Le parole che non ti ho detto di Shine_ (/viewuser.php?uid=112951)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 8: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 9: *** Ottavo Capitolo ***
Capitolo 10: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 11: *** Decimo Capitolo ***
Capitolo 12: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo Capitolo ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo Capitolo ***
Capitolo 15: *** Quattordicesimo Capitolo ***
Capitolo 16: *** Quindicesimo Capitolo ***
Capitolo 17: *** Sedicesimo Capitolo ***
Capitolo 18: *** Diciassettesimo Capitolo ***
Capitolo 19: *** Diciottesimo Capitolo ***
Capitolo 20: *** Diciannovesimo Capitolo ***
Capitolo 21: *** Ventesimo Capitolo ***
Capitolo 22: *** Ventunesimo Capitolo ***
Capitolo 23: *** Ventiduesimo capitolo ***
Capitolo 24: *** Ventriteesimo Capitolo ***
Capitolo 25: *** Ventiquattresimo Capitolo ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Le
parole che non ti ho detto
Prologo.
- E
con questo siamo a dieci.- sussurrò tra sé e
sé
Zayn sistemando il mazzo di fiori con cura nel vaso sul mobile della
cucina del
piccolo ma comodo appartamento nella periferia di Bradford.
Accarezzò
i petali dei fiori colorati, il suo sguardo
pensieroso fisso sulla strada su cui si affacciava la finestra.
Dieci
mesi e ancora non sapeva chi faceva recapitare
quei mazzi di fiori nella scuola in cui insegnava. La prima volta,
finito il
suo orario di lezioni nella scuola elementare della città,
aveva raggiunto il
fiorista indicato sul biglietto ma quello non aveva aperto bocca. Aveva
solo
ripetuto, fino allo sfinimento, “segreto
professionale” e altre cose assurde.
Poi però aveva detto una frase che l’aveva fatto
arrendere e tornare a casa con
la coda tra le gambe e il mazzo di fiori in mano.
“Se
non si è firmato vuol dire che vuole restare
anonimo, chi sono io per farlo uscire allo scoperto?”
E
da quel giorno li aveva accettati senza fare storie,
anzi li aspettava con ansia solo per leggere quel biglietto non firmato
che gli
rendeva più semplice ricominciare il mese con quei bambini
casinisti.
-
Liaaaaaam!- Aprì la porta di casa sospirando quando
sentì che sua madre l’aveva già
riconosciuto. Si lasciò abbracciare mentre il
fratellino più piccolo non voleva saperne di lasciare la sua
gamba.
-
Come mai questo ritardo?- domandò solo suo padre
senza mostrare altro interesse.
-
Il treno ha fatto ritardo, sono passato dal fiorista
ed ho preso il traffico di fine giornata.- rispose subito tenendo lo
stesso
tono duro del padre.
-
Non c’era bisogno di comprarmi dei fiori, te lo
ripeto ogni mese ma tu non mi ascolti.- lo rimproverò la
madre prendendo
ugualmente il mazzo che Liam teneva in una mano
- ma li accetto con molto piacere.- gli lasciò un bacio
rumoroso sulla guancia
e si allontanò tutta felice annusando i fiori.
-
Non capisco come mai sprechi i pochi soldi che
guadagni da quel fiorista pazzo con le idee strambe.- grugnì
ancora il padre
andandosi a sedere di nuovo sul divano con il suo giornale.
-
Non lo capisco nemmeno io. - sospirò Liam cercando
di non badare al fatto che suo padre non l’aveva nemmeno
salutato, come ogni
altra volta.
-
Allora, hai fatto il bravo oggi?- chiese prendendo
in braccio il fratello che continuava a richiedere le sue attenzioni.
Non
doveva farsi condizionare dal carattere del padre, ma era sempre
così difficile
passare sopra a tutte quelle mancanze.
Il
bambino tra le sue braccia iniziò a ridere e poi
iniziò a raccontare di come il “maestro
Zayn” era arrossito accettando un mazzo
di fiori.
Angolo
Shine:
Nulla
da dire su questa..cosa.
Il titolo richiama quello di un libro di Nicholas Sparks (che in
realtà è
quello che meno mi ispira e piace..)
Questo
è solo il prologo, ho già pronti 15 (QUINDICI!)
capitoli. E pubblicherò un capitolo a settimana.
Sono
mesi che ammuffisce nella mia chiavetta e visto
che non ho nulla da fare in questo momento mi son detta:
"Perché no?"
e quindi eccoci qui. :)
Lasciate
commenti, perplessità, critiche e quant'altro
cliccando il bel bottoncino là sopra ;)
Un
ringraziamento a chi avrà il coraggio di leggere e
sopportarmi <3
Vi
voglio già bene :D
|
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Capitolo 2 *** Primo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Primo
capitolo:
-
Allora, come sono andate le vacanze?- Zayn si pentì della
domanda fatta nel momento in cui un ammasso di voci tentarono in ogni
modo di
attirare la sua attenzione.
Era
un insegnante ma odiava come tutti gli studenti il primo
giorno di scuola. Tutto così chiassoso dopo tre interi mesi
passati nel
silenzio e nella tranquillità.
-
Brian non ci interessa quanti ragni pericolosi hai
allevato.- iniziò sperando di bloccare almeno qualche
bambino.
-
e Dan, devi raccontarci sul serio come hai fatto
spaventare tua nonna mandandola all’ospedale? Non
è una cosa molto bella da
dire in giro. - rispose ad un altro bambino particolarmente chiassoso
facendo
ridere tutti i bambini e guadagnandosi finalmente la loro attenzione.
-
Bene, ora che ci siamo calmati possiamo ricominciare a
parlare.. uno alla volta- aggiunse sentendo già le prime tre
voci intrecciarsi -
Dan non vogliamo sapere di tua nonna, Brian non voglio sentir parlare
di ragni
e robe simili, ho appena mangiato, e Tom togli le mani dal tuo naso. -
Le
bambine iniziarono a fare dei versi disgustati mentre
altri iniziarono a ridacchiare parlando col compagno di banco. E si
ricominciava con il casino.
Zayn
si lasciò andare contro allo schienale della sedia,
l’unica cosa positiva dell’inizio
dell’anno era quel biglietto che lo aspettava
a meno di due settimane. L’importante era resistere fino a
quel momento.
-
E lei, maestro Zayn, come le ha passate le vacanze?- si
fece sentire una vocina tra le file laterali.
-
Grazie dell’interessamento, Michael, ma non sfuggirete
alla prima lezione della giornata come l’anno scorso.-
sentì i primi brusii e
dissensi mentre nuove mani si alzavano per fargli le più
svariate domande -
quindi tirate fuori i quaderni che si
inizia. Non voglio sentir lamentele laggiù Laurence.-
-
Non può parlarci della sua ragazza, maestro Zayn?-
-
Q-Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza.- arrossì evitando
lo sguardo delle bambine nelle prime file che lo fissavano sognanti
-
Quella che le manda i fiori ogni volta.- evitò di correggere
dicendo che non glieli mandava proprio “ogni volta”
ma solo una volta al mese.
Quello agli occhi dei bambini sarebbe stata una semplice conferma
dell’esistenza di una possibile ragazza.. e ora della fine
della giornata
sarebbero già iniziate a girare voci di un suo fidanzamento.
Meglio
evitare una cosa del genere, i colleghi erano anche
più pettegoli dei suoi alunni.
-
Non dovrebbero essere le ragazze a ricevere fiori?- rigirò
quindi la domanda sicuro di risolvere la questione e poter dirottare il
discorso da quel discorso imbarazzante.
-
Magari la sua ragazza è un maschiaccio.- Zayn
sospirò
sconfitto certo di dover ormai dare una qualsiasi risposta per bloccare
tutto
quell’interesse -
Un maschiaccio come
Sam. - ringraziò il bambino nella sua mente che aveva dato
inizio alla solita
lotta maschi contro femmine.
Per
questa volta era riuscito a scamparla.
Liam
sbuffò frustato stringendo la matita tra le dita, aveva
provato e riprovato quella partitura ma si fermava sempre sullo stesso
punto. C’era
qualcosa che mancava, magari era solo
una semplice nota che doveva essere aggiunta o tolta ma non riusciva a
concentrarsi abbastanza per scoprirlo.
Il
suo sguardo finiva sempre su quella raccolta di poesie
che aveva preso da uno scaffale impolverato della libreria e che ora
risaltava
sul nero del pianoforte.
Respirò
piano, chiuse gli occhi e si lasciò prendere di
nuovo dalla melodia.
Ed
ecco che arrivava sempre allo stesso punto e si fermava.
Afferrò
il libro che continuava a richiamare fastidiosamente
la sua attenzione, passò le dita sulla copertina rigida
spolverandolo. Il nome
‘Hermann Hesse’ spiccava in giallo su sfondo blu,
sorrise tracciando lentamente
ogni lettera.
L’aveva
visto un giorno con un libro di quell’autore tra le
mani, seduto sul prato e concentrato nella lettura. Così
concentrato e perso
nel suo mondo da non accorgersi di lui che non aveva smesso un secondo
di
fissarlo.
Scacciò
via quei ricordi aprendo il volume in una pagina a
caso, la prima poesia su cui si posò il suo sguardo gli
mandò un’altra scia di
ricordi agro-dolci.
Lui
che senza farsi vedere gli lasciava biglietti anonimi
nell’armadietto, lui che fingendosi tutto concentrato a
mettere la combinazione
fissava con la coda dell’occhio il sorriso che man mano
compariva sulle labbra
di quel ragazzo.
Ricordava
di non essere riuscito a scegliere, per quella
volta, una semplice frase di una poesia ma l’aveva dovuta
scrivere tutta.
Troppo
bella e vera per essere catturata in un’unica frase.
Gli
era entrata così in testa che la ricordava ancora a memoria.
«Perché
ti amo, di notte son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non mi potrai più dimenticare
l'anima tua son venuto a rubare.
Ora
lei è mia - del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.»
Ogni
parola che rileggeva gli accendeva un nuovo ricordo.
Quei capelli neri, un giorno sistemati in un ciuffo e il giorno dopo
lasciati
ricadere sulla fronte; quegli occhi scuri nascosti dietro ad occhiali
da vista
che usava solo per leggere; quelle labbra rosee e piene che si
piegavano in un
sorriso quando trovava l’ennesimo bigliettino tra i suoi
libri di scuola;
quella mandibola forte in contrasto con la dolcezza dei suoi occhi e
quella
pelle un po’ scura che avrebbe solo voluto toccare almeno con
la punta delle
dita.
Non
aveva mai avuto il coraggio di dirgliele in faccia
quelle cose, si erano parlati due o tre volte senza nemmeno
presentarsi.
Ma
Liam sapeva tutto di lui e si sentiva quasi sporco
a conoscerlo così tanto.
Ma
non avrebbe avuto il coraggio di aprir bocca, per questo
si limitava a riportare su fogli di carta pezzi di poesie che
racchiudevano
tutto quello che provava, e non avrebbe mai smesso di provare, per Zayn
Malik.
Angolo
Shine:
Ed
ecco a voi il primo capitolo :)
Avendone
già un bel po' pronti ho deciso che
pubblicherò due volte alla settimana: mercoledì e
sabato.
Non
credevo potesse piacere a così tanta gente e..mi
avete commossa :’)
Grazie
ancora per i commenti, per chi l'ha inserita
nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.
Ci
sentiamo mercoledì col secondo capitolo ;)
|
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Capitolo 3 *** Secondo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Secondo
capitolo:
-
Ed eccolo qui.- lo accolse la risata allegra di Harry che
stava tenendo il loro tavolo occupato al solito bar. Lo raggiunse
sfilandosi il
cappotto e sedendosi con un tonfo.
Era
solo la fine di settembre ma già non ce la faceva
più,
tra la scuola e l’essere sempre indietro con le bollette da
pagare stava per
avere un esaurimento.
-
Immagino l’ammiratore segreto abbia colpito ancora, eh?-
iniziò subito il riccio senza nemmeno dargli il tempo di
aprire il menu per
scegliere una cosa qualsiasi da mangiare.
-
Hai sempre il solito sorrisino.- continuò a spiegare il
suo amico senza dargli il tempo di fare la domanda. Annuì e
continuò a leggere
l’elenco dei panini mentre si mordeva le labbra cercando di
nascondere il
sorriso troppo euforico.
-
Oh, andiamo!- lo sentì sbuffare impaziente e si
lasciò
andare in una risata - Malik, non fare lo stronzo. Cosa ti ha scritto e
che
fiori sono. Ho aspettato un mese intero questo momento.- Zayn
tornò con lo
sguardo sul menu ridacchiando quando lo sentì imprecare
ancora.
-
Odio questa stupida cosa che va avanti da quando abbiamo
sedici anni. -
-
Certo, Harold.- lo chiamò col nome intero vedendolo
rabbrividire - l’importante è che ci creda tu.. lo
sappiamo entrambi che sei il
più romantico tra i due.-
-
Ma peccato che non sono io che da quando ha sedici anni
riceve poesie d’amore e che, da quando è riuscito
a trovare un posto di lavoro
che gli paghi le bollette, riceve mazzi di fiori e poesie.. una volta
al mese.
- sollevò lo sguardo vedendo gli occhi verdi del ragazzo su
di lui
-
Sul serio, Zayn, sono passati anni. - parlò con calma
Harry perché ricordava bene la lite che si era scatenata
quando quell’argomento
era saltato fuori - non vuoi davvero saperlo chi è?-
-
Certo che voglio saperlo!- sospirò i gomiti appoggiati al
legno del tavolo e il volto nascosto tra le mani - ma è
anonimo, capisci?-
l’altro scosse il capo e lui sbuffò continuando -
Se non si è mai firmato, non
ha mai lasciato qualche indizio, vuol dire che non vuole farsi
scoprire.- restò
in silenzio per qualche secondo poi continuò - Non posso
certo andare a
cercarlo e poi..- iniziò a scuotere il capo arrossendo - E
poi, magari, è tutto
uno stupido scherzo.-
-
Uno scherzo non può andare avanti così tanto.-
intervenne
subito il riccio passandosi poi un dito sul mento - Oppure è
un pazzo.-
-
Sì, oppure è un pazzo.- acconsentì
Zayn tornando con
lo sguardo sul menu mentre un sorriso
spuntava di nuovo sulle sue labbra.
-
Ehi!- protestò quando Harry glielo rubò dalle mani
-
Tanto prendi sempre il solito.- spiegò nascondendo il
foglio dietro la schiena - Ora voglio sapere che fiori sono e che cosa
ti ha
scritto.-
-
Un solo fiore, un asfodelo.. sono già andato a guardare e
vuol
dire ‘rimpianto’.. e la poesia era una che mi aveva
scritto quando
frequentavamo l’ultimo anno. -
Liam
sospirò fissando il soffitto della sua piccola camera,
era sdraiato sul letto e non voleva alzarsi. Forse con
l’ultimo gesto aveva
osato troppo, forse stava davvero diventando patetico come continuava a
ripetersi mentre scriveva quelle note.
Forse
doveva smettere sul serio. Forse doveva lasciarsi alle
spalle quell’infatuazione e ricominciare a vivere.
Frequentare gente,
innamorarsi e portare a casa finalmente una ragazza. Almeno sua madre
avrebbe
smesso di metterlo sotto interrogatorio ogni volta fine mese, e suo
padre
avrebbe smesso di guardarlo come un buono a nulla.
Sì,
doveva smetterla.
Doveva
smetterla con i fiori, con i messaggi nascosti, con i
biglietti anonimi.
Doveva smetterla con Zayn.
Doveva
lasciarsi il passato alle spalle e riprendere in mano
la sua vita.
Niente
più fiori, niente più biglietti, niente
più Zayn.
Era
tutto così semplice da dire e pensare.
Angolo
Shine:
Come
promesso oggi è mercoledì ed ho aggiornato :)
Che
dire? Entra in gioco un nuovo personaggio; i biglietti
anonimi non sono una novità per Zayn; Liam vuole dare un
taglio a tutto quanto.
Aggiorno
sabato, se non mi uccidete prima ;)
Un
grazie enorme a chi ha recensito e inserito la storia
nelle ricordate/preferite/seguite e anche a chi ha solo letto.
Grazie
davvero.
Ps:
comunque questo è l’asfodelo
|
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Capitolo 4 *** Terzo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Terzo
capitolo:
-
Zayn?- chiamò piano Harry aprendo la porta della villetta
ed entrando in quella casa troppo silenziosa
-
Zayn, mi stai spaventando. Dai non fare l’idiota!- accese
la luce facendo poi un salto tenendosi una mano sul cuore quando vide
una persona
seduta sul divano immobile.
-
Dio, Malik, ti odio. - si lamentò cercando di respirare
normalmente, il cuore che batteva sempre più forte.
S’incuriosì però quando il
suo amico restò seduto sul divano, le ginocchia al petto e
il viso nascosto.
-
Zayn?- lo chiamò ancora avvicinandosi al divano
preoccupandosi quando lo sentì singhiozzare
-
Zayn che succede?- si inginocchiò di fronte a lui
prendendogli le caviglie tra le mani. Erano le otto di sera ed era in
pigiama,
segno che non si era mosso da quel divano per chissà quante
ore.
Tutte
le situazioni più terribili iniziarono a presentarsi
nella sua mente.
-
Zayn? La tua famiglia.. è tutto..-
Zayn
sollevò di scatto il volto guardandolo attraverso la
patina di lacrime -Niente!- gli gridò contro facendolo
cadere sul tappeto per
lo spavento.
-
Cosa nien..-
-
Niente di niente!- continuò ad esclamare Zayn con la voce
roca - niente stupidi e bruttissimi fiori!-
-
Vuoi dirmi che non hai risposto alle mie chiamate, ai miei
messaggi, che mi hai fatto prendere un colpo stando lì sul
divano immobile per
un semplice mazzo di fiori?- domandò non sapendo se essere
arrabbiato o ridere
per la situazione.
-
Giusto, è un semplice mazzo di fiori - ricominciò
a
parlare Zayn con un tono acido - sicuramente se lo sarà
dimenticato, troppo
impegnato ad organizzare la festa d’anniversario con sua
moglie.-
-
C-cosa? Hai scoperto chi è?- l’occhiata di Zayn lo
fece
zittire di colpo
-
Forse stai correndo un po’ troppo.- continuò
ignorando le
lamentele del moro - e poi perché dovrebbe avere una moglie?
Sul fatto che sia
un uomo ormai non te lo metto più in dubbio visto come mi
hai fatto spaventare
l’altra volta..- Zayn lo fissò scettico e lui
continuò - Hai conservato tutti,
tutti, i foglietti. Dal primo all’ultimo. E hai studiato la
sua scrittura. Non
so se essere preoccupato più per te o per l’altro.-
-
Perché non dovrebbe avere una ragazza, una fidanzata o una
moglie? È praticamente il ragazzo perfetto!-
esclamò Zayn appoggiandosi contro
lo schienale e fissando il soffitto perso nei suoi strani ragionamenti
che
Harry non voleva sapere.
-
Però una volta al mese manda fiori a te. - tentò
di
consolarlo ottenendo però l’esatto opposto.
-
Oh, e guarda chi non ha ricevuto fiori oggi!-
-
Zayn, stai diventando isterico.. sono solo dei fiori,
andiamo. Per un mese può essersi semplicemente dimenticato..
magari non aveva
più soldi oppure..-
-
Non sono dei semplici fiori.- lo bloccò Zayn calcando su
ogni parola
-
Za..-
-
No, tu non capisci.- lo zittì subito muovendo le mani -
è
un mese che aspetto questo momento, va bene? Ed è ormai un
anno che
puntualmente ho un mazzo di fiori in casa.. ed un biglietto da
leggere..- si
cancellò le lacrime stringendosi poi il ciuffo di capelli
che cadeva sulla
fronte. - E io credevo di.. credevo di aver ritrovato lui e .. sono uno
stupido.- finì in un sussurro stringendo le ginocchia al
petto.
-
Zayn, non sei stupido.. dai vieni qui..- Harry allungò le
braccia lasciando che l’amico s’inginocchiasse
accanto a lui stringendoglisi
contro.
-
Magari ha perso l’indirizzo di casa tua.- lo
rassicurò
parlando contro ai suoi capelli neri, ricevendo solo uno strano verso
come
risposta.
-
Oppure.. oppure..- iniziò a pensare muovendo le mani
contro alle braccia fredde dell’altro. - Ha un cane.. e il
cane gli ha mangiato
i fiori.. e anche il foglio con scritto l’indirizzo.. e
quando è uscito a
comprarli di nuovo..- la risata di Zayn lo interruppe nel bel mezzo del
racconto.
-
Sei un idiota.- borbottò continuando comunque a ridere.
-
Sono un idiota ma mi vuoi bene.- specificò Harry
sentendolo annuire sotto al suo mento poggiato sulla sua testa. - E ora
forza,
ti cucino qualcosa io. Scommetto non hai mangiato niente per aspettare
la
dichiarazione d’amore del tuo principe.- lo tirò
su per le braccia e se lo
trascinò in cucina.
Liam
si sentiva male, si sentiva malissimo, per non aver
rispettato una tradizione che ormai andava avanti da un anno.
Stava
andando bene: era riuscito a tenersi lontano da quel
negozio, era riuscito a non pensare a Zayn per tutto il giorno e poi la
notte
si ritrovava raggomitolato sotto alle coperte non riuscendo a prendere
sonno.
Si
tolse con uno scatto il lenzuolo e si alzò infilandosi un
paio di pantaloni a caso e una maglietta a maniche corte.
Doveva
uscire da quella stanza, doveva allontanarsi da tutti
quei pensieri.
-
Che diavolo fai in piedi, Li?- la voce assonnata del suo
coinquilino lo fece fermare con una mano sulla maniglia della porta.
-
Vado solo a fare una corsa. Torna a dormire, Louis.-
-
Una corsa? A quest’ora della notte? Liam, sono le due!-
-
Devo pensare, torna a dormire.-
-
Sei l’unico che pensa correndo e alle due di notte.- lo
sentì borbottare e muoversi nel letto - E quando torni non
fare casino che
domani ho lezione presto.-
Sbatté
la porta alle sue spalle solo per sentirlo inveire di
nuovo contro di lui e la sua strana abitudine.
Raggiunse
il parco ed iniziò a correre senza pensare a
nulla, solo il rumore delle foglie sul sentiero che scricchiolavano
sotto alla
sua scarpa.
Quando
però si fermò di fronte al laghetto per
riprendere
fiato raddrizzò di colpo la schiena fissando le orchidee.
Orchidea..
totale dedizione.
Si
passò una mano tra i capelli corti sperando di riuscire a
fermare tutti i pensieri che erano magicamente tornati. Tutta colpa di
quegli
stupidi fiori.
Tutta
colpa di quello stupido libro se si era lasciato
coinvolgere di nuovo in quella storia.
Voleva
solo comprare dei fiori per il compleanno di sua
mamma, quel fiorista con le rotelle fuori posto gli aveva regalato quel
libro,
era arrivato a casa e aveva scoperto che suo fratello aveva un nuovo
insegnate
che altri non era che Zayn Malik e il suo cervello si era completamente
liquefatto e aveva agito da solo.
Il
giorno dopo era di nuovo da quel fiorista a scrivere,
come anni prima, un biglietto anonimo con in allegato un mazzo di
orchidee che
secondo quel libro vecchio erano appunto simbolo di “amore
eterno”.
Gli
era sembrata un’idea carina che poi però si era
trasformata in un’abitudine dolorosa.
Rispolverare
nei vecchi ricordi, dipendere di nuovo dal
sorriso di quel ragazzo ormai cresciuto.
Quel
ragazzo che non sapeva nemmeno della sua esistenza,
quel ragazzo di cui si era innamorato.
Ma
era troppo tardi per fare una mossa e parlargli ora,
erano passati troppi anni e lui non voleva saltare fuori come un demone
dal
passato.
Ed
era per questo se quel mese non gli aveva mandato niente,
magari Zayn non li voleva nemmeno i suoi fiori. E forse era per quello
se
insisteva così tanto a voler restare anonimo.
Perché
così Zayn non avrebbe mai potuto rifiutarlo e lui poteva
continuare a sperare che il suo era un amore corrisposto. Che se avesse
preso
coraggio Zayn non l’avrebbe rifiutato.
Restando
anonimo poteva continuare a sognare un futuro con
quel ragazzo che preferiva star seduto lontano da tutti a leggere, quel
ragazzo
che era l’amore della sua vita ma non lo sapeva.
Angolo
Shine:
Vi
giuro che nel prossimo capitolo c’è
l’incontro Zayn/Liam.
Non
sono pronta per foto Zerrie sul balcone di Romeo e
Giulietta. Voglio una foto Ziam su quel balcone :’(
A
mercoledì, grazie a tutti quanti.
|
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Capitolo 5 *** Quarto Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Quarto
capitolo:
-
Liaaaam!-
Era
tornato a casa per qualche giorno e le grida di sua
madre si erano subito fatte sentire, si stiracchiò sul
divano non ancora pronto
ad alzarsi.
La
fine di un altro mese ed era riuscito a tenersi lontano
da quel posto; aveva però chiaro nella mente
cos’avrebbe fatto per quella
volta.
Quella
volta era speciale. Era nel mese di novembre infatti che
aveva preso il coraggio, anni prima, e gli aveva scritto il primo
biglietto.
Ricordava
ancora come gli batteva forte il cuore quando
aveva infilato tra le fessure dell’armadietto quel foglio
tutto spiegazzato.
Ricordava
l’ansia e il guardarsi perennemente alle spalle
con la paura di essere beccato.
Ricordava
l’espressione confusa di Zayn e come aveva
nascosto subito il foglietto quando il suo unico amico Harry aveva
tentato di
leggerlo.
Ricordava
di averlo visto durante l’ora di matematica
tirarlo fuori e leggerlo in silenzio con il sorriso che prendeva posto
sulle
labbra vicino ad un lieve rossore.
Ricordava
tutto di quel giorno ed era forse questo che
faceva più male.
Qualsiasi
cosa avesse fatto, qualsiasi cosa avesse provato,
non sarebbe mai riuscito a dimenticarsi di Zayn Malik e del suo sorriso.
Per
questo nella sua mente s’immaginava già da quel
fiorista
a comprare una sola rosa color lavanda, simbolo dell’amore a
prima vista, ed un
biglietto con i primi versi della poesia di Pablo Neruda “il
tuo sorriso”.
«Toglimi
il pane, se vuoi,
toglimi l' aria, ma
non togliermi il tuo
sorriso.»
Le
stesse parole che gli aveva scritto quel giorno, con però
in allegato quel fiore. E sicuramente Zayn avrebbe capito che chi
riempiva il
suo armadietto di note era lo stesso che ora lo riempiva di fiori.
Sospirò
premendo il cuscino del divano sul volto.
Poteva
anche non fargli recapitare più fiori ma l’amore
che
provava per lui non se ne andava così in fretta come aveva
ingenuamente
sperato.
Niente
più poesie, niente più fiori ma sicuramente non
niente più Zayn.
Riuscire
a dimenticare Zayn Malik era dannatamente
impossibile, e gliel’avrebbe detto di sicuro la prima volta
che l’avrebbe avuto
a meno di un metro di distanza.
-
Liam!- si sedette sul divano di scatto vedendo la madre
che batteva i piedi sul pavimento irritata - Ti ho chiamato mille
volte! Devi
andare a prendere tuo fratello, io e tuo padre non possiamo.-
Magari
gliel’avrebbe detto un altro giorno, sì. Non
intendeva certo dire quel giorno, più avanti. Forse.
Afferrò
il giubbino dall’appendiabiti, prese le chiavi di
casa e si chiuse la porta alle spalle camminando lungo il marciapiede
come un
condannato si avvicina al patibolo.
Arrivò
affannato davanti all’aula del fratello, non sapeva
né come né perché
si era trovato davanti
al fiorista ed aveva dovuto correre per arrivare ugualmente in
stra-ritardo.
Delle
risate provenienti dalla stanza lo incuriosirono, aprì
piano la porta trovando suo fratello e Zayn seduti sullo stesso banco a
ridere
e scherzare.
Cercò
di indietreggiare e bussare per rivelare la sua
presenza ma proprio in quel momento Zayn decise di girarsi verso la
porta ed i
loro occhi s’incontrarono lasciando Liam senza fiato.
Era
la prima volta dopo anni che gli era di nuovo così
vicino, ed il suo cuore agì di conseguenza rendendogli le
guance ancora più
rosse e il respiro ancora più affannato.
Zayn
gli rivolse un sorriso, che gli fece tremare le
ginocchia, e saltò giù dal banco aiutando anche
il bambino che tutto felice
corse da Liam saltandogli in braccio.
-
Ehi, campione.- gli lasciò un bacio tra i capelli sentendo
le braccia esili del fratello stringersi alle sue spalle - Hai fatto il
bravo
oggi?- lo sentì annuire e poi staccarsi dal suo petto
guardandolo negli occhi.
-
Pensavo che eri tornato a Londra dopo la litigata di ieri
con papà. - vide gli occhi azzurri riempirsi di lacrime e lo
strinse più forte.
-
Ti ho promesso che sarei rimasto e sono qui.- tentò di
consolarlo rimettendolo poi a terra e prendendogli la mano. - Mamma e
papà non
sono a casa, che ne dici di andarci a prendere un frullato come qualche
anno
fa?- propose inginocchiandosi davanti al fratello, le mani a
stringergli le
spalle per dargli un qualche conforto.
-
Possiamo?- domandò tutto felice, gli occhi ancora
più
luminosi per i lucciconi.
-
Certo che possiamo.- rispose sicuro cancellandogli una
lacrima - Non dobbiamo dire niente a nessuno però..
sarà un nostro piccolo
segreto.- gli porse il mignolo che il fratello strinse col suo mentre
un
sorriso sempre più grande compariva sul suo viso.
-
Ma Zayn!- esclamò il bambino voltandosi verso il ventunenne
che li fissava con un sorriso
-
Lui lo sa. - continuò parlando all’orecchio del
fratello
senza però abbassare la voce.
-
Non dirò niente.- s’intromise Zayn facendo un
passo avanti
- Croce sul cuore.- fece il simbolo sul suo petto sorridendo divertito.
-
Dobbiamo fidarci?- riprese il bambino guardando il
fratello maggiore che aveva un leggero colorito rossastro sulle guance.
-
Tu ti fidi?- rigirò la domanda stando al gioco e
fingendosi sospettoso mentre squadrava dall’alto in basso il
ragazzo che si
mordeva le labbra trattenendo la risata.
-
Potrebbe essere una spia. - spiegò il bambino stringendo
tra le dita la maglia di Liam e tirandola.
-
Ho giurato, se rompo la promessa potrebbe succedermi
qualcosa di brutto.- tentò di difendersi Zayn con logica
incrociando le braccia
al petto e fingendosi offeso.
-
E se aveva le dita incrociate?- replicò il bambino
rivolgendosi al fratello maggiore che annuì fissando il
ragazzo che ripeté il
gesto con l’altra mano bene in vista.
-
E le dita dei piedi?- continuò imperterrito provocando al
risata divertita di entrambi i ragazzi.
-
Stai scherzando, spero!- si riprese Zayn vedendo però che
il suo alunno lo fissava in attesa - Non mi toglierò le
scarpe.. e non le
riesco nemmeno ad incrociare le dita dei piedi.- continuò
divertito - E poi
devo scappare, e sono già in ritardo.- concluse mettendosi
la tracolla ed
avvicinandosi alla porta seguito dagli altri due.
-
Deve uscire con la sua ragazza?- Liam si strozzò con la
sua saliva e Zayn si bloccò sulla soglia voltandosi di
scatto.
-
Q-Quale ragazza? Non ho nessuna ragazza.- poi si rivolse a
Liam e continuò - Questi bambini si lasciano sempre andare
con la fantasia..-
non sapeva perché si stava giustificando con lui ma gli
sembrava la cosa più
ovvia da fare.
-
Vi siete lasciati? Per questo non le regala più i fiori?
Ha trovato un’altra ragazza?- iniziò a tempestarlo
di domande continuando a
camminare con la mano stretta attorno a quella del fratello che era
perso nei
suoi pensieri.
-
Non ho mai avuto una ragazza e sicuramente non ne ho
trovata un’altra.. per quanto riguarda i fiori.. non so
cos’è successo.. ora
scusatemi ma devo proprio scappare. È stato un piacere
conoscere il fratello
del mio alunno preferito.. ci vediamo domani noi due.. e cerca di fare
i
compiti oltre ad ingozzarti di frullato.- lo guardarono mentre lui si
allontanava velocemente uscendo dall’istituto.
-
è triste perché la sua ragazza l’ha
lasciato.- commentò
certo il bambino riprendendo poi a camminare.
-
Ha.. aveva una ragazza?- gli domandò Liam sempre
più
agitato vedendo il fratello annuire.
-
E gli regalava sempre mazzi enormi di fiori.- allargò le
braccia per far capire al fratello quanto fossero grandi le dimensioni
di quei
mazzi.
Liam
sospirò sollevato continuando a camminare con un peso
in meno sul cuore ed una domanda in più nella mente.
Zayn
Malik era triste per colpa sua?
In
un certo senso era quindi riuscito ad entrare nella sua
vita?
Scosse
il capo continuando a camminare col fratello che
aveva iniziato a straparlare sul nuovo videogioco che i suoi compagni
avevano e
che lui voleva provare.
Si
stava illudendo di nuovo come uno stupido.
Era
il due dicembre e Zayn si trovava davanti al negozio di
fiori, e si sentiva incredibilmente stupido.
Era
mattina, aveva un appuntamento con Harry e sprecava il
suo tempo a fissare le vetrine colorate di quel posto.
Cosa
sperava di ottenere? Sicuramente non sarebbe uscito
nessuno da quel posto, e non con un mazzo destinato a lui.
Intravide
una figura ferma con lo sguardo su un vaso pieno
di viole colorate. Senza pensarci due volte varcò la soglia
e salutò con un
cenno il proprietario che stava spostando lo sguardo velocemente da uno
all’altro come in attesa.
L’aveva
sempre detto che quel tipo era strambo.
-
Non dovresti insegnare a tuo fratello a mentire.- il
ragazzo fece un salto voltandosi verso di lui tenendosi una mano sul
cuore.
-
Dio, mi hai spaventato a morte.- lo sentì dire in un
sussurro.
-
Non ho detto niente, comunque. Ho tenuto la bocca chiusa.-
lo rassicurò subito Zayn, senza alcun motivo.
-
Era mio fratello che non si fidava.-
Zayn
lo fissò scettico, da dove saltava fuori tutto quel
nervosismo?
-
E volevo specificare, di nuovo, che non ho nessuna
ragazza.. non so nemmeno perché ci tengo tanto a dirtelo..-
si ricordò
all’improvviso che non sapeva nemmeno come si chiamava.
Sapeva solo che Mattew parlava
sempre di suo fratello e del fatto che tornava a casa solo alla fine
del mese.
Ma non aveva mai accennato al suo nome.
-
Liam. - si presentò subito quello porgendogli la mano.
-
Piacere di conoscerti finalmente, io sono Zayn. - gliela
strinse continuando a sorridere.
-
Tuo fratello non smette un attimo di parlare di te. - si
affrettò a spiegare vedendo l’espressione confusa
negli occhi marroni del
ragazzo.
-
In una famiglia esiste sempre la persona che ti apprezza
incondizionatamente, no?-
-
Cosa vorresti dire?- domandò curioso vedendo gli occhi
dell’altro illuminarsi di una sfumatura triste.
-
Niente.. niente.. lascia perdere.. sono cose stupide che
ogni tanto pensi..- continuò a guardare il ragazzo che
abbassava sempre più la
voce con gli occhi fissi sulle viole blu.
-
E cosa ci fai in un negozio di fiori?- si sentiva quasi un
disperato a voler per forza avere una conversazione con quel ragazzo.
Lo capiva
perfettamente che lui non voleva avere vicino nessuno in quel momento
ma Zayn
proprio non riusciva ad uscire da lì e a lasciarselo alle
spalle.
-
Mi aiuta a riflettere.- quasi grugnì frustrato quando
quello rispose ancora con una sola frase bloccando ogni
possibilità di dialogo.
-
Sai che ogni fiore ha un significato?- iniziò allora
vedendo la schiena di Liam irrigidirsi senza alcun motivo.
-
E le viole blu che stai fissando sono il simbolo della
fedeltà.- continuò avvicinandosi e prendendone
una annusandola - Mi piace
l’odore dei fiori.. ognuno ha un suo particolare profumo,
è sorprendente.-
-
In questo momento prenderei solo un tulipano giallo.-lo
sentì borbottare al suo fianco, sollevò lo
sguardo e incrociò i suoi occhi
marroni.
-
Amore disperato?- tentò di metterla sul ridere mentre il
suo cuore batteva sempre più forte mentre l’altro
annuiva velocemente distogliendo
lo sguardo.
-
Ne vuoi.. ne vuoi parlare?- domandò tentennando sempre
più
nervoso.
-
Ecco in realtà.. io..-
-
Sì, scusa.. non volevo essere così invadente..
cioè ci
conosciamo da quasi ventiquattr’ore e sto decisamente
superando ogni limite.-
iniziò a darsi dell’idiota man mano portava avanti
quel discorso.
-
No, non è quello.- sospirò di sollievo quando
sentì
l’altro interromperlo con così tanta enfasi. -
è che dovrei essere a casa.. non
so perché sono entrato in questo negozio a perdere tempo..-
E più parlava più
Zayn s’incuriosiva. Quel ragazzo aveva attorno a
sé un alone così misterioso.
-
Oh, cavolo! Giusto.- si colpì la fronte con una mano
ricordandosi del suo appuntamento. - Devo scappare anche io..-
guardò l’orologio
del cellulare e spalancò gli occhi, non pensava di essersi
fermato così tanto -
E sono in ritardo.. scusa davvero, devo scappare.-
Aveva
iniziato a
correre come un forsennato da qualche minuto quando sentì
gridare il suo nome,
si fermò voltandosi verso il ragazzo che l’aveva
raggiunto e tentava di
riprendere fiato.
Spalancò
gli occhi ed arrossì subito dopo quando Liam gli
porse una rosa color lavanda.
-
Ehm.. g-grazie..- balbettò prendendola tra le dita
arrossendo ancora di più quando il ragazzo gli sorrise.
-
Hai detto che ti piace il profumo di qualsiasi fiore..-
annuì velocemente vedendo il sorriso di Liam ingrandirsi -
è un piccolo premio
per non aver aperto bocca.- scoppiò a ridere, salutandolo di
nuovo ed
allontanandosi verso il bar dove Harry lo aspettava da almeno venti
minuti.
La
rosa color lavanda che ogni tanto avvicinava al naso per riuscire
a coglierne ogni più piccola fragranza.
Angolo
Shine:
TADAAAAAAN.
SI
SONO INCONTRATI! SI SONO INCONTRATI!
Vi
ho fatto sudare per quattro capitoli ma è servito a
qualcosa, giusto?
E
Liam gli ha già regalato un fiorellino :’)
(Rosa
color lavanda)
Che
amori che sono <3
Ci
sentiamo sabato, grazie mille a tutti quanti.
|
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Capitolo 6 *** Quinto Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Quinto
capitolo:
-
un’ora, Zayn Malik!- lo accolse la voce irritata del suo
migliore amico nel momento in cui varcò la soglia del bar.
-
Mi hai fatto aspettare, qui da solo, come una stupida
ragazzina al suo primo appuntamento per un’ora inter..- si
sedette di fronte a
lui fissandolo interrogativo. Strano che avesse già finito
di lamentarsi, di
solito andava avanti per intere giornate.
-
Oh mio Dio. - continuò a guardarlo togliendosi la sciarpa
di lana.
-
Zayn!- si voltò cercando il punto che Harry stava
indicando con una mano tremante
-
Non lì! Qui. Zayn. Qui!- esclamò indicando la sua
sciarpa
che Zayn subito sollevò porgendogliela
-
Harry è una semplice sciarpa, e va bene è quella
che mi
hai prestato anni fa. - Harry non aveva mai voluto le sue cose
indietro, doveva
essere davvero affezionato a quella roba se si lamentava
così. - Se proprio la
rivuoi prenditela.- continuò porgendogliela vedendo come
l’altro lo fissava
sempre più incredulo.
-
Lo stai facendo apposta?-
-
Cosa? Non scherzo! Prendila Harry.. Dio mio, per una
semplice sciarpa.. che tra l’altro ti ho preso anni fa..-
-
Zayn, stai scherzando.-
-
No, Harry, no!- esclamò sempre più innervosito -
Prenditela e smettila.- gliela lanciò addosso ed
incrociò le braccia fissandolo
arrabbiato - Ti rendi conto che stai facendo tutto questo casino per ..
quando
ti vengono queste fisse mi dai sui nervi.-
-
Zayn! Il fiore! La rosa! Cazzo, ma sei scemo? Entri in un
bar tutto tranquillo con una cazzo di rosa color lavanda in mano e
speri che io
non dica niente?!- spostò lo sguardo sulla rosa che aveva
appoggiato sul tavolo
e sorrise.
-
Oh, la rosa?- domandò calmo con un sorrisetto - Vuoi
sapere chi me l’ha regalata?- continuò
portandosela alle labbra per nascondere
il sorriso.
-
Cazzo, l’hai visto? Cioè, te lo sei trovato
davanti alla
porta di casa in ginocchio che ti chiedeva perdono per i due mesi di
assenza?
Aveva davvero un cane, vero? Ci scommetto che è colpa del
cane..- questa volta
non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere di
gusto.
-
Zayn, vaffanculo. Mi sento una ragazzina che legge uno
stupido e sdolcinato romanzo rosa.- iniziò ad infastidirlo
con la rosa
continuando a ridere.
-
Zayn, muoviti! Parla. Ora.- lo minacciò l’altro
allungando
una mano per rubargli il fiore.
-
Ho incontrato il fratello di un mio alunno dal fiorista..
lui me l’ha regalata.- spiegò facendo spallucce
mentre accarezzava i petali
della rosa.
-
E questo fratello del tuo alunno ha un nome?-
-
Liam.- rispose fissando il fiore con un sorriso.
-
Liam.. e ..-
-
Liam Payne.- disse sicuro vedendo il riccio spostarsi un
ciuffo dalla fronte pensieroso mentre continuava a ripeter sottovoce
quel nome.
-
Zayn!- esclamò di colpo facendolo spaventare. - Liam! Liam
Payne!-
-
Esatto, Liam Payne. E allora?-
-
Sei un coglione, lo sai? Liam Payne!-
-
Harry, o parli o stai zitto. Sì, è Liam Payne e
allora?-
-
Liam Payne veniva a scuola con noi! Ci ho parlato un bel
po’ di volte, era simpatico ed amico di tutti.. ho tentato di
presentartelo
alcune volte ma tu preferivi rintanarti a leggere.-
riabbassò lo sguardo sulla
rosa studiandola.
-
Liam?- domandò come aspettandosi una qualche risposta dal
fiore che teneva tra le mani.
-
Ora posso dirtelo.. ho sempre sospettato avesse una cotta
per te. - Zayn sollevò lo sguardo arrossendo.
-
Ma non avrebbe senso e poi..-
-
Zayn?- lo bloccò subito il riccio - Sai qual è il
significato di una rosa di quel tipo?-
-
Amore a prima vista.- sussurrò riportando lo sguardo su
quell’oggetto prezioso.
Liam
aprì la porta dell’aula con uno scatto.
-
Giuro che non sono sempre in ritardo.- iniziò subito a
parlare fermandosi davanti alla scena di suo fratello in lacrime con
uno Zayn
in ginocchio che tentava di consolarlo.
-
Visto, Mattew, te l’avevo detto che non se n’era
andato.-
parlò per primo Zayn alzandosi in piedi e spolverandosi i
pantaloni con una
mano.
-
Che cosa.. che cosa è successo?- domandò quando
il
fratello si aggrappò alle sue gambe non intenzionato a
diminuire la presa.
-
Ha sentito la litigata tra te e tuo padre e quando non ti
ha visto ne ha tratto le sue conclusioni.- spiegò
calmò prendendo la tracolla
ed indicando la porta con un dito.
Liam
annuì prendendo per mano il fratello e seguendo il moro
che continuò a spiegare.
-
Ho cercato di dirgli che era tutto normale e che saresti
arrivato a minuti ma più passava il tempo più
peggiorava.-
-
N-non trovavo.. non trovavo più le chiavi di casa e ..-
tentò di giustificarsi vedendo il ragazzo annuire e
rivolgersi al bambino.
-
Che ti avevo detto? Tuo fratello è uno smemorato.- lo
prese in giro Zayn sorridendogli subito dopo.
Liam
arrossì guardando gli alberi di fronte a sé,
troppo
imbarazzato per pensare al ragazzo che teneva l’altra mano di
suo fratello
nella sua.
-
Quindi..- lo sentì dire ancora - .. deve offrirci un
gelato per farsi perdonare, vero?-
-
Un gelato? A dicembre?- domandò voltandosi verso i due che
si guardarono ed annuirono complici.
-
Vi prenderete qualcosa ma se proprio insistete..- riprese
Liam venendo però interrotto da Zayn che disse solo - Ci
scalderai tu. -
Frase
che aveva avuto il potere di farlo arrossire ancora di
più, le risatine dei due nelle orecchie.
-
Non ti ho ancora ringraziato per la rosa.- gli sussurrò
mentre erano seduti al tavolo di un bar, le cioccolate fumanti davanti
ai loro
visi.
-
Non era nulla.. un piccolo gesto per ringraziarti..-
farfugliò Liam, lo sguardo fisso sul liquido caldo che
mescolava col
cucchiaino.
-
Apprezzo i piccoli gesti.- riprese Zayn sorridendo dietro
alla tazza. - Anche se avrei preferito dei bucaneve.- decise di osare
di più vedendolo
arrossire e slacciarsi i primi bottoni della camicia.
-
Bucaneve?- annuì mordendosi le labbra.
-
Un bel mazzetto di bucaneve.- sorrise quando lo vide
ancora più in imbarazzo.
-
Per quelli devi aspettare che finisca l’inverno e..-
-
Posso aspettare.- lo interruppe troppo euforico per
potersi trattenere.
Uno
starnuto si fece sentire vicino al loro tavolo, si
voltarono entrambi vedendo un bambino completamente bagnato, dalla
punta dei
capelli marroni fino alle scarpe, che li fissava con un sorrisetto.
-
Ho vinto.- mostrò loro le dita in segno di vittoria
saltando poi in braccio a Liam che iniziò a lamentarsi ed
agitarsi.
-
Li ho battuti tutti quanti, erano delle schiappe a giocare
a palle di neve. - si pavoneggiò finendo la cioccolata del
fratello in un
sorso.
-
Matt! Sei completamente bagnato! La mamma mi uccide.
Questa volta mi uccide.-
-
Se vuoi.. casa mia è qui vicino.. proprio dietro
l’angolo..- arrossì quando entrambi i fratelli
Payne spostarono il loro sguardo
su di lui.
-
N-non credo che..- iniziò il più grande venendo
però
interrotto dal più piccolo che saltò in piedi
sulla sedia indicandolo.
-
Liaaaam!- iniziò a ridacchiare - il maestro Zayn vuole..-
Zayn prontamente si allungò verso di lui mettendo una mano
davanti alla bocca
del bambino, arrossendo sempre più imbarazzato.
-
Scendi dalla sedia, potresti farti male. E questo sarebbe
seriamente come chiedere a mamma di uccidermi.- lo salvò lo
stesso Liam,
alzandosi e prendendo per mano il fratello.
-
Grazie per la.. proposta? Ma è meglio.. se torniamo a
casa.. ora.. prima che diventi troppo buio.- continuò a parlare Liam mentre si
allontanavano verso
l’uscita dopo aver posato i soldi sul tavolo.
-
Figurati.. è il minimo..- iniziò a farfugliare
Zayn
seguendoli ed infilandosi il cappello di lana - Anche se ti
avrò sulla
coscienza quando verrai brutalmente ucciso dalla signora Payne.-
continuò
ridendo divertito insieme al bambino.
-
Vorrà dire che non entrerò dalla porta
principale, ma mi
arrampicherò fino alla finestra.-
-
Un piccolo ribelle?- domandò sempre più divertito
-
E non sai cosa facevo quand’ero piccolo.- continuò
Liam
ormai troppo preso da quei flirt scherzosi per ricordarsi del fratello
che li
fissava - Ero l’incubo del vicinato.-
-
Liam Payne, l’incubo del vicinato? Mi dispiace ma non ho
mai sentito parlare di te. - replicò pronto Zayn infilandosi
i guanti ed
uscendo per primo dalla porta che Liam gli stava tenendo aperta.
-
Questo perché sono anni che non esercito più la
professione.- spiegò ovvio aprendo l’ombrello
quando uscirono di nuovo nella
tempesta di neve.
-
E, sentiamo, cosa facevi di così terribile?- gli
domandò
bloccandosi di fronte a lui e costringendolo a fare lo stesso.
-
Nessun criminale rivela i suoi segreti.- rispose in tono
saccente muovendo l’indice.
-
E cosa devo fare per farmi dire i tuoi segreti?- continuò
imperterrito Zayn, i suoi occhi fissi in quelli del ragazzo che si era
di colpo
ammutolito e stava arrossendo sempre di più.
-
Se volete baciarvi posso chiudere gli occhi?- fecero insieme
un passo indietro arrossendo alle parole del bambino.
-
L-La mia casa..- si schiarì la voce ed indicò
alle sue
spalle - ..è da quella parte.. quindi vi saluto e grazie di
tutto.- porse la
mano a Liam e, quando gliela strinse, si maledì di aver
indossato i guanti e di
non poter sentire il suo calore. - È stato un piacere, Liam.
- sorrise sentendo
come suonasse bene quel nome sulle sue labbra.
- E tu, piccolo
birbante, vedi di non dimenticarti più l’astuccio
a casa. - si rivolse al
bambino che scoppiò a ridere correndo lontano da loro e
facendogli una
linguaccia.
-
P-Potremmo..- Liam deglutì quando Zayn riportò i
suoi
occhi chiari su di lui. - Potremmo uscire insieme, come amici.. qualche
volta..
potrei svelarti giusto quei due o tre segreti.. se proprio ci tieni.-
man mano
che continuava a parlare si sentiva stupido ed abbassava sempre
più la voce.
-
Sarebbe grandioso.- si lasciò sfuggire Zayn in un
sussurro, una scintilla ad illuminare le sue iridi color
dell’ambra. - Aspetta..
dovrei avere una penna.. da qualche parte..- iniziò a
rovistare nella tracolla
mostrandogli poi con un sorriso la penna blu. - E, se sono fortunato,
ho anche
un foglio.. un attimo..- infilò la penna in bocca,
stringendola tra i denti,
mentre apriva cerniere su cerniere.
-
Puoi scrivere sulla mia mano.. non credo riuscirai a
trovare qualcosa in quel casino..- propose Liam dopo aver dato un
veloce
sguardo a tutti i libri che spuntavano fuori dalla borsa.
Zayn
sorrise togliendo la penna dalle labbra e prendendogli
la mano. - Non si è mai troppo vecchi per scrivere il
proprio numero sulla mano
di qualche bel ragazzo.-
Liam
arrossì e puntò lo sguardo sul fratello che aveva
iniziato a togliere la neve dai cespugli secchi.
-
Ecco fatto, signor Payne.- scoppiò a ridere infilando la
mano nella tasca dei jeans.
Aveva
il numero di Zayn Malik.
-
Basta che mi invia un messaggio quando più le aggrada e
sarò lieto di rendermi disponibile per una confessione dei
suoi crimini.- Zayn
gli fece l’occhiolino, fece un cenno con la mano al bambino
poco più avanti e
si girò incamminandosi verso casa.
Angolo
Shine:
Aggiorno
oggi perché non so se domani riesco.
Ed è anche un piccolo regalino per tutte voi che state
seguendo questa storia.
(Siete davvero tantissime, o almeno io non mi aspetto una cosa del
genere)
Non
so cosa dire, sul serio.. Io.. vi amo <3
So
che Liam poteva benissimo tirar fuori il cellulare e
segnarlo lì sopra il numero ma.. è un ragazzo
vecchio stile che scrive ancora
bigliettini anonimi! Dovete capirlo il poverino.
Poi..poi..poi..
la questione bucaneve è importante.
Il
bucaneve è simbolo della speranza e fiorisce con la fine
dell’inverno e l’inizio della primavera.
Salterà fuori più avanti e credo di aver
fatto di quel fiore il fulcro della storia.
Spero
possa piacervi anche questo.
Un
GRAZIE a tutti quanti. Sia a chi commenta che a chi legge
soltanto (sappiate che non mordo se scrivete qualcosa. Liberissime/i di
fare
quel che volete)
Mi
mettete addosso un’allegria ed un sorriso enorme :D
A
mercoledì ;)
|
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Capitolo 7 *** Sesto Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Sesto
capitolo:
Zayn
si stupì quando Mattew non intervenì nemmeno una
volta
durante la sua lezione, era una cosa a dir poco impossibile. Era il suo
alunno
preferito proprio perché saltava fuori con spunti geniali e
battutine
divertenti. E invece quel giorno era stranamente sulle sue.
Quando
suonò la campanella dell’intervallo tutti i
bambini
uscirono, tranne lui.
Mattew era rimasto seduto al suo banco, la matita tra le dita che
muoveva sul
foglio in strani ghirigori.
-
Matt?- lo chiamò avvicinandosi ed inginocchiandosi di
fianco a lui per poter essere alla sua altezza. - Che succede oggi?
Stai bene?-
iniziò a domandare vedendo la testolina marrone scuotersi
velocemente.
-
Cos’è successo? Stai male? Vuoi tornare a casa?-
continuò
a riempirlo di domande spostandogli poi un ciuffo di capelli dietro
l’orecchio.
-
Mattew?- lo chiamò sempre più preoccupato
vedendolo
singhiozzare.
-
Liam mi odia.- lo sentì bisbigliare piano.
-
Perché dovrebbe odiarti? È tuo fratello e ti
vuole ben..-
lo fissò stranito quando quello scosse ancora la testa.
-
Ha detto che ci odia tutti in quella casa.. e che non
vuole più tornarci..- appoggiò un gomito al banco
e lo fissò mentre il bambino si
cancellava le lacrime con i palmi bagnati. - E oggi è
tornato a scuola e ha
detto che non ci vuole tornare a casa per le vacanze.-
-
È tornato a Londra?- domandò tentando di non dar
peso
all’improvvisa stretta al cuore. Era passata una settimana da
quando gli aveva
scritto il suo numero e ancora non aveva ricevuto una chiamata o un
messaggio
da un numero che non aveva in rubrica.
Vide il bambino
annuire e si costrinse a non rattristarsi per quella notizia.
-
Tuo papà e tuo fratello litigano spesso?- domandò
vedendolo annuire. - E sai anche tu che quando sei arrabbiato dici cose
di cui
poi ti penti, vero?- il bambino annuì di nuovo fissandolo
con i suoi occhi
azzurri pieni di lacrime. - Vedrai che a Natale te lo troverai davanti
alla
porta con un pacco enorme solo per te, per farsi perdonare.- gli
pizzicò il
fianco facendolo ridere.
-
Signor Malik?- Zayn si girò di colpo, il respiro in gola
quando si ritrovò tra le mani tre fiori bianchi simili a
stelle, un foglietto
legato al gambo.
«Per
dire cos’ hai fatto
di me, non ho parole.»
-
È tornato all’attacco l’ammiratore, eh?-
lo prese in giro
l’uomo prima di girarsi ed uscire dall’aula,
lasciandosi alle spalle uno Zayn
completamente rosso, col cuore a mille e il respiro affannato.
-
Zayn?- chiamò Harry aprendo la porta di quella casa in cui
passava quasi metà delle sue giornate.
-
Quale sarebbe questa questione urgente?- continuò a
gridare saltando poi dallo spavento quando una mano si posò
sulla sua spalla.
-
Prima o poi ti ammazzo, Malik. Prima o poi avrò la mia
vendetta.- borbottò lasciandosi trascinare lungo il
corridoio diretto chissà
dove.
-
Zayn, ti prego, dimmi che questi foglietti non sono..-
iniziò venendo interrotto però
dall’amico che lo fece sedere con una spinta sul
divano.
-
Che cazzo di fiore è?- domandò il moro ignorando
i suoi
lamenti e porgendogli un fiore bianco.
-
una margherita?-
-
Stai scherzando? La vedi la forma? I petali sono solo
cinque.. è come una stella..- continuò senza
degnare di un’occhiata l’amico che
lo fissava sempre più preoccupato.
Gli
passò il portatile facendogli vedere tutte le pagine che
aveva aperto.
-
Ho cercato ‘fiore a stella’.. e credo sia questo..-
indicò
con l’indice un’immagine piccola. - Ma non
c’è scritto che fiore è.. ti prego,
Harry, devo saperlo.-
Il
riccio lo fissò per qualche secondo e sospirò
iniziando a
scrivere cose a caso sulla barra di ricerca mentre l’amico
cercava di vedere oltre
alla sua spalla.
-
Non credo sia una stella di natale.- disse scettico Zayn
guadagnandosi un’occhiataccia.
-
Le sto provando tutte, va bene? E mi stai mettendo ansia.-
si lamentò l’altro ragazzo togliendosi il giubbino.
-
Stella di broad.. stella di Betlemme? Non credo che..è
quella! Oddio, Harry. Grazie. Grazie. Grazie.- lo abbracciò
continuando a
ripetere la stessa parola.
-
E cosa vuol dire? Quale significato ha?-
s’interessò il
riccio allungando una mano verso il volume che aveva consultato tutto
l’anno
precedente.
-
Stella.. stella.. stella di Betlemme.. riconciliazione?-
si fissarono subito dopo con lo stesso sopracciglio inarcato.
-
Vuole farsi perdonare?- domandò Harry vedendo il moro
sospirare e lasciarsi cadere contro allo schienale del divano.
-
Non lo so.. non capisco più niente. Prima Matt che piange
e dice che Liam lo odia, poi Liam che parte per Londra e non mi chiama
neppure
e ora questo..-
-
Frena un attimo.- lo bloccò Harry prendendogli le mani che
continuavano ad agitarsi. - Chi è Matt e che
c’entra Liam con lui? E perché
Liam dovrebbe chiamarti?- aggiunse poi alzando la voce.
-
Potrei aver scritto il mio numero sulla sua mano qualche
giorno fa.. e Matt è il fratello di Liam.-
-
Hai fatto cosa? Gli hai dato il tuo numero? E non ti ha ancora
chiamato?- Zayn chiuse gli occhi e scosse il capo.
-
Ma non è normale.. cioè ti viene dietro da una
vita e ora
che ha il tuo numero..-
-
Harry..-
-
Ma certo! Per questo ti ha inviato questi fiori..
riconciliazione.. perché non ci ho pensato prima?
è per chiederti scusa per non
averti chiamato, no?-
-
Harry..-
-
E tutto quadra.. forse ha bisogno di tempo per prendere
coraggio e ..-
-
Harry, smettila!- Zayn si alzò di scatto in piedi. - Liam
non c’entra niente con..- indicò tutti i foglietti
dietro di lui e sospirò. -
Non c’entra niente con tutto questo.-
-
Ma se fino all’altra volta..-
-
No, sei sempre stato tu quello convinto fosse Liam. - lo
interruppe risedendosi poi sul divano.
-
E perché non potrebbe esserlo?- continuò Harry
voltandosi
verso di lui. - Veniva alla nostra scuola, dove è iniziata
tutta la storia dei
messaggini d’amore. Tralasciamo la parte dove ti convinco che
ha una cotta per
te perché tanto non mi credi.- borbottò alzando
poi un altro dito quando
l’altro cercò di parlare. - Viene a casa una volta
al mese, giusto?- lo vide
annuire e sorrise vittorioso. - E guarda caso proprio alla fine del
mese..
senza contare che quando l’hai incontrato nel negozio di
fiori ti ha regalato
una rosa color lavanda!-
-
Zayn! Rosa color lavanda!- prese il libro aprendolo sulla
pagina interessata iniziando a picchiettare sull’immagine. -
Amore a prima
vista! Zayn, ti prego, fidati di me. È lui.-
-
E se non fosse lui?- ribadì il moro facendo sbuffare
l’amico.
-
La prossima volta che lo vedi rubagli un quaderno e
confronta le scritture.- propose come se fosse la cosa più
semplice del mondo.
-
Se lo rivedrò.- bisbigliò Zayn prendendo un
biglietto tra
le dita studiandolo.
-
E se la calligrafia fosse diversa? Se Liam non fosse il
‘lui’?- continuò tenendo comunque la
voce bassa.
-
Ti piace Liam?- gli domandò a bruciapelo il riccio
Zayn
sospirò passandosi una mano tra i capelli spettinati. -
A chi non piace?- mugugnò prendendo un altro foglio.
-
Bene, tutto risolto. A te piace Liam, Liam è super-cotto
di te. Tu ricevi fiori e Liam te li manda. È tutto
così semplice.. aspetta
qualche giorno, Liam prenderà coraggio, ti
rivelerà tutto ed eccoti il tuo
lieto fine.-
-
Se Liam e chi mi manda i pezzi di poesie e i fiori sono la
stessa persona sarebbe grandioso, sul serio. Ma..-
-
Ma?-
-
Ma se non fosse così? Dobbiamo essere realisti, Harry,
quante possibilità abbiamo che siano la stessa persona?
Tutte le prove che mi
hai dato potrebbero essere semplici coincidenze. Magari Liam prova
davvero
qualcosa per me, ma se non fosse lui che mi manda queste cose?-
-
Cambierebbe quello che provi per lui?-
-
Non ci sono uscito nemmeno una volta! Come faccio a sapere
quello che provo per lui?-
-
Cosa ti piace di Liam?-
-
È simpatico, divertente.. dolce?-
-
Cambierebbe qualcosa se fosse lui quello che ti invia
queste cose?-
Zayn
restò un momento in silenzio scuotendo poi lentamente
il capo.
-
Vedi? Tutto risolto. Ti piace Liam e anche se non fosse
lui chi ti manda tutto questo ti piacerebbe lo stesso.-
-
Ma è proprio questo Harry!- esclamò coprendosi
gli occhi
con le mani. - Mi sento in colpa, va bene?-
-
In colpa?-
-
Sì, in colpa. Se mi piacesse Liam e lui non fosse quella
persona.. è come se lo stessi tradendo..-
-
Tradendo chi?- chiese preoccupato il riccio. Più cercava
di capire l’amico più non lo capiva affatto.
-
La persona che mi scrive quelle cose da quando ho sedici
anni?- spiegò scocciato di dover ripetere così
tante volte un concetto.
-
Zayn? Sei sicuro di stare bene? Forse ti è venuta la
febbre..- Zayn ricacciò la mano dell’amico e
continuò.
-
Mi sentirei in colpa. Dannazione, Harry, è il mio passato.
Non posso semplicemente far finta che non sia mai esistito e ..-
-
Forse è arrivato il momento di lasciarlo alle spalle. Zayn
quello è il passato, e Liam è il presente.-
spiegò con calma muovendo poi un
braccio del moro. -Esci con Liam e vedrai ti divertirai e ti
dimenticherai di
tutte queste paranoie.-
-
Se Liam mi chiamasse.- borbottò lasciandosi abbracciare
dal riccio ed appoggiando la testa sul suo petto.
-
Vuoi fissare ancora per molto quel cellulare?- Liam
sobbalzò facendo cadere il telefono a terra, lo raccolse
subito evitando di
guardare il ragazzo seduto di fronte nel tavolo della biblioteca.
-
Liam, te l’ho detto mille volte.- ricominciò
quello
sbuffando esasperato. - Mandagli un messaggio ‘sono a Londra,
nevica e mi
manchi’ e risolvi tutto.-
-
Non credo sia autorizzato a scrivergli quelle cose, Louis,
visto che non stanno insieme e non sono nemmeno amici.-
-
E sentiamo, irlandese, hai qualche geniale idea tu?-
-
Se ne avessi sarebbero sicuramente più realistiche delle
tue.-
-
Niall..- tentò di richiamarlo Liam vedendo
l’occhiata che
la bibliotecaria aveva rivolto loro.
-
Stai dicendo che le mie idee sono stupide?-
-
Louis..-
-
È esattamente quello che sto dicendo.-
-
Questa è una biblioteca se volete fare del chiasso siete
pregati di uscire.-
Si
ritrovarono in un lampo con le borse sulle spalle, i
libri in mano e la porta della biblioteca sbattuta in faccia.
-
Grandioso!- esclamò Liam - Era l’unico posto dove
potevo
studiare in pace, e stasera ho anche il turno al bar. Grazie mille! A
tutti e
due!- continuò a gridare dando poi loro le spalle,
allontanandosi alla ricerca
di un posto tranquillo.
-
Dovevi per forza tirare fuori l’argomento ‘Zayn
Malik’?-
-
Giuro che prima o poi gli ruberò quel cellulare e
invierò
io il messaggio.- borbottò l’altro prendendo la
strada opposta a quella di Liam
voltandosi poi per gridare al biondo ancora fermo. - E tu sarai il
primo a
ringraziarmi, folletto!-
Angolo
Shine:
Mercoledì
e nuovo capitolo. Puntuale come un orologio
svizzero u.u
Che
dire di questo capitolo? (Mi sto ancora riprendendo
dagli ultimi momenti ziam)
Abbiamo
un nuovo fiore
e una nuova poesia (Canzone d’amore
di Hermann Hesse).
Abbiamo
Zayn e le sue mille paturnie.
Abbiamo
Liam che non si decide ad inviare un semplice
messaggino.
Abbiamo
le new entry Niall e Louis.
(No,
ma seriamente. Avete visto il video dove, alla fine di
LFK Liam abbraccia Zayn e se lo trascina sul pavimento? Si sono
baciati, cazzo.
Si capisce. Dalla nuova inquadratura si intuisce che
c’è stato qualcosa. Anche
perché poi Zayn si tira su col sorrisetto soddisfatto. Oh
vaffanculo Malik. E anche
a te, Payne. Mi state facendo rincretinire.)
Louis
<3 è <3 un <3 rompicoglioni <3
assurdo
<3 in <3 questa <3 fanfiction <3
Però
se non ci fosse lui, ahhh santo Louis Tommo Tomlinson
Capitano dello Ziam.
Vorrei
abbracciarvi tutte/i (non so ancora se c’è qualche
maschietto che legge) perché siete tantissimi! Ogni volta
che vedo i numeri mi
fate emozionare :’)
Ci
vediamo sabato.
E
sabato avrete l’attesissima telefonata Zayn/Liam. :D
Ps:
Se qualcuno di voi volesse leggere altre mie storie
abbiamo:
- You
said I love like
the stars above, I’ll love you ‘till I die
Liam
che guarda il tag zerrie per farsi del male perché
è un
idiota. Ed è ambientato durante le loro due date in Italia
perché avevo una
paura incredibile di beccarmi il bacio sul balcone. Quindi vorrei
ringraziare
chiunque non gliel’abbia fatto fare perché sarei
morta stecchita.
-
Car
Wash
Zayn,
diciassette anni, super cotto di Liam, diciannove/vent’anni,
che lavora all’autolavaggio per pagarsi le rette
universitarie.
->
E PER
TUTTI QUELLI CHE MI HANNO CHIESTO IL CONTINUO :D
…
Arriverà
a breve :P
|
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Capitolo 8 *** Settimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Settimo
capitolo:
Louis
sorrise nel buio, le sue dita si mossero agili sulla
tastiera.
-
Invia a..- parlò ad alta voce. -.. Zayn. -
-
LOUIS!- lanciò il cellulare con un urletto stridulo.
-
Che cos’hai fatto?!- continuò ad esclamare
l’altro ragazzo
iniziando a cliccare tasti su tasti.
-
Ho solo scritto quello che volevi scrivergli tu. -
-
Cosa gli hai scritto?- una testa bionda saltò fuori dal
letto di fronte a loro spaventandoli a morte.
-
Gli ha scritto..- iniziò Liam scorrendo nei messaggi
inviati. - Mi manchi! Gli hai scritto ‘mi manchi’! E ci hai messo pure una
‘x’! Io ti ammazzo,
Louis! Appena ti fermi ti uccido!- continuò a gridare
inseguendolo per tutta la
camera.
-
E questo cos’è?- chiese Harry che stava spiando
come ogni
venerdì sera il suo cellulare.
-
Niente..- arrossì tentando di riprenderselo.
-
Un messaggio che ho ricevuto ieri alle due di notte..-
continuò a spiegare sdraiandosi di nuovo sul divano dopo i
tentavi inutili per
riappropriarsi di quel segreto.
-
Dimmi che hai risposto, ti prego.- Zayn arrossì ancora di
più nascondendo il viso nel cuscino.
-
E cosa devo rispondere? ‘Anche tu’? Sarebbe..
Harry?!-
esclamò isterico sentendo il rumore dei tasti.
-
Fatto.- rispose quello porgendogli il cellulare con un
sorriso. - Ho aggiunto una ‘x’. Lui te
l’ha messa, sarebbe stato cattivo non
ricambiare.-
Liam
stava giocando come ogni venerdì sera alla FIFA con il
suo amico Niall, mentre Louis se ne stava spaparanzato sul divano a
lamentarsi
di ogni cosa.
Sentì
il cellulare vibrare sul tavolino ma non lo ascoltò,
troppo preso a parare un colpo dell’irlandese e a ripartire
all’attacco.
-
Liam. - sentì la voce acuta di Louis e non gli diede
ascolto. La vibrazione del cellulare ancora in sottofondo.
-
Liam. - continuò a chiamarlo Louis alzando al voce, ed
iniziando anche a toccargli la gamba con il piede.
-
Liam!- tentò di trattenere la calma quando con un calcio
Louis gli fece perdere l’occasione d’oro per
pareggiare.
-
Liam! Cazzo, Liam!-
-
Che vuoi!- gridò voltandosi e trovandosi faccia a faccia
con il suo cellulare.
ID
chiamata: Zayn Malik.
-
Che cos’hai fatto, Louis?- domandò prendendo il
telefono e
guardando male l’amico che continuava a scuotere la testa
nervoso quanto lui.
-
Non ho fatto niente, questa volta, te lo giuro..- si fermò
un attimo e poi riprese. - Forse ho risposto ad un messaggio che ti
aveva
inviato.. ti aveva risposto al mio ‘mi manchi’ con
un ‘anche tu’ e mi è
sembrato opportuno continuare con un ‘a me di
più’. Non pensavo avrebbe
chiamato.- tentò di giustificarsi chiudendo gli occhi.
Liam
deglutì fissando il cellulare. - Devo rispondere?-
domandò a nessuno in particolare.
-
Cosa stai aspettando? È il momento per dirgli che hai un
amico idiota, no?- s’intromise Niall che aveva messo in pausa
il gioco e lo
fissava divertito.
Cliccò
il tasto con la cornetta verde e delle grida lo
obbligarono ad allontanare il telefono.
-
.. ridammi quel
cellulare, Harry, o giuro che ti uccid..-
-
Zayn?- sentì una risata e poi un - è
per te, Zayn.-
-
Oddio. Liam, scusa.
Ho un amico completamente idiota. Non ti ho scritto io quel messaggio..
Harry
sta zitto..scusa sul serio.. la prossima volta lo metto al guinzaglio e
..-
sentì dei rumori e poi altre grida nell’orecchio.
- NON CREDERGLI LIAM! TI AMA ALLA FOLL..
Amico idiota, sul serio.. mi
dispiace così tanto, Liam. -
-
Mi fa piacere che abbiamo due amici idioti quindi.. perché
sai anche il mio..- staccò la mano di Louis e si
alzò dal divano. - quel
messaggio di ieri, non l’ho scritto io.. non so
perché ha iniziato a scrivere
cavolate a tutte le persone che avevo nella rubrica e..-
-
Ah.. bene.. cioè
meglio, no? È stata tutta una serie di equivoci-
una risatina nervosa
dall’altra parte della linea mentre sentiva dei
“diglielo” che venivano
continuamente placati da uno “stai zitto, Harry”.
-
Senti posso.. ehm..
posso parlarti un secondo? Cioè sei libero?-
Liam
annuì aggiungendo poi un - Certo.- quando si
ricordò
che Zayn non poteva vederlo.
-
Ecco.. si tratta di
tuo fratello..- iniziò attirando la sua completa
attenzione.
-
È successo qualcosa?- domandò subito con ansia.
-
Oh, no. Solo che..
non è proprio nel migliore dei suoi modi..da quando.. da
quando sei andato
via.. dice che tu.. lo odi? E che non tornerai a casa per le vacanze di
Natale.. non voglio intromettermi in queste cose ma forse è
meglio se lo
chiami.. so che sei arrabbiato con tuo padre, per non so quale motivo..
e non
mi devi spiegare niente.. ma ecco.. forse potresti fare
un’eccezione e
assicurarti di chiamare per parlare con Matt? Ci tengo davvero tanto a
quel
bambino e ..-
-
sì, certo. Lo farò sicuramente domani mattina.-
-
.. oh.. va bene..
grazie mille.. non voglio sembrare un’impiccione ma vorrei
davvero che..-
-
E comunque torno a casa per le vacanze.. sai sono le cose
che dici quando sei così arrabbiato che non capisci quello
che esce dalla tua
bocca..-
-
.. bene.. grandioso..-
-..
e possiamo.. uscire? Te l’avevo promesso, no?-
-
ehm.. sì.. dovrei..
dovrei essere libero.. LIAM! L’HAI FATTO ARROSSIRE.. Sta
zitto, Harry! Scusami,
sul serio.. gli comprerò una museruola .. sarà il
mio regalo di natale, Harry!
Così ti scordi tutta quella lista che mi hai mandato neanche
fossi babbo natale..-
-
Allora ci vediamo quando torno?-
-
certo..
assolutamente sì.. potresti venire a prendere Mattew e poi
possiamo andare da
qualche parte.. oppure non lo so.. scegli tu..-
“sei
tenero quando arrossisci, Zayn” “Sta zitto,
Harry”
-
Mi sembra perfetto.. così posso fare una sorpresa a mio
fratello.. e anche a te.- aggiunse in un momento di spavalderia
sentendo gli
ululati di Niall e Louis alle sue spalle.
-
Zayn?- lo chiamò quando non sentì più
niente dall’altra
parte
-
Liam! Me l’hai
ucciso.. Harry dammi il telefono!.. però ti manda tanti,
tanti.. HARRY!..
baci.. spero di conoscerti presto perché sei una leggenda..
devo mettere giù.
Ci vediamo presto, bell’ammiratore segreto.-
Liam
fissò il telefono confuso, aveva riattaccato sul serio.
-
Perché quella faccia, Li?-
Si
voltò velocemente verso i due che lo fissavano con i
gomiti appoggiati alla spalliera del divano e
- Il suo amico mi ha
chiamato
‘ammiratore segreto’.. e se avesse capito tutto?
Dei fiori e di tutto il resto?
E se l’avesse detto a Zayn? Non vorrà
più parlarmi. E si arrabbierà tantissimo
e..-
-
Liaaaam.- si lamentò Louis mentre il biondino ridacchiava
sgranocchiando delle patatine.
-
Corri sempre troppo..- continuò con lo stesso tono
annoiato di voce. - .. dovresti fare un bel respiro e rilassarti..e poi
manca
ancora una settimana al tuo ritorno a Bradford..- fece un gesto
teatrale e
proprio quando stava per riprendere il discorso Liam sentì
il cellulare vibrare
nella sua mano.
-
Oddio. Oddio. - saltellò sul posto passando poi il
cellulare ai due che lo fissavano divertiti e preoccupati. - Leggilo
tu.. o
Niall.. non m’importa chi.. leggetelo voi..-
-
Sempre Zayn, ovviamente..- iniziò Louis col suo solito
modo di fare. -.. e ti ha scritto solo.. vuoi saperlo davvero?-
-
Ti ha scritto ‘giuro che l’ho ucciso’.-
s’intromise il
biondino leggendo da sopra la spalla dell’altro.
-
Niall!- esclamò quest’ultimo irritato. - La
tensione!
Quante volte ti ho detto che devi lasciare il tempo giusto per farla
crescere?-
-
E poi il suo amico che inizia per H ha aggiunto tra
parentesi una ‘x’ e un ‘sono riuscito a
rubargli il telefono prima che lo
inviasse’.- continuò Niall ignorando
l’occhiata d’odio di quello schiacciato
contro al divano.
-
Dovevo leggerlo io. L’ha chiesto prima a me.- si
lamentò
venendo però zittito dalle parole dell’altro. - Ha
aggiunto ‘ o Niall’. Tu non
ti muovevi, lui stava collassando sul pavimento.. ho fatto un favore a
tutti.-
-
Vuoi tenermi il muso per tutta la settimana?-
Zayn
non rispose continuando a camminare, le mani nelle
tasche del giaccone pesante.
-
Lo sai, vero, che tra meno di due giorni Liam sarà davanti
alla tua classe e tu non potrai usare i consigli del tuo migliore
amico?-
continuò l’altro che lo seguiva con un sorriso
allegro.
-
Non ho bisogno dei tuoi consigli.- gli tenne testa senza
nemmeno guardarlo.
-
Te li do ugualmente..- replicò il riccio calcandosi meglio
il cappello in testa. -.. allora visto che c’è un
bambino con voi, eviterei
tutte le varie smancerie.. non portarlo a casa tua, non fare niente..
è ancora
troppo presto.. magari un bacio ma nulla di più.. non vorrei
si montasse la
testa..- Zayn trattenne la risata costringendo le labbra in
un’espressione
seria.
-
.. Oh! Mi raccomando. Questo è importante e fondamentale.-
il moro spostò lo sguardo sull’amico curioso. -
Evita i fiori, non sbuffare con
me Zayn! È importante sul serio!-
-
Devi stare alla larga dai negozi di fiori quando sei con
lui.-
-
E cosa potrebbe farmi? Uccidermi con il petalo di una
margherita?- lo prese in giro ridacchiando.
-
Voglio proprio vedere come riderai quando ti regalerà una
rosa
muscosa o una color borgogna.-
-
Perché? Che significati hanno?-
s’interessò subito Zayn
bloccandosi sul marciapiede coperto di neve.
-
Ti ho sempre detto di stare attento alle rose. Rosa
muscosa, confessione d’amore mentre rosa color borgogna
bellezza. Poi ci
sarebbe anche la rosa balsamina che indica la semplicità ma
non è importante.
La cosa principale..-
-
Harry, seriamente, se mi regalasse un fiore.. non credo
saprei riconoscere la differenza tra un girasole e una margherita.- lo
interruppe arrossendo nascondendosi poi nella sciarpa calda.
-
Se ti regala un fiore tu vieni da me e lo scopriamo
insieme.- lo rassicurò passandogli una mano attorno alle
spalle.
-
Stare lontano dai negozi di fiori.. credo sia l’unico
consiglio che metterò in pratica. Ed è anche
l’unico ser..-
-
Vuoi dirmi che lascerai entrare uno sconosciuto nel tuo
letto? Sono queste le cose che ho insegnato al mio bambino?-
-
Non ho mai detto di volerlo portare a casa, mammina.-
-
Quello che le mie orecchie hanno sentito è stato
‘sarà
l’unico consiglio che metterò in
pratica’. E io ti ho anche consigliato di non
fare smancerie..- iniziò sollevando un dito. - non portarlo
a casa tua, e
dargli, se sei così disperato, un semplice bacio.. sulla
guancia.-
-
Sei serio? No, non lo porterò a casa mia..-
replicò Zayn
contando sulle punta delle dita imitando l’amico. - .. e non
sono così
disperato da volere un bacio.-
-
Vienimelo a dire quando te lo troverai sulla porta con le
braccia aperte solo per te.-
-
Vaffanculo, Harry.- lo spinse aumentando il passo
-
Niente smancerie davanti ai bambini!- gridò
l’altro
facendo girare le poche persone in piedi in quella mattina fredda.
Scoppiò
a ridere quando il moro sollevò solo il medio
continuando a camminare verso l’edificio scolastico.
-
Zayn! Maestro Zayn!- si bloccò a qualche metro dal
cancello vedendo un bambino che correva verso di lui cercando in ogni
modo di
richiamare la sua attenzione.
-
Buongiorno, Mattew.- sorrise aprendo il cancello e
lasciandolo passare. - Passato bene il week-end?-
Il
bambino annuì tutto contento. - Liam ha chiamato sabato e
mi ha detto che non mi odia.-
-
Ti ha chiamato? - domandò mentre un leggero rossore gli
colorava le guance.
La
testolina marrone si mosse velocemente annuendo. - E ha
detto che l’ultimo giorno di scuola mi viene a prendere e mi
porta in un posto
speciale.-
-
I-In un.. in un posto speciale?- il bambino continuò ad
annuire saltellando verso il portone.
-
Vuole venire anche lei, maestro Zayn?- arrossì ancora di
più quando gli occhietti azzurri del suo alunno lo fissarono.
-
E-Ecco.. io.. non so se.. ecco..-
-
Ti preeeego.- Zayn tentò di non farsi convincere dalle
suppliche di quel bambino ma si era anche aggrappato alla sua mano e lo
stava
scuotendo.
-
Dipende.. cioè.. se Liam vuole stare solo con te..-
-
Lo convinco io Liam.. ti prego. Ti prego.-
-
Se lo convinci tu allora..- il bambino gridò contento
lasciandogli la mano e salutandolo.
Tenersi
lontano dai negozi di fiori.
Era la frase che continuò a ripetersi per
tutta la giornata.
Angolo
Shine:
Sabato
e aggiornamento u.u
Finalmente
Liam si decide a chiamare Zayn, diciamo che il
merito è tutto del Larry.
Quindi
un grande applauso ai due cupidi <3
Nel
prossimo capitolo avrete già l’appuntamento
(hdjahsj)
Comunque
ripeto: senza Harry, Louis e Mattew i due scemi non
andrebbero da nessuna parte.
UAAH
SIETE TANTISSIMI *W*
Vi
amo tutti quanti <3
Grazie
mille :’)
Ci
sentiamo mercoledì, sempre puntuale ;)
Ps:
la seconda parte di car
wash l’ho pubblicata mercoledì
se non l’avete ancora letta (teach
me how to dream). E sto già lavorando sulla
terza parte. Non riesco a smettere di scrivere. Tutta colpa di questi
due che
fanno gli idioti sul palco.
|
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Capitolo 9 *** Ottavo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ottavo
capitolo:
Zayn
si sistemò meglio gli occhiali sul naso mentre gli
occhi continuavano a scorrere sulle parole di quel volume vecchio.
L’ultima
lezione prima delle vacanze era finita da almeno
dieci minuti ma non poteva andare a casa, prima di tutto
perché un suo alunno
era ancora nell’edificio scolastico, e seconda cosa doveva
uscire con questo
alunno e con il fratello.
Doveva
uscire con Liam.
Si
accorse di essere completamente perso e sulle nuvole
quando rilesse per la decima volta la stessa frase senza capirla.
Appoggiò
il viso sulle pagine scritte e distese le braccia
lungo la cattedra.
-
È un nuovo modo di leggere? -
Si
sollevò di scatto rimettendosi a posto gli occhiali che
erano caduti in modo strano sul naso.
-
Sbaglio o l’altra volta hai detto qualcosa simile a
“non
sono mai in ritardo”?- lo prese in giro chiudendo il libro e
mettendolo nella
borsa.
-
Ed è per questo che..- arrossì quando lo vide
avvicinarsi
e spostare la mano da dietro la schiena porgendogli un fiore.
-..
stavo passando davanti al fiorista e mi sono ricordato
che ti piace il profumo di ogni tipo di fiori .. e visto che ero
già in
ritardo..- Zayn continuava ad annuire anche se non capiva assolutamente
niente
di quello che stava uscendo da quelle labbra.
Teneva
tra le dita la margherita e la sua mente non ne
voleva sapere di collaborare.
L’unica
frase che continuava a ripetersi ancora era: stai
lontano dai negozi di fiori.
-
N-non ti piace?-
Zayn
iniziò ad annuire e scuotere il capo insieme mentre
parole confuse continuavano a lasciare la sua bocca. -N-no..
sì, sì.. cioè no..
mi piace.. davvero.. grazie..-
-
È da tanto che non ti vedevo con gli occhiali. Credevo non
li usassi più..-
Zayn
lo fissò inarcando un sopracciglio. - Li uso solo per
leggere.- spiegò semplicemente togliendoseli e rimettendoli
nella custodia.
-
E visto che tu non mi hai mai visto leggere in questi
pochi giorni.. come fai a sapere che li uso?- continuò
curioso, la soluzione in
realtà gliel’aveva già data Harry ma
sentirlo dire dal diretto interessato
sarebbe stata la conferma che stava aspettando.
-
Liam!- si accasciò contro alla sedia quando vide il
bambino saltare in braccio al fratello che era riuscito a liberarsi da
una
confessione scomoda.
-
Che cos’hai in mano, maestro Zayn?- si risvegliò
mostrandogli il fiore con un sorriso furbo.
-
Tuo fratello me l’ha regalato per scusarsi del ritardo.-
spiegò poi vedendo lo stesso sorriso dipingersi sulle labbra
del bambino.
-
Lo sai, Liam..- iniziò quest’ultimo col tono da
saputello.
- .. che la mamma dice sempre che se regali un fiore a qualcuno vuol
dire che
sei inn..mpf -
-
Vogliamo andare?- s’intromise subito Liam tenendo
saldamente una mano sulla bocca del fratellino.
-
Certo.- prese la tracolla e sorrise al bambino che faceva
finta di chiudersi la bocca e lanciare il lucchetto. - Ma hai
intenzione di
dirmi dove stiamo andando o..-
-
È un posto speciale.-
spiegò Mattew saltellando fuori
dall’aula tutto felice.
-
Guarda che non sei obbligato a portarti dietro anche me.. se
è un posto così speciale forse è
meglio se vai solo con lui.. e poi noi due
possiamo uscire un’altra volta insieme..- il “da
soli” lo tenne solo per sé,
non voleva rendersi ancora più ridicolo.
-
Non volevi scoprire tutti i miei segreti?- gli domandò Liam
con un pizzico d’ironia, Zayn arrossì ancora di
più tenendosi impegnato ad
annusare il fiore nella sua mano.
-
Magari questo è il posto giusto per iniziare.- Zayn
sollevò il volto vedendo Liam tutto impegnato a rigirarsi
tra le dita le chiavi
di una macchina.
-
Non andiamo a piedi?- domandò curioso vedendo subito
l’altro scuotere la testa con un sorriso appena accennato.
-
Mattew è sempre stanco al ritorno e non voglio portarmelo
sulle spalle come facevamo quand’ero ancora ragazzino.-
-
Quindi è un posto in cui andate spesso?- continuò
l’interrogatorio troppo interessato a qualsiasi particolare
della vita di Liam.
-
Sì e no.- rispose criptico l’altro aprendo la
macchina da
lontano permettendo così al fratello di sgattaiolare
all’interno della vettura.
- Diciamo che ci andavamo molto spesso fino a qualche anno fa, poi ho
iniziato
l’università a Londra e..-
-
Torni a casa solo alla fine del mese, lo so. - si voltò
verso il coetaneo e il suo improvviso silenzio e vide una scintilla di
panico
nei suoi occhi marroni. - Me l’ha detto tuo fratello, parla
spesso di te. -
spiegò vedendolo
rilassarsi notevolmente
dopo l’ultima confessione.
Liam
annuì sospirando. - Lo ammetto, un po’
l’ho
abbandonato.. ma non è che.. mi dispiace davvero tanto per
lui ma.. sai quando non
ti senti del tutto accettato, in alcuni casi proprio per niente..-
borbottò
sottovoce. - .. meno tempo passi con queste persone più stai
meglio, e lui in
un certo senso c’è finito in mezzo.-
Zayn
annuì aprendo la portiera del passeggero, c’erano
così
tante cose di Liam che avrebbe voluto sapere e conoscere.
-
Pista di pattinaggio?- iniziò Zayn quando vide Liam
tornare verso di lui con due bicchieri fumanti, ne prese uno sorridendo.
Liam
annuì bevendo qualche sorso. - In questo periodo
è
anche all’aperto e lui si diverte, un regalo di natale in
anticipo.-
-
È anche molto bravo.- replicò Zayn guardando il
bambino
che si muoveva con agilità sul ghiaccio.
-
Per qualche anno ha fatto anche parte della squadra di
hockey.. poi ha abbandonato perché “non aveva
più voglia”.- mimò Liam con una
mano le virgolette sospirando.
-
E il vero motivo è..- lo invitò a continuare
spostando lo
sguardo dal bambino al ventunenne al suo fianco.
-
Con l’università, gli esami e i corsi, non
riuscivo a
tornare a casa per vederlo giocare e così un giorno ha
deciso, di punto in
bianco, che non gli piaceva più.. un vero peccato, era bravo
e l’allenatore ha
insistito tanto per fargli cambiare idea ma lui ormai non ne voleva
più sapere.-
spiegò appoggiandosi con i gomiti alla staccionata.
-
Quindi oltre a sentirti in colpa per passare da casa solo
alla fine del mese, ti senti responsabile del fatto che ha abbandonato
il suo
sogno per te. - azzardò Zayn appoggiandosi con la schiena al
legno, il volto un
po’ spostato di lato per poter guardare il profilo del
ragazzo accanto.
Lo
vide contrarre il volto in una smorfia e stringere le
dita attorno al bicchiere di cartone.
-
Se vogliamo essere sinceri, sì. Mi sento tremendamente in
colpa.- si avvicinò di più ed appoggiò
una mano sul suo braccio sentendolo
sussultare.
-
Credo che a Mattew importi più aver accanto suo fratello.-
iniziò muovendo piano la mano come per rassicurarlo. - E se
quello era davvero
il suo sogno non se ne andrà, potrà benissimo
ricominciare in qualsiasi
momento.- concluse con un lieve sorriso sulle labbra.
-
Mi sento comunque in colpa.- borbottò Liam, finendo con un
sorso il the bollente. Gli occhi di Zayn fissi sulla voglia che quasi
si
muoveva mentre Liam deglutiva.
Zayn
fissò con un sorriso i due che continuavano a pattinare
mano nella mano sulla pista; Liam gli aveva proposto di seguirli ma lui
non
voleva certo rendersi ridicolo, erano anni che non metteva ai piedi dei
pattini.
Il
cellulare gli vibrò nella tasca dei pantaloni e
sbuffò
quando vide il mittente.
Da:
Harry
A: Zayn
Ore: 18:45
“Sono
le sette e non mi hai ancora chiamato. Le soluzioni
sono due. A: sei morto perché si è inginocchiato
davanti a te (puoi vedere
tutti i sottintesi che vuoi). B: l’hai portato a casa e vi
state ancora
intrattenendo piacevolmente con una tazza di the e dei biscotti. In
entrambi i
casi informerò mamma Trisha del tuo comportamento
inaccettabile.”
Da:
Zayn
A: Harry
Ore: 18:50
“Anzitutto
non sono ancora le sette. Non ho portato a casa
mia nessuno. Provaci a dire qualcosa a mia mamma e non sai cosa ti
succederà. E
devi cercarmi il significato di un fiore”
Il
cellulare gli vibrò subito dopo sorprendendolo.
Da:
Harry
A: Zayn
Ore: 18:52
“Sei
un coglione. Coglione. Cosa ti avevo detto? Zayn, ma mi
ascolti quando ti parlo? No negozi di fiori. NO NEGOZI DI FIORI! Cosa
ti ha
regalato? Viole? Un bouquet di rose rosse?”
Da:
Zayn
A: Harry
Ore: 18:55
“Quel
consiglio dovrai darlo a lui. Perché è lui che si
è
presentato davanti alla porta della mia aula con una dannatissima
margherita in
mano.”
Da:
Harry
A: Zayn
Ore: 19:00
“Margherita
= purezza, innocenza.. PAZIENZA. E, ti prego,
per la mia sanità mentale digli di confessare tutto e
smetterla con tutti
questi segreti! Ti viene dietro da quando ha sedici anni e non trova il
coraggio di dirti che sei la luce dei suoi occhi e che non riesce a
vivere
senza di te? E odio anche te, Zayn, perché avrai quel
sorriso innamorato la
prossima volta che ci vedremo”
-
A chi stai scrivendo?- chiuse velocemente tutto
rimettendosi il cellulare in tasca, Liam era davanti al suo viso, pochi
centimetri a separarli, e teneva le mani sulla staccionata con un
sorriso sulle
labbra.
-
Nessuno di importante.- rispose quando si accorse di non
avergli ancora dato una risposta, troppo perso in quel sorriso per
pensare ad
una scusa migliore.
-
Sei sicuro di non voler fare un giro?- gli domandò Liam
facendolo arrossire.
-
Sicuro.- confermò annuendo. - Preferisco avere i piedi ben
piantati a terra, e non su quei cosi traballanti.- indicò i
piedi di Liam che
strinse le mani attorno al legno avvicinandosi di più.
-
Nemmeno se ti tengo per mano?- Zayn arrossì ancora di
più
ringraziando il colore della sua pelle e il cielo scuro che nascondeva
almeno
in parte il rossore.
-
La prossima volta riuscirò a convincerti!-
scoppiò a
ridere e scosse il capo.
-
Non credo tu abbia chissà quale arma per farmi ricredere
su una cosa da cui mi tengo lontano da anni. - spiegò
tranquillamente Zayn non
riuscendo ad indietreggiare quando Liam gli strinse le mani tra le sue.
-
Ho le mie tecniche di conquista, non preoccuparti.-
sentiva il suo fiato sul collo e le labbra che sfioravano il suo
orecchio.
Lo
guardò allontanarsi mentre la sua mente era ancora
sottosopra, riprese di nuovo il cellulare e scrisse velocemente un
messaggio.
Da:
Zayn
A: Harry
Ore: 19:15
“
‘Ho le mie tecniche di conquista’. ??? ”
Da:
Harry
A: Zayn
Ore: 19:18
“E va bene, chiamami stasera.”
Da:
Harry
A: Zayn
Ore: 19:20
“Ma
vi odio, tutti e due.”
Angolo Shine:
Bonjour a tut le mond
Mercoledì
e nuovo capitolo. Questi pochi giorni son passati
con una lentezza esasperante.
Ma,
eccoci qui, con l’appuntamento e un nuovo fiorellino
*w*
Liam
puoi gentilmente lasciar perdere Zay e
raggiungermi? Grazie.
Non
ho altro d’aggiungere quindi, passo e chiudo, ci
sentiamo sabato.
|
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Capitolo 10 *** Nono Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Nono
capitolo:
-
Harry.- mugugnò tirando un calcio al ragazzo che se ne
stava appollaiato dall’altra parte del divano. - Secondo te..-
Il
ragazzo iniziò a grugnire agitando le gambe. - Non voglio
parlare di quanto potrebbero essere morbidi i suoi capelli o di che
forma ha la
sua voglia. Zayn, lasciami dormire in pace. - mugugnò poi
affondando il volto
nel cuscino del divano.
-
Sai che questo è il mio divano, che questa è casa
mia e
che tu, essendo il mio migliore amico, dovresti perlomeno ascoltarmi?-
-
Ti ho ascoltato al telefono per due ore, Zayn. - brontolò
Harry calciando via le mani dell’amico che tentavano di
scuoterlo. - E poi sono
scappato dalla finestra della mia camera per venire fin qui
perché tu, Zayn,
hai praticamente collezionato tutti i fiori..-
-
Non ho collezionato tutti i fiori.-
-
No, giusto. Di alcuni hai collezionato solo i petali.-
specificò cercando di trattenere le risatine quando
l’amico iniziò a fargli il
solletico. - E sei convinto ci sia un messaggio nascosto e..-
-
Quindi tu sei convinto questa persona anonima sia Liam?-
lo bloccò Zayn sedendosi sui piedi di Harry che
iniziò ad agitarsi.
-
Sì, Zayn. Sì! Continuerò a dirlo
finché non mi ucciderai,
e a quel punto tornerò come fantasma, è lui! Ha
una cotta per te, da quel poco
che so io, da quando ha sedici anni, potrebbe anche risalire a qualche
anno
prima, e ti ha scritto quei foglietti e ti ha mandato tutti quei fiori.-
-
Ma lui..-
-
Ti ha regalato una rosa che simboleggia l’amore a prima
vista, e oggi ti ha regalato una margherita che è simbolo
della pazienza.-
spiegò calmo sedendosi e guardando l’amico negli
occhi.
-
Sì, ma..-
-
“Sì, ma” niente.- sbuffò
mettendogli le mani sulle spalle.
- quando diventerete più intimi, tu sbircerai tra i suoi
quaderni e
confronterai le scritture. E tutto risolto.-
-
Non voglio agire alle sue spalle.-
-
E allora parlagli, Zayn! Accenna qualcosa, introduci il
discorso ma parlagli di questo maledetto anonimo.-
-
Bene.-
-
Vuoi parlargli sul serio? Sia ringraziato il fiore! E
quando hai intenzione di..-
-
Ho detto: bene. Quando riuscirò a fargli scrivere qualcosa
confronterò le scritture.-
Harry
sbuffò cadendo a peso morto sul divano coprendosi poi
il volto con le mani.
-
Ho come l’impressione che tra tutti e due andremo avanti
per tanto, tanto, tempo.-
-
Buongiorno.- Liam sbadigliò sedendosi a tavola, la madre
gli porse un piatto colmo di cibo mentre il padre borbottò
una risposta con gli
occhi incollati sul giornale.
-
Dov’è Mattew?- domandò inghiottendo un
pezzo di pancetta
abbrustolita
-
È andato a giocare a palla con i suoi amici.- rispose
semplicemente la madre continuando a lavare i piatti lanciando di tanto
in
tanto un’occhiata al televisore acceso.
-
Quindi..- iniziò l’uomo con i capelli un
po’ ingrigiti dal
tempo chiudendo il giornale. - ..Mattew non c’è e
siamo soli..-
-
George.- lo ammonì la moglie ritirandogli la tazza di
caffè ormai vuota.
-
No, Kate, è grande e deve prendersi le sue
responsabilità.-
-
Vuoi davvero ricominciare questa discussione?- parlò
subito dopo lei incrociando le braccia al petto con lo straccio tra le
mani. -
Sono le vacanze di natale, George, possiamo evitare inutili
discussioni?-
Liam
finì la sua colazione in silenzio e poi si alzò
deciso
a chiudersi in camera sua per tutta la mattinata.
-
Dove stai andando, signorino? Qui non abbiamo ancora
finito.- sbuffò girandosi ed appoggiando i palmi delle mani
sul tavolo.
-
Rispondo a tutte le tue domande ora così puoi avere ancora
una ragione per essere arrabbiato con me. - vide di sfuggita la madre
sospirare
e continuò. - No, non abbandono
l’università. Sì, lavoro ancora in
quello
sporco bar puzzolente e no, non mi piace ma guadagno i soldi necessari
per
pagarmi l’affitto dell’appartamento che TU..-
esclamò indicandolo e tremando
per la rabbia. -.. non vuoi pagare. E non mi lamento, ho scelto io di
andare
fino a Londra ma non sopporto.. non sopporto tornare a casa ed avere
questo
clima soffocante addosso. Tutti i soldi che spendo sono i soldi che
guadagno
IO. -
-
Puoi spendere tutti i soldi che vuoi.- ricominciò calmo il
padre facendolo arrabbiare ancora di più. - Ma resto del
parere che quel ramo
che hai scelto non ti offrirà un futuro.. e nemmeno un
lavoro.-
-
Non mi interessa!- esclamò iniziando a perdere la
pazienza. - Perché non vuoi capire che è quello
che piace a me, perché non lo
accetti?- si allontanò con uno scatto uscendo dalla cucina.
-
Questa discussione non finisce qui!-
Prese
il giubbino e si chiuse la porta alle spalle con un
tonfo.
Continuò
a camminare ignorando la neve che si posava sui
suoi capelli e quella che gli bagnava i pantaloni della tuta.
-
Liam! Liam!- si bloccò in mezzo al marciapiede osservando
il ragazzo fermo davanti a lui che cercava di prendere fiato.
-
Ti ho.. visto.. ero al bar e.. andavi di corsa.. è
successo.. è successo qualcosa?- riuscì a
concludere il ragazzo dopo qualche
minuto.
-
Niente di importante.. soliti litigi in famiglia.- spiegò
molto semplicemente vedendo l’espressione curiosa di Zayn.
-
Vuoi.. vuoi parlarne?- gli domandò quest’ultimo
dopo aver
preso coraggio, Liam scosse la testa ricacciando indietro le lacrime.
-
Te l’ho detto.. non è importante.. non sono
importante.-
mugugnò l’ultima parte sollevando le spalle.
-
Facciamo qualche passo?- Zayn indicò il marciapiede pieno
di gente che si affrettava per le compere natalizie e Liam
annuì seguendolo.
-
Io e mio papà.. non è che andiamo molto
d’accordo..-
iniziò a raccontare senza nemmeno accorgersene. -..
qualsiasi cosa faccio è
sbagliata..ed è una cosa che va avanti da quando ho tredici
anni, anche se lui
si ostina a dire che è colpa della mia scelta di essere
andato a vivere a
Londra e di non averlo aiutato con la sua ditta..- Liam
sbuffò stringendo le
braccia contro al suo corpo in un tentativo quasi stupido di tenere
insieme
tutti i pezzi.
-
È frustrante tornare a casa e dover difendere ogni volta
le tue scelte..- sospirò passandosi una mano tra i capelli
bagnati. - .. e in
questi ultimi anni non riesco più a stare zitto e ad
ascoltare annuendo.. e
quindi scoppio e mio papà è sempre
così.. calmo.. non lo sopporto.-
-
Non so nemmeno perché te lo sto dicendo.. sicuramente non
ti interessa nulla, ti sto solo annoiando.- continuò
scusandosi e sentendosi
ancora più stupido.
-
Non mi annoi, e poi te l’ho chiesto io di raccontarmelo.-
lo rassicurò Zayn sfiorandogli il cappotto con la punta
delle dita. - Guarda..
questa vetrina è piena di fiori.. non è il
fiorista dove ci siamo trovati
l’altra volta ma sono sempre fiori.. vuoi entrare?- gli
propose con un sorriso.
Liam
si lasciò guidare nel negozio venendo subito accolto
dal calduccio invitante della serra, ogni tipo di fiore di ogni colore
e
dimensione creava un’atmosfera quasi esotica.
-
Buongiorno, volete un consiglio per qualche regalo?- li
accolse la voce amichevole della commessa che li fissava con un sorriso
dolce.
-
Diamo solo un’occhiata, possiamo?- chiese Zayn mentre con
una mano lo stava già trascinando verso uno scaffale pieno
di vasi in
terracotta.
-
Certo, fate pure. Se avete bisogno di una mano..- non
riuscì a sentire il resto del discorso perché
Zayn aveva svoltato in un altro
scaffale facendoli allontanare in quella grande serra.
-
Lo conosci bene questo posto.- tentò di iniziare un
discorso Liam sperando di riuscire a non pensare alla mano attorno al
suo polso
che sembrava essere stata creata apposta solo per lui.
-
Mio papà mi portava sempre qui quand’ero piccolo.-
spiegò Zayn
voltandosi leggermente e sorridendogli. - Poi ci siamo trasferiti a
Londra e
credevo avessero chiuso e
invece..-
-
Davvero? Sei andato a vivere a Londra? Per quanto tempo?-
iniziò a domandare Liam, capendo il motivo della sua
improvvisa scomparsa dalla
città.
-
Lavoro di mio padre, ho finito l’università molto
velocemente e poi ho sentito che si era liberato un posto come
insegnante a
Bradford e sono tornato.- spiegò fermandosi davanti ad una
distesa di gerani di
ogni colore.
-
E la tua famiglia è ancora a Londra?- Zayn annuì
guardandosi intorno e strappando un rametto di geranio rosso fiamma.
-
Che stai facendo, Zayn?- lo ammonì voltandosi alle sue
spalle, aveva il presentimento che quella donna sarebbe spuntata da un
momento
all’altro beccandolo con il fiore in mano.
Si
girò di nuovo trovandosi davanti agli occhi il fiore e il
sorriso di Zayn, il suo cuore che aveva iniziato a battere sempre
più forte.
-
Mi piace il profumo dei fiori.- spiegò semplicemente
quello porgendoglielo. - Prendilo, te lo regalo.-
-
In realtà l’hai rubato e, Zayn, come speri possa
uscire
senza farmi vedere con que..- il resto della parola incastrata nella
gola
quando lo vide avvicinarsi e sentì il rumore della zip della
sua tasca che
veniva aperta.
-
Qui non lo vedrà nessuno, Liam. - spiegò con un
sussurro Zayn
prendendo il fiore dalle sue mani, mettendolo nella tasca e
richiudendola
subito dopo.
Gli
fece l’occhiolino e si allontanò fischiettando.
La
mente di Liam che ancora stava facendo tutti i suoi
collegamenti.
Regalare
un geranio rosso fiamma era come voler dire “ti
preferisco”.
Zayn gli aveva regalato un geranio di quel colore.
Zayn sapeva che ogni fiore aveva un suo significato, l’aveva
detto la prima volta
che si erano incontrati da quel fiorista.
Zayn l’aveva portato di proposito in quel pezzo di negozio.
Zayn voleva regalargli un geranio.
Zayn voleva mandargli un messaggio.
-
Liam!- arrossì e si voltò verso Zayn che lo
incitava a
muoversi. - Non vorrai farti beccare sul luogo del misfatto, spero. Non
so se
questo posto ha delle telecamere ma..-
Liam
lo raggiunse velocemente prendendolo per un braccio e
trascinandolo via.
-
Andiamocene da questo posto prima che arrivi la polizia.-
-
Per un semplice fiorellino, Liam?- scherzò Zayn
lasciandosi guidare fuori da quel posto, rivolgendo alla commessa un
enorme
sorriso.
Angolo
Shine:
Sabato,
aggiornamento e per molte di voi la scuola è finita
:D
(Beate
le superiore. Mi mancano.)
Si
scopre un po’ di più sullo strano rapporto
Liam/padre, e
vorrei davvero sapere quali sono le vostre opinioni al riguardo :3
Poi..
uhm.. sempre il solito Harry che prima o poi ucciderà
Zayn.
E,
udite udite, Zayn regala un fiore
a Liam! <3
Ok,
dopo questa mi ritiro.
Grazie
mille a tutti quanti, vi voglio bene.
Ci
sentiamo mercoledì :)
Ps:
per la terza parte di Car wash ci sto ancora lavorando
ma sto puntando a concluderla entro settimana prossima.
|
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Capitolo 11 *** Decimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Decimo
capitolo:
Avevano
lasciato il negozio alle loro spalle e si stavano
incamminando sul marciapiede affollato, la neve che continuava a cadere
e loro
troppo impegnati a parlare per preoccuparsi di essere ormai
completamente
fradici.
-
Se vuoi..- iniziò Zayn fermandosi accanto ad una piccola
villetta che indicò indeciso con un dito. -.. questa
è casa mia.. se vuoi
entrare.. posso darti qualche mio vestito.. oppure puoi aspettare che
si
asciughino i tuoi..- continuò incerto spostando il peso del
corpo da un piede
all’altro.
-
Ehm.. ecco..- Liam pensò ad una qualsiasi scusa ma non gli
venne in mente nient’altro se non: questa
è la casa di Zayn. Sospirò ed
annuì, un leggero rossore gli colorò le
guance quando vide il sorriso di Zayn illuminargli anche gli occhi.
-
Dovrei avere qualche cosa che può andarti bene.. oppure
posso prestarti quelli di Harry.- Liam annuì seguendolo
mentre una strana
gelosia gli chiudeva lo stomaco. Possibile che quel riccio dovesse
entrare in
ogni loro discorso, anche quando andavano a scuola insieme tutto quello
che
sapeva era che l’unica persona che poteva avvicinarsi a Zayn
era solo ed
esclusivamente Harry.
Harry, Harry e ancora
Harry.
-
Ed eccoci qui.- Zayn aprì la porta lasciandolo entrare per
primo. Si sentiva quasi come il primo uomo che aveva messo piede sulla
luna,
stava per entrare nella casa di Zayn Malik. Per quanti anni ci aveva
fantasticato sopra? Ed ora era in casa sua, a pochi passi da lui ed
aveva il
suo numero salvato nel cellulare..e Zayn gli aveva regalato un fiore di
geranio.
-
Carina.- usò il primo aggettivo che gli venne in mente
troppo impegnato a memorizzare ogni particolare di quella casa che
potesse
fornirgli nuove informazioni sulla vita di Zayn.
Zayn
arrossì e borbottò un
“grazie” indicando poi le scale.
-
La porta più in fondo a destra.- spiegò
togliendosi la
sciarpa e il giubbino. - Vado a cercare se ho qualcosa che possa
andarti bene.-
continuò poi salendo le scale con lui ma voltando a sinistra
indicando ancora
una volta la porta del bagno.
Liam
si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi poi con la
schiena.
Era
in casa di Zayn Malik, il ragazzo di cui era innamorato
da una vita ormai.
Era nel bagno di Zayn. Nel suo
bagno,
e la doccia era proprio di fronte a lui. La doccia dove
chissà quante volte
Zayn si era..
Arrossì
di colpo coprendosi la faccia con le mani. -
Smettila di pensarci.- si rimproverò da solo sottovoce.
Per
completare quella giornata ci mancava giusto un’erezione
nei pantaloni.
Lasciò
vagare lo sguardo per la stanza cercando di togliersi
dalla testa l'immagine di Zayn in boxer con quell'espressione
addormentata sul
viso che aveva di solito la mattina, se chiudeva gli occhi sapeva per
certo di
trovarlo raffigurato particolarmente bene.
Aveva
una mezza idea di chiamare Louis per un qualche aiuto
ma cambiò subito idea quando la conversazione del giorno
prima gli tornò alla
memoria.
-
Allora? Non racconti niente al tuo amico? Com'è andato il
tuo appuntamento con
Zaynie? -
-
Non
ti racconto niente proprio perché sei Louis,
so come sei fatto e non mi vado certo a
mettere nei casini da sol..-
-Dai
Liaaaaam! Racconti solo una cosa. Faccio il bravo, e quando ti vedo a
Gennaio
non dirò niente di questa conversazione. -
-
Sono
promesse che non mantieni mai, Lou. Ti conosco bene, la prossima volta
che ci
vediamo continuerai a fare battutine solo
su questa telefonata.-
-
Non
mi vuoi dire niente perché hai fatto una figuraccia dietro
l'altra?-
-
Smettila di ridere! E comunque, no, non ho fatto nessuna
figuraccia..forse ho
esagerato comprandogli una margherita..- aveva poi aggiunto sottovoce
sentendo
immediatamente le risatine dall'altro capo del telefono.
-
Una
margherita, come sei dolce Lili.- aveva colto subito l'occasione per
prenderlo
in giro l'altro.
-
La
prossima volta devi comprare un boquet di rose rosse e inginocchiarti
davanti a
lui e dirgli: Oh, Zaynie, luce dei miei occhi, non riesco a vivere un
solo
giorno senza pensare al tuo sorr..-
-
Ah ah
ah. Ancora non capisco perché sono tuo amico..-
-
Perché ti serviva qualcuno con cui dividere le spese
dell'affitto e la
compagnia del folletto.-
-
Grazie per ricordarmelo ogni volta.-
-
Figurati, gli amici servono a questo.- aveva ribattuto con lo stesso
tono
fintamente serio.
-
Devo
andare a cenare, non vorrei dare a mio padre un'altra scusa per
odiarmi. Ci
vediamo a Gennaio e ..-
-
Ricordati di invitarmi al tuo matrimonio! Prima o poi
riuscirò a vedere il tuo
Zaynie, per ora l'ho visto solo sulle foto del suo profilo che quasi
ogni
giorno tu..-
-
Ciao
Louis, ci vediamo dopo le vacanze.-
Liam
sospirò allontanandosi dalla porta ed avvicinandosi
allo specchio. Era completamente fradicio, la maglietta gli aderiva
completamente al petto e i pantaloni gli cadevano ancora di
più lungo i fianchi
per il peso della stoffa bagnata.
Studiò
attentamente il suo volto, i capelli da cui partivano
goccioline d'acqua che scorrevano lungo le sue guance rosse.
Inarcò
le sopracciglia quando vide un foglietto incastrato
nell'angolo dello specchio, si alzò in punta di piedi per
poterlo leggere
meglio e arrossì ancora di più.
Perché
Zayn teneva il pezzo della poesia di Neruda in quel
posto? Perché aveva ancora il primo foglietto che gli aveva
scritto? Perché non
l'aveva buttato?
Forse
Zayn ricambiava i suoi sentimenti? Ma come poteva
ricambiarli se non sapeva nemmeno l'identità di quella
persona che non lo
lasciava in pace da anni? Non sapeva nemmeno il suo nome, come poteva
provare
la stessa cosa che sentiva lui?
Un
leggero bussare alla porta lo trascinò fuori dai suoi
pensieri.
-
Liam? - il cuore iniziò a battergli più forte
quando sentì
la voce delicata di Zayn. Possibile che anche lui.. - Posso entrare?-
Annuì
e poi si avvicinò alla porta aprendola trovandosi
davanti il ventunenne che aveva sulle guance una leggera sfumatura
rossastra
che si confondeva con la sua carnagione.
-
Ehm.. Ti ho portato..questi..credo possano andare bene e
poi nel primo cassetto ci sono gli asciugamani. Usane pure quanti ne
vuoi
e..tieni.- Liam
prese i vestiti che
l'altro gli stava porgendo e non riuscì a ringraziarlo
perché era già scomparso
chiudendo la porta.
La
fissò per qualche minuto perplesso riportando poi
l'attenzione sui vestiti tra le sue mani, si sfilò la
maglietta e l'appoggiò
sul lavandino. Rabbrividì per il freddo e infilò
la maglia asciutta sorridendo
poi quando sentì il profumo particolare di menta e fumo,
tipico di Zayn.
Si
tolse anche i pantaloni della tuta ringraziando ogni
divinità esistente che gli avesse lasciato perlomeno dei
boxer accettabilmente
asciutti. Fissò indeciso i pantaloni neri, dovevano essere
di Zayn anche
quelli, e, visto che non poteva assolutamente scendere né
con indumenti bagnati
né con soli i boxer, li infilò ed
arrossì quando riuscì a cogliere di sfuggita
il suo riflesso nello specchio.
Era
nel
bagno di Zayn ed indossava i suoi vestiti.
Nemmeno
nei suoi sogni più particolari era arrivato a tanto,
tutt'al più si concludevano o iniziavano tutti con uno Zayn
Malik sotto di lui
nel materasso. Ed era così disperato che si stava eccitando
al solo pensiero.
Sapere che quella camera, su cui più volte aveva
fantasticato, era lì a pochi
passi lo rendeva inquieto e allo stesso tempo euforico.
Piegò
i vestiti bagnati e li appoggiò su uno sgabello,
uscì
dal bagno deciso a lasciarsi alle spalle tutti i problemi ma, mentre
scendeva
le scale, iniziò a soffermarsi sulle varie fotografie che
abbellivano il muro.
Uno Zayn piccolo con le sue sorelle, da quanto riusciva a ricordare ne
aveva
tre; Zayn con tutta la sua famiglia vicino ad un lago; Zayn con suo
padre; Zayn
con Harry, il suo stomaco si contorse ancora vedendo quei ricci e
quegli occhi
verdi.
Si
fermò di colpo sul penultimo gradino quando vide una
scrittura famigliare, si avvicinò di più
strabuzzando gli occhi quando
riconobbe l'ultimo biglietto che gli aveva inviato in una cornice con
il suo
rispettivo fiore.
Sorrise
anche se dentro di lui il panico stava tornando. E
se Zayn lo sapeva? E se aveva capito tutto?
Sentì
un colpo di tosse forzato e fece un piccolo saltello
sul gradino alle sue spalle. Zayn lo stava fissando, le guance rosse
proprio
come le sue.
-
Stavo guardando e ..- iniziò a spiegare Liam senza sapere
dove andare a parare. - ..originale l'idea di abbinare un fiore ad una
poesia.-
concluse poi desiderando solo di essere inghiottito da una voragine
quando Zayn
lo studiò con i suoi occhi chiari.
-
Non è proprio mia l'idea.- lo sentì dire dopo un
momento
durato un'eternità. - è una storia davvero lunga
questa..- vide quasi gli
ingranaggi nel suo cervello muoversi velocemente e poi
sembrò convincersi della
sua idea e aggiunse, distogliendo per un momento lo sguardo. - Se vuoi
ho messo
su del the..posso raccontarti tutto seduti ad un tavolo.-
Liam
annuì e lo seguì nella piccola cucina guardando
un'ultima volta quel quadretto che sembrava quasi una reliquia.
Zayn
sospirò allungando le gambe sul divano, coprendosi subito
dopo il viso con le mani. Aveva fatto la cazzata più grande
di tutta la sua
vita ed aveva fatto scappare Liam. Quando l’aveva
accompagnato alla porta aveva
visto nei suoi occhi marroni una strana sfumatura di terrore, quasi. Ed
aveva
capito che si era giocato tutte le sue carte raccontandogli di
quell’anonimo
che era riuscito a ridargli il sorriso.
Perché
diavolo aveva voluto raccontargli tutto? Perché non
aveva detto una semplice bugia?
Perché
quell’idiota di Harry gli aveva giurato che era Liam
l’anonimo, e ora Liam era uscito da casa sua in preda al
panico.
Perché
di sicuro Liam aveva visto il biglietto incastrato
nello specchio che ogni mattina lo aiutava a buttarsi nel caos di
Bradford con
un sorriso.
E
aveva visto il piccolo quadretto che aveva fatto con le
stelle di Betlemme e quella frase che gli era entrata nel cuore e
glielo faceva
battere più forte ogni volta che la rileggeva.
Si
era completamente fottuto con le sue mani, e per cosa?
Per dei semplici biglietti e fiori.
Spostò
le mani dal viso e ne portò una tra i capelli mentre
l’altra stava appoggiata sullo stomaco.
Liam
non avrebbe voluto vederlo mai più, sicuramente lo
credeva un pazzo. D’altronde quale persona sana di mente si
illuminava tutta
raccontando di un misterioso ammiratore che non voleva farsi trovare?
Sbuffò
e con la mano tastò il tavolino alla ricerca del
pacchetto di sigarette e dell’accendino, si
allungò per raccoglierlo da terra e
focalizzò la sua attenzione su una parte del tavolino in
vetro sotto cui aveva
posizionato i petali dei vari fiori. La rosa color lavanda spiccava al
centro
di quel collage quasi risaltando su tutti gli altri.
-
Che cosa mi hai fatto Liam?- mugugnò continuando a fissare
il fiore, la sigaretta tra le labbra e l’accendino tra le
dita che tremavano.
Angolo
Shine:
Buon
mercoledì :)
Che
dire di questo capitolo?
Liam
finalmente entra nella casa del lupo, Zayn gli racconta
tutto e Liam si fa prendere dal panico.
Non
aggiungo altro perché lo ziam mi sta seriamente incasinando
il cervello con tutti questi momento. E son sicura che prima o poi ci
scapperà
un bacio o una seconda Chicago. (Non sono pronta per una seconda Chicago.)
Ci
sentiamo sabato, grazie a tutti quanti.
Sia
a quelli che commentano con fantastiche recensioni sia a
quelli che leggono soltanto.
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Capitolo 12 *** Undicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Undicesimo
capitolo:
Liam
sospirò allontanando il telefono dall’orecchio.
Sapeva
anche lui di aver fatto una delle più grandi cazzate a
scappare via ma le urla
di Louis non avrebbero cambiato niente. E lui non era proprio in vena
di
sentirle, non dopo aver discusso per l’ennesima volta con il
padre.
-
.. e tu invece cosa
fai? Scappi! Scappi sempre, Liam! Cazzo, quanto ci voleva a tirare
fuori un
briciolo di coraggio e confessargli che sei sempre stato tu? Cosa stai
aspettando? Che si trovi qualcuno? Io non ci sarò sempre ad
offrirti una spalla
su cui piangere come una femminuccia!-
Strinse
le ginocchia al petto, le labbra tra i denti per
trattenere le lacrime e i singhiozzi mentre sentiva
dall’altro lato del
telefono le grida del suo migliore amico.
Ma
non erano quelle le grida che continuavano a rimbombargli
nella testa.
Sei
un
dannatissimo errore.
Non
fai
mai niente di utile per questa famiglia.
Era
proprio una lagna a piangere così, per nulla. Aveva
ragione suo padre quando diceva che era un peso che non serviva a nulla
se non
ad appesantire ulteriormente tutto quanto.
-..
e poi potevi anche
pensare a lui, se davvero lo ami così tanto! Ma a te non
importa un cazzo di
nessuno! Vuoi solo avere tutti sotto al tuo pugno..-
Sei
un
irresponsabile che pensa solo a se stesso.
Pensi
solo a raggiungere il tuo sogno mentre la tua famiglia ha solo bisogno
di una
mano.
-
Louis..- lo chiamò con un filo di voce chiudendo gli occhi
e lasciando cadere delle lacrime lungo la guancia.
-
No, Liam! Ora mi
ascolti, d’accordo? Hai pensato solo a te stesso e non a quel
ragazzo che
chissà come c’è stato di merda a
vederti scappare via terrorizzato..-
-
Devo andare..io..-
-
Sì, bravo. Metti
giù! Tanto è l’unica cosa che sai fare!
Scappare e non ascoltare nessuno!-
-
Scusa..- mugugnò sottovoce premendo il rosso e lasciando
cadere il telefono sul copriletto.
Ora
scappa e chiuditi in camera tua! È l’unica cosa
che sai fare.
Si
asciugò con rabbia le tracce bagnate sulle guance e con
la coda dell’occhio vide la foto sul comodino. La
girò di colpo verso il legno
del mobile e fissò un punto contro alla parete.
Non
riuscirai mai a prenderti le tue responsabilità
finché vivrai nel tuo mondo
fatto di sogni.
Appoggiò
i gomiti alle ginocchia e premette i pugni contro
agli occhi cercando di bloccare le lacrime.
Sentì
un leggero bussare alla porta e grugnì quando la voce
di sua madre lo chiamò dolcemente.
-
Non voglio vedere nessuno.- rispose semplicemente
nascondendosi ancora di più quando sentì i passi
avvicinarsi al letto.
-
Liam, sai che non voleva dire niente del genere..- sbuffò
in risposta e si sdraiò nel letto, la faccia contro al
cuscino.
-
era solo molto arrabbiato, oggi non è stata nemmeno una
buona giornata in ufficio ed è molto stanco..-
-
Non devi giustificarlo.- la bloccò stringendo la stoffa
tra le dita per sfogare la rabbia che sarebbe esplosa in singhiozzi
disperati.
-..ma
tu devi ricordarti che ti vuole bene ..- lei aveva
fatto finta di non sentirlo e aveva continuato a parlare. - ..sei il
suo
primogenito e sei molto speciale per..-
-
Non dirlo.- esalò tra i denti sedendosi di scatto e
guardandola attraverso la patina di lacrime.
-
Liam..-
-
No, non voglio sentire nulla. E lasciami solo, per
favore.- continuò a parlare con voce fredda per riuscire a
trattenere il
pianto.
-
Liam..- tentò ancora sua madre poggiando una mano sulla
sua spalla nell’intento di confortarlo non aspettandosi la
reazione del figlio
che si alzò dal letto con uno scatto e raggiunse la porta.
-
Dove vuoi andare?-
-
Se non vuoi lasciarmi solo nella mia stanza me ne vado io.
-
Scese
velocemente i gradini sentendo le lamentele di sua
mamma alle spalle, si infilò velocemente il cappotto
sentendo lo sguardo del
padre addosso.
-
Dove vorresti andare a quest’ora?- sentì
un’altra ondata
di rabbia e prese le chiavi mettendosele nella tasca del giubbino.
-
Fuori.- rispose solo con lo stesso tono di voce calcolato
e freddo. - Ho le chiavi, non aspettatemi in piedi.-
Si
chiuse la porta alle spalle ignorando i richiami della
madre.
Harry
stava camminando velocemente nel parco, era notte
fonda e c’era una bufera di neve che gli stava gelando la
faccia, anche il
calore della sciarpa era inutile.
Il
parco che usava come scorciatoia per tornare a casa più
in fretta era completamente deserto, non c’era anima viva in
circolazione.
Senza calcolare il ragazzo che se ne stava seduto sulla panchina a
fissare il
vuoto.
Harry
rallentò il passo man mano si avvicinava a lui: aveva
i capelli ricoperti da uno strato sottile di neve, doveva essere
sicuramente lì
da molto tempo e doveva essere a dir poco congelato.
Più
si avvicinava più gli sembrava di conoscerlo, aveva
quella strana sensazione che gli diceva di fermarsi e parlare con
quell’estraneo.
Qualcosa
sembrò accendersi nella sua mente e - Liam? Liam
Payne?- quello sembrò risvegliarsi dal coma e
spostò lo sguardo su di lui.
-
Sono Harry, Harry Styl..-
-
L'amico di Zayn, lo so. Mi ricordo.- lo interruppe il
ragazzo con le guance rosse per il freddo.
-
Bene, mi fa piacere che ricordi ancora qualcosa
di quegli anni.- riprese Harry
ricordandosi le condizioni in cui aveva lasciato il migliore amico.
Avevano
litigato per colpa di quel ragazzo che non aveva il coraggio di
ammettere una
cosa che sapevano persino i muri della loro vecchia scuola.
-
Se sei qui per ricordarmi quanto sia stato idiota e
smidollato oggi puoi anche andare.- lo sentì parlare mentre
vedeva i suoi denti
tremare dal freddo.
Harry
avrebbe tanto voluto dargli le spalle e raggiungere
casa per potersi buttare sotto alle coperte calde ma non poteva
semplicemente
lasciarlo lì a gelare. In quel momento voleva solo riempirlo
di cazzotti ma non
poteva lasciarlo lì a morir di freddo.
-
Da quanto tempo sei qui fuori?- domandò quindi iniziando
già a pensare ad un modo per convincerlo a tornare a casa.
-
Non abbastanza.- rispose semplicemente l'altro fissando un
punto lontano tra gli alberi innevati.
-..per
morire congelato manca davvero poco- aggiunse Harry
vedendolo fare spallucce indifferente.
-
A nessuno importerebbe. Farei solo un favore a tutti
quanti.- spiegò appoggiando il mento sulle ginocchia - A mio
padre prima di
tutto.- aggiunse sottovoce stringendo le braccia attorno alle gambe.
-
Non so cosa succede con tuo padre ma..-
-
Andiamo! Sappiamo entrambi che mi odi. Hai fatto la tua
buona azione, ora torna a casa.- farfugliò Liam
allontanandosi dalla mano del
riccio che stava tentando di togliergli la neve dai capelli.
-
Non posso lasciarti qui, Liam! Ma ti sei fatto qualcosa?
Non posso lasciarti qui nella bufera!-
-
Fai come vuoi, non m'importa.- continuò testardo
tracciando delle linee sulla neve della panchina.
-
Dai, vieni. Ti riporto a casa.- tentò di prenderlo per un
braccio ma l'altro si scansò velocemente.
-
Non ci torno a casa! Questa volta non ci torno!- gli gridò
contro prima di alzarsi ed allontanarsi da lui.
Harry
si alzò seguendolo e sentì il suo cellulare
squillare.
-
Zayn?-
- Mi dispiace, Harry.
Mi dispiace davvero tanto. Non volevo dirti tutte quelle cose. Ero
arrabbiato e
tu..eri semplicemente lì e ti ho buttato addosso cose che
nemmeno penso..-
-
è passato, non importa..-
- Non è vero, sono
stato uno stronzo e..-
-
Che diavolo stai facendo!- gridò al ragazzo che si era
sdraiato su una panchina coperta di neve ed aveva chiuso gli occhi.
-
Ho sonno.- rispose semplicemente quello facendolo
spaventare ancora di più quando iniziò a tremare.
-
T-tu..c-con-tinua pure..a p-p-parl-are col tuo ragaz-zo..-
-
Il mio ragazzo? Non è il mio ragazzo, razza d'imbecille!-
-
Harry? Dove sei? Non
sei ancora arrivato a casa?-
Respirò
cercando di mantenere la calma.
-
Sei con qualcuno? Ti
ho disturbato?-
-
Scom-met-to c-c-che..v-voi due sc-copate t-t-tut-to il
g-gior-no e ..i-io m-mi sono in-namorato c-come un co..coglione..- lo
sentì
parlare ancora mentre lo vedeva tremare sempre più forte.
Stava sparando un
sacco di stronzate, ma almeno parlava. Quello era sicuramente positivo.
-
Piccolo incidente, lo risolvo e poi ti richiamo.- disse
sperando di poter riattaccare in fretta.
-
Anche io..per
fortuna il vetro del tavolino non si è completamente
rotto..non posso dire la
stessa cosa della mia mano ma..-
-
E me lo dici così! Con questo tono tranquillo!-
-
Smet-tila di..p-p-parlare v-vog-lio d-dormire..-
-
E come dovevo
dirtelo? Quando sei uscito ho tirato calci ovunque e alla fine il mio
pugno si
è scontrato con la superficie del tavolino? Nulla di grave
solo qualche
scheggia nelle nocche che ho già tolto..così va
meglio?-
-
Passo da casa tua appena finisco qui e..-
-
No, Harry. Volevo
solo scusarmi..non venire..voglio restare solo..ti prego..-
-
Va bene..non fare altre cazzate.- riattaccò prendendo poi
con forza il braccio del ragazzo sdraiato costringendolo ad alzarsi.
-..l-l-lasciami..-
mugugnò quello agitandosi
-
Ora mi ascolti bene!- gli prese i polsi stringendoli - Noi
andiamo a casa tua, ti metti sotto alle coperte e mi prometti che non
farai mai
più una cosa simile.-
Liam
scosse il capo tremando. - n-non imp-orta a nes-suno.-
-
A me importa!- iniziò trascinandolo verso l'uscita
più
vicina del parco.
-
N-non v-v-voglio t-t-tornare a casa.- balbettò l'altro
tentando di opporre resistenza.
-
Stai congelando, Liam! Hai già le dita quasi blu! Vuoi
morire qui? È questo che vuoi?- gridò perdendo la
pazienza.
Liam
iniziò a scuotere freneticamente il capo.
-
Non voglio tornare a casa..- mugugnò socchiudendo gli
occhi.
-
Non ci provare a chiudere gli occhi!- gli prese la testa
tra le mani scuotendola - O giuro che dico a Zayn che sei tu che gli
mandi i
fiori!-
-
Tanto m-mi odia.- replicò cercando di sedersi su una
panchina ma venendo bloccato da Harry che lo trascinò fuori
dal parco e lungo
la via.
-
Mi fan-no m-male i piedi.- brontolò per la terza volta Liam
cercando di fermare la camminata troppo veloce del riccio.
-
Siamo quasi arrivati, Li..posso chiamarti così, vero?-
tentò di mettere su una conversazione per farlo continuare a
camminare. Erano
quasi arrivati non potevano arrendersi ora.
-
Louis mi c-chiama c-c-così.- balbettò tirando la
mano di
Harry per farlo fermare. Voleva solo addormentarsi, qualsiasi posto gli
andava
bene.
-
E questo Louis chi sarebbe? Il tuo ragazzo?- lo incitò a
continuare più preoccupato a raggiungere la casa che altro.
-
è il mio migliore amico..m-mi odia anche lui..-
-
Ti odiano tutti, insomma.- replicò muovendo il pollice
contro al dorso della mano dell'altro che era fredda e dura come il
ghiaccio. -
Potevi almeno metterti dei guanti.- borbottò aumentando il
passo.
-
Pos-siamo f-fermarci..m-mi fan-no m-male i p-piedi.-
-
No! Guarda, siamo arrivati!- lo trascinò velocemente sui
quattro gradini ed iniziò a bussare alla porta e a suonare
il campanello.
Sentì
dei rumori all'interno e la porta si aprì.
-
Harry, ti avevo detto che..Liam? Cos'è successo? Liam?- il
proprietario della casa alzò la voce continuando a spostare
lo sguardo tra i
due ragazzi fermi sulla soglia.
Il
primo a fare una mossa fu proprio il ragazzo congelato
che si avvicinò al moro e si strinse contro al suo corpo
infilando le mani
sotto alla maglietta sospirando poi felice.
Zayn
saltò per la sorpresa mugugnando qualcosa.
-
Sei gelato! Che hai combinato?- gli accarezzò piano la
schiena guardando oltre alla sua spalla Harry che chiudeva la porta ed
andava
verso la cucina.
-
T-tu sei c-c-caldo.- balbettò il ragazzo tra le sue
braccia che stava anche strofinando il viso freddo contro al suo collo.
-
Per fortuna passavo di lì! Perché se non lo
trovavo io..-
spostò lo sguardo su Harry che agitava una bustina di the
tutto preoccupato.
-
Z-Zee.- riportò la sua attenzione su Liam che tremava e
gemeva di dolore. -M-mi fan-no m-male i p-piedi.-
Zayn
guardò il suo amico sentendosi ad un passo dall'andare
nel panico.
-
Ho tutto sotto controllo, Zayn. Portalo in un luogo caldo,
dagli dei vestiti asciutti e caldi..tienilo al caldo. Io preparo un the
e poi
ti raggiungo. Sono o non sono il figlio dell'infermiera più
bella?- gli sorrise
e tornò in cucina sbucando poi con la testa. - Non
preoccuparti, Zayn.-
Liam
starnutì e tremò tra le sue braccia
risvegliandolo.
-
Appoggiati a me, d'accordo? Andiamo in camera mia e poi
Harry ci raggiunge.-
Liam
annuì e salì lentamente i gradini.
-
Zee, mi f-fan-no m-male anche le m-mani.-
-
Lo so, ma ora passa..guarda.- arrivò in cima alle scale e
gli chiuse le mani tra le sue. - Va meglio?-
Liam
scosse il capo appoggiando il volto contro alla spalla
del moro. - Ho sonno.- mormorò solamente chiudendo gli
occhi, lasciandosi
cullare dal profumo del ragazzo che lo stava stringendo e guidando
verso una
stanza.
Angolo
Shine:
Non
ho molto tempo, dico solo una cosa: dopo anni in cui ti
senti dire quelle cose è naturale che ci sia un crollo del
genere.
E
poi, spero possa piacervi con tutto questo grigiore.. ma
era necessario.
Ora
avete Liam a casa di Zayn ;)
A
mercoledì, grazie mille a tutti quelli che hanno letto o
recensito.
|
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Capitolo 13 *** Dodicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Dodicesimo
capitolo:
- E cosa ci
faceva lì?-
- Non lo so,
Zayn. Ero più preoccupato a portarlo via da quel parco che
ascoltare i suoi
discorsi deliranti.-
Liam si
agitò
nel sonno mormorando qualcosa di incomprensibile, sentì
qualcosa di freddo e
bagnato sulla sua fronte e tentò di aprire gli occhi.
- Sicuro che sia
tutto nella norma.. gli è salita la febbre e ..-
- Ho chiamato
mamma prima e mi ha detto che la febbre è il minimo dopo
tutto il freddo che ha
preso. Rilassati, vado a preparare qualcosa per la colazione nel caso
si
svegliasse e avesse fame.. immagino vuoi stare qui con lui, eh?-
Liam
strofinò il
viso contro il cuscino e il profumo di fresco e menta gli
entrò nelle narici,
sentì una risata, i passi di qualcuno allontanarsi e il
rumore di una porta che
si chiudeva.
- Liam?-
Mugugnò
lasciandosi toccare la guancia dalle mani delicate del ragazzo,
allungò quasi
il collo per poter stare più vicino a quella freschezza
piacevole.
- Liam, sei
sveglio?-
Annuì
tenendo
comunque gli occhi chiusi, era troppo stanco per aprirli, e
appoggiò una mano
sotto al cuscino sdraiandosi su un fianco.
- Stai meglio?-
Annuì di
nuovo
sentendo l’altro borbottare qualcosa su un fazzoletto bagnato
che era già
asciutto.
- Stanotte mi
hai spaventato..- sentì ancora la mano tra i suoi capelli e
sorrise.
-..continuavi a tremare e poi ti è salita la febbre..
fortuna c’era Harry.. non
avrei saputo cosa fare e.. Liam?- fece un verso invitandolo a
continuare,
sentiva la gola secca e sicuramente non sarebbe riuscito a dire una
parola
senza tossire.
- Perché
l’hai
fatto?- lo sentì domandare con un filo di voce, scosse la
testa e aprì piano
gli occhi abituandosi alla luce.
- Insomma, so
che le cose con tuo padre non vanno per niente bene ma spingersi fino a
quel
punto..-
La mattina Zayn
aveva gli occhi ancora più luminosi, un nocciola che
sembrava quasi giallo. E
Liam non poteva seguire il suo discorso se quegli occhi erano puntati
nei suoi
e lo fissavano con quella traccia di preoccupazione data dalle
sopracciglia corrugate.
-.. come
l’altra
volta. Mi intrometto sempre in discorsi che non mi riguardano affatto.
Non
voglio obbligarti a rispondermi voglio solo cercare di capirti un
po’ di più.
Sei così misterioso.. ci sono momenti in cui credo di
conoscerti alla perfezione,
strano visto che ci siamo praticamente appena conosciuti, e poi fai
qualcosa di
così assurdo che..- seguì il movimento della mano
tra quei capelli neri e restò
imbambolato per qualche secondo a fissare la mandibola su cui risaltava
un
accenno di barba.
Zayn Malik la
mattina era particolarmente irresistibile.
Ed era accanto a
lui, seduto nel letto accanto a lui, e Liam era nel letto di Zayn.
Liam era nel
letto di Zayn, con Zayn, nella stanza di Zayn.
Zayn. Zayn.
Zayn.
Non sapeva se
stava per morire d’infarto, il cuore batteva troppo
forte, o se stava per gridare dalla felicità, aveva dovuto
mordersi le labbra per trattenere il sorriso.
Era nello stesso
letto con Zayn! Tutto quello che aveva sempre e solo sognato poteva
realizzarsi
con un solo..
- Mi stai
ascoltando?-
Riportò
lo
sguardo sul viso del moro, non sapeva né come né
perché ma stava fissando da
chissà quanto tempo l’elastico dei pantaloni della
tuta che il ragazzo stava
indossando.
- Vuoi dirmi che
ho fatto un discorso di mezz’ora parlando praticamente da
solo?- domandò non
riuscendo a nascondere la nota divertita nella voce, soprattutto quando
Liam lo
guardò con i suoi occhi marroni incassando la testa nel
collo.
- Per dir
cos’hai fatto di me non ho parole.- citò Zayn
sottovoce, lo sguardo assorto
sulla ciocca di capelli marroni che stava spostando dalla fronte calda.
- C-Come? Cosa?-
strabuzzò gli occhi riportando la sua attenzione su quello
che, per la febbre o
per altro, aveva le guance rosse ed era estremamente adorabile sdraiato
nel suo
letto con quegli occhi che lo fissavano sperduti.
- Nulla, solo
una frase che mi è venuta in mente.- tentò di
sviare il discorso ricordandosi
benissimo la reazione che aveva avuto qualche ora prima su
quell’argomento. -
Ogni tanto capita a noi lettori incalliti.. ti vengono in mente
all’improvviso
frasi di libri che hai letto e non riesci a stare zitto e devi per
forza..-
- Mi ricordo..
una volta durante l’ora di letteratura eri in un mondo tutto
tuo e quando la
professoressa ti ha fatto una domanda hai ripetuto una frase che hai
detto
continuava a girarti per la mente..- continuò a fissarlo
mentre l’altro
sorrideva tranquillamente. -.. era qualcosa come:
‘Ciò che non abbiamo osato..-
- .. abbiamo
certamente perduto’.- concluse insieme a lui con
un’espressione sempre più
incredula.
- E, se non
ricordo male, è una frase di Oscar Wilde dal libro
‘divagazioni sulla felicità’
o qualcosa di simile..-
Zayn
annuì, la
bocca leggermente aperta mentre un fiume di domande lo trascinava nella
corrente.
- Lo stavi
leggendo durante l’ora di pranzo, forse per questo ce
l’avevi ancora in
mente..- il moro continuò ad annuire non sapendo cosa dire.
Erano passati anni,
anni!, come faceva Liam a ricordarsi tutti quei particolari?
- Bel testo,
comunque. Mi piace molto la parte in cui dice che tutti gli uomini
incontrano
la fortuna ma non tutti sanno riconoscerla, siamo troppo impegnati a
guardare
da altre parti. Con nostalgia al passato o tutti rivolti al futuro.-
- Liam..-
tentò
di chiamarlo quando riuscì a ricollegare il cervello alla
lingua.
- Ed è
vero, no?
Siamo sempre così impegnati a pensare a quanto faccia schifo
la nostra vita che
non ci accorgiamo delle opportunità che ci vengono messe
davanti..-
- Liam, posso
chiederti una..-
-..e i
più
grandi artisti ci hanno sempre insegnato che si deve cogliere
l’attimo. Carpe
diem, no?-
- L-Liam?-
balbettò quando incrociò gli occhi marroni del
ragazzo, erano ancora più scuri
e sembravano gridare qualcosa che non riusciva a capire. Che voleva
capire, ma
non poteva.
- Posso restare
qui ancora un po’?-
- Certo..
sì..
tutto il tempo che vuoi.. finché non ti riprendi.. non posso
lasciarti uscire
al freddo con la febbre.- iniziò a straparlare agitando le
mani mentre le
labbra di Liam si piegavano in un sorriso intenerito che lo faceva
sciogliere e
perdere nel discorso ancora di più.
- Grazie, Zayn.-
arrossì sotto allo sguardo sincero dell'altro - Grazie di
avermi ospitato a
casa tua e tutto il resto. Grazie davvero.-
- N-non potevo
lasciarti..eri completamente ghiacciato e..- fece un respiro
riprendendo in
mano ogni cosa e disse - Nessun disturbo, Liam.-
Gli sorrise di
nuovo facendolo arrossire e lo vide picchiettare la mano sul materasso.
-
Sdraiati pure, scommetto che stanotte non hai dormito per colpa mia.-
- Oh, no!
No..non è che..va bene.- si arrese nel momento stesso in cui
incrociò quegli
occhi marroni che gli chiedevano solo di non abbandonarlo.
Si sdraiò
fissando il soffitto bianco, mille e più pensieri per la
testa. Sospirò e
guardò di sfuggita il castano che accanto a lui canticchiava
con gli occhi
chiusi.
- Quindi..- si
schiarì la voce e seguì il movimento delle sue
stesse mani contro al copriletto
pesante. -..andavamo a scuola insieme, eh?-
Tra tutto quello
che voleva chiedere gli era sfuggita dalle labbra la più
stupida.
-
Ehm..sì..mi
son dimenticato di accennartelo?-
Zayn
annuì
decidendo per il suo bene di non guardare il ragazzo accanto a lui.
Harry stava
cercando tra gli armadietti della cucina dello sciroppo
d’acero da mettere
sulle frittelle. Zayn aveva una cucina piccola ma le cose sembravano
sparirgli
da sotto il naso. Sentì una musichetta e la seguì
trovandosi in sala, veniva
dal cappotto di Liam. Dopo un momento d'indecisione cercò
nelle tasche e tirò
fuori un cellulare che aveva smesso di squillare ma aveva almeno venti
chiamate
nell'ultima ora. Tolse il blocco tasti ed aprì il registro
delle chiamate
perse, dopo avrebbe pensato a tutti i messaggi. Riprese a squillare
così
all'improvviso che per sbaglio, cliccando un tasto, rispose.
-
SEI UN IDIOTA!- fissò il telefono nelle
sue mani stupito di poter sentire la voce dell'interlocutore da quella
distanza.
- DOVE
SEI, LIAM? TI PREGO DIMMELO CHE VENGO
AD UCCIDERTI!-
Harry non
riuscì
a trattenersi e scoppiò a ridere portandosi il cellulare
all'orecchio.
- Ora
ti metti anche a ridere? Cazzo, Liam!
Tua mamma mi ha chiamato disperata stamattina perché ha
visto che non eri
rientrato. E ho iniziato a chiamarti ma non rispondevi!-
Effettivamente
potevano chiamare casa di Liam per avvisare i genitori,
pensò Harry. Ma erano
così presi dal cercare di fare qualcosa per fermare il
tremare incessante di
Liam che era sfuggito dalla mente di entrambi.
- Tu
non sai come mi hai fatto preoccupare! E
poi ieri sera potevi dirmelo che era successo tutto quel casino con tuo
padre!
Non ti avrei urlato dietro come ho fatto e..- lo
sentì deglutire e avvicinò
di più il telefono all’orecchio per poter
ascoltare meglio.
- ..
Liam mi dispiace davvero.. Lo sai che
tutte quelle cose le ho dette preso dalla foga e.. e nemmeno tuo
padre.. sai
che non lo pensa davvero nemmeno lui..-
Harry
restò in
silenzio tentando di capire da solo cosa poteva aver detto di
così terribile da
spingere il figlio a morire congelato.
- Liam?
Puoi dirmi qualcosa? Qualsiasi cosa.
Dimmi che sono un idiota, che non vuoi più avermi come
amico, che sono uno
stronzo. Ma dimmi qualcosa.-
- Ecco..-
- Tu
non sei Liam..-
Il riccio scosse
la testa aggiungendo un - Risposta esatta.. Louis, immagino.-
- Chi
sei e cos’hai fatto a Liam?-
Ridacchiò
al tono
improvvisamente protettivo che aveva assunto e sentendo
l’altro iniziare ad
irritarsi rispose - Io? Proprio niente.. Liam sta dormendo nel letto
di..-
- CHE
CAZZO HAI FATTO A LIAM?- fu
costretto ad allontanare il cellulare dal suo orecchio quando
l’altro gridò
ancora. - Ieri poteva essere disperato,
te lo concedo, ma non si scopa gli sconosciuti! È il mio
migliore amico e,
giuro, se gli hai fatto qualcosa ti ucciderò con le mie
stesse mani!-
- Lo
terrò a
mente.- scherzò non riuscendo a trattenersi, quel tipo
strambo lo faceva
divertire con i suoi sbalzi d’umore. - Vorrei passarti Liam
per farti dire
direttamente da lui che non ho, in alcun modo, approfittato del suo
corpo ma
ora è nel letto di Zayn e starà sicuramente
dormendo visto che ieri sera..-
- ZAYN?
ZAYN MALIK?-
- Immagino di
non doverti chiedere spiegazioni del perché conosci il mio migliore amico..-
- Non
ti conviene chiedere.. quindi tu sei
ricci belli?-
- Ricci belli?-
- Ricci
belli, bei ricci. Un piccolo nomignolo
che ho dovuto darti per evitare di continuare a chiamarti quell’Harry
Styles che è sempre con il mio Zayn. -
- Geloso il tuo
amico, eh?-
- E
quella era la versione leggera..ti
risparmio le altre.-
- Molto gentile
da parte tua.- continuò con un sorriso tornando in cucina,
non aveva ancora
fatto le frittelle e se Zayn non mangiava la mattina diventava
irritante. Erano
quelle cose che sapeva dopo averci passato insieme tutta la vita.
- Senti, Louis..- calcò sul suo nome
cercando di
attirare completamente la sua attenzione. -.. tu sei il migliore amico
di Liam,
io di Zayn. Sappiamo entrambi tutto, no? Potremmo far qualcosa per
quei..-
- Tanto
hanno già risolto, no? Liam ha passato
la notte lì da Zayn. Avranno già chiarito.-
- Ha passato la
notte qui con almeno quaranta di febbre perché ha avuto la
brillante idea di
stare fuori al freddo per non so quante ore. - spiegò
velocemente aprendo il
frigorifero prendendo poi le uova.
- Quindi noi due
potremmo..-
- Posso
parlare con Liam?- sentì domandare
con un filo di voce dall’altra parte del telefono.
- Te l’ho
detto,
ora starà dormendo. Stanotte non ha smesso un attimo di
tremare.. e anche Zayn
non è messo proprio bene. Non voglio disturbarli ma..-
- Quando
si sveglia puoi dirgli che ho
chiamato?- continuò l’altro con un tono
completamente diverso dall’inizio
della conversazione, sembrava quasi spento.
- Certo, appena
si sveglia..-
- E
che gli voglio bene e niente di quello che
gli ho detto lo penso davvero.-
Harry
annuì,
stava per rispondere qualcos’altro quando lo interruppe
ancora il suo
interlocutore. - Ora devo andare,
ricordati di dirlo a Liam. - annuì ancora - m’inventerò io una scusa con i
suoi.. è stato un piacere aver parlato
con bei ricci.-
- Piacere tutto
mio, Louis.-
Ed il sorriso
sulle sue labbra non lo lasciò nemmeno quando
bruciò, per la prima volta in
vita sua, le frittelle.
Angolo
Shine:
…. DODICI
RECENSIONI ALL’ULTIMO CAPITOLO?
Mi vien da
piangere. Ma quante siete? çmç
Che poi questa
storia non mi sarei mai decisa a pubblicarla se Silvia non avesse
insistito
tanto.. e .. non so cosa dire. Mi fate emozionare :’)
Tornando al
capitolo c’è un piccolo passo avanti (per il bene
dell’umanità) e Liam si frega
con le parole e gli fa capire di conoscerlo dalle superiori.
Poiiiiiiii la
telefonata <3
Vi giuro, mi
diverto troppo a scrivere le telefonate, non si nota.
E avete un
microscopico Larry e l’ultima-ultima-ultima frase ha bisogno
di una
spiegazione.
Non so quante di
voi hanno visto “Sabrina” (non vita da strega)
quello con Audrey Hepburn, quando
la spediscono a Parigi alla scuola di cucina c’è
una frase che dice un vecchio
barone e mi piaceva l’idea di riprenderla.
Ed era qualcosa
come: “Quando sei innamorata bruci le cose, se invece il tuo
amore fa soffrire
ti dimentichi di accendere il forno”
E quindi
è un
modo per farvi capire che Harry è come se si fosse
già “innamorato” di Louis,
no?
Vi prego ditemi
che avete capito la mia idea malsana .-.
Null’altro
da aggiungere,
grazie (grazie grazie grazie grazie grazie) a tutti quelli che leggono
e
recensiscono.
Io adoro tutte
le vostre recensioni <3
|
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Capitolo 14 *** Tredicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Tredicesimo
capitolo:
-
Zayn?-
Brontolò
quando una mano continuò a scuotergli il braccio,
Harry sapeva benissimo che odiava essere svegliato ma continuava ad
insistere
nonostante tutto.
-
Ti ho fatto le frittelle che ti piacciono tanto.- si
raggomitolò ancora di più contro al materasso
strizzando gli occhi e sperando
di potersi così riaddormentare. - E te le ho anche portate
qui in camera, non
sono un bravo amico?- scosse la testa contro alla superficie morbida
respirando
subito dopo in un profumo che non aveva mai sentito ma che non gli era
del
tutto estraneo.
Sorrise
stringendo le dita attorno alla stoffa del lenzuolo,
o almeno così pensava, e rispose tenendo il viso premuto
contro alla cosa da cui proveniva
quell’odore
particolare. - Voglio dormire, Harry. Lasciami dormire. Poi faccio
tutto quello
che vuoi.-
-
Molto più comodo il letto oggi, vero?- non badò
al
divertimento nella voce dell’amico e annuì contro
a quello che credeva fosse il
cuscino.
-
Sentito, Liam? Sei più comodo del letto.- inarcò
un sopracciglio
confuso tenendo comunque gli occhi chiusi.
-
Cosa c’entra ora L..- tentò di parlare venendo
interrotto
sempre da Harry
-
Zayn non vuole dormire nel letto, non è così Zay?
- si
strinse ancora di più contro al profumo e sbuffò
sentendo un dito pizzicargli
la guancia. - Vuole dormire stretto stretto al suo ragazzo. Come sei
carino
così tutto abbracciato a lui.-
-
Smet..-
-
Non sono il suo ragazzo.- sentì la cosa
sotto di lui vibrare al ritmo con le parole, spalancò gli
occhi staccandosi un po’ e accorgendosi così che
Harry non scherzava per nulla.
Non
era più sdraiato accanto
a Liam ma sopra di lui: con una gamba gli circondava il
fianco, il viso era
premuto contro al suo petto, con una mano stringeva la stoffa della
maglietta
mentre l’altra era appoggiata sul cuscino, le dita che
sfioravano quei capelli
marroni che non riusciva a smettere di toccare.
E
fortunatamente non era eccitato perché quella parte del
suo corpo era completamente schiacciata contro alla gamba di Liam.
Le
cose si sarebbero fatte ancora più imbarazzanti con
un’erezione da spiegare.
-
Il mio amico Zayn sembra pensarla diversamente da..- si
allontanò di colpo cadendo quasi dal letto, non fosse stato
per Liam che gli
circondò la vita appoggiando le mani contro alla sua
schiena. Perché
all’improvviso aveva incredibilmente caldo? Quei palmi
appoggiati sulla sua
maglietta emettevano troppo calore.
Sollevò
timidamente il viso incontrando gli occhi di Liam a
metà strada. Da quella distanza erano così
intensi che gli veniva voglia di baciarlo.
Arrossì immediatamente al solo
pensiero e si sedette riuscendo a mettere più spazio tra
loro e, soprattutto, a
liberarsi di quella braccia che lo stringevano.
Si
schiarì la gola fingendo una calma che non aveva, dentro
di lui era tutto un vortice di pensieri che andava dal “cosa devo fare, devo scusarmi, come faccio a
scusarmi” al “Liam
la mattina è ancora più bello”.
-
.. Louis ma non volevo disturbarti quindi..- non stava
seguendo per nulla il discorso di Harry, era troppo concentrato a
guardare la
mano di Liam accanto alla sua, le loro due tonalità
risaltavano così bene
insieme che avrebbe voluto stringerla per vedere di più il
contrasto.
-..
sempre così la mattina, credimi. E questo non è
ancora
niente, ci son quelle volte in cui fissa il muro e..-
Strinse
i denti sul labbro inferiore per non far notare il
sorriso quando si ricordò che quella mano l’aveva
stretta la sera prima, e Liam
non l’aveva lasciata neppure quando si era addormentato.
-
Zayn?- sbatté velocemente le palpebre scuotendo il
capo, quando
ritornò in sé due persone
lo fissavano in attesa.
-
Liam stava dicendo che dovrebbe tornare a casa quindi..-
-
sì, sì..giusto..certo..- iniziò a
straparlare alzandosi
dal letto e muovendo le mani sui pantaloni non sapendo bene cosa fare.
-
Zayn? Dove hai messo i vestiti di Liam? Sei tu che..-
-
ah, sì.. è vero.. sono..sono nella lavatrice
ma..ci sono
quelli dell’altra volta..e..- evitò di guardare
Harry e si concentrò su Liam
che era arrossito come lui. -..non sapevo come fare a portarteli visto
che non
so nemmeno dove abiti..- si tenne occupato a cercare
nell’armadio i vestiti di
Liam, consapevole di avere due paia di occhi puntati sulla schiena.
-
Ecco, tieni.- gli porse il paio di pantaloni e la
maglietta arrossendo ancora di più quando l’altro
li prese sfiorandogli
accidentalmente le dita.
-
Vado a cambiarmi e poi.. vado.- Zayn annuì non sapendo
cos’altro fare e fissò la schiena di Liam che si
allontanava dal letto ed
usciva dalla camera.
-
Hai tenuto i suoi vestiti nell’armadio?- si buttò
a peso
morto sul letto nascondendo la testa nel cuscino, il profumo di Liam
che ormai
era ovunque. - Ci mancava solo che ti facevi trovare con quelli
addosso.-
All’ultima
frase di Harry seguì il silenzio e Zayn arrossì
ancora di più desiderando solo di sprofondare nel materasso.
-
Ti prego dimmi che non li hai indossati sul serio.-
-
N-non è che.. non li ho tenuti per molto.- riuscì
a
spiegare dopo qualche minuto sentendo la risata di Harry alle sue
spalle.
-
Erano comodi, va bene?- si alzò di scatto cercando di fare
valere la sua opinione. - Ed avevano anche un buon profumo.- concluse
sollevando
il mento.
-
Hai dormito bene, eh?-
Non
ci pensò due volte, prese il cuscino e lo lanciò
contro
al riccio che scoppiò di nuovo a ridere.
Liam
si era cambiato in fretta, aveva salutato velocemente
Zayn ringraziandolo altre mille volte ed aveva rifiutato la colazione,
che dal
profumo doveva essere squisita. Ma l’unica cosa che voleva
fare era tornare a
casa, perché più tempo passava fuori
più l’agonia si prolungava. Ed era molto
meglio per tutti non rimandare troppo, non aveva la forza di
un’altra discussione
con suo padre che gli ricordava quando fosse inutile sprecare i suoi
anni nella
facoltà di musica.
Non
era però riuscito ad evitare di farsi accompagnare fin
sotto casa da quell’Harry che non aveva fatto altro che
insinuare cose. Ma era
troppo stanco per rispondere o per negare ed aveva quindi fatto tutta
la strada
chiuso nel suo silenzio.
Lo
salutò un’ultima volta e lo ringraziò
sinceramente,
poteva anche non sopportarlo per il legame che aveva con Zayn ma si era
comunque dimostrato una persona con un gran cuore.
Non
solo non l’aveva abbandonato in quel parco, come gli
aveva più volte chiesto, ma ora l’aveva
accompagnato fin sotto casa nonostante
abitasse dall’altra parte della città.
-
Liam!- si voltò con la mano sul cancellino pronto ad
entrare in quella casa e a difendere ancora una volta le sue scelte. -
Cerca di
non cacciarti nei guai ora o Zayn non me lo perdona.- Harry
gli fece l’occhiolino e lui sorrise
salutandolo ancora una volta.
Prese
un respiro e percorse a grandi passi il viale. Aprì la
porta, si voltò un’ultima volta verso
l’altro ragazzo ed entrò.
-..fuori
e noi non sappiamo nemmeno dove sia!- le urla di
sua mamma venivano dalla cucina. Non aveva bisogno di controllare per
capire
che stava discutendo ancora con suo padre per colpa sua.
-
Se non riesce ad accettare le mie opinioni come credi
potrà accettare..- e suo padre, ovviamente, era calmo.
Sempre così dannatamente
sicuro di sé.
-Liam?-
Non
prestò più attenzione al discorso che stava
avvenendo
nella cucina perché si trovò davanti due occhioni
azzurri che lo fissavano
incerti.
-
Matthew.- si piegò sulle ginocchia per poter essere al suo
stesso livello e gli scompigliò i capelli. - allora? ti sei
divertito con John?
Scommetto che non avete dormito tutta la notte per giocare con quel
nuovo
videogioco.-
-
Dove sei stato?- sbatté per un attimo gli occhi quando
vide il fratello, braccia incrociate, che lo fissava con
un’espressione seria.
-
D-Da Louis?- tentennò mentre una parte di lui
s’innervosiva a dover dare spiegazioni ad un bambino.
-
Lo sai che la mamma ha pianto tutto il giorno per colpa
tua? La mamma piange sempre per colpa tua.-
-
Dì a mamma e papà che sono tornato.- disse
solamente Liam
rialzandosi ed incamminandosi verso la camera.
-
Papà dice che non meriti nemmeno una lacrima di mamma.-
Si
bloccò sui suoi passi sospirando un -Lo so.- e poi si
chiuse la porta alle spalle buttandosi nel letto, il profumo di menta
che gli
era rimasto sottopelle come un marchio.
Angolo
Shine:
Come
sempre, son qui.
In
questo capitolo avete il solito fluff, ma non sono
riuscita ad evitare l’angst della fine.
Non
odiatemi, vi prego.
Vi
dico subito, per farmi perdonare, che nel prossimo Zayn
va a casa di Liam çmç
A
mercoledì, grazie a tutti quanti.
|
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Capitolo 15 *** Quattordicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Quattordicesimo
capitolo:
- Liam? Stai
meglio?-
Cercò di
rispondere ma aveva tutta la gola in fiamme, aprì gli occhi
vedendo sua madre
china su di lui che gli porgeva un bicchiere pieno d’acqua.
Si fece aiutare per
sedersi e bevve un lungo sorso con le mani che tremavano.
- Hai qualche
linea di febbre ma passerà con un po’ di riposo.-
annuì e si sdraiò di nuovo
nel letto lasciandosi accarezzare i capelli. Era una cosa che riusciva
a calmarlo,
fin da quando era piccolo. Bastava che sua mamma gli toccasse i capelli
e gli
passava ogni tipo di dolore.
- Tuo padre non
te lo dirà mai ma si è sentito in colpa tutta la
notte, non riusciva ad
addormentarsi e l’ho dovuto obbligare a raggiungermi in
camera. Non si è mosso
dal divano per ore.-
Si tirò
le
coperte fin sopra al mento rannicchiandosi su un lato, dando
così le spalle
alla donna che sospirò sedendosi sul letto.
- Sai che non
è
bravo a mostrare i suoi sentimenti.- continuò lei
spostandogli i capelli dalla
fronte sudata. - ma ti vuole bene, anche se non lo dimostra spesso.-
Liam
grugnì
spostandosi ancora di più dalla madre; voleva solo restare
solo, non aveva
bisogno di sentire quanto si sentisse in colpa suo padre.
- Spero lo
capirai presto..perché questa cosa tra voi due sta superando
i limiti.-
- Dillo a
lui.- si
lamentò, la voce roca e la mano
stretta attorno al cuscino.
- L’ho
già detto
a lui.- replicò
subito alzandosi dal letto. - E ora
l’ho detto anche a te. Il prossimo passo dovete farlo voi
perché io mi son
stancata del vostro comportamento immaturo.- si allontanò e
si chiuse la porta
alle spalle.
Si mosse nel
letto cercando di trovare una posizione comoda, sentiva caldo e la
testa gli
stava scoppiando.
- Liam?- suo
fratello si era avvicinato al letto e lo guardava coi suoi occhi
azzurri
innocenti.
- Ti ho fatto
questo..- prese il foglio che Matthew gli porgeva e sorrise.
- Siamo io e
te.- spiegò ancora il bambino indicando le due figure
disegnate. - Quando ti
senti meglio ci torniamo a pattinare, Li?-
Annuì
passandogli una mano tra i capelli. - Passeremo le vacanze sul
ghiaccio, ti
va?-
Matthew
batté le
mani tutto eccitato prendendo il disegno ed appoggiandolo sul comodino.
Si
sedette sul letto in ginocchio fissando serio il fratello maggiore.
- Liam?- lo
chiamò iniziando a toccarsi le mani nervoso. - Sono ancora
il tuo fratello
preferito? Anche se ti ho detto tutte quelle cose brutte? Mamma ha
detto che
devo farmi perdonare.-
- Sarai sempre
il mio fratellino preferito, Matt. E non hai fatto nulla di male, anzi
hai
fatto bene a sgridarmi. Ogni tanto anche le persone grandi sbagliano e
io ho
sbagliato..dai vieni qui.- lasciò raggomitolare il bambino
contro di lui, e appoggiò
le labbra contro ai suoi capelli sorridendo.
- Mamma ha detto
se vuoi venire giù a mangiare.- lo sentì
mormorare contro alla sua maglia che
stringeva tra le dita piccole.
- Non ho molta
fame..preferisco dormire.- rispose iniziando a muovere le dita sui
fianchi del
fratellino facendolo allontanare da lui tra le risate. - E tu invece
devi
andare giù perché se non mangi nulla resti
piccolo..e tu non vuoi restare
piccolo per sempre, vero?-
Matthew gli
lasciò un bacio sulla guancia scappando poi verso la porta.
- Ma quando ho
finito posso tornare qui da te?- chiese
voltandosi ancora verso Liam che annuì facendo comparire un
sorriso ancora più
grande sulle labbra del bambino.
Zayn fece
scrocchiare per la terza volta le dita fissando indeciso il campanello.
Aveva
fatto tutta quella strada a piedi, era stupido tornare indietro ora.
Ormai era
lì.
Stava per
suonarlo ma poi cambiò di nuovo idea e diede le spalle alla
porta ritornando
sul vialetto.
- Andiamo, Zayn.
Non fare il codardo. Vai dentro e t’informi solo sulla sua
salute. Tutto qui.
Solo un come stai e poi sei fuori.- ritornò velocemente alla
posizione di prima
suonando senza ulteriori riflessioni il campanello.
Tentò di
nuovo
di scappare ma uno - Zayn?- pronunciato lentamente lo bloccò
sul posto.
Si voltò
piano
trovando sulla porta proprio la persona che stava cercando, indossava
dei
pantaloni della tuta e una maglia a maniche lunghe.
- E-ehi! Ero
passato solo per..come stai?-
- Vuoi entrare?-
Avevano parlato
insieme e ora Liam lo fissava in attesa.
Non c'era nulla
di male ad entrare, giusto? E poi se Liam stava ancora male non poteva
certo
lasciarlo lì fuori sulla veranda con quel freddo.
Ci pensò
ancora
per meno di un
minuto e poi annuì. E con
cinque grandi passi era dentro.
- wow.- si
lasciò sfuggire dopo aver dato una veloce occhiata in giro.
- I miei non ci
sono, sono andati da qualche parte con mio fratello.-
riportò la sua attenzione
sul ragazzo che non aveva distolto lo sguardo da lui e sorrise
intenerito
quando quello si passò una mano tra i capelli, negli occhi
marroni una
sfumatura di stanchezza che gli faceva venir voglia solo di
abbracciarlo.
- Volevo solo
sapere se stavi bene..sono passati due giorni e..-
- Posso offrirti
qualcosa da bere?- lo interruppe Liam muovendosi già verso
quella che doveva
essere la cucina senza aspettare una risposta, e Zayn lo
seguì non sapendo come
comportarsi in quella casa troppo grande.
- Non voglio
disturbare, e poi devi essere stanchissimo. Sul serio, lascia stare.
Voglio solo
sapere se stai bene e poi vado via..- continuò ad insistere
mentre lo seguiva
ed entrava in una cucina che era quasi il doppio della sua.
- Lo sai che un
ospite non può rifiutare niente? È maleducazione
non accettare i servizi del
padrone di casa.- lo bloccò Liam concludendo il tutto con un
occhiolino che lo
fece arrossire, soprattutto perché la frase appena
pronunciata stava prendendo
tutt’altra piega nella sua mente.
- Allora va bene
un semplice bicchiere d’acqua.- riuscì a
rispondere quando vide l’altro dargli
le spalle e aprire gli sportelli dell’armadio.
- Solo un
bicchiere d’acqua? Sei serio?- lo prese in giro il castano
scuotendo il capo. -
Voglio un the, tu vuoi un the? Bene, vada per il the.-
Stava per
rispondere alla domanda ma Liam aveva fatto tutto da solo lasciandolo
fermo
accanto al tavolo con un’espressione confusa.
- Puoi sederti,
sai?- gli fece un cenno verso le sedie non riuscendo a trattenere il
sorriso
divertito quando vide Zayn iniziare a farneticare prendendo
immediatamente posto
su uno sgabello di fronte al bancone della cucina.
- E comunque non
sono poi così stanco..- si appoggiò al mobile
sorridendo al moro che stava
combattendo col giubbino e la sciarpa. -..sono due giorni che non ho
rapporti
con esseri umani, esclusa la mia famiglia, quindi sei più
che benvenuto.-
- Non stai
sentendo Lo..Loris? Lewis?-
- Louis?- Zayn
annuì appoggiando sciarpa, guanti e giacca sullo sgabello
accanto.
- Mi ha
chiamato, non ho risposto ed ora credo stia aspettando la mia mossa.-
sospirò e
iniziò a giocare con la corda dei pantaloni. - Cosa che sa
benissimo non farò
mai..-
- Harry continua
a parlare di questo..Louis.- si morse il labbro inferiore quando vide
l’altro
socchiudere gli occhi concentrato ad indovinare il nome.
- Conquista un
po’ tutti, anche se dopo diventa una grande palla al piede.
Te lo posso
assicurare.-
- Mi
converrà
avvisare Harry perché..-
- Decisamente
sì, avvisalo. È una cosa insopportabile, quando
si mette in testa una
cosa..potrei andare avanti per ore a parlare delle manie di Louis
Tomlinson ma
tu non sei qui per questo, giusto?-
Zayn
continuò ad
osservarlo mentre l’altro si allontanava dal bancone a cui
era appoggiato per
avvicinarsi a lui, portò quasi indietro la testa quando Liam
si sporse
riducendo la distanza.
- Quello che mi
sto chiedendo da quando ti ho visto sulla soglia di casa mia
è.. cioè una delle
cose che mi sono chiesto..- aveva abbassato la voce e continuava a
studiarlo. I
suoi occhi marroni che quasi bruciavano in quelli nocciola di Zayn.
- Come hai fatto
a trovar.. ah, giusto. Te l’ha detto Harry, non è
così?- continuò a parlare
tenendo le braccia puntate sul mobile per avvicinarsi sempre di
più a quello
che continuava ad arrossire.
- N-no.. i-io..-
aveva scosso velocemente il capo ed aveva iniziato a balbettare mentre
Liam
aveva inarcato un sopracciglio e lo fissava in attesa di una risposta.
- Sono
andato a scuola perché avevano bisogno di..di una cosa.-
iniziò restando sul
vago stringendo le dita sulla stoffa dei jeans per poter sciogliere un
po’ di tensione.
- Una cosa?-
incalzò Liam solo per il piacere di vederlo arrossire.
- Sì,
dovevo
firmare dei..moduli..- Zayn tentennò spostando lo sguardo
sui fornelli alle
spalle del castano dove si stava scaldando l’acqua per il the.
- Dei moduli?-
lo sentì ridacchiare e quando riportò gli occhi
di fronte a sé lo vide con il
viso appoggiato sui pugni, il peso del corpo sostenuto dai gomiti sul
bancone
ed un sorriso divertito sulle labbra.
Zayn
annuì - E
visto che ero già lì ho pensato di chiedere
l’indirizzo di questo mio alunno
che..-
- E scommetto te
l’hanno dato con piacere, tutte quelle baggianate sulla
privacy non..-
- E va bene.- lo
interruppe sollevando le braccia. - Colpevole. Sono riuscito a
distrarle ed ho
cercato io quello che mi serviva.- concluse rispecchiando il sorriso
del
castano.
Scoppiarono a
ridere insieme e quando riuscirono a calmarsi la distanza tra i loro
visi era
notevolmente diminuita. Zayn seduto sull’angolo dello
sgabello tutto proteso in
avanti e Liam con il corpo premuto contro al bancone in legno.
Si guardarono,
l’indecisione negli occhi di entrambi, e poi il fischio del
bollitore li
riportò in quella grande cucina rompendo la bolla che
avevano creato. Zayn si spostò
con uno scatto sedendosi meglio sullo sgabello e Liam si
voltò spegnendo il
fuoco.
- Ma
è..è..non
ci credo!- scoppiò a ridere quando Zayn incrociò
le braccia al petto
appoggiandosi meglio allo schienale del divano.
-
Dev’essere
stato..- continuò coprendosi la bocca con le mani per
trattenere la risata.
- Imbarazzante,
sì
molto.- riprese il moro concludendo la frase lasciata in sospeso
dall’altro.
- Tuo padre
che..- non riuscì a continuare perché il suo
corpo si scosse in un’altra
risata. - che.. che..-
- Che entra
nella mia stanza mentre guardo un video porno.. gay.- concluse di nuovo
per
lui, sulle guance una sfumatura rossiccia. - Non mi ricordo
più nemmeno cosa
gli ho detto. Ho iniziato ad inventarmi una scusa dietro
l’altra. Ho tirato
dentro anche Harry ed un progetto scolastico.. e non ridere!-
esclamò
spingendolo e scoppiando a ridere lui stesso quando lo vide perdere
l’equilibrio e cadere dal divano.
- Un progetto
scolastico?- domandò quello a terra che non aveva smesso di
sghignazzare.
- Non sapevo che
altro dire!- si difese cercando di mantenere un’espressione
offesa, senza
riuscirci.
- Questo
è un
pessimo, pessimo modo per dire ai tuoi genitori che non hai alcuna
intenzione
di mandare avanti il nome della tua famiglia.- ridacchiò
riprendendo posto sul
divano. - E come l’hanno presa?- domandò curioso
piegando una gamba per poter
guardare Zayn in viso.
- Non sono
riuscito a guardarlo in faccia per almeno un mese.- iniziò a
spiegare
provocando un altro scoppio di risa da parte del castano. - Non
condivide molto
la mia scelta ma è sempre mio padre e finché son
felice io a lui va bene
tutto.-
- Non è
andata
poi così male.- gli appoggiò una mano sulla
spalla per cercare di consolarlo,
quegli occhi nocciola si erano all’improvviso fatti
più spenti.
- No..non
è
andata male.. ho dovuto lottare per arrivare fin lì.. ed
è grazie a mio nonno
se..- si bloccò deglutendo e fissò un punto sul
tappeto. - E tu invece?-
domandò all’improvviso riportando i suoi occhi
chiari sul coetaneo che
continuava a guardarlo.
- Io cosa?-
chiese non trovando un nesso tra il discorso che stavano affrontando e
la
domanda di Zayn.
- Come hai fatto
a dirlo ai tuoi?- insistette guardandolo attraverso le sue ciglia che
gli
davano quasi un aspetto femminile.
- Non ho mai
detto nulla su quello, ho già abbastanza problemi sulla mia
scelta
universitaria..se mio padre dovesse scoprire che..- scosse il capo non
volendo
pensare a quella situazione.
- Ma tu sei..
insomma..- riprese Zayn non volendo far cadere quel discorso.
- Mi piace una
persona.- iniziò guardando solo per un momento gli occhi del
moro che annuì
invitandolo a continuare. - Mi piace da.. un sacco di tempo.-
sospirò l’ultima
parte come un gran peso che gli veniva tolto dallo stomaco. - Ma
probabilmente
non sa nemmeno che esisto.-
Non sapeva, corresse nella sua
mente muovendo le
mani sudate sui pantaloni.
- Forse dovresti
prendere coraggio e dirglielo, no? Insomma non può andare
peggio di così..-
tentò di scherzarci sopra mentre dentro di lui sentiva lo
stomaco agitarsi solo
all’idea di quel ragazzo abbracciato a qualcun altro.
Quello che
seguì
fu solo il silenzio, Zayn riusciva a sentire l’orologio sopra
al camino che
ticchettava e scandiva il battito del suo cuore.
- Mi hanno detto
che per le vacanze di natale al cinema fanno rivedere tutti i film di
Batman.-
ricominciò a parlare Liam grattandosi il collo. - Vorresti
venirci? Con me?-
domandò lanciando una veloce occhiata al moro che
arrossì ed annuì.
- Molto
volentieri.- lo sentì rispondere con un filo di voce. - E
poi a Batman non si
può dire di no.-
- No, a Batman
non si dice di no.- ridacchiò insieme a lui sentendo tutta
la tensione lasciare
le sue spalle velocemente.
Angolo
Shine:
Uohh. Siamo
già
al 14 çmç
Mi sembra ieri
di aver iniziato a pubblicare e ora.. mi sembra di veder crescere il
mio
piccoletto :’)
Ok, torniamo
serie.
Anzitutto io non
so come ringraziarvi perché siete davvero tantissime e, non
lo so, mi fate
sentire apprezzata e altre smancerie che ora salterò
bellamente per non
scavarmi da sola la fossa dell’imbarazzo :’)
Tutte voi che
aspettate il bacio e non sapete quanto vi farò penare ancora
:’D
Dio, quanto mi
sento potente ò.ò
(Che poi credo
la maggior parte di voi sappia che arriverà nel 18, con
tutto il resto. Dovete
resistere 4 capitoli, su.)
Dopo quello
spoiler vorrete ammazzarmi. ^^’
Ci vediamo
sabato, grazie ancora.
|
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Capitolo 16 *** Quindicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Quindicesimo
capitolo:
Zayn
diede un altro morso al panino evitando lo sguardo del
ragazzo di fronte a lui che continuava a parlargli di cose assurde, con
riferimenti ad improbabili appuntamenti al cinema.
-
Non è un appuntamento.- ripeté scocciato dopo
aver bevuto
un lungo sorso della sua bibita. - è solo una semplice..
uscita? Tra amici..
per vedere dei film di un supereroe. Seriamente, Harry, non
è un appuntamento.
Voleva solo qualcuno con cui vedere dei film, tutto qui.-
-
Tutto qui?- annuì passando il dito sul bordo del bicchiere
in vetro. - Ma tu vorresti..-
-
Gli piace una persona, va bene?- lo interruppe riuscendo a
liberarsi di quel peso che non l’aveva fatto dormire tutta la
notte. - Gli
piace da un sacco di tempo e io non..-
-
Non stai per dire che non sei tu, vero?- sbuffò
incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi allo schienale.
-
Devi smetterla di mettermi in testa queste idee.- mugugnò
guardando fuori dalla finestra per evitare di guardare
l’amico che roteava gli
occhi scocciato.
-
E va bene, avevi indovinato sul fatto che andavamo a
scuola insieme ma sul fatto che è lui che mi manda i fiori o
che.. che gli
piaccio hai completamente torto.- si affrettò ad aggiungere
bloccando ogni
tentativo del riccio di far valere le sue opinioni.
-
Dovevi vedere come s’illuminava tutto quando parlava di
quel Loris.- aggiunse con un tono che non doveva uscire così
acido.
-
Louis.- sentì la correzione del ragazzo e sbuffò
-
è la stessa cosa.- borbottò piegando le braccia
sul tavolo
e nascondendoci dentro il viso. - Lo odio già. Posso
odiarlo, vero?- lo guardò
con i suoi occhi chiari e il labbro un po’
all’infuori ricevendo in risposta
solo delle risate.
-
Liam conosce Louis da quando si è trasferito a Londra.
Quindi esattamente.. tre anni fa, più o meno.-
continuò a fissarlo con la
guancia appoggiata sul braccio. - Sai da quando tempo conosce te, Zayn?
Da
quando ha dodici anni. Chi conosce da più tempo?-
-
Magari per lui tre anni son tanti.- rispose solo spostando
il viso per nascondersi meglio contro al suo braccio.
-
La mattina in cui eri amorevolmente abbracciato al tuo
Liam..- grugnì quando sentì Harry riprendere
ancora lo stesso discorso. -.. ho
risposto alla chiamata di questo Louis e ti posso assicurare che mi ha
fatto
capire che Liam ti viene dietro.-
-
Non ci crederò finché non me lo dirà
lui.- affermò deciso
Zayn risedendosi contro allo schienale con un sorriso.
-
E ora perché fai così?- i lati delle sue labbra
si
sollevarono ancora di più e gli era venuta una gran voglia
di ridere.
Improvvisamente si sentiva molto più felice.
-
Sai quanti giorni mancano alla fine del mese?- domandò
euforico saltellando quasi sulla sedia.
-
Oh, no. Non di nuovo.- scoppiò a ridere quando vide il
riccio sbattere la testa contro al tavolo con fare esasperato.
Liam
continuò a camminare, lo sguardo puntato sulla strada
innevata, le guance tutte rosse ed una sensazione strana alla bocca
dello
stomaco ogni volta che le sue dita sfioravano accidentalmente quelle
ricoperte
dai guanti del ragazzo al suo fianco.
Era
ormai passata la mezzanotte e stava ripercorrendo la
strada di qualche ora prima per riaccompagnare Zayn a casa dopo quella
sottospecie di appuntamento mascherato.
Aveva
lasciato la macchina sotto casa sua, quando era
arrivato aveva smesso di nevicare e Zayn aveva insistito per
raggiungere la
loro destinazione a piedi. Non aveva obbiettato, più che
contento di passare
ancora più tempo con il giovane di cui era ormai
completamente innamorato.
La
tensione si era sciolta dopo almeno dieci minuti di
cammino, entrambi si erano chiusi nel loro silenzio, e Liam aveva
dovuto tenere
a freno la lingua. Parlare con Zayn, poter finalmente parlare con lui,
gli
faceva sempre uno strano effetto. Doveva sempre stare attento, troppo
attento,
a qualsiasi cosa gli sfuggisse dalle labbra. Si era già
fatto sfuggire troppe
cose: da problemi familiari al fatto che andavano a scuola insieme, per
poi
concludere solo qualche giorno prima nel migliore dei modi svelandogli
che
aveva una cotta pazzesca. L’unico tassello che mancava era
svelargli l’identità
di quella persona e svelarsi come l’anonimo che gli mandava
fiori e
bigliettini.
-
Mi sono divertito davvero tanto, grazie Liam.- spostò lo
sguardo sul ragazzo che aveva parlato e che aveva una leggera sfumatura
rossastra sulle guance, gli occhi che sembravano illuminare le stradine
buie di
Bradford ed un sorriso dolce che lo stava facendo sciogliere.
Era
una cosa così ingiusta essere innamorato di un ragazzo
così.. bello.
Ed
era una cosa ancora più orrenda essere a conoscenza di
tutti i particolari che rendevano quel ventunenne così
speciale con la
sicurezza di non poter dire la stessa cosa dell’altro.
Perché Zayn non sapeva
nulla di lui e Liam non sapeva nemmeno se avrebbe trovato il coraggio
di aprirsi.
Come
poteva confessargli di essere innamorato di lui da
quando l’aveva visto varcare la soglia dell’aula al
primo anno? Come poteva
confessargli tutto e non farlo fuggire spaventato?
E
sì, da quello che gli aveva raccontato quasi una settimana
prima, Zayn sembrava apprezzare tutti quei biglietti.
Sembrava
tenerci anche fin troppo, come se fossero arrivati
in un momento della sua vita in cui..
Scosse
la testa calciando un sassolino che iniziò a
scivolare sulla pozzanghera ghiacciata.
Doveva
togliersi quelle idee dalla testa. Zayn poteva anche
apprezzare tutto quello, d’altronde chi non gioisce quando
scopre di avere un
ammiratore?
Ma
sarebbe cambiato tutto quanto nel momento in cui
l’ammiratore sarebbe diventato una persona in carne ed ossa,
una persona vera e
non più fatta di parole d’inchiostro.
Una
persona vera come lui, Liam.
Liam
che aveva tutti i difetti del mondo;
Liam che aveva solo ventuno anni ed un sogno impossibile come il suo
amore.
Zayn
continuò a fissare il soffitto bianco della sua stanza,
mille domande che gli vorticavano nella testa.
L’uscita
al cinema con Liam era andata benissimo: avevano
raggiunto il posto a piedi, avevano guardato il film anticipando
qualche
battuta e poi l’aveva riaccompagnato sotto casa.
Non
c’era stato nessun bacio da film.
E
Zayn lo sapeva che non poteva esserci perché, continuava a
ripeterselo, era ancora troppo presto. Non poteva però
nascondere, nemmeno a se
stesso, che c’era rimasto male quando Liam l’aveva
salutato con un cenno del
capo, un semplice cenno.
Non
un stretta di mano, un abbraccio, un bacio sulla
guancia.
Nulla. Solo un semplice cenno.
E
poi l’aveva visto rintanarsi nella macchina e scappare
via. Scappare via
da lui che era rimasto
sulla veranda a fissarlo chiedendosi se avesse fatto qualcosa di male.
Stava
andando tutto bene fin quando Liam non si era chiuso
in uno strano mutismo con le sopracciglia aggrottate perso in un mondo
tutto
suo in cui Zayn non era invitato.
Avevano
camminato per una ventina di minuti nel silenzio più
totale, il solo rumore dello scricchiolio della neve sotto ai piedi.
Si
girò su un fianco sperando di riuscire a prendere sonno
ma c’era quel quadernetto che sembrava fissarlo in attesa, la
luce fioca della
luna ad illuminarlo.
Chiuse
gli occhi e iniziò a pensare a tutt’altro.
All’avvicinarsi del natale, alla sua famiglia,
all’avvicinarsi della sua
partenza per Londra.
Riaprì
gli occhi e sbuffò spazientito afferrando la piccola
agenda. Incrociò le gambe sul letto e iniziò a
sfogliare le pagine trovando il
biglietto che non riusciva a lasciarlo in pace.
«Lentamente
muore
chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si
permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.»
Lesse
lentamente sfiorando con le dita quella scrittura che
ormai sapeva riconoscere a menadito.
«Soltanto
l'ardente pazienza
porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.»
Sospirò
appoggiandosi contro
alla testata del letto.
Quello
era uno degli ultimi
biglietti che aveva ricevuto prima della fine della scuola, prima della
sua
partenza per Londra.
Ricordava
molto bene come
aveva insistito e pregato i suoi genitori per non andarsene da
Bradford, senza
alcun risultato. E poi aveva aperto il suo armadietto e aveva visto il
foglietto cadere a terra. L’aveva raccolto, letto ed era
quasi scoppiato a
piangere davanti ad Harry quando quello l’aveva raggiunto con
un sorriso
passandogli un braccio attorno alle spalle.
L’ode
alla Vita di Neruda
era una delle poesie più importanti per lui.
Era
stato suo nonno a
fargliela conoscere.
Se
lo ricordava anche
quello, di giorno. Era andato all’ospedale a trovarlo e gli
aveva passato quel
grande volume che gli indicava con un dito sottile, l’aveva
osservato
attentamente sfogliare le pagine e picchiettare un dito su una poesia
in
particolare invitandolo con un cenno a leggere.
Si
era messo a piangere
quando era tornato a casa sua, il viso contro il cuscino, i pugni
stretti e i
singhiozzi che non voleva nemmeno fermare. E il giorno dopo suo nonno
non c’era
più, se n’era andato in una giornata troppo calda
d’Agosto.
Si
passò una mano sugli
occhi lucidi e guardò ancora una volta il biglietto.
Dopo
qualche mese dalla
morte di suo nonno aveva iniziato a trovare quei fogli, e lui si
sentiva ogni
volta sempre più legato a quella persona che si nascondeva
dietro a delle
parole.
Avrebbe
solo voluto
incontrarlo e ringraziarlo. Ringraziarlo solamente per essergli stato
accanto,
in un modo tutto suo, in tutti quegli anni.
Ma
il suo “ammiratore”, come
più volte l’aveva definito Harry, non ne voleva
sapere di farsi trovare.
Preferiva restare nell’anonimato e farsi amare in silenzio.
Sospirò
passandosi una mano
tra il ciuffo di capelli neri che gli cadeva sulla fronte, prese la
matita dal
comodino ed iniziò ad abbozzare il profilo di un viso
concentrandosi
particolarmente sugli occhi grandi e dolci.
Quando
sbadigliò per la
quarta volta in poco tempo guardò la sveglia che segnava
quasi le 3 di notte e
decise di chiudere tutto. Rimise al suo posto il foglietto tra le due
pagine
piene di margherite disegnate e un nome ripetuto.
Chiuse
l’agenda riappoggiandola
sul mobile insieme alla matita e si sdraiò di nuovo sotto
alle coperte calde.
Si
rannicchiò su un fianco e
sorrise quando riuscì a sentire l’odore di Liam
sulla federa del cuscino.
Angolo
Shine:
Eccomi
qui, non ho molto
tempo.
Voglio
solo ringraziare di
nuovo tutto l’amore che state mettendo per questa storia, vi
voglio davvero
bene. <3
E
devo scappare, grazie
ancora.
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Capitolo 17 *** Sedicesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Sedicesimo
capitolo:
Liam
continuò a muovere lentamente le dita sui tasti del
pianoforte, gli occhi chiusi perso nella melodia dolce creata da
Debussy
appositamente per quello strumento.
Sbuffò
infastidito quando sentì bussare insistentemente alla
porta, aprì gli occhi incrociando le braccia e fissando con
stizza il punto da
cui veniva il rumore.
-
Liam?- si trattenne dal lanciare qualcosa contro alla
faccia del fratellino che gli sorrideva entrando nella stanza.
-
Matthew.- disse il suo nome piano trattenendo la rabbia. -
Ti ho detto mille volte..- continuò esasperato passandosi
una mano tra i
capelli per poi strofinarsi il volto stanco. -..quando sono in questa
stanza tu
non devi..-
-
Ma hai un ospite!- lo sentì esclamare, guardò il
fratello
confuso mentre quello faceva un gesto frettoloso con la mano ed
invitava Zayn
ad entrare.
Zayn.
In casa sua. Di nuovo.
- Vi lascio soli.-
sentì dire dal fratello con una risatina mentre scappava via
chiudendo la
porta.
Non
rispose alla provocazione e restò seduto a fissare il
ragazzo che spostava il peso del corpo da un piede all’altro
guardandosi di
tanto in tanto intorno curioso.
-
Suoni?- domandò il moro portandolo fuori dal trance e
rompendo il silenzio durato qualche minuto.
-
Una delle cose che mio padre odia.- disse spostando le
dita su alcuni tasti accarezzandoli. - Non ha mai perdonato mia zia per
questo
piccolo regalo.- continuò sollevando poi lo sguardo con un
sorriso amaro.
-
Puoi suonare ancora?- arrossì annuendo riempiendo poi di
nuovo la stanza di quelle note.
Era
così preso dalla musica, gli occhi chiusi e un sorriso
rilassato sulle labbra, che sbagliò nota quando
sentì delle dita percorrere la
sua guancia.
-
Non volevo interromperti.. scusa.- scoppiò a ridere per
l’espressione triste di Zayn ma si sentiva nervoso per la sua
vicinanza. Sì,
avevano dormito insieme e si era svegliato con quel ragazzo addosso ma
questa
era tutta un’altra cosa. Zayn lo stava guardando in un
momento in cui
abbandonava ogni corazza lasciandosi prendere dall’armonia. E
si sentiva
indifeso sotto a quegli occhi nocciola.
-
Posso provare?- gli aveva domandato avvicinandosi ancora,
lo stomaco del moro quasi contro al suo viso. Sollevò lo
sguardo ed arrossì per
tutto quello che quegli occhi gli stavano trasmettendo.
Gli
prese una mano senza badare al battito del cuore sempre
più veloce e l’appoggiò sui tasti
muovendogli le dita per ricreare la stessa
melodia di poco prima.
-
Era quella che hai suonato prima?- annuì sorridendo alla
domanda sussurrata del ragazzo, sembrava aver paura di rompere
l’atmosfera
creata da quelle note leggere.
-
E cos’è?- gli lasciò immediatamente la
mano quando il moro
iniziò a muovere il pollice in una carezza, finse di
spostarsi una ciocca di
capelli e rispose. - Valse romantique.-
-
Sarebbe?- domandò ancora Zayn facendolo ridere per
l’espressione concentrata che aveva sul viso mentre muoveva
le dita cercando di
imitare il modo in cui lui gliele aveva mosse poco prima.
-
Debussy.- rispose con un sorriso spostandogli un dito sul
tasto corretto.
-
Non sono un esperto di musica..preferisco..-
-
..leggere, lo so.- lo interruppe riprendendo a suonare per
poi bloccarsi e voltarsi verso Zayn che lo fissava con le sopracciglia
corrugate studiandolo.
-
Quindi..perché sei qui?- domandò sperando di
liberarsi di
tutte quelle attenzioni.
-
Volevo solo..domani parto. Torno a Londra.- aveva
ricominciato a suonare e quando aveva sentito quelle parole aveva
premuto
troppo forte sui tasti producendo un rumore grave. Si voltò
del tutto verso il
ragazzo cercando di fermare il battito del cuore.
-
A Londra?- domandò con un tono di voce più alto
del
normale. - Non devi concludere prima tutto l’anno
scolastico?- continuò
cercando di portare validi motivi per cui restare a Bradford era la
soluzione
migliore.
Lo
guardò confuso quando scoppiò a ridere
appoggiando una
mano sul pianoforte.
-
Non devo trasferirmi, stupido.- voleva offendersi per come
l’aveva chiamato ma poi Zayn gli aveva rivolto un sorriso
dolce e gli aveva
passato una mano tra i capelli facendogli dimenticare ogni cosa, anche
come
respirare.
-
I miei vogliono sempre avermi a casa per le vacanze di
natale..cenoni di famiglia, domande sulle mie relazioni inesistenti,
sesso
sicuro.. ma.. non sono qui per raccontarti questo..- arrossì
distogliendo lo
sguardo per fissarlo sul maglione del moro.
-
.. devo tornare per forza per capodanno. Harry mi trascina
sempre a questa stupida festa e.. mi chiedevo..se venissi anche tu..-
si
costrinse a tenere le mani sulle ginocchia per non farle scorrere sulla
pelle
sotto a quel maglione rosso.
-..non
è poi così noiosa come festa..cioè ti
ubriachi,
qualche sveltina in bagno.. ma.. oddio..- riportò
velocemente lo sguardo su
Zayn che era arrossito e si copriva il viso con una mano. - Non ti sto
dicendo
di ubriacarti e.. è tutta gente sconosciuta, sarebbe meglio
se lo facessi con
me ma.. ti prego, fermami prima che mi renda ancora più
ridicolo.-
Scoppiò
a ridere spingendolo con un pugno sullo stomaco per
potersi alzare dallo sgabello del piano.
-
Mi hai convinto. Verrò a capodanno a questa stupida e
noiosa festa.- continuò a ridere quando lo vide aprire e
chiudere più volte la
bocca.
-
T-ti farò sapere..l’ora e..il posto.-
annuì con le guance
un po’ rosse mentre l’altro gesticolava.
-
Quindi vieni? Non è che poi mi dai buca e..-
continuò a
parlare fermo sulla soglia di casa Payne con un Liam esasperato di
fronte e un
Matthew che cercava in ogni modo di nascondersi per spiarli.
-
Sì, per la centesima volta. Mi farò trovare
lì puntuale,
non m’intratterrò con sconosciuti e
passerò tutta la serata con te per non
farti annoiare.- sorrise euforico prendendo il viso del ragazzo tra le
mani
schioccandogli un bacio rumoroso sulla guancia.
-
Grazie, sei la mia salvezza.- mormorò scompigliandogli i
capelli, salutando con un cenno il bambino che era scoppiato a ridere
buttandosi sul pavimento. Si allontanò lasciando dietro di
sé un Liam Payne
completamente rosso.
Quando
superò il cancellino e fu abbastanza lontano da
quella casa, fece uno strano urletto accompagnato da un salto.
Tirò fuori il
cellulare e compose un numero.
-
Non indovinerai mai cos’ho avuto il coraggio di fare!-
gridò facendo voltare qualche passante nella sua direzione.
-
Domani parto, Harry.- si lamentò continuando a camminare
velocemente. - Al solito bar, muoviti. Ho bisogno del mio migliore
amico.-
-
Liaaaaaam.- continuò a fissare il legno della porta ancora
incredulo. - Sei arrossito! Sei tutto rosso!- si riprese sentendo le
risatine
del fratello e si allontanò salendo le scale.
-
Liam è innamorato! Liam è innamorato!-
canticchiò suo fratello
seguendolo e saltellandogli intorno.
-
Sei come il maestro Zayn che arrossisce per i fiori!-
gridò canticchiando.
-
Oh.- si fermò sulle scale guardando Matthew che si era
zittito all’improvviso tutto concentrato. - A mamma regali
sempre i fiori quando..
ma allora..- spalancò gli occhi abbassandosi per poter
essere all’altezza del
fratello.
-
Matthew, ascoltami.- gli appoggiò le mani sulle spalle
guardandolo serio negli occhi azzurri. - Non devi dirlo a nessuno,
d’accordo?
Non devi dirlo nemmeno a Zayn.-
Contro
ogni sua aspettativa quello scoppiò a ridere
riprendendo a saltellare come prima.
-
Siete due scemi innamorati, tu e il maestro Zayn.-
canticchiò poi chiudendosi in camera lasciando il fratello
maggiore sulle
scale, la bocca leggermente spalancata e un’espressione
inebetita in viso.
Angolo
Shine:
QUESTO.
E’. IL. MIO. CAPITOLO. PREFERITO.
Ok.
Appurato tutto questo possiamo passare a mettere in luce
qual cosina che magari non è molto chiara.
L’ultima
parte soprattutto, non so quanti di voi ricordano
che nel prologo la madre di Liam lo “sgrida” per
regalargli ogni fine del mese
un mazzo di fiori. Questo perché oltre a comprare quelli per
il bel maestro ne
compra un bel mazzetto anche per la mammina. <3
(Liam
è tanto dolce. <3)
E
Matthew ha fatto due calcoli nella sua mente diabolica ed
è arrivato alla soluzione u.u
Amo
il mio piccolo scricciolo. :’)
Poi,
il resto non credo abbia bisogno di chissà quali
spieg-……..
ditemi che non sono l’unica ad avere come OTP Liam e il
pianoforte. (Liamorte?
Piam?)
Ascoltate
musica classica. Ascoltate tanto Beethoven che
crescerete bene come me :’)
La
Valse Romantique è.. magica.. çmç e
immaginarsi Liam al
piano a suonare quella mi ha completamente distrutta. Del tipo che
quando
descrivevo le scene avevo il fazzoletto pronto, e “Liam,
perché sei così
perfetto”.
Ormai
avete capito che non ho più speranze.
Oh,
e sabato mattina presto parto.. e sto via una
settimana.. quindi il capitolo 18 che state tutti quanti aspettando ..
ehm..
come dire.. scala?
Sono
ancora indecisa se pubblicarvi il 17 di venerd-.. o
preferite aspettare?
Alla
prossima, grazie mille per tutto l’amore che state
dando a questi due “scemi innamorati” (cit. del
preferito di questa fan fiction)
e a me. Vi voglio bene. <3
|
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Capitolo 18 *** Diciassettesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Diciassettesimo
capitolo:
-
..e lui ha detto di sì!- esclamò attirando
l’occhiata
curiosa del barista.
-
Nemmeno gli avessi chiesto di sposarlo.- finse di non
sentire il suo amico e continuò ancora troppo preso
dall’emozione.
-
E sai cosa si dice di capodanno, no? E poi..- fece uno
strano verso facendo ridere il ragazzo seduto di fronte e
continuò. -.. suona
il pianoforte e..devi vedere come lo suona..ha
quest’espressione tutta
concentrata sulla musica e.. sembra faccia l’amore con..-
-
l’amore?- annuì sicuro e sbuffò quando
vide che l’altro
non l’aveva capito.
-
Sesso.- sussurrò per non farsi sentire dagli altri clienti
del bar. - Sembra ci faccia sesso.-
-
E tu come fai a sapere che sembra che..-
-
Perché vorrei tanto vederlo così quando mi
scoperà e..-
-
Rallenta un attimo!- si bloccò guardando Harry confuso. -
Da quando hai messo da parte tutte le paranoie e hai accettato di
lasciarti
andare?-
-
Da quando l’ho visto suonare il pianoforte.- rispose con
ovvietà. - Non so cosa mi è preso ma.. si lascia
travolgere dalla musica e..-
-
E tu vuoi essere travolto da lui.- arrossì incrociando le
braccia al petto con un broncio offeso. - L’hai detto tu poco
fa che vuoi..-
-
Io l’avevo detto in modo più romantico.-
replicò con fare
saccente sollevando il mento.
-
Quindi, oltre a Liam e al suo sesso con i pianoforti, vuoi
dirmi altro prima di partire?-
-
Io ti confesso una cosa così importante per me e tu..- si
finse deluso ed offeso portando una mano al cuore.
-
E io lo scrivo a Doniya, l’altra volta mi ha chiesto
novità su questo ragazzo che riesce a sopportare suo
fratello.-
-
Cosa?!- esclamò terrorizzato cercando di prendere il
cellulare che il suo amico gli mostrava vittorioso. - No, Harry. Non
essere
così stronzo!- si allungò sul tavolo mentre
l’altro si allontanava con un
sorriso divertito.
-
Lei vuole essere informata sulla tua vita, essendo la tua
sorella maggiore e..-
-
Sai benissimo che ora non farà altro che rompere per tutta
la settimana!- mugugnò appoggiando la testa sul tavolo.
Liam
fissò il soffitto per qualche altro minuto poi si
decise, prese il telefono, se lo portò
all’orecchio ed aspettò.
-
Guarda
un po’ chi si decide a chiamare.-
-
Scusa.- mormorò sentendo la risata del suo migliore amico
dall’altra
parte della linea.
-
Sì, va bene, Liam.
Non posso avercela con te.-
-
Come vanno le vacanze?- domandò quando si riprese dalla
risata liberatoria.
-
Non mi hai chiamato
per sentirmi lamentare di quegli impiastri delle mie sorelle, vero?
Perché ne
ho per molto, molto, molto, molto..-
-
Capito. Capito.- lo bloccò sospirando. - Zayn è
stato
qui..e mi ha invitato ad una festa..e io ho accettato..oddio..
perché ho
accettato?-
-
Non farti prendere
dal panico.- annuì respirando piano. - E
divertiti, tu che puoi.- lo sentì sospirare con
fare teatrale e - Perché devo
avere quattro sorelle? No,
seriamente, Liam! Va bene, quattro potevano anche andare bene ma le due
gemelle! Non mi hanno lasciato solo un attimo! No, non voglio giocare
con voi
alla casa delle bambole!- lo sentì gridare poi
verso le due bambine.
-
Ma è perché non ti vedono da tanto e..-
-
No, è perché non
sanno far altro che rompere e.. fantastico. Una degli incubi
è andata a
piangere da mamma, devo andare. Mi chiamerai più spesso o ..-
-
Ti chiamerò più spesso, promesso. Sai come se la
sta
cavando Niall?-
-
Alla grande! Come
sempre! Perché lui è un dannato folletto figlio
unico!- scoppiò a ridere
non riuscendo a trattenersi
-
Ci sentiamo più avanti..e ti racconterò della
festa.-
-
Salutami Harry!-
-
Poi mi spiegherai perché sei passato col nemico.- lo
sentì
ridere e chiuse la chiamata ributtandosi nel letto a fissare il
soffitto.
Quel
28 Dicembre Liam entrò nel negozio di fiori più
agitato
delle altre volte, non ne capiva il motivo ma si sentiva quasi sudare
mentre
sfiorava di tanto in tanto il biglietto che teneva in tasca.
-
Posso aiutarti?- sorrise al vecchio padrone del negozio e
si avvicinò al bancone.
-
Può fare consegne per domani?- chiese un po’
affannato per
la corsa.
-
Nessun problema, già scelto il fiore?-
-
Un vaso di amaryllis.- indicò quelli alle sue spalle
arrossendo quando il vecchio gli rivolse un sorriso ancora
più allegro.
-
Quelle rosse?- annuì deglutendo prendendo poi dal solito
posto un foglio con l’intestazione del negozio,
tirò fuori il biglietto con la
frase dalla tasca ed iniziò a riscriverla.
Zayn
aprì fischiettando la porta di casa sua, finalmente era
a Bradford.
Appoggiò
le chiavi sul mobiletto e camminò tranquillamente
verso le scale.
-
Bentornato a casa!- fece un salto indietro stringendo le
dita attorno al laccio del borsone che teneva sulla spalla.
-
Tu sei completamente matto, Harry!- esclamò quando
riuscì
a calmarsi e a riprendere fiato.
-
Mi son solo vendicato per tutte le altre volte.- lo spinse
via e fece le scale buttando poi il borsone a terra nella sua camera.
-
Perché sei qui?- domandò raggiungendolo sul
divano dove se
ne stava sdraiato. - Fai come se fossi a casa tua, eh.-
borbottò prendendogli i
piedi e buttandoglieli giù dal divano.
-
Passavo di qui e c’era un tipo che voleva consegnarti una
cosa..-
-
U-una..cosa..per me?- domandò incerto iniziando a
guardarsi intorno.
-
Li ho messi in cucina, un vaso di..- non lo lasciò finire
che si catapultò in cucina trovando sul tavolo un vaso di
fiori rossi.
-
Amaryllis. Se sono rosse indicano l’amore forte e sicuro
ma allo stesso tempo timido.- sentì la voce di Harry in
lontananza anche se
l’aveva seguito in quella stanza.
-
E il..- fece un gesto con gli occhi lucidi fissi su quei
fiori.
-
Qui.- spostò lo sguardo sul foglio che il riccio gli stava
porgendo e si cancellò velocemente le lacrime per poter
leggere.
-
Non l’ho letta, so che certe poesie vuoi tenerle solo per
te e..- annuì sfilando dalla busta il foglio. Il cuore che
batteva sempre più
veloce mentre riconosceva quella scrittura che l’aveva
accompagnato per tutti
quegli anni.
Seguì
avido ogni lettera senza preoccuparsi di cancellare le
lacrime che scorrevano liberamente lungo le sue guance.
-
Così brutto quello che c’è scritto?- si
cancellò le
lacrime scuotendo il capo e sorridendo.
-
Sicuro?- annuì ancora porgendogli il foglio mentre con le
dita accarezzava i fiori e annusava il loro profumo dolce.
-
Ciò che non abbiamo osato, abbiamo certamente perduto,
mentre rischiando avremmo solo avuto più o meno
probabilità di perdere.-
chiuse gli occhi concentrandosi sulle parole
che Harry stava leggendo. - Impieghiamo ogni giorno come se fosse
l’ultimo
della nostra esistenza, come se dovessimo fare un bottino per
l’eternità,
viviamo intensamente ogni minuto, scopriamo ogni recondito piacere che
può
offrirsi a noi, amiamo con tutto il cuore ciò che ci
circonda: Carpe Diem.-
-
Oscar Wilde, divagazioni sulla felicità.- rispose prima di
sentire la domanda di Harry. - E Liam l’altro giorno mi ha
citato tutta la
frase e..-
-
Ti stai convincendo che sia lui?-
-
Se non fossero la stessa persona a questo punto ci
resterei davvero male, Harry. Non voglio scegliere tra Liam
e..e..questo.-
concluse la frase tremando, gli occhi ancora lucidi.
-
So che è stupido ma.. a questa persona..mi sono legato
e..t-tu non capisci.. m-mi ha aiutato..- si lasciò stringere
dalle braccia del
riccio piangendo contro alla sua maglietta.
-
Io..v-voglio Liam..m-mi piace davvero ma..n-non voglio
rinunciare a t-tutto questo.- continuò a singhiozzare
rilassandosi man mano
mentre Harry gli strofinava piano la schiena.
-
Credo di avere una crisi, Louis.-
-
Buongiorno anche a
te, Liam. Sì, ho passato bene il natale. Sai no, le solite
cose con le gemelle
che correvano attorno all’albero gridando..-
-
Louis! Sono serio! Io non ci vado. Perché ho accettato di
andare? Gli dico che..Matthew si è sentito male
o..m’invento una scusa ma non
vado.-
-
Stiamo parlando
della festa, quindi?-
-
No, stiamo parlando del: certo che vengo a quella stupida
festa organizzata da quello stupido Harry, ma prima fammi comprare uno
stupido
vaso con degli stupidi fiori e..-
-
Non mi piace il tono
indisponente che stai usando, quello posso usarlo solo io.-
-
Questa volta l’ha capito. Perché gli ho scritto
proprio
quella citazione? Ne potevo usare tantissime altre e invece ho usato
quella
stupida frase di..-
-
Ti piacerà sapere
che da questa parte non hanno senso le tue parole.-
-
Qualche giorno fa gli ho fatto arrivare a casa un vaso di
amaryllis e..-
-
Sarebbe?-
-
Fiori che vendono in questo periodo, simbolo dell’amore
forte ma timido e nascosto. Ma quello che è importante..-
-
Che
romanticone che sei. Quando ti deciderai a passare alle rose?-
-
Quello che è importante!- esclamò richiamando
l’attenzione
sull’argomento principale. - Gli ho scritto una frase che gli
avevo citato
quando mi aveva ospitato da lui e..-
-
Non abbiamo ancora
parlato di..-
-
Louis! L’ha capito sicuramente! Perché gli ho
scritto
proprio..-
-
Forse perché in
fondo vuoi farti scoprire?-
-
Non sei utile.-
-
Sto dicendo solo che
magari vuoi che lui ti scopra così non devi fare tu la
fatica di prendere il
coraggio e dirglielo.-
-
Ma io..-
-
Liam, fidati, ti
sentirai meglio quando non avrai tutta questa paura.-
-
Quindi devo andare alla festa?-
-
Vai alla festa, baci
Zayn davanti a tutti e gli gridi che lo ami mentre gli porgi un mazzo
di rose
rosse.-
-
Vado alla festa, e basta.-
-
Potresti baciarlo
davanti ad Harry, no? So che ti piace quest’idea.-
-
Per quanto mi piaccia, non è fattibile in questo momento.-
-
L’importante è che
tu ci stia pensando..divertiti alla festa e salutami Harry.-
-
Non ti ho ancora perdonato di essere passato al lato
oscuro.-
-
Certo, Liam. Ma se
io prendo il riccio ti libero Zayn, no?-
Fissò
in silenzio il soffitto e poi sorrise. - Ti saluto
Harry, e ti chiamo appena torno.-
-
Che bell’amico che
sei! Ricordami ancora una volta che mentre tu ti ubriacherai io
giocherò a
tombola con la mia bella e grande famiglia! Grazie.-
Scoppiò
a ridere e sentì la risposta ancora più irritata
dell’altro che chiuse la chiamata lasciandolo a ridere da
solo sul letto.
Angolo
Shine:
Sono
brava e ho ascoltato le vostre preghiere u.u
(Anche
perché non voglio avere nessuno sulla coscienza
quando torno..)
E
tra una settimana avrete il botto del capitolo 18 :’)
Uhm..
in questo capitolo non succede granché.. solo i nostri
“scemi innamorati” che si sfogano con i loro poveri
migliori amici.
Tranne
il nuovo fiorellino..
Liam è un amore <3
Per
non farvi morire d’ansia vi dico che: sì, ci va
alla
festa.
E,
bon, non ho altro da aggiungere.
Ci
risentiamo tra una settimana, grazie di tutto.
|
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Capitolo 19 *** Diciottesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Diciottesimo
capitolo:
Liam
continuò a camminare velocemente sperando di lasciarsi
alle spalle le domande e le insicurezze
che l’avevano tormentato per tutto il giorno. Da quando Zayn
gli aveva mandato
quel messaggio non aveva fatto altro che pensare e pensare. Gli aveva
scritto
l’orario della festa e dove si sarebbe svolta concludendo il
tutto con un
“spero di vederti”.
Infilò
le mani nelle tasche della giacca per ripararsi dal
freddo pungente di fine dicembre.
Si
sentiva strano quella sera, come se sapesse dovesse
succedere qualcosa che avrebbe ribaltato le carte in tavola.
Arrivò
all’entrata del locale, lasciò la giacca alla
ragazza
che gli passò il numerino per poterla ritirare dopo e
superò l’altra porta
trovandosi in mezzo alla musica e a corpi che si muovevano
intrecciandosi tra
loro.
Riuscì
ad arrivare al bancone del bar, ordinò un drink ed
iniziò a pentirsi di aver accettato l’invito. Di
Zayn non vedeva nemmeno
l’ombra, era da solo in mezzo ad un’orda di persone
che preferivano festeggiare
la fine dell’anno passato agitandosi con quella musica troppo
alta.
-
Ciao bellezza.- iniziò a tossire quando un braccio gli
circondò le spalle ed una colonia maschile troppo forte gli
penetrò il
cervello.
-
Come mai qui tutto solo?- Liam si guardò intorno sperando
di riuscire a scorgere quei capelli neri che l’avrebbero
salvato dal tipo
insistente.
-
Non sono solo. Il mio.. amico.. è qui..da qualche
parte..dovrebbe tornare a momenti.- rispose trattenendo uno sbuffo
frustrato
quando lo sentì dire. - Pago io per questa dolcezza.-
-
Allora? Vuoi dirmi qualcosa di te?- questa volta non
riuscì a trattenere la smorfia e il verso scocciato.
-
Almeno il nome? Poi ti lascio in pace.-
-
Liam.- rispose velocemente sperando di liberarsi in fretta
di quel ragazzo che doveva avere qualche anno in più.
-
Quindi Liam..-
-
Non avevi detto che mi lasciavi in pace?- domandò
scocciato allontanandosi dal bancone ma venendo fermato da una mano sul
suo
braccio.
-
Non posso lasciarmi sfuggire una delizia del..-
-
Liam!- un braccio gli circondò la vita costringendolo a
fare un passo indietro ed appoggiare la schiena contro ad un petto
solido.
-
Tu saresti?- domandò quello che gli stringeva ancora il
braccio studiando il ragazzo che sorrideva strafottente con il viso
appoggiato
sulla spalla di Liam.
-
Zayn.- cercò di rallentare il battito del cuore quando
quello alle sue spalle appoggiò il palmo della mano sulla
sua camicia blu
spiegazzando la stoffa. - E questo è Liam, ma vedo che avete
già fatto le
presentazioni quindi..- deglutì quando l’altra
mano di Zayn entrò nel suo campo
visivo e lo osservò quasi incantato mentre liberava il suo
braccio, dita dopo
dita, dalla mano dell’altro.
-
E ora, scusaci..- arrossì quando il ragazzo alle sue
spalle continuò a parlare intrecciando le loro dita come se
nulla fosse. -..ma
vedi, Liam, mi ha promesso di passare tutta la serata con me.
È stato un vero
piacere conoscerti..no, non mi interessa il tuo nome. Andiamo, Li?-
annuì con
il cuore che continuava a battere velocemente, lo sguardo sulle loro
dita
intrecciate e sulla schiena del moro che lo guidava in mezzo alla pista.
-
Scusa per la scenata di gelosia.- deglutì scuotendo il
capo mentre l’altro iniziava a muoversi seguendo il ritmo
della musica e
gridava per farsi sentire.
-
Quello pensava già di averti tra le mani.- si morse le
labbra trattenendo un sorriso quando vide il moro avvicinarsi di
più e
stringere le dita sull’orlo della camicia sfiorandogli con le
nocche i passanti
dei jeans chiari.
-
Ti ho promesso che sarei stato tutto tuo per non farti
annoiare.- Liam si fece coraggio e gli parlò
all’orecchio usando un tono di
voce normale che, rispetto al volume della musica, doveva essere poco
più di un
sussurro.
Arrossì
quando allontanandosi un po’ col viso si trovò
davanti il sorriso di Zayn, il buio nella stanza rendeva ancora
più bianchi i
denti che quelle labbra non nascondevano più.
-
Mi piacciono i tuoi capelli.- e per rimarcare la frase
sentì una mano tra i suoi capelli che aveva cercato di
modellare in una piccola
cresta.
-
Ehm..grazie.- mormorò con le guance tutte rosse mentre
cercava di non badare all’eccessiva vicinanza del ragazzo. -
Anche i tuoi non
sono male.- borbottò indicandoli mentre il moro non faceva
che continuare a
sorridere e stringersi a lui aiutandosi con la mano tra i suoi capelli
e sulla
sua camicia.
-
Grazie.- fece un gesto con il capo abbozzando un sorriso.
- Mia sorella mi ha legato ad una sedia per tagliarmeli.-
ridacchiò sentendo la
tensione lasciare velocemente le sue spalle, gli strinse i fianchi con
le mani
cercando di seguire il ritmo della musica.
-
Sembri più giovane.- spiegò poi arrossendo in
imbarazzo
quando l’altro sollevò un sopracciglio. - Nel
senso.. li portavi così quando
andavamo al quarto..poi li hai fatti crescere..ai lati e..ora tua
sorella li ha
tagliati come qualche anno fa e ..sembri lo Zayn che stava seduto,
durante la
pausa pranzo, a leggere da solo contro alla quercia.- non
riuscì a fermare
nessuna parola. Forse per il poco alcool che aveva bevuto o forse
perché si
stava tenendo da troppo tempo tutte quelle cose chiuse dentro.
-
Vorrei ricordarmi di te, Liam, ma..-
-
Non è importante.- lo interruppe subito sfiorandogli per
sbaglio la pelle del fianco. - Seriamente, Zayn, non importa.-
-
Harry ha detto che voleva..farci incontrare?- annuì
spostando le mani un po’ sopra alla vita del moro per non
rischiare altri
incidenti. La morbidezza del maglione nero
che indossava gli faceva venir solo
voglia di avvicinarsi di più e stringersi a lui.
-
Una volta gli ho chiesto una cosa e si è messo in testa
strane idee e..- cercò di rispondere coerentemente mentre
una mano di Zayn si
muoveva piano tra i capelli alla base del collo e l’altra
aveva lasciato la
zona neutra del tessuto e si muoveva lungo la sua schiena.
-
Harry si mette sempre in testa strane idee.-
ormai il cuore gli batteva quasi nella
gola, soprattutto quando sentì un paio di labbra sfiorargli
il collo, il
respiro caldo del ragazzo che gli stava per strappare un gemito dalla
sorpresa.
-
Va bene tutto questo?- respirò e deglutì insieme stringendo le dita sulla
stoffa del maglione mentre
Zayn gli lasciava baci leggeri sullo
stesso punto.
-
Va bene, Liam?- annuì non riuscendo a parlare quando
incontrò gli occhi del ragazzo che erano scuri, quasi neri.
-
Dimmelo, Liam.- cercò di regolare il battito del cuore e
il respiro accelerato ma Zayn che non faceva che ripetere il suo nome e
spingerlo più vicino con la mano sulla sua nuca non
aiutavano.
-
S-sì.. sì, va bene. Va bene..Zayn.- il nome del
ventunenne
gli era uscito come un gemito perché quello gli aveva
stretto un lembo di pelle
tra i denti succhiandolo poi tra le sue labbra.
-
Z-Zayn.- infilò le mani sotto al suo maglione e alla
maglietta nascondendo il viso contro alla sua spalla respirando
velocemente.
-
Tutto quello che vuoi, Liam.- grugnì quando sentì
il tono
di voce sicuro del moro che aveva spostato una mano sul suo petto
percorrendogli tutti gli addominali con un sorriso che nascondeva
contro al suo
collo.
-
Portami a c-casa.- sbuffò quando Zayn si
allontanò di
colpo. - A casa tua.- specificò sbuffando ancora quando sul
viso dell’altro
comparve un sorriso ancora più arrogante e sicuro di
sé.
Spostò
le mani dalla sua schiena stringendo poi le dita tra
i suoi capelli neri facendo scontrare le loro labbra in un bacio voluto
da troppo
tempo.
-
Casa mia..subito..ora..- lo sentì mormorare contro la sua
bocca ogni volta che si allontanavano per poi ritrovarsi.
Entrambi
sembrarono ricordarsi di essere al centro del
locale con corpi che si agitavano accanto a loro e la musica troppo
alta.
Si
lasciò trascinare fuori dalla massa, la mano stretta
attorno a quella di Zayn, ritirarono i loro cappotti e poi uscirono
nell’aria
gelida di dicembre.
Zayn
tamburellò le dita su un ginocchio, nervoso.
Avevano
deciso di chiamare un taxi, nonostante lui avesse
insistito per andare a piedi, e, come aveva pensato, li aveva raggiunti
con
quasi un’ora di ritardo.
Non
che era stata un’ora persa perché
l’avevano riempita di
baci e piccoli tocchi che lo stavano facendo impazzire. Voleva Liam e
lo voleva
subito.
Ma
quel taxista sembrava si stesse divertendo a mantenere i
limiti di velocità e a frenare ogni tre per due.
-
Non può proprio andare più veloce?-
sbottò non riuscendo a
trattenersi sentendo la risatina del ragazzo al suo fianco.
-
Non so se ha notato, ragazzino, ma c’è il ghiaccio
in
mezzo alla strada.-
Stava
per ribattere ma Liam aveva intrecciato le loro dita
muovendo il pollice in una lenta carezza, si voltò
trovandolo intento a
guardare fuori dal finestrino con le guance di un adorabile color rosso.
-
Te l’avevo detto che avremmo fatto prima ad andare a
piedi.- mormorò lamentandosi come un bambino ricevendo
l’occhiata stralunata
dell’autista e un sorriso del castano che strinse la presa
attorno alla sua
mano.
-
La prossima..volta..niente taxi..a capodanno..- insistette
Zayn continuando a baciare l’altro ragazzo schiacciato sotto
di lui sul divano,
la camicia slacciata e la giacca abbandonata a terra.
-
La prossima volta?- annuì spostando le sue attenzioni sul
collo passando più volte la lingua sulla voglia scura.
-
L’anno prossimo..niente taxi..a capodanno.-
mugugnò
baciandogli più volte i segni rossi che gli aveva lasciato
sulla pelle pallida.
-
Non è durato poi così tanto il viaggio.- lo
sentì dire
mentre gli accarezzava la schiena lentamente facendolo impazzire ancora
di più.
-
È durato troppo.- replicò cercando di far valere
la sua
opinione, si avvicinò al suo viso reggendosi con le mani
accanto alla sua testa
e lo baciò piano assaporando ogni dettaglio di quelle
labbra.
Lo
sentì agitarsi sotto di lui e riaprì gli occhi
fissando
quelli grandi e marroni di Liam.
-
N-non è che..- gli accarezzò una guancia rossa
con il
dorso di due dita e si sedette a cavalcioni con le mani sul petto
dell’altro
che si alzava ed abbassava velocemente.
-
Camera?- domandò vedendolo annuire deciso, gli sorrise e
continuò a baciarlo stringendo le gambe attorno alla sua
vita e le braccia
attorno al suo collo quando Liam si alzò dal divano
tenendolo con le mani sotto
alle sue cosce.
-
Vuoi fare tutte le scale con me in braccio?- domandò
divertito mordicchiandogli il mento e stringendo le gambe per essere
più al
sicuro contro il suo corpo.
-
Non sei pesante.. anche fin troppo leggero.- ridacchiò
baciandogli la mandibola mentre le dita si muovevano tra i suoi capelli
morbidi
e corti.
-
Colpa dei bambini..mi fanno correre da una parte all’altra
dell’aula.- sospirò con teatralità
appoggiando la guancia sulla spalla del
ragazzo, che saliva un gradino per volta le scale, per poter studiare
meglio il
suo volto.
-
Anche Matthew?-
Avvicinò
le labbra all’orecchio del castano e sussurrò. -
Matthew ha questo fratello così bello che..- non
riuscì a concludere la frase
che si trovò con la schiena contro il materasso e il corpo
di Liam su di lui.
-
Fai così con tutti i fratelli dei tuoi alunni?- fece
scorrere un dito sul profilo del naso del castano e sorrise.
-
Sei l’unico fratello grande, gli altri son tutti troppo
piccoli.- scoppiò a ridere agitandosi nel letto quando
l’altro iniziò a muovere
le mani sui suoi fianchi sotto al maglione facendogli il solletico.
-
Li..Liam.- gemette quando gli strinse un capezzolo tra le
dita, lo aiutò a farsi sfilare sia maglione che maglietta e
sospirò quando
iniziò a baciargli il petto soffermandosi sui suoi tatuaggi.
-
Liam.- strinse una mano tra i suoi capelli e allargò lo
spazio tra le gambe quando mugugnò qualcosa contro alla
pelle del suo fianco
dove spiccava il cuore nero.
Inarcò
la schiena dal materasso quando sentì una mano sui
suoi pantaloni stringere la sua erezione. Appoggiò un
braccio sulla fronte
guardando Liam attraverso le sue ciglia.
-
Sei bellissimo.- non riuscì a rispondere perché
la
sensazione della lingua ruvida del castano sul suo capezzolo lo
costrinse a
chiudere gli occhi e a gemere ancora senza alcun imbarazzo.
-
Zayn.- sollevò la schiena dal materasso permettendo
all’altro di sfilargli i pantaloni, respirò a
fatica quando sentì la mano
stringersi attorno a lui, solo il tessuto dei boxer a separarli. -
Zayn?- aprì
piano gli occhi specchiandosi in quelli del ragazzo che lo fissava
respirando
contro al suo stomaco.
Annuì
quando iniziò a muovere l’elastico dei boxer con
le
dita, lo sguardo fisso su di lui e quegli occhi marroni che lasciavano
trasparire un affetto sincero e quasi adorante.
-
Aspetta..aspetta.- Liam si bloccò immediatamente
guardandolo dispiaciuto e quasi colpevole.
-
Se non vuoi io..- gli prese il viso tra le mani riportando
le loro labbra a contatto in un bacio guidato dalla lussuria.
-
Voglio ma..- s’interruppe per succhiargli un altro marchio
sul collo e poi si spostò a mordergli una spalla sfilandogli
lentamente la
camicia. -..hai troppi vestiti, Liam. Troppi vestiti.-
mugugnò sentendolo
subito agitarsi per liberarsi del pezzo sopra che lasciò
scivolare dalle spalle
facendolo diventare poi un garbuglio stropicciato sul pavimento della
stanza.
-
Anche i pantaloni.- sussurrò nel suo orecchio sorridendo
quando gli vide le guance colorarsi di rosso. - Puoi togliere anche
quelli?-
continuò divertito dell’imbarazzo
dell’altro, gli succhiò il lobo
dell’orecchio
interrompendosi qualche secondo per morderlo.
Sentì
la testa del ventunenne muoversi velocemente in un
cenno affermativo, gli lasciò dei baci lungo la mandibola e
il collo spostando
le mani sul bottone dei jeans per aiutarlo.
Il
calore della mano di Liam sulla sua gli fece perdere un
battito, grugnì quando si alzò dal letto per
lasciarlo solo su quel materasso
ora troppo freddo.
Si
lamentò e allungò anche una mano per riprenderlo
e
riportarlo al suo posto sopra di lui, ma si bloccò e si
tirò su a sedere, con i
piedi ben piantati sul pavimento freddo, quando lo vide lasciar
scivolare i
jeans lungo le gambe muscolose che, unito all’immagine del
ragazzo quasi nudo
illuminato dalla luce della luna piena, lo lasciarono per qualche
secondo con
un’espressione completamente stupita in volto.
-
Vieni qui.- riuscì a dire quando si fu ripreso,
poggiò i
palmi delle mani sulla sua schiena sentendolo rabbrividire e prendere
posto tra
le sue gambe. - Tu sei bellissimo, Liam.- mormorò lanciando
un veloce sguardo
al ragazzo che lo fissava dall’alto con
un’espressione pensierosa, appoggiò le
labbra sul suo addome chiudendo gli occhi per godere del calore e del
cuore che
batteva incessante sotto a quella pelle.
Sollevò
le palpebre e inchiodò Liam, che sembrava non
riuscire a respirare, con lo sguardo; mantenne il contatto visivo e
fece
scorrere la lingua con cura attorno all’ombelico lasciandola
poi indugiare
all’interno con un sorriso soddisfatto quando lo
sentì prendere un respiro
profondo e infilzare la pelle della sua spalla con le unghie.
Strinse
un lembo di pelle tra i denti per vendetta
succhiandolo e lasciando dei segni sulla schiena del castano, sorrise
contro al
suo stomaco quando lo sentì respirare velocemente contro ai
suoi capelli.
-
Za..Zayn. - continuò a lasciargli nuovi marchi sulla pelle
pallida spingendosi con il bacino contro alla gamba per trovare un
qualche
sollievo all’erezione contenuta nei boxer. Si
lasciò toccare e tirare i capelli
mordendo più forte quando Liam usava eccessiva forza e lui
sentiva i capelli
quasi staccarsi sotto a quelle dita.
Si
lasciò guidare dalle mani sulle sue spalle a sdraiarsi di
nuovo con la schiena contro al materasso e allungò il collo
lasciando spazio a
quel paio di labbra che aveva provato solo qualche minuto prima e da
cui stava
già diventando dipendente.
-
Ti voglio dentro di me.- riuscì a dire trovando il
coraggio ma arrossendo quando Zayn gemette spingendo il bacino contro
al suo.
-
Ho aspettato.. per tanto tempo..- continuò non riuscendo a
fermarsi. -..ho bisogno di sentirti dentro di me, ti prego..- non
riuscì a dire
il nome del ragazzo che si trovò schiacciato tra lui e il
letto.
-
Zayn..- iniziò a protestare venendo fermato da un bacio
sulle labbra che gli fece dimenticare ogni cosa.
-
Shhh.- accarezzò il collo e la schiena di Zayn mentre lui
continuava a parlargli. - Ho capito, Li. Ma non parlare più
in quel modo o non
durerò tanto.- annuì mordendosi le labbra per
trattenere il gemito quando lo
sentì strusciarsi contro di lui.
-
E hai due occhi così..- si lasciò accarezzare le
tempie
arrossendo sotto allo sguardo intenso del moro. -.. e sei.. sei.. dove
sei
stato tutto questo tempo?-
-
Accanto a te.- rispose subito senza pensare sentendo il
cuore stringersi in una morsa di paura. Riuscì a rilassarsi
solo quando venne
coinvolto nell’ennesimo bacio e gli sembrò quasi
di sentire la voce di Zayn
sussurrare contro le labbra “lo so”.
Incastrò
le dita tra i capelli neri del ragazzo sopra di lui
che gli stava leccando un capezzolo, interrompendosi per soffiarci
sopra, e
giocava con l’altro con le dita della mano non impegnata ad
oltrepassare il
confine dei boxer per muoversi lentamente sul suo membro eretto e duro.
Ripeté
il suo nome come una cantilena e proprio quando stava
per pregarlo, supplicarlo, di fare qualcosa di più, una mano
gli coprì le
labbra riducendo tutte le sue parole a dei borbottii incomprensibili.
La
morse e la leccò quando si accorse che tutte quelle
attenzioni non facevano che far stringere di più la mano che
si muoveva sul suo
membro.
-
Fammi prendere..- rabbrividì d’anticipazione
quando lo
vide allungarsi verso il mobiletto accanto al letto, aprire un cassetto
e tirar
fuori una bottiglietta di lubrificante e un preservativo.
-
Sei sicuro che..- annuì prendendogli il viso tra le mani
sfiorandogli le labbra con le sue.
Deglutì
nervoso quando sentì il tessuto dei boxer scivolare
via, ogni volta che la pelle di Zayn toccava la sua sentiva delle
scariche
elettriche che gli facevano trattenere il fiato per qualche secondo.
-
Liam?- sbatté velocemente le palpebre trovando gli occhi
del moro vicino al suo viso, teneva la fronte appoggiata alla sua e gli
stava
accarezzando il petto. - Dimmi se è troppo.-
annuì e strinse il braccio tatuato
di Zayn quando sentì un dito penetrarlo lentamente.
-
N-non ti f-fermare.- mugugnò cercando di abituarsi a
quella sensazione sentendo le labbra del moro sulla fronte. -
Però tu devi
rilassarti.- annuì chiudendo gli occhi e sorrise quando la
bocca del ventunenne
si spostò sulle sue palpebre dove lasciò una
serie di baci uniti a sussurri.
- Sei stupendo,
Liam.- affondò il capo nel cuscino stringendo le lenzuola
quando dentro di lui
si muovevano già tre dita, continue scariche di piacere che
gli imperlavano la
fronte di sudore e lo facevano gemere senza ritegno assecondando i
movimenti
per averle più in profondità.
-
Z-Zayn. Za..ayn.- allargò
ancora di più le gambe, gli occhi chiusi e quel volere
ancora di più, tutto
quello che il moro poteva offrirgli.
-
Sicuro?- annuì con il respiro accelerato pronto a
lamentarsi quando si sentì all’improvviso vuoto
seguito subito dopo da un forte
bruciore che lo lasciò senza fiato con gli occhi spalancati
e lucidi.
-
Ora..passa..Liam.- si concentrò sul respiro affannato
dell’altro
contro al suo collo. - Non credevo..sei così..stretto.-
continuò a prendere dei
respiri profondi piegando le labbra in una smorfia quando il ragazzo
sopra di
lui si mosse leggermente aumentando per un secondo il bruciore.
-
Puoi..m-muoverti.. se vuoi..- riprese a parlare quando il
dolore raggiunse un livello sopportabile, Zayn si spinse contro di lui
continuando a guardarlo.
-
N-non.. non voglio farti del.. male.- scosse il capo
cercando di sorridere ma fallendo miseramente al sentire la sua pelle
quasi
squarciarsi in due.
-
Non potrai mai..farmi del male... tu.- riuscì a parlare
quando dopo una spinta avvertì insieme al dolore un piacere
leggero.
Aprì
piano gli occhi quando lo sentì fermare ogni movimento
ed immobilizzarsi dentro di lui, Zayn lo fissava, una strana luce negli
occhi
più grandi per la sorpresa.
Non
si aspettava il repentino cambio degli eventi quando il
moro gli prese le gambe avvolgendole attorno alla sua vita per
spingersi dentro
di lui sempre più veloce e con più forza.
Gli
strinse i capelli coinvolgendolo in un bacio in cui i
loro denti continuarono a cozzare tra loro, il bruciore diminuito
notevolmente
quando il membro di Zayn colpì la sua prostata facendogli
portare indietro il
capo con un grido.
Aveva
la mente completamente annebbiata mentre il moro
concentrava le spinte sempre sullo stesso punto facendolo gridare e
stringere
le dita sui suoi capelli gemendo il suo nome.
Inarcò
la schiena e si sporcò il petto con il suo stesso
sperma che schizzava dal suo membro, che aveva sfregato ad ogni spinta
contro
all’addome di Zayn, intrappolato tra i loro petti.
-
Liam!- riaprì gli occhi godendo della vista
dell’orgasmo
che travolgeva il moro dandogli una nuova aurea di bellezza, gocce di
sudore
che scorrevano lungo la fronte e rendevano la sua pelle quasi luminosa.
Non
l’avrebbe mai scordato com’era in quel momento: due
pozze scure al posto degli
occhi, il respiro accelerato, i capelli scomposti e quelle labbra rosse
per i
baci che continuavano a ripetere il suo nome.
Fece
una smorfia quando non lo sentì più dentro di lui
e
continuò a guardarlo mentre si toglieva il preservativo e lo
buttava nel
cestino, il respiro ancora affannato e la schiena imperlata di sudore.
Lo
osservò quando si alzò dal letto ed
uscì dalla stanza
senza dire niente, solo un sorriso quando si voltò sulla
soglia della porta
verso di lui.
Chiuse
gli occhi prendendo dei respiri per riprendersi
dall’orgasmo e li riaprì velocemente quando
sentì qualcosa di bagnato
strofinare sul suo petto.
-
C-che..- cercò di dire venendo zittito dal bacio del moro
che si sporse verso di lui sorridendogli.
-
Voglio le coccole.- arrossì al tono innocente usato da
Zayn e si spostò per lasciarlo sdraiare al suo fianco.
Cercò
di bloccare il battito del cuore quando il ragazzo di
cui era innamorato da una vita sfregò il viso contro il suo
petto sbadigliando
subito dopo sulla sua pelle.
-
Notte, Li.- sorrise quando si strinse meglio contro di lui
prendendogli una mano e spostandola dietro alla sua schiena per farsi
abbracciare.
-
Buonanotte, amore mio.- mormorò non riuscendo a fermarsi
lasciandogli un bacio tra i capelli, lo sentì muoversi
contro di lui e poi si
scontrò con i suoi occhi nocciola ancora più
luminosi.
-
Buon anno, Liam.- gli accarezzò la schiena e
voltò lo
sguardo verso la finestra notando i fuochi artificiali che avevano
cominciato
ad illuminare il cielo.
-
Buon anno.- strinse le braccia contro il corpo del ragazzo
che mugugnò qualche altra parola addormentandosi.
Angolo
Shine:
Quante
persone mi odiano per il bottom!Liam? :’3
Grazie
a tutti quanti, alla prossima.
|
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Capitolo 20 *** Diciannovesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Diciannovesimo
capitolo:
Liam
aprì piano gli occhi e la prima cosa che vide fu il
sorriso soddisfatto di uno Zayn ancora completamente addormentato.
Tutti
i ricordi della notte prima lo bombardarono
immediatamente, e quelli uniti al corpo caldo e nudo del moro stretto
contro di
lui lo fecero sentire quasi in gabbia.
Non
riusciva a respirare, si sentiva intrappolato e voleva
solo scappare.
Che
stava pensando la sera prima? Non riusciva a capire se
si stava pentendo di aver passato la notte con Zayn o se fosse solo un
momento
di panico passeggero.
In
entrambi i casi si alzò lentamente cercando di non
svegliare il ragazzo accanto a lui e di non badare al dolore alla
schiena.
Indossò velocemente i suoi vestiti cercando di non
soffermarsi con lo sguardo
su tutti i segni che gli avrebbero ricordato per alcuni giorni quella
notte.
Si
voltò sulla soglia della porta per guardare
un’ultima
volta quel ragazzo che ora aveva il viso premuto contro al cuscino dove
prima
c’era la sua testa.
-
Liam.- si bloccò irrigidendosi pensando di essere stato
scoperto e di dover inventare una serie di scuse e bugie che avrebbero
fatto
male ad entrambi. Quando però si rese conto che Zayn aveva
solo parlato nel
sonno sentì di nuovo quella sensazione orrenda. Non riusciva
a stare in quella
stanza, era troppo e sentiva quasi la testa scoppiare con tutte le sue
paranoie.
Scese
velocemente i gradini, più si allontanava da quella
stanza più si sentiva meglio. Prese la sua giacca che Zayn
aveva buttato a
terra la sera prima e raggiunse il portone pensando già a
quanto sarebbe stato
meglio una volta raggiunta casa sua.
-
Te ne vai così? Senza salutare?- si voltò di
scatto
sospirando di sollievo quando si accorse che era solo Harry. Poi
un’ondata di
gelosia lo colse. Perché quel riccio era ovunque?
-
Non pensavo fossi così, Payne. Prendi quello che vuoi e
poi scappi?- non rispose alla provocazione e si voltò di
nuovo aprendo la
porta. Più stava in quella casa più
probabilità aveva di dover parlare con
Zayn. E in quel momento proprio non se la sentiva di affrontare quel
discorso.
-
Sei proprio un bastardo.- deglutì e continuò a
camminare
senza voltarsi indietro.
Zayn
si svegliò lentamente stiracchiandosi, i ricordi della
notte lo fecero sorridere ancora di più contro il cuscino.
Aprì gli occhi
piegando le labbra in un broncio quando non trovò Liam
accanto a lui.
Eppure
ricordava bene di non averlo cacciato di casa dopo
averci fatto.. sesso.
Si
spostò i capelli dalla fronte continuando a sorridere
quando tutto quello che era successo il giorno prima inondò
la sua mente.
Le
labbra morbide di Liam contro le sue, la pelle del
castano sotto alle sue dita, quella voglia che sembrava quasi un cuore
tra i
suoi denti e poi i suoi gemiti e poi ancora quell’appagante
sensazione di
essere dentro di lui. Sapere di essere dentro Liam, circondato dal suo
calore,
schiacciato contro al suo corpo.
Infilò
una mano sotto al cuscino e respirò l’odore di
Liam,
ora non se ne sarebbe andato via più. Quell’odore
così suo sarebbe rimasto
indelebile in quella stanza, così come lo stesso Liam nel
suo cuore.
E,
se avesse scoperto che chi lo riempiva di fiori e
bigliettini non era quel ragazzo, Zayn sapeva che l’avrebbe
scelto comunque.
Poteva
vivere bene anche senza quei fiori colorati che gli
riempivano la casa ma non poteva rinunciare alle braccia di Liam
attorno al suo
corpo, che lo stringevano e sembravano proteggerlo dal resto del mondo.
Dei
rumori provenienti dalla cucina lo fecero tirar su di
colpo dal letto, infilò il paio di boxer che
trovò ai piedi del letto,
arrossendo al ricordo di Liam che glieli sfilava lentamente con
un’espressione
adorante, e scese velocemente le scale entrando nella stanza.
-
Liam! Credevo fossi..- si bloccò di colpo fissando la
schiena del suo migliore amico che si muoveva velocemente tra gli
armadi con
movimenti decisi.
-
Perché..che cosa ci fai qui?- domandò guardandosi
intorno
per cercare l’unico ragazzo che voleva in quel momento.
Sentiva una strana
sensazione alla bocca dello stomaco e l’unica cosa che
l’avrebbe calmato era
rintanarsi contro al petto di Liam e farsi stringere dalle sue braccia.
-
Ero venuto per..non mi ricordo nemmeno più perché
son
venuto da te! Perché quel coglione..- strinse le braccia
attorno al suo stomaco
sentendo il tono arrabbiato di Harry, preparandosi al peggio.
-
Liam..- pronunciò quel nome e si scontrò con gli
occhi
verdi ed infuriati del suo migliore amico.
-
Se n’è andato un’ora fa. Tutto
soddisfatto di aver ottenuto
la sua scopata di fine anno.- scosse il capo incredulo allontanandosi
sempre
più dal riccio che si avvicinava.
-
E invece sì, Zayn. L’ho visto scappare via come un
codardo. Avevi ragione a non fidarti di lui, e io come un idiota..-
-
Lui non è..-
-
Stai ancora cercando di difenderlo?- si fermò
fronteggiando il ragazzo che lo fissava quasi deluso. - Ti ha usato e
se n’è
andato senza guardarsi indietro! Ti ha lasciato solo dopo averti usato
per i
suoi comodi!-
-
Chiariamo una cosa.- iniziò calmo non lasciandosi
intimidire dalle urla dell’amico. - Siamo entrambi adulti,
eravamo entrambi
consenzienti e se lui vuole andarsene la mattina dopo può
farlo.-
-
Smettila di mostrarti così forte, sappiamo benissimo
entrambi che in realtà..-
-
No!- gridò spingendolo con le mani sulle sue spalle. - Non
sai nulla di Liam! Non sai niente di quello che è successo
ieri! Se Liam voleva
solo sesso poteva prenderlo! Non mi ha promesso nulla! Era libero di
fare
qualunque cosa!-
-
Sappiamo entrambi che ci stai di merda, Zayn! Smettila di
fingere!-
-
Ci sto di merda ma sono solo cazzi miei!- gridò di rimando
prendendo poi un respiro per calmarsi. - Sono..deluso, sì.
Ma Liam non mi
doveva niente. Ha preso quello che voleva, ho ottenuto quello che
volevo e
ora..lasciami solo, Harry. Voglio..restare da solo. Non ho bisogno di
te, ora.-
Lo
vide spegnersi di colpo ed annuire e quando sentì la
porta d’ingresso che veniva chiusa si appoggiò al
muro e si lasciò scivolare a
terra iniziando a piangere.
Appoggiò
i gomiti sulle ginocchia e nascose il viso tra le
mani lasciando libero sfogo alle lacrime e ai singhiozzi.
Angolo
Shine:
Visto
che sono tanto buona e voi siete stati tanto bravi ad
aspettare una settimana senza di me ho deciso di aggiornare oggi e
anche
sabato.
E..
ve l’avevo detto che dovevate aspettarvi qualcosa del
genere.
Le
cose si stanno man mano risolvendo, i nodi stanno venendo
al pettine ma Liam ha bisogno ancora del suo tempo.
Ci
sentiamo sabato, e prometto che avrete del fluff ziam u.u
Grazie
a tutti.
|
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Capitolo 21 *** Ventesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ventesimo
capitolo:
Zayn
fece un altro respiro profondo e poi entrò nel negozio
di fiori. Erano passati quattro giorni e finalmente aveva preso
coraggio e si
era deciso ad uscire di casa e a riprendere in mano quella situazione.
-
Posso esserle utile?- lo accolse la voce di una ragazzina
al bancone che doveva avere dodici anni, due trecce ed un sorriso vispo.
-
Sto cercando il proprietario del negozio.. è qui?- si
avvicinò al bancone vedendo la ragazzina annuire e correre
nel retrobottega.
-
Il nonno arriva, sta sistemando delle cose.- annuì
iniziando a picchiettare nervoso le dita sul legno.
-
Mi stavi cercando?- si voltò velocemente trovandosi
davanti quell’uomo stempiato, pochi capelli bianchi e
l’aria da saggio.
-
Senta io..tutta questa storia..- fece un gesto con la mano
e continuò. -..non credo di riuscire a sopportarla ancora
per molto. Ho bisogno di sapere.
È passato più di un
anno e io credo di aver raggiunto il limite di sopportazione e..-
-
E come l’altra volta io le dirò: non è
mio dovere svelare
una cosa che vuol restare nascosta agli occhi di tutti.-
sbuffò massaggiandosi
il collo esasperato.
-
Può almeno giurarmi che non è uno stupido scherzo
di un
ragazzino?- domandò sperando di ottenere almeno una risposta
alle mille domande
che non lo lasciavano in pace.
-
Non è uno scherzo, e non è un ragazzino.- una
certezza ed
un nuovo indizio.
-
Ed è un uomo, giusto?- insistette ancora sperando di
avvicinarsi ancora di più alla soluzione. O almeno alla
prova che quello che
stava pensando da giorni fosse corretto.
-
Non è una donna.- grugnì trattenendosi dal
prendere quel
vecchio per le spalle e scuoterlo. Sentì la risata divertita
della ragazzina al
bancone e si voltò verso di lei.
-
Anche tu sai chi è?- domandò con gli occhi
spalancati per
la sorpresa quando quella annuì tutta sorridente.
-
Ti pago, giuro che ti pago se me lo dici.- si avvicinò di
nuovo al bancone iniziando a tirare fuori il portafoglio dalla tasca
posteriore
dei jeans quando il proprietario del negozio lo fermò
prendendogli il braccio.
-
Non sono cose che possono essere comprate col denaro. È
tutto troppo puro per essere inquinato da..-
-
Ma io devo
sapere. Devo sapere perché sto impazzendo. Ho bisogno
di un nome! Non ce la faccio più con tutti questi segret..-
-
Liiiiam.- si voltò di scatto verso la ragazzina che
sorrideva ed indicava qualcosa alle sue spalle.
-
Iris.- sentì quella voce alle sue spalle e si
girò di
scatto vedendolo deglutire e..- Zayn.- ricambiò il cenno di
saluto e poi tornò
a guardare l’anziano che teneva un’espressione
neutra ed imperscrutabile.
-
Grazie per l’aiuto.- mormorò lasciando poi
velocemente il
negozio buttandosi sulla strada affollata della città.
-
Zayn!- si fermò di colpo cercando di rallentare il battito
del cuore, fece una smorfia quando si trovò davanti Liam che
gli porgeva un
fiore.
-
Stai scherzando?- fu la prima cosa che riuscì a dire
sentendo già le lacrime spingere per uscire. Liam scosse il
capo continuando a
fissarlo indeciso. - Un tulipano giallo?- fece un’altra
domanda ottenendo un
altro movimento del capo del castano.
-
C-Ci sono..così tante cose che devo dirti.- annuì
invitandolo a continuare. - Ma non so da dove iniziare. Non volevo
scappare via
così quella mattina, io..- Zayn sollevò un
sopracciglio fissandolo scettico.
-.. sì, volevo scappare via così quella mattina.-
si corresse Liam fissando il
ragazzo che invece non distoglieva lo sguardo dal fiore. - Ma.. quando
mi sono
svegliato..era troppo, Zayn. Mi sentivo soffocare e..-
-
E hai deciso che la soluzione migliore era lasciarmi lì
come un idiota senza scrivermi nemmeno un biglietto, davvero geniale.-
borbottò
maledicendosi per la voce che indicava già un pianto
imminente.
-
Non capisci. Tu non puoi capire.- sollevò le spalle e poi
guardò qualche passante per distogliere la sua attenzione da
quel discorso così
da evitare di scoppiare a piangere proprio davanti all’ultima
persona che
doveva vederlo in quello stato.
-
L’ho voluto per..ti ho voluto per così tanto
tempo. Zayn,
non puoi capire. Aver ottenuto tutto così
all’improvviso. Non mi sono pentito.
È stata la miglior serata di tutta la mia vita e lo rifarei
ancora ma..-
-
Anche per me.- mormorò non riuscendo a fermarsi. -
è stata
la miglior serata anche per me.- spiegò meglio riportando
per un momento lo
sguardo sul castano che gli sorrideva dolcemente.
-
Non so come spiegarti meglio ma.. ci sono cose che non ti
ho detto e..non mi sento ancora pronto per..-
-
Ti prego, Liam.- non si era nemmeno reso conto che stava
piangendo, non fin quando l’altro ragazzo gli aveva
accarezzato una guancia
avvicinandosi ancora di più.
-
Non riesco a trovare il coraggio di dirtelo.- chiuse gli
occhi lasciando cadere nuove lacrime quando sentì quella
frase sussurrata
contro alla sua guancia. - Ho paura, Zayn.- si lasciò
sfuggire un singhiozzo
stringendo le mani sulle braccia di Liam che gli tratteneva il viso tra
le sue.
- So che è stupido e che ormai sappiamo entrambi
che..sappiamo entrambi tutta
la storia.. ma ho paura.- annuì sentendo le labbra di quel
ragazzo sulla
guancia a raccogliergli le lacrime.
-
M-Mi sei m-mancato.- strinse le dita ancora di più contro
alla stoffa della giacca del castano e aprì gli occhi
rivelando due macchie
nocciola bagnate di lacrime.
-
Non piangere per questo.- Zayn scosse il capo chiudendo di
nuovo gli occhi quando sentì una mano di Liam tra i suoi
capelli.
-
E tu..p-prometti che c-ci metterai..p-poco.- balbettò tra
i singhiozzi inchiodandolo sul posto quando rivelò di nuovo
i suoi occhi
chiari.
-
A risolvere tutto questo casino?- scosse di nuovo il capo lasciando
un braccio di Liam per cancellarsi le lacrime, l’altra mano
che teneva il fiore
e il ragazzo con la paura di perdere entrambi.
-
A t-trovare il c-coraggio.- il sorriso che gli rivolse gli
fece perdere qualche battito del cuore e lo costrinse a ricambiare il
gesto.
-
Se tu prometti di aspettarmi.-
Annuì
velocemente stringendogli una ciocca di capelli tra le
dita per poterlo avvicinare ancora di più. - Per sempre,
Liam. Ti aspetterò per
sempre, se è necessario.-
Sospirò
felice quando sentì quelle braccia attorno alla sua
vita e strofinò il viso contro al collo del ragazzo
rabbrividendo quando quello
iniziò a lasciargli dei baci sui capelli.
-
Tu non hai idea, Zayn, di quello che mi fai.- sorrise
contro al suo collo stringendo il tulipano e la giacca di Liam.
-
Amore disperato.- mormorò contro alla sua pelle
riempiendola subito dopo di baci mentre il castano lo stringeva ancora
di più.
-
Avrei voluto darti un bucaneve ma non è ancora il periodo
giusto.-
-
Posso aspettare.- disse sicuro allontanandosi un poco per
guardarlo negli occhi. - Te l’ho detto che posso
aspettare..anche per quello.-
Liam
annuì spostando una mano dalla schiena del ragazzo per
potergli accarezzare una guancia.
-
Non ti farò aspettare ancora per molto.- sussurrò
contro
al suo orecchio arrossendo e muovendo piano la mano tra i suoi capelli
neri.
-
Non importa, Liam.- lo sentì dire contro alla sua spalla.
- Posso aspettare fino alla fine del mese, posso aspettare tutto il
tempo in cui
mi hai osservato in silenzio. Posso farlo perché voglio aspettare te.- appoggiò
le mani sulle sue spalle
allontanandolo.
-
Tu.. tu sei..- gli prese il viso tra le mani e appoggiò le
labbra sulle sue in un gesto disperato.
Continuò
a baciarlo con sempre più foga quando lo sentì
ricambiare il gesto e stringere le dita di una mano tra i suoi capelli
mentre
l’altra che teneva il tulipano stava appoggiata sul suo collo
facendolo
rabbrividire.
-
Vorrei..- iniziò staccandosi per riprendere fiato
appoggiando la fronte contro quella del moro che continuava a
sorridere.
-..dirti tutto, ora..ma non..- venne zittito da un altro bacio e fece
scorrere
le mani fredde sotto alla maglietta del ragazzo che tremò
contro di lui.
-
E ora devo proprio andare perché..i miei.. non voglio
scatenare l’ennesima guerra e..- lo vide annuire e lo
baciò un’altra volta sentendo
il suo sorriso contro le labbra.
-
Ma possiamo continuare a vederci, e mandarci messaggi e
fare questo.- continuò non riuscendo a staccarsi da quel
corpo che s’incastrava
perfettamente con il suo.
Lo
strinse un’ultima volta, gli lasciò un bacio sulla
fronte
e s’incamminò verso casa venendo però
fermato dal moro che lo chiamò
raggiungendolo.
Lo
guardò mentre quello aveva un’espressione strana e
pensierosa in viso.
-
Perché i fiori?- gli domandò dopo qualche minuto,
il
tulipano che rigirava tra le dita.
-
Perché riescono a parlare al posto mio.- rispose come se
fosse la cosa più semplice del mondo, l’altro
annuì alzandosi sulle punte per
baciarlo ancora.
-
Il geranio rosso.- gli mormorò contro alle labbra Zayn. -
Te l’ho regalato per un motivo.- arrossì ed
annuì piano quando si ritrovò di
nuovo specchiato in quegli occhi nocciola.
Zayn
sorrise, gli lasciò un altro bacio sulle labbra
soffermandosi più volte a mordergli il labbro inferiore e
poi lo salutò con un
bacio sulla guancia lasciandolo solo con gli sguardi curiosi dei
passanti.
Angolo
Shine:
Come
promesso, sabato ed ho aggiornato.
Spero
con questo briciolo di fluff possiate perdonarmi :’(
A
mercoledì, grazie a tutti.
|
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Capitolo 22 *** Ventunesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ventunesimo
capitolo:
Liam
si grattò il mento con la matita, la mente persa nei
suoi strani ragionamenti completamente diversi da quanto stava scritto
sul
libro che doveva studiare.
-
.. e quindi ho deciso di continuare con il corso
post-laurea in teatro ma..-
Louis
continuava a parlare, stava parlando da solo da una
buona mezz’ora, ma lui non riusciva ad ascoltarlo
perché l’unica cosa che
riusciva a pensare era solo un nome: Zayn. E alla sera di qualche
settimana
prima, alla sensazione di avere quel ragazzo dentro di lui, a quel
muoversi
insieme come in una danza e ai loro gemiti che
s’intrecciavano.
-..
non dovrebbe essere difficile dopo tutta la mia
esperienza ..-
E
poi la mattina dopo era scappato via come un vigliacco e
dopo qualche giorno si erano incontrati al negozio di fiori e.. e lo
sapeva che
Zayn ormai aveva capito tutto. Ma non riusciva ancora a confessare
tutto. C’era
qualcosa di stupido che lo bloccava, gli mancava un briciolo di
coraggio che..
-
Liam?- sollevò di colpo la testa facendo cadere a terra la
matita. - So che non vuoi ascoltarmi ma almeno fingi meglio.- si mosse
sulla
sedia nervoso guadagnandosi un’occhiata da parte del suo
amico.
-
Sono due giorni che ti osservo e ho notato che c’è
qualcosa che non va in te.- deglutì e finse un sorriso
quando l’altro lo indicò
con la penna mordendola subito dopo concentrato.
-
E credo abbia a che fare con la festa, no? Non mi hai più
chiamato e detto nulla.- si abbassò per raccogliere la
matita e continuò a
sottolineare fingendosi concentrato in quello che non stava nemmeno
leggendo.
-
Festa noiosa, davvero. Me ne sono andato quasi subito
perché c’erano solo trentenni pieni
d’alcool.- si difese sentendo però il suo
tono di voce tremare per la bugia.
-
E sei scappato via senza trovare il tuo Zaynie? Non gli
hai lasciato nemmeno la scarpetta?- gli lanciò
un’occhiata irritata e poi tornò
di nuovo al suo libro di storia della musica.
-
Oppure!- ricominciò l’altro alzando il tono di
voce e
venendo subito ripreso dagli altri studenti nella biblioteca.
-
Oppure è successo qualcosa, magari anche qualcosa di
particolarmente importante, ma non vuoi dire nulla.-
continuò quello abbassando
il tono di voce e fissando Liam che nascose subito i suoi occhi sulle
parole
scritte.
-
Liam?- sbuffò lasciando rotolare la matita sulla pagina.
-
Sono andato a casa sua.- iniziò a raccontare evitando
d’incrociare lo sguardo di Louis. - Ero arrivato alla festa
da..nemmeno
mezz’ora..e abbiamo iniziato a ballare e l’ho
baciato.- sospirò prendendo il
viso tra le mani. - Mi sono fatto portare a casa sua e.. capito, no?-
arrossì
tenendo gli occhi puntati sul legno del tavolo.
-
Conoscendoti potete aver visto solo un film alla
televisione.- si grattò il collo imbarazzato sentendo la
risata dell’amico che
gli aveva fatto guadagnare un’occhiata severa della
bibliotecaria.
-
Quindi avete scopato, giusto?- annuì guardandosi intorno
per essere sicuro di non avere orecchie indiscrete sulla conversazione.
- Ed
ora è il tuo.. ragazzo?- scosse il capo velocemente
arrossendo ancora di più.
-
Sono scappato la mattina dopo.-
-
Liam!- incassò la testa nelle spalle grattando
l’unghia
sul bordo di legno inciso da altri studenti.
-
Avevo paura.- borbottò in difesa sentendo lo sbuffo
scocciato dell’altro.
-
E di cosa? Di dirgli “ehi, sai i bigliettini che ti
piacciono tanto con quei bei fiorellini? Sono io”. Hai paura
di questo? Perché
è una cosa stupida e te l’avrò detto
centinaia di volte ma tu..-
-
Come fanno a piacergli tanto? Sono una specie di pazzo che
non lo lascia in pace da almeno cinque anni!- alzò la voce
chiudendo con un
tonfo il libro.
-
Non tutti sono sicuri come te. - disse con tono gelido
alzandosi in piedi tenendo il volume sottobraccio. - Non ce
l’ho quel briciolo
di coraggio per dirgli “ehi, sei la mia vita da quando ho
dodici anni”. Non ce
l’ho, va bene? Non ho bisogno del suo “sei
patetico”.- continuò a parlare
abbassando il tono di voce per farsi sentire solo dal ragazzo che lo
fissava
sorpreso e quasi ferito.
-
Vuole i biglietti anonimi e tutto il resto? Bene, posso
darglieli ancora. Ma non questo..- s’indicò
sentendo il groppo in gola. - Non
riesco a dargli questo.-
-
E se lui non lo volesse più qualcuno di anonimo? Se lui
volesse te? Se lui volesse il Liam insicuro?- strinse il libro al petto
scuotendo il capo con un sorriso triste.
-
Non lo vuole nessuno.- gli diede le spalle prima di
sentire una risposta e scappò fuori dalla biblioteca.
Da:
Zayn
A: Liam
Ore: 02:35
“Non
mi hai ancora rivelato i tuoi segreti, o almeno nessuno
di così importante. Tu conosci così tanto di me e
io così poco. Non riesco a
dormire perché il tuo odore è ovunque in questa
stanza ma non basta per farmi
stare tranquillo. Vorrei solo stare tra le tue braccia, non
m’importa
nient’altro”
Continuò
a rileggere il messaggio soffocando i singhiozzi
contro il cuscino riuscendo ad addormentarsi con i pugni stretti sulla
federa.
Zayn
suonò il campanello infilando di nuovo le mani nelle
tasche, il freddo della terza settimana di gennaio si faceva sentire
pungente.
-
Anne.- salutò la donna con un sorriso indicando poi
all’interno dell’abitazione.
-
Harry è..- iniziò tentennando cercando di
guardare oltre
le sue spalle.
-
Harry sta studiando, chiuso in camera sua e mi ha
esplicitamente detto di non voler vedere nessun ragazzo dai capelli
neri e..-
-
Devo.. devo assolutamente vederlo perché devo scusarmi
e..- sollevò gli occhi quando una mano si posò
sulla sua spalla stringendola.
-
Quando mai ti ho buttato fuori da casa mia, Zay?- arrossì
con un piccolo sorriso sulle labbra percorrendo velocemente il
corridoio e
bussando ad una porta con cartelli enormi che riportavano scritte come
“NON
PASSARE”.
-
Harry?- chiamò piano entrando nella stanza e vedendo
subito il suo migliore amico chino sulla scrivania.
-
Non voglio vederti.- sospirò avvicinandosi ugualmente e
sedendosi
sul letto.
-
Harry, ho bisogno del mio migliore amico.- l’improvviso
scatto del ragazzo lo fece sussultare.
-
Ora hai bisogno di me? Prima ti fai trattare da schifo da
quel bastardo e ora..-
-
Non è un bastardo e non mi ha trattato da schifo.-
replicò
bloccandolo.
-
Davvero? Se sei qui per difenderlo, di nuovo, puoi uscire
da questa casa.- sbuffò massaggiandosi le palpebre chiuse.
-
Abbiamo chiarito io e Liam su quel punto, perché
è una
cosa che riguarda noi due e..-
-
E non capisco cosa tu voglia da me.- appoggiò i gomiti
sulle gambe fissando la schiena del riccio che si ributtava sulla sedia.
-
Voglio il mio migliore amico.- s’impuntò alzandosi
in
piedi ed avvicinandosi alla scrivania.
-
È sempre qui, ma non vuole vederti distruggere dietro a
Liam come hai fatto per quei fiori.- appoggiò le mani sulle
spalle del ragazzo
costringendolo a guardarlo.
-
Mio nonno è morto ad agosto e a novembre ho trovato il
primo biglietto nell’armadietto.- confessò
sentendo già gli occhi lucidi. - Mi
sentivo malissimo ma ogni volta, ogni singola volta, avevo un foglio
strappato
con una frase di una mia poesia preferita.- continuò
fissando gli occhi verdi
del riccio.
-
Mi ha aiutato in modi che neanche immagini, potrei citarti
ogni foglietto legandolo ad un momento della mia vita. E se Liam fosse
quella..
e Liam è quella persona. E ora che ne sono sicuro non puoi
dirmi di lasciarlo
perdere, Harry. Non puoi dirmi di lasciarmi sfuggire il ragazzo che sto
aspettando da anni.- si passò una mano sugli occhi lucidi
sentendo una mano
accarezzargli il braccio.
-
Non mi avevi mai raccontato..- scosse il capo tentando di
offrirgli un sorriso.
-
Non voglio scegliere tra te e Liam.- mugugnò lasciandosi
abbracciare. - Perché tu sei il mio migliore amico ma lui
è.. è Liam. E io
voglio qualcuno che mi dica che ne è valsa la pena
aspettare.- continuò a
parlare contro alla spalla di Harry.
-
Vale la pena aspettarlo?- annuì staccandosi e sorridendo
tra le lacrime.
-
Mi ha regalato un tulipano giallo quando ci siamo visti
settimana scorsa.- replicò tutto contento arrossendo.
- Amore disperato?-
annuì facendo spallucce e buttandosi sul letto.
-
Appena me l’ha dato avrei voluto buttarlo a terra e
schiacciarlo ma poi.. è Liam, no?- fissò il
soffitto con un sorriso sentendo
l’amico sdraiarsi accanto a lui.
-
E com’è stato..-
-
Il sesso?- domandò voltandosi verso il riccio con un
sorriso enorme e il rossore sulle guance.
-
Magico.- sospirò sognante portando le mani dietro alla
testa. - E credo mi abbia chiamato ‘amore mio’ alla
fine ma forse ero già
completamente rincoglionito dall’orgasmo e me lo sono
immaginato.-
-
Mi sembra il tipo che dice cose del genere.- annuì
voltandosi su un lato e calciando la gamba dell’amico con la
sua.
-
Quindi noi due siamo a posto?-
-
Sempre stati a posto noi due.-
-
E quando Liam torna gli chiederai scusa per come ti sei
comportato?-
-
Io? Era lui che stava scappando dopo aver intaccato la
virtù del mio miglior..- gli colpì la testa con
un cuscino ridendo.
Da:
Liam
A: Zayn
Ore: 07:45
“Se
sicuro di volerlo?”
Zayn
sorrise quando la mattina dopo si svegliò con quel
messaggio sullo schermo, digitò velocemente la parola
‘bucaneve’ e si strinse
contro al cuscino respirando l’odore di Liam.
Angolo
Shine:
Perché
ormai avrete imparato a conoscermi e sapete bene che
dopo il fluff arriva l’angst.:3
Per
il resto non credo ci sia nulla da spiegare, solo
ribadire che il bucaneve è simbolo della speranza. E questa
storia ci sta
girando attorno praticamente dall’inizio.
çmç
Oh,
e mancano QUATTRO capitoli alla fine.. sto già male
:’(
Il
prossimo capitolo sarà con Lilo e Zouis quindi non
odiatemi. E nel 23 ci sarà solo LARRY.
A
sabato, grazie a tutti.
|
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Capitolo 23 *** Ventiduesimo capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ventiduesimo
capitolo:
Liam
continuò a fissare il soffitto indeciso, il cellulare
tra le mani con il numero di Zayn selezionato e pronto per la chiamata.
Chiuse
tutto e lo lasciò cadere sul letto sospirando
sconfitto, era proprio un idiota se non riusciva a fare una
dannatissima
telefonata per sentire la persona che amava.
Aveva
ragione suo padre, aveva ragione Louis, aveva ragione
persino Harry.
Era
un bastardo egoista.
Grugnì
frustrato e scalciò i piedi sul materasso nascondendo
il viso con le braccia quando sentì la porta della camera
aprirsi.
-
Dobbiamo parlare.- fece una risata amara muovendo la mano
in un cenno per invitare Louis ad entrare.
-
Sono serio, Liam. Mi sono rotto di vederti così per questa
cazzata.- si morse forte le labbra per non lasciarsi sfuggire nulla e
respirò
lentamente per riprendere il controllo di tutto.
-
Settimana prossima è la fine del mese, giusto? Pensa a
qualcosa di carino e fatti trovare davanti a casa sua e gli racconti
tutto
quanto.- scosse la testa prendendo il cuscino per coprirsi il viso.
-
Sono un coglione.- farfugliò contro la stoffa stringendo
le dita sulla federa e sentendo il corpo dell’amico al suo
fianco che gli
accarezzava i capelli.
-
Non è vero, Li.- scosse la testa mugugnando: - Sono uno
smidollato senza coraggio.-
Restò
immobile lasciandosi abbracciare dall’altro che si era
sdraiato al suo fianco e ridacchiò quando lo
sentì dire: - Apprezza tutto
questo affetto, sai che non lo faccio spesso.-
Si
lasciò stringere dal ragazzo chiudendo gli occhi: - Sono
un idiota, Lou.-
-
Non sei idiota, hai solo paura.- fece un verso mentre
l’altro gli accarezzava i capelli.
-
Ma non so nemmeno io di cosa ho paura.- mugugnò
guardandolo negli occhi. - So che lui sa tutto, non devo confessare un
bel
niente ma..-
-
Forse hai paura di quello che potrebbe succedere dopo.-
aggrottò le sopracciglia fissandolo confuso.
-
Non credo di aver paura di essere rifiutato..- continuò a
guardarlo mentre l’altro scuoteva la testa.
-
Di quello che succederà durante la vostra relazione.- gli
fece un cenno invitandolo a continuare. - Ti stai riempiendo la testa
di mille
preoccupazioni sul “e se poi andrà
male?”..- lo osservò interessato mentre
mimava le virgolette con le dita. -..stai già pensando al
dopo, Li. Invece devi
pensare all’adesso. A come potresti essere felice a poterlo
finalmente
stringere tra le braccia, a..-
-
E se poi ci lasciamo?- domandò all’improvviso
facendo
sbuffare l’amico che fece un gesto con la mano mormorando: -
Ecco.-
-
Ma è vero! Se poi va male e lui mi lascia? Se capisce che
non ne vale la pena di star dietro ad uno come me? - sputò
fuori sedendosi sul
letto a gambe incrociate.
-
Smettila di pensare queste cose di te.- sospirò scuotendo
la testa, spostò l’attenzione sul cellulare e si
cancellò con rabbia una
lacrima.
-
Ma è vero, ha ragione..-
-
Non ci provare a dirlo.- lo bloccò subito l’altro
puntandogli un dito contro.
-
.. mio padre.- concluse cocciuto. - M’importa solo di quel
cazzo di pianoforte, potrebbero morire tutti quanti e a me non
importerebbe.-
ripeté le parole che si sentiva dire ogni fine del mese
stringendo i pugni. - E
poi hai ragione anche tu, se lo amo davvero non lo farei stare
così male.-
-
Non rigirare quello che ti ho detto a tuo favore.- strinse
le ginocchia al petto con gli occhi lucidi ascoltandolo. - Quel giorno
mi hai
fatto incazzare, va bene? Perché gli muori dietro da una
vita ma non ti decidi
a fare una mossa, e ogni volta che ne hai l’occasione
scappi.- annuì passandosi
una mano nei capelli corti.
-
Ma io..- si zittì quando l’amico lo
fulminò con
un’occhiata muovendo una mano.
-
Ti ho detto quelle cose perché volevo capissi che cazzate
stai facendo, va bene? Te lo stai facendo scappare, Li. Solo
perché hai paura
di qualcosa che magari non succederà mai e..-
-
Chi te lo dice? Un sacco di coppie si lasciano e..-
-
Un sacco di coppie restano insieme.- sbuffò appoggiando i
gomiti sulle ginocchia.
-
Magari Zayn..-
-
Liam.- bloccò tutto il resto della frase al richiamo di
Louis. - Per quanto assurdo possa sembrarti c’è
qualcuno a cui quelle cose
sdolcinate piacciono. C’è qualcuno che sta
aspettando solo una parola per
trovare l’idiota che gli riempiva l’armadietto di
biglietti.-
-
Ma se..-
-
Togli tutti i ‘ma’ e i ‘se’ e
buttati.- guardò ancora una
volta il cellulare scuotendo la testa.
-
Posso chiederti una cosa?- sollevò gli occhi su un Louis
che gongolava felice e sospirò: - Lo sapevo che volevi
altro.-
-
Grazie, Liam. Ora mi sento.. offeso. È così che
tratti un
amico che ti ha consolato nel momento del bisogno e..-
-
Che vuoi?- domandò bloccando il monologo
dell’altro che
sorrise ancora di più affermando tranquillamente: - Ho
bisogno del numero di
bei ricci.-
-
Perché vuoi il numero di quello?-
-
Perché sì.-
-
Dammi una giusta motivazione.-
-
Dammelo, Li.-
-
Non ce l’ho il numero di quello Styles, e anche se ce
l’avessi non l’avrei dato a te.-
borbottò alzandosi dal letto e prendendo le
partiture.
-
Vado a fare delle prove, di solito a quest’ora
l’aula è
vuota.- mormorò uscendo dalla stanza lasciando sul letto il
cellulare, non
accorgendosi del sorriso enorme dell’amico che lo prendeva e
lo nascondeva
dietro alla schiena salutandolo innocentemente.
Zayn
se ne stava tranquillamente sdraiato sul divano a
leggere quando sentì il suo cellulare vibrare sul tavolino.
Lo afferrò cercando
di non fermare lo sguardo su tutti quei fiori e quasi non lo
lanciò a terra
quando il nome “Lee <3” apparve sullo
schermo.
Prese
due grossi respiri, schiacciò il verde e rispose con
un flebile: - Liam?-
-
Sbagliato, ritenta
di nuovo.- spostò il cellulare
dall’orecchio fissandolo con le sopracciglia
aggrottate. - Sono Louis e mi stavo
chiedendo..- alzò gli occhi al cielo sentendo la
parlantina sciolta
dell’altro, poteva capire perfettamente perché
Harry si fosse preso quella
cotta improvvisa. Era insopportabile come lui.
-
L’amichetto di Liam?- domandò con una punta di
gelosia
sentendo la risatina irritante di quello che dopo qualche secondo stava
già
scalando la vetta della sua lista nera.
-
Il migliore amico,
vorrei specificare.- sbuffò lasciandosi cadere a
peso morto sul divano.
-
E cosa vuoi da me, migliore amico di Liam?- domandò
annoiato sperando di concludere in fretta quella chiamata e tornare al
suo
adorato libro.
-
Ti ho detto che mi
chiamo Louis.-
-
Dovrebbe importarmene qualcosa?-
Sospirò
felice quando sentì il silenzio dall’altra parte
ed
era pronto a riattaccare quando la voce dell’altro tutta
eccitata gli trapanò
le orecchie: - MA IO TI AMO, TI PREGO
DIMENTICA LIAM E SPOSIAMOCI.-
Arrossì
fissando scioccato il cellulare e iniziò a
balbettare cose senza senso.
-
Scusa, non tutti
riescono a tenermi testa così. Oddio. Son contento di averti
trovato, sei il
mio nuovo migliore amico e..-
-
Puoi dirmi velocemente perché hai chiamato? Il mio dito
è
molto, ma davvero tanto, vicino al tastino rosso che..-
-
Ti giuro che se Liam
non ti sposa lo faccio io.-
-
Inizia a preparare tutto quanto allora, io faccio una
lista degli invitati.- rispose annoiato prendendo con la mano libera il
libro
lasciando scorrere gli occhi sulle parole per ritrovare il punto in cui
era
stato interrotto.
-
Meglio di no, non
voglio scatenare l’ira di Liam.- fece spallucce
riprendendo a leggere
tranquillamente. - Dico, hai visto i
muscoletti che ha messo su? Quello mi distrugge se s’incazza.-
-
Oh, sì. Li ho visti perfettamente i muscoletti che ha
messo su.- ripeté con i ricordi della notte di capodanno che
gli stava
inondando la mente.
-
Non dovrei dirlo a
nessuno, soprattutto a te, ma ogni tanto li faccio dei pensieri su di
lui.-
scosse la testa fissando il soffitto chiedendosi il motivo di tutta
quella
sfortuna.
-
Perché lo dici a me quindi?-
-
Perché sei l’unico
che può capirmi.- lasciò perdere il
libro concentrandosi sulla chiamata. - Dimmi
se sbaglio ma secondo me potrebbe
scoparti benissimo contro un muro tenendoti su con un solo braccio.-
-
Purtroppo non ho ancora sperimentato questo lato di lui.-
si morse le labbra trattenendo la risatina.
-
Lo sperimenterai
presto.- annuì sorridendo e mormorando: - Lo spero
davvero.-
-
Ti stai eccitando?-
arrossì imbarazzato rispondendo con un tono acido: - Hai
chiamato per farti una
sega pensando al corpo del tuo migliore amico?-
-
Non lo farei mai.-
sbuffò riprendendo in mano il libro deciso a chiudere la
telefonata. - Sei tu che mi hai dirottato su
questo
argomento, io volevo solo il numero del tuo migliore amico.-
-
Di Harry?- domandò curioso interrompendosi di nuovo sulla
stessa parola.
-
Esatto, allora?-
si morse le labbra indeciso e poi rispose: - Non credo sia una buona
idea.. e
so che me ne pentirò per sempre.- sentì la risata
allegra dell’altro e iniziò a
dettare il numero.
Angolo
Shine:
Lo
Zouis mi fa morir dal ridere. :’D
Non
ho altro da dire.. ma ora ad ogni capitolo devo fare il
conteggio finale? Tipo MENO TRE. Ma
poi vi spaventate :/
Il
prossimo sarà l’attesissimo capitolo Larry u.u
|
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Capitolo 24 *** Ventriteesimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ventitreesimo
capitolo:
Harry
era sdraiato sul letto e stava lanciando un piccolo
pallone nel canestro appeso sulla porta quando il suo cellulare
iniziò a
squillare.
Si
allungò per prenderlo dal comodino e fissò
perplesso lo
schermo su cui compariva un numero sconosciuto.
Rispose
con voce insicura e confusa sentendo subito il: - Ci
risentiamo, bei ricci.- che fece
comparire sul suo volto un sorriso enorme.
-
Come stai?- domandò cercando di mantenere un minimo di
contegno mentre il suo cuore batteva sempre più forte.
-
Sto bene.. solite
cose. Liam che non si decide a dire tutto, corsi di teatro, Liam che
non si da
una mossa, uno spettacolo da preparare. Tu?-
Restò
per qualche minuto in silenzio e poi si decise a
rispondere: - Zayn che non vuole ascoltarmi, corsi stupidi da
frequentare, Zayn
che non si decide a fare una chiamata, un esame da preparare.-
-
Perfetto! Hai
bisogno di distrarti un po’!- sorrise mettendosi
seduto e mormorando: -
Cos’hai in mente?-
-
Ti va un gelato?-
-
Non credo lo facciano in questo periodo dell’anno.-
mormorò confuso sentendo la risatina dell’altro
subito dopo.
-
Oh, giusto. Questo
caldo non è per la stagione.- scoppiò a
ridere non riuscendo a trattenersi.
-
Questa era pessima!- esclamò buttandosi sul letto scosso
dalla risata.
-
Ci ho provato.-
scosse la testa divertito sentendolo aggiungere: - E
una cioccolata?-
-
Voglio solo capire come facciamo ad uscire insieme se tu
sei a Londra e io a Bradford.-
-
Ma non dobbiamo
uscire insieme! Andiamo ognuno in un bar diverso e stiamo al telefono
assieme.-
aggrottò le sopracciglia sedendosi a gambe incrociate
spostandosi i ricci con
una mano.
-
Questa è l’idea più..-
-
E’ fantastica! Lo
so!- scosse
ancora la testa con un
sorriso divertito e scoppiò a ridere di nuovo quando lo
sentì dire: - Allora? Quanto ci
metti per prepararti?-
-
Credo sia l’appuntamento più strano che abbia mai
avuto.-
replicò alzandosi velocemente, prendendo il cappotto ed
uscendo di casa.
Louis
tornò nell’appartamento in comune con i suoi amici
fischiettando felice non accorgendosi del biondino seduto sul divano
col
computer sulle gambe che lo fissava confuso.
-
Quest’aria stranamente allegra a cosa è dovuta?-
sobbalzò
facendo spallucce.
-
Non sono cose che vado a dire ad un’irlandese.-
borbottò
aprendo il frigorifero e prendendo una bottiglietta d’acqua.
-
Tanto lo so che sei uscito con Harry.- iniziò a tossire
arrossendo.
-
Chi è uscito con Harry?!- borbottò qualche parola
confusa
cercando di trovare una via di fuga e di evitare
l’interrogatori di quello che
era comparso battendo i piedi sul pavimento.
-
Come hai fatto ad avere il suo numero, Louis?- fece
spallucce sorridendo al suo migliore amico che lo guardava in attesa
con le
braccia incrociate.
-
Ho fatto i miei giri di telefonate e..-
-
Quindi è per questo se c’è una chiamata
che io non ho mai
fatto a Zayn.- sorrise dando un colpetto sulla spalla del ragazzo
superandolo.
-
Mi ha supplicato di sposarlo..- ridacchiò voltandosi verso
di lui. -.. nel caso in cui tu non ti decidessi a fare la mossa. Dice
che è
super cotto di me e..- si riparò il volto con le braccia
quando gli arrivarono
addosso due cuscini.
-
E se Liam non si decidesse mai a darsi una mossa? Non ce
la faccio più a vedere Zayn così.. sto male per
lui e sta aspettando da
tantissimo tempo e..-
-
Non preoccuparti, ci penso io a farlo smuovere.-
-
Sicuro di riuscirci? Sono quasi dieci anni che resta
nascosto..forse non lo troverà mai il coraggio e..-
-
Fidati di me. Buonanotte, bei ricci.-
-
Notte, Louis. E grazie per la.. cioccolata in diretta
telefonica.-
-
Quando vuoi.. magari la prossima volta ne beviamo una
guardandoci negli occhi.-
-
Non vedo l’ora.-
-
Anch’io.-
Angolo
Shine:
Bonjour
:3
Eccovi
il capitolo Larry, non è molto lungo ma.. SONO
RIUSCITA A SCRIVERE LARRY!
Non
ci credo çwç sono fiera di me.
A
sabato, con l’attesissimo Ziam u.u
Vi
voglio tanto bene, senza di voi tutta questa fan fiction non
avrebbe senso. <3
Oh,
e non leggo etero. (l’unico etero che leggevo erano le
originali di fallsofarc. <3 Dove sei? EFP ha bisogno di te, il
mondo ha
bisogno di te.)
|
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Capitolo 25 *** Ventiquattresimo Capitolo ***
Le
parole che non ti ho detto
Ventiquattresimo
capitolo:
Liam
cercò di prendere dei
grossi respiri per calmarsi, il pacco tra le sue mani che sembrava
pesare come
piombo.
Era
il primo di febbraio, era
tornato a casa e ci aveva pensato tutta la notte al discorso di Louis e
al
fatto che si stava “fasciando la testa prima di
rompersela”. La mattina si era
svegliato deciso e prima che potessero iniziare le sue paturnie era
corso a
prendere quella cosa importante che ora stringeva tra le mani.
Suonò
il campanello sentendo il
cuore in gola al: - Arrivo.- gridato
dal
padrone di casa, spostò il peso del corpo da un piede
all’altro arrossendo nel
momento in cui la porta si aprì rivelando uno Zayn assonnato
con una maglietta
a maniche corte e dei pantaloni della tuta che gli andavano larghi.
-
Oh.- lo vide sbarrare gli
occhi e spostarsi invitandolo ad entrare.
-
Devo.. devo parlarti.- mormorò
tenendo lo sguardo sul pacco ancora troppo nervoso per incontrare gli
occhi
nocciola del moro.
-
V-Va bene.. quel.. quel
pacco.. vuoi darlo.. a me?- annuì porgendoglielo con un
sorriso tirato mentre
l’altro sussurrava tra sé e sé: -
Dobbiamo sederci assolutamente. Non riuscirò
a reggermi in piedi.-
Lo
seguì nel salotto osservando
meravigliato il tavolino che non aveva mai avuto occasione di vedere,
la rosa
color lavanda al centro di tutto. Il primo fiore che gli aveva regalato
come
Liam e non come anonimo che sembrava risaltare su tutti gli altri.
Spostò
lo sguardo su Zayn che
metteva il pacco sul tavolino senza aprirlo e appoggiava la testa
contro la
spalliera del divano chiudendo gli occhi.
-
Ho.. credo di aver bisogno
di.. un momento per..- annuì slacciandosi il giubbino per
posarlo sulla poltrona.
- No, non importa. Ho aspettato troppo.- si morse le labbra fissando
gli occhi
quasi lucidi dell’altro che aspettava le sue parole.
-
Io.. non so.. da dove
cominciare..- mormorò spostando lo sguardo su uno strano
soprammobile.
-
Dimmi quello che..- mosse una
mano interrompendolo e borbottò: - Non
m’interrompere o non riuscirò a
concludere nulla.-
Quando
il moro annuì prese un
altro respiro e si decise a parlare: - è una storia davvero
molto lunga.
Andavamo a scuola insieme, e questo ormai l’hai capito.-
ridacchiò nervoso
passandosi una mano nei capelli corti. - Sei entrato con due minuti di
ritardo
durante la prima lezione di matematica, e ti sei seduto
nell’unico posto
rimasto libero davanti alla cattedra.-
-
Come fai a ric..-
-
Ed è stupido, è la cosa più
stupida di questo universo ma la stanza si è.. illuminata
quando sei entrato
tu.- si passò una mano sul viso completamente rosso e
continuò: - Ho una cotta
per te da quando sei entrato in quell’aula con due minuti di
ritardo, tutto
affannato per la corsa, perché avevi perso
l’autobus.-
Fissò
la rosa color lavanda con
un sorriso e riprese a parlare non riuscendo più a fermarsi:
- Ti ho osservato
in silenzio per anni, Zayn. Solo al quarto ho deciso di fare qualcosa
perché..
volevo vederti sorridere.. non.. non so cos’era successo ma
eri.. spento. E io
volevo solo vedere quel sorriso che mi aveva fatto innamorare di te.
Sono
innamorato di te, sono completamente innamorato di te.- si
avvicinò a lui
inginocchiandosi tra le sue gambe sorridendo tra le lacrime.
-
D-Davvero?- annuì
stringendogli le mani e rispose: - Mi dispiace di averti fatto
aspettare tutto
questo tempo, mi dispiace di non aver trovato il coraggio prima, mi
dis..- si
bloccò perché Zayn si era lasciato scivolare
giù dal divano per essere di fronte
a lui e lo stava abbracciando.
-
Sei tu che mi hai riempito
l’armadietto di bigliettini?- lo guardò negli
occhi passandogli una mano sulla
guancia bagnata.
-
Sì, Zayn.-
-
Sei tu che mi hai mandato
fiori tutto lo scorso anno e questo?- strinse le dita tra i suoi
capelli neri
appoggiando la fronte contro la sua.
-
Sì, sono io.- sussurrò contro
le sue labbra accarezzandogliele dolcemente con le sue.
Lo
osservò mentre si staccava e
si cancellava le lacrime con il pugno indicando il pacco sul tavolino.
- E
quello cos’è?- si allungò
prendendolo e porgendoglielo con un sorriso.
-
Aprilo e lo scoprirai.- lo
guardò attentamente mentre annuiva indeciso scartandolo.
-
Potrei avere una.. strana
reazione.. quando.. scoprirò cosa.. cosa
c’è dentro..- mosse le dita tra i suoi
capelli sedendosi sul tappeto subito seguito dall’altro che
tolse il coperchio
saltandogli nel momento successivo tra le braccia.
-
Ti piacciono?- chiese
sentendolo annuire velocemente contro il suo petto e singhiozzare: - I
bucaneve.-
Gli
prese il mento tra le dita
obbligandolo a staccarsi dalla sua spalla, gli cancellò le
lacrime con una
manica e gli baciò le palpebre.
-
Non devi piangere, Zayn.- sussurrò
muovendo il pollice sulla sua
mascella.
-
Non ci riesco.. tu sei.. sei
la persona che..sto aspettando da tutta la vita e..- lo
abbracciò forte
lasciandolo piangere e bagnargli tutta la maglietta mentre gli
accarezzava
dolcemente la schiena per calmarlo.
Dopo
una mezz’ora di pianto
erano accoccolati sul divano, Zayn che continuava a parlare sdraiato
sopra a
Liam che soffocava le risate contro i suoi capelli.
-
La professoressa Dover non era
male, però..- scosse la testa accarezzando il petto del moro
che guardò oltre
la sua spalla con un’espressione confusa.
-
Perché tu amavi disegnare e
lei amava te.- spiegò baciandogli il collo sentendolo
agitarsi tra le sue
braccia trovandolo subito dopo con il petto contro il suo.
-
Ed eri anche in quell’aula.-
annuì nonostante il ragazzo non l’avesse posta
come domanda ma come semplice
affermazione. - E io non ti ho mai visto. Perché non ti ho
mai visto?- fece
spallucce lasciandosi accarezzare le guance dall’ormai
ventiduenne che
sorrideva felice.
-
Mi sono sempre nascosto anch’io..
la colpa è di entrambi.- strinse le braccia attorno al collo
di quello che
iniziò a succhiargli il mento strusciandosi.
-
Vogliamo recuperare?- sorrise
divertito quando l’altro sgusciò via dalle sue
braccia facendogli l’occhiolino.
-
Qui?- lo osservò mentre
scuoteva la testa indicando le scale alle sue spalle: -
C’è un letto che non sa
più di te.-
Scosse
la testa quando lo vide
salire velocemente i gradini, lo raggiunse sedendosi a cavalcioni su di
lui
baciandogli dolcemente il collo sentendolo sospirare ed aggrapparsi
alle sue
spalle mentre lo spingeva a sdraiarsi.
-
Però questa volta..- lo zittì
con un bacio staccandosi ed annuendo: - Faccio io.-
Gli
sfilò la maglietta
lasciandosi togliere la sua e gli abbassò i pantaloni mentre
l’altro lo aiutava
sollevando il bacino.
-
Però io non sono..- lo
interruppe succhiandogli il labbro inferiore e seguì con la
lingua la fila di
denti.
Si
slacciò i jeans spingendoli
fino alle caviglie, si tolse le scarpe e lo sentì
ridacchiare quando iniziò ad
ondeggiare su una gamba perdendo quasi l’equilibrio.
Aprì
lo stesso cassetto del mese
prima prendendo il lubrificante e un pacchetto di preservativi vedendo
l’occhiata confusa del moro a cui rispose con un semplice: -
Dobbiamo
recuperare.-
Gli
tolse i boxer bianchi liberandosi
velocemente anche dei suoi, lo penetrò direttamente con due
dita fredde
ottenendo delle grida e dei graffi sulle spalle.
-
Liam! Sono anni che non faccio
passivo!- sorrise soddisfatto quando spingendo le dita in
profondità riuscì a
colpirgli il punto che lo lasciò con la bocca spalancata e
un gemito spezzato.
Scartò
un preservativo
infilandoselo ed allargando le gambe del ragazzo che iniziò
a lamentarsi non
appena tolse le dita. Entrò in lui subito dopo sentendolo
stringersi attorno a
lui e gemere sprofondando la testa nei cuscini.
Si
mosse lentamente dentro di
lui, lo sguardo sul suo membro che veniva accolto dal moro che si
lasciava
sfuggire gemiti sempre più rochi mentre muoveva il bacino
per seguire il ritmo
delle spinte.
Sospirò
estasiato quando
raggiunse l’orgasmo, uscì lentamente da lui
sfilandosi il preservativo e
buttandolo nel cestino accanto al letto.
-
è stato.. intenso e.. intimo.-
lo sentì ridacchiare mentre gli leccava il petto per pulirlo.
-
Ti direi di esser pronto per
il round due e tre ma.. credo tu mi abbia appena fottuto il cervello
per
sempre.- sorrise puntando le braccia accanto alla sua testa baciandolo
teneramente.
-
Puoi dormire, se vuoi.-
mormorò spostando le sue attenzioni sul collo.
-
Tu non scappi?- scosse la
testa strofinando il naso contro la sua guancia e sussurrò:
- Non me ne vado
mai più.-
Non
riuscì a smettere di
sorridere quando Zayn si addormentò stringendogli un braccio.
Zayn
si stiracchiò nel letto
guardando la radiosveglia, era pomeriggio tardi ed era nudo e
appiccicoso nel
suo letto.
Si
voltò verso il lato vuoto del
letto sorridendo quando trovò un foglio con quella scrittura
troppo famigliare.
«
Non t'amo come se fossi rosa
di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l'ombra e l'anima.
T'amo
come la pianta che non
fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo
senza sapere come, né
quando, né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
»
La
finì di leggere con gli occhi
lucidi, si trascinò fin nella doccia non riuscendo a
smettere di sorridere
nonostante gli fosse finito dello shampoo in bocca.
S’infilò
un paio di boxer puliti
e un paio di pantaloni della tuta che aveva rubato ad Harry anni prima
e gli
andavano ancora larghi e scese le scale raggiungendo la cucina.
Si
avvicinò al ragazzo che stava
trafficando tra i fornelli a petto nudo con solo le mutande addosso e
strinse
le braccia attorno al suo collo lasciandogli dei piccoli baci
gongolando felice
quando sentì il profumo del suo bagnoschiuma su quel ragazzo
perfetto e suo.
-
Non volevo svegliarti.- annuì
spostando le braccia sullo stomaco del castano appoggiando le labbra
sulla sua
schiena muscolosa.
-
Ti amo anch’io.- sussurrò
contro la sua pelle riprendendo subito dopo a baciarla.
Allentò
la stretta sentendolo
girarsi tra le sue braccia e: - Mi dispiace di aver aspettato tutto
questo
tempo.-
Sorrise
scuotendo la testa
replicando sicuro: - Ora sei qui, è questo che conta.-
- E
non me ne vado.- si alzò
sulle punte ricambiando il bacio e in poco tempo si trovò
seduto sul bancone
della cucina con Liam che gli riempiva il petto di succhiotti e morsi
mentre
lui si aggrappava ai suoi capelli corti.
-
Lo sapevo!- si staccarono
velocemente trovandosi davanti un Harry tutto sorridente che li
indicava
ghignando: - Louis aveva ragione!-
Sentì
Liam sbuffare e nascondere
il viso contro il suo petto mormorando: - Deve per forza stare qui?-
Ridacchiò
appoggiando le braccia
sulle sue spalle accarezzandogli la schiena, sorrise al suo migliore
amico e
gli fece un cenno per invitarlo a lasciarli soli.
-
Va bene, me ne vado.- baciò
una spalla del castano quando lo sentì borbottare contro la sua clavicola. -
Però volevo solo
complimentarmi con Liam che dopo.. all’incirca dieci anni si
è deciso a..-
prese un cucchiaio di legno lanciandolo al riccio che si
ritirò velocemente
lamentandosi.
-
Liam?- sussurrò contro i suoi
capelli sentendo un verso come invito a continuare. - Come hai fatto a
trovare
il coraggio?-
-
Io..- lo guardò negli occhi
curioso quando si staccò arrossendo e guardando le
piastrelle. -.. ho capito
che sei tu il mio coraggio.- strinse le braccia attorno al suo collo
avvicinandolo di nuovo al suo corpo.
-
Ti amo.- confessò contro il
suo collo. - E ti ho aspettato per anni, e sono felice che tu sia qui.-
Angolo
Shine:
Mi
scuso dal profondo del mio
cuore ziam per non aver aggiornato ieri.
Poi
spero Liam si sia fatto
perdonare, e la poesia che gli dedica questa volta è il
sonetto XVII di Neruda.
Il
prossimo è l’epilogo.. çmç
Oh,
e i bucaneve
sono simbolo di
speranza
Ci
sentiamo mercoledì çmç
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Capitolo 26 *** Epilogo ***
Le
parole che non ti ho detto
Epilogo
Era
un tranquillo sabato mattina e Zayn era ancora rannicchiato sotto alle
coperte
nello spazio occupato qualche ora prima da Liam.
Erano
passati due anni e stavano ancora insieme, nonostante
l’opposizione ferma del
padre del castano che aveva convinto quest’ultimo a
trasferirsi nella piccola
villetta nella periferia di Bradford.
Avevano
avuto le loro litigate, i loro alti e bassi, ma dopo due anni erano
ancora
insieme più forti di prima.
Il
suono insistente del campanello svegliò il moro che
indossò velocemente un paio
di boxer, probabilmente di Liam, e una maglietta che gli stava troppo
grande.
Saltò
gli ultimi gradini e raggiunse la porta aprendola trovandosi subito
dopo con un
mazzo di tulipani rossi tra le braccia.
Restò
per un momento inebetito fissandoli, erano anni che non riceveva fiori
e quando
notò il foglietto non riuscì a bloccare il
sorriso e il gridolino eccitato.
Lo
tolse dalla busta leggendo incantato le parole :
«Quando
io ti amo e tu mi
ami, siamo l’uno come lo specchio dell’altro,
e riflettendoci l’uno nello specchio dell’altro,
vediamo l’infinito.»
Riportando
l’attenzione sul mazzo di tulipani rossi,
che nel linguaggio dei fiori rappresentavano una dichiarazione
d’amore, si
accorse del tulipano giallo che sembrava scomparire in mezzo
all’altro colore.
Lo sfilò sentendo il cuore perdere un battito nel momento in
cui vide una
piccola scatolina legata al gambo.
-
Oh Dio.- si lasciò sfuggire sorpreso correndo poi in
salotto, con tutto quanto tra le braccia, cercando il telefono tra i
cuscini
del divano.
Compose
velocemente il numero con le dita che
tremavano dall’emozione e attese impazientemente che
l’altro accettasse la chiamata.
-
Harry!- gridò quando sentì la voce assonnata
dell’amico. - Cazzo, Harry! Sono sceso di corsa e.. i fiori!
E poi c’era anche
un biglietto e..-
-
Sono le undici della mattina! Lasciami dormire!-
scosse la testa continuando a sorridere eccitato.
-
Ho bisogno di te, ti prego.- mormorò cercando di
usare un tono di voce dolce per ottenere l’attenzione
dell’amico che sbuffando
gli chiese di raccontargli tutto.
-
Ho paura ad aprire la scatola.- iniziò sentendo
subito il: - Quale scatola?- del riccio che gli stava sicuramente
tirando
dietro ogni tipo di maledizione.
-
La scatola attaccata al tulipano giallo.- replicò
con ovvietà facendo avanti e indietro nella stanza col
telefono stretto tra le
mani e lo sguardo fisso sul tavolino.
-
Perché hai un tulipano tra le mani?-
-
Perché mi è appena arrivato un mazzo di tulipani,
Harry!- gridò eccitato sentendo un’altra voce
borbottare: - Fallo stare zitto.-
-
Dì a Louis che se in questa scatolina
c’è quello che
penso potremo finalmente chiudere quello strano patto.-
Ridacchiò
divertito quando sentì rispondere: - Oh,
grazie. Non riuscivo più a dormire la notte.-
-
Sapete dov’è?- domandò stritolando tra
le dita la
maglietta che sapeva ancora di Liam.
Si morse le
labbra ed annuì quando sentì Louis dire: - Sai
benissimo che il sabato mattina
è sacro per lui e le prove.-
-
Allora io vado.- riattaccò quando li sentì dire
insieme: - Tu provaci a chiamare di nuovo il sabato mat..-
Risalì
velocemente le scale e s’infilò nella doccia
per togliersi di dosso tutto l’odore di sesso, quando una
mezz’ora dopo era
pronto prese le chiavi di casa e la scatolina infilandola nella tasca
della
giacca. Ed uscì nel freddo pungente di gennaio.
Erano
ormai ore che Liam continuava a provare quella
partitura, non che non gli venissero delle note ma era una melodia
rilassante
che gli scorreva dalle punta delle dita fin dentro alle ossa.
Muoveva
le dita lentamente con gli occhi chiusi e un
piccolo sorriso sulle labbra, completamente preso dal pianoforte e
dalle note
che produceva per accorgersi del ragazzo che lo stava ascoltando
appoggiato
allo stipite della porta.
Quando
arrivò alla fine riaprì gli occhi notando il
moro che si era avvicinato e gli passava dolcemente una mano tra i
capelli con
un sorriso orgoglioso.
-
Ehi.- sussurrò per non rompere l’atmosfera che
gravava in quella stanza, appoggiò le labbra sulle sue
lasciandolo sedere al
suo fianco sul piccolo sgabello.
-
Mi hai fatto svegliare presto.- lo sentì lamentarsi
contro la sua spalla mentre riprendeva a suonare con le dita di Zayn
che gli
accarezzavano il braccio.
-
Sono arrivati?- s’informò vedendolo annuire e
passargli la scatolina in velluto con gli occhi lucidi e un sorriso.
-
Vuoi le cose fatte bene?- l’altro annuì solamente,
un sorriso più grande quando lo fece sedere
dall’altra parte rispetto al
pianoforte e s’inginocchiò di fronte a lui.
-
Come due anni fa ho trovato il coraggio di
confessarti tutto quanto.- iniziò non distogliendo lo
sguardo dagli occhi del
moro che diventavano sempre più lucidi e brillanti.
- E
ti amo come due anni fa..- strinse la scatolina
tra le dita sorridendo. -.. ti amo più di due anni fa,
più di dodici anni fa, e
ti amerò ogni giorno sempre di più.-
- E
mi renderesti l’uomo più felice sulla faccia di
questa terra se tu, Zayn Malik, accettassi di essere mio per sempre.-
la aprì
rivelando un piccolo anello argentato e lo guardò negli
occhi deciso: - Vuoi
sposarmi?-
L’altro
annuì soltanto tra le lacrime schiarendosi poi
la voce e: - Sì, Liam. Voglio.. voglio sposarti. Voglio
passare il resto della
mia vita al tuo fianco.. voglio invecchiare con te.. creare una
famiglia con
te..- si tirò su velocemente abbracciandolo sentendolo
aggrapparsi alla sua
camicia e ridere e piangere insieme.
-
Ti amo, Li.- si staccò cancellandogli le lacrime e
gli prese la mano sinistra infilandogli il piccolo gioiello
all’anulare.
Lo baciò di
nuovo appoggiando poi la fronte contro quella del moro e si sorrisero
tra le
lacrime per un tempo indefinito.
Quando
si ripresero Liam prese posto sullo sgabello
appoggiando il petto contro la schiena del moro, la testa sulla sua
spalla e le
dita sui tasti del piano a creare improvvisazioni e melodie dolci.
-
Sei pronto per il concerto di domani?- annuì
baciandogli il collo e mormorando: - Ho parlato con papà
qualche giorno fa.-
-
Perché non me l’hai detto?- scosse la testa
appoggiando
le braccia sulle sue spalle e circondandogli il collo per averlo
più vicino.
-
Non volevo farti preoccupare.. oggi mi ha chiesto un
appuntamento per questo sono uscito prima e non ti ho svegliato.-
spiegò
sentendolo annuire e posizionarsi meglio contro di lui.
- E
com’è andata?- nascose il viso contro il suo collo
sospirando: - La prima volta da schifo.-
-
Dovevi dirmelo! Potevo venire con te! Come quella
volta in cui..- lo strinse più forte scuotendo la testa.
-
E’ una cosa che dovevamo risolvere io e lui.. scusa,
non volevo tenerti nascosto nulla..- quando lo sentì annuire
continuò: - Mi ha
buttato addosso di tutto, e un po’ ha ragione..- lo vide
pronto a ribattere e
lo interruppe velocemente: - Non mi faccio sentire da anni, Zayn.
È pur sempre
mio padre, e..-
-
Un padre che ti ha trattato da schifo in tutti
questi anni.- appoggiò la fronte contro la sua spalla
sentendolo accendersi
velocemente. - Ha detto che sei un errore, che non voleva vederti in
quella
casa, che..-
-
Zayn.- mugugnò cercando di fermarlo. - è stato
male
quando me ne sono andato, ha avuto un infarto e ha rischiato di morire
e io non
ero lì e..- si sentì stringere dalle braccia del
moro che aveva il busto girato
verso di lui e gli accarezzava la schiena.
-
Abbiamo.. abbiamo parlato civilmente oggi e.. voglio
recuperare il mio rapporto con lui, Zayn. È mio padre e..-
lo sentì annuire e
sussurrare: - Va bene, Li. Lo faremo insieme.-
-
Come sta Matthew?- fece spallucce sorridendo contro
il suo collo: - Papà mi ha detto che li fa disperare, esce
ogni giorno con una
ragazzina diversa e..- si bloccò con una smorfia, gli occhi
che pizzicavano per
le nuove lacrime.
-
Recupereremo anche con lui, recupereremo con tutti.-
annuì e ridacchiò quando l’altro
aggiunse: - Sempre detto che era un bambino
intelligente.-
Restarono
abbracciati in quel modo strano e scomodo
per altri dieci minuti e poi Zayn si staccò lasciandogli un
bacio sulle labbra:
- Fammi sentire di nuovo quello che stavi provando.-
-
È Debussy.. questa volta..- iniziò a spiegare
posizionando
già le dita sui tasti venendo interrotto dal: - Rêverie,
lo so.-
Sorrise
baciandogli una guancia e lo sentì dire: - E la poesia che
mi hai dedicato
oggi.. non l’avevo mai letta, chi è?-
-
Leo Buscaglia, stavo leggendo un suo libro l’altro giorno e
ho trovato quella
frase e mi sembrava perfetta.- spiegò iniziando a muovere le
dita producendo
una dolce melodia.
-
Era quello il libro che mi stavi nascondendo?- annuì
appoggiando la testa sulla
sua spalla, chiuse gli occhi e si lasciò prendere dalla
musica, piegò le labbra
in un sorriso quando lo sentì sussurrare nel suo orecchio: -
Ti amo.-
Angolo
Shine:
...
Ho
bisogno di un attimo.
Questa
storia e questi personaggi mi hanno tenuto
compagnia da febbraio fino a inizio luglio, è un
po’ difficile lasciarli.
Ci
sono stati giorni in cui volevo solo cancellare
tutto, partendo dal fatto che per decidermi a pubblicare ci ho messo i
mesi. E
quando sono riuscita ad arrivare all’epilogo.. sono
soddisfatta del risultato
finale. Credo sia una delle storie più belle che abbia mai
scritto, soprattutto
conclusa, contando anche tutti i manoscritti, quanto fa figo
dire
manoscritti?, salvati nella chiavetta.
E
quindi, nulla, mi mancheranno loro. Mi mancherete
voi con le vostre recensioni. E ora ho i mercoledì e i
sabati da riempire.
Sicuramente
torneranno con qualche spin off. Ne ho un
po’ in mente, alcune cose che devo chiarire come la questione
del padre o del
primo incontro Larry.
Il mazzo
di tulipani rossi con uno giallo era una cosa
carina che avevo in mente dall’inizio e sono riuscita a
trovargli una degna
collocazione, spero.
Poi
Rêverie
perché è stupenda e rilassante e Liam al
pianoforte
è il mio OTP. (Liamorte <3 )
Tulipano
rosso = dichiarazione d’amore;
tulipano
giallo = amore disperato.
E
la frase che ho inserito l’ho trovato non so come su Internet
e nomina lo specchio
(Mirrors di JT è la canzone dello Ziam) e poi
l’infinito (“To infinity and
beyond” che è una frase puramente Ziam).
La
sto tirando per le lunghe ma ormai è finita.
Grazie
per tutti questi mesi in cui avete pazientemente aspettato, grazie per
le
recensioni, grazie per aver letto, grazie per avermi dato tutta questa
fiducia.
Bon,
passo e chiudo.
Grazie
ancora,
Shine.
|
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