fanciulla, tanto
che
mancava poco che respirassero loro per lei; dopo scuola, poi,
entrambi l'affiancavano impettiti ed agguerriti per accompagnarla a
casa, lasciandola con un certo dispiacere sul portone di casa mentre
al posto dei saluti ricevevano un vagone di insulti poco femminili e
ampiamente seccati.
Quando
i due cavalieri ottusi rimanevano da soli, a quel punto, si trovavano
sempre a guardarsi male in cagnesco per due abbondanti minuti e solo
al termine di quello scambio costante e diretto di sguardi che la
diceva lunga su ciò che pensavano, si voltavano le spalle e
se
ne andavano ognuno per la propria strada, in realtà comunque
piuttosto vicini viste le abitazioni nello stesso quartiere.
Il
rivedersi in palestra senza la principessa nera ed incazzosa era come
un'inutile parentesi poiché si imponevano di non scontrarsi
su
nessun ring. Non erano del tutto andati di cervello, sapevano bene
che se si fossero allenati insieme si sarebbero letteralmente
distrutti a suon di pugni senza ottenere nulla a parte due o tre
dolori lancinanti su ogni parte del corpo.
Così
usando quel briciolo di intelligenza che rimaneva loro, evitavano lo
scontro fisico in ogni modo possibile.
Dopo?
Bè,
dopo si trovavano sempre magicamente sotto casa di Nicole ad
aspettare che uscisse o arrivasse, insomma, per vederla e poterle
parlare, consegnarle qualche regalo e trovare una soluzione geniale
per acquistare punti ai suoi occhi.
Era
ammirevole il loro insistere e non arrendersi davanti ad ogni 'no'.
Considerando che ne ricevevano almeno cento al giorno non si poteva
capire come mai, alla fine della giornata, non fossero depressi!
Questa
era la situazione attuale di Anthony, Nicole ed Andry diversi giorni
dopo le dichiarazioni serie.
Fino
a quel giorno, quel pomeriggio tardo in palestra col sole che
cominciava a scendere dipingendo di colori caldi i ragazzi a torso
nudo che si allenavano ancora.
La
voce che comunicò loro la svolta in quel triangolo amoroso,
fu
del proprietario della palestra che con dei moduli poggiati nel
tavolino accanto all'ingresso, aveva annunciato a titolo informativo
la data dell'inizio di una gara di boxe per la loro categoria.
Rimase
impressa tutta l'atmosfera ed ogni particolare, ad esempio l'arancio
che primeggiava sulla loro pelle lucida e madida di sudore, l'odore
poco fresco a causa dei loro allenamenti, gli attrezzi abbandonati
per ascoltare i particolari della gara e alcuni rumori esterni non
ben definiti, probabilmente del traffico che avveniva nelle strade.
I
due erano in parti diverse dell'ampia stanza ed ognuno con un proprio
attrezo, come loro anche le reazioni furono diverse anche se il
pensiero fu il medesimo:
“Occasione
perfetta!”
Poi
però ad essere protagonista fu la risata prevedibilmente
sguaiata e presuntuosa di Anthony che saltando sul ring a braccia
aperte verso il cielo, con tutti i muscoli del bel corpo tesi per la
felicità, aveva espresso il suo assenso con fare teatrale.
Al
termine della risata in cui tutti si fermarono a guardarlo come se
fosse un alieno, il ragazzo dai capelli castano rossi e ricci quasi
disfatti, si fermò e girandosi direttamente verso Andry,
fermo
immobile dritto e rigido a guardarlo, totalmente composto rispetto
all'altro, disse con arrocanza e seria convinzione:
-
Ecco come ti batterò e mi prenderò Nicole! -
Il
fatto che fosse un affermazione e non una richeista di sfida,
lasciò
tutti senza parole e incuriositi come non mai si chiesero cosa si
fossero persi.
Andry
asciugandosi un rivoletto di sudore dalla fronte con l'avambraccio,
puntò gli occhi azzurri su quelli dorati e fiammeggianti di
Anthony, il ragazzo in piedi sul ring la vide solo quando si
guardarono in quel preciso istante.
Una
luce d'eccitazione mai vista in quel controllato e cupo essere.
La
luce nei suoi occhi e il sorrisino di chi si pregusta una vendicativa
vittoria.
Lì
accadde una cosa oggettivamente incredibile, quando il moro fece
quell'espressione insolita e penetrante, lo spaccone e rumoroso
rivale spense istantaneamente il proprio sorriso di sadismo e coi
brividi che lo percorsero vedendo l'altro a pochi metri da lui con
quel volto particolare, dal basso ventre qualcosa esplose
inavvertitamente.
Tanto
da farlo arrossire all'istante nonostante la sua abbronzatura e
imbarazzarlo senza però poter distogliere lo sguardo.
Anthony
si eccitò.
E
la sensazione di aver franteso qualcosa dall'inizio di tutta la loro
storia, lo investì come un treno.
“Cos'è
che ho sbagliato? Cosa ho capito male? Anzi, forse ... cosa non ho
capito?”
Fu
tutto lì quello che riuscì a pensare e quando il
silenzio intorno a loro divenne pesante e gli altri ragazzi
cominciarono stranamente a sentirsi di troppo, annunciarono il loro
mite ed arrendevole 'fine allenamento' lasciandoli soli.
/
To build at home – The Cinematic Orchestra /
Quando
si resero conto di essere soli, i due ragazzi, si scossero
impercettibilmente come svegliandosi da un sogno strano e
incredibilmente vero.
Fu
un momento quasi faticoso ma sbattendo entrambi le palpebre, uno con
maggiore espressività dell'altro si chiesero se non avessero
esagerato ... già, ma a proposito di cosa?
I
respiri che fecero tentarono di normalizzare il loro strano stato
d'animo mentre per qualche arcano mistero, capirono di essere soli in
quella palestra.
Ci
volle molto ad Anthony prima di trovare il coraggio di parlare di
nuovo.
“Che
diavolo volevo dire? Cosa DEVO dire? Porca merda, che mi succede? Io
... io ...”
E mentre lo pensò
realizzandolo per la prima volta, si sconvolse come non mai gli era
accaduto in vita sua, chiedendosi se sarebbe riuscito a controllarsi.
Lui da quando era nato non si era mai controllato, come si faceva?
“
...
sono ... “
Inghiottì
a vuoto e stringendo I pugni abbandonati lungo I fianchi
l'osservò.
Fece scivolare indiscreto gli occhi sgranati per lo stupore sul
proprio stato d'animo e guardò come il sole al tramonto
illuminava bene la pelle ancora imperlata, la pelle chiara che
sembrava liscia rafforzata da quei muscoli perfetti ed allenati. Un
corpo perfetto, oggettivamente bello e desiderabile.
Di
nuovo quell'esplosione dentro, dal basso ventre, un tremore terribile
interno che quasi non gli uscì, la tensione totale di ogni
sua
particella corporea. Come faceva a staccargli gli occhi di dosso?
“
...
eccitato ... “
Però
era faticoso dirselo, come lo era smettere di guardarlo. Non ci
riusciva, era come se non potesse ... del resto lui lo provocava
guardandolo a quel modo, perchè guardarlo così
diretto
e penetrante? Era chiaro che volesse da lui qualcosa. Chiaro come la
luce del sole. Guardò anche il viso, lineamenti decisi che
insieme ai capelli neri portati in quel modo gli davano un aria da
tenebroso. Le labbra ben disegnate incurvate in un indecifrabile
piega.
“
...
da lui. “
Si
videro le vene degli avambracci tanto che strinse I pugni sforzandosi
di controllarsi e non fare qualcosa. Qualunque cosa fosse non doveva
farla ... ma come fermarsi? Aveva sempre fatto tutto ed ora ... ora
per quella risposta, per quell'atteggiamento, per quel qualcosa di
strano gli piaceva. Andry gli piaceva e notava che era un bel
ragazzo. E che qualcosa in lui o di ciò che aveva fatto lo
eccitava.
Guardò
poi I suoi occhi, di nuovo. Taglienti, ironici, maliziosi in quel
momento. Azzurri e profondi.
I
due non erano tanto distanti ma Anthony continuava a stare sopra il
ring, a pochi centimetri dal bordo che lo separava da Andry a terra,
posto in posa neutra a fissarlo in quel modo per lui indecente.
Eppure
la voglia di annullare la distanza e di toccarlo era così
grande ...
Si
morse le labbra lasciando la propria espressione in una di sforzo e
fatica che colpì l'altro, anche senza mostrarlo.
Ma
se il tempo si sarebbe fermato veramente cosa sarebbe successo?
“E
se ... “
Non
ebbe però il coraggio di continuare, come se dicendoselo
anche
solo col pensiero potesse annullarsi, qualunque cosa intendesse.
Fu
il ragazzo sul ring, quindi, a lasciare che il suo carattere
impulsivo ed indomabile prendesse il sopravvento. Non aveva mai
pensato veramente di controllare l'incontrollabile.
Lui
era lui, l'egocentrico narcisista per eccellenza. Qualunque cosa
avrebbe fatto sarebbe andata bene, no?
Anthony
mosse leggero dei passi come fosse in un sogno ovattato dove non
percepisci a pieno I tuoi sensi e non sai cosa stai facendo
finché
non la fai.
Giungendo
davanti alle corde imbottite e tirate, si accucciò
trovandosi
alla stessa altezza del suo viso, infine aggrappandosi con le mani
alla prima ed alla seconda corda, senza pensarci meglio o fare
espressioni particolarmente sconvolte ma solo una altrettanto
indecifrabile, si sporse con la testa fra le corde avvicinando il
volto al suo.
Così,
senza riflessione alcuna, lasciando semplicemente che le cose
accadessero in quell'atmosfera strana e suggestiva di tempo che si
fermava, Anthony prese fino in fondo l'iniziativa cacciando ogni
sorta di domanda, dicendosi che se ne era fatto già
abbastanza
e che anche senza risposte si poteva andare avanti lo stesso.
Perché
lui era fatto così.
Come
anche Andry, d'altra parte, era uno impavido che non si scostava
nemmeno se il mondo gli crollava sulle spalle. Non esisteva cosa che
non fosse alla sua portata, la fuga era per I vigliacchi.
Ecco
perché quando il 'rivale' posò le labbra morbide
sulle
sue ancora chiuse in quel compiaciuto sorrisino, lo lasciò
fare senza muoversi né respirare.
Accadde
solo quello, un contatto di labbra che non si aprirono, non quella
volta.
Non
fu un vero bacio se non un tocco insolito e leggero ma desiderato.
Quando
lo fecero poterono capire che l'avevano desiderato e che ciò
che non tornava, quella strana sensazione, ora stava per raggiungerli
e mettere I tasselli al posto giusto.
Solo
questo ed insieme ai rumori esterni, il tramonto quasi del tutto
passato e il silenzio assordante, si aggiunsero I loro respiri
sospesi e I battiti dei cuori che andavano veloci, veloci e sempre
più veloci.
Inspiegabilmente,
come se stessero per affrontare un incontro di boxe e l'adrenalina li
caricasse a mille.
Come
se stessero per fare la cosa che più li esaltava e
più
piaceva ad entrambi.
Quando
però si resero conto di dove sarebbero potuti arrivare,
quando
videro l'immagine netta e limpida di loro due abbracciati a baciarsi
realmente e a fare l'amore proprio lì in quel ring di
pugilato, spalancarono gli occhi e se prima avevano creduto di
svegliarsi da un sonno, ora accadde realmente.
Si
svegliarono e dimostrando shock completo, si staccarono rapidamente
ansimanti e con così tanti pensieri vorticosi per la testa
da
non averne nemmeno uno.
Accaldati
e pieni di desiderio ed eccitazione.
Se
il tempo si sarebbe fermato veramente bloccandoli lì in quel
luogo ... bè, sarebbe stato meglio non pensarci.
Preferirono
così nonostante I loro caratteri particolari.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Frustrazione ***
Amore
O Amicizia
*Eccomi
qua, non mi sono dimenticata di questa storia, che credete? Solo che
ho avuto un sacco da fare per mettere on line il mio sito (e di
Parsifal e Mikako aka Yukino). Anzi, vi rimando al link,
conterrà
tutte le mie storie e i miei disegni (e delle altre due compagne di
viaggio), con un sacco di altre cose più o meno insensate! www.galeonedeifolli.it
Miraccomando andate a visitarlo e mettetelo nei preferiti, fatemi
contenta, dai! Ora che ho sistemato un po' il sito ho ripreso a
scrivere. Ed eccovi il mio buon nuovo anno e buon natale. Grazie di
seguire questa storia. Baci Akane*
CAPITOLO
VI:
FRUSTRAZIONE
/
Bleed it out – Linkin Park /
Se
la corsa avrebbe potuto buttare fuori insieme al sudore ed alla
fatica anche tutti i pensieri e le azioni fatte, allora Anthony
sarebbe stato bene già da ore. Purtroppo però non
ci
sarebbe stato quell'effetto e dunque nonostante tutto il tempo non
trascurabile che stava passando a correre per le strade della
città,
alla fine si sarebbe ritrovato solo stanco e madido di sudore!
Però
nonostante lo sapesse non poteva smettere.
Non
lo faceva per allenarsi in vista del torneo e del famoso incontro con
Andry, lo faceva per sé stesso ed il proprio profondissimo
stato di insoddisfazione e fastidio.
Un
fastidio per ciò che aveva fatto, solo l'idea di aver agito
impulsivamente in quel modo assurdo ed inspiegabile gli faceva salire
il sangue alla testa.
Eppure
questo nello specifico era ciò che l'urtava maggiormente
tanto
da fargli aumentare l'andatura.
Come
era possibile che lui si pentisse di qualcosa che faceva?
Non
era mai successo, era assurdo!
Ignorando
i muscoli che gridavano vendetta insieme ai polmoni affaticati e agli
organi interni come la milza, continuava imperterrito ad andare
avanti spedito, fendendo l'aria e seminando scie di goccioline di
sudore che brillavano sotto il sole caldo.
I
capelli legati facevano sfuggire qualche ciocca ribelle che si
inanellava intorno al viso imbronciato e scuro. Quasi quasi sembrava
Andry travestito. Quelle espressioni erano dal moro e non dal
castano-rosso...
Eppure
ripensava a quello sfiorarsi di labbra, a tutto il tempo che lui
stesso aveva avuto per rendersene conto e fermarsi, a ciò
che
aveva provato e cosa era successo e ancora il bollore del proprio
sangue annullava la vaga calma che cercava di infilarsi in quello
stato d'animo infuocato ed arrabbiato.
Se
qualcosa non l'avrebbe fermato e calmato, però, sarebbe
collassato a breve.
Il
giovane robusto ed atletico era sì molto allenato ed
abituato
a sforzi fisici, tuttavia correrei ininterrottamente per tutto quel
tempo debilitava chiunque, a lungo andare.
Ma
ancora non poteva fermarsi.
Quel
bruciore interiore lo faceva impazzire.
Era
stato stupido ed insensato.
Lui
era innamorato di Nicole da sempre, sin da piccoli lui le si era
dichiarato e lei l'aveva rifiutato. Sin da allora non aveva mai
mollato e nonostante fosse andato su altre ragazze per passare il
tempo e fare esperienze, alla fine era sempre tornato da lei ed il
suo sentimento non si era mai cancellato.
O
così era stato convinto fino all'incontro con Andry, quando
aveva seguito l'impulso irrefrenabile di toccare le labbra con le
sue.
Fino
a quando non si era decisamente eccitato a guardarlo in quel modo,
con la tenuta da boxe e quel sorrisino compiaciuto.
Che
significato aveva?
Dove
erano finiti i suoi sentimenti, il suo immenso amore, le sue
intenzioni... il suo odio... dove era finito?
Perché
ora non si piaceva ad agire seguendo l'istinto?
Perché
ora non si andava più bene?
Aveva
la netta sensazione di aver sbagliato tutto e ancora non capiva cosa
di preciso.
Aveva
solo quella sensazione.
“E'
dall'inizio che ce l'ho. Da quando l'ho incontrato. Mi ha attirato,
mi piaceva come amico e ho voluto legare ma quando ho visto che aveva
puntato Nicole ho cominciato a detestarlo, eravamo rivali, non poteva
esserci altro che odio, no? Però poi... poi non so...
è
successo quello in palestra ed ora so solo che da qualche parte ho
sbagliato qualcosa ma non capisco cosa, dove.
Cazzo,
non sono mai stato molto sveglio coi ragionamenti, io sono un tipo
d'azione, non da riflessione eppure questa volta avrei solo dovuto
farlo un po' meglio all'inizio e mi sarei evitato queste cose.
Cosa
c'è? Cosa c'è che ho sbagliato?
Cosa
c'è che non va?
Sono
i sentimenti per lei o per lui ad essere stati interpretati male?
“
Così
correndo si ripeteva la tiritera da ore, senza darsi tregue e
pietà
per sé stesso.
Correva
e solo quando, alla fine, giunse al fiume che passava accanto alla
città e vi si precipitò scendendo dal dirupo a
rotta di
collo, senza fermarsi un secondo, lo realizzò.
Realizzò
la conclusione.
“Ma
ad ogni modo, in qualunque modo stiano le cose...”
Iniziò
gettandosi letteralmente dentro a quelle gelide acque rinfrescanti e
riemergendo urlando inizialmente per lo schock, in seguito per il
proprio sfogo.
-
SONO COMUNQUE UN COGLIONE!- Disse dopo, gridando verso il cielo.
Probabilmente,
mai auto analisi fu più veritiera ed esauriente di quella!
Specie
considerando che lui di sé stesso non se ne faceva mai!
Così,
vestito leggero, grondante di sudore, calore e fatica, con il tuffo
nel fiume e quell'urlo di ammissione, alla fine qualcosa era riuscito
ad ottenere.
Si
sentiva meglio.
Solo
per essersi insultato ora si sentiva inspiegabilmente meglio, nemmeno
avesse trovato le sue risposte.
La
verità?
Non
era tanto un coglione quanto la creatura più assurda
esistente... insieme ad Andry e Nicole, ovvio!
/
What i've done – Linkin Park /
Qualcosa
non tornava nemmeno ad Andry, a quanto pareva, a giudicare
dall'espressione più cupa e tenebrosa del solito mentre
subito
dopo i consueti allenamenti, con la sera che giungeva, si dirigeva
spedito a passo di carica verso la propria via, con la consapevolezza
che a quell'ora avrebbe incontrato Nicole a ritorno dai proprio
allenamenti di calcio.
Consapevole
e deciso ad ottenere anche lui delle risposte e quella volta risposte
definitive.
Il
moro era un tipo più freddo e composto ma comunque diretto
che
odiava l'incertezza e le fasi dubbiose. Preferiva andare subito al
sodo per qualunque cosa ma soprattutto, se aveva qualche domanda, per
ottenere la risposta era disposto a passare per il metodo
più
scomodo, pericoloso e faticoso.
Quel
che contava era non stare per troppo tempo sul filo del rasoio.
Lo
detestava,
Ecco
perché, semplicemente, quella sera non si sarebbe messo a
massacrarsi o riempire pagine e pagine di domande o parole. Quella
sera, lui, avrebbe ottenuto le sue risposte con un solo metodo
azzardato ma sicuro.
Nicole
era l'unica in grado di aiutarlo.
Così
quando giunse all'incrocio della loro via comune, si fermò
guardandosi intorno, ben consapevole che entro un minuto la ragazza
dal look alternativo sarebbe spuntata raggiungendolo.
Appoggiò
il borsone ai piedi fermandosi ad aspettare in mezzo alla strada,
senza farsi alcun problema per qualche ipotetica macchina. Qualunque
posto sarebbe andato bene, doveva solo fare una cosa e quando la vide
arrivare come previsto nemmeno un sorriso si fece largo fra le sue
belle labbra ben disegnate.
Era
vestita con la divisa della sua squadra di calcio e i capelli legati
in una coda bassa presentavano sulla sommità del capo un
ciuffo colorato indomabilmente slegato dal resto della massa. Quella
sera non era nemmeno truccata.
Era
più o meno al naturale ed osservandola con cura maniacale
mentre gli si avvicinava sbuffando, provò a capire se
qualche
sensazione gli desse una mano a capire.
Sperò
in qualche istinto o voglia fino all'ultimo mentre la passava
sfacciatamente ai raggi X eppure... eppure con delusione dovette
ricredersi constatando che l'indifferenza più assoluta
l'aveva
accolta.
Era
stato il destino ad indicargliela ma in fondo cosa le era piaciuto di
lei?
Lo
stile, il modo di porsi e di fare, il carattere... molte cose, gli
erano piaciute di lei, a dire il vero, però ora no. Ora non
c'era nulla.
Ora,
dopo quella specie di bacio del giorno prima con Anthony, ogni
particella della sua mente era occupata da lui e non da lei, come
invece sarebbe dovuto essere.
Che
il destino avesse sbagliato qualcosa?
Certo,
Anthony gli era piaciuto la prima volta che l'aveva visto, ma non al
livello di Nicole, era comunque stato diverso.
Però,
forse, aveva comunque sbagliato giudizio rispetto ai propri
sentimenti.
Aveva
passato tutta la giornata a chiedersi se fosse così
però
da solo non aveva ottenuto risultati e solo il nervosismo l'aveva
divorato.
C'era
solo una cosa da fare.
-
Che c'è? Aspetti una macchina che ponga termine alle tue
sofferenze investendoti? -
La
voce noncurante di Nicole giunta davanti a lui pose termine agli
ultimi ripensamenti.
Era
giusto.
Doveva
farlo.
Avrebbe
ricevuto un calcio nei sacri gioielli di famiglia, ma doveva farlo.
Era un sacrificio accettabile dopo tutto.
E
lo fece.
La
guardò coi suoi occhi azzurri penetranti e senza dire mezza
parola, avvicinandolesi di un passo per arrivarle a poca distanza, la
prese per le spalle con decisione e quasi forza, infine senza dar
tempo di realizzazione e reazione alcuna avvicinò il viso al
suo con la chiara e precisa intenzione di baciarla.
“Eppure
se non è giusto qualcosa dovrebbe fermarmi.
Se
non è con lei che devo stare, ora succederà
qualcosa
che mi impedirà di baciarla.”
E
come evocato dai suoi pensieri o come se lui stesso prevedesse il
futuro, un oggetto volante non identificato volò fra i loro
visi dividendoli l'istante prima di veder unite le loro labbra in un
bacio forzato.
-
BRUPPO BASTARDO!-
L'alta
voce infuriata gli fece subito capire di chi e cosa si trattasse ma,
sopra ogni cosa, ancora prima di girarsi gli fece comprendere che
aveva ragione.
Non
era Nicole la ragazza con cui doveva stare.
Il
destino, ancora una volta, gli aveva parlato!
-
Ma che cazzo... - Borbottò stralunata lei senza capire cosa
diavolo stesse accadendo e chi dovesse ammazzare per primo.
Andry,
invece, guardò prima l'oggetto che per poco non l'aveva
colpito in pieno volto, un borsone d'allenamento, successivamente si
girò appena in tempo per vedere il pugno che si chiudeva sul
suo occhio sinistro facendogli non poco male, mollare la ragazza che
per un pelo non stava per fare la stessa cosa e indietreggiare di
qualche passo per il colpo e la sorpresa... e il dolore!
Poco.
Fu
tutto molto breve, un lampo.
Non
avrebbe avuto più tempo per capire gli eventi in successione
perfetta per evitarli o prevederli, non più di quanto avesse
già effettivamente fatto.
-
Porca troia! Ma che cazzo avete? Siete fuori? Ammazzatevi fra di voi
e lasciatemi in pace! La merda ha totalmente riempito i vostri
cervelli vuoti? Fatevi ricoverare che ne avete bisogno, teste di
lenticchie putrefatte! -
La
voce irosa ed acuta della 'dolce fanciulla' fece da contorno coi suoi
insulti per tutto il resto del tempo, tempo in cui Andry dopo essersi
ripreso, nonostante il dolore aveva annullato la distanza per andare
davanti ad Anthony che lo guardava ancora in cagnesco, pronto ad
un'altra serie di pugni.
L'idea
che l'incontro di boxe sarebbe iniziato prima del tempo era una
certezza e con ancora mille interrogativi, Nicole smise di
insultarli notando gli sguardi strani che i due si scambiavano.
-
Cosa diavolo mi sono persa? -
Disse
a fior di labbra calmandosi ed incuriosendosi.
Anthony
era indubbiamente arrabbiato, e si poteva facilmente immaginare il
motivo, ma Andry... Andry era felice!
Inconfondibilmente
felice nonostante l'interruzione ed il pugno.
Era
felice mentre guardava l'altro che voleva sbranarselo.
Effettivamente
la ragazza dai capelli multicolore si era persa molti passaggi ma del
resto non se li erano precedentemente persi i due stessi
protagonisti?
-
Bene, era quello che mi serviva. Vi ringrazio. -
Infine,
così dicendo indecifrabilmente, il bel moro tenebroso si
girò
andandosene, senza dire altro, lasciando inebetiti sia Anthony che
Nicole.
Frustrazione?
Non
più, grazie!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** a suon di pugni ***
Amore
o Amicizia
CAPITOLO
VII:
A
SUON DI PUGNI
/
Gimmi more – Britney Spears /
Era
duro, molto duro.
Più
duro di quello che avrebbe mai osato immaginare.
Duro
di comprendonio.
Non
solo duro, anche ottuso, anzi, principalmente ottuso.
E
idiota, perché no.
Andry
giunto a quel punto se ne rese conto con chiarezza tanto da chiedersi
cosa diavolo ci trovasse in lui di tanto eccitante, interessante e
bello… però capì subito che comunque
non spettava a
lui fare le domande a questo proposito.
Era
il destino che sapeva cos’era meglio per lui, ed il destino
aveva
scelto Anthony, non Nicole, non altri. Solo Anthony. Dunque, come
aveva sempre fatto, avrebbe accettato la sua scelta e basta.
In
seguito, ne era sicuro, avrebbe capito il motivo. Sul momento doveva
solo fare in modo che le cose andassero nel modo giusto.
Eppure
all’inizio c’era stata amicizia fra loro, una
grande amicizia
spontanea. Poi era sembrato rovinarsi tutto per una donna ed
ora…
ora le cose erano ulteriormente cambiate.
Andry
aveva finalmente capito quale era stato il giusto messaggio per lui.
Non Nicole ma Anthony.
Non
amici, non rivali ma… amanti.
Amanti
nel senso che ciò che li avrebbe legati sarebbe stato
l’amore
e nessun altro sentimento.
Fu
con quella sicurezza nello sguardo penetrante che si calò il
caschetto sulla testa allacciandoselo, poi si osservò allo
specchio in solitudine e facendo il piano della situazione concluse
che quel che quell’ottuso non aveva ancora capito, glielo
avrebbe
fatto ben capire lui a suon di pugni!
Certo,
fino a quel momento nei vari scontri fortuiti che avevano avuto era
sempre stato lui a colpirlo ma oggi sarebbe stato diverso, a costo di
fargli molto male ma doveva fare breccia in quella testaccia dura,
doveva per forza o il destino gli si sarebbe rivoltato contro.
Tutto.
Con
un sorrisino strano parve dirsi esattamente questo.
Tutto
era nelle sue mani… anzi, nei suoi pugni.
Sotto
controllo.
Non
si trattava di una grande canzone, quella che andava di moda nella
sua testa in quel momento, bensì di una molto commerciale
che
veniva spesso ballata nelle discoteche dalla generazione
adolescenziale e da chi per lo più seguiva prettamente la
massa.
Però,
senza spiegarsene troppo la motivazione, l’unica che si
cantava da
sola ripetutamente come un disco rotto era proprio Gimmi more della
Spears. Quella decisamente adatta ad uno spettacolo di lap dance
piuttosto che ad un incontro di boxe…
Anthony
sembrava non stupirsene troppo, lasciava che quella musica ormai
conosciuta che si sentiva dappertutto gli dettasse il ritmo sperando
che gli permettesse di fare un buon lavoro sul ring.
Ormai
mancava poco, solo istanti, e si sarebbe trovato faccia a faccia con
il suo rivale e finalmente avrebbe potuto dar sfogo a tutta la sua
rabbia repressa.
Si
era sentito molto sotto pressione a causa sua e si era dovuto
trattenere molto dallo sfogare ciò che sentiva. Si era detto
che sarebbe stato meglio lasciar fare alla boxe e chiudere tutti i
conti nella gara, così magistralmente aveva resistito senza
esplodere, anche se ci era andato vicino, veramente molto vicino.
Ma
finalmente a suon della musica che andava nella sua testa e dei pugni
che tendevano i propri muscoli allo spasmo, avrebbe sistemato tutto.
Se
avrebbe vinto, Nicole sarebbe stata sua e il problema di cosa avesse
sbagliato si sarebbe cancellato in quel modo.
Si
era sentito stupido ed ottuso a non capire ed al termine di tutta la
riflessione aveva deciso di lasciar fare alla sua forza fisica,
mettendo a tacere il cervello che per una volta voleva stancarlo
facendolo ragionare.
Era
tutta la vita che si ripeteva di essere innamorato di Nicole,
perché
ora non sarebbe dovuto più essere così?
Cos’altro
poteva desiderare?
Si
era eccitato a guardare Andry e l’aveva baciato sulle labbra,
e
allora?
Che
male poteva esserci?
Quel
giorno l’avrebbe steso riempiendolo di pugni, cosa
significava, che
l’odiava?
No,
ovvio che no… l’odio non era nel suo DNA, come
poteva pensare di
detestare seriamente qualcuno?
Il
problema era semplicemente uno: rivali o amici?
Il
ring, i loro pugni, avrebbero reso la risposta giusta. Nessun
ragionamento. Solo i pugni!
Era
certo, in un modo tutto contorto e personale, che al termine
dell’incontro, una volta vinto, avrebbe avuto tutto
più
chiaro.
O
sarebbe corso da Nicole a baciarla o da Andry a…
bè, lì
la sua immaginazione preferiva bloccarla a forza per evitare
qualunque scena che potesse sconvolgerlo prima della gara.
Era
un giorno importante, quella notte sarebbe stato tutto diverso, se lo
sentiva.
E
proprio mentre continuava su quella linea di convinzione, gli addetti
vennero a chiamarlo dallo spogliatoio in cui era.
Aveva
preferito lasciar fuori tutti, amici, familiari e conoscenti. Aveva
chiesto di essere lasciato solo ed ora lì, davanti allo
specchio in quella stanza vuota, si guardava con attenzione avvolto
nel classico accappatoio rosso col cappuccio alzato, il caschetto
indossato obbligatorio per la sua categoria e i guantoni stretti ai
pugni. Sentiva ogni muscolo guizzare sotto il suo ordine e la mente
vuota, completamente e straordinariamente vuota.
Osservò
come il suo viso manteneva i lineamenti concentrati e seri, i suoi
occhi dorati che non avevano l’ombra di ironia o malizia, i
capelli
ricci legati in una coda bassa molto stretta.
Era
pronto.
Tutto.
Dopo
quello scontro tutto gli sarebbe sicuramente apparso più
chiaro.
Non
sarebbe potuto che essere così.
Infine
uscì.
Fu
ancora quella strana musica insolita per un incontro di pugilato, a
fargli da colonna sonora mentre l’uno davanti
all’altro si
rivedevano seri e concentrati sul ring.
Forse
all’inizio per come erano partite le cose non avrebbero mai
detto
che poi sarebbero finiti a quel modo, a combattersi più o
meno
agguerriti contendendosi… bè, in fondo si poteva
parlare
ancora di contendersi la stessa donna?
In
fondo, effettivamente, no.
La
folla tutt’intorno composta per lo più da liceali
e giovani
ma anche talent scout, era notevole e il caos che faceva non aiutava
molto, non si distinguevano chiaramente le voci: chi incitavano
maggiormente? Il popolare e adorato Anthony o il famoso fuoriclasse
Andry?
Probabilmente
erano tutti divisi e nessuno dei due, nemmeno fra il pubblico,
prevaleva.
Una
sorta di parità.
Eppure
nonostante tutte le urla e gli applausi i due sfidanti sembravano non
sentire nulla.
Rimasero
un po’ a guardarsi l’uno davanti
all’altro come di rito e lì,
senza ascoltare l’arbitro che li presentava, si persero a
studiarsi
nei dettagli da vicino. Quasi sfiorandosi e sentendo i respiri
dell’altro su di sé, senza che nessuno dei due
prevalesse in
altezza o in corporatura, facendo entrambi un’eccellente
figura in
pantaloncini e guantoni.
C’era
una strana atmosfera nell’aria, un eccitazione palpabile.
Entrambi
i due con occhi negli occhi e mente rivolta all’avversario,
non
vedevano l’ora di mettere le mani sull’altro.
Letteralmente.
Infine
finalmente il suono d’iniziò si levò
decretando il
via alle danze.
Danze
dove un ritmo incessante ed insinuante spingeva a non staccarsi
l’uno
dall’altro e a dare il meglio, in ogni caso.
Cominciarono
a muoversi sui piedi proprio come se stessero preparandosi ad un
balletto movimentato ed alzando i pugni coi guantoni rossi davanti al
viso per difesa, aggiunsero anche gli altri movimenti del corpo che
arricchirono quell’inizio di assolo dove la musica nella loro
mente
era così assordante da impedire ad entrambi di pensare.
Istinto,
sarebbe regnato l’istinto e così dopo aver girato
su loro
stessi per un po’, iniziò il primo passo per
trasformare
l’assolo in un passo a due.
Un
passo a due certo non molto facile ma sicuramente spettacolare.
Il
primo ad attaccare fu Anthony il quale, dimenticandosi che il proprio
punto forte era la difesa, fece fatica a rimediare al contrattacco
fulmineo e senza pietà del moro.
Non
l’aveva mai visto battersi così seriamente, in
effetti
questo valeva per entrambi e tutti i presenti, nessuno escluso,
rimasero non poco stupiti da ciò. Erano decisi a non lasciar
correre nulla e a far sul serio, dannatamente sul serio.
Andry
tirò subito fuori la sua classe e la sua bravura
nonché
il suo talento ma Anthony non fu da meno riuscendo a tenergli testa
per gran parte dell’incontro mentre i punti e i tempi
andavano
avanti inesorabili.
Sia
l’uno che l’altro accumularono la propria dose di
successo e ci
fu il momento di gloria per il ragazzo dai capelli ricci nel quale
riuscì a colpire molto forte il rivale, momento in cui
addirittura ‘temette’ d’aver vinto e
messo al tappeto. Fu un
momento per lui strano, così strano che sentì la
stizza
per aver avuto successo così facilmente e presto, troppo
presto visto che ancora non aveva capito ciò che cercava di
capire.
Perché
ad ogni pugno che dava e riceveva si sentiva internamente male?
Perché invece di esaltarsi e piacergli tutto quel che stava
succedendo e il successo che sembrava avere, lo buttava maggiormente
giù rivoltandogli quasi lo stomaco?
Era
incredibile, se ne rendeva conto anche quando comprendeva che i colpi
che riceveva erano sempre negli attimi in cui si distraeva guardando
il suo bel fisico prestante coperto di sudore, fisico dove i muscoli
si tendevano di colpo mostrando tutta la loro bellezza eccitante.
Ecco
perché, procedendo a quel modo, di pugno in pugno si sentiva
sempre peggio, al contrario di ogni sua aspettativa e si chiese se se
per caso, smettendo di combattere così agguerrito e serio,
si
sarebbe sentito meglio.
Se
lo chiese e così come il pensiero gli era venuto aveva agito
senza ragionare meglio, come al solito.
Senza
realizzare che Andry rimaneva un fuoriclasse e che sicuramente non
avrebbe mai avuto pietà, per nessun motivo.
Ebbene
senza riflettere, impulsivamente, semplicemente smise di colpirlo e
abbassò la guardia.
Andry
dal canto suo non aveva un compito più facile, anzi. Forse
lui
se la vedeva addirittura peggio considerando la proprio
consapevolezza dei sentimenti. Anche per lui averlo davanti a quel
modo, col torace nudo e lucido era una tortura. Una tortura che
certamente gli dava le sue distrazioni nonostante lo storico sangue
freddo di cui era sempre stato padrone.
Eppure
non era forse maggiore il dispiacere per dovergli infliggere quei
colpi? Per vedere il momento in cui aveva gettato la spugna
inspiegabilmente e si era lasciato colpire a quel modo? Non era
peggio quella sensazione sgradevole di doverlo ridurre in quello
stato senza fermarsi per nessun motivo al mondo, per il proprio
codice, perché si andava sempre fino alla fine? Non era
più
doloroso, tutto quello?
Nauseante,
diabolico, terribile…
Lo
era e sapere perfettamente la motivazione, bè, quello non
aiutava di certo.
Quel
che avrebbe voluto istintivamente fare era mandare al diavolo tutto e
tutti e dedicarsi a lui, toccare quel suo corpo meraviglioso e
sentire la sensazione che gli provocava poterlo accarezzare, leccare
e baciare invece che coprirlo di pugni crudeli.
Avrebbe
veramente voluto ma il controllo che riusciva ad avere su sé
stesso anche in quella situazione si rivelò maggiore, per
fortuna.
E,
sempre per fortuna, non fu un istante che durò molto,
quello.
Non durò molto poiché bastarono pochissimi pugni
dei
suoi a far cadere l’altro a terra in uno storico KO grazie a
dei
colpi potenti sferrati senza pietà. Colpi dove il senso era
doppio e la sensazione, nonostante il dolore, di star assurdamente
ricevendo delle carezze speciali tolse ogni tipo di forza ad Anthony
che non si rialzò più, pieno di fitte in ogni
parte di
sé stesso, specie interiori.
Aveva
continuato a quel modo per profondo odio o per quale motivo? Lo
detestava fino a quel punto?
Il
suono della fine dell’incontro arrivò con
l’ovazione del
pubblico per il bell’incontro e l’arbitro, mentre
lo teneva
d’occhio per assicurarsi che il popolare ragazzo a terra si
riprendesse, alzava il braccio muscoloso del vittorioso Andry.
Andry
che non esultava e non sorrideva.
Qualcosa
era certamente successa, si disse il castano rosso alzandosi a sedere
imbronciato con il volto ugualmente tumefatto nonostante la
protezione, solo che avrebbe voluto capirlo anche lui!
-
Cazzo, mi sono perso un passaggio! Merda! -
Passaggio
che subito qualcuno gli avrebbe spiegato per bene!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Regalo di consolazione ***
Amore
o Amicizia
*Non
l’avreste mai detto, vero? Ebbene invece eccoci qui alla fine
anche
di questa storia! Ebbene sono felice che questa semplice e leggera
storiella sia piaciuta, ringrazio tutti quelli che hanno letto e
commentato di cui spero di essermi segnata tutti i nomi: ROo
cullen, Pallina, Aladia-chan, Zaza-chan e Parsifal.
Inoltre
per chi è triste (ma chi?!) può continuare a
seguire le
mie opere e la mia geniale persona sul mio sito:
www.galeonedeigolli.it
La
prossima storia original dopo di questa (visto che ho finito anche la
storica Smoke on the water) sarà una un pochino
più
lunga ed impegnativa di questa ma anche comunque con la solita dose
di divertimento ed ironia e si chiamerà Senza Parole. Spero
seguirete anche quella anche se sarà etero. Dopo di tutto
ciò
non ho altro da dire se non il consueto ‘buona
lettura’. Ci si
vede in giro, gente. Grazie di tutto! Baci Akane *
CAPITOLO
VIII:
REGALO
DI CONSOLAZIONE
/
The little things give you away – Linkin Park /
L’incontro
era ormai terminato e tutte le aspettative del popolare ragazzo
ottuso che si era fatto prima di salire sul ring, erano pietosamente
crollate con la fine dell’incontro, quando
l’albitro aveva
decretato il suo KO e quindi la vittoria di Andry.
Bruciore.
Era
quello che provava in quel momento, alla fine di tutto, da solo nel
proprio spogliatoio.
Aveva
molte ferite nonostante le protezioni che aveva avuto per il viso
vista la sua categoria, il campioncino ci era andato giù
pesante tutte le volte che l’aveva colpito ed alla fine era
andato
letteralmente al tappeto.
Eppure
quel che a lui bruciava e dava più fastidio tanto da rendere
ogni istante insopportabile, non erano i dolori fisici bensì
quelli del proprio animo.
Si
sentiva ferito a partire dall’orgoglio per poi proseguire nel
caotico mondo interiore che era decisamente più indefinito
del
suo orgoglio!
Lo
bruciava aver perso anche se ad un certo punto si era sentito una
schifezza tanto da gettare la spugna. Sapveva di averlo fatto, lo
sapeva perfettamente ed era successo perché, nonostante
tutto
ciò che si era detto e di cui era stato sicuro fino ad un
attimo prima, là, in mezzo a quei pugni, nulla si stava
avverando.
Si
era reso perfettamente conto dell’inutilità di
quello
scontro ed una volta che lui capisce il non senso di qualcosa smette
di lottare, smette di farlo semplicemente. Se non ha una vera ragione
per fare qualcosa non la fa ed anche se all’inizio aveva
pensato di
averla, poi, al momento dei fatti, si era reso conto di aver torto e
tutto era finito.
Tutto.
La
voglia di combattere, di vincere, di prenderlo a pugni, di…
di ogni
cosa tranne che di una.
Una
sola voglia assurda era giunta in lui infilandosi come un serpente
dannato.
Una
voglia proprio incomprensibile e inappropriata, inspiegabile.
La
voglia di toccarlo e farsi toccare da lui, ma non con dei pugni,
bensì con carezze.
Una
voglia precisa e definita, al contrario del motivo per cui
l’aveva
proprio in mezzo al loro incontro di boxe!
Così
impulsivo come era sempre stato aveva smesso di combattere
perché
non era più quello che voleva ed ora… ora era
lì,
nello spogliatoio da solo, dopo aver cacciato tutti malamente con un
umore nero.
Era
lì ed aveva perso.
Il
bel viso pieno di lividi e qualche segno da cui fuoriusciva del
sangue come il labbro spaccato ed il naso, era anche coperto di
sudore come il resto del corpo lucido e stanco, i muscoli ormai
rilassati e ancora a torso nudo manteneva le fasce alle mani libere
dai guantoni.
Seduto
su una panca, piegato in avanti ed appoggiato coi gomiti alle
ginocchia, lasciava a penzoloni le mani e la testa coi ricci capelli
castano rossi tutti sugli occhi, legati ancora per pochissime
ciocche, ormai. Gli occhi dal particolare colore erano abbassati a
guardare il pavimento e nella stanza solo il suo respiro pesante ed
infastidito si sentiva.
Era
giù.
Per
la prima volta in vita sua Anthony era solo e semplicemente
giù.
Nemmeno
Nicole era riuscita a tirarlo su.
Il
loro dialogo avuto solo pochi minuti prima aveva avuto una piega
inaspettata…
/-
Mi dispiace che hai perso… -
-
Figurati io… -
-
Ma sei stato tu a perdere! –
-
Grazie, me ne ero accorto! –
-
Idiota! Intendevo: non è che è stato Andry a
vincere ma
tu a perdere… è diverso, lo capisci o ti faccio
un
disegnino? –
-
… -
-
Tony? –
-
Si, lo capisco. –
-
E quindi? –
-
Non lo vedi? –
-
Si che lo vedo: ti brucia! Ma non è questo che voglio
sapere.
–
-
Cosa allora? –
-
Perché hai smesso di combattere ad un certo
punto… -
-
Perché… Nicole, devo dirti la verità.
Mi sono stupito
io per primo… Vedi, io ero partito agguerrito e sicuro, con
una
buona motivazione per battermi con lui: tu!
Cioè
ero certo che chi di noi avesse vinto si sarebbe conquistato il
diritto di corteggiarti, di uscire con te, di prendersi il tuo
cuore…
-
-
Testa di rapa! Come te lo devo dire? Passerò
l’eternità
a rifiutare sia te che l’altra testa di melanzana? –
-
No, non serve. L’ho capito. Su quel ring. Ecco
perché mi
sono fermato dal colpirlo. Non sapevo più per cosa
combattere,
perché dovevo ridurlo in poltiglia. Non combattevo
più
per te, capisci? –
-
Alleluia! –
-
Si, ma non sapevo più per cosa altro… -
-
Per te stesso! –
-
No, io non lo volevo coperto di lividi. Non per me. La mia
volontà
in realtà era… era un'altra. –
-
Cioè? –
-
Volevo accarezzarlo e toccarlo in… in altro modo. E che lui
facesse
altrettanto con me. –
-
Oh. –
-
Già. –
-
Quindi tu… -
-
Esatto… mi sono reso conto di non essere più
innamorato di
te perché… cazzo, è difficile dirlo.
Bé, mi
sto innamorando di lui! –
-
Cazzo lo dico io. Merda, non so cosa dirti. Cioè, non
è
una brutta notizia, no? Finalmente il sale in zucca ti è
tornato e siamo solo amici come volevo. È una bella notizia.
–
-
E l’altra? –
-
Anche l’altra. Dai, su, non è mica tragico
innamorarsi.
Finché lo eri di me eri felice ed ora che lo sei di un'altra
persona non più? Mi brucia dirlo ma innamorarsi è
una
bella cosa, no? –
-
Si, ma di un altro ragazzo è sempre bello? –
-
… -
-
Ecco, appunto. Ho bisogno di pensare, ti chiedo di lasciarmi solo per
un po’. –
-
Devi curare le ferite, lavarti e andare a casa a dormire, non
pensare, non subito, o farai disastri perché non sei
abituato
a farlo. E poi ti ripeto, per me non è grave! –
-
Lo dice una che si concia come lo spirito di Halloween! Ovvio che per
te tutto è normale! –
-
Allora devi capire cosa sia PER TE normale, Anthony. Ma non hai una
pistola puntata alla tempia, sei libero di pensarla come vuoi e
soprattutto di prendertela comoda! –
-
Grazie del consiglio… -
-
Si, ora me ne vado. Non faccio entrare nessuno ma tu datti una mossa,
non fare le ragnatele, bambino puzzone! –
-
Ora sì che mi sento meglio, strega! –
-
Non ho dubbi! - /
Poi
semplicemente se ne era andata via lasciandolo solo nella stanza.
Era
vero, aveva perfettamente ragione, in fondo era come diceva lei.
Che
c’era di male a provare certe cose?
Nulla…
inoltre parlando con lei aveva fatto lui stesso chiarezza,
eppure…
eppure quel senso di bruciore lo divorava ancora, insieme a quel caos
che lo incupiva.
Cosa
c’era che non andava?
Andry.
Andry
l’aveva comunque battuto, non aveva avuto riguardi, non aveva
pensato che invece di prenderlo a pugni avrebbe voluto baciarlo. Non
aveva pensato nulla di tutto quello. L’aveva ridotto al KO.
Ecco
cosa c’era.
Per
Andry non era la stessa cosa.
Dunque
tutto quel ragionamento e quel capirsi era stato ugualmente inutile.
Era
inaccettabile, per lui, venir rifiutato ancor prima di essersi
dichiarato.
Con
Nicole era diverso, al di là di lei i suoi rapporti erano
sempre andati a gonfie vele.
Ora
sembrava essersi rovinato tutto a quel modo.
Era
veramente terribile ed insopportabile.
Fu
il cigolio della porta che si apriva che lo interruppe dai suoi
lugubri e infastiditi pensieri, mentre alzò la testa per
guardare chi fosse entrato, iniziò subito a lamentarsi
scocciato:
-
Chi diavolo è? Avevo detto che non volevo nessu –
Ma
la voce gli morì in gola grazie alla sorpresa di trovarsi
davanti proprio i due occhi azzurri a cui stava pensando con violenta
intensità.
Il
bel viso tenebroso di Andry si trovava a qualche metro da lui, in
piedi. Aveva qualche livido ed era già pulito e vestito, non
aveva perso tempo. Non parlò nemmeno per dire che era lui o
giustificare la sua presenza ma lo fece Anthony stesso dopo essersi
ripreso col batticuore che comunque andava a mille.
Si
sentiva un ragazzino.
-
Che sei venuto a fare? – Chiese sgarbato distogliendo lo
sguardo da
lui ed afferrando l’asciugamano abbandonato accanto a lui, lo
strinse senza saper cosa fare di esso ma quando udì la sua
risposta parve subito saperlo!
-
A vedere la faccia del perdente. – Lo disse senza peli sulla
lingua
e monocorde come suo solito, per questo si beccò il famoso
asciugamano sulla faccia, tirato istintivamente da Anthony infuriato.
-
L’hai fatto, ora vattene! – In realtà
era contento di
vederlo ma lo stato d’animo era così combattuto ed
in
subbuglio da non capire lui stesso cosa voleva veramente. Si sentiva
in imbarazzo a guardarlo, aveva capito che gli piaceva, non era uno
scherzo. Sapeva inoltre che l’altro non lo ricambiava, visto
come
l’aveva ridotto… quindi era comunque inutile
interagire con lui,
fare l’amico come normalmente faceva… del resto
anche fare il
rivale, ormai, era così privo di senso…
-
Sicuro? – Disse invece il moro togliendosi il telo e
continuando a
tenerlo in mano. Rimase lì fermo per un attimo senza
muoversi,
lo guardò soltanto e notò tutto il disagio
interiore e
il malessere che Anthony provava. Lo captò subito in quanto
egli era il classico libro sempre aperto.
Lo
invidiava… a volte sarebbe stato comodo essere come lui e
risparmiarsi spiegazioni e parole inutili…
Gli
dispiacque, capì che non capiva a sua volta e dunque
fraintendeva il suo volere ed i suoi gesti. Gli dispiacque molto
quindi si mosse ignorando il: - Si! – ringhiato
dell’altro ancora
seduto che si imponeva di non guardarlo. In compenso lui lo faceva:
era un bellissimo ragazzo, a modo suo. Anzi, il classico bel ragazzo
e conciato a quel modo lo era ancora di più, con quel
ché
di selvaggio era semplicemente da mangiare!
Lo
voleva, era semplice e chiaro.
Arrivò
a lui con passi lenti ma decisi e prendendo i lembi
dell’asciugamano
fra le due mani, lo portò intorno al collo di Anthony che
finalmente si decise ad alzare gli occhi dorati sui suoi. Stupore e
domanda nello sguardo.
Cosa
voleva?
Non
lo capiva ma vide e sentì come lo circondava con il proprio
panno senza mollare le estremità, avvicinandosi
così
tanto a lui, così lentamente… sentiva il suo
profumo fresco
di bagnoschiuma e vedeva i capelli ancora bagnati per la doccia
appena fatta che gli ricadevano ordinati intorno al viso e sulla
fronte. Era bello… Dio, se lo era. Lo era come il David di
Michelangelo.
-
Ho una cosa da darti. – Disse poi in un sussurro a quella
vicinanza, chinato su di lui immobile e teso che cominciava ad andare
ancor di più in caos.
-
C-che? – Balbettò a fatica il ragazzo inghiottendo
a vuoto.
La bocca si fece improvvisamente secca e quasi quasi pensò
che
i battiti cardiaci si sarebbero uditi anche fuori.
Eppure
nonostante fosse in quello stato e certamente non profumasse, Andry
sorrise compiaciuto e soddisfatto. Un sorriso di netto apprezzamento.
Questo cancellò del tutto i pensieri da Anthony.
-
Il regalo di consolazione. – Lo disse ma fu solo colpa della
mente
ormai scollegata del compagno, se non fu compreso a fondo il
significato di quell’avvertimento.
Ecco
perché, quando finalmente annullò totalmente la
distanza fra loro, Anthony sgranò gli occhi al colmo della
sorpresa, dimenticando ogni cosa, anche come si baciava.
Come
poteva essere?
Non
era la prima volta che lo faceva, perfino con lui… ed
ora… ora si
trovava come un novellino con gli ormoni in subbuglio a chiedersi:
‘mi sta baciando, che diavolo devo fare?’
Chiedersi
proprio quello.
Quando
sentì le labbra carnose posarsi sulle sue più
sottili i
sensi avvamparono in lui contemporaneamente appannandogli il dolore
per i brutti colpi ricevuti, quando poi sentì la lingua che
cercava la sua trovandola presto, probabilmente qualche altra
funzione vitale gli saltò.
Non
reagì subito, dapprincipio lasciò che Andry
gestisse
quel bacio, che giocasse da solo con la sua lingua e che creassero
quella sorta di secondo round ma dopo un attimo di intontimento,
tutto quel che provò in quello scambio di sapori lo fece
tornare, come uno shock per qualcosa di troppo bello e perfetto. E
rispose a tutto con un certo trasporto, alzandosi e portando a sua
volta le mani sul volto dell’altro, attirandolo ancor di
più
a sé facendo combaciare i loro corpi eccitati. Rendendo
più
elettrizzante quel nuovo ‘incontro’ sensuale.
Ecco,
si disse, era proprio questo quello che durante la gara avrebbe
voluto fare. Solo questo.
Quando
si staccarono dopo un momento interminabile, ancora fronte contro
fronte e coi respiri affannati, Anthony disse serio:
-
Bé? Tutto qui il regalo di consolazione? Questo è
l’antipasto, no? –
Ci
volle solo un attimo ad Andry per capire che si era ripreso alla
grande e che era tornato in sé. Proprio il ragazzo che la
prima volta l’aveva colpito a quel modo… non
sorriso, non sarebbe
stato da lui, ma l’avvolse alla vita con le sue braccia
forti,
facendogli sentire
esattamente ciò in cui consisteva il regalo in
realtà!
No,
Anthony non arrossì ma fece quel che l’altro non
era capace
di fare, sorridere, e lo fece con aria furba e compiaciuta allo
stesso tempo, pieno di malizia.
-
Ah ecco, così va meglio! –
Tanto
a che servivano le parole? Se c’era lui…
Alla
domanda: nemici o amici? Finalmente avrebbe saputo cosa rispondere.
Amanti,
no?
Dopo
cosa accadde?
Ovvio…
ripresero a baciarsi, come tutti gli altri momenti successivi della
loro storia!
FINE
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=182076
|