It's Larry, Bitch.

di LarryBelieverss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First. ***
Capitolo 2: *** Second. ***
Capitolo 3: *** Third. ***
Capitolo 4: *** fourth. ***
Capitolo 5: *** Fifth ***



Capitolo 1
*** First. ***





 
Jessie è la mia migliore amica da quando andavo all’asilo, lei sa tutto di me, le mie abitudini, i miei gusti, i miei segreti, tutto ciò che faccio o che dico lei lo prevede. Non sono mai riuscito a capire come facesse. È  una ragazza sensibile e io mi confido sempre con lei, ogni volta che ho bisogno lei c’è per me. È anche la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto. Lei è poco più bassa di me, magra e ha delle lentiggini rosse che poco si vedono ma che la rendono unica. Ha dei capelli rossi lunghi che si lascia scivolare sulla schiena e ha anche degli occhi azzurri che mi lasciano sempre a bocca aperta quando li vedo. 
Il 3 Luglio io e lei partimmo per passare l’estate al mare insieme per rilassarci e stare un po’ in vacanza.
“Louis svegliati che siamo in ritardo, ah perché ti ho lasciato dormire?! Su cambiati, ho già caricato le valigie in macchina. Devo sempre fare tutto io in questa casa?!” disse Jessie alle 8.00 di mattina. L’unica cosa che riuscii a fare fu sbuffare e portare il mio viso sotto il comodo cuscino.
“Louis non farmi arrabbiare!” questa volta non ricevette risposta.
“ah è così? Ok, a mali estremi, estremi rimedi” e fu così che prese le mie gambe e le tirò fuori dal letto con tutta la forza che conteneva in quel corpicino, automaticamente io mi aggrappai al materasso ridendo. Lei imperterrita continuava a tirare così io mollai la presa finendo sopra le sue gambe.
“Sei comoda anche te, penso che potrei addormentarmi anche qui, per me è lo stesso” dissi io ironicamente ma comunque distendendomi sopra il suo debole corpo.
“Dai Louis! Spostati e cambiati,sono seria” disse Jessie, effettivamente era abbastanza incazzata ma alla stesso tempo era anche felice, non so come spiegarlo.
“Ok, ok non scaldarti, ora mi cambio e partiamo.” Dissi io con il mio solito sorriso sfacciato.
“Muoviti” Fu la sua risposta. In pochi minuti ero pronto per partire quindi mi diressi verso la macchina per controllare se Jessie aveva preso tutto.
“Cara, muoviti che si parte!” dissi io alla mia migliore amica.
“Si,si arrivo altri cinque minuti.” Mi rispose. Cosa stava facendo di così importante in quel momento? Incuriosito rientrai in casa silenziosamente per coglierla di sorpresa e appena la vidi lanciai un urlo che la fece sobbalzare. Si stava truccando.
“Idiota! Guarda mi sono tutta sbavata! Ma sei stupido?! Mi hai fatto prendere un colpo!” mi rimproverò.
“Ma tesoro mio sei FA-VO-LO-SA, ora smettila di truccarti che dobbiamo andare al mare, dai che siamo in ritardo, ti metterai il mascara in macchina, okay?”
 “Okay..” mi rispose rassegnata e salì in macchina.
“Pronti? Devi prendere qualcosa? Si parte?” chiesi prima di accendere il motore.
“Si parte!” mi rispose svegliando il vicinato. Accesi il motore e partii. Il viaggio non fu molto lungo, ascoltammo diverse canzoni e parlammo di quello che avremmo fatto durante il nostro soggiorno al mare. Quando arrivammo alla grande casa di Jessie che si affacciava al mare un sorriso mi comparve in volto.
Finalmente riuscivo a sentire la vera essenza dell’estate, il profumo del mare, i turisti che non sanno dove si trovano e dove andare. Era tutto perfetto in quell’istante.
“Lou se ti muovi forse riusciamo a farci un bagno al mare” disse Jessie interrompendo i miei pensieri.
“Si ok ho proprio voglia di fare un bagno” dissi io mentre prendevo le valigie e le portavo nel vialetto per poi trascinarle nella sala che si presentava all’entrata.
“Beh, Lou, benvenuto nella mia casa del mare, la casa dove sono cresciuta. Vuoi fare un giro?” mi chiese poi Jessie sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, io annuii ancora sotto shock dalla maestosità della casa.
Dopo avermi mostrato ogni stanza dell’abitazione si diresse verso la spiaggia facendomi  cenno con la testa di seguirla, e così feci. Corsi verso di lei e la presi in braccio trascinandola verso l’acqua fredda.
 “Mettimi giù Tomly!” mi disse lei dandomi dei pugni sulla schiena.
“Tomly?! Cos’è? Un soprannome?” chiesi io divertito da quel nomignolo.
“Si, se non mi metti giù ti chiamerò Tomly per tutta l’estate, per cui ti conviene mettermi” neanche riuscì a finire la frase che la buttai in acqua e iniziai a farle il solletico, cosa che lei odiava fin da bambina.
“Vuoi ancora chiamarmi Tomly? Eh? Che c’è Jess? Non rispondi?” chiesi io sempre più divertito.
“Dai Lou,okay, okay, hai vinto tu! Basta!” disse lei e così io smisi di infastidirla e mi immersi in quella limpidissima acqua della Sardegna. Da sott’acqua riuscivo ancora a sentire la fragorosa risata di Jessie per il mio comportamento di qualche minuto prima e così mi scappò un sorriso.
“Tomly,Tomly,Tomly” disse Jessie provocandomi.
Quella ragazza sapeva come farmi arrabbiare, le piaceva stuzzicarmi. Io non le diedi retta perché sapevo che se non avessi fatto così avremmo continuato per tutta la giornata. Pochi minuti dopo decidemmo di uscire dall’acqua per prendere un po’ di sole nelle sdraio e, anche se io ero contrariato, ci distendemmo in quei sedili e parlammo per ore senza sapere cosa stava per accadere.









spazio autrice (?)
heii ciao a tutte c: spero vi piaccia la mia Fan Fiction o almeno il primo capitolo (?) beh fatemelo sapere recensendo c: lol veramente vorrei sapere il vostro parere sulla storia c: beh che dire ancora? c: ciao a tutti e buona lettura! c:

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Capitolo 2
*** Second. ***






Erano passate due ore, la sabbia scottava e io ormai ero sudato e avevo bisogno di fare un altro bagno per rinfrescarmi.
Poco prima che mi alzassi un ragazzo passò davanti a me, lo notai subito e da sotto i miei occhiali da sole lo scrutai attentamente catturando ogni suo singolo particolare. Mi colpì la sua altezza e i suoi capelli ondulati di un colore castano scuro.
“Ehi Jess, guarda quel tipo laggiù” Jessie prima guardò me con un’aria interrogativa poi si voltò verso quel maestoso ragazzo.
“Chi? Quello con gli occhiali da sole? Quello riccio? Carino..è mio Lou, sicuramente non è gay. Che dici? Ci provo?” mi chiese lei dopo qualche minuto.
Jessie sapeva tutto di me e quindi era a conoscenza anche della mia omosessualità, ero il suo migliore amico gay e la cosa piaceva ad entrambi perché non c’erano mai litigi tra noi, escludendo quelli per i ragazzi.
“Non è gay? Ma cosa dici? Si vede benissimo che è gay, e poi l’ho visto prima io per cui è mio,non toccarlo” risposi io a ciò che Jessie mi aveva chiesto poco fa. Quel ragazzo alto e riccio ad un certo puntò si fermò, voltò il suo viso verso di me e mi sfoggiò un sorriso che mi fece impazzire. Aveva delle affascinanti fossette scavate nelle guancie che avrebbero attratto qualsiasi ragazza o, in questo caso, ragazzo.
“Ha-hai visto Jess? Hai visto cos’ha appena fatto? Lo hai visto? Mi ha sorriso. È gay” dissi alla mia migliore amica convinto della mia affermazione.
“Ma va. Stava guardando chiaramente me. Ora vado a parlargli” disse Jessie in sua difesa, si alzò e si diresse poi verso quel magnifico ragazzo. Non potevo lasciarlo tutto a lei così mi alzai di scatto anche io e rincorsi Jessie per arrivare prima di lei e,successivamente, raggiungere da quel misterioso e attraente ragazzo. Purtroppo anche lei ebbe la mia stessa idea e così ci ritrovammo entrambi di fronte al riccioluto senza sapere cosa dire e cosa fare, entrambi eravamo paralizzati, soprattutto io.
“Ciao! Come vi chiamate? Stavo giusto per venire io da te. Cioè volevo dire da voi..da voi” disse amichevolmente il ragazzo.  ‘ Da te ’ a chi si riferiva? A me? O a Jess? La ragazza si fece coraggio e parlò.
“Ah, beh ti abbiamo raggiunto prima noi -rise- io mi chiamo Jessie, piacere”
“Piacere mio” disse lui, poi si voltò verso di me. “E tu come ti chiami?” mi disse togliendosi gli occhiali da sole, i quali coprivano i suoi occhi che solo ora potevo vedere. Erano verdi, mi ricordavano lo smeraldo, la mia pietra preferita. Mi persi nei suoi occhi, nel suo sguardo e mi dimenticai di tutto ciò che avevo intorno. In quel momento eravamo solo io e lui. Per fortuna vicino a me c’era Jessie che mi diede un lieve colpo sulla schiena che mi fece ritornare sul pianeta terra.
“M-mi chiamo Louis, Louis Tomlinson” “Ciao Louis, mi chiamo Harry, Harry Styles”
La sua voce roca penetrò nel mio cuore e rimase lì per sempre. Un silenzio imbarazzante si fece spazio tra noi, fortunatamente Jessie era ancora presente e ruppe il ghiaccio solo dopo pochi minuti chiedendo ad Harry se aveva voglia di fare un bagno con noi, lui con un sorriso accettò. Entrammo in acqua io, lui e Jess. Mentre Jessie ci provava con il ragazzo dai capelli ricci, che però non sembrava molto interessato, io preferii lasciarmi trascinare dalla corrente e non più dagli occhi di Harry. Quell’acqua trasparente era stupenda, nessuno poteva nascondersi al di sotto di essa. Mi sentivo libero bagnato da quell’acqua limpidissima ma una parte del mio cuore era vuota, e io sapevo il motivo.
“Lou, vieni, dobbiamo ancora mettere apposto le valigie, ci siamo dilungati troppo” mi disse Jessie riportandomi alla realtà.
“Certo, arrivo, Harry tu dove alloggi?” chiesi io facendomi coraggio.
“Stavo giusto cercando un albergo, per ora alloggio nella mia macchina” rispose lui con un sorriso che fece sobbalzare il mio debole cuore, volevo baciarlo, baciare le sue labbra carnose, ma forse non era il caso.
“Ma allora puoi venire da noi!” disse Jessie appena capì che Harry non aveva un posto dove stare.
“Mi piacerebbe, ma non voglio disturbare, davvero” disse il ragazzo che tanto mi aveva colpito. Lui doveva stare da noi, non potevo lasciarlo andare, era la prima volta che un ragazzo mi lasciava un vuoto nel profondo del cuore come aveva fatto Harry,non mi sentivo completo senza di lui, eppure l’avevo appena conosciuto.







spazio autrice (?)
AAAllora come vi sembra questo capitolo? Aspetto sempre le vostre recensioni! c: grazie per le visualizzazione, spero che la storia vi piaccia c: beh fatemelo sapere lol c; grazie ancora e ciaooooooooo C:

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Capitolo 3
*** Third. ***







“Dai fermati da noi, tanto resteremo qui tutta l’estate”  dissi io pregandolo e sperando in un ‘sì’. Sapevo che probabilmente avrebbe risposto di no dato che ci conoscevamo solo da poche ore, e sarebbe stato comprensibile, ma comunque la speranza in me era sempre l’ultima a morire.
“Mh ok dai” rispose il bel ragazzo un po’ incerto. Mi limitai a sorridere come un deficiente a quella risposta che tanto ovvia non era e mi diressi verso quella che sembrava essere la sua auto.
“E’ quella la tua macchina? Che porto dentro i bagagli” domandai prendendo le valigie dalla decappottabile bianca e rossa essendo sicuro che fosse l’auto di Harry, il quale probabilmente non mi aveva sentito dato che stava parlando con Jessie, avevo la necessità di fare due chiacchiere con quella ragazza, Harry è..mio. tirai fuori le valigie da quell’auto lussuosa chiedendomi come mai Harry, avendo una decappottabile, non avesse avuto i soldi per un albergo altrettanto di lusso, quando i miei dubbi si dissolsero. Un vecchio uomo in carne, con una camicia sbottonata e al di sotto di essa una canottiera bianca si avvicinò a me sbraitando e facendo gesti con le mani, non molto carini.
“Al ladro! Al ladro! Quel ragazzo mi sta rubando i bagagli! Non ci si può spostare un secondo che questi ragazzi rubino ciò che trovano! Polizia! Al ladro!” . Mi girai spaventato e mollai immediatamente tutte le pesanti valigie che tenevo in mano, corsi verso la mia migliore amica e Harry sbraitando e facendo gesto di scappare.
“Mi scusi! Non era mia intenzione! Ho scambiato la sua macchina per un’altra! Scusi!”. Fortunatamente il signore era anziano e si limitò a lanciarmi le sue infradito senza ascoltare le ragioni per cui avevo preso le sue valigie.
“Se ti becco in giro finisce male ragazzo!” urlò il vecchio per l’ultima volta.
Quando raggiunsi i la ragazza dai capelli rossi e il giovane dagli occhi verdi scoppiarono in una fragorosa risata, la quale sembrava interminabile.
“Che ridere” dissi io scocciato di aver fatto brutta figura davanti al ragazzo dallo sguardo magnetico.
“Dai,su non te la prendere!” disse Jessie ridendo, mentre Harry non riusciva neanche a parlare essendo troppo preso dal ridere.
“Basta anche tu, Harry. Ora te le prendi da solo le valigie” dissi seccato ma comunque con un sorriso nascosto.
“Ok,ok” rispose Harry cercando di trattenere le risate. Non appena sentì che Harry doveva arrangiarsi a prendere i bagagli Jessie non esitò a proporsi per aiutare il ragazzo con le valigie.
“No, è roba troppo pesante per una ragazza ci pensiamo noi” dissi io allontanando Jessie e fulminandola con lo sguardo. Non appena lei capì che non la volevo nelle vicinanze si limitò a sorridere e disse: “Ma te non volevi che si arrangiasse?” poi,senza dire altro, scomparve dietro le mura dirigendosi a casa. Ci aveva lasciati soli. Io ed Harry eravamo soli, un silenzio piombò su di noi. Ora non c’era nessuno che avrebbe rotto il ghiaccio se non il vecchio di prima.
“Q-quindi qual è la tua macchina?” chiesi io cercando di nascondere l’imbarazzo che si era creato tra noi in pochi minuti.
“È quel cassonetto a pedali laggiù” disse il ragazzo che mi aveva stregato in spiaggia indicando un’auto rossa e un po’ ammaccata.
“Carina” mentii, lui capì e mi sorrise. Quel sorriso. Delle fossette comparvero nelle sue guancie mentre il mio cuore faticava a pompare il sangue alle vene.  Stavo per perdere l’autocontrollo, se non smetteva di sorridere penso che l’avrei baciato, ma fortunatamente si girò e prese un paio di borse dall’auto ammaccata.
“Sono due borse?” chiesi io incuriosito.
“Si, mi piace viaggiare leggero,ho tutto qua dentro” mi rispose. La sua voce roca mi fece rabbrividire. Mai nessuno mi aveva fatto provare questa sensazione, la situazione peggiorò quando lui mi si avvicinò e mi tocco delicatamente la mano, forse per sbaglio, o forse no. A quel punto persi il controllo, mi fermai e poco dopo corsi verso quel ragazzo alto e bello. Volevo baciare passionalmente le sue labbra carnose. In quell’istante.
“Che fai?” mi chiese prima che potessi raggiungerlo. Fortunatamente ritornai in me stesso a quelle parole, ma sapevo che non sarei resistito a lungo. Dovevo solo aspettare e conoscerlo meglio.
“No, niente, è che cammini veloce e mi stavi seminando così ti ho raggiunto, tutto qui” alle mie parole sentii una canzone familiare, era la sua suoneria, mi piaceva quel suono, quel ritmo, l’avevo già sentita ma non so dove.
“Pronto?” rispose Harry al cellulare. Riuscii a percepire solo alcune parole, ero sicuro solamente che fosse una ragazza. Forse era la sua fidanzata, no, non poteva essere vero, ma ripensandoci come poteva un ragazzo così attraente non avere una ragazza? O un ragazzo..
“Si, ok, si ho trovato un posto molto carino dove stare, con persone molto simpatiche, tesoro” disse Harry al telefono, e quindi alla ragazza dall’altra parte dell’apparecchio elettronico, guardandomi e poi sorridendomi. Riattaccò.
“C-chi era?” chiesi sperando mi rispondesse qualsiasi altra cosa a parte ‘la mia ragazza’ .
 





spazio autrice(?)
Aaaaallora, com'è questo capitolo? c: recensiteee che voglio sentire le vostre opinioni c: 
volevo ringraziare TUTTI quelli che almeno leggono la mia ff lol ah e scusate se è un pò corto ma volevo aggiornare c: GRAZIIEEEE C:
 

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Capitolo 4
*** fourth. ***







Ero ancora in attesa di una sua risposta e fui accontentato.
“Era la mia ragazza, perché quella faccia?” mi rispose.
A quelle parole il mio cuore si ruppe in mille pezzettini che aspettavano solo che qualcuno li riunisse, ma nessuno arrivò per farlo.
Forse stava iniziando a capire che provavo qualcosa per lui, qualcosa che nemmeno io sapevo spiegare, sapevo solo che era una cosa straordinaria ed infinita.
“Eh? Quale faccia? Ah no niente, io..dai andiamo che Jessie ci aspetta” dissi goffamente e sperando ignorasse il mio imbarazzo.  Non ero sollevato dal fatto che lui avesse una ragazza, anzi. Ora tutto quello che credevo lui fosse si era annullato, tutto quello che avevo pensato su di lui era probabilmente solo frutto della mia immaginazione. Era etero, un semplice, normalissimo ragazzo di diciannove anni.
Finalmente arrivammo a casa, quei pochi minuti passati con Harry mi sembravano ore, non sapevo cosa dire, forse gli avevo dato l’impressione di una persona noiosa ma lui non mi conosceva, ero solo imbarazzato e triste,distrutto. Quando rividi il sorriso di Jessie alla porta di casa mi risollevai e tornai in me stesso. Jessie stava ridendo, sapeva benissimo come mi sarei comportato da solo con un ragazzo che mi piaceva, sapeva che non avrei parlato e che avrei probabilmente detto cose stupide ed insensate. Ogni mio segreto imbarazzante lei lo conosceva, di qualsiasi cosa si trattasse. Ripensai alla telefonata, alla ragazza che c’era dall’altra parte del telefono e mi sorsero delle domande. Come mai Harry era andato in vacanza da solo? Come mai non sera portato dietro quella ragazza? Ma ora non volevo rispondere, forse perché non avrei avuto le risposte corrette o forse perché non volevo semplicemente pensarci.
“Ho messo apposto le valigie e sistemato le stanze, ora voi due preparerete da mangiare che sono abbastanza stanca” disse Jessie interrompendo il silenzio che si era creato da pochi minuti.
“Ok, vuoi qualcosa in particolare Jess?” “No, fate quello che volete con la roba che c’è in frigo”  ero stupito, Jessie aveva già messo il cibo nel frigorifero, svuotato le valigie e fatto le camere, come minimo io e Harry avremmo dovuto preparare da mangiare. “Ok Jess, riposati ora” le dissi sorridendo. Ora io ed Harry saremmo rimasti un’altra volta da soli. Stavo per andare in panico ma mi calmai,in un certo senso, al pensiero che lui fosse etero. “Quindi cosa cuciniamo?” mi chiese il ragazzo. I suoi ricci scivolavano sulle guancie e i suoi occhi riflettevano la mia immagine. Erano bellissimi, lui era bellissimo. Passarono pochi minuti prima della mia risposta, ero troppo occupato a notare ogni piccolo particolare di Harry. La risposta non fu comunque soddisfacente. “Non lo so”  a quelle parole Harry mi guardò forse infastidito o annoiato. No, non volevo si annoiasse con me, neanche per un minuto, così iniziai a cantare una canzone,la mia preferita “Who lets the dogs out” . il ragazzo più alto, nonostante se più giovane, di me sorrise. Io, Louis Tomlinson, avevo fatto sorridere Harry, il ragazzo che mi aveva rapito il cuore in pochi secondi. Iniziò a cantare anche lui e mentre le nostre voci si incrociavano combinando note alte e basse, Harry prese una tovaglia e la appoggiò delicatamente sul tavolo, io mi postai sul lato opposto del tavolo e, insieme, aprimmo la tovaglia che prima era piegata e la stendemmo sul tavolo di legno. Mentre cantavamo ci divertivamo a far passare l’aria sotto la tovaglia alzandola e abbassandola non appena passava un filo di vento dalla veranda.  Ogni volta che la tovaglia scopriva il volto di Harry, lui cambiava espressione e ciò mi divertiva molto. Dopo qualche minuto di gioco lasciammo cadere la tovaglia sul tavolo antico e ci appoggiammo sopra i tre piatti, bicchieri e posate, infine prendemmo i tovaglioli abbinati alla tovaglia ricamata delicatamente con dei fiorellini sui lati e li appoggiammo sopra di essa.
“Ora dobbiamo solo cucinare e abbiamo finito” dissi io al ragazzo dagli occhi verdi smeraldo.
“Che ne dici di una pizza?” mi chiese.
“Perché no? Guardo se ci sono gli ingredienti giusti” risposi prima di controllare il frigorifero.
“Vada per la pizza” dissi portando fuori da quell’armadio di ghiaccio del sugo, mozzarella e la pasta per fare la pizza. Harry sorrise e mi aiutò a chiudere il frigo.
“Tu sai come si prepara una pizza?” mi chiese dolcemente lui, io mi limitai a sorridere e ad annuire.
 
**
 
Finalmente la pizza era cotta, così io ed Harry chiamammo Jessie che nel frattempo si era cambiata, e probabilmente si era fatta una doccia dato che aveva i capelli, di solito di un rosso acceso,  spenti e cupi  a causa dell’acqua. “Hai fame?” chiese Harry a me, a ME. “Si, mi è venuta un po’ di fame” risposi sembrando indifferente. Jessie fu la prima a sedersi a tavola probabilmente era la più affamata così io ed Harry tornammo in cucina per prendere la pizza dal forno. Mentre ci avvivavamo per la cucina il ragazzo alto e forte si avvicinò a me toccandomi delicatamente la mano per poi superarmi e prendere la pizza dal forno. La sua mano toccò la mia per pochi secondi, quasi l’accarezzò, le emozioni che provavo erano infinite, indescrivibili. Gioia, dolore, angoscia,amore, tutto racchiuso in un unico stupendo gesto. Lui non si voltò, continuò a camminare mentre io restai fermo,immobile con la bocca spalancata. Ad un certo punto mi resi conto di come ero posizionato e chiusi la bocca, ma ancora non riuscivo a muovermi. Sentii la sua risata, e capii che l’aveva fatto apposta, ma perché? Tornò verso di me con un sorriso in volto, le sue fossette mi avevano colpito dal primo istante, delle conche profonde nelle sue guancie così belle, lo rappresentavano,non so perché, era una parte unica di lui,che nessuno possedeva.
“Che hai Lou? Ho fatto qualcosa che non andava?” mi chiese Harry sfacciatamente. Come mai tutto ad un tratto mi chiama “Lou”? e poi sapeva chiaramente cosa non andava. “Lo sai benissimo” dissi io con coraggio, lui mi guardò e sorrise dolcemente, mi sciolse il cuore. Dopo una lunga pausa Harry prese finalmente la pizza e la portò a Jessie, la quale stava aspettando da un po’ di tempo.  “Quanto vi ci vuole per prendere una pizza da un forno?!” chiese Jessie scocciata mentre tagliava a pezzi il cibo. Io e Harry ci guardammo, non so descrivere l’espressione che avevamo in quel momento, niente era descrivibile quando stavo con Harry.
 
**
 
“Ragazzi che ne dite di andare a fare una tranquilla passeggiata in spiaggia?”
“Si, per me va bene” “Anche per me” .
Era una sensazione straordinaria mettere a contatto i piedi con la sabbia al chiaro di luna, a quell’ora della sera essa ormai era fresca e rilassante dopo una giornata sotto il sole. Jessie si divertiva a correre sulla sabbia mentre io e il ragazzo di cui gli occhi verdi smeraldo si vedevano chiaramente anche al buio preferivamo camminare normalmente a riva. La luna si rifletteva sul mare e non c’era nessuno, eravamo solo noi tre. Si sentiva solo una musica, la più bella, quella della natura. Le onde che raggiungevano la riva per poi ritirarsi nuovamente nel mare infinito, il rumore così delicato e silenzioso che facevano i nostri passi a contatto con la sabbia e ogni tanto la risata di Harry. Nient’altro, era tutto così semplice ma allo stesso tempo meraviglioso. Quando Jessie si allontanò ed io e Harry rimanemmo soli, lui mi prese la mano, il suo tocco caldo mi scaldò anche il cuore, lo guardai con aria interrogativa.
“Non era la mia ragazza, era mia sorella” disse sottovoce ma chiaramente udibile.

 


spazio autrice (?)

Aaaalloraa SCUSATE se ho aggiornato così tanto, SCUSATE davvero, è che ho dovuto studiare, internet non andava ecc..SCUSATE c: Comeunque..vi è piaciuto almeno un pò il capitolo?? c: vi prego lasciate una piccola recensione che a me fa davvero tanto piacere leggerle c: beh vi saluto ora..E GRAZIE SE SIETE ARRIVATE FINO A QUI LOL c: vi amoooo

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Capitolo 5
*** Fifth ***





Non credevo di aver sentito bene, era sua sorella? Ma perché diavolo mi aveva mentito? Perché ora mi teneva la mano? Perché? Troppe domande passavano per la mia mente senza fermarsi. Dovevo buttare fuori tutti quei dubbi in un solo colpo. “Perché mi hai detto che era la tua ragazza?” era l’unica domanda che uscì dalle mie labbra in quel momento. “Io..volevo vedere come reagivi” disse Harry lentamente e sempre più a bassa voce, era dispiaciuto e allo stesso tempo così tenero. “Perché volevi vedere la mia reazione?” chiesi io immediatamente, un sorriso comparve in entrambi i volti,non c’era un motivo o forse si. La luna splendeva ogni minuto di più, il mare non si riusciva più a distinguere dal cielo cupo, era tutto perfetto, i ricci del ragazzo coprirono per qualche istante i suoi occhi verdi smeraldo, finché io li spostai verso l’orecchio destro. Il mio viso si avvicinava a quello di Harry, non riuscivo a sentire più niente, tutto era vuoto ma infinito intorno a noi. Mi alzai in punta di piedi tenendo le mani intrecciate a quelle del piccolo sebbene più alto Harry. Lui le strinse sempre più forte e mi diede un bacio. Sentii il calore delle sue labbra premere contro le mie, la sua lingua delicata portarsi dolcemente nella mia bocca. I nostri occhi erano serrati e quindi capii che non era un semplice bacio, non era la classica cotta estiva, no, era molto di più. Le cose più belle della vita non si vedono con gli occhi ma col cuore. Quanto è vero. Il bacio durò a lungo, fu il bacio più bello della mia vita, quello più vero. “Perché l’hai fatto?” chiesi dopo aver aperto gli occhi ed aver appoggiato completamente i piedi a terra. “Potrei chiederti la stessa cosa” mi rispose facendo ricomparire quelle fossette straordinarie. Non aveva tutti i torti, ma io l’ho fatto perché mi piace, lo amo, ma non posso dirglielo, forse è uno sbaglio baciarlo, forse è stata la scelta migliore della mia vita. Jessie non si era accorta di nulla, aveva continuato a camminare senza fermarsi o girarsi, non la vedevo più. Rimasi fermo a fissare intensamente gli occhi di Harry, riuscivo a cogliere le emozioni che stava provando guardando solamente nelle sue pupille nere e così in contrasto con il colore dell’iride. Provava gioia,amore era la felicità in quel momento e lo ero anche io, non volevo muovermi volevo rimanere fermo così per sempre. “Quindi ora stiamo insieme?” chiesi io dopo quella lunga pausa. “Tu dici?” rispose sorridendo e dandomi un dolce bacio in fronte che mi sciolse.  “Non dobbiamo dirlo a Jess” dissi io dopo essermi ricordato che anche a lei piaceva Harry,non potevo dirglielo, l’avrei persa. “Perché no?” mi chiese confuso. “Tu piaci anche a lei” risposi tutto d’un fiato. “Prima o poi dovrà saperlo” quanto aveva ragione il piccolo. Dopo queste parole vedemmo Jessie arrivare correndo verso di noi, non sembrava molto felice, era piuttosto incazzata. “Dove cazzo eravate?! Io sono andata avanti da sola,vaffanculo stronzi” disse sbraitando contro di noi. “Calmati” disse Harry, un grande errore quello suo, mai dire ad una ragazza di stare calma, sarà come lanciare benzina sul fuoco. “Calma?! Stai calmo tu! Torno a casa! Complimenti per avermi rovinato la giornata! Sono andata avanti da sola per mezz’ora!” urlò. “Non esagerare Jess, ci siamo fermati qua un secondo” dissi io guardandomi le dita dei piedi, ma ormai era già nella via di casa. “Che esagerazione” disse Harry in conclusione. “Avrà il ciclo” risposi io, il ragazzo che mi stava ancora di fronte sorrise e mi prese nuovamente per mano. “Torniamo a casa” disse, mi limitai ad annuire sorridendo timidamente. Forse non avevo proprio tanta voglia di tornare a casa, volevo ancora vivere quel sogno. “E se restassimo qui? Sotto la luna per un po’?” chiesi quindi al ragazzone ,il quale mostrò le sue fossette in segno di approvazione. Ci sedemmo proprio di fronte al mare blu,quasi nero. Questa volta eravamo solo noi due e quella favolosa musica. L’acqua salata ci bagnava i piedi nudi, le mie braccia,appoggiate alla sabbia umida, reggevano il mio corpo da dietro la schiena e le dita della mia mano erano intrecciate a quelle di Harry. Per me era il paradiso.
 
HARRY’S POV

Eravamo davanti a quella distesa d’acqua che si fondeva col cielo, eravamo soli, e le nostre mani erano intrecciate. Quel ragazzo mi attraeva, la prima volta che lo vidi non ci feci molto caso a lui ma poi riuscii a andare oltre al ragazzo timido e goffo, vidi un sorriso sgargiante e udii il suono della sua risata,perfetta. Louis. Per me non era più un semplice nome, no, era molto di più, era una parola piena di significati: amore, timidezza, felicità,gelosia, tutto racchiuso in quattro lettere ormai scolpite nel mio cuore. Non mi posso però fidare di lui, lo conosco da poco, non mi posso innamorare di nuovo. Avevo sofferto troppo per amore e questo Louis, il ragazzo che avevo appena baciato, il ragazzo dagli occhi azzurri, il ragazzo di cui sapevo solo il nome alla fine, non mi avrebbe fatto ritrovare la passione, l’amore.
Non ancora, é troppo presto, non sono ancora pronto.
Mi resi conto di quello che stava accadendo tra noi e tolsi con un gesto freddo e insensibile la mano intrecciata a quella di Louis e mi rialzai incamminandomi verso la casa buia e grande che avevo alle spalle. Sapevo di averlo ferito, ma sapevo anche che lui avrebbe fatto lo stesso con me se mi fossi fidato, se mi fossi lasciato andare come un tempo. Non doveva accadere di nuovo. Mi girai e guardai il ragazzo con la maglia a righe e i pantaloni rossi guardarmi con aria interrogativa, triste. Mi si sciolse il cuore, non volevo farlo soffrire, non dovevo baciarlo. Fu un momento lungo e triste quello,ma la consapevolezza di quello che sarebbe potuto accadere mi fece andare avanti, fino alla casa, nella quale mi rifugiai.
Chiusi delicatamente la porta alle mie spalle, il silenzio dominava in tutte le stanze e quasi mi metteva paura, ansia. Aprii la prima porta che mi trovai di fronte ed entrai. Un letto era posizionato al centro della grande stanza, le lenzuola stirate erano di un colore blu scuro,come il mare che stava a pochi metri dall’abitazione. Probabilmente quella era la mia camera e quindi mi sdraiai sul letto comodo ma non riuscivo a dormire,come potevo farlo? Avevo abbandonato Louis fuori, al freddo. Non potevo sopportare l’idea che sarebbe potuto accadergli qualcosa , così mi pentii della scelta che avevo fatto pochi minuti prima e tornai alla spiaggia, ma lui non c’era.
Una domanda mi assaliva: Dov’era?
L’avevo lasciato e lui se n’era andato, ferito. Sono un mostro, lo sono sempre stato. Non sapevo cosa fare, urlai quindi il suo nome, un tentativo disperato di ritrovarlo. Sentii una lacrima rigarmi la guancia destra, stavo piangendo dalla disperazione. Non piangevo da tanto tempo,troppo. Ora tutte le emozioni che avevo tenuto dentro me erano scoppiate,tutto in pochi minuti. Mi sedetti deluso di non aver trovato Louis,mi sedetti dov’eravamo seduti noi prima che combinassi quel casino, l’ultima cosa che vidi fu la luna,poi mi addormentai a riva di quel mare.
 
LOUIS’S POV
 
Non potevo crederci, non volevo. Harry mi aveva lasciato dopo il bacio sotto le stelle, davanti al mare. Quando vidi il ragazzo scappare da me, voltarmi le spalle per raggiungere la casa dove poi si rifugiò mi si spezzò il cuore. Quel ragazzo apparentemente dolce mi aveva fatto soffrire troppo in una giornata. Forse mi sono fidato di lui perché mi aveva veramente catturato con uno sguardo. Avevo quindi fatto un patto con me stesso: non fidarmi più di lui ed evitarlo il più possibile. Era solo il primo giorno d’estate e già mi ero rovinato il resto della vacanza.
Mi alzai, presi un sasso piatto dalla spiaggia e lo tirai il acqua,facendolo ‘rimbalzare’ quattro volte. Non so perché lo feci, forse avevo solo bisogno di sfogarmi e colpire,tirare, qualcosa. Dopo aver compiuto questa azione me ne andai, avevo bisogno di una passeggiata o di sfogarmi un po’. Non potevo credere che quel ragazzo dagli occhi di cerbiatto era rientrato in casa senza dire nulla,mi schifai del suo comportamento.
Mi diressi al bar più vicino, avevo bisogno di dimenticare l’accaduto e la cosa che sembrava migliore in quel momento era bere, bere fino a non capire più nulla. Mi sedetti a un tavolo, in un angolo, da solo. Non mi importava essere in compagnia, ma ovviamente non si può stare due minuti da soli che arrivano degli sconosciuti che ti trattano come i tuoi migliori amici. Due ragazze si avvicinarono a me.
“Ehi perché un ragazzo così carino è qui da solo in un bar?” Cavolo ero andato in uno stupidissimo bar, devo esserci anche qui le puttane?! Quando avrò il coraggio di urlare al mondo che sono omosessuale? Mi limitai a non rispondere e a fulminarle mentre sorseggiavo la mia birra.
“Sei un ragazzo di poche parola eh? Dai vieni che ci divertiamo” Disse l’altra ragazza. Questo mi fece schifare ancora di più, così me ne andai, volevo stare da solo e mi resi conto che andare in un bar non era una delle mie migliore idee.  Tornai alla spiaggia, e mi feci un bagno in mare, lì sicuramente non ci sarebbe stato nessuno. Avevo addosso i vestiti ma non mi importava, mi sentivo libero in quel momento.
Nuotai per almeno mezz’ora ma poi mi accorsi per caso di qualcosa di strano. Notai un uomo sdraiato sulla spiaggia, proprio davanti al mare,proprio dove io e Harry ci eravamo baciati. Mi avvicinai incuriosito e con mia sorpresa vidi che quell’uomo era il ragazzo dagli occhi verdi. Si era addormentato.
Lo scrutai attentamente per qualche minuto. Il suo petto si alzava e abbassava ad ogni respiro, gli occhi verdi smeraldo erano chiusi,delicatamente. I ricci sporchi di sabbia erano appoggiati in parte sul viso e in parte sulla distesa di sabbia sotto quel corpo,le sue mani erano intrecciate tra loro sul petto. La bocca rosea  era leggermente aperta, sembrava stesse sognando. Ne ebbi la conferma quando urlò il mio nome nel sogno prima di svegliarsi. I suoi occhi incontrarono i miei,di nuovo, sembrava che la scena di qualche ora prima si stesse ripetendo ma mi ricordai della promessa fatta con me stesso:  non fidarmi più di lui ed evitarlo il più possibile.  Così feci. Mi allontanai dal ragazzo proprio come aveva fatto lui prima, entrai in casa e andai a letto, sperando inutilmente di dimenticare quella giornata, ora odiavo con tutto me stesso quel ragazzo.
Basta soffrire,basta..



Spazio autrice (?)

Allora beii c: come state? SCUSATEMI DAVVERO TANTO, PER QUELLI CHE MI SEGUONO, SE NON AGGIORNO SDA MILLENNI, SCUSATE MA DEVO STUDIARE CWC spero che almeno questo capitolo vi piaccia c: sdfgh grazie davvero tanto a tutti c: MERDA LA SCOSSA, L'AVETE SENTITA?! CAZZO MERDA.

okay, a parte questo, vi è piaciuto? fatemelo spare,beh, recensendo lol c: asdfg ciauu

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