Show me,don't tell me

di ashtonslaugh
(/viewuser.php?uid=222196)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Devi svegliarti ragazza,la tua felicità è ormai molto lontana ***
Capitolo 2: *** Avere paura ma essere troppo orgogliosi per ammetterlo ***
Capitolo 3: *** Come fratello e sorella ***
Capitolo 4: *** L'alcol e i concerti danno alla testa ***
Capitolo 5: *** Sempre in lite ***
Capitolo 6: *** Qualcosa di nuovo ***
Capitolo 7: *** Indecisioni ***
Capitolo 8: *** E' ora di cambiare ***
Capitolo 9: *** Indovina chi viene a cena?! ***
Capitolo 10: *** Scoperte ***
Capitolo 11: *** Lacrime a Londra ***
Capitolo 12: *** L'amore si scopre soltanto amando ***
Capitolo 13: *** Un passo alla volta ***
Capitolo 14: *** Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo ***
Capitolo 15: *** Moscerini negli occhi ***
Capitolo 16: *** Si piange quando si grida all'ingiustizia ***
Capitolo 17: *** Il cambiamento è inevitabile,la crescita personale è una scelta ***
Capitolo 18: *** Nuova vita,vecchi rancori ***
Capitolo 19: *** L'orgoglio è l'immancabile vizio degli stupidi ***
Capitolo 20: *** Certezze confuse ***
Capitolo 21: *** Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 22: *** Ogni pezzo al suo posto ***
Capitolo 23: *** Our happy ending ***



Capitolo 1
*** Devi svegliarti ragazza,la tua felicità è ormai molto lontana ***


-e con questa abbiamo finito,era l’ultima stanza della casa,come la trovi?-

-è una comunissima e stupidissima casa,non c’è nient’altro da dire-lei sembrò addolorata per le mie parole,bene un punto per me                                    

-vuoi andare nella tua stanza allora?-mi chiese cauta

-sarebbe anche l’ora non trovi?-risposi acida

-bene,seguimi-disse percorrendo un lungo corridoio,io la seguii trascinandomi dietro l’enorme valigia al mio seguito,arrivammo ad una rampa di scale che portava ad un terzo piano,era un enorme rampa di scale

-e secondo te come ce la porta io la valigia li sopra,volando?-

-lasciala pure lì,chiederò a tuo padre se può portartela in camera dopo cena-mio padre in camera mia? Era già tanto se stavamo sotto lo stesso tetto,figurarsi nella stessa stanza!

-mai!-dissi decisa caricandomi quell’enorme valigia in braccio e tentando il tutto per tutto pur di non cadere all’indietro,Anne tentò di aiutarmi ma con una spallata la scostai non
troppo gentilmente. Arrivate al terzo piano notai che c’era solo una camera,la mia probabilmente,bene avevo un piano per me. Entrai e gettai la valigia dentro


-ti piace?-domandò Anne speranzosa

-te ne vai?-risposi imitandola

-d’accordo ti lascio sistemare,ti chiamo quando è pronta la cena-

-non disturbarti,non farò neanche un pasto seduta al vostro stesso tavolo-le sbattei la porta in faccia non curandomi del fatto di averle fatto male o no. Presi un bel respiro e
comincia a guardarmi in giro,non era male dopotutto,era abbastanza grande e con un bagno adiacente,la cosa che mi colpì più di tutto fu il balcone. Alla destra del mio letto
infatti c’era un piccolo balcone che dava su un piccolo boschetto,ah già è vero,ero andata a vivere di fronte ad un parco,che bello,poppanti che si lagnano per essere caduti dai giochi e pensionati che rimpiangono addosso i tempi andati dalla mattina alla sera a due passi da me,che cosa fastidiosa! Si lo so,ho sempre qualcosa da ridire,che ci posso fare? Sono fatta così. Disfai la valigia e mi sdraiai sul mio letto pensando a dove ero finita,in Inghilterra,più precisamente a Holmes Chapel. Ma perché a me? Stavo psì bene nella mia Italia! Ah si è vero,perché ho un padre puttaniere che se l’è filata appena ha potuto,giusto,che sbadata che sono!


-Leah è arrivato tuo padre-cristo se mi chiamano ancora una volta inglesizzando il mio nome potrei sul serio commettere un omicidio! Aprii di scatto la porta e mi ritrovai davanti una Anne sorridente,forse non si era offesa più di tanto per prima,cazzo! Ridussi gli occhi a due fessure

-Lia,mi chiamo Lia!-lei mi guardò stranita

-si Leah!-esclamò come se fosse la cosa più ovvia del mondo

-ho detto Lia!-urlai esasperata

-Leah! Non ti azzardare mai più a mancarle di rispetto a questo  modo,chiaro?!-gridò mio padre spuntando dalla rampa di scale. Non era cambiato per niente dall’ultima volta
che l’avevo visto,esattamente 3 anni fa. Solito tono da stronzo,soliti vestiti eleganti,solito taglio di capelli,soliti occhi fottutamente uguali ai miei,azzurri chiarissimi,quasi grigi


-perché se nò?- chiesi con tono di sfida

-sei arrivata da mezz’ora,non crearmi già problemi ragazzina!-ringhiò fissandomi

-no Tom,non dire così,non fa niente..-cominciò Anne

-allora dimmi,perché mi hai preso con te? Ho molti altri parenti in Italia dove sarei rimasta molto più che volentieri!-

-perché sei minorenne e sei mia figia,quindi fai quello che dico io!-

-non sperarci minimamente!-sputai glaciale,poi rientrai in camera sbattendo nuovamente la porta. Nicotina,avevo un bisogno disperato di nicotina,afferrai con forza la mia borsa
da viaggio e ne estrassi il pacchetto di sigarette che cercavo,ne presi una e l’accendino per poi lanciare il pacchetto sulla scrivania,aprii la portafinestra e mi appoggiai sul bancone accendendo la sigaretta. La portai alla bocca e comincia ad inspirare il fumo per poi farlo uscire dalla bocca dopo alcuni istanti. Chiusi gli occhi ritornando a pensare,non mi aveva neanche salutata. 3 anni che non mi vedeva e la prima cosa che mi diceva era di non creargli problemi. Tanto ormai c’ero abituata,faceva la stessa cosa anche 4 anni fa,quando stava ancora con mia madre,lei che mi ebbe a 16 anni e che fu costretta dalla famiglia di mio padre a sposarlo,lei che mi crebbe da sola con le proprie forze costretta a stare accanto ad un uomo che non amava,lei che morì per un fottuto cancro al seno 4 mesi fa. Mi mancava terribilmente,le volevo davvero bene,era una persona che stimavo profondamente per la propria tenacia e determinazione,qualità che fortunatamente avevo ereditato e che contraddistinguevano il mio carattere particolarmente acido,scontroso e orgoglioso. Buttai ciò che rimaneva della sigaretta nel boschetto,che atterrò sopra la testa di qualcuno,ops! Qualcuno bussò alla porta,decisamente non avevo voglia di vedere alcun essere vivente quella sera,non ricevendo risposta l’intruso entrò nella mia camera facendomi infuriare,rientrai in camera


-cazzo se nessuno risponde vuol dire che o non c’è nessuno o quel nessuno non vuole gente tra i piedi!-urlai a quella che scoprì essere Anne

-scusa non volevo disturbarti ma ti ho portato un po’ di dolce,non hai mangiato stasera e ho pensato che avessi potuto avere fame-disse gentilmente posando il piatto sulla
scrivania dove notò il pacchetto di sigarette,lo guardò ma non disse nulla-bè buonanotte Leah,a domani-


-Lia-la corressi nuovamente e lei annuì uscendi. Credevo di avere due palle da tennis al posto degli occhi per lo stupore,l’avevo trattata di merda e lei faceva questi gesti carini per me? Doveva essere malata la donna. M avventai sulla torta,mangiandola in un boccone “dannazione Leah datti un contegno” pensai tra me e me. Fantastico mi ero chiamata anche io con quel ridicolo nome,ma possibile che nessuno noti la differenza? Non lo avrei mai accettato,no. Si doveva mettere in chiaro che io non ero Leah Styles l’inglesina snob che abita nella villona vicino al parco,ma Lia De Francesco l’italiana costretta da forze superiori ad allontanarsi dal proprio paese,su questo non c’erano dubbi,almeno per me. Dopo una veloce doccia mi infilai sotto le coperte dove mi addormentai nel giro di 5 minuti.

La mattina dopo fui svegliata da Anne che tentava di farmi svegliare dandomi leggerissimo buffetti sulla testa

-toglimi le mani di dosso!-urlai scontrosa,lei si spaventò nel vedermi così attiva già di mattina presto

-oh si scusa,scendi di sotto che la colazione è pronta-mi disse sorridendomi

-quale parte della frase non voglio fare neanche un pasto al vostro stesso tavolo non ti è chiaro?domandai acida

-è l’unico momento della giornata in cui ci siamo tutti insieme,poi io e tuo padre usciremo per il lavoro-mi disse facendomi  un faccino triste,giuro che la decapito se non la smette
di essere così dolce,è irritante!


-ancora meglio,va via non ho intenzione di venire,sprechi solo tempo-

-d’accordo,allora a stasera-mi rispose sconsolata

-sisi,vai cià-dissi mettendomi un cuscino in testa e facendole qualche strano segno con la mano. Sentii poco dopo la porta chiudersi e dei passi allontanarsi,riemersi dalle coperte
e stetti un po’ lì,ormai ero bella che sveglia grazie a quella donna ma non gliela avrei data vinta scendendo con loro. Così mi alzai e mi infilai in bagno dove mi lavai e mi vestii,dovevo uscire a fare un giro,quella casa mi stava soffocando. Presa la borsa con tutto il necessario scesi le scale per imboccare la porta di casa


-dove credi di andare?-mi  bloccò mio padre cortese come al solito

-fatti gli affari tuoi,ne hai già abbastanza a cui pensare no?-dissi aprendo la porta

-Leah! Torna immediatamente qui!-urlò venendomi in contro,ormai io però ero già fuori di casa e stavo imboccando la prima strada che trovai,assolutamente a caso. Girovagai
per un bel po’ tra i vari quartieri fino a quando non mi ritrovai con mezzolitro di caffè con l’aggiunta di panna addosso,oltre che con il culo per terra. Mi ero scontrata con un tipo
che mi offrì subito la mano per potermi alzare in piedi


-oh cavolo scusami scusami scusami,scusami tanto-o dio,una altro esaltato della gentilezza,ma tutti a me dovevano capitare?

-ma sta un po’ zitto,guarda te che macchia c’ho adesso sulla maglia,come faccio a toglierla ora?-mi lagnai strofinando la mia maglietta rossa

-oh bè per quello ci sono le mamme-disse facendo l’occhiolino,lo guardai malissimo e lui imbarazzato si mise una mano tra i capelli-ehm,se vuoi posso darti il mio numero!-
disse ammiccando spostandosi la folta chioma riccia


-ma cosa cazzo vuoi che me ne faccia del tuo numero? E poi smettila di chiudere un occhio si e l’altro non ad intermittenza,cos’è hai un tic nervoso?-esclamai profondamente
irritata dal suo comportamento


-ehi calma,volevo solo essere gentile-rispose prendendomi per il braccio

-bè io odio le persone gentili,guarda un po’ e levami le mani di dosso!-urlai

-ma ti calmi?-

-guarda che urlo a tutti che mi stai molestando,lo faccio!-sorrise beffardo

-non ti crederebbe nessuno tanto,qui mi conoscono tutti-

-oh che bello,anche un figlio di papà sei oltre che ad un  molestatore!-

-guarda che non ti sto facendo niente!-

-fino a prova contraria mi stai strattonando il braccio,e chi ti dice che non mi stai facendo male?-

-ma sei scema? Sei caduta e ora ti sto tenendo in piedi perché se nò ricaschi!-

-so camminare benissimo da sola! E ti avverto so fare a botte meglio di un ragazzo perciò non ti conviene prendermi di mie-

-mi stai dando sui nervi ragazzina-

-non chiamarmi ragazzina!-lo interruppi infastidita

-non so il tuo nome e allora ti chiamo ragazzina va bene?-

-no che non va bene!-

-e allora dimmi come ti chiami così io non ti chiamerò più ragazzina!-

-no che non te lo dico,sei pazzo!-

-e allora adeguati ragazzina! Mi stai scocciando!-

-io sto scocciando te? Sono io che sto maltrattando una sconosciuta? Di solite quando le persone si scontrano si chiedono scusa e la cosa finisce lì!-

-ma chi sta maltrattando chi? E allora perché non te ne sei andata subito?- disse sorridendo maliziosamente

-te lo dico un ultima volta,toglimi le mani di dosso!-dissi decisa a ignorarlo

-vuoi vedere che se ti mollo cadi?-

-mollami!-dissi strattonandolo,ma era decisamente più forte di me,aveva ragione però la testa mi girava,ma non lo avrei mai ammesso

-ti sto solo aiutando,lo capisci?-a quel punto gli tirai un pugno sul naso-brutta stronza!-urlò. Non ero forte ma ero veloce,male di sicuro non gliene avevo fatto tanto,ma quando per
la sorpresa lui si portò le mani al volto io cominciai a correre verso casa. Ritornai a casa con il fiatone,come giro turistico poteva bastare per oggi,magari quel molestatore era già
sulle mie tracce,sentii un brivido lungo la schiena. Li almeno ero al sicuro,in quella mega villa con tutti i sistemi d’allarme che c’erano. Mio padre doveva guadagnare bene qui allora,meglio che in Italia sicuramente. Passai l’intera mattinata a spulciare qua e là cibo dalla cucina,non avevo particolarmente fame ma avevo avuto problemi di anoressia due anni fa,non mi andava di saltare un pasto,avrebbe voluto dire dargliela vinta e io non volevo ricaderci,perciò tentavo di mangiare sempre regolarmente sforzandomi di mandare giù tutto quello che avevo nel piatto anche se non avevo per niente fame.


Erano circa le 6  quando sentii un qualcosa sfregare contro la serratura. Aspettai che Anne e mio padre entrassero preparandomi psicologicamente ad una nuova litigata,loro però non entrarono. Il rumore però persisteva e si faceva sempre più forte,si doveva trattare di un ladro allora

-ma perché tutte a me oggi?-domandai rivolta verso il cielo,più al soffitto che al cielo,ma vabbè. Misi veloce il blocco alla porta e poi mi diressi alle finestre per vedere chi fosse il
bastardo. Scostai la tendina e mi appiccicai al vetro per riuscire a vedere,cacciai un urlo talmente forte che forse anche a Londra mi sentirono scoprendo con orrore che il presunto ladro era anche il presunto molestatore di quella mattina. Lui appena sentì l’urlo si avvicinò alla finestra per vedere chi fosse ma io tirai la tenda e mi allontanai,avevo il cuore che mi batteva fortissimo e gli occhi sbarrati dal terrore,e ora? Avrei lasciato che il tizio li fuori mi rapisse? No,certo che no. Respira profondamente e mi misi a pensare a come farlo scappare,ma non prima di aver bloccato la porta con un orripilante portaombrelli con delle zampe di gatto,ma che cacchio di gusti hanno in sta casa?


-allora,se scappo dalla porta sul retro io sono slava ma lui entra in casa,ma se io andassi fuori minacciandolo con-mi guardai intorno-una paletta,la casa sarebbe slava ma io ce l’avrei nel culo-ragionai andando avanti e indietro per il salone agitando la paletta a mo di frustino-potrei sempre adottare le tecniche di “mamma ho perso l’aereo”! ma non dire cazzate per favore Lia eh!-dissi scuotendo  la testa

-chi c’è in casa?!-sentii dire al ladro/molestatore,cioè prima tenti di entrare in casa e poi chiedi se c’è qualcuno? Amico,te lo dico con il cuore,cambia mestiere-ma che caz..?!-
imprecò lui aprendo la porta di un filo perché bloccata dall’obbrobrio con le zampe


-vattene da casa mia o chiamo la polizia!-urlai

-razza di delinquente esci tu da casa mia semai!-ribattè

-ma sei scemo? Guarda che ho il telefono in mano,pronta a chiamare il 112!-

-112? E che cazzo di numero è il 112?-domandò urlando,stupida che non sei altro,non sei più in Italia,svegliati! Tentava di aprire la porta a spallate ma il mio amico a quattro
zampe non mollava,si bè ora è mio amico visto che mi sta difendendo.


-ehm,il 911,chiamo il 911-nei film chiamano sempre questo,magari funziona

-ok,facciamo così,se esci dalla mia casa ti lascio andare e nessuno ti ha visto-disse fermandosi

-uno,non sei tu che detti le regole due,ma mi credi scema? Sparisci o ti denuncio per tentato furto e molestia!-

-molestia? Ma chi cazzo sei te?-

-d’accordo,l’hai voluto tu-presi il telefono dal tavolino li vicino e composi il numero

-ma che fai metti giu!-

-te lo scordi!-urlai mentre riposavo il telefono,avrei vinto io

-okok me ne vado-disse

-bravo,visto che capisci quando vuoi? Ora sciò va via!- dopo alcuni minuti mi avvicinai con passo felpato alla porta appoggiandoci l’orecchio sopra,niente,nessun rumore
preveniva dall’altra parte della porta. Decisi così di controllare,scostai con il piede il mio amico portaombrelli,tolsi il blocco e aprii lentamente la porta. Ma appena fu aperto di un centimetro questa si spalancò e per la seconda volta in un giorno mi piombò addosso,solo che stavolta  il bastardo lo aveva fatto apposta,si trovava disteso sopra di me bloccandomi con il suo corpo


-non sono nato ieri sai ragazzina?-disse tenendomi i polsi-ma tu sei..-

-Harry!!-esclamò una voce alle nostre spalle,lui si scostò leggermente da me

-mamma,ho trovato questa ragazzina rubare in casa!-

-Harry no,no Harry hai capito male-disse appoggiandogli una mano sulla spalla invitandolo ad alzarsi

-qualcuno mi può spiegare,o chiedo troppo?!-chiesi stizzita

-lascia che ti spieghi Leah..-cominciò Anne

-Leah! Che cosa hai combinati sta volta?-disse mio padre con voce duro spuntando da dietro

-sempre gentile mi raccomando,e per inciso non ho fatto niente,io!-gridai frustrata

-sta zitta! Cos’ha fatto Anne? Chiese cambiando tono da quello con cui parlava con me

-niente Tom,non ha fatto niente,c’è stato solo un malinteso-

-ma che malinteso e malinteso,questo tizio stava cercando di entrare in casa!-

-certo che cercavo di entrare è casa mia questa!-non ci stavo capendo un’emerita fava

-allora,calmiamoci,Harry abita qui Leah-

-Lia!-la corresse per la novecentesima volta

-Leah!-mi riprese mio padre,lo fulminai con gli occhi e Anne ricominciò a parlare

-è mio figlio-sbarrai gli occhi

-tuo figlio?-chiesi sbalordita,lei annuì-perciò io avrei un fratellastro?-dissi alzando la voce di un ottava

-sarebbe lei la mia sorellastra? Questa pazza sclerotica?!-domandò Harry

-pazza sclerotica dillo a qualcun altri capelli a fungo!-

-ehi! Io ci lavoro con questi!-disse offeso toccandoseli come a consolarli,patetico

-ah davero? E dove lavoreresti? Al circo forse?-

-davvero non mi hai mai visto? Credevo venissi dall’Italia mica dal Polo Sud! Mai sentito parlare degli One Direction?-disse ammiccando leggermente

-anche se fosse? Problemi fungo?_

-basta Leah,sei insopportabile!-disse mio padre

-tranquillo,tu non sei da meno,ma tolgo il disturbo  sta sereno-

-ma no dai Leah resta,ceniamo insieme stasera che c’è anche Harry- mi disse Anne che suonò molto ad una scongiura

-mi chiamo Lia santo dio Lia!!-

-Harry scusala,ma è una ragazza un po’ agitata,tranquillo figliolo,poi le passa-disse mio padre mettendogli una mano sulla spalla sorridendogli

-Tom-lo chiamai,lui si girò facendo scomparire quel sorriso-fottiti!-dissi piena di rabbia,lui mai mi  aveva incoraggiato,lui mai mi aveva sorriso,lui mai mi aveva chiamato figlia-
anche tu caro Harry,fottiti pure tu,magari lui-dissi indicando mio padre-si sente solo-salii le scale e mi rintanai in camera. Sentii le urla di mio padre molto arrabbiato dal mio poco rispetto nei suoi confronti e in quelli di Harry. Me ne sbattevo del rispetto,io in quella casa non volevo più starci. Avevo le lacrime agli occhi,ormai c’ero abituata alla sua indifferenza ma il fatto che lui mi considerasse ancora meno che un figlio nemmeno suo mi feriva profondamente. E lui? Quello smorfioso del cazzo che mi ha rubato tutto,una famiglia,una casa. E ora io dovrei essere pronta a condividere quello che era mio con lui? Mai. Presi una borsa e ci infilai quello che mi capitò a portata di mano. Me lo misi sulle spalle e mi diressi verso la finestra. La aprii e mi sporsi sul bancone guardando in giù. C’era un albero non lontano dal bancone,lo avrei facilmente scavalcato. Prima però recuperai dallo zaino una pasticca che ingoiai poco dopo,le prendevo quando avevo problemi di alimentazione,mi facevano dormire. Scavalcai la ringhiera e feci un piccolo salto verso l’albero. Mi attaccai al tronco e scivolai giù. Quando toccai il suolo con i piedi la testa cominciava a girarmi ma cercai di non farci caso e cominciai a camminare velocemente verso l’uscita del parco. tutto intorno a me era sfocato e si muoveva ma mi tenevo ancora in piedi fortunatamente,non so perché presi quelle pastiglie,ma ne avevo bisogno. Attraversai la strada  e arrivata dall’altra parte inciampai sul gradino del marciapiede cadendo per terra. Non avevo più la forza di rialzarmi,ormai la pastiglia aveva fatto il suo effetto donandomi l’incoscienza.

 
 
 
 
 
 
Hi all!
Mi chiamo Elena and this is my first story,yo! Ok basta,questo è solo il primo capitolo,solo un assaggino della storia di per sé,perciò vi chiedo di non giudicare subito questa ff del tipo “no fa schifo non leggo nemmeno gli altri capitoli perché faranno schifo visto che il primo fa schifo”(?) pleaseeeee:D
Se vi è piaciuta o vi ha incuriosito almeno un pochetto vi pregherei di lascire qualche piccola recensioncella:’)
Sono un tipo che cambia continuamente idea,perciò mi farebbe tanto piacere avere qualche suggerimento per la storia e sapere cosa ne pensate.
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Avere paura ma essere troppo orgogliosi per ammetterlo ***


 Quella mattina fui svegliata da un fortissimo fascio di luce che proveniva dai fori presenti nella tapparella della mia camera,mi sentivo riposata e stranamente rilassata,vista la tanta luce doveva essere già mattina inoltrata perciò mi alzai e lì notai di essere completamente vestita,non mezza nuda come di solito dormivo io. Un ricordo si impossessò della mia mente per un attimo,ma quello bastò per farmi ricordare quanto successo  la scorsa notte. Bene,quello spiegava il perché fossi vestita ma non il come fossi finita nel mio letto. Ancora intontita uscii dalla mia camera e scesi le varie rampe di scale,quando entrai in cucina trovai due paia di occhi fissarmi in  maniera diversa,una in maniera dura e l’altra in maniera sorpresa,mio padre e Anne.

-buongiorno,siediti,ti preparo la colazione,cosa vuoi? Pancakes,torta,frittelle,panino col prosciutto,toast al formaggio..-cominciò Anne eccitata dalla mia presenza in cucina ma anche cauta come se temesse la mia reazione ma anche quella di mio padre che leggeva il giornale

-una tazza di latte,solo quello,non sono abituata a mangiare così tanto di prima mattina-risposi distratta fissando delle fotografie sul frigorifero,tutte di mio padre,Anne e Harry. Ce n’era una anche che ritraeva cinque ragazzi,tra cui Harry,dovevano essere i famosi One Direction. Lei contenta si mise all’opera prendendo il cartone di latte dal frigo per poi posizionarlo su un fornello all’interno di un pentolino. Successivamente si sedette di fronte a me,vicina a mio padre

-vorremmo parlare con te Leah-disse,alzai un sopracciglio infastidita,ma non mi andava di litigare,avevo addosso ancora un po’ di tranquillità

-tanto lo fareste anche se dicessi di no,quindi..-lei annuì

-noi vorremmo aiutarti-

-a fare cosa?-chiesi accennando un piccolo sorriso amaro

-a..a uscire dal giro in cui ti trovi ecco-rispose,il mio sguardo divenne duro

-di che cosa stai parlando?-chiesi

-ho trovato delle pasticche nella tua borsa e ..-

-chi ti ha dato il permesso di ficcare il naso nella mia borsa?!-esclamai arrabbiata

-Leah!-mi riprese mio padre

-..e poi ho notato che fumi e..-ricominciò

-questo non è tollerato qui!-concluse mio padre guardandomi negli occhi per la prima volta

-ah giusto,ora sono in un ambiente più elegante,devo moderare le mi cattive abitudini e diventare più responsabile-

-dici davvero?-chiese Anne speranzosa

-ma certo che no!-sbottai incredula alzandomi-secondo voi io cambio il mio modo di essere per fare piacere a voi? Le persone che odio di più? Ma vi ha dato di volta il cervello?
Come potete anche minimamente pensare che io faccia questo?!-


-guarda che fai solo un piacere a te stessa Leah,noi desideriamo solo la tua salute-

-non ve ne deve importare niente della mia salute,sono qui da 3 giorni,voi non mi conoscete neanche,voi non potete sapere cosa è meglio per me!-

-perché tu non ce ne dai la possibilità!-rispose mortificata

-bè,mettetevi il cuore in pace,questo non cambierà!-

-però stamattina sei scesa in cucina,cosa che avevi detto di non voler fare,non sei molto coerente-rispose mio padre parlandomi per la prima volta

-sono molto più coerente di te Tom,poco ma sicuro!-dissi facendo una smorfia di disgusto

-cosa intendi dire?-disse lui alzandosi a sua volta

-voglio dire che non sono io l’uomo che ha messo incinta una donna andandosene poi dopo,non sono io che se n’è sbattuto della sua vita e della vita di sua figlia!-sbraitai furiosa

-io ho sposato tua madre per non farla finire per strada,le ho dato una casa!-

-e questo secondo te significa dare affetto ad una persona?!-

-affetto o no,sei cresciuta in salute,è questo quello che conta-disse dandomi le spalle

-si,ma non per merito tuo-sussurrai piano uscendo dalla stanza dove notai Harry appoggiato al muro che mi fissava

-hanno ragione sai? Dovresti mettere la testa a posto,non sei più una bambina-disse piano

-grazie a quell’uomo non sono mai stata una bambina-lo fissai piena di rabbia

-ti stai comportando come tale però,non accetti di stare qui-

-taci!-gridai salendo le scale,lui mi rincorse fino alla porta della mia camera

-che fai? Vuoi scappare ancora?-

-levati dai piedi Styles! Non sono affari tuoi!-

-oh si che sono affari miei,se ti devo venire a recuperare un'altra volta incosciente su un marciapiede-disse,nella sua voce non c’era né disprezzo né sdegno,era solo un
affermazione la sua


-sei stato tu?-chiesi stupita

-e chi se no? Ieri sera dopo che mi hai allegramente mandato a quel paese sono venuto a vedere come stavi,sembravi distrutta-

-sono distrutta,è diverso- puntualizzai

-si bè,non mi andava che stessi così,forse istinto da fratello maggiore-fece spallucce e a quel punto scoppiai a ridere

-un fratello maggiore? Tu? Ma che minchia ti fumi?-ricominciai a ridere e lui sorrise-no sul serio-dissi ricomponendomi leggermente-non provarci neanche,non ti voglio
nemmeno vedere figurati averti come fratello. Ci si vede fungo-entrai in camera e chiusi la porta appoggiando la schiena ad essa


-almeno ti ho fatto ridere!-gridò divertito lui dall’altra parte,prima di scendere le scale. Questo glielo concedevo,era la prima volta in 3 giorni che ridevo,ma non avevo saputo resistere ad una affermazione come la sua,lui essere mio fratello? Puah,preferirei avere una salamandra come cuscino! Sorrisi tra me e me e mi avviai in bagno per lavarmi e
cambiarmi.


Ero stesa sul letto ascoltando un po’ di musica e a chattare con qualche amico italiano,come se avessi amici inglesi ma vabbè,quando la porta della mia camera  si spalancò improvvisamente facendomi sobbalzare dalla paura.

-alza le tue belle chiappette che andiamo a mangiare-disse Harry entrando

-chi ti ha dato il permesso di entrare? E poi io non scendo a mangiare con voi!-risposi chiudendo il computer e alzandomi dal  letto

-e chi ti ha detto che mangiamo a casa?-

-non mi frega se mangiamo a casa o fuori,con voi tre non voglio starci,sparisci!-

-saremo solo noi due ragazzina,non c’è da preoccuparsi-

-se c’era anche una minima possibilità che io venissi e scomparsa con quel ragazzina che hai detto!-dissi stizzita,odiavo essere chiamata a quel modo

-sisi certo,ti aspetto giù ti o 5 minuti-disse uscendo-ah Leah,se non scendi ti vengo a prendere di peso-mi fece l’occhiolino e poi uscì definitivamente dalla mia camera. Ma chi si credeva di essere? Non ci sarei andato,questo no! Tutto ma non sarei stata con lui più di venti secondi! Diedi una mandata alla serratura e mi sedetti sul bancone a fumare una
sigaretta. Stavo facendo l’ultimo tiro quando sentii la porta aprirsi e vidi uno Styles inquietante perché sorridente e pieno di vita avvicinarsi a me


-come cazzo hai fatto? La porta era chiusa a chiave!-dissi sbalordita

-tutte le porte della casa hanno le stesse serrature mie cara-idiota che non sei altro,prima cosa da fare,comprare una nuova serratura-ora,questa va via-disse prendendomi la
sigaretta e buttandola dal bancone-e tu vieni con me-con una velocità che non credevo possedesse mi prese in braccio e mi portò con lui


-mettimi giù razza di idiota che non sei altro!-urlai tirandogli pugni sulla schiena che sortirono lo stesso effetto del pugno che gli rifilai 3 giorni fa

-Harry,ma cosa fai?-chiese Anne scioccata mentre spazzava sul portico

-buon pranzo,noi usciamo fuori,a dopo-disse ignorandoci e salutandoli con una mano con un sorriso demente stampato in facci

-ti odio Styles!-dissi arrabbiata mentre mi caricava in macchina

-oh vedrai che con la pancia piena ti passerà-disse continuando a sorridere,io ero stupita,mai nella mia vita era riuscito ad averla vinta con me-siamo arrivati-mi informò dieci
minuti dopo. Scendemmo dall’auto ed entrammo in un piccolo ristorante,ad accoglierci fu un uomo sulla cinquantina,anche lui sorridente,che ci fece accomodare in un tavolo
appartato


-ecco il tuo tavolo Harry,buon appetito-

-Grazie Fred-rispose Harry gentile,l’uomo si dileguò subito dopo e io sbuffai-che c’è?-chiese stranito

-odio te e il fatto che qui tutti sorridano-lui sorrise-ma allora lo fai apposta!-dissi sbattendo le mani sul tavolo

-Holmes Chapel è un posto molto tranquillo e la gente ama vivere qui,per questo la gente sorride sempre-evviva! Proprio nel posto adatto a me,lui sospirò-mi era mancata,e
sempre mi mancherà,Londra è una città fantastica,ma questa è la mia casa,niente è meglio di qui-un po’ di malinconia mi pervase ma subito scossi la testa per mandarla via


-e come mai se vivi a Londra sei tornato qui?chiesi mentre addentavo un broccolo,lui fece spallucce

-sono venuto per conoscere te e poi tra una due giorni riparto-

-stai qui così poco?-domandai,ma me ne pentii subito

-lo so che il mio fascino ti ha rapito completamente ma devo andare,il lavoro mi chiama-

-vuoi un pugno Styles,no perché sei sulla buona strada!-dissi socchiudendo gli occhi e lui si mise a ridere. Durante quel pranzo capii un po’ di cose,la prima che Harry alla fine dei
conti non era poi così tanto male,e la seconda che la cucina inglese sotto tutti gli aspetti fa davvero schifo


-ti va di fare un giro sulla ruota panoramica?-mi domandò indicando l’ingresso alla ruota,lo guardai con un sopraciglio alzato

-cos’hai 3 anni?-

-andiamo ti piacerà!-

-no Harry,non ci voglio salire!-tentai di oppormi mentre lui mi trascinava per un polso,piantai i piedi a terra-io non ci salgo lì sopra!-

-scommettiamo?-sorrise beffardo. Due minuti dopo ero seduta su quelle specie di dannate panchine che ciondolavano solo respirandoci sopra

-Dio solo sa quanto io ti odi!-imprecai e lui se la rideva

-Leah! Non avrai mica paura spero!-disse avvicinandosi malizioso,io lo allontanai mettendogli una mano in faccia

-paura? Io? Tzè!- in quel momento la ruota partì e io mi avvinghiai come un polipo alla sbarra di ferro che si trovava davanti a me

-no eh?-disse divertito

-no,cosa te lo fa pensare?-chiesi

-mah,sarà che siamo mezzo metro sopra il suolo,andiamo a 2 chilometri all’ora e tu sei un tutt’uno con quella sbarra,ma potrebbe anche essere una mia impressione eh!-disse
ridendo


-esatto è una tua impressione,ti fai troppo film mentali!-dissi

-guarda Leah,da qui si vede tutto benissimo!-urlò eccitato,si confermava la mia teoria,era un bambino di 3 anni intrappolato nel corpo di un 19enne-guarda!-mi ripetè. Io badavo
diligentemente a non aprire gli occhi minimamente,odiavo l’altezza in una maniera folle,se li avessi aperti avrei avuto un infarto,scossi la testa,e come se il mio gesto fosse stato collegato al motore della ruota questa si fermò


-c..che cosa succede Harry?-chiesi balbettando

-oh bè,ci dev’essere un guasto perché la ruota si è fermata-disse semplicemente rimanendo molto calmo

-che cazzo hai detto?!-urlai a squarciagola spaventatissima,aprii gli occhi e me pentii subito perché un conati di vomiti mi pervase. Ma tutte a me eh? Solo io potevo rimanere
bloccata sul punto più alto di una fottuta ruota panoramica e stare per sboccare!-porca puttana fateci scendere! Moriremo tutti! Fatemi scendere vi prego!-continuai a gridare


-sta zitta scema! Ci stanno guardando tutti!-mi fece notare il mio fratellastro

-non me frega un cazzo Harry,io ci rimango secca qui sopra!-lui mi tappò la bocca con una mano per farmi stare zitta

-a me frega invece perché se tu continui a urlare come una pazza attireremo l’attenzione e se mi riconoscono posso dire addio ad un pomeriggio di tranquillità! Perciò stai calma
e..-ci fu uno scossone-tho,visto? Stiamo già ripartendo-infatti la ruota ricominciò a girare e io tirai un sospiro di sllievo


-andiamo a casa-dissi appena fui scesa ancora terrorizzata e lui annuì ridendo

-sei uguale a Zayn,hai paura ma sei troppo orgogliosa per ammetterlo-

-e se anche fosse? La cosa ti crea problemi fungo?-dissi stizzita,come faceva già a conoscere il mio carattere?

-per niente,ma le persone orgogliose sono divertenti da stuzzicare e tu non immagini quanto io mi stia divertendo in questo momento-disse ridendo

-tu vuoi morire allora,dillo subito,così facciamo prima!-dissi saltandogli addosso,ma lui mi scansò facilmente riprendendomi in braccio

-sei un po’ troppo minuta per potermi attaccare,prendi qualche chilo e poi ne riparliamo-sorrise solare,gli tirai un pugno su una spalla imbronciata e lui si rimise a ridere

-comunque dicevo sul serio prima,assomigli ad un ragazzo che conosco-disse mentre scendevamo dall’auto

-non è una cosa molto  carina da dire a una ragazza sai Styles? Alcune si potrebbero anche offedere-rise

-non era mia intenzione,lo sai. Tu non ti sei offesa?-domandò curioso entrando in casa per poi buttarsi sul divano a peso morto

-ci vuole ben altro per offendermi credimi-risposi

-ragazzi! siete tornati! Dove siete stati di bello?-chiese Anne spuntando dalla cucina,alzai gli occhi al cielo e mi tolsi le scarpe

-a magiare e poi sulla ruota panoramica-rispose Harry

-che gran divertimento!-dissi ironica e a Harry scappò una risata

-domani andiamo al lago-disse con non calanche

-che cosa?!-chiesi stupita

-lo abbiamo deciso in macchina mentre tornavamo a casa-disse rispondendo più alla domanda silenziosa di sua madre che alla mia che lo guardava compiaciuta

-veramente io in macchina ti  ho urlati tutto il tempo che..-

-che non vede l’ora di visitare Holmes Chapel-mi interruppe

-il lago è un ottimo inizio allora-disse Anne

-ma che lago e lago,io domai starò tutto il tempo..-

-a prendere il sole,si Leah,è la cinquantesima volta che lo dici,guarda che il sole c’è anche li eh?-disse spazientito

-ma sei cretino o cosa? Io a questo lago non..-

-desidera altro che rilassarsi,hai già detto anche questo,vedrai che sarà bello-disse facendomi l’occhiolino e portando sua madre in cucina. Brutto bastardo che non era altro! Mi
ha fregata di nuovo! Questa cosa che non mi lasciava parlare gliela avrei fatta cambiare io! Come si permetteva? Io non ci sarei andata,poco ma sicuro,a fare cosa poi? Mi sarei
annoiata sicuramente. D’altra parte però uscire con lui oggi mi aveva fatto bene,più o meno,mi ero un po’ distratta, cazzo se mie ero distratta! a 25 metri da terra mi ero distratta non prendendomi per poco un infarto! Se mi fossi rifiutata però avrei fatto la stessa fine di oggi però,bloccata su una sua spalla,a dimenarmi come  un’anguilla,che spettacolo raccapricciante! Sospirai sconfitta e andai in camera mia non sapevo cosa aspettarmi per l’indomani

 
 
 
 
 
 
Hi all!
Ecco il nuovo capitolo:) da qui si cominciano a capire leggermente più cose della storia e il rapporto tra i fratellastri comincia,anche se molto poco,a nascere. Cosa ne pensate? Vi è piaciuto?
Vi prego di lasciare qualche piccola recensioncella per altri consigli e suggerimenti,ma anche per parlare della storia o anche del tempo magari(?)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Come fratello e sorella ***


-ma quanto ci vuole ancora Harry? Siamo in macchina da un ora e mezza!-mi lagnai per la cinquantesima volta mettendo il broncio

-ci vuoi stare zitta? Siamo quasi arrivati!-mi rispose infastidito

-è la stessa cosa che hai detto mezzora fa!-ribattei

-mi stai distraendo,per questo ci mettiamo tanto-

-oh no mio caro Harry,la verità è che guidi come un pensionato,vai troppo lento-

-guarda che ci sono dei limiti eh? Mica posso schizzare a mio piacere-rispose leggermente offeso

-ma tu ci stai dentro tre volte al limite!-

-senti Leah,la macchina è mia,guido io perciò non scassare!-disse deciso

-sei una palla-sbuffai e mi girai verso il finestrino,non riuscivamo a parlare normalmente per più di 5 minuti che cominciavamo a bisticciare. Da dieci minuti eravamo entrati in un
boschetto e stavamo percorrendo la strada sterrata che secondo Harry avrebbe portato al famoso lago. Dopo altri 5 minuti la boscaglia diminuì diventando un grande prato verde
dal quale spiccava un enorme,gigantesco,immenso lago. Rizzai la schiena sul sedile e mi spiaccicai al vetro per ammirare meglio quello spettacolo. L’acqua era cristallina e molto calma,si infrangeva lentamente sul bagnasciuga formato da piccole pietroline bianche. La macchina si fermò e io scesi veloce per andare a pucciare i piedi  nell’acqua,andavo avanti e indietro ridendo come una bambina,il mare dell’Italia mi mancava terribilmente,era una cosa che ti riempiva il cuore e questo lago in un certo senso mi faceva sentire a casa,ritornai indietro e cominciai a spogliarmi,faceva caldo e non resistivo all’invito di quell’acqua così attraente. Quando rimasi in costume mi riavvicinai e lentamente,passo dopo passo entrai fino al bacino


-non mi aspettare eh,gentilissima-disse Harry offeso entrando anche lui mettendosi vicino a me

-sta zitto,rovini l’atmosfera!-lo rimbeccai,lui alzò gli occhi al cielo ma poi sul suo viso comparve un sorrisetto furbo,di quelli che la sanno lunga

-vuoi vedere che te la rovino l’atmosfera?-sussurrò

-ci devi solo provare-dissi guardandolo in cagnesco,lui non disse niente e si immerse in acqua,per essere uno scassa palle il fisico ce l’aveva però eh. Cominciai a bagnarmi le
braccia e le spalle preparandomi ad una immersione completa quando mi sentii afferrare le gambe e poi sollevare in aria. Harry usci dall’acqua per metà busto con me in
camaletta e si mise a ridere per il salto che feci,io per lo spavento,ma anche per rimanere in equilibrio,mi attaccai ai suoi capelli e lui lanciò un urlo


-ahi! Mi fai male così! Mi farai diventare calvo!-piagnucolò

-è questa la mia intenzione brutto stronzo! Tu mi farai venire un attacco di cuore invece prima o poi,prima sulla ruota e ora con questo scherzetto del cazzo!-ribattei con le mani
ancora sulla sua testa,lui mi mise meglio sopra di se e poi inavvertitamente mi cacciò in acqua. Quando riemersi potei chiaramente sentire le sue risate


-ahah ti prego,hai una faccia stupenda! Ahah!-

-vini un po’ qua razza di stronzetto!-dissi avvicinandomi minacciosa

-oddio salvatemi! Mi sta per uccidere!-urlò prendendomi in giro alzando le mani sulla testa. Io dopo avergli rivolto un sorriso alquanto maligno gli presi la testa riccioluta
mettendogliela sott’acqua,facendocelo rimanere per un bel po’


-ma mi vuoi morto per caso?-disse tossendo quando riemerse-

-udite udite,il signorino Styles l’ha finalmente capito!-dissi enfatizzando le parole

-ah ah ma che simpatica! Adesso ti faccio vedere io-mi prese per i fianchi e mi ricacciò in acqua poi cominciò a farmi il solletico

-..smettilaa..!-tentai di oppormi ma l’acqua che stavo bevendo e le risate che mi stavano facendo venire il mal di pancia non aiutavano di certo

-ah dimenticavo,questo è per avermi dato del pensionato-disse schizzandomi. Mi aggrappai alle sue spalle per tirarmi su,cominciavo ad avere freddo. Così uscii dall’acqua e mi
adagia sull’asciugamano prendendo un po’ di sole.


Dopo pranzo mi stavo rilassando sempre sdraiata al sole ma qualcosa non andava,alzai lo sguardo e vidi Harry fissarmi

-bè?-chiesi

-sei magra Leah,troppo-scossi la testa sorridendo-no davvero,con i vestiti non si nota tanto ma così si,cerca di mangiare di più!-

-Sta zitto Harry,non sai di che parli-

-perché non scendi con noi d’ora in poi a mangiare? Mia madre ci resta sempre male non vedendoti-disse,lo guardai negli occhi che erano cambiati,non erano più quegli
occhietti furbi e luminosi,si erano fatti più seri-dico sul serio,non voglio che diventi..-


-basta Harry-lo interruppi mettendomi a sedere-stai dicendo cose di cui non sai nulla-lui mi guardò pensieroso

-non capisco-si mise a sedere anche lui-spiegami-sospirai facendomi un po’ di coraggio

-lo ero,quella cosa che stavi per dire prima,io ero così un po’ di tempo fa. Ma non è una cosa che va via da un giorno all’altro,c’è bisogno di tempo,tanto tempo. Ne stavo
finalmente uscendo quando mia madre morì e li ho avuto seriamente paura di ricaderci. per questo non mi va a genio l’idea di saltare i pasti,ma l’idea di vedere mio padre comportarsi come se nulla fosse mi manda in bestia,non so se puoi capire,ma è così-lui annuì


-non ce l’hai con mia madre allora-disse infine,io sorrisi guardando il lago

-no,di lei non mi importa più di tanto,i problemi principali siete tu e mio padre-confessai alzandomi,non so perché ma non riuscivo a guardarlo negli occhi,forse perché lui era
stato carino e gentile con me e ora io lo stavo accusano,giustamente,ma comunque accusando


-io? Ma che cosa ti ho fatto? Guarda che il mondo non gira intorno a te-mi voltai per guardarlo

-stai scherzando spero!-dissi innervosita-la mia vita fa già abbastanza schifo non trovi? E ora tu te ne esci con queste frasi? Chi ti credi di essere eh? Non ti devi impicciare negli affari miei,te l’ho già detto!-

-io mi impiccio invece perché sei mia sorella!-

-non sono tua sorella! Sono solo un estranea che vive in casa tua! Perché non lo vuoi capire? Tu non potrai mai essere mio fratello!-

-perché?!-disse alzandosi a sua volta e avvicinandosi

-perché sei tu la causa di tutto! Tu che mi hai portato via ciò che avevo,tu sei diventato il  figlio perfetto di mio padre quando ci dovrei essere io al tuo posto!-sbraitai

-allora sei gelosa!-disse non capendo

-gelosa una minchia Harry! Va già malissimo tutto quanto e tu..tu non fai altro che peggiorare le cose-avevo cominciato a parlare senza sosta,a ruota libera,senza mai fermarmi.

Era giunta l’ora di sbattergli in faccia il mio rancore. Fino a quando non sentii le sue labbra sulle  mie. Non so cosa successe in quel momento,era come se tutto si fosse fermato a
quell’istante,fino a quando non ritornai alla realtà e spinsi Harry lontano da me guardandolo sconvolta.


-che cazzo fai?-chiesi con la mano sulle labbra

-o mio dio,io..io non lo so scusami-disse guardandosi in giro imbarazzato-tu sei mia sorella e io..scusami non lo so-ammise

-ti ha dato di volta il cervello?-lo attaccai,era una cosa totalmente sbagliata e priva di senso,mi stavo innervosendo

-credo di si scusami..-

-basta chiedere scusa Harry! Sei irritante!-sbottai-ma hai bevuto? Prima fai stupide insinuazioni e poi mi baci senza motivo? L’ho capito dalla prima colta che si un idiota!-

-basta Leah! Ho detto che mi dispiace!-

-bè..non basta!-alzò gli occhi al cielo e poi cominciò a raccogliere le sue cose-che stai facendo?-chiesi-andiamo a casa-disse freddo,io annuì semplicemente e lo imitai. Quando
ci ritrovammo in macchina regnava il silenzio più totale,nessuno dei due preferiva parole,entrambi arrabbiati e confusi. Vedevo il lago scomparire dietro la boscaglia e mi
rattristai,chissà quando ci sarei ritornata. Ad un certo punto la macchina si fermò e Harry scese


-dove vai?-chiesi stranita

-in bagno-rispose,sbuffai annoiata e decisi di scendere anche io per sgranchirmi un po’ le gambe

-ehi bellezza!-mi girai e trovai un ragazzo dai capelli rossi sorridermi appoggiato ad una macchina,guardai verso la porta dove era scomparso Harry ma lui non tornava,doveva
aver incontrato qualche fan,così mi avvicinai


-che brutta faccia che hai,cos’è il tuo amichetto ti ha fatto arrabbiare?

-non sono affari tuoi,mica ti conosco!-dissi stizzita

-però ti sei avvicinata perciò vuoi parlare un po’ giusto?-aspettai due secondo cercando di capire che persona fosse ma non riuscendoci annuì semplicemente-giri con Styles eh?-
sorrise mentre si accendeva una sigaretta


-non proprio,sono costretta e la cosa non è che mi vada molto a genio,tu chi sei?-lui come se fosse stato appena folgorato si tirò su e si inchinò prendendomi la mano baciandola-
oh mi scusi madame se non mi sono presentato,il mio umile nome è Noah pronto a servirla-disse alzandosi sorridendo strafottente-è così che si salutando loro dei quartieri alti,non l’hai notato? Tutti con sorrisini compiaciuti,mi danno il voltastomaco-fece una smorfia e io sorrisi,mi piaceva il ragazzo,la pensava esattamente come me,saremmo andati d’accordo


-io sono Leah,e hai tutta la mia stima. Sei la prima persona in quattro giorni che sono qui che è normale e non tutta gentile,premurosa e sorridente-dissi appoggiandomi alla macchina anchio e lui rise

-vuoi fumare Leah?-mi chiese porgendomi una sigaretta,io annuì e la accesi,cominciando a inspirare-domani sera c’è una festa Leah,una di quelle che piacciono a noi,non del tipo bowling,pizza e cinema con gli amici,ci si diverte lì-mi fece l’occhiolino e io sorrisi compiaciuta

-finalmente c’è qualcosa da fare di divertente in sto posto,certo che vengo,solo che non so dov’è-

-stai da Styles?-mi domandò e io feci un smorfia prima di annuire-allora vieni con me bellezza,ci divertiremo-disse sorridendo,non era un sorriso sincero e pulito come quelli che
faceva Harry però,c’era qualcosa che stonava. Al diavolo,finalmente sarei tornata nel mio ambiente,via da tutto quel lusso in cui ero costretta a vivere


-Noah!-gridò qualcuno prendendomi per il polso e allontanandomi-lasciala stare,non ti avvicinare più a lei-ringhiò Harry mettendosi davanti a me,cosa sono,un cane?

-calma Harold,stavo solo scambiando qualche parola  con la bellissima Leah,niente di che,mi piace la ragazza,ha testa-

-cercati qualcun altro da imbrogliare-

-Harold,non si trattano così i vecchi amici-disse Noah prima di scoppiare a ridere

-stalle lontano-ripetè Harry prima di trascinarmi in auto

-ciao ciao Leah,ci vediamo-mi salutò e io gli rivolsi un sorriso un po’ incerto,la portiera si chiuse

-che cazzo ci facevi con quello eh?-disse Harry,sembrava arrabbiato,tanto,troppo

-conversavo-risposi acida

-conversa con una signora,un bambino,dei ragazzi,con un gatto anche,ma non con lui,chiaro?-disse guardandomi negli occhi

-ora mi dai anche ordini? Ma ti senti quando parli?-dissi sostenendo il suo sguardo piuttosto bene

-non è brava gente quella-rispose ignorandomi e mettendo in moto

-allora è gente per me-borbottai e lui scosse la testa. Arrivati a casa ognuno andò per la sua strada,chi in cucina per cenare chi sotto la doccia per pensare. Sarei andata a quella
festa,non sono più una bambina piccola a cui  bisogna stare dietro,so cavarmela da sola. Harry poi domando sarebbe partito,perfetto,una persona in meno da sopportare  e a cui
dare spiegazioni.


Erano circa le due di notte,quando mi svegliai. A svegliarmi era stata la mia pancia,che non ricevendo cibo da un po’ di tempo cominciava a protestare. Feci una smorfia- e mi alzai dal letto e con passo felpato raggiunsi la cucina in cerca di qual cosina da mangiare. Arrivata aprii il frigorifero e lo ispezionai per bene prima di optare per un panino al prosciutto,presi un po’ di latte e mi sedetti a tavola a mangiare.

-sapevo che avresti avuto fame-disse una voce alle mie spalle,mi alzai intimorita e feci qualche passo indietro-no tranquilla,sono io,Anne-i miei occhi focalizzarono bene la figura
e quando questa si diresse verso la cappa accendendo una piccola luce potei constatare che diceva la verità


-chi ci fai qui?-chiesi ricominciando a mangiare

-non riesco ad addormentarmi,ho troppi pensieri per la testa-provai a immaginare quali pensieri  e preoccupazioni potessero affollare la mente di una ricca signora,il convegno
per gli addobbi floreali della chiesa,forse una vicina di casa indispettita dalla cura con cui era mantenuto il giardino o magari come riuscire a far combaciare una giornata di shopping con una giornata in famiglia. –domani parte Harry-disse sospirando e io annuì bevendo un po’ di latte-ti dispiace?-mi chiese. Io rimasi un po’ interdetta a quella domanda,mi dispiaceva? Bho,forse un pochino perché era l’unica persona sana di mente,si fa per dire, con cui ero riuscita a instaurare un minimo di rapporto anche se basato su litigi e litigi e un bacio,quasi mi affogai nel latte al ricordo. Feci spallucce per togliermi da quella situazione


-dove va?-chiesi fintamente interessata

-in Olanda,ha dei concerti e poi ritornerà qui,è un lavoro molto veloce,in poco tempo sarà di nuovo a casa,meno male-

-ti mancherà?-

-molto,il mio bambino mi manca sempre. Ormai però è grande e sono tanto orgogliosa di lui,è una persona così buona. Però c’è qualcosa in lui che ancora deve sbocciare,come
se non fosse completo-stavo per fare una battutina alquanto scurrile ma mi trattenni,ero pur sempre di fronte a sua madre,lei sospirò e poi mi guardò-è andato tutto bene oggi al
lago?-


-vuoi mica anche il mio codice fiscale? Mi stai facendo il terzo grado Anne-dissi alzandomi e mettendo il piatto nel lavandino facendo scorrere un po’ d’acqua al suo interno. Lei
sorrise per poi scuotere la testa


-è solo che  mi sembrava triste quando siete tornati-scossi la testa

-no,nulla,buonanotte-tagliai corto tornandomene in camera. Durante il tragitto però mi fermai al secondo piano,non al terzo come facevo sempre,una fioca luce aveva catturato la
mia attenzione. Mi avvicinai piano e appoggiai una mano sulla porta aprendola leggermente. All’interno della stanza c’era Harry indaffarato a chiudere la valigia con scarsi
risultati,sorrisi quasi intenerita


-vuoi una mano?-chiesi timida. Timida? Ma che ti sta succedendo Leah,tu non sei timida tu con loro devi essere aggressiva,loro sono il nemico! Scossi la testa per mandare via
quelle stupide voci e mi concentrai sul volto di Harry che era un misto di stupore,paura e indecisione. Annuì e mi fece segno di sedermi sulla valigia,con un po’ di fatica mi
arrampicai su di essa e poi mi sedetti mentre lui cercava di chiudere la cerniera.


-come mai sveglia?-chiese,feci spallucce

-avevo fame-mi guardò e sorrise compiaciuto-tu come mai ti sei ridotto a fare la valigia alle 2 di notte?-

-non riuscivo a dormire perché mi sembrava di aver dimenticato qualcosa,così mi sono ricordato che non avevo ancora fatto la valigia-sorrisi,dopo che la valigia fosse chiusa
scesi e lui la ripose in un angolo-grazie-disse


-di niente-risposi e poi feci marcia indietro per uscire

-Leah-mi richiamò,in un secondo era di novo nella sua stanza

-dimmi-sorrisi incoraggiante

-riuscirai a perdonarmi per quello che ho fatto oggi?-

-a cosa ti riferisci?-

-al bacio-colpita e affondata

-ehm..si bè..certo..solo non pensiamoci più-dissi  lui annuì,ma non era soddisfatto,mancava qualcosa,glielo leggevo in faccia e io in cuor mio sapevo di cosa si trattava,mandai
giù l’enorme nodo che avevo alla gola e feci un grande respiro per poi continuare-siamo fratelli no?-vidi il suo volto illuminarsi e le sue labbra curvarsi in uno splendido
sorriso,raggiante e dolce allo stesso tempo. Annuì con vigore e poi mi abbracciò caloroso


-tornerò il prima possibile,prometto-mi staccai dal suo abbraccio

-buonanotte Harry e buon viaggio-lui mi salutò sorridente mentre io gli rivolsi un sorriso un po’ incerto,fratelli,era davvero questo ce volevo che fossimo? Certo che si,cosa mi mettevo in testa. Ridacchiai nervosa e mi incamminai verso la mia stanza.
 
 
 
 
Hi all!
Ecco il nuovo capitolo,è leggermente più corto rispetto al precedente,ma succedono un bel po’ di cose. Si incontra un nuovo personaggio che avrà il suo peso e tra quelli già presenti le cose si complicano un pochetto per poi chiarirsi,forse.
Come sempre vi chiedi di lasciare una piccola recensioncella se la storia vi è piaciuta,ci si vede al prossimo capitolo gentee:D
Love ya
-Ele 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** L'alcol e i concerti danno alla testa ***


La mattina dopo mi svegliai tardissimo,nei piani inferiori non proveniva alcun rumore perciò supposi che fossero tutti usciti,come se fossi una ladra zampettai in ogni camera della casa per controllare di essere effettivamente sola e  risposta positiva scesi a fare colazione. Avevo deciso di non saltare più i pasti,solo ritardarli. Quando la famigliola felice finiva di mangiare e si toglieva dai piedi io mi potevo godere il mio pranzo o cena che fosse. Presi il cartone di latte  e ne misi un po’ a scaldare tirando giù dalla credenza un pacco di fette biscottate e della marmellata ignorando l’enorme quantità di cibo che Anne aveva messo da parte con un bigliettino con su scritto il mio nome. Ok che le mie abitudini alimentari non possono dirsi giuste,ma io ci rimanevo secca se provavo a mangiare quella roba per colazione! Quando il latte fu pronto lo misi in una tazza a caso e mi sedetti al tavolo. Erano già due le volte che mi ritrovavo lì seduta a mangiare,non era poi tanto male. Ovvio che non è tanto male stupida,mangi da sola! Finito il latte pulii la tazza e mi buttai a peso morto sul divano,avevo voglia di fare qualcosa ma la giornata uggiosa che c’era quel giorno a Holmes Chapel non suggeriva niente di buono. All’improvviso mi ricordai della festa a cui mi aveva invitata Noah,Harry mi aveva categoricamente proibito di rivedere quel ragazzo figurarsi uscirci insieme! Ma chi se ne frega di Harry,Leah! Ora lui è in Olanda perciò non ti può vedere e poi non lo saprà mai anche perché ci andrebbe in leggera escandescenza. Perfetto,risalii in camera per cercare qualcosa da mettere,ma appena  aprii l’armadio la porta di casa sbattè

-Leah!-mi chiamò Anne dal primo piano

-che c’è?-urlai io dal terzo,cavolo e riuscivamo a sentirci? Siamo donne,quando urliamo ci sente anche l’Africa

-scendi un attimo per piacere?-

-ho da fare!-dissi prendendo tra le mani il vestito scelto per la serata,lo appoggiai allo schienale della sedia. Era molto corto,un vestito che se l’avessi indossato ad una delle feste
che frequentavano gli Styles mi avrebbero marchiata a fuoco come la figliastra troia,ma dove andavo io andava più che bene,lì certo problemi non se ne facevano. In quel
momento Anne entrò in camera


-è un concetto troppo complicato quello di chiedere il permesso?-domandai irritata voltandomi verso di lei

-oh hai ragione scusami,il fatto è che volevo informarti che avremo ospiti a cena,un po’ di parenti dalla mia parte sai..-

-e io che c’entro? Non sono imparentata con te,figurati con loro!-

-si,ma ti vorrebbero conoscere,ormai fai parte della famiglia-qualcosa mi colpì il cuore facendomelo battere molto forte,facevo parte della famiglia?

-cosa?-dissi tremando

-si insomma,ormai sei una di noi-rispose sorridendo

-perché?-lei mi guardò stranita-perché mi consideri tale? Insomma,io ti procuro solo dispiaceri,non sono la figlia perfetta come lo è Harry,non potrò mai esserlo-

-perché io ti voglio bene Leah,te ne ho voluto dalla prima volta che sei entrata qui,non chiedermi il perché,perché non saprei risponderti. Ma mi procura un immensa gioia
accudirti,anche se da lontano,come se fossi veramente mia figlia. E so che è difficile credimi,perciò io ti do tutto il tempo di cui hai bisogno-sorrise dolce forse apprensiva,come
facevo a dire di no d una persona così buona? “Come hai fatto fino ad ora” mi disse una vocina,scrollai le spalle e ritrovai il mio carattere orgoglioso e fiero che avevo perso un po’ stando con Harry.


-comunque sia-tagliai corto-stasera non posso-lei assunse un espressione divertita

-e come mai?-domandò,di certo non potevo dirle che sarei andata ad una festa dove i temi principali erano il fumo,l’alcol e la droga

-esco con delle persone..-dissi vaga

-e chi sarebbero?-

-..amici di Harry,si Harry prima di partire mi  ha presentato alcuni suoi amici così..-feci spallucce

-e vorresti metterti quello?-domandò scettica indicando il mio vestito

-esattamente,problemi al riguardo?-dissi scocciata da tutte quelle domande

-nono.. tuo padre si arrabbierà molto quando lo verrà a sapere,ne sei sicura?-sorrisi

-non sarebbe la prima volta-lei annuì prima di uscire dalla stanza.

Alle 8 in punto la casa si riempì di chiacchiere e risate,non sapevo se mio padre avesse saputo della lieta notizia o meno perché non si era fatto vivo da quando era tornato dal lavoro. Ma avevo parlato troppo presto,mezzora dopo la porta si aprì e comparse mio padre con un espressione non troppo amichevole

-ora  tu ti vesti e scendi con noi a cena,ci sono dei parenti che vogliono conoscerti-mi scappò da ridere-che c’è di tanto ridicolo?-sorrisi beffarda

-che sei rosso come un pomodoro e ti stai trattenendo dal urlarmi di tutto,solo per non fare brutta figura con i tuoi amati parenti,sei uno spasso davvero,dovremmo invitarli più
spesso,almeno staresti zitto per un po’ di tempo,cosa che non guasta,te lo assicuro-fece un respiro profondo riempiendo i polmoni d’aria per poi svuotarli


-ti aspetto giù e sii gentile-

-mi ci vorrà un po’ di tempo per prepararmi,devo essere elegante no?-

-mettici quanto tempo vuoi,basta che esci da questa maledetta camera prima della fine della serata-

-contaci-gli feci l’occhiolino e lui uscì sbattendo leggermente la porta. Ok,erano le 8 e mezza,alle 9 Noah sarebbe passato a prendermi,mi preparavo in quella mezzora e poi
sarei scesa. Indossai il mio vestito e delle scarpe con il tacco,mi truccai e mezzora dopo scesi le scale,ad attendermi di sotto c’era una tavolata piena di gente che mi
osservava,chi parlottava sotto voce del mio abbigliamento con il vicino che mi squadrava,chi mi giudicava,chi come mio padre aveva le mani sulla testa,chi come Anne scuoteva la testa delusa


-signori,vi auguro una buona cena in compagnia dei padroni di casa,senza altre interruzioni,io vi lascio-abbassai la testa a mo di inchino e mi incamminai alla porta prima di
uscire mi girai verso le civette che mi stavano ancora parlottando dietro-signora il suo cappello è davvero orribile,se vuole le indico un posto dove ne fanno di ottimi,poi però mi
direbbero che sono stata maleducata perciò sarà per una altra volta,ciao ciao- mio padre non si sarebbe azzardato a rincorrermi per poi finire il tutto con una bella sfuriata,doveva apparire come un uomo composto e rispettoso. Dopotutto fu più facile del previsto,come bere un bicchier d’acqua. Come secondo il piano alle 9 in punto ero fuori dal cancello di casa battendo ripetutamente il piede sul marciapiede e con le braccia incrociate,non mi andava che suonasse alla porta,se Anne lo avesse visto avrebbe creduto ancora meno di quanto ci credesse ora alla balla che gli avevo raccontato,il suo immacolato bambino non uscirebbe mai con gente del genere. Un auto si accostò a me e il finestrino si abbassò facendo spuntare una chioma rossa e due occhi furbi


-ehi Leah,ok che ci dobbiamo divertire ma così esageri-disse guardandomi dalla testa ai piedi in maniera più che maliziosa

-oh falla finita e andiamo-tagliai corto sorridendo. La macchina partì a tutta velocità per poi fermarsi in una piazza

-logicamente non è proprio sulla strada,un luogo del genere sarebbe troppo visibile agli occhi degli sbirri,ci metteremo poco-disse mettendomi un braccio sulla spalla,lo lasciai
fare,non mi importava,quella sera volevo solo divertirmi lasciandomi andare e non pensando alle conseguenze. Dopo poco sentii già la musica rimbombare tre le viuzze in cui c’
eravamo addentrati fino a quando Noah mi precedette aprendomi la porta in modo scherzoso. Entrammo dentro al locale e un sorriso si impadronì del mio volto,finalmente mi sarei divertita come volevo io. Dovunque c’era gente che ballava,che rideva e che beveva


-vieni-disse Noah prendendomi per mano e conducendomi in una stanzetta adiacente,nel tragitto afferrai una bottiglia di birra dimenticata su un tavolino e cominciai a bere il
rimasto. Lui al mio gesto scoppiò a ridere-siamo appena arrivati e tu sei già attaccata ad una bottiglia,mi piaci sempre di più piccola Leah-scoccai la lingua e gli regalai un occhiata maliziosa prima di entrare nella stanzetta. Subito un alone di fumo mi colpì in pieno e io storsi il naso abituandomi


-ehi ragazzi,questa è Leah,è nuova di qui,facciamola sentire a suo agio eh!-disse beffardo ai suoi amici che risero. Mi accomodai su un divanetto al loro tavolo e in un minuto mi ritrovai uno spinello tra le mani. Non ci pensai due volte e cominciai a fumare. Non riuscii però a finirlo,così lo lasciai al tizio seduto di fianco a me,mi alzai e mi diressi al bancone dei drink per prendere da bere. Presi un drink alla pesca che di pesca si cedeva solo il disegno sullo stecco di plastica infilato dentro,era puro alcol. Bevvi tutto in un sorso e ne ordinai ancora e ancora

-fottuto padre che non sei altro-presi il bicchiere-mi hai rovinato la vita-mandai giù l’intruglio-fottuto Harry-presi un nuovo bicchiere-non voglio vivere nel tuo mondo dei sogni-e mandai giù anche quello-e questo è quello che penso di voi-urlai ubriaca gettando il bicchiere per terra che si ruppe,alla vista  di tutti quei frammenti di vetro sparsi sul pavimento cominciai a ridere forte fino a quando qualcuno mi prese il braccio sbattendomi non con troppa gentilezza al muro più vicino,ciò che sentii dopo furono delle labbra che premevano sulle mie con forza e delle mani che mi stavano perlustrando. Mi scostai dall’individuo guardandolo con un sopracciglio alzato

-chi tu sei?-borbottai,sentii ridere qualcuno e poi delle parole sommesse

-sono Noah,piccola Leah-disse ridendo ancora

-e facendo che stai?-dissi non reggendomi più in piedi cadendo,lui mi prese per le gambe mettendomi in braccio con la schiena appoggiata al muro

-ti sto baciando-rispose infine

-ah,va bene..-dissi piano alzando le spalle per poi fiondarmi di nuovo sulle sue labbra,che però attendevano un bacio più complesso. Così dischiusi le labbra lasciando che la
sua lingua giocasse con la mia,lo lasciai fare e lui ne sembrò contento. Così contento che le sue mani ci misero ben poco ad alzarmi il vestito a premere ancora di più il mio corpo al suo


-Noah!-lo chiamarono strattonandolo per la spalla,lui si scostò da me,fulminando il nuovo arrivato

-che vuoi?!-disse brusco

-ehi amico abbiamo da fare,sloggia un po’ su-dissi io agitando la mano in maniera sconnessa

-ci hanno beccati,la polizia sarà qui tra poco,dobbiamo andarcene!-Noah sgranò gli occhi mettendomi a terra per poi prendermi a sacco di patate,quella posizione mi ricordava
qualcosa ma mi faceva troppo male la testa per pensare e per ricordare


-no dai,mi stavo divertendo io!-mi lagnai

-mi spiace piccola,ma dovremo rimandare,si torna a casa-disse mettendomi in macchina

-NO! Nn voglio andare a casa!-urlai più incosciente che cosciente-portami a casa tua Noah,ti prego non riportarmi da loro-lui mi guardò e sorrise

-mi stai chiedendo troppo piccola Leah-

-ti prego!-continuai a biascicare con la bocca impastata,lui mi fissò per un attimo per poi decidersi e annuire. Svoltò l’angolo e ci ritrovammo su una strada che non avevo mai
visto,o forse si. La macchina poi si fermò nei pressi di un condominio,a fianco c’era una casetta,molto piccola e molto diroccata,appena entrammo un tanfo di alcol e fumo mi fece chiudere gli occhi,non vidi molto dell’arredamento,un po’ perché era buio pesto,un po’ perché ero ubriaca fradicia. Vidi però il letto ad una piazza e mezza su cui Noah mi adagiò per poi cominciare ad insinuare la sua mano sulla cerniera del mio vestito,mi baciava e non so se era per colpa sua o per colpa dell’alcol mi sentivo bene,da quel momento in poi non ricordai più nulla perché molto probabilmente mi addormentai.

 
Non volevo affatto alzarmi,no,avevo ancora terribilmente sonno e la testa mi faceva più che male,ma i conati di vomito che avevo già da un po’ ebbero il sopravvento ,così misi le gambe fuori dal letto e mi alzai con l’agilità di un cartonato e mi accorsi del casino che regnava indiscusso in quella camera e del fatto che io non avessi più i vestiti addosso. Mi misi una mano in faccia e sospirai

-che cazzo ho combinato?-sussurrai tra me e me. Guardai dall’altra parte del letto e vidi Noah dormire sornione,anche lui effettivamente senza vestiti-grande- raccattai alla velocità della luce tutte le mie cose in giro per la stanza e uscii da quella casa-Bene,ora devo solo capire dove mi trovo e come arrivare a casa dove mi aspetterà una ramanzina colossale o una punizione colossale,a scelta ottimo direi- erano circa le 8 e io stavo girovagando per Holmes Chapel in cerca di una via familiare in cui introdurmi per far ritorno a casa,con quei vestiti addosso sembravo tutt’altro e la gente intorno mi fissava disgustata,come se loro non l’avessero mai fatto. Alla fine mi decisi a chiedere informazioni a una ragazza,avrà avuto due o tre anni in meno di me e mi sembrava un tipo apposto,per quanto potessi capirci,alle 8 di mattina con una sbornia ancora da smaltire interamente. La ragazza mi disse di girarmi,mi voltai e vidi casa mia! Dovevo essere in uno stato davvero pietoso.. entrai e trovai sul divano seduti  Anne,mio padre e niente meno che Harry.

Appena mi videro si alzarono e mi corsero incontro,Anne mi abbracciò di slancio e per poco non cademmo entrambe quando si staccò vidi che aveva gli occhi leggermente lucidi,socchiusi gli occhi per cercare ancora un po’ di lucidità


-che succede?-domandai

-Leah che fine hai fatto eh? Eravamo tutti molto preoccupati,dove sei stata? Con chi eri soprattutto?-scossi la testa chiudendo gli occhi

-Anne non sono molto in forma,mi scoppia la testa e vorrei andare a dormire-

-prima ci racconti tutto!-disse mio padre avvicinandosi-ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Sei sparita di casa senza dirci dove andavi,il telefono spento,gli amici di Harry
dicono di non conoscerti neanche e tu torni la mattina dopo dicendo che succede?!-che era arrabbiato si vedeva,ma non era solita rabbia piena di disprezzo,era qualcosa di più
vicino all’esasperazione


-lascia stare Tom,puzza d’alcol in una maniera allucinante,va già bene che si regge in piedi,falla andare a dormire,poi potrai farle quante domande vorrai-intervenì Harry freddo per la prima volta allontanando mio padre da me con una mano

-giusta cosa-dissi io incamminandomi traballante alla mia camera,mi buttai sul letto ancora vestita e mi addormentai nel giro di 2 secondi

Erano circa le 4 del pomeriggio quando mi svegliai,stetti un po’ nel letto e poi mi decisi ad alzarmi,mi feci una lunga doccia calda e mi misi addosso una maglietta lunga,scesi e mi diressi in cucina,presi un gran respiro ed entrai.

-finalmente! Sei sicura di non aver preso anche un sonnifero insieme alla droga?-chiese mio padre serio,alzai lo sguardo e vidi Harry appoggiato al bancone guardare per terra

-droga?-domandai non capendo

-non fare la stupida,sappiamo che ti droghi-

-CHE COSA? Io non mi drogo razza di idiota!-urlai esasperata

-ah no? Abbiamo appena ricevuto una chiamata dalla polizia e ci hanno raccontato che cosa girava in quel luogo in cui sei stata ieri sera!-sbattè i pugni sul tavolo con rabbia

-ma io non ne ho preso,mi credi una tossicodipendente? Bè non lo sono! Vuoi farmi i prelievi del sangue mica,io sono disponibile,ieri sera ho solo fumato e bevuto,ma non mi
sono drogata!-


-SOLO!? Fumare e bere tu li definisci con un solo? Sono cose sbagliatissime da fare,sai quante persone muoiono per questo solo?-

-bè,io non sono tra quelle!-disis cercando di trattenere quello che stavo per rigettare

-non oggi,ma magari un giorno potresti!-urlo arrabbiato,Anne sobbalzò dallo spavento e gli mise una mano sulla schiena per farlo calmare

-e allora? Che cos’ho da perdere?-mio padre si zittì e abbassò la testa

-la  tua vita è molto più importante di qualche… intoppo familiare,non sprecarla Leah,sei così giovane..- non avrei resistito un secondo di più,mi fiondai verso il bagno del secondo
piano e cominciai a vomitare. Cazzo di alcol,ti fa sentire bene per la serata ma poi il giorno dopo sopravvivere e non sbattere per terra è difficile. Sentii la porta aprirsi e mi
maledissi per non averla chiusa,ma non avevo avuto tempo. Mi si affiancò Harry che mi mise una mano sulla fronte sostenendomi


-sei una stupida Leah e hai fatto una cosa altrettanto stupida-disse,non risposi e mi alzai,mi sciacquai la bocca un paio di volte e poi uscii. Lo sentì però seguirmi,non avevo voglia di rintanarmi in camera mia,così entrai in camera di Harry e mi acciambellai sul suo letto,dovevamo parlare prima o poi,lui si sedette su una sedia.

-in due giorni che sono stato via,sei stata capace di combinare più casini di quanto immagini-anuii con gli occhi chiusi-ti sei drogata ieri sera?-

-no-risposi semplicemente

-e per tutta la notte dove sei stata?-e ora che gli dicevo? Inventavo o parlavo?-so riconoscere quando spari cazzate,ti ho avvertita-disse togliendomi il dubbio

-a casa di quel Noah-lo sentii irrigidirsi sulla sedia,aprii un occhio per sbirciare la sua reazione e lo vidi molto serio e anche un po’ deluso

-non ti avevo detto di non frequentarlo?-

-e io non ti avevo detto di non impicciarti della mia vita? Lo hai sempre fatto e guarda un po’,lo stai facendo anche adesso perciò non venire a farmi la morale Harry-

-no Leah,sono cose totalmente diverse queste!-prese un bel respiro continuando a guardarmi-e cosa è successo a casa sua?-aprii gli occhi e lo guardai con un sopracciglio
alzato


-ti devo fare un disegnino?-

-e che cazzo Leah!-disse alzandosi dalla sedia e camminando avanti e indietro

-ma perché ti da tanto fastidio eh?-lui si bloccò e mi guardò corrucciato come se non sapesse la risposta alla mia domanda

-perché…sono tuo fratello!-

-e certo! Quando non sai cosa dire tiri fuori sta storia come sempre!-sbuffai

-senti Leah,non è una brava persona,meriti di meglio-disse guardandomi negli occhi,sorrisi amara a quell’affermazione

-si certo,e io ho i capelli verdi-dissi ridendo alzandomi

-no,ce li hai castani e sono bellissimi così-mi girai a guardarlo stupita e lo trovai a fissare il pavimento leggermente rosso

-scusa?-domandai,avevo di sicuro capito male

-eh? Ah no,niente,parlavo da solo..-farfugliò

-ah ecco,vabbè ciao eh Harry,riposati anche tu,mi sa che questo viaggio in Olanda ti ha un po’ scombussolato-lui annuì e io uscii dalla stanza confusa.

 

 
 
 
 
Hi all!
Ho aggiornato un po’ tardi,scusate,ma ero in Austria:(
Allora,che ne pensate? Insomma,il nuovo capitolo è un po’ carico non trovate? Vi piace?
Vi va di lasciare qualche piccola recensioncella a questa anima sperduta? Io intanto torno a scrivere.. bye:’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Sempre in lite ***


Appena misi il piede sull’ultimo gradino delle scale notai i borsoni e una valigia ammucchiati vicino al divano e Anne e Harry che tentavano di sgombrare il passaggio,visto che occupavano lo spazio tra l’ingresso e il soggiorno

-che succede qui?-chiesi stiracchiandomi

-buongiorno Leah. Sono i bagagli miei e di tuo padre,ha una causa molto importante in Australia e io e te lo accompagneremo,anzi è già tardi vai a preparare le tue cose-disse tirando un ultimo calcio al borsone

-che? Frena un secondo! In Australia?! Ora?-domandai incredula

-no stasera,abbiamo il volo in tarda serata-

-ma non è che io potrei rimanere a casa?-

-l’ho già proposto a tuo padre ma non ne vuole sapere-

-dov’è?-chiesi decisa

-Leah..-incominciò lei ma la bloccai subito

-tranquilla,non voglio litigare,solo trovare una..pacifica soluzione-confermai annuendo,lei ridacchiò per poi indicarmi la porta dello studio di mio padre

-sii gentile-mi raccomandò Harry facendomi l’occhiolino. Mi avviai verso l’ufficio e senza bussare entrai,lui era lì,seduto alla sua scrivania indaffarato a firmare documenti per poi
metterci un timbro accatastandoli


-Tom?-lo chiamai

-ho da fare ora-mi tagliò lui

-si,ma io sono qui per farti una domandina veloce,riguarda la partenza. Ecco,non è che..-

-no,tu verrai con noi-disse con gli occhi incollati sui fogli

-ti prego! Non ti faccio mica andare a fuoco la casa!-lui mi guardò

-oh,si che potresti,si capace di tutto te-un sorrisetto perfido comparse sul mio volto ma lo eliminai veloce per far posto alla faccia da cucciolo

-per favoreee-

-no Leah,ora va a prepararti-

-andiamo su! Un po’ di fiducia! Ritentai io e lui si mise a ridere

-fiducia a te?-

-si perché?-chiesi stizzita

-perché non ti si può nemmeno chiedere di partecipare ad una cena di famiglia che scappi di casa tornando il giorno dopo ubriaca fradicia-io sbuffai

-ancora con questa storia? Chi ci pensa più ormai!-

-io ci penso Leah,tutti i santi giorni! E se non fossi più tornata? E se ti fosse capitato qualcosa? Io dove sarei venuto a cercarti?-

-dici questo solo per toglierti il dubbio di un probabile senso di colpa-

-che cosa?-

-si Tom,perché se mi fosse davvero successo qualcosa tu ti saresti sentito in colpa per non avermi fermato quando me ne sono andata anziché far finta di niente per non fare
brutta figura-


-per rimediare alla tua brutta figura magari!-tuonò

-forse,ma vedi? Ho ragione io-lui ammutolì e io sorrisi amara,non sarebbe mai cambiato. Sentimmo dei colpì alla porta e poi Anne e Harry entrarono sorridenti

-abbiamo trovato una soluzione-disse lei incoraggiante mettendo una mano sulla spalla al figlio

-e se rimanesse qui con me?-disse Harry-si insomma,lei rimarrebbe a casa ma non combinerebbe guai-

-non se ne parla neanche-disse mio padre scuotendo la testa

-non ti fidi di me?-

-certo che mi fido di te..-

-pff!-si girò verso di me ma continuò a parlare

-..è di lei che non mi fido-

-ma dico io,cos’è? Ho scritto sulla fronte terrorista?-

-la saprò tenere a bada,tranquillo-concluse Harry ignorandomi,mio padre parve rifletterci un po’ e poi con mia enorme sorpresa acconsentì.

-fantastico! Allora noi togliamo il disturbo,avrete ancora molte cose da preparare,buon viaggio,ciao-disse mettendomi le mani sulle spalle e guidandomi verso la porta a mo di
trenino


-ma che fai Harry?-dissi una volta uscita

-può sempre cambiare idea,meglio dileguarsi affinché questo non succeda,e tu fai sempre cambiare idea alla gente molto velocemente-

-ma che carino che sei,ti lancerei un cactus in faccia per la riconoscenza-

-ahah lo so che mi ami infondo-disse ridendo per poi buttarsi a peso morto sul divano,lo fissai per un po’

-ma tu non avevi tipo,un lavoro?

-che c’entra?-

-Mi spieghi perché sei sempre a casa? Insomma,se sei davvero una pop star non dovresti essere in giro a fare concerti e cose varie?-domandai

-ne abbiamo appena fatto uno,simpaticissima,e ora stiamo un po’ a Londra per lavorare sul nuovo disco-

-ma se sei sempre qui! Come fai ad andare ogni giorno a Londra e poi ritornare?-

-non puoi saperlo,sei sempre chiusa in camera-

-non posso uscire perché qui hanno tutti l fobia che vada a bucarmi in dei vicoli-lui scoppiò a ridere

-ma è quello che ci fai credere!-

-bhà..-dissi allontanandomi

-che fai? Torni nel tuo antro?-

-proprio lì-dissi sorridendo fintamente

-ti va se chiamo i miei amici per stare un po’ con noi nei prossimi giorni?-

-fa come ti pare-dissi facendo spallucce

  
Mi alzò il mento tra le sue dita e sfiorò le mie labbra con le sue-Leah!-si eccomi Leo,sono qui per te-Leah!-sono qui Leo,prendimi-Leah!Leo,sei sordo? Sono davanti a te,che cosa urli?-Leah!.senti,se non la pianti di urlare  ti scredito come uno degli uomini più fighi del mondo!-Leah!-aprii gli occhi di scatto e  un senso di tristezza mi pervase,sogno Leonardi Di Caprio che mi sta per baciare e io che faccio?! Mi sveglio,dannazione!-Leah!-ma chi cazzo è che urla a sto modo? Mi alzo incarognita e scendo alla velocità della luce le scale,solo una persona può rompere le palle a sto modo

-Che minchia vuoi Styles?-

-vi presento la mia adorata,delicata,educata e simpatica sorellina-disse trattenendo una delle sue grandi risate,non capii il senso della frase fino a quando non mi accorsi di 4
paia di occhi che mi fissavano divertiti


-e voi sareste?

-ma come? Non..-incominciò uno biondo

-no,non vi conosco e mi state già sul culo-

-che abbiamo fatto?-chiese sbalordito un ragazzo alto con i capelli castani

-che avete fatto? Avete fatto in modo che Leonardo Di Caprio non mi baciasse!-dissi arrabbiata e loro mi guardarono scioccati

-ma si droga sul serio Harry?-chiese uno dai capelli neri mentre l’ultimo ragazzo se la rideva

-uno come fai a sapere ste cose,due che minchia ridi te?-

-gli ho parlato dei dubbi di tuo padre e bè lui,non so perché rida-rispose Harry al loro posto

-ma certo,andiamo pure a dire in giro cavolate sul mio conto,tanto chissene frega di me no?-

-ragazza,ti conosco da 5 minuti e già ti adoro!-disse  il tizio che rideva riprendendosi

-lo già sentita questa-dissi riferita a Noah,Harry capì e si irrigidì. Uno alla volta si presentarono e io subito dopo mi dileguai in cucina per fare colazione con loro dietro che mi
seguivano


-si?-

-perché mangi quella roba?-mi domandò Niall con una smorfia sedendosi di fianco a me

-perché non ti fai gli affari tuoi?-lui ci rimase male perché abbassò la testa. Quel gesto mi colpì,tutte le persone che conoscevo mi avrebbero risposto male a loro volta,ma lui
no,lui aveva abbassato la testa  ammutolito-ehi-dissi dandogli un colpetto col gomito per non essere troppo affettuosa-scusa-lui mi rivolse un gran sorriso,cosa che mi colpì
ancora di più


-questa me la devo scrivere,Leah che chiede scusa. Hai idea di che mit sei Niall?-disse Harry facendo ridere tutti

-taci idiota-lo rimbeccai e lui mi fece la linguaccia

-che facciamo oggi?-domandò Louis dondolandosi sulla sedia

-io ho bisogno di vestiti!-disse Zayn alzando la mano

-che novità-bofonchiò Niall

-anche Leah,ne ha bisogno-disse Harry

-ma che dici? Io ce li ho dei vestiti!-

-i felponi di 45 taglie più grandi che metti praticamente dovunque,le scarpe larghe che ci navighi dentro e quelle camice a quadri che metti per dormire tu li chiami vestiti?-

-decido io come vestirmi cocco e si,quelli sono vestiti,punto-

-eheh no cara,ora andiamo a comprartene di nuovi-

-no,io sto bene così,non c’è bisogno di cose nuove,tanto per dove devo andare..-dissi sbuffando

-se esci con noi,dove andare lo trovi di sicuro-

-e se io non ci volessi venire con voi,come la mettiamo?-

-sei una bambina-

-e tu un montato-

-capricciosa-

-mammone-scoppiarono tutti a ridere e Harry mi fissò con uno sguardo omicida

-ok basta-annunciò Liam riprendendosi-Leah,va a vestirti noi ti aspettiamo qui-. La lite con Harry non finì neppure nel tragitto in macchina né quando scendemmo,si placò momentaneamente quando ci dividemmo nei vari reparti d’abbigliamento. Io e Niall finimmo nello stesso,entrambi  attirati di quegli stupendi cappelli di cui andavo pazza,ce n’erano di tutti i colori ma uno in particolare mi colpì particolarmente,era semplice,blu notte con scritte piccole in bianco,la mia mano lo stava per toccare quando Louis mi portò via da lì

-è la seconda volta in un giorno che saboti i miei sogni,finisci male-

-Harry ha espressamente detto che non ti vuole più vedere con quella roba addosso-disse ridendo

-ma anche a Niall piaccioni,perché a lui non dite niente?-

-perché lui è un maschio a cui stanno bene quei vestiti,non lo fanno sembrare un obeso squinternato-

-mi stai dando dell’obesa squinternata?-lui si mise a ridere

-testuali parole di Harry-

-lascia che lo prenda e lo faccio a.. Harry!-urlai notandolo dietro ad un manichino

-dimmi mia cara-disse rivolgendomi un sorriso

-non sono un obesa squinternata e..-lui mi mise davanti un vestito ignorandomi completamente

-ti sto parlando Harry!-

-e io ti ascolto… si,questo dovrebbe starti bene,va a provarlo su-disse contento quasi cacciandomi dentro al camerino

-stai scherzando spero-

-perché?-chiese stupito

-è rosa,rosa confetto,mica sono una bomboniera!-

-sta zitta e provalo-disse chiudendo le tendine

-lo provo solo se lo fai anche tu-

-non se ne parla neanche,per chi mi hai preso?-

-d’accordo,allora se gentilmente ti sposti così che io possa uscire..-lo sentii sbuffare

-che rompicoglioni che sei Leah!Infilati quel cazzo di vestito!-sbottò

-quindi accetti?-

-mhh-borbottò

-scusa?-

-si si,ma facciamo veloce-sentii i ragazzi ridere e così mi infilai veloce il vestito

-esci prima tu-dissi,lui uscì e io con lui. Tutti fissavano Harry in quel ridicolo vestito rosa,lui intanto si stava esibendo in una piroetta d ballerina,eravamo piegati in due-hai davvero
trovato una taglia così grande?-dissi tra le risate,i ragazzi a quel punto rivolsero la loro attenzione a me e si zittirono tutti,anche Harry terminò il suo teatrino per guardarmi
scioccato-che c’è? Ho qualcosa sulla faccia?-dissi strofinandomi la mano su di essa


-sono fidanzato,sono felicemente impegnato con una ragazza stupenda,Liam,tu sei fidanzato,respira, 1 2 3..-guardai Liam turbata che parlava da solo facendo respiri profondi

-hai delle gambe allora!-disse Louis

-e che gambe!-aggiunse Zayn,Harry lo fulminò con lo sguardo

-giù gli occhi da mia sorella,depravato!-Zayn alzò le mani al cielo

-è colpa mia se è una gnocca da paura?-ero diventata viola dalla vergogna,cercai di nascondere il viso tra i capelli,mai nessuno aveva detto che ero bella,cosa che ero sicura di non essere,ma la cosa mi fece sentire strana

-accidenti piccola Leah,che trasformazione!-mi raggiunse una voce alle spalle,mi voltai e mi trova davanti Noah che mi sorrideva malizioso,mi prese per i fianchi regalandomi un
bacio appassionato a cui io mi sottrassi  subito


-Noah,che ci fai qui?-

-abito anche io a Holmes Chaper piccola,non è un città così grande infondo-

-bè,ci vediamo-dissi allontanandomi

-ma cosa dici? Andiamocene-

-hai sentito cosa ha detto? Sparisci!-ringhiò Harry mettendomi dietro di lui

-oh Styles,ci sei anche tu! Devo dire che sei delizioso con quel vestito,fai quasi concorrenza alla mia ragazza-

-nessuno a detto che sono la tua ragazza!-specificai alzandomi sulle punte per farmi vedere dietro alle spalle di Harry

-sta zitta,non sai quello che dici,questi 5 frocetti ti devono aver fatto imbambolare per bene-a quella parola i ragazzi si alzarono mettendosi a fianco di Harry con aria minacciosa-
oh,ma che volete fare?-disse beffardo-cinque contro uno? Non si fa così! Soprattutto voi,avete un immagine da mantenere o no?-rise maligno,riuscì a prendermi per un polso e a
trascinarmi dalla sua parte,quel gesto però gli causò un pugno dritto in faccia da Harry


-non la devi toccare!-urlò questo,i ragazzi lo presero per le spalle facendolo indietreggiare

-brutto bastardo-si lamentò toccandosi la mascella-non finisce qui,e noi due-disse rivolto a me-non abbiamo ancora finito-uscì dal negozio in fretta

-andiamo via-disse Liam accorgendosi che si stava creando troppa folla intorno a noi

-Harry sta calmo,non è successo niente-cercai di calmarlo,lui mi fissò furente per poi scansarmi con una manata. Salimmo in macchina e se all’andata l’atmosfera era divertita e
felice il ritorno fu l’esatto contrario,nessuno osava fiatare,rivolgevano tutti gli occhi da me a Harry,in attesa di qualcosa che solo arrivati quando arrivammo a casa si mostrò


-ti avevo detto di non frequentarlo,guarda che casino che hai combinato!-mi urlò contro arrabbiato-adesso chissà cosa andrà a dire la gente in giro!-

-non urlarmi così Harry,non sei mio padre!-mi difesi

-bè si vede dalla tua responsabilità che non ne hai mai avuti uno!-gli tirai uno schiaffo talmente forte che i ragazzi sobbalzarono

-sei un bastardo Harry-sibilai

-Leah..non dovevo scusa,non intendevo questo..non lo penso davvero..-avevo gli occhi gonfi di lacrime che poi cominciarono a scendere copiose sulle mie guance

-tu lo pensi eccome invece,ed era ora che tu lo dicessi. Così almeno ho avuto la conferma che tutto ciò che mi hai detto erano solo minchiate,come la storiella dei buoni fratelli!
Volevi prendermi in giro Harry? Volevi farmi affezionare a te per poi sputtanarmi? Ci sei riusciro,complimenti-salii in camera senza avergli dato il tempo di aggiugere altro,ormai lo avevo capito non c’era bisogno di altre parole,diedi due mandate alla serratura e mi rifugiai nel bagno cominciando a piangere fortissimo. Mi ficcai un asciugamano in bocca per non fare sentire a tutti come mi sentivo,cercai nell’armadietto le pasticche che avevo preso la settimana prima arrivando in quel manicomio,ne presi due e scivolai lungo la porta ricominciando a piangere. Ero letteralmente e pezzi. Per un secondo avevo creduto nella possibilità che magari si potesse  aggiustare qualcosa nella mia vita,ma alla fine succede sempre la stessa cosa,io credo a tutti e tutti me lo mettono nel culo. Che stupida,eppure dovrei esserci abituata,ma forse la cosa mi faceva così male perché a dirmela era stato proprio Harry e io a lui volevo maledettamente bene,e scoprire la sua opinione su di me così direttamente mi ferì. Al diavolo le belle parole e i “siamo fratelli”. In quei giorni ero stata fin troppo buona con tutti e se questo voleva dire stare così male,perfetto,si ritornava alla solita Leah bastarda,per me problemi non ce n’erano. Anzi c’e n’erano così tanti che facevo finta che neanche quelli esistessero.

 
 
 
 
 
Hi all!
Ed ecco a voi il quinto capitolo,che ve ne pare? A me non piace tanto,era più che altro un capitolo per introdurre i ragassuoli:3
Come sempre vi chiedo se volete di lasciare una piccola recensione del capitolo,solo per sapere cosa ne pensate:)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Qualcosa di nuovo ***


Erano circa le 19 quando mi svegliai,avevo male alla schiena e solo quando mi alzai ne capii il motivo,mi ero addormentata nella vasca con le gambe fuori a penzoloni. Indolenzita uscii dal bagno che aveva ospitato le mie lacrime e il mio sonno imposto ma ero ancora stanca,come se avessi corsi per tutto il giorno,avevo gambe pesanti e mi faceva la testa. Mi sedetti sul letto con la schiena contro il muro. Mi sentivo un vero schifo. Non avrei più voluto vedere Harry per il resto della mia vita. Non avrei più voluto vedere mio padre per il resto dei miei giorni. Eppure ero costretta,no? Mentre la mia mente si perdeva in discorsi contorti qualcuno varcò la soglia della mia stanza,alzai lo sguardi,Louis

-sei rispuntata finalmente! Sono riuscito ad entrare perché la casa ha..-

-le stesse serrature,lo so,me lo ha già detto..-non so per quale motivo non riuscii a dire quel nome,quel maledetto nome che nella mia testa rimbombava dovunque. Sussurrò qualcosa sedendosi vicino a me

-non fare così-io non proferii parola,mi limitai ad osservarlo-non voleva dire quello che ha detto,lui ti vuole più bene di quanto immagini-bella battuta,davvero. Il mio corpo era disconnesso ma riuscii a trovare la forza di dire qualcosa

-voglio solo andar via di qui-sussurrai con un filo di voce

-andrà tutto bene-provò a consolarmi. Poi all’improvviso si alzò lasciandomi sola a pensare. Ero stata male altre volte ma questa non riuscivo ad affrontarla,il cuore e la mente dicevano cose totalmente differenti e io stavo impazzendo cercando di capirne il motivo,perché diavolo non riuscivo ad alzarmi e ad andare a dirgliene quattro? Mi ero ripromessa di tornare la Leah scorbutica ma qualcosa me lo impediva. Mi distesi meglio sul letto e lentamente mi addormentai,di nuovo.

Un rumore vicino a me mi fece sobbalzare all’improvviso,proprio mentre dormivo,aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai Harry nella stanza che si ero avvicinato al mio letto inciampando. Avevo dormito un quarto d’ora,forse meno,ma mi sembrava un eternità. Si voltò accorgendosi che mi ero svegliata ma velocemente si rigirò per non far incontrare i nostri occhi

-mi dispiace-sentii,ma per me le sue parole erano vuote,mi girai dandogli le spalle e pregai di riaddormentarmi al più presto-non volevo-continuò,ma io lo ignorai ancora-dico
davvero,ero arrabbiato e non sapevo come comportarmi,né che conseguenze avrebbe avuto il mio comportamento e ti ho attaccato dicendoti,bè dicendoti quelle cose-la sua voce era apparentemente sincera,ma la mia mente diceva di non fidarmi mentre cuore di alzarmi e abbracciarlo


-vorrei stare sola-borbottai

-ma..-Harry provò a parlare ma lo interruppi

-niente ma,va via di qui,non voglio vederti-lui non si mosse di un centimetro così mi decisi a girarmi per affrontarlo

-non voglio che tu sia arrabbiata con me-

-sei solo falso Harry,nient’altro-si sedette sul letto con me come poco prima aveva fatto Louis ma mi spostai leggermente

-ora però ti ho finalmente capita-risi scuotendo la testa

-ne dubito-

-è stato uno sbaglio-ammise

-non mi interessa! Sei un motivo in più per soffrire!-le mie parole stavano diventando sempre più cattive e il cuore mi faceva male ma la rabbia che mi ribolliva nelle vene mi
diede la forza di continuare-tante belle parole e poi? Poi non fai altro che..-quasta volta fui io ad essere interrotta,in una maniera che mi colpì particolarmente,le sue labbra erano
di nuovo sulle mie,un groppo mi chiuse la gola e miei occhi si sbarrarono. Terminata la fase di incoscienza lo spinsi via senza parole,ci furono parecchi minuti di silenzio in cui ci guardavamo stupiti. Perché lui era stupito?


-che cazzo ho fatto? Scusami-sussurrò

-potresti anche andartene ora-dissi infine ma lui era come paralizzato così decisi di andarmene io,un po’ d’aria non mi avrebbe fatto male. Quando passai dall’atrio i ragazzi mi rivolsero uno sguardo curioso ma io li ignorai,arrivata in giardino mi distesi sull’amaca e chiusi gli occhi. Mi aveva baciato,di nuovo. Non mi sembrava possibile,ma soprattutto
aveva avuto il coraggio di farlo quando sapeva benissimo che io ero tremendamente arrabbiata con lui,aveva coraggio da vendere. Vidi Zayn arrivare all’improvviso


-Leah tutto bene? Sei uscita con una foga assurda-si sedette con la schiena appoggiata ad uno dei tronchi su cui l’amaca era fissata

-Harry-risposi semplicemente

-ancora? Avete di nuovo litigato?-Zayn mi sembrava una persona apposto e riusciva magicamente a calmarmi così pensai di potermi fidare,o forse avevo solo bisogno di parlare
con qualcuno


-mi ha baciata-lo vidi strabuzzare gli occhi-lo stavo praticamente insultando quando mi ha presa e mi ha baciata-parlavo gesticolando come una pazza

-sapevo che c’era qualcosa!-ammise

-che?-domandai quasi urlando,lui fece spallucce

-non lo so,ho quest’impressione,ma tranquilla,a volte la mia mente divaga-disse ridendo

-ho notato-risposi titubante.
 
La cosa più scioccante fu sicuramente ciò che successe dopo. Pochi minuti più tardi infatti ci ritrovammo a tavola tutti insieme  per la cena e la situazione non poteva essere più imbarazzante di così. Io,Harry e Zayn non proferivamo parola,io per prima trovavo molto interessante il piatto,Niall e Louis provavano a rompere il ghiaccio con qualche battuta mentre Liam ci guardava non capendo,mi sentivo estremamente osservata e la cosa non mi piaceva affatto. Non finii neanche di mangiare e ad un certo punti lancia quasi la forchetta  nel piatto dal nervoso

-che succede Leah?-mi domandò Niall,anche lui aveva assistito alla scena di poche ore fa,se l’era già dimenticata? Scossi la testa ridacchiando incredula,cosa che fece incuriosire maggiormente gli altri

-Leah?-mi richiamò Liam-che c’è?-sosprai poggiandomi le mani sulla fronte per non esplodere

-ma siete stupidi o cosa? Ah ma tranquilli non sareste gli unici-dissi guardando negativamente Harry e alzandomi dirigendomi in non so quale punto della casa. Sentii poi qualcosa sbattere contro il tavolo e un “adesso basta” quasi urlato provenire dalla cucina. Mi sentii afferrare con forza il braccio per farmi voltare e mi ritrovai davanti Harry parecchio arrabbiato

-aspetta un secondo!-

-ehi! C,che cavolo vuoi da me?-dissi balbettando,era un po’ troppo vicino per i miei gusti

-ho come l’impressione che dalla litigata di sta mattina tu non faccia altro che fare battutine acide nei miei confronti!-disse puntando i suoi occhi nei miei

-m,ma no,ti sbagli---accidenti,riusciva sempre a mettermi alle strette e io non riuscivo più a rispondergli a tono

-mi pare anche di averti chiesto scusa per le mie parole e per…la cosa di prima-disse deglutendo-hai intenzione di serbarmi rancore per tutta la vita!?-

-i..io non ti sto affatto serbando rancore! Lasciami andare Harry!-urlai,ma lui non mollò la presa

-Harry,lasciala,le fai male-sentii dire a Louis,lui gli mise una mano sul braccio incoraggiandolo e pian piano la presa si allentò. Mi guardai intorno e scoprii che la nostra nuova
piccola lite aveva avuto anche un pubblico,fantastico,Liam,Louis,Niall  e  Zayn infatti ci avevano raggiunti quasi subito senza però farsi notare,ma quando notarono che le cose si
stavano scaldando un po’ troppo avevano deciso di intervenire. Io e Harry ora ci guardavamo in cagnesco e davamo l’impressione di volerci uccidere da un momento all’altro. Avranno mai fine queste liti continue?

 
Quando la mattina dopo scesi in salotto trovai solo Zayn che guardava distratto qualche programma alla tv,appena si accorse della mia presenza si girò sorridendomi

-buongiorno Leah,dormito bene?- sbadigliai e mi accomodai al suo fianco,annuì distratta,ancora troppo addormentata

-gli altri?-domandai con voce impastata,mi guardai intorno e non vidi nessuno

-Liam è uscito con la sua ragazza,Louis e Niall avevano delle faccende da sbrigare in studio mentre Harry..-

-non mi interessa-lo interruppi,lui mi guardò per poi sospirare-facciamo qualcosa oggi? Non ho voglia di stare a casa-annunciai alzandomi,lui mi sorrise annuendo

-certo,te lo stavo per proporre,ti va di andare al parco?-

-quello che c’è qui a fianco?-lui scosse la testa

-no,è ad un paio di chilometri da qui-

-per me va bene,prima però devo mangiare-

-ci fermiamo lungo la strada,va a prepararti-

-si capo!-lui ridacchiò e si rimise a guardare la tv mentre io salivo a vestirmi. Mezzora dopo eravamo già in partenza per il parco,ci eravamo fermati in un bar per fare colazione dove io avevo gustato un magnifico cornetto al cioccolato e un cappuccino fumante

-come mai tu sei rimasto a casa con me?-chiesi,ero stravaccata sul sedile anteriore della sua gigantesca auto mentre mi pulivo la bocca dal cioccolato rimasto e la cosa sembrò farlo ridere

-non avevo niente di particolare d fare e Harry mi ha chiesto un favore,così sono rimasto-disse facendo spallucce,sbuffai

-immagino che il favore sia quello di farmi da tata portandomi a spasso,il guinzaglio dove lo hai messo?-lui rise ma non rispose

-e poi saresti stata da sola e la cosa non mi andava,in fondo io e i ragazzi siamo qui per farvi  compagnia fino a che i vostri non ritornano-

-me ne sarei fatta una ragione,ma comunque grazie-dissi sorridendogli,lui ricambiò parcheggiando di fronte ad un cancello in ferro battuto nero,entrammo e rimasi stupita da
quanto potesse essere bello quel posto. Dovunque c’erano alberi,di qualsiasi tonalità di verde possibile e di qualsiasi forma. C’erano quelli più robusti ma con le foglie di un
verde intendo e quello da tronco più snello dalle foglie più chiare. Mai in tutta la mia vita mi ero fermata un attimo guardare gli alberi,e invece questi erano talmente belli da farmi dimenticare dov’ero


-bello vero?-mi domandò Zayn guardando in alto con le mani in tasca-un poeta americano ha scritto “non credo che troverò mai una poesia bella come un albero”,concordo pienamente con lui-non mi guardava,parlava quasi da solo,si limitava a fissare quei rami che ondeggiavano al vento con sguardo assorto

-sei affezionato a questo posto vero Zayn?-domandai sorridendo dolcemente,sono sempre stata un persona empatica,anche con il carattere odioso che avevo riuscivo ad identificarmi con un'altra persona attraverso le emozioni che questa provava,sono strana forte eh. Lui sospirò per poi annuire

-c’ero già stato altre volte prima di venirci per conoscere Harry,diciamo così-per un minuto fissò me nei suoi occhi e vidi quasi dolore ma lui distolse lo sguardo prima che io potessi capire di più-allora,abbiamo tutta la giornata libera,io propongo un bel giretto nel parco,poi andiamo nella via principale per un po’ di sano shopping,poi ci fermeremo a
mangiare da qualche parte per poi ricominciare a vagare per queste splendide strade-


-hai già pensato a tutto vedo-notai sorpresa

-si,bè ho fatto un piccolo programmino se alle 8 dobbiamo essere nei pressi di Calstock avremmo bisogno di rispettare gli orari con diligenza,perciò io mi avvierei già..-

-Frena un secondo Forrest-lo interruppi-perché alle 8 dobbiamo essere nei pressi di Calstock?-alla mi domanda vidi Zayn sbiancare-Zayn,tutto bene?-

-ehm..sisi tutto apposto,allora andiamo?-mi tagliò lui sorridendo

-si ma..-riprovai io

-guarda che carina quella paperella! Andiamo Leah,la voglio vedere più da vicino!-strillò,mi prese per mano e mi trascinò in una furiosa corsa per andare a vedere una stupida
papera nuotare in uno stupido stagno. Mi soffermai ad osservarlo,quanta stupidità e infantilità ci può essere in un'unica persona? Ah bè,di tanto non mi potevo certo stupire,era amico di quell’idiota con i capelli a fungo. Sospirai e poi mi unii a Zayn che trotterellava felice per il parco.


Quella giornata fu una delle più stancanti e divertenti in assoluto,Zayn mi aveva portato in circa 50 posti diversi tra  negozi,strade famose,parchi,piazze e chi più ne ha più ne metta,inutile dire che non mi sentivo più i piedi. Avevo scoperto quanto ci si può divertire con Zayn Malik quando si ha a disposizione un intera città,avevamo riso e scherzato e io lo trovavo magnifico. Avevo costretto Zayn a sedersi su degli scalini di un portone per riposarci un po’ quando per poco non svenni dalla paura grazie all’urlo che lui lanciò,mi prese per mano e cominciò a correre a perdifiato verso una meta a me sconosciuta

-quello mi ammazza se non sono puntuale,Leah corri!-gridò al vento

-Zayn sto per collassare! Rallenta e dimmi dove stiamo andando!-per poco non inciampai in un tombino ma mi ripresi quasi subito

-corri!-si limitò a rispondermi. Rassegnata lo seguii fino a quando non si arrestò di colpo davanti ad una caffetteria-le 8 in punto,siamo salvi-disse appoggiando le mani alle cosce
per riprendere fiato-abbiamo fatto 4  quartieri in 11 minuti,grande Leah! Dobbiamo andare a correre insieme un giorno di questi-


-MI è appena scoppiato un polmone Malik e tu mi chiedi di andare a correre?-domandai poggiandomi ad un palo della luce,solo allora notai una figura slanciata familiare a pochi metri da noi-Harry? Che ci fai tu qui?-chiesi sorpresa

-ti stavo aspettando. Ho bisogno di parlarti un attimo se non ti spiace-rispose lui avvicinandosi

-eh?! Ma io e Zayn stavamo andando a casa..-

-tranquilla Leah.. tu va pure,ti aspetto a casa-disse salutandomi con la mano e allontanandosi,lo sentii ridere e lì capii

-maledetti bastardi,vi siete messi d’accordo!-sbottai

-andiamo-disse serio prendendomi per il gomito

-fermati Harry,smettila di fare il..il dittatore!-cercai di oppormi ma venni fatta tacere  con un brusco

-zitta e cammina!-misi il broncio e mi lasciai trascinare,ci avvicinammo ad un gabiottino dove Harry prese due biglietti. Non riuscivo a capire dove fossi fino a quando non mi ritrovai su una funivia

-ti avevo già detto che ho paura delle altezze,perché mi hai riportato quassù?-domandai stizzita

-perché è l’unico posto dove non faresti cavolate-gli diedi le spalle offesa,ne avevo abbastanza di lui,adesso faceva pure la faccia cattiva e mi trattava come una bambina
capricciosa,rimasi però senza l’opportunità di urlargli contro perché ero rimasta letteralmente senza parole. L’intera città di Holmes Chapel si stagliava sotto di noi,migliaia di piccole e grandi luci erano in primo piano in quel fantastico paesaggio,per poco potei anche notare le macchine che scorrazzavano tra le stradine


-che spettacolo fantastico,corri Harry! Secondo te c’è abbastanza luce per una foto?-domandai eccitata ma mi raggelai subito. “che scema..dimenticavo di essere arrabbiata con lui..”pensai,mi rigirai subito

-a,a proposito,di cosa volevi parlarmi?-

-bè? Cos’è questo cambio di tono improvviso?-domandò-ce l’hai ancora con me!-

-assolutamente no!-

-bene,allora spiegami perché mi tratti male-

-io non ti sto affatto trattando male,mi comporto come al solito. Piuttosto,non pensi di essere un po’ presuntuoso a pensare che il mio umore dipenda da te?-forse avevo un tantino esagerato.. Harry infatti si girò e fece per andarsene

-va bene,ho capito. Ci vediamo-disse freddo,un tono di voce che non gli apparteneva affatto. Se ne stava andando,lo dovevo raggiungere e chiedergli scusa,chiedergli scusa? E da quando? È lui che dovrebbe chiedermi scusa! Ma lui l’ha fatto..lo faccio,non lo faccio,lo faccio..al diavolo! Lo rincorsi e mi aggrappai alla sua giacca circondandogli i fianchi con
le braccia,con il viso nella sua schiena,lui si fermò


-aspetta..! Non arrabbiarti te prego! Vedi.. mi sono sentita tanto male quando l’altra mattina sei stato così schietto. Ho pensato che mi avessi raccontato solo balle,che se avevi così poca considerazione di me tanto valeva lasciarti perdere-dissi abbassando la testa lui si voltò e sentii i suoi occhi su di me,non sapeva il motivo ma ero tremendamente imbarazzata-mi dispiace-

-credo sia la prima volta da quando sei arrivata che parli apertamente con me,senza nascondere i tuoi sentimenti e senza insultarmi-rise,che bella risata. Mi abbracciò e lì non capii più niente,il groppo in gola sembrava stringersi talmente tanto da non permettermi di respirare-scusa le mie parole Leah,sono stato un vero cafone,perdonami-

E mentre la funivia riscendeva alla stazione di partenza tutto si faceva più chiaro,le piccole ombre che si muovevano ora erano riconoscibili così come i miei sentimenti. Forse avevo capito di provare qualcosa per Harry,ma non capivo ancora cosa,ma qualsiasi cosa fosse di certo non era amore fraterno e la cosa mi fece preoccupare,cosa sarebbe successo? Non ci volli pensare, in quel momento eravamo fusi in quell’abbraccio a cui nessuno dei due aveva intenzione di sottrarsi.
 
 
 
 
Hi all!
Dopo parecchio tempo che non riuscivo a postare ecco il sesto capitolo. È un capitolo che personalmente piace molto,si capiscono più cose e forse,dico forse le cose potrebbero,dico potrebbero andare un tantino meglio per la povera Leah:D A voi piace?
Se si,mi lascereste una recensioncellaaaa?:3
Ringrazio comunque tutte le persone che semplicemente la leggono,è importante per me:’)
Love ya
-Ele

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Indecisioni ***


Una settimana dopo alla scorrazzata in funivia mi alzai alle 4 circa del mattino. Io che mi alzavo presto? Quando mai? Eppure a questa mia stranezza c’era una spiegazione,fuori era scoppiato il diluvio universale e se c’era anche una sola cosa di cui io avessi paura quella erano i temporali,odiavo la luce che abbagliava tutto in un istante per poi dar spazio ad un tuono assordante,mi metteva i brividi. Scesi in salotto con l’intenzione di guardare qualcosa alla tv cercando di non pensare a ciò che succedeva lì fuori ma ovviamente tutto ciò non fu possibile grazie ad un tuono che fece vibrare persino i vetri. In occasioni come quella andavo nel lettone di mia mamma che con il suo semplice odore riusciva a farmi addormentare,tutto questo però non era possibile. Diamine quanto mi mancava. Cercavo ogni giorno di assomigliare a lei in tutto quello che facevo,forse così sarei riuscita a non dimenticarla e a sentirla sempre con me. Altro tuono altro salto sul divano. Stavo letteralmente morendo di paura lì da sola,sarei andata volentieri da Harry che mi avrebbe sicuramente calmato ma lui non c’era,era a Londra con i ragazzi,sarebbe ritornato l’indomani,cioè oggi,ma a me serviva ora! Da quando io ho bisogno così tanto di Harry Styles? Salii di nuovo le scale e sgattaiolai in camera sua. Ogni cosa era al suo posto ordinata segno che Anne aveva fatto ingresso in quel letamaio che di solito regnava in quella stanza tutta blu e bianca,mi avviai verso il letto e mi misi sotto le coperte,immediatamente il suo odore mi pervase e io riuscii a calmarmi nonostante avessi ancora qualche accenno di brividi per il freddo ma soprattutto per la paura.
 
Grazie a quel cavolo di temporale la notte scorsa avevo dormito  poco o niente così la voglia di alzarmi era davvero minima. I miei occhi non riuscivano nemmeno ad aprirsi,benché fossi in parte sveglia. Presi tutto il cuscino tenendolo stretto a me,abbracciandomelo,fino a quando una voce non mi fece sobbalzare

-ahia!-la voce non era nuova e dopo aver aperto gli occhi constatai di avergli praticamente tolto con non curanza il cuscino da sotto la testa

-Harry?-domandai sorpresa

-no,il coniglio pasquale-disse mettendosi sui gomiti massaggiandosi la testa

-oddio scusa..-dissi

-t..tranquilla-mugugnò. Gli porsi il cuscino, e tornammo a condividerlo come avevamo fatto evidentemente tutta la notte,o almeno da quando mi ero intrufolata qui dentro. Ma che
idiota ero stata? Adesso mi avrebbe preso in giro a morte per essere venuta qui,che demente. Mi misi le mani in faccia diventando automaticamente rossa


-che c’è?-chiese con voce impastata-a proposito,che ci fai tu qui?- e ti pareva.. scossi il capo con veemenza alzandomi borbottando un buongiorno veloce e filando via
 
-perché sei filata via stamattina? Eri comoda-disse Harry stendendosi ancora di più sul divano,diventai subito rossa e non risposi,fortunatamente Anne senza volerlo mi salvò, l’udienza di mio padre dopo 4 o 5 giorni si era conclusa,così lui e Anne erano da poco tornati a casa.

-avete sentito che tuoni questa notte? Fortunatamente sono riuscita a dormire,ma per un pelo proprio-disse sistemando la tavola,io annuii con veemenza e Harry mi guardò strano-sei riuscita a dormire te Leah?-chiese poi,sappi che ti sto odiando

-non proprio-sussurrai-ho sempre avuto paura dei temporali-

-potevi dirmelo cara che ti avrei fatto compagnia,magari avrei dormito con te..-

-NO!-tuonai molto infastidita dalla sua proposta,lei e Harry mi guardarono insistentemente come se avessero trovato una risposta alla mia reazione-scusate-borbottai salendo in
camera. Appena entrai mi sedetti alla scrivania sopra la quale giaceva la foto più bella che avessi di mia madre. Lei era lì,in quello stupido oggetto color argento che mi osservava sempre con lo stesso sorriso e gli stessi occhi. Presi il portafoto,stringendolo nelle mani,e ne accarezzai appena il vetro che ricopriva la fotografia. Una fotografia troppo speciale,fin troppo importante.


Sentii il rumore della porta aprirsi lentamente,non volevo voltarmi perché sapevo già chi fosse

-sono passati quasi 5 mesi se non sbaglio-disse osservandomi

-4 e mezzo-risposi semplicemente

-sapevo che centrava lei sai? Prima o poi doveva venire fuori questa cosa,forse è per questo che sei così rigida e fredda a volte,stai soffrendo-mi mise le mani sulle spalle,era dietro di me,ma io non mi girai

-che novità vero?-dissi ironica

-passerà Leah,non ci sono passato direttamente ma so cosa vuol dire e credimi che non sarà sempre così-

-se non ci sei passato come puoi dirlo?-lui scosse la testa

-fidati-

-di te ho imparato a fidarmi,ma non di mio padre e soprattutto non di Anne,lei è così gentile con me,ma ogni volta che fa qualcosa di carino mi ricorda lei, e ho paura che ossa
trovarmi nella situazione di volerla sostituire-


-non succederà Leah,lei in un modo o nell’altro sarà sempre con te,veglierà su di te-

-anchio lo credevo ma ora ho seriamente paura-

-quello che ancora non capisci è che ci siamo noi ora-

-noi chi Harry? Chi?-dissi alzando leggermente la voce e voltandomi

-tuo padre,mia madre,i ragazzi..io-mi sorrise dolcemente

-lui non mi vuole qui-risposi abbassando la testa

-ti sbagli-

-no,per niente e sai perché? Perché in questo momento ci dovrebbe essere lui a condividere questa cosa con me,ma lui non c’è-sembrò pensare alle mie parole per un attimo

-ma ci sono io-gli sorrisi

-e lo apprezzo ma..-

-..non è la stessa cosa,lo so-concluse lui al mio posto e io annuii-vieni qui-disse sedendosi sul letto allargando le braccia,senza pensarci due volte mi alzai e mi accomodai tra le
sue braccia. Il calore che emanavano i suoi abbracci e il suo profumo mi facevano sentire ogni volta in paradiso,mi posò un leggero bacio sui capelli e le mie guance si
colorarono appena di rosso


-Harry?-lo chiamai

-mh?-

-grazie-sussurrai chiudendo gli occhi e sorridendo


-Leah! Se non ti muovi ti lasciamo qui!-gridò Niall dal piano terra. Quella sera io e i ragazzi saremmo andati a divertirci in una discoteca li vicino,Anne e mio padre erano stati molto titubanti prima di darmi il permesso grazie all’episodio successo tempo fa,ma alla fine dopo che Harry li ebbe rassicurati che non mi si sarebbe scollato un attimo di dosso accettarono non completamente convinti. Scesi veloce le scale e mi fiondai tra le braccia di Zayn che mi diede un bacio sulla guancia

-ecco perché siete così amici,ci mettete entrambi 35 anni a prepararvi!-disse Louis aprendo la porta,io e Zayn scoppiammo a ridere per poi seguire gli altri fuori dalla casa. Ci ritrovammo tutti in macchina,come sempre,questa volta però eravamo anche in compagnia di Danielle e Eleanor,le rispettive ragazze di Liam e Louis,erano a prima vista molto simpatiche ma io mi sentivo comunque un po’ in soggezione. C’era fin troppa gente e il locale che era stato prenotato era veramente pieno di persone

-Leah-mi sentii chiamare,Harry. Mi voltai

-niente cazzate-si raccomandò,io annuii alzando gli occhi al cielo

-ho voglia di ballare-disse Louis voltandosi verso Eleanor,strizzandole l’occhio in segno d’intesa

-Louis,potresti evitare di fare il cascamorto? Non ti si addice per niente-disse Niall facendoci ridere

-ah ah,simpatico,noi andiamo,ci si vede-e così i due scomparvero tra la folla,poco dopo anche Liam e Danielle li raggiunsero,seguiti da Zayn e Niall che avevano adocchiato
qualche ragazza.


Nel tragitto tra l’entrata e i tavolini vidi un ragazzo a me familiare,Noah. Deglutii leggermente in ansia ma cercai di non darlo troppo a vedere e pochi minuti dopo ero con Harry a scatenarmi sulla pista da ballo

-vado a prendere qualcosa da bere-urlò lui al mio orecchio tentando di sovrastare il volume della musica molto alto. Avrei tanto voluto dirgli di rimanere con me e che Noah era
nei paraggi ma non so per quale strano e assurdo motivo non lo feci. Cercai di uscire dal gruppo di persone che tutti appiccicati si muovevano a ritmo di musica ma venni
bloccata da delle parole che mi gelarono il sangue


-vieni con me-mi ritrovai perfino a pensare tutti ma non lui. Con un sorrisetto malizioso mi trascinò via,senza troppo indugio.

Ci ritrovammo in un posto un po’ più appartato,vicino ai bagni,e mi poggiò contro il muro baciandomi con foga,per un attimo tentai di oppormi ma lui era sproporzionalmente più forte di me. Sentii poi una certa pressione da parte delle sue mani sul bottone dei miei pantaloncini,riuscii a prenderlo per i polsi

-che intenzioni hai?-domandai torva

-fidati di me piccola-sussurrò,ma ciò mi portò ad avere solo più paura e lui continuava a provocarmi,e a  toccarmi

-lasciami-dissi tra i denti mentre sentivo ancora le sue mani premere sui miei pantaloncini.

-ti avevo avvisato che non ti avrei lasciato andare,tu sei solo ed esclusivamente mia-

 Lo spinsi appena piena di disprezzo,ma lo ritrovai ancora addosso a me quasi violento in quel momento-vai via-dissi di nuovo,ma lui non mi ascoltava,fino a quando non sentii che si allontanò da me. Non l’aveva fatto di sua spontanea volontà,ma era stato qualcun altro a prenderlo per la maglietta,e immediatamente notai Harry e Zayn dietro di lui,che lo avevano allontanato da me

-hey,che cazzo volete?-disse Noah rivolto a loro

-osi anche chiederlo?-tuonò Zayn

-non devi nemmeno osare toccarla,non mi sono spiegato l’altra volta forse?-ringhiò poi Harry mentre lo spingeva per farlo allontanare

-chi sei tu per dirlo?-disse Noah scontroso,i due si ritrovarono faccia a faccia. A quel punto mi intromisi io tentando di risolvere la questione

-basta voi due! calmatevi-dissi guardano prima uno e poi l’altro. Noah lanciò un occhiataccia a Harry e poi a Zayn,prima di andare via definitivamente.

-stai bene?-domandò Zayn

-si..grazie-dissi piano

-devi solo stare più attenta,ora andiamo,non voglio che succeda nient’altro-disse Harry,mi prese per il braccio raggiungendo gli altri,disse qualcosa a Niall che annuì e poi
uscimmo dal locale lasciando Zayn che mi aveva salutato abbracciandomi. La mia serata,ma anche quella di Harry,si concluse così,perciò fummo costretti a tornare a casa molto
presto.


Harry filò subito a letto,più nervoso che mai,ma non capivo assolutamente per quale motivo lo fosse. Sicuramente avevo apprezzato il suo gesto,ma perché l’aveva fatto? Forse qualcosa stava mutando in Harry? Non ne ero poi così convinta,pensavo solo che fosse un gesto spontaneo all’incirca. Da persona diretta e schietta che ero però non mi soffermai a pensare a questo,deviai e mi diressi nella sua stanza

-Harry-dissi semplicemente

-che succede?-rispose lui ancora vigile

-perché sei così nervoso e non mi parli?-

-lascia stare-mi tagliò lui

-ma voglio sapere io! Non capisco,non è stata colpa mia..-tentai di spiegarmi  ma venni interrotta

-è questo il punto Leah!-disse mettendosi a sedere-la colpa è mia. Avevo promesso a tuo padre che ti avrei protetta  e invece ho solo peggiorato le cose,chissà cosa poteva
succedere..-


-ma non è successo,grazie a te..e a Zayn,ovvio-mi ripresi subito,lui mi guardava in modo strano forse era un qualcosa di simile all’essere combattuto. Mi fece segno di
avvicinarmi e mi prese sulle sue gambe mettendo la testa sulla mia spalla


-scusa-sbuffai irritata

-Harry,non hai niente di cui scusarsi,te lo vuoi mettere in testa?-lui annuì. Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo e la cosa mi fece rabbrividire,lui lo prese come un segno che
avevo freddo e tolta la coperta dal suo letto mi ci infagottò per bene-ma tu avrai freddo-ribattei mentre finiva di arrotolarmi nella sua coperta azzurra


-non se tu dormirai con me-rispose,mi girai a fissarlo credendo di non aver capito bene ma lui mi liquidò con un-buonanotte-si distese sul letto e mi portò giù con lui chiudendo
poi quei suoi meravigliosi occhi

 
La sera prima ero stata all’incirca un ora a fissarlo,cavolo era perfetto,mi ci misi anche di impegno ad un certo punto,ero impuntata a trovare qualcosa,qualsiasi cosa,che non fosse perfetto in Harry. Risultato? Assolutamente niente. All’improvviso mi ritrovai con la mano a mezz’aria indecisa se posarla sulla sua guancia oppure no. Molto delicatamente la sfiorai e il contatto con la mia mano lo fece sussultare nel sonno,sorrisi intenerita e mi alzai dal letto. Appena entrata nella mia camera mi feci una lunghissima e rilassantissima doccia,mi asciugai lentamente e asciugai i capelli in modo che diventassero mossi. Guardai allo specchio la mia immagine riflessa e devo dire che da quando ero arrivata qui quella era la mattina più tranquilla che avessi mai passato e si vedeva,fortunatamente non avevo occhiaie  e i miei occhi azzurri erano vispi come quando ero ancora in Italia,ci sarei ritornata,ancora pochi mesi e avrei fatto i fatidici 18 anni,a quel punto sarei stata libera di andarmene da li,un groppo alla bocca dello stomaco mi fece trasalire,non sapevo cos’era assolutamente,la fame forse? Probabile. Scesi in cucina dove trovai un bigliettino di Anne che diceva che sarebbe tornata in tarda serata e feci colazione.

Dopo circa due orette in cui girovagai pigramente per casa il campanello suonò,andai ad aprire con molta poca voglia. Appena aprii e una ragazza dai capelli biondi e gli occhi neri mi si parò davanti con aria altezzosa

-lui dov’è?-disse sprezzante

-scusami?-domandai non capendo

-Harry,dov’è Harry-ripetè

-oh bè,lui sta dormendo,perché? Ma tu chi sei?-chiesi ancora confusa

-fammi passare-ordinò brusca tentando di entrare ma io le sbarrai la strada

-prima mi dici chi sei,poi magari entri in casa mia d’accordo?-chiesi stizzita,quella ragazza mi stava già sulle palle

-la ragazza di Harry,mi fai passare ora?-sbuffò,mi spostai lasciandola andare,scivolai lungo la porta mentre lei saliva le scale,sapeva già dove andare,doveva essere già stata qui allora. Vuoto,intorno a me c’era il vuoto e il silenzio più irritante. Ma dentro di me un rumore solo dominava su tutti gli altri,un rumore fastidioso e angosciante,il mio cuore forse che si crepava leggermente. Ma perché si crepava? Mi misi le mani in testa non capendoci più niente,lui era mio fratello santissimo il signore! Tutto ciò non aveva assolutamente senso,ormai di negare non se ne parlava più,quella crepa che mi aveva segnato era una prova schiacciante su quali fossero i miei sentimenti in quel momento. sentii un tonfo assurdo e poi delle urla

-mi chiamo Francine porca puttana non Leah! Chi è questa Leah? Una nuova? Io mi sono stancata di essere presa per il culo Harry!-urlò scendendo per le scale seguita da un Harry sorpreso e abbastanza arrabbiato

-sei tu che sei un ansia incontenibile! Ti avevo già detto più volte di non ripresentarti più!-disse urlando. Lei stava uscendo quando si bloccò a fissarmi con rabbia

-sei tu Leah vero?-sputò acida io annuii ancora seduta sul pavimento

-la sorella-aggiunsi tristemente,lei scoppiò a ridere

-tu sua sorella!? Ma a chi credi di darla a bere? Ma guardati,non ci credi neppure tu!-abbassai la testa sconfitta con tante fitte al cuore

-vattene Francine!-ringhiò Harry,lei dopo averlo guardato minacciosamente se ne andò sbattendo la porta. Stammo parecchi secondi fino a quando lui non si accovacciò di fronte
a me-mi dispiace Leah,davvero-


-perché dici che ti dispiace?-chiesi tirando su la testa-in fondo io che c’entro?-lui sembrava terribilmente combattuto e non pronunciava parola. Dentro alla mia testa c’erano milioni di pensieri tra i quali parecchi “dimmelo,coraggio Harry su,dimmelo!” ma niente,lui scosse la testa alzandosi e porgendomi la mano invitandomi a fare altrettanto

-Francine è una ragazza con cui mi vedevo tempo fa,siamo stati insieme ma era più un tira e molla che una cosa seria. Poi è diventata gelosa al tal punto che ho dovuto dire basta-

-non mi devi dare spiegazioni Harry,davvero-lui annuì un po’ afflitto dalla mia risposta ma non disse niente.

Solo un fratello Leah,solo un fottuto fratello è per te Harry,mettitelo in testa. Certo,io guardo Harry e me lo immagino come mio fratello,certo,ce la posso fare,anche se lui è così… fratelloso,lui è fratelloso niente di più niente di meno.
Ma chi volevo prendere in giro,se nemmeno io ci credevo la gente se ne sarebbe accorta subito come aveva fatto quella Francine poco fa,sospirai rassegnata al fatto e impaurita da quello che potrebbe succedere in un futuro.
 
 
 
Hi all!
Postato finalmente il settimo capitolossss:D che ve ne pare?
Diciamo che è un capitolo molto ma molto concentrato su Leah e Harry:)
Leah finalmente ha aperto i suoi begli occhietti ed ha ammesso la verità gente,è cotta cotta cottaaaaaa:D
Se vi è piaciuto mi fareste sapere cosa ne pensate plissss? :’)
Ringrazio sempre all the people che leggono anche silenziosamente,mi fa mooolto piacere:’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** E' ora di cambiare ***


 Nonostante il freddo che cominciava a farsi sentire,essendo il 18 di ottobre,io sentivo perennemente caldo,era un calore interno,che proveniva dal cuore. Forse era la consapevolezza che se volevo farmi amica quei ragazzi il mio atteggiamento avrebbe dovuto cambiare. Con Zayn avevo stretto una bella amicizia,molto spesso parlavamo dei miei ma anche dei suoi problemi e il cuore di entrambi si alleggeriva un pochino,cavolo se aveva problemi quel ragazzo! Era diventato fondamentale,un amico da tenersi ben stretto.

Ma io avevo paura,il mio carattere non aveva mai permesso a molte persone di essermi amiche e io ci soffrivo,ma più di tanto non potevo fare,sono fatta così. La mia paura più grande era quella di aver finalmente trovato delle persone a cui piacevo così com’ero perché avrei scuramente combinato qualche casino per farle allontanare da me,e io non volevo. Harry mi aveva confidato che ai ragazzi piacevo così e non mi volevano cambiata,per loro quindi non c’erano problemi,ma per me si. Io non stavo bene con me stessa,sempre a fare la cattiva di turno,avrei cercato di esserlo il meno possibile tirando fuori una Leah che non si vedeva da ormai troppo tempo,ma che infondo esisteva;in tutto questo Harry mi avevo assicurato una mano

Harry.

Oh bè con lui avevo preso una decisione riguardo alle vampate di calore che sentivo ogni volta che mi sfiorava,alle guance che si arrossavano quando incrociavo i suoi occhi e alle farfalle che si scatenavano nel mio stomaco ogni volta che rideva. Come diceva il buon vecchio Lorenzo De Medici “del domani non c’è certezza”,perciò avrei vissuto alla giornata cercando di non darlo troppo a vedere.

Mi vestii con tutta la calma e la lentezza del mondo,raccolsi i capelli in una coda disordinata e scesi in cucina dove ad attendermi c’erano Harry,mio padre e Anne. Salutai Harry scompigliandogli i capelli per poi sedermi al suo fianco,ci scambiammo un occhiata e un sorrido complice,come “fratelli” c’eravamo senz’altro uniti

-buongiorno-dissi sorridente agli altri due che ci guardavano sbalorditi da così tanta allegria da parte mia

-buongiorno-mi risposero loro titubanti,Anne era sempre arzilla e sorridente  e la novità della famiglia riunita allo stesso tavolo per lei era motivo di grande felicità,i ficcai in bocca
una ciambella per non scoppiargli a ridere in faccia.


-abbiamo poco tempo Lee,mangia in fretta-mi disse Harry,corrucciai la fronte perplessa

-Lee?-chiesi ingoiando la rimanente ciambella

-diminutivo di Leah-mi rispose sorridendo e facendo spallucce

-oh si certo,un nome complicato e lungo come il mio necessita senza dubbio di un diminutivo-dissi ridendo

-muovi le chiappette su!-disse spingendomi giù dalla sedia,gli feci la linguaccia  e poi salii in camera per vestirmi.

Quel giorno i ragazzi avevano una riunione molto importante basata fondamentalmente per la promozione del loro secondo album che sarebbe uscito tra non molto,mi dissero
che sarebbe stata una cosa molto noiosa e così mi chiesero se potevo accompagnarli,io ovviamente sarei dovuta rimanere fuori dalla sala ma poco mi importava,più vicina stavo
ad Harry meglio era.


Il viaggio da Holmes Chapel a Londra fu molto lungo,per questo Harry mi aveva detto di svegliarmi presto quella mattina e mi sarei sicuramente riaddormentata se non fosse stato per Niall e Louis che mi facevano imperterriti il solletico. Quando scendemmo finalmente dall’auto un ondata di urla mi sovrastò facendomi trovare una paura boia. C’erano centinaia e centinaia di ragazze fuori dai cancelli con cartelloni,fotografie,quaderni e altro,rimasi scioccata alla vista di tutto ciò ma i ragazzi a quanto pare c’erano abituati. Dopo essersi armati di tanta pazienza e di grandi sorrisi si avvicinarono a loro per salutarle mentre io mi avviai all’ingresso,dove venni puntualmente fermata da una guardia che non aveva mai avuto a che fare con me quando ho parecchio sonno.

-ma perché si ostina a non farmi entrare,non voglio mica fare un attentato!-mi lagnai

-per quanto ne so io potresti anche farlo-quelle parole mi ricordarono quelle di mio padre e la cosa mi fece infuriare ancora di più

-hai ragione,in questo momento lo potrei commettere sul serio un omicidio-dissi a denti stretti ma lui mi ignorò

-se non hai il tesserino o il pass non puoi entrare,mi dispiace,ritorna fuori con le altre-disse indicandomi la porta

-guardi che li conosco davvero e non sono una loro fan!-ripetei al gigante per la quinta volta come minimo mettendomi una mano in faccia

-si certo e io sono Paris Hilton,ti piacciono i miei lunghi e fluenti capelli biondi?-disse facendo ondeggiare la testa. Quell’uomo era pelato e di colore e la cosa non faceva
assolutamente ridere.


-d’accordo allora quando arrivano glielo chiediamo,va bene?-dissi prendendo un grande respiro

-no ragazzina,allora quando arrivano l’ingresso deve essere sgombro-

-non mi chiamare ragazzina!-strillai

-ma se vuoi un autografo te lo posso fare anche io-disse ridendomi in faccia,io cacciai un urlo dalla disperazione che forse sentirono anche in Cina

-ehi Mike,come butta?-i ragazzi mi raggiunsero e il gigante batté il cinque a Louis che gli aveva rivolto la parola-lei è con noi-aggiunse mettendomi un braccio attorno alle
spalle,lo guardai altezzosa


-scusa? Che dicevi? Ah giusto,che sei Paris Hilton-dissi ironica

-Mike,da quanto non ti prendi delle ferie? Sarai stanco se fai questi ciocchi-disse Liam. Lui non rispose ma abbassò la testa non prima però di avermi fulminato con lo sguardo

-starai qui fuori con lui Leah,vedi di aggraziartelo,è parecchio grosso-scherzò Zayn facendo ridere tutti,ma non me,compreso il gigante che mi guardava vendicativo

-non è che c’è tipo un bar,una sala d’accoglienza..-proposi

-staremo tutto il tempo che ci vorrà insieme,così passerà più velocemente,te lo assicuro-disse Mike facendomi l’occhiolino

-questo lo devo prendere come un “morirai tra poco” o un “tranquilla passerà tutto”?-sussurrai a Mike che scoppiò a ridere sollevandomi da terra con un braccio solo e
sbattendomi con poca grazia su una sedia,sospirai rassegnata-fate presto,vi prego-dissi piano ai ragazzi che si misero a ridere per poi entrare nella sala riunioni


Le quattro ore successive le passai seduta sulla stessa sedia sedia in compagnia di Mike che mi raccontò dei suoi cinque figli,della meravigliosa moglie,della zia mancata da
poco e del cane che gli aveva mangiato il cercapersone proprio quella stessa mattina,io mi limitavo ad annuire con gesti sconnessi tra di loro,troppo annoiata anche solo per parlare. La monotonia di quell’estenuante conversazione fu interrotta solo un volta da Niall che schizzò via dalla sala urlando-mi scappaaa!-


Quando per grazia divina i ragazzi terminarono quella dannata riunione che mi era costata ore di supplizio li guardai implorante mimando un “portatemi via di qui”,loro cominciarono a ridere ma poi acconsentirono e mi portarono a mangiare qualcosa. Lì scoprii di avere qualcosa in comune anche con Niall,entrambi eravamo delle buone forchette. A me capitava molto raramente di avere fame ma quando succedeva erano dolori per chi mi doveva sfamare,a lui invece capitava 25 ore su 24. Mentre mi ingozzavo vidi Harry sorridermi e farmi l’occhiolino,cuore? Ci sei ancora?

Quella stessa sera venni informata che grazie ad una intervista che i ragazzi  avrebbero avuto il giorno dopo e un singing le strade erano state chiuse,quindi per quei due giorni saremmo rimasti nella casa che i ragazzi condividevano quando erano a Londra per lavoro. Dopo i due giorni ognuno avrebbe fatto ritorno alle proprie case e alle proprie città.

-non avendo una camera degli ospiti tu dormirai qui,su questo fantastico letto divano di un colore non ancora identificato dalla società che identifica i colori dei divani-disse Louis
portandomi in salotto davanti ad un divano color panna misto ad un color champagne e ad un beige


-starò bene-dissi sedendomi sopra

-senz’altro cara-rispose buttandosi sopra al divano e di conseguenza sopra di me,soffocai un urlo di dolore

-abbraccio di gruppo?-domandò Niall guardandoci,non feci in tempo a dirgli di non azzardarsi che mi ritrovai con lui,Liam,Zayn ed Harry sopra che ridevano come matti

Finito anche di cenare da buona italiana mi offrii di preparare il caffè

-qualcuno ne vuole?-chiesi a chi ancora mi considerava e non era scappato via subito per andare a vedere la partita in tv. Dopo aver accolto un paio di “ io si” mi trasferii in cucina
con Harry che mi seguiva come un cagnolino.


-anche io lo voglio,me lo porti vero Lee?-domandò Zayn urlando dall’altra stanza

-bene,ora mi chiamano tutti anche Lee,oltre che a Leah,complimenti Harry-dissi ridendo

- ti abituerai anche a questo,vedrai-mi rispose sedendosi mentre io ero intenta ad aprire ogni credenza alla ricerca del caffè,mi scappò uno sbadiglio

-sei stanca?-chiese

-un po’,il viaggio è stato lungo e non sono assolutamente abituata a svegliarmi così presto,te no?-

-un pochino. Sono stato contento comunque di vederti mangiare per bene una santa volta-disse sorridendomi

-bè si,avevo fame. È perché no fumo più,cioè proprio smesso smesso no,però è da tanto che non lo faccio-risposi preparando le varie tazzina

-ne sono contento,davvero,ma perché è dovuto al fumo?-chiese

-non so bene-feci spallucce-ma la nicotina mi fa quest’effetto,non mi fa venire fame-

-bè,d’ora in poi basta eh-ridacchiai

-speriamo-commentai,lui in quel momenti si alzò vendendo verso di me,quando si fermò il suo viso eratroppo vicino al mio e il mio respiro era troppo accelerato

-è una cosa che non dovrei assolutamente fare,anche perché se mi beccassero si arrabbierebbero e non poco-disse con tono sommesso,ora vedevo perfettamente il colore dei
suoi occhi nonostante in cucina non ci fosse poi così tanta luce-ma non riesco a farne a meno-mi prese per mano e mi tirò contro di sé,portando le sue braccia intorno ai miei
fianchi


-Harry..-dissi strozzandomi con le parole per l’agitazione che avevo in corpo

-shhh..-soffiò sulla mia guancia

-non sono sicura che potremmo farlo-sussurrai,ormai la mia lucidità era andata a farsi benedire

-lo so-rispose,ma non si allontanò,anzi mi ritrovai le sue labbra sulle mie ancora prima di rendermene effettivamente conto. Questa volta non mi sottrassi come era già successo ben due volte. Non era come la prima volta dopo che mi aveva rivolto parole decisamente sconvenienti,non era come la seconda dopo quella maledetta litigata,era un bacio tenero e lento. Harry sembrava titubante e anche un po’ impaurito ma la sua mano salda sulla mia schiena non si muoveva di un centimetro tenendomi stretta a lui,gli posai una mani sulla guancia mentre le nostre lingue erano impegnate ad intrecciarsi,nel mio stomaco si stava scatenando la terza guerra mondiale,e poi la quarta e la quinta,non riuscivo a muovermi e a pensare fino a quando..

-Leah! Il caffééé!-sobbalzai impaurita scostandomi da lui,mi girai dove proveniva la voce e pochi secondi dopo comparve la testa di Liam dalla porta-è pronto?-domandò,poi guardò verso i fornelli-o mio dio!-mi girai anche io e vidi il caffè che stava uscendo copioso dalla caffettiera sporcando dovunque

-oh oh-mormorò Harry ridacchiando

-dammi una mano idiota!-esclamai ridendo,tutti e tre ci armammo di stracci e in pochi minuti era già tutto sistemato

-grazie Liam,va pure,ci pensiamo noi qui-gli dissi strizzando lo straccio impregnato nel lavandino

-ma va,vi aiuto-

-tranquillo,ora lo rifaccio,quando è pronto  ve lo porto ok?-lui annuì poco convinto dopo alcuni secondi

-d’accordo bimba-e così dicendo uscì dalla cucina lasciandoci finalmente di nuovo soli

Harry nel frattempo aveva ripreparato la moka nella caffettiera per poi posarla nuovamente sul fuoco. Con una velocità pazzesca mi riprese per l vita ricominciando a baciarmi.

Questa volta sentii che era più sicuro,sicuro che non mi tirassi indietro e che ricambiassi ciò che da giorni cercavamo di dirci con gli occhi,riuscendoci? Non lo so,ma a quanto pare.. dopo attimi che mi parvero secoli si staccò poggiando la fronte sulla mia,mi guardava sorridendo,un sorriso contento


-ho combinato un casino facendolo vero?-sussurrò ed io annuii

-ho paura per quello che succederà perché.. cosa succederà?-domandai quasi impaurita dalla risposta che avrebbe potuto darmi

-immagino che dovremmo nasconderci dai nostri genitori-

-non dire nostri,sembriamo davvero fratelli così!-ribattei ridendo

-okok,riformulo la frase-disse mettendosi a ridere-immagino che ci dovremmo nascondere da mia madre e da tuo padre-

-e dai ragazzi-aggiunsi scrutandolo

-ma..-

-no,nessuno lo deve sapere,sai che casino verrebbe fuori?-lui sospirò annuendo

-hai ragione,solo noi due allora-mi sorrise

-solo noi due-ripetei baciandolo dolcemente

-sai alla fine tu non sei poi così tanto schizzata,in verità sei molto bella-sussurrò a fior di labbra

-alla fine credo di non odiarti poi così tanto-risposi,sentii le sue labbra curvarsi in un sorriso proprio mentre le posava nuovamente sulle mie.

Ritornammo in salotto con il caffè per tutti e mentre lo distribuivo sentivo gli occhi di cinque persone addosso,alzai lo sguardo e il gruppo al completo mi fissava,avendo paura che con le parole avessi potuto tradire le mie emozioni non proferii parola

-avanti su! Diteci che avete!-sputò allora Niall tutto corrucciato,gli rivolsi un occhiata interrogativa-siete entrambi con lo sguardo perso nel vuoto..-

-e un sorriso ebete stampato in faccia..-continuò Louis

-e avete fatto uscire tutto il caffè!-concluse Liam con sguardo indagatorio-come mai non ve ne siete accorti?-domandò socchiudendo gli occhi. Continuai a non rispondere
diventando sempre più rossa ogni secondo che passava,fortunatamente Harry mi salvò


-parlavamo e ci siamo distratti-disse facendo spallucce

-e come la mettiamo con lo strano silenzio che regnava in cucina?-

-la porta era chiusa,per questo non sentivate le nostre voci-rispose Harry anche a questa domanda con tutta la tranquillità del mondo,ci fissarono tutti per alcuni secondi ma poi lasciarono perdere concentrando di nuovo la loro attenzione sul televisore,solo Zayn non lo fece. Mi prese per i fianchi facendomi sedere sopra le sue gambe

-sei così rossa che potrei cuocerci delle bistecche sulle tue guance-mi sussurrò all’orecchio,mi misi le mani in faccia e lui si mise a ridere-inoltre è divertente vedere il tuo ragazzo
soffrire in silenzio senza potersi ribellare-disse con le lacrime agli occhi,spalancai gli occhi e mi girai a guardarlo in faccia


-che hai detto?-chiesi stralunata

-oh andiamo l’ho capito subito! Da quando sei arrivata in Inghilterra Harry parla solo ed esclusivamente di te,poi il fatto che ti ha baciata così all’improvviso tempo fa me ne ha
dato conferma,è proprio cotto,e anche tu-sorrise dolce


-Zayn,ti prego..-boccheggiai

-trannquilla Leah! Per chi mi hai preso? Sono o non sono il tuo migliore amico?-sorrisi involontariamente

-lo sei?-chiesi timidamente

-ma certo piccola-disse stampandomi un bacio sulla guancia-non vi tradirei mai,anche perché non tutti la prederebbero come l’ho presa  io,per ora mi godrò solo la scena-disse ridacchiando e indicandomi Harry con lo sguardo,rivolsi il mio verso di lui ed effettivamente Harry aveva gli occhi puntati su di noi con sguardo omicida,si alzò e si avvicinò a noi,dopodiché mi prese in braccio

-giù le mani da mia sorella-disse portandomi via da Zayn mettendomi vicino a lui sul divano. Zayn intanto si rotolava sulla poltrona dalle risate,lo guardai e non potei trattenere un
sorriso,poi guardai Harry e la voglia di baciarlo in quel momento era talmente alta che per non cadere in tentazione distolsi con grande fatica lo sguardo dal suo bellissimo
viso,sentii le sue braccia cingermi i fianchi.


-di nuovo pioggia? Ma non se ne può più!-si lamentò Louis sbuffando sonoramente

-già un altro temporale stanotte-concordò Liam annuendo fissando il televisore dove stavano dando le previsioni del tempo,mi drizzai subito a quelle parole

-temporale?-dissi,Louis annuì sconsolato,ecco che l’ansia si faceva risentire e i ricordi con mia madre apparivano nitidi,guardai Harry con la speranza che capisse,solo lui sapeva
cosa comportava per me uno stupido temporale. Lui era già lì che mi fissava con un sorriso rassicurante


-almeno ho una scusa per dormire con te-sussurrò,gli sorrisi e mi strinsi  lui maggiormente come a ripararmi da qualcosa,lui appoggiò il mento sulla mia testa dondolandomi
leggermente. Anche se ci fosse stato il diluvio universale così mi sarei sicuramente addormentata.

 
 
 
 
 
 
Hi all!
E rieccomi qui peopleeee! Contenti? Ahah ok,basta:)
Aloura,in this chapter finalmente in due piccioncini si comportano da piccioncini rivelando i propri sentimoonti:’)
Magari vi aspettavate qualcosa di un po’ più romantico,ma a me sembrava giusto fare succedere il tutto in un ambiente familiare e tranquillo.
Quindi..ve piace? Quindi.. me lasciate una recensione?:3
Grazie comunque alle persone che leggono,è un supporto molto supportoso,vi ringrazio:)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Indovina chi viene a cena?! ***


7 giorni,168 ore,9600 minuti e 576000 secondi,questo era il tempo da quando io e Harry ci eravamo dichiarati,questo era il tempo in cui eravamo riusciti a nasconderci agli occhi di tutti,questo era il tempo in cui ogni notte quando mio padre ed Anne si addormentavano sgusciavo via dalla mia stanza per raggiungere Harry nella sua,dove dormivamo abbracciati,dove mi svegliavo ogni mattina grazie al suo profumo.
Zayn era riuscito qualche volta a farlo uscire da qualche riunione o prova,quando non era strettamente necessaria la sua presenza per farmi raggiungere dietro le quinte o dietro qualche porta,non saremmo mai riusciti a ringraziarlo abbastanza.

Eravamo tornati ognuno alle rispettive famiglie in attesa di un nuovo impegno da eliminare  sull’agenda One Direction,con i ragazzi ci sentivamo spesso ma non era la stessa cosa,io li volevo qui con me,mi ero affezionata troppo a loro.

Erano le 23.47,papà e Anne erano tornati da poco a casa da una cena e ora aspettavo con ansia che il sonno li avvolgesse per rifugiarmi nella camera di Harry.

24.04,decisi di avviarmi,come una ladra in casa mia sgattaiolai al piano inferiore,arrivando alla porta in fondo al corridoio,la aprii piano e all’interno trovai Harry che come ogni sera sistemava le coperte e sprimacciava il cuscino che condividevamo

-ehy-dissi facendo notare la mia presenza,lui si girò e un sorriso comparve su quel viso perfetto,si avvicinò e dopo avermi stampato un bacio sulle labbra mi trascinò con lui sul
letto rimboccandomi le coperte


-mi fai sentire una bambina così-dissi facendo il broncio

-tempo fa dicesti che non sei mai stata una vera e propria bambina per colpa della tua famiglia,prendila un po’ come una regolazione dei conti-rispose posandomi un bacio tra i
capelli intrecciando le sue gambe alle mie,poteri stare così per ore.


-te lo ricordi ancora?-chiesi

-ma certo piccola,ricordo ogni singola cosa nostra-sorrisi intenerita a quelle parole

-è proprio una bella frase sai?-borbottai con gli occhi che mi si chiudevano da soli,la stanchezza cominciò a farsi sentire,al caldo tra le braccia di Harry

-dormi Leah,che qui sei al sicuro-mi diede un ultimo bacio e spostò la sua mano sulla mia coscia. Appoggiai la testa contro il suo petto e mi addormento ascoltando i battiti del suo cuore.
 
Sentivo le ciocche dei miei capelli che durante la notte erano scivolate sul mio volto spostarsi sotto il tocco di qualcuno. Ancora con gli occhi chiusi sorrisi e allungai le braccia avvolgendo la mia sveglia umana in un caloroso abbraccio

-ma buongiorno anche a te-disse ridendo

-buongio..-aprii gli occhi di scatto,quello non era Harry! Ma Zayn!-aspetta,mi sono persa qualcosa? Nel senso sei nel mio letto e..-

-in quello di Harry per l’esattezza-mi corresse

-sisi giusto,comunque..Zayn!-urlai a squarciagola riabbracciandolo,lo sentii ridere,che bella risata che aveva anche lui-mi sei mancato tantissimo!-canzonai e lui mi mise una
mano sulla testa


-anche tu piccola Leah,anche tu-lo guardai negli occhi felice

-ma che ci fai tu qui?-chiesi

-ci sono anche gli altri,non solo io-sbarrai gli occhi a quell’affermazione

-e me lo dici solo ora?-scattai dal letto e mentre quasi cadevo dalle scale lo sentii urlare

-così poca importanza mi dai? Grazie Leah!-mi misi a ridere e tornai in camera trovandolo con il broncio e le braccia conserte,lo presi per il polso e lo trascinai ancora ridendo al
piano di sotto con me-aspetta un attimo mostriciattolo!-mi prese per le gambe e qualcosa andò storto perché cominciammo a rotolare per le scale. Gradino dopo gradino l’
enorme rampa terminò e mi ritrovai Zayn spalmato sopra


-comodo?-dissi con una piccola smorfia,l’intera casa al rumore ci accerchiò e dopo aver constatato che nessuno si era fatto male realmente cominciarono a ridere come dei matti,tranne Harry che mi sollevò da terra incenerendo con lo sguardo Zayn

-ti sei fatta male?-

-no Harry,stai tranquillo-

-la testa?-

-no..-sbuffai

-le gambe?-

-no..-

-la schiena?-

-ma no!-

-le caviglie!-

-la smetti?-domandai scocciata

-i gomiti?-

-Harry o mio dio,sta sanguinando!-urlò Louis indicandomi e mettendosi una mano sulla bocca-lì sulla gamba!- in un secondo finii con le gambe per aria tenuta da Harry che
ispezionava il mio corpo mentre gli altri ridevano


-stava scherzando Har,sta calmo,non si è fatta niente!-disse Niall con una mano sulla pancia,mi rimise in piedi neanche fossi una bambola e mi prese il viso tra le mani

- sicura?-domandò serio,annuii sorridendogli. Alla mia approvazione il suo viso si trasformò in un enorme sorriso e i suoi occhi erano fissi sui miei-buongiorno-mi sussurrò,mi stavo avvicinando piano piano alle sue labbra quando mi accorsi che c’erano anche i ragazzi con la bocca che toccava terra,tutti tranne Zayn ovviamente che stava per riscoppiare a ridere

-colazione?-disse Harry salvando la situazione,il primo a riprendersi fu Niall e piano piano anche gli altri mi staccarono gli occhi di dosso,inutile dire che in faccia ero di un colore indefinibile

-ribadisco il concetto delle bistecche-disse Zayn mettendomi una mano sulla schiena spingendomi leggermente verso la cucina,gli tirai una gomitata ed entrammo accomodandoci al tavolo.

L’imbarazzo per quanto successo poco prima si notò per tutta la colazione nella mia espressione,ero come disconnessa dal mondo,fissavo incessantemente la mia tazza di cereali con sguardo trasognante.
Harry alla mia destra se n’era accorto ed ogni tanto accennava a qualche piccola risatina

-Leah,che succede? Sei strana-disse Liam,dopo aver sentito che richiamavano la mia attenzione sobbalzai all’improvviso,facendo ridere in automatico Zayn che cercava di camuffare le risate con la testa praticamente dentro al bicchiere d’aranciata che stava bevendo.

-eh? Cosa? No no,è tutto ok Liam,va tutto bene-risposi sorridendo

-se lo dici tu-disse facendo spallucce rimettendosi a parlare con Niall. Sentii poi il piede di Harry scontrarsi con il mio,alzai lo sguardo per poterlo guardare e ci
sorridemmo,cercando si sfuggire alle occhiate di tutta la tavolata.

 
Erano circa le sei quando Anne entrò in fretta e furia in casa borbottando qualcosa tra se e sé entrando in cucina. Pochi secondi dopo con passo deciso ed un espressione seria che non gli apparteneva

-ragazzi mi spiace ma per questa sera non posso farvi rimanere a cena,anzi vi pregherei di andarvene al più presto-

-cosa?-domandò esterrefatto Louis

-avete capito bene,non voglio cacciarvi,nient’affatto,ma stasera viene a cena una persona che Leah,ancora non conosce e vorrei che ci fosse la famiglia riunita-

-ma noi siamo la famiglia riunita!-esclamò Niall,Anne si avvicinò a lui facendogli una carezza sulla testa sorridendogli dolcemente abbandonando quella sua aria da militare che
non gli addiceva. Tra poco mi sarei sciolta davanti all’espressione da cucciolo di Niall e a quella dolce di Anne che lo accarezzava


-lo so Niall,ma è una cosa piuttosto importante,scusami tanto,scusatemi tutti,mi farò perdonare,lo giuro-concluse rivolgendosi a tutti

-mamma,chi deve venire?-domandò Harry

-è una sorpresa-si limitò a dire,lui fece spallucce

-tranquilli ragazzi,ci vediamo stasera-disse

-si ma ora noi dove andiamo? Giriamo per Holmes Chapel alla babbo?-

-andremo a mangiare fuori e poi ritorneremo qui,va bene Anne?-chiese Liam,lei annuì

-è perfetto,grazie e scusatemi-

-tranquilla Anne,questa è casa tua-disse lui alzandosi,dando una pacca a Louis che si era appiccicato ad Harry

-fai il bravo eh Harry,non fare il maleducato a tavola-disse Louis scompigliandogli i riccioli,poi uno ad uno uscirono da casa Styles.

-andatevi a preparare voi due,che sta per arrivare!-disse Anne sbrigativa correndo in cucina,ci avviammo al piano di sopra,Harry mi stampò un leggero bacio sulle labbra per poi
lasciarmi continuare da sola la strada per la mia camera. Appena entrai sprofondai nel letto. Ci mancava anche un’altra riunione di famiglia adesso,come se non avessi già troppi problemi di mio ora avrei dovuto fare anche la bella statuina e rispondere garbatamente alla vecchietta che sarebbe arrivata tra poco. Mentre ero sotto la doccia cercavo di immaginarmi che tipo fosse. Sperai con tutto il cuore che non fosse un orrenda vecchiarda dell’ottocento,con maniere e mentalità di altri tempi,magari una zia giovane e sorridente,magari la sorella di Anne. O mio dio,due Anne in casa,due persone saltellanti e raggianti che giravano disperdendo amore e felicità ad ogni loro passo,respinsi un conato di vomito.


-Harry! Leah! Muovetevi che è già sul vialetto!-in fretta mi pettini i capelli e scesi dove a metà strada incontrai Harry,mi sorrise

-sii gentile-mi baciò la punta del naso e si allontanò da me,trotterellando giù dalle scale,sospiarai

-ci proverò-sussurrai. Scesi e mi avvicinai alla porta dove messi a semicerchio c’erano già Anne,mio padre e Harry,mi misi di fianco a lui ed aspettai che la porta si
aprisse,leggermente in ansia.


Quando questa si aprì,non feci in tempo a scorgere l’ospite che Anne gli si scaraventò letteralmente addosso

-bambina mia!-urlava quasi,guardai Harry incuriosita,lui mi mise una mano sulla schiena ma aveva il viso concentrato sull’ospite,era felice,si vedeva. Quando finalmente Anne si staccò potei notare una ragazza davvero carina. Aveva dei capelli castani che ricadevano lisci sulle spalle e due fossette e due occhi verdi molto,ma molto familiari. Si avvicinò ad Harry e lo abbracciò di slancio,lui l’accolse tra le sue braccia dandole piccoli baci sulla fronte. Ok,ammetto di essermi stizzita un po’ a quel comportamento,che ci posso fare?

-bentornata-le sussurrò quando si staccarono,lei gli sorrise dolce per poi passare a me. Mi tese la mano guardandomi fissa negli occhi,era curiosa,ma non mi sembrava una persona inappropriata

-ciao,sono Gemma,un'altra sorella aquisita-mi abbracciò e io rimasi di sasso da questa sua azione improvvisa-deve essere Leah te vero?-


-eh già-riuscii solo a dire,potei chiaramente sentire Harry trattenere una risata,lo fulminai con lo sguardo.

Quando fummo a tavola i miei occhi ricadevano sempre e solamente su Gemma,era davvero stupenda. insomma Harry è veramente un bel ragazzo e trovarmi davanti la sua versione femminile mi faceva un certo effetto. Gli lanciavo delle occhiate curiose che sperai non interpretasse come di sfida o qualcosaltro

-allora Leah,quanti anni hai?-mi domandò

-17,ne faccio 18 tra due mesi-risposi piano

-oh bene,quindi non abbiamo poi tanti anni di differenza,perfetto-esclamò entusiasta,mi fece quasi paura tanta veemenza-mi dispiace non essere stata qui al tuo arrivo ma ho avuto dei problemi con il college-Harry non mi fece neanche iniziare a parlare che subito mi rubò la parola

-in un certo senso è meglio,se tu fossi stata qui un mese fa di sicuro non ti starebbe così simpatica come te lo è ora-stavo per insultarlo pesantemente quando notai lo sguardo di
mio padre farsi serio,così capii di dover lasciar perdere,gliel’avrei fatta pagare


-oh non credo,ora ho una sorella! Non sai quanto io abbia aspettato questo momento Leah,avere sempre gli amici di Harry e le sue innumerevoli ragazze è stato pesante-disse
sbuffando. Mi feci più interessata


-innumerevoli ragazze?-chiesi sorridendo amabilmente,lei annuì e sentii Harry deglutire al mio fianco

-si insomma,anche prima di diventare Harry la superstar è sempre stato un po’ Don Giovanni diciamocelo-disse sorridendo beffarda

-ah si eh? Ma guarda un po’ questo Harry-gli tirai un calcio sotto il tavolo-che gran mattacchione-lei ridacchiò

-avanti ragazze,già spettegolate? Avrete tutto il tempo per farlo d’ora in poi,Gemma riprende la sua camera affianco alla tua Harry-disse Anne e io quasi mi strozzai con l’acqua

-quella affianco? Ma proprio affianco affianco?-domandai speranzosa

-si perché? È sempre stata sua-scambiai un’occhiata veloce con Harry che sembrava aver pensato la mia stessa cosa,essendo bianco come un lenzuolo,ovvero niente più fughe
clandestine durante la notte. Fantastico,ci voleva proprio! Sbuffai sonoramente attirando l’attenzione


-ehm scusate,è che..ho caldo-mi giustificai sorridendo

Finita la cena arrivarono i ragazzi a casa e subito salutarono Gemma con grande calore,mi sentivo un po’ esclusa in verità ma non ci feci tanto caso.

Dopo due ore avemmo una gran botta di culo,come si suol dire,Anne e mio padre uscirono per una romantica passeggiata mentre Gemma si congedò da noi,disse che doveva far visita a qualche sua amica che non vedeva da molto.

Appena la porta si chiuse per l’ultima volta sospirai

-arrivo subito-dissi incamminandomi su per la mia stanza,nessuno mi considerò. All’improvviso sentii due mani prendermi per i fianchi e appoggiarmi al muro,un respiro caldo soffiava sul mio collo facendomi rabbrividire

-è tutto il giorno che non ti bacio,e sto impazzendo,credimi-in un secondo mi ritrovai le sue labbra che con forza premevano contro le mie,anche io ne avevo un disperato
bisogno così socchiusi le labbra facendo in modo che la sua lingua potesse incontrare la mia. Le sue mani erano salde sui miei fianchi e questa era sempre stata una cosa che
mi piaceva,non so se lo sapesse o meno


-dimmi una cosa-sussurrai allontanandomi leggermente

-dimmi-non aveva voglia di parlare,si capiva chiaramente

-non è che anche con Gemma fai queste cose vero?-solo quando terminai di parlare mi resi conto di che stupidata avessi detto,ma ero curiosa. Lui scoppiò in una fragorosa risata

-ma è mia sorella Leah!-disse ricomponendosi,ma ridacchiando ancora

-bè tecnicamente anche io lo sono-dissi leggermente stizzita,lui sorrise e mi mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio

-non lo sei-mi diede un altro bacio-e stai tranquilla-un altro ancora-che con lei non potrei mai fare tutto quello che faccio con te-mi prese il viso tra le mani,ovviamente rosso,e mi
baciò con trasporto. Gli misi le mani dietro al collo e tutto,ma dico tutto in quel momento sarebbe stato perfetto se dei colpi di tosse ci fecero sobbalzare impauriti. In un secondo ci allontanammo ma ormai era troppo tardi,due paia di occhi ci fissavano increduli e stupiti


-m,ma che..?-balbettò Liam gesticolando furiosamente,poi si fermò e ci indicò,Louis invece sembrava quasi arrabbiato,non lo avevo mai visto così e la cosa mi dispiacque,che fosse arrabbiato con me? Invece si rivolse ad Harry

-perché non me lo hai detto? Pensavo ci dicessimo tutto,pensavo che io fossi il tuo migliore amico,pensavo che qualcosa di me ti importasse! Io ti ho sempre confidato tutto e ora ti ritrovo a farti tua sorella di nascosto da tutto e da tutti? Bell’amico!-urlò per poi allontanarsi,le ultime parole di Louis mi avevano ferito,e anche tanto,sembravano tante coltellate
al cuore e le lacrime stavano per venire fuori,ma mi contenni perché gli altri,attirati dalle urla,salirono al nostro piano. A Zayn bastò un secondo per capire cosa fosse successo che mi si avvicinò


-che succede?-domandò Niall non capendoci più niente. Guardai Harry e aveva lo sguardo mortificato,come se avesse appena fatto qualcosa che non si sarebbe mai perdonato

-Harry..-mi avvicinai a lui posandogli una mano sul braccio,lui non mi guardò ne rispose

-deve sbollire Harry,non lo pensava sul serio-disse Zayn serio,mi voltai e vidi ancora Liam imbambolato

-la finisci di indicarmi?-sbottai,lui si riscosse e mise giù la mano

-qualcuno mi può spiegare?-richiese Niall che quasi si metteva le mani in testa.

Quella sera non dormì praticamente nessuno in casa,i ragazzi erano rimasti a dormire da noi,chi in camera di Harry,chi in salotto.

Era molto presto,circa le due,quando mi misi sotto le coperte con Harry,Gemma non c’era e i ragazzi ormai sapeva tutto,non correvamo altri rischi,lui come previsto non dormiva

-mi dispiace..-sussurrai,lui mi abbracciò e io mi rannicchiai contro al suo petto felice che non fosse arrabbiato con me

-sapevamo a cosa andavamo incontro,non ti scusare-

-se vuoi domani,parlo con Louis e..-

-no-mi ineterruppe-lo devo fare io-mi diede un bacio leggero-ora dormi,che domani sarà una lunga giornata-

Non so bene se mi addormentai,ma come minimo ero piuttosto incosciente,troppi pensieri,troppi sensi di colpa,a Niall era quasi venuto un infarto quando gli spiegammo la
situazione,menomale che c’erano Zayn e Harry al mio fianco,se nò non so se avrei retto. Louis era rientrato senza dire una parola e questo mi causava ancora più dolore,se
avessi rovinato la loro amicizia non me lo sarei mai perdonato,non era giusto.

 
 
 
Hi all!
Ookk,questo è un capitolo un po’ tostino non vi pare? A me personalmente però piace molto,spero anche a voi :’)
Compare Gemma e le cose vengono a galla pian piano
Louis è un po’ deluso da Harry,ma chissà,magari poi si ricrede,che ne diteee?
Sono un po’ di fretta stasera,scusate,non è che mi fate sapere cosa ne pensate in una recensione?
Vi ringrazuuuo molto:3
Love ya
-Ele

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Scoperte ***


La situazione non poteva essere peggiore.

Harry girovagava per casa inespressivo mentre Louis non gli rivolgeva uno sguardo. Liam,Niall e Zayn sapevano che Louis aveva bisogno di sbollire,anche se fondamentalmente non sapevano il motivo della sua rabbia, e che quindi andare a parlarci avrebbe solo fatto peggiorare ulteriormente le cose,ma io non sopportavo tutta questa situazione che si era andata a creare. Non riuscivo a vedere Harry in quello stato e la cosa mi deprimeva,ma se da un lato era triste e sconsolata dall’altro ero abbastanza furiosa.

Insomma,ok che siete migliori amici e tutto quanto,ma Harry non potrà prendere le sue decisioni da solo? Ha una mente pensante ed è vaccinato,cosa pretendi?
Dovevo mettere fine io a questa sceneggiata,ormai era chiaro,nessun altro avrebbe fatto nulla,tutti avrebbero aspettavo che le cose si evolvessero da sole. Ma io no.

Era pomeriggio presto quando presi la mia decisione. I ragazzi erano in salotto,mi infilai una felpa bella pesante e mi avvicinai a loro.

-Louis-dissi solo,si girarono tutti a guardarmi,Zayn aveva un espressione mista,come se dicesse “lo sapevo che sarebbe successo,ma va bene”,lo ignorai-fuori-continuai. Mi incamminai al di fuori della casa fermandomi sul retro,vicino all’amaca,belli lontani da tutti. Lui era dietro di me,come avevo previsto. Mi girai e lo trovai a fissarmi con le mani in tasca

-quanto andrà avanti ancora?-domandai fissandolo a mia volta

-fino a quando sarà necessario-rispose

-ma perché? Insomma,spiegati. Non capisco il perché del tuo comportamento che,lasciamelo dire,è strano forte- dissi gesticolando nervosamente,lui sospirò abbandonando quella sua aria arrabbiata

-è che..-si sedette contro l’albero non sapendo come continuare,aveva gli occhi lucidi. Mi sedetti di fronte a lui prendendogli le mani tra le mie,sorridendogli incoraggiante.

-Harry ci sta male Lou,crede che tu non gli rivolgerai più la parola e non capisce come mai,come me d’altronde-abbassò lo sguardo sospirando per la seconda volta

-non si direbbe,ma lui è così fragile,così a rischio a volte.. non è una persona forte Leah,ne tantomeno sicura di se. Lui è molto bravo a nasconderlo alla gente,ma quando è insieme a me,insieme ai ragazzi,si trasforma nella persona che è realmente,una persona che ha sempre sofferto,sin da bambino per la separazione dei suoi e poi da ragazzino per bullismo e anche per autolesionismo-

-c,che cosa?-chiesi quasi urlando,Harry? Harry che aveva problemi? Harry che aveva sofferto? Harry che aveva una vita perfetta,alla fine non era poi così perfetta? Lui annuì grave

-è di questo che ho paura,tu hai una personalità così forte che temo lo farai affondare..-

-hai paura che io gli possa fare del male?-

-no-scosse la testa-tu sei perfetta per lui,combaciate perfettamente,ma non voglio che soffra ancora,sono così legato a lui che non lo sopporterei-gli scappò un leggero
singhiozzo,lo abbracciai forte,cercando di trasmettergli un po’ di sicurezza

-no Lou dai,ci siete voi e Anne che gli volete davvero bene,non succederà-gli scostai il ciuffo che gli ricadeva sugli occhi,aveva la testa appoggiata al mio petto,era qualcosa di dolcissimo

-e poi ci sei tu,lo rendi felice anche solo sorridendogli. Avevo notato qualcosa già da un po’,ma non credevo sarebbe successo davvero-

-già.. Louis,ti assicuro che non gli farei mai del male di proposito,è come se me ne facessi da sola-lui annu’

-lo so Leah,so che sei una brava persona e gli vuoi bene per quello che è,un ragazzo fragile e sensibile-lo guardai confusa

-come puoi dire che sono una brava persona con tutti i casini che combino?-

-semplicemente perché non sei tu. Nelle ultime settimane non sei più scorbutica o altro. Ovvio ci sono dei momenti in cui diventi acida,ma fondamentalmente sei molto dolce e
sensibile. Proprio come Harry,ecco perché state insieme,siete uguali-sorrisi

-gli vuoi proprio bene eh?-

-moltissimo-rispose sollevando la testa dal mio petto e sorridendomi

Rimanemmo in silenzio per una manciata di minuti fino a quando non lo ruppi

-Lou?-lo chiamai

-mh-

-non..non dire a Harry che abbiamo parlato-

-perché?-chiese lui stupito

-lo voleva fare lui,ma non sopportavo di vederlo in quello stato e prima che avesse preso la situazione in mano sarebbero passati anni-dissi leggermente imbarazzata,lo sentii
ridacchiare

-molto probabile-ammise

-ehi! così mi offendete! Eravate così teneri un attimo fa!-ci girammo all’unisono e vedemmo Harry avvicinarsi a noi con le mani in tasca tutto sorridente-anche se vi devo ricordare
che siete entrambi impegnati con altre persone-si fermò a un passò da noi mentre noi ci alzavamo

-da quanto tempo sei qui?-domandò Louis

-oh,da abbastanza,tranquilli. Davvero Lou,mi dispiace di non avertene parlato ma era una cosa..-

-sta zitto e abbracciamo idiota!-lo interruppe Louis allargando le braccia. Si strinsero in un forte abbraccio dove potei chiaramente sentire sussurrare “bravo fratello,è in gamba”
sorrisi nuovamente a quelle parole. Alla fine allora anche lui mi aveva accettata,bene. Ora avevo il cuore decisamente più sollevato.

Rientrammo in casa e ci spaparanzammo insieme agli altri sul divano

-tutto bene-mi chiese Zayn

-alla meraviglia-risposi contenta. poi sentii un sussurro e della mani sulla mia pancia,qualcuno mi abbracciava da dietro,e secondo i brividi che avevo in tutto il corpo quel qualcuno era Harry

-andiamo di sopra?-annuii e lo seguii per la rampa di scale. Volevo davvero stare  un po’ sola on lui quel giorno,ma ovviamente non ci riuscii

-ehi gente!-esclamò Gemma entrando in casa,ci bloccammo un po’ irritati al quarto gradino,ma riuscimmo a nasconderlo bene

-ehi-le sorrisi io

-ho un idea!-cinguettò allegra-ora noi due andiamo a farci un giretto da buone sorelle. Che ne dici?-

-ehm..-

-veramente Leah è un po’ stanca,non ha dormito la scorsa notte e vorrebbe riposare

-si riposare da sola,senza nessuno,nella sua stanza,senza nessuno-disse Niall soffocando una risata,Liam gli tirò un cuscino facendolo smettere ma Louis non poté non ridere.
vidi il sorriso di Gemma spegnersi sul suo volto e mi sentii subito in colpa,in fondo lei voleva solo stringere amicizia con me

-no tranquillo Harry,uscire non mi farà male. Certo che vengo Gemma,dammi cinque minuti per prepararmi-
Sorrise soddisfatta e annuì

-ti aspetto qui allora-le annuii e salii in camera. Mi vestii con dei leggins con dei disegni bianchi e neri,un maglione lungo nero con il colletto bianco e le mie vans nere. Mi stavo rinfrescando un po’ la faccia quando riconobbi i passi di Harry avvicinarsi a me,mi mise una mno sulla schiena guardandomi attraverso lo specchio

-non sei obbligata ad andare-

-lo so,ma lei ci tiene e non me la sentivo di dirle di no-appesi l’asciugamano dietro alla porta e mi girai sorridendogli

-anche io però ci tenevo a stare un po’ con te,sei diventata troppo buona-mise il broncio e incrociò le braccia,ridacchiai

-ma noi abbiamo tutta la notte-dissi maliziosa. Cavolo,non avevo mai preso l’iniziativa di mia volontà,e anche lui se ne accorse. Mi spinsi un po’ verso di lui e lo baciai
leggermente

-mh,ma non fare tardi che ho bisogno di te-mi baciò con trasporto stringendomi forte al suo petto. Avevo il cuore che mi batteva a mille e se non fossi stata tra le sue braccia molto probabilmente sarei caduta-a dopo-mi salutò con un ultimo bacio

-c,ciao-balbettai uscendo dal mio bagno.

Arrivata in salotto Gemma mi stava spettando seduta su un bracciolo della poltrona

-oh eccoti,andiamo...Leah,tutto ok?-mi chiese guardandomi leggermente preoccupata

-si perché?-

-sei tutta rossa,non è che ti senti poco bene vero?- o cacchio sentii Louis e Niall ridere dalla cucina,ovviamente avranno sentito

-n,no no,sto bene,andiamo?-chiesi

-ok-disse dirigendosi alla sua macchina

Ci dirigemmo ad un centro commerciale enorme,non era per niente paragonabile a quello in cui ero andata con i ragazzi tempo fa.

-wow-riuscii solo a dire e lei rise

-si bhe,fa sempre quest’effetto a chi ci viene per la prima volta,vieni-mi trascinò su per delle scale mobili che portavano ad uno dei piani superiori del centro
commerciale,Gemma era tutta eccitata e non la finiva di parlare,forse voleva dire questo avere una sorella,o meglio,avere un amica?

-è ora di intaccare la carta di credito ragazza-annunciò Gemma

-ma io non ho tutti questi soldi!-

-bè io si,e anche tu,abbiamo una fruttuosa carta di credito in comune-

-ah si?-

-ma certo! È ora di rinnovare il tuo armadio!-

-ti assicuro che vivo bene anche senza un sacco di vestiti-dissi arrossendo un poco,questa non era decisamente la risposta che Gemma si aspettava perché ribatté molto in
fretta

-ti assicuro che vivrai meglio in lingerie di seta-

Dopo tre ore al centro commerciale avevo due maglioni nuovi,due paia di scarpe con il tacco e un paio di Clark blu. E ora ero in un negozio molto rinomato e mi stavo provando un vestito blu cobalto,arrivava fino al ginocchio ed aveva una sola spallina che era formata da una striscia che era un susseguirsi di fiori di medie e piccole dimensioni. Ero in uno dei camerini in fondo e Gemma era vicino a me

-come ti sta?-chiese Gemma dal camerino accanto
o.mio.dio. era semplicemente fantastico ma non ero sicura che addosso a me fosse ancora così bello

-sembro una ragazza!-esclamai ridacchiando

-fammi vedere!- balzò fuori dal suo camerino e aprì la tenda del mio. Indossava un tubino verde smeraldo che faceva risaltare i suoi occhi

-cavoli,è vero. Sembri veramente una ragazza!-ridemmo all’unisono divertite da questo mio cambiamento così radicale

-ma guardati tu semai!-dissi indicando il suo meraviglioso vestito

-è orribile. Mi sento un uovo. Voglio un vestito semplice ma che salti all’occhio,non un uovo sodo- feci una mezza risata immaginandomi la scena

-dobbiamo andare Leah,sono quasi le 6-strabuzzai gli occhi

-di già?-chiesi stupita

-eh si,corriamo a casa che mia madre poi rompe se non siamo lì un po’ prima di cena-

Così dopo aver pagato uscimmo dal negozio e dal centro commerciale avviandoci verso la macchina. In mezzora fummo a casa.

-mamma,siamo a casa!-urlò Gemma appena varcammo la porta di casa

-ragazze,ben tornate,vi siete divertite?- annuimmo e poi Gemma incominciò a descrivere ogni singolo particolare della nostra giornata di shopping,io intanto scrutavo il salotto stranamente silenzioso e vuoto

-Anne,scusa-le interruppi-dove sono tutti gli altri?-domandai

-saranno qui tra poco,era da tanto che non uscivano solo loro cinque e così ne hanno approfittato-

-ah ok-dissi-salgo di sopra a sistemare la roba,ci vediamo a cena-salii in camera e dopo aver fatto una doccia veloce cominciai a sistemare i vestiti nei vari appendini e le scarpe
dentro alla cassa di legno dalla finestra.

Mi buttai sul letto esausta,la notte scorsa non avevo chiuso occhio e in più oggi avevo camminato tutto il giorno,mi sarei di certo appisolata prima di scendere a cenare se non
fosse stato per quei cinque che rientravano facendo un casino boia

-mamma,siamo a casa!-urlò Harry,sorrisi,proprio uguale alla sorella era. Dopo alcuni minuti sentii bussare

-entra-risposi ancora stesa sul letto,lui fece come avevo detto raggiungendomi

-ciao-dissi mentre si sistemava proprio al mio fianco

-ciao-sussurrò sorridendomi. Mi accoccolai di più al suo petto-com’è andata?-

-bene,è stato stancante però. Lo sai che tua sorella non sta un secondo,dico un secondo zitta?-dissi ridacchiando,lui scoppiò a ridere

-lo so,ti posso capire-

-e a te?-domandai,fece spallucce

-niente di che,siamo stati semplicemente insieme,è stato bello però-

-Harry-lo chiamai

-dimmi-

-scusami se sono stata cattiva con te in passato,non sapevo niente dei tuoi problemi e ti ho subito etichettato come il ragazzo snob,mi dispiace-la verità era che mi sentivo
terribilmente in colpa,per tutto,o quasi, il mio soggiorno in casa sua non avevo fatto altro che mandarlo a quel paese e lui non aveva fatto altro che aiutarmi e sorreggermi

-non ti devi preoccupare,non lo sapevi e comunque or è passato. Ora ci sei te e non credo che qualcosa possa andare storto in questo momento,non potrebbe,è tutto così..bello-
gli accarezzai la guancia teneramente guardandolo negli occhi

-ma come farei senza di te?-domandai

-mistero..-rispose con fare lugubre,mi misi a ridere trascinandolo con me in quell’attimo di ilarità

Rimanemmo in silenzio per un po’ a scambiarci dolci baci e carezze

-tra poco dovremmo andare a mangiare-disse poi guardando l’orologio sul mio comodino. Ma io non avevo intenzione di rispondergli,anzi rimasi lì ancora un po’ a fissarlo negli occhi,come piaceva a me.

I suoi occhi erano verdi,di un verde chiaro e intenso,che mi faceva perdere la testa. Ricordai perfettamente che giorni prima furono proprio quelli che mi  attirarono,che mi fecero avvicinare e rispondere al suo bacio.

-Leah,lo sai che i ragazzi domattina se ne vanno?-disse improvvisamente serio

-cosa? E perché?-la mia risposta dovette assomigliare molto ad una supplica perché lui rise leggermente

-principalmente perché anche loro hanno una casa e una famiglia-

-ma sono stati qui poco-mi lagnai mettendo il broncio

-non fare così dai,li andremo a trovare,Niall ci ha già chiesto di andare da lui in Irlanda!-

-davvero? Che bello! Non sono mai stata in Irlanda,e in nessun altro posto a pensarci bene..ma è fantastico!-esclamai contenta e lui si mise a ridere ritornando pochi istanti
dopo a posare il suo capo sulla mia spalla

-piccola..-sentii la sua voce,e mi distrassi dai mille pensieri che mi stavano percorrendo la mente- mi dai un bacio?-domandò
Non ci pensai due volte,e mi avvicinai al suo viso,baciandogli dolcemente le labbra sentendo le sue mani scorrere sulla mia schiena.

Uniti come eravamo,lì,distesi sul letto,avrei potuto lasciarmi andare,ma mi frenai come sempre a quel bacio che tanto mi faceva stare bene

-ragazzi! a mangiare!-la voce di Anne parve così vicina alla mia stanza,q quasi spontaneamente mi allontanai da Louis,facendolo praticamente cadere dal letto,scoppiai a ridere
rumorosamente

-oddio,scusami,scusami,scusami!-dissi scendendo dal letto e aiutandolo a rialzarsi

-è okay,ma..stai attenta-rise afferrando la mia mano e facendosi aiutare a rimettersi in piedi

-va tutto bene?-chiesi prendendogli il viso con le mani

-sisi tranquilla-mi stampò un bacio sulle labbra prima che uscissimo,dalla porta e io per un momento tornai a ridere ricordando la scena di qualche istante prima

-ti ho fatto cadere in una maniera favolosa però!-risi ancora.



-ciao Leah! Ci vediamo presto-disse Liam abbracciandomi il giorno dopo alla loro partenza

-certo! Salutami Danielle-risposi

-lo farò-sorrise e si infilò in auto

-Leahhhh!-in un istante mi si catapultarono addosso Niall e Louis-e se ti mettiamo in valigia e ti portiamo con noi?-disse Louis

-non dire idiozie Lou,la dovremmo dividere in due!-

-no perché lei verrebbe solo con me,non è vero?-chiese speranzoso

-non è vero! Verrebbe con  me!-ribattè Niall

-e chi lo decide?-battibeccò Louis,scoppiai a ridere

-ti voglio bene Lou,e tu biondo,ci si vede in Irlanda!-esclamai abbracciandolo,a quelle parole gli si illuminarono gli occhi e prese ad annuire con veemenza

-ci puoi contare!-anche loro due salirono in macchina. Per ultimo mi rimaneva Zayn. Mi girai e lui era appoggiato al macchinone sorridendo sornione

-ehi figo,fatti abbracciare-mi accolse tra le sue braccia e mi posò un leggero bacio sulla testa

-ci teniamo in contatto eh,non sparire-mi sussurrò

-non farlo tu semai,io resto qui-dissi staccandomi

-ti voglio bene Leah,sei hai bisogno non esitare a chiamare intesi?-

-ricevuto capo e,grazie Zayn-mi sorrise un ultima volta prima di entrare anche lui in macchina. La vidi scomparire alla prima curva e un senso di tristezza mi pervase,Harry al mio
fianco mi strinse la mano

-non vanno mica in guerra-

-lo so-rispose ricambiando la stretta-rientriamo?-chiesi,lui annuì tenendomi  stretta,poco prima di entrare mi lasciò e insieme rientrammo in casa,continuando con la nostra
farsa da bravi fratelli

 

 
 
Hi all!
Ecco a voi il decimo capitolo ta daaan. Ok,seriamente,di per sé non è che mi piaccia molto,è più un capitolo di passaggio della storia.
Non trovate Louis e Leah troppo pucciosiii?
E così i ragazzi partono lasciando di nuovo soli i nostri Harreah :D che succederàà? Bha..
Ringrazio le povere anime che leggono la mia storia e chi recensisce,lo apprezzo davvero muuucho:’) vi saluto bella gente,alla prossima:)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Lacrime a Londra ***


La cosa bella e che dava un pizzico in più alla nostra relazione era che io e Harry eravamo sempre a battibeccare su ogni singola cosa. Si cominciava alla mattina su chi dovesse avere il toast più grande e si finiva alla sera su chi dovesse scegliere dove andare. Era vero,lui mi aveva cambiata,era riuscito a trasformarmi in una persona decisamente più matura ed equilibrata ma alla fine rimanevo sempre la solita orgogliosa e testarda Leah di sempre. E fu proprio per questo forse che non reagii molto bene alla serie di notizie che ricevetti tutte insieme nell’arco della giornata. Non mi sarei mai aspettata che le cose potessero cambiare così radicalmente ma soprattutto così velocemente.
Come di consueto ormai per il pranzo eravamo seduti tutti e cinque a tavola. Erano un paio di giorni,dalla partenza dei ragazzi,che vedevo Harry un po’ distratto come se fosse perennemente chiuso nel mondo dei sogni,mi parlava solo quando ce n’era la stretta occasione e,cosa che mi insospettiva ancora di più,mi guardava sempre di sfuggita negli occhi. Avevo provato più volte ad affrontare l’argomento ma lui diventava improvvisamente evasivo e si ricordava di qualcosa che aveva dimenticato di fare.

 Ma se Harry si era rintanato in un religioso silenzio Gemma si sprecava anche troppo in chiacchiere,non stava mai zitta un secondo. Nel tempo che avevo trascorso con lei ero riuscita ad inquadrarla come una persona molto buona e simpatica,con cui parlare e divertirsi,e le occasioni non erano di certo mancate per fare ciò,ma se c’era una cosa che proprio non sopportavo di lei era quella sua parlantina. Doveva parlare di tutto,ogni singolo movimento o azione che un qualsiasi membro della famiglia compiva trovava sempre un commento da parte sua. Mi faceva quasi male la testa a volte,ma cercavo di non darlo mai a vedere,per educazione più che altro.

-bene Harry,sei carico?-chiese mio padre,sentii Harry irrigidirsi al mio fianco e lo vidi annuire

-oh giusto! Sai,sono emozionata quasi quanto te!-commentò Gemma-è un occasione irripetibile,se fossi in te non la prederei tanto alla leggera perché..-scossi la testa cercando
di bloccare al di fuori della mia mente il fiume di parole che stava uscendo dalla sua bocca. Cercai di concentrarmi piuttosto sulle ultime informazioni che mi erano giunte e che centravano qualcosa con Harry carico e un occasione speciale.

-scusate,cos’è che succede a Harry?-domandi curiosa

-ma niente di chè..-rispose lui

-niente di che?! Tesoro questa è una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita! Sai quanti altri fan potrete conoscere?-lo riprese Anne

-continuo a non capire-farfugliai,avevo capito la parola fan,quindi centrava la band

-e va bene così,davvero-ritentò di divagare Harry

-voglio sapere!-obbiettai decisa guardandolo storto-spiegatemi-

-la band ha ricevuto un magnifico ingaggio! È più un esperimento in verità..-cominciò Gemma

-Gem,stringi-la bloccai,lei mi guardò un po’ stupita ma poi annuì ricominciando a parlare

-domani partiranno per passare i prossimi due mesi in Asia,così facendo..-non ascoltai più nulla. Mi ero fermata alle informazioni basilari che rimbombavano nella mia testa
assiduamente: Asia e due mesi.

-staranno in Asia per..due mesi?-chiesi mangiandomi un po’ le parole

-si! Non è fantastico?- per niente. Io dovrei separarmi da Harry per due interi mesi? All’improvviso mi balzò un presentimento in testa

-e da quanto si sa questa notizia?-

-due giorni precisi precisi-cinguettò Gemma,di scatto mi alzai dalla tavola borbottando un freddo “mi è passata la fame” e salendo al piano di sopra,come mi ero aspettata Harry mi seguì fino alla porta della mia camera

-lo sapevano tutti,tutti tranne me ovviamente-dissi dandogli le spalle,ero arrabbiata,molto arrabbiata

-non..non sapevo come dirtelo e..-farfugliò

-non ti spremere troppo mi raccomando,ora ne sono a conoscenza-

-Leah andiamo! Come avrei potuto dirti una cosa così sapendo come avresti reagito?-sbottò lui

-hai avuto due giorni di tempo Harry! E io lo vengo a sapere solo ora? Quando manca meno di un giorno alla partenza?- mi credeva stupida forse?

-non capisci-disse passandosi una mano tra i capelli-è difficile anche per me. Non sono riuscito a dirtelo ok?-

-ma dovevi farlo Harry! Lo sapevano tutti tranne me,e non hai minimamente pensato che forse dirmelo con un po’ di anticipo avrebbe aiutato entrambi?-

-no,non c’ho pensato! Ma sarebbe cambiato qualcosa?-

-ma sei scemo o cosa? Te l’ho appena detto che avrebbe fatto un minimo di differenza!- ormai non ci importava più del fatto che i nostri genitori potessero sentirci e capire
qualcosa,eravamo solo noi due che tentavamo di scaricare sull’altro la frustrazione che entrambi provavamo per l’imminente partenza e separazione

-pensavo saresti stata felice per me,pensavo che saresti stata orgogliosa di me! E invece ti ritrovo a dire cosa che non stanno ne in cielo ne in terra!-lo guardai
amareggiata,delusa,ma da me più che altro. Perché aveva dannatamente ragione. Io sarei dovuta essere la prima a supportarlo,a incoraggiarlo,a sorridergli quando era nell’incertezza e invece non facevo altro che fargli pesare questa situazione che in teoria avrebbe dovuto portare solo felicità. Ma non ci riuscivo,per colpa del suo lavoro era impossibile portare avanti una vita da coppia come tutte le altre,non potevamo neanche uscire di casa insieme che subito partivano le domande a raffica,e che grazie a dio non sapevano che ero la “sorella”,altrimenti le cose si sarebbero messe molto male

-io sono felice per te-mentii abbassando la voce

-non è vero,smettila di dire cazzate!-ora era lui ad urlare

-e allora se dico tutte queste cazzate perché sei ancora qui a perdere tempo? Non dovevi andare in Asia?-ricominciai a sbraitare,lui scosse la testa sospirando

-comunque la cosa non cambia,io parto lo stesso,non posso abbandonare i ragazzi-distolsi lo sguardo cercando qualcosa su cui focalizzare la mia attenzione che non fossero
quei maledetti occhi verdi con cui stavo gareggiando su chi si sarebbe messo a piangere per primo-forse hai fatto male la tua scelta dopotutto-aggiunse guardandomi intensamente. Adesso si metteva a fare i discorsi filosofici? Ora che stavamo per separarci,ora che l’unica cosa di cui avessi bisogno era di lui che mi dicesse che non sarebbe partito?

-cosa intendi?-domandai ancora alterata

-che forse non hai fatto bene ad innamorarti di un cantante-disse abbassando la testa

-e chi dice che io mi sono innamorata di un cantante?-gli lanciai una frecciatina che sperai non fraintendesse,ma fu esattamente così. Vidi la sua figura irrigidirsi e i suoi occhi farsi
lucidi

-bene. Ci vediamo tra due mesi-e così dicendo mi lasciò sola,ma perché non chiudo mai la bocca?

 
Ero stata praticamente tutto il pomeriggio chiusa in bagno ad asciugare lacrime e a strappare in tanti piccoli pezzettini la miriade di fazzoletti che mi sovrastava per poi buttarli al mio fianco dove si era creata una piccola collinetta. Ero uno schifo di persona,come avevo potuto dire quelle cose ad Harry? Speravo che capisse ciò che volevo intendere realmente,ma no! Quel ragazzo deve sempre capire una cosa per un'altra. Ora sarebbe partito per due mesi e io sarei rimasta qui ad aspettarlo,a seguirlo in tv,a vederlo attraverso uno stupido schermo. Cosa pretendevo infondo,che sarebbe rimasto per sempre con me?

Feci un bel respiro e mi aggrappai ai bordi del lavandino per aiutarmi a rialzarmi,mi sciacquai la faccia e decisi di darmi un contegno. Avrei affrontato la cosa con maturità. Uscii
dal bagno e dalla scrivania raccattai un pennarello rosso,mi avvicinai al calendario e cominciai a contare giorno per giorno due mesi esatti a partire dall’indomani.
E solo in quel momento mi resi conto che la situazione era molto più complicata di quello che pensavo.
Infatti,ancora due mesi e avrei compiuto i fatidici 18 anni,l’età legale in cui non ero più sotto la custodia di mio padre. Ancora due mesi e Harry al suo ritorno non mi avrebbe più ritrovata. Dovevo parlargli,trovarlo e chiarire assolutamente.

Scesi le scale a tutta velocità mentre provavo a chiamarlo senza riuscirci e mi precipitai in cucina dove trovai Anne che sistemava la cucina

-Anne,dov’è Harry?-le chiesi con il fiatoni

-è uscito circa due ore fa,andava a Londra per incontrarsi con gli altri per le ultime preparazioni,cos’è successo?-chiese pulendosi le mani su un strofinaccio

-niente,tranquilla,se lo senti gli puoi dire che gli devo parlare urgentemente per favore?-

-certo cara,ma davvero,cosa succede?-

-niente,solo..gli devo parlare Anne,ho combinato un guaio e se non gli spiego..-

-tranquilla,non ti angosciare,se lo sento gli dico di chimarti-mi sorrise tenera

-grazie sussurrai riconoscente uscendo dalla cucina. Ok,Londra,come ci arrivo a Londra io adesso? Non ho una macchina,amici che ne hanno una neanche,forse Eleanor e
Danielle ma non credo si trovino a Holmes Chapel. Mio padre? Figuriamoci! Aereo? Dovresti andare a prenderlo a Londra,genio! Autobus,troppo tempo. Bicicletta..ho una
bicicletta? Treno! Potrei andarci in treno certo! Risalii di nuovo tutte le scale e da dentro all’armadio preso quanti più soldi potevo infilandoli in borsa e mi vestii con le prime cose che capitarono. Stavo per girare la manopola della porta di casa quando qualcuno mi fermò

-Leah-mi girai e mi ritrovai mio padre davanti

-i questo momento sono decisamente impegnata Tom,un'altra volta magari eh?-gli risposi frettolosa,lui si sedette sul divano e picchiettò con la mano il posto davanti a lui,cosa?
Mi dovrei anche sedere ora?

-davvero Tom,ora non posso,sono di fretta!-

-siediti-ordinò,strisciando i piedi mi sedetti dove richiesto,si mise comodo mantenendo sempre le distanze,cos’è puzzo? Ma va al diavolo!

-sappiamo entrambi cosa succederà tra due mesi-cominciò,mi feci più interessata all’improvviso,se l’era davvero ricordato? Ma certo,non vedeva l’ora di togliersi dai piedi la figlia
scomoda,annuì facendolo continuare-ho deciso quindi di farti seguire delle lezioni della tua lingua madre per non farti trovare impreparata quando tornerai a casa-strabuzzai gli
occhi sorpresa,ma dice sul serio?

-seriamente,non credo ce ne sia bisogno. È vero,parlo inglese da un po’ ormai ma non mi sono dimenticata nulla di Italiano,davvero-scosse la testa

-allora ripasserai la grammatica-

-no,non mi serve,grazie ma no. Ora scusami,ma come ti ho detto ho fretta-

-non si discute Leah! Tu per i prossimi due mesi ripasserai l’Italiano!-sbottò,lo guardai riducendo gli occhi a due fessure

-non preoccuparti,non c’è bisogno che mi fai ritornare a casa anche con un fiocco in testa,me ne vado comunque,quindi non sprecarti di farti apparire un padre apprensivo
quando ti ricordi del mio compleanno solo perché è la data in cui ti libererai di me!-sbottai,presi il cappotto furiosa e uscii di casa dirigendomi alla stazione alla stazione ferroviaria Railway,come se non bastasse si mise anche a piovere. Signore,ma perché a me? Appena arrivata mi guardai in giro cercando di cercare delle somiglianze con le stazioni italiane,visto che non ero mai stata in una inglese. Per prima cosa cercai una biglietteria e chiesi alla signora che stava dietro al vetro dove potessi prendere il primo treno per Londra.

Dopo aver girato per almeno mezzora dove rischiai di prendere il treno che portava a Stockport mi lasciai scivolare su un sedile del treno. Appena il treno si mosse guardai fuori dal finestrino con l’umore che più basso di così non esisteva. Harry stava per partire e mi odiava,non riuscivo a contattarlo,avevo quasi preso il treno sbagliato,fuori diluviava,ero bagnata fradicia e non avevo la minima idea di dove stessi andando,una cosa da niente no?

Dopo innumerevoli fermate e cambi di binario finalmente scesi a Londra che ormai era sera inoltrata. E lì mi prese il panico. Ero a Londra,e adesso? Dove andavo a cercare Harry? Avrei passato la notte su una panchina? No! Cavolo,avevo fatto tutto questo per poi arrendermi così presto? Cercai un taxi ricordandomi vagamente un indirizzo di uno studio di registrazione dove Harry mi aveva portata tempo fa,ma arrivati a destinazione le luci del palazzo erano tutte spente.

Mi accasciai sconfitta ad un muro. Era davvero finita? Davvero non sarei mai riuscita a spiegarmi con Harry? Gli occhi mi si posarono su un manifesto che con colori sgargianti catturava l’attenzione dei passanti su di se. Era un manifesto del gruppo. Eccoli lì tutti e cinque sorridenti e felici,le uniche persone che mi avevano accettata ora non le avrei più riviste. Il cauto e dolce Liam,l’attivo e sorridente Louis,il tenero e simpatico Niall,l’affascinante Zayn e Harry,per lui non trovai alcun aggettivo se non quanto amassi quel ragazzo. Riguardai i loro volti uno per uno soffermandomi su Zayn che mi faceva l’occhiolino. Zayn! Mi sarei fatta venire a prendere da lui e sempre lui mi avrebbe accompagnata da Harry! Digitai in fretta il suo numero e impazienti attesi che rispondesse

-Leah?-mi rispose con voce assonnata

-Zayn! Grazie a dio,senti..-

-ma lo sai che ore sono?-mi bloccò,alzai gli occhi al cielo-quasi mezzanotte!-

-e tu sei già a nanna? Ma che bimbo giudizioso che sei-risposi,lo sentii sbuffare dall’altra parte della cornetta

-senti eh,domani partiamo alle 4,quindi devo essere riposato!-

-alle 4!?-chiesi allarmata,avevo solo 4  ore per trovare Harry? Ce l’avrei fatta

-eh già,ma va tutto bene?-ora sembrava più sveglio

-effettivamente non proprio bene,ecco..-

-che succede? Dove sei? Con chi sei?-chiese subito allarmato

-non ho idea di dove sono,ma posso dirti con certezza che sono a Londra,da sola..-

-a Londra? Ma che ci fai tu qui!?-

-storia alquanto lunga..-sospirai,ma mi rianimai subito-ho bisogno di vedere Harry-esclamai decisa

-oh Leah-lo sentii migugnare-le vostre fughe d’amore non potete farle in altri momenti?- ma quanto può essere stupido questo ragazzo?

-Harry non sa che sono qui,effettivamente non lo sa nessuno,ed ecco che qui arrivi tu-

-arrivo-borbottò-qualche indizio su dove ti trovi?-

-ehm.-mi guardai in giro-ci sono i vostri volantini!-

-Eh grazie,davvero,un informazione più precisa non potevi darmela! Sono dovunque!-esclamò

-mica è colpa mia se siete famosi eh! Comunque..c’è una fontana e un parco che si chiama St.Hugge e..basta-risposi

-ok,ho capito,arrivo-riattaccò e io mi risedetti per terra,una solitaria lacrima mi solcò il viso,mi sentivo terribilmente sola,e avevo paura. Paura per tante cose e sembrava che non
riuscissi a farne una giusta. Dopo circa mezz’ora sentii una macchina inchioda dare a pochi metri da me e poi un paio di braccia avvolgermi

-sei tutta bagnata e..perchè stai piangendo? Leah che succede?-mi aggrappai al colletto della camicia di Zayn e cominciai a singhiozzare forte-andiamo a casa-sussurrò
dandomi un bacio in fronte,mi prese in braccio e mi mise sul sedile anteriore,stavo tremando per il freddo e mi faceva male la testa. I vestiti bagnati e il freddo pungente  di
Londra non andavano molto d’accordo.

 

 
 
 
Hi all!
E riecomi qui,anche se con un po’ di ritardo a postare l’undicesimo capito loss:D
Aloura,succedono un saaaaacco di cose no? Insomma,Harry che deve levare le tende e a quanto pare anche la nostra Leah deve fare altrettanto! Secondo voi cosa succederà? :)
Me lo fate sapere se vi è piaciuto il capitolo? Magari con una recensioncina ina ina ina:’)
Grazie a tutte le persone che sono sempre qui a leggere,lo apprezzo molto:’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'amore si scopre soltanto amando ***


Tremavo. Ero rannicchiata contro il sedile dell’automobile di Zayn e non riuscivo a stare ferma, avevo freddo ma continuavo a sudare e mi faceva molto male la testa. Sentivo di tanto in tanto Zayn che mi scuoteva leggermente per farmi rimanere sveglia ma soprattutto per cercare di capire cosa fosse successo,senza riuscirci però,ero davvero in uno stato pietoso.

Di colpo l’auto si fermò e Zayn scese,fece il giro della macchina per poi prendermi nuovamente in braccio,ero cosciente,di poco,ma abbastanza da capire che eravamo entrati in una casa.

-Liam!-gridò Zayn attirando l’amico dalla nostra parte,lui comparve all’istante da dietro una porta

-l’hai trovata?-domandò,poi posò i suoi occhi su di me spalancandoli immediatamente-che cosa..?-boccheggiò

-aiutami a stenderla-con delicatezza mi adagiarono sul quello che mi parve un divano. Poco dopo sentii il peso delle molte coperte in cui mi avevano avvolto fino al naso

-cosa le è successo?-domandò Liam sussurrando a due passi da me con Zayn che mi fissava preoccupato

-non lo so,dopo la telefonata non ha più detto niente-

-si,ma che ci fa a Londra?-

-non lo so Liam! Ha solo detto che deve vedere Harry-mi posò una mano sulla fronte scostandomi i capelli dal viso-ma in queste condizioni mi stupirei se si reggesse in piedi-

-ha la febbre secondo te?-domandò Liam

-poco ma sicuro,alta però,e parecchio anche-confermò Zayn

-e allora portiamo qui Harry!-esclamò Liam

-è l’una e mezza Li,secondo te Harry si muove?-

-oh quando si parla di Leah gli spuntano sempre le ali,tranquillo-

-Zayn!-lo chiamai e subito lui accorse

-ti sei svegliata! Come stai Leah?-cominciò Liam apprensivo

-non tanto bene in effetti,ma dobbiamo andare-dissi tentando di alzarmi reggendomi sui gomiti

-wowo calma,dove pensi di andare?-disse Zayn spingendomi di nuovo giù,rialzarmi mi sarebbe costato molto perciò lanciai a Zayn un occhiataccia di fuoco-e non guardarmi
così! Non ti reggi manco in piedi e vorresti andare,sentiamo,dove?-


-da Harry! Genio!-risposi acida

-raccontaci intanto come sei arrivata qui-disse Liam

-e non tralasciare neanche i particolari per cortesia,vorrei sentire la ragione per cui di notte tu saresti,ancora non so come,venuta a Londra. Scommetto anche senza avvertire
nessuno,povera Anne,come sarà in pensiero..-


-bravo preoccupati di Anne,è lei quella che ha problemi no?-ribattei

-mamma mia Leah,quando hai la febbre diventi intrattabile! Forza,parla!-

Mi girai verso Liam e cominciai a raccontargli tutto. Dal pranzo del giorno precedente al mio arrivo al parco di St.Hugge,dove mi ero persa per poi essere recuperata da Zayn

-devo vederlo Zayn,devo spiegargli,devo chiarire e farlo ritornare a casa con me- lui parve calmasi e mi accarezzò la testa sorridendomi

-ora sono le due,ci riposiamo,tu più di tutti,per un’oretta e poi andiamo all’aeroporto,almeno così vedrai Harry e potrai parlarci-

-grazie-

-di niente piccola-mi diede un bacio sulla fronte e si alzò rimboccandomi le coperte per poi scomparire dietro alla porta in cui avevo visto comparire Liam poco prima

-scusa Liam,non ti volevo svegliare-

-tranquilla,dormirò in aereo-mi rassicurò sorridendomi

-già..-

-Leah,vedrai che andrà tutto bene-mi incoraggiò non me la sentivo di dirgli che sicuramente lui non mi avrebbe voluto ascoltare per niente e che mi avrebbe come minimo riso in faccia per ciò che avevo da dirgli,così mi limitai ad annuirgli

-grazie anche a te-

-figurati,ormai sei una di famiglia,e si aiutano le persone di famiglia-

-ma sta zitto! Voi da quanto siete buoni mi avreste aiutato anche se non mi aveste conosciuto!-lo corressi sorridendo

-bè,anche questo è vero-disse alzando le spalle-ma se sei importante per uno,sei importante per tutti,non dimenticarlo ok?-chiese

-ok-affermai decisa,cosa che lo fece ridacchiare

-riposati adesso,ci si vede tra..un ora-così dicendo si alzò anche lui lasciandomi definitivamente sola. Lo so che in quel momento avrei dovuto riposarmi ma andiamo,chi si sarebbe addormentato in una situazione del genere? Continuavo ad immaginarmi la reazione di Harry quando lo avrei visto,continuavo ad immaginarmi un suo qualsiasi rifiuto nei peggiori dei modi e questo non aiutò di certo la mia poca autostima e il mio coraggio che avevo in quel momento.

Un ora e mezza dopo ero seduta sui sedili posteriori della macchina di Zayn,diretti all’aeroporto,mi torturavo le mani agitata e quei due maledetti davanti ridacchiavano.
Appena arrivammo all’aeroporto fummo scortati in un piccolo salottino d’attesa dove ad attendere c’erano già tutti gli altri.

-Leah?! Che ci fai tu qui?-chiese Niall indicandomi. Harry a quelle parole scattò girandosi dalla mia parte e guardandomi confuso

-cosa..? non dovresti essere ad Holmes Chapel te?-mi chiese

-ehm.. si.. in teoria si,solo che..-farfugliai imbarazzata

-è sucesso qualcosa a casa?-domandò

-no,no assolutamente è che io sono,venuta qui per..-avanti Leah! Che succede ora? Adesso ch ce l’hai davanti non riesci a parlare?

-bè?-mi chiese,quell’affermazioni mi irritò un poco bè? Bè cosa?

-sono venuta qui per dirti una cosa..-

-ora non posso,devo partire-mi tagliò lui

-due minuti non ti uccideranno!-borbottai

-dipende da chi me li toglie questi due minuti!-ribattè lui

-ah si eh? Perché se fossi l’hostess che ti deve parlare allora andrei bene?-

-può darsi-rispose sorridendo

-cosa diamine sorridi?!-sbottai

-psss-mi girai e dietro ad una pianta vidi Zayn che mi bisbigliava qualcosa

-parlare,non litigare,non c’è tempo!- gli annuii non proprio convinta,feci un bel respiro e cominciai decisa

-Harry,io sono qui perché..-

-tho,hanno chiamato il mio volo,devo andare,ci se vede-a quel puntò mi arrabbiai davvero

-HARRY STYLES!-richiamai la sua attenzione irritata dal suo comportamento menefreghista,si voltò sorpreso e guardandomi intensamente con quei suoi occhi verdi-tu non ti
muovi di qui fino a che non mi lasci parlare!-mi raggiunse correndo leggermente,guadandosi intorno leggermente imbarazzato


-stiamo dando scena Leah,e non mi pare il caso..-

-non me ne frega niente!-sbottai,lui mi guardò interdetto-ho corso come una dannata fino alla ferrovia bagnandomi sotto quel dannato temporale,ho preso il treno sbagliato,sono
arrivata a Londra non sapendo minimamente dove andare,ho rincorso un taxi affinché si degnasse di ascoltarmi,mi sono persa completamente e mi sono presa una
broncopolmonite per essere qui in tempo e tu mi ascolterai!-sospirò


-avanti dimmi questa cosa così urgente,forza! Sbrigati che devo prendere un aereo-era scocciato e io ero delusa. Mi ero aspettata un incontro da film,uno di quelli in cui lei arriva
a perdifiato,lui si gira la vede e si baciano dolcemente per poi ritornare a casa mano nella mano sempre più innamorati. Invece mi ritrovo in un aeroporto con la broncopolmonite,con il cuore gonfio di lacrime e la testa completamente vuota da un qualsiasi discorso che lo possa convincere a restare con me. Che poi se ci pensiamo sono solo due mesi,due mesi e poi ci saremmo dovuti separare comunque,che lui fosse rimasto o no. E per questo presi quella decisione,quella che temevo,quella che avrebbe fatto meno male se l’avesse presa lui. Mi alzai sulle punte e appoggiai le mie mani al suo petto dandogli un leggero bacio sulla punta del naso e uno sulle labbra


-addio Harry-gli sussurrai nell’orecchio. Feci dietrofront e cominciai a camminare verso l’uscita,decisa a non voltarmi

-perché addio Leah? Tornerò,aspettami,ti prego-mi raggiunse e mi si parò davanti,aveva cambiato tono,non era più indifferente e maligno suonava più come una supplica.
Piangeva e io non riuscivo a vederlo così-so che tu non mi ami Leah,ma io si,e soffrirò perché non sarò ricambiato ma almeno potrò avere la gioia di starti accanto- portai una mano al suo viso accarezzandolo e sorridendogli dolcemente,come potevo arrabbiarmi con una persona così dolce al mio fianco?


-come puoi anche minimamente pensare che io non ti ami quando tu mi hai fatto tornare il sorriso? Quando tu mi hai accolto nella tua famiglia cercando di farmi dimenticare tutto
il mio dolore? Quando tu non mi conoscevi eppure hai saputo darmi tanto di quell’affetto che non ho mai ricevuto in tutta la mia vita. Io ti amo Harry Styles,non metterlo mai in dubbio-le lacrime cominciarono a uscire copiose anche dai miei occhi in quel momento


-cosa? Ma tu hai detto che..-

-io ho detto che non mi sono innamorata di un cantante ed è vero,perché io mi sono innamorata della persona che c’è qui dentro Harry,della persona fragile e buona che tu sei-
dissi picchiettandogli il petto con la mano


-e allora perché ti ostini a dirmi addio?-disse strozzando qualche parola

-perché è cosi-

-ma io tornerò,dovremo solo portare pazienza e poi..-

-ma io non ci sarò Harry-lo interruppi abbassando lo sguardo-io non sarò più qui al tuo ritorno-

-cosa? E e,perché? Dove devi andare tu non..- e poi capì-no! No Leah,tu non puoi andartene,non puoi lasciarmi da solo-

-tu hai i ragazzi Harry,hai tua madre.. hai mio padre,te la caverai benissimo-

-ma io voglio te!-sussurrò

-no!-sbottai allontanandomi-non può essere così,mi dispiace,addio Harry-gli diedi le spalle e me ne andai.

Non feci nemmeno un passo che mi sentii sollevare da terra per le braccia guardai alla mia destra e alla mia sinistra incredula e vidi Zayn e Louis che mi sorridevano furbi

-nononononono-disse Louis scuotendo la testa

-non te lo lasceremo fare cara la mia ragazza-aggiunse Zayn facendomi l’occhiolino

-c,che cosa?-balbettai non capendo niente

-vedi Leah,se tu te ne ritorni in Italia e ci lasci Harry in uno stato catatonico ti dovremmo uccidere-disse Louis che con Zayn mi stavano facendo girare di nuovo verso Harry

-e visto che non vogliamo ucciderti..-

-parla per te amico!-lo interruppe Louis,lo guardammo entrambi con un sopracciglio alzato –si scherza,si scherza-si giustificò

-dicevo,visto che noi non vogliamo ucciderti ti converrà non fare niente di stupido o avventato-

-assolutamente niente di stupido e avventato carina-

-come fare quello che stai facendo,quindi ora tu riavvolgi il nastro e procedi da brava-concluse Zayn

-ma cosa ne volete sapere voi?-dissi quasi urlando-e mollatemi per l’amor del cielo!-i due mi lasciarono e io toccai finalmente di nuovo terra con i piedi-io ci rimango male molto
più di voi a fare quello che ho fatto-dissi guardando Zayn-e non è assolutamente niente di stupido e avventato!-dissi guardando Louis


-ah no eh?-chiese Louis malizioso

-per niente!-sbottai

-allora dimmi,quanto ci hai pensato prima di prendere questa decisione? Perché a me avevi detto che eri venuta qui per far ritornare a casa con te Harry,non di lasciarlo partire-mi
chiese Zayn,io boccheggiai a quella domanda,dannata la mia dannata boccacia!-visto? Questo vuol dire che è una cosa avventata-concluse


-e visto che non hai saputo rispondere la rende anche stupida-aggiunse Louis

-sentite,davvero,io.. io non posso,cos’è andremo avanti a nasconderci al mondo intero per di più vivendo in due paesi diversi? Non potrebbe mai funzionare!-

-ascolta Leah,poco fa vi siete detti che vi amate e stavate piangendo pronunciando quelle parole,vuoi davvero sprecare così tanto amore per un po’ di mare che vi divide?-chiese Zayn prendendomi per le spalle

-oltre al mare ci sono altri paesi e poi ci sono catene montuose e altri confini ancora e..

-Louis!!-lo bloccò Zayn

-scusate scusate,era così per dire…-disse abbassando la testa

-Leah-mi richiamò-l’amore si scopre soltanto amando,e non c’è nulla che voi due possiate dire o fare perché questo sentimento cambi,dovete solo mettervi in gioco e fare questa
strada insieme-


-ma come Zayn?-chiesi piangendo-io in Italia e lui in Inghilterra? Lui sempre in giro per il mondo ed io sempre ad aspettarlo? Io che dovrei essere sua sorella e lui mio fratello?-

-si Leah così-mi girai di scatto ritrovandomi Harry con le braccia aperte-nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile,ma nessuno ha mai detto è impossibile-lui era lì,con le
braccia aperte,ad un soffio da me, che mi invitavano in un mondo solo ed esclusivamente nostro,difficile,pieno di insidie,ma comunque nostro. La cosa buffa in quel momento erano Niall e Liam che,dietro ad Harry mi facevano segno di avvicinarmi andandogli incontro e Zayn e Louis che da dietro mi spingevano sempre più in avanti,mi sarei messa sicuramente a ridere in qualsiasi altra situazione. Ma non in questa. In questo momento sentivo solo le mie gambe muoversi facendo due piccoli passi incontro ad Harry che mi avvolse subito con le sue braccia.


 -mi aspetterai?-sussurrò al mio orecchio provocandomi brividi on tutto il corpo

-per sempre-sussurrai di rimando stringendolo forte a me.
 
 
 
 
Hi all!
Sto piangendo come una fontana ragas suole,non avete idea di quanto sia stato difficile scrivere questo capitolo… non so perché effettivamente ma vabè lasciamo stare,l’importante è che vi sia piaciuto… perché vi è piaciuto…veroooo?!?!
Gentil d’onzelle or mi ritiro.. la temibile pedagogia mi attende cattiva e se non voglio prendere 2 domani mi sa che mi dovrò rassegnare a quel dannato mattone ç.ç
Voi me la lasciate una recensioncellaaaa?!
Grazie di cuore alle persone che leggono la mia storia,silenziosamente,ma che la leggono,mi fate comunque un enorme piacere:’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Un passo alla volta ***


Erano passati circa due mesi da quando Harry era partito con i ragazzi e la mia vita era completamente tornata alla normalità.  Ero tornata in Italia ed ora alloggiavo dai miei zii a Genova,mi ricordo perfettamente dell’accoglienza che ricevetti appena atterrai in città dallo scalo che avevo fatto a Roma,amici e parenti si erano riuniti per venirmi a salutare dandomi così un fantastico bentornato. Ancora mi chiedevo il perché non fossi rimasta qui dove le persone mi volevano bene o comunque mi volevano tra i piedi,anziché andare fino a Holmes Chapel dove nessuno  mi voleva sul serio,o quasi.

Andavo tranquillamente a scuola e passavo il mio tempo con Alessia e Veronica,le mie due migliori amiche.

Come se la passava intanto Harry?

Era in tour,ovviamente. Tornato dall’Asia il giorno dopo che io partii per l’Italia,ora faceva concerti e apparizioni in tutto il mondo.

Su di lui ero aggiornatissima,non mi lasciavo sfuggire nulla,di ogni intervista o concerto io sapevo tutto,la maggior parte delle volte era perché tentavo di scorgere del suo modo di fare o nel suo volto un qualcosa che mi spiegasse come lui stava vivendo la nostra lontananza,ma non ci riuscivo mai. Nelle domande che gli ponevano durante le interviste lui si dichiarava sempre single,sia chiaro,se si fosse dichiarato al mondo intero sarebbe stato ancora peggio quindi non pretendevo proprio quello,ma mi sarebbe piaciuto che per una volta dicesse che c’era qualcuno nella sua vita.

Lo sentivo davvero poco,tramite Skype più che altro,massimo tre volte a settimana,di più per i suoi troppi impegni non riusciva,era strano per tutti e due,sempre abituati a vivere insieme. Ma in quelle tre volte stavamo a parlare per ore ed ore,mi raccontava cosa fosse successo nei giorni in cui non ci eravamo sentiti nei minimi dettagli e io facevo lo stesso,amavo parlare con lui anche delle più piccole e sciocche cose,anche se sentirlo così poco mi logorava il cuore,ma poi lo vedevo tramite anche uno schermo e ricominciavo a sorridere.

Mi rendeva felice si,ma io non mi sentivo pienamente coinvolta,e anche se ormai era senza dubbio che il mio cuore appartenesse a lui,non riuscivo ad immaginarmi come una persona impegnata,perché in effetti non mi sentivo così. Da Harry poi non ricevevo alcun tipo di conferma,certo diceva di tenerci e tante cose carine,ma non mi dava nessuna garanzia,nessuna cosa a cui aggrapparmi,e io finivo con lo starci male ogni giorno sempre di più.
A tranquillizzarmi e a tenermi compagnia però,in tutti questi mesi c’era stato Zayn. Mi sorprendeva sempre con delle chiamate di gruppo che facevano dalla loro stanza d’albergo dove finivano per fare la lotta,sempre.

Dopo alcune settimane,allo scoccare dei tre mesi dalla mia partenza,Harry prese il vizio di chiamarmi sempre meno e io di rivedere i miei vecchi amici,con loro c’era anche Filippo,una ormai vecchia fiamma che piano piano,parola dopo parola rientrò silenziosamente nella mia vita. Con tutti gli altri ci vedevamo al pomeriggio dopo scuola,principalmente per studiare avendo la maturità fra 5 mesi,ma stavamo bene insieme,eravamo tornati insieme dopo mesi e mesi e ora ci stavamo riconciliando come gruppo,in quei momenti di risate riuscivo anche a dimenticarmi di mia madre,avevano un potere particolare,proprio come Niall,Zayn,Louis e Liam.
Filippo era davvero un ottimo amico per me,e lo mettevo al corrente di tutto,tralasciando sempre il dettaglio Harry. E anche lì mi stupii,perché non gliene avevo parlato? Perché solo di lui non riuscivo a parlargli?
 
Febbraio era appena cominciato e io mi trovavo nell’appartamento di Alessia e Marco,che condividevano. Essendo usciti dal liceo con ottimi voti e avendo entrambi trovato qualche piccolo lavoretto da buoni fidanzatini quali erano avevano deciso di prendere un piccolo appartamento,dove noi altri entravamo e uscivamo a piacere,era un ottimo ritrovo quello. Anche lì mi ritrovavo a pensare se in un possibile futuro io e Harry avremo condiviso una casa solo nostra,un posto dove rifugiarci agli occhi di tutti e da tutto,un posto dove potevamo essere liberi di esprimere liberamente i nostri sentimenti.

-Lia,vuoi ancora patatine?-mi chiese Filippo dalla cucina,come risposta ricevette un shhhh generale

-corri che sta iniziando!-gli dissi io facendogli un po’ di spazio sul pavimento,lui si sedette e mi sorrise,ricambiai e mi accoccolai tra le sue braccia per poi concentrarmi sul film
che stava cominciando,ovviamente horror per la gioia di quella mandria di zoticoni che avevamo come amici. A circa metà film io,Alessia,Veronica e Marta eravamo strette tutte e quattro cercando di sopprimere i rumori di gente sgozzata o comunque morente.


-avanti! È solo un filmetto innocente!- esclamò Nicolò scoppiando a ridere,gli tirammo la ciotola delle patatine

-sta zitto! La prossima volta lo decidiamo noi il film,e guai a voi se tentate di persuaderci-rispose Marta facendo affiorare la sua testa da sotto il mio gomito

-persuadere?-chiese Marco sogghignando

-esattamente!-rispose Alessia-del tipo occhi dolci e labbrucci,non attaccherà niente di tutto ciò!-

-oh andiamo! Tanti discorsi e il film è già finito! Siete dei rompipalle!-si lamentò Filippo,da parte nostra si levò un sospiro di sollievo

-che ore sono gente?-chiesi alzandomi e stiracchiandomi per la posizione tutt’altro scomoda in cui ero rimasta per le due ore di film

-undici e un quarto-

-cavolo devo andare! -esclamai

-di già?-chiese Nico

-si,i miei zii domani devono andare non so bene dove,quindi coprifuoco ristretto-dissi facendo spallucce

-ti accompagno-propose Filippo

-grazie Fili-gli sorrisi scompigliandogli i capelli. Si levò un ciao generale e poi  uscimmo dal condominio silenzioso avviandoci verso la sua auto

-sicuro che non ti faccio fare troppa strada in più?-domandai,la casa dei miei zii era a due quartieri di distanza dalla sua e mi sarebbe dispiaciuto se avesse allungato troppo

-ma va,tranquilla! Lo faccio con piacere-mi stampò un bacio sulla guancia per poi salire in auto. Appena la macchina si fermò davanti a casa ci fu un minuto di silenzio
imbarazzato,ma poi lui sputò il rospo


-senti Lia,io non ce la faccio più,devo sapere se sta succedendo qualcosa tra di noi o no. Io sinceramente vorrei riprovarci,cercare di sistemare le cose,solo che non so se ti stai vedendo con qualcuno o..-lasciò la frase in sospeso e io mi pietrificai,ero contenta che avesse capito i suoi vecchi errori e che avesse pensato a me in quel momento in cui mi sentivo ignorata e forse fu proprio questo che mi indusse a parlare

-ma cosa dici,non sto vedendo proprio nessuno io!-appena finii di pronunciare quella frase mi resi conto dell’enorme cazzata che avevo combinato,e prima che Filippo potesse peggiorare ancora di più le cose uscii dall’auto ed entrai in casa nervosamente,nel frattempo inviai un messaggio a Zayn avvertendolo che gli dovevo parlare,lui non si fece attendere e due secondi dopo mi stava già chiamando,doveva aver capito che qualcosa non andava..

-che succede Leah? È successo qualcosa?-mi disse lui dall’altra parte del mondo

-si che è successo qualcosa! Sono la persona più confusa in assoluto. Voglio Harry ma lui non si fa sentire..non mi da segnali di alcun tipo,e intanto ho ripreso a frequentare
Filippo. Mi ha chiesto se stavo sentendo qualcuno e io gli ho risposto di no! Ti rendi conto?- gli spiegai io andando avanti e indietro per la mia stanzetta


-capisco,ma tu stai sentendo Harry..-

-no Zayn,sento più te che lui,non mi chiama da due settimane ormai! Io non so cosa fare..Filippo era li!-quasi urlai

-io ti posso solo dire che parla praticamente solo ed esclusivamente di te e che ha in mente qualcosa. Ora sta tranquilla e non peggiorare ulteriormente le cose. Ti voglio bene-mi disse fin troppo serio

-anchio te ne voglio..-e chiudemmo la chiamata
 
I giorni seguenti li passai a pensare cercando di mettere un po’ di chiarezza in quel casino e soprattutto ad evitare Filippo,Zayn mi aveva detto di non peggiorare le cose e io dovevo obbedirgli.

Ero appena tornata a casa da scuola quando mio zio mi chiamò dal salotto

-Lia! C’è un pacco per te!-mi urlò,posai la giacca e lo raggiunsi,poggiato sul tavolino di legno c’era un pacchettino di cartone,piuttosto leggero inviato come posta urgente da Dublino. Lo scartai veloce e all’interno trovai un biglietto aereo in prima classe per Londra. Subito non capii ma poi notai una lettera scritta a meno allegata al pacco,di Harry.

Cara Leah,
so di esser stato uno stronzo nelle ultime settimane,diciamo anche nell’ultimo mese..
Ma avevo ero davvero terrorizzato dall'idea che esponendomi troppo avrei rovinato tutto. Sono stato egoista e non ho pensato che intanto facevo soffrire te. Zayn mi ha raccontato tutto,non ucciderlo lo ha fatto a fin di bene. Mi ha detto che dovevo fare qualcosa,che ti stavo perdendo a causa delle mie insicurezze e io non voglio che questo accada. Perciò eccoci qua. Nella busta c’è un biglietto aereo per te. Noi torneremo a Londra tra due giorni e voglio che tu mi raggiunga. Ti voglio nella mia vita..
Harry.
 
-cosa dice?-mi chiese mia zia cercando di leggere qualcosa nella lettera che avevo ancora tra le mani-tesoro,stai bene?-mi guardò preoccupata ed io annuì commossa.
Ed eccolo lì il mio Harry,la persona di cui mi ero innamorata. Sempre pronto a stupirmi e a farmi sorridere con i suoi gesti avventati e senza senso a volte.
Come ho potuto anche minimamente pensare che mi stesse dimenticando? Non si era dimenticato,no,mi voleva ancora bene,mi voleva nella sua vita come aveva scritto sulla lettera e la cosa mi stava facendo uscire il cuore dal petto per la felicità.
Potevo chiedere di meglio?
 

Ero davvero troppo agitata di rivedere Harry,un po’ come le dodicenni al loro primo appuntamento per il più corteggiato della classe. Le mani mi tremavano mentre,insieme a mia zia,finivo di mettere nella piccola valigia lo stretto necessario.
Amavo mia zia. Era la sorella di mia madre e nonostante le mille attenzioni che avevo ricevuto da parte di Anne nel mio soggiorno nel Regno Unito l’unica persona che vedevo più vicina nel compensare mia madre era lei.

-Lia,mi dici una cosa?-disse lei ad un tratto piegando un mio maglione-perché vuoi tornare così tanto da quell’energumeno?-storse il naso. Lo faceva sempre quando si parlava di mio padre,diciamo che da tutta la parte di famiglia materna lui non era esattamente buon visto,diciamo pure che lo odiavano tutti. Forse dovetti diventare rossa perché lei mi si avvicinò curiosa-ok ora mi preoccupo,insomma,tu che arrossisci? Da quando sei tornata a casa sei diversa,sei più calma e pacata e non irresponsabile come prima,ti stai trasformando finalmente in una donna-le sorrisi imbarazzata mentre lei mi accarezzava una guancia con gli occhi leggermente lucidi-abbiamo dovuto faticare un po’ tutti per farti arrivare fino a qui,ma ce l’abbiamo fatta. Ora però mi sorge un dubbio,hai mica incontrato qualcuno che ha fatto accelerare questo tuo cambiamento?- mi chiese,io annuii senza pensarci-come pensavo,sono contenta per te-si alzò dal letto prendendomi di mano i pantaloni che in teoria avrei dovuto piegare prima di dimenticarmene

-ma è una cosa piuttosto complicata-

-niente è così complicato in amore-rispose

-oh zia,questo è enormemente complicato,te l’assicuro-dissi sicura

-in che senso?-mi domandò,sospirai forte,stavo davvero per dire a qualcuno di Harry? Lei non mi avrebbe tradito,ne ero certa. Lei vedendo la mia riluttanza si sedette di nuovo
accanto a me-sta tranquilla,cosa succede? A me puoi dirlo-


-è un po’ complicato zia,vedi è un po’ come la frase “se te lo dicessi poi ti dovrei uccidere”-risposi facendola ridacchiare

-oh andiamo non può essere così terribile! Sei ricambiata?-annuii sorridendo-e allora dove sta il problema? Non ti ho mai vista così raggiante,lo voglio proprio conoscere questo giovanotto-mi sorrise incoraggiante

-è Harry-sputai chiudendo gli occhi spaventata da una qualsiasi sua reazione,li riaprii lentamente e lei era lì che mi fissava a bocca aperta

-Harry..Harry? Quell’Harry?-chiese un po’ titubante,annuii-santissima ragazza,certo che ti vai a mettere in dei casini che solo tu puoi trovare eh?-

-lo so-risposi abbassando lo sguardo,lei con due dita me lo rialzò

-ma se ti fa felice io sono con te,sta solo attenta Lia,non voglio che finisci come tua madre...le somigli così tanto sai? Siete identiche in tutto,gli occhi però non sono i suoi,ma il
resto,bè due gocce d’acqua-le scappò una lacrima solitaria che asciugò subito-forza,hai un baldo giovane che ti aspetta oltremare,non vorremo farlo aspettare no?- le sorrisi e la
seguii fuori casa,mise in moto e mi portò all’aeroporto dove avrei preso l’aereo.


-ci vediamo tra due settimane Lia,se hai bisogno chiama,non voglio che quell’idiota di tuo padre ti rapisca-

-ricevuto!-mi abbracciò per poi andarsene,due settimane,sarei rimasta da Lui per due settimane per poi ritornare a casa,mi andava bene,era comunque meglio di niente. Avrei
prima finito gli studi in Italia e poi avrei pensato a cosa fare della mia vita. Un passo alla volta e ce l’avrei fatta.

 

E dopo tre mesi rieccomi in Inghilterra,mi era mancata? Bho,di certo il clima e la gente non sono gli stessi di quelli italiani ma in quel momento la mia testa era altrove,ora non pensavo di certo a quegli spocchiosi inglesi la mia vista era focalizzata sulla casa grande e accogliente che mi si parava davanti,feci un bel respiro e mi incamminai sorridendo felice.

C’era solo una strada che mi divideva dalla casa,una strada bagnata dalla pioggia inglese,una strada scivolosa che non permetteva alle macchine di frenare in caso di emergenza,una strada stretta che non lasciava via d’uscita se un conducente ubriaco faceva slittare la propria auto travolgendoti in pieno.

Una strada che prima ospitava solo silenzio ora ospitava urla di paura e disperazione.
 
 
Hi all!
E rieccomi quiii piripippippiiii! Contenti eh? Eh? eh? Eh???
Già già,bueno ho appena sfornato questo capitolo in cui Leah\Lia (come la volete chiamare :D) va via da Holmes Chapel,ritorna in Italia per poi ritornare in Englandddddd,e si,tutto in un unico capitolo non sapevo come fare senò D:
Bonci,nelle ultime frasi vi ho anticipato ciò che succederà nei prossimi capitoli che vi assicuro,saranno particolarmente movimentati.
Detto questo mi dileguo pipol chiedendovi di lasciarmi una piccin piccin picciò di recensione e ringraziando infinitamente coloro che leggono e recensiscono sempre,GRAZIEEE!
Love ya
-Ele

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo ***


Ricordo tutto di quella sera,ricordo ogni fottuto particolare.

In quel momento ero lì,seduto su una sedia in uno spocchioso corridoio d’ospedale a ripensarci,a riportare alla mente ogni singolo dettaglio come facevo ormai da meno di un mese.
 

Ero così elettrizzato di rivedere Leah che mi tremavano le mani. Avevo un sorriso idiota sul volto e mi ricordo che Louis non resisteva nel prendermi in giro ogni due secondi. Io stavo al gioco,agitandomi al solo pensiero che lei tra poco sarebbe ritornata da me.

-Harry sei un disastro,dico davvero. Potresti tagliare un pomodoro senza sporcare mezza cucina per favore?-mi rimproverò mia madre prendendomi dalle mani il coltello e terminando ciò che io avevo tentato di iniziare,sorrisi scuotendo la testa.

-scusa mamma-

-va ad apparecchiare almeno,ne sei in grado?-le schioccai un bacio sulla guancia facendola sorridere

-sarà fatto madre-
Aprii la credenza del salotto caricandomi di piatti e bicchieri per poi posizionarli ordinatamente  sul tavolo di ciliegio su cui avremmo cenato quella sera. Mi ricordo di come osservai fiero il mio lavoro terminato,sicuro che almeno su quello mia madre non avrebbe trovato nulla da ridire.

-dovrebbe essere quasi qui no?-domandai impaziente rientrando in cucina

-Harry sta tranquillo,sarà qui a momenti,come siamo frettolosi oggi! Contento di rivedere Leah?-mi domandò

-già..-sospirai

In quel preciso istante sentimmo un fortissimo rumore che invase la nostra casa facendoci trasalire. Senza dire una parola smettemmo all’istante di fare qualsiasi cosa stessimo facendo e corremmo fuori per capire cosa fosse successo.
Appena uscimmo potei chiaramente notare che tutto il vicinato aveva già anticipato le nostre mosse perché si era formata una piccola folla di persone non molto distante dalla nostra casa,vidi persone che si portavano mani alla bocca,persone che riportavano dentro casa i proprio bambini e persone che,spaventate,scoppiavano in un pianto isterico,proprio come mia madre.
Io non capivo,mi girai appena in tempo per vederla scoppiare a piangere mettendosi le mani in viso e cercando conforto in suo marito che però si staccò fulmineo da lei cominciando a correre all’impazzata verso il punto che lei fissava terrorizzata.
Seguii anche io quel punto e solo in quel momento scorsi una figura minuta distesa in una pozza  di sangue al limitare della strada e una macchina che si era andata a schiantare contro un albero poco più in la.

Mi avvicinai di più e il sangue mi si gelò nelle vene,non poteva essere,no,non lei.

Ricordo che con il cuore in gola cominciai a correre anche io verso di lei sperando con tutte le mie forze di sbagliarmi,speranza che morì non appena vidi Leah immobile che tentava di essere rianimata dal padre. Mi inginocchiai passivo al suo fianco e cominciai a scuoterla  sempre più forte man mano che lo shock si trasformava in rabbia. La scuotevo con forza mentre gli occhi mi si appannavano,ma lei non rispondeva.

-Harry-mi richiamò Tom-lo guardai distrutto-togliti-disse solo. Non si era mai rivolto a me con parole  e gesti più freddi,mi spostai e lui la prese in braccio mentre un ambulanza arrivava per prestare soccorso.
 

E come ogni maledetta sera,quando i ricordi finiscono mi alzai da quella sedia e mi avvicinai lentamente a lei,mi sedetti sul suo letto e cominciavo a piangere,mentre la guardavo,mentre le scostavo i capelli dal volto,mentre le tenevo la mano,per poi accovacciarmi di fianco a lei.

Lei era lì.

L’unica persona al  mondo che era riuscita a prendermi il cuore e a custodirlo gelosamente era davanti a me,immobile,che neanche respirava da sola. Era attaccata a tante di quelle macchine che se provavo a seguire dove portavano tutti quei tubi mi veniva il mal di testa. Aveva un espressione rilassata,proprio come quando dormiva,solo che non era tra le mie braccia mentre io le accarezzavo la testa,era stesa su un maledetto letto bianco mentre io sedevo impassibile accanto a lei.
A volte mi mettevo a raccontarle la mia giornata,la mia vita senza di lei,altre ancora le leggevo i libri che più le piacevano sentendomi poi uno stupido perché nulla funzionava.

Suo padre era la mia fotocopia,era forse il più distrutto. Non pensavo che avrebbe reagito così,in fondo da come si comportava non lasciava intendere che le volesse un minimo di bene,e invece quando lui entrava non voleva che nessuno rimanesse con lui nella stanza,voleva stare da solo con la sua bambina,stava ore ed ore a parlarle,le accarezzava la testa e le lasciava baci sulla fronte. Quando era sicuro che nessuno lo stesse guardando lo vedevo cominciare a piangere portandosi le mani in testa,era un uomo distrutto privato della sua gioia più grande in assoluto. Poi quando usciva entravo frettoloso io,nel tempo che non stavo con lei diventavo intrattabile,i ragazzi avevano imparato a lasciarmi stare in quei momenti,solo Louis rimaneva,anche quando gli urlavo di andarsene e di lasciarmi stare lui rimaneva,lui si sedeva su una sedia in un angolo lasciandomi libero di parlarle ma non abbandonandomi mai.

-Harry-mi chiamò Louis scuotendomi leggermente-andiamo a casa-

-no-risposi semplicemente continuando a fissarla

-Harry sono due giorni che sei qui,andiamo a casa,ti dai una lavata,ti riposi un po’ e poi torniamo-insistette,io non risposi-forza-mi prese per un braccio trascinandomi fuori.

-ehi,novità?-ci chiese Zayn appena mettemmo piede in casa

-nessuna-rispose Louis mentre io mi chiudevo in bagno,il getto d’acqua calda mi rilassò subito i muscoli,mi lavai e mi rivestii dirigendomi poi in camera mia

-Eh no,ora tu vieni di sotto con noi,non starai a deprimerti-mi bloccò la strada Louis

-togliti Lou,non ne ho voglia-lo scansai brusco

-bè te la fai venire perché è appena arrivato Niall dall’Irlanda e non lo vediamo da due settimane quindi andremo a salutarlo e..-

-ho detto di no Louis!-gridai-non voglio venire giù di sotto a mettere su sorrisi forzati facendo finta che non stia succedendo niente,non ne ho voglia!-scandii bene le ultime parole
in modo che capisse


-adeguati Harry,perché il tuo isolamento dal mondo esterno non farà risvegliare Leah!-mi rispose

-mi vuoi lasciare in pace?-urlai esasperato

-no che non ti lascio in pace! Perché se lo facessi tu da solo ti faresti ancora più male,ti ridurresti ad un vegetale,più di quanto tu non lo sia ora! Quindi smettila di urlarmi contro
perché lo faccio solo per te!-gridò anche lui a pieni polmoni.

Mi portai le mani al viso incapace di ribattere,aveva ragione. Lui lo faceva solo per me ma io non riuscivo ad apprezzarlo

-mi dispiace Lou-dissi cominciando a singhiozzare,lui mi abbracciò cercando di trasmettermi  un po’ di forza-io non ce la faccio più,vorrei solo che tutto questo finisse-

-lo so Harry,lo so,non ti devi scusare-mi disse stringendomi forte

-perché dannazione,perché!?-gridai  battendo un pugno contro lo stipite della porta

-Harry calma ti prego,vedrai che andrà tutto bene-mi rassicurò

-si deve svegiare Louis,io la rivoglio con me-singhiozzai,lui annuì lasciandomi andare. Mi strofinai gli occhi con la manica della mia felpa rossa tirando su col naso

-e si risveglierà,dai tempo al tempo-

-è quasi un mese che è così! Quanto dovrò aspettare?-

-non lo so..-sospirò lui-oggi c’è il colloquio con il medico,troveranno una soluzione vedrai-annuii poco convinto per poi scendere a salutare Niall.

-ehi Harry,come sta Leah?-mi chiese il biondo con quella faccetta tenera che si ritrovava

-come quando l’hai lasciata purtroppo,niente di nuovo-dissi stringendomi nelle spalle

-oh-disse abbassando la testa-ti va se ti accompagno da lei stasera? È da tanto che non la vedo-mi chiese ed io annuii

-certo Niall,mi fa molto piacere-vidi Louis sorridere annuendo leggermente. Salii le scale giungendo al terzo piano della casa,entrai nella sua camera e un ondata vaniglia e
arancio mi invase,il suo profumo. Respirai a pieni polmoni guardandomi in giro,ogni cosa in quella stanza le apparteneva,mi sembrava di essere in sua compagnia e la cosa non poteva che rendermi triste. Mi sdraiai sul suo letto e in un attimo mi addormentai cullato dal suo profumo che tanto mi mancava



Tom aprì la porta dell’ufficio del medico che era a capo del reparto in cui era stata ricoverata Leah con mano ferma,fece entrare me e mia madre per poi richiuderla alle nostre spalle.

-prego accomodatevi-ci accolse il dottore  facendoci cenno di sederci

-allora dottore-iniziò Tom-ci ha chiesto di venire qui spero per portarci buone notizie-disse serio

-in parte,ora vi spiego. Di soluto un coma avvenuto grazie ad un trauma cranico generalmente non supera i 30 giorni e di solito si conclude con il risveglio-

-quindi..-iniziai io,ma fui bloccato

-fallo parlare Harry-mi disse mia madre

-si,scusi-lui annuì per poi ricominciare

-il risveglio non si realizza mai da un giorno all’altro,e non è assolutamente possibile individuare il momento esatto in cui la persona esce dal coma ma quando questo succede il paziente avrà molto su cui lavorare per recuperare-

-vuole dire che c’è una possibilità che mia figlia si risvegli?-chiese Tom,il dottore annuì

-molte più di una per quanto ne so-

 Per la prima volta dopo giorni e giorni ebbi di nuovo la forza di sorridere,mi voltai e vidi i due al mio fianco che si abbracciavano singhiozzando leggermente. Mi alzai veloce e raggiunsi la camera n 24,spinsi la porta e mi avvicinai a lei che però non era sola. Infatti seduto di fianco a lei c’era un ragazzo dai capelli neri che la guardava accarezzandole la mano

-chi sei tu?-domandai scontroso,il ragazzo si voltò preso alla sprovvista,si alzò e mi diede la mano

-ehm..io sono Filippo-disse con un accento strano,più lo guardavo in faccia più mi accorgevo che di anglosassone aveva ben poco

-chi?-ripetei,lui boccheggiò indeciso

-sono un amico di Lia-rispose,era italiano,lo capii dal modo in cui pronuncio il suo nome

-chi ti ha detto di stare qui?-lo attaccai

-n,nessuno,ma la stanza era vuota e volevo parlare un po’ con lei,perché..perchè sono un vero idiota..-sussurrò abbassando la testa-l’ho lasciata andare via senza aver chiarito i miei sentimenti-

-scusa?- chiesi alzando la voce di un ottava

-si bè,volevo che si mettesse con me prima che ripartisse per l’Inghilterra ma..-sentivo la rabbia salire e d’istinto strinsi i pugni facendo diventare le nocche bianche-ma tu semai,chi sei?-mi domandò sospettoso

-il suo ragazzo,grandissimo coglione,sparisci!-gridai sbattendolo fuori dalla stanza

-silenzio per cortesia! Ci sono dei malati qui!-mi rimproverò un infermiera che passava di lì,la guardai male per poi rivolgermi a quell’idiota

-n,non mi aveva detto di averne uno!-si giustificò lui diventando bianco

-è di buon umore amico,non ti conviene guastarglielo,è un consiglio,perché ora non te ne vai?-mi girai e vidi Zayn che faceva segno a Filippo di andarsene

-s,si,d’accordo-disse,prese la giacca e uscì dal reparto

-ma tutte a me proprio eh?-sospirai alzando gli occhi,sentii i ragazzi ridere

-non era così male però dai-disse Louis,lo fulminai con lo sguardo

-allora Harry,a cosa dobbiamo tanta vitalità?-mi chiese Liam sorridendomi,ricambiai felice

-ve lo dico dopo,ora devo parlare con Leah-risposi guardandola attraverso il vetro,loro annuirono ed io rientrai nella stanza avvicinandomi al suo letto

-ehi-mi sedetti sul suo letto accarezzandole piano la testa-hai saputo la notizia? No,non credo.. bè dicono che presto ti risveglierai,ne sono così contento che sono dovuto venire
a dirtelo subito..Leah io non ho idea se tu mi stia ascoltando in questo momento oppure no ma se molli adesso perderai quella strada che hai sempre sognato di percorrere, se
molli adesso non avrai altre possibilità dopo,se molli adesso io morirò con te. Noi abbiamo un intera vita da passare insieme,dobbiamo litigare ancora tante di quelle volte che nemmeno ti immagini,poi io verrò da te e ti chiederò scusa,tu rimarrai a guardarmi con il tuo solito broncio tenero per poi aprirti in un meraviglioso sorriso,Leah ti prego non mollare,abbiamo ancora troppo da fare per mandare all’aria tutto-le presi il viso niveo tra le mani e posai le mie labbra bagnate sulle sue fredde. Immediatamente sentii un brivido lungo la schiena,quanto avrei voluto che lei rispondesse a quel mio bacio,quanto avrei voluto che si muovesse e mi parlasse,anche solo per mandarmi a quel paese come faceva ogni giorno,ma lei rimase immobile.


-Harry,che stai facendo?- alzai la testa quel poco per notare due figure che purtroppo conoscevo fin troppo bene guardarmi straniti

-che stavi facendo?-mi ridomandò Tom avvicinandosi arrabbiato,mia madre lo prese per la manica della giacca fermandolo e dandogli delle leggere pacche sulla schiena in modo che si calmasse per poi rivolgersi a me

-rispondi-disse lei guardandomi con infinita dolcezza e preoccupazione. Ormai mentire sarebbe servito a qualcosa? Tutte le bugie di questo mondo avrebbero risollevato la situazione? Non credo. Non ne avevo voglia in quel momento,Leah si sarebbe svegliata e avremo ricominciato la nostra vita proprio come al solito,che senso aveva rifugiarsi dietro a quelle inutili menzogne? Noi non eravamo fratelli,noi ci amavamo ed io ero stufo di nascondermi. Se i nostri genitori non avessero accettato la cosa una volta che Leah si fosse ristabilita ce ne saremmo andati a vivere da un'altra parte,ma per ora non me la sentivo di mandare avanti questa stupida recita

-bacio la donna che amo-
 




 
 
 
Hi all!
BUUUUUUUUUUUUUUM! E fu così che il fattaccio avvenne!
Eheh,d’ora in avanti le cose per i nostri Harreah si complicheranno in modo SPROPORZIONATO cccente:’) eggià,niente più rosa e fiori (oddio un pochetto si dai! )per i nostri fuggiaschi d’ammmmmore (?)
Comunque,il nostro povero Harry è proprio distrutto vero? E chi si aspettava che quel decerebrato del padre avesse anche un cuore oltre ad un immensa faccia da cuuuulooo e schiaffiiiii e cazziemazziii?
Vi è gustato almeno un poco? Sisi dai,recensite e fatemi sapere n’è? :D
Grazie a tutti quelli che leggono la mia storia ve ne sono infinitamente grata pipol :’) ce se vedeeeeeeeee:’D
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Moscerini negli occhi ***


-può ripetere scusi?-domandai alla hostess di terra che mi guardava mortificata

-davvero,ci scusiamo ma non possiamo fare altrimenti-mi rispose lei in un perfetto accento inglese

-ci sarà pur un qualche altro mezzo per farci ritornare a casa!-sbottai irritato,lei scosse la testa in negazione e ci fece intendere che ci dovevamo spostare per far passare i
passeggeri dopo di noi-dannazione,non ora cazzo non ora!-sbottai nuovamente lanciando il mio borsone sotto le panchine all’interno dell’aeroporto greco che a quanto pareva ci
avrebbe ospitato ancora per un po’


-calma Harry,vedrai che arriviamo in tempo-mi disse Liam mettendomi una mano sulla spalla,sedendosi accanto a me

-si,ha detto l’hostess che in un paio d’ore il guasto sarà riparato e potremo ripartire-disse annuendo Louis

-solo un paio d’ore? Perché non ci mettono pure tutto il mese già che ci sono-incrociai le braccia al petto sbuffando sonoramente

-ti vuoi calmare? Arriveremo in tempo,non ti agitare-disse Zayn riposizionando il suo pacchetto di sigarette all’interno della sua borsa da viaggio

-giusto perché è la tua ragazza che si risveglierà da un momento all’altro e tu non ci sarai vero?-dissi guardandolo in cagnesco,mi lanciò un occhiataccia

-no,ma è la mia migliore amica e anche se tu sei l’amore indiscusso e bla bla qui teniamo tutti a lei,quindi non cominciare a fare la vittima-mi riprese,distolsi lo sguardo
borbottando qualcosa di incomprensibile anche a me stesso guardandomi le scarpe


-basta ragazzi dai,torneremo in tempo-prese parola Niall mettendo fine a quel ridicolo battibecco.
 
 
-allora? Dove sono?-disse una voce non molto vicina a me

-sono atterrati ora a Londra,dice che in due ore dovrebbe esserci-sentii poi qualcuno sbuffare e dei passi avvicinarsi-bè noi non siamo sicuri che si sveglierà proprio oggi
però,magari domani,chissà-


-i parametri sono migliorati notevolmente,i medici dicono che è questione di poco-

Fu un irritante e costante rumore vicino a me a farmi riprendere del tutto coscienza,ci misi qualche istante a capire che non riuscivo ancora ad aprire gli occhi completamente,mi faceva male la testa e quando provai a muovere una mano una fitta di dolore mi bloccò all’istante,avevo l’ago della flebo attaccato a me che ad un mio minimo movimento mi faceva malissimo

-Leah-sentii qualcuno chimarmi con voce speranzosa e una morbida mano accarezzare la mia. A quel punto mi costrinsi ad aprire gli occhi radunando tutte le mie scarse forze.

Ciò che vidi mi disorientò per un attimo: ero in una stanza bianca,vuota e sconosciuta,lo strano rumore al mio fianco era collegato tramite molti fili a me e appena realizzai dov’ero il panico si impossessò di me facendo aumentare il rumore della macchina,nello stesso istante mi ricordai della mano che mi aveva toccata e quando alzai gli occhi incontrai quelli di mio padre,era seduto su una sedia,i capelli leggermente scompigliati e l’espressione carica di emozione,ma soprattutto di sollievo

-papà..-sussurrai senza rendermene conto,vidi i suoi occhi inumidirsi,si portò la mia mano alla bocca

-bambina mia..come stai?-mi chiese,vidi poi Anne avvicinarsi a noi,mi fece una carezza lasciandoci poi soli

-bene,credo..-cominciai ad avere sempre più lucidità man mano che il tempo passava- ma..Harry?-chiesi tentando di mettermi a sedere,lui mi bloccò facendomi poi sdraiare
nuovamente,sospirò


-è quasi qui,era in Grecia e c’è stato un guasto all’aereo-

-ah..-

Tentai di ricordare sforzandomi il più possibile ma fu tutto inutile,nella mia mente c’era una vaga immagine della casa di mio padre,la strada bagnata davanti a me e poi il vuoto
totale,non riuscii a ricordare nient’altro e la cosa mi dava sui nervi facendo aumentare il ritmo dell’aggeggio al mio fianco


-sta calma-disse accarezzandomi,gesto che mi colpì fastidiosamente

-perché sono qui?-domandai cercando di essere il più seria possibile,lo vidi deglutire e poi prendere un grande respiro

-c’è stato un incidente e.. ora tu sei qui-rispose

-stretto e coinciso,wow ti perdi in discorsi di infinita lunghezza vedo-risposi sarcastica. Ci fu una pausa di qualche minuto in cui la rabbia rimontava verso di lui,ma che
stranamente non mi attaccò come suo solito,anzi si perdeva in gesti futili quali sistemarmi le coperte,portarmi un bicchiere d’acqua e chiamare un infermiera per il cambio della
flebo


-scusa-disse poi e io pensai di aver lasciato seriamente quel luogo morendo definitivamente,mi girai verso di lui incredula e lo vidi avvicinarsi al mio letto per poi accarezzarmi dolcemente,come MAI aveva fatto in tutta la mia vita-sono dovuto andare vicino a perderti per capire che grande idiota io sia stato per tutti questi anni-ok,andiamo,ora salteranno tutti fuori gridando sorpresa vero? Ci scommetto. Lo vidi sospirare nuovamente per poi ricominciare a parlare-non sono stato esattamente il prototipo di padre ideale,lo so bene,ma devi credermi quando ti dico che è una cosa che mi logora dentro. Ciò che ti vorrei dire è che ci sono sempre due aspetti in ogni storia. Devi sapere che non c’era modo di stare insieme a tua madre e sopravvivere,ci siamo sposati solo perché costretti dai miei genitori,è stato un enorme errore..-

-che cosa? Avere me?-chiesi desiderosa di sapere una volta per tutte la verità

-no! No,assolutamente,l’errore è stato quello di sposare tua madre. Le cose sarebbero andate decisamente in maniera diversa se non ci fossimo sposati,avendo comunque te,non saremmo stati obbligati a convivere,a vederci ogni giorno,a desiderare  una via di fuga improvvisa. Ti avremmo cresciuta più serene mante-si fermò un secondo ma ricominciò immediatamente- quando ero sobrio mi accorgevo di quanto mi mancassi ma ormai era tardi per rimediare,avevi già imparato da tua madre ad incanalare il tuo odio nei miei confronti ed è stato solo il pensiero che le cose non sarebbero potute cambiare a farmi prendere la decisione di andarmene. Il mio rimpianto più grande è quello di averti comprato la bici per poi non insegnarti ad andarci,non so se mispiego-annuii distratta,non riuscivo a pensare ad altro che non fossero i miei genitori anni fa,se non fossero stati obbligati a rimanere insieme-ho sperato tanto che arrivassero dei momenti in cui le nostre strada si incrociassero ma tu avevi già spiccato il volo. Ho perso così tanto della tua vita e questo mi addolora non solo per te ma anche per me. Tu hai sempre avuto bisogno di qualcuno che ti proteggesse,qualcuno a cui appoggiarti che non fosse tua madre. Quanto ti ho rivisto dopo tanti anni mi è scoppiato il cuore,avrei tanto voluto abbracciarti e tenerti forte ma avevo paura che mi giudicassi,come il tuo caratteraccio alla fine ti ha portato a fare-sorrise amaro

-la colpa quindi sarebbe mia?-domandai cacciando dentro le lacrime che prepotenti volevano uscire,lui scosse la testa

-voglio solo che tu sappia che io ora ci sarò- stavo per aprire bocca quando dal vetro della porta intravidi una testa riccioluta

-Harry! Lo puoi andare a chiamare per favore? Vorrei parlare un po’con lui-gli chiesi,lui annuì sconfortato e si alzò andando verso la porta-grazie..papà-dissi cercando di terminare quella frase che mi era costata molto pronunciare ma che mi fece sorridere,lui si voltò contento per poi uscire.
 
-Niall sveglia Harry,siamo quasi arrivati-disse Liam alla guida della macchina che ci stava portando all’ospedale

-sveglialo tu Za,io non voglio!-disse il biondo tirando una gomitata all’amico seduto al suo fianco,Zayn scosse la testa con vigore

-assolutamente no,è intrattabile appena sveglio e in più è nervoso per Leah!-

-andiamo ragazzi,mica vi mangia!-esclamò Liam

-sveglialo tu allora-lo incoraggiò Niall

-sto guidando-si giustificò lui sogghignando

-basta fare così ragazzi,guardate-disse Louis,lo sentii spostarsi nel sedile e poi silenzio. Fino a quando non sentii qualcosa di bagnato e freddissimo entrarmi nella maglietta
scivolando poi fino alla pancia,di scatto feci un salto sul sedile cominciando a dimenarmi tentando di togliere quello che scoprii poi essere ghiaccio. Vidi Louis e gli altri rotolarsi
dalle risate sui sedili


-razza di stronzi-imprecai quando finalmente riuscii a togliere quei dannati cubetti di ghiaccio che subito si sciolsero nella mia mano

-dovevamo svegliarti un qualche modo!-esclamò Niall battendo il cinque a Louis che si stava lentamente riprendendo

-Harry siamo arrivati-mi informò Liam mentre parcheggiava l’auto in modo che nessuno ci potesse vedere e riconoscere

-tu vai,noi ti raggiungiamo-mi disse Zayn quando mi vide impaziente mentre attendevo che tutti fossero pronti a lasciare il veicolo,annuii e veloce scivolai fuori raggiungendo le
scale interne che mi avrebbero portato all’entrata dell’ospedale più velocemente. Cominciai a percorrere  tutti i vari corridoio fino a quando non notai mia madre seduta se una sedia fuori dalla stanza di Leah,aveva il viso stanco ma appena i suoi occhi incontrarono i miei potei notare che erano più sereni di quando li lasciai


-Harry-disse avvicinandosi a e stringendomi in un abbraccio

-come sta? È sveglia?- chiesi impaziente

-è sveglia-mi rispose tranquilla sorridendomi,mi sentii enormemente sollevato,mi avvicinai alla porta ma lei mi fermò-c’è Tom dentro-

-e allora? Ci possiamo benissimo stare in due qui dentro-mi opposi ma lei scosse la testa

-stanno parlando-la guardai confuso

-di cosa?-

-di quello che si sono persi in questi anni-spalancai gli occhi incredulo e lei annuì sorridendo.

In quel momento la porta si aprì facendo uscire Tom che subito puntò i suoi occhi nei miei

-dobbiamo parlare-disse trascinandomi via fino all’atrio dell’ingresso

-ma..-

-ora-disse fermo zittendomi

-ma perché ora? Sono venuto qui appena ho saputo come un razzo e ora che sto per vederla tu hai bisogno di parlare con me così urgentemente?-sbottai

-ascolta-disse passandosi una mano tra i capelli corti-il periodo che Leah dovrà passare sarà molto difficile e non deve avere distrazioni,c’è la possibilità altrimenti che non
recuperi più-


-lo so questo,l’aiuterò sempre-risposi non capendo cosa volesse dirmi,lui sospirò

-già il fatto che siete stati insieme a nostra insaputa essendo fratelli non mi piace,in più ora lei deve anche recuperare e riprendersi..-

-cosa vuoi dire scusa?-domandai cominciando ad irritarmi

-la devi lasciare Harry,non lo so,inventati qualcosa,fai quello che vuoi ma questa cosa deve finire-disse rigido

-cosa hai detto?-ciò che mi aveva appena detto mi aveva spiazzato completamente,congelandomi lì in quell’atrio

-hai capito perfettamente,basta così-mi rispose

-tu non puoi impedirci di stare insieme Tom,è una cosa meschina!-sbottai fuori di me

-non decidi tu,chiaro?-disse assumendo anche lui un tono di voce alto

-tu allora? Tu che l’hai abbandonata quando era una bambina e ora pretendi di dover scegliere per lei?-

-sono suo padre Harry,voglio solo che si riprenda da questi coma il più in fretta e nel migliore dei modi possibile e con te non ce la farà-disse calmandosi leggermente

-io non le sarò d’intralcio,la aiuterò come ho sempre fatto!-

-non è vero Harry,e lo sai anche tu. Non si concentrerà mai su se stessa se ha te vicino,devi permetterle di ristabilirsi,devi lasciarla andare-detto questo si allontanò da me lasciandomi in preda al panico,mi aveva mostrato in faccia la realtà e stavo prendendo in considerazione che potesse avere ragione. Leah non si sarebbe preoccupata di se stessa e di guarire fino a quando io le sarei stato vicino,lei si meritava di rimettersi il più in fretta possibile.

Dopo alcuni minuti ripercorsi la strada che avevo fatto con Tom tornando indietro,se prima mi sentivo più leggero alla notizia del risveglio di Leah ora oltre ad avere il cuore spezzato mi sembrava di sprofondare dal peso di ciò che avrei dovuto fare.
Appena arrivai vidi mia madre confabulare con suo marito e i ragazzi che salutavano Leah uscendo dalla stanza

-ehi Harry,dov’eri finito?-mi chiese Zayn,li superai senza guardarli ne rispondergli e finalmente entrai nella stanza.

Lei era lì. Si guardava intorno impaurita da quel luogo stringendo che le sue piccole mani le coperte. Appena mi vide sorride raggiante e gli occhi le si illuminarono,il mio cuore perse un battito nel vederla sorridermi così felice. Mi avvicinai a lei provando a mettere su uno dei miei sorrisi migliori,le presi la mano delicatamente ma lei con forza mi tirò a se abbracciandomi,due lacrime mi bagnarono il viso,riaverla con me era la gioia più grande e il pensiero che da lì a poco mi sarei dovuto separare da lei mi faceva malissimo

-Cosa fai Styles,piangi?-disse lei ridacchiando,era unica,in un momento del genere tutte le coppie del mondo si sarebbero persi in fiumi di lacrime,noi no,lei no,lei mi sfotteva facendomi ridere quando sarei dovuto essere io a sollevarle il morale

-se ti racconto la storia del moscerino nell’occhio mi credi?-si mise a ridere

-no,ma sono comunque contenta che..-non la lasciai finire di parlare che la baciai,piano senza fretta,così da poter assaporare quelle labbra che tanto mi erano mancate

-mi sei mancata tanto-sussurrai appoggiando la mia fronte alla sua,la vidi sorridere imbarazzata mentre chiudeva gli occhi,come se stesse assaporando quel momento in ogni
sua singola sfaccettatura-ascoltami bene Leah,qualunque cosa accada io ti amerò per sempre,d’accordo?-le dissi sull’orlo del pianto,lei aprì  gli occhi assumendo un espressione confusa che la rendeva buffissima


-cosa succede Harry?-mi chiese

-d’accordo?-ripetei fissandola,avevo bisogno che mi dicesse che aveva capito,avevo bisogno di essere sicuro che le fosse a conoscenza di quanto io l’amassi

-d’accordo-mi disse dandomi un bacio leggero sul naso
 
 
 
 
 
Hi all!
Esssi io son di nuovo qui!
Come state belle? Scuola? Boyfriend? Parents and dogs? Ma fatti un po’ gli affari tuoi mi direte voi,e sapete una cosa? C’avete pure ragggggionee! È che sono malaticcia e un pochetto depressa,E NON ZO PERCHE’! D:
Bom vabbè,hablamo du capitolo va! C’ho messo davvero un sacco di tempo a scriverlo e ne sono pienamente consapevole donzelle,ma è stato un vero parto idearlo perché c’erano un sacco di cose che volevo metterci ma che alla fine avrebbero alterato tutto il resto e quindi nada,poi l’ho riletto e mi sembrava na pacchianata così l’ho riscritto e sono andata avanti così a rotoli e rotoli e rotoli e rotoli,un po’ come quelli della reggina no? Non finiscono maaaaaaiiiiii;)
Alla fine com’è venuto secondo voi? Recensite e mi fate sapere,che ne dite? Grandissssimeee!
Grazie a chiunque legga solo,mi fa piacere sapere che un minimo viene seguita:’)
Ok,mi dileguo,alla prossima fanziulleeee:’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Si piange quando si grida all'ingiustizia ***


 Harry


-Sto benone,lo volete capire? Dico a tutti e tre,insomma basta,so camminare anche da sola-sbuffò Leah,diventando leggermente rossa,che buffa che era quando si arrabbiava,buffa ma sempre bellissima. Da circa quattro giorni era stata dimessa e la riabilitazione era appena cominciata,essendo stata fissa ad un letto per un mese camminare le era diventato un po’ difficile,ma il medico ci aveva assicurato che con allenamento e con il tempo sarebbe tornato tutto come prima,stava già meglio comunque,a parte qualche ricaduta si destreggiava sulle sue gambe come un tempo

-magari ora vai un po’ a riposarti,che ne dici?-propose Tom vedendola alzarsi

-sarebbe perfetto-lo appoggiò mia madre                                                

-d’accordo,vado-disse con un tono rassegnato-ma vado da sola-aggiunse vedendo sia me che suo padre alzarci per accompagnarla,ci guardammo storto per un secondo prima di concentrare di nuovo l’attenzione su di lei

-sicura?-chiesi preoccupato

-ma certo! A dopo-disse sorridendomi. Dopo aver fatto qualche passo però mise male un piede perdendo l’equilibrio,veloce si aggrappò al cornicione della porta e si rimise dritta-è tutto apposto!-esclamò vedendo che ormai eravamo attaccati a lei per sorreggerla-tornatevi a sedere,vado su da sola-ci rassicurò

-ma ci sono un sacco di scale!-obbiettò Tom

-e io ho bisogno di esercizio no?-lo zittì lei,sorrise una seconda volta a tutti quanti per poi scomparire dietro la porta. Sia io che Tom ci sedemmo di nuovo al tavolo tendendo bene le orecchie per sentire se ci fosse stato qualche tonfo,ma niente.

-Harry,l’hai vista no? Direi che è giunto il momento,fallo e basta-mi disse freddo,poi si alzò seguendo la figlia per le scale. Mi portai le mani alla testa e sospirai sonoramente,non ce l’avrei mai fatta,sarei scoppiato da un momento all’altro. Mi ero ripromesso di non pensarci più fino a che il momento non fosse arrivato,ma in quei quattro giorni mi ero
logorato dentro tentando di trovare una soluzione per quella situazione. Sentii la mano di mia madre posarsi leggera sulla mia spalla ma la scostai con rabbia


-non toccarmi-sibilai alzandomi

-Harry!-mi riprese lei quasi scandalizzata

-non fare quella faccia! Tu sei d’accordo con lui,quindi risparmiati il discorsetto,ok?-

-ma è la cosa più giusta!-disse avvicinandosi a me

-sta zitta!-gridai,presi la porta e uscii di casa. Ne avevo abbastanza di sentirmi dire cosa avrei dovuto fare,che fosse la scelta migliore o no avrei provocato un dolore immenso a
Leah,e purtroppo non solo a lei. Mi ritrovai così in macchina,deciso ad andare a sfogarmi,forse con l’unica persona che mi potesse capire.

 
 

Leah


Ormai avevo imparato a fare finta di dormire meglio di chiunque altra persona al mondo,oserei dire. Non appena sentivo qualcuno entrare nella mia stanza gli occhi ormai mi si chiudevano automaticamente così da porre immediatamente fine ai discorsi di mio padre e di Anne riguardo alla mia riabilitazione. Dannazione io stavo bene! Ormai non avevo neanche più problemi a camminare e la loro smania di volermi proteggere da tutto e da tutti era diventata per me un incubo. Ogni cosa decidessi di fare dovevo portarmi dietro qualcuno che mi tenesse d’occhio. Harry si offriva sempre disponibile e con lui a tenermi d’occhio le cose andavano più che bene,ma il più delle volte mio padre si metteva in mezzo pretendendo di voler passare più tempo possibile con me. Di certo in quell’ultimo periodo il nostro rapporto si era riallacciato di molto e alla fine scoprii che non era poi così male,una parte di me ostentava ancora un po’ a credergli cecamente ma ormai ricominciavo a volergli bene.
Tesi l’orecchio cercando di captare un qualsiasi movimento al piano inferiore e avendo,con mia grande fortuna,scoperto di essere sola,balzai fuori dal letto dirigendomi nella stanza di Harry,aprii lentamente la porta trovandola però vuota. Incrociai le braccia al petto scocciata,per una volta che non c’era nessuno a casa se ne doveva andare anche lui,bel modo di mostrarmi assistenza eh! Imbronciata come non mai mi diressi in cucina intenzionata a mangiare qualcosa,appena arrivata al pian terreno però lo squillo del telefono mi fece sobbalzare,così,accesa la luce del salotto borbottando qualcosa di incomprensibile persino a me stessa,raccolsi l’apparecchio per poi rispondere

-si,pronto?-

-ehi, sono Louis!-sorrisi felice di risentire la sua voce

-ciao Lou,senti,se cerchi Harry credo sia uscito un attimo..-lo informai scarabocchiando sul blocco vicino al telefono

-lo so,in questo momento è qui da me. Era  da un po’ che volevamo passare del tempo insieme,perciò stasera dorme qui da me-la cosa mi prese alla sprovvista ma non ci feci
molto caso,capitava spesso che Harry dovesse lavorare fino a molto tardi e spesso si fermava a casa con i ragazzi a Londra,solo che mi chiedevo come ci fosse arrivato a Doncaster in così poco tempo se era qui a colazione,alzai le spalle,sarà andato con l’aereo privato che hanno.


-si,va bene,ma non poteva chiamare lui?-chiesi un po’ dubbiosa,cos’ha 10 anni ad aver paura di chiamare a casa per timore che la mamma non lo lasci dormire dall’amichetto?

-oh,chiamo io perché lui è sceso a comprare la cena per stasera-mi rispose pronto con la sua solita energia

-ah,d’accordo. Va bene,allora ciao-lo salutai,dopo aver accolto anche il suo saluto buttai giù ancora più irritata,non stava con me neanche quando potevamo stare da soli indisturbati,con rabbia raggiunsi la cucina,afferrai un pacco di biscotti e mi sedetti sul tavolo ad affogare le mie pene d’amore nel cibo.
 
 

Harry


-così andava bene Har?-mi chiese Louis posando il telefono sul comodino,non risposi restando sempre con la testa tra le ginocchia avendo paura di guardare persino lui in
faccia-mi vuoi rispondere? Ti presenti a casa mia d’improvviso,pallido come un cencio,raccontami cosa è successo!-neanche stavolta risposi alla sua domanda-avanti dimmi che succede!-mi prese le braccia attorcigliate alle ginocchia  liberandomi la faccia,mi alzò il viso e non appena si rese conto delle lacrime che lo bagnavano strabuzzò gli occhi assumendo un aria preoccupata.

 
 
 


-ok,pronta per la mia prima uscita da sola-si auto incoraggiò Leah,stringendosi nella felpona gialla tutta sorridente

-ne sei davvero sicura? Guarda che per me non è un problema accompagnarti-disse mia madre per l’undicesima volta come minimo

-si Anne,davvero,grazie ma no. Devo solo andare a comprare il pane,non vado mica in America!-la tranquillizzò per l’ultima volta lei mentre si allacciava le scarpe,mia madre
annuì per poi andarsene


-Leah?-la chiamai

-si?-ripsose alzandosi in piedi ed avvicinandosi a me,così tanto che per un momento fui tentato di mandare tutto all’aria,scossi la testa tornando alla realtà

-no,niente,ci vediamo dopo-misi su un sorriso e le diedi un bacio in fronte

-mi raccomando,sii puntuale eh!-mi urlò lei uscendo di casa. Ci saremmo dovuti incontrare al parco Worcester per passare un po’ di tempo insieme,ultimamente avevo cercato in tutti i modi di evitarla ma quel giorno mi ero deciso ad andare fino in fondo. Aspettai così con ansia che il tempo passasse e quando finalmente arrivò l’ora come un fulmine mi precipitai fuori di casa,prima lo facevo prima le cose sarebbero tornate alla tranquillità. Lei sarebbe rimasta a riprendersi dal coma,chissà forse se ne sarebbe andata ma a quel punto non sarebbe più stato un problema mio. Cercavo di convincermi,ad inculcarmi l’idea che fosse la cosa più giusta per entrambi ma più mi avvicinavo più mi sentivo debole.

Arrivato mi sedetti sulla panchina davanti al quale ci eravamo dati appuntamento,cercando di mantenere la calma,se fosse trasparito qualcosa la situazione sarebbe degenerata,e con più calma si faceva meglio era.


-Harry!-la sentii in lontananza chiamarmi e raggiungermi sempre sorridente a passo svelto,mi alzai e in un attimo mi circondò la vita con le sue braccia appoggiandosi al mio petto,quanto avrei voluto stringerla a me..

-scusa il ritardo,con questa giornataccia poi ti ho lasciato ad aspettare,vieni entriamo dentro ad un bar ad asciugarci,su sbrigati-mi disse tirandomi per la manica,quando si
accorse che non mi muovevo si girò a guardarmi confusa e corrucciata


-devo parlarti di una cosa-dissi freddo,lei al tono della mia voce si immobilizzò

-d’accordo,dimmi-mi sorrise dolcemente

“freddo e diretto,freddo e diretto Harry” continuavo a ripetermi,chiusi gli occhi,presi un bel respiro e mi decisi

-ho deciso di lasciarti-guardavo per terra,non volevo guardare lei,quando alzai lo sguardo vidi nei suoi occhi la confusione più totale e il dolore avanzare incalzante

-p..perchè?-soffiò dopo alcuni istanti-non mi vuoi più bene?-domandò supplicante con gli occhi sbarrati

-non è questo-risposi calmo

-e allora perché?-gridò,c’era da aspettarselo,lei è sempre stata fatta così,un secondo per elaborare la cosa e poi esplodeva a ruota libera,prima si arrabbiava e poi si
intristiva,meglio così,io avrei visto solo la Leah arrabbiata,quella disperata non ce l’avrei mai fatta


-perché i miei sentimenti verso di te non sono più quelli di un tempo!-esclamai-vedi.. ormai non riesco più a pensare a te come alla mia ragazza,quel tipo di sentimento non  c’è più-

-non ci credo… una cosa del genere non è possibile! Dimmi la verità!-si accanì lei furiosa-è colpa mia? Cosa ho fatto di tanto grave,dimmelo!-

-non hai fatto nulla di male Leah! Non è colpa tua,è una decisione mia,la colpa è mia! Ho fatto uno sbaglio e..-

-cosa? Che sbaglio?-mi interruppe

-c’è un'altra donna nella mia vita ora-sputai girandomi di spalle,lei rimase in silenzio per alcuni minuti

-mentre ero all’ospedale vero?-domandò con una calma che mi spiazzò totalmente,mi girai di scattò e potei dire addio alla mia copertura vedendola immobile in lacrime,lacrime
silenziose,che scendevano veloci sulle sue guance arrossate,le presi il viso tra le mani tentando di asciugarle-che c’è? Ti sorprendi di vedermi piangere dopo quello che mi hai fatto?-urlò lei spingendomi via con una forza che non le avevo mai visto,mi ricomposi subito-rispondimi!-annuii soltanto,lasciandole immaginare una cosa mai successa-sei davvero un bastardo Harry,strano che non me ne sia accorta prima-io annuii per la seconda volta come a darle ragione,era meglio se mi considerava tale,almeno al mio ricordo si sarebbe arrabbiata e non disperata


-non l’avevo programmato,ma è successo-

-dopo tutto quello che abbiamo passata te la fili con la prima che trovi,e in più quando io non ci sono,quando io stavo per morire ipocrita bastardo-gridò ancora più forte

-mi dispiace,ci vediamo a casa-dissi sempre freddo cercando si sembrare il più menefreghista possibile,mettendo fine a quella discussione che non voleva più finire,lei non rispose,si girò e se ne andò così come era venuta,uscendo anche dalla mia vita,una fitta al cuore mi pervase.
 


-CHE COSA HAI FATTO?-mi sbraitò contro Zayn,mi ero recato a Londra e con me tutti i ragazzi,raccontai così a tutti di ciò che era successo. Zayn sembrava indemoniato,ci teneva a lei e saperla triste per causa mia lo faceva uscire di testa

-perché non cerchi di far capire ai tuoi quanta sofferenza vi hanno arrecato con il loro comportamento egoista?-chiese Liam

-non sono egoisti,loro l’hanno voluto per Leah-risposi guardando nel vuoto

-e poi non pensi che anche lei abbia il diritto di sapere come stanno le cose?-parlò Niall

-assolutamente no!-mi riscossi all’istante-non capite? Io mi devo comunque separare da Leah. Vista questa necessità desidero essere l’unico a sapere e soffrire in silenzio
piuttosto che sconvolgere la vita a tutti e poi,se avessi detto “purtroppo la tua salute dipende da me,quindi devo lasciarti anche se ti amo”,ho l’impressione che le mi sarebbe
rimasta appiccicata,mentre se le faccio credere di essere uno stronzo patentato,si arrenderà più facilmente-per un attimo nessuno parlò


-rimane comunque una cosa ingiusta,non è.. giusto dannazione!-si torturò le mani Niall

-credi di riuscire comunque a conviverci come se niente fosse? I tuoi nervi non reggeranno lo stress-mi chiese Louis preoccupato dalla faccenda

-ci ho pensato,e credo do volermi trasferire a Londra,è la cosa più giusta,suppongo che anche lei se ne voglia andare,ma non tornerò a quel punto. Io starò qui,vi dispiace se in
casa ci sto io per un po’?-


-è casa tua anche,ti verremo a trovare il più possibile,coraggio-disse Louis dandomi una pacca sulla spalla a mo di incoraggiamento,annuii sorridendo debolmente,ma credo che mi riuscì soltanto una smorfia.
 
 

Leah


Rientrai in casa come una furia,il dolore che stavo provando in quel momento non era neanche paragonabile,il fatto di essere stata presa in giro,tradita,non da lui solo ma anche da quelli che consideravo miei amici,perché sicuramente loro sapevano ma non si erano azzardati a farmene parola.
-
questo è il pane-dissi con la voce rotta dal pianto lanciando il sacchetto sul bancone,notai Anne,mio padre e Gemma quella sera in casa,si girarono di colpo ma non proferirono parola,i miei genitori si guardarono e poi si rivolsero a me


-Leah,vieni un secondo-mi chiamò mio padre,di mala voglia ritornai indietro notando questa volta un ragazzo seduto di fianco a Gemma che sorrideva imbarazzato

-lui è Sam,il mio fidanzato,te lo ricordi vero?-mi chiese Gemma,in quel momento non connettevo molto ma mi sembrava di ricordare che nei suoi interminabili discorsi me ne avesse parlato,annuii distratta sorridendo debolmente al ragazzo che aveva fretta di andarsene quasi quanto me

-bè hanno deciso di sposarsi,non è fantastico?-esclamò Anne sorridente

-oh si,fantastico-esclamai anchio senza entusiasmo asciugandomi il viso con la manica del cappotto,da voltastomaco proprio-stai attenta Gemma,un giorno o l’altro,in un tuo momento di debolezza,il caro Sam ti metterà le corna rivelandosi il bastardo che è in realtà. Ah ma sia chiaro,non ce l’ho con te Sam,logico,non ti conosco neanche,è che sei un uomo e gli uomini si sa,sono tutti uguali-il poveretto mi guardava con due occhi spalancati,forse gli avevo messo un po’ di paura o chissà magari avevo appena salvato Gemma da un matrimonio che sarebbe caduto in rovina.

-Leah!-mi riprese mio padre,girai i tacchi e mi incamminai nella mia stanza intenzionata a non uscirci per un po’ di tempo

-Harry?-domandò Anne e li la rabbia rimontò,o forse non se n’era mai andata

-quel grandissimo stronzo può anche morire!-gridai con tutto il fiato che aveva dal secondo piano,sbattei la porta e mi andai a sedere sul poggiolo. Con che coraggio poi si era
ripresentato da me? Con che coraggio ritornava la sera a dormire nel mio letto? Con che coraggio mi guardava negli occhi? Erano queste le mie domande,era stato tanto meschino quanto surreale e alcune cose ancora erano senza senso. O forse ero io a non volerglielo dare,ero io che non mi arrendevo alla verità dei fatti aggrappandomi invano a quella che mi sembrava un ipotesi più plausibile.


Avevo versato tante di quelle lacrime da essermi prosciugata quella notte,passata rigorosamente in bianco. Avevo preso anchio la mia decisione però proprio come aveva fatto Harry,in quella casa che mi ricordava tutto di lui non ci volevo stare,mi sarei dovuta separare da mio padre ma avrei resistito. Sarei ritornata in Italia e da li questa volta non me ne sarei mai più andata. Ero stanca di essere il giocattolo di Harry,si litiga,me ne vado ma poi ritorno,no questa volta non sarebbe andata così,non sarei ritornata da lui nemmeno se mi avesse pregato. Io ormai avevo chiuso e questo voleva dire anche addio alla mia vita in questo paese.
 
 

 
 
Hi all!
E così,dopo un periodo di assenza interminabile ritorno strisciando… no scherzo,non è vero,mi scuso molto però per non esserci stata per davvero un sacco di tempo:’(
In questo capitolo,si da il via alle danze signori,perché da qui alla fine della storia ne succederanno di tutti i colori!
Avete visto che piega prende la storia? Vi piace? Ma tranquiiiiille che l’ammmmore trionfa sempre…forse… ahahah ok,no,sto zitta che è meglio:D
Bellezze recensite in tante che ho bisogno di sapere cosa ne pensate prima di pubblicare il prossimo capitolo,che è già pronto tra l’altro strano ma vero,non vi farò aspettare più così tanto,promiiiiiseee:’) quindi,aspetto voi e poi ci si vede nel prossimo capitolo,zauuuuuuu:)
(avete visto quanti points of view di Harry? LoL)
Love ya

-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Il cambiamento è inevitabile,la crescita personale è una scelta ***


3 ANNI DOPO

 
Il mio capo appoggiò la rivista sulla sua scrivania e solo allora potei notare un sorriso soddisfatto sul suo volto,mi sentii decisamente più sollevata

-ti sei superata,dico davvero Lia. Mi dispiace dirtelo Lorenzo ma l’articolo è di Lia,complimenti-concluse sorridendomi.

Dentro di me stava succedendo il finimondo,avrei potuto cominciare ad urlare dalla gioia in qualsiasi momento ma mi costrinsi a mantenere una certa serietà,mi limitai ad annuire compiaciuta e a bisbigliare ma in maniera decisa un grazie. Avevo lavorato a lungo a quel progetto e finalmente ce l’avevo fatta. Con il mio collega c’eravamo dati guerra dal primo giorno che misi piede nella sede d’ufficio della rivista più patinata in quel momento in Italia,quasi due anni fa. Il nostro capo allora,per tentare di placare i nostri animi competitivi,nell’ultimo mese ci aveva chiesto di scrivere il nostro miglior articolo,quella che gli sarebbe piaciuto di più sarebbe finito in prima pagina all’uscita del numero successivo,e quell’articolo era il mio.
Mentre lasciavo educatamente uscire per primo il mio collega potevo benissimo percepire la sia collera,assottigliai le labbra in un sorriso vincente e lui,dopo avermi regalato un occhiata di fuoco,aveva svoltato l’angolo rintanandosi nel suo ufficio.

-proprio un bell’articolo,sarà un successo-si congratulò nuovamente il mio capo

-è troppo gentile,ho fatto solo il mio lavoro-tentai di sminuire quelle troppe lusinghe che stavo ricevendo,fummo interrotti da una nostra collaboratrice,nonché mia grande amica

-mi scusi capo ma c’è una chiamata per la signorina-ci annunciò

-certamente,vai pure Lia-mi congedò,annuii e uscì seguita da Caterina

-signorina? Cos’è tutta questa formalità?-la canzonai ridacchiando

-mi sembrava più adatto davanti al capo-disse lei con un alzata di spalle leggera-ma passiamo alle cose importanti,che ha detto? Gli è piaciuto?-chiese eccitata

-l’articolo è mio - risposi semplicemente permettendomi qualche movenza da vittoria,lei batté le mani contenta

-te l’avevo detto no? Ah,sono proprio contenta! hai datto una bella lezione ad Armeniaco-disse annuendo-brava-

-ti rendi conto,un articolo tutto mio!-ancora non ci potevo credere

-ti passo la chiamata in ufficio donna in carriera,io intanto vado a spifferare la tua vittoria un po’ in giro-mi informò già concentrata su ciò che avrebbe detto

-ok,ma con discrezione,intesi?-mi raccomandai prevedendo il putiferio

-perché? Io non sono discreta?-domandò retoricamente sogghignando e divedendosi da me raggiungendo il centralino.

Ancora ridendo entrai nel mio ufficio e mi accomodai alla scrivania,prendendo la cornetta in mano

-pronto?-risposi educatamente aspettandomi di dover conversare in ambito lavorativo

-Leah!-esclamò l’altro contento,mio padre

-ciao papà,che succede?-domandai sospirando ma contenta di sentirlo

-come che succede? Non posso chiamare la mia bambina per sapere come sta?-sembrò un  po’ offeso

-ma certo che puoi,mi sembrava solo strano che non mi avessi chiamato a casa,tutto qui-mi spiegai

-ascolta,Anne voleva sapere se era tutto apposto e pronto-ecco il perché della telefonata-ti ricordi tutto vero? Hai già messo tutto in valigia?-

-si papà,tra te e lei mi avrete chiamato quindici volte in quattro giorni,mi ricordo tutto,sta tranquillo-sbiffai stizzita

-bravissima,sai non vediamo tutti l’ora di rivederti,è tanto che non ci vieni a trovare-disse addolcendo il tono,sorrisi

-lo so papà,ma ho tanto da fare,lo sai-

-chiedile dell’articolo-sentii dire in sottofondo,probabilmente da Anne

-ah giusto! E l’articolo? L’ha accettato vero?-domandò curioso e avido di sapere,ridacchiai al pensiero che probabilmente tutta Holmes Chapel sapesse che oggi era il giorno
della consegna,ma mio padre era orgoglioso di me e io ne andavo estremamente fiera,e poi dai,chi è che a 21 anni,con soli due anni di esperienza riesce ad ottenere un articolo
in prima pagina?


-proprio così,uscirà il prossimo mese-confermai

-fantastico! Brava la mia ragazza,te l’avevo detto Anne!-risi  pensando a come in questo momento Anne alzava gli occhi al cielo-bene,allora ci vediamo lunedì,fa buon viaggio,ricordati i campioni di tessuto,ti voglio bene e mi sembra di averti detto tutto-

-anchio papà,ciao-risposi prima di attaccare.

Posai la testa sulla scrivania sospirando,la settimana prossima,ovvero tra due giorni,sarei dovuta partire per l’Inghilterra per il fantomatico matrimonio di Gemma,da come lei stessa mi ci aveva buttato dentro coinvolgendomi in qualsiasi cosa sembrava quasi che fossi io la sposa. Avevo passato praticamente tutto l’ultimo mese a girare boutique per testare campioni,confrontare colori e tessuti e le varie forme di corpetti. Finalmente si sarebbe sposata così da mettere fine a quello strazio.
Negli ultimi 3 anni avevo cercato di mancare il più possibile alle riunioni di famiglia oltreoceano ma a questa era stata imposta la mia presenza. Sam,lo sposo,non si era ancora rivelato il tipo d’uomo che avevo pensato,facendolo sembrare un poco di buono anni prima. Sorrisi al pensiero,a quei tempi,e nello stato in cui mi trovavo quella sera,dovevo avergli dato  un impressione da pazza schizzofrenica. Non avevo avuto modo di fare la sua conoscenza in modo più profondo data la mia assenza ma se Gemma era ancora intenzionata a sposarlo dopo 3 anni di fidanzamento significava che era un tipo apposto tutto sommato. Accantonai quei pensieri rimettendomi al lavoro fino a quando Caterina non mi venne a chiamare per tornare a casa insieme.

Accostò la sua auto davanti al portoncino di casa mia

-allora siamo d’accordo,alla prima tentazione mi chiami e io ti vengo a riprendere,ok?-cercò di incoraggiarmi Caterina avvolgendomi in un tenero abbraccio

-non credo di potercela fare,una settimana intera? Io scappo prima da quella casa!-mi lagnai

-vedi solo di non dargliela vinta,sai cosa devi fare. Donna matura,responsabile e che sa controllarsi,intesi?-pronunciò autoritaria guardandomi seria,come chi la sa lunga

-non ce la farò mai Cate,dico davvero!-

-ora non sprofondare in depressione su!-scossi la testa in disappunto

-riceverai una mia telefonata già lunedì-annunciai per poi posarle un bacio sulla guancia e scendendo dall’auto,la sentii ridacchiare

-una settimana passa veloce vedrai,in bocca al lupo!-mi urlò per poi sgommare via. Fissa la piccola automobile azzurra fino a quando non scomparve tra il traffico genovese e
poi entrai in casa.


 
Tamburellavo nervosamente con le dita  sulla mia gamba diventando sempre più irritabile man mano che il tempo passava,che le valige scorrevano sul nastro e che della mia non se ne vedeva neanche l’ombra.
Non potevano avermi perso la valigia,no era scientificamente impossibile essere più sfigati di me,quella mia permanenza in Inghilterra stava iniziando decisamente male, già io non ci volevo neanche venire,proprio per non farmi del nervoso e rifarmi del male nel rivederlo e in più ora mi avevano anche perso la valigia,così io sarei stata ammazzata dalla sposina su di giri perché all’interno c’erano tutti i campioni degli abiti!
 Mi diressi a grandi falcate verso il primo punto d’informazioni che avvistai,la signorina in blu mi sorriso cordiale mentre io ribollivo dalla rabbia,chi l’avrebbe sentita ora Gemma?

-in cosa posso esserle d’aiuto?-mi chiese gentilmente

-la mia valigia non è passata sul nastro,presumo ci sia qualche cosa che non va-risposi secca

-ha guardato bene?- mi stava prendendo in giro forse?

-certo che si!-esclamai,lei annuì mentre dal computer al suo fianco cercava informazioni

-oh-pronunciò e questo non annunciava nulla di buono

-prego?-chiesi conferma dei miei dubbi

-sembra proprio che sia finita a Wakefield-lo sapevo

-fin laggiù?-esclamai esterrefatta-in quanto potrò riaverla?

-in due giorni circa dovremmo riuscire ad averla,è un aeroporto piccolo quello,ce la spediranno subito- mi informò con tono scusante

-è importante che io l’abbia al più presto-specificai

-sicramente-annuì lei
E così dopo aver riempito moduli allo sfinimento e dato il mio indirizzo alla signorina in blu chiamai un taxi

-dove si va bella signorina?-mi chiese il tassista sfoderando un sorriso,a parer suo,ammaliante

-Holmes Chapel,le darò l’indirizzo non appena entreremo in città-

-è un bel viaggetto da Londra-

-lei pensi a guidare!-sbottai infastidita,l’uomo mi guardò male ma non disse nulla

Quando l’auto si fermò erano passata circa 2 ore,pagai il tassista una somma smisurata e mi incamminai verso la porta.
“donna matura,responsabile e che sa controllarsi” mi ripetevo da minuti ormai ferma sotto il porticato senza il coraggio di bussare. All’improvviso la porta si aprì facendomi sobbalzare,all’interno della casa si stagliava bella come non mai la futura sposina che si buttò praticamente su di me avvolgendomi in uno dei suo calorosissimi abbracci,mi era mancata dopotutto

-Leaahhh! È tantissimo che non ti vedo! Come stai? Il viaggio com’è andato? Dammi la valigia che tu aiuto,aspetta,dov’è latua valigia?-chiese sbirciando dietro di me,presi
un bel respiro e poi glielo dissi


-a Wakefiel-trattenni il respiro vedendola sbiancare

-o mio dio! E ora come si fa? Avevi tutti i campioni dei vestiti e il tuo abito e il quaderni con le liste e il resto!-strillò prima di cadere in un pianto nervoso,fui presa dal panico

-no Gemma,un paio di giorni e me la riportano,tranquilla.provai a consolarla-ma non piangere,anche in Inghilterra ci saranno le stesse fantasie di tessuto,ce la faremo-

-ma manca meno di una settimana Leah!-esclamò

-lo so,ci daremo da fare,vedrai-dissi asciugandole le lacrime-ecco perché non mi sposerò mai,troppe crisi di nervosismo-le dissi facendola sorridere

-dov’è la mia bambina?-ci raggiunse una voce

-papà!-esclamai andandogli in contro-come stai?-gli domandai mentre mi abbracciava forte

-benissimo! Vieni sono tutti in salotto-a quelle parole mi si fermò il cuore,ma ricominciò a battere non appena vidi che con “tutti” intendeva i parenti da parte di Anne e Anne
stessa che mi venne incontro abbracciandomi,potei riconoscere anche la signora  che anni prima avevo praticamente insultato che mi fissava di sottecchi


Lui do’vera? Smettila! Non ti interessa!

-c’è un enorme problema mamma-esclamò Gemma appena tutti fummo in salotto-hanno perso la valigia di Leah-si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona

-come persa? E dove?-chiese Anne allarmandosi

-a Wakefield,hanno detto che in due giorni dovrebbero riuscire a mandarmela-spiegai sedendomi affianco alla signora che ancora mi fissava

-o cielo! Noi però non abbiamo due giorni! La scaletta delle cose da fare da qui al matrimonio è lunghissima,non possiamo rimandarla di due giorni,assolutamente!-mi
spiegò Anne versando dall’agitazione thein qualsiasi tazzina che si trovasse alla sua portata,mi veniva da ridere ma la situazione era già grave così mi contenni.


-non c’è altro da fare,bisogna andare a recuperarla di persona,fino a Wakefield ci vorranno si e no 3 orette,se parto adesso potrò essere di ritorno per cena-propose mio padre

-no Tom tu servi qui,devi aiutarci con i tavoli-lo fermò Anne

-e allora chi ci va scusa? Tutti qui abbiamo da fare qualcosa-

-ci vado io,la valigia è mia e poi dentro ci sono cose che servono urgentemente-dissi guardando Gemma che annuì

-no no,sei appena arrivata e sarai stanca,tu riposati-disse mio padre

-tranquillo papà,sto bene,l’unica cosa è che mi dovrai prestare la macchina-

-è occupata anche lei-sorrise-è da Sam per portare i suoi genitori in città-ok,questo era un problema

-andrò con il treno-non capivano che dovevo stare il meno possibile in quella casa?

-ma è scomodo-obbiettò Anne

-tranquilla,l’ho fatto altre volte-le sorrisi,poi mi ricordai che lei non sapeva nulla della mia piccola fuga a Londra anni prima,così mi affrettai a cambiare discorso-bene,allora io
vado
-dissi alzandomi


-facciamo così,Harry passa di lì per tornare a casa,può benissimo darti un passagg..-

-no!-esclamai,mi guardarono tutti sorpresi-ehm,no,non ce n’è bisogno davvero,con il treno farò presto-

-no Leah,già andare fino a Wakefield in treno è scomodo,almeno al ritorno viaggerai comoda-mi incoraggiò

-non vorrei essere di disturbi ecco-ritentai

-a Harry non darà alcun fastidio,sarò contento di rivederti anzi. Lo vado subito a chiamare-

-grandioso-esclamai con tono lugubre-a dopo-mio padre mi posò un bacio sulla fronte e poi uscii di casa maledicendo la mia stupida boccaccia.



Dopo tre ore giunsi finalmente a Wakefield e il mio nervosismo era alle stelle,in quel momento ero nel deposito bagagli del piccolo aeroporto che attendevo firmando documenti mentre cercavano il mio bagaglio. Finalmente un ragazzo mi raggiunse con la mia amata valigia al suo seguito,tirai decisamente un grande sospiro di sollievo,Gemma ora poteva stare tranquilla

-ecco a lei,ci scusiamo ancora-mi disse porgendomela

-grazie-gli sorrisi e con la mia valigia stretta in mano mi incamminai all’uscita per poi dirigermi verso la piazza principale dove mi sarei dovuta incontrare con Harry. Sbuffai sonoramente,infastidita da quel contatto troppo ravvicinato che avremmo dovuto avere,addirittura chiusi dentro ad un auto per tre ore,da soli! Mi ripromisi di non guardarlo mai negli occhi e di non permettergli di instaurar una qualsiasi conversazione con me,saremmo stati dei semplici passeggeri,passeggeri del tutto estranei se possibile.
Ero una ragazzina 3 anni fa e mi aveva provocato tanto di quel dolore lasciandomi in quel modo che al solo pensiero mi veniva da piangere. Guardai in alto non permettendo per orgoglio alle lacrime di scendere sulle mie guance mentre un auto si accostava al mio fianco,un auto che purtroppo conoscevo fin troppo bene.
 
 


Hi all!
I’m back! Yes i’m back in black!
Ok basta,accantoniamo per un attimo la mia fuoriditestaggine c:
forse mi faccio lo smileyyy yeeee e non ve ne frega niente yeee :D
passando alle cose serie,si fa per dire,il capitolo. Partendo dal principio che non mi piace molto lo trovo un capitolo che spiega un po’ la vita di questa nuova Leah in versione più matura,come la trovate? Nel prossimo invece scopriremo cosa ne pensa e come se la passa quel gran mattacchione di Harry,quindi mi lasciate qualche recensione in più per favvoreee? :’C
Grazie a chi ha recensito,anche a chi la fa troppo piccina e mi finisce nei messaggi,mi va benissimissimo comunque,grazie mille :’)
 Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Nuova vita,vecchi rancori ***


Stupita? Non si poteva dire che fossi stupita,ero piuttosto amareggiata,delusa,irascibile ,confusa e incredula quando i miei occhi non incontrarono due iridi verdi come mi ero aspettata ma bensì due azzurre.

Lui non si era presentato.

E chi mandare come sostituto se non l’unica persona che non ero riuscita ad odiare in tre anni? Sapeva tutto,quel bastardo sapeva tutto di me. Sapeva che Niall era la persona che riusciva a farmi tranquillizzare in situazioni estreme,sapeva che con lui non avrei mai attaccato a litigare,sapeva che così mi avrebbe trovata calma al nostro incontro,sapeva sfruttare ogni suo mezzo a suo vantaggio. Non lo avevo ancora rivisto e già lo odiavo.

-ehi Leah!-mi accolse calorosamente abbracciandomi-ma guarda un po’ te,sei così diversa,non sei decisamente più una ragazzina-arrossì leggermente ma lui non lo poté notare perché ero stretta contro il suo petto

-ciao Niall,mi sei mancato-ed era vero,nei primi mesi in cui me ne andai si era fatto sentire,ed era stato l’unico. Non è che mi entusiasmasse tanto parlare con qualcuno di così vicino a Lui ma poco a poco riuscii a sciogliermi trovando in Niall un amico fidato. Rimasi molto delusa dagli altri tre,soprattutto da Zayn che era il mio migliore amico,mi sarei aspettata più lealtà nei miei confronti da parte sua.

-come mai ci sei tu qui?-chiesi al limite della curiosità

-oh,Harry ha avuto un imprevisto e non è potuto venire-disse velocemente come se avesse provato quella frase almeno un milione di volte,lo guardai storto

-Niall non sono più una ragazzina,puoi dirmelo se non è voluto venire,anzi non lo biasimo neanche-mi rivolse un sorriso che lasciava trasparire imbarazzo e scuse silenziose

-ho una cosa per te-disse cambiando discorso tornando a sedere composto sul suo sedile ma mantenendo sempre lo sguardo sul mio,d’un tratto si fece più serio,il viso divenne
concentrato mentre chiudeva gli occhi muovendo le labbra come se si stesse ripetendo la lezione di storia,poi li riaprì di scatto-bentorneta blissima-si aprì in un grande sorriso e si rilassò leggermente come se avesse appena concluso una lunga maratona,io scoppiai inevitabilmente a ridere nel sentire un così storpiato italiano-ho sbagliato qualcosa?-chiese timidamente


-no Niall sei stato molto carino,davvero-gli diedi un bacio sulla guancia che parve rassicurarlo-grazie-gli dissi in italiano,lui dovette capire perché annuì ma non si avventurò in una nuova risposta nella lingua a lui straniera

-si parte?-mi chiese mettendo le mani sul volante

-forza,andiamo-esclami.

 
Le successive tre ore passarono in un lampo,se all’andata credevo che sarei tornata a casa con l’umore sotto i piedi dovetti darmi torto. La presenza di Niall mi aveva completamente tranquillizzata per tutta la durata del viaggio riuscendo così a conversare amabilmente  con il biondo per tutto il tempo.

-Niall?-lo chiamai,lui si voltò dopo aver chiuso il portabagagli e avermi fatto riavere la mia sventurata valigia-lui sa che mi hai cercata dopo che lasciai l’Inghilterra?-chiesi,era
una domanda che mi frullava in testa da tempo e finalmente ero riuscita a formularla. Assunse un aria triste e colpevole


-no,non gliel’ho detto. Sapevo che se l’avessi fatto lui si sarebbe arrabbiato-mi spiegò

-arrabbiato? Ma non ha senso!-esclamai confusa,Niall sussultò come se gli avessero tirato addosso dell’acqua gelata

-entriamo,Gemma starà aspettando il suo abito-cambiò velocemente discorso

-spiegami prima Niall perché non riesco a capire-lui si bloccò scuotendo la testa

-non farmi dire niente,ti prego-il suo sguardo,il tono della voce ma soprattutto le sue parole mi misero a disagio,non riuscivo a capire cosa mi stesse nascondendo di così tanto grave a tal punto da supplicarmi di non chiedergli nulla

-Leah-mi richiamò-entriamo- mi disse. Dopo qualche secondo che spesi ad osservarlo annuii debolmente prima di seguirlo all’interno della grande casa.
 
 
Harry

Si,ero un codardo,e allora? Tutti avrebbero fatto la stessa cosa che avevo fatto io,spero. Ma il solo fatto di stare così tanto a contatto con lei sapevo che avrebbe portato ad una lite,lei mi odiava,e faceva bene. Anche io mi odiavo per quello che avevo fatto e per il peso e il dolore che da tre anni mi portavo costantemente dietro. Qualunque donna io baciassi,qualunque donna io toccassi,mi aspettavo che fossero le sue labbra,che fosse il suo corpo a modellarsi sotto le mie mani,ma come sempre,rimanevo deluso. E questa forse non era nemmeno la punizione più giusta per il dolore che le avevo inflitto,lo avevo fatto per il suo bene,perché si ristabilisse da quello straziante per me ma terribile per lei coma. Avevo chiesto un grande favore ai miei amici,di non cercarla. Ero stato meschino,lo so e non tutti avevano trovato fattibile ciò che gli avevo chiesto,soprattutto Zayn che non mi parlò per tre giorni,era legato a lei,e come me il pensiero di farla soffrire,di farla sentire sola,lo torturava. Gli avevo chiesto di farlo per un semplice mio pensiero egoista,molto egoista,sapevo che loro avrebbero parlato di lei anche non facendolo apposta e io ci sarei stato male,sarei stato male al pensiero che loro potevano parlare e scherzare con lei quando io non avrei mai potuto. E quando ricevetti quella telefonata da mia madre in quel primo pomeriggio mi sentii crollare il mondo addosso,non potevo farlo,sarebbe stato come se il muro creato minuziosamente per anni si rompesse lasciano trasparire ogni mio singolo pensiero su quella ragazza dagli occhi grigi. Così chiesi a Niall di andarla a prendere al posto mio perché sapevo benissimo che quel biondo la tranquillizzava,uno strano senso di gelosia mi pervase per un secondo prima di darmi dello stupido per aver dubitato del mio amico. I miei pensieri contorti furono interrotti bruscamente dalla voce stridula di mia sorella che annunciò l’arrivo dell’unico soggetto dei miei pensieri precedenti. Sapevo che se non fossi uscito presto dalla mia stanza raggiungendoli al piano terra sarebbe entrata in gioco mia madre urlando di scendere così,dopo aver preso un lungo respiro e aver picchiato più volte la testa contro lo stipite bianco della portami decisi a scendere. Appena terminai di scendere le scale scorsi Niall uscire dalla cucina,da dove proveniva un forte brusio di voci,dirigendosi velocemente alla porta

-Niall-lo chiamai,lui sussultò nel buoi per poi girarsi verso di me riconoscendomi all’istante-com’è andata?-chiesi curioso,lui parve pensarci un po’ prima di rispondere

-bene-mi confermò poi alla fine sorridendomi-è in cucina,buona fortuna-mi fece l’occhiolino

-grazie.. per essere andato-gli dissi

-tranquillo amico,ora va-mi incoraggiò,io annuii ed entrai in cucina mentre lui usciva da casa Styles

-oh Harry finalmente,guarda un po’ chi c’è-mi accolse mia madre indicandomi il bancone dietro alla quale era seduta una bellissima e diversissima Leah,le sorrisi in modo cordiale trattenendomi dall’urlare sedendomi poi davanti a lei

-Leah-

-Harry-la sua voce,il mio nome pronunciato con la sua voce,possibile che per così poco andassi in iperventilazione? Lei al primo impatto mi sembrò stranamente calma ma dopo averla osservata attentamente notai i suoi denti torturare nervosamente il sottile labbro inferiore mentre si accingeva a scrivere qualcosa su un foglio. Mia sorella seguiva ogni cosa che la mano di Leah scrivesse per poi annuire due secondi dopo,si doveva trattare degli schizzi degli ultimi ritocchi per il matrimonio. Non mi stava dando attenzione e la cosa mi faceva innervosire,anche lei si sarebbe dovuta sentire a disagio come il sottoscritto,possibile che non gli facessi più alcun effetto? Io pretendevo la sua attenzione così cominciai a stuzzicarla un po’?

-il viaggio com’è andato?-lei finalmente alzò lo sguardo puntando le sue iridi grigie nelle mie verdi facendomi rabbrividire leggermente

-non poteva andare meglio-disse fredda

-mi dispiace non essere potuto passare ma ho avuto un contrattempo e non saremmo arrivati più a casa-spiegai,inventando più che altro

-eppure tu sei arrivato prima di noi-puntualizzò prendendomi in contropiede

-questioni di priorità-soddisfai la sua curiosità e lei socchiuse gli occhi

-non lo metto in dubbio-terminò lei,sorrisi trionfante mentre lei si rimetteva all’opera

Leah


Mi stava facendo perdere le staffe,mi stata importunando volontariamente e io ci stavo cascando. Dopo aver terminato l’elenco di cui Gemma aveva bisogno aiutai Anne e la figlia ad apparecchiare la tavola

-allora Leah a ragazzi come siamo messi?-mi chiese all’improvviso Anne,sentii Gemma ridacchiare al mio fianco mentre io arrossivo

-Anne! Stai per sistemare tua figlia,a me ci penseremo in un altro momento-esclamai buttandola sul ridere,anche se non avrei mai voluto,dolorose immagini si rifacevano vive
nella mia mente,cercai si scacciarle per fortuna riuscendoci. Sentii Anne ridere


-bè ormai una figlia è praticamente sistemata,bisogna pensare all’altra ora-disse dolce,le sorrisi teneramente. Quella donna era qualcosa di immaginabile,forte,sicura e molto protettiva e cosa più importante mi considerava come se fossi realmente sua figlia

-ehi mamma! Stai distogliendo l’attenzione sulla sposa qui presente,mi offendi così!-esclamò ridacchiando Gemma-ma comunque,cara Leah,sei in ottime mani. Si sa che ai matrimoni si fanno sempre deliziose conoscenze e io ho già in mente con chi staresti benissimo-cinguettò lei posando un bicchiere sul tavolo-e sarà qui a momenti-

-vedo che state già programmando un mio futuri,e che sia chiaro molto futuro,matrimonio-osservai divertita

-è un gran bel ragazzo e sono sicura..-
 
-ti ricordo che ti stai per sposare-la interruppi,lei mi guardò scandalizzata

-questo non vuol dire che non tenga d’occhio la popolazione maschile che mi gira intorno!-esclamò

-Gemma!-la rimproverò Anne ma si capì benissimo che stava ridendo anche lei come me

-aggiungine ancora uno lì per cortesia cara-mi disse mentre armeggiava con pentole e padelle

-ma siamo giusti,non ho sbagliato-chiarii ricontando mentalmente il numero dei piatti e confrontandolo con il numero delle persone presenti a quella cena

-ci sarà anche il testimone di nozze di Sam questa sera-mi spiegò lei,vidi Gemma farmi l’occhiolino

-oh-esclmai finalmente capendo. In quel momento il campanello suonò

-dev’essere lui. Gemma vai per cortesia?- le chiese

-certo e tu vieni con me-disse afferrandomi per il polso e trascinandomi via con lei

-Anne,sicura che non ti serva una mano?-tentai disperatamente

-no cara vai pure-le annuii mentre uscivo dalla cucina,quanto avrei voluto restare lì dentro con lei,almeno mi sarei risparmiata la vista di una testa riccia che mi fissava sorridendo
scaltra,gli regalai un occhiata gelida e di pura sfida che lui parve accettare silenziosamente,vedremo chi vincerà alla fine piccolo Styles


-Dan!-sentii la voce del futuro sposo farsi sentire,spostai lo sguardo su di lui e notai un ragazzo stretto tra le sue braccia,quando i due si allontanarono lo sconosciuto abbracciò anche Gemma che non perse un secondo trascinandomi dietro di lei,notai così il testimone di nozze,Dan. Era oggettivamente un bel ragazzo,capelli corti biondo cenere e due occhi nocciola dolcissimi,mi ricordò vagamente Liam ma scacciai il pensiero.

-Dan questa è Leah,Leah questo è Dan-ci presentò allegra Gemma incitandomi con lo sguardo a continuare quella sottospecie di conversazione

-ehm..ciao-gli porsi la mano timidamente suonando più impacciata di quello che in realtà ero

-piacere di conoscerti-mi sorrise gentile studiandomi curioso mentre io osservavo attentamente il suo volto trovandolo sempre più bello

-Gemma,abbiamo fame,avete finito di là in cucina?-una voce risuonò alle mie spalle,secca e dura

-oh,ehm,non ne ho idea ma credo di si-farfugliò lei

-perché non vai a vedere se è pronto Leah-mi disse Harry guardandomi storto per poi posare il suo sguardo irritato sul ragazzo di fronte a me,la cosa mi fece innervosire

-la mamma non te le ha fatte le gambe o ormai sei abituato a dare ordini a tutti?-gli risposi più acida che mai

-che cos..?-

-controlla da solo,sono occupata ora-terminai la ramanzina guardandolo fissa negli occhi,lui sembrava offeso e allibito dalla mia prontezza di risposta ma ormai si doveva abituare,era stato lui il primo ad iniziare e io non avrei di certo finito li. Sentii tossire debolmente Dan come a far presente la sua presenza,tornai a guardarlo e sul viso era dipinto
puro imbarazzo.


 
Harry

Le stava sorridendo,ancora! Si era seduto accanto a lei e per tutta la cena avevano riso e scherzato,infilzai con rabbia il povero pollo che si trovava nel mio piatto  continuando a fissare quei due. Lui sembrava tranquillo,felice,parlava sciolto con la ragazza al suo fianco ridendo alle espressioni buffe di Leah che lei faceva sempre involontariamente mentre parlava,lei invece rispondeva alle molteplici domande che lui le poneva con astuzia,rivelando quello che voleva che fosse rivelato e nascondendo ciò che voleva nascondere,e in più rideva,rideva alle sue battute,si portava una mano alla bocca nascondendo il suo sorriso perfetto. Se n’era sempre vergognata,lo sapevo fin troppo bene,si vergognava di ridere mostrando il suo sorriso a tutti,così allora alzava una mano cercando di celare quello per cui io stravedevo.E questo non doveva succedere,lei doveva ridere con me non con..Dan! lui era uno sconosciuto e per giunta americano,come lo sposo. Si sa che gli americani con le italiane non stanno bene,meglio di gran lunga gli inglesi. Mentre annuivo convinto al mio pensiero riuscii ad intercettare qualche parola tra i discorsi di mia madre e suo marito

-li trovo deliziosi insieme-disse mia madre

-già,Gemma aveva ragione,sono perfetti-annuì Tom

-secondo me sembrano troppo finti-intervenni prontamente io,entrambi gli sguardi dei miei genitori si puntarono sul mio curiosi e stupiti-e poi lui non è realmente
interessanto,si capisce chiaramente
-conclusi


-secondo me ti sbagli Harry,Sam mi ha assicurato che Dan è un bravo ragazzo-mi contraddisse mia madre

-e poi si vede dal modo in cui la guarda che le piace-si aggiunse alla conversazione mia sorella

-mi hai tolto le parole di bocca-disse Tom-bel lavoro Gemma- alzai gli occhi al cielo sbuffando,possibile che solo io li trovassi così..irritanti?
 
 
Hi all!
Mi scuso innanzitutto per il ritardo con cui mi pubblico il capitolo ma ci sono stati vari problemi di scrittura e stesura,il fatto è che avrei rivelato troppo dei miei malefici piani per i nostri Harreah e quindi ho riscritto tutto ;)
Allora,il capitolo. In questo 18esimo capitolo si capisce meglio il punto di vista di Harry dopo i 3 anni di silenzio sull’argomento “Leah”. È un Harry cresciuto anche lui ma questo si vedrà più avanti ma soprattutto è un Harry super mega giga gelosssso! Ahahah non è tenerissimo? Bè che dire,e questo è solo l’inizio..
Bene,detto questo ringrazio chi legge la mia storia e mi dileguo per la vostra felicità,adiossss :-) ( che brutta è la faccina col naso? AHAHAHAHHA)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** L'orgoglio è l'immancabile vizio degli stupidi ***


Era chiaro ormai che la mia mente funzionava come un calendario. Solo che questo calendario comprendeva una sola settimana,o meglio,6 giorni ormai. Infatti ogni minuto che passava sentivo come se un peso si stesse lentamente togliendo dal mio stomaco. Mancavano 6 giorni,6 giorni e poi sarei tornata al mio fantastico lavoro nella mia fantastica Italia,senza matrimoni all’orizzonte,scenate d’isteria della sposa,testimoni di nozze particolarmente attraenti e soprattutto senza Harry. Non riuscivo neanche ad incrociare il suo sguardo con il mio,era come se le sue iridi verdi scavassero il più possibile dentro di me per tentare di capire ciò che si era perso in tre anni di lontananza ogni volta che mi guardava. E io sapevo che mi guardava,sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle e mandarmi in tilt ma come sempre mi concentravo su qualcos’altro,come gli innumerevoli compiti che Gemma mi aveva affidato,e riuscivo a cavarmela. Dopotutto con tutto quello che avevo da fare in quella settimana,e se rispettavamo rigorosamente la tabella di marcia creata non ci sarebbero stati poi tanti momenti in cui avrei potuto perdermi dietro ad Harry.
Mi feci velocemente una doccia per poi scendere in salone dove la giornata per molte persone era già iniziata da parecchio

-chi si vede! Già che c’eri potevi dormire ancora un po’ tanto qui non abbiamo bisogno di una mano-mi diede il buongiorno stizzito il disgraziato con la testa a fungo,era immobile in bilico su una sedia mentre reggeva sulle spalle la sorella intenta ad appendere alle pareti festoni gialli. Gialli? Che razza di colore è per dei festoni matrimoniali? Il giallo si usa ad una festa per la futura nascita di un bambino quando ancora non si conosce il sesso del pargolo ma non ad un prossimo matrimonio!

-non mi sembra che tu in grado di parlare,vista la tua posizione-lo sfidai cattiva,lui fece una smorfia mentre la sorella gli metteva non proprio delicatamente un piede in testa

-sta fermo Harry!-si lamentò questa

-io sono fermo!-

-no che non lo sei altrimenti non ti avrei detto niente-

-taci che qui la fatica la sto facendo io!-rispose offeso

-ma per favore-ridacchiai passandogli affianco sorridendo

-qualche problema?-mi chiese assottigliando gli occhi

-non sei nemmeno in grado di reggere il peso di una donna che sarà la metà del tuo,questo ti fa sentire un uomo virile Harry?-lo stuzzicai

-meglio di te che poltrisci senza far niente di certo-mi rimbeccò

-per tua informazione per questo matrimonio ho sgobbato come un mulo quindi non puoi permetterti di dire niente- lo zitti punta nel vivo,stavo per aggiungere qualcos’altro quando Anne fece capolino dallo studio di mio padre

-o buongiorno cara,ho proprio bisogno di un tuo grande favore-esclamò,dopo aver lanciato un ultima occhiataccia ad Harry spostai l’attenzione sulla donna al mio fianco

-certo,dimmi pure-sorrisi

-ho bisogno che tu vada a recuperare gli ultimi parenti,tra cui le tre damigelle all’aeroporto-ma sempre all’aeroporto devo andare io?-ti spiace?-chiese studiando la mia
espressione


-oh no,certo che no,figurati-tentai di riparare

-d’accordo allora,queste sono le chiavi-disse porgendomi le chiavi dell’auto di mio padre-e vediamo..Dan! accompagnala per cortesia-aggiunse,subito al sentire il suo nome
mi agitai


-n..ma..no Anne,n..non ce n’è bisogno-farfugliai notando il bel ragazzo dagli occhi nocciola avvicinarsi sorridente

-ma certo Anne,con piacere,andiamo?-mi chiese gentile,annuii imbarazzata mentre lo sorpassavo dirigendomi alla porta

-vengo anche io!-esclamò una voce,mi girai lentamente uccidendo con lo sguardi il riccio

-no grazie-risposi fredda

-ma non li riconoscerete senza di me-obbiettò scaltro

-ci appenderemo un cartello al collo!-esclamai esasperata afferrando per il polso Dan e trascinandolo fuori facendo rimanere allibito e furioso Harry all’interno della casa. Entrai
velocemente in macchina e mi misi ad osservare dubbiosa il volante fino a quando il passeggero al mio fianco non richiamò la mia attenzione


-ehm..sai guidare?-chiese impacciato,io mi riscossi all’istante

-oh certamente,solo che non sono abituata a guidare da questa parte-spiegai evidentemente in imarazzi

-tranquilla-mi sorrise-se vuoi guido io-

-no,no va bene,ci provo-

-ok,allora ti aiuterò io da qui-disse,gli sorrisi grata mentre accendevo il motore dell’auto.

-non ci attaccheremo davvero dei cartelli al collo vero?-mi domandò preoccupato Dan appena arrivammo all’aeroporto scrutando in faccia ogni persona

-no certo che no,era solo per zittire quell’idiota-risposi alzandomi sulle punte per scorgere miracolosamente qualcuno che magari aveva visto in foto

-come mai tanto rancore per Harry? Mi sembra un tipo apposto-mi chiese e tra un po’ non soffocavo

-credimi,in Harry Styles non c’è niente di apposto,è solo un montato-risposi rabbuiandomi

-mh,ok,non volevo farti intristire-disse guardandomi preoccupato,interruppi la mia ricerca per guardarlo meglio,gli sorrisi dolcemente

-è una storia vecchia ormai-gli dissi ritrovando a fatica il sorriso

-meglio così,sei più bella quando sorridi-affermò sorridendo,avvampai all’istante mentre dentro di me avrei voluto solo urlare,urlare per quel fottuto ragazzo che mi stava stravolgendo la vita ancora dopo tre lunghi anni,scossi quei pensieri maledicendo la mia mente contorta

-ehm ehm,Leah Styles?-sentii squittire una voce al mio fianco,mi girai e potei notare un uomo,una donna e tre ragazze,che avranno avuto dai 18 ai 25 anni. Mi guardavano altezzose e piene di se

-ehm si,voi siete..?-domandai curiosa

-molto piacere,sono Lucy,la cugina di Anne-disse la donna porgendomi la mano che afferrai-e questa è la mia famiglia,mio marito Carl e le nostre figlie Bethany,Jilian e Sharon-disse cordiale presentandomi quelle sottospecie di Barbie,tutte bionde,tutte occhi azzurri,tutte alte,slanciate e con un fisico invidiabile,mi stavano già antipatiche per questo

-io sono Leah e lui è il testimone dello sposo,Dan-presentai il ragazzo che subito venne adocchiato da una delle tre,Sharon mi sembrava.

-bel bocconcino ragazza,tienitelo stretto perché pare che avrai concorrenza-disse Jilian ridacchiando scioccamente,la sorella le diede una leggera gomitata

-ma che dici? Non mi permetterei mai-disse Sharon sorridendo malignamente

-ok..la macchina è di qua-salvò la situazione Dan quando vide che iniziavo ad alterarmi. Dopo aver sistemato le innumerevoli valigie in macchina partimmo per casa Styles,io
Dan e le tre gentili donzelle nell’auto e i genitori in un taxi al nostro seguito,e il viaggio di ritorno fu tutt’altro che noioso.


-tu devi essere la figlia adottata giusto?-cinguettò per la prima volta Bethany

-sono cose da dire Beth? Lei non è stata adottata,dico bene Leah? Sei solo stata..travestita di famiglia-disse Sharon. Dannata ragazzetta!

-secondo me chi ci ha sofferto di più è stato Harry,ve lo immaginate? Già costretto ad abitare con Gemma e poi con lei,che trauma deve aver avuto-

-quindi voi siete le damigelle,come mai non vi ho mai visto? Chissà perché Gemma ha accettato di avere proprio voi-pensai ad alta voce tentando di cambiare discorso in
modo innocente


-bè mica poteva scegliere la sorella adottata giusto?-sussurrò Jilian.

Ok,ora ne avevo la conferma,le odiavo,ma negli anni avevo imparato a non reagire ad ogni minima provocazione,crescendo avevo imparato a controllarmi,controllarmi con le parole ma non con i gestiinvolontari. Infatti fu solo per purocaso che il mio piede scivolò un po’ troppo bruscamente sul pedale del freno ad un semaforo proprio mentre Sharon era intenta a rimettersi il rossetto. Un urlo acuto si levò nella macchina e un ghigno comparve trionfante  sul mio volto non appena vidi una lunga striscia rossa sulla guancia sinistra della bionda

-guarda cos’hai combinato dannazione!-sbraitò Sharon,mi finsi all’istante sorpresa e dispiaciuta

-oh tesoro,non sai quanto mi dispiace,tieni,struccati con questi-dissi porgendole un pacchetto di fazzoletti che avevo raccattato nella mia borsa fulminea,lei li strappò con impeto dalla mia mano mentre le sorelle si affrettavano a rimediare. Ritornai a concentrarmi sulla strada ma quando vidi Dan coprirsi la bocca con le mani per soffocare le risate
potei sentirmi completamente soddisfatta.

 

-Lucy!-esclamò Anne abbracciando la donna

-ciao Anne,da quanto tempo-

-come si sono fatte belle le tue ragazze-no Anne,così non va bene

-e perché i tuoi? Sono tutti bellissimi,Gemma,congratulazioni cara-disse Lucy abbracciando la nipote

-ci vuole un brindisi,che ne dite?-propose mio padre e la sua proposta venne ben accettata da tutti-vado a prendere il vino allora-

-oh no zio,rimani,può andare Leah a prenderlo,ci fai questo favore?-mi chiese Bethany sbattendo le ciglia più e più volte,sai dove te le inficco ora quelle ciglia=

-certamente-

-e dei bicchieri puliti-si affrettò a dire Jilian

-volete mica anche una fetta di cu..-venni interrotta prontamente da Dan che mi portò nella dispensa per prendere ciò che mi avevano chiesto

-sai che il mio secondo nome è Cenerentola?-chiesi ironicamente mentre mi arrampicavo sugli scaffali cercando il vino richiesto,ma non trovandolo,lo sentii ridacchiare

-sono davvero terribili. Ti giuro stavo per morire oggi in macchina,l’hai fatto apposta non è così?-chiese ridacchiando

-mh? Io,ma che dici?-dissi facendogli l’occhiolino-eppure dovrebbe essere qua-borbottai mentre spostavo varie bottiglie

-mi sa che è questo qui Leah-disse Dan prendendo una battiglia dallo scaffale più basso,lo guardai e notai che aveva ragione

-che stupida-esclamai battendo una mano sulla fronte,quel gesto però mi fece perdere il poco equilibrio che avevo facendomi ruzzolare per terra,esattamente sopra Dan che per
tentare di placare la mia caduta libera si era posizionato proprio sotto di me,finendo per cadere anche lui.


-diamine che botta-disse massaggiandosi la schiena

-oddio! Scusa scusa scusa- esclamai portandomi le mani in viso tentando di nascondere il rossore dalle mie guance,lui ridacchiò leggermente per poi scostarmi con
delicatezza la mani


-stai tranquilla-mi sorrise dolcemente,mi prese una ciocca di capelli e la posizionò dietro all’orecchio accarezzandomi la guancia

-ehi gente noi vogliamo festeggiare!-esclamò Harry entrando nello stanzino e trovandoci in quella situazione particolarmente ambigua,le sue iridi divennero più scure mentre saettavano da me a Dan in maniera quasi impercettibile da quanto erano veloci

-a..abbiamo trovato il vino-dissi alzandomi prendendo la bottoglia ed uscendo dalla stanza,avrei dovuto aspettare anche Dan,lo so,ma era da tanto che non vedevo gli occhi di Harry farsi così scuri e non avevano mai portato a niente di buono-ecco il vino-esclamai fingendomi allegra entrando nel salone

-ce ne hai messo di tempo-mi disse Sharono

-la prossima volta andrai tu allora-le dissi secca ma con un sorriso falso messo su per l’occasione-scusate,salgo un attimo in camera-

-non ti senti bene cara?-domandò Anne

-oh no,ci metterò un attimo-e lo avrei fatto,giusto il tempo di riprendermi e sarei scesa a fare bene la mia parte. Entrai in camera sbattendo quasi la porta e scivolai lentamente
lungo il muro prendendo profondi respiri,cosa stavo combinando? Non riuscivo neanche più a controllarmi in maniera decente? Improvvisamente la porta si aprì rivelando un Harry decisamente arrabbiato


-mi spieghi cosa diavolo stavi facendo?-mi urlò contro,presa alla sprovvista sobbalzai al suono di quelle parole. Mi alzai e lo affrontai una volta per tutte

-hai anche intenzione di chiedermi perché respiro? Fatti gli affari tuoi!-esclamai alterata,mi afferrò per il polso trascinandomi nel mio bagno per poi chiudere la porta,con la speranzaforse di attutire le urla

-ti rendi conto di quanto sei ottusa?! Probabilmente con i tuo comportamento gli hai dato delle false speranze,proprio come successe con Noah! Non fai altro che rimorchiare balordi!-gridò fuori di se,sbarrai gli occhi a quell’affermazione

-sei un bastardo Harry,e ringrazia dio che non ti abbia ancora tirato un ceffone!-urlai colpite in pieno

-è la pura verità! Sei così cieca da non accorgerti che fa solo finta?-

-e se anche fosse? A te non deve interessare,è la mia vita e la gestisco come voglio io. E non permetterti mai più di dirmi come mi devo comportare Harry perché finisci
male! Nessuno ti da il diritto di trattarmi così per una cosa che non  ti tocca minimamente quindi levati dalla testa il pensiero di potermi raggirare a tuo piacimento!
-il mio petto si alzava e abbassava velocemente facendogli capire forse quanto fossi arrabbiata con lui-no bello,ormai non sono più così-sibilai le ultime parole con una freddezza e una durezza che non sapevo mi appartenessero,forse erano gli anni di rabbia repressa che mi tenevo dentro e che finalmente ero riuscita a liberare,Harry doveva smetterla di manipolarmi perché ormai non ero più una ragazzina innamorata e sognatrice e si doveva adeguare,mi aveva umiliata,tradita e fatto soffrire e  non avrei dimenticato facilmente,forse molte altre ragazze gli sarebbero saltate al collo ma io no,io ero orgogliosa e testarda e non esiste donna  più pericolosa e cattiva se è anche arrabbiata. Come anche lui d’altronde,eravamo entrambi talmente arrabbiati l’uno con l’altra e talmente orgogliosi da non riuscire a stare zitti,a trovarci sempre a battibeccare anche nelle piccole cose,come se ci ferissero nel profondo. Lo lasciai nel bagno della mia camera,visto che non aveva più aperto bocca rimanendo immobile,uscendo in giardino,passando per la cucina,volevo un po’ rimanere sola


-ehi-sobbalzai quando una piccola mano si posò sulla mia schiena,mi voltai e vidi Gemma guardarmi preoccupata-che succede?-chiese teneramente

-niente,davvero-scossi la testa

-ma se stai piangendo-osservò asciugandomi una piccola lacrima-e tu non piangi mai-

-è che..odio quelle tre,dico sul serio sono insopportabili-mentii,ma non del tutto

-non ti credo,lo sai. Però se non vuoi dirmelo ok,avrai i tuoi motivi-le sorrisi grata-e fingendo di crederti ti dirò che sono stata costretta a farle mie damigelle,mia madre tra
un po’ mi si sarebbe inginocchiata davanti
-ridacchiai alla sua smorfia-posso chiederti un favore?-annuii preoccupata-mi fai da damigella d’onore?-quasi mi strozzai con la
saliva a quella sua proposta


-cosa? Stai scherzando vero?-dissi ridacchiando

-no- disse seria-mi farebbe molto piacere-

-ma Gemma,hai molte amiche che conosci da molto più tempo-

-ma io voglio te-mi interruppe sorridendo-allora? Che ne dici? Farebbe molto felice la sposa-disse facendomi l’occhiolino

-d’accordo-sospirai infine annuendo,lei squittì alla notizia abbracciandomi

-grazie grazie grazie! Ti troveremo un vestito favoloso,e poi potresti portare le fedi!-battè le mani eccitata,mi misi a ridere vedendola così contenta-ora entriamo dobbiamo
dare la notizia agli altri,e poi vedrai quanto rosicheranno dall’invidia quelle tre
-mi prese a braccetto e insieme rientrammo nella grande casa ormai illuminata per il sole ormai scomparso.

 
 
 
 
 

 
Hi all!
Ecco qui il 19esimo capitolo cente! È totalmente centrato su Leah,ma succedono comunque un po’ di cose,le piace davvero quel Dan e soprattutto Harry non reagisce in maniera un pochetto esagerata? :) lascio a voi la parola :)
Mancano ormai 5 giorni al famigerato matrimonio,cosa potrà mai accadere ancora secondo voi?
Vi è piaciuto il capitolo? Me lo fate sapere in una recendionciiiina? Dankeee :’)
Love ya
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Certezze confuse ***


Respira Leah,respira. Respira.. –respira un cazzo Leah!-sbottai contro me stessa quella mattina. Come diavolo era possibile che due giorni fossero già passati? Com’era possibile che ne mancasse solo uno al matrimonio? Camminavo avanti e indietro per la stanza agitata come se la sposa fossi io. Due giorni fa si era tenuto l’incontro con il proprietario della villa,all’interno della quale si terrà il ricevimento di nozze. Tutto sembrava andare per il meglio,io e Harry non ci rivolgevamo la parola e cosa più importante a Gemma il posto piaceva. Vagava per i vari saloni immaginandosi come avrebbe voluto che le cose si svolgessero dando severi ordini ai dipendenti che correvano dappertutto per accontentare ogni suo capriccio. Quando ci diedero il colpo di grazia. Il simpatico omino,l’uomo basso,tozzo,ignorante e maleducato che mi aveva prenotato la sala,aveva capito male la data spostando l’evento pochi giorni dopo. Inutile dire che ero completamente uscita di testa. Avevo fatto di tutto per potermi accaparrare un posto simile e lui sbagliava la data? Dopo circa un quarto d’ora in cui urlavo come un indemoniata e Gemma piagnucolava qualcosa Harry aveva fatto il suo ingresso prendendo da parte l’omino e convincendolo,non so con quali mezzi,a fare in modo che tutto si svolgesse secondo i nostri piani. E lì mi arrabbiai,se possibile,ancora di più. Io mi ero fatta il mazzo per tutto quello,io avevo faticato e mi ero fatta aiutare dalle mie conoscenze Italiane,io diamine,io. E a lui bastava dire due paroline che tutto gli era concesso? Come c’era da immaginarsi la cosa scoppiò in una feroce lite tra me,Harry e l’omino. Quella sera nessuno dei due si fece vedere,forse troppo arrabbiati l’uno con l’altra per poter anche solo vedere altre persone del genere umano.

Il giorno prima invece c’era stata la prova generale del matrimonio. Gemma così sorridente sottobraccio con il suo Sam,mio padre e Anne che piangevano emozionati,le varie damigelle e testimoni di nozze che sfilavano contenti,un emozione unica insomma. Ma forse è più corretto dire che ERA un emozione unica. Si,finché Gemma non mi diede la fantastica notizia sull’idea che aveva avuto,ovvero far portare ai propri fratelli le fedi nuziali all’altare. Mi opposi categoricamente ma non appena vidi gli occhi di Gemma farsi lucidi cedetti andando in contro ad una fine certa. Mi ritrovai così sottobraccio ad Harry con un cavolo di cuscino tra le mani. Quell’essere non faceva altro che stuzzicarmi con battutine inappropriate provocandomi allo sfinimento fino a quando posseduta da un ondata di rabbia non gli tirai una gomitata alle costole proprio mentre percorrevamo la navata centrale. Si accasciò di poco stringendomi eccessivamente il polso. Io mascherai tutto con un sorriso compiaciuto mentre continuavo a passeggiare come se niente fosse.

Ed ora era arrivato il temutissimo giorno,per me. La prova degli abiti. E non degli abiti da sposa,no,macché,sarebbe stato troppo bello. Bensì per tutti gli altri abiti,ovvero delle damigelle,dei testimoni,dei genitori della sposa e dei genitori dello sposo che si erano aggiunti alla nostra strana combriccola il giorno prima. Gemma aveva insistito affinché anche Ful avesse il suo completo. Chi era Ful? Il cane di Sam,e non ritorno sull’argomento..
Mi sedetti sul tavolo in cucina con l’intenzione di fare colazione ma strano caso non ne ebbi il tempo visto che Gemma mi piombò addosso neanche fosse un rapace assassino.

-non posso permettere che la mia damigella d’onore ingrassi così da non entrare più nel vestito-mi allungai per afferrare il muffin che mi aveva rubato ma lei lo tirò in alto,cos’è,mi sfotteva perché era più alta di me?

-ridammi il mio cibo-le ringhiai contro saltando

-non appena avremmo finito con i vestiti,forze-mi prese il braccio e mi trascinò in una delle macchine. Mezz’ora dopo avevamo completamente invaso la boutique di Miss Boute. Intorno a me c’erano solo ragazze che urlecchiavano con vestiti in mano,altre che cercavano di contenere il dolore per gli spilli che le sarte involontariamente le conficcavano nella pelle per aggiustare eventuali imperfezioni,Gemma che dava  consigli alla futura suocera sull’abito e Anne che aiutava chi poteva. E quella era la parte dedicata alle donne della boutique,quella più scalmanata in assoluto. Gemma notò all’istante il mio disagio e mi accompagnò in giro a provare vestiti,ne provammo una decina,ma nulla le piaceva,io non mi pronunciavo neanche,non è che mi importasse molto,ma lei se vedeva anche solo una spallino un po’ più su,un corpetto troppo largo o chissà cosa diventava satana. Mi accasciai sconsolata su una poltrona vicina

-non lo troveremo mai Gem-sospirai

-ce la faremo vedrai,troveremo quello giusto per te-mi rassicurò,le sorrisi

-non ti devi per forza stare dietro a me,ti annoierai-

-affatto! E poi sei tu che ti sei occupata del mio vestito,non sarebbe corretto se io non facessi altrettanto,non credi?-mi sorrise,ma si alzò non appena vide Anne venirci
incontro con un abito blu


-l’ho notato per caso,secondo me a Leah starà benissimo-disse gentile porgendolo alla figlia a cui si illuminarono gli occhi

-Leah,ci siamo,avanti provalo-rassicurata dal fatto che forse quello sarebbe stato l’ultimo mi animai infilandomi nel camerino e indossando l’abito, in effetti era proprio
bello,lungo,blu mare e leggero,come piacevano a me. Quella situazione mi riportò alla mente quando andavo a fare shopping con la mia sorellastra,a quei tempi ci divertivamo e andava fin troppo bene tutto,i suoi consigli mi avevano aiutato molto nel corso della mia vita,e quando mi trasferii mi fece trovare una scorta nuova di vestiti,sorrisi al ricordo di quanto Gemma fosse premurosa. Come c’era da aspettarsi il vestito fu accettato alla prima occhiata,veloce mi ricambiai e uscii dall’enorme stanza aspettando che tutte le altre mi raggiungessero,ma io avevo bisogno d’aria,quel posto mi stava facendo venire il mal di testa.


-Leah!-mi sentii chiamare e sorrisi non appena riconobbi chi lo avesse fatto

-Dan,come mai qui?-lui fece una piccola smorfia che mi fece sorridere

-mi sentivo soffocare lì dentro,non so come facciate voi donne ad amare..tutto questo!-gesticolò con le braccia in maniera buffa facendomi ridere

-non a tutte,te lo assicuro-lui mi sorrise avvicinandosi pericolosamente a me

-menomale allora-i suoi occhi si puntarono nelle mie iridi e mi sentii avvampare-sei carina quando arrossisci-deglutii a vuota tentando di calmare il battito del mio
cuore,eravamo a pochissimi centimetri di distanza,potevo già percepire il calore delle sue labbra quando un colpo di tosse finto come tutto non mi fece sobbalzare. E proprio allora mi venne in mete un idea,forse per staccarmi definitivamente da Harry che continuava a tormentarmi,per ripicca? Forse. Harry ci fissava,più che altro fissava Dan,con uno sguardo molto cattivo,ma lui non se ne accorse perché portai le mani dietro al suo collo spingendolo verso di me,all’istante sentii quelle che avevo immaginato fossero delle labbra morbidissime sulle mie,era un bacio lento,tenero e impacciato ma allo stesso tempo privo di qualsiasi altra emozione,era un bacio,si ma un bacio affettuoso.

 

 Harry

Più guardavo quello schifo,più continuava a salirmi la rabbia,mentre pensieri su pensieri mi affollavano la testa.  Vidi Dan portare una mano sul fianco di Leah mandando definitivamente a quel paese il mio autocontrollo. Mi avvicinai a grandi passi ai due e con poco grazia staccai Leah stringendo il suo polso forse eccessivamente,ma poco mi importava

-Harry che stai..-iniziò ma la bloccai sul nascere

-abbiamo delle cose da fare-affermai brusco

-lasciala-Dan mi afferrò la spalla cercando di farmi girare

-mollami tu-dissi freddo

-tu molla lei,e io mollo te-scoppiai  ridere mandandolo in confusione

-cos’è una minaccia?-ero arrabbiato e se non ci fosse stata Leah che si mise tra di noi probabilmente gli avrei tirato un pugno

-finitela,Harry stai esagerando-disse poi rivolgendosi a me

-nessuno a chiesto il tuo parere-sputai,lei strabuzzò gli occhi forse non sicura di aver sentito bene e io approfittai di quel suo momento di confusione per trascinarla fuori dalla
boutique caricandola in macchina


-ti ha dato di volta il cervello? Frena subito!-sbraitò dimenandosi sul sedile,io avevo gli occhi puntati sulla strada,non le volevo nemmeno rispondere,il sangue fluiva nelle mie vene troppo velocemente,mi pulsavano le tempie-dove mi stai portando? Harry,per l’amor del cielo rispondimi,cosa stai facendo?-

-l’hai baciato-diedi voce ai miei pensieri,lei smise di dimenarsi cominciando a guardarmi

-io non capisco-sussurrò

-ah,tu non capisci? Chissà come ci siete finiti incollati nascosti da tutti vero-ringhiai. Nascosti da tutti,proprio come noi un tempo.. il pensiero mi fece ancora più infuriare,strinsi
il volante tra le mani fino a quando non mi diventarono le nocche bianche


-no Harry,io non capisco quale sia il tuo problema. Mi devi lasciare in pace,te l’ho- già detto,devi restarne fuori!-ricominciò a urlare anche lei,non le risposi nuovamente frenando di colpo

-stai qui-le dissi,scesi di fretta correndo verso l’entrata della casa,no so perché ma l’istinto mi aveva guidato fino alla casa che condividevo con i ragazzi,l’avevo portata nella tana del lupo,non sapendo neanche il motivo. Tirai fuori le chiavi,cercando di aprire la porta che però si aprì scoprendo Liam che mi guardava confuso

-che ci fai qui? Non avevi le prove per il matrimonio?-scorsi tre teste allungarsi per vedere chi fosse alla porta,io entrai come una furia

-che ci fate voi qui?-li attaccai

-ci viviamo forse? Ma che hai?-Zayn mi si parò davanti cercando di calmarmi ma con un gesto brusco lo evitai

-dovete andarvene,ora-

-perché?-chiese Niall

-ehm..Harry? credo che qualcuno se ne stia andando-la voce di Liam mi fece voltare nuovamente verso la porta,scorsi la figura di Leah che si allontanava velocemente dalla macchina camminando nella direzione opposta,imprecai ad alta voce ricominciando a correre  verso di lei che ovviamente non aveva fatto quello che le avevo detto. La raggiunsi facilmente prendendola per i fianchi e mettendola su una mia spalla,lei naturalmente cominciò a tirarmi pugni sulla schiena

-Harry dannazione,mettimi giù,Harry!-gridò,affrettai il passo rientrando in casa sotto lo sguardo confuso e leggermente spaventato dei miei coinquilini,misi per terra Leah che come prima cosa tirò un calcio alla prima cosa che vide,un borsone dei ragazzi,mi allontanai dirigendomi verso il salotto,mi stava venendo il mal di testa

-ehi quello è mio!-Zayn si accucciò riprendendosi l’oggetto per poi fermarsi a guardarla,gli occhi di Leah alla vista del mio amico però si assottigliarono mostrando tutta la sua rabbia

-Leah ciao,non ti aspettavamo..-Louis cercò di abbracciarla ma lei si divincolò facilmente sbattendo la schiena contro il muro,vidi con orrore che dai suoi occhi cominciarono a spuntare piccole lacrime che le bagnarono il viso perfetto,Zayn le si avvicinò ma lei allontanò anche lui briscamente

-lasciatemi stare,tutti!-e solo allora capii che Leah era ancora la ragazzina di 3 anni fa,orgogliosa e combattiva,diffidente di tutti,furiosa ma addolorata con chi l’aveva fatta soffrire,in quel caso,con tutti noi cinque. All’istante tutti cominciarono a uscire dalla casa,Zayn mi fulminò con lo sguardo,e sapevo anche il motivo,me l’avrebbe fatta pagare,ne ero certo. Sentii dopo alcuni minuti la porta sbattere una seconda volta,mi affaccia alla finestra e la vidi passeggiare nevriticamente lungo a veranda,pioveva a dirotto e si stava bagnando,ma non sembrava importarle,stava piangendo,ormai la conoscevo fin troppo bene. Agii senza riflettere,afferrai il primo indumento che trovai e corsi fuori sotto la pioggia,la guardai per un attimo prima di lanciarle la felpa che avevo trovato,lei mi aveva sentito arrivare

-cos’è? Ora ti preoccupi per me? Non ti è passato per l’anticamera del cervello che io con te non ci volessi venire?!-mi urlò letteralmente in faccia,si era avvicinata pericolosamente a me e notai che stava piangendo per il nervosismo più che altro, e se non fossi stato attento probabilmente mi avrebbe picchiato. La mia rabbia intanto si era praticamente dimezzata davanti alla mia ragazza che si agitava bagnata fradicia contro di me,non pensai nuovamente e non appena lei tentò di sputarmi altro veleno addosso la baciai. Sentivo caldo,anche se bagnato anch’io,lei provò a divincolarsi ma la tenni stretta fino a quando non sentii le sue labbra muoversi contro le mie,la strinsi più forte che potevo,incurante se le stessi facendo male,troppo tempo era passato da quando l’avevo baciata l’ultima volta,io avevo bisogno di lei come di respirare,era stupidamente inutile negarlo. La presi per un polso e la riportai di nuovo in casa.
 

Leah

Dieci minuti prima ci stavamo buttando addosso tutto l’odio che potevamo,litigando come dei pazzi,e ora eravamo lì a fare l’amore. Annebbiati,arrabbiati,confusi e innamorati.. non sapevo nemmeno perché e come fossimo finiti lì,sul tappeto del corridoio. Non c’erano state carezze ne dolcezza,eravamo entrambi così arrabbiati che sembrava ci
stessimo picchiando,e forse era così. Sentivo le sue mani stringermi al punto di farmi male,mentre per compensare gli mordevo quella sua perfetta pelle. 3 anni dall’ultima volta e sembrava un ora da tutto quello che ci eravamo detti nel parco,il suo tradimento,il mio trasferimento,tutto era confuso e annebbiato,ma ero sicura che di Harry ero ancora totalmente innamorata. Il cuore batteva forte contro il petto del ragazzo dai capelli riccioli che mi stringeva,tutto come un tempo,gli stessi sentimenti che si riaffacciavano pretendendo il loro posto,ma se davvero io li avessi fatti uscire allo scoperto,chi mi avrebbe garantito che Harry non mi facesse nuovamente del male? Chi mi garantiva che sarei stata felice una volta per tutte al suo fianco? Nessuno. E proprio per questo capii che avevo bisogno di certezze che in quel momento Harry non poteva darmi.

 




INNANZITUTTO MI SCUSO PER NON AVER Più AGGIORNATO. Ma mi è parso di capire che la storia non piacesse più e quindi sono stata un bel po’ indecisa sul da farsi,se continuarla per poco,perché ci stiamo avvicinando alla fine,o cancellarla. Tutto ciò a portato a non aggiornare più. Grazie alla recensione di una ragazza però mi sono convinta una volta per tutte a concludere questa storia,quindi grazie,mi hai aiutato tantissimo :’)
Mi scuso ancora e se vi va,ci vediamo nel prossimo capitolo :)
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Sentimenti contrastanti ***


Ormai il sole mi aveva svegliata. Sentivo i suoi i raggi illuminare il mio volto riscaldandomi leggermente. Non ero in grado di alzarmi,aprire gli occhi e affrontare la mia insicurezza più grande. La stessa insicurezza che in quel momento aveva le sue forti braccia intorno al mio corpo,mentre il suo viso affondava nel mio collo,sentivo il suo respiro lento e regolare calmarmi da ogni ansia e i suoi morbidi ricci appoggiarsi sulla mia spalla solleticandomi,prima che ritornassi alla dura verità

-so che sei sveglia-quelle parole,pronunciate on dolcezza mi fecero sussultare. Non risposi però e cercai di divincolarmi dalla sua stretta –dove vai?-chiese stranito lasciandomi finalmente andare

-a casa-risposi più rigida che potevo mentre cominciavo a rivestirmi. E ora? Avevo fatto di tutto pur di rimandare quel momento. in fin dei conti è stata solo una notte,una notte di follia,pensai. Dovevo andare,cancellare quelle ultime immagini dalla mia mente o sarei scoppiata e non mi sarei più riuscita a fermare,e io non volevo che lui mi vedesse debole. Infilai le braccia nel giacchetto leggero mentre Harry mi sfiorava la pelle con gli occhi

-ti voglio rivedere-disse all’improvviso e mi dovetti sforzare per guardarlo in faccia

-starò a casa ancora per uno o due giorni-dissi facendo finta di niente

-non è quello che intendevo,non prendermi in giro Leah-sospirai girandomi dalla sua parte

-non credo sia una cosa possibile-

-e perché?- la sua voce sembrava sinceramente stupita

-e lo chiedi anche? Non voglio che succeda nient’altro tra di noi-risposi ferma

-non sono d’accordo-c’era una tale decisione nelle sue parole che per un momento mi lasciai andare alla tenerezza di quel pensiero. Ma fu un istante solo. Mi allacciai l’ultimo bottoncino  ritornando alla realtà

-è stata una pazzia-sibilai. Harry si alzò,mi prese veloce il mento fra le dita e mi costrinse a guardarlo negli occhi

-dimmelo adesso-sussurrò ad un centimetro dal mio viso. Sapeva del potere che aveva su di me,di come non potessi mentirgli quando mi fissava in quel modo

-non ha importanza quello che è stato per me-sussurrai mentre le sue iridi verdi si facevano sempre più scure. Mi prese con l’altra mano i polsi bloccandomi contro di lui,sussultai a quel contatto

-perché non riesci a capire?-non capii il senso di quella frase,troppo impegnata a far in modo che le lacrime non uscissero dai miei occhi,ma con pochi risultati perché scesero un istante dopo

-non c’è nulla da capire-tagliai corto e lui parve stizzirsi ancora di più perché aumentò la sua prese su di me-non sono una bambola che puoi usare a tuo piacimento per poi gettarla via-

-cosa stai dicendo Leah?-

-lasciami andare Harry-sussurrai prima che un silenzioso singhiozzo mi fece sussultare nuovamente,c’era disperazione nel mio tono e Harry la dovette percepire perché in un attimo fu lontano da me. Più veloce che potei raggiunsi la porta e dopo averla superata un senso di vuoto e tristezza mi strinse lo stomaco. Ero stata stupida e ora ne avrei pagato le conseguenze,ne ero certa,ma come avrei fatto d’ora in avanti a guardare Harry in faccia,sapendo di non poter più indossare la mia maschera di freddezza e disinvoltura? Io lo amavo e lui era uno stronzo,ormai conoscevo questa storia da tempo.

Dalla mia borsa tirai fuori il telefono digitando frettolosamente il numero dell’unica persona che in quel momento mi potesse aiutare. Ci furono numerosi squilli prima che Caterina mi rispondesse,con tono impastato,la dovevo aver svegliata

-Ringrazia Dio che ti trovi a migliaia di chilometri da me perché ti avrei già uccisa,sono le 5 qui Lia!-sbottò

-ho bisogno di te-dissi tirando su con il naso,e quello fu esattamente come un campanellino nella testa della mia amica

-che è successo?-chiese allarmata

-ci sono cascata di nuovo-ripresi a singhiozzare mentre mi sedevo sul seggiolino della fermata dell’autobus che mi avrebbe riportato a casa-e sto peggio di prima forse-

 
Harry

L’avevo lasciata andare,ancora,di nuovo. Avevo osservato la sua esile figura oltrepassare la soglia di casa portandosi dietro anche il mio cuore,possibile che non si accorgesse di quanto l’amavo?  Era comunque stato sciocco da parte mia entrare in questa casa con lei,smascherarmi così apertamente.
Non passò neanche un ora che i ragazzi fecero ritorno pretendendo spiegazioni. Fui felice,si fa per dire,di dargliele,ma il silenzio di Zayn mi inquietava,sospirai mettendomi a sedere di fronte a lui

-Zayn..-cominciai,ma fui interrotto

-l’abbiamo fatto per te-lui inchiodò le sue iridi scure nelle mie verdi-perché tu ci avevi chiesto di non cercarla,neanche quando è ritornata in Inghilterra-

-è vero,e mi dispiace-annuii

-ma tu non hai idea di come mi sia sentito quando poco fa mi guardava con quell’odio,mai nessuno l’ha fatto-la sua voce si alzò

-lo so invece,forse anche meglio di te-aggrottai la fronte stizzito dalle sue parole

-no che non lo sai!-sbattè il pugno contro il tavolo intorno al quale eravamo tutti seduti,i ragazzi,me compreso,sussultarono-altrimenti in 3 anni che sono passati la saresti
andato a cercare!
-


-non è stata una mia scelta Zayn!-mi stavo arrabbiando,entrambi facemmo il giro del tavolo trovandoci pericolosamente vicini

-la sarei andato a cercare io,per starle accanto,ma no,tu non volevi soffrire da solo vero? Tu non volevi che noi fossimo sui amici perché non era giusto vero?-disse
retoricamente mentre il suo viso si faceva sempre più buio e cupo-nonostante sapessi quanto io tenessi a lei-


-stai esagerando adesso! Non venire a fare la vittima facendomi la predica perché quello che ha sofferto come un cane qui sono stato io,non ti devi permettere di dire
altro!
-gridai


-aveva bisogno di qualcuno che l’aiutasse Harry,era appena uscita da un coma e tu hai fatto in modo che fosse sola!-

-Zayn-Liam gli posò una mano sul petto facendolo indietreggiare ma lui riacquistò terreno avanzando nuovamente verso di me con fare minaccioso

-la devi smettere! Tu non sai niente!-il mio petto ormai si alzava e abbassava in modo irregolare,così come quello del mio amico. Louis e Liam ci tenevamo per le spalle in
modo da non compiere sciocchezze mentre Niall tentava di farci calmare parlandoci in modo autoritario,ma nessuno dei due lo ascoltava,troppo impegnati a leggere la rabbia negli occhi l’uno dell’altro


-e tutto questo solo perché sei un fottuto egoista-la frase mi colpì pienamente come una lama affilata,togliendomi il respiro,non fu il tono con cui era stata espressa,che ora si era abbassata notevolmente diventando un sibilo agghiacciante,ma da chi,dal mio migliore amico che in quel momento mi odiava,anche lui,esattamente come Leah,e dalla verità che si celava all’interno. Tutti si guardarono terrorizzati prima di rivolgere i loro sguardi a me. Fu un attimo e scattai in avanti verso Zayn,volevo colpirlo,volevo farlo stare zitto. Niall in mezzo a noi m spinse indietro facendomi sbattere contro il muro della cucina

-smettetela,entrambi. Leah non è un oggetto da contendersi,ormai quel che è fatto è fatto non rimane che cercare di rimediare-sia io che Zayn lo osservavamo stupiti. Non
so lui,ma io mi sentivo uno schifo.

 

Leah

Dopo la lunga e confortante telefonata che avevo avuto con Caterina ero riuscita a riprendere il controllo,ero salita su un autobus e anche se  con qualche difficoltà ero ritornata a casa. Gemma e Anne non la smettevano di chiedermi dove fossi stata e perché ero scappata via in quel modo,la cosa mi stupì perché ero abbastanza sicura che Dan avesse raccontato a tutti come fossero andate le cose,mi sbagliavo. Mi sembrava di essere ritornata ragazzina quando tornavo a casa avendo sforato il coprifuoco di almeno un ora e mezza,mia madre si arrabbiava così tanto che pensavo sarebbe esplosa. Erano passati 3 anni e mi sembrava ieri quando entrai per la prima volta il quella casa,mi ricordo che non vedevo l’ora di andarmene. La mia attenzione fu catturata da Anne e Gemma,erano davanti allo specchio che si trovava in soggiorno,la madre stava tirando su in capelli alla figlia in modo che risultasse un’acconciatura elegante,passò poi le dita tra le ciocche ribelli di Gemma domandole una volta che si trovarono dietro all’orecchio. Le diede un bacio in fronte contenta di quel momento passato con la sua bambina. Sentii un groppo alla gola,io non avrei mai potuto fare niente di tutto ciò con mia madre,non avrei mai potuto condividere nessuno esperienza con lei. Fu come se mio padre mi leggesse nella mente perché dopo aver seguito il mio sguardo e capendo ciò che osservavo si avvicinò a me abbracciandomi. Mi riscossi velocemente prima che lui mi sussurrò qualcosa all’orecchio

-lei manca anche a me-il mio cuore perse un battito e mi strinsi maggiormente a lui-io ci sono-sorrisi annuendo contro il suo petto. Notai da sopra la sua spalla la figura di Dan entrare nella stanza,mi staccai dall’abbraccio di mio padre sorridendogli dolcemente. Dovevo parlare con lui. Mi avvicinai e quando lui mi guardò un lampo di sorpresa gli attraversò gli occhi.

-vieni fuori con me?-gli chiesi e lui annuì. Passammo per la porta sul retro della cucina e in un attimo eravamo in giardino-mi dispiace per quello che è successo non pensavo
potesse davvero farlo
-


-non ti preoccupare,forse ho scelto io il momento sbagliato-

-già,forse-ridacchiai per la risposta stupida che gli avevo dato

-ora?-alzai lo sguardo su di lui non capendo

-cosa?-

-ora è il momento giusto per te?-boccheggiai a quella domanda ma non risposi,si vede che Dan prese il mio silenzio per un si perché lentamente si avvicinò a me posandomi
un leggero bacio sulle labbra,rimasi immobile,spaventata,anche quando lui lo approfondì. Mi resi conto però che rimanere in quella posizione era da stupidi,e io dovevo capire bene cosa intendevo fare con Dan,non potevo continuare  a prenderlo in giro e ad illuderlo. Afferrai saldamente i suoi capelli corti dietro il collo in un pugno avvicinandolo di più a me,risposi al bacio con energia. Non fu quello che si può definire un bacio casto ma Dan parve apprezzare questo mio impeto perché mi strinse di più al suo corpo. Quando si staccò mi osservava attentamente,mi fissava in cerca di qualsiasi mia reazione


-niente?-domandò. Niente? Cosa vuol dire niente? Lo guardai non capendo e lui mi sorrise dolce-cos’hai provato?-oh,ora capii meglio le sue parole,niente. Scossi la testa guardando in basso mentre le mie guance diventavano leggermente rosse,lo sentii sospirare-Harry non è proprio un fratello per te eh?-lo guardai spaventata

-cosa intendi?-

-un fratello normale si sarebbe ingelosito se un uomo avesse baciato la propria sorella,ma non avrebbe reagito in quel modo comunque-disse sorridendo

-oh,bè..-balbettai qualcosa di incomprensibile persino a me stessa

-posso sapere cos’è successo tra di voi?-

-cosa vuoi che sia successo? Niente!-mi misi sulla difensiva

-sono solo curioso,voglio sapere perché non riesco ad avere la donna che desidero-deglutii rumorosamente al suo essere così schietto

-non credo sia una buona idea-rinunciai sospirando

-d’accordo-mi diede un bacio sulla guancia poi,infilò le mani nelle tasche dei suoi pantaloni-rientriamo?-annuii sorridendogli,lui ricambiò seguendomi poi all’interno della casa.
 
 

Salve a tutti! Eccoci finalmente arrivati al 21esimo capitolo. Si vede Leah che finalmente cerca di mettere un po’ di ordine nella testa anche se sempre influenzata da Harry che fa di tutto pur di farle capire i suoi veri sentimenti. C’è anche una lite tra Zayn e Harry in cui i due si sfogano su loro stessi,e c’è pure un Niall autoritario! Ahahah,che carino :’)
Fatemi sapere i vostri pareri sul capitolo se volete,vi dico solo che ne mancano un paio alla fine della storia :( vabbè poi ci arriveremo ma non parliamone ora,ok,mi dileguo,adioss :)
-Ele:)

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Ogni pezzo al suo posto ***


 Si,suppongo di si.

Odiare i matrimoni è una cosa che solo a me può succedere,insomma,tutti li amano. Dalle spose che sin da bambine non aspettano altro che coronare i loro più grande sogno,ai genitori che commossi si staccano dalla loro prole una volta per tutte,tutti eccetto me a questo punto. Già per organizzarlo avevo dovuto pestare i piedi a parecchie persone in ufficio,senza contare che ancora dovevo restituire molto favori dovunque e a chiunque,in più partecipare in veste di damigella d’onore sarebbe stato un suicidio. Ero ancora intenta a rimuginare davanti all’entrata dell’anticamera della chiesa quando mi sentii chiamare,mi voltai e vidi Anne correre a perdifiato verso di me,almeno per quanto le permettevano gli alti tacchi che si era imposta di indossare quel giorno.

-Leah! Leah! Oh,eccoti finalmente,Gemma sta avendo una crisi di panico e vuole solo te-mi disse afferrandomi per le spalle e guardandomi terrorizzata,lo sospettavo,era stata più che tranquilla tutta la mattina,prima o poi sarebbe successo,e io ero pronta

-arrivo,dov’è?-chiesi tutto sommato tranquilla

-dove l’hai lasciata l’ultima volta-disse. La guardai stranita,avevo lasciato Gemma nella stanza per prepararsi circa 4 ore fa,non poteva essere ancora li dentro,lei annuì grave,sospirai,la cosa doveva essere più grave di quello che pensavo. Mi diressi a passo spedito verso l’enorme stanza,mentre camminavo mi osservavo intorno e notavo soddisfatta quanto fosse venuto bene quel posto. Ero stata brava,ma avrei fatto di tutto per Gemma,lei si meritava il meglio. Arrivai a destinazione e non appena entrai rimasi incantata dalla bellezza della futura sposa,vestita di un bianco candido come la neve,era meravigliosa.

-sei di una bellezza disarmante Gem!-esclamai avvicinandomi,lei provò ad abbozzare un sorriso insicuro

-e se Sam dice di no?-disse puntandomi addosso il suo bouquet lilla,preoccupata

-non lo farà. È innamorato di te alla follia,lo sai-la rassicurai,togliendole i fiori dalle mani che prima dell’inizio del matrimonio avrebbero visto la loro fine se continuava così

-ne sei sicura?-

-si Gem,ne sono sicura. Sei solo nervosa in questo momento-le sorrisi accarezzandole teneramente una guancia

-sono fortunata ad avere te,se tu non fossi entrata in famiglia in questo momento al tuo posto ci sarebbe Harry,e di sicuro mi avrebbe fatto entrare in panico più di quanto
non lo sia on questo momento
-ridacchiai a quell’affermazione non rispondendo,presi invece a sistemarle l’orlo del vestito e il lungo velo. La porta alle mie spalle si aprì e Anne fece capolino decisamente più rasserenata,fece un cenno con il capo che ci fece intendere che il momento era finalmente arrivato


-sei pronta?-le domandai retoricamente

-non posso più tornare indietro vero?-domandò e io la fulminai con lo sguardo

-no,decisamente-lei sorrise divertita alla mia reazione prima di uscire dalla stanza.

Fuori dalla porta dell’enorme sala c’erano ad aspettarla mio padre,Anne e noi damigelle. Io,Sharon,Bethany e Jilian.

-siamo fuori pericolo-sussurrai all’orecchio di mio padre che tirò un sospiro di sollievo

-menomale,temevo il peggio-disse lui osservando la sposina ricevere complimenti.

-sei bellissima-un sussurro alle mie spalle mi fece rabbrividire,mi voltai e vidi Harry in tutto il suo splendore sorridermi raggiante,sorrisi timidamente abbassando la testa,non
potevo diventare rossa,non ora! Mentre tentavo di camuffare in tutti i modi l’evidente rossore sulle mie guance mi fu posato tra le mani un cuscino bianco,con delle rifiniture leggere in lilla. Al centro,due anelli d’oro erano legati ad un piccolo fiocco che evitava che questi cadessero nel trasporto,alzai lo sguardo e Gemma mi guardava sorridente


-voi siete subito prima di me,guai a voi se li fate cadere-posò un delicato bacio sulla guancia di Harry che la tenne stretta più del previsto,vedevo le sue labbra muoversi e intuì che le stava sussurrando qualcosa,erano bellissimi,distolsi lo sguardo per non farli sentire in soggezione ma nello stesso istante iniziò la marcia nuziale. Il cuore cominciò a battermi forte e potei solo immaginare a quanto stesse andando quello di Gemma,forse era la troppa vicinanza con Harry con il suo braccio sotto il mio,ma l’unica cosa che riuscivo a pensare era di non inciampare lungo la navata,anche se ero più che sicura che Harry non mi avrebbe lasciata cadere,solo per non fare brutta figura al matrimonio,non per altro. Già ero la sorellastra zitella della sposa,ci mancava solo  essere ricordata come quella maldestra. Davanti a me le tre sorelle fluttuavano verso l’altare come reginette di bellezza ad una sfilata. Era il nostro turno. Andava tutto bene,splendidamente oserei dire,eravamo a circa metà della lunga navata,non ero inciampata e sorridevo spavalda ai parenti inglesi che non mi guardavano granché bene in effetti,ma non mi importava,andava fin troppo tutto bene

-ricordati di questo momento Leah,perché la prossima volta che attraverserai una navata di una chiesa sarà quando mi starai per sposare-il cuore perse come minimo tre battiti a quelle parole,ma cosa stava dicendo? In quel momento poi? Fu solo un sussurro il suo,attento a farsi sentire esclusivamente da me,ma mi aveva mandato in tilt,il cervello non rispondeva più. Appena incrociai gli occhi di Liam,Louis,Niall e Zayn però ritrovai l’uso della parola

-non ci sperare Styles-sussurrai a mia volta e la risposta non tardò ad arrivare

-adesso per cognome addirittura? Non sembravi così accanita la scorsa notte-se un secondo prima stavo sognando ora avevo il sangue alla testa,come si permetteva?

-taci-non potendo tirargli gomitate o direttamente il cuscino vista la tanta gente che ci osservava attenta,mi limitai ad affondare le unghie nel suo polso che si trovava esattamente sopra il mio ed era coperto dal cuscino. Sentii un gemito di dolore soffocato al mio fianco e forse Harry capì di doverla finire li. Pochi passi e mi ritrovai pressappoco a guardarlo negli occhi,visto che avevo raggiunto il suo stesso gradino,solo dal lato opposto,quello della sposa che stava facendo il suo ingresso in quel momento. camminava lentamente guardando felice negli occhi Sam che tra un poco si sarebbe messo a piangere se Dan non gli avesse dato una piccola spinta al suo fianco per farlo riprendere.
 

Erano passate poco più di due ore da quando Gemma e Sam avevano pronunciato le loro promesse nuziali,tutti ci eravamo spostati nel luogo del ricevimento,che dopo l’ultima volta in cui c’ero stato sembrava decisamente più accogliente,dove la festa era esplosa nel tipico dei matrimoni all’inglese,fiumi di alcool tanta confusione. Ero stata distaccata praticamente da tutti essendo circondata da inglesi con puzza sotto il naso,ero stata a chiacchierare per tutto il tempo con Dan e con Willow,una cugina di Gemma,decisamente più simpatica di quanto non lo fossero le tre sorelle messe insieme,loro non si poteva dire che si annoiassero,uscivano ed entravano  dal bagno a turni,casualmente sempre con uomini diversi,uno più ubriaco dell’altro. Schioccai la lingua schifata mentre continuavo a sorseggiare il mio drink. Dall’altra parte della sala con la coda dell’occhio vedevo Harry e i ragazzi,lui cercava in ogni modo di avvicinarsi,non so di preciso cosa volesse,a volte vedevo Liam o Louis spingerlo verso di me,ma o io me ne accorgevo e me ne andavo a conversare con qualcuno o lui scuotendo la testa si risedeva. Io ero stata brava ad evitarlo anche se mi rimaneva il dubbio del perché volesse così tanto parlare con me,non ero stata abbastanza chiara forse?

-mi permetti questo ballo?-alzai lo sguardo e mio padre mi sorrideva felice con una mano allungata verso di me,la afferrai annuendo e lui mi fece fare una piroetta,risi divertita e lui mi portò sulla pista da ballo. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lasciai che mi guidasse. Era strano come il nostro rapporto si era evoluto nel corso degli anni e chissà,magari da qui in avanti lo avrebbe fatto ancora.

-è un bel matrimonio,non trovi?-mi domandò

-sono d’accordo,Gemma è contenta,si vede-risposi

-già,anche Anne è su di giri,ma d’altronde la capisco,la sua bambina si è sposata,ora non manchi che tu da accasare-disse ridacchiando

-suppongo ci vorrà ancora un po’-sospirai

-ma come? Non mi dire che in Italia non ci sono dei bei ragazzi!-esclamò e poi si mise a ridere di nuovo

-papà non..credo di voler affrontare questo argomento..con te sinceramente-dissi alquanto imbarazzata ma comunque divertita dalla situazione

-no,d’accordo,ti capisco,e sai una cosa? Speravo proprio che lo dicessi-mi sussurrò all’orecchio,scoppiai a ridere e in quell’esatto momento la canzone terminò,mi posò un
bacio su una guancia e si diresse verso Anne che non mi ero accorta ci stava fissando sorridente,ricambiai felice.


-ora è il mio turno?-mi voltai nuovamente ma scoprii che questa volta si trattava di Harry

-dobbiamo proprio?-gli risposi scocciata

-coraggio,almeno fai finta di essere contenta-mi disse stringendomi a lui e cominciando a muoversi trascinandomi

-io sono felice,non in questo esatto momento,però lo sono-affermai

-sono una bella coppia vero,spero siano felici-oddio quanto era melenso,ma da quando sparava tutte queste cavolate? Aveva per caso cominciato a leggere libri rosa?
Improvvisamente appoggiò le sue labbra alla mia mascella baciandola leggermente,lo spostai brusca guardandolo in cagnesco


-ma sei impazzito!? Finiscila!-esclamai stizzita mentre mi guardavo intorno per accettarmi se qualcuno avesse visto qualcosa ,lui mi guardò per un secondo prima di trascinarmi fuori dalla pista da ballo e dal salone del ricevimento,ma che stava facendo?

-Harry! Lasciami,si accorgeranno della nostra assenza!-provai a divincolarmi ma fu del tutto inutile,ci ritrovammo nel giardino della villa,mi liberò il polso e poi fece qualche passo in avanti-ascoltami bene,la devi finire di trascinarmi dove ti pare e piace-sbottai,ma lui non mi guardava e a quanto pareva neanche ascoltava-Harry! Mi hai sentito? Sto parlando con te!-lui alzò finalmente lo sguardo inchiodandomi con le sue iridi verdi,mi faceva quasi paura da quanto era serio

-tu credi davvero che io sia un ipocrita narcisista? Non mi conosci Leah?-la sua domanda mi spiazzò totalmente e ci misi un po’ per parlare

-possiamo tornare dentro?-chiesi guardandomi intorno,non so perché,preoccupata e intimidita

-no,ora parliamo-rabbrividii al sentire quelle parole,solo una volta mi aveva parlato così duramente e le cose successivamente non si erano messe bene

-senti Harry,io non ne ho voglia-dissi sinceramente-tu hai preso la tua decisione tempo fa,adesso basta,lasciami andare perché non riesco più a vivere con questo peso-sospirai,lui con mia grande sorpresa si mise a ridere,ma non era la sua solita risata che scaldava il cuore,era fredda,cattiva

-e quindi saresti tu quella con un peso addosso? Tu non hai idea di quello che ho passato-strabuzzai gli occhi incapace forse di capire

-tu saresti stato male? Harry,non è che hai bevuto troppo?-

-sto benissimo Leah e tu non provare a cambiare discorso-mi fulminò

-non sto tentando di cambiare discorso,sto solo tentando di capirci qualcosa!-sbottai

-non c’è niente da capire..-e adesso faceva il vago? Il misterioso?

-senti Harry,i tuoi sbalzi di umore mi stanno dando alla testa,o mi dici una volta per tutte che vuoi o me ne vado!-

-si Harry diglielo-ci voltammo insieme e notammo Zayn sugli scalini che si avvicinava,guardava storto Harry,molto storto

-tu stanne fuori-sibilò lui come in preda al panico

-io non ci sto un cazzo fuori Harry! Ci hai infilati tutti quanti in questo teatrino e adesso deve finire qui!-non avevo mai visto Zayn così furioso,era arrivato al mio fianco e si era fermata,esattamente di fronte ad Harry

-avevo intenzione di farlo se tu non fossi saltato fuori così all’improvviso-rispose lui

-volete dirmi che succede!?-sbottai io esasperata

-Leah..-Harry mi stava supplicando-perdonami io..-Harry stava piangendo.

-cos..?-boccheggiai confusa

-diglielo! Digli quanto meschino sei stato! Digli quanto dolore hai portato a lei e a tutti noi!-continuò imperterrito Zayn,ora stava esagerando però. Anche io ero arrabbiata con
lui ma non sarei mai riuscita a urlargli in quel modo mentre piangeva,e io forse ero quella che poteva permetterselo


-Zayn,basta!-lo interruppi,lui mi guardò per la prima volta,confuso come non mai

-Leah,tu non hai idea di che cosa abbia fatto-disse avvicinandosi a me-e di quanto sia un..-

-ho detto basta!-mi allontanai da lui avvicinandomi timorosa ad Harry,gli alzai il volto con le dita e con il dorso della mano gli asciugai le lacrime calde che erano cadute,lui mi
guardava sbigottito ma passivo-sono comunque arrabbiata con te perché mi hai fatto soffrire come un cane,ricoratelo-gli dissi decisa e lui annuì,non mi ricordavo più di quanto Harry fosse una persona fragile,in tutto quel tempo lui aveva mostrato solo la sua spavalderia non tirando fuori la vera persone di cui mi ero innamorata,il mio fragile Harry


-mi sembra di capire allora che lo devo fare io-sospirai quando le parole di Zayn mi raggiunsero,non demordeva-questo perché lui non riesce a dirti che ti ha mentito,quel pomeriggio al parco,lui non ti ha mai tradita,e ne lo avrebbe mai fatto,ma ha preferito tacere in silenzio che combattere per te,non permettendoci di guardarti neanche-
Silenzio,le mie orecchie non percepivano alcun rumore,solo un fastidioso silenzio che mi assordava. Mi staccai veloce da Harry e guardai Zayn frustrata

-che diavolo stai dicendo?-

-vallo a chiedere a tuo padre,è lui che vi ha costretti a separarvi-

-non dire idiozie,lui non ne sapeva niente!-

-e invece lo sapeva-disse Harry che si era svegliato dalla trance in cui era caduto,ora mi guardava più sicuro-quando tu eri ancora incosciente,lo ha scoperto-

-n..non capisco,per..perchè..? non lo avrebbe mai fatto-balbettavo e cominciavo a sentirmi stupida,stupida per non aver capito niente di come in realtà stavano andando
realmente le cose,stupida per aver perdonato mio padre che però mi aveva comunque pugnalato alle spalle,almeno,da quanto dicevano loro


-a quei tempi non avevi lo stesso rapporto che hai ora con lui Leah-riprese Zayn. Tutto ciò che percepivo intorno a me in quel momento era rabbia,la mia rabbia,la rabbia di Zayn e la rabbia di Harry. Ognuno era arrabbiato con se stesso,ognuno aveva colpe,l’unica persone che restava calma e tranquilla era la stessa che ci aveva distrutto in quel modo. Non ragionai,non pensai,non mi sfiorò nemmeno l’idea di star facendo una pazzia,rientrai all’interno della villa e con delle lacrime pungenti che scorrevano su tutto il mio viso arrivai fino a mio padre. Chi mi vide entrare in quella sala per prima fu Anne che mi guardò puntare suo marito neanche fossi un toro e lui il torero,mi guardò terrorizzata ma ormai era troppo tardi. Con un violento spintone feci voltare mio padre verso di me,lui non appena mi vide reagì come ogni essere umano,boccheggiava e si guardava intorno non capendo. Non appena alle mie spalle comparve Harry in lui scattò la scintilla e capì all’istante

-come hai potuto?-sibilai glaciale

-io,l’ho fatto per te,per noi tutti..-

-come hai potuto!!-ripetei,ma questa volta alzando decisamente il tono della voce,nella sala si era creato il silenzio più totale,tutti guardavano noi

-tesoro,ne parliamo a casa,adesso siamo ad una festa-tentò lui

-no,ne parliamo adesso,parliamo adesso di quanto tu sia un uomo ripugnante,insensibile,irrecuperabile..-

-rimango sempre tuo padre Leah,non ti azzardare a dire altro!-mi interruppe ma io andai avanti lo stesso

-..viscido e bastardo!-non terminai neanche questa volta perché uno schiaffo mi colpì in pieno viso. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Come se non stesse aspettando altro da anni Harry si avventò contro mio padre come una furia ma Zayn lo afferrò per la camicia tirandolo indietro e con l’aiuto degli altri ragazzi che erano accorsi riuscì a staccarlo da mio padre. Tutto questo durò qualche minuto,in cui realizzai che non mi sentivo bene, mi sentivo vuota e ferita a tal punto da commettere qualsiasi pazzia mi venisse in mente. Non potevo fidarmi di nessuno,questo l’avevo capito già in giovane età ma non credevo che sarei arrivata a tanto. Chi diceva di mentire mi proteggeva,chi diceva di proteggermi,mentiva. Avevo la testa talmente pesante e affollata di pensieri che l’unica cosa a cui pensai era di andarmene,dove andare via da lì. In un attimo fui alla guida della mia auto e dopo aver messo in moto mi lasciai trascinare dalla mente,non sapevo dove stavo andando né con quale forza lo stessi facendo. Capii solo quando decisi che ero arrivata che a portarmi in quel luogo era stato il mio cuore..
 


 
 
 
 
 
Eccomi quiiiiiii! Sono leggermente in ritardo ma questo perché ero indecisa cosa mettere bene in questo capitolo,essendo ahimè il penultimo. Poi ci sarà l’epilogo suppongo ma siamo comunque arrivati praticamente (e finalmente se vi ho annoiati!) alla fine :’(
Vi lascio con questo capitolo un po’ tostino,dove finalmente Leah capisce cosa sta succedendo e cosa è successo in realtà tre anni prima.
Vi saluto e vi ringrazio di leggere questa storia,come sempre,un bacio:)
-Ele

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Our happy ending ***


Harry


La mia camicia era ancora stretta nel pugno di Zayn quando lui e i ragazzi mi trascinarono via. Sentii la schiena toccare il muro e pian piano le prese attorno a me si allentarono,facevo fatica a calmarmi e i ragazzi  lo vedevano,come aveva osato toccarla? Sentivo mentre ero ancora avvolto nei pensieri il mio nome che veniva ripetuto più volte e velocemente

-basta adesso- Liam aveva la voce ferma e non sembrava ammettere repliche

-Harry-ci voltammo tutti verso la porta e vedemmo mia madre con un espressione distrutta sul volto e mia sorella che invece era preoccupata per me-cosa hai fatto?-mi chiese mia madre con voce tremante

-cosa ho fatto io?! Tu non ti sei mai preoccupata di come potesse stare tuo figlio,sei sempre stata dalla sua parte!-gridai

-lo sai che..-tentò lei,ma la interruppi

-no! Non ti voglio nemmeno sentire!-sapevo di averla ferita con quelle parole,e anche la sua espressione me lo confermò,ma  non potevo sopportare che mi venisse a fare la predica in un momento come quello

-ora non c’è tempo di litigare,devi fare altro ora-disse mia sorella avvicinandosi

-devo cosa? Ho distrutto tutto anni fa per colpa loro!-

-Harry,finiscila,Gemma ha ragione-Zayn se possibile era ancora più serio di Liam-devi andare da Leah adesso-solo in quell’istante mi resi conto che lei non era tra noi,mi spinsi in avanti cercandola con l sguardo.

-dov’è?-chiesi preoccupato

-non lo sappiamo-disse Niall scuotendo la testa-si deve essere allontanata mentre c’era confusione-

-pensa Harry,dove potrebbe essere andata?-mi chiese Louis.

Non lo sapevo,non avevo la minima idea di dove si potesse essere andata a cacciare,a nascondersi,si nascondersi perché Leah in quel momento era confusa,spaventata e aveva bisogno di un posto isolato dove poter stare da sola,magari un posto a lei caro. Se non fosse stato per lei lo avrei fatto anche io,sarei scappato da qualche parte,ne avevo bisogno. Un luogo pieno di ricorsi che mi avrebbe aiutato a prendere qualche decisione. E in quel momento seppi dov’era.

-so dov’è-feci per andarmene quando mia madre mi richiamò

-Harry,riportala a casa-annuii,scansai i miei amici e veloce corsi alla macchina,non sapevo come avrebbe reagito,ma le avrei fatto cambiare idea una volta per tutte.
 
Leah


Non ero mai stata al lago al tramonto,c’era qualcosa nell’aria che rendeva quel posto ancora più speciale. Ero seduta sul molo di legno alla riva mentre osservavo l’acqua striata di rosso  ondeggiare. Non avevo neanche la forza di pensare,tutto quello che sentivo era silenzio,e la cosa mi spaventava. Avevo sempre avuto paura del silenzio,di essere abbandonata,sola e dimenticata. Solo una volta in vita mia avevo provato quelle sensazioni,non appena mia madre morì,ero talmente ingenua e impaurita che me la prendevo con tutto e tutti. Ma anche lì ad aiutarmi c’era stato Harry. È strano,avevo come la sensazione di conoscerlo da tutta la vita,era come se fosse stato lì con me sempre. Scossi la testa,possibile che ogni mio ragionamento portasse solo ed esclusivamente a lui? Tesi le orecchie quando sentii dei passi sulla ghiaia a pochi metri dietro di me. Sorrisi,sapevo perfettamente chi fosse,eppure rimasi in silenzio perché in quel momento stavo bene,ero in pace,calma e non più sola.

-vieni qui-con un gesto rapido Harry mi sollevò da terra e mi abbracciò delicatamente,non ricordavo quanto fosse forte. Il suo odore mi invase,inspirai più volte,come a portargliene via un po’ e poi mi staccai-Leah,io..-

-ascoltami,ascoltami e basta-lo interruppi,vidi tutta la sua sorpresa nei suoi occhi-questa sera,mentre venivo qui e quando finalmente sono arrivata,ho pensato e ripensato,mi sono concentrata sulle mie emozioni come non avevo mai fatto,ho pensato ad ogni singola persona che ho incontrato da quando ti ho lasciato,e non ho sentito niente,ero vuota. E tra me e me ho pensato che fosse una ben strana sensazione visto che ho passato gli ultimi tre anni a cercare qualcuno che potesse prendere il tuo posto,e quello che sento è niente?! E all’improvviso sei sbucato nella mia testa,il tuo volto,la tua voce,e quella volta che hai detto che qualunque cosa sarebbe accaduta tu mi avresti amata per sempre,non avevo mai compreso quelle parole come in questo momento-mi fermai un secondo riprendendo fiato,avevo le lacrime agli occhi e la voce rotta ma non me ne importava,sarei andata avanti imperterrita-e ho capito che per un sacco di tempo ho perfezionato i passi di qualcun altro,di mio padre,diventando ciò che voleva che io diventassi,riuscendo alla fine ad allontanarmi da te. Bè sai che ti dico? Io voglio stare qui,e se non ci fosse spazio per te con i tuoi scherzetti idioti e i tuoi insopportabili sbalzi d’umore a caso,sarebbe difficile perché dovrei trovarmi un sogno ancora più grande di te-sospirai al termine,guardando in basso sentendomi improvvisamente andare a fuoco

-e pensare che tutto quello che ti volevo dire era mi dispiace-disse Harry a corto di fiato come me,ridacchiai divertita. Mi sollevò il viso e potei incontrare quei meravigliosi occhi che mi guardavano sognanti-hai detto tutto te,quindi..credi che adesso possa baciarti? No perché non aspetto altro da tre anni-scoppiai a ridere vedendo quanto buffo e impacciato fosse Harry in quel momento,mi avvicinai lentamente e quando finalmente sentii le sue morbide labbra sulle mie seppi che saremmo rimasti davvero insieme fino alla fine. Allacciai le braccia al suo collo e lui mi tirò su stringendomi alla schiena,era tutto perfetto

-hai visto Harry? Non ho mollato,non ho perso la strada che avrei dovuto percorrere e le possibilità che ho avuto e tu non sei morto con me,ce l’abbiamo fatta-gli sussurrai all’orecchio,le esatte parole che lui mi disse in ospedale,lui sgranò gli occhi confuso

-tu..tu sentivi ciò che ti dicevo?-domandò sconcertato,annuii sorridendo

-ma non riuscivo a risponderti. Grazie per non avermi abbandonato-gli baciai la guancia leggermente

-ti svelo un piccolo segreto-mi sussurrò per poi posarmi un delicato bacio sul collo-io sono morto non appena te ne sei andata-.
 


-io ancora non capisco cosa ci facciamo qui,non dovevamo tornare a casa? Ormai è tardi-dissi ad Harry non appena afferrai la sua mano che mi aiutava ad uscire dalla macchina

-non ci vorrà  molto vedrai,devo fare solo una cosa-mi rispose intrecciando la sua mano alla mia,solo in quel momento mi accorsi che ci trovavamo nel luna park dove anni fa
eravamo stati,mi ricordai di quanto ero spaventata di salire sulla ruota panoramica e di quanto avevo odiato Harry per avermi costretto a salirci,ricordo anche di quanto avessi voglia di aggrapparmi a lui per far cessare la paura e di quanto fossi stupida nel pensare che lui fosse solo un motivo in più per soffrire. Non lo era affatto,lui era il mio tutto,la mia unica ragione di vita.


-Harry ma..?-cercai di formulare una frase ma venni interrotta

-vieni-con uno strattone non troppo forte mi trascinò ai piedi della stessa ruota panoramica di tre anni prima,lo vidi confabulare con il macchinista ma il panico si impossessò di me

-no Harry,scherzi? Che stai facendo?-gli domandai spaventata,avevo ancora decisamente troppa paura delle altezze

-vieni con me,ti prego-mi sorrideva così dolcemente che non riuscì a parlare ma il mio sguardo era implorante e traspariva tutta la mia agitazione. Harry colse il mio silenzio
come un segno di acconsentimento e in poco tempo la ruota panoramica ci portò in altro,troppo in alto,fino a quando non si arrestò. Serrai gli occhi con forza e afferrai la sbarra davanti a me tremando


-no. Non ci credo. Non di nuovo. Harry,dio,ti ammazzo con le mie mani se riusciamo a scendere!-strillai terrorizzata

-apri gli occhi-mi disse calmo,ma c’era qualcosa nella sua voce che non riuscivo a capire,emozione?

-che? Ma sei impazzito?-

-apri gli occhi amore-riprovò

-te lo scordi-

-Leah-mi chiamò ma io scossi la testa in disaccordo,sembravo una bambina che offesa contraddice il padre mentre questo perdeva
la pazienza-apri quegl’occhi,cristo!-imprecò Harry,sospirai
afflitta mentre con tutto il coraggio del mondo aprii un occhio,non vedendo Harry al mio fianco aprii di scatto anche il secondo

-Harry?-domandai preoccupata,sentii la sua risata

-sono qui Leah-mi girai verso la provenienza della sua voce e mi accorsi che Harry si trovava di fronte a me,ma non in piedi.
 

In ginocchio.
Con una scatolina blu nella mano.
Con un sorriso enorme e preoccupato.
Non respiravo.. il  cuore non batteva più..
 

-ormai se ne sono accorti tutti,probabilmente il mondo intero in
questo momento ci starà osservando,tanto vale dirtelo. Ti amo
e ti voglio con me per tutta la vita-Harry sembrava sul punto di mettersi a piangere da quanto era irrequieto,mi fissava intensamente aspettando una mia qualsiasi risposta. Che però non arrivava. Lo stavo facendo sudare freddo,lo sapevo ma tale era la mia sorpresa che non riuscivo a mettere insieme una frase di senso compiuto-Leah,ti rendi conto che io qui sto morendo-si schiarì la voce allentandosi il nodo della cravatta-quindi mi potresti dare una mossa?-

-ma che romantico!-sbottai facendolo trasalire-non si calcola il tempo in qui una donna decide se stare con lo stesso
petulante,testardo,suscettibile,maschilista,lunatico uomo per tutta la vita!-

-stai scherzando spero!-sbottò anche lui

-nient’affatto ciccio,dammi il mio tempo-lo liquidai,Harry rimase a bocca aperta,con un mezzo sorriso sulle labbra ,incredulo

-ma guarda te-borbottò guardandosi in giro

-potresti anche risparmiarti i commenti,sto pensando-

-ma non ci devi pensare Leah! O è si o è no dannazione cos c’è di tanto complicato? Devi dire due sillabe mese in croce,e si,forse ti sto un po’ soffocando per avere una risposta,ma quale uomo non lo farebbe se quando chiede in sposa la donna che ama questa viene a dirgli che..-
-si..-sussurrai piano mentre diventavo rossa,troppa gente stava assistendo alla nostra scenetta,anche se eravamo in alto chissà
come le persone si erano riunite per vedere la clamorosa proposta di matrimonio di Harry Styles

-cosa?-domandò non avendo sentito,sorrisi

-io ti sposerò perché so che mi renderai felice-non si preoccupò neanche di infilarmi l’anello al dito che mi fece alzare stringendomi a se,mi baciò con così tanto trasporto che per un attimo dimenticai tutto,ma alla fine,pensai,non potevo chiedere di meglio che un uomo che aveva combattuto per me fino alla fine.
 
 


 

E visse per sempre felice sino alla fine dei suoi giorni.
È una buona conclusione,e il fatto che sia già stata adoperata non ne diminuisce minimamente il valore.

J.R.R. Tolkien

 
 




Ebbene si,eccoci al finale,al momento dei ringraziamenti conclusivi.
Ringrazio le fantastiche lettrici che mi hanno accompagnata fino alla fine,che non hanno abbandonato la storia neanche quando una storia rischiava di non esserci più.
Grazie a Harry e Leah,perché sono stati i miei veri primi personaggi che mi hanno accompagnato nella mia prima storia che ho concluso
Ringrazio le persone che hanno recensito
Ringrazio le persone che hanno messo la storia tra le preferie\ricordate\seguite.
Vi ringrazio una ad una,perché mi avete fatto sorridere con le vostre recensioni e i vostri modi di spronarmi a continuare,grazie
Elena.


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1210640