Teach me how to forget.

di pidgeon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri ravvicinati. ***
Capitolo 2: *** E' tutto qui. ***
Capitolo 3: *** Sconfitte in agguato. ***



Capitolo 1
*** Incontri ravvicinati. ***


C'era gente che mi spingeva via, che mi dava gomitate nella pancia senza neanche scusarsene, nessuno si accorgeva di me e del resto io non sapevo neanche chi loro fossero.
India mi aveva letteralmente trascinata a questa gara di moto clandestina solo perché il suo ragazzo, Eddie, conosceva uno dei piloti che gareggiavano. Da quando India ed Eddie si erano messi insieme, India aveva quasi messo da parte la preoccupazione che aveva per me di tenermi al sicuro e di proteggermi da ogni cosa, forse aveva capito che potevo cavarmela da sola, o forse, semplicemente, era così presa da Eddie che lasciava che io me la cavassi da sola.
Ad un tratto sentì un suono e mi voltai di scatto, un ragazzo che si chiamava Chris, s'era messo in piedi su una sedia che delimitava la pista: «Tra esattamente due minuti darò il via alla gara, a quel punto tutte le scommesse saranno chiuse. Sapete tutti il regolamento, ma lo ripeto onde evitare che ci sia qualcuno che si è aggiunto solo stasera a noi. UNO: non dovete sporgervi al centro della pista quando le moto hanno iniziato la gara. DUE: le scommesse finiranno al mio via e non potranno essere cambiate. TRE: se arrivano gli sbirri correte a più non posso e non fatevi beccare. Bene, ecco le regole, ed ora siamo pronti al via. TRE... DUE... UNO. VIAAAAAAAA!»
Il rombo dei motori si fece così alto che dovetti tapparmi le orecchie con le mani prima che mi si rompessero i timpani. Le urla superavano quasi il rombo che man mano si faceva un po' più lontano da dov'ero io. Ero decisa a vedere tutta la gara, specialmente la fine, quindi mi avviai in fretta al traguardo fra spintoni e grida varie. Arrivai al traguardo un attimo prima che il primo motore, con un rombo esagerato, mi superasse. Rimasi incantata da come quel pilota fece una curva per avviarsi nuovamente verso il via, correvo a più non posso nella direzione in cui andava lui per guardare cosa avrebbe fatto e appena arrivai mi sentii spinta verso la fine della folla, ma alzandomi in punta di piedi riuscì a vedere quel ragazzo che scendeva dalla moto e sorrideva verso il pubblico.
Era bello, bellissimo direi, e mentre contemplavo il vincitore della gara sentii gli occhi puntati su di me e non capivo cosa avessero da guardare. Ero così concentrata su quel ragazzo da non accorgermi che mi avevano versato accidentalmente della birra sulla maglia, cadde un silenzio assordante, cosa diavolo avevano da guardare tutti quanti? In fondo era solo una maglia bagnata, poi capii la vera fonte del silenzio, il vincitore della gara, quel pilota bellissimo si dirigeva verso di me. Quando era così vicino a me mi sfiorò la maglia ed io lo guardai negli occhi.
«Un vero peccato, questa maglia ti stava proprio bene.»
«Non è nulla, è solo un po' di birra, basterà lavarla e andrà via.»
Non feci in tempo a sentire la sua risposta che fu trascinato via dalla folla e sparì dal mio campo visivo.
Quando tornammo al campus, India non faceva che chiedermi se mi ero divertita e se avremmo potuto rifarlo; come avrei potuto risponderle di no sapendo che in fondo m'ero divertita quanto lei a quell'incontro clandestino?
«Sì, India, possiamo rifarlo, a patto che non resti a sbaciucchiarti con Eddie tutto il tempo.» 
«Oh, Grace, sei una palla al piede! Quando avrai il tuo bel ragazzo sarò io a dirti di smetterla di sbaciucchiarti in continuazione con lui.» Sorrise. 
Sapevo che aveva qualcosa in mente per il semplice fatto che aveva cercato di affibbiarmi qualsiasi ragazzo da quando eravamo qui nella speranza che fosse scoccata la famosa scintilla ma, ovviamente, non era scoccato mai niente. Adesso avevo solo un mucchio di persone che potevo salutare ma che in sincerità non erano neanche lontanamente miei amici.
«Grace, domattina passo a prenderti dalla tua camera e poi andiamo a lezione insieme, va bene? Sette e mezza in punto, chiaro? Non un minuto in più.»
«Sarò puntualissima, come sempre.»
Ci salutammo e lei andò via verso la sua stanza. Sapevo che non mi avrebbe mai perdonata per averle risposto che avrei voluto essere in camera con qualcun'altro, e non con lei, ma solo per fare nuove amicizie e per far sì che me la sbrigassi da sola, quando lei me lo aveva chiesto mentre eravamo in viaggio verso l'Università.
Entrai in camera e Meredith era al suo solito posto, seduta sul letto a leggere delle riviste di gossip che aveva trovato sui tavolini della biblioteca. 
Meredith era la mia compagna di camera, era acida e scontrosa e per molti versi anche egocentrica, ma in fondo sapevo che potevo trovarmi in stanza qualsiasi persona con qualsiasi carattere.
«Mer, vado a letto, sono molto stanca, ti dispiace spegnere la luce?»
«Ai suoi comandi.» Disse sbuffando.
Alzai gli occhi al celo, quella ragazza era davvero insopportabile. L'unica consolazione era che dovevo sopportarla a forza solo la sera prima di andare a letto, per il resto della giornata non ci incontravamo neanche in giro per il campus.
La mattina seguente ero già lavata, vestita e pronta alle sette e venticinque e aspettavo solo l'arrivo di India che, come al solito, arrivò in perfetto orario.
C'incamminammo per andare a lezione di biologia, che sarebbe iniziata precisamente mezz'ora dopo, sapevo che India avrebbe fatto di tutto per vedere Eddie prima dell'inizio della lezione e dargli il buongiorno. Come avevo previsto Eddie arrivò e, dopo varie smancerie tra lui e India, ci disse che ci accompagnava a lezione perché sarebbe passato comunque di lì per andare a seguire la sua di lezione.
Seguimmo energicamente ogni lezione che era prevista quella mattinata e all'ora di pranzo mi ritrovai con mille e mille fogli svolazzanti pieni di appunti che uscivano dalle pagine di qualche libro. Io ed India c'incamminammo in mensa insieme ad Adam. Adam era la prima persona che avevo conosciuto appena avevo messo piede alla Eastern, era alto, biondo rame e aveva gli occhi marroni, aveva un bel fisico e avrebbe fatto impazzire un sacco di ragazze se non fosse stato che aveva gusti differenti e che le ragazze non erano il suo tipo.
Eddie era vicino all'ingresso della mensa ad aspettare India e dopo un paio di baci fugaci e un «Trovatevi una stanza ragazzi, accidenti!» da parte di Adam, ci avviammo a prendere il nostro pranzo, dopo aver riempito i vassoi di cibo ci dirigemmo al nostro solito tavolo, dove sedevano i giocatori di football della stessa confraternita di Eddie.
Come da copione Eddie ed India non la smettevano di fare i piccioncini ed io ed Adam parlottavamo fra noi, quando, ad un certo punto sentì la sedia accanto alla mia strisciare sul pavimento e poi riavvicinarsi al tavolo con un tonfo, sentì sfiorarmi il braccio e girandomi di scatto, lo vidi. Era lui, il pilota della sera prima, quel ragazzo bellissimo che aveva creato silenzio intorno a noi quando s'era avvicinato a me per via della birra rovesciata sulla maglia.
Mi guardava e aveva ancora la sua mano poggiata sul mio braccio, quando Eddie, con un po' troppo allegria nella voce annunciò: «Grace, ti presento un grande pilota, un grande lottatore e anche un gran simpaticone, nonché mio cugino Travis.»
Suo cugino, era suo cugino.
E si chiamava Travis.
Ed era proprio lì, seduto vicino a me mentre mi sorrideva.

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Capitolo 2
*** E' tutto qui. ***


Era così incredibilmente vicino al mio corpo ed io iniziavo a non sopportare più quella vicinanza.
Mi sentivo oppressa, osservata, gli sguardi di tutti i presenti alla mensa erano puntati su di noi.
 «E così, tu vieni a scuola qui e conosci anche mio cugino Eddie. Perché non ci siamo mai visti prima?»
 «Non so, forse eri troppo impegnato a tenere a bada le tue numerose... leccapiedi.»
Travis scoppia in una fragorosa risata. Cosa diavola ha da ridere? Faccio ridere? Oh, accidenti! Chi si crede di essere? Prendo il mio vassoio e mi alzo, faccio per andarmene ma sento una mano afferrarmi «Non stavo ridendo di te, se è per questo che sei andata via. Non mi permetterei mai. Non sei molto buffa, anzi, ti trovo troppo rigida.»
Rigida? Io? Oh, non sa con chi ha a che fare! Io non sono affatto rigida, è lui a darmi sui nervi.
«Allora, come ti chiami?»
«Grace. Mi chiamo Grace, sempre che te ne importi davvero qualcosa.»
«Invece di attaccarmi, siediti e parliamo senza che la tua lingua dica queste.. cose. Non è facendo l'acida che mi allontanerai da te.»
Cosa? No! Questo è troppo! Nessuno gradisce la sua presenza, soprattutto io. Anzi, a dirla tutta, solo io non gradisco la sua presenza, ma dettagli.
«Grace, bel nome. Grace e.. che altro?»
«Grace Butler.» dico secca.
«Piacere Grace, sono Travis. Travis Jenkins. Ma credo che tu lo sappia.»
Dove vuole andare a parare?
«Da cosa dovrei sapere il tuo nome?»
«Te l'ha appena detto Eddie.»
«Un punto per te, Jenkins.»
«Grazie, Butler.»
«Posso andare ora?» lo guardo negli occhi, e mi accorgo che questa è una sfida. Mi sta sfidando. Vuole vedere fin dove arrivo. No! Non distoglierò gli occhi. Non ho intenzione di battermi in ritirata.
«Sei più coraggiosa e furba di quanto pensassi.»
«E tu sei più noioso di quanto si dice in giro.»
Sorride. Un sorriso beffardo, ha in mente qualcosa ma, cosa?
«Uhm, quindi hai ascoltato quel che si dice in giro su di me?»
Arrossisco.
No! Certo che no! Non sapevo neanche chi fosse fino a.. beh, fino a ieri sera. Ok, magari ho fatto qualche domanda ad India su di lui, e ho sentito due ragazze che parlavano del meraviglioso Travis Jenkins durante la lezione di biologia, ma non ci ho badato poi così tanto alle loro chiacchiere.
«No, e non ho intenzione di perdermi in chiacchiere con le tue ammiratrici. Al contrario di quanto pensi, Travis Jenkins non è il centro dell'universo di tutte, tanto meno il mio.»
Ride, ancora.
«Oh, ti ricrederai.»
«No, Jenkins. Io non verrò a letto con te, sia ben chiaro. So cosa fai con le tue ammiratrici e, mi spiace per te, io non faccio parte della loro cerchia.»
«Butler, mi sorprendi, prima avevi detto di non saper nulla sul mio conto.» Sorride, malizioso.
Accidenti! Quel sorriso inizia ad irritarmi. E a confondermi.
«Voci di corridoio, Jenkins. Sai, nei bagni femminili si chiacchiera molto, non che il gossip faccia per me, ma le loro vocine sono così stridule che ascolti e basta. Si vocifera molto su di te, a dire il vero sei il loro unico argomento di conversazione.»
«Perché continui a chiamarmi Jenkins? E, soprattutto, perché non guardi dalla mia parte?»
Mi giro di scatto verso di lui guardandolo, e a dire il vero, credo che quella sia davvero la prima volta che lo guardo veramente.
E' bello, bellissimo direi. Indossa dei jeans stretti, delle Converse verdi, una maglia della stessa tonalità delle scarpe che lascia intravedere il suo fisico e un giubbotto di pelle.
Arrossisco, ancora, è davvero bellissimo. Quei suoi capelli castani un po' spettinati e quei suoi occhi verdi, devo dire che è una bella visione.
«Respira, Grace, respira.»
Non me n'ero accorta ma, stavo davvero trattenendo il fiato. Non è possibile! Si è accorto di questo! No! No! La conversazione deve finire qui.
«Ora ti sto guardando negli occhi e, a dispetto di quel che dicono le altre, non sei poi così bello.» Che cosa stai dicendo, Grace? Non è bello? Dentro di me una vocina mi suonerebbe una mazza da baseball in testa.
Mi guarda e sulle sue labbra compare un sorriso. «E come dovrei chiamarti? Travis? Travis Jenkins? Signore? Ragazzo? Donnaiolo?»
«Travis basta.» Sorride ancora. Oh, quel sorriso. Mi irrita! No! No! Basta! Ora vado via!
«Bene, allora, Travis, devo andare.»
«Oh, è stato bello conoscerti Grace.»
«Non so se posso dire lo stesso.»
Faccio per andarmene, ma lui mi blocca ancora. «Potrei farti cambiare idea ora, Grace.»
«Su cosa, Travis? Sul fatto che non so se è stato bello conoscerti? Non ci provare, Jenkins, non verrò a letto con te.»
«Allora solo amici?»
«Riusciresti ad essermi solo amico?»
«Certamente. A dispetto di quello che pensano tutti, non voglio infilarmi nelle mutandine di tutte le donne che incontro.»
Non so se esserne sollevata o offesa.
«Bene, allora amici. Ciao, Travis.»

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Capitolo 3
*** Sconfitte in agguato. ***


«Non ti darà tregua!»
«Smettila, India! Abbiamo concordato che saremo solo ed esclusivamente amici.»
«Scherzi? Mi prendi in giro? Grace, sveglia! Travis non è il genere di ragazzo che ha delle amiche.»
«Tu sei sua amica, o sbaglio?»
«Piantala! Sai benissimo che siamo amici perché io sto con Eddie, altrimenti avrebbe fatto il filo anche a me.»
«Con me sarà diverso, a me lui non interessa.»
Entriamo in mensa e Eddie ci viene in contro salutando prima me e poi India.
Li lascio da soli, così possono scambiarsi effusioni senza che io mi senta fuori luogo come sempre. 
Dopo aver riempito il vassoio con del cibo, mi dirigo verso il nostro solito tavolo e inizio a mandare giù il mio hot dog.
Perché India deve insistere su questa storia con Travis? Io e lui siamo solo amici. Stop. Abbiamo deciso così. Io non sono attratta da lui e lui non è attratto da me. La verità è questa.
«Allora, amore, stasera a che ora ti passo a prendere?»
«Al solito orario, tesoro.»
India ed Eddie sono nel loro periodo rose-e-fiori. Continuano a chiamarsi amore, tesoro, zuccherino, e in altri modi così sdolcinati.
Però un po' invidio India. Appena siamo arrivate qui ha conosciuto Eddie, io invece ho dovuto sorbirmi delle uscite con persone non adatte a me: India mi organizzava appuntamenti con qualsiasi ragazzo libero.
«Grace! Grace! Cavolo Grace, mi ascolti?»
«Dimmi, ti ascolto.»
«Da quando ha conosciuto Travis è sempre nel mondo delle favole.»
«Si, mio cugino fa questo effetto un po' a tutte.»
Dannazione, ci mancava solo Eddie che appoggiava le assurde teorie di India.
«Non sto affatto pensando a Travis, o come si chiama lui, sto solo pensando all'esame di..»
Prima che potessi finire la frase, una voce calma e gentile m'interrompe.
«Invece tu sei sempre nei miei pensieri.»
Travis.
So che è lui, non posso sbagliarmi. La sua voce è sempre stata presente nella mia testa negli ultimi giorni.
«Io te l'avevo detto.»
Lanciò un'occhiata ad India per dirle di smetterla, ma lei mi sorride come se niente fosse.
«Trav, stasera cos'hai in programma?»
Cosa cavolo ha intenzione di fare India? Andrà a finire male, lo so già.
«Nulla, perché?»
No! No! No! Travis, no! 
«Io, Eddie e Grace usciamo. Ti va di venire con noi?»
«Magari ha da fare!» Dico quasi urlando e diventando più nervoso di prima.
«Magari no.» Ribatte India.
Oh, India Marie Collins, dovremmo fare un bel discorsetto dopo!
«Non ho nulla da fare e, comunque, mi piacerebbe venire con voi.»
«Io non posso.» Sbotto. «Devo studiare.»
«Hai tutto il pomeriggio per studiare Grace, stasera esci con noi. Chiuso il discorso!»
Chiuso il discorso? Chi sei, mia madre per caso? La mia migliore amica a volte è davvero ottusa.
«Passiamo a prendevi alle otto in punto, non farti troppo bella amore.»
«Io e Grace saremo puntualissime, tesoro.»
Questo è troppo.
«Devo andare.» 
Mi alzo di scatto dalla sedia e prendo il vassoio in mano, quando India, come al suo solito, mi blocca.
«Grace, aspetta, veniamo anche noi.»
«Ma tranquilli, finite con calma.»
Travis è già al mio fianco, mi prende il vassoio dalle mani dicendo «Faccio io, tranquilla.» e mi sorride.
«Andiamo Grace, vieni nella mia camera, così studiamo un po' insieme e poi ci prepariamo per uscire.»
India è già su di giri. stasera sarà un disastro, me lo sento.
«A dopo amore, ciao Grace.»
«Ciao Ed, a stasera.»
So cosa devo fare: influenza improvvisa.

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Scusatemi se vi ho fatto aspettare un sacco di tempo per pubblicare un nuovo capitolo, ma non avevo ispirazione e poi ho avuto problemi con il computer. Diciamo che questo capitolo è un po' un cacchetta, ma mi farò perdonare. Lo giuro.
Se recensite, o inserite nelle preferite, o nelle seguite, la mia storia, vi spedisco a casa un'intera scatola di cupcackes. 
Bene, prometto che sarò più veloce con i prossimi capitoli. Giuro. cwc
Enniente, ciao a todos. 

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