Cronache dell'Impero della Fantasia

di Siel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuove Esperienze ***
Capitolo 2: *** Ricordi ***
Capitolo 3: *** Segreti e risposte ***
Capitolo 4: *** Tuoni e fulmini ***
Capitolo 5: *** Scontri a sorpresa ***



Capitolo 1
*** Nuove Esperienze ***


L’Imperatore aprì gli occhi, e sospirò sconfortato. Aveva appena visto l’ennesima possibilità futura finire con la distruzione dell’intero universo.
Non che ne fosse sorpreso o spaventato, dato che era solamente un futuro ancora lontano e solamente possibile, ma era indispettito.
Erano ore, infatti, che viaggiava nell’infido oceano dei futuri e stranamente non aveva ancora individuato la scelta che avrebbe evitato quella che gli esseri umani che popolano il pianeta Terra, chiamano Apocalisse.
L’imperatore si riscosse da questi cupi pensieri, deciso a non arrendersi.
“No! Non può essere l’unica soluzione!” pensò rabbiosamente stringendo i braccioli del maestoso trono su cui era seduto, ricavato da un unico blocco di Oro Stellare, su cui erano state incastonate un’infinità di preziosissime gemme dai mille colori.
Lo schienale era meravigliosamente intagliato e aveva, nel suo punto più alto una sfolgorante gemma che pareva racchiudere in se i colori dell’arcobaleno, la bellezza delle stelle e lo splendore del sole e della luna.
Era circondata da in un cerchio composto da due serpenti, l’uno dorato e l’altro argentato che si mordevano vicendevolmente la coda.
Il Trono era posto al centro di un enorme salone, rialzato di cinque scalini rispetto al pavimento di marmo bianco.
La luce entrava da alte finestre, e veniva riflessa dagli specchi posizionati lungo le pareti.
Dai soffitti a volta, affrescati con scene di leggende e storie fantastiche, pendevano lampadari di cristallo.
L’Imperatore si alzò e scese gli scalini, e iniziò a camminare su e giù con fare pensoso.
“Non può essere l’unica soluzione! Incarnarmi! No!” pensò aggrottando la fronte
“Anche se … ho già esplorato una miriade di futuri... e tutti finiscono nello stesso modo … e pensandoci bene, incarnarmi potrebbe anche essere un’esperienza istruttiva, e parrebbe l’unica alternativa all’accettare il disastro …”.
Sorridendo, l’Imperatore uscì dal salone, attraversando un lungo corridoio con arazzi ricamati riccamente alle pareti che si alternavano agli onnipresenti specchi.
“Consiglio Divino, tutti, Maggiori e Inferiori … Ora!” pensò l’Imperatore rivolto alle sue prime creature, gli Dei.
Con un solo pensiero, appena accennato arrivò nella sala del consiglio, ritrovandosi seduto su di un trono magnifico, anche se meno maestoso del primo.
Schioccò le dita e comparve un’immensa e lunghissima tavolata.
Un altro schiocco delle dita e comparvero le sedie.
Un terzo schiocco fece comparire una tovaglia di seta bianca e bicchieri colmi di ambrosia e succo di fiori di Panacea.
In quell’istante, iniziarono a comparire figure maestose.
Alcune comparvero con lampi di luce, altri con turbini di foglie, ma tutte lo fecero silenziosamente.
Appena arrivate, tutte le figure si voltavano verso il trono e si inchinavano.
Poi, prendevano posto secondo uno schema già noto.
Appena tutti gli scranni furono occupati, ed erano veramente molti, cadde il completo silenzio.
E l’Imperatore parlò.

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Capitolo 2
*** Ricordi ***


<< Innanzitutto benvenuti nella mia umile dimora, che non tutti avevate avuto la possibilità di visitare … forse vi aspettavate qualcosa di più sfarzoso o forse di meno ricco, ma è così che piace a me … >> disse sorridendo con calore l’Imperatore, facendo scorrere lo sguardo sugli Dei che sedevano silenziosamente, in attesa di essere messi al corrente del motivo per cui erano stati convocati così urgentemente, e, cosa più strana, senza distinzioni di livelli.
<< Forse vi starete chiedendo perché vi abbia chiamati tutti … ebbene, è presto detto, ho deciso di incarnarmi >> la sala fu percorsa da un brusio sconvolto << Badate bene>> sussurrò l'Imperatore, sovrastando comunque il mormorio degli Dei
<< Ho detto incarnarmi, non di possedere un corpo di una creatura già esistente, che non conterrebbe la mia Essenza …>> disse tranquillamente l’Imperatore e si interruppe per osservare la reazione degli Dei. Lo sgomento serpeggiava tra la folla divina.
Un Dio con una benda che gli copriva un occhio e con una cotta di maglia dorata e un elmo riccamente decorato si alzò e disse << Vorrei chiedere a Vostra Maestà, se non è di troppo disturbo, quale è il motivo di tale decisione …>>
<< E anche chi supplirebbe alla vostra assenza … in pratica, quando Voi vi sarete incarnato, chi manterrà l’equilibrio tra Bene e Male? E chi preverrà il Ragnarök? >> chiese una bellissima dea dai lunghi capelli dorati e vestita con un semplice vestito rosso.
<< Risponderò prima a Sif, in quanto rispondere alla sua domanda è ben più veloce che non rispondere a quella di Odino … >> disse con un sorriso l’Imperatore << Davvero non ci arrivate? Sarete voi a occuparvi delle sorti dell’universo una volta che mi sarò incarnato … per anticipare una risposta a chi stesse per obbiettare che non avete abbastanza potere, vi dirò che singolarmente è sicuramente vero, ma se uniste tutti i vostri poteri, sareste abbastanza potenti da occupare il mio posto … almeno momentaneamente, ma sappiate che sarà comunque difficile, dato che io da solo sono immensamente più potente di quanto possiate essere tutti voi messi insieme … comunque, i vostri poteri dovrebbero bastare. Per sicurezza, ho accumulato una certa quantità di energia che sarà a vostra disposizione. State però attenti a farvela bastare! Essendo mia, questa energia si alimenterà, ma non se viene utilizzata tutta in una volta... >> disse l’Imperatore
<< Per quanto riguarda la tua domanda, Odino, puoi stare tranquillo e sappi che mi accingo a darti una risposta, che spero ti soddisferà … >> continuò l’Imperatore rivolto al Dio che aveva parlato per primo, che cercava di nascondere l’impazienza, anche se non con molto successo, non essendo passata inosservata agli occhi del Supremo, e che arrossì udendo le sue parole
<< Ebbene, come forse avrete intuito, la mia decisione è dettata da una mossa del Ladro di Vita, e, se non compirò questo passo, l’intero universo verrà distrutto … e non si salverà nessuno da questa catastrofe. Anche se non mi piace molto l’idea di incarnarmi, sono disposto a procedere per la salvezza delle mie creature. Devo ammettere, però, che preferirei evitare la fine restandomene seduto sul mio trono influendo a distanza sulle sorti dell’Impero ma in una situazione come questa ciò che mi piace e ciò che non mi piace non hanno alcun valore … per tornare a noi comunque, ho visto, nella mia “esplorazione” quotidiana dell’universo, che il Ladro di Vita ha già compiuto la mossa che io sto per fare, in altre parole si è già incarnato. Potreste chiedermi come mai io non me ne sia mia accorto prima, dato che sono già tre anni che si è nato, ma dovreste sapere quanto potente egli sia, e inoltre io lo ritenevo relegato nel Nulla in cui lo esiliai molti eoni fa dopo la lotta in cui lo sconfissi … Come fui sciocco! Non controllai mai la sua prigione, ritenendola a prova di fuga, e non pensai che, all’aumentare del mio potere aumentava anche il suo, essendo legati come possono esserlo solo i gemelli >> disse con voce grave l’Imperatore
<< Egli, quindi, dopo innumerevoli tentativi riuscì a cambiare il suo carcere dalle fondamenta, creando un universo parallelo a quello da me creato. Così, egli non incorse nei miei incanti di prigionia … infatti non era uscito dal Nulla >> continuò con tono amaro l’Imperatore
<< Non me ne accorsi anche perché stavo cercando di porre rimedio a ciò che aveva fatto prima che lo esiliassi ... aveva infatti diffuso il male che era in lui, che aveva presto messo radici, corrompendo questo mondo prima puro e intatto >>
<< Scusate se Vi interrompo, ma allora come ha fatto a incarnarsi il Ladro di Vita se è relegato nel suo universo? >> chiese con aria confusa un Dio che indossava un elmo e dei calzari alati.
<< É ciò che vi dirò, ma sappiate che questo è un segreto che finora nessuno che non fosse un Supremo ha mai saputo, e che io ritengo il segreto dei due Universi, la chiave di tutta questa faccenda >> rispose con aria misteriosa l'Imperatore.
E svelò il grande segreto.

Allora... ciao a tutti! :D Questo era il secondo capitolo (pubblicato ovviamente in ritardo... U.U), spero vi sia piaciuto. Se potete, per favore, recensitelo, mi farebbe molto piacere, si accettano qualunque tipo di recensioni, ovviamente... per farmi perdonare del ritardo, comunque, ho deciso di pubblicare il terzo capitolo entro domani, ma solo se raggiungo 2 recensioni per questo capitolo (cosa altamente improbabile... :/ ). Se, invece, non riuscissimo a raggiungere le recensioni, lo pubblicherò Mercoledì. Spero tanto che siate curiosi di sapere ciò che l'Imperatore sta per dire... :P 
Ciao,
Siel

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Capitolo 3
*** Segreti e risposte ***


<< Il Segreto dei due universi è questo: la fine potrà essere evitata solamente con l'unione dei due universi paralleli...e la conseguente distruzione definitiva di almeno un Supremo ... >> disse tristemente l'Imperatore
<< Forse comunque non avete ancora capito come abbia fatto il Nero a incarnarsi in questo universo, quando è incatenato nel suo universo da tempi immemorabili ... ebbene sappiate che l'universo da lui creato non è totalmente opposto a questo. Infatti non è così che se qui esiste la Magia, la non si sa neppure cosa sia. Una diversa relazione esiste tra i due universi, esattamente la stessa relazione che esiste tra me, Il Bianco, L'Onnipotente, Il Buono, Il Creatore, L'Imperatore degli Dei e mio fratello, Il Nero, Il Ladro di Vita, Il Malvagio, Il Distruttore. In pratica, il mondo creato dal mio caro fratello, è il riflesso di questo. Ma questo è solamente riguardante il Bene e il Male. Per il resto, tutto è esattamente identico. In pratica, tutti coloro che esistono in questo universo, esistono automaticamente anche nell'altro, ma se qui essi saranno buoni, nell'altro essi saranno sicuramente malvagi ... spero di essermi spiegato. Per fare un esempio pratico: nell'universo di mio fratello, egli è il buono e io il malvagio, anche se noi Supremi non siamo “sdoppiati” >> disse l’imperatore con una risata
<< Le creature che vi esistono, infatti, sono tutte state create dal Supremo di turno, e viene da se che un Supremo non abbia abbastanza potere per creare un suo simile … come stavo dicendo, comunque, esisteranno un Baldor, un Apollo e una Freya malvagi ... >> disse sorridendo l'Imperatore, guardando uno dopo l'altro gli dei che aveva appena nominato
<< In un certo senso, voi siete solamente la parte benigna del vostro vero Io ... e sareste completi solamente se i due universi fossero uniti. Come due metà della stessa mela, le metà a voi opposte, se unite a voi, darebbero luogo ai veri voi...vi bilancereste a vicenda ... >> riprese il Bianco << E ricordate bene ciò che vi dico: nessuno, e dico nessuno, neppure io e neppure il Nero, per quanto ciò possa sembrarvi impossibile è completamente buono o malvagio. Forse una parte prevale sull'altra, o la parte sottomessa attende dormiente il giungere del momento opportuno per prendere il sopravvento, ma anche nei più benevoli, ci sarà sempre un granello di Male, per quanto microscopico e assopito. Ciò può essere spiegato molto semplicemente: cosa sarebbe il Bene senza il Male? Si potrebbe ancora definire tale? E il Male, sarebbe sempre considerato Male senza il Bene a contrapporglisi? Non credo proprio ... così come non avrebbero senso molte cose tra loro complementari se una delle due non esistesse. >>
<< Scusate l'interruzione Vostra Maestà, ma sbaglio o una volta che Vi sarete incarnato non ricorderete nulla della Vostra vera natura? >> chiese un Dio dai capelli e la barba rossi vestito come Odino con una cotta di maglia dorata, e che portava, appeso alla cintura che ne aumentava le forze, un martello che era detto Mjöllnir.
<< Dici bene, caro Thor >> rispose con un sorriso l'Imperatore
<< Ma quindi sarete indifeso di fronte al Nero! >> disse un dio rispondente al nome di Baldr
<< La tua lingua è stata più veloce del tuo cervello Baldr...anche egli si ritrova nella mia stessa condizione, neppure lui ricorda nulla>>
<< Ma scusate perché non eliminate ora il Nero? Si trova in svantaggio sicuramente ora... >> azzardò una bella dea
<< Perché non è così che deve andare...come potranno spiegarti Fato, Moira, le Norne e le Parche. E anche perché non è uno sciocco e prima di incarnarsi si è protetto con molti incanti...e anche per un ulteriore motivo: è mio fratello. Non mi sembra giusto ucciderlo come un animale privo di parola e intelletto >> disse tranquillamente l'Imperatore
<< Dovete sapere comunque che alla mia incarnazione seguiranno varie catastrofi a livello universale...allineamenti di pianeti, tempeste, terremoti, maremoti, piogge di meteoriti... pandemie e guerre...nulla di ingestibile quindi >> disse con indifferenza l'Imperatore
<< Ma a cosa saranno dovute tutte queste sciagure? >> chiese una dea di nome Dafne
<< Ovviamente alla sua incarnazione! >> rispose con aria saccente Marte
<< Questo era ovvio, ma io voglio sapere quale è, o meglio quale sarà la vera causa di questi disastri...se volete rispondermi >> disse con umiltà Dafne
<< Certo che ti risponderò! >> rispose l'Imperatore << Ebbene, per rispondere a questa domanda, dovrò fare un paragone tra me e voi. Avrete forse notato che quando uno, o una, di voi si incarna, a ciò non seguono grandi catastrofi? Sì, tempeste, qualche eruzione vulcanica … al massimo qualche terremoto. Come avrete intuito, queste disgrazie hanno come origine, il potere dell’essere che si incarna.  Più è potente, infatti, l’essere che si sta incarnando, più gravi saranno i disastri che seguiranno al suo cambiamento di contenitore e non possono essere fermati, dato che è l’essere stesso che le alimenta con il suo potere. L’origine reale di queste reazioni è che con l’incarnarsi, andate contro le regole basilari dell’universo. Infatti è stabilito che ogni essere deve mantenere la sua forma originale, qualunque essa sia. Perciò, tentando di incarnarvi, rischiate di spezzare l’ordine cosmico che a ogni incarnazione infatti ha un contraccolpo. Per farvi un esempio semplificato, è come se una mosca prova a passare attraverso una ragnatela. La maggior parte delle mosche, che sareste voi, riesce a passarvi attraverso ma provoca qualche vibrazione nella ragnatela. Altre invece, rimangono invischiate nella ragnatela, venendo divorate dal ragno, ma prima della morte, si agitano cercando di liberarsi e agitandosi scuotono la ragnatela, ossia la trama dell’universo. Ebbene, grazie al mio intervento, nessuna mosca è stata divorata dal ragno … per questo vi consiglio di non provare a incarnarvi in mia assenza … non potrei salvarvi in caso negativo >> disse cupamente l’Imperatore
<< Tornando a noi, se una libellula si scagliasse contro la tela, essa non resisterebbe all’impatto, distruggendosi. Ebbene la libellula sono io. Se provassi a incarnarmi senza protezioni, io non subirei alcun danno, ma tutto il creato sarebbe distrutto >>
<< Ma allora come farete a incarnarvi evitando tutto ciò?>> chiese Temi
<< Come vi ho già detto, ciò accadrebbe se io non prendessi delle precauzioni. Ho usato tutti i poteri a mia disposizione, e sono molti per attutire l’impatto che avrà la mia incarnazione sulla trama dell’universo, ma essa ne subirà comunque un contraccolpo, per quanto minimo rispetto all’originale >> disse l’Imperatore
<< Bene … credo di avervi detto tutto … ah, sì … quasi dimenticavo, mi incarnerò entro 10 giorni, il Consiglio è ufficialmente finito, addio a tutti! E ricordate, non provate a incarnarvi in mia assenza, lo dico per la vostra incolumità! Fino a ora, a ogni incarnazione proteggevo l’universo dal contraccolpo, ma da ora non ci sarò più … e qualunque atto straordinario andrebbe ad attingere energia dalla riserva di potere che vi ho lasciato… >> ammonì l’Imperatore.
Le divinità si alzarono all’unisono e iniziarono a scomparire, sempre silenziosamente come erano apparse.
Dopo pochi istanti la sala era vuota, a eccezione di una vecchia che era rimasta in piedi in un angolo del salone, e che ora si dirigeva camminando lentamente e stancamente verso il trono.
L’Imperatore la vide, la riconobbe e batté le mani.
Tavoli, sedie tovaglia e calici scomparvero.
Nel frattempo, la vecchia era arrivata davanti agli scalini che portavano al trono.
Salì con esasperante lentezza i gradini e arrivò innanzi all’Imperatore.
Si fermò per un attimo ansimante.
L’Imperatore, fino ad allora rimasto impassibile, sorrise.

 Ciao a tutti! Come vi pare questo capitolo? Spero vi sia piaciuto, e anche che siate curiosi di sapere chi sia l'anziano signora che vuole parlare al Creatore... Beh, lo saprete nella prossima puntata! :D ahahah! In ogni caso, ho deciso che ogni volta che pubblicherò un capitolo vi dirò il titolo del prossimo... Così, per lasciarsi ancor più dubbio! :D
Il titolo del capitolo quarto è Tuoni e fulmini.

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Capitolo 4
*** Tuoni e fulmini ***


La vecchia aveva una massa di capelli bianchi come la neve.
Il volto era segnato dalle rughe, così abbondanti che era difficile distinguerne con sicurezza i lineamenti.
La cosa più inquietante, erano gli occhi, completamente bianchi.
Era abbigliata con un lungo vestito di lino decorato da ghirigori colorati con ogni sfumatura immaginabile di grigio e nero.
Si appoggiava a un bastone di legno di cipresso, sulla cui sommità era incastrata una sfera bianca, che brillava debolmente di una luce opaca.
Prima che l’Imperatore potesse dire alcunché, la vecchia parlò
<< Chiedo infinitamente perdono, o venerabile Creatore, ma non credo di riuscire a inchinarmi, sto diventando decisamente troppo vecchia per queste cose >> ammise con tono di scusa
<< Non importa o Ananke, siamo entrambi molto antichi, anche se decisamente non coetanei >> disse il Creatore, con una mezza risata, come se anche solo il pensiero che la vecchia avesse la sua stessa età fosse ridicolo
<< Per te, quindi, posso anche transigere sull'etichetta. In fondo hai sempre assolto il tuo compito senza lamentele e con zelo impressionante. Anche se, in realtà, ti ho creata proprio perché rispondessi a queste caratteristiche, quindi non dovrebbe essere così bizzarro. Ma purtroppo >> disse il Bianco con un sospiro
<< da quando il Nero ha contaminato questo mondo, anche le creature più pure paiono ribellarsi alla propria natura ... Ma sto divagando. In virtù del tuo ruolo e dei tuoi poteri quindi, ti esento dall'inchino. Sappi che più che per fattori di potere, lo faccio per fattori di forma, come dire, fisica >> disse l'Imperatore
osservando stupito l'aspetto decrepito della donna.
Sembrava fragilissima, e, per un attimo, pur sapendo che la realtà fosse ben differente dall'apparenza, il Creatore temette che si sarebbe sbriciolata al primo soffio di vento.
<< Era da moltissimi eoni che non ci incontravamo direttamente. Devo ammettere che ti ricordavo ben più giovane >> disse l’Imperatore
<< Bah! La giovinezza è un’età sopravvalutata. E poi, io sono Ananke! Il destino! E condivido con Fato il controllo delle sorti di tutti! Non sarebbe consono al ruolo che rivesto l’essere giovane e leggiadra >> disse con stizza, segno che essere vecchia non le era poi così indifferente
<< Tu invece sei sempre lo stesso, ed è incredibile! Ci si aspetterebbe che almeno fossi meno potente di me giacché possiedi l’eterna giovinezza, e invece è proprio il contrario! >> disse con tono burbero Ananke
<< Ma passando ad argomenti più importanti del nostro aspetto esteriore >> disse Ananke sottolineando l'aggettivo esteriore << Mi sono trattenuta per chiederti se sai davvero ciò che vuoi fare >> disse Ananke, guardando severamente l’Imperatore
<< Non venirmi a fare la predica, so benissimo ciò che farò, non sono uno sprovveduto e questo dovresti saperlo, tu, forse più di chiunque altro! E poi, da quando c'è stato uno scambio di ruoli? >> disse irritato l’Imperatore, arcuando un sopracciglio
<< Te lo sto chiedendo perché ho visto ciò che accadrà!>> rispose Ananke
<< Ho visto anche io, e,forse, ho visto più di te! In ogni caso, il futuro può essere cambiato >> disse il Creatore
<< Non sempre. E non da tutti! >> rispose con voce grave Ananke
<< Le tue parole sono veritiere, ma, al tempo stesso, dovresti essere la prima a sapere quanto io possa fare, o ti sei forse dimenticata tutte le volte che ho riscritto il destino? E dimentichi, forse, quando cambiai il passato? Ricorda Ananke, ricorda. E capirai che per me non valgono le regole che valgono per voi. Io sono un Supremo! E nulla può fermarmi >> rispose con tranquillità l’Imperatore
<< Nella vostra forma attuale forse no. Ma da incarnato sì! E avrei qualcosa da commentare sul fatto che nessuno possa fermarti, dato che esiste un altro Supremo con cui non mi sembra sia tutto rose e fiori! >> rispose Ananke con malizia
<< Con “nulla può fermarmi”, mi riferivo a tutti coloro che non sono Supremi. E in ogni caso sì, so a cosa porterà la mia scelta ... e sappi che ho già un piano di riserva per quando sarà, come dire, tutto finito. Non lo hai ancora visto? Strano, l’ho ideato da molto tempo >> questa volta toccò all'Imperatore sorridere con malizia
<< Beh, sì, non sono una macchina che vede sempre le scelte di tutti all’istante, e come ti ho già detto, la vecchiaia non aiuta >> ciò detto, Ananke chiuse gli occhi e corrugò la fronte, infittendo ancor di più il già intricato labirinto di rughe
<< Sì, in effetti ora vedo … interessante … e molto ambizioso anche. Ma sei sicuro che funzionerà? Sei sicuro che accetterà? >>
<< Non lo sarò fino a quando non sarà giunto quel momento ma, come ti ho già detto, nessuno oltre a un Supremo può tenere il sommo potere senza esserne consumato e Lei è l’unica sopravvissuta >> disse con tristezza l’Imperatore
<< E non posso raggiungerla ora. Vedremo, o Ananke, solo il tempo darà una risposta ai nostri quesiti >>
<< Ma sei davvero sicuro che sia la scelta giusta? Se accettasse, sarebbe un grande onore, certo, ma anche un grande onere >> insistette con voce preoccupata Ananke
<< E ricordati che il tuo principale scopo è quello di scegliere il migliore avvenire per l’universo, non solo per te! >>
Ecco. Questa era una frase che nessuno avrebbe mai dovuto dire al Creatore.
I lampadari di cristallo iniziarono a tintinnare, e il cielo sopra il castello si rannuvolò.
<< Perché cosa credi che faccia da miliardi di miliardi di anni? Da quando ho creato tutto questo >> disse l'Imperatore allargando le braccia, a indicare tutta la sala << non faccio altro che preoccuparmene! Fortunatamente non ho bisogni di alcun genere, altrimenti se avessi bisogno di dormire, anche per poco tempo, non so cosa accadrebbe! Probabilmente i mortali si dichiarerebbero guerre di proporzioni immani! Che per varie coincidenze potrebbero portare addirittura all’Apocalisse! >> disse con rabbia l’Imperatore, stringendo convulsamente i braccioli del trono, che, anche se fatto di Oro Stellare, il metallo più prezioso e resistente dell'universo, scricchiolò sotto la stretta possente dell’Imperatore.
Il cielo, era intanto diventato nero carbone.
Lampi illuminavano il salone, che rimbombava per il fragore dei tuoni.
L’intero palazzo iniziò a tremare, segno evidente che l’Imperatore era in procinto di perdere il controllo.
<< Ah sì! Ecco cosa facevi tu, mentre io cambiavo il destino! Eri nella tua torre solitaria a filarlo! Proprio quel destino che Io avevo creato! >> I braccioli del trono si disintegrarono con uno schianto, non reggendo oltre alla stretta dell’Imperatore, che si alzò in piedi.
Qualunque essere magico possiede un'Aura, che è sempre invisibile, tranne ai sensitivi, ma il Creatore non seguiva le leggi dell'universo.
Più spesso tendeva a crearle.
In ogni caso, l'aria intorno a lui parve farsi più pesante, elettrica.
Era il potere dell'Imperatore, che stava fuoriuscendo dal suo corpo come acqua da una falla in una diga.
In pochi istanti, quella che pareva una sorta di debole energia aveva riempito la sala, facendo rabbrividire Ananke, che sentiva il potere del Creatore addensarsi intorno a lei, divenendo sempre più solido e concreto.
Il Bianco era ora circondato da una sorta di luccicante sfavillio dorato, il colore della Magia, il colore del Vero potere.
La Dea trasse un lungo, tremante sospiro, lottando con tutte le forze perché la magia, che ormai stava premendo contro il suo corpo da tutte le direzioni non le impedisse di respirare.
La magia non è mai visibile.
O almeno, non lo è quella utilizzata dalle creature create.
La Magia dei Supremi è la Vera Magia, quella di cui sono composti.
Quella Magia che, gentilmente, accetta di concedere degli infimi poteri alle creature che non la comprendono veramente.
Una differenza tra la Vera Magia e la Magia dei Creati è proprio questa: la sua visibilità.
Ananke, fu scossa da un brivido, sentiva il potere, il Vero potere, quel potere che avrebbe potuto far sorgere un'isola dal mare senza perdere potenza, scorrerle intorno, percependo il suo movimento come quello di migliaia di larve brulicanti.
Per fortuna della Dea, il potere non sembrava interessato a lei.
Pur restando terribilmente opprimente, la spinta magica si attenuò, lasciandola libera di respirare.
Si accorse solo allora che il potere l'aveva spinta giù dalla piattaforma del trono.
Ringraziò il cielo che la Magia non fosse uscita dal Creatore con più violenza, altrimenti sarebbe stata scaraventata al suolo.
In quel momento i lampadari iniziarono a tremare, sempre più violentemente, così come il palazzo.
I vetri degli specchi e delle innumerevoli vetrate andarono in frantumi contemporaneamente, e una pioggia scintillante cadde sul marmoreo pavimento della sala.
I tuoni erano sempre più forti, e i lampi sempre più luminosi.
Con uno squarcio rumoroso, le lastre di marmo bianco che fungevano da pavimento, si spezzarono.
Dal soffitto cominciarono a cadere pezzi di intonaco dipinto.
Con un terribile schianto, tutti i lampadari si staccarono dal soffitto a volte e caddero al suolo.
Ananke osservo la scena con orrore, e si affrettò a sollevare uno scudo magico, per proteggersi dalle mortali schegge di cristallo che sarebbero volare per l'intera sala da un momento all'altro.
Il tempo parve fermarsi, fin quando i lampadari si schiantarono al suolo con un rumore terribile.
Appena toccarono terra, i cristalli andarono in frantumi, provocando un’altra pioggia scintillante che si riversò sul pavimento distrutto.
<< Non c’è bisogno che tu faccia sfoggio della tua potenza in questo modo innanzi a me, sappi che la conosco bene! >> disse tranquillamente Ananke, abbassando cautamente lo scudo magico, ancora scossa per la stretta dell'immenso potere del Creatore
<< Bah! Io non faccio mai sfoggio dei miei poteri, anche se ne avrei ben donde! >> disse l'Imperatore scoccandole uno sguardo infuocato, tanto che Ananke sentì l'aria scaldarsi, crepitando minacciosamente
<< Ma credo dovresti sapere che i poteri sono collegati alle emozioni, e non ho alcuna intenzione di censurarle in casa mia, nel mio castello! >>rispose beffardamente l’Imperatore.
Il cielo era nuovamente terso, e le ultime nuvole stavano svanendo all’orizzonte.
L’Imperatore si guardò intorno e, per nulla preoccupato, batté le ciglia.
Forse era stato troppo plateale, pensò soprappensiero, ma in fondo era servito a fargli scaricare un po' di tensione...
Lentamente, tutte le cose cominciarono a tornare al proprio posto, non senza ripararsi.
<< In ogni caso, non vedo il motivo di reagire con tanta ostilità! Il mio non era né un ammonimento né una critica! Era solamente un consiglio >> disse Ananke, con una punta d'irritazione, probabilmente causata dallo spavento che si era presa
<< Grazie al mio compito, infatti, posso vedere tutto o quasi, e ho veduto per miliardi di anni tu che lavoravi per me, per noi, anzi per tutto il creato! Ed è per questo che da quando filo il destino, non ho mai dubitato del tuo continuo sforzo e impegno per far sopravvivere tutti noi. Come ho già detto il mio era solo un consiglio, e ti chiedo perdono se ti è sembrata una critica o qualcos’altro>> disse con semplicità Ananke
<< No Ananke, sono io che ti chiedo perdono per la mia reazione sconsiderata! >> Disse il Creatore con un sospiro, facendo rifluire il potere dentro di se.
<< Ma sai, sono costantemente in ansia per … beh, a dire il vero per tutto!>> disse con un sorriso di scusa l’Imperatore
<< Quindi ti ringrazio infinitamente per il consiglio, veneranda Ananke>>
<< Oh, smettila di farmi complimenti! Mi fai sentire così vecchia! Beh, abbiamo chiacchierato anche troppo a lungo, ora devo andare! >> < br /> << Così presto? >> disse sorridendo l’Imperatore
<< Come se non sapessi che me ne stavo per andare! >> rispose con una smorfia Ananke
<< Vorrei rimanere, ma sai com’è … il "destino" mi chiama >> disse la vecchia, sparendo in una nuvola di fumo grigio, ridendo ancora della sua battuta.
<< Beh … arrivederci cara Ananke …>> disse piano l’Imperatore, smaterializzandosi e riapparendo nella sala del trono, dove si abbandonò stancamente sul trono.


Allora... spero questo capitolo vi sia piaciuto... innanzitutto avrete notato che ho pubblicato in anticipo: questo perchè oggi sono più allegro del solito...
In ogni caso, non parliamo di me, ma del capitolo...
Si iniziano a vedere, anche se in minima parte, i poteri del Creatore, e fate la conoscenza di un personaggio che FORSE riapparirà in un futuro MOLTO lontano... :D Questo capitolo mi piace, perchè finalmente c'è un po' d'azione ... non dovrebbero esserci Orrori, ortograficamente parlando, poichè l'ho corretto, aggiungendo anche varie parti per renderlo ben più realistico e interessante...

Spero vi siate posti qualche domanda senza risposte tipo:
Cosa succederà ora? Riuscirà l'Imperatore a incarnarsi?
O dovrà scontrarsi contro quelle misteriose entità che
<< da quando il Nero ha contaminato questo mondo ... paiono ribellarsi alla propria natura ... >> ?
E chi è la misteriosa LEI di cui parlano il Creatore e Ananke? Vorreste saperlo? Sì? Beh ... mi dispiace, ma non posso dirvelo. Rovinerebbe la sopresa. In fondo, però, non è così difficile... provate a leggere attentamente TUTTA la storia, e forse capirete...
Se volete sapere cosa succederà ora che la storia si fa più viva e vibrante, aspettate venerdì. Allora pubblicherò il capitolo quinto, che si chiama: Scontri a sorpresa

Ultima cosa, prima di lasciarvi nelle limacciose paludi dei dubbi e delle ipotesi...
Questo capitolo vi è piaciuto?
Cosa potrebbe essere migliorato?
Avete dei dubbi?
Se volete, recensite pure! Nessun genere di commento è disprezzato! (Pur restando nel regolamento del sito ovvio... U.U )

Sperando in molte recensioni,
Siel

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Capitolo 5
*** Scontri a sorpresa ***


L’Imperatore, era seduto sul trono, con gli occhi chiusi.
Poi sorrise e disse, sempre con gli occhi chiusi << Da quanto tempo … è un vero piacere averti nella mia umile dimora! >>
Una figura alta, vestita con un lungo mantello nero dai riflessi argentei era apparsa all’ingresso della sala.
Il volto era nascosto da un cappuccio dello stesso colore del mantello, che nascondeva tutto del misterioso personaggio, tranne la figura.
Si diresse verso il trono scivolando sul pavimento.
Giunto di fronte al trono si fermò. L’Imperatore lo guardò con un sorriso enigmatico.
<< Come ho già detto, è un vero piacere averti qui, ma non posso fare a meno di chiedermi quale sia lo scopo di questa visita così … silenziosa >> continuò facendosi serio.
La figura non parlò, ma con un lento gesto del braccio mostrò all’Imperatore un grande foglio di pergamena, appena apparso, ricoperto da lunghe liste di nomi.
L’Imperatore scrutò la pergamena, sapendo già cosa volesse dire il misterioso personaggio.
<< Non comprendo, spiegami meglio >> disse.
La figura fece un altro gesto, e tutti i nomi, tranne uno, sbiadirono.
L’inchiostro dell’unico nome rimasto, da nero divenne rosso sangue.
<< Ah, sì la questione della mia morte … mi stavo chiedendo quando ti saresti presentato … ma non ho forse intravisto, oltre al mio Vero Nome, anche quello di mio fratello? Non indica quella lista anche i probabili morti del futuro? Ebbene, sappi che io ho le stesse possibilità di morire che ha mio fratello, tutto dipende da come giocherò la mia partita e quanto alla morte, non credo sarebbe così terribile, senz’altro la potremmo considerare come un’esperienza nuova. Da paragonare all’incarnazione >> disse con indifferenza l’Imperatore.
<< Se sei venuto solo per questo, puoi andare, ti ringrazio dell’avvertimento, ma sono già al corrente dei rischi che corro, come ho già detto ad Ananke >>
nonostante questo, la figura, non accennò ad andarsene.
Con un altro movimento del braccio, la lista si rimpicciolì e volò in una tasca del lungo mantello del personaggio.
Poi, egli mise una mano in un’altra tasca e ne estrasse un lucchetto d’ossidiana, con decorazioni d’argento.
Il lucchetto era chiuso intorno a un anello, fatto dello stesso materiale, ma su cui era incastonato un diamante che brillò alla luce del sole riflessa dagli specchi.
L’Imperatore lo scrutò, e disse << Sì, mi ricordo dei quattro lucchetti e delle rispettive chiavi … e so anche che qualora dovessi falciarmi mio caro Morte, tu e i tuoi amici Cavalieri sareste liberi dalla morsa che vi ho imposto. E so anche che con la mia incarnazione, è destino che io vi liberi … perciò, ecco a te le quattro chiavi >> continuò l’Imperatore seriamente, schioccando le dita.
Apparvero quattro chiavi, ognuna fatta di una differente minerale.
<< Ma ricordati, e ricorda anche a Guerra, Carestia e Pestilenza, che quando tornerò … se tornerò, dovrete fare i conti con me … e potrei non essere clemente come lo fui quando obbedii al corso del destino decidendo di non distruggervi e togliendovi gli anelli, proteggendo l’universo dalla vostra furia di distruzione … perciò, prima di sterminare intere nazioni, infettare villaggi, affamare città e scatenare immani guerre, pensate a come reagirò al mio ritorno >> ammonì tranquillamente l’Imperatore.
La figura annuì con aria seria, pur sembrando poco d'accordo.
Allungò un braccio verso le chiavi.
Così facendo, la manica del vestito scivolò, rivelando un braccio scarnificato.
Della carne, se ve ne era mai stata, non restava più traccia.
Le ossa erano bianche e levigate.
Quando la mano scheletrica afferrò la chiave, si udì un tuono.
Con evidente soddisfazione, Morte infilò la chiave nella serratura del grande lucchetto.
Si udì uno scatto, e dopo cinque giri, il lucchetto si aprì.
L’anello si liberò, ma invece di cadere al suolo, si diresse verso la mano del suo legittimo padrone.
Appena si fu infilato sullo scheletrico anulare della mano destra, dall’anello scaturì un’onda d’urto.
L’Imperatore rimase impassibile.
L’onda d’urto, color fumo, passò intorno al trono, senza neppure sfiorarlo.
L’urto, fece cadere il nero cappuccio del mantello dal capo di Morte, rivelando il suo vero viso.
Un teschio era il capo dell'oscura figura.
Nell’ombra delle orbite incavate, brillavano due occhi rossi, come fiamme di candele in una notte senza luna e senza stelle, come tizzoni ardenti.
E finalmente il Cavaliere dell’Apocalisse parlò con voce profonda << Ora che sono, anzi siamo liberi, posso parlare liberamente, senza timore di ripercussioni … sappi che farò tutto ciò che è in mio potere per annoverarti tra le mie vittime. E sappi che non mi interessa quante vittime dovrò falciare, pur di esaudire questo mio desiderio. Sappi che non è per odio primigenio, ma solamente perché nessuno può tenermi prigioniero, neppure un Supremo! Mi rifiuto di accettarlo! >> disse con odio palese il malvagio essere.
<< Bah! Se nessuno può tenerti imprigionato, sapresti forse svelarmi come ci sono riuscito per miliardi di miliardi di anni? >> chiese con voce beffarda l’Imperatore
<< E per quanto riguarda il tuo desiderio … mi dispiace di non poterlo esaudire, ma ho degli impegni già presi … e alquanto urgenti a dire il vero, per cui, se hai detto tutto ciò che dovevi, potresti andartene? >> continuò l’Imperatore con sempre più marcata ironia.
<< Non sei degno di essere l’Imperatore dell’universo! Non sei neppure degno di essere un Supremo! Io rifiuto la tua sovranità! Il vero Imperatore non sei tu, bensì tuo fratello! >> disse la Morte.
L’anello di ossidiana emanava uno strano bagliore, e pareva incandescente.
L’Imperatore ribatté tranquillamente << Non mi importa nulla se tu riconosci o no la mia sovranità! Ho smesso di interessarmi del giudizio dei Creati molto tempo fa. A dire il vero, proprio quando tu tradisti, consegnando al Nero questo universo, condannandolo all'Apocalisse. Ma comunque, diciamo pure che sono abbastanza sicuro su chi sia il legittimo Imperatore, e nessuno, tranne me, può essere annoverato nell'elenco. Non capisci? Non ti distruggo solo per non alterare l’equilibrio cosmico, e beh, anche perché tu fosti una delle creature che creai per prime … certo, il fatto che tu fosti anche una delle prime a passare dalla parte del mio caro fratello, quando tentò la scalata al potere, non gioca molto a tuo favore. Ma sappi che il destino è stato riscritto già altre volte, e per molto meno! >> ammonì l’Imperatore
<< E che in pochi milioni di anni un universo può trovare un nuovo equilibrio cosmico, in cui la morte potrebbe non esistere! >>
<< È forse una minaccia questa? >>
chiese con aria di sfida il Cavaliere
<< Esattamente Morte, vedo che hai compreso ciò che stavo tentando di comunicarti >> disse senza scomporsi l’Imperatore, rivolgendo al Cavaliere un sorriso angelico
<< È inaccettabile! Io che vengo minacciato! >> sibilò la Morte irata, gli occhi rossi più scintillanti che mai, che aveva creduto che il Creatore non avrebbe mai ammesso le sue intenzioni.
Improvvisamente, mosse entrambe le mani e fece dei complicati ma veloci gesti diretti all’Imperatore.
Una scia di energia nera fu scagliata ad altissima velocità dai palmi del Cavaliere dell’Apocalisse verso il Creatore.
Che rimase impassibile, e non muovendo neppure un dito.
Invece che colpire il Bianco, la sfera di energia fece un giro intorno al trono e si ingrandì, divenendo bianca.
Si diresse a velocità doppia rispetto a prima verso la Morte, colpendola in pieno petto.
L’essere, preso di sorpresa, fu scaraventato attraverso tutta la Sala del Trono, andando a schiantarsi contro una colonna di marmo bianco, e cadendo poi al suolo, senza un gemito.
Si alzò a fatica, e la luce dei suoi occhi brillava più vivida e maligna che mai, mandando bagliori rossastri.
Alzò un braccio e si preparò a lanciare un’altra sfera di energia.
Nell’istante in cui provò a scagliarla si accorse dello sbaglio che aveva appena compiuto ritentando ad attaccare l’Imperatore.
Infatti, nonostante il Creatore non si fosse mosso, il Cavaliere dell’Apocalisse fu costretto a ringoiare tutta l’energia che stava espellendo, un processo a dir poco doloroso, vista la natura dell'incanto che stava per lanciare contro il Bianco.
La Morte urlò.
Un urlo sovrumano, contenente il dolore di innumerevoli innocenti che erano stati sterminati con estremo piacere dal malefico essere.
Dopo qualche istante tutto finì, e il Cavaliere rimase in terra ansante.
<< È così che guadagni la lealtà dei tuoi sudditi? >> disse con scherno, ma con voce rotta, ansimando.
L’Imperatore sorrise.
<< E tu è così che credi di spodestarmi? Se la risposta è si, sappi che sei decisamente patetico. Sembri tanto fiero del potere che hai appena riguadagnato, che non comprendi quello che vuoi scatenare. Vuoi il potere? Lo percepisci? Questo, è il Vero potere >> sibilò l'Imperatore, irritato.
La sua energia iniziò a turbinare, uscendo dal suo corpo, circondando il Creatore di una strana atmosfera vibrante e dorata, che rese il suo aspetto ancora più sublime alla vista, ma, al contempo, anche più alieno di quanto già non fosse.
Il potere si espanse per la sala, riempiendo ogni angolo.
Non parve creare danni, se non il solito senso di oppressione che però, mentre in presenza di Ananke era stato pur se pesante, sostenibile, iniziò a diventare più pesante.
La Morte, che si era rialzata, fu costretta a prostrarsi al suolo, lottando invano contro la spinta della Magia del Creatore, che fece una smorfia, liberando il Cavaliere e proiettando la propria energia verso le fondamenta del castello.
Il palazzo cominciò a tremare, ma in modo differente da prima.
Non era un tremore di distruzione, bensì un tremore che scuoteva l’intero edificio senza causare danni.
<< Non ti conviene sfidarmi o Morte. Non sai ciò a cui stai andando incontro. Ed è molto, moltissimo tempo che non provo … i sentimenti che le tue parole hanno scatenato in me. Non hai neppure la più pallida idea di quanto io sia potente. Forse conosci la potenza dei Supremi, ma ti assicuro che io ho sviluppato enormemente i miei poteri, e la tua piccola e insulsa mente di Creato traditore, non può contemplare la grandezza della mia Magia. Se volessi eliminarti, non dovrei neppure muovermi. Mi basterebbe accennare un pensiero di distruzione nei tuoi confronti. Se pensi che non avrei mai il coraggio di farlo, ti conviene ricrederti. Potrei anche cambiare il passato, cosicché nessuno si ricordi della tua esistenza. Oppure potrei distruggerti completamente. Sai cosa significa? Sarà come se tu non fossi mai esistito … perciò frena le tue impertinenti parole. Sento già l’ira scorrere insieme all'icore nelle mie auree vene, pronta a fuoriuscire da me sotto forma di poteri che non potresti neppure sognarti di fermare >> continuò con un sorriso enigmatico il Creatore.
La Morte ribatté << Le tue sono solo parole! Non sono queste a contare! Sono i fatti! Quei fatti che tuo fratello era ben disposto a compiere! >> la frase del Cavaliere fu interrotta dal suo grido di dolore.
L’Imperatore si era alzato dal Trono, e stava scendendo con calma i gradini, mentre tendeva una mano tesa ad artiglio verso la Morte.
Il Cavaliere dell’Apocalisse fu sollevato dal suolo, mentre si contorceva in preda al dolore, soffocando i gemiti per non dare la soddisfazione di vederlo soffrire al Creatore.
<< Non continuare a irritarmi! Lo dico per il tuo bene. Come ho già detto nel Consiglio Divino, in ognuno di noi c’è sia il Bene che il Male, anche se in differenti quantità. Ebbene, parlare di mio fratello, specie ora, non è certo il modo per rendermi più clemente e disponibile al perdono. Specie nei tuoi confronti, dato che hai già dimostrato di non essere molto fedele e leale nei confronti del tuo unico, vero Creatore. Ciò che accadde sono affari miei e suoi, e, certamente, non tuoi! Anche se le nostre scelte influenzano l'universo e quindi voi, nulla vi da il diritto di intromettervi! Pensate di sapere quali siano le vere ragioni del conflitto? Beh, vi sbagliate, e anche di molto >> disse l'Imperatore, pensando alla reale ragione per cui il Grande Scisma aveva avuto origine.
<< Ma sto divagando, e forse le mie parole non ti interessano, visto il dolore che stai provando. Com'è? Doloroso? Questo è solo un assaggio di ciò che potrei farti provare. Ma tornando al concetto di bene e male, cosa stavo dicendo? Ah, ma certo! Ti stavo ammonendo di non irritarmi, perché ora stai facendo emergere la parte che più tengo nascosta! >> continuò l’Imperatore con voce vellutata, facendo accompagnare il suono della voce da uno strano potere, che fece rabbrividire l'oscuro Cavaliere fin nel profondo.
<< Ah, a quanto pare sono arrivati anche i tuoi colleghi! >> disse il Bianco, con voce lievemente annoiata.
Infatti, subito dopo, sulla soglia della porta dorata comparvero tre figure.
Pestilenza, Carestia e Guerra.
Tutti e tre portavano i loro anelli, da poco liberati dalla prigione di potere imposta da tempo immemore dall'Imperatore.
Il Creatore abbassò la mano, facendo cessare il flusso di potere che teneva il Cavaliere sollevato a mezz'aria.
Morte cadde al suolo, e una volta atterrato scomparve, ricomparendo accanto ai suoi compagni.
Pestilenza, una figura vestita di un lungo mantello verde palude, sporco di quello che pareva fango, e circondata da un nugolo di insetti velenosi, disse con voce servile e melliflua << Imperatore! Da quanto tempo! Troppo! Abbiamo sentito le grida del nostro fratello ... Torturi uno solo di noi, e di nascosto per giunta, per paura di doverci affrontare tutti? Non ti facevamo così vile! Permettici di ripagare con eguale moneta ciò che è stato per noi essere tenuti prigionieri per tutti questi millenni, e ciò che Morte ha dovuto ingiustamente subire! >>
La voce di Pestilenza era graffiante, un insulto al senso dell'udito, ma, apparentemente, non infastidì l'Imperatore, che rimase impassibile, un'espressione indecifrabile sul volto.
Carestia, una scheletrica figura vestita di stracci grigi e polverosi annuì con un orrido sorriso, che parve più simile a una smorfia, e fece un passo avanti, venendo verso il Bianco.
Subito dopo veniva Guerra, un essere emaciato, vestito con una cotta di maglia e un elmo rugginosi e terribilmente rovinati.
All’unisono tutti e quattro i Cavalieri allungarono un braccio verso l’Imperatore e lanciarono ognuno una sfera di energia di colori uguali agli stracci vestiti del creatore del malvagio incantesimo.
L’Imperatore rise e disse, fingendosi terrorizzato << O no! Un ammutinamento! Come farò?! Dovrò forse soccombere ai villici che si ribellano? Beh … credo proprio di no! >> concluse con aria feroce.
Allargò le braccia, e sorrise.
Fu circondato da un’intensa luce bianca, che parve assorbire le sfere di energia lanciate dai Cavalieri, nutrendosi dell'energia contenuta in quei sortilegi per contrastarli, annullandoli.
<< È tutto quello che sapete fare? >> chiese con voce annoiata l’Imperatore, accennando un impertinente sbadiglio
<< Se sì, sappiate che queste non sono che le briciole di un attacco a cui vi avrei sottoposti io, se avessi voluto … mettervi fuori combattimento. Ma suppongo che i grandi e possenti Cavalieri dell'Apocalisse stiano solamente giocando! Devo forse aver paura per i vostri prossimo attacchi? >> chiese l'Imperatore, fingendosi stupito.
I Cavalieri, si smaterializzarono con un ringhio di rabbia, e ricomparirono in queste posizioni rispetto al Bianco: Morte di fronte, Guerra dietro, Carestia a destra e Pestilenza alla sua sinistra.
All’unisono i loro anelli si illuminarono sinistramente, ed eruttarono delle mortali sfere di fuoco.
Con una risata di scherno, l’Imperatore fece una piroetta, sparendo.
La stessa cosa fecero i Cavalieri, per non essere colpiti dalle sfere infuocate dei compagni, che si schiantarono sulle colonne della Sala del Trono, che si coprirono di ragnatele di crepe, nonostante fossero fatte di marmo.
I quattro ricomparirono e si guardarono intorno, non sapendo da dove sarebbe potuto arrivare il prossimo attacco.
<< Non siete molto gentili … io vi ospito, accogliendovi a braccia aperte, nella mia umile dimora, e voi cosa fate? Appena scompaio iniziate a raderla al suolo? >> disse l’Imperatore con tono severo.
Era riapparso, ed era piegato verso le crepe comparse su una colonna.
Appoggiò un palmo sul freddo marmo e sorrise, lasciando fluire il potere dalla mano.
Le crepe iniziarono a scomparire, partendo dalle più esterne, come se la mano del Bianco le stesse attirando a se, fino a lasciare la superficie marmorea intatta.
L’Imperatore scomparve nuovamente, riapparendo accanto a un'altra colonna.
Dopo ciò, ripeté l’operazione finché tutte le colonne furono rimesse a nuovo, facendo sempre attenzione a non farsi colpire dai Cavalieri, sempre più furibondi per la sconfitta che riuscivano a prevedere.
<< Bah! Non siete degli avversari molto stimolanti. Devo ammettere che vi credevo ben più potenti. Non potete neppure dire di essere spossati, in fondo i vostri pieni poteri hanno riposato per molto, molto tempo … facciamo così, per rendere più … leale nei vostri confronti lo scontro che avete voluto con cotanta insistenza: non userò i miei poteri, ma solo il mio corpo … detto in parole povere, diciamo che voi potete usare i vostri, ma io no: combatterò una quel tipo di incontro che i mortali chiamano combattimento corpo a corpo >> disse l’Imperatore.
I Cavalieri, consci del fatto che non sarebbe venuto meno a ciò che aveva stabilito lui stesso, non esitarono ad attaccare, cercando di riuscire almeno a sfiorare il Creatore.
Le sfere di fuoco, colpivano però solo il marmoreo pavimento, con sempre più grande fastidio dei quattro.
L’Imperatore, infatti, stava correndo attraverso la Sala del Trono.
Nonostante potesse parere il contrario, stava anche tentando di muoversi lentamente, ma i Cavalieri riuscivano solamente a vedere la sua figura sfocata.
Poi si fermò davanti a Morte e disse, fingendosi sorpreso << Non vuoi più combattere? Strano, mi era sembrato il contrario …>>
Il Cavaliere ringhiò dalla rabbia.
Rinunciando a usare la magia, a causa della vicinanza provò a tirare un pugno verso l’Imperatore, che fu bloccato.
L’Imperatore approfittò del vantaggio, e torse il braccio di Morte, che urlò dal dolore.
Lo sguardo del Creatore era feroce, come la sua espressione.
Torse ulteriormente il braccio del Cavaliere con un potente scatto.
Un orrendo scricchiolio e l’intero braccio si staccò dal corpo.
Morte urlò, un urlo potente, che fece tremare le mura della sala, e fissò incredulo l’Imperatore, che era riuscito a fare ciò che non nessuno era riuscito a fare in miliardi di miliardi di anni.
Non potendo morire, almeno in modo tradizionale, poteva ancora muovere il braccio, ma era comunque scioccato per la facilità con cui l’Imperatore era riuscito a infliggergli una ferita di quel genere.
Forse, era davvero così potente come diceva.
Anzi, forse lo era anche di più, pensò Morte, sgomento.
L’Imperatore, forse conscio dei pensieri che si stavano susseguendo nel cranio di Morte, sorrise.
Poi, lasciando cadere al suolo il braccio ancora sussultante, diede una leggera spinta con la mano alla cassa toracica del Cavaliere, facendolo volare per tutta la Sala del Trono e mandandolo a schiantarsi contro il muro della sala.
Un sinistro scricchiolio indicò che Morte aveva riportato qualche altra frattura.
Il Cavaliere si accasciò al suolo, senza muoversi più, senza più tentare di rialzarsi.
Tutto questo era accaduto molto velocemente, e gli altri Cavalieri non avevano fatto in tempo a intervenire.
L’Imperatore si volse nella loro direzione e sorrise, un sorriso strano, feroce e calmo al tempo stesso, un sorriso che prometteva dolore a chi avesse tentato di sfidarlo.
Negli occhi del Bianco brillava una luce strana, quasi di divertimento.
<< Qualcun altro ha qualcosa in contrario al fatto che io sia l’Imperatore? >>
I tre Cavalieri non risposero.
<< Siete più coraggiosi di quanto credessi … infatti state per attaccarmi nuovamente … ma ne ho abbastanza di voi, ho ancora varie cose da preparare, e mi devo incarnare entro dieci giorni. Perciò, andate e non fatevi più vedere!>> detto questo batté le mani e i tre Cavalieri si dissolsero nel nulla.
<< Per quanto riguarda te, caro Morte >> disse il Bianco voltandosi verso l'ultimo Cavaliere
<< non ti elimino perché non sei così fastidioso … ma sappi che potrei farlo, e in qualsiasi momento! Per ricordarti sempre che il mio potere va ben oltre il tuo, d’ora in poi, ogni volta che falcerai una vita, senziente e non, proverai un dolore pari a quello che la vittima prova morendo … immagino che presto inizierai a preferire le morti più, come dire ... dolci rispetto a quelle cruente, che sembri preferire attualmente! Ah, e riprenditi il tuo braccio! Non voglio che i tuoi resti putrefatti appestino il mio castello più di quanto non abbiate già fatto tu e i tuoi cari compagni >> concluse ridendo l’Imperatore.
Poi schioccò le dita e Morte, furente, scomparve in uno sbuffo di fumo.


Allora... spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto... innanzitutto avrete notato che ho pubblicato in leggero ritardo (di un giorno): questo perché sono stato un po' occupato...
In ogni caso, veniamo a noi...
Questo è un capitolo un po' strano... Non so se sarà di vostro gradimento, ma in ogni caso DOVEVA esserci, per ragioni inesplicabili. Anzi no, per ragioni di prosecuzione della storia.
Nella parte dell'autore dell'ultimo capitolo, ho detto che finalmente iniziava l'azione. Ebbene, spero di non aver a messa troppa. Forse l'Imperatore vi sarà sembrato arrogante o antipatico, ma dovete anche vedere con chi ha a che fare, e, soprattutto, con lo stress che sta vivendo.
Come forse avrete capito, le misteriose entità che si erano schierate con il Nero, erano proprio i Cavalieri (che da allora furono soprannominati dell'Apocalisse, e presero le loro attuali sembianze e i loro poteri), anche se sono solamente la punta dell'iceberg di tutte le creature che cambiarono partito, in vista dello scontro.
Passiamo ora alla grammatica... Non dovrebbero esserci troppi errori, e, se li trovate, vi prego di dirmelo :)

La sezione "Dubbi U.U"
Cosa succederà ora? Riuscirà l'Imperatore a incarnarsi o dovrà fare i conti con l'ennesima visita?
Diciamo che questo, è un capitolo di passaggio, in quanto non fa in modo che il lettore di ponga delle domande...

Se volete sapere cosa succederà ora, vi basterà aspettate lunedì pomeriggio. Allora pubblicherò il capitolo sesto, che si chiama: Riflessioni e pozioni

Ultima cosa, prima di lasciarvi nelle solite (ma questa volta meno) limacciose paludi dei dubbi e delle ipotesi...
Questo capitolo vi è piaciuto?
Cosa potrebbe essere migliorato?
Avete dei dubbi?
Vorrei porvi una domanda importante: tra poco i capitoli che ho pronti finiranno. Ora, cosa preferite? Che continui a pubblicare ogni 3 giorni fino a quando non avrò finito i disponibili e che poi pubblichi ogni settimana (più o meno...) oppure che pubblichi ogni 5-6 giorni senza più pause?
Rispondete, per favore... :)
Se volete, recensite pure!
Nessun genere di commento è disprezzato! (Pur restando nel regolamento del sito ovvio... U.U )

Sperando in molte recensioni, e in molti suggerimenti,
Siel

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