DERRICK STORM DEVE VIVERE

di Tittili
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** SORPRESA ***
Capitolo 3: *** CHE SUCCEDE? ***
Capitolo 4: *** RIVELAZIONI (PARTE PRIMA) ***
Capitolo 5: *** RIVELAZIONI (PARTE SECONDA) ***
Capitolo 6: *** PRONTA (PARTE PRIMA) ***
Capitolo 7: *** PRONTA (PARTE SECONDA) ***
Capitolo 8: *** PROFUMO ***
Capitolo 9: *** NON C'E' RIMEDIO ALLA MORTE ***
Capitolo 10: *** ECCO CHI SEI ***
Capitolo 11: *** FRANK ***
Capitolo 12: *** THERESA ***
Capitolo 13: *** IL TEMPO STA PER SCADERE ***
Capitolo 14: *** VOCE ***
Capitolo 15: *** NON SI TORNA INDIETRO ***
Capitolo 16: *** SOSPESI ***
Capitolo 17: *** RICHARD ***
Capitolo 18: *** FINE DI UN INCUBO ***
Capitolo 19: *** INIZIO (PARTE PRIMA) ***
Capitolo 20: *** INIZIO (PARTE SECONDA) ***
Capitolo 21: *** FUTURO (PARTE PRIMA) ***
Capitolo 22: *** FUTURO (PARTE SECONDA) ***
Capitolo 23: *** ANONIMO ***
Capitolo 24: *** CIAO ***
Capitolo 25: *** COME PUOI (PARTE PRIMA) ***
Capitolo 26: *** STOMACO ***
Capitolo 27: *** GRAZIE ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


Rieccomi a voi con una nuova idea. Spero di non deludervi..in caso fatemelo sapere..Buona lettura. Tittili

PROLOGO



Il sole, che con prepotenza entrava nella stanza, lo obbligò ad aprire gli occhi.
Si voltò lentamente verso la sveglia e quando vide le cifre luminose che gli indicavano, ormai, l’ora di pranzo si ritrovò a dispiacersi di aver saltato la colazione.
”..papà!..che ne dici di alzarti?..”
La voce di Alexis lo raggiunse come da un’altra dimensione.
“..perchè?..è domenica..” rispose piagnucolando poco convinto.
“..perchè  non mi sembra..” rispose la ragazza affacciandosi sulla porta della camera del padre “..molto salutare dormire tanto…qui dentro…” precisò entrando ed andando ad aprire la finestra arieggiando la stanza.
Castle osservò con attenzione la figlia che lo guardava con sguardo severo.
..so che hai fatto tardi ieri sera per l’uscita del nuovo romanzo…ma non ti sembra di esagerare?..” lo bacchettò la giovane
“..ti assicuro che ho bevuto un solo bicchiere di champagne tesoro…è solo stanchezza..” disse sorridendo l’uomo alzandosi lentamente dirigendosi verso il bagno per una doccia ristoratrice.
La rossa lo seguì con lo sguardo sentendosi un po’ in colpa per averlo accusato senza prove.
..scusa papà..non intend…” cercò di scusarsi con voce preoccupata ma non riuscì a finire la frase perché la testa sorridente dell’uomo sbucò dalla porta del bagno facendole una smorfia buffa.
“..lo so…sei adorabile quando ti preoccupi per me…” sussurò poi lanciandole un bacio e rientrando fischiettando sotto la doccia.
“..ti voglio bene papà…ti aspetto di sotto…per colazione o pranzo…deciderai tu..” replicò ridendo uscendo dalla camera del padre.
Sotto il getto d’acqua calda Castle ripensò alla sera prima e alle forti emozioni che aveva provato.
Non era la prima volta che doveva presentare un suo libro ma tutto era diverso, lui era diverso.
Niente modelle in abiti succinti, niente atteggiamenti da play boy da strapazzo, niente esagerazioni.
Era stata una festa elegante e divertente con gente che amabilmente discuteva sulla sua nuova opera.
Un nuovo libro con protagonista Nikki Heat.
Quando l’aveva vista entrare con quel meraviglioso abito blu il suo cuore si era quasi fermato.
Lei, la sua musa, la fonte d’ispirazione per il suo nuovo personaggio e anche e soprattutto la donna che aveva cambiato la sua vita.
Erano passati ormai quattro anni da quando il destino li aveva fatti incontrare e nulla era stato più lo stesso.
Aveva capito subito che non era come le altre, che aveva dentro qualcosa a cui non sarebbe più sfuggito.
L’amava. Con tutto sé stesso ma…
Già. C’era un ma..
La voce di Martha lo distolse dai suoi pensieri.
“…Richard!...il tuo cellulare sta suonando…e devi assolutamente cambiare suoneria…” disse la madre lasciando il telefono sul comodino.
Castle uscì di corsa e ancora grondante si avvolse velocemente nell’accappatoio prendendo in mano lo strumento che continuava a suonare.
Osservò il nome del chiamante e un sorriso comparve sul suo volto.
“..ciao Beckett…chi è morto?...” esordì con allegria eccessiva.
“..credo che non sia una cosa carina essere felice per un omicidio, Castle..” rispose ironica la donna
“..e comunque, il fatto che ti chiami, non vuol dire che sia morto qualcuno…” concluse un po’ meno sicura nel tono di voce.
“..bè..d-di s-solito è così…s-scusami…” cercò di giustificarsi l’uomo “..ma se non c’è un omicidio…allora perché mi hai chiamato?...” continuando poi curioso.
“..v-volevo ringraziarti…per ieri sera…è stata una bella festa…” disse imbarazzata la donna
Castle rimase senza parole.
“..C-Castle…ci sei?..” chiese lei dopo alcuni secondi
S-Si..sono qui…non c’è di chè Beckett…in fondo senza di te quel libro non sarebbe mai esistito…non potevi mancare…non sarebbe stata la stessa cosa…non per me…” sussurrò lui
“…b-bene..o-ora devo andare…buona domenica Castle..”rispose la donna chiudendo la conversazione.
..buona domenica Kate..” replicò lo scrittore al telefono ormai spento.
Ancora stordito dall’insolito e, per lui, emozionante dialogo scese  in cucina dove madre e figlia lo aspettavano sedute al tavolo.
“…potevi vestirti e asciugarti un po’ i capelli Richard..così ti piglierai un raffreddore…” esclamò Martha vedendolo arrivare in accappatoio.
“..hai ragione madre…mangio qualcosa e poi mi cambio..” rispose l’uomo afferrando una fetta di pane tostato e addentandola con gusto.
Spostando lo sguardo notò Alexis che armeggiava con la posta.
“…che strano…questa lettera non ha né mittente né destinatario..” disse la ragazza esaminando una busta azzurra dalla carta lavorata e spessa.
Con un movimento improvviso Castle prese la missiva dalle mani della figlia sorprendendola non poco.
“…papà!!..ma che ti prende?..” esclamò la ragazza confusa dal comportamento dell’uomo.
“..n-niente..è mia…l’aspettavo…” rispose lo scrittore riuscendo a mascherare al meglio l’ansia che gli attanagliava il cuore e infilando la busta nella tasca dell’accappatoio.
“..va bene tesoro…bastava dirlo…non occorre essere così..così…rude…” lo riprese Martha sorridendo ad Alexis che aveva alzato gli occhi al cielo ipotizzando uno dei soliti scherzi del padre.
..scusami Al…anzi scusatemi tutte e due…è che si tratta di una sorpresa e…bene…v-vado a mettermi qualcosa addosso…sento freddo…” replicò Castle sorridendo alle sue due donne.
“…te l’avevo detto…” lo punzecchio Martha con tono ironico.
Rick salì le scale velocemente ed entrò nella sua camera.
Con gesti irritati sfilò la lettera dalla tasca e dopo averla fatta in pezzi la buttò nel cestino.
“…vediamo chi si stanca per primo..” sussurrò con tono di sfida.

 

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Capitolo 2
*** SORPRESA ***


Capitolo corto...lo so...ma devo risolvere un paio di problemi e quindi..abbiate pazienza per oggi...intanto ditemi se vi piace..un abbraccio. Tittili


2. SORPRESA



Castle si vestì velocemente e ancora irritato entrò in bagno per asciugarsi i capelli ancora bagnati.
Sono un idiota..farmi innervosire è il suo scopopensava mentre il getto di aria calda muoveva i suoi capelli come avessero una vita propria.
Quando spense il phon fissò la sua immagine nello specchio.
..ti rendi conto che Beckett ti ha telefonato..e non c’era nessun cadavere…” si sussurò quasi a confidarsi un meraviglioso segreto.
Il suo viso si rilassò immediatamente ed un sorriso comparve spontaneamente ripensando alla breve ma stupefacente conversazione.
 

&&&

 
Chiuse la conversazione in preda all’imbarazzo.
Ma cosa diavolo ti ha preso…potevi ringraziarlo domani al distretto!..telefonargli addirittura…devi essere impazzita..pensava continuando a guardare il cellulare quasi fosse stato lui a convincerla a chiamare.
Ma non era riuscita a resistere.
L’aveva invitata in qualità di protagonista: era la sua musa per il nuovo libro e tutti dovevano saperlo.
In un primo momento rifiutò l’invito ma davanti alle sue insistenze e soprattutto al suo sguardo deluso capitolò inevitabilmente.
Riuscì a convincere Lanie ad accompagnarla: andare da sola era assolutamente fuori questione e aveva scelto un abito elegante e sobrio per evitare commenti azzardati.
Quando entrò nel grande salone rimase stupida dalla diversa atmosfera che si respirava.
L’aveva conosciuto proprio alla presentazione di un suo libro e tutto era molto diverso.
Era un ricco e viziato play boy che ostentava arroganza e superficialità.
Ma erano passati quattro anni da allora e molte cose erano cambiate.
Lei era cambiata.
Era innamorata di quello strampalato scrittore ma non poteva lasciarsi andare.
Altre priorità avevano la precedenza. Su tutto. Anche sulla sua felicità.
Ma quella sera aveva ceduto e gli aveva telefonato per ringraziarlo.
Aveva detto per la serata, in realtà voleva ringraziarlo solo di esserci. Sempre.
 

&&&

 
Lunedì mattina. Ore 8.30.
“..Buongiorno Beckett..”  la salutò sorridendo porgendole il solito caffè.
“..Ciao Castle…grazie…”  rispose lei sorridendo leggermente imbarazzata temendo qualche accenno alla sua telefonata della sera prima.
Castle la guardò fisso negli occhi.
“…allora detective..” iniziò a parlare continuando a guardarla con occhi indagatori.
La donna abbassò lo sguardo attendendo la battutina inevitabile.
“..che si fa oggi?..” concluse lui sedendosi pesantemente sulla sua sedia.
Gli occhi di lei si spostarono veloci e sorpresi sul viso dell’uomo che le sorrideva dolcemente.
Tutto era cambiato.
“…per ora niente..fortunatamente..nessun omicidio..” rispose lei
“…bè..New York è grande…dagli solo un po’ di tempo e…” esclamò lui sotto lo sguardo severo della detective.
“..senti Castle..tu devi capire che non è un gio…” cominciò a pontificare la donna
POSTA!” gridò l’addetto alla distribuzione della corrispondenza.
Il ragazzo volteggiò tra i tavoli appoggiando con destrezza tutte le missive ai relativi destinatari.
Per lo più si trattava di posta interna.
“..Hei..qui c’è una cartolina di Fallen..è in vacanza ai Caraibi…beato lui..” esclamò Esposito facendo vedere a tutti l’immagine tipica di spiaggia al tramonto.
Sul tavolo di Kate trovarono posto un cumulo di informative burocratiche a alcune buste con rapporti da controfirmare.
Castle era intento a giochicchiare con il cellulare quando il ragazzo si fermò davanti a lui.
..è lei Richard Castle vero?..” chiese velocemente.
“..sì..” rispose sorpreso.
“..allora questa è per lei..” replicò il pseudo postino mettendogli in mano una busta azzurra lasciandolo come di pietra.
 
 

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Capitolo 3
*** CHE SUCCEDE? ***


Nuovo aggiornamento...un piccolo indizio anche se so che ormai avete già capito tutto!! siete troppo bravi...ditemi comunque che ne pensate..vorrei di sapere se vi ho incuriosito un pò o se sono troppo prevedibile. Un abbraccio. Tittili



3. CHE SUCCEDE?



“…scusa Castle…ma da quando ti fai inviare la posta qui al distretto?..se lo viene a sapere la Gates hai una vaga idea di quello che può succedere?..” esclamò Beckett con tono irritato
L’uomo teneva in mano la busta come se dentro ci fosse stata una bomba pronta ad esplodere.
“…n-non ci avevo pensato…scusa Beckett…è una questione pubblicitaria relativa al nuovo libro..Gina ha tanto insistito..” mentì spudoratamente cercando di mantenere la calma “..ti assicuro che non succederà più..” continuò alzandosi lentamente.
“..pubblicità!! ..ma sei impazzito..siamo un distretto di polizia non un’agenzia di marketing!..vedi di risolvere subito questa cosa!” replicò la donna ancora più arrabbiata.
“..t-tranquilla…anzi…me ne occupo immediatamente..” rispose lui con lo sguardo basso infilando la busta nella tasta interna della giacca.
Cominciò a camminare verso l’uscita quando squillò il telefono sulla scrivania di Kate.
Beckett..” rispose la donna ascoltando poi quanto le diceva il suo interlocutore.
L’espressione della donna mutò in pochi secondi.
E’ per te..” esclamò sarcastica osservando lo scrittore fermo davanti all’ascensore.
P-per m-me?” chiese sorpreso l’uomo ritornando sui suoi passi arrivando davanti al tavolo della detective.
Già!” rispose Kate porgendogli la cornetta con un tono seccato.
P-pronto?..” disse Rick titubante.
“Non avrai mica pensato di fermarmi solo strappando i miei messaggi?” sibilò una voce  dall’altra parte del filo.
C-cosa?” sussurrò lo scrittore
Dovrai ascoltarmi. O lo farai con le buone… o con le cattive…dipende tutto da te…pensaci..” continuò la voce ancora più gelida chiudendo poi la conversazione.
Castle alzò gli occhi incontrando quelli interrogativi e arrabbiati di Kate.
Doveva trovare immediatamente una scusa plausibile.
Non ho parole!! Adesso anche le telefonate personali…” lo aggredì la detective fermandosi però improvvisamente osservando meglio l’espressione dell’uomo che aveva davanti.
Castle…stai bene?...sei pallido…” continuò calmandosi.
S-sì..sto b-bene…hai ragione…mi dispiace moltissimo…era il d-direttore del m-marketing che controllava il..il..r-recapito della c-comunicazione..” balbettò lo scrittore cercando di non far trasparire l’ansia “..v-vado subito a risolvere tutto..non ti preoccupare…r-risolverò tutto io…” continuò allontandosi in fretta.
Beckett lo seguì con lo sguardo fin dentro l’ascensore.
“..Forse hai un po’ esagerato capo…” disse Ryan rivolto verso la donna “non mi pare così grave..” continuò giustificando il proprio intervento.
“..Già..lo hai terrorizzato…un’altra volta..” disse ridendo Esposito spalleggiando il proprio compagno di lavoro.
..magari potevo essere meno dura con lui..” sussurrò la donna stupendo non poco i suoi uomini.
..Ma deve capire che non può fare ciò che gli pare..” ribadì immediatamente alzando il tono di voce rendendosi conto degli sguardi stupiti di Ryan ed Esposito.
adesso al lavoro..” esclamò sedendosi al proprio tavolo occupandosi della posta appena arrivata.
Castle…cosa sta succedendo?…pensò la donna preoccupata ripensando allo sguardo spaesato e intimorito del suo scrittore.
 

&&&&

 
Non appena le porte dell’ascensore si chiusero alle sue spalle Castle si appoggiò alla parete respirando quasi a fatica.
Lentamente estrasse la busta dalla tasca interna della giacca e la osservò con mani tremanti.
Era uguale a tutte le altre: carta lavorata piuttosto spessa color azzurro cielo, nessun mittente né destinatario.
Avevano cominciato ad arrivare all’annuncio dell’uscita del libro di Nikki Heat, circa tre mesi fa, ma fino a quel momento, nonostante il fastidio e il disagio, non aveva mai pensato potessero celare qualcosa di pericoloso.
Non era certo la prima volta che riceveva pesanti critiche fatte in svariati modi  dai suoi lettori ma aveva ormai la certezza che si trattasse di qualcosa di diverso.
Nelle undici precedenti lettere c’era sempre scritta la stessa frase: “Perché hai ucciso Derrick Storm? Lui deve vivere”.
Naturalmente, nel perfetto stile, ormai collaudato, delle lettere ritagliate da giornali e riviste ed incollate con precisione.
Si ritrovò al piano terra del distretto  senza rendersene conto e uscì dall’ascensore quasi fosse un automa.
Salì in macchina e dopo un profondo respiro aprì la busta.
Quando ne lesse il contenuto gli si ghiacciò il sangue nelle vene.
Cercò di riprendere fiato e di riuscire a riorganizzare le idee nella propria testa.
Aveva bisogno di pensare.
Partì velocemente alla guida della sua Ferrari dirigendosi verso casa e quando arrivò nell’atrio dello stabile sbirciò quasi terrorizzato nella cassetta delle lettere che fortunatamente era vuota.
Entrò nel soggiorno e venne catapultato in una specie di turbinio di gente e bagagli.
Papà!..che ci fai a casa?..non eri uscito per andare al distretto?..” chiese sorridendo Alexis incrociando il padre
S-Sì..ma..ma devo occuparmi di una cosa urgente…Al che diavolo sta succedendo?”  rispose lo scrittore non capendo il motivo di tanta agitazione.
Ma come papà?...sono giorni che ne parliamo..stasera ho l’aereo per Parigi…lo stage papà!!” esclamò la ragazza in preda all’entusiasmo.
Hai ragione tesoro…scusami..Terry e Lisa sono già qui?..” rispose un po’ mortificato ricordandosi improvvisamente della bella opportunità che le tre amiche avevano colto partecipando ad un progetto scolastico insieme ad altre coeatanee di altre scuole.
Sì..stiamo preparando tutto..” disse illuminandosi la giovane riempiendolo d’orgoglio.
La voce di Martha li raggiunse gioviale.
Richard…come mai a casa?” disse la donna trascinando un voluminoso trolley.
Niente di importante madre…ma..perchè tirato fuori la tua valigia?..mi sembra che Al ne abbia a sufficienza..” replicò lo scrittore osservandola curioso.
“..Bè papà…c’è stata una defezione nell’altro gruppo all’ultimo momento..e l’unica disposta a partire così su due piedi..” spiegò titubante Alexis
“..è stata naturalmente tua nonna…” concluse la frase lui guardando di traverso Martha.
“Potevo lasciarle sole?..” cinguettò l’attrice sfoderando il migliore dei suoi sorrisi.
Naturalmente…puro altruismo..” rispose ironico lui.
Le due rosse lo guardarono con occhi imploranti, espressione che lui conosceva benissimo e che usava spesso per farsi perdonare da Beckett.
..ok..ok…tanto chi vi ferma voi due!!..” disse rassegnato abbracciando le sue due donne.
 

&&&

 
La giornata volò via tra pacchi e bagagli da preparare, e Castle fu talmente immerso in quella gioiosa baraonda, che si trovò sulla porta a salutare le due viaggiatrici  senza neanche sapere come.
Ciaò papà..ci vediamo tra due settimane..e non fare niente che non farei anch’io..” lo salutò Alexis abbracciandolo forte
Ciao tesoro..divertiti..ma non troppo..” rispose lui con un sorriso “ e dai una controllata a tua nonna..” continuò  guardando di traverso la madre.
Richard…sai che ormai non c’è più niente da fare..” rispose la donna ridendo “cerca di divertirti un po’ anche tu invece…magari invita Beckett a cena..” lo punzecchiò poi lasciandolo sorpreso sulla porta mentre si dileguava velocemente.
Pochi minuti e si ritrovò da solo dentro la sua grande casa.
Invitare Beckett a cena…magari…si ritrovò a pensare sorridendo ma appena l’immagine di lei trovò spazio nella sua mente immediatamente l’ansia si impadronì di lui.
Si avvicinò nervosamente al mobile bar e si versò un bicchiere di burbon bevendolo in un fiato.
Il suo cervello turbinava in miriadi di congetture e strane teorie che quasi non si accorse che qualcuno bussava alla porta.
Solo l’insistenza del visitatore lo destò dal suo meditare.
Si avvicinò alla porta ma quando stava per aprire un attimo di paura lo fermò
C-chi è?..” chiese titubante.
Beckett…apri Castle!..” rispose la voce di Kate.
L’uomo aprì la porta guardandola sorpreso.
“..c-cosa ci fai qui?..cos’è successo?..” chiese fissando i suoi meravigliosi occhi verdi.
La donna entrò decisa in casa e dopo che Castle ebbe chiuso la porta di voltò verso di lui con espressione seria.
Q-questo devi dirmelo tu, Castle!..cosa sta succedendo?..” chiese lei con tono che lo scrittore conosceva anche troppo bene.
 
 
 

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Capitolo 4
*** RIVELAZIONI (PARTE PRIMA) ***


Prima parte di un capitolo che mi soddisfa...vediame se per voi è la stessa cosa...fatemi sapere...a prestissimo la seconda parte...Un abbraccio. Tittili



RIVELAZIONI (PARTE PRIMA)
 


Castle la guardò con gli occhi spalancati dalla sorpresa.
N-non so di c-cosa stai p-parlando…” balbettò mentendo
La donna si avvicinò con grandi falcate fino ad arrivare ad un passo da lui fissandolo con sguardo tagliente.
“..vorrei ricordarti che faccio interrogatori per professione…capisco quando qualcuno mente..” disse con tono profondo, lo stesso che usava con i criminali.
L’uomo reagì come non si aspettava.
..tu capisci solo quello che vuoi capire…” rispose con un sussurro bloccandole il respiro.
“..c-che vuoi dire?..” chiese lei pentendosi subito dopo di ciò che aveva detto.
“..che determinate verità ti fanno paura e preferisci non saperle..” rispose lui avvicinando il volto a pochi centimetri dal suo.
La donna percepiva distintamente il respiro caldo dello scrittore sulle sue labbra e fissandolo si sentì quasi annegare nel blu dei suoi occhi.
Avrebbe voluto assaporare quelle labbra, sentire il calore del suo corpo, il profumo della sua pelle e in quel momento il suo autocontrollo stava per cedere all’impeto del suo cuore.
Il telefono suonò rompendo quell’attimo di magia che si era creato facendo sussultare entrambi.
Castle si avvicinò all’apparecchio con evidente nervosismo.
C-Castle..” rispose titubante.
Il suo viso si rilassò immediatamente.
“..Va bene tesoro…te li invio domani mattina via e-mail…tranquilla…buon viaggio e saluta la nonna..” disse  riappoggiando poi la cornetta con un dolce sorriso sul volto.
Castle…vuoi dirmi cosa sta succedendo..” disse la donna osservandolo preoccupata.
Ti assicuro Beckett..non c’è niente di cui preoccuparsi..” rispose lo scrittore dandole le spalle con un tono di voce decisa.
Kate si avvicinò a lui e appoggiò una mano al suo braccio obbligandolo a girarsi e a guardarla.
“..sei il mio partner Castle..e credo di conoscerti abbastanza per capire che qualcosa non va..ti prego..fidati di me…permettimi di aiutarti…”  disse fissandolo negli occhi.
I loro sguardi si incatenarono per attimi che sembrarono infiniti.
 “..va bene…” disse lui come stremato infilando una mano all’interno della giacca ed estraendo la busta azzurra.
“..n-non capisco?..cosa c’entra la pubblicità del tuo libro?..” replicò lei quando l’uomo le porse la missiva.
Castle era senza parole e osservava come disgustato il documento che le stava consegnando.
Kate estrasse lentamente il foglio e dopo aver letto le parole che vi erano scritte capì tutti i timori dello scrittore.
 
 

&&&&

 
Erano seduti sul divano con davanti due bicchieri di burbon.
Raccontami tutto dall’inizio..” disse lei continuando ad osservare l’ultimo messaggio
“..circa tre mesi fa..ho ricevuto la prima lettera..” cominciò a raccontare lui un po’ titubante.
“..come la prima!?..” esclamò la donna guardandolo con occhi severi.
“..Beckett..non è la prima volta che ricevo lettere strane senza mittente…è una cosa piuttosto comune tra gli scrittori che vendono molti libri..” cercò di giustificarsi lo scrittore “e poi il messaggio non era..pericoloso…” continuò alzandosi e andando a prendere qualcosa da un cassetto della scrivania del suo studio.
Tornò subito dopo con una decina di missive sotto lo sguardo allibito della detective.
…ecco..vedi?..sempre la stessa cosa..” affermò l’uomo facendole vedere i vari messaggi ricevuti.
 
Perché hai ucciso Derrick Storm? Lui deve vivere
 
“..q-quante ne hai ricevute?...” chiese preoccupata la donna
..queste sono le prime…poi ho cominciato a buttarle.. in tutto saranno una ventina..” rispose lui
“..Ma sei impazzito per caso??..” esclamò la donna alzandosi in piedi guardandolo incredula.
“…m-ma..io non..” balbettò lui non riuscendo a capire la reazione della detective.
“..una..due lettere..ok..di fan esagerati  ce ne sono tanti…ma VENTI..questa è un’altra cosa!!..è evidente che si tratta di una persona squilibrata!!..dovevi avvisarmi..avremmo fatto delle indagini!!” sbottò la donna.
..non ci ho pensato…lo consideravo uno scocciatore..poi quando ha mandato il messaggio al distretto e  ha telefonato..” disse poi con tono incerto.
“..come telefonato?..quando? dove? Cosa ti ha detto?..” lo incalzò lei sempre più preoccupata.
“..s-stamattina…a-al distretto…” rispose lui con faccia contrita.
Kate lo guardò senza riuscire a dire una parola sedendosi nuovamente sul divano.
“..p-poi il messaggio non era il solito…e…” continuò lui cercando di mantenere un certo controllo.
“..e hai cominciato a capire che sei stato un idiota…” replicò secca la donna guardandolo con occhi di fuoco gettando il foglio sul tavolino.
Castle abbassò lo sguardo e un brivido gli corse lungo la schiena.
 
Derrick Storm deve vivere.Trova il modo o pagherai con il tuo cuore.

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Capitolo 5
*** RIVELAZIONI (PARTE SECONDA) ***


Eccovi la seconda parte...spero vi piaccia...basta anche un messaggino piccolo piccolo...Grazieeeeee. Tittili



RIVELAZIONI (PARTE SECONDA)



Castle fece qualche passo lungo la stanza quasi a cercare dei pensieri smarriti.
Ma perché sono sempre così…così ruvida…pensò la donna osservandolo pentendosi di quanto appena detto.
Quello sguardo perso nel vuoto e quell’espressione  assorta lo rendevano così maledettamente attraente e lei ormai riusciva sempre meno a controllare le sue emozioni.
Vedendolo così indifeso sentiva il forte impulso di correre verso di lui, abbracciarlo forte e dirgli che non era solo, che lei sarebbe stata sempre con lui, che lo amava come non pensava fosse possibile.
Ma i suoi pensieri vennero interrotti.
“…Ho paura Beckett..” disse con un filo di voce dandole le spalle “..sono stato un vero idiota..hai ragione..” continuò parlando a fatica.
La detective si alzò avvicinandosi lentamente fino ad arrivare ad un passo da lui.
“…hai solo sottovalutato la cosa Castle…” cercò di consolarlo.
L’uomo si voltò di scatto guardandola con gli occhi carichi di timore.
“..sottovalutato?...quel pazzo potrebbe fare del male alla mia famiglia…hai letto il biglietto?...p-pagherai con il t-tuo c-cuore..cos’altro potrebbe significare…io..io..come posso essere così stupido…”esclamò mettendosi le mani sul viso
“..Castle..calmati ora…non è detto che..ti aiuterò io..” disse Kate cercando di tranquillizzarlo.
“..no..no..” disse lui scuotendo la testa in segno di diniego come se avesse all’improvviso capito tutto.
“…il mio cuore…” sussurrò ancora guardandola come impazzito.
“..Castle?…cosa diavolo stai dicendo?...” chiese la detective non comprendendo le parole dell’uomo.
“..tu..” rispose lui con un soffio di voce “..tu sei il mio cuore Kate..” continuò poi prendendo tra le mani il  viso della sua musa.
La donna era immobile con il cuore che batteva all’impazzata.
Il calore delle sue mani sul suo volto e i suoi meravigliosi occhi blu che la fissavano a pochi centimetri da lei e le parole appena pronunciate dall'uomo le impedivano di pensare.
“…devo allontanarmi da te!..devo far tornare Derrick Storm…o ti farà del male Kate…” disse lentamente accarezzandole dolcemente il volto con entrambi i pollici.
N-non..n-non…” cercò di parlare lei.
“..Ssshhh..non dire nulla…non ho nessuna intenzione di rischiare…” la zittì lo scrittore allontanandosi lentamente
..ora..è meglio che tu te ne vada..” disse con espressione contratta
“..non posso..” rispose lei guardandolo fisso negli occhi facendo un passo verso di lui.
“..certo che puoi…e lo farai..” replicò lui deciso.
“..non voglio…” disse ancora la donna.
“..ma lo voglio io..” rispose lui ancor più sicuro.
Si diresse con passo spedito verso la porta e la aprì facendo un gesto con la testa inviandola ad uscire.
“..C-Castle…” cercò di protestare lei
“..ascoltami Beckett…non verrò al distretto..non ci vedremo…e farò fare qualche annuncio sul possibile ritorno di Derrick Storm…intanto tu indagherai per trovarlo…”  affermò con voce bassa e profonda.
“..e so che lo troverai…per noi” concluse fissandola intensamente.
Lei lo guardò sentendosi quasi morire. Come avrebbe potuto stare senza di lui.
Si mosse lentamente e quando arrivò alla porta si fermò per un istante senza guardarlo.
“…come farò?..” chiese in un sussurro
“..come farò, cosa?..” chiese lui
“..come farò senza caffè?..” rispose lei
“..credo che sopravivrai..” replicò lui sorridendo tristemente
“..non posso vivere senza il MIO caffè..” disse lei con un filo di voce uscendo senza guardarlo.



P.O.V. CASTLE
 
Chiuse la porta con la morte nel cuore.
Doveva proteggerla ma il solo pensiero di non poterla vedere, di non poterle parlare, di non giocare con le battute taglienti come facevano sempre lo faceva impazzire.
Nella sua testa sentiva ancora la sua voce sottile pronunciare quelle parole.
Non posso..non voglio..non posso vivere senza il MIO caffè…
Per la prima volta lei aveva abbassato quel maledetto muro e lui aveva dovuto respingerla.
Quanto avrebbe voluto stringerla forte a sé, baciare le sue morbide labbra, accarezzare i suoi capelli, perdersi nel verde dei suoi occhi.
L’amava con tutto sé stesso e il solo pensiero che potesse succederle qualcosa gli bloccava il respiro.
Aveva già rischiato di perderla e non poteva permettere che succedesse ancora.
A costo di non vederla più.
PAGHERAI CON IL TUO CUORE
In un secondo il messaggio rientrò prepotentemente nella sua testa.
Doveva trovare il modo di ingannarlo, di fargli credere di aver ceduto.
Ad un tratto uno strano pensiero iniziò a girargli nella testa.
Perché solo ora…Derrick Storm se ne è andato già da un po’..cominciò a meditare.
Cosa l’ha spinto a agire ora...
continuava a pensare.
Un dubbio ancora più sorprendente però si impossessò del suo cervello e del suo cuore.
Come diavolo fa a saperlo!! L’unica volta che ho detto a Kate che.…al funerale di Mongomery…quel maledetto era lì…realizzò in un attimo.
Prese immediatamente il cellulare e inviò un messaggio.
 
 
P.O.V. BECKETT
 
Da sola dentro l’ascensore non riuscì a fermare le lacrime che silenziose scendevano sul suo volto.
Lo aveva sempre tenuto sul filo del rasoio sentendosi allo stesso tempo lusingata e intimorita dal sentimento che quell’uomo manifestava per lei nei più svariati modi.
Le sue attenzioni, le sue parole, il suo sguardo dolce e affascinante facevano ormai parte della sua vita.
Parte del suo cuore.
Gli aveva mentito per paura di quello che provava e adesso rischiava di perderlo per colpa di un pazzo.
Perché non gli aveva detto che ricordava perfettamente le sue parole sussurrate in quel maledetto giorno.
Lui aveva avuto il coraggio di dirglielo, di donarle il suo cuore.
E lei si era chiusa nella sua fortezza impedendogli di entrare.
Chiunque avrebbe desistito, ma non lui.
Era sempre lì, accanto a lei.
Quella volta rinchiusi nel furgone refrigerato, davanti a quella bomba sporca, nell’auto spinta in fondo al fiume, insieme davanti a quella tigre, sempre con lei.
Always..pensò deglutendo per l’apprensione.
Ora era da sola. E l’aveva deciso lui, solo per proteggerla, ancora una volta.
Si sentiva così impotente e debole di fronte a quell’attacco anonimo e crudele.
Entrò in auto singhiozzando cercando di riprendere il controllo quando il suono di un sms la fece sussultare.
Prese il cellulare e si sorprese nel leggere il mittente del messaggio.
"KATE!!..E’ UN POLIZIOTTO!! NE SONO CERTO!!"
 
 
 

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Capitolo 6
*** PRONTA (PARTE PRIMA) ***


Scusatemi per le divisioni in parti dei capitoli ma non ho molta alternativa...problemi tecnici...intanto ditemi che questo "pezzo" vi piace oppure :((((..Un ringraziamento a tutti voi che mi dedicate il vostro tempo. E' un regalo prezioso. Tittili



PRONTA (PARTE PRIMA)




La donna osservò per qualche istante le parole scritte sul display quasi sperando che cambiassero il loro significato.
Sentì una sensazione di rabbia nascere ed espandersi nel petto e il solo pensiero che un poliziotto potesse essere l’ideatore della persecuzione di Castle le fece venire la nausea.
Come diavolo è arrivato a questa conclusione.. pensò subito dopo rendendosi conto di aver dato per scontato che quello ipotizzato dallo scrittore fosse la verità.
E se fosse una delle sue solite teorie assurdedisse tra sé e sé alzando gli occhi al cielo come gli capitava spesso al distretto quando ascoltava le fantasie investigative dell’uomo.
Aprì di botto la portiera della macchina e si incamminò con passo spedito verso lo stabile che aveva lasciato solo pochi minuti prima.
Entrò decisa nell’atrio e fece le scale di corsa fino ad arrivare davanti alla porta dell’appartamento dello scrittore.
Alzò la mano per bussare ma si fermò a mezz’aria indecisa tutto ad un tratto sul da farsi.
Aveva ancora sul volto i segni delle  lacrime e era stato così difficile andarsene, nonostante fosse una cosa necessaria, che improvvisamente il fatto di essere ritornata sui suoi passi non le sembrò più una buona idea.
Rimase immobile per qualche secondo e poi si girò lentamente avviandosi verso l’ascensore.
Ad un tratto la porta si spalancò alle sue spalle bloccandole il passo e facendola sussultare.
Sentiva il suono del suo respiro irregolare e il caldo tepore della casa che le raggiungeva le gambe leggermente intirizzite.
“…m-mi era sembrato d-di sentire un rumore…” sussurrò con un filo di voce l’uomo
Lei rimase immobile dandogli le spalle con il cuore in gola.
“…m-me ne vado subito…” replicò lei con un filo di voce temendo di ritrovare quella durezza che l’uomo aveva usato per allontanarla.
Ricominciò a camminare lentamente cercando di mantenere un certo controllo  ma quando la mano di lui le prese il polso sentì quasi le gambe cedere per l’emozione.
“…aspetta solo un minuto…ormai sei qui…t-ti espongo la mia teoria…” disse lui con voce bassa.
Sentire la sua pelle morbida e calda sotto le dita lo fece quasi trasalire.
Pochi minuti dopo aver spedito quel messaggio  aveva sentito dei passi fuori dalla porta e sicuro che fosse lei aveva atteso invano il suo bussare.
Ma nulla era successo. Era stato troppo duro, ma l’aveva fatto solo per difenderla dall’attacco di quel pazzo. E lei se ne stava andando per rispettare la sua richiesta.
Ora però che aveva la certezza che il loro nemico fosse un poliziotto non aveva più molto senso ciò che aveva fatto. Avrebbe scoperto immediatamente il “trucco” ed anzi avrebbe avuto sempre sotto tiro Kate.
Non poteva lasciarla andare e aveva aperto  la porta per fermarla.
Quando l’aveva vista allontanarsi il suo cuore aveva perso un battito e di slancio gli aveva bloccato il polso per trattenerla.
“..C-Castle…non so se…” balbettò lei continuando a dargli le spalle per non far vedere i segni delle sue lacrime.
..t-ti prego..” supplicò lui con un filo di voce.
Dopo secondi che sembrarono infiniti Kate entrò lentamente in casa evitando di farsi vedere in viso dallo scrittore.
Appoggiò il cappotto sullo schienale di una sedia e si avviò verso la grande finestra del soggiorno osservando le luci frenetiche della città.
Castle la osservava dall’altra parte della stanza cercando di trovare il modo di stemperare quella tensione che si percepiva distintamente nell’aria.
…t-ti va una cioccolata calda?..” chiese timoroso sentendosi immediatamente stupido.
La detective annuì con la testa continuando a guardare il panorama serale.
L’uomo di diresse in cucina con un peso nel cuore e mentre trafficava con latte e tegami di vari misure si rese conto che spiegare alla sua musa come era giunto alle sue conclusioni significava raccontarle anche ciò che lei non ricordava.
Come avrebbe reagito? Cosa sarebbe successo dopo? Tanti piccoli indizi gli dicevano che anche lei forse provava qualcosa per lui ma se l’avesse rifiutato? Se lo avesse considerato solo un buon amico?
Aveva preferito per anni un bel dubbio ad una cruda certezza ma, nonostante si sentisse in balia degli eventi  non aveva scelta. Il pericolo era reale, vicino e infido.
Versò con attenzione il caldo liquido scuro in due tazze con le facce di Topolino e Minni e ritornò in soggiorno con il piccolo vassoio appoggiandolo sul tavolino davanti al divano.
La donna era rimasta immobile dove l’aveva lasciata.
“..f-forse è meglio che la bevi ancora calda..” disse piano spezzando quel silenzio pesante.
Kate trasalì al suono delle sue parole e rimase come nel dubbio se muoversi o meno.
Castle si sedette sul divano e rimase immobile ad aspettare la decisione della donna che, dopo alcuni secondi si accomodò vicino a lui continuando a tenere il viso leggermente voltato come non volesse incrociare il suo sguardo.
Lo scrittore interpretò questo gesto come l’esternazione di un certo risentimento nei suoi confronti e si sentì come morire dentro.
Le mise tra le mani la tazza ancora calda e sfiorando le dita con le sue la sentì tremare.
“..p-perché sei sicuro che è un poliziotto?...” chiese lei ad un tratto con un filo di voce.
“..perchè era presente al funerale di Mongomery..”rispose lui  lentamente.
Le mani della donna tremarono appoggiando la tazza sul tavolo.
“..come lo sai?..” chiese ancora con voce rotta.
“…V-vedi Kate..tu..tu non ricordi nulla..lo so…ma..ma quando…mentre eri a terra…io..” cominciò a parlare lui non riuscendo a coordinare il discorso.
Lei non si muoveva, non lo guardava, continuava a guardare in basso attendendo le sue parole.
“..L-lui ha scritto..pagherai con il tuo cuore…lui sa che io..che..io…e l’unica volta che te l’ho detto è stato quel maledetto giorno…quindi era lì…”cercò ancora di spiegare confusamente lo scrittore.
Un silenzio irreale avvolgeva la stanza.
L’uomo aveva un nodo in gola e si sentiva quasi soffocare dal dolore che sentiva prendere piede nel suo cuore.
Era quasi certo che lei avesse capito cosa voleva dire e la sua mancata reazione non poteva che significare che i sentimenti profondi che lui provava non erano ricambiati.
“…ricordo tutto …” disse lei ad un tratto voltandosi finalmente verso di lui guardandolo fisso negli occhi.
“..c-cosa?..”  riuscì solo a pronunciare lui con espressione sorpresa e profondamente delusa.
“..ricordo ogni singolo istante di quel giorno…” ripetè lei mentre le lacrime le scendevano silenziose sul volto.
..p-perché?..perchè mentirmi tutto questo tempo…” chiese con un filo di voce Castle.
La detective deglutì non riuscendo a parlare.
L’uomo la fissò con sguardo ferito.
“..posso capire che tu non senta per me ciò che provo io...ma pensavo di meritare almeno un minimo di considerazione e risp..” cercò di dire con un minimo di controllo lo scrittore non riuscendo a finire la frase trovandosi le dita della donna sulle labbra.
…sono io che non merito te..” sussurrò lei annegando in quegli occhi color del mare.
…avevo paura Castle… paura di ciò che provo per te e non ero pronta ad affrontare il mio cuore…” continuò accarezzando dolcemente il profilo della bocca dello scrittore.
“…avevo..hai detto avevo..K-Kate…” sospirò lui perdendosi nel suo sguardo carico di lacrime.
“..t-ti amo Castle..”  disse semplicemente lei sentendosi improvvisamente libera di amare quell’uomo che era ormai diventato la sua ragione di vita.
 
 

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Capitolo 7
*** PRONTA (PARTE SECONDA) ***


Come promesso ecco la seconda parte, di cui però non sono totalmente soddisfatta, perchè non sono sicura di essere riuscita ad esprimere bene ciò che avevo più nel cuore che nella testa...fatemi sapere che ne pensate. Prossimo capitolo fra qualche giorno. Troppi casini e poco tempo. Un abbraccio a tutti. Tittili



PRONTA (PARTE SECONDA)



Lo scrittore si alzò di scatto allontanandosi da lei come se quelle parole lo avessero scottato.
“..no…” disse guardandola sconvolto scuotendo lentamente la testa.
C-Castle..” sussurrò lei respirando a fatica.
“...non mi hai detto una parola per quasi un anno…mi hai fatto scodinzolare intorno a te tutto questo tempo solo perché non avevi il coraggio di dirmi la verità..e ora...tutto ad un tratto…” disse con voce ruvida l’uomo con gli occhi adirati.
“..n-non sai quello che dici..” cercò di parlare lei alzandosi spaventata dalla reazione di lui
..allora spiegamelo tu!!..perchè?? dammi un motivo per crederti!..se non ci fosse stato questo pazzo paranoico che si diverte a minacciarmi avresti mai detto qualcosa del genere???…” esclamò lo scrittore pronunciando le parole con il dolore  nel cuore.
..no..hai ragione..non avrei detto nulla..” rispose lei avvicinandosi lentamente.
Più lei avanzava più lui indietreggiava.
“..q-quindi è una bugia?…”  sussurrò  l’uomo con voce tremante trovandosi con le spalle al muro trattenendo a stento le lacrime.
La detective arrivò a pochi centimetri da lui guardandolo fisso negli occhi vedendo il panico nel suo sguardo.
“...guardami R-Rick…e dimmelo tu..” disse con un filo di voce.
Rimase stordito. Sentiva il calore del suo respiro sulle labbra, il suo profumo che lo inebriava e quei meravigliosi occhi verdi che gli scavavano l’anima.
Aveva paura, paura di aver ragione, paura che quelle parole tanto sognate fossero solo una clamorosa menzogna.
Ricordava tutto ma non gli aveva detto nulla. L’aveva preso in giro per quasi un anno senza dire una parola. Perché doveva crederle ora?
Ma quegli occhi non stavano mentendo.
Non quegli occhi.
Alzò lentamente la mano appoggiandola dolcemente sul viso della sua musa che a quel tocco chiuse gli occhi come a percepirne meglio il calore.
Sentire la sua mano su di lei la fece fremere e quando riaprì gli occhi si sentì quasi annegare in quelli dello scrittore che la stavano guardando come mai era successo prima.
“…p-perdonami..” riuscì solo a dire lei respirando a fatica per l’emozione.
Le labbra di lui si appoggiarono titubanti e morbide sulle sue facendola tremare.
“..ti amo..” sussurrò l’uomo “..con tutto il mio cuore, con tutta l’anima, sei l’aria che respiro, la luce che illumina i miei giorni, la mia ragione di vita Kate..” continuò  fino a rimanere senza fiato.
Lei sorrise arrossendo violentemente.
Si guardarono come se fosse la prima volta che si vedevano diventando seri.
Le loro labbra si avvicinarono nuovamente sino a incontrarsi frementi.
Un bacio dolce, morbido che lentamente diventò più esigente e passionale.
Si divisero solo per la necessità di prendere fiato.
D-devi andartene Kate..” disse ansimando l’uomo.
C-come?..p-perché?” chiese lei sorpresa
D-dobbiamo scoprire chi è!..se sapesse che anche tu….” spiegò arrossendo “saresti ancora più in pericolo..dobbiamo evitare che lo scopra..” continuò cercando di non cedere ai piccoli baci che la donna gli stava dando sul viso e sul collo.
K-Kate…ti prego..” la supplicò chiudendo gli occhi subendo il dolce supplizio che lei gli stava donando.
“..v-va bene…hai ragione...” sussurrò lei staccandosi con fatica da lui.
Si allontanò andando a recuperare il cappotto sotto gli occhi incantanti del suo compagno che la seguiva con lo sguardo.
Si avvicinò poi alla porta raggiunta dallo scrittore.
Mise la mano sulla maniglia ma l’uomo la bloccò spingendola con forza contro la parete impossessandosi con passione della sua bocca.
Le labbra si schiusero con desiderio mentre le mani di lui sfioravano il corpo della donna facendola fremere.
“..C-Castle…se fai così.. come posso andarmene..” gemette lei cercando di ritrovare il controllo.
“.
.v-va..b-bene..”sussurrò lui sulle sue labbra “..dio..come lo odio!” imprecò liberando poi la donna dalla sua presa.
“..io invece devo essergli riconoscente…se non fosse stato per lui non avrei mai avuto il coraggio di dirti quanto..” replicò lei alzando lo sguardo su di lui “..quanto..ti amo…” concluse con un soffio di voce.
Sentire nuovamente la sua voce pronunciare quelle parole gli fecero sussultare il cuore dall’emozione.
..domani ti faccio sapere cos’ho scoperto..” disse poi la donna aprendo la porta.
Si fermò un attimo sulla soglia e voltandosi gli spostò dolcemente una ciocca di capelli ribelli.
..Always ..” sussurrò andandosene.
“..Always ..” rispose lievemente lui chiudendo la porta.
 
 

&&&

P.O.V. KATE
 
Entrò lentamente nell’ascensore avendo ancora il cuore che batteva all’impazzata e quando si chiusero le porte si appoggiò senza fiato alla parete del piccolo spazio cercando di riprendere il controllo delle sue emozioni.
Chiuse gli occhi risentendo le sue labbra esigenti, le sue mani, il calore del corpo appoggiato al suo.
Avrebbe voluto ritornare da lui e baciarlo ancora e ancora esprimendogli  il suo amore rimasto intrappolato in quella fortezza che si era costruita per non soffrire.
Gli aveva mentito.
Aveva ancora negli occhi il suo sguardo ferito e deluso. Avrebbe potuto perderlo solo per la sua maledetta paura di amare. Quanto si sentiva stupida.
Si avviò lentamente verso l’auto cercando di riordinare le idee.
Ora doveva trovare quel maniaco.
Sorrise lievemente.
Dopo averlo arrestato dovrò anche ringraziarlo..pensò entrando in auto partendo veloce verso casa.
 
 
P.O.V. RICK
 
 
Si sedette sul divano con il respiro ancora irregolare dal turbamento.
Non riusciva ancora a crederci.
Una giornata che era iniziata come un incubo si era trasformata incredibilmente nel suo sogno più irraggiungibile.
Certo, gli aveva mentito e la delusione che aveva provato era profonda ma in quel momento si rese conto che anche lui non era stato corretto con lei.
In fondo lui aveva trovato il coraggio di dire “ti amo”  solo perché aveva rischiato di perderla.
Lo stesso coraggio che aveva spinto la donna solo pochi minuti prima.
Entrambi spaventati dalla possibilità di essere feriti dall’amore, avevano ceduto solo per una paura più grande: quella di perdere la fonte del loro sentimento.
Proprio due cuori impavidi..pensò sorridendo.
Due cuori ormai inseparabili.
 
 

&&&

 
 
Questi visori notturni sono veramente eccezionalipensò seguendo con lo sguardo l’auto di Kate che si allontanava.
Prese lentamente la pistola dal cruscotto e dopo aver inserito con calma il silenziatore si accese una sigaretta aspirando profondamente.
“Oggi è il giorno della resurrezione” sussurrò poi in un sibilo accendendo il motore del furgone  dirigendosi verso la sua meta.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** PROFUMO ***


Scusate il ritardo...ma spero che la pazienza che avete avuto sia ripagata...un abbraccio e fatemi sapere se questo capitolo vi piace. Tittili



PROFUMO



Il traffico a quell’ora della sera era piuttosto scorrevole e Kate arrivò davanti a casa in poco più di venti minuti.
Stava per scendere dall’auto quando il suono di un sms la bloccò.
Osservò il piccolo display del cellulare.
Il mittente era anonimo e sentì improvvisamente una sensazione di ansia attanagliarle il cuore.
Con mano tremante aprì la piccola busta e si sentì gelare il sangue.
Immediatamente compose il numero dello scrittore.
Biiiiiiip….biiiiiiip…biiiiiip…biiiiiip….
Rispondi…ti prego…rispondi….pensava con il cuore in gola.
Ad un tratto sentì il rumore dell’apertura della comunicazione.
Castle!!” esclamò con sollievo.
Nessuna risposta, solo il respiro profondo di qualcuno.
C-Castle..” ripetè con un filo di voce.
Buona sera…Nikki…” rispose una voce gelida
La donna ebbe un brivido lungo la schiena.
Io non sono Nikki…” riuscì a dire con voce tremante.
Ohh certo che lo sei…e lo sappiamo bene tutti e tre…Nikki non esiste senza di te…” replicò la voce con una calma raggelante.
“..cosa vuoi? “ azzardò cercando di capire le intenzioni del suo interlocutore.
“..voglio indietro la mia vita..” rispose con decisione
“..non capisco..” insistette lei
“..Derrik Storm deve vivere..” concluse chiudendo la conversazione.
La detective rimase per alcuni secondi senza fiato osservando immobile il telefono come potesse avere da lui delle risposte.
Con le lacrime agli occhi accese il motore e partì sgommando correndo come non mai verso la casa dello scrittore.
Arrivò sotto lo stabile avendo infranto tutte le norme del codice della strada e mentre correva a perdifiato lungo le scale che portavano al suo appartamento il cuore sembrava volerle uscire dal petto.
Con angoscia vide che la porta di casa era socchiusa e avvicinandosi lentamente la aprì completamente.
Tutto era perfettamente in ordine.
C-Castle..” chiamò con un filo di voce sperando di vederlo comparire.
Il silenzio urlava nella sua testa.
Entrò solo di qualche passo quando con terrore vide del sangue sul pavimento.
“R-Rick..”riuscì solo a sussurrare in preda al panico.
 

&&&

 
Aprì lentamente gli occhi cercando di capire dove si trovava.
Lo spazio era angusto e buio, un odore di benzina e gomma lo raggiunse immediatamente facendolo respirare a fatica.
Era evidentemente nel portabagagli di una grande auto o di un furgone ma non riusciva a mettere a fuoco i pensieri.
Cercò di muoversi ma mai e piedi erano legati.
Aveva paura.
La testa gli girava e un senso di nausea gli avvolse lo stomaco un attimo prima di perdere di nuovo conoscenza.
 

&&&

 
Lanie accompagnata da Esposito e Ryan arrivò in pochi minuti.
Quando entrò nell’appartamento di Castle e  incrociò lo sguardo della detective per la prima volta da quando la conosceva, vide la paura nei suoi occhi.
Kate…cos’è succ..” cercò di dire ma le parole le morirono in gola quando vide il sangue sul pavimento.
Lanie…” riuscì solo a dire con un filo di voce la donna.
La dottoressa la raggiunse in un attimo e la strinse in un caldo abbraccio.
E’ vivo..la quantità di sangue è esiguo…sempre che sia il suo...” disse decisa , dopo aver sciolto l’amica dalla stretta, leggendo nella mente della detective quali erano le sue paure immediate.
In quel momento Ryan, che insieme al compagno di lavoro era entrato immediatamente nella casa per un sopralluogo, uscì dalla cucina con una strana espressione.
Cos’hai trovato?” chiese subito Esposito incrociando il suo sguardo.
L’irlandese alzò la mano mostrando un grande coltello da cucina sporco di sangue.
A quella vista Kate chiuse gli occhi non riuscendo più a trattenere le lacrime che silenziosamente le bagnavano il volto.
Rimase immobile, come fosse diventata di pietra, per alcuni secondi.
Lanie le prese la mano tremante e gelida tra le sue.
Quel tocco fu come un interruttore di energia, spalancò gli occhi e uno sguardo di fuoco comparve sul suo volto.
Troviamolo..” disse con un tono di voce che non ammetteva repliche.
 

&&&&

 
Quando riprese conoscenza si trovò seduto con una benda sugli occhi e le mani legate dietro la schiena.
Aveva freddo, molto freddo e si rese conto di avere addosso solo i pantaloni e una maglietta leggera.
La testa gli scoppiava e quando cercò di muoversi un dolore acuto alla spalla destra lo fece gemere.
Fece dei respiri profondi cercando di recuperare un minimo di controllo quando percepì una presenza, un profumo.
Chi c’è?” chiese nel buio.
Nessun rumore, nessun respiro, solo quel profumo.
“Sei tu, vero?”disse ancora ma con più decisione.
Dei passi lontani si avvicinarono lenti rimbombando.
Si trovava evidentemente in un magazzino o comunque in uno stabile molto grande come un parcheggio o simile.
I passi si fermarono dietro di lui. Un respiro lento e regolare, nient’altro.
Cosa vuoi?..” chiese rompendo quel silenzio angosciante.
Un dolore improvviso alla spalla sinistra fu l’unica risposta.
Sentì distintamente la lama tagliare la carne e il sangue uscire caldo scivolando  lungo il braccio.
“Maledizione!!! Cosa diavolo vuoi!!”urlò gemendo per la nuova ferita.
I passi si allontanarono lasciando solamente domande e paura.
E quel profumo.
 

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Capitolo 9
*** NON C'E' RIMEDIO ALLA MORTE ***


Altro aggiornamento....cosa ne dite?...a me piace...e a voi?...il prossimo tra qualche giorno!..Aspetto commenti!! Un abbraccio Tittili

NON C'E' RIMEDIO ALLA MORTE




Erano in tre davanti alla lavagna bianca del distretto.
La foto dello scrittore era appesa al centro come capitava sempre alla vittima dei casi che dovevano risolvere e la linea nera che delineava il tempo era segnata solo da un piccolo intervallo di 20 minuti, il momento del rapimento.
La donna osservava l’immagine dell’uomo che le sorrideva sentendosi invadere da un senso profondo di impotenza.
Il solo pensiero che potessero fargli del male le bloccava il respiro.
Il telefono suonò facendola sobbalzare.
“Beckett..”rispose secca ascoltando poi il suo interlocutore.
Grazie Lanie…” disse poi chiudendo la conversazione leggermente pallida.
Novità?..” chiese Ryan rompendo un silenzio pesante.
I-Il sangue..è di Castle…” rispose con un filo di voce la donna.
I due uomini la guardarono con apprensione non sapendo cosa dire.
Kate sapeva che doveva recuperare lucidità e soprattutto doveva dare ai suoi compagni tutte le informazioni necessarie per poter procedere con le indagini.
Dopo aver fatto un respiro profondo chiudendo per un attimo  gli occhi iniziò lentamente a parlare.
Ero andata a casa sua per chiedere spiegazioni del suo comportamento di stamattina visto che era più strano del solito. Ho dovuto insistere, ma poi mi ha raccontato di aver ricevuto una ventina di lettere anonime con il medesimo messaggio” cominciò a spiegare la detective indicando le buste azzurre che erano sulla sua scrivania.
Venti lettere…perché non ci ha avvisato..” intervenne Ryan prendendosi una gomitata da Esposito che aveva colto lo sguardo tormentato della donna.
“La lettera di stamattina però era diversa..era una minaccia..con tanto di telefonata..il tutto qui direttamente al distretto…”continuò con fatica sotto lo sguardo allibito dei due poliziotti.
Dobbiamo analizzare subito le lettere e vedere se ci sono impronte per confrontarle con..” disse Esposito
E’ un poliziotto..” disse la donna con un filo di voce interrompendo l’uomo.
Cosa?..” riuscì solo a dire Ryan con gli occhi sbarrati.
Un poliziotto?..Ma..” disse l’ispanico con sguardo interrogativo.
Il giorno del funerale di Mongomery..dopo che…beh…lui in quel momento mi ha…” un nodo in gola le impediva di parlare “Rick…ha detto di amarmi..” disse a fatica arrossendo violentemente senza avere in coraggio di guardare i suoi compagni.
“..meglio tardi che mai…ma questo cosa c’entra?” esclamò immediatamente Ryan.
La detective alzò lo sguardo leggermente sorpresa.
Avanti Beckett…non penserai mica che sia una sorpresa per noi?...adesso spiegaci questa storia del poliziotto!” disse sorridendo Javer appoggiando dolcemente una mano sulla spalla della donna.
La minaccia, secondo Castle, faceva riferimento a me…era sicuramente qualcuno che aveva sentito ciò che mi aveva detto quel giorno…e visto il messaggio che mi ha mandato sul cellulare quel bastardo poco dopo che me ne ero andata…credo che la sua ipotesi sia fondata..”
“Che messaggio?” dissero insieme i due uomini.
Kate porse ai due il cellulare mostrando il display illuminato.
 
Dov’è il tuo cuore?
 

&&&&

 
 
Non riusciva a smettere di tremare.
Il freddo era intenso e degli spifferi gelidi lo raggiungevano come schiaffi pungenti.
Le ferite ormai non sanguinavano più e il dolore era ormai sopportabile.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato dall’uscita del suo aguzzino ma era sicuro che sarebbe tornato presto.
Cercò più volte, spostando la testa vicino alle spalle, di togliere quella maledetta benda ma i tentativi erano stati vani come quelli di liberarsi delle corde che lo imprigionavano alla sedia.
Non riusciva a trovare nessuna via d’uscita e per un attimo lo sconforto prese il sopravvento.
Kate..” sospirò pensando alla sua musa.
Sarebbe veramente stato uno scherzo del destino morire per mano di un pazzo proprio ora che si erano trovati.
Cosa farebbe lei se si trovasse in questa situazione?..pensò cercando di ritrovare lucidità e forza.
Doveva trovare i punti deboli del suo carceriere. Capire cosa voleva veramente, interpretare i suoi messaggi e i suoi comportamenti per usarli contro di lui.
C’era qualcosa che lo tormentava, qualcosa che gli sfuggiva, che era davanti a lui ma che non riusciva a vedere e sentire.
Sentire…sentire… percepire….
Quel profumo…perché mi è così familiare…esclamò silenzioso nella sua testa.
Doveva ricordare, capire, collegare.
Si concentrò cercando di collegare i pezzi del mosaico e le immagini confuse di ciò che era successo dopo che Kate era uscita da casa sua stavano pian piano prendendo corpo.
Aveva sentito bussare alla porta e convinto fosse Kate aveva aperto con il sorriso sulle labbra.
Si era invece trovato davanti una figura vestita di nero con tanto di passamontagna che gli puntava una pistola contro.
Ricordava solo il rumore attutito del colpo che partiva, la sensazione di stordimento immediato, gli occhi pesanti e nel buio, il dolore alla spalla.
Era stato evidentemente drogato.
In quel momento una porta si aprì in lontananza e una folata di vento gelido lo investì facendolo rabbrividire.
I passi si avvicinarono lenti e minacciosi arrivando dietro di lui.
Sentiva il respiro lento e regolare.
E quel profumo. Cercava di ricordare dove l’aveva già sentito.
Io rivoglio Derrick Storm…trova il modo…” disse una voce profonda e gelida facendolo trasalire.
Ma…è morto…come posso farlo tornare…” replicò lo scrittore cercando di giustificarsi
Trova il modo...” disse di nuovo la voce
“Io..non posso…non c’è rimedio alla morte..” disse deciso il prigioniero provando a convincere il suo interlocutore.
Tornerò fra un’ora…e se Derrick Storm non sarà qui….tu raggiungerai lui…” sibilò andandosene velocemente.
E io che pensavo che Gina fosse un’arpia…hai un futuro come editore…” esclamò ironicamente provocandolo apertamente sperando in una reazione rivelatrice dell’identità del suo aguzzino.
Quando la porta si chiuse rumorosamente si rese conto che quello che stava per “scrivere” era il libro più importante della sua vita.

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Capitolo 10
*** ECCO CHI SEI ***


Capitolo di collegamento..quindi non lunghissimo...spero comunque che vi piaccia...fatemi sapere. Tittili

ECCO CHI SEI



Kate continuava a fissare la lavagna desolatamente bianca tranne che per la foto dello scrittore.
Un brivido le corse lungo la schiena.
Qualcuno là dentro era il rapitore.
Chissà quante volte gli aveva parlato, quante volte l’aveva incontrato e magari proprio in quel momento la stava osservando divertito dalla sua impotenza.
Si guardò intorno quasi a cercare di scorgere uno sguardo o un movimento strano che le rivelasse l’identità del pazzo.
L’ho pensato anch’io sai?...è qui sicuramente…e ci sta osservando…” disse Esposito quasi leggendo i pensieri della donna.
Già…è veramente una situazione kafkiana…se per caso scopriamo qualcosa…sarà il primo a saperlo…” replicò preoccupata la detective-
Meglio quindi parlare lontano da sguardi e orecchi indiscreti..” disse l’ispanico indicando con la testa la saletta relax.
Kate seguì subito l’uomo nella stanza del caffè e chiuse immediatamente la porta.
Cos’hai scoperto?” chiese ansiosa.
Le lettere arrivate a casa di Castle hanno solo le sue impronte e quelle di Alexis e Martha…” iniziò a spiegare lui.
e…” disse lei immaginando un qualcosa di insolito.
e questo vuol dire che anche se munite di indirizzo e francobollo con tanto di timbro non sono state spedite ma portate a mano…” concluse Javer con un sorriso.
Questo non ci aiuta molto direi..” disse piuttosto delusa la donna
Credi?...qui al distretto la busta chiaramente aveva anche le impronte del ragazzo che distribuisce la posta e di chi lavora nel reparto di smistamento della corrispondenza sia interna che esterna al piano terra..” continuò l’uomo con tono convinto
Continuo a non provare il tuo entusiasmo..” replicò lei cercando di capire dove voleva arrivare il suo collega.
Chi può far pervenire lettere al distretto senza usare le poste ed avere accesso a timbri postali abbastanza comuni da poterli modificare tanto da far pensare ad una spedizione tradizionale?..” chiese con un espressione compiaciuta.
Il volto della donna si illuminò come quello dell’ispanico.
Lavora nel reparto smistamento posta…” disse in un sussurro
Esatto…” concluse Esposito con un sorriso
Kate si mosse d’istinto prendendo in mano la pistola d’ordinanza dirigendosi decisa verso la porta ma venne prontamente bloccata dall’uomo.
Beckett!!!..ragiona con la testa!!...non con il cuore!!” esclamò lui prendendola per le spalle e guardandola fissa negli occhi.
La donna rimase un attimo immobile con il respiro affannato quasi si fosse appena svegliata da un brutto sogno.
Hai ragione…mi..mi dispiace..” balbettò cercando di recuperare il controllo delle emozioni che l’avevano assalita.
La sotto sono in sei…non sappiamo chi sia di loro…dobbiamo capirlo comparando orari, opportunità e soprattutto movente...poi andremo a prenderlo..”  disse con calma
Dov’è che hai trovato tutta questa astuzia investigativa?” lo prese in giro lei
Lavoro con la migliore” rispose lui con decisione.
 
 

&&&

 
Era stanco e indolenzito.
Tremava dal freddo e per quanto si sforzasse non riusciva a valutare lo scorrere del tempo.
Doveva assolutamente trovare un’idea per non farsi ammazzare ma continuava ad arrovellarsi il cervello cercando di ricordare dove aveva sentito quello strano profumo.
Pensa Richard…pensa…se è un poliziotto potresti averlo sentito al distrettosi ripeteva cercando di concentrarsi senza successo.
E’ uno che legge i tuoi libri ovviamente…chi al distretto ti ha mai parlato dei tuoi lavori…pensò, scuotendo poi la testa immediatamente rendendosi conto che lì dentro, chi prima chi poi, aveva parlato con lui dei suoi scritti.
E’ un vicolo cieco…non riesco a ricordare…come se mi avessero dato una botta in testa…e devo anche resuscitare Derrick Storm…l’avessi almeno fatto finire in coma invece di ammazzarlo…pensò con rabbia rimanendo poi per un attimo come senza fiato.
“Ma certo…ecco chi sei…”sussurrò a sé stesso quasi a conferma della sua deduzione.
In quel momento la porta si aprì con rabbia.  
 

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Capitolo 11
*** FRANK ***


Spero vi piaccia....Tittili.

FRANK




Sei cartelle una uguale all’altra.
Sei schede di servizio con tanto di foto dei dipendenti addetti all’ufficio smistamento posta.
Osservava i loro visi con sguardo duro e deciso.
Uno di loro era il bastardo che aveva preso Castle, che lo aveva sicuramente ferito e che aveva in mano la sua vita.
Stamattina solo due avevano il giorno libero” disse Ryan continuando a tenere gli occhi sul foglio dei turni di lavoro.
Non significa niente..poteva mettere la busta sia dall’interno che dall’esterno..” replicò secco Esposito
Non arriviamo a niente così…” sospirò esasperata Kate appoggiando i gomiti sul tavolo tenendosi la testa tra le mani “potrebbe essere uno chiunque di loro..” continuò sotto lo sguardo dei due colleghi.
Beckett…l’unico modo per trovare Castle è scoprire chi è il rapitore senza farci scoprire…e lo sai anche tu..” disse con calma l’irlandese.
Ho chiesto un favore ai miei amici della narcotici…da stasera tutti e sei saranno sotto sorveglianza…lo troveremo..” aggiunse l’ispanico con decisione.
Ok…avete ragione…è che…se gli succedesse qualcosa…io ..io…” balbettò la donna cercando di contenere l’ansia che gli attanagliava il cuore.
Lo sappiamo Beckett…senza il suo caffè della mattina non riesci a lavorare..”  disse dolcemente Ryan facendola sorridere lievemente.
 
 

&&&&

 
Il freddo lo investì per alcuni secondi finchè la porta non si richiuse rumorosamente.
I passi lenti e decisi si avvicinarono come un segnatempo arcaico.
Ora sentiva distintamente il suo respiro alle spalle.
Hai trovato il modo?” disse la voce scandendo lentamente ogni parola.
Si” rispose lo scrittore.
Ne ero certo” replicò con soddisfazione il rapitore.
Devo dire che hai trovato un modo piuttosto personale per motivarmi” disse con tono ironico Castle.
Bene…illuminami…” ordinò con tono perentorio l’aguzzino.
La morte di Derrick Storm è stata una montatura…la CIA aveva bisogno di un nuovo agente impossibile da identificare…e chi meglio di un morto per compiere missioni segrete…quindi..in realtà il nostro amico e vivo e vegeto…” spiegò Rick sperando ardentemente che la sua idea soddisfacesse le aspettative dell’uomo che aveva alle spalle.
Un silenzio glaciale scese tra i due mentre il tempo sembrava essersi fermato.
 “Si..potrebbe anche funzionare…e poi?..”chiese il rapitore per la prima volta con la voce ansiosa.
Non capisco..” chiese lo scrittore cercando di prendere tempo.
Cosa succede dopo!?” esclamò piuttosto agitato l’uomo appoggiando  un coltello sulla guancia dello scrittore.
Castle sentiva distintamente il freddo della lama tremare sul suo viso.
“Dopo?...posso far fare a Derrick qualsiasi cosa ma devi darmi più tempo per pensare a qualcosa di avvincente e bello da leggere…”disse piano lo scrittore  trattenendo il fiato.
 
 

&&&

 
Al funerale di Mongomery c’erano tutti?” chiese ad un tratto Ryan come se avesse avuto una folgorazione.
Non lo sappiamo…c’era tanta gente quel giorno…ma del distretto non mancava nessuno…” rispose Esposito continuando a esaminare le cartelle
Se come pensiamo è riuscito a capire quello che  Castle ha detto a Beckett quel giorno doveva essere molto vicino…più di quanto lo fossimo noi amico, visto che non abbiamo sentito niente…” continuò l’irlandese.
Hai ragione…ma chi diavolo si ricorda chi c’era li vicino in quella confusione..” replicò  l’ispanico
Noi no…ma le telecamere che riprendevano la cerimonia per il telegiornale sì…” disse Kevin sorridendo compiaciuto “non ci sono state utili per rintracciare il cecchino che ha sparato a Beckett perché puntate nella direzione opposta, ma in questo caso…”
I due si alzarono di scatto per mettersi velocemente al computer.
In pochi minuti il filmato era sullo schermo e gli occhi dei tre poliziotti  fissi sul video.
Le immagini scorrevano lente e nel momento in cui videro Kate colpita dal proiettile tutti i loro respiri si bloccarono per un attimo.
Era la prima volta che la donna vedeva quel filmato, si era sempre rifiutata di farlo, e rimase quasi pietrificata.
Il movimento disperato dello scrittore, il suo tentativo di salvarla cercando di proteggerla con il suo corpo, il suo sguardo terrorizzato mentre la guardava distesa a terra.
La telecamera continuava a filmare e l’immagine anche se mossa e concitata rimaneva puntata su di lei e su quell’uomo che le sussurrava parole non udibili ma che le rimbombavano nella testa.
Intorno a loro tante figure, tanti poliziotti e persone spaventate quando ad un tratto un viso emerse tra gli altri.
Eccolo!” esclamarono contemporaneamente i tre detective.
 

&&&

 
 
Sentì il sangue caldo scivolare lungo il viso ma non emise un solo lamento.
Non era una ferita profonda ma la lentezza esasperante con cui il suo aguzzino l’aveva incisa lo aveva profondamente colpito.
Ti concedo un’ora…” disse la voce
Generoso” replicò con tono sarcastico il prigioniero
I passi si allontanarono velocemente arrivando alla porta lontana.
“Un’ora..” ripetè gelidamente prima di uscire.
Il silenzio piombò nuovamente attorno allo scrittore.
Il freddo era diventato veramente intenso e nonostante tutti i suoi sforzi   per resistere ricominciò a tremare violentemente.
Se non mi ammazza lui mi fa fuori il gelopensò cercando di concentrarsi sulla storia che doveva inventare ma soprattutto su come usare contro il suo aguzzino il fatto di sapere chi era e perché stava agendo in quel modo.
 

&&&

 
Arrivarono sotto casa del rapitore in poco meno di un’ora.
Quando Kate scese dall’auto estrasse immediatamente la pistola e si mise a capo della squadra d’azione.
Beckett..” disse Esposito guardandola un po’ preoccupato
La detective lo guardò fisso negli occhi rispondendo silenziosamente alla domanda del suo collega.
Erano ormai pronti ad agire quando il cellulare di Esposito suonò all’improvviso.
Il poliziotto rispose immediatamente ascoltando con attenzione il suo interlocutore mentre la donna lo osservava con apprensione.
“Non è qua! Dobbiamo andare nella zona industriale…Castle è lì!”esclamò deciso Javier correndo verso l’auto seguito da tutti i colleghi.
 

&&&

 
Il tempo era trascorso troppo in fretta e quando sentì aprire nuovamente la porta si rese conto di avere paura.
I passi si avvicinarono lenti come al solito e si fermarono  alle sue spalle.
Tempo scaduto” sibilò lentamente il rapitore.
Lo scrittore rabbrividì e non solo per il freddo.
Mi dispiace…” disse piano.
Cosa?..” chiese sorpreso l’aguzzino rimanendo spiazzato.
Non mi è venuto in mente niente…niente che possa piacere a … Theresa…” continuò con un tono di voce più morbido.
Un silenzio irreale si materializzò come una nebbia invernale.
Castle sapeva perfettamente che in quel momento tutto sarebbe potuto accadere e il suo pensiero andò immediatamente alla donna che amava.
Chissà se l’avrebbe più rivista, o se quelli sarebbero stati i suoi ultimi istanti di vita.
Sentì l’uomo muoversi con il respiro per la prima volta irregolare e attese con il cuore in gola.
E la benda che aveva sugli occhi cadde a terra.
Era stato talmente tante ore al buio di quella costrizione che anche la luce fioca della piccola lampadina appesa al soffitto gli ferì gli occhi con dolore.
Il suo rapitore era ora davanti a lui, immobile.
Come hai fatto?” chiese con un filo di voce fissandolo con occhi neri come il carbone
Il profumo di legno di sandalo” rispose lo scrittore con gli occhi ridotti a fessura “sapevo di averlo già sentito…ma me ne sono ricordato solo ora…” continuò spiegandosi meglio.
L’uomo fece un sorriso amaro.
Sai cosa significa questo, vero?” sentenziò l’aguzzino dopo alcuni secondi che sembrarono non finire mai.
Che non puoi più lasciarmi andare perché so chi sei” rispose con tono calmo Castle.
Se sapevi questo, perché ti sei scoperto?” chiese sorpreso l’uomo
Perché so che non mi avresti lasciato andare comunque, non potevi rischiare di essere preso, vero Frank? Chi si sarebbe occupato di Theresa?” rispose sicuro il prigioniero sostenendo lo sguardo  con coraggio.
Ancora quel silenzio pesante.
Hai ragione. Ma prima…devi scrivere la nuova storia di Derrik Storm..ne ha bisogno” disse duro Frank avvicinando il viso a quello dello scrittore.
In quel momento Castle si rese conto che il suo tempo era ormai contato e in cuor suo sperò ardentemente che Kate fosse, anche il quel frangente, la miglior detective di New York.

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Capitolo 12
*** THERESA ***


Ditemi subito subito se vi piace o se vi ho deluso....Vi prego!!....un abbraccio. Tittili

THERESA



L’auto correva veloce lungo le strade della città seguita dal resto della squadra di intervento.
Esposito guidava con attenzione e il suo sguardo deciso esprimeva la stessa tensione degli altri due occupanti della vettura.
Era il mio amico Oscar della narcotici. A lui avevo affidato il controllo di Lorne e mi ha avvisato degli ultimi spostamenti. Arriveremo in una mezz’ora” spiegò in modo sbrigativo l’ispanico premendo con decisione sull’acceleratore.
Kate non diceva una parola continuando a ripensare alle misere informazioni che era riuscita a recuperare sul rapitore di Castle.
- Frank Lorne – anni 52 – sposato
Agente della Polizia di New York da 26 anni
Due encomi ricevuti per azioni di pattuglia su strada.
Nessun nota negativa.
Trasferito a lavori di ufficio interno su richiesta dello stesso Lorne due anni fa.

La donna non riusciva a trovare niente che giustificasse la sua follia e questo la rendeva estremamente nervosa perché non sapeva cosa avrebbe dovuto affrontare una volta arrivata alla meta.
Quest’uomo era li da più di 25 anni e lei non sapeva neanche chi era, come poteva essere?
Si domandò quante altre persone facevano da sempre parte del suo mondo ma erano per lei inesistenti.
Aprì nuovamente la scarna cartella e osservò con attenzione la foto di Lorne.
I capelli corti neri leggermente brizzolati, il volto magro e scavato dalla carnagione scura e quegli occhi neri come la brace che sembravano brillare anche in quell’immagine così formale.
Perché hai fatto questo? Cosa  nascondi? si domandò catturata da quello sguardo magnetico.
 

&&&

 
Va bene Frank…mi farò venire qualche idea…ma ho bisogno di scrivere…non riesco solo a pensare..” disse Castle cercando di far capire al suo interlocutore la sua necessità.
L’uomo alto e dal fisico atletico lo fissò intensamente cercando di capire se le richieste dello scrittore fossero solo un espediente per guadagnare tempo.
Il blu degli occhi del suo prigioniero era limpido come il mare d’estate e un sorriso nacque spontaneo  sul viso del rapitore.
“Ok..adesso ti porto della carta e una penna…” sentenziò muovendosi velocemente verso l’uscita.
Magari portami anche un maglione…fa un freddo cane qui dentro..” esclamò Rick un attimo prima di sentire la porta richiudersi rumorosamente.
Piombato nuovamente in quel silenzio angosciante lo scrittore ripensò al primo incontro con Frank Lorne.
 
Flash back – due anni fa –
 
Era una mattina come tante e Castle, con i soliti due caffè, stava entrando al 12° distretto.
Salutò con un sorriso l’agente di guardia e si avviò con calma verso l’ascensore.
Aveva appena schiacciato il pulsante di chiamata quando uomo in divisa si affiancò a lui.
Appena le porte si aprirono entrambi si fermarono per dare la precedenza all’altro nell’entrata.
I loro sguardi si incrociarono e con un sorriso entrarono contemporaneamente.
“A che piano?” chiese cortesemente lo scrittore.
“Meno uno” rispose il suo interlocutore aspettando una reazione che doveva ormai essere per lui abituale.
“Come meno uno?” chiese stupito Castle
“Lavoro sotto terra….” rispose con un sussurro l’uomo come se fosse un’informazione segreta di cui gli faceva dono.
Lo scrittore aprì la bocca dalla sorpresa facendo ridere di gusto l’agente che aveva di fronte.
“Mi scusi…ma la sua espressione è veramente uno spasso signor Castle..” disse ancora ridendo l’uomo
“Lei sa chi sono io ma io non ho il piacere di conoscere lei…” rispose sorridendo lo scrittore accennando a porgergli la mano ma purtroppo occupata da un caffè fumante.
“Lorne…Frank Lorne..lavoro all’ufficio smistamento posta da un paio di mesi..” si presentò l’agente con uno strano tono di voce nel pronunciare le ultime parole.
Castle aveva colto come un velo di tristezza ma non conosceva abbastanza il suo interlocutore per poter approfondire la cosa.
“Piacere di conoscerla…allora…si diverte sempre così a prendere in giro i suoi compagni di ascensore?” chiese con simpatia
“No..no..è che era un’occasione unica riuscire a stupire il grande scrittore di gialli..” rispose Lorne con un sorriso.
“Lei legge i miei lavori?” chiese Rick.
Il volto dell’uomo si rabbuiò immediatamente.
“Diciamo di sì…li leggo a mia moglie…lei adora i suoi libri…quelli vecchi di Derrick Storm…” sussurrò con lo sguardo perso nel vuoto Lorne mentre le porte si aprirono al piano interrato.
“Ora la saluto signor Castle…è stato un piacere conoscela…” disse con tono più sereno uscendo poi dall’ascensore.
Castle rimase per un attimo come impietrito ma subito dopo seguì immediatamente l’uomo prima che le porte si richiudessero.
“Signor Lorne..scusi se mi permetto e può tranquillamente mandarmi a quel paese se vuole…ma…credo di aver intuito che questa sua lettura è…obbligata…da qualcosa di più grande di lei. Posso fare qualcosa per aiutarla?” chiese titubante sperando di non aver esagerato.
Gli occhi neri di Frank Lorne lo penetrarono fino nell’anima senza che una sola parola uscisse dalle sue labbra.
Dopo alcuni secondi che sembrarono non voler passare mai l’uomo però parlò.
“Due mesi fa mia moglie è stata investita da un pirata della strada e purtroppo è entrata in coma…. Un coma irreversibile dicono…” iniziò con lentezza continuando a fissarlo “…hanno provato di tutto ma nulla ha avuto effetto….. Mi hanno detto di cercare di stimolarla con tutto quello che le possa dare la spinta a voler tornare tra di noi…e così le faccio ascoltare la sua musica, le faccio sentire ogni giorno il suo profumo preferito ma l’unica cosa che, per un solo istante in questi due mesi, ha avuto un infinitesimale effetto è stato ascoltarmi mentre leggevo un suo libro signor Castle…e quindi lei ha già fatto molto per me” concluse con gli occhi lucidi.
Castle era rimasto senza parole con il respiro come bloccato dal profondo dolore che leggeva in quello sguardo.
“Se per lei non è un disturbo..vorrei tanto  venire a trovare sua moglie…” riuscì solo a dire pentendosi subito dopo per il timore di aver esagerato.
Il volto del poliziotto all’inizio sorpreso si trasformò lentamente nell’emblema della gratitudine.
“Sarà un piacere signor Castle…Theresa ne sarà felice…” rispose con un nodo in gola.

 
Dopo quel giorno era andato un paio di volte all’ospedale dove era ricoverata la moglie di Lorne ed era lì che aveva sentito quel particolare profumo tanto caro alla donna.
Ricordava perfettamente il marito intento a leggere e rileggere sempre le stesse storie di Derrick Storm e in quel momento ebbe una gran pietà per quell’uomo disperato.
Cosa sarei disposto a fare io per Kate..si domandò con il respiro che faceva fatica a rimanere regolare.
La porta si aprì di scatto e sentì i passi di Frank che si avvicinavano velocemente.
Ad un tratto degli strani rumori gli fecero capire che il suo rapitore stava avvicinando qualcosa di pesante alla sua sedia.
Vide comparire un vecchio tavolo e d’un tratto una penna a sfera e un vecchio quaderno erano davanti a lui.
Io avrei bisogno delle mani per scrivere..” disse con tono ironico lo scrittore.
Lo so…ma non mi fido troppo di te…sei diventato bravo stando così vicino alla detective Beckett..” rispose Frank avvicinandosi a lui estraendo il coltello.
Castle pensò ad un altro segno doloroso ma si trovò invece liberato dalle funi ma assicurato al tavolo con delle manette che gli bloccavano solo il braccio sinistro.
Se non ricordo male..non sei mancino..” disse sorridendo Lorne sedendosi su una sedia dall’altra parte del tavolo.
Ora…scrivi…” continuò poi con voce ruvida.
Perché proprio ora…sono passati quasi due anni..” chiese Rick prendendo la penna con mani tremanti dal freddo.
Perché sta peggiorando…non ha avuto nessun segno da troppo tempo…e voglio staccare le macchine…devo dimostrare che lei è ancora qui con noi…e mi serve Derrick Storm…una nuova storia che la incuriosisca…” spiegò il poliziotto fissandolo con sguardo gelido.
Perché Kate?” chiese ancora
Perché adesso sai cosa vuol dire amare qualcuno più di sé stessi…e farai qualsiasi cosa per salvare la tua Kate..anche resuscitare i morti…quindi scrivi…altrimenti morirai sapendo che le farò del male…” concluse facendo rabbrividire lo scrittore.
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** IL TEMPO STA PER SCADERE ***


Scusate per il ritardo biblico...comunque ecco il nuovo capitolo che spero non vi deluda...un abbraccione a tutti. Tittili

IL TEMPO STA PER SCADERE




“Ci siamo”esclamò Esposito frenando davanti ad un cancello fatto di rete metallica che sembrava piuttosto rovinato.
Era l’unico accesso ad un’area molto estesa e recintata dove si potevano scorgere almeno una ventina di grandi magazzini che sembravano abbandonati.
Oscar mi ha detto che il nostro pazzoide ha parcheggiato qui davanti un paio di volte durante questa giornata ma non è riuscito a vedere dove entrava” spiegò l’ispanico mentre un collega della squadra faceva saltare il lucchetto con un paio di tronchesi.
Dobbiamo ispezionare ogni stabile senza farci scoprire. Dividiamoci e silenzio radio per quindici minuti. Poi ci ritroviamo qui davanti.” ordinò Beckett impugnando la pistola e avviandosi velocemente sulla destra.
Tutti i poliziotti seguirono le istruzioni della donna e sparirono nel buio.
 
Kate si muoveva rapidamente ma con estrema attenzione.
Il cuore le batteva all’impazzata.
Signore…proteggilo tu…pregò pensando all’uomo che ormai era diventato la sua ragione di vita.
Si avvicinò con circospezione ad una finestra i cui vetri erano sporchi e rovinati.
Sembrava tutto abbandonato e vuoto ma ad un tratto il suo sguardo fu attirato da una piccola luce fioca appesa al soffitto in fondo al grande magazzino che stava esaminando.
Il respiro le si bloccò in gola quasi a cercare di fare meno rumore possibile.
L’aveva trovato, non potevano esserci dubbi, ma non poteva chiamare rinforzi.
Doveva ritornare al punto di incontro e aspettare i suoi compagni per poi agire tutti insieme.
Pulì lentamente una piccola area del vetro lurido per riuscire a vedere meglio l’interno.
C’era un tavolo con due uomini seduti uno di fronte all’altro.
Quando si rese conto che quello che le dava le spalle aveva addosso solo una maglietta macchiata di sangue il suo cuore ebbe un fremito.
Ad un tratto il rapitore si alzò di scatto colpendo al volto la sua vittima facendola cadere a terra.
 

&&&

 
Castle tremava vistosamente e la calligrafia ne subiva le conseguenze inevitabili.
“Guarda che io devo capire i tuoi geroglifici per poterli leggere”ringhiò Frank osservando gli strani segni che lo scrittore tracciava con fatica
Prova tu a scrivere legato e con questo freddo vestito solo di una maglietta” esclamò esasperato l’uomo guardandolo con sfida.
Frank si alzò in un lampo e gli sferrò un violento pugno sul viso.
Preso alla sprovvista lo scrittore rovinò a terrà con tutta la sedia gemendo per il dolore.
“Ma che uomo sei…mugolare come un bambino per un pugno”lo prese in giro l’aguzzino fissandolo dall’alto con sufficienza ma Castle rimaneva a terra continuando a lamentarsi vistosamente.
Frank quindi fece un paio di passi lateralmente e si rese conto della realtà: lo scrittore era caduto con tutto il peso sul braccio che il rapitore aveva assicurato al tavolo con le manette.
“Si è …r-rotto…” si lamentò Rick sotto lo sguardo attonito di Lorne.
Dopo alcuni secondi di stordimento il poliziotto si avvicinò deciso e rimise  lo scrittore sulla sedia facendolo urlare per il dolore.
Sei fortunato…non sei mancino…puoi ancora scrivere…” sibilò davanti al volto dell’uomo segnato dalla sofferenza.


&&&

 
Lo vide cadere sotto il colpo violento del suo aguzzino e per un attimo il suo istinto fu quello di intervenire immediatamente ma sapeva che questo sarebbe stato troppo pericoloso, soprattutto per il prigioniero.
Continuò a guardare la scena mentre le lacrime le scendevano silenziose sul viso e quando sentì le urla di dolore di Castle mentre Lorne lo rimetteva di peso sulla sedia si rese conto che le conseguenze di quella violenza dovevano essere state più gravi di quanto pensasse.
Deve essersi rotto qualcosa…immaginò cercando di rimanere calma mentre il suo cuore sembrava volerle uscire dal petto.
Mancavano ormai pochi minuti al rendez–vous con la sua squadra e cercò quindi di memorizzare al meglio la posizione dei due uomini e di tutto quello che li circondava per poter poi riuscire a condividere il maggior numero di informazioni utili per l’azione successiva con i suoi colleghi.
Quando si allontanò dalla finestra per raggiungere l’entrata si sentì come morire: non voleva lasciarlo da solo in balia di quel folle ma doveva farlo.
Lo guardò ancora per un attimo e poi corse a perdifiato lasciando il cuore su quel davanzale.
 

&&&

 
Non si era mai fratturato nulla in vita sua e quel dolore intenso e acuto sembrava volere impossessarsi dei tutto il suo essere.
SCRIVI!!” sentì urlare Frank sul suo volto.
Lentamente prese con fatica la penna e ricominciò a tracciare lettere che diventavano parole e parole che diventavano frasi.
Nonostante tutto riusciva ancora a dare un senso a quello che pian piano diventava una storia su quel quaderno sgualcito.
Si era reso conto che qualunque cosa avesse scritto per Frank sarebbe stato indifferente.
Aveva solo bisogno di qualcosa da portare a Theresa.
Aveva bisogno di una speranza.
Impazzito per la perdita del suo amore…pensò con un sorriso triste lo scrittore sentendosi stranamente vicino a quell’uomo.
Ripensò alle parole che Frank gli aveva detto poco prima:
…adesso sai cosa vuol dire amare qualcuno più di sé stessi…
Ecco che allora la mano andò più veloce, le parole sgorgavano come acqua da una fonte di montagna, limpide, vere, uniche.
Se quella doveva essere la sua ultima opera allora avrebbe scritto di lei.
Derrick Storm avrebbe incontrato il vero amore. 

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Capitolo 14
*** VOCE ***


Rieccomi a voi...è stato un capitolo difficile da scrivere...ma sono abbastanza soddisfatta...ditemi cosa vi sembra...mi è molto utile sapere cosa si percepisce da "fuori"...un abbraccione a tutti. Tittili



VOCE



Si fermò sul punto d’incontro col cuore in gola scrutando con ansia il buio in attesa dell’arrivo del resto della squadra.
Calmati Kate…ragiona..pensa…disse a sé stessa cercando di recuperare il controllo necessario.
Continuava a risentire nella testa le urla di dolore di Rick, rivedeva quella maglietta sporca di sangue e il suo corpo tremare.
In quel momento arrivarono i poliziotti impegnati in quell’azione seguiti dopo pochi istanti da Ryan ed Esposito che avevano ispezionato i capannoni più lontani.
Li ho trovati” disse con calma la detective incrociando gli sguardi tesi dei suoi compagni.
“Qual è la situazione?”chiese serio l’ispanico
Lorne è da solo ma non sono riuscita a vedere se è armato. Da come si è organizzato non si è preparato a reagire ad un eventuale irruzione ma è sempre un poliziotto e dobbiamo agire con attenzione. Lui sa bene come lavoriamo” rispose professionalmente la donna.
Come sta?” chiese allora l’irlandese senza che fosse necessario specificare di chi parlasse.
E’ vivo” rispose Kate con la voce leggermente incrinata “ma dobbiamo intervenire in fretta..temo che la situazione stia purtroppo degenerando…se riuscissimo almeno a sapere cosa ha spinto Lorne ad agire in questo modo…” continuò dando un calcio ad un vecchio barattolo con un gesto di stizza.
Uno dei poliziotti della squadra che ascoltavano con attenzione le parole dei colleghi fece un piccolo passo verso i tre.
Mi scusi detective Beckett…ma credo di sapere io di cosa si tratta…sono stato l’ultimo partner di pattuglia di Lorne prima dell’incidente..” disse l’uomo attirando immediatamente l’attenzione di Kate.
Incidente?...quale incidente?…” chiese con apprensione  Ryan rubando le parole alla donna.
 
 

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Castle sentiva che lentamente le forze lo stavano abbandonando.
Il dolore al braccio, ormai insopportabile, stava prendendo pian piano il sopravvento ma nonostante tutto una strana sensazione di benessere rendeva tutto questo come ovattato.
La penna correva veloce sulle pagine rovinate di quel quaderno sgualcito lasciando nero su bianco tutto ciò che non aveva avuto il tempo di dire a Kate.
Più scriveva più avrebbe voluto scrivere.
Questa storia è strana” disse ad un tratto Lorne.
L’uomo infatti aveva preteso dallo scrittore di avere subito le pagine pronte per poterle leggere mentre lui continuava a scrivere.
Castle alzò lo sguardo per un attimo
Strana?..come strana..” chiese incuriosito dall’aggettivo usato dal suo rapitore.
Sono due anni che leggo le stesse storie a Theresa…questa è molto …molto…Derrick Storm è diverso…” disse Frank non riuscendo a definire al meglio il suo pensiero.
Beh…uno che torna indietro dalla morte non può che essere diverso…ci sono cose che ti cambiano la vita per sempre…” rispose lo scrittore fissando negli occhi il suo interlocutore.
Già..” replicò Lorne facendo scendere uno strano silenzio.
Pensi che a Theresa piacerà?” chiese con un sussurro Castle cercando di nascondere un lamento dovuto ad un movimento inconsapevole del braccio spezzato.
Si…direi proprio di sì….ma credo piacerà molto di più alla detective Beckett….” rispose con un filo di voce il poliziotto con un sorriso triste sul volto.
Lo scrittore rimase per un attimo stupito riprendendo poi il suo lavoro.
Mi dispiace” disse allora il rapitore con un tono di voce veramente contrito.
“Lo so” replicò lieve Castle continuando a scrivere conscio che quella terribile avventura ormai era quasi giunta alla fine.
 
 

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“Non mi piace…non mi piace per niente…” esclamò l’irlandese dopo che Kate ebbe finito di illustrare il suo piano.
“Sono d’accordo…è troppo pericoloso…” aggiunse Esposito supportando il suo collega.
“Non vedo alternative…dobbiamo sorprenderlo...se agissimo seguendo il protocollo saprebbe assolutamente come reagire…e Castle non avrebbe scampo..” replicò decisa la donna pronunciando le ultime parole con tensione.
Va bene…ma se si mette male…” iniziò Javer “entriamo in azione subito” concluse Kevin.
Allora prepariamoci…” replicò con decisione la donna con sguardo di pietra.
Esposito e Ryan si guardarono con uno sguardo d’intesa.
L’alba ormai alle porte avrebbe illuminato gli esiti imprevedibili di quella terribile notte.
 
 

&&&&

 
La penna gli scivolò dalle dita intirizzite e stanche cadendo a terra senza quasi fare rumore.
Gli occhi erano pesanti, quasi non sentiva più il freddo, l’unica cosa che lo teneva vigile era il dolore intenso e violento al braccio.
Coraggio…continua…non ho più tempo” disse con tono duro Lorne porgendogli la penna recuperata prontamente.
Lo scrittore lo guardò quasi incredulo.
“Non ce la faccio…mi dispiace…” disse con un filo di voce ormai esausto e sofferente.
L’uomo piantò con violenza il coltello sul tavolo a pochi centimetri dalla mano dello scrittore.
Vediamo se ti faccio tornare la voglia…” sibilò Frank con fare minaccioso.
Lo scrittore rimase immobile.
Castle…non sto scherzando…” disse con voce dura l’uomo.
Rick lo guardò fisso e quando vide il suo rapitore estrarre una pistola e puntargliela a pochi centimetri dal volto chiuse gli occhi.
“Io sono pronto Frank…e tu?”disse in un sussurro.
Il poliziotto rimase come stordito dall’atteggiamento del suo prigioniero.
La sua mano tremava quando ad un tratto una voce riempì il terribile silenzio di quel gelido magazzino.
Ciao Frank..”
Kate…pensò Castle ringraziando il cielo di aver avuto la possibilità di risentire ancora una volta il suono della sua voce.
E tremando subito dopo per lei…Non dovevi rischiare amore mio
 
 

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Capitolo 15
*** NON SI TORNA INDIETRO ***


Finalmente sono riuscita ad aggiornare...un capitolo un pò particolare...solo dal punto di vista di Kate...spero vi soddisfi...fatemi sapere che ne pensate..un abbraccione e spero di non deludervi.Tittili



NON SI TORNA INDIETRO



Lorne alzò immediatamente lo sguardo e la pistola puntandola verso la zona più in ombra.
I passi lenti e decisi della donna riecheggiarono nel grande magazzino vuoto e desolato e la figura slanciata ed elegante della detective, prima indefinita nel buio,  divenne sempre più chiara, fino ad arrivare a un paio di metri dai due uomini.
Detective Beckett…lei riesce sempre a sorprendermi…” disse Frank puntandole l’arma addosso con decisione.
Mai quanto lei sergente Lorne…” rispose calma Kate
Non mi dica che è venuta da sola..” chiese con tono ironico il poliziotto scrutandola attentamente.
Tu cosa dici Frank?” rispose seria lei
Io dico che una squadra ha già circondato il magazzino e qualcuno sta già cercando di prendere una buona postazione per tenermi sotto tiro aspettando il momento giusto” replicò secco il poliziotto spostandosi lentamente  vicino al suo prigioniero appoggiano una mano sulla spalla dello scrittore che reagì con un lamento.
Direi che la tua analisi è perfetta…quindi cosa pensi che succederà ora?” domandò impassibile la donna
Credo che  dovrò giocarmela bene…in fondo ho un ostaggio..” rispose l’uomo continuando a tenere sotto tiro la poliziotta.
Io sono disarmata…quindi direi che di ostaggi ne hai due…” affermò con una calma disarmante Kate avvicinandosi lentamente al rapitore fino a trovarsi con la canna della pistola a mezzo metro dal suo petto.
Lorne rimase sorpreso dall’atteggiamento e dalle azioni della donna che certo non seguivano nessun protocollo della polizia.
Fermati…credi che sia così stupido?” esclamò duro l’uomo stringendo nervosamente l’impugnatura dell’arma.
La poliziotta sembrava imperturbabile. Nessun fremito, nessuna esitazione, nessuna emozione.
Fece un altro passo facendo annullando totalmente la distanza tra l’arma e il suo corpo.
“Maledizione..Beckett che diavolo fai!!??…”esclamò Esposito dentro l’auricolare della donna.
Frank la guardava stupito e con la mano che tremava.
“Puoi controllare…non sono armata…”disse con calma lei.
Passarono alcuni secondi che sembrarono infiniti finchè Lorne con uno sguardo strano negli occhi fece un sorriso beffardo.
Ci credo” sussurrò cambiando velocemente il suo bersaglio e puntando la pistola alla testa di Castle.
Il cuore della donna ebbe un sussulto ma nulla traspariva dalla sua espressione che rimaneva impassibile quasi nulla potesse sorprenderla.
Beckett…non mi piace…non mi piace…” continuava a dire Esposito che poteva osservare la scena da una piccola finestra con un fucile di precisione tra le mani.
Perchè è qui detective?” chiese Lorne trapassandola con i suoi occhi scuri
Per lui” rispose spostando per un attimo gli occhi su l’uomo tremante seduto davanti a lei.
Non l’aveva ancora guardato, neanche quanto Frank gli aveva puntato l’arma alla testa. Si era limitata ad osservare solo la pistola.
Delle profonde ferite quasi all’altezza delle spalle segnavano il corpo dello scrittore e un grande ematoma sull’avambraccio sinistro confermava l’ipotesi di frattura che la donna aveva immaginato dopo la caduta a cui aveva assistito.
Riusciva soltanto ad intravvedere il profilo del suo viso e quando si accorse del taglio  lungo la guancia quasi non riuscì a respirare.
Era stremato, quasi incosciente.
Calma Kate…pensa…usa quello che sai di luidisse a sé stessa cercando di riprendere il controllo.
“Aveva altri modi di intervenire…lo so bene…perché così?…è molto rischiosa per lei detective…”la incalzò il poliziotto ridestandola dai suoi pensieri.
Ma è il modo più sicuro per lui” rispose sinceramente la donna osservando con soddisfazione lo sguardo sorpreso del suo interlocutore.
“E la Gates cosa pensa di questa sua decisione…diciamo…più di cuore che di testa?” disse Lorne con uno strano tono di voce, quasi triste.
“Non ne ho idea…lo saprò quando lo scoprirà…”rispose lei con un sorriso ironico.
Non credo approverà” sentenziò lui continuando a guardarla con curiosità
Come credo non approverebbe Theresa…chissà cosa direbbe..” sussurrò Kate cercando di mascherare la tensione.
“NOOOO…Beckett!!!...” esclamò Esposito terrorizzato dalla reazione di Lorne e consapevole di non poter intervenire avendo in quel momento la donna sulla sua linea di tiro.
Il viso del rapitore divenne una maschera di pietra.
Un silenzio terrificante cadde tra i due poliziotti.
Theresa non dice più niente da due anni” disse con voce gelida l’uomo dopo alcuni secondi interminabili.
“Non è vero” rispose Kate
Lorne la guardò con odio.
Mia madre non parla da tredici anni…ma sento sempre la sua voce” continuò la donna consapevole che ormai non poteva più tornare indietro.
Stai zitta” sibilò l’uomo con gli occhi di fuoco
Tu sai bene cosa ti direbbe…sai bene che non vorrebbe questo…che l’amore che hai per lei non può essere fonte di dolore…che la stai deludendo..” lo incalzò lei.
ZITTAAAA!” urlò Lorne puntandole ad un tratto la pistola contro.
“Io posso anche tacere…ma Theresa no…non lo farà mai..”sussurrò Kate
 “Io potrei ucciderti ora…senza che nessuno possa fare niente..”disse con un filo di voce l’uomo.
Lei lo guardò fisso pronta all’inevitabile.
L’unica cosa che la sollevava era il fatto che Castle sarebbe sopravissuto e che sia Alexis che Martha avrebbero potuto riabbracciarlo.
Lo so…ma questo farà tacere me…non Theresa…” rispose la donna
Ormai è troppo tardi…non posso più tornare indietro…” replicò con voce incrinata Lorne con le mani che tremavano
Hai ragione…indietro non si torna…si può solo andare avanti…e la direzione da prendere la puoi scegliere solo tu..” disse con calma la detective.
Come posso decidere da solo…” sussurrò l’uomo con gli occhi spaesati.
Non sei solo Frank…tu hai Theresa vicino a te…” disse Kate con un filo di voce.
La guardò come se la vedesse per la prima volta.
Il rumore della pistola che cadeva a terra rimbombò nel freddo magazzino.

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Capitolo 16
*** SOSPESI ***


Ed eccomi qui di nuovo da voi...un capitolo difficilissimo da scrivere...era nel cuore ma non riusciva ad uscire...e forse è ancora lì...ditemelo voi se ci sono riuscita...io non riesco più a capire...Tittili




SOSPESI




I passi di Kate.
Prima lontani e quasi indistinti, eccoli avvicinarsi lentamente fino ad essere così chiari e decisi da rimbombargli nella testa.
Il suo profumo lo raggiunse con violenza quasi tramortendolo.
I suoi occhi erano così pesanti che a fatica riuscì a distinguere Frank puntare l’arma contro la donna che sentiva respirare calma alle sue spalle.
Il suo dolce respiro…lo ricordava sulla pelle del viso, sulle sue labbra prima di baciarla…come un dolce vento di primavera.
Sentì l’uomo parlare.
E poi ecco la sua voce, la dolce melodia del suono delle sue parole.
Di nuovo parole…parole che non coglieva in pieno ma che avevano dentro una tensione palpabile quasi come il freddo pungente che lo avvolgeva.
A un tratto un dolore acuto lo fece quasi ridestare: era il tocco della mano del suo rapitore sulla spalla.
Aveva la sensazione che il suo braccio fosse fatto di cristallo, ma non trasparente e levigato ma pieno di crepe, di lunghi solchi dolorosi senza un inizio, senza una fine, un interminabile sensazione di dolore.
E ecco ancora parole e poi  la sua dolce voce.
Più vicina stavolta…
” ….due ostaggi….”
A quelle parole il suo cuore perse un battito.
Kate..no…ti prego..pensò con la voglia inarrestabile di alzarsi per fermarla.
Solo un pensiero purtroppo perché iI corpo non voleva rispondere nonostante tutte le sue energie si fossero concentrate in quel gesto.
Si sentiva come un burattino a cui sono stati tagliati tutti fili ma con una rabbia incontenibile in corpo.
Qualcosa di gelido sulla tempia e un tremore quasi impercepibile di lei.
Che strana sensazione…sollievo...sì sollievo…
Finalmente l’arma non era più contro di lei.
Cercò ci concentrarsi su quella voce.
Per lui” pronunciarono le sue labbra.
Ora sentiva i suoi occhi sul suo corpo, tremare alla vista delle ferite, li percepiva mentre scorrevano sul suo viso segnato.
Avrebbe voluto parlare.
Dirle che non era così male come sembrava, ma non aveva neanche la forza di mentire.
Gli occhi gli pesavano e si chiusero nuovamente ma riuscì a rimanere cosciente.
Non poteva lasciarla sola.
Non poteva, gliel’aveva promesso tante volte.
Always… pensò cercando di trovare una soluzione a quella situazione impossibile.
“…Theresa…”  pronciarono le labbra della sua donna.
Come sapeva di Theresa?
Cosa fai Kate…è pericoloso…ti prego…pensò sentendo le voci incalzare, alzare i toni, diventare ruvide e taglienti.
Il grido di Frank di tacere e il gelido acciaio staccarsi dalla sua tempia.
NO…gridò silenzioso dentro un corpo inerme.
Senza respirare ascoltò i sussurri di lei e il dubbio nelle parole  di lui.
E poi il silenzio seguito da quel rumore sordo che poteva significare tutto e niente.
“Ti amo Katesussurrò prima di perdere i sensi.
 

&&&

 
 
Rimase immobile.
La pistola era a terra e gli occhi di Frank la fissavano come vuoti.
“Ti amo Kate”
Un sussurro in quel silenzio gelido fu come un urlo disperato.
Lorne si voltò di scatto come se quelle parole lo avessero risvegliato da un sonno profondo.
Come impazzito prese velocemente il coltello che era ancora piantato sul tavolo e stringendo con violenza l’ostaggio tra braccia  appoggiò la lama sulla gola dello scrittore ormai svenuto.
Cosa saresti disposta a fare per non perderlo?” disse con rabbia
Kate, non sapendo più cosa fare decise di dire la verità.
Qualsiasi cosa” rispose con un soffio di voce.
Lorne sorrise compiaciuto.
..ma..” continuò la donna sorprendendo l’uomo “..non potrei sopportare il suo sguardo deluso…sarebbe peggio che perderlo..” concluse con le lacrime agli occhi inginocchiandosi lentamente.
In quel momento Esposito ebbe Lorne al centro del suo mirino.

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Capitolo 17
*** RICHARD ***


Un nuovo capitolo...una nuova incredibile fatica...spero non sia stata vana...ditemelo voi.Tittili




RICHARD




Beckett” sussurrò Javi osservandola attraverso il mirino con al centro il volto di Lorne.
La donna, che continuava ad guardare attraverso le lacrime il viso dello scrittore esanime, si irrigidì alla voce del suo collega.
Non puoi” disse decisa rivolta a Esposito che allentò la pressione sul grilletto.
Bastava un minimo errore, una contrazione muscolare di Frank e Castle sarebbe morto dissanguato.
La lama era premuta con forza sulla gola tanto che aveva leggermente cominciato a sanguinare.
Sapeva perfettamente che la mira dell’ispanico era infallibile ma la postura del rapitore era tale da risultare pericolosissima anche se colpito perfettamente.
Non posso cosa… detective?” chiese ruvido il poliziotto stingendo più forte il suo ostaggio inerme.
Non puoi fare a meno di lui…ti serve..” azzardò la donna sperando di aver intuito le motivazioni dell’uomo che aveva davanti.
Lorne rimase immobile come meditando sulle parole appena udite.
In questo momento non serve… a niente” disse osservandolo con sufficienza
Lascia che lo aiuti a riprendersi…così potrà finire di scrivere..” disse in un sussurro la donna pregando di non aver sbagliato.
Gli occhi di Frank si illuminarono quasi avessero ricevuto un motivo di speranza reale.
“Tu mi vuoi fregare”disse poi con voce titubante dopo secondi interminabili in cui il coltello continuava a premere e segnare la gola dello scrittore.
“Sei tu che hai il coltello dalla parte del manico…nel vero senso della parola…decidi tu cosa fare…”rispose la donna apparendo calma ma con il cuore che batteva all’impazzata per l’ansia.
Frank la guardò con gli occhi che sembravano volerle trapassare l’anima.
“Ecome pensi di poterlo aiutare?” chiese con diffidenza ma lasciando trasparire una qualche possibilità.
Sai bene che fuori ci sono i miei uomini…posso farmi dare un kit di pronto soccorso..” azzardò la donna
Lorne la guardò con un sorriso strano.
Mi hai preso per un idiota?” esclamò con voce secca.
Lo faccio buttare dentro…è una piccola valigetta…nessun uomo entrerà…ne io uscirò…avrai sempre due ostaggi..” balbettò lei cercando di trovare una soluzione che sembrasse accettabile.
Beckett…sei impazzita!…lasciami sparare…” disse piano Esposito concentrandosi sul mirino.
Lasciami fare a modo mio” disse Kate rispondendo sia al suo collega che rivolgendosi a Frank che titubava alla proposta della donna.
Va bene” disse il rapitore cedendo alla sua voglia di avere il racconto di Castle completo per la sua Theresa.
Kate si alzò lentamente con un respiro profondo.
“GETTATEMI DENTRO UN KIT DI PRONTO SOCCORSO…NESSUNO DEVE ENTRARE!!”gridò con decisione.
Passarono pochi secondi quando la porta in fondo al magazzino si aprì e una piccola valigetta volò lanciata con forza cadendo a pochi metri dai piedi della donna.
Lorne fece un cenno con la testa acconsentendo all’allontanamento momentaneo della detective che raccolse  la piccola borsa tornando velocemente sui suoi passi.
Sotto gli occhi vigili di Frank si avvicinò a Castle che era ancora stretto dalla morsa delle braccia forti del suo aguzzino.
Gli occhi verdi della donna penetrarono quelli scuri di Lorne che lentamente sciolse il violento abbraccio inginocchiandosi poi dietro il suo ostaggio per sentirsi più protetto ma continuando a tenere il coltello puntato sulla schiena dello scrittore.
Kate spostò allora lo sguardo sul volto di Rick sentendo il cuore quasi fermarsi.
Il taglio lungo la guancia ormai non sanguinava più ma era profondo e frastagliato.
Era evidente che era stato fatto con il solo intento di far soffrire la vittima e il pensiero di quello che aveva patito il povero scrittore le rese difficile respirare.
Alzò la mano tremante appoggiandola sul viso segnato dell’uomo che era rimasto per così tanto in preda al freddo pungente di quel luogo che si sentiva a malapena il tepore della sua pelle.
Si tolse immediatamente la giacca e la appoggiò sulle spalle martoriate dello scrittore non riuscendo a coprirle totalmente.
Con movimenti quasi inconsulti cercò di sistemare l’indumento come poteva ma si rese conto che quel corpo, che tante volte aveva preso in giro, era invece così grande e muscoloso da non poter essere protetto da un giubbotto così piccolo.
“Fai veloce”la incalzò Lorne con impazienza.
Rovistò immediatamente la valigetta e ne estrasse un piccola fialetta con dei sali per cercare di far riprendere conoscenza all’uomo.
Appena aperta la avvicinò allo scrittore che dopo pochi secondi lentamente si mosse con un’espressione disgustata.
Che odore…orribile…” biascicò cercando di evitare la fonte di quel fastidio spostando il viso nella direzione opposta.
Kate chiuse immediatamente la boccetta appoggiandola a terra mentre Castle continuava a muovere al testa lentamente a destra e sinistra tenendo gli occhi ancora chiusi.
Si bloccò immediatamente non appena sentì entrambe le mani calde e morbide della donna appoggiarsi sul suo volto.
Respirando a fatica  aprì lentamente gli occhi incrociando quelli carichi di lacrime della sua musa.
Un espressione di sollievo e un sorriso appena accennato comparvero immediatamente sul suo volto.
Non credevo che mi avrebbero fatto andare direttamente in Paradiso” sussurrò con un filo di voce.
La donna sorrise lievemente perdendosi in quegli occhi azzurri ora così provati e stanchi.
“Devi bere Castle…”riuscì solo a dire avvicinandogli una bottiglietta d’acqua alle labbra.
Mentre il liquido ristoratore scendeva lungo al gola in fiamme continuava a guardarla come rapito; alzò lentamente la mano appoggiandola su quella della donna sentendola tremare sotto le dita intirizzite.
A quel tocco credette di cedere alle sue emozioni ma doveva rimanere controllata per trovare una via d’uscita.
Sentiva le dita dell’uomo sfiorarle la mano, il polso scendendo in una carezza leggera e delicata quasi a disegnare i sentimenti che provava per lei.
“Brava detective…hai un futuro come medico”disse con ironia Lorne alle spalle di Castle facendola sussultare “ora lui deve finire il suo lavoro” continuò poi con durezza.
Kate cominciò ad armeggiare con disinfettante e bende con la chiara intenzione di voler medicare le ferite dello scrittore.
Scherzi vero?...è sveglio…per me basta!” sentenziò Lorne  in preda all’irritazione.
“Ok..ok..ma lascia che gli blocchi almeno il braccio rotto..o il dolore lo farà svenire nuovamente…”disse la poliziotta sperando di convincerlo.
Frank rimase un attimo immobile valutando evidentemente le parole della detective.
Ti do cinque minuti” sentenziò con voce gelida.
Kate, che fino a quel momento era rimasta inginocchiata vicino allo scrittore, cominciò a guardarsi con ansia intorno fino ad individuare due pezzi di legno a pochi metri da lei.
Posso prenderli?” chiese a Frank indicandoli  ricevendo subito dall’uomo l’assenso con un gesto della testa.
Con un gesto felino si impossessò del materiale e tornò immediatamente vicino allo scrittore che l’aveva seguita con lo sguardo.
“Ti farò male Castle”disse con voce tremante perdendosi nei suoi occhi color del cielo.
Tu puoi farmi quello che vuoi” rispose lui con una strana espressione lasciandola quasi senza parole.
Devi togliergli le manette” disse con voce decisa la detective rivolgendosi al rapitore.
Frank, dopo un attimo di esitazione, estrasse dalla tasta dei pantaloni la chiave porgendola alla donna che liberò immediatamente il ferito.
A quel gesto Castle trattenne a un gemito di dolore.
“Mi dispiace Richard”sussurrò la donna cercando lo sguardo del suo compagno.
E’ la prima volta che mi chiami Richard....nessuno lo fa…tranne mia madre…” replicò sofferente lui visibilmente sorpreso.
Sei pronto?…Richard…” disse lei con un filo di voce prima di appoggiare le mani sul braccio ferito dell’uomo.
Always” sussurrò lui chiudendo gli occhi aspettando l’inevitabile.
Un urlo mal celato  sfuggì dalle sue labbra quando Kate riallineò le ossa fratturate e per un attimo temette di non riuscire a resistere al dolore intenso e profondo che provava.
Aprì gli occhi respirando a fatica e si scontrò con le lacrime silenziose sul volto della detective che stava completando la medicazione bloccandogli con una fascia il braccio ferito tra i due pezzi di legno raccolti poco prima.
Non era mai stata più bella.
I cinque minuti sono finiti” esclamò duro Frank
Passami la penna” rispose con voce tremante Castle “e lasciala andare…finirò il racconto ma solo se le permetti di uscire” continuò sotto lo sguardo esterrefatto di Kate.
Non credo che tu sia nella posizione di porre condizioni” replicò Lorne  stringendogli leggermente il braccio ferito facendolo gemere.
Finchè lei è qui…niente Derrick Storm..” ribadì l’uomo fissandolo con desione.
Lorne rimase immobile per alcuni secondi e poi lentamente si voltò verso la donna.
Lasciaci soli” disse piano con uno sguardo ormai rassegnato.
Non ho ness..” cercò di dire la donna ma non riuscì a finire la frase sentendo la mano dello scrittore sulle sue labbra.
Si voltò verso di lui e quando incrociò il suo sguardo implorante  la voce le morì in gola.
In quell’istante Esposito premette il grilletto.
 
 

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Capitolo 18
*** FINE DI UN INCUBO ***


E voilà..ecco il nuovo capitolo che non mi sembra un gran chè...ma mi serviva per dei arrivare a dei momenti Caskett...nei prossimi capitoli però...grazie a tutti per la pazienza e spero di non avervi deluso troppo. Fatemi sapere...pleeeese. Tittili



FINE DI UN INCUBO



Il suono dello sparo riecheggiò lasciando una scia di terribile silenzio.
Il corpo di Lorne rovinò a terra con un tonfo sordo seguito dai sui gemiti di dolore.
Castle lo guardava con stupore mentre una macchia di sangue si allargava lentamente sulla spalla sinistra del poliziotto.
Uno strano senso di tristezza gli invase il cuore osservando quell’uomo che aveva solo voluto salvare il suo amore.
Venne improvvisamente avvolto dal frastuono dell’ingresso di tutti gli uomini della polizia che si posizionavano urlando parole che non riusciva a decifrare e quasi, a ricercare un’ancora di salvezza, si voltò verso Kate che si trovava al suo fianco.
Il viso della donna era come di pietra, pallida e con lo sguardo puntato sull’uomo ferito a terra.
Kate” sussurrò lo scrittore prendendole la mano tremante e gelida.
Mentre continuava a guardare la sua musa che rimaneva immobile senza rispondere al suo richiamo qualcosa di viscido e caldo improvvisamente si appoggiò sulle sue dita.
 
 
&&&
 
Sentiva ancora il tocco dello scrittore sulle sue labbra e rivedeva il suo sguardo che la pregava di andare.
Era successo tutto in un battito di ciglia: il suono secco dello sparo, l’ingresso coordinato di tutti gli uomini della squadra, le urla, gli ordini e quel dolore sordo.
Era lo stesso. Lo conosceva bene. Stavolta però riusciva a resistergli, riusciva a rimanere in piedi senza cadere subito al suolo priva di forze, era lucida e cosciente.
C’era riuscita, l’aveva salvato. Questo solo contava.
Sentì il suo richiamo, la sua voce che pronunciava con dolcezza il suo nome, ma non poteva rispondergli. Non ci riusciva, il respiro diventava irregolare, il dolore aumentava e le gambe cominciarono a cedere.
Lentamente si accasciò a terra trovandosi immersa nel buio e nel silenzio.
 
 
&&&
 
La vide con orrore respirare a fatica, chiudere gli occhi e adagiarsi a terra, cadere come una foglia autunnale che al rallentatore raggiunge il suolo senza fare rumore.
CHIAMATE UN AMBULANZA!!!” urlò con voce rotta e disperata quando si accorse del sangue sulla mano inginocchiandosi immediatamente a terra vicino alla donna incosciente.
Esposito arrivò di corsa con il fucile ancora in mano.
S-Si è spostata all’ultimo secondo…” riuscì solo a balbettare avvicinandosi a sua volta per aiutare lo scrittore.
Con mani tremanti l’ispanico spostò la giacca della collega rivelando una chiazza di sangue sul braccio destro.
Non è grave…non è grave…” sussurrò con sollievo Javier guardando finalmente Castle che lo fissava con terrore.
Lo scrittore chiuse gli occhi iniziando a piangere silenziosamente piegandosi dolcemente sulla detective prendendola tra le braccia.
“E’ finita Kate..è finita amore mio”disse con un filo di voce mentre le sirene delle ambulanze si avvicinavano come grida di liberazione.
 
 
-   Due giorni dopo –
 
Non è giusto però” mugugnò lo scrittore guardando la donna in piedi a fianco del suo letto.
“Castle, smettila di fare il bambino”replicò Kate guardandolo di traverso.
Insomma, perché ti hanno già dimessa mentre io devo stare qui fino alla fine della settimana” continuò l’uomo nella sua protesta.
Forse perché tu hai tre ferite piuttosto profonde con un inizio di infezione, un lieve principio di ipotermia e una frattura scomposta del braccio sinistro?” replicò con tono ironico lei
Beh..a te hanno sparato però..” disse l’uomo con il broncio.
Si..ma si è trattato di una ferita di striscio..o preferivi che fosse stata una cosa più grave?..” disse lei con uno strano tono di voce.
Il volto dello scrittore si trasformò all’istante diventando pallido.
N-no Kate…che stai dicendo…” balbettò in preda al panico “ s-scherzavo..voglio uscire solo per stare c-con t-te..io..io..” continuò non riuscendo a controllare la sua ansia.
Castle…calmati..era una battuta” sussurrò la donna sedendosi sul letto prendendogli il viso tra le mani.
Gli occhi dell’uomo era carichi di lacrime e paura.
Cercava di fare come sempre il buffone e il bambino poco cresciuto ma l’immagine della sua musa a terra ferita era sempre presente nella sua mente e nel suo cuore.
La vedeva come il giorno del funerale di Mongomery e poi in quel maledetto magazzino.
Due situazioni che diventavano una e il suo cuore si fermava per l’angoscia.
Quando sentì le labbra della donna sulle sue fu come risvegliarsi da un incubo.
Perdonami Rick…” sussurrò sul suo respiro”io volevo solo allentare la tensione..ma come al solito sono riuscita solo a ferirti..non so come puoi stare vicino ad una pers..” contiunuò la detective con la voce esitante non riuscendo però a terminare la frase ritrovandosi nuovamente le labbra dell’uomo sulle sue.
Ti amo Kate…più di quanto avessi mai creduto fosse possibile…e niente e nessuno mi impedirà di starti vicino..neanche tu!” sussurrò con voce appassionata lo scrittore mentre le lacrime scivolavano silenziose sul suo volto.
“E’una promessa?” disse lei con un filo di voce.
No…è una minaccia..” rispose lui sorridendo appoggiando la fronte su quella di lei.
Potrei allora chiedere al medico di dimetterti” disse lei con tono malizioso
Sai che secondo lui non posso stare a casa da solo…Alexis e mia madre sono ancora a Parigi e…” obbiettò lui con tono sorpreso
E chi ti dice che devi stare da solo…” lo interruppe lei fissandolo seria lasciandolo senza parole.
“Prepara le tue cose…torno a prenderti tra una ventina di minuti…così andiamo a casa…”proseguì Kate alzandosi e dirigendosi fuori dalla stanza d’ospedale seguita dallo sguardo esterrefatto dello scrittore.
Casa mia…anzi…nostra…” sussurrò sulla porta voltandosi per un attimo con un sorriso che Castle non avrebbe mai più dimenticato.
 
 

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Capitolo 19
*** INIZIO (PARTE PRIMA) ***


Ed eccoci al capitolo Caskett..mi dispiace doverlo dividere in più parti ma ho dei problemi tecnici non superabili..spero comunque che vi piacciano e non vi deludano.Un bacio a tutti. Tittili


INIZIO (PARTE PRIMA)



 

Vide la porta chiudersi dolcemente rimanendo come inebetito.

Casa..nostra..le parole della sua Kate gli continuavano a girare nella testa.

Chiuse allora  gli occhi per riuscire a riordinare le idee cercando di rendere più chiari gli avvenimenti degli ultimi due giorni.

 

Flash back Rick

 

Stringeva forte il suo corpo quasi cullandola.

“Sono qui Kate…andrà tutto bene…” le sussurrava mentre le lacrime continuavano a scendere silenziose sul suo volto.

Quando sentì il tocco del paramedico sulle spalle si voltò quasi sorpreso.

“Può lasciarla ora…ce ne occupiamo noi..stia tranquillo..veda invece di farsi aiutare..ora arriva il mio collega” disse con voce dolce il medico cercando di prendere la donna svenuta dalle braccia dello scrittore.

“NO…io non la lascio” rispose secco stringendola ancora più forte

“Castle…non te la vogliono portare via…la vogliono aiutare..” disse piano Esposito guardandolo in quegli occhi in preda al panico.

L’uomo rimase per un attimo attonito e quasi svegliandosi da un sortilegio riprese coscienza  delle sue azioni porgendo con dolcezza la sua musa alle cure del dottore che la adagiò sulla barella che aveva accanto.

“E ora tocca anche a te amico” continuò Ryan cercando di aiutarlo ad alzarsi per accomodarsi nell’altra lettiga.

Un gemito di dolore gli sfuggì nel fare il semplice movimento di alzare il braccio destro e in quel momento gli sembrò quasi di entrare in un girone infernale.

Gli faceva male tutto, specialmente il braccio fratturato, che sembrava voler esplodere.

Rabbrividì percependo nuovamente con forza il freddo pungente che forse a causa della forte carica adrenalinica sembrava essere svanito.

Ecco però che il suo profumo lo raggiunse come un ancora di salvezza: il piccolo giubbotto che a malapena riusciva a stare in bilico sulle sue spalle sapeva di lei.

Lo prese tra le mani portandolo sul viso e per un attimo fu come abbracciarla.

“Castle..è meglio che tu vada in ospedale..non sei in gran forma sai..” disse Esposito guardandolo un po’ preoccupato.

“Va bene..ma voglio sapere  come sta?” chiese con voce tremante.

I due poliziotti, non visti dallo scrittore,  si guardarono per un attimo e facendo un cenno al medico lo aiutarono a distendersi sulla portantina.

Quando si sdraiò su quella stretta lettiga in un secondo tutta la tensione e la stanchezza uniti al dolore delle ferite si mescolarono in una sensazione di abbandono e sollievo.

Vedeva il soffitto rovinato del capannone scorrere come il fondale di un film per diventare, dopo aver passato la porta d’uscita, un cielo azzurro alle prime luci dell’alba.

Chiuse gli occhi e in pochi secondi si trovò dentro l’ambulanza sentendo un attimo di sollievo al contatto con il tepore piacevole del piccolo ambiente.

Non riusciva che pensare a lei, a vedere il suo viso pallido e a sentire il suo corpo esanime tra le sue braccia.

E le lacrime ripresero a scendere senza controllo.

Era stato tante ore al freddo che il contatto con un ambiente riscaldato scatenò nel suo corpo una reazione terribile.

Tutti gli arti sembravano contrarsi contemporaneamente tanto che il dolore delle ferite cominciò a diventare insopportabile e, anche se il medico gli aveva attaccato una flebo di antidolorifici,  purtroppo ci voleva ancora del tempo perché facessero l’effetto desiderato.

Non riusciva a trattenere i gemiti e si sentiva perduto, solo e disperato.

Voleva sapere come stava la sua musa.

Anche se Esposito lo aveva rassicurato sull’entità della ferita di Kate aveva paura.

Paura di non rivedere i suoi occhi, di non risentire più il suono della sua voce, di non assaporare le sue labbra, di non risentire il suo profumo, il calore del suo corpo.

L’ambulanza partì velocemente insieme alle sue speranze e paure.

 

 

P.O.V. KATE

 

Uscendo da quella stanza si sentì diversa, pronta a vivere finalmente, ad amare quell’uomo incredibile con tutta sé stessa.

Aveva detto “casa nostra”.

Mai avrebbe pensato di riuscire ad aprire il suo futuro in modo così deciso e spontaneo ma ripensando agli ultimi due giorni si rese conto di quanto era cambiata la sua vita.

 

 

Flash back Kate

 

Riprese conoscenza trovandosi su un letto d’ospedale.

Aprì gli occhi con fatica e ad un tratto i ricordi si fecero nitidi.

Lorne..il colpo di fucile..il dolore…il buio..

“CASTLE!” gridò alzandosi a sedere in preda al panico.

“Tranquilla tesoro…lo stanno medicando…ma visto quello che ha passato direi che sta più che bene..”

La voce calma di Lanie la raggiunse come un soffio di vento caldo.

La detective si voltò di scatto verso l’amica che sorridente era seduta accanto al suo letto.

“Lanie…sei sicura che sta bene?” chiese con un filo di voce

“Guarda che sono sempre un medico…anche se di solito mi occupo di…gente senza speranza…” rispose con tono scherzoso la donna cercando di rassicurare l’amica.

Kate sorrise leggermente muovendosi poi per alzarsi dal suo giaciglio ma un dolore intenso al braccio la fece desistere.

“Hei Hei…ferma dove sei donna…dove pensi di andare…guarda che anche tu non sei uscita indenne da questa brutta avventura..” la rimproverò l’anatomopatologa impedendole di uscire dalle coperte.

Kate la guardò per un attimo come a rimettere insieme le idee.

“Esposito mi ha sparato!” esclamò sorpresa

“Già…quel pezzo di idiota voleva diventare il nuovo caposquadra accoppando il suo superiore…ma le ha già sentite a dovere..non ti preoccupare..”  rispose ironica Lanie sorridendo.

“E Lorne?” chiese poi seria la detective.

“Si stanno occupando anche di lui..niente di grave…a parte il fatto che è un pazzo furioso..ma ormai è tutto finito..tranquilla tesoro..” rispose la donna con sollievo.

“Non credo che fosse pazzo…solo disperato..” replicò Kate sentendosi stranamente vicina a quell’uomo

“Che vuoi dire?” chiese Lanie curiosa.

“Che quando trovi l’amore vero la tua vita cambia totalmente e non puoi neanche immaginare la tua esistenza senza di lui.” sussurrò la detective con lo sguardo perso nel vuoto.

“Lui?..” disse l’amica con tono malizioso.

Kate arrossì violentemente e voltandosi lentamente sorrise dolcemente.

“Lui” ripetè sentendosi finalmente felice.

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Capitolo 20
*** INIZIO (PARTE SECONDA) ***


Con un ritardo imbarazzante di cui mi scuso immensamente, eccovi la seconda parte....spero sia valsa la pena aspettare...fatemi sapere che ne pensate! Ci conto...mi raccomando! E nei prossimi giorni...il seguito...baci a tutti. Tittili


INIZIO (PARTE SECONDA)




Kate riuscì in pochi minuti a convincere il medico del reparto a dare il via libera all’uscita prematura di Castle dall’ospedale.
Con il documento di dimissioni in mano entrò silenziosamente nella stanza dello scrittore che stava cercando di preparare la borsa con le sue cose.
L’uomo, che era di spalle e trafficava con magliette e asciugamani cercando di piegarli alla meglio, non si accorse della donna che rimase immobile ad osservarlo in silenzio.
Indossava una maglietta scura e un paio di pantaloni della tuta piuttosto aderenti che mettevano in evidenza la muscolatura apprezzabile delle gambe.
Sulle braccia erano evidenti le graffette bianche usate per rimarginare le ferite inflitte da Lorne e a quella vista il cuore della detective perse un battito.
Poco prima, infatti, il medico le aveva spiegato che quei tagli dovevano essere controllati con cura visto che erano stati provocati da una lama seghettata: il profilo della ferita era irregolare e piuttosto martoriata tanto da impedire l’uso del filo di sutura che avrebbe garantito una maggiore copertura dalle infezioni.
Mentre il dottore si prodigava in spiegazioni tecniche Kate non riusciva che a pensare quale dolore incredibile aveva dovuto sopportare Castle e a quanto invece in quei giorni in ospedale aveva minimizzato la cosa per non farla preoccupare.
Lo sguardo della donna si posò poi sul braccio sinistro che era coperto da una ingessatura leggera da sotto il gomito fino al polso.
Un leggero sorriso comparve sul suo volto al ricordo delle proteste articolate e alle giustificazioni inverosimili che l’uomo era riuscito ad inventarsi per evitare che gli bloccassero tutto il braccio, specialmente quella “.. di essere un famoso scrittore mancino abituato a scrivere solo con una penna donatagli dalla figlia del grande Isaac Asimov..”.
Continuava a guardarlo come rapita dai suoi movimenti un po’ impacciati ma decisi  e si sentì come invadere da una sensazione di serenità e pace che da troppo tempo ormai non era più parte del suo cuore.
Si avvicinò con calma allo scrittore appoggiandogli con dolcezza una mano sulla spalla facendolo trasalire.
Kate…non ti avevo sentita entrare…ho quasi fatto..scusa se non ho ancora finito ma con questo bracc…” iniziò a balbettare l’uomo non riuscendo a finire la frase trovandosi le dita della donna sulle labbra.
Ti aiuto io” sussurrò lei fissandolo in quei pezzi di cielo che la  guardavano con stupore.
Castle rimase come impietrito osservando la donna sistemare con cura le sue cose nella piccola borsa.
Seguiva con lo sguardo le sue dita piegare con attenzione la biancheria quasi trattenendo il respiro.
Non aveva mai visto nessuno fare qualcosa per lui con tanto amore e dedizione.
In pochi minuti tutto fu pronto e Kate si voltò verso di lui che ancora la fissava senza dire una parola.
Devi cambiarti Rick…non puoi mica uscire così..” disse lei con un filo di voce avvicinando le mani tremanti sul bordo della maglietta.
Castle non riusciva a parlare dall’emozione e al tocco della donna un brivido lo scosse violentemente.
Lentamente la detective iniziò ad alzare la T-shirt continuando a guardarlo dritto negli occhi fino ad obbligarlo ad alzare le braccia per potergliela sfilare.
Vista l’altezza dell’uomo però, nel fare questo, dovette avvicinarsi pericolosamente ritrovandosi ad un tratto con le mani appoggiate al suo petto ormai nudo.
Lo scrittore era ancora immobile ma poteva sentire distintamente sotto le sue dita il cuore battere come impazzito.
Chiuse gli occhi assaporando il calore del suo corpo sotto le sue mani, il suo respiro così vicino alle sue labbra, il suo profumo così eccitante.
K-Kate..” riuscì solo a sussurrare lui deglutendo vistosamente e respirando a fatica.
La donna si rese conto che la situazione era destinata a degenerare velocemente e a fatica riprese il controllo delle sue emozioni.
Scusami Castle…adesso è meglio se…andiamo a casa…che ne dici?” sospirò sorridendo dolcemente all’uomo che annuì quasi imbarazzato.
La detective si allontanò lentamente dallo scrittore lasciando però fino all’ultimo le dita appoggiate al corpo dell’uomo quasi a voler assaporare fino all’ultimo quel tocco.
Gli porse poi senza dire una parola una felpa sportiva e dei pantaloni più adatti al clima più rigido che avrebbero trovato all’esterno.
Castle si cambiò velocemente e dopo essersi infilato le scarpe da ginnastica che erano dentro il piccolo armadietto cominciò ad armeggiare con fatica con  i lacci: aveva ancora alcuni problemi a muovere in modo coordinato le dita delle mani a causa del principio di ipotermia che li aveva colpiti.
Era così impegnato da sembrare un bimbo dell’asilo alle prese con le sue prime conquiste e ad un tratto vide comparire le mani affusolate della sua musa sopra le sue per guidarlo nei movimenti più appropriati.
Alzò lo sguardo riconoscente e si trovò immerso nel verde smeraldino dei suoi  occhi.
G-Grazie Kate..” sussurrò stringendo dolcemente le mani della donna con le sue.
Always..” rispose lei sorridendogli aiutandolo ad alzarsi.
Rimasero per secondi interminabili persi l’uno negli occhi dell’altro e in quel momento si resero conto che nulla sarebbe stato più lo stesso.
 

&&&

 
Quando salirono in auto qualche fiocco di neve iniziò timidamente a cadere e Castle rabbrividì per il freddo.
Dovevo portati qualcosa di più pesante…mi dispiace..” si scusò la donna osservando preoccupata lo scrittore accendendo immediatamente il riscaldamento della vettura.
Non ti preoccupare…credo che ormai sia un riflesso condizionato…appena la temperatura cambia anche di poco verso il basso il mio corpo reagisce immediatamente con dei brividi…credo che mi farò costruire in casa una bella sauna…” disse ridendo l’uomo cercando come al solito di minimizzare.
Kate guardò le sue mani e le vide tremare violentemente, indice di una reazione anche psicologica al freddo che lo aveva torturato per ore.
“Una sauna..mi sembra un’ottima idea…adoro la sauna…”sussurrò lei maliziosamente bloccando immediatamente la risata dell’uomo che deglutì sotto il sorriso compiaciuto della donna.
La detective osservò con soddisfazione le mani ferme e composte dello scrittore mettendo poi  in moto l’auto dirigendosi con decisione verso casa.
Durante il breve tragitto si scambiarono battute e frecciatine che ormai facevano parte integrante del loro modo di comunicare ma quando arrivarono sotto la palazzina dove abitava la donna si ritrovarono immersi in uno strano silenzio imbarazzato.
Eccoci arrivati..” disse con voce un po’ tesa Kate.
Castle rimase per un attimo in silenzio voltandosi verso di lei guardandola preoccupato.
Ascolta Kate…non voglio che tu ti senta obblig..” iniziò l’uomo con un filo di voce ma non riuscì a finire la frase trovandosi le labbra della donna sulle sue.
Un bacio dolce, morbido, quasi timoroso ma così intenso da togliere ad entrambi il fiato.
Adesso saliamo a casa..” sussurrò poi la donna seguendo con le dita il profilo della bocca dello scrittore “ abbiamo troppo da recuperare per perdere ancora del tempo” continuò poi sorridendo all’uomo rimasto a guardarla sorpreso.
Ti seguo” rispose dolcemente Castle scendendo dall’auto insieme alla detective.
No..sono quattro anni che mi segui Castle…quattro anni che sopporti le mie paure, il mio carattere spigoloso, i miei comportamenti ruvidi…d’ora in avanti andremo avanti insieme..Always..” rispose la donna prendendolo per mano mentre l’uomo la guardava esterrefatto.
Allora..Castle…insieme?” incalzò Kate con una calma che lo scrittore non riusciva neanche a concepire.
I-insieme..” ripetè Rick camminando mano nella mano con il suo futuro.

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Capitolo 21
*** FUTURO (PARTE PRIMA) ***


Meglio tardi che mai...ma sempre con un ritardo imbarazzante...vi prego di perdonarmi ma troppi problemi mi hanno impedito anche solo di pensare...tant'è che questo capitolo non mi soddisfa per niente...speriamo che il prossimo sia migliore..soprattutto nel mio cuore..magari ditemi cosa ne pensate voi...potrebbe essermi utile per uscire da questo momento troppo difficile della mia vita. Un abbraccione a tutti e grazie...sul serio.Tittili



FUTURO (PARTE PRIMA)



Entrarono nell’appartamento della donna ridendo per alcune battute che si erano scambiati mentre salivano le scale.

E io ti ripeto che non ho il fiatone…è che sono ancora convalescente…” esclamò l’uomo appoggiando la borsa sul divano.

Ogni volta che vieni qui hai il fiatone…altro che convalescenza…” replicò lei ironica sorridendogli mentre chiudeva la porta d’ingresso.

Lo scrittore diventò improvvisamente serio.

Quando vengo qui… il fiatone non ce l’ho per le scale che devo fare” disse con un soffio di voce abbassando lo sguardo imbarazzato cominciando ad armeggiare con la borsa.

 

P.O.V. Kate

 

A quelle parole il suo cuore perse un battito per l’emozione.

Lentamente si avvicinò all’uomo che continuava ad evitare di guardarla fingendo controllare le proprie cose all’interno della piccola valigetta.

Si rese conto che tutto sommato era lei ad aver preso coscienza piena di ciò che era cambiato tra di loro mentre quel dolce, incredibile e meraviglioso uomo che aveva davanti non aveva ancora la certezza che quel maledetto muro fosse definitivamente crollato. Aveva ancora paura che tutto svanisse all’improvviso.

Era senza parole nel vederlo così indifeso, preda delle sue emozioni, preda dei sentimenti che provava per lei che lo rendevano così vulnerabile.

Era ormai a pochi centimetri da lui, lo sentiva respirava a fatica e quando lo sfiorò per obbligarlo a guardarla lo sentì tremare.

 

P.O.V. Rick

 

Era terrorizzato. Questa era la verità. E se tutto fosse solo stata una reazione a quella terribile avventura? E se Kate ci avesse ripensato? Se si fosse resa conto di quanto lui fosse debole a causa dei sentimenti che provava per lei?

Sentì i suoi passi leggeri avvicinarsi ma non aveva il coraggio di guardarla, si sentiva come un adolescente impacciato e aveva  timore di lei.

Ad un tratto percepì il calore del suo corpo alle sue spalle, il suo profumo, il suo respiro così irregolare. Era così vicina.

Il cuore gli batteva all’impazzata, non riusciva quasi a respirare e quando sentì le sue dita sfioragli il fianco per farlo voltare fu come fossero fatte di fuoco.

 

P.O.V. Kate

 

Quando il suo sguardo si posò sul volto dell’uomo si sentì annegare in quegli occhi profondi come il mare che la guardavano quasi spauriti.

La ferita lungo la guancia era stata suturata con cura e con dolcezza ne sfiorò la lunghezza con la punta delle dita quasi a volerne controllare l’esistenza.

Non preoccuparti…”  sussurrò quasi a rispondere ad una domanda dello scrittore fatta solo con lo sguardo.

Spostò quindi la mano sulle labbra socchiuse dell’uomo che continuava a rimanere immobile.

 

 

P.O.V. Rick

 

Quei meravigliosi occhi verdi lo guardavano quasi a leggergli l’anima e per un attimo si sentì come privo di qualsiasi difesa.

Lentamente la sua mano affusolata seguì il segno profondo che Lorne gli aveva lasciato sul viso  si domandò preoccupato se ne avesse ribrezzo, qualunque donna ne sarebbe rimasta imbarazzata.

Non preoccuparti..la sentì sussurrare quasi avesse letto i suoi pensieri.

Lei non era una donna qualunque, lei era la sua Kate e quando percepì il tocco delle sue dita sulle labbra nulla ebbe più importanza, chiuse gli occhi  e senza pensare le baciò delicatamente quasi a ringraziarla di essere li.

 

P.O.V. Kate

 

Lo vide chiudere gli occhi e sentì le sue labbra morbide e calde baciarle le dita con una dolcezza infinta.

A quel gesto rimase come impietrita dall’emozione.

Ma come aveva potuto aspettare quattro anni per demolire quel maledetto muro, come aveva potuto mentirgli quando lui si era dichiarato, come poteva sperare di avere quell’uomo meraviglioso solo per lei.

Le lacrime iniziarono a scendere inesorabilmente lungo il suo volto quasi a liberarla da tutte le sue paure.

T-ti amo” riuscì solo a sospirare prima di appoggiare le labbra su quelle dell’uomo.

 

P.O.V. Rick

 

Al tocco delle sue labbra lungo le dita la sentì tremare e per un attimo ebbe il timore di aver fatto qualcosa di sbagliato ma ad un tratto…

Ti amoil suono dolce della sua voce lo raggiunse come un tuono nella tempesta.

Si sentì come stordito, come se fosse la prima volta, ma per lui era sempre la prima volta, gli sembrava di sognare e aveva ogni volta paura di svegliarsi.

Ma quando le labbra morbide di lei si appoggiarono sulle sue tutto diventò sogno, un sogno ad occhi aperti.

 

 

Fu un attimo di puro stupore, quasi fossero ancora increduli di essere riusciti a superare tutti quegli ostacoli che loro stessi avevano creato.

I loro sguardi si incatenarono come mai avevano fatto prima.

Kate appoggiò tremante le mani sul petto dell’uomo che reagì quasi d’impulso prendendole velocemente i polsi.

Lo guardò stupita e in un attimo si ritrovò imprigionata da un movimento repentino dello scrittore.

I polsi bloccati dietro la schiena dalle sue forti mani  e il corpo completamente appoggiato a quello di lui.

Non poteva liberarsi e si sentiva come una preda in trappola.

Alzò lo sguardo e si trovò immersa in quegli occhi colore del cielo che la fissavano intensamente.

N-non…io…” sussurrò con voce tremante respirando a fatica cercando di avvicinarsi per baciarlo.

Lui strinse più forte le mani attorno ai suoi polsi bloccando il suo movimento.

Rick…ti prego…” disse ancora con un filo di voce provando di nuovo ad avvicinarsi senza riuscirci per la stretta dell’uomo.

Cosa vuoi Kate?” chiese lui con voce roca e profonda.

Lo sai… “ rispose lei stupita.

Voglio sentirtelo dire…ora…e ancora…e ancora…” replicò lui avvicinandosi fino a sentire il caldo respiro di lei sulle labbra.

Te!! Voglio te…ora…e per sempre!” sospirò lei quasi pregandolo.

Quando le labbra di lui si appoggiarono sulla sua bocca un brivido di desiderio percorse tutto il suo corpo.

Lo voleva con tutta sé stessa, voleva sentire il calore del suo corpo, il suo desiderio su di lei.

Liberata ormai dalla stretta delle sue forti mani rispose a bacio con passione schiudendo le labbra contemporaneamente al suo compagno.

Fu come aprire la porte del Paradiso.

Si staccarono l’uno dall’altro solo per poter riprendere fiato ma quando la vide sfilarsi velocemente il maglione rimanendo con addosso solo un reggiseno di pizzo nero il cuore dell’uomo quasi sembrò uscirgli dal petto.

Mio dioK-Kate…” sussurrò  immobilizzandosi  mentre lei sorrideva arrossendo violentemente sotto lo sguardo stupito dello scrittore obbligandolo poi a fare lo stesso.

Erano uno di fronte all’altro, il respiro affannato, occhi negli occhi, un'unica anima, un unico cuore.

Lei si avvicinò lentamente, prese la mano dell’uomo con la sua e la guidò tremante sul suo seno.

Lo scrittore la guardò come mai aveva fatto prima e sollevandola tra le braccia la strinse a sé portandola lentamente in camera adagiandola dolcemente sul letto.

Si stese immediatamente accanto a lei iniziando a baciarla sempre più appassionatamente.

Kate  non si era mai sentita così felice in tutta la sua vita, poteva percepire tutto l’amore di quell’uomo nelle sue carezze, nei suoi baci nel suo dolce sguardo.

Uno dopo l’altro tutti gli indumenti caddero a terra lasciando sulle morbide lenzuola solo due anime nude che potevano finalmente amarsi senza più timori.

L’aria si riempì di gemiti e sospiri di passione fino ad arrivare all’apice del piacere.

Ti amo ” disse l’uomo con un filo di voce cercando lo sguardo di lei.

Ti amo anch’io..scrittore da strapazzo…” rispose lei sorridendogli “…per sempre…” stringendosi a lui.

Ora avevano solo un futuro da affrontare…insieme.

 

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Capitolo 22
*** FUTURO (PARTE SECONDA) ***


Rieccomi a voi...con la seconda parte.Spero di riuscire a risolvere questi problemi tecnici al più presto ma intanto vi regalo un pezzo del mio cuore. Ci tengo particolarmente a questo capitolo ma non sono sicura di essere riuscita a comunicare al meglio ciò che volevo.Spero tanto di si.Un abbraccio a tutti e attendo i vostri consigli. Tittili
PS: un saluto speciale a un certo gruppo di persone!!

 


FUTURO (PARTE SECONDA)



Buio. Silenzio. E freddo…tanto freddo.
Tremava…non riusciva ad impedirlo…sentiva il gelo penetrargli nella carne, nelle ossa…nell’anima.
Si guardava intorno ma non vedeva niente.
Poi ad un tratto una voce dal nulla.
“Se ne è andata…per sempre…”
Il terrore invase il suo cuore.
Era tornato.
Una lama brillò nel buio illuminando gli occhi scuri di Frank Lorne.
“Se ne è andata Rick…” ripetè il poliziotto quasi gemendo.
Era rannicchiato su un angolo di una stanza che ad un tratto si era delineata nell’oscurità.
Il coltello in mano e la disperazione sul volto.
Ed eccola apparire.
“Theresa” sussurrò Frank guardandola mentre lei rimaneva immobile.
La donna lentamente si voltò, era pallida con un sorriso triste sul viso. Sentire i suoi occhi chiari che lo fissavano lo fecero rabbrividire.
“Grazie…” sussurrò lieve prima di dissolversi nell’aria.
 

 
Aprì gli occhi di scatto respirando a fatica senza smettere di tremare ma ad un tratto sentì una  mano morbida e calda sul volto.
Si voltò incredulo incrociando gli occhi preoccupati della donna.
“i-io…io..” cercò di parlare senza riuscirci, ancora stordito dalle immagini così vivide del sogno appena svanito, ma quando le labbra della detective si appoggiarono dolcemente sulle sue sentì immediatamente l’ansia che gli attanagliava il cuore svanire come neve al sole.
Era un sogno…solo un sogno…” sussurrò la donna sulle sue labbra fissandolo intensamente.
M-mi dispiace..” sussurrò lui dipiaciuto.
Per che cosa?” chiese dolcemente lei spostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.
Per averti svegliata…solo per uno stupido sogno..” rispose lui imbarazzato
I sogni non sono stupidi…specialmente quelli più brutti…sono le nostre paure, i nostri timori, i nostri dolori…e non bisogna ignorarli..ma affrontarli..” rispose la donna con calma
Lui rimase immobile guardandola quasi con stupore.
Ho..paura Kate..” disse con un filo di voce
Lo so” rispose lei sorridendogli dolcemente “anch’io..” continuò “ma non ho più intenzione di lasciare che le mie paure mi impediscano di vivere” concluse baciandolo nuovamente con dolcezza.
E se ci succedesse qualcosa come a Frank e Theresa?”  chiese l’uomo pronunciando quelle parole quasi con sofferenza.
Sai qual è il mio film preferito?” rispose stranamente lei sorprendendolo non poco.
Quando lui negò con un cenno del capo la donna sorrise dolcemente.
City of Angels” disse la donna facendo poi una lunga pausa.
“….dopo la morte di Maggie, Seth è disperato…e il suo amico angelo gli chiede se avrebbe deciso egualmente di diventare mortale se avesse saputo cosa sarebbe successo..” iniziò a spiegare Kate con gli occhi lucidi “ Seth lo guarda stupito e gli dice queste parole”
 
Avrei preferito un solo respiro dei suoi capelli. Avrei preferito un solo bacio della sua bocca. Avrei preferito un solo tocco della sua mano, che vivere un'eternità senza. Uno solo.”
 

Castle la guardò senza fiatare.
Qualunque cosa ci riservi il destino Rick…io non posso vivere senza di te…e non voglio fare a meno di te per la paura di perderti.. è come uccidersi per la paura di morire…” sussurrò infine lei sorridendogli con dolcezza.
Credo di aver trovato il mio angelo custode…per sempre..” disse lui stringendola a sé iniziando a piangere silenziosamente.
 

&&&

 
Quando le luci dell’alba raggiunsero dolcemente i suoi occhi ebbe la spiacevole sensazione di essere sola in quel grande letto.
Si voltò sperando di essersi sbagliata ma lui non c’era e un ansia inaspettata le attanagliò il cuore.
In quel momento la porta della camera si aprì piano piano e un vassoio con sopra una suntuosa colazione entrò lentamente.
Quando incrociò quegli occhi color del mare che le sorridevano si sentì rinascere.
Scusa..ma non dovevo io occuparmi di te?” disse Kate con tono ironico quando Rick appoggiò la colazione davanti a lei.
Mi sembra che stanotte tu abbia fatto anche troppo” rispose lui malizioso facendola arrossire.
Ma come hai fatto a preparare tutta questa meraviglia?” chiese la donna osservando pancake, uova strapazzate con bacon arrostito, succo d’arancia, caffè e biscotti caldi.
Magia” rispose l’uomo con un gesto teatrale.
“Castle!” esclamò la detective con tono minaccioso.
Ok..ok…sono uscito a fare la spesa..” confessò immediatamente lo scrittore con il suo usuale sguardo da cucciolo.
Santo cielo…ma che razza di convalescenza è questa…devi stare attento..le graffette sulle braccia potevano saltare..e anche il braccio fratturato..insomme sei un incosciente…possibile che ti comporti sempre come un bamb…” iniziò a brontolare lei non potendo però continuare trovandosi il viso dell’uomo a un centimetro dal suo.
Ti amo Beckett...” sussurrò con un filo di voce lasciandola basita “ma ora devo assolutamente fare una cosa…quindi mangia tranquilla la tua colazione, fatti una bella doccia” continuò con voce roca e profonda “ e riposati pensando a me” concluse alzandosi e dirigendosi verso la porta sotto lo sguardo stupito della detective.
Castle…è rischioso...non…” cercò di replicare lei.
E’ una cosa importante…ti prego…ti prometto sulla mia spada laser di Luke Skywalker che farò attenzione…” disse lui sorridendo dolcemente.
Kate rimase un attimo interdetta.
Sulla spada laser…allora posso stare tranquilla…” disse alla fine lei arrendendosi.
Non cambierà maipensò seguendolo con lo sguardo mentre usciva.
Grazie a Dio …non cambierà mai…

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Capitolo 23
*** ANONIMO ***


Et voilà...una fatica immane..ve lo giuro..ma sono felice...spero anche voi nel leggerlo!! Un bacio a tutti. Tittili


ANONIMO



Quando  la porta d’ingresso si chiuse si sentì improvvisamente triste.
Già le mancava la presenza dello scrittore.
Erano anni che ormai viveva da sola ma in quel momento si rese conto che nel suo cuore non lo era più, che la sua esistenza era inevitabilmente legata a quella dell’uomo che era appena uscito.
Osservò con un sorriso la meravigliosa colazione che aveva davanti e solo in quel momento si accorse che, sulla schiuma del cappuccino, Castle aveva disegnato con la cioccolata liquida la parola “Always”.
Non è possibile…riesce sempre a stupirmi…pensò addentando con gusto un biscotto ancora caldo.
Stava ancora assaporando quel ben di dio quando qualcuno suonò alla porta.
Si alzò velocemente indossando una felpa che si trovava sulla sedia che aveva in camera.
Quando percepì il profumo dello scrittore sull’indumento che quasi l’abbracciava un sorriso spuntò spontaneamente sul suo viso.
Aprì la porta trovandosi di fronte Esposito che la guardava sornione.
Disturbo?” chiese il poliziotto con tono ironico.
“Sempre” rispose la donna guardandolo di traverso.
L’ispanico deglutì imbarazzato attendendo con un certo timore il prossimo passo della detective.
Kate notando la reazione del collega iniziò a ridere divertita spostandosi per farlo entrare.
Avanti entra…spiritosone” disse vedendo Javier finalmente rilassato.
Solo in quel momento si accorse che il poliziotto aveva in mano una busta gialla, di quelle che al distretto venivano usate per catalogare le prove.
Scusa se vi ho disturbato Beckett…ma ho pensato che questo fosse meglio lo avessi tu…e che non finisse tra i vari reperti…” disse leggermente imbarazzato l’ispanico porgendogli il piccolo pacchetto.
Non ti preoccupare nessun disturbo…e poi Castle è uscito…che cos’è?” rispose curiosa la donna prendendo in mano il plico.
Meglio che tu lo scopra da sola…e conta pure su di me e Ryan..” replicò in modo evasivo l’uomo aprendo la porta dalla quale era entrato.
Esposito..aspetta…perché tanta fretta…” cercò di fermarlo la detective.
Sapevo che era meglio se veniva Kevin…queste cose non fanno per me..riposati e guarisci in fretta…ciao capo…” disse l’ispanico sorridendo imbarazzato lasciandola da sola sulla porta.
Rientrò in casa ancora stupita dallo strano comportamento del collega e si sedette sul divano tenendo ancora in mano la misteriosa busta.
Lentamente, quasi si trattasse di una bomba da disinnescare, aprì il lembo superiore della missiva e quando ne estrasse il contenuto per un attimo il suo cuore ebbe un sussulto.
 

&&&

 
Castle arrivò puntuale all’appuntamento.
Richard…è un piacere vederti…” esclamò il suo interlocutore accogliendolo con cortesia.
Buongiorno Lucas…ti ringrazio di avermi ricevuto con così poco preavviso..” lo salutò lo scrittore stringendogli la mano con vigore.
Stai scherzando vero…tu non hai bisogno di preavviso…ma…cosa ti è successo?” rispose sorridendo l’uomo accorgendosi immediatamente degli evidenti segni lasciati dalla brutta avventura di pochi giorni prima.
Sono qui proprio per questo…devi assolutamente aiutarmi…” replicò serio Castle
Vieni.. entriamo nel mio ufficio…così mi racconti tutto…” rispose Lucas accompagnando il suo interlocutore all’interno di una grande e lussuosa stanza.
 

&&&

 
Le mani le tremavano.
Quelle macchie di sangue, quei segni sempre più faticosi, quella calligrafia a lei così familiare.
Pensava fosse andato perso nella confusione dell’irruzione della squadra di intervento, subito dopo il colpo d’arma da fuoco sparato da Esposito.
E invece era lì, tra le sue mani, recuperato dai suoi uomini.
Nei giorni passati in ospedale, quando aveva cercato di parlare di quel quaderno, dei motivi del rapimento di Lorne, di quello che aveva scritto in quelle ore, Castle era stato evasivo.
Le era sembrato addirittura sollevato quando i colleghi della scientifica avevano detto di non aver trovato nulla.
Aprì lentamente la copertina sgualcita e rovinata e iniziò a leggere.
 

&&&

 
Ti ringrazio Lucas…sapevo di poter contare su di te..” disse riconoscente lo scrittore uscendo dall’ufficio del suo amico.
Stai tranquillo Richard…sistemerò tutto nel pomeriggio…non ti preoccupare…” rispose l’uomo stringendogli la mano per congedarsi da lui.
Castle si diresse verso l’uscita e non appena le porte dell’ascensore si chiusero alle sue spalle la segretaria si alzò curiosa avvicinandosi all’uomo ancora fermo davanti alla porta del proprio ufficio.
Scusi avvocato…ma quello non era Richard Castle…il famoso scrittore…” chiese la donna con voce leggermente emozionata.
No signorina Torres…quello era Richard Alexander Rodgers…un caro amico e una persona veramente speciale..” rispose il professionista con sguardo emozionato.


&&&

 
Lo sguardo della donna scorreva veloce sulle parole incise sulle pagine di quel piccolo quaderno.
La storia che Castle aveva creato era in pieno stile Derrick Storm, almeno nelle prime pagine.
La resurrezione del detective  per una nuova vita da agente della CIA era veramente indovinata.
Tutto sembrava un normale e accattivante libro giallo.
Kate continuava a leggere e lentamente si sentiva sempre più sollevata rendendosi conto che in fondo non c’era nulla di cui preoccuparsi.
 

Capitolo 6

 
Derrick Storm entrò nell’ufficio con il solito modo arrogante e sbruffone.
Non aveva nessuna voglia di collaborare con il nuovo agente che aveva l’incarico di occuparsi della vicenda dei microfilm ucraini e l’espressione della sua faccia non dava adito a false interpretazioni.
Quando si trovò davanti quegli occhi verdi come smeraldi per un attimo il suo respiro rimase come impigliato.
Non aveva mai visto uno sguardo del genere.
Certo aveva avuto a che fare con belle donne, molto belle, ma quella meravigliosa creatura che aveva davanti era diversa.
“Lei deve essere Derrick Storm” disse la donna con voce decisa.
“E lei deve essere l’agente Kathlin Trost” rispose l’uomo sfoggiando un sorriso beffardo cercando di mascherare al meglio l’emozione che provava dentro di lui.
“Allora Storm…qui comando io, qui decido io, qui parlo io…sono stata chiara?” replicò secca la donna avvicinandosi a lui fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso fissandolo con sguardo tagliente.
Derrick ebbe l’impulso fortissimo di prenderla tra le braccia e baciarla con passione ma ebbe la certezza che sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita.
“Cristallina” rispose  sorridendo
“Perfetto…questo è il rapporto del nostro contatto in Ucraina..lo legga per bene e domani faremo il punto della situazione con tutta la squadra..” disse la donna risedendosi alla scrivania e ricominciando a scrivere senza degnarlo di uno sguardo.
Storm uscì dalla stanza senza dire una parola ma ormai già sapeva che niente e nessuno l’avrebbero più diviso da quella donna.

 
Kate alzò per un attimo lo sguardo dal quaderno sentendo il cuore che le batteva all’impazzata.
Ricominciò a leggere trovandosi immersa in una trama di spionaggio complicata e avventurosa.
Ma più procedeva con la vicenda più ritrovava in ogni capitolo situazioni già vissute: gli sguardi, le battute, le emozioni forti, gli impulsi repressi.
L’uomo aveva riversato la loro storia in quel quaderno, c’erano tutte le sensazioni mai confessate, c’erano i loro quattro anni di amore.
Ma man mano che proceveva, la calligrafia  si faceva sempre più scoordinata e tremante, tanto che si riusciva quasi a percepire il dolore che Castle stava provando mentre scriveva.
 
 
CAPITOLO 12
 
Derrik si nascose dietro alla vettura puntando la pistola con decisione verso Kosticih, mentre Kathlin si trovava dall’altra parte della strada cercando di
 


La scrittura si era fermata…immobile come una frase lasciata a mezz’aria…la detective osservava attonita la pagina mezza bianca aspettando che si riempisse come per magia.
Spostò con delicatezza una, due più pagine come a cercare ciò che mancava…e lo trovò…quasi alla fine del quaderno.
 
Kate..mia dolcissima Kate..
non avrei mai pensato che la mia esistenza sarebbe finita in questo modo.
Ma non mi importa. E sai perché?..Perchè sento ancora la tua voce sussurrarmi “ti amo”…percepisco ancora il sapore delle tue labbra sulle mie…il tuo respiro unito al mio.
Non sono mai stato più felice in tutta la mia vita.
E questo grazie a te…cosa può sognare di più dalla vita un uomo.
Ti amo…ti amo come mai avrei pensato fosse possibile…ti amo con tutto me stesso…Kate.
E’ per questo che ti prego di perdonarmi…non avrei mai voluto deluderti…né farti soffrire…
Ti avevo promesso che ti sarei sempre stato accanto…ma temo che stavolta non riuscirò a mantenere il mio giuramento.
Ma il mio amore sarà sempre con te…
Always amore mio
Always
Tuo Rick

 
Kate osservava rapita quella calligrafia incerta con il cuore in gola mentre le lacrime scendevano silenziose sul viso.
 

&&&

 
Castle entrò nella stanza con passi lenti ma decisi.
L’uomo lo guardò fisso con sguardo incredulo.
Sei stato tu, vero?” chiese Lorne dopo alcuni secondi che sembravano non finire mai.
Lo scrittore non rispose ma era in evidente imbarazzo.
Pensavi che non me lo dicessero?” disse ancora il poliziotto dal suo letto d’ospedale.
Io..” balbettò Rick abbassando lo sguardo.
Non sapevi che io, in qualità di tutore, devo dare l’assenso?” chiese con tono più morbido Frank
Castle scosse la testa in segno di dinego riaffrontando il suo sguardo.
L’uomo lo fissò a lungo senza quasi respirare.
Perché?” chiese con un sussurro dal quale traspariva una forte emozione.
Un sogno” rispose lo scrittore con un filo di voce.
“Non capisco..”replicò Frank con un’espressione interrogativa.
Tu hai bisogno di lei…e lei di te…” disse Castle con un sorriso triste.
Se pensavi che sarebbe rimasto un segreto perché sei venuto qui?” chiese allora deciso l’uomo
Perché volevo dirti che nonostante tutto quello che mi hai fatto non ho nessun risentimento nei tuoi confronti” disse con calma lo scrittore.
Come puoi non odiarmi?” chiese il poliziotto con le lacrime agli occhi.
Perché l’hai fatto per amore..” rispose con un filo di voce RicK “e quando mi sono chiesto cosa avrei fatto io  al tuo posto…ho capito tutto..” concluse con voce rotta dall’emozione.
Rimasero immobili guardandosi con il cuore che batteva forte.
Ora devo andare…c’è ancora qualcuno che devo vedere..” lo salutò lo scrittore dirigendosi verso la porta.
Dille l’amo tanto..” sussurrò Frank alle sue spalle
Lo sa…da sempre..” replicò Castle chiudendo la porta con dolcezza.
L’uomo prese ancora tra le mani il telegramma dell’avv. Lucas Grant che gli richiedeva l’autorizzazione a trasferire la moglie Theresa in una struttura privata specializzata nelle cure ai pazienti in stato di coma.
“…un anonimo filantropo…” sussurrò Frank sorridendo leggendo alcune parole della missiva a voce alta.

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Capitolo 24
*** CIAO ***


so che è troppo breve...ma avevo bisogno di un capitoletto di passaggio prima di affrontare il prossimo...prendetelo come una piccola sorpresa di Pasqua...spero solo non faccia l'effetto della solita collanina sfigata!!ahhahhah..un bacio a tutti. Tittili



CIAO



Con mano tremante avvicinò le dita a quella scrittura incerta e quando toccò il foglio sgualcito e ruvido un brivido la scosse in tutto il suo essere.
Chiuse con delicatezza il quaderno e prese immediatamente il cellulare scegliendo un numero della rubrica.
Ho bisogno di un favore…adesso” sussurrò al suo interlocutore mentre si dirigeva in camera per vestirsi.
 

&&&

 
Quando arrivò nel reparto di neurochirurgia gli sembrò quasi di entrare in un'altra dimensione.
Un silenzio irreale rotto solo dai suoni dei vari macchinari e da qualche sussurro dei medici e infermieri.
La sensazione di rispetto e di devozione verso tutte quelle persone che si trovavano come sospese era palpabile e si veniva come inghiottiti in una bolla di attesa.
Entrò nella stanza con passi lenti e timorosi.
Quando i suoi occhi si appoggiarono su quel volto provato ma sereno ebbe una strana sensazione allo stomaco.
Era identica al suo sogno tranne che per gli occhi, che erano chiusi.
Si sedette su una piccola poltroncina vicino al letto della donna prendendole delicatamente la mano calda e morbida.
Ciao Theresa” sussurrò con voce emozionata.
Rimase alcuni secondi immobile mentre cercava di trattenere le lacrime.
Lentamente lasciò la mano della donna e estrasse un libro dalla piccola borsa che aveva con sé.
So che ti piace Derrik Storm...ma mi farebbe piacere leggerti qualcosa di Nikki Heat..magari ti affezioni anche tu a lei…come è capitato a me…” disse con un filo di voce.
Dopo un attimo di silenzio si schiarì la voce e iniziò a leggere con una passione e intensità che mai aveva provato prima.
 
 

&&&

 
Quanto arrivò davanti all’ospedale aveva ancora in cuore che le batteva all’impazzata.
Entrò quasi di corsa avvicinandosi senza fiato al bancone della reception.
Mi scusi…so che le sto chiedendo qualcosa di ..di impossibile…ma devo trovare una persona che so essere in questo ospedale…” chiese con voce ansiosa.
Se è ricoverato qui non ci sono prob..” iniziò l’infermiera cercando di calmarla ma non riuscendo a finire la frase.
No..no..non è ricoverato qui…so solo che è qui…ora!!”  la interruppe la detective.
La donna davanti a lei la guardò sorridendo un po’ imbarazzata.
Lei si rende conto di quello che mi sta chiedendo? Vorrei tanto aiutarla ma non abbiamo un registro dei visitatori…a meno che non si trovino in reparti particolari per cui ci voglia un’autorizzazione..” spiegò con dolcezza l’infermiera.
A quelle parole Kate rimase come folgorata.
P-potrebbe guardare nella l-lista del reparto dove sono ricoverate le persone in c-coma?” chiese con un filo di voce.
Che nome devo controllare?” rispose la sanitaria.
Castle…Richard Castle..” disse la detective.
No..mi dispiace..” disse la donna dopo aver esaminato un piccolo registro.
G-grazie..” rispose delusa la poliziotta voltandosi lentamente per andarsene.
Ma..c’è un Richard…” la bloccò l’infermiera che era rimasta colpita dall’espressione triste di quella donna.
Kate si voltò di scatto.
Ma certo…Richard Rodgers…Richard Alexander Rodgers…” esclamò con un sorriso speranzoso.
Si..si…è entrato circa una mezz’ora fa…” rispose sorridente l’inserviente.
Grazie..grazie…dove posso aspettarlo?” chiese allora la detective.
Non occorre che lo aspetti…può entrare anche lei se vuole…la paziente che il signor Rodgers ha chiesto di vedere tra un paio d’ore sarà trasferita e quindi il suo tutore ha autorizzato l’ingresso illimitato…” disse l’infermiera indicandole la direzione “ stanza 356 ” esclamò seguendo con lo sguardo quella donna che correva.
Salì le scale con il cuore in gola arrivando in pochi minuti al reparto di neurochirurgia.
Quando si trovò di fronte il lungo corridoio per un attimo si fermò rapita da quel silenzio carico di speranza.
Iniziò a camminare lentamente.
350…351…352…353…354…..355………356…
Si fermò davanti a quella porta guardando quel numero inciso quasi cercandone il significato quando sentì la sua voce.
Stava leggendo per Theresa.
Con il cuore carico di emozione aprì lentamente la porta.
 
 
 

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Capitolo 25
*** COME PUOI (PARTE PRIMA) ***


So che odiate i capitoli divisi...quasi quanto me...ma non ho scelta...quindi mi auguro che anche se non completo vi piaccia abbastanza da leggere anche la seconda parte nei prossimi giorni...fatemi sapere, così in caso, butto tutto dalla finestra...un abbraccione a tutti. Tittili



COME PUOI (PARTE PRIMA)



Entrò silenziosamente e dopo aver accostato la porta senza fare rumore si appoggiò con le spalle alla parete posando dolcemente lo sguardo sulle spalle dell’uomo che continuava a leggere con trasporto.
Aveva una tale energia del pronunciare ogni parola che sembrava quasi la prima volta che si imbatteva in quella trama avvincente che invece non era che opera sua.
La cosa che più colpiva nell’ascoltarlo era come il tono della sua voce diventava morbido e suadente ogni volta che parlava di Nikki e si ritrovò  a sorridere dolcemente nell’immaginarlo raccontare favole della buona notte a bambini rapiti dalla sua teatralità.
Mia cara Theresa..ora devo lasciarti…tra poco vengono a prenderti..ma prometto di tornare presto nella tua  nuova sistemazione..” disse ad un tratto Castle chiudendo lentamente il libro che aveva davanti.
Si alzò in piedi lentamente continuando a guardare la donna che nel candido letto sembrava ancora più piccola e indifesa.
So che lo sai…ma ho promesso di dirtelo…Ti ama…tanto…”  sussurrò poi posandole un leggero bacio sulla fronte.
Ma un rumore alle sue spalle lo fece voltare velocemente.
K-Kate” disse vedendo la donna che con le mani sulla maniglia  cercava di uscire dalla stanza.
La detective si fermò con lo sguardo basso, quasi vergognandosi sentendosi un’intrusa.
L’uomo si avvicinò lentamente e richiuse la porta.
Perché non mi guardi?” chiese dolcemente lui obbligandola a guardarlo alzandole il viso appoggiando le dita di una mano sotto il mento.
Quando si trovò di fronte il blu intenso degli occhi dell’uomo che la guardavano preoccupati sentì il cuore come esploderle nel petto.
Sei arrabbiata con me..vero?” chiese ancora lui con un filo di voce davanti al silenzio della sua musa.
A-arrabbiata?” rispose lei incredula.
Kate..mi dispiace…ma non potevo…il sogno di stanotte…dovevo fare qualcosa per loro…” cominciò a spiegare impacciato lo scrittore sotto lo sguardo stupido di Kate.
In quel momento entrò la capo sala seguita da tre inservienti.
Mi spiace disturbare  ma dovete uscire…dobbiamo preparare la signora Lorne per il trasferimento..”disse l’infermiera con tono morbido ma deciso.
Trasferimento?” chiese la poliziotta ancora più sorpresa.
Si…un anonimo donatore le permetterà di avere le cure più innovative…una speranza in più..” rispose la donna con una certa emozione nel tono della voce.
Kate si voltò di colpo verso l’uomo che arrossendo abbassò lo sguardo imbarazzato.
Ora però devo insistere…gli addetti della clinica S.Peter arriveranno tra meno di due ore e tutto deve essere pronto…” incalzò immediatamente l’infermiera riprendendo il controllo facendoli uscire dalla camera.
Si ritrovarono nel corridoio l’uno di fianco all’altra in silenzio.
Kate continuava a guardarlo non riuscendo a quasi a respirare mentre lui teneva lo sguardo basso come un bambino in attesa della punizione dopo una marachella.
“K-Kate..io..” sussurrò lui dopo secondi che sembrarono eterni non avendo il coraggio di guardarla.
Come puoi..” lo bloccò lei con un filo di voce.
L’uomo rimase come folgorato e finalmente si girò incrociando lo sguardo di lei.
Quando vide i suoi occhi verdi carichi di lacrime si sentì come annegare.
Ti prego Kate…perdon..” iniziò in preda al panico ma non potè finire la frase trovandosi le dita della donna sulle labbra.
C-come puoi essere vero…chi sono io per meritare un uomo come te e… e come posso essere degna di amarti…” balbettò Kate prima di gettarsi tremante tra le braccia dello scrittore non riuscendo più a trattenere le lacrime.
Castle rimase per un attimo immobile al gesto della detective, quasi stordito dal calore del corpo di lei sul suo, poi chiuse gli occhi e la strinse forte a sé.
 

&&&

 
Scesero mano nella mano le scale del grande ospedale e arrivarono al parcheggio senza dire una parola quasi avessero paura di rompere uno strano e magico equilibrio.
Posso guidare io?” chiese lo scrittore guardando la donna con sguardo  sornione.
“No” rispose subito la detective con espressione tagliente.
M-ma..ma..non sono un uomo straordinario…incredibile…e…e…” balbettò lui sorpreso dal diniego della donna.
Vero…ma guido io…” replicà decisa Kate con un sorriso incredibile.
Castle a quella vista sentì il cuore riempirsi di un calore mai sentito prima.
Cosa posso fare per convincerti?” chiese un po’ ironico sentendosi dal lato passeggero.
Io..un’idea ce l’avrei..” rispose lei sorridendo maliziosa accendendo il motore facendolo deglutire vistosamente.
La risata della donna invase l’abitacolo.
 
 

&&&

 
Arrivarono a casa in poco più di venti minuti.
Vado a fare un po’ di caffè..che dici?” chiese Kate dopo aver appeso la giacca all’ingresso.
Volentieri…ti aiuto?” rispose dolcemente lo scrittore togliendosi a sua volta il giubetto.
Kate sorridendo, si voltò verso di lui per ringraziarlo ma il barattolo del caffè gli sfuggì dalle mani tremanti mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione di apprensione.
“Rick…siediti subito…” disse cercando di riprendere il controllo.
Kate..cosa ti succede…” chiese l’uomo preoccupato.
Ti si è rotta qualche graffetta..” disse con un filo di voce la detective avvicinandosi a lui.
Lo scrittore seguì lo sguardo della donna e si rese conto che il braccio destro sanguinava.
“Ops…ne ho combinata un’altra delle mie vero?” disse sedendosi su una sedia della cucina mentre Kate andava a recuperare le medicazioni che le avevano dato in ospedale.
Tornò in pochi minuti con tutto l’occorrente e si avvicinò a l’uomo che la guardava un po’ timoroso.
Tranquillo ….ci sono io..” disse dolcemente sfilandogli la maglietta sporca di sangue.
Con movimenti lenti ed attenti tolse con delicatezza il piccolo fermaglio metallico che aveva ceduto.
Osservò un po’ preoccupata la ferita rendendosi conto che in realtà era il tessuto ad essere collassato.
Doveva essere molto doloroso ma all’uomo non sfuggiva un lamento.
Lentamente pulì la ferita applicando poi una nuova graffetta coprendo poi tutto con una garza pulita e del cerotto medico.
Per tutto il tempo era rimasta concentrata senza spostare mai l’attenzione dal profondo taglio e solo in quel momento spostò lo sguardo sul volto dell’uomo.
I suoi occhi erano di un blu così intenso da sembrare un mare d'inverno e quando sentì la sua mano calda appoggiarsi sul suo volto tremò violentemente.
Ti voglio Beckett” disse l’uomo avvicinandosi ad un soffio dalle sue labbra.
L-la ferita Castle…è pericol…” cercò di replicare lei non riuscendo quasi a respirare.
“Adesso..” la bloccò lui impossessandosi avidamente della sua bocca.
Cercò di resistere alla tempesta di emozioni che si stavano impossessando di lei ma non poteva rimanere indifferente.
L’uomo le prese il volto con entrambe le mani continuando a baciarla con passione e desiderio.
C-Castle…ti prego…non dobbiamo…” lo scongiurava lei appoggiando le mani sul petto di lui ma il calore del suo corpo sotto le dita la fecero capitolare.
Rispose ai baci con impeto mentre lo scrittore, prendendola tra le braccia, la portava in camera.
La appoggiò con delicatezza sul letto distendendosi su di lei facendo attenzione a non schiacciarla appoggiandosi sugli avambracci e continuando a baciarla.
Si fermò per un attimo guardandola fisso negli occhi.
Credo che dovrai medicarmi di nuovo….dopo…” sussurrò ad un soffio dalle sua labbra con voce profonda e roca.
 

 
 

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Capitolo 26
*** STOMACO ***


sempre con un ritardo allucinante...di cui mi scuso immensamente...ma mi auguro sia valsa la pena aspettare questo penultimo capitolo...un abbraccione a tutti. Tittili




STOMACO



Sentiva il respiro caldo e irregolare dell’uomo sul suo viso mentre gli occhi color del mare sembravano leggerle l’anima.
“C-Cas..” riusci solo a sussurrare prima che le labbra di lui si posassero nuovamente sulle sue.
Un bacio lento, morbido, caldo, da perdere il respiro.
Lo scrittore si allontanò leggermente guardandola come se da quella visione dipendesse la sua vita.
Iniziò a seguire i contorni della bocca della donna con la punta delle dita per poi scendere lungo il mento e il collo finchè  uno per uno, i bottoni della camicia della detective vennero sganciati lentamente  fino ad aprirla completamente.
Kate non riusciva quasi a respirare e quando sentì la mano dell’uomo appoggiarsi delicatamente sulla spalla per far scivolare lungo le braccia ciò che indossava tremò violentemente.
Castle, continuando a guardarla, abbassò lentamente la spallina del reggiseno sfiorando poi la pelle della detective con le labbra.
Al quel tocco caldo e morbido Kate chiuse gli occhi assaporando a pieno la meravigliosa sensazione di sentirsi desiderata.
Sentirlo scendere con dolcezza sulla spalla, risalire sull’incavo del collo, per poi scendere ancora e ancora, fino a percepire le sue labbra sul seno ormai scoperto.
Le sue mani calde a esplorare quasi con timore ogni curva del suo corpo era una strana tortura fatta di piacere profondo e desiderio crescente.
Aprì con fatica gli occhi ritrovandosi immersa nel blu profondo di quelli di lui.
“B-baciami…ti p-prego..” sussurrò appoggiandogli una mano sul volto.
L’uomo rimase per un attimo immobile sorpreso dalla preghiera della donna.
“Amami Castle…amami…” disse ancora lei prima di baciarlo con dolcezza.
Le labbra prima lente e delicate diventarono sempre più esigenti e quando entrambe si schiusero nel desiderio dell’altro, tutto diventò passione.
Le mani esperte dello scrittore raggiunsero la sua femminilità e un tremito di piacere scosse tutto il suo corpo facendola gemere come mai aveva fatto prima.
“..ti prego…” implorò ancora mentre Castle continuava a baciarla appassionatamente.
“ Cosa vuoi B-Beckett?” chiese lui a un soffio dalle sue labbra.
“Te…” rispose lei baciandolo con passione.
La fece sua con dolcezza e tenerezza quasi timoroso che tutto potesse svanire come in un sogno.
I movimenti prima lenti e controllati diventarono sempre più profondi e appassionati tanto che i gemiti della donna, prima sommessi e trattenuti, divennero sempre più incontrollati
Mani alla fervente ricerca del corpo dell’altro,  labbra desiderose della morbidezza altrui e gli occhi incatenati in un unico sguardo.
Raggiunsero insieme l’apice del piacere gridando il nome dell’altro abbracciati come un unico essere, un unico cuore, un unico grande amore.
 
 

&&&&

 
La luce filtrata dalla tenda di lino colpì dolcemente il suo viso svegliandolo.
Aprì lentamente gli occhi mentre il profumo di lei gli invadeva l’animo e si rese conto che era stretta a lui addormenta sul suo petto.
Con la punta delle dita sfiorò leggermente prima la spalla e poi la schiena nuda della donna che emise un gemito di piacere.
Mentre guardava il suo viso come rapito ancora incredulo davanti a quel sogno diventato realtà, gli occhi di lei si aprirono come fiori di campo immergendolo in quel verde profondo e intenso.
“Buongiorno” sussurrò lei con un sorriso timido
“Buongiorno” rispose lui ancora emozionato.
Kate alzò lentamente la mano accarezzandogli dolcemente il volto per poi baciarlo delicatamente.
“Che ne dici di una colazione alla Castle?” chiese lei sorridendo.
“Ma non dici sempre che esagero con gli zuccheri e i grassi?” rispose lui divertito
“…ma devo recuperare energie…” replicò lei maliziosa alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno.
L’uomo seguì i movimenti felini della detective con espressione sorpresa ma compiaciuta fino a trovarsi la visuale chiusa dalla porta accostata.
Quando sentì il rumore del getto della doccia nella sua mente si materializzò immediatamente la visione del corpo della donna accarezzato dall’acqua calda.
Castle!!..possibile eccitarsi solo per una doccia..disse a sé stesso mentre si infilava qualcosa addosso correndo poi in cucina.
Iniziò subito a trafficare con latte farina e uova con il chiaro obiettivo di preparare i pancake più buoni dell’universo quando il suo sguardo si posò sul tavolo del soggiorno.
Il suo cuore ebbe un sussulto.
O santo cielo…l’hanno trovato…pensò osservando preoccupato il piccolo quaderno sgualcito.
In quel momento Kate uscì dalla camera con indosso un accappatoio bianco e i capelli ancora bagnati.
“Allora Castle!...si mangia oppure no?” chiese la donna sorridendogli radiosa.
Lo scrittore la guardò imbarazzato con ancora il mestolo in mano.
“Castle?...tutto bene?” disse lei avvicinandosi preoccupata.
“S-si…” rispose l’uomo spostando inevitabilmente lo sguardo sul manoscritto.
La detective immediatamente capì.
“Me l’ha portato Esposito ieri…eri appena uscito…” disse con voce dolce.
Rick continuava a guardarla con sguardo timoroso.
“I ragazzi hanno pensato che fosse una cosa nostra…” continuò avvicinandosi lentamente.
“H-hai letto…tutto…” chiese allora lui con voce tremante.
Lei annuì avvicinandosi ancora.
“Kate..io…era una situazione pazzesca..non ..non…” riprese lui respirando a fatica.
“Non sentivi quello che hai scritto?” chiese allora lei a un soffio dalle sue labbra
“Che dici!..ma certo…anzi…non sono neanche riuscito minimamente ad esprimere a parole ciò che provo…” esclamò lui
“Allora…qual è il problema?” chiese ancora lei con un filo di voce.
“Ho paura che tu ti senta obbligata…forzata…” sussurrò lui tremando.
“Ti amo…senza obblighi…senza forzature…senza pensieri….il mio cuore è tuo…” disse lei sorridendo.
“E anche il mio stomaco…” continuò ridendo allentando una strana ed inutile tensione che si era creata.
Lo scrittore la strinse tra le braccia baciandola con impeto.
“Ti amo Kate……stomaco compreso…” disse ridendo a sua volta riprendendo a cucinare sotto lo sguardo rapito della sua musa.
 
 
 

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Capitolo 27
*** GRAZIE ***


Cari amici...eccoci alla fine di questa avventura con un ultimo breve capitolo che conclude questo piccolo viaggio insieme. Mi auguro che vi siate divertiti a leggere quanto a me è piaciuto scrivere e che alla prossima fatica avrete ancora voglia di seguirmi.Un abbraccio a tutti e specialmente a.....
Grazie Tittili

 



GRAZIE



Mentre lo scrittore finiva di preparare i suoi meravigliosi dolci mattutini Kate continuava ad osservarlo quasi imbarazzata.
Non riusciva a capacitarsi della tempesta di sentimenti e sensazioni intense che quell’uomo riuscisse a suscitare nel suo cuore.
Non credeva di essere capace di amare qualcuno in modo così profondo e coinvolgente e si sentì così stupida ad aver perso quattro anni per ammetterlo.
La sua mente tornò al loro primo incontro.
Bambino viziato insopportabilmente arrogante
Ecco cosa aveva pensato convinta ma…
Ma qualcosa l’aveva colpita…
In modo profondo...
Erano stati quegli occhi dallo sguardo strafottente e amalianti che nascondevano uno strano velo di solitudine e tristezza che in qualche modo l’avevano attirata inevitabilmente.
Aveva come intuito quello che c’era dietro quell’atteggiamento da play boy da strapazzo, dietro quella consapevolezza di essere incredibilmente attraente e affascinante, dietro quella sfrontata sicurezza che invece nascondeva un uomo timido e insicuro ma con un cuore immenso.
“Ecco pronta la sua ordinazione signorina…” esclamò Castle distogliendola dai suoi pensieri.
Kate osservò rapita gli occhi ridenti dell’uomo che le stava davanti.
“Kate…tutto bene?” chiese curioso lo scrittore
“Si…stavo solo pensando…” rispose la donna con un sorriso.
“Spero pensieri positivi..” replicò Rick guardandola negli occhi.
“Grazie…” sussurrò la donna sfiorando il viso dello scrittore con le dita
“Di che cosa…” chiese lui sorpreso
“Di essere tu…” rispose la donna.
“Non…non …capisco…” balbettò l’uomo emozionato.
“Grazie di essere entrato nella mia vita, grazie di avermi seguita, aiutata, sostenuta, grazie di avermi presa in giro, di avermi fatta arrabbiare, ridere, piangere…grazie per avermi ascoltata, per avermi aspettata, sopportata… grazie…grazie  per aver distrutto quel maledetto muro e di avermi insegnato ad amare di nuovo…grazie…” disse tutto di un fiato la donna come impaurita dal non riuscire a dire tutto ciò che voleva.
L’uomo la guardò per alcuni secondi senza dire una parola quasi non riuscisse a respirare.
Guardava quei meravigliosi occhi verdi che lo fissavano quasi intimoriti e si trovò in un attimo a ripensare a quando l’aveva vista per la prima volta.
Come può una donna così bella essere così…così…spinosa…come un cactus…
Ma anche le piante grasse fanno  fiori…. rari, unici, incredibili…ecco com’era Kate..qualcosa che non si poteva descrivere…solo amare.
E lui aveva avuto la fortuna di vederla sbocciare, aprirsi, rivelarsi…e di amarlo.
Chi poteva essere più fortunato di lui.
“Kathrine Beckett…..mi vuoi sopportare per il resto della vita?” disse ad un tratto con un filo di voce.
“No…” rispose subito la detective lasciandolo impietrito.
“S-scusami…io…io…” balbettò l’uomo cercando di giustificarsi ma non potè continuare trovandosi le dita della donna sulle labbra  
“.. non mi basta Richard Alexander Rodgers…non voglio stare insieme a te solo in questa vita ma anche oltre….per sempre…” sussurrò lei ad un soffio dalle sue labbra.
“..e per sempre ci sarò…” rispose lui stringendola tra le braccia “…ma…”
“Ma cosa?...” esclamò lei staccandosi velocemente dallo scrittore guardandolo dritto negli occhi con sguardo sorpreso.
“Ma ….chi lo dice alla Gates?...” rispose lui ridendo.
“CASTLE!!!”
 
FINE

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