I’ll be your safety, You’ll be my lady

di thegingerhairgirl
(/viewuser.php?uid=336897)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Sentivo il cellulare squillare disperatamente, non avevo la forza di alzarmi dal letto. All'ennesima chiamata mi alzai esasperata, guardai la sveglia e rimasi immobile, erano le 12.33, come sempre avevo dormito troppo.. corsi in giro per casa alla ricerca del cellulare che ormai aveva smesso di squillare. Trovai diverse chiamate perse e numerosi messaggi. Più della metà dei messaggi erano del mio ex fidanzato, colui che mi aveva spezzato il cuore scappando via con un'altra ragazza e ora era tornato da me con la coda tra le gambe. Eliminai i suoi messaggi senza neanche leggerli prima. Mi concentrai sul resto dei messaggi e le chiamate tutte di Keith, la mia migliore amica. In tutti i messaggi mi chiedeva d'incontrarci perché aveva bisogno di parlarmi. L'ultimo messaggio era addirittura troppo serio per i miei gusti..
 
Da: Keith
Tesoro, ho davvero bisogno di parlarti, che ne dici di pranzare insieme? Ci vediamo alle 13.30 al bar di Charlie. Ti aspetto.
 
Rimasi per un po' con un espressione perplessa davanti al cellulare, guardai l'orologio e mi resi costo che era davvero tardi. Mi gettai in doccia, mi vesti velocemente e uscì di casa. Corsi tra metro e autobus cercando di essere puntuale, ma ovviamente falli nel mio intento. Finalmente arrivai guardai tra i tavoli davanti al locale cercando la chioma bionda di Keith.. dopo qualche secondo la trovai, ma esitai, al tavolo con lei c'era un ragazzo che riconobbi immediatamente. Giunsi di fronte al tavolo con la faccia più calmache riuscì a fare, mi rivolsi verso Keith con uno sguardo parecchio nervoso. Perchè era seduta al tavolo col mio ex? Perchè Andrew eri lì? Non avevo voglia di vederlo.. ogni volta era un'agonia, non avevo neanche la forza di guardarlo, avevo paura, paura di soffrire ancora. 
Keith m'invitò a sedermi ma non accettai, decisi di non distogliere lo sguardo da lei.
- Jade ti prego.. siediti..- farfugliò Keith
- Perchè lui è qui? - Chiesi ignorando le sue parole.
- Volevo vederti e non sapevo come fare.. Non rispondi alle mie chiamate, non rispondi ai miei messaggi ma io..- Non lasciai finire la frase ad Andrew e lo interruppi brusamente - Bhè, scusami tanto se non ho voglia di soffrire ancora.- Inchiodai i miei occhi pieni di nervoso su di lui.
Keith cercava di tranquillizzarmi ma la fuminai con lo sguardo, come aveva potuto la mia migliore amica trarmi in inganno per farmi incontrare lui pur sapendo che non ne avevo nessuna voglia? Ero furibonda. Avrei voluto solamente urlare... Keith prese le mia mano, aveva uno sguardo triste e spaventato, forse avevo esagerato in presa al nervoso, accennai un sorriso per cercare di tranquillizzarla. Presi una sedia e mi sedetti di fianco a lei che iniziò a parlaresenza prendere fiato.
- Scusami, non voglio che tu inizi a credere di non poterti fidare di me. Il messaggio era per parlare di altro.. però ho incontrato Andrew qui e ci siamo messi a parlare di te.. di voi.. e così ho ceduto e gli ho detto che saresti venuta qui.. Scusa, lo so, ho sbagliato.- terminò l'ultima frase scoppiando in lacrime.
Conosco Keith dall'asilo, è la persona più dolce che ci sia, è facile che la gente si approfitti di lei e lei ne è consapevole, ma ama aiutare le persone e farle felici.
La presi per un braccio e la portai lontano dal nostro tavolo, le presi il volto tra le mani e la tranquillizzai.
- Keith, guardami, non preoccuparti, ho capito! Mi dispiace di aver dubbitato della tua buona fede, ma la prossima volta evita di farmi incontrare gente che non voglio vedere, ok??- sorrisi, le baciai la fronte e l'abbracciai stretta fin quando non sentì i suoi muscoli distendersi e non appena fui sicura chesi fosse completamente tranquillizzata la spedii in bagno a sistemarsi il trucco sbavato.
Tornai al tavolo pronta ad affrontare Andrew una volta per tutte. Mi sedetti di fronte a lui,inchiodai i miei occhi ai suoi, ma lui mi precedette nel palrare.
- Jade, mi dispiace.. lo sai vero? Mi manchi, mi manchi terribilmente, sono stato uno stupido a lasciarti andare via da me.. sai ho avuto paura..-
Non sopportavo quelle parole, non volevo più sentire le sue stronzate, così scattai all'impiedi urlando.
- Sei stato uno stronzo, un egoista.. e continui ad esserlo. Sai quanto mi fa male vederti? Ero riuscita a passare oltre a te e a tutte le tue bugie! Perchè sei tornato?..- sentivo le lacrime scendere giù per il mio viso. Mi guardai in torno e notai che i  tavoli vicino al nostro ci guardavano, mi sentivo giudicata da quegli sguardi che molto probabilmente credevano di trovarsi davanti ad un normale litigio tra 'due piccioncini'..
Andrew si alzò dalla sedia con un balzo, mi prese un braccio e mi portò con lui lontano dai tavoli; cercavo di divincolarmi ma non ci riuscì, non ero mai riuscita a tenere testa alla sua forza.
- Lasciami!!- urlai.
Si fermò, m'immobilizzò il volto tra le sue grandi mani e mi baciò. Mi staccai immediatamente da quel bacio indesiderato e gli mollai un ceffone ma lui non si arrese e mi strinse forte a se. Mi faceva male. I sentimenti che provavo in quel momento era molto distanti dall'amore che avevo provato per quel ragazzo tempo prima, adesso sentivo solo tristezza e disgusto. Le lacrime sgorgavano dai miei occhi senza freni e la mia voce tremava implorando il ragazzo di lasciami andare via. 
Improvvisamente una mano da dietrò afferrò la mia spalla e mi tirò a se, non avevo idea di chi fosse, era una grande mano maschile ma nel momento non m'importava di chi fosse, mi gettai controil petto del ragazzo alle mie spalle in cerca di salvezza. Il ragazzo mi circondò con un braccio e io ricambiai l'abbraccio. Il ragazzo bloccò Andrew che cercava di tirarmi verso di lui.
- Lasciala in pace o chiamo la polizia!-
- Stronzetto, cosa vuoi? Fatti i fatti tuoi, lei è la mia ragazza. Posso fare quello che voglio con lei.-
Quelle parole mi terrorizzavano. Sgranai gli occhi spaventata. 
- Non sono la tua ragazza! Sparisci! Vattene via, non voglio più vederti!!-
Il ragazzo spinde Andrew indietro per allontanarlo da noi. Andrew ci guardò con disprezzo. 
- Non è finita.. tornerò!- si voltò e lo vidi andare via con tranquillità come se non fosse accaduto nulla.
 
Non avevo il coraggio di guardare il mio 'salvatore' in faccia, ero ancora terrorizzata ma allo stesso tempo imbarazzata. Mi accompagnò su una panchina e si sedette accanto a me alzando il mio viso con la sua mano. 
- Hei, calmati adesso, è tutto finito.-
Mi trovai davanti un ragazzo con due occhi azzurri e dei buffi capelli rossi accuratamente spettinati. Abbassai nuovamente lo sguardo.
- Grazie mille! Mi dispiace, davvero.. cioè.. non so cosa sia successo.. perchè si sia comportato così.. scusami tanto, non volevo recarti un disturbo..- questo fu tutto ciò che riuscì a dire tra le lacrime.
Il rosso mi guardò con dolcezza, lo sentì sorridere mentre mi stringeva tra le braccia, riuscì a precepire il suo calore, abbassai la testa arrossendo.
-Tranquilla, non preoccuparti, nessun disturbo. Non sapevo cosa fare, ho aguto d'istinto non appena ho sentito le tue urla. Credo che un ragazzo non dovrebbe mai  picchiare la propria donna..- 
-Non sono le sua donna.- puntualizzai - o per lo meno.. non lo sono più!-
- Come dici tu.. fidanzata o ex non bisogna mai alzare le mani ad una donna, giusto?- Sul suo viso si aprì un meraviglioso sorriso che mi ipnotizzò, tutto ciò che riuscì a fare in risposta fu annuire leggermente. In lontananza vidi Keith cercarmi. Mi ero completamente dimenticata di lei a causa della situazione che si era creata. Scattai all'impiedi e mi rivolsi verso il rosso abbassando la testa. 
-Grazie mille ancora, non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto. Adesso devo scappare, grazie ancora.- senza aspettare una sua risposta, mi voltai e corsi in direzione di Keith che non appena mi vide mi venne in contro. I  miei occhi erano ancora arrossati dal pianto e il mascara gocciolava sulle mie guance, Keith mi rivolse uno sguardo preoccupato, rimase senza parole,  mi abbracciò chiedendomi cosa fosse successo durante la sua assenza.. Si malediceva per essere stata così stupida ed avermi fatto incontrare Andrew. Le sue lacrime bagnavano la mia spalla, la strinsi forse sperando di riuscire a bloccare il flusso delle sue parole.
- Va tutto bene Keith, non è colpa tua. E' colpa di Andrew, è lui lo stronzo, tu non c'entri nulla. La situazione è semplicemente degenerata e quel ragazzo mi ha "salvata"..- mi voltai indicando la panchina dove poco prima ero seduta col rosso ma lui era scomparso. Keith guardò verso la panchina vuota.
- Ti ha salvata l'uomo invisibile? o la panchina? - 
- Keith non essere stupida, c'era un ragazzo fino a poco fa seduto lì e mi ha salvata da Andrew. Lo giuro. Puoi anche non credermi.. -
- No Jade, ti credo.. - ribbattè la bionda trattenendo una risata.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
Erano passati diversi giorni dal mio ultimo incontro con Andrew. Non riuscivo a pensare ad altro tranne che a ciò che era accaduto, al suo cambiamento improvviso, ai suoi occhi pieni di rabbia.. Non avevo il coraggio di uscire di casa, non volevo rischiare di incontrarlo di nuovo, se la sua reazione nel vedermi fosse stata peggiore della precedente, cosa avrei potuto fare? Avevo paura. Ma il passare dei giorni senza ricevere suoi messaggi e sue chiamate mi tranquillizzò e m'illusi che magari lui si era dimenticato di me e avesse capito il proprio errore. 
 
 
Erano su per giù le 10 di sera, ero seduta con diverse amiche in uno dei tavolini di uno dei locali in piazza dove spesso suonavano live degli artisti emergenti. Soreseggiavo distrattamente il mio cocktail senza dare troppa importanza ai discorsi delle altre, ero completamente assorta nel mio mondo fino a quando qualcosa non mi riportò alla realtà.. Andrew a pochi metri da me, con un gruppo di amici e senza dubbio non i più raccomandabili. Il mio viso impallidì. Cosa ci faceva Andrew in quel locale? Lo aveva sempre disprezzato, forse cercava me. Sapeva che io e Trevor, il proprietario del locale, eravamo amici d'infanzia e adoravo passare le serate lì circondata dal clima di tranquillità e calore che ti trasmetteva la gente lì dentro. Sgattaiolai cercando di farmi vedere nel bagno, Keith mi seguì, aveva capito perchè ero fuggita, voleva riportarmi a casa ma nonostante tutto ero decisa a non farmi rovinare la serata da lui e dedisi di restare e se fosse stato necessario anche di affronttarlo nuovamente. 
Uscì decisa dal bagno preceduta da Keith, forse troppo decisa e non mi resi conto che difronte a me si trovava un ragazzo mi schiantai su di lui, mi scusai ma riconobbi subito quel sorriso che era rimasto impresso nella mia mente. Il rosso mi salutò festante.
- Come stai?- 
- Tutto bene, grazie..- fu il massimo che riuscì a dire.
- Sei qui per me, vero?- A questa domanda sgranai gli occhi arrossendo, cosa voleva dire? Il rosso ridacchiò poggiandomi una mano sulla testa e accarezzandomi dolcemente, avvicinò le sue labbra al mio orecchio
- Sei davvero sexy quando arrossisci!- Rimasi immobile guardando la figura allontanarsi tra la folla e dileguarsi.
 
Keith non mi lasciò neanche il tempo di realizzare l'accaduto che si piazzò difonte a me 
- E quello chi era?- Disse con un tono malizioso.
- Il mio "salvatore" meglio conosciuto come "l'uomo invisibile".. .- ridacchiai.
- Caaarino!- strizzò l'occhio - e come si chiama?- Non sapevo cosa dire, non avevo idea di quale fosse il suo nome. Come potevo essermi completamente dimenticata di chiederglielo? 
- Non lo so..- Ammisi con aria sconfitta e amareggiata vedendo Keith che cercava di trattenere una risata. 
 
Tornammo al tavoro, durante il traggitto non c'era traccia nè di Andrew nè dei suoi amici. Il concerto stava per iniziare, Trevor si trovava sul piccolo palco che allestiva ogni volta che doveva esserci un esibizione live. Ci teneva davvero tanto a questi artisti emergenti e faceva di tutti per agevolarli, amava la musica e non essendo riuscito a diventrare la star della musica che sognava da piccolo, decise di aiutare gli altri a sfondare in questo campo. 
-Permettetemi di presentare l'artista di stasera è un mio caro amico, un musicista eccezionale e una voce angelica.. Ed Sheeran! Un grande applauso per Ed.- 
Ebbi a stento il tempo di vedere Travor passare il miscrofono al ragazzo che subito la folla si accalcò difronte al giovane. Tentai di spingere la testa ma non riuscì a vedere nulla. Il ragazzo iniziò a parlare presentandosi ma riuscivo a sentire davvero  poco a causa del vociare. Rassegnata tornai a soreseggiare il mio cocktail ormai quasi finito. Ascoltavo Keith che raccontava alle ragazze dell'incontro col rosso davanti ai bagni e così decisi di cercarlo tra la folla, se lo avessi ritrovato la prima cosa che avrei fatto sarebbe senza dubbio stata l'andare a chiedrgli il suo nome. 
 
Improvvisamente il vociare della folla cessò, un suono di chitarra in sottofondo e una voce pure, bianca, angelica riempiva l'aria. Mi alzai dalla sedia in silenzio, fu un gesto involontario e mi diressi verso la folla. Mi feci spazio fino a giungere in prima fila, mi trovai proprio di fronte al ragazzo.. non era un ragazzo qualsiasi. Lui era un angelo. Lui era il mio ANEGLO ROSSO.
Restai lì a fissarlo a bocca aperta ascoltando la sua voce carica di emozioni che riusciva trasmetterle a chiunque lo ascoltasse attentamente. I suoi occhi si posarono su di me e accennò un sorriso, prontamente ricambiai arrossendo. 
 
Il concerto era finito. Il rosso fu accerchiato da amici e gruppi di ragazzi che volevano fargli i complimenti. Avrei tanto voluto avvicinarmi ma non ebbi il coraggio, aspettai in disparte insicura che fosse la scelta giuta.. Mentre mi chiedevo se fosse meglio restare lì oppure andare via, fui tirata per un braccio e mi ritrovai tra le braccia di Ed. 
- Quindi avevo ragione.. sei venuta qui per me!- sorrise compiaciuto.
- No!- replicai - non sapevo neanche che tu fossi un cantante..- abbassai nervosamente lo sguardo - ed hai una voce stupenda!- abbassai il volto affondandolo nel petto del rosso.
Ed ridacchiò continuando a stringermi al suo corpo.
- e finalmente ho anche scoperto il tuo nome... ED!-
- Tu sai troppe cose di me adesso e io non so niente di te.- 
- Ti basta sapere per ora che mi chiamo Jade! - Sorrisi
- Bene Jade, adesso che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa da bere? - accettai l'invito.
 
 Arrivammo al bancone del bar dietro il quale di trovava Trevor.
- Trevor, portaci qualcosa da bere..- 
Trevor ci guardò divertito - voi due vi conoscete? Perchè non ne sapevo niente..- disse fingendo di essere offeso.
Ed si spinse sul bancone schioccando un bacio sulla guancia di Trevor - Tranquillo il mio cuore apparterrà per sempre solo a te! - Scoppiammo a ridere.
- Lo spero per te.- disse Trevor tornando con due bicchieri pieni di liquidi colorati.
Iniziammo a conversare parlando del più e del meno. 
- .. e col ragazzo hai avuto altri problemi?- Non feci in tempo a rispondere che una mano lo tirò per la spalla facendolo quasi cadere dallo sgabello. Mi voltai di scatto e mi trovai difronte l'unica persona che non avrei  mai voluto vedere: Andrew, che si parò davanti Ed. Erano così vicini che le loro facce quasi si sfiorarono.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Andrew spinse Ed contro il bancone
- Lascia stare la mia ragazza.- cercò di avvicinarmi a se tirandomi per un braccio ma riuscii ad evitarlo.
- Non sono più la tua ragazza!- urlai - Vattene! Lasciami in pace!- Le lacrime calde sgorgavano dai miei occhi, mi sembrò di vedere un briciolo di umanità nei suoi occhi, ma subito l'odio si riimpossessò di lui. Riportò i suoi occhi su di Ed, stringendo in un pugno la magietta sotto il suo collo.
- Stronzetto, se ti vedo di nuovo con lei.. sei morto. Lei è mia!- Il panico prese possesso del mio corpo, non riuscì a trattenermi e con un balzo mi misi tra loro picchiando più forte che potevo contro il petto di Andrew.
- Io non sono tua. Non sono un oggetto lo capisci? Non puoi gettarmi via e riprendermi quando vuoi tu. Mi fai schifo.- Urlai.
Continuavo a sfogare la mia rabbia contro di lui lanciando pugni e calci. Vidi più volte la sua faccia contrarsi in smorfie di dolore e la cosa non mi dispiacque per nulla. Fino a quel momento nessuno aveva notato ciò che stava accadendo ma dopo la mia sfuriata gli occhi di tutta la gente ne locale erano puntati su di noi. Ed mi tirò a se cercando di staccarmi da Andrew, ma questo fu più veloce del rosso e mi agguantò con una mano dandomi un forte schiaffo sulla guancia sinistra. Fui presa alla sprovvista. Mi sarei aspettata di tutto ma non che Andrew mi avrebbe alzato le mani, ero sconvolta. Mi appoggiai al petto di Ed toccandomi la guancia dolorante e scoppiando il lacrime più per il nervoso che per il dolore. La mia mano era sporca del sangue che usciva dalla mia bocca, guardai Andrew che cambiò immediatamente espressione gettandosi ai miei piedi con gli occhi sconvolti e implorandomi di perdonarlo.
- Ti prego, Jade, scusa.. Come ho potuto farlo? Mi dispiace, davvero! Jade mi perdonerai vero? Jade, rispondimi.. Tu sai che io ti amo vero? Lo sai? Io ti amo Jade, devi perdonarmi..- Non avevo la forza di guardarlo in faccia, mi voltai dandogli le spalle. Ed che fino a quel momento aveva preferito restare in disparte si avvicinò ad Andrew prendendolo per il colletto della maglietta, alzando il pungo in alto, pronto a sferrarglielo dritto sul volto. I suoi occhi erano socchiusi, la sua bocca era serrata e i muscoli della faccia erano contratti.
- Non si alzano le mani alle ragazze!- Capite le intensioni di Ed, mi precipitai per bloccarlo. Riusci a fermarlo appena prima che il suo pugno giungesse in faccia ad Andrew.
- Fermo, ti prego. Non ne vale la pena.. davvero non è nulla.- e accennai un sorriso per calmare Ed che mollò la presa e si appoggiò al bancone continuando a sorseggiare il suo cocktail.

Arrivò anche Trevor allarmato, era stato informato della piccola lite e essendo venuto a conoscenza che io e Ed ne eravamo coinvolti si era precipitato per vedere cosa fosse successo, invitò Andrew ad accomodarsi fuori dal locale; al suo rifiuto fu portato via dai bodyguard. Con gli occhi seguì Andrew lungo tutto il traggitto fino l'uscita; continuava a implorarmi di tornare da lui. Ed mi strinse delicatamente a se.
- Combattiva la piccoletta!- Scoppiammo entrambi a ridere. Posò la sua mano sulla mia guancia ammaccata e i suoi occhi si rattristarono.
- Mi dispiace Jade, avrei dovuto proteggerti..-
- Non preoccuparti, è stata colpa mia! Lui non mi avrebbe mai colpita se non lo avessi provocato, credo di essermelo meritato!- sorrisi.
- Come fai a scusarlo e prenderti tu la colpa di un suo gesto?- chiese il rosso - sei meravigliosa Jade!-
Turbati dagli occhi indiscreti e del chiacchierio riguardo la piccola lite con Andrew, perferimmo andare via dal locale. Mandai un messaggio a Keith dicendole che sarei tornata a casa.

Casa mia distava all'incirca due isolati dal locale. Camminammo in silenzio, arrivati a casa mia invitai Ed ad entrare e con molta cura mi aiutò a disinfettare i graffi che mi ero procurata a causa del combattimento. Sfinita mi sdraiai sul divano poggiando la testa sulle gambe di Ed. Sentì la sua mano giocare tra i miei capelli. Questa fu l'ultima cosa che riuscì a ricordare prima di cadere in un sonno profondo. Al mio risveglio non c'era più traccia del rosso, era scomparso.

Trovai un biglietto sul tavolo della cucina
" Buongiorno dolcezza, avrei preferito passare più tempo con te ieri notte ma sei crollata.. recupereremo!
                                                                                                                                             Un bacio. Ed."
Arrossì leggendo il biglietto. Mi guardai allo specchio ero ancora un po' ammaccata ma sapevo che una volta che quei graffi sarebbero spariti ma con loro purtroppo non sarebbe andato via anche il ricordo di Andrew.
Mi feci una doccia per rilassarmi e chiamai Keith scusandomi per essere scomparsa la sera prima.
- Tranquilla - sussurrò Keith -.. ho saputo, anzi Trevor mi ha raccontato quello che è successo, di Andre, di te...di ED!- al pronunciare il nome di Ed la voce di Keith cambiò e scoppiò in una risatina maliziosa. Arrossì di colpo. Stavo cercando le parole giuste per replicare ma non ne ebbi il tempo..
- Ho anche saputo da un uccellino che ieri siete tornati a casa insieme ahahah Jade, non ti sembra di correre un po' troppo? Non conoscevi neanche il nome di quel ragazzo fino a ieri sera! - Scoppiò in una rumorosa risata. Infastidita dalle insinuazioni scherzose di Keith, replicai brutalmente.
- No, hai capito male. Mi ha semplicemente riaccompagnata a casa e mi ha aiutato a disinfettare i vari graffi.-
- Ti sei ferita?-
- Niente di grave, non preoccuparti.-
- Per fortuna, giuro che lo uccidevo a quell'Andrew se ti faceva del male... Comunque tornando ad Ed, dopo averti accudito come una piccola infermiera cos'è successo? eh?- rimasi un attimo in silenzio e abbassai il tono di voce. -.. mi sono addormentata!- Keith dopo vari tetativi di trattenere una risata, scoppiò - Sei sempre la solita Jade!- Misi il broncio ero stanca e mi ero addormentata non vedevo nulla di male in questo.
- Comunque mi fapiacere che tu sia bene tesoro. Adesso devo lasciarmi che ho lezione tra poco. Buonagiornata ci sentiamo dopo.- riattccò.
Ero ancora stanca e così mi sdraiai nuovo sul divano ascoltando musica ma nessuna voce mi provocava brividi forti come faceva quella di Ed. Nella mia testa risuonava solo la sua voce e cullata da essa mi riaddormentai.

Qualcuno suonò. Saltai giù dal divano allarmata e mi catapultai alla porta aprendola di scatto. Ritrovai difronte a me il rosso con in mano due buste di Nando's. Rimasi ferma davanti alla porta rendendomi conto dello stato penoso in cui ero, pigiama, capelli arruffai e occhi assonnati, senza pensarci due volte lasciai Ed lì fermo davanti la porta e scappai in camera mia sbattendo la porta. Sentì il rosso entrare ridendo e la porta chiudersi alle sue spalle.
Presi a caso dei vestiti dall'armadio li gettai sul letto e decisi che era meglio farmi una seconda doccia. Non appena uscii dal bagno trovai Ed seduto sul mio letto che mi guardava sorridendo, strinsi l'asciugamano al mio corpo. Ed si alzò e venne verso di me, mi divincolai, corsi velocemente verso il letto presi i vestiti e mi richiusi in bagno.
Mi vestii velocemente, sistemai i capelli, eliminai i residui di trucco della sera precedente e applicai un filo di mascara.

Entrai in cucina e mi fermai alla porta. Trovai la tavola apparecchiata per due, feci una smorfia di stupore. Ed se ne accorse.
- Spero non ti dispiaccia se rimango a cena con te.. Aspetta, magari hai altri impegni! Puoi dirmelo senza problemi vado via subito..- abbassò la faccia imbarazzato probabilmente essendosi reso conto che la sua presenza lì poteva essermi d'impaccio. Avendo compreso il suo disagio cercai di mantenere l'aria più seria che potevo.
-Si! Ho altri impegni per stasera.- Suscitai nel rosso la reazione sperata, sgranò gli occhi, arrossì, divenne improvvisamente più goffo e impacciato del solito.
-Bhè.. scusa.. avrei dovuto immaginarlo, forse è meglio che io vada..
- Non appena mi passò accanto per dirigersi verso l'entrata, lo bloccai per un braccio e lo tirai verso di me. -Hei rosso! Dove credi di andare?- Mi guardò con aria confusa. -Il mio unico impegno per stasera era passare la serata sul divano guardando qualche film..- Vidi la sua faccia rilassarsi, mi cinse i fianchi e la pressione del suo corpo sul mio mi fece aderire del tutto alla porta. I nostri nasi si sfioravano, non mi piaceva quella situazione, mi trovavo in una condizione di svantaggio; così lo spinsi indietro e mi avviai al tavolo sedendomi e guardando Ed che fissava il vuoto con aria stupita e contrariata.
-Muoviti, ho fame!- lo incitai.
Mi guardò ancora più stupito del mio comportamento e si sedette al tavolo per iniziare a cenare.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1755831