He is my hero

di callmemarii
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il primo giorno ***
Capitolo 3: *** Il primo sguardo ***
Capitolo 4: *** "Io sono Jake" ***
Capitolo 5: *** La prima delusione ***
Capitolo 6: *** Quel sorriso.. ***
Capitolo 7: *** Povero Jake.. ***
Capitolo 8: *** Finalmente amici ***
Capitolo 9: *** Benvenuto Ryder ***
Capitolo 10: *** Cosa stava succedendo? ***
Capitolo 11: *** La festa di Tina - Parte 1 ***
Capitolo 12: *** La festa di Tina - Parte 2 ***
Capitolo 13: *** Come sta Ryder? ***
Capitolo 14: *** Ora di chiarimenti ***
Capitolo 15: *** Questo è troppo. ***
Capitolo 16: *** Non so più chi sei ***
Capitolo 17: *** Cosa ho fatto? ***
Capitolo 18: *** Ti presento una persona... ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Salve,
Sono Marley Rose

e questa è la mia storia.

E' la storia della mia vita,
una vita semplice e senza eccessi che
si è intrecciata
alla vita di un'altra persona,

la vita di Jake, Jake Puckerman.


Quando ho sentito parlare di lui ho pensato:
"LUI E' IL CLASSICO DONNAIOLO, CHE ORRORE!"

Quando poi l'ho conosciuto ho capito
che mi trovavo di fronte ad un ragazzo
sensibile
che non era stato capito
dalla maggior parte delle persone
e me ne sono innamorata.. 

A dire la verità,
c'ho messo un pò di tempo per capirlo anche io,
Jake non è un tipo di persona aperta ed estroversa e
tende sempre a nascondersi
dietro l'aria da bad boy misterioso.

 

 

Se ne volete sapere di più, seguite la mia storia..
anzi, LA NOSTRA. 

 

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Capitolo 2
*** Il primo giorno ***


Tutto inizio a metà settembre. Era il primo giorno nella scuola nuova, mi ero trasferita a Lima, in Ohio, qualche giorno prima poichè mamma aveva trovato un posto fisso come cuoca e adetta alla mensa. Data la sua corporatura in passato non era stato facile per lei trovare un lavoro stabile e facendo qualche lavoretto qua e là riuscivamo a malapena ad arrivare a fine mese. Non era facile per lei, non lo era mai stato.. Papà l'aveva abbandonata poco dopo la mia nascita, diceva di non sentirsi pronto ad essere un padre, ma da quello che dice mia madre non era un gran chè nemmeno come marito, e così ha dovuto cavarsela da sola e io le sono grata, faccio il possibile per renderla orgogliosa di me, per raccimolare qualche spicciolo per comprarle qualcosa, dato che quasi tutto il suo stipendio lo spende per me, per rendermi felice.
Nella vecchia scuola non ero riuscita a farmi accettare, o forse erano gli altri che partivano prevenuti nei miei confronti perchè avevo una mamma grassa che mi comprava dei vestiti al mercato. All'inizio davo peso a quello che la gente pensava di me, piangevo per giorni interi, mi sentivo maledettamente sola, nessuno voleva essermi amico.
Per fortuna la mia mamma, che poi è anche un pò la mia migliore amica, mi ha aiutato a capire che le cose materiali non sono importanti, ma è importante che persona sei dentro. Non credo di essere una "gran bella persona" nè dentro, ne fuori, sono parecchio insicura e timida, tendo a nascondermi nel mio angolino e ad avere quell'aria da sognatrice tutto il tempo, ma preferisco essere me stessa tutta la vita  piuttosto che essere quella che gli altri vorrebbero che fossi.
Avevo preso benissimo la notizia del trasferimento, non vedevo l'ora di andarmene da quel postaccio! Avevo sentito parlare molto bene del McKinley, sapevo che il Glee Club di quella scuola aveva vinto un campionato nazionale e che accettava ragazzi di ogni tipo, tutti diversi tra loro. Sembrava il paradiso, sembrava davvero il posto adatto per me, per riscattarmi, per farmi degli amici.. Io amo cantare ma non amo farlo in pubblico..
Cantavo solo per me stessa e per mia madre, e la mia voce non era mai uscita dalle quattro mura di casa. Mia madre mi rimproverava sempre per questo, diceva che la mia voce era un dono di Dio e che dovevo usarlo al meglio.
Entrare a far parte del Glee Club sembrava il modo perfetto per uscire dal mio guscio, ed era il primo obbiettivo che avrei raggiunto una volta al McKinley.

 

Il "primo giorno" era arrivato ed io mi sentivo pronta. Avevo messo i miei jeans preferiti, la mia camicia a quadri preferita e le converse.
Mamma mi aveva fatto scendere dall'auto qualche isolato prima, aveva paura che anche in questa scuola mi avrebbero preso in giro perchè avevo una mamma grassa. Io non mi vergognavo di lei, solo che ci tenevo davvero tanto a fare una buona impressione questa volta..
Una volta scesa dall'auto e sistemato il mio zainetto marroncino su entrambe le spalle, feci un sospiro profondo e avanzai con aria decisa verso l'ingresso principale della scuola. Spalancai l'enorme porta di vetro e non appena feci qualche passo in avanti e mi ritrovai nel bel mezzo della folla del corridoio mi sentii come un pesce fuor d'acqua. Mi bloccai quasi al centro a scrutare la situazione un pò a destra e un pò a sinistra, ma la gente quasi non mi vedeva. C'era chi mi dava delle spinte, chi delle gomitate, e chi neppure si accorgeva della mia presenza tanto da calpestarmi i piedi.
Avevo una terribile paura di essere la solita, invisibile Marley Rose. 

 

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Capitolo 3
*** Il primo sguardo ***



Lessi sul fogliettino l'orario della giornata e alla prima ora c'era scienze. Iniziai a camminare cercando l'aula un pò spaesata.
Una volta trovata, entrai esclamando un cortese"Buongiorno" e mi andai a sedere all'ultimo banco accanto alla finestra. Nell'aula c'erano soltanto un ragazzo e una ragazza seduti ai primi banchi, i classici secchioni con gli occhiali da vista e un'immensa fila di libri sul banco. Dopo qualche minuto suonò la campanella e l'aula iniziò a riempirsi così rapidamente che non mi accorsi neppure che la professoressa faceva parte della folla e aveva preso posto sulla sua cattedra. 
Mi introdusse alla classe e iniziò la sua noiosissima lezione sui vulcani.
Dopo circa 30 minuti la lezione venne interrotta da un ragazzo che senza bussare alla porta entrò con prepotenza nell'aula.
Era mulatto, con i capelli molto corti e arruffatti, un jeans scuro, una maglietta, la giacca di pelle nera e l'aria da duro.
"Puckerman, siamo alle solite. La lezione è iniziata da mezz'ora, è il settimo ritardo negli ultimi 10 giorni. Prendi posto e non interrompere più la lezione."
Il ragazzo si sedette su uno dei banchi liberi, accanto ad una cheerleader bruna dal fisico quasi perfetto.
Da lì, fino alla fine dell'ora iniziai a fissarlo, e capii subito che tipo di ragazzo fosse...
Aveva passato tutta l'ora di scienze a fare gli occhi dolci a quella ragazza, tutta l'ora di storia a fare gli occhi dolci ad un'altra, e durante quella di spagnolo c'aveva provato addirittura con tre ragazze contemporaneamente. Quel ragazzo mi faceva specie, era il classico donnaiolo sbruffone ed era il tipo di ragazzo che avrei odiato per tutto il liceo!

Il pomeriggio avevo l'audizione per il Glee Club, ed ero nervosissima. Passai per la cucina a salutare mamma che con i suoi soliti incoraggiamenti mi rendeva forte, indossai il maglioncino blu a cui mamma aveva aggiunto un finto targhettino per farlo sembrare costoso e poi mi diressi verso l'Auditorium.
Dietro le quinte eravamo una ventina di ragazzi, uno più nervoso dell'altro. Presi il foglio con il testo della canzone e mi misi seduta per terra, sul pavimento di legno aspettando che arrivasse il mio turno. Ripetetetti quelle parole decine e decine di volte senza nemmeno alzare la testa dal foglio, quando poi l'alzai notai che quel ragazzo mulatto di cui non conoscevo il nome, era lì per l'audizione.
Faceva avanti e indietro con le mani nelle tasche, poi guardò male un ragazzo che era seduto su una sedia e quello si alzò di colpo per farlo sedere, e il disprezzo che provavo verso di lui aumentava sempre di più.
Non sembrava il tipo di ragazzo bravo a cantare che voleva entrare in una specie di coro di disadattati, sebbene avessero vinto le nazionali. Ero curiosa di sapere cosa realmente ci faceva lì, magari voleva semplicemente fare il simpatico cantando una canzone ruttando, o facendo qualche ballo strano per sabotare le audizioni.
Ma quando arrivò il turno della sua audizione cambiai opinione su di lui, rimasi piacevolmente colpita..
Si mise al centro del palco, afferrò l'asta con la mano destra, e disse il suo nome:
"Mi chiamo Jake, solo Jake."  - esclamò quasi spaventato-
Non volle dire il suo cognome, ma io sapevo che era "Puckerman", l'avevo sentito più volte durante le lezioni mattutine dato che veniva costantemente ripreso dai prof.
Senza introdurre ne la canzone che avrebbe cantato, ne niente, partì la base e iniziò a cantare Never Say Never dei The Fray.
Rimasi quasi incantata dalla sua voce, era dolce e calda, la sua espressione da "bad boy" era sparita, il suo viso era diventato puro e in sintonia con la canzone. La mano destra era fissa sul microfono mentre la sinistra la muoveva di tanto in tanto andando a ritmo con la musica.
Avevo capito che questo Jake Puckerman era un artista, era lì per il mio stesso motivo: l'amore per la musica e non per fare lo sbruffone come nelle ore scolastiche..
Il professore del Glee Club lo interruppe poco dopo il ritornello e Jake si infuriò buttando per aria gli spartiti che erano dietro di lui. Senza chiedere scusa iniziò a correre venendo verso di me e gli altri dietro le quinte a testa bassa.
Mi scansai leggermente e rimasi a fissarlo. Mi passò d'avanti rapido come una furia, ma ebbi il tempo di guardarlo negli occhi per qualche frazione di secondo.
Anche lui guardò me per un pò, e la cosa provocò in me qualcosa, come un interesse, come una curiosità, io volevo capire che tipo era e perchè quando cantava diventava come un'altra persona. 

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Capitolo 4
*** "Io sono Jake" ***


I primi tre giorni erano andati bene. Non avevo stretto amicizia ancora con nessuno ma avevo scambiato qualche sorriso con alcune ragazze e nessuno mi aveva ancora preso in giro. Nel complesso non potevo lamentarmi. La lista degli ammessi del Glee Club l'avrebbero appesa quel pomeriggio e non stavo più nella pelle.
Alla prima ora avevo lezione di storia e come ogni mattina arrivai per prima in classe e presi l'ultimo banco nell'angolino.
Cacciai fuori dallo zaino il libro e il mio quaderno/diario dove scrivevo praticamente di tutto. Iniziai a scarabocchiarlo in attesa che la classe si riempisse ma mi bloccai pochi secondi dopo quando sentii la porta aprirsi. Lo chiusi di colpo e vidi entrare Jake con un libro in una mano e il cellulare nell'altra.
"Non c'è ancora nessuno?" - mi domandò con cortesia -
"No.." - risposi timidamente - "La lezione inizia tra 20 minuti" - aggiunsi deglutendo -
"Tu sei la ragazza dell'audizione del Glee Club?" - mi chiese quasi con incertezza mentre avanzava verso di me -
"Sì, sono io" - farfugliai arrossendo vistosamente -
"Io sono Jake" - sorrise porgendomi la mano -
"Io mi chiamo Marley, piacere" - gli strinsi la mano -
"Ti ho interrotto?" - mi chiese indicando il mio quaderno -
"No, no.. No, non è niente" - cercai di nascondere il quaderno -
"Okay.." - disse abbozzando una risata - "Posso sedermi o aspetti qualcuno?" -indicò il posto accanto al mio con un sorrisino ammaliante -
"No non aspetto nessuno. In realtà non conosco nessuno, sono nuova in questa città e in questa scuola!" - appoggiai le braccia sul banco girando la testa verso di lui -
"Adesso conosci me, no? E io conosco te.." - continuò a sorridere -
"Giusto!" - esclamai distogliendo lo sguardo prima di perdermi nei suoi occhi -
"Allora direi che dovremmo uscire insieme qualche volta.. no?" - si appoggiò al banco sfoggiando un sorriso più smagliante dei precedenti -
Lo guardai per un pò confusa, poi scossi la testa per riprendermi e annuii senza far uscire nessun suono dalla bocca.
"E' un si?" - mi domandò accennando una risatina -
"Si, è un si, si." - dissi più volte balbettando -
"Bene, adesso vado.. ci vediamo in giro..." - si alzò dal banco -
"Ma.. la lezione ancora non è iniziata!" - lo guardai -
"Lo so, non mi va di seguirla... Ciao Marley.." - mi sorrise per l'ultima volta e poi uscì dall'aula fecendomi l'occhiolino -

Appena andò via non riuscii subito a smettere di sorridere. Non era come lo descrivevano tutti: sbruffone, vanitoso, prepotente, donnaiolo. Con me era stato carino e disponibile e non faceva altro che sorridere mentre con gli altri aveva sempre l'espressione arrabbiata. Non potevo negare a me stessa che mi piaceva, mi incuriosiva, volevo conoscerlo meglio e poi mi aveva più o meno chiesto di uscire con lui, per di più non riuscivo a togliermi il suo sorriso dalla testa..

Il pomeriggio il professor Schuester avrenne messo in bacheca la lista dei nuovi ammessi nel Glee Club. Mi piazzai nei pressi della bacheca circa 30 minuti prima fingendomi indifferente ma appena vidi il professore arrivare con un foglio tra le mani il cuore iniziò a battermi forte.
Aspettai qualche secondo poi lentamente mi avvicinai e lessi sul foglio solamente il mio nome. Solo il mio.
Rimasi a fissarlo per qualche minuto, ma poi iniziai a saltallare per esultare.
Dopo arrivò Jake, nemmeno mi notò, vide che il suo nome non era in lista, prese il foglio, lo accartocciò e lo buttò per terra.
Di sfuggita mi guardò e abbozzò un sorriso come per dirmi "complimenti" e andò via.  

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Capitolo 5
*** La prima delusione ***


Quel giorno avevo la mia prima lezione al Glee Club, ed ero parecchio eccitata. Più che eccitata avevo un insieme di emozioni che non riuscivo nemmeno ad identificare, però ero consapevole del fatto che avrei dovuto fare una buona impressioni con i compagni.
Entrai nell'aula con un sorriso smagliante esclamando "Ciao ragazzi, io sono Marley"
I ragazzi mi salutarono quasi in coro e si avvicinarono a me per presentarsi e farmi i complimenti per l'audizione finchè non entrò il professore che ci invitò a sederci sulle sedie poste di fronte a noi.
La lezione andò alla grande e i ragazzi del Glee mi invitarono a pranzare al loro tavolo.
Al tavolo con noi c'erano anche un paio di Cheerleader e dei giocatori di football. Per me fu difficile inserirmi nel discorso poichè c'era una cheerleader bionda che non faceva altro che prendere in giro mia madre. Rimasi a testa bassa tutto il tempo a mangiare..
"Hei tu, chi sei?" - domandò poi con arroganza la biondina che si era accorta di me -
Alzai la testa e balbettai - "So-so-sono Marley. Sono un nuovo membro del Glee Club"
"Non ti ho mai vista in giro.." - mi guardò dal basso verso l'alto - "Io sono Kitty, ma immagino che tu lo sappia bene."
"Sono arrivata a Lima pochi giorni fa.." - deglutii - "Piacere di conoscerti Kitty. Ti ho vista ai corsi di chimica e spagnolo, siamo nella stessa classe"
"Sei al secondo anno anche tu? Credevo che fossi una matricola.."
"No.." - risposi abbassando di nuovo il capo -
"E dimmi un pò, Marley.. non credi che la nuova cuoca abbia bisogno di un ritocchino su photoshoop?" - mi domandò ridendo insieme a tutti gli altri -
"No." - risposi un pò impaurita -
"Ah no? Non ti sembra un bidone della spazzatura uscito male?" - mi chiese di nuovo continuando a ridere -
"Credo che tu stia esagerando. E' evidente che quella donna ha dei problemi e non è bello scherzarci sù." - mi alzai per andar via -
"Oddio che permalosa, e fatti una risata ogni tanto.. Che palle!" - mi disse guardandomi con superiorità -
"Quella donna.." - la indicai - "E' mia madre. E voi non avete idea di cosa ha passato e di quanto sta soffrendo." - corsi via con le lacrime agli occhi -
Ero delusa, delusa soprattutto dai miei compagni del Glee che assecondavano quella biondina arrogante, loro che in passato erano un gruppo di disadattati.
Corsi a più non posso e mi ritrovai nel corridoio, mi appoggiai ad un muro e cominciai a piangere con le mani sulla faccia. Per fortuna erano tutti a mensa e il corridoio era deserto.
Dopo qualche minuto sentii un rumore, alzai il capo e vidi Jake sul monopattino che veniva nella mia direzione. Mi asciugai rapidamente le lacrime con i bordi della maglia e mantenni la testa bassa per cercare di non farmi vedere.
"Hey Marley!" - esclamò fermandosi con il monopattino proprio avanti a me -
Alzai la testa e feci un sorriso - "Ciao Jake.." - poi abbassai di nuovo il capo -
"Come mai non sei a mensa?"
"Potrei farti la stessa domanda.." - gli dissi con aria triste -
"Qualcosa non va?" - mi domandò abbassandosi leggermente per guardarmi negli occhi -
Alzai di nuovo il capo e lo guardai "Tutto okay.." - dissi in modo poco convinto -
"Mmmh.. ho capito... non sei brava a mentire" - abbozzò un sorriso -
Sorrisi leggermente anche io -  "Sono solo un pò triste, tutto qui." - alzai le spalle -
"E.. perchè sei triste? ..Se posso saperlo.."
"Finalmente credevo di sentirmi al posto giusto nel Glee Club, dove non mi avrebbero giudicata, dove non avrebbero giudicato nessuno, e invece.. dopo il primo giorno già ho capito che non era come pensavo, che vivo soltanto di illusioni.."
"Il Glee Club è una vera schifezza ma beh, puoi sempre smettere di andarci ed unirti a qualche altro club.."
"Ma io amo cantare, era il mio sogno entrare a far parte di un gruppo di gente come me, con la mia stessa passione.." - lo guardai negli occhi - "Mi sento a pezzi, in ogni scuola succede la stessa cosa.."
"Quale cosa?" - mi domandò con estrema dolcezza -
Lo guardai e feci un sospiro prima di parlare - "Che prendono in giro mia mamma.." - dissi a voce bassa -
"Tua mamma?!?" - mi chiese con insicurezza - "Cosa centra tua mamma?"
Alzai di nuovo il capo per guardarlo negli occhi, volevo capire se potevo fidarmi di lui, lo conoscevo appena e magari era stato il primo a prenderla in giro quando l'aveva vista - "Mia madre è la nuova cuoca, la signora che serve alla mensa"
"E' davvero tua madre?" - mi domandò sorpreso - "Io adoro tua madre! Cucina benissimo e mi fa sempre il piatto pieno fino a sopra" - sorrise in modo sincero -
Sorrisi - "Davvero lo fa? ..Vuol dire che gli sei simpatico.."
Sorrise insieme a me e ci guardammo per un pò.
"Dai, vieni con me.. So come far sentire meglio una ragazza.." - mi disse mentre poggiava il monopattino vicino al muro -
"Dove??" - gli chiesi con incertezza -
"Se vieni lo scopri.. " - mi porse la mano -
Fissai prima la sua mano, poi guardai lui, aveva un sorriso smagliante, volevo fidarmi.. Afferrai la sua mano ed iniziammo a correre verso l'uscita.

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Capitolo 6
*** Quel sorriso.. ***


Non sapevo dove mi stesse portando, probabilmente non volevo neanche saperlo, volevo semplicemente godermi quei piccoli attimi.
Con il fiatone arrivammo nel centro del campo di football. Mi guardai intorno e poi guardai Jake.
"Vieni.." - prese di nuovo la mia mano - "Stendiamoci qui." - disse mentre si distendeva sul prato -
Non feci nessuna domanda, e con molta perplessità mi distesi a qualche centrimeto di distanza da lui.
"Guarda.." - indicò in alto - "Qui ci sono solo il cielo, l'erba, tu ed io. Nessun altro. Puoi tirare un urlo se ti và, o rimanere in silenzio."
Mi girai per guardarlo - "Sembra tutto così semplice quando non si ha a che fare con le persone sbagliate.."
"Io sono il tipo di persona che solitamente definiscono sbagliata.." - fece una risata -
Risi insieme a lui mettendo le mani dietro la testa - "Perchè glielo permetti di fare.. Prova a dimostrare il contrario.."
"Non mi interessa essere capito.." - mi guardò per qualche secondo poi riprese a guardare il cielo -
"Comunque a me non sembri tanto sbagliato sai?" - lo guardai e sorrisi -
Mi guardò e sorrise anche lui - "Ah no? Ti sembro un tipo a posto?"
"Più o meno.." - risi in modo più rumoroso - "Però sei tanto gentile, mi sento meglio.. Grazie!"
"Ti avevo detto che ci sarei riuscito.." - mi fece l'occhiolino mantenendo un sorriso in volto - "Adesso dovremmo alzarci, altrimenti tu farai tardi a lezione.."
Alzai il busto rimanendo seduta - "Hai intenzione di saltare anche letteratura?"
"Non ho motivo per seguire la lezione..." - si alzò e mise le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri -
"Prendi semplicemente la presenza, poi magari passi il resto dell'ora a dormire sul banco..." - sorrisi per convincerlo -
"Grazie per l'interessamento, non mi và." - iniziò a camminare mentre io ero ferma, si girò verso di me facendo un cenno con la mano - "Dai, vieni che ti accompagno in classe.." - e sorrise ancora, e ancora, fino alla porta dell'aula -
Il suo sorriso era una cosa indescrivibile, non solo era meraviglioso ma anche contagioso. Ogni qual volta passavo del tempo con quel ragazzo non facevo altro che sentirmi meglio e sorridere fino a farmi male gli zigomi... Era grazie a lui se mi sentivo così bene nonostante quello che fosse successo.
Dopo le lezioni corsi in cucina da mia madre e gli raccontai di Jake, solo di Jake, dimenticando quasi completamente cosa era successo a pranzo, e decisi di non andare più al Glee Club. Mamma continuava a chiedermi il motivo ma io non volevo dirglielo, in quel momento ero felice per altre cose e mi importava molto poco delle cattiverie.

La mattina seguente arrivai a scuola con un sorriso smagliante e con la voglia di rivedere Jake, arrivai al mio armadietto e lo cercai con lo sguardo, ma purtroppo non c'era.
"Marley..." - disse poi una voce, che non era quella di Jake -
Mi voltai e vidi Sam e Blaine - "Ciao" - dissi in modo piuttosto distaccato -
"Ci dispiace per quello che è successo ieri.." - iniziò Sam -
"Parecchio.." - aggiunse Blaine -
Alzai le spalle e chiusi l'armadietto - "Accetto le vostre scuse ragazzi, ma non ho intenzione di tornare nel Glee Club.."
"Cosa???? Marley, hai una voce meravigliosa, noi abbiamo bisogno di te. E parlo a nome del Glee quando dico che non succederà mai più. Ci siamo fatti prendere troppo, solo perchè abbiamo vinto le nazionali... Ci dispiace" - disse Blaine con aria dispiaciuta -
"Non lo so ragazzi, non ho più quella voglia che avevo all'inizio, sono delusa. Devo pensarci..." - strinsi il libro al petto -
"Vieni alle 4 in auditorium, cercheremo di scusarcia modo nostro, okay?.." - disse Sam con un sorriso -
Annuii con la testa - "Va bene.."
 

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Capitolo 7
*** Povero Jake.. ***


Il pomeriggio, alle 4 andai in Auditorium come avevo promesso ai ragazzi, avevo come un senso di vuoto dentro di me, ma ero curiosa di sapere cosa avessero da dirmi.
Trovai tutti al centro del palco e Blaine parlò a nome di tutti..
"Marley, ci dispiace davvero tanto, ci siamo fatti prendere troppo la mano, ti assicuro che ci siamo resi conti di aver esagerato e... ci dispiace tanto. Che ne dici di cantare il tuo primo assolo nel Glee Club?" - mi guardarono tutti con una faccia dispiaciuta -
"Io... non lo so..." - dissi quasi balbettando -
"Non puoi abbandonarci, canta con noi..." - Blaine venne verso di me e mi prese per mano portandomi al centro del palco -
In sottofondo partiva la base di Chasing Paviments e così iniziai a cantare accompagnata dalle voci degli altri e con un sorriso stampato in volto, ero finalmente in un gruppo che mi accettava, sapevo che era così, e mi sentivo estremamente felice. Quando finimmo di cantare ci abbracciammo tutti calorosamente.

Giorno dopo giorno legavo sempre di più con ogni singolo membro del club, erano tutti molto carini con me e ogniuno diverso dall'altro. Ma più i giorni passavano più Jake non si faceva vivo a scuola, ero preoccupata... Non aveva amici, non sapevo nulla nemmeno della sua famiglia, però sapevo che il prof Schuester si era interessato a lui.
All'ora di pranzo passai a salutare mia madre e dopo aver riempito il mio vassoio con il pranzo andai a sedermi al tavolo con i miei amici.
"Sam, per caso, hai presente Jake, il ragazzo che ha fatto il provino per il Glee Club? Sai dove abita?"
"Jake Puckerman?" - mi domandò masticando rumorosamente il pranzo -
"Sì, proprio lui..."
"No, conosco benissimo suo fratello."
"Ah si? Allora sai dirmi dove abita?"
"Beh, Noah abita a Los Angeles..."
"Forse dovresti chiedere in segreteria, lì hanno tutti i dati.. Ma come mai sei cosi interessata a questo Jake?" - si intromise Blaine -
"Beh, siamo amici... e non viene a scuola da giorni.."
"Secondo me ti piace!" - esclamò Unique -
"Secondo me, non dovresti fartelo piacere, la sua reputazione è perfino peggiore di quella di Puck, e io conoscevo Puck molto bene!" - aggiunse Tina -
"Non ho mai detto che mi piace, ho detto che siamo amici, abbiamo dei corsi in comune, tutto qui.." - dissi per giustificarmi -
"Marley, si sa come vanno queste cose..." - borbottò Tina -
"Quali cose?" - domandai confusa -
"Lui cerca di essere tuo amico, fa tutto il carino con te e tu ci caschi. E dopo esserci cascata lui ti porta a letto e poi ti molla, tutto nel giro di... pochi giorni!" - mi spiegò Unique -
"Forse state esagerando, io conosco Jake e lui non lo farebbe mai, non con me, non sono il... tipo..."
"Forse stiamo davvero esagerando, nemmeno lo conosciamo questo Jake, magari le cose che si dicono su di lui non sono neppure vere.." - esclamò Blaine - 

Prima che ricominciassero le lezioni mi diressi in segreteria e chiesi notizie su Jake. La signora della segreteria mi diede l'indirizzo di casa sua ma essendo a Lima da poco, avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse come arrivarci. Mi precipitai verso Blaine che era davanti al suo armadietto..
"Hey Blaine! Ho scoperto dove abita Jake, sai dirmi come arrivarci?" - gli porsi il foglietto con l'indirizzo -
Lo guardò attentamente - "Marley non credo che sia il caso che tu vada.." - mi disse con aria quasi spaventata -
"Perchè?" - domandai preoccupata -
"Non è una zona... molto affidabile, diciamo. Insomma, lì ci abitano per lo più... cattiva gente...." - balbettò -
"Io... non ti seguo..." 
"Marley, non è un buon posto quello, e non ti lascerò andare da sola!"
"Allora vieni tu con me..."
"Tu sei una ragazza ingenua, io sono un ragazzo gay con il farfallino, ci faranno a pezzi nel giro di pochi secondi."
"Blaine ma.. cosa stai dicendo? A pezzi?"
"E' una zona pericolosa, non voglio spaventarti, ma ti assicuro che il primo ad essere spaventato sono io. Non possiamo andare da soli..."
"Chiediamo a Sam di venire con noi, no? E' abbastanza grosso per.. tenerci al sicuro, giusto?"
"Okay, chiederò a Sam.." - chiuse il suo armadietto -
"Emh.. Blaine... io voglio andarci adesso..."
"Adesso?" - esclamò a voce alta con aria spaventata -
"Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!" - gli tirai il braccio dalla camicia -
"E va bene... ma smettila di tormentare la mia camicia!"
 

Cercammo Sam, e dopo averlo trovato gli dicemmo dove eravamo diretti. Lui non si tirò indietro, anzi, sembrava piuttosto eccitato e non faceva altro che imitare i versi di Hulk, continuando a ripeterci di non aver paura perchè lui ci avrebbe difeso...
Guidò lui fino all'indirizzo che mi era stato indicato. Scendemmo dall'auto a cercare il numero civico e in una di quelle traverse di quello strano quartiere di Lima vedemmo Jake con altri 3 ragazzi che lo stavano minacciando.
"DOVE SONO I SOLDI?" - urlavano a Jake spingendolo verso il muro -
"Non.. non li ho ancora..." - rispose con voce tremolante -
"Marley, andiamo via.." - mi disse Blaine tirandomi per il braccio -
"Ma.. Jake..." - li guardai entrambi -
Ci voltammo, guardai per un ultima volta Jake inerme di fronte a quei 3 ragazzi parecchio più grossi di lui, e sperai con tutto il cuore che le cose non finissero male, ma ero roppo spaventata per rimanere lì, non avrei mai avuto il coraggio di intervenire, idem Blaine e Sam.
Durante il viaggio di ritorno non dissi nemmeno una parola, mentre Sam e Blaine cercavano di fare qualche battuta o di cambiare più volte argomento.
"Mi dispiace. Mi dispiace avervi fatto arrivare fin lì. Mi dispiace ragazzi..." - dissi con estrema tristezza una volta arrivata avanti casa mia -
Sam si girò verso di me fermando la macchina. "Marley, tranquilla, non preoccuparti, a noi ha fatto piacere accompagnarti, ma ovviamente avremmo preferito che le cose andassero meglio.."
"Sam ha ragione, è stato piacevole in ogni caso accompagnarti. Mi dispiace per Jake più che altro, si vede che è un ragazzo con dei problemi, mi piacerebbe aiutarlo ma non saprei in che modo.."
"Tranquilli, avete già fatto abbastanza, vi ringrazio infinitamente! Ci vediamo domani al Glee Club..." - scesi dall'auto con aria triste e salutai i miei amici con la mano da lontano una volta arrivata alla porta di casa -
 

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Capitolo 8
*** Finalmente amici ***


La notte non riuscii a prendere sonno facilmente, ero molto sensibile alle scene violente, e sentivo come un forte bisogno di dover aiutare Jake o almeno di stargli vicino..
Non aveva amici, e diceva di non volerne. Ma io so come ci si sente a stare da soli, sempre, e non è una bella sensazione.

Arrivai a scuola, avanzai verso il mio armadietto e lo aprii con aria avvilita. Blaine si avvicinò a me sorridendo.
"Hey, come stai?"
Alzai lo sguardo verso di lui e sorrisi. "Bene. Tu?"
"Bene, bene..." - rimase in silenzio per un pò - "Marley..." - mi mise una mano sul braccio - "Guarda!" - mi disse indicandomi la porta d'entrata -
Vidi Jake che con il solito zaino poggiato su una sola spalla avanzava verso il suo armadietto a testa bassa. Guardai Blaine e gli feci un cenno con la testa, poi andai verso di lui.
"Ciao!" - esclamai -
"Ciao.." - mi rispose lui mantenendo la testa bassa -
"Co-come.. stai?? ... è tanto che non vieni a scuola..."
"Non mi andava di venire..." - alzò leggermente la testa per prendere i libri -
Notai anche se per poco che stava nascondendo qualcosa e quando ebbe l'occasione di alzare lo sguardo vidi il suo occhio nero. Feci un verso di stupore e gli poggiai una mano sulla spalla.
"Oddio Jake, cosa ti hanno fatto?"
"Non mi hanno fatto niente, sono... andato a sbattere vicino uno spigolo." - disse come per giustificarsi -
"E' un brutto livido. Dovresti andare in infermeria."
"Non andrò in infermeria." - iniziò ad innervosirsi -
"Ti ci accompagno io..." - insistetti io con aria dispiaciuta - 
"L'infermiera lo direbbe a mia madre e poi.. non è niente." - sbattette il suo armadietto e andò via tagliandomi la strada -
Guardai immediatamente Blaine che era dall'altro lato degli armadietti e aveva visto tutta la scena. Venne verso di me.
"Coraggio. Gli passerà.."
"Perchè dico sempre la cosa sbagliata?"
"Ma.. non è vero.. da quando ti conosco, a me, hai detto sempre cose interessanti e giuste!" - fece un ampio sorriso - "Cantiamoci sopra dai.."

Dopo la cantata con Blaine, e le varie lezioni di spagnolo, letteratura e matematica era ora di GLEE CLUB, decisamente la mia ora preferita.
Tutto andò per il meglio, le provinciali erano vicine e le prove diventavano sempre più serie giorno dopo giorno... Ero certa che Blaine aveva raccontato a Sam quello che era accaduto qualche ora prima, il chè mi sembrava giusto dato che ne era in parte coinvolto anche lui.
Sam mi aveva sorriso per tutta la lezione, era evidente che si era accorto che ero triste..
Alla fine della lezione io rimasi seduta sulla mia solita sedia, lui mi venne vicino appoggiandomi una mano sulla spalla, iniziò a fare l'imitazione di gente a caso per farmi sorridere, ma io non cedevo anche se adoravo le sue imitazioni.
Dopo aver ceduto e aver accennato qualche risata Sam tornò serio..
"Hey, non diventare triste anche tu eh. Cos'hai?" - domandai preoccupata -
Alzò lo sguardo e con un aria particolarmente seria iniziò a parlare - "Credo di essermi innamorato." - deglutì, quasi come se si sentisse colpevole -
"Ma.. Sam, è una cosa stupenda! Dimmi tutto.. di chi si tratta?" 
Non mi sembrò di essere poco opportuna, lui aveva iniziato a parlare dell'argomento e poi eravamo entrati in una certa sintonia, ci dicevamo tutto ormai..
"Si tratta di... una ragazza..." - si fermò - "Non sono pronto a dirlo... è un amore impossibile!"
"Eh no, ti sbagli! Non esistono amori impossibili, soltanto amanti codardi.."
"Wow, che poetessa.." - rise -
"Ovviamente non è mia la frase.." - risi dandogli uno schiaffo sulla spalla - "L'ho letta da qualche parte.. su un libro, credo." - ci pensai, ma non mi venne in mente - "Ad ogni modo, quando sarai pronto a dirmi di chi si tratta, sarò ben disposta ad ascoltarti, okay?" 
Lui annuii e io lo abbracciai. Non appena mi slegai da quell'abbraccio, Sam mi prese in braccio ed iniziò a farmi girare per tutta la stanza.
"SAM SMETTILA!" - urlavo continuando a ridere - "Sam, no no no, fammi scendere!"
Improvvisamente si fermò, senza dire nulla mentre io continuavo a ridere.
"Finalmente ti sei fermato!" - esclami scendendo -
"Scusate, non volevo disturbare.." - disse una voce che proveniva dal ciglio della porta -
Mi voltai di scatto, pur essendo quasi certa di chi si trattasse lo guardai negli occhi, era Jake.
"Nessun disturbo." - risposi in modo freddo -
"Ti chiamo dopo okay?" - mi disse Sam lasciandomi un bacio sulla guancia per poi allontanarsi -
"Non volevo interrompervi... non..." - iniziò a dire per scusarsi ma lo interruppi -
"Non hai interrotto nulla, tranquillo.." - incrociai lentamente le mani al petto sentendomi un po in imbarazzo -
"Volevo scusarmi per come ti ho trattata stamattina. Sai, non sono abituato ad avere gente che si preoccupa per me. Solitamente rifiuto tutti a prescindere ma.. io lo so che volevi aiutarmi. Mi dispiace." - abbassò leggermente la testa -
"No, scusami tu, io non dovevo intromettermi. Non lo farò più, lo prometto."
Avanzò verso di me. Io sciolsi le braccia che avevo incrociate al petto e ci guardammo negli occhi per un pò.
"Non mi dispiacciono le tue attenzioni.." - mi disse quasi con sforzo - "Di-dico sul serio." - aggiunse poi imbarazzato -
"Okay." - risposi facendo un cenno con la testa e sorridendo a Jake  -
"Allora.." - mise una mano nella tasca - "Il biondo, è... il tuo ragazzo?" 
"No, siamo solo amici..." - ero curiosa di sapere perchè me lo stesse chiedendo -
"Bene." - annuii ripetutamente - "Comunque a me non sembravate 'solo amici'"
"...Eppure lo siamo..." - la situazione si faceva imbarazzante per me -
"Bene..." - continuò ad annuire con la testa -
"Tu?" 
"Io?"
"Trovata la ragazza?" - domandai con aria di sfida -
"Perchè questa domanda?" - si avvicinò sempre di più a me, fino a trovarci quasi naso a naso -
"Perchè tu mi hai riempito di domande e io non posso fartene una?" - stavo arrossendo a vista d'occhio, Jake mi imbarazzava -
"Mi devi rispondere. Non vale fare un'altra domanda." - iniziò a sorridere in modo ammiccante -
"Okay, allora... te l'ho chiesto perchè..." - cercai di inventarmi qualcosa. Ero soltanto curiosa di saperlo ma non lo avrei ammesso - "Hai l'aria di uno che si è fidanzato!"
'Complimenti Marley, davvero un ottimo stupidissimo motivo' pensai.
Fece un sorriso e mi spostò i capelli dietro l'orecchio. "Nessuna fidanzata, ho soltanto trovato un'amica... Se posso considerarti tale.."
Rimasi per qualche secondo incantata, mentre Jake parlava così lentamente accarezzandomi i capelli, ero in un vero e proprio stato di trans.
"Certo.." - risposi poi - "Ma... gli amici di solito si dicono tutto. Noi siamo quel tipo di amici? Insomma, tu non hai voluto dirmi del tuo occhio..."
"Tu non mi hai detto della tua relazione con il biondo, direi che siamo pari.." - ridacchiò e dopo aver indietreggiato mi fece un cenno con la mano e andò via -

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Capitolo 9
*** Benvenuto Ryder ***


Il professor Schuester era partito per Washington e il Glee Club era nella mani di Finn, un ex membro del Glee che si era diplomato da poco.
La prima cosa che fece una volta a capo del Glee Club, fu cercare nuovi membri dato che non raggiungevamo il numero minimo per partecipare alle provinciali.
Entrarono a far parte del Glee Club due nuovi ragazzi: Kitty, che era la cherleader bionda che aveva insultato mia madre e Ryder, una giovane promessa della squadra di football. 
Non ero una di quelle persone che parlava per prima per farsi conoscere, così quando Finn li presentò io rimasi ferma ed immobile nel mio solito posto.
Una volta finita le lezione fu Ryder ad avvicinarsi a me...
"Ciao, sei Marley vero?"
"S-si. Come fai a saperlo?"
"Ho seguito qualche vostra prova da dietro la porta. Sei bravissima, la più brava!" - mi disse sorridendo -
"Oh, grazie mille.." - risposi un po imbarazzata -
"Piacere, io sono Ryder Lynn" - mi porse la mano -
"Marley Rose." - gli strinsi la mano e sorrisi guardandolo - "Non ti ho visto alle audizioni per il Glee Club..."
"Già. Non ho avuto il coraggio di iscrivermi, se non fosse stato per Finn che ha insistito, non sarei mai entrato nelle Nuove Direzioni."
"Anche io ero molto spaventata all'inizio, ma ti assicuro che è molto divertente!" - continuai a sorridere piegando leggermente la testa -
"Magari qualche volta potresti venire a vedere una mia partita di football..." - mi guardò continuando a sorridere - "Sempre che tu ne abbia voglia.." - aggiunse poi -
"Certo, molto volentieri, davvero." - ricambiai i sorrisi poi mi alzai e presi il mio zaino -
"Allora, ci vediamo domani... Ciao Marley!" - mi fece un cenno con la mano e andò via -

Il mattino seguente arrivai come sempre a scuola, mi avvicinai armadietto e Unique venne verso di me.
"Ommioddio Marley!"
"Oddio, cosa?" - domandai preoccupata dal suo tono -
"Hai fatto colpo su quello nuovo!"
"Chi, Ryder?" - domandai confusa -
"Esatto, proprio lui!"
"Ma che dici, non è affatto vero!" - la ignorai -
"Allora perchè non ti toglie nemmeno per un secondo gli occhi di dosso?"
"Non...non è vero.." - rimasi a guardare Unique poi mi girai -
Notai che era vero che Ryder mi stava guardando, poi mi sorrise. Allora alzai il braccio e lo salutai, ricambiando il sorriso. 
Mi girai di nuovo verso Unique. "Non significa nulla!" - dissi come per giustificarlo -
"Hey!" - esclamò Ryder una volta che fu arrivato accanto al mio armadietto -
"Ciao!" - esclamai anche io mentre notai Unique dall'altro lato andar via -
"Sei... particolarmente cari.."
"Marley!" - irrompette Jake prima che Ryder potesse finire -
"Oh, ciao.." - dissi imbarazzata non sapendo se guardare l'uno o l'altro -
"Lui chi è?" - mi domandò Jake aggrottando la faccia -
"Ryder, un nuovo compagno del Glee Club." - risposi imbarazzata -
"Piacere" - si intromise Ryder con un sorriso porgendo la mano a Jake - "Sono un amico di Marley.."
Jake gli strinse forte la mano. "Anche io! Piacere, Jake."
"Stavo appunto dicendo a Marley che oggi è particolarmente carina.." - disse Ryder guardandomi -
"T-ti ringrazio.." - arrossii e guardai Ryder -
"Marley è sempre carina, amico." - aggiunse Jake - "Adesso vado in classe, ci vediamo dopo" - disse guardando me, poi guardò Ryder - "Ci vediamo, amico." - andò via -
"Mica è il tuo ragazzo quello?" - mi domandò Ryder una volta che Jake era andato via -
"No, no, certo che no.." - risposi imbarazzata -

All'ora di pranzo corsi al tavolo dove erano seduti Sam e Blaine per raccontargli dell'imbarazzante conversazione che era avvenuta tra me, Ryder e Jake.
"Ragazzi! Ragazzi!" - esclamai avvicinandomi -
"Marley, dove eri finita stamattina?" - mi domandò Blaine sorpreso di vedermi -
"Ero in classe, sono stata l'ultima ad uscire. Scusatemi."
"Qualcosa mi dice che è successo qualcosa...." - disse Blaine guardandomi mentre Sam divorava il suo pranzo -
"Ho avuto una strana conversazione con Jake e Ryder."
"Chi è Ryder?" - domandò Sam con il cibo in bocca -
"Quello nuovo del Glee." - rispose diplomaticamente Blaine -
"Era come se.. Jake non voleva che parlassi con Ryder e Ryder non voleva che parlassi con Jake. La cosa non aveva alcun senso, ero in imbarazzo!" - mi misi le mani in faccia - "E poi Ryder ha detto che sono carina oggi e Jake ha precisato che sono SEMPRE carina..."
"Hanno entrambi una cotta per te, ovvio.." - disse Sam masticando -
Guardai Blaine per sapere la sua opinione. "Puo darsi che ci sia qualche diverbio personale tra loro due, oppure che sono gelosi di te.." - guardò me e Sam - "A esempio io sono geloso dei miei amici.." 
 

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Capitolo 10
*** Cosa stava succedendo? ***


Nell'ultima settimana avevo passato molto tempo insieme a Ryder, era un tipo spiritoso e simpatico, mi faceva ridere ed era piacevole stare insieme a lui..
Mi dispiaceva parecchio trascurare Sam e Blaine ma.. dovunque andassi Ryder era sempre dietro di me..
Non che mi dispiacessero le sue attenzioni ma avevo paura di perdere la loro amicizia, e anche quella di Jake.
Avevo incrociato lo sguardo di Jake soltanto nei corridoi e tutte le volte che lo avevo incontrato ero insieme a Ryder, e sapevo che tra i due non scorreva buon sangue.

Iniziò un'altra settimana, era lunedì mattina, arrivai a scuola e notai Sam, Blaine e Tina appoggiati agli armadietti. Corsi verso di loro sorridente.
"Ciao ragazzi!" - esclamai -
"Ciao Marley" - mi risposero loro quasi in coro -
"Marley, giusto in tempo. Stavo proprio adesso dicendo a Blaine e Sam che organizzo una festa a casa mia mercoledì sera con tutti i ragazzi del Glee." - aggiunse poi Tina dopo il saluto -
"Ma davvero? Che bella idea! Tranquilla, non mancherò!" - annuii sorridendo -
"Bene. Allora ci vediamo dopo al Glee, ciao ragazzi" - Tina si allontanò -
"Ci venite voi alla festa di Tina?" - domandai a Sam e Blaine una volta soli -
"Non ce la perderemmo per nulla al mondo!" - mi rispose Blaine guardando Sam -
"Volevo scusarmi con voi, vi ho trascurato troppo durante l'ultima settimana, non volevo, solo che Ryder.."
Mi interruppe Sam. "Tranquilla." - mi mise una mano sulla spalla - "Non devi scusarti con noi.."
"..E invece sì. Mi manca tanto stare con voi ma.. Ryder è sempre dietro l'angolo. E' nuovo nel Glee, sta cercando di fare nuove amicizie.." 
"Siete una bella coppia tu e Ryder.." - disse Blaine per provocarmi -
Lo guardai male per un pò. "Si certo come no.."
"Eccolo..." - esclamò Sam a voce bassa -
Mi voltai e vidi Ryder venire verso di noi. "Ciao ragazzi, ciao Marley" - sorrise come suo solito - "Ho saputo della festa a casa di Tina, tu ci andrai?" - mi domandò -
Annuii. "Si, credo di si. Insomma, se vanno Blaine e Sam si, andrò con loro." - dissi per evitare che mi facesse strane proposte -
"Bene, ci vediamo lì. Ciao Marley, ciao ragazzi" - andò via salutandoci con la mano -
"Per te ha sempre un saluto speciale, eh Marley?" - mi stuzzicò Sam tormentandomi il braccio -
"Smettetela ragazzi! Adesso ho detto a Ryder che vengo con voi perciò mercoledì mi passate a prendere, intesi?" - li guardai con aria di sfida -
"Ma sì, certo sua maestà!" - Blaine fece una specie di inchino ridacchiando -
"Adesso andiamo in classe, è tardi.." - Sam spinse Blaine e sorridendo mi salutarono facendo delle facce strane -
Arrivai al mio armadietto, presi i libri che mi sarebbero serviti nelle lezioni seguenti e poi iniziai a camminare per il corridoio.
Ad un tratto mi si accostò una persona, girai lo sguardo e vidi che era Jake che camminava proprio accanto a me. Sorrisi e lui sorrise a me.
"Finalmente sola!" - esclamò ironicamente - "Ultimamente giri con la scorta?"
"Scorta?" - risi - "No, è solo che Ryder è nuovo nel Glee, ha bisogno di farsi dei nuovi amici.."
"Ma tu non hai bisogno di un amico come lui.."
Continuammo a camminare finchè Jake non mi prese per il polso, iniziò a tirarmi verso la direzione opposta fino ad arrivare nel cortile sul retro della scuola. Non feci domande, mi lasciai guidare da lui. Non appena svoltammo l'angolo si fermò lasciando il mio polso. Mi ritrovai con le spalle al muro e Jake di fronte.
"Non mi piace quel Ryder." - disse con tono dolce - 
"Jake, non..."
Mi bloccò con uno "sssh.." leggero, posò il dorso della mano con delicatezza sulla mia guancia e con un movimento lento iniziò ad accarezzarmi. 
Eravamo completamente soli, tirava un filo di vento e c'era un silenzio che metteva imbarazzo. Non sapevo ne cosa dire ne cosa fare, guardai Jake intensamente negli occhi e lui non smetteva di fare lo stesso.
"Marley.." - mi disse a bassa voce -
"Si?" - risposi io con voce ancora più bassa ormai completamente persa nei suoi occhi -
Non rispose, iniziò ad avvicinarsi lentamente a me, chiuse gli occhi e anche io chiusi i miei, a stento capii cosa stava per fare, cosa stava per succedere.
All'improvviso il silenzio si ruppe con il suono stridulo della campanella che proveniva dall'interno. Aprii di colpo gli occhi e mi mossi di scatto. Jake aprì gli occhi e mi guardò, senza essere riuscito a baciarmi. 
"Mmmh.. dobbiamo andare in classe.." - balbettai imbarazzata -
"Giusto." - aggiustò lo zaino che aveva in spalla e iniziammo a camminare - "Cosa.. fai mercoledì sera?"
"Mercoledì sera?" - domandai di nuovo per sicurezza -
"Si." - annuii fermandosi in mezzo al corridoio -
"Tina organizza una festa a casa sua con gli altri ragazzi del Glee Club."
"Quindi.. ci sarà anche Ryder?"
"Sì, beh, prima mi ha detto che sarebbe venuto anche lui..." - mi sistemai nervosamente i capelli -
"Posso venire anche io alla festa?" - mi guardò - "Vengo come.. tuo amico."
"T-tu? Alla festa? Vuoi venire alla festa?" - dissi più volte - "Posso chiedere a Tina se..."
"Tranquilla, glielo chiederò io." - iniziò a camminare all'indietro - "Poi ti faccio sapere cosa mi dice.." - mi salutò con la mano e andò via -
 

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Capitolo 11
*** La festa di Tina - Parte 1 ***


Era il giorno della festa a casa di Tina, e io ero in crisi, non avevo idea di come ci si vestisse a questo tipo di feste. Decisi di telefonare Unique, aveva sempre la risposta pronta ad ogni tipo di domanda. In più ero agitata, sarebbero venuti sia Jake che Ryder e la cosa oltre a mettermi ansia, mi imbarazzava da morire.
"Unique?" - esordii dopo il suo 'pronto' -
"Marley?"
"Si, senti, ciao, scusa, mi serve un aiuto."
"Aiuto? Hai chiamato la persona giusta tesoro!" - esclamò con enfasi -
"Come ci si veste ad una festa. Alla festa di Tina, nello specifico.." - iniziai a fare avanti e indietro per la stanza - "E.. se ci sono dei ragazzi che ti imbarazzano.."
"Quali ragazzi?" - domandò euforica -
"Intendevo Jake, e.. Ryder, ma anche gli altri, insomma, non sono mai stata a questo tipo di feste.."
"Tu non preoccuparti, stai vicino a me e ti dirò come muoverti!" - fece una pausa - "Per quanto riguarda l'abbigliamento ti consiglio di essere semplice, o un vestito, non elegante, uno carino, oppure un completo un pò più alla moda rispetto a quelli banali che si usano per andare a scuola." - fece un'altra pausa - "Ah, e ci vuole un accessorio particolare, quello devi sceglierlo tu!"
"Accessorio? Io non so neanche cosa mettermi..." - sbuffai - "Proverò a combinare qualcosa, grazie."
"E' stato un piacere. Chiamami se sei indecisa. Ti mando un bacio, ciao" - chiuse -
Chiusi anche io la telefonata, e mi buttai all'indietro sul letto. Chiusi gli occhi per qualche secondo, avevo un peso sullo stomaco, non capivo cosa fosse, ero ansiosa e spaventata allo stesso tempo. Non potevo nè volevo smettere di pensare a Jake che avevo provato a baciarmi, ma neanche a Ryder che con la sua ironia mi avevo detto tantissime cose carine. Non potevo neanche ignorare il fatto che Jake aveva una reputazione che lo precedeva, era un Puckerman, e i Puckerman sono da sempre temuti al McKinley, e poi tutti mi avevano detto di stare lontana da lui, eccetto Blaine e Sam ma sapevo che lo facevano perchè erano amici di suo fratello e perchè non volevano smontare la mia euforia. 
Non ero brava a comportarmi con le persone, ero stata da sempre sola, e adesso la mia paura più grande era quella di rimanere sola, di nuovo, proprio in un momento in cui mi sentivo felice e circondata da belle persone. Stava per prendermi una crisi di pianto, ma mi alzai di botto.
"Non ci vado!" - esclamai decisa -
Scesi le scale e andai in cucina da mia madre che mi stava preparando la merenda.
"Mamma, cambio di programma, rimango a casa con te stasera." - aprii il frigo e presi del latte in modo disinvolto -
"Come mai? E' stata annullata la festa?" - domandò preoccupata -
"No, è solo che.. non ho più tanta voglia di andarci, stare con altra gente..." - mi interruppe -
"Marley.." - si avvicinò a me - "Finalmente hai trovato delle persone che ti vogliono bene, perchè adesso vuoi rovinare tutto?"
Guardai mamma - "E' per questo che non ci vado, così non combino casini, loro continueranno ad essermi amici perchè non mi conosceranno mai bene fino in fondo, e tutto sarà perfetto."
"Marley.." - mi accarezzò i capelli mentre io abbassai il capo fissando il bicchiere di latte stretto tra le mie mani - "Questi ragazzi ti vogliono davvero bene, aprigli il tuo cuore, è la cosa giusta da fare questa volta. Sei stata tu a dirmi che tieni molto a Sam e Blaine e che ti piace quel Jake, perciò và alla festa e sii te stessa, andrà tutto bene.."
"Non ho mai detto che mi piace Jake, mamma." - continuai a non guardarla -
"Forse no, ma l'ho capito io da come ne parli..."
Alzai lo sguardo - "Mamma!"
Lei rise - "Allora, andrai alla festa?"
La guardai per un pò e feci di si con la testa, lei era così felice che io mi trovassi bene nella nuova scuola, se anche avevo paura di rapportarmi con loro dovevo affrontare la mia paura, per lei. 

Mi vestii e scesi. Salutai mamma e uscii di casa dove c'era Sam ad aspettarmi. Salii in auto e mi sedetti dietro lasciando vuoto il posto davanti.
"Perchè non ti sei seduta avanti?" - mi domandò Sam girandosi verso di me -
"Quello è il posto di Blaine, non posso rubarglielo." - ridacchiai e mi allungai per dare un bacio sulla guancia a Sam - "Ti vedo agitato cosa hai? E' per la ragazza misteriosa di cui non vuoi parlarmi?"
"Sì, sarà alla festa e... sono agitato" - iniziò a guidare verso casa di Blaine -
"Non hai motivo per essere agitato, con le tue imitazioni la conquisterai di sicuro!" - risi - "Almeno mi dici di chi si tratta?"
Rimase in silenzio per un pò - "E' Brittany!" - disse tutto d'un fiato - "E' single da poco, ho perfino paura di avvicinarmi a lei.."
"Ma.. non capisci? E' questo il momento perfetto, ti basterà tirarle su il morale, farla divertire e si innamorerà di te nel giro di poco."
"Tu credi?"
"Ne sono sicura. Brittany è molto sola da quando non sta più con Santana, stalle molto vicino, te ne sarà grata."
"Grazie Marley!"
Arrivammo sotto casa di Blaine, salì in auto e ci avviammo verso casa di Tina tutti e tre insieme, appassionatamente.
Una volta scesi dall'auto e di fronte la porta di casa presi entrambi per mano e gliela strinsi forte. Ci guardammo a vicenda e loro mi sorrisero per rassicurarmi, era evidente che fossi terrorizzata.
Tina ci aprì la porta ed entrammo, Sam andrò dritto e spedito verso Brittany che era in un angolino a mangiarsi le unghie. Io salutai con la mano Jake che era seduto sul divano accanto a Suguar che tutta euforica gli raccontava uno dei suoi tanti viaggi, ma rimasi inchiodata a Blaine che stava parlando con Tina. La mia testa viaggiava per i fatti suoi, non sapevo cosa fare, strinsi la mano di Blaine.
"Tranquilla." - mi sussurrò a bassa voce - 
Mi voltai e vidi Ryder, lui vide me e mi sorrise avvicinandosi. Staccai la mano da quella di Blaine e andai verso di lui.
"Ciao."
"Ciao." - risposi sorridendo -
"Stai benissimo."
"Gra-grazie. Anche tu." - risposi imbarazzata guardando il pavimento -
"Ti prendo qualcosa da bere?" - mi indicò il tavolo pieno di cose da bere e da mangiare -
"I-io non bevo. Al massimo una coca cola..."
"Vediamo se c'è.." - mi prese per mano e mi portò verso il tavolo - "Oh, guarda, eccola." - la versò in un bicchiere e me la porse -
"Ti ringrazio."
"E' un piacere" - mi sorrise - 
Dopo aver bevuto iniziai a toccarmi nervosamente i capelli non sapendo cosa dire.
"Posso rubarmi Marley per un momento?" - domandò di colpo Blaine a Ryder -
"Per fare cosa?" - gli chiesi guardandolo -
"Un ballo!" - mi rispose tirandomi al centro del salotto per ballare -
Mossi qualche passo per non sembrare un palo immobile, in pista c'erano proprio tutti, ormai la festa era al completo. Sam ballava insieme a Brittany, io e Blaine li guardammo tutto il tempo, poi ci guardammo tra di noi e sorridemmo. Mi fece fare qualche giro e qualche mossa con le braccia e iniziai a divertirmi sul serio senza pensare al resto delle persone o a quello che avrebbero pensato di me e del mio modo di ballare.
D'un tratto sentii delle mani sui miei fianchi, mi girai e vidi che si trattava di Jake, che tutto sorridente sul ritmo di Screm and Shout mi prese le mani e mi avvicinò a sè.
"Mmmh.. non mi pare che tu mi abbia salutato per bene.." - mi disse come un rimprovero -

 

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Capitolo 12
*** La festa di Tina - Parte 2 ***


.....

"Beh potevi venire tu a salutare me.." - dissi con tono di sfida -
"Come ha fatto quel Ryder?" - mi guardò - "Non è nel mio stile.."
"Nemmeno nel mio.." - ridacchiai -
"Facciamo a modo mio allora?" - fece un sorrisino provocante il che mi spaventava -
"Meglio lasciar perdere per questa volta.."
"Hai paura di me?"
"Non ho paura di te." - risposi praticamente terrorizzata -
"Allora perchè ti allontani se cerco di avvicinarmi?" 
"Mi... imbarazzi, Jake.." - dissi a voce bassa non sicura che mi avesse sentito visto che c'era la musica alta come sottofondo -
Mi prese per i fianchi e mi avvicinò a se guardandomi negli occhi. Mi prese una mano e mi fece fare un giro, poi mi sorrise e ricominciammo a ballare. La sua espressione sul volto era cambiata, stava cercando di trasmettermi tranquillità per evitare che il mio imbarazzo aumentasse.
"Ti stai divertendo?" - mi domandò dopo un pò di tempo -
"S-si ma.. Jake hai bevuto?" - chiesi dopo aver sentito l'odore di alcol -
"Si, un goccio..." - mi sorrise - "Tutto sotto controllo!"
Riprendemmo a ballare, il mio imbarazzo non era sparito del tutto, gli occhi di Jake erano tutto il tempo puntati su di me, le sue mani sfioravano ripetutamente le mie, e quel sorriso permanente sul suo volto era contagioso. D'un tratto Tina e Sugar tirarono via Jake per la maglietta ed iniziarono a ballare con lui porgendogli una bottiglia di vodka piena. Ovviamente lui non si tirò indietro ed iniziò a bere e ballare dimenticandosi completamente di me. 
Rimasi immobile al centro della pista a guardare la scena, poi mi voltai e andai a sedermi sul divano. Guardai l'orologio, il soffitto, il pavimento, poi di nuovo l'orologio e di nuovo a ruota il pavimento e il soffitto, facendo di tutto pur di non guardare cosa stesse facendo Jake insieme a quelle due.
Ryder mi raggiunse e si mise seduto accanto a me - "Non balli più?"
"No... Mi... gira la testa." - mi toccai la fronte -
"Oh, mi dispiace. Forse la musica è un pò troppo alta.." - iniziò ad avvicinarsi a me -
"Eh si, probabile.." - annuii nervosamente -
Mise un braccio intorno al mio collo posando una mano sulla mia spalla - "T-ti da fastidio?" - mi domandò un po impacciato -
Deglutii e lo guardai - "N-no." - risposi -
Mi diede un bacio sulla guancia - "E questo?"
"N-n-n-no." - iniziai a sudare freddo e ad agitarmi - "Che caldo!" - cercai di cambiare argomento -
"Vuoi andare un pò fuori?"
Sapevo che se avessi risposto 'si' sarebbe venuto insieme a me, e non ero in vena di conversazioni. Jake non faceva altro che bere e abbracciare le ragazze ancora più ubriache di lui e io desideravo più di ogni altra cosa andare via da lì. Ma Sam era insieme a Brittany e Blaine sembrava divertirsi, non potevo chiedergli di accompagnarmi...
Appoggiai la testa sulla spalla di Ryder facendo uno sbuffo, alzai lo sguardo e vidi Jake, che mi stava fissando. Come una furia partì e venne spedito verso di noi, sapevo che sarebbe successo qualcosa così alzai la testa dalla spalla di Ryder, lui mi guardò e mi sorrise senza notare Jake che veniva verso di noi.
"Lascia stare Marley, intesi?" - urlò Jake a modi minaccia -
"Amico, lascia stare tu Marley e lascia stare anche me."
"Forse non hai capito.." - lo prese per la maglietta e lo fece mettere in piedi - "Tu non la devi toccare!"
Mi alzai di scatto - "Jake" - gli tolsi le mani dalla maglietta di Ryder - "Jake ti prego smettila, sei ubriaco." - sentii il fortissimo odore di alcol provenire dalla sua bocca -
"Marley, tranquilla, me la vedo io" - Ryder mi prese delicatamente per il braccio e mi fece allontanare -
"Non hai capito? Non la devi toccare!" - Jake tirò un pugno sulla faccia di Ryder -
Ryder di scatto restituì il pugno a Jake ed inizio una vera e propria rissa all'ultimo sangue.
"BASTA! SMETTETELA!" - urlai ormai completamente in lacrime -
Ryder si girò verso di me, con il sangue che gli scorreva dalla bocca - "Marley, torna a casa.." - mi disse con dolcezza tra uno schiaffo ed un altro -
Blaine mi prese per il polso, urlò "Sam, andiamo." e insieme mi portarono fuori da casa di Tina. Continuai a piangere praticamente terrorizzata dalla scena, e con forza mi fecero salire in macchina.
"Non posso andarmene, li devo fermare. Chi li ferma?" - domandai singhiozzando -
Sam mise in moto - "Ci sono gli altri ragazzi, non devi preoccuparti."
"Come faccio a non preoccuparmi? E' tutta colpa mia." - misi le mani in faccia e iniziai a piangere -
Sam accostò la macchina, si girò verso di me togliendomi le mani dalla faccia - "Marley, sono cose che capitano, forse tu non hai mai visto una rissa, ma succede tra i ragazzi."
"L-lo so, ma il fatto è che è successo per colpa mia!"
"Non è stata colpa tua, Jake era ubriaco e anche fuori di testa." - mi giustificò Blaine -
"Vi prego torniamo da loro, dobbiamo fermarli. Vi prego." - li implorai ancora in lacrime di tornare lì per calmare la situazione -
"Marley, è meglio se ti portiamo a casa.." - Blaine mi guardò quasi dispiaciuto -
Sam mise di nuovo in moto e ripartì. Arrivammo sotto casa mia. 
"Stai tranquilla, okay?" - mi disse Blaine tenendomi entrambe le mani - "Andrà tutto bene"
"Ci vediamo a scuola." - Sam mi stampò un bacio sulla guancia -
Scesi dall'auto ed entrai in casa.

Ovviamente non chiusi occhio tutta la notte, non avevo voglia di andare a scuola, di rivedere Jake, Ryder e tutti gli altri compagni del Glee che avevano visto la penosa scena la sera precedente, ma dovevo andare, più che altro per sapere come stavano Jake e Ryder. 
Arrivai a scuola, aprii il mio armadietto, sistemai i miei libri e lo richiusi. Mi guardai intorno, vidi Sam e Blaine e andai verso di loro.
"Avete visto Ryder?" - domandai frettolosa senza neanche salutarli -
"Ciao anche a te Marley, come stai? Io bene, grazie. Ryder? No, non l'ho visto, ma grazie per aver visto me." - disse ironicamente Blaine incrociando le braccia al petto -
"Scusa, è che lui è sempre puntuale, sarebbe dovuto essere qui, invece non c'è." - sbuffai e in lontananza vidi passare Unique -
Corsi fino a raggiungere il suo armadietto. "Hei, ciao, senti, hai visto Ryder?"
"No, temo che non venga oggi.." - mi rispose con un aria strana -
"Non viene? Perchè?" - domandai ansiosa -
"Ieri sera sua madre l'ha portato al pronto soccorso, gli hanno messo tre punti sul labbro, credo che rimanga a casa..."
"Oddio!" - esclamai quasi sconvolta - "Devo chiamarlo subito! Ciao, grazie"
Presi il telefono dalla tasca del mio capotto, composi il suo numero e lo telefonai. Il telefono squillò fino all'ultimo, ma Ryder non mi rispose.
Tornai da Blaine e Sam - "A Ryder hanno messo dei punti, devo assolutamente andarlo a trovare a casa, non mi risponde neanche al telefono."
"Riprova più tardi, magari adesso sta riposando, sono le 9 del mattino!" - mi disse Blaine per tranquillizzarmi -
"Hai ragione.." - sospirai - "Ma voglio comunque andare a trovarlo a casa oggi pomeriggio."
"Ti accompagniamo noi.." - mi propose Sam con un sorriso guardando Blaine e parlando anche a nome suo -
"Oh grazie!" - feci un saltello e lo abbracciai - "E.. chissà Jake come sta... Ad essere sincera non voglio neanche vederlo." 
"Mi sa che dovrai vederlo per forza, è appena arrivato." - mi sussurrò Blaine all'orecchio -
Mi voltai e vidi Jake avanzare con un occhio nero e un labbro gonfio. Si avvicinò diretto a noi tre.
"Marley posso parlarti?" 
"Scusa, ho lezione adesso." - feci un cenno a Blaine e ignorandolo completamente andammo via -
 


 

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Capitolo 13
*** Come sta Ryder? ***


Al suono dell'ultima campanella della giornata uscii dall'aula e mi diressi verso il mio armadietto per aspettare Sam e Blaine. Mi appogiai con le spalle all'armadietto e la mia attenzione si spostò verso un vociare che proveniva da destra. Mi girai e vidi i ragazzi della squadra di football che cercavano di mettere Jake con le spalle al muro.
"Sei una femminuccia, ti sei fatto picchiare di Ryder" - gli ripetevano quasi in coro -
Jake ovviamente reagiva tirandogli delle spinte e cercando di allontanarli, ma loro continuavano a seguirlo anche quando cercava di essere indifferente alla cosa.
Di punto in bianco, proprio mentre Jake stava per difendersi gli tirarono una granita in piena faccia. Ridacchiando i ragazzi si allontanarono mentre Jake fece un urlo di dolore.
Di corsa andai verso di lui, che con le mani in faccia cercava di fare qualche passo in avanti, lo presi per il braccio e lo portai nella prima aula libera del corridoio.
Mi tolsi la felpa che avevo addosso, lui non riusciva a vedermi, non riusciva neanche ad aprire gli occhi e continuava a fare dei piccoli versi di dolore.
Usai la mia felpa per togliergli la granita dalla faccia e dagli occhi, e successivamente anche dai capelli. Finalmente riuscì a guardarmi in faccia, mentre il mio sguardo cercava di evitare il suo.
"Grazie.." - mi disse quasi imbarazzato -
"Non c'è di che." - risposi senza guardarlo -
Una volta finito appallottolai la mia felpa ormai sporca di granita e mi girai per andarmene. Jake di scatto mi prese per il braccio, mi tirò a se in modo da trovarmi faccia a faccia con lui.
"Marley..." - mi guardò intensamente - "Perdonami."
Io rimasi in silenzio a guardarlo con l'aria imbronciata.
"Ho sbagliato, lo so. Ma tendo a proteggere le persone che mi stanno a cuore. Non c'ho visto più dalla rabbia quando quello lì ti ha.."
Lo interruppi - "Quello lì, si chiama Ryder, e non stava per farmi proprio nulla..." - continuai a guardarlo arrabbiata - "E poi sono libera di farmi anche solo toccare da chi voglio, no?" - abbassai lo sguardo - "Lo hai fatto parecchio male, non... non è giusto." - Mi staccai dalla sua presa -
"Vai da lui?"
"Si."
Mi girai, lo guardai per una frazione di secondo e poi andai via.

Nel corridoio trovai Sam e Blaine che mi stavano già aspettando.
"Ma dove eri finita?" - mi domandò Blaine spazientito -
"Scusate, a Jake avevano tirato una granita e l'ho aiutato."
"Avete chiarito?"
"No" - li presi sotto braccio e ci avvviammo verso casa di Ryder - "Lasciamo stare.."

Una volta arrivati davanti casa Lynn mantenni sotto braccio i miei amici e bussai al campanello. Ci presentammo alla mamma di Ryder che ci fece entrare in camera sua. Era nel letto a giocare con l'xbox ma appena ci vide si alzò di botto sorridente.
"Ciao ragazzi, che bello vedervi qui!"
"Ciao Ryder, come stai?" - domandai subito preoccupata -
"Sto bene, guarda..." - si tolse il cerotto che aveva vicino al labbro - "I punti stanno facendo effetto. Credo.." - rise -
"Sempre in forma tu!" - esclamò Sam battendo il pugno -
"Dai, vi prego, sedetevi" - ci indicò le varie sedie e poltrone sparse per la stanza -
"No tranquillo Ryder, siamo di passaggio. Marley era molto preoccupata per te, ha insistito per venire a vedere come stavi.." - disse Blaine guardandomi -
Ryder mi guardò e mi sorrise mentre io iniziai a mordermi il labbro nervosamente.
"Come mi trovi, bene?" - mi chiese -
"Si, sono molto più serena adesso. Spero che tu riesca a tornare presto a scuola"
"Non avresti dovuto preoccuparti, sono tranquillamente riuscito a tenere testa a quel folle di Jake." - mi guardò - "Forse non dovresti frequentare quel tipo.."
Guardai in basso - "Io non lo frequento affatto, siamo amici, più o meno." - alzai la testa per guardare Ryder - "Ma non ho davvero capito il gesto di ieri sera.."
"Starai più attenta d'ora in poi? Se no in ogni caso ci sarò sempre io a difenderti... e sicuramente anche Sam e Blaine." - mi sorrise -
Ricambiai il sorriso, poi guardai i miei due migliori amici e sorrisi anche a loro.
"Ragazzi, vi dispiace se parlo un attimo da solo con Marley? Ci vediamo a scuola tra qualche giorno, comunque." - aggiunse Ryder dopo poco -
I ragazzi lo salutarono affettuosamente e uscirono dalla stanza. Camminai verso Ryder e mi misi seduta vicino al bordo del suo letto.
"Sono davvero contento che sei venuta a trovarmi.." - iniziò ad accarezzarmi i capelli - "Sei fantastica!"
"Ryder mi dispiace, mi sento in colpa per quello che è successo.."
"Non è stata colpa tua." - appoggiò il palmo della mano sulla mia guancia - "E' stato un vero piacere picchiare un ragazzo per difendere te."
Ridacchiai - "Un piacere non proprio..."
"Mi piaci tanto Marley. E se ieri sera sono andato a quella stupida festa era solo per vedere te..." - mise anche l'altra mano sull'altra guancia -
Lo guardai intensamente, ero tutta rossa e molto imbarazzata.
Ryder tirò lentamente il mio volto verso di se finchè le mie labbra non sfiorarono le sue per qualche secondo.
"Appena guarisco ti porto a cena fuori, non prendere impegni. Promesso?"
Io annuii, poi mi alzai un po frastornata e andai via senza dire nulla a Blaine e Sam. 

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Capitolo 14
*** Ora di chiarimenti ***


Erano passati tre giorni dalla catastrofica festa a casa di Tina, Ryder non era ancora tornato a scuola, non avevo ancora chiarito con Jake e non avevo detto a nessuno del bacio che c'era stato tra me e Ryder. 

All'ora di pranzo, ero al tavolo con Blaine e Sam come tutti gli altri giorni. Sam iniziò a guardare Brittany che stava mangiando qualche tavolo distante da noi.
"Sam, basta, la stai consumando a fuoria di guardarla!" - esclamò di colpo Blaine per attirare l'attenzione di Sam ormai incantato -
"Concordo. Và da lei, e invitala ad uscire!" - aggiunsi -
"Non vuole uscirci con me, anzi, non può"
"Perchè non può?" - domandai curiosa -
"Me l'ha detto alla festa, dopo che l'ho baciata, non vuole impegnarsi, pensa ancora a Santana."
Feci un rumore con la forchetta lanciandola nel piatto - "L'hai baciata?" - chiesi con tono sorpreso -
"Oh si, mi sarà sfuggito di dirtelo. Insomma, dopo la festa non mi sembrava proprio il caso..." - si giustificò -
"C'hai ragione.." - ripresi in mano la forchetta per riprendere a mangiare -
"E che mi dici di lui?" - mi domandò Blaine indicando Jake con lo sguardo che stava passando accanto al nostro tavolo -
"Nulla." - risposi abbassando di colpo lo sguardo -
Blaine si avvicinò a me - "Lo so che ti importa di lui, ma forse Ryder ha ragione, non è il caso che lo frequenti quel tipo..."
Guardai Blaine - "Ti assicuro, non è come sembra, io.. io lo so."
"Marley, quel tipo ha picchiato Ryder senza un vero motivo. E' pericoloso." - cercò di spiegarmi Sam -
"Lo so. Lo so. Ma... avrà avuto i suoi motivi." - abbassai lo sguardo e poi li guardai di nuovo - "Non lo sto giustificando."
"Invece si. Ti ha per caso detto il motivo del suo gesto?" - mi chiese Blaine -
"No.. Si... No.. Si... Cioè..." - feci una pausa e presi fiato - "Lui ha detto che l'ha fatto per difendermi. Pensava che Ryder mi stesse infastidendo..." 
"Non mi sembra un buon motivo.." - aggiunse Sam masticando -
Riprendemmo a mangiare, e di colpo ruppi quell'attimo di silenzio.
"Ryder mi ha baciata!" - dissi quasi esplodendo -
Alzarono di colpo la testa dal piatto e mi guardarono mentre io abbassai immediatamente lo sguardo.
"Co-cosa?" - ripetè Blaine -
"Perchè non ce l'hai detto?" - aggiunse Sam a bocca aperta -
Alzai lo sguardo - "Scusate ragazzi, mi vergognavo da morire."
"Tu? E di cosa?"
"Non lo so, so solo che volevo dirvelo, ma non ho trovato il coraggio.."
Loro due mi sorrisero, non si erano presi collera e quella era la cosa più importante. Tutto d'un tratt mi alzai e misi lo zaino in spalla.
"Vi dispiace se... vado?" - domandai quasi impaurita -
"Dove?" - mi chiesero quasi in coro -
"A.. parlare con Jake..." - li guardai ancora un pò - "Posso, vero?"
Loro fecero una risatina e ripresero a mangiare mentre io corsi in corridoio dove sapevo di trovare Jake che aveva da pochi minuti lasciato la mensa.

Lo vidi vicino all'armadietto e senza farmi notare rallentai il passo andando verso di lui.
"Ciao..." - esclamai guardandolo -
Si girò di scatto e mi guardò anche lui - "Hei" - mi sorrise - "Possiamo parlare o ci sono le guardie del corpo in giro?"
Abbozzai un sorriso - "Non vogliono che io parli con te."
"Chi? I tuoi amici o Ryder?"
"Tutti.." - lo guardai intensamente negli occhi - "E poi Ryder fa parte della categoria 'amici'"
"Mi dispiace per quello che è successo. So di doverti delle spiegazioni, e anche ai tuoi compagni, per aver rovinato la festa." - fece un respiro profondo - "Se il professor Schuester sarà d'accordo, vorrei entrare nel Glee Club." - mi sorrise -
"Certo che sarà d'accordo!" - esclamai ricambiando il sorriso -
"E.. volevo anche dirti che non voglio che quel Ryder, o chiunque altro si metta in mezzo tra me e te. Devi sentirti libera di fare ciò che vuoi, sempre." - mi guardò dritto negli occhi - "Per me sei una persona speciale, una delle poche di cui mi importa in questa scuola e in questa città. Se sono venuto alla festa era per te. E se volevo uccidere quel tipo era perchè... odio i ragazzi che toccano le ragazze." - guardò il pavimento - "Mio padre era.. quel tipo di uomo che tratta male la propria donna, e non c'è scena più orribile, secondo me. So che Ryder non voleva toccarti nello stesso modo in cui mio padre toccava mia madre, ma ero ubriaco e in parte anche geloso e incazzato."
"Geloso? Incazzato?" - domandai scuotendo la testa -
"Si perchè... avevo fatto in modo che quel tipo ci provasse. Ti ho lasciata lì senza neanche rendermi conto dell'errore. L'ho capito quando ti ho vista insieme a lui..."
Notai con quanto dolore mi aveva raccontando la storia di suo padre, si vergognava perfino di portare il suo cognome, quell'uomo non si era mai preso cura di lui e aveva abbandonato sua madre. Apprezzai il fatto che si fosse confidato con me. Di colpo lo abbracciai, perchè in quel momento lo sentivo molto vicino a me e alla mia storia. Nemmeno io avevo mai avuto un padre presente.
Rimanemmo abbracciati per qualche minuto, la sua stretta era molto più forte della mia, sentivo il suo respiro sul mio collo e non volevo per niente al mondo staccarmi da lui, e allontanarmi da quel suo profumo a dir poco perfetto.
"Alla prossima festa a cui ti porterò, non ti lascerò libera neanche per un secondo, e Ryder non avrà neanche una minima occasione di provarci con te.." - ci staccammo -
Risi - "Ma perchè ce l'hai tanto con lui?"
"Perchè vuole allontanarti da me..." - mi guardò in modo serio e quasi preoccupato - 

 

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Capitolo 15
*** Questo è troppo. ***


Era passato solo un giorno dal chiarimento con Jake, Ryder non era ancora tornato a scuola ma nel pomeriggio si sarebbe tolto i punti e il giorno seguente sarebbe tornato più in forma di prima, lo avevo sentito per telefono ma non ero passata a casa sua per salutarlo, un pò per timidezza e un pò per imbarazzo.
Non sapevo che tipo di rapporto ci fosse tra di noi, probabilmente io piacevo a lui e lui non era indefferente a me, ma purtroppo o per fortuna, la mia mente era costantemente occupata da Jake, che aveva approfittato dell'assenza di Ryder per avvicinarsi a me...
Durante la lezione di biologia, io ero seduta al secondo banco e Jake all'ultimo. Il compagno seduto dietro di me mi chiamò picchiettando la mano sulla mia spalla.
Mi girai, lo guardai, e mi porse un fogliettino indicando con l'altra mano l'ultimo banco, Jake.
Guardai Jake, lui mi sorrise e io ricambiai, poi mi rigirai in avanti ed aprii lentamente il fogliettino super eccitata.

"Non prendere impegni per l'ora di pranzo, ti porto in un posto :)" 

A fine lezioni mi trattenni qualche minuto in più nell'aula per consegnare una relazione alla professoressa e una volta che quasi tutti erano fuori da lì Jake si avvicinò a me.
"Ricevuto il biglietto?" - mi domandò ironico -
Lo cacciai dalla tasta - "Ricevuto!" - esclamai sorridente -
"Andiamo?" - mi porse una mano -
Misi la mia mano sulla sua e me la strinse. Uscimmo dalla porta sul retro mano nella mano e avevo come l'impressione che lui non volesse farsi vedere mano nella mano insieme a me. In verità neanche io volevo che qualcuno ci vedesse, specialmente i miei compagni del Glee che lo guardavano ancora con disprezzo, per non parlare di Blaine e Sam..
Morivo dalla voglia di domandargli dove mi stesse portando, ma sapevo che non me l'avrebbe detto. Se c'era una cosa che apprezzavo di lui erano le sue prese di posizione, le sue iniziative, non che volessi farmi comandare da un'altra persona, ma a me piaceva, piaceva il fatto che riusciva a farmi fare ciò che voleva, anche se poteva essere usata come arma a doppio taglio.
Arrivammo al campo di football, deserto. Io lo guardai perplesso allentando la stretta di mano.
Lui mi guardò, mi sorrise, e strinse ancora più forte la mia.
"Vieni..." - mi disse iniziando a salire i gradini degli spalti -
A metà mi fece cenno di sedermi, lui rimase in piedi davanti a me e mi guardò - "Aspettami qui" - mi disse -
Corse via senza darmi neanche il tempo di annuire ma dopo poco tornò con la sua chitarra tra le mani e si mise seduto accanto a me.
"Devo farti ascoltare una cosa..." - mi disse a voce bassa -
Iniziò a suonare la sua chitarra e a cantare una versione acustica di Let Me Love You di Ne-yo.
Una volta finita la canzone non dissi nulla, rimasi ferma a fissarlo in tutta la sua perfezione. Neanche lui disse nulla, lentamente avvicinò il suo viso al mio come se volesse baciarmi. Non ebbi la forza di muovermi, ne di capire nulla. Il suo naso lentamente sfiorò il mio mentre il vento leggero faceva svolazzare i miei capelli.
"Cosa stai facendo?" - urlò una voce stridula dal basso -
Entrambi ci scuotemmo interamente guardando verso la direzione da cui proveniva la voce.
"Kitty!" - esclamò Jake imbarazzato allontanandosi il più possibile da me -
La cheerleader bionda iniziò a salire i gradini verso di noi.
"Che stavate facendo voi due?" - domandò arrabbiata -
"Stavo facendo sentire a Marley una canzone..." - si giustificò Jake -
"Una canzone per me?" - chiese poggiando le mani sui fianchi -
"Ce-certo" - rispose lui deglutendo -
"E tu, non ci provare con il mio ragazzo!" - disse a me come per minacciarmi puntandomi il dito contro -
"Non lo farei mai.." - dissi io quasi mortificata -
"Dai Jake, andiamo, voglio sentire questa canzone che vuoi dedicarmi!" - Kitty iniziò a scendere le scale -
Jake mi guardò con aria da dispiaciuta e senza dirmi neanche una parola andò via insieme a Kitty.

Ero mortificata, più di quanto non lo fossi stata alla festa di Tina. Mi aveva piantato lì, da sola, di nuovo. Jake era esattamente come lo descrivevano gli altri, ed io non volevo più saperne niente di lui e della sua ragazza.

 

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Capitolo 16
*** Non so più chi sei ***


Ero delusa da Jake, ma a chi potevo dirlo? Mi avrebbero tutti risposto "te l'avevo detto", e mi sentivo terribilmente stupida per essermi fidata di lui.
Ero seduta su una delle tante panchine del cortile, stavo come al solito scrivendo il mio quaderno/diario. Neanche a farlo a posta, distolsi momentaneamente lo sguardo dal foglio e in lontananza vidi Jake che mi stava fissando con insistenza. Subito ripresi a guardare il quaderno anche se sapevo che con la faccia tosta che aveva sarebbe presto venuto a parlarmi come se non fosse successo nulla.

Dopo circa 5 minuti si avvicinò, senza dire nulla si sedette accanto a me mentre io continuavo a far finta di niente anche se riconoscevo il suo profumo da chilometri di distanza.
"Ciao" - mi disse per rompere quel silenzio fastidioso -
"Ciao" - risposi in modo indifferente -
"C-cosa fai?"
"Scrivo"
"Cosa?"
"Parole"
"Sei arrabbiata?"
A quella domanda non risposi. Come poteva chiedermi una cosa del genere, e con quale coraggio?
"Mi dispiace" - ammise subito dopo -
"Dici sempre che ti dispiace e ti dispiace eppure mi deludi sempre" - lo guardai - "Potevi dirmelo che avevi una ragazza, potevi dirmi che quella canzone era per lei, potevi dirmi tante altre cose, e invece non l'hai fatto"
"Non sono solito etichettare le cose. Per me non è neanche la mia ragazza e-"
Lo interruppi - "Se lei non è la tua ragazza allora io non sono tua amica. E anche se prima lo fossi stata, sappi che adesso non mi va più." - mi alzai e iniziai a camminare -
"Lei.... mi fa sentire al sicuro, ecco tutto" - fece una pausa - "Non mi va di essere preso di mira, non mi va di ricevere granite in faccia.."
Mi voltai di scatto e mi fermai a faccia a faccia con lui - "Ed io che pensavi che fossi diverso. Sai, tutti mi hanno detto di stare alla larga da te, nessuno escluso, e io cosa ho fatto? Li ho ignorati. Perchè quando ti ho sentito cantare Never Say Never ho visto uscire la tua anima, e ho creduto che tu fossi diverso, diverso dagli altri, diverso da come ti descrivevano, credevo che questa giacca di pelle era solo una corazza, e invece mi sbagliavo. Tu sei esattamente come sembri." - mi girai per andarmene ma poi lo riguardai in faccia - "So cosa si prova ad essere presi in giro, ad essere presi costantemente di mira. Meglio di me lo sa anche mia madre, eppure sia io che lei preferiamo essere noi stesse piuttosto che far finta di essere chi non siamo." - mi girai definitivamente per andare via -
Jake di scatto mi prese il polso ma io non mi girai - "Io sono quello che tu hai conosciuto,  non quello descritto dagli altri. Marley, tu sai chi sono veramente."
"Mi dispiace, non lo so più..." - mi piegai leggermente per girarmi e guardarlo negli occhi ma poi vidi Ryder con un sorriso smagliante venire verso di noi e rimasi ferma -
Mossi la mano per far lasciare a Jake la presa del mio polso. Lui vide Ryder e commentò sotto voce - "Ecco le guardie" - poi mi lasciò.
"Ciao Marley" - si avvicinò a me e mi diede un bacio tra la guancia e il labbro -
"Ciao amico!" - esclamò Jake ironico come per interromperci -
"Ciao" - rispose Ryder quasi innervosito dalla sua presenza - "Pranziamo insieme?" - mi domandò Ryder -
"Scusa, ho promesso a Sam e Blaine che pranzavo con loro, magari domani, okay?" - gli diedi un bacio sulla guancia e corsi via -

Arrivai a mensa quasi con il fiatone, feci uno slalom tra i tavoli fin quando non trovai Blaine, Sam e Brittany.
"Eccomi!" - esclamai affannata -
Guardai Brittany, ero sopresa di non vederla seduta al tavolo con le cheerios, poi guardai Blaine che con un mezzo occhiolino mi fece capire che l'intesa tra lei e Sam stava aumentando. Andai a prendere il vassoio con il mio pranzo e mi misi seduta accanto a loro.
"Qualche novità?" - mi domandò Blaine -
"Novità? No, perchè?" - cercai di non guardarlo negli occhi - "Tu, novità?"
"Ho sentito Kurt, dice che Vogue.com l'ha preso come stagista, o qualcosa del genere"
"Ma che bello!" - sorrisi - "Prima o poi voglio conoscerlo il tuo Kurt, da come ne parli sembra una persona davvero in gamba!"
"Infatti, lo è." - aggiunse Sam -
Guardai Brittany, e pensai a qualcosa da domandarle per farla inserire nel discorso ma non trovai nulla, così decisi di rimanere in silenzio il resto del tempo.

 

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Capitolo 17
*** Cosa ho fatto? ***


Mercoledì pomeriggio ero uscita con Ryder, avevamo fatto un giro al parco, mi aveva offerto il gelato e poi mi aveva riaccompagnato a casa dopo 3 ore.
Quando stavo per entrare in casa, mi aveva poi richiamato per invitarmi alla sua partita di football giovedì, alla fine delle lezioni.
Accettai quella specie di invito, anche se non ci capivo molto di football, e decisi di invitare Unique per farmi compagnia. Nonostante ne capisse di football ancor meno di me, accettò, dato che si trattava di guardare ragazzi in pantaloncini scorrazzare per il campo.

E così quel giovedì, dopo le lezioni, mi diressi verso il campo. Gli spalti erano già pieni, la folla gridava il nome della squadra e le cheerios stavano facendo il riscaldamento.
Salii le scale finchè non trovai due posti liberi. Mi sedetti e poggiai la borsa accanto a me per occupare il posto ad Unique che con un messaggio mi aveva scritto che sarebbe arrivato tra una decina di minuti.
Mi guardai intorno un pò spaesata. Non avevo mai guardato una partita di football, ne dal vivo ne in tv. Lo sport non mi interessava a prescindere da quale fosse.. adoravo soltanto la musica, ma ovviamente ero curiosa di imparare qualcosa anche sul football... 
La partita iniziò con l'esibizione delle cheerios e il successivo fischio dell'arbitro. Di tanto in tanto la gente attorno a me si alzava e gridava, e io facevo lo stesso anche se non ne capivo perfettamente il motivo.
Per un momento Ryder mi vide, mi guardò e mi sorrise. Io agitai la mano per salutarlo con un grande sorriso in volto.
Abbassai subito dopo lo sguardo e vidi Jake guardarsi intorno per cercare un posto. Cercai in qualche modo di nascondermi, di non farmi notare, ma egli mi vide, mi puntò e continuò a fissarmi. Fu inevitabile l'incontro del mio sguardo con il suo, quei suoi occhi era come se chiamassero insistentemente il mio nome.
Lui salì, salì proprio verso la mia direzione.
"E' libero?" - mi chiese indicando il posto occupato dalla mia borsa -
"Sì, aspetto una persona.." - risposi io guardandolo -
"Non importa.." - mi passò davanti, spostò la mia borsa e si sedette lo stesso -
"Ma....." - non continuai -
"Sei venuta per Ryder?"
"Certo.." - dissi con un nodo alla gola -
"Voi due.... state insieme?"
"Ma perchè adesso incominci con le tue stupide domande? Non sono cose che ti riguardano!" - mi alterai -
"Siamo amici, no? Devo saperlo..."
"Te l'ho detto. Io non voglio più essere tua amica.." - cercai di evitare il suo sguardo anche se quei suoi occhi continuavano a seguire i miei -
Mi prese la mano e me la strinse, mentre io facevo finta di niente dentro di me sentivo una strana sensazione, una sensazione indescrivibile.
Sembravano farfalle nello stomaco, e poi sentivo le gambe tremare e la mano sudare...
"Marley, io ho assolutamente bisogno di te" - mi strinse la mano - "Guardami, ti prego"
Mi voltai lentamente e lo guardai - "Non posso fare a meno di te.." - mi disse -
Sbattetti più volte le palpebre continuando a non parlare, a rimanere immobile, ipnotizata dalla sua voce, dalle sue parole, dai suoi occhi.
Di colpo prese il mio viso tra le mani e mi baciò. Mi diede un bacio dolce e delicato.
Furono le grida ad interromperci dopo qualche secondo, stavamo vincendo la partita ma a me non interessava, non in quel momento.
Iniziò ad accarezzarmi il viso con le mani che erano ancora sulle mie guancie.
In quel momento non riuscivo a pensare a niente. Non mi ricordavo neanche dove fossi, la gente intorno era come se non esisteva, il mio sguardo era fisso su di lui e il suo era fisso su di me. Non avevo riflettuto neanche sul fatto che lui aveva una ragazza, che io stavo uscendo con Ryder, e che ero a quella partita per vederlo giocare.
"Perchè?" - gli domandai -
"Perchè volevo farlo" - fece una pausa -  "Perchè......"
"Scusate?" - si intromise Unique -
Jake tolse le mani dal mio viso, guardò Unique e poi di nuovo me.
"Scusa, questo è il tuo posto" - gli disse andando via -
"Ancora lui? Quand'è che te lo togli di torno?" - commentò Unique sedendosi -
"Chissà..." - risposi io mentre lo guardavo andar via -
"Allora? Ryder sta giocando bene?"
"Ma si, si, certo..." - annuii -
Capii che non aveva visto, Unique non aveva visto il bacio, nessuno aveva visto il bacio e nessuno l'avrebbe mai saputo.
I sensi di colpa mi stavano prendendo d'assalto, cosa avevo fatto? Lui aveva Kitty e io mi sentivo "l'amante" della situazione... 

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Capitolo 18
*** Ti presento una persona... ***


I giorni seguenti Jake non si faceva vivo, in classe e per i corridoi mi ignorava di proposito mentre Ryder mi invitava costantemente ad uscire. A volte accettavo, a volte declinavo, ero confusa. La situazione mi era decisamente sfuggita di mano.
Io, Marley Rose, ero nella confusione più totale. Jake era uno stronzo, e giorno dopo giorno me ne convincevo sempre di più. Che senso aveva quel bacio se adesso neanche mi guardava più negli occhi? Ryder era, al contrario, la persona più dolce e disponibile che avessi mai conosciuto, ed era carino, simpatico, disponibile...
Ma allora perchè mi trovavo in quella maledetta situazione? Ryder, dovevo stare con Ryder. Era la cosa più logica da fare, giusto? 
Nonostante tutto, io continuavo a pensare a Jake, al bacio, ai suoi occhi e a quanto avrei dovuto odiarlo, anche se non ci riuscivo.

Volevo a Sam e Blaine del bacio, volevo un consiglio, un loro consiglio, ma sapevo già cosa mi avrebbero detto, e le loro parole mi avrebbero fatto sentire ancora più stupida di quanto non mi sentissi già.
Nel giro di così poco, da quando ero al McKinley, io ero cambiata, ero come.. "sbocciata". Riuscivo a parlare e relazionarmi con la gente, avevo degli amici, e cantavo in un coro con gente a cui volevo bene. Anche mamma si trovava benissimo lì, ed era felice di vedermi stare così bene con i miei compagni.
A lei Jake piaceva, era come se nel suo cuore di mamma sapeva che lui non era quello che cercava di essere, ma bisogna anche dire che mamma non sapeva parecchie cose sul suo conto...

A mensa rimasi quasi tutto il tempo a fissare il mio pranzo, immersa completamente tra i miei pensieri tormentati.
"Marley, qualcosa non va?" - mi domandò Sam notando la mia faccia -
"No, tutto okay, sono solo.. stanca" - mi giustificai -
"Tieniti pronta, domani torna Kurt da New York, devo assolutamente fartelo conoscere!"
"Ma si, oddio, certo!" - dissi euforica - 
"Cena al Bel Grissino, domani sera alle 7, non mancare!" - mi disse alzandosi da tavola - "Adesso ho gli allenamenti delle Cheerios, ti chiamo dopo" - andò via -
"Come va a te con Brittany?" - domandai a Sam -
"Bene, anche se sono abbastanza preoccupato. Domani insieme a Kurt torna anche Santana, non so come prenderà la nostra storia..."
"Santana ormai non può farci niente, Brittany ha deciso di stare con te ora.."
"Si ma, so com'è Brittany, potrebbe avere ripensamenti..."
"Pensa positivo..." - gli misi una mano sulla spalla sorridendo -
"Grazie Marley..." - mi abbracciò e io lo strinsi forte -

Dopo pranzo andai in biblioteca, non per leggere, ma per stare in un luogo silenzioso a scrivere il mio quaderno/diario.
Venni interrotta dopo pochi minuti da una voce.
"Marley" - disse -
Alzai il capo un pò infastidita e vidi Jake. La mia espressione sul volto cambiò, chiusi di colpo il mio quaderno e lo guardai di nuovo accennando un "Ciao".
"Verresti con me? Devo presentarti una persona.." - mi sorrise -
Lo guardai male - "Con quale coraggio ti presenti qui e mi chiedi una cosa del genere dopo aver passato gli ultimi 3 giorni ad evitarmi?"
Si mise seduto di fronte a me - "N-non sapevo cosa dirti... Sono rimasto bloccato." - mi sussurrò a voce bassa -
"Bloccato?" - abbassai la voce - "Jake tu mi hai baciata, e... hai anche una ragazza e... avresti dovuto darmi delle spiegazioni" 
"Marley, dimenticati di Kitty. Quel bacio era ciò che volevamo entrambi..."
"Come posso dimenticarmi di Kitty? Io non sono la tua amante, nè il tuo segreto, nè niente del genere..."
"Ne parliamo in un altro momento, adesso vieni con me..." - si alzò e mi porse la mano -
"In un altro momento? Jake, tu non capisci... Io mi sento in colpa!" - rimasi seduta -
"Ti darò tutte le spiegazioni che vuoi, adesso ti prego, vieni con me..." - mi porse nuovamente la mano -
Io guardai la mano, poi guardai lui, quella sua faccia da cucciolo, i suoi occhi. Cavolo, quel ragazzo mi aveva in pugno, e forse la cosa mi piaceva.
"E va bene.." - risposi sbuffando -
Presi il quaderno dal tavolo e lo misi nella mia borsa, poggiai la borsa sulla spalla e seguii Jake.
Entrammo in aula canto, e vidi un individuo di spalle, seduto di fronte al piano che premeva dei tasti a caso.
"Eccoci!" - esclamò Jake per attirare la sua attenzione -
Il ragazzo subito si girò e mi guardò con un sorriso in volto mettendosi in piedi di fronte a me.
Mi porse la mano - "Devi essere Marley, io sono Puck, il fratello di Jake"
Feci un enorme sorriso quando seppi che quello era il tanto nominato "Puck", fratello di Jake.
"Piacere mio, Puck." - gli strinsi la mano -
"Jake mi ha parlato tantissimo di te..." - mi disse -
"Ah.... si??" - domandai perplessa -
"Già! Ci tenevo tanto a conoscerti, so che sei una cantante eccezionale e che.. lo stai mettendo in riga" - rise dando una pacca sulla spalla di Jake che stava a testa bassa e come al solito con le mani nelle tasche -
"No, si sta mettendo in riga da solo, più o meno..." - risi -
"Tienimelo d'occhio okay?" - mi chiese Puck con un sorriso smagliante -
"Certo!" 
"Adesso vi lascio, mi è giunta voce che una certa Quinn Fabray è tornata a Lima..." 
"Quella Quinn Fabray?" - domando Jake come se sapesse chi fosse -
"Proprio quella!" - esclamò con aria quasi sognante - "Ciao ragazzi!"
Io li guardai in modo perplesso, salutai il fratello di Puck con una stretta di mano che sarebbe rimasto a Lima ancora per qualche giorno, almeno fino al ringraziamento, e che quindi avrei potuto rivedere...
Appena andò via - "Ma.. chi è Quinn Fabray?" - domandai a Jake -
"Era la sua ragazza al terzo anno. Forse l'unica ragazza per cui ha davvero perso la testa. Hanno anche una figlia, Beth."
"Quindi sei.. zio?" - sorrisi entusiasta -
"Beth l'hanno data in adozione, non l'ho mai neanche vista, ma in teoria sì, sono zio."
"Ti somiglia abbastanza tuo fratello" - feci una pausa - "O meglio, tu somigli abbastanza a lui..."
"Si, è una delle poche persone importanti nella mia vita. Volevo davvero che tu lo conoscessi e che lui conoscesse te..."
"Me? Perchè proprio me?" - lo guardai -
Lui si avvicinò a me lentamente - "Perchè fai sempre tutte queste domande? Prova per una volta ad ascoltare questo.." - prese la mia mano e la mise sul suo cuore - 
"Lo sto ascoltando..." - sussurrai ormai persa negli occhi di Jake -
"Cosa dice?" - mi chiese lui bisbigliando -
"Non lo so... Non riesco a capirlo" - deglutii -
"Te lo traduco......." - mi guardò ancora per qualche secondo poi si avvicinò e mi baciò, questa volta inserì anche la sua lingua all'interno della mia bocca, lasciandola muovere all'interno di essa mentre la mia esile mano era ancora sul suo cuore -


 

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