Il sangue del tramonto... di Pervinca_ (/viewuser.php?uid=22653)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1°: sacrilegio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2°: occhi viola ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: buon appetito ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: orgoglio ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Il ballo,parte prima ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: il ballo,parte seconda ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: famiglia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: l'inizio del viaggio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8:ricordi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: la fine del viaggio ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: l'arrivo ***
Capitolo 12: *** capitolo 11: potere... ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 : un vampiro... ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: ancora in bilico ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Teatro ***
Capitolo 16: *** capitolo 15: la fine della caccia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1°: sacrilegio ***
vampira x pubblicazione
Miriadel tremava leggermente,tutti i muscoli del corpo tesi
nello sforzo di resistergli. Ma invano. Lo sconosciuto la teneva
bloccata contro le casse di legno,sentiva le schegge perforarle la
carne. Faceva male.
E non solo la schiena. Dappertutto.
Li vedeva,di sbieco,sopra la spalla dell'essere che la teneva per il
collo. Erano un gruppo,cinque o sei,i loro volti distorti in ghigni
feroci. Tutti maschi,grandi e grossi,ma soprattutto anziani. Molto
più di lei. E il fattore età è determinante tra i
vampiri. E una novizia cosa può fare contro esseri centenari?
Era uscita a prendere un po' d'aria,dopo l'assillante serata in società. Faceva caldo nel teatro.
Non si era accorta di loro,aveva notato soltanto un'uomo che la
seguiva,un delinquente probabilmente,con cui aveva deciso di
rifocillarsi. Si era fatta seguire fino in quel vicolo,dietro il bar
del teatro,per finire in trappola lei stessa. Era tutto programmato.
L'avevano accerchiata,ridendo e scoprendo i denti ringhiando.Lei
accucciata al centro di quel macabro cerchio, terrorizzata e
inesperta.Si era tolta le scarpe, che le impedivano i
movimenti,poi aveva cercato di scappare. E ovviamente era
stata bloccata duramente.Li aveva visti deriderla. Poi le erano
saltati addosso,crudeli, costringendola alla sua prima battaglia.
Miriadel non sapeva combattere,ma aveva resistito con quanta forza in
suo potere. L'avevano ferita,le avevano fatto male. Ma cosa volevano da
lei?
Ora si trovava con le spalle al muro,cercando di resistere. Doveva passare subito alla dannazione eterna?
- Che...vuoi...da me?- cercò di dire. Almeno una risposta prima di morire.
Il vampiro di fronte a lei rise alle sue parole,sguaiatamente.- Non lo capisci ragazzina? No?Lo scoprirai.-
Lei si agitò di nuovo,cercando di sfuggire.L'essere continuava a
fissarla nel buio,ma lei non riusciva a distinguerne bene il volto.
- Perchè?- chiese ancora.
Lui spostò la presa,lasciandole il collo ma bloccandola per le
braccia. Riusciva a immobilizzarle tutte e due con una mano sola.
-Perchè,mi chiedi?- le avvicinò la mano libera al
volto,poi le graffiò lo zigomo.Miriadel sentì il sangue
colarle sulla guancia. - Perchè una maledizione incide la carne
tanto quanto lo spirito.Tu lo dovresti sapere,no?-
tirò fuori i denti e con decisione li affondò nel
collo della giovane vampira. Lei urlò mentre sentiva il sangue
lasciarle le vene.Non poteva fare altro.
Quando la lasciò andare,tutto attorno a lei si stava
annebbiando,l'aveva quasi dissanguata. Cadde a terra tremando
violentemente.
- Io...sono un vampiro...non avresti dovuto...- balbettò.
L'altro forse sorrise,ma non poteva esserne sicura,tutto stava svanendo
rapidamente.- Ti ha detto che è un sacrilegio,vero?Bere il
sangue di un'altro vampiro...Vero,in effetti.Ma per te è
diverso. - il buio l'avvolgeva,ma sentì la sua risatina- Capirai
per forza alla fine. Salutami Jonathan.-
Poi se ne andò,mentre la ragazza crollava a terra priva di sensi,scordandosi le ultime parole del vampiro.
--------------------------------------------------------
Grazie mille per aver letto.
Per favore,lasciate un commento,in base ai pareri vedrò se continuare. Grazie!^^ |
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2°: occhi viola ***
Miriadl 2
Perché? Miriadel entrò barcollante nella sala d’ingresso del
teatro,in mano stringeva convulsamente le scarpe. Gocce di sangue caddero sul
marmo candido. Si appoggiò ad una colonna. Tutto girava, girava,girava…era debole.
Doveva bere, ma non c’erano esseri umani in vista, e poi non ce l’avrebbe fatta
ad attaccarli o anche solo ad avvicinarli. Chi si sarebbe fidato di lei?
Le ferite le facevano male,il vestito era storto sul
davanti,aumentando vistosamente la scollatura. Ma non poteva risistemarselo
perché se avesse lasciato la colonna o le scarpe,a cui si aggrappava come ad un0ancora di salvezza, sarebbe svenuta…
Qualcuno le arrivò alle spalle e la prese saldamente per i
polsi. Le calzature caddero in terra,i tacchi tintinnarono sul pavimento.
-Vieni con me- .una voce maschile le sfiorò l’orecchio in soffio leggero .
Miriadel non aveva la vista chiara,le girava la testa,il panico si faceva
rapidamente largo dentro di lei. Ancora?
Chi era? Cosa voleva? Miriadel stava per piangere mentre
lottava strenuamente contro i capogiri. Non sembrava volesse attaccarla,ma
poteva avere in mente qualcosa di peggiore.
Avrebbe potuto farle qualsiasi cosa. Non era in grado di difendersi.
Lui cominciò a trascinarla,inutile opporre resistenza.
Inciampò e si sentì afferrare saldamente per la vita e rimettere in piedi. Dove
la stava portando? La vista era ancora offuscata,ma doveva essere un ragazzo
giovane,sui diciassette anni,con capelli biondo cenere un po’ troppo lunghi e
uno sguardo di ghiaccio negli occhi
grigio-violastri. Non accennava a allentare la presa.
Aprì una porta,Miriadel la riconobbe come quella del
bagno,non sapeva se maschile o femminile. Forse i suoi timori erano fondati.
Provò a divincolarsi,a sfuggire a quella stretta,ma era
ancora troppo debole. Aveva paura.
Di sfuggita si riconobbe negli specchi eleganti e puliti,una
figurina vestita di rosso debole e sanguinante,con un taglio molto evidente
sullo zigomo . Il vestito era un disastro,il corpetto la copriva a malapena.
Sentì le lacrime salirle agli occhi,mentre le guance si coprivano di un
involontario rossore.
La trascinò in uno degli abitacoli,dove la mise a sedere su
uno degli eleganti water. Miriadel si sistemò l’abito come poteva,mentre come
un’animale in trappola sentiva schiena premere contro le mattonelle gelate del muro ,il
respiro affannoso. Lui le dava le spalle. Sentì il rumore della serratura.Clock!.
Non sapeva se lasciarsi andare o resistere alla perdita dei
sensi:forse era meglio non guardare…
Il ragazzo si girò verso di lei. Per un attimo Miriadel non
vide altro che i suoi occhi,sotto lo strato di nebbia che non l’aveva ancora
lasciata,ma poi se ne accorse. Una sottile linea rossa era ben evidente sul polso
del giovane. Ne cadde una goccia sul pavimento inamidato del bagno. L’odore era
inequivocabile. Sangue.
Le si avvicinò e si accovacciò sulle ginocchia finché il suo viso non fu davanti a quello di
lei. Le porse il polso.
Miriadel rimase basita,imbambolata. Un vampiro che offriva
ad un altro il suo sangue…
-Bevi!- le ordinò in un sussurro.
Poi la fame e l’istinto di
sopravvivenza presero il sopravvento e succhiò avidamente il liquido rosso.
Sentì le forze tornare,il mal di testa diminuire. Quel sapore era la sua
vita…andò più a fondo con i canini nella carne,rifocillandosi. Il ragazzo non
si lasciò sfuggire un gemito,ma nei suoi occhi si leggeva il dolore. Miriadel
lasciò,anche se a malincuore il polso del giovane. Non voleva indebolirlo
troppo. In fondo l’aveva salvata.
Si leccò le labbra,per non lasciare che neanche una goccia
andasse sprecata.
Alzò lo sguardo. Era ancora debole,ma tra un po’il sangue
appena bevuto avrebbe cominciato a circolare nelle sue vene.
Il ragazzo bloccò l’emorragia con una benda,poi ci rimise
sopra il polsino della camicia.
Miriadel lo osservò mentre le si schiariva la vista. Era un
vampiro,poco ma sicuro. Ed era bello. I capelli castano chiarissimo gli
ricadevano troppo lunghi sugli occhi freddi,violastri e calcolatori,l’espressione indecifrabile.
Miriadel non riuscì a dargli un’età,né dal punto di vista immortale che da
quello mortale. All’incirca,doveva essere divenuto un vampiro attorno ai
diciassette,diciotto anni. Di poco più grande di quando lo era diventata lei. Ma da quanto fosse al mondo…chi
poteva dirlo?
Lui si voltò,a Miriadel sembrò di percepire un vago guizzo
di divertimento,o di scherno,nei suoi occhi. Poi si chinò ancora verso di
lei,stavolta avvicinando pericolosamente il viso a quello della ragazza.
Miriadel non si fidava ancora di lui,e lo stato di debolezza,seppur inferiore a
quello passato (almeno riusciva a non perdere conoscenza) in cui si trovava la
rendeva ancora più diffidente. Forse voleva ancora divertirsi con lei…sibilò,con
un suono di gola violento simile al soffio di un gatto e fece per tirarsi
indietro ma il muro la bloccò un'altra volta.
Gli occhi grigi erano a pochissimi centimetri dal suo volto. Non
sapeva che fare,era
confusa…in fondo l’aveva appena salvata,però…strinse le nocche contro i bordi della
tavoletta.
Lui sorrise leggermente,divertito dalla sua paura,scoprendo le punte dei canini
appuntiti,poi posò le labbra sulla ferita che aveva sullo zigomo,pulendola da
sangue . Poi si raddrizzò e disse:- Non
temere, arani-a-doru,ci rivedremo- poi con un ‘ultimo sguardo ricco di beffa e
di malizia se ne andò,lasciando sola la
ragazza ancora confusa.
Miriadel rimase lì,ferma imbambolata per un po’,poi appena si sentì
tornare le forze andò a recuperare le scarpe dall’atrio e si diresse verso
l’albergo. Anche se ormai del tutto guarito lo zigomo bruciava,ma non di
dolore. Miriadel sentiva ancora il calore delle labbra del ragazzo sulla sua
pelle,e il solo pensiero la faceva arrossire.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3: buon appetito ***
3 capitl
Tuonava. Miriadel era tornata in albergo direttamente,senza
rientrare in sala ad avvisare il Maestro.
Si era ripulita da graffi e ferite,si era tolta quello
scomodissimo abito rosso e mollato quelle inutili scarpe. Ninnoli. Non erano
che questo.
Ora era sul tetto di un palazzo,finalmente a suo agio in
jeans e maglietta neri,mentre cercava qualche delinquente di cui nutrirsi.
Chiunque l’avrebbe incontrata non ne sarebbe stato felice. Miriadel ribolliva
di rabbia e frustrazione,odio nei confronti dei suoi aggressori e soprattutto
per quell’orribile sensazione di impotenza che le ricordava quanto era debole.
Più erano gli anni di esistenza,maggiore era la forza del vampiro,unita a volte
in rari casi a doti particolari o a predisposizioni. Miriadel faceva parte di
questi rari casi. Il suo Maestro se n’era accorto subito, e l’aveva aiutata a
contenere la strana e devastante forza che albergava dentro di lei, e che
eppure l’aveva abbandonata al momento del bisogno. E nonostante questa,Miriadel
era giovane,parlando sia in criteri di esistenza immortale che di età. Da poco
più di due anni aveva aperto gli occhi su quella nuova realtà,immortale e
infinita. E da pochi e estenuanti mesi lottava
per entrare nella complicata trappola delle gilde sociali che
governavano i vampiri. Si diceva anche che i capi delle gilde maggiori fossero
millenari…mentre lei si era unita da così poco tempo alla specie,quando aveva
supplicato il Maestro di morderla,di renderla come lui…cazzo,il Maestro! Non
sarebbe stato per nulla contento della sua fuga dal teatro…
Con rabbia scacciò quei pensieri,per avventarsi contro un
gruppo di teppisti,fortunatamente numerosi,che minacciavano la borsa e la
pensione di una vecchia signora. Non ebbero neanche il tempo di rendersi conto
di cosa fosse successo che erano già morti,pallidi e riversi a terra con due
minuscoli fori sul collo. Due scapparono,Miriadel si lanciò all’inseguimento dopo aver ridato
la borsa all’anziana ancora scioccata.
Eccoli,le sue fonti di nutrimento,i suoi frigoriferi.
Sorridendo con cattiveria si avvicinò loro camminando lentamente,godendosi ogni
attimo del loro terrore. Appena fu alla luce precaria del lampione,si divertì
alla loro sorpresa nel ritrovarsi davanti una sedicenne.
- Che vuoi,puttana?-disse uno,che presumibilmente non aveva
notato né il rivolo di sangue,probabilmente di un suo amico,colare dalla bocca
della ragazza né gli occhi della giovane,che ardevano rossi come bracieri.- Non
sono disposto a pagare,ma se vuoi te lo faccio io il servizio- e rise
grugnendo. L’altro teppista invece la fissava terrorizzato,realizzando ciò che
al compagno era sfuggito. Si avvicinò di
più. Ancora qualche istante…poi sentì il cellulare vibrare insistente nella
tasca dei jeans. Oddio,il Maestro…
Doveva tornare in albergo. Si voltò verso il vicolo.-
Scusate ragazzi,non ho tempo per divertirmi come si deve…eppure detesto
mangiare in fretta…ma mi dovrò accontentare-
Poi si avventò contro i due giovinastri ,riservando una fine
particolarmente dolorosa a quello che aveva parlato: - Piaciuto il
servizio,stronzetto?- gli sussurrò nell’orecchio,prima di prosciugarlo dal suo
liquido vitale. Ora era sazia. Si leccò le labbra. Non era poi tanto debole.
Doveva tornare in albergo,mancavano ancora due ore all’alba.
Due ore di guai.
---------------------------------------------------------------------------------------------------
Finito un'altro capitoletto! Non ne ho scritti di troppo lunghi per ora,ma presto comincerò ad allungare.Preparatevi!^^
Per chibymiky: Grazie mille per la recensione!! Spero che ti possa piacere anche il resto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4: orgoglio ***
4capitolo
Miriadel si svestì,nascondendo rapidamente i jeans e la
maglietta macchiati dal suo ultimo pasto sotto il letto,ma sapeva che sarebbe
stato inutile,non si poteva mentire al Maestro. Era ancora in canottiera e
mutande quando entrò,ma non se ne vergognava. L’aveva vista tante volte anche
senza nulla.
Un giovane uomo,all’apparenza ventisettenne entrò nella
camera,alcune ciocche dei capelli castano scuro gli coprivano gli occhi azzurri ma minacciosi. Era arrabbiato.
Miriadel fece rapidamente la riverenza :-Auditor verter ,Magister.- disse,recitando il rituale di cortesia,quasi obbligatorio
tra discepolo e Maestro. Fu stupita quando non ebbe risposta. Doveva essere
molto arrabbiato…Le si avvicinò,mentre lei sosteneva il suo sguardo. Per
qualche secondo le girò intorno,senza distogliere gli occhi da quelli dorati di lei.
Poi le afferrò il
braccio,con violenza inaspettata: - Cosa volevi fare,ragazzina? - I suoi occhi chiari
lampeggiarono di furia in quelli di Miriadel:- Sei sparita nel nulla,anche la
traccia del tuo sangue è scomparsa. Ho ritrovato i segni di lotta,poteva essere
un attacco alla Gilda e tu non mi hai informato! Hai disobbedito al
Codice,ragazzina!-la ragazza si liberò dalla stretta con uno strattone.
- La smetta di chiamarmi ragazzina!- disse con un accenno
isterico nella voce.
Lui la osservò per un po’ ,la collera evidente nello sguardo
bruciante che emetteva vampate di odio.
Poi le si scagliò contro con uno scatto rapidissimo,
facendola cadere e inchiodandola sul letto. Con le mani le teneva bloccati i
polsi,le gambe della giovane immobilizzate sotto il suo peso:- Quando riuscirai
a difenderti da sola,non sarai più una ragazzina.-
- Mi ha preso alla
sprovvista!- la ragazza combatteva con tutte le sue forze,senza risultato. La
teneva con la stessa difficoltà che avrebbe avuto con una bambola.
-Pensi che un nemico avrebbe avvertito? Dimostrami che non
sei una ragazzina!-
Le sollevò le braccia sopra la testa,incrociandole i polsi e
bloccandoli con una sola mano. Miriadel lottava,agitandosi più che poteva,contorcendosi
come un’anguilla,senza però riuscire ad allentare quella stretta. Ma non si
sarebbe mai data per vinta…Un guizzo di soddisfazione balenò nello sguardo
scuro del Maestro,che si chinò su di lei,carezzandole il collo,con una mano
fredda. Miriadel chiuse gli occhi per evitare il suo sguardo,mentre continuava
a divincolarsi. – Guardami,ragazzina-,le sussurrò. Miriadel aprì gli
occhi,lacrime di rabbia affioravano involontariamente.:-
…e guardati. Potrei farti qualsiasi cosa…-Le dita gelide continuavano a
spostarsi sulla pelle vulnerabile del cervice. Sorrise,vittorioso,sotto lo
sguardo frustrato dell’alunna. Poi strinse le dita attorno alla gola della
giovane:- non riesci a contrastare nemmeno me,che non ti voglio fare nulla…-
Miriadel soffocava,cercando le ultime
tracce d’aria:- O almeno nulla di irreparabile…-il Maestro la guardò negli occhi,ancora spalancati
e combattivi,godendosi il trionfo:- non
sei ancora nessuno,ragazzina. Meriti forse un altro appellativo?-
La giovane annaspava,non riusciva più a respirare.
Il Maestro la lasciò andare,per recarsi a guardare fuori
dalla finestra. Sentiva i singhiozzi di rabbia e di umiliazione della sua
allieva alle sue spalle. Era una ragazza forte,non si arrendeva facilmente. Ne
era orgoglioso,ma non gliel’avrebbe mai detto.
………………………………………………………………..
Il sole stava quai per sorgere.
Infine,gliel'aveva raccontato.Quasi tutto l'accaduto per quanto si ricordava.Ma su una cosa aveva sorvolato...in fondo,non poteva essere così importante uno sconosciuto senza nome.Oddio,sì che era importante,ma l'imbarazzo e l'orgoglio non le permettevano di parlarne.
Si tirò a sedere sul letto,osservando il maestro di sbieco.Guardava dalla finestra,lo sguardo perso nel vuoto.Tutto sommato sembrava aver smaltito l'arrabbiatura. L'allieva riuscì a calmarsi abbastanza da liberarsi della domanda che la tormentava.
- Perchè?-
Aveva parlato con un filo di voce,ma il maestro la sentì lo stesso.
- Perchè cosa?-
-Perchè mi hanno attaccato? Lui...ha bevuto da me. Non era un sacrilegio?-
Il vampiro sospirò e si sedette sul letto accanto a lei.
- Non lo so,ragazzina. Mi hai detto che ci hai parlato, cosa ti hanno detto?-
- Non ricordo granchè bene...qualcosa tipo "una maledizione
incide la carne tanto quanto lo spirito".Non so cosa vuol dire..poi
credo di essere svenuta....-
Si strinse le ginocchia contro il petto,affondandoci il viso.Il
maestro riflettè in silenzio. Non andava . Per niente.
Miriadel alzò lo sguardo,ricordandosi anche qualcos'altro:- Mi ha chiamata Cigno Nero...-
Oh,invece sì che tutto andava.A rotoli. Il maestro
sobbalzò,incrociando lo sguardo limpido dell'allieva. Non era
ancora il momento.
- mmm....lascia perdere ragazzina. Sta solo attenta.Non c'è modo
di sapere cosa volessero,ma tu impegnati per diventare un minimo
più forte. Almeno cerca di porre un po' di resistenza,no?-
Si alzò,chiuse le persiane ermetiche e si diresse nella camera
adiacente,lasciando Miriadel a leccarsi le ferite, sia fisiche che
dello spirito.
..................................................................................................................
L’orgoglio di Miriadel era a pezzi. Debole,debole,debole.
Non era altro che questo. Si guardò nello specchio d’argento,qualsiasi altro
materiale sarebbe stato inutile,mentre cercava di sistemare l’abito blu notte
sulle sue forme. Un’altra pericolosamente perfida notte di politica
sociale,un’altra occasione per venire invischiata nell’insostenibile ragnatela
di intrighi delle Gilde si prospettava. Un ballo.
Miriadel sospirò. Non che non le piacesse ballare,semplicemente
nonostante la grazia che aveva avuto
grazie al suo cambiamento di specie,non aveva mai imparato a seguire
minimamente il tempo della musica. Era anche abbastanza stonata. Danzare….Con chi
poi…vampiri infidi,pronti a giocare con lei come il gatto col topo,pronti a
farla cadere nelle fauci della gilda.
In più era anche pericoloso. Una parola sbagliata con un
capo-clan e si sarebbe potuta scatenare
una guerra. Non sopportava la vita politica…ma era obbligata ad entrarci. O con
le Gilde,o contro le Gilde. Non si sapeva cosa fosse più pericoloso. Meglio la
persecuzione per l’eternità o partecipare a quel gioco perverso,sempre sul filo
del rasoio,fatto di sorrisi ipocriti e bei vestiti?
Non ne aveva idea.
Era quasi a posto. Il
Maestro le arrivò silenziosamente alle spalle,ma lei non si lasciò
cogliere di sorpresa. – Buonasera,Maestro.-
-Buonasera,ragazzina. Sei pronta?-
- In che senso? Se parla di abiti,direi di sì. Ma se parla
di psicologia…come non posso essere entusiasta all’idea di infilarmi in un covo
di vipere?-
Il maestro sorrise beffardo,mentre le ravviava i
capelli,guardandola nello specchio. – Già,nulla di meglio di un po’ di veleno..
-poi cambiò espressione,tornando serio,quasi preoccupato –Però sta attenta,ragazza.
E’ un gioco pericoloso. Mi spiacerebbe perdere una buona allieva. E se ti
attaccano.- le parole presero un piglio severo – non combattere,scappa. So che c’è qualcosa
che non mi vuoi dire ragazzina…ma non credere che non la scoprirò…-la sua voce
divenne un sussurro,mentre Miriadel arrossiva violentemente,grata della
penombra,sentendo di nuovo lo zigomo bruciare. Non rispose.
-Andiamo? – il maestro le porse la mano. Miriadel l’accettò
con un sospiro. – Va bene.-
E si diressero verso la tana dei serpenti.
----------------------------------------------------------------------------------------------------
Ecco una nuova parte!! Io lavoro anche al
primo maggio ^^Questo capitolo è più lungo del
solito,chiaro sintomo che sto cominciando ad allungare. Tra poco
comincerò con le schermate chilometriche. Il prossimo capitolo
sarà fra queste,. anche perchè in fondo i balli
rispecchiano sia un mio desiderio che una mia paura... ^^ Vedrò
di dividerlo in due.
Per chibymiky : Grazie Mille!!! Sono contenta che ti piaccia!!
Per Geneviev : Grazie per la recensione! Nel prossimo
cominceranno i chiarimenti e la storia comincerà a prendere un
suo senso ( almeno spero ^^)
Grazie mille per aver letto!!!!
Ah,un'altra cosa...già da questo capitolo ho usato un minimo di latino e...mi scuso per i disastri grammaticali,che se li vedesse la mia prof mi boccerebbe all'istante,ma nella foga del racconto non ci ho badato tanto ^^ |
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5: Il ballo,parte prima ***
5 capitolo
Due capitoli nello stesso giorno! Allora,in
anticipo chiedo scusa per i disastri con il latino,nelle note finali
troverete le mie implorazioni complete^^
Buona lettura!(Commentate!!)
----------------------------------------------------------------------------------
L’organizzazione sociale dei vampiri era complessa e
volubile: cinque Gilde,comandate da cinque CapoGilde,sotto ognuna delle quali
si raggruppavano decine di clan a loro volta gestiti dai capi clan. Le
differenze tra di loro? Discordanze politiche sulla gestione dei poteri,sulle
interferenze nel mondo degli umani,sulla supremazia della specie. Sfumature
diverse da clan a clan,troppe da ricordare. Miriadel ancora non si interessava
di politica,ma si rendeva conto che presto avrebbe dovuto farlo. Quella
sera,avrebbe anche dovuto compiere il rituale di presentazione ufficiale ai
capo Gilde. Non si poteva dire che non stava più nella pelle.Anzi…
Le Gilde,e di conseguenza i clan,adescavano i loro
accoliti,discepoli o servi,nelle occasioni di vita mondana da loro organizzate:
serate in teatro,balli,incontri culturali. Un incubo per la ragazza.
Quel giorno risarebbe tenuto quel gioco d’astuzia in un
antico palazzo,appartenuto a un barone,con grandi torrette agli angoli.
Esibizionista.
La sala da ballo era enorme e gremita,illuminata da una
miriade di candele e candelabri. Le pareti erano ingombre di affreschi e opere
d’arte,e da due lati della sala sconfinata salivano due scalinate. Una per
accedere allo spettacolare salone dopo aver passato per altrettanto spettacolari
sale d’ingresso,l’altra per accedere alla balconata superiore,simile a una
tribuna,con posizionati innumerevoli tavoli rotondi drappeggiati di tovaglie
d’indaco. Su ogni tavolo c’erano mazzi di rose e crisantemi. Un’altra piccola
scalinata era appena evidente in mezzo a tutto quel caos,ed era nascosta
malamente da uno stendardo cremisi finemente decorato,sollevato a tratti dalla
corrente. Armature medievali e sculture senza prezzo abbondavano nello
splendore. Una tavolata elegante,per ora vuota era situata su un piccolo
podio,mentre ai lati della sala si estendevano sedie di velluto accanto a
minuscoli tavolinetti rotondi e divani di stoffe pregiate dall’aria
estremamente costosa. Sul tavolo del banchetto,in ciotole di cristallo fine ,alla
luce delle candele risplendeva un liquido rosso scuro. Sangue.
Le persone pallide e educate,vestite magnificamente,con un’aria
superba negli occhi e che diventavano banali nel loro splendore,circondavano
alcuni individui,nascondendoli in un capannello zelante. Molti avevano il volto
coperto da maschere abilmente decorate.
Miriadel cercava di non mostrarsi atterrita,ma tutta quella
pressione la innervosiva. Mano mano che si addentrava nella sala al braccio del
maestro sentiva gli sguardi volgersi su di lei. Sguardi
ostili,penetranti,sguardi di lupi crudeli che hanno visto un agnello. La
ragazza rabbrividì,cercando di mantenere un’espressione austera. Ma aveva paura.
La sala si zittì di botto mentre si avvicinavano al centro del locale,verso i
capannelli.
Il Maestro percepì la sua ansia e tentò di rassicurarla
stringendole il braccio. Bel tentativo,ma non funziona pensò Miriadel. Il
panico continuava a serrarle lo stomaco,ma continuò a camminare. In fondo,erano
solo altri vampiri,no?
Il capannello zelante si aprì,lasciando spazio alle persone
che avevano nascosto fino a quel momento. No,non erano semplici vampiri.
Spiccavano come farfalle colorate in uno
stormo di falene,non sembravano appartenere alla stessa specie. Erano tre
uomini e due donne. I capo Gilde. Bellissimi,splendenti,ma in modo diverso
dall’ipocrita massa che li circondava.
Miriadel si sentì attraversata dall’intensità di quegli
sguardi,i battiti del cuore aumentavano. Il maestro le lasciò il
braccio,spostandosi poi a qualche passo da lei. La sosteneva,ma quella era una
sfida che doveva affrontare da sola.
Cadde il silenzio.
Il primo a parlare fu l’uomo più alto. Gerard. Gli occhi verdi
contrastavano con i capelli neri i e ricci,disordinati in un’ammaliante
perfezione. – Bene advenit fratres, su vos sanguine pluit possat .- disse con
una voce ammaliante. La formula di saluto ufficiale. Miriadel ci mise qualche
secondo prima di liberarsi del potere seducente
della sua voce e rispondere .Intanto risatine percorrevano la sala. Un guizzo
d’odio per quelle anonime ipocrite persone ruppe il velo di intorpidimento che
le avvolgeva la mente:- Etiam verter
iter abondan pabulum esse possat.
-Disse con sicurezza,accennando un inchino. Una delle donne del seguito le
lanciò un’occhiata sprezzante,a cui rispose prontamente. Ora non aveva più
paura.
Gli altri due uomini,ugualmente splendenti e grondanti di
una strana forza ripeterono il rituale subito dopo. Quello dai capelli rossi,Andrè,
sembrava soddisfatto,mentre il castano,credeva
Dominic, la trafisse con un’occhiata carica di odio,che quasi la fece
ritrarre. Ma sostenne il suo sguardo,con sicurezza inaspettata.
Le donne non avevano nulla da invidiare agli uomini,belle
oltre l’inverosimile,una con lunghi capelli rossicci,Maya,l’altra con la chioma
corvina pettinata in un elaborata acconciatura,Beatrix,e emanavano un’aurea di
potere e forza simile a un campo elettromagnetico. Non si somigliavano molto,ma
quell’aria di impenetrabile superiorità li accomunava tutti. Non erano come gli
altri. Quando toccò a Beatrix, a Miriadel non sfuggì la strana occhiata che
indirizzò al maestro,a qualche passo da lei. Rancore,speranza,amore,paura?
Miriadel non riuscì a comprendere cosa contenesse. Il suo sguardo corse
dall’uomo alla donna . Poi Maya cominciò il rituale.
- Bene advenit fratres, su vos sanguine…-
Finito il rito,le
volsero le spalle e si allontanarono seguiti dal capannello chiusosi
nuovamente attorno a loro,così la giovane non dovette soffocare un sospiro di
sollievo. Non avrebbe retto lo sguardo di Dominic un secondo di più.
- Bel lavoro,ragazzina.- il maestro le era accanto e la
osservava,soddisfatto – Li hai colpiti,ora sanno che esisti.-
- Ma se ora mi odiano…- il pensiero di quello sguardo d’odio
che l’aveva inchiodata fino a poco prima la fece rabbrividire.
- Può darsi,però li hai colpiti. Sono pochi quelli che
riescono a non balbettare o a non svenire alla prima volta al loro cospetto.
Vampiri più anziani di te sono scappati a gambe levate.-
Miriadel sorrise,grata dell’incoraggiamento. La musica
cominciò in quel momento.
Il Maestro,senza chiederle il permesso,forse perché sapeva si
sarebbe rifiutata,la prese per la vita e la trascinò al centro della sala,dove
con grazia scivolavano altre coppie.
Miriadel si chiese se fosse il caso di provare a liberarsi e
darsela a gambe prima che il Maestro la riacchiappasse o qualcun’altro la
invitasse,ma la vedeva dura. Il suo accompagnatore sembrò intuire i suoi
pensieri, e sorrise beffardo –Non ci provare,ragazzina. -le sussurrò aumentando
la stretta. Infine Miriadel si arrese mentre la sua gratitudine spariva in uno
sbuffo di fumo. Alla fine del ballo,si allontanò in fretta e furia,incespicando
sul bordo dell’abito mentre il maestro sogghignava.
Cercando di non farsi vedere,passando dietro a divani,statue
e colonne evitò tutti i possibili cavalieri. Fu una vera e propria
maratona,cercare di non far cadere quel numero esorbitante di fragilissimi vasi.
Ma ormai c’era quasi,aveva quasi raggiunto la scala per l’uscita e per l’accesso
alla casa,ma proprio lì davanti,sempre circondato dai suoi leccapiedi,c’era il
moro,intento in una conversazione con una giovane donna dall’aria erudita,molto
avvenente.
Ora era bloccata tra due fuochi:un capo Gilda che la
odiava,e un’orribile sala da ballo gremita di aspidi. Fantastico. Si appoggiò
al muro.
In quel momento,successero due cose in contemporanea:si
presentò una via di fuga e una corda che non gliela permetteva. Alle sue
spalle,l’arazzo rosso si scostò mostrando di sfuggita la scala che aveva già
notato quando era entrata ma che poi aveva scordato,poi entrò lui.
Da una delle due scalinate,scese rapidamente un ragazzo,sui
diciassette anni,con dei penetranti occhi grigio-violacei. Impossibile
confonderlo,nonostante il momento critico in cui l’aveva incontrato. Lo zigomo
ricominciò a scottare.
Quando entrò,la sala si zittì nuovamente,tutti gli occhi
puntati su di lui. Alcune delle persone dei capannelli stretti attorno al moro
e alla rossa lo guardarono male,senza riuscire a ricostruire nemmeno in parte
l’effetto dell’occhiataccia sprezzante che rivolsero al giovane i loro idoli,ma
gli altri presenti lo guardavano con ammirazione e timore.
Un bicchiere cadde,l’incanto si ruppe,e la musica
ricominciò,seguita dalla giostra di ballerini.
Miriadel stava per infilarsi su per la scala
misteriosa,quando lo sguardo freddo del giovane incatenò il suo. Si stava
dirigendo verso di lei. Miriadel si sentì arrossire, e distolse lo sguardo. Non
voleva mica invitarla a ballare? Era a pochi metri,così cercò di darsi una
svelta a darsela a gambe,ma prima che potesse fare alcunché sentì qualcuno
prenderla per il polso. Non aveva bisogno di alzare lo sguardo per capire chi
fosse.
- Ci si
rivede,arani-a –doru.- le disse con un sorriso più simile a un ghigno. Miriadel
odiava sentirsi in debito,ma in quel momento non sapeva proprio che dire. La sua
lingua affilata era stata bloccata.
.- Balliamo.- le disse il giovane.
-No,grazie,non mi sembra il caso. -cercò di declinare lei, e
fece per andarsene.
-Non era una proposta.- detto questo la trascinò verso la
pista. Miriadel cercò invano di divincolarsi. Si stava veramente scocciando.
Non era una bambola,come si permettevano tutti di…come dire…di costringerla,di
spostarla,di farla sentire così inerme? Non si poteva andare avanti così. Lui
intanto l’aveva già stretta a sé e la stava obbligando a volteggiare per la
sala. Dopo i primi quattro passi Miriadel gli pestò ,non proprio
casualmente , un piede. Ci mise tutta la forza di cui era capace.- oh,scusa!- disse
con fare innocente.
- Di niente!-
Non gli aveva nemmeno fatto male. Di fronte a quel sogghigno
da impunito, sentì la rabbia assalirla ancora ,e cercò di nuovo di divincolarsi. Nulla
da fare,la teneva stretta. Si stava davvero infuriando eppure non poteva fare
niente.
Poi quella tortura di ballo finì. Non fece nemmeno la riverenza,si limitò a
scappare alla presa dell’apparente giovane e a correre fuori dalla pista,verso
le scale nascoste. Le salì in fretta,per diverso tempo. Durante il percorso
aveva visto molte porte,ma le aveva ignorate. Sentiva il richiamo della luna e
della notte,doveva esserci un balcone. Non rimase delusa.
Una volta all’aria aperta,si
lasciò cadere a terra,piangendo per sfogare la sua rabbia,fregandosene del
trucco. In quei due giorni erano riusciti a farla sentire incapace, impotente.
Il maestro,quel ragazzo….perchè? Perché non riusciva a difendersi?
Non voleva essere come le neo vampire viste giù in sala,a
leccare i piedi in cambio della protezione dei più forti. Non voleva essere trattata
come un oggetto!
E poi,ora che ci pensava,perché quel tipo la chiamava
“Arani-a-doru”? Non ricordava più il significato di quella parola,ma doveva averla già sentita…ripensò alla sua
presa forte,persino più di quella del maestro. Doveva essere vecchio,nonostante
l’aspetto. Ma questo non lo autorizzava a trattarla in quel modo!
La luna era coperta da nuvole che presagivano acquazzone,in
lontananza i tuoni facevano sentire i loro tamburi. E Miriadel era ancora infuriata.
-----------------------------------------------------------------------------------------
Prima parte del 5° capitolo!! Avevo avvisato che sarebbe stato lungo.^^
Allora IMPLORO PIETà E PERDONO ai latinisti,per gli scempi
di coniugazione,grammatica,concordanza che ho fatto. Quando ho scritto
la bozza del capitolo,non avevo ancora studiato i congiuntivi...ero
all'inizio...ma poi la voglia di correggere non c'è stata
e ho lasciato questi obbrobri di frasi inaccettabili per una
studentessa di 4° ginnasio a maggio...° \\\\° Un
giorno,forse,li correggerò,per ora mi limito a implorare perdono
^^
Per lovehate : Grazie mille per il commento!!! No,Miriadel e il
maestro non sono amanti,ma sono molto legati da un'altro punto di
vista. Maggiori spiegazioni arriveranno a tempo debito. ^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 5: il ballo,parte seconda ***
5 cap.parte seconda
Sentì i passi sulle scale quando ormai era
troppo tardi. La
porta stava per aprirsi. Accidenti. Si era lasciata trasportare dalla
collera,dalla
frustrazione e dallo stupendo panorama di
notte-senza-luna-su-sconfinata-foresta-e-un-pezzo-di-città, che
non aveva sentito i passi. Con un’imprecazione
silenziosa,scattò il più velocemente possibile.
La porta si aprì. Miriadel soffiò.
Il maestro ,sentendo l’ostilità scattò in posizione d’attacco.
Si guardarono per qualche istante,poi lui abbassò la guardia con un mezzo
sorriso,piuttosto tirato.
-Ecco dov’eri.- la sua voce era strana, falsamente allegra per nascondere ira e preoccupazione..
-Ora potresti scendere da lì per favore?-
Miriadel era saltata sul dorso di una delle statue a forma
di chimera,mezze sgretolate e dimentiche
del tutto del loro antico splendore. La ragazza era in posizione di difesa,la
gonna stretta dell’abito aveva dovuto adattarsi forzatamente quella posizione,arrotolandosi fino quasi alla
vita, coprendole a malapena la biancheria e lasciando le gambe bianche e muscolose a scintillare nella notte. Non
aveva più le scarpe con i tacchi ai piedi,buttate in qualche angolo del
terrazzo,e i capelli le frustravano il viso spettinati e presi dal vento. Sembrava una selvaggia.
Eppure era bella anche così,maestosa in quella bellezza
selvatica,ribelle,incontrollabile,come la forza della natura,a cavallo di quel
selvaggio animale di pietra che con lei sopra sembrava riprendere vita.
Il Maestro sentì una forte fitta di orgoglio paterno
svegliarsi dentro di sé. Si era affezionato troppo a quella ragazzina. Sospirò.
- Scendi. E guardati,sei impresentabile. Vedi di darti una
sistemata. -il suo tono era brusco. Stava mentendo a sé stesso.
Miriadel scese con grazia,si
aggiustò la gonna,raccolse le
scomodissime scarpe e si diede una risistemata veloce ai lunghi capelli
violacei.
- Va bene così?-
- Meglio.- poi si ricordò il perché l’era andata a cercare.
E l’ansia tornò. Ripensò alla sala appena lasciata,dove aveva assistito al
ballo della ragazza con il giovane vampiro.- Ti rendi conto di quello che hai
fatto?- chiese all’allieva.
Miriadel lo guardò sinceramente sorpresa –Cosa? Non dovevo
salire sulla statua? Non l’ho rotta mica…-
Il Maestro la guardò per qualche istante allibito. No, non
se ne rendeva davvero conto.
- Miriadel …-
Miriadel si scosse. L’aveva chiamata per nome. Non ragazzina
o con uno degli altri appellativi a cui si era abituata. Lo fissò ancora più
confusa, dimenticando il rancore nei
suoi confronti.
- Lo sai con chi hai ballato prima?- le chiese.
Miriadel sentì la furia tornare.- Quel ragazzino odioso
pallone gonfiato! Mi ha costretta! A proposito,maestro,non ne posso più di…-
-Miriadel,quel ragazzino odioso è uno dei maggiori esponenti
in affari con le gilde.- la interruppe.
La ragazzina lo guardò basita.
- Credo si chiami
Morgan.Non è dentro nessuna delle gilde,ma si vocifera,con loro grande
disappunto,che potrebbe fondarne una nuova,più potente delle altre,che lo temono
e cercano di inglobarlo. Gli ha tenuto testa per centinaia d’anni. Non si sa granché
di lui, ma una cosa è certa: non è un vampiro normale,Miriadel. E non mi piace
il fatto che ti abbia scelta…-
- Scelta?! Costringermi a ballare si chiama scegliere?- lo bloccò
scettica.
- Non hai visto come ti ha guardata? E la sala? Non hai notato come ti
osservavano quegli aspidi mentre ballavi?-
No,non ci aveva fatto caso,ammise Miriadel.
- Io invece sì. Sono sorpresi,gelosi – Miriadel fece per
protestare, ma il Maestro la bloccò- non venirmi a dire che non lo trovi
attraente, perché non ci credo.- lei arrossì,e lui continuò.- dicevo,erano
sguardi invidiosi e cattivi. Ti sei fatta notare troppo
stasera,ragazzina. Morgan non aveva mai degnato nessuno di attenzione,a quanto
ho saputo.
Ha sempre ignorato
quella compatta plebaglia velenosa che idolatra i potenti, poi sei arrivata tu.
All’improvviso quel tipo irraggiungibile punta una matricola appena arrivata,al
suo primo ingresso in società,e anche la magra consolazione del “tanto non guarda
nessuno” sparisce. Chi sei tu,sciocca ragazzina,per attirarti così
all’improvviso le grazie di un vampiro così potente,forse più di tutti noi
messi insieme? Questo è il pensiero di quelle vipere.- le spiegò.- loro cercheranno di ostacolarti,in qualunque
modo. Sta in guardia.-
Miriadel ci mise un po’ a ritrovare la voce,mentre
assimilava le informazioni.- Sì,maestro,cercherò di non dare nell’occhio e di
non infastidire le serpi ulteriormente.-
-Brava,ma non è quella la mia preoccupazione maggiore. Finché
sono con te,non ti toccheranno. Più che altro,sta attenta alle Gilde,e a quel
Morgan. Non mi fido di lui. Cosa vuole da te?- gli occhi del maestro erano
ridotti a fessure,e Miriadel vi lesse un misto di rabbia e apprensione. La tensione si avvertiva nell’aria.
..............
Rientrarono nel salone affollato,con un po’ di reticenza da
parte di Miriadel,ma il Maestro non le aveva lasciato scelta. Uffa,perché
continuava a trattarla così? Le sembrava di aver perso la forza di volontà.
Grazie al cielo, Morgan non c’era.
Teneva ancora il
broncio,quando le si avvicinò un folto capannello,da cui si fece avanti un
vampiro untuoso,con i capelli neri di uno strano colore traslucido e due occhi
infossati brillanti e pervasi di un’astuzia malvagia.
- Salve,ragazza. Non abbiamo avuto ancora modo di
presentarci,ma volevo conoscere la famosa e rispettabile novizia di cui tanto si parla.- disse
nascondendo un sogghigno. Il capannello ridacchiò. Nonostante si fosse
risistemata,Miriadel aveva ancora i capelli disordinati e annodati,l’abito
risentiva dei movimenti per il quale non era stato omologato e aveva diverse
cuciture lente,le scarpe avevano perso buona parte della loro vernice blu e
avevano un gancino rotto. Non era esattamente il ritratto della rispettabilità.
- Perché mai si dovrebbe parlare di me,umile novizia?
Piuttosto,voi chi siete,compagno di immensa cultura?- le parole eccessivamente
educate grondavano di ironia,mentre la giovane si rialzava da un inchino troppo profondo.
- Oh,io sono solo un’umile servitore delle gilde,che ha il
compito di controllare e filtrare l’illustre popolazione che ha il diritto di
accedervi. Per meglio dire,sono il presidente del clan “Regi dicio”
– non le diceva granchè, - Mi chiamo Eralde. E voi,pulcherrima compagna –ridacchiò –avete incuriosito la mia
attenzione. E anche quella di qualche altro uomo,a quanto ho potuto vedere. Io
vorrei semplicemente constatare se le vostre…come dire…qualità sono particolari
come ho udito e come ha sembrato constatare il vostro Maestro e il giovane
accompagnatore del vostro secondo ballo.- il sarcasmo straripava dalle parole,come l’unto grasso
delle salsicce quando sono cotte alla griglia. La stava accusando di quello che
erano tutte le altre donne che lo circondavano.
Arrampicatrici sociali. Cerca favori. Puttane.
E la stava sfidando
a rispondere. Miriadel ,ignorò lo sguardo d’avviso del maestro e controbatté:-
Se per qualità intendete i poteri,sì,ne ho qualcuno,anche se quasi tutti ancora
sigillati,purtroppo. L’ illustre Maestro che mi accompagna, li ha percepiti
perchè probabilmente li ho erroneamente usati in pericolo di vita,l ,ma purtroppo non
ho ricordi dell’accaduto,se non il mio risveglio,quando trovai il mio
nuovo e primo Padre,cioè il maestro. Sono orfana. Sono spiacente di smentire le
tali argute dicerie che sono giunte alle vostre orecchie,ma la verità è questa,non sono particolarmente potente.
Però,qualche minimo potere oltre la norma,ce l’ho,illustre compagno. Anche
lei,mio onorevole signore,credo abbiate
qualche abilità oltre la norma,dico bene?- Miriadel parlò con tono tagliente,rilanciando
la sfida.
In quel momento iniziò un nuovo valzer.
.- Vuole ballare,gentile dama?-
Non sapendo come rifiutare senza ammettere la superiorità
dell’altro,la giovane si trovò costretta ad accettare e a farsi stringere i
fianchi dalle mani mollicce dell’uomo. Per un po’ cercò di concentrarsi sul
tentativo di reprimere il disgusto e non vomitare ed evitò la conversazione. Il
suo avversario prese parola.
- Ha indovinato,gentile dama,io sono capace di molte cose,ma
non posso parlarne,con mio immenso dispiacere- mentiva,godeva come un matto a
tenerla nel dubbio,a cercare di intimorirla.
- Oh,allora deve essere immensamente
potente,onorevole compagno.- lo stava schernendo,insinuando che dubitava di
lui.
La gara di parole continuò sullo stesso tono,tra la falsa
innocenza ostentata da Miriadel e la finta riverenza del suo accompagnatore. I
loro sguardi erano di vetro,le loro parole trasudavano veleno. Eppure,nessuno
dei due restava senza risposta.
Alla fine del patitissimo ballo,però,fu lui a sferrare
l’attacco più pericoloso:- Grazie per il ballo,mia gentile compagna. Penso che
lei sia una persona davvero interessante. Che ne direbbe di venire,con il mio
invito,questa settimana all’illustre maniero delle Gilde, Sanguine Peano?-
Miriadel rimase a bocca aperta,mentre cercava di analizzare
in fretta la situazione. Non poteva rifiutare,ma accettare significava
suicidare la sua libertà…
Il maestro si inserì rapidamente nella conversazione,nel
tentativo di trarre in salvo l’allieva:- Mi dispiace,egregio compagno,ma
Miriadel è ancora troppo giovane e
troppo inesperta per stare senza l’ausilio del Maestro per più di tre giorni.
Mi spiace,ma il Codice parla chiaro. Non posso permetterle di partire, potrebbe
divenire un pericolo per sé e per gli altri..-
-Non c’è problema, animato compagno- rispose mellifluo – Lei
segua la sua allieva nella prima parte del viaggio,i soli primi due
giorni,sicuramente al maniero ci sarà posto anche per lei. Poi potrà tornare
agli affari,lasciando senza timore la ragazzina nel grembo delle Gilde. Mi
sembra un ottimo elemento…-
Miriadel era inorridita,stavano cercando di tirarla nel
gioco,di farla diventare una pedina. Attorno a loro intanto si era stretta una cerchia di curiosi,dimentichi dei balli. “Impiccioni!”
pensò con rabbia l’ apprendista.
Intanto la sfida verbale passata in mano al maestro
continuava. Non poteva lasciare che Miriadel entrasse in quel gioco crudele,non
poteva permetterlo. Sì,le si era decisamente affezionato troppo,ormai per lui
era come…come una figlia. Quel pensiero turbò il vampiro,che lo scacciò rapidamente
e ricominciò a discutere. Alla fine,con un ipocritissimo sorriso,ringraziò della “splendida
opportunità”. Avrebbe accompagnato la
sua allieva in quel infausto viaggio nella tana del lupo.
Alla fine nessuno era completamente soddisfatto,né il maestro che si era
ritrovato costretto a partire nonostante avesse ottenuto di non lasciarla
sola,né l’untuoso Eralde che non aveva ancora trovato il modo di isolare la
giovinetta. Sì,sarebbe stata perfetta. Quanto potere aveva sentito vibrare
nella sua anima,quanta forza! E andava sprecata così,contenuta da
quell’imbecille del suo maestro e dai suoi compari,quel clan,quella feccia,
sotto il governo di Beatrix!Traditrice del suo sangue,ecco cos’era,la giovane
mora ora seduta al palco,con solo quattro secoli sulle spalle assieme al pesante
incarico di gestione che le era toccato. Ma ci sarebbe riuscito. Per il suo
capo. Che lo avrebbe elevato sopra ogni altro.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ecco,finita la seconda parte del capitolo!! Ho
torturato ancora una volta il latino,ma non stiamo a fare i
pignoli!!!^^'' Spero vi sia piaciuto anche questo
fine-capitolo,ma anche se vi ha fatto orrore commentate please!
Per lovehate: ancora grazie mille per il
commento!! Per quanto riguarda il Maestro...beh,i vampiri sono o non
sono l'emblema dell'attrazione pericolosa? Se lo facessi brutto
rovinerei un mito!!!^^ Comunque lascio il resto alla tua immaginazione.
Solo un'ultima cosa: COMMENTATE!! ( sono insistente,vero?) Per favore!
Serve sia uno sprone per continuare a scrivere sia dei consigli
per migliorare.
Grazie mille per aver letto!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 6: famiglia ***
6 cap
Ok,lo so,sono davvero troppo rapida con gli
aggiornamenti. Se continuo a mandarne due al giorno diventerò
logorroica! Vabbè tanto,purtroppo per voi,ho già pronte
almeno una quarantina di pagine,e continuo imperterrita ad andare
avanti! Sì,sono esagerata,ma prima o poi mi
fermerò.Almeno credo.^^
---------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tornarono in albergo quando ormai mancava poco
all’alba.Sarebbero partititi la notte dopo,via nave,per raggiungere
l’isola del maniero,lontano dalla costa.
Le restava una sola notte e due
giornate,una di sonno e una di viaggio.
Entrò in camera sua,dove chiuse le imposte ermeticamente,per
restare completamente al buio,prima di buttarsi sul letto. Era
stanchissima,quella notte l’aveva sfiancata. Senza alzarsi lottò per liberarsi
dal fastidioso abito,che poi gettò ai piedi del letto mentre si raggomitolava
al centro delle due piazze.
Il sonno tardava ad arrivare. Troppi pensieri,troppe paure…
E i primi non la lasciavano in pace. Che cosa la aspettava?
La sua mente stanca vagò nei ricordi della
serata,soffermandosi su persone ed
oggetti che l’avevano colpita. Nel dormiveglia rivide i capi clan,rivide
Beatrix,lo sguardo che la donna aveva rivolto al maestro. Non era
stupida,sapeva che anche il maestro era sotto una delle Gilde ma non le aveva
mai rivelato quale,era vietato dal codice per non influenzare la scelte
dell’allievo. Ossia per spingerlo tra le fauci del più forte.Però quello
sguardo d’intesa…conteneva di sicuro qualcosa di più che rispetto,ma la
giovinetta non riusciva a capire cosa. La sua testa decise che era troppo
impegnativo stabilirlo in quel momento e diverse la direzione della coscienza. Una brusca svolta su un paio
di occhi grigi. Morgan. la presa salda,lo sguardo profondo ardente di scherno e
malizia,le labbra sulla sua pelle…il ricordo attraversò Miriadel come una
scossa. La ragazza affondò il viso nel cuscino mentre la ragione,bruciante
d’imbarazzo e rabbia per se stessa,cercava
di scacciare il fastidioso e reticente ricordo. Sforzo abbastanza
inutile,perché ogni qual volta che sembrava svanire,rieccolo lì,pronto a
riaccendere la sua vergogna.
Provò a spostarsi su altri fronti,sulla luna,sul panorama
della città,sulle porte chiuse delle scale…meglio. Ma ad ogni minimo pretesto
Morgan riappariva nella sua mente lasciandola sempre senza fiato. “Stupida!” si
disse.
Solo un pensiero riuscì a farlo momentaneamente passare in
secondo piano. Il Maestro. L’aveva messa in guardia,l’aveva aiutata e l’aveva
difesa. E per colpa sua era costretto a seguirla in un nido di vipere,in un
posto che odiava. E per un motivo più profondo rispetto della politica. Si era
sacrificato per lei. E per la prima volta da oltre dieci anni,da quando Mriadel
aveva abbandonato le fantasticherie familiari per il dolore e l’incertezze che
la vita le aveva riservato ogni giorno per farla diventare una selvaggia
insensibile,preoccupata solo della sopravvivenza,un’altra dei tanti orfani,la
giovane si chiese :” Vuol dire questo
avere un padre?”. E una parte del suo subconscio le rispose qualche secondo prima che il sonno la
portasse via sotto il suo mantello. Le rispose di sì. Non era più un’orfana.
..................................
La notte successiva passò in fretta,tra il fare i
bagagli,far sparire le proprie tracce e andare a caccia. Infatti in nave era
vietato banchettare con l’equipaggio umano,quindi era meglio mangiare bene
prima della partenza. La tensione si tagliava con il coltello,e alunna e
maestro erano talmente nervosi e assorti tra i propri pensieri,che si rivolsero
a malapena due parole.
..................................................
Il viaggio per il porto era piuttosto lungo. Ore di
esistenza gettate nel vuoto,a guardare senza vederlo davvero lo scorrere si
distratto del paesaggio,mentre una morsa le rodeva lo stomaco.
Miriadel si agitò per l’ennesima volta sui sedili di pelle
della macchina nera che sfrecciava sull’autostrada,dietro i finestrini oscurati
per proteggerli dai raggi del sole crudele.
Il maestro si voltò verso di lei.
Era davvero nervosa. La osservò cambiare nuovamente posizione,mentre stringeva
le gambe al petto. I capelli le coprivano il viso,ma anche da dietro quella
cortina,il maestro capì che si stava mangiando le unghie. Era così giovane…non aveva ancora
perso molte delle sue caratteristiche umane. Anche la sua furia e la sua paura
erano diverse,non sensazioni fredde e
violente come le sue,ma ogni emozione per lei era una passione forte,calda.
Provò a tranquillizzarla,sfiorandole il braccio,ma lei si
ritrasse.
-Smettila.- le disse.
Lei si voltò sorpresa verso di lui:- Di fare cosa?-
- Di sentirti in colpa e di tormentarti inutilmente.-
Silenzio da parte dell’alunna. Aveva fatto centro.
- Ti sto seguendo di mia spontanea volontà,non per fare un
piacere a te. Ho degli affari da sbrigare. Sei davvero così egocentrica da
pensare di essere al centro del mondo?- stava mentendo,ma sapeva che in questo
modo la ragazza avrebbe smesso di sentirsi in debito: -Quindi piantala di
tenere il muso. E non mostrarti spaventata. Non ora,visto che quando ce n’era
veramente bisogno,la tua linguaccia era tutto meno che paralizzata dal terrore.
Non fare la scena ragazzina,è inutile.-
Il silenzio ripiombò nell’abitacolo,ma la tensione si era
alleggerita.
Dopo una ventina di minuti,Miriadel riparlò: - Perché
detesta così tanto quel castello?-
Sapeva che avrebbe percepito la sua avversione. Si a
spettava quella domanda,ma nonostante tutto non si era preparato uno scudo di
bugie con cui difendere il suo cuore ferito.- E’ una storia lunga,ragazzina.Non
puoi capire…-
- Mancano ancora due ore al porto,il tempo c’è. E poi sono
meno giovane di quello che sembro…-
Il maestro rise,sentendo nelle parole della sua allieva
quelle di un altro. – Sì,in realtà avresti la veneranda età di diciotto
anni!-continuò a ridere,mentre Miriadel
metteva il broncio.
- Sarei comunque maggiorenne!!-
Il maestro sghignazzò più forte. Poi si fece di nuovo serio.
– Davvero,Miriadel- sospirò –non ora.-
La giovane non insistette. Seppur di tanto più vecchio e
forte di lei,neanche le ferite al cuore di un secolare vampiro si richiudevano
facilmente.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------
Allora allora:
Per lovehate :Grazie veramente tantissime!!! Adoro
i tuoi commenti e sono contenta che ti piaccia! ^^ Ecco qua un
capitolo per non farti morire dalla tensione,ma non so quanto
sarà utile...ho il brutto vizio di seminare un macello di enigmi
!! Comunque prima o poi li svelo,non preoccuparti
E di nuovo,insisto,COMMENTATE!! Avete letto fin
qui,che vi costa un commentino? Anche per dire che è
meglio che mi dia all'ippica ^^"
Grazie per aver letto!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 7: l'inizio del viaggio ***
passattooo
Quando arrivarono al porto il sole non era ancora tramonto.
L’autista dell’auto,che non sospettava certo di trasportare due vampiri,entrò
con il mezzo nell’ampio parcheggio nel ventre della nave. Per quanto ne sapeva
lui,i due passeggeri non erano altro che innocui e stravaganti aristocratici che
volevano evitare che anche un solo raggio di sole facesse diventare impura la
loro carnagione nobile.
Ma quando li vide i
scendere con grazia nel buio del parcheggio,il sospetto di non avere a che fare
con esseri totalmente umani,prese un pizzico anche del suo scettico cuore.
Entrambi gli individui erano alti,con la pelle di un bianco
latteo davvero esagerato brillante nell’oscurità. Ma le somiglianze finivano
lì.
La ragazzina doveva avere all’incirca sedici anni,aveva
lunghi capelli di un colore indefinibile,violaceo, tanto setosi che era
impossibile fossero tinti ma che non
potevano essere neanche reali. Sul fisico snello,sottile ma muscoloso aveva una
maglietta nera e un paio di jeans dello stesso colore,abiti semplici ma che su
di lei stavano fin troppo bene. E gli occhi…quando alzò lo sguardo il
pover’uomo quasi si spaventò per l’intensità di quei due specchi appena
intravedibili sotto la frangia pesante,di un colore giallo dorato,indefinibile.
L’uomo era altissimo,sul metro e novantacinque,con i capelli
abbastanza lunghi,di un castano così scuro da sembrare nero sotto i quali brillavano due fari di
un azzurro cupo,profondissimo. Era giovane,con un fisico allenato
che si intravedeva sotto la camicia scura .
I due non sembravano parenti,eppure anche lui riuscì a
percepire il profondo legame che li univa.
Era talmente preso da loro che quasi non si accorse dei
soldi che l’uomo gli stava porgendo. Quando li notò li prese distratto.
Poi si ritrovò a guidare sulla via del ritorno,ancora scosso
e immemore di come ci era finito,ansioso di tornare a casa da sua moglie e dai
suoi quattro figli a raccontargli la sua esperienza e dimostrare al suo figlioletto
minore,Jean louis,che la professione di autista poteva essere davvero
interessante,più di quello di medico,poliziotto o generale. In fondo,chi può
vantarsi di aver incontrato due vampiri?
..........................................
Miriadel si sdraiò
sul letto. Quella nave era enorme,eppure sembrava non fossero rimaste altre
cabine se non quella a prua,che prendeva la forma dello scafo triangolare. Un ampio
materasso della stessa forma era incastrato lì in mezzo,occupando quasi tutta
la “camera”. Miariadel capì che gliel’avevano assegnata per farle un dispetto e
sorrise. Dispetto? Lei lo chiamava favore,più che altro. E’ vero che le onde si
sentivano il triplo e quando il
mare colpiva lo scafo faceva un rumore
assordante,ma la ragazza non avrebbe potuto chiedere di meglio. Amava l’ oceano,la
sua voce,la sua forza. Si sdraiò al centro del materasso troppo
corto,raggomitolandosi come suo solito,ad’ascoltare quel rombo rassicurante.
Il maestro entrò senza bussare. Lui si era sistemato nella
stanza accanto,più ampia e spaziosa,con un’enorme letto inchiodato al centro a
completare il fine arredamento. Si guardarono per qualche secondo,poi sorrise.
- Vedo che gradisci la tua sistemazione. Ci vorranno
parecchie ore di viaggio e dovremo partire a momenti. Il capitano è
umano,quindi possiamo viaggiare anche con il sole- la informò.
- Ah,ok!-rispose. Poi si sedette a gambe incrociate sul
letto,in soprappensiero –Sono proprio creazioni meravigliose le navi,non trova
Maestro?- chiese.
-Non ne avevi mai presa una?-
Miriadel scosse la testa. Il maestro sorrise.
- Va pure a esplorare,ma vedi di non causare disastri. E per
favore-la ammonì – evita i capi clan e le risse finché puoi,va bene? Non mi va
di doverti venire a ripescare in mare aperto.-
La ragazzina annuì, e poi si addentrò tra i lussuosi meandri
della nave.
Non c’era ancora quasi nessuno in giro per i corridoi,la
maggior parte degli immortali preferiva non correre il rischio di essere
sfiorato dal sole ormai morente.La nave era veramente enorme.
Girò a vuoto per un po’,incontrando di tanto in tanto
qualche marinaio indaffarato,o qualche vampiro impavido o troppo fiducioso nei
confronti delle tapparelle ermetiche decorate a mano che chiudevano ogni
oblò.Infine trovò quello che cercava,l’uscita per il ponte esterno.
Miriadel uscì all’aria aperta,sotto i raggi del sole prossimo
alla scomparsa. Non le fece nulla,se non un fastidio perpetuo sulla pelle sensibile. Un piccolo dolore
sopportabilissimo,un ridicolo pagamento per quello che voleva fare. La nave
stava per salpare,il rombo del motore sotto ai suoi piedi ne era la prova.
Rapidamente attraversò il ponte,fino alla balaustra che la
separava dalla punta estrema della nave. Agilmente la scavalcò e si sedette in
equilibrio sulla sottile punta di metallo che sporgeva sul mare.
E lì si sistemò,lo sguardo rivolto all’ oceano,troppo presa
da ciò che vedeva per sentire il leggero bruciore della pelle. Troppo presa,per
percepire il rombo della nave che si staccava dal molo. Troppo presa per
sentire gli sguardi fissi su di sé,sguardi completamente diversi tra loro,se
non per l’attenzione.
L’untuoso Eralde osservava la giovane da uno degli oblò semichiusi del piano di
sopra,completamente in ombra. La vedeva,così giovane da non temere ancora i
raggi del sole,accucciata sulla sporgenza in ferro del muso della nave,dove un
tempo mettevano le polene..
Sorpreso dalla passione sul viso della ragazza,sorpreso dal
calore che emanava. Era diventata la sua ossessione,da quando le aveva cinto i
fianchi in quell’unico ballo. La doveva assolutamente portare al suo capo. Ma non era più solo questo il suo
obbiettivo. Anzi…
Stava cominciando a bramarla solo per sé, a non voler condividere
con nessuno quella creatura. Voleva il suo sangue, e con lui la sua passione,la
sua forza,il suo calore. Smaniava quegli occhi dorati,li voleva vedere colmi di
lacrime e paura,voleva zittire quella lingua strafottente. Voleva strapparla via da quell’imbecille del vampiro
che aveva avuto l’onore di assaggiare il suo sangue,quel Maestro che non sapeva
sfruttare il suo potere. Sì,l’avrebbe portata via a lui e a Morgan,quel
ragazzino arrogante che si credeva
chissà chi. Li avrebbe puniti per i loro sguardi di sufficienza,gliel’avrebbe
fatta vedere. Guardò di nuovo la ragazzina. I raggi del tramonto a lui nocivi
le si infilavano tra i capelli che le si agitavano attorno al viso come ali,ali
nere.
Sì,gliel’avrebbe portata via,ma non solo. L’avrebbe fatta
soffrire dinanzi a loro,unicamente per
il gusto di vedere l’orrore dipinto nei loro occhi,per guardare poi anche
quelli d’oro della ragazza riempirsi di pianto…l’avrebbe guardata negli occhi
mentre soffriva!
Ma lei non sentì né lo sguardo crudele,né i pensieri malati
e perversi dell’uomo. Lei sentì solo il
mare.
Il Maestro la osservava da lontano,nascosto da una delle
molteplici porte del ponte. Anche da lontano riusciva a percepire la sua
passione,il suo amore,la sua forza. Era bellissima, come sospesa sul mare
illuminato dal rosso del tramonto,i capelli sciolti che le frustavano
giocosamente il viso presi dai raggi del sole ormai sul letto del riposo.
Spruzzi d’acqua le bagnavano il viso e i vestiti,ma nei suoi occhi non vi si leggeva
altro che gioia allo stato puro.
Era bellissima, selvatica,libera.
Era la sua natura,era se stessa al cento per cento.
Il maestro continuò a osservarla. Non riconosceva i
sentimenti che stracciavano lo strato di torpore e freddezza con cui la sua
anima era fasciata da troppo tempo. Affetto,ammirazione…no era di più. Era
amore. Un’amore paterno, che l’aveva spinto due anni prima,come se la sua anima
sapesse già, ad accettare le suppliche
di quella ragazzina di strada sola e disperata,come un aquila con un’ala
spezzata.
Ora l’aquila era quasi guarita, ma sarebbe rimasta
segnata,come le ferite troppo profonde del suo giovane cuore,impossibili da
guarire. Ma questo non le avrebbe impedito di volare alto,anzi avrebbe superato
tutti,perché le ferite sanate rinforzano corpo e anima. Sì,ne era certo,un
giorno avrebbe toccato il cielo. Ma era ancora troppo presto,non poteva ancora
lasciarle spiccare il volo.
Ma Miriadel non si accorse di quello sguardo,lei volava già per quanto poteva,assieme ai gabbiani.
Più vicino del maestro,ma sempre protetto dagli spessi stipiti delle porte della nave,Morgan la
osservava.
Anche lui come gli altri due vedeva l’anima della ragazza scoperta,
pura, appassionata, intensa, bruciante.
La sentiva gioire,danzare,mentre la prua attraversava le
onde. La vide chinarsi sull’acqua il più possibile, le balene in lontananza che
avevano anche loro percepito la presenza della giovane schizzavano acqua salmastra,vide i gabbiani
urlare,gioire,cercare di parlare con lei.
Sentì la forza selvaggia della ragazza fondersi con quella
dell’oceano.
Era forte,non c’era dubbio. Non si era sbagliato. Ma c’era
qualcosa di più,che non riusciva a spiegarsi.
Mentre la guardava,si sentiva felice,in pace, come se avesse
potuto anche lui restare sotto il rosso del tramonto,come se avesse potuto
spiccare il volo. Sentiva la passione, la potenza di quella gioia ,di quelle
emozioni.
Era totalmente
inspiegabile,almeno non a parole.
Come il maestro anche l’apparente ragazzo sentiva lacerare
la gabbia di troppe cicatrici che gli aveva sepolto l’anima. Si sentiva di
nuovo vivo.
Altra acqua schizzò il viso di Miriadel,che rise. Una risata
cristallina,una risata umana e irreale
assieme.
Già,non si era sbagliato neanche questa volta. E sorrise
nonostante la ragione ai bordi della sua mente faceva di tutto per ricordargli che il pericolo non mancava.
Sorrise,senza riuscire a focalizzare veramente quei funesti pensieri. Un
sorriso senza malizia o scherno,un sorriso sincero.
Miriadel non vide nemmeno quel sorriso,mentre si affidava al
vento.
Non sentì quegli sguardi così diversi su di sé,né si accorse della confusione che aveva
generato. Non si accorse di nulla.
Miriadel sentiva solo le urla dei gabbiani,il richiamo del
mare,il vento che le scompigliava i capelli.
Ed era felice.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Finito un'altro chapter!!! Domani non sono sicura di poter
aggiornare per cause indipendenti dalla mia volontà (la
scuola...che altro poteva essere??) ^^
Comunque nel prossimo capitolo si comincia a scavare nel passato...
Ringrazio veramente tantissimo Lovehate, praticamente divento una
pasqua ad ogni commento ^^ Per i lama potrei farci un pensierino,vanno
un sacco di moda in francia...
Grazie mille per aver letto!!
E visto che sie te arrivati fin qui,probabilmente sorbendovi otto
capitoli di storia fatemi il piacere di elargire un giudizio,anche di
tre parole.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 8:ricordi ***
paaaaaasssssattttttooooo
Perchè
amava il mare? Gliel'avevano chiesto tante volte.E puntualmente lei non sapeva
rispondere.
Come
poteva spiegare? Non si può spiegare l'amore.
Erano
pochi quelli che riuscivano a capirla. Veramente pochi. Miriadel gurda il mare
agitato e irrequieto,e come sotto la notte appena arrivata non può fare a meno
di ricordare.
Una
bambina,soltanto una delle milioni di orfane della città,una metropoli moderna
ma piena di pregiudizi,squarciata da divisione di classe,accogliente e
crudele. Non è nessuno. Anche il nome se l’è scelto da sola. Vive in
strada,dalla mattina alla sera,chiedendo l’elemosina o più semplicemente
rubando. Questa è la sua vita. O meglio,lo è stata fino ai dieci anni.
Poi, la società ha deciso che i pezzenti di strada non erano un
bello spettacolo per i facoltosi turisti nelle loro passeggiatine serali e li
ha raccattati in massa dalle strade principali per rinchiuderli in edifici
fatiscenti nei vicoli più diroccati. Ma non è cambiato nulla.
Sempre fame, dolore paura…un ammasso d’anime scartate dall’umanità relegate in
stanze troppo piccole anche per dieci persone, figuriamoci per un
centinaio.Non hanno diritti,per toglierseli dalle scatole li mandano a “Imparare
un mestiere”.Stupidaggini.Loro non imparano niente.Vengono solo
sfruttati,mentre il governo intasca i loro guadagni “per custodirli fino alla
maggiore età”.Cazzate.Sono poche le probabilità che ci arrivino alla maggiore
età.E poi non glieli darebbero comunque.Loro sono scarti.Anime scomode
rinchiuse in un fatiscente palazzo di cemento.
Miriadel ricorda ancora la continua paura delle botte ingiuste, le ore di
lavori forzati ed umiliazioni. Vige la selezione naturale,sopravvive solo il
più forte.
Bisogna lottare per qualsiasi cosa, che sia un pezzo di pane pieno
di vermi o uno straccio per coprirsi le ossa di notte. Miriadel ha
vissuto lì cinque anni della sua vita, superando l’aspettativa media. Cinque
anni di solitudine, paura, dolore…
I
più grandi governano là dentro, il sorvegliante se ne frega altamente di
loro…l’importante è che non rovinino la
bella immagine della città, e se non fosse stato per qualche imbecille che
parla di diritti umani il governo li avrebbe già sterminati tutti con il veleno
per topi di infima qualità che già sparge nelle fogne in quantità
industriale. Ma c’è il grande rischio di perdere elettori…e anche di sprecare
il veleno. Quei pezzenti non lo meritano. Così, il sorvegliante intontito
dall’alcool, che ha accettato l’incarico solo per la microscopica sovvenzione
che gli assicura una bottiglia di vino scadente a settimana, lascia tutto
sulle spalle più che liete dei ragazzi più grandi. Crudeli, spietati,
incattiviti dalle troppe sofferenze…Miriadel sentì la familiare morsa di
terrore e dolore che le serrava il cuore quando quel ricordo si affacciava
nella sua mente.Non ci vuole pensare.ma i ricordi non si fermano…
Sarebbe già morta,se non ci fossero loro. I suoi amici. Quelli veri,non solo
i complici di un patto di alleanza per sfuggire alla morte. .Qualcosa di
più. Molto di più.
Due anni prima
Cinque ragazzini corrono lungo una buia strada costiera,il sole non è ancora
calato. Corrono,ridendo e trovando un motivo di cui essere felici. Non gli
importa della fame,non gli importa della paura di essere scoperti,non gli
importa di nulla. Sono scappati,per l'ennesima volta, dall'orfanotrofio ma ne
sono certi :questa è quella buona.
Scendono imprudenti giù dal ripido ammasso di scogli,fino alla sabbia. Cinque
ragazzini scheletrici.
Sono due ragazze,due ragazzi e una bambina di circa cinque anni,portata in braccio
da uno dei maschi.
Miriadel sorride,i capelli neri e troppo lunghi le volano attorno al viso
magro. E' le prima a scendere,e ora sta in piedi su uno scoglio a guardare il
mare. E' stato il loro primo incontro dal vivo. Prima lei l'ha sempre ammirato
da lontano. Ora non rimpiange più la cartellina di cartone scadente con dentro
tutte le sue foto e le sue immagini che lo ritraevano,che ha dovuto lasciare
nella sottospecie di prigione in cui deve,doveva, vivere. Ora può conoscerlo di
persona.
Una ragazzina la spinge,rompendo l'incanto. Miriadel cade
nell'acqua,annaspando .E'bassa,le ariiva solo alla vita. Guarda
l'amica ridere della sua espressione basita. E'una bella
ragazza bionda con i capelli corti ,ugualmente scheletrica,lentigginosa
e
sorridente. Catarina.
Si schizzano gridando.
Poco più in là i ragazzi le guardano divertiti. Entrambi hanno i capelli rossi
anche se di sfumature diverse,come d'altronde anche la bambina che quello che
sembra il più grande tiene tra le braccia. Sono fratelli fortunati,prima d i
finire sbattuti in quell'orribile orfanotrofio hanno conosciuto,anche se
per poco,i loro genitori e poi non sono stati separati. Più di quanto sia
concesso sperare.
Si assomigliano molto. Il più grande deve avere al massimo sedici
anni,ma il suo volto è comunque segnato dalla maturità obbligata del maggiore.
L'altro è un po' più pallido ed è ancora un ragazzino,è ancora piccolo e
immaturo. Eppure,non è molto più giovane del fratello. A quanto pare anche un
anno può fare un'enorme differenza.
Uno schizzo sbagliato,il ragazzino più giovane si butta nella mischia.
L'altro sorride e posa il fagotto che ha portato in braccio fino a quel momento
sulla sabbia ancora calda,coprendolo poi con una coperta cenciosa. La bambina
si agita e si smuove un po’ aprendo gli occhi.
-
Tranquilla Ester. Continua a dormire.- il ragazzo si stringe al petto la
sorella per farla riaddormentare.
Intanto
nell’acqua gli altri urlano e si in seguono.
- Jaques!
Vediamo se riesci a prendermi!!- Catarina provoca il giovane rosso,che accetta
la sfida. Il sole sta calando,la ragazza dai capelli neri si volta verso di
lui.Vieni.Non lo dice a parole,ma il suo sorriso è il più bello degli inviti.
Sì, arrivo.
Qualcuno
spinge Miriadel,che incespica.Eh,l’hanno voluto loro.
-Pagherete
per la vostra insolenza!!-urla . Catarina intanto è salita sulle spalle
di Jaques,il ragazzino barcolla sotto il suo seppur minimo peso.Ridono
entrambi. La bionda ha in mano qualcosa…
-NONONONO!!Non
ci provare Cata!!- ma la ragazza è sorda alle sue suppliche,e senza tanti
complimenti le rovescia in testa dall’alto il cappello da baseball di Jaque
pieno d’aqua.
-Non
vale così!!-I capelli fradici le si sono incollati addosso,la frangia le copre
metà viso. –Non siete leali!-brontola.Gli altri due si stanno sbellicando dalle
risa.
Qualcuno
le mette le mani sugli occhi.
-
Si può rimediare…-l’altro ragazzo è alle sue spalle..Julian.
La
tira su e se la mette in spalla,senza sforzo eccessivo.
-
Ora me la pagate…-
E
la battaglia riprende sotto il sole rosso del tramonto.
Stanchi
ma felici i cinque sono seduti sulla spiaggia,cercando di asciugarsi con il
poco calore rimasto. Se li sono dovuti togliere gli abiti fradici. Ora stanno
avvolti nelle uniche due coperte rimaste solo con la biancheria intima Tremano.Ester
li guarda divertita.Ben gli sta.
-Fatti
più in là!!-
-Ehi,sei
tu che mi stai rubando la coperta!!-
Miriadel
e Catarina hanno una coperta,i maschi ne hanno un’altra. E ovviamente Julian e
Jaques battibeccano.Miriadel sospira e si alza.
-Ehi,Mir,che
fai? Fa freddo…- Catarina la guarda sorpresa.
-No,sto
bene così…- e veloce si allontana verso un mucchio di
scogli poco lontano,le
guance rosse per l’imbarazzo. Ha notato lo sguardo che le hanno
lanciato i
ragazzi.A quanto pare si sono accorti d'improvviso che è
cresciuta. Arrosisce ancora di più,poi si accoccola sullo
scoglio a parlare con
il mare e a vedere il sole affogarvi.
E’
buio,è scesa la sera. Miriadel trema guardando la luna mezza nascosta dalle nuvole specchiarsi nell’acqua..Niente
stelle.
E
fa freddo.Decisamente.Si accorge di tremare.
Vede
in lontananza le torce accese dei compagni ma non vuole ancora tornare
indietro,vuole rimanere ancora un po’ sola con l’oceano a contemplare il suo
immenso splendore.
Qualcuno
le arriva alle spalle,Miriadel sobbalza spaventata.
Julian ride nell’ombra.
-Mi
hai fatto prendere un colpo!!!-
-
Ho notato.- le passa una camicia da uomo,piuttosto larga e logora. – Jaques ne
ha trovate un paio in fondo allo zaino. Dovresti avere freddo.-
Lei
sorride grata infilandosela.
-Posso
sedermi?-
-Certo!-
Julian
sorride,prende posto accanto a lei.Restano così,a guardare la luna,immobili,per
chissà quanto.
Poi
Julian le prende la mano E’sorpresa.Miriadel ringrazia l’oscurità,che
impedisce al ragazzo di vedere chiaramente le sue guance arrossate.Non sa che
fare.
-Stai
tremando…hai ancora freddo?-
Sì,
è vero,sta tremando.Ma non solo per il freddo. Anzi,ora
sente caldo.Come spiegare?- Sì,un po’- meglio soprassedere.
Il ragazzo prende una coperta,e la mette intorno alle spalle di entrambi.Poi la
stringe a sé.
Il
cuore di Miriadel va troppo veloce,eppure ogni battito è così forte che si
stupisce che lui non posa sentirli. E’così strano…irreale…impossibile…
La
luna è totalmente coperta,ma l’alta marea ha cominciato la sua salita. Il mare
sembra volerla raggiungere,geloso.
Julian
si volta verso di lei e sorride di nuovo.Le piace quando sorride.La fa
sentire calma,sicura.E non solo.Oddio,quanto è bello quando
sorride. La ragazza si mangia le unghie,nervosa.
Immediatamente appena incrocia il suo sguardo smette,le guance in
fiamme.
-
Sei tutta rossa.-
La
luna ha scelto quel momento per venire allo scoperto. Fantastico.Stupida luna!Non te la perdono. Miriadel si
imporpora ancora di più se possibile.Abbassa lo sguardo.
-Sei
bellissima quando arrossisci.-
Allora
deve essere uno schianto in questo
momento. Dovrebbe aver assunto la stessa
tonalità di un peperone. – Grazie…-
Lui
le scosta i capelli dal viso. Sì,è davvero bellissima. – Posso baciarti?-
Miriadel
annuisce. Non riesce a parlare.
Julian
posa le labbra sulle sue,nel primo bacio di Miriadel. E in quel momento la
ragazza credette di avere le ali.Sta volando,davvero.Sopra il mare,sopra il mondo,fino al sole...
L’alta marea invade lo scoglio. I ragazzi si
alzano di scatto,salvando in extremis la coperta. A quanto pare il mare è
davvero geloso. Non ti preoccupare mare,pensa Miriadel,io vi amo. Tutti e due.
E' vero,lo ama. E se ne rende pienamente conto solo ora.
La
luna rifà capolino tra le nuvole. Miriadel la perdona per lo scherzo di
prima.E la ringrazia.Perchè l’ha aiutata.
Julian
le arriva di spalle.
-Dove
eravamo rimasti?-
E
la bacia di nuovo.
Il
rumore delle macchine li distrae. Sono tornati a prenderli. Si sono accorti
della loro fuga e li hanno rintracciati. Come? Miriadel non lo sa tuttora.
Forse è meglio così.
L’orfanotrofio,la
loro prigione,è venuta a reclamarli. Il governo si è reso conto da tempo del guadagno
che i suoi piccoli schiavi gli danno..
Ma
non importa. Miriadel è felice lo stesso,persa nella gioia del suo primo vero
amore.Però...
-
Ci hanno trovato…di nuovo.- sospira.
-
Sarà il prezzo da pagare per una giornata di felicità.Ma credo che ne sia valsa
la pena.-
E
Julian sorride,stringendola a sé, sorride. E Miriadel è completamente felice. Ora un po' di quel sorriso le appartiene.
Miriadel sulla prua della nave continua a
fissare le onde. Ora mi sei rimasto solo tu...Non hai più
bisogno di essere geloso.
Darei l'anima per rivedere quel sorriso...il sorriso di Julian...
Una lacrima le scavò un solco nella guancia.
--------------------------------------------------------------------------------
Mi scuso per il ritardo! Ecco pronto un'altro capitolo abbastanza lungo.
Spero vi piaccia,anche se non sono molto
brava con le scene romantiche,anzi sono abbastanza negata,ma
sinceramente con esperienza 0 non posso fare molto ^^
Questo capitolo lo dedico ai miei primi e
ultimi amori: a Lorenzo,da 3 ai 5 anni (tutto l'asilo!!^^) e a
Davide,anche se nonostante i suoi 7 anni si era comportato davero
str... (ok,avete capitop perchè queste romanticherie sono come sono =_=)
Per lovehate: sempre grazie
millissime!!!^^ Spero che continui a piacerti.E purtroppo sì,ho
davvero 14 anni...ma ne avrò 15 a fine agosto!!!^^
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 9: la fine del viaggio ***
9
Il sole era del tutto tramontato dietro gli scogli,e la luna
gibbosa di uno strano colorito rossastro era sorta e brillava nel cielo. Miriadel continuava ad osservare
l’acqua,immobile. Intanto la nave si era animata,le ombre dileguate e diverse
persone passeggiavano per il ponte,ignorandola.
Il maestro le si avvicinò alle spalle,nella notte calma.
- Vedo che ti piace il mare- disse con falsa noncuranza.
La ragazzina si volse a guardarlo, per un attimo ebbe un’
aria distratta e confusa,come se si fosse appena svegliata.
- Eh?Oh,buona sera maestro.- i suoi occhi si riaccesero
immediatamente,ritornando attenti e acuti come al solito – Sì,adoro il mare.
Non lo trova stupendo?-
-E ’ davvero incantevole,è vero. Ma non è forse il caso che
tu ti vada a dare una sistemata?- le disse con una nota di
rimprovero,osservandola con sguardo critico. I capelli erano un groviglio
unico,impastati dal sale che macchiava e irrigidiva anche i vestiti ancora
umidi.
-Uh,è vero… spero di avere messo gli altri jeans in cima
alla valigia…-
-Niente jeans,ragazzina. Questa immensa nave ha anche due
sale da ballo,oltre a un cinema e svariati bar e salotti. Non li hai visti?-
Miriadel scosse la testa con aria scocciata. Si doveva
sorbire le feste pure lì?
Il maestro sogghignò – Mi sa proprio di sì. Vestiti un
minimo elegante,per favore.-
Miriadel scavalcò la balaustra per tornare sul
ponte,ignorando la mano offertale dall’ insegnante con aria offesa. Scivolò
subito,cascandogli pesantemente addosso.
Quando scese le scale con rabbia,sentì che ancora rideva.
Si cambiò in fretta,con un abito lungo e nero,semplice con
la gonna larga. Niente fronzoli eccessivi,a a parte lo strato superiore si velo
nerao e opaco. Si lavò i capelli per liberarsi dalla salsedine sotto minacce
del maestro, che la costrinse anche ad un ennesimo paio di scarpe infinitamente
scomode.
- Si vede che non le deve indossare lei…- gli sibilò
rabbiosa mentre raggiungevano il salone principale.
- Vedi di sopportare. Non si dice “ Chi bella vuole apparire
un poco deve soffrire”?-
- Ma a me non me ne può fregar di meno,di apparire bella!!-
Il Maestro pensò che non c’era bisogno delle scarpe,sarebbe
stata bella anche con indosso un sacco di plastica,ma non glielo disse e si
limitò a spingere la ragazzina ringhiante oltre le porte.
Come previsto,Miriadel si stava annoiando. Era appoggiata al
muro,nel tentativo di non ballare con nessuno e di passare inosservata. Fare da
tappezzeria però può risultare davvero
monotono.
A un certo punto quando fu totalmente stufa,decise di sgattaiolare
via,lontano da quella sala asfissiante. Il Maestro,troppo impegnato in un valzer
,non l’avrebbe notata. E poi le era sembrato di scorgere Eralde in fondo alla
sala. Meglio sparire,un altro ballo con quell’essere viscido e non era tanto
sicura di reggere la nausea una seconda volta. Non che avesse nulla da
rimettere,però poteva essere fastidioso.
Rapidamente lasciò la sala.
Percorse velocemente i corridoi,ignorando sale da the,bar
,discoteche e cinema gremiti da vampiri,anche se si chiese perchè doveva andare alle feste da ballo e non al cinema tirando improperi al Maestro.Ma non si fermò e si diresse verso l’esterno. Sentiva
il richiamo del mare.
Con gioia riabbracciò la sua nera immensità,rilucente al
chiaro di luna. Era stupendo.
Per prima cosa si liberò delle scarpe,che mollò in mezzo al
ponte ,poi rapida scavalcò nuovamente la ringhiera,e stette in piedi in quello
spazio stretto,tenendosi con le mani alla balaustra alle sue spalle e sporgendosi in avanti con il corpo timorosa di sedersi con quell’insopportabile
abito.
Il vento notturno la rapì come quello diurno,in un modo
dolce,romantico,passionale. Lo sentì giocare con i suoi capelli ancora
umidi,gonfiarle l’abito scuro,portandone i lunghi veli leggeri che ne
costituivano la parte superiore a gonfiarsi come ali dietro di lei. La luna
riluceva alle sue spalle. Una luna rossa.
All’improvviso un’onda più alta delle altre le fece perdere
la presa sul metallo del parapetto,e Miriadel si ritrovò per un istante sospesa
nel vuoto,come un angelo dell’oscurità,sollevata a qualche centimetro da terra.
Per un solo istante. Tutto deve cadere. Se avesse avuto i suoi jeans,non
avrebbe avuto problemi a ritrovare l’equilibrio,a rimettersi in piedi pronta e
scattante. Ma indossava quel lungo abito insopportabile,che le impediva i
movimenti. E tutto deve cadere.
Stranamente non ebbe il tempo di spaventarsi all’idea di
finire nel mare aperto,nero e agitato,seppe solo di non avere più la terra sotto
i piedi. E non pensò nulla.
Prima che potesse davvero precipitare però, qualcuno la prese
per i fianchi,impedendole di finire tra le onde,per poi stringerla a sé da dietro
il parapetto.
Miriadel riprese a respirare,rendendosi conto che aveva
trattenuto il fiato. Un’altra onda piuttosto alta colpì la nave,ma questa volta
lei non si spostò di un millimetro.
Dopo qualche istante di confusione ,rimise insieme i pezzi
del puzzle e capì cosa stava succedendo. Realizzò che non era morta,non era
volata in mare e che dei capelli non suoi,ma biondo cenere,le sfioravano il
viso,appartenenti alla stessa persona che le cingeva la vita. Morgan.
Si voltò con un tuffo al cuore,o almeno ci provò,visto che
la sua presa ferrea le impediva di girare i fianchi. E così erano due,le volte
in cui lei gli doveva la vita. Quanto odiava quella sensazione,quel sentirsi in
debito!
Voltò la testa e incrociò lo sguardo beffardo del vampiro.
- Vedo che non riesci proprio a stare senza di me!- le
disse.
Miriadel arrossì,di rabbia e imbarazzo,e fece per liberarsi
dalla sua stretta. Invano,ovviamente.
- Lasciami andare. Grazie mille per l’aiuto,ma ora
lasciami.-
- Per vederti cadere in mare di nuovo? Non mi sembra il
caso.-
- So stare in piedi.-
- Sì,ho notato.- sorrise beffardo – ti fidi di me?- le
chiese
- No,per nulla.-
Il ghigno del ragazzo si allargò, ma non disse niente.
- Penso di aver capito che vuoi fare,ma mi
dispiace,”Titanic” ti ha già fregato l’idea. Lasciami.-
- Come vuoi.- disse con un sorriso decisamente diabolico. La
sollevò senza sforzo e la spostò a
qualche metro dalla sporgenza di
metallo,con i piedi scalzi sospesi sull’oceano.
- Che fai? Sei impazzito?-
- Vuoi ancora che ti lasci andare?- le sussurrò. Il mare
infuriava sotto la nave in movimento. L’avrebbe davvero lasciata cadere?
Miriadel non pensava. Però…poteva essere benissimo uno psicopatico. Pensò per
un po’,poi decise che non poteva perdere.
- Fallo dai,lasciami cadere!- gli disse con aria di scherno.
- Davvero lo vuoi?- si sporse di più dalla ringhiera,
togliendole anche la minima possibilità di appiglio. Miriadel aveva paura,ma
non gliel’avrebbe mai confessato. Sorrise anzi,canzonatoria anche se piuttosto
nervosa.
- Come vuoi allora.- le disse il falso giovane,sogghignando
ancora . La sollevò di più. E la lasciò. Miriadel si sentì cadere e non potè
frenare un urlo. Chiuse gli occhi.
L’impatto giunse troppo presto. E perché non era bagnata?
Era già morta? Riaprì gli occhi,e trovò Morgan che la fissava,lo sguardo viola
ancora più beffardo del solito sopra il ghigno pregno di derisione. Si gustava
la vittoria.
L’aveva lasciata andare,vero,ma per riacchiapparla qualche istante dopo. L’aveva spaventata, e
ne era soddisfatto. Ora continuava a stringerla a sé oltre la balaustrata,
ancora sospesa nel vuoto.
- LASCIAMI ANDARE!!- ringhiò lei furiosa agitandosi.
Sempre gongolante le fece scavalcare la ringhiera prendendola in braccio. Il vestito però si
era impigliato,e alla fine di quel gesto rapido si strappò definitivamente.
Ormai le arrivava appena sotto il sedere.
- Non è una gran perdita –commentò il ragazzo. Miriadel gli
lanciò un’occhiata furiosa. La stringeva ancora al petto ma aveva allentato la
stretta e la giovane ne approfittò per sgusciare via.
Con aria sdegnosa si
diresse verso le scale,per poi inciampare nelle scarpe che aveva lasciato sul
pavimento. Morgan la sorresse,ma lei lo ignorò,afferrò le calzature e frustrata
corse verso la sua camera. Pallone gonfiato!!
Con la coda dell’occhio notò diverse persone che avevano
assistito alla scena,pronte a spargere il pettegolezzo. Fantastico.
………………………………………………………………………………
Miriadel dormiva
raggomitolata in mezzo al letto. Fuori,oltre le spesse pareti della nave il
sole doveva essere già sorto,ma all’interno della chiglia regnava l’oscurità.
Il maestro camminava per la stanza senza riuscire a
prendere sonno. La preoccupazione lo tormentava. Mancava solo quella giornata
all’arrivo,all’ arrivo nel luogo che si era tanto sforzato di dimenticare e che
aveva popolata i suoi incubi per secoli.
Quel castello…era più pericoloso di quanto pensasse la
gente. Non erano solo gli abitanti a costituire un pericolo,ma tutto il resto.
Il resto cosa?
Il maestro non lo sapeva bene neanche lui. Sapeva solo che
quelle antiche fondamenta erano ostili,cattive.Certe ferite non si scordano facilmente.
Entrò in bagno e si gettò l’acqua gelata sul volto
marmoreo,inzuppandosi i capelli. Si guardò allo specchio. Uno specchio
normale,erano decenni che non lo faceva. Rimase scioccato.
Gli specchi non d’argento non riflettevano i vampiri.
Riflettevano gli uomini che sarebbero stati se non avessero rinunciato alla
propria umanità. Per questo gli immortali,soprattutto dal decennio in
su,evitavano le superfici riflettenti. Poteva essere doloroso guardare immagini
di ciò che non puoi più avere indietro.
In quel bagno però lo specchio non era stato né coperto,né
sostituito. E il maestro,vide ciò che sarebbe stato,ciò che era veramente sotto
la sua eterna giovinezza. Nulla. Un essere decrepito,con la pelle che si
staccava a brandelli dalle ossa,spezzandosi a ogni movimento.I muscoli e i
tendini del viso erano scoperti e insanguinati. Dalla testa calva spuntava
ancora qualche appiccicosa lunga ciocca di capelli bianco giallognolo,la bocca
aperta in un’espressione,che riconobbe anche come propria,spalancata dall’orrore,
con le labbra lacerate e quasi inesistenti che lasciavano scoperte le gengive
da cui spuntavano denti marci e irregolari come una fila di lapidi in rovina.
Il naso non c’era più,c’era solo un orribile buco al suo posto. E gli
occhi…solo quelli gli assicurarono che stava guardando ciò che era davvero
sotto l’immortalità. Due sfere sporgenti in modo innaturale,giallognole e piene
di vene,ma con ancora le iridi azzurro cupo, pregne della sua paura della morte.
Era come se quel corpo si stesse sciogliendo. Alle spalle di quella visione
agghiacciante brillavano le fiamme dell’inferno.
Il vampiro si affrettò a coprire lo specchio. – Sta calmo-
si disse –lo sapevi che saresti già dovuto essere morto un centinaio di anni
fa. E allora perché ti preoccupi tanto? Forza Jonathan,un po’ di forza.-
Sentire il suo nome pronunciato ad alta voce però lo turbò ancora di più.
Fece un respiro profondo e prese un alcolico dal frigo-bar
della camera. Non gli sarebbe stato di benché minimo nutrimento,ma se lo
sarebbe fatto bastare. Non poteva permettersi di perdere il controllo con il
tutt ‘altro che ingenuo equipaggio. Sapeva che i marinai erano coscienti di
trasportare vampiri, e che si erano premuniti.
Gustandosi l’aroma del bicchiere di vino rosso,senza però
goderne il sapore,si tranquillizzò un po’. Il fatto di essere decrepito non era
esattamente il suo problema principale al momento. Invece sarebbero attraccati
entro meno di sei ore,alla volta di qualcosa di pericoloso e infido pari ad un
anima dannata,o almeno con conseguenze più immediate.
Uscì dalla stanza,vagolando per il corridoio preso dai suoi
pensieri,finché non si trovò dinanzi alla camera di Miriadel. Aprì
silenziosamente la porta di legno cadente,irrazionalmente ansioso.
La giovane dormiva come suo solito al centro del
materasso,appallottolata come un gatto, i lunghi capelli sparsi attorno a lei
come un’aureola scura. Le coperte giacevano sparse a terra. Sembrava così
fragile presa nella rete del sonno,una bambina. Sapeva che era forte,però non
potè fare a meno di chiedersi se ce l’avrebbe fatta a sopportare tutto ciò che
l’attendeva. Miriadel si girò nel torpore mormorando qualcosa liberandosi anche
dell’ultimo lembo di coperta. La camicia da notte era larga e scombinata,e le
lasciava scoperte una spalla e le gambe. Con un sospiro,il vampiro le si
avvicinò rimettendole addosso le trapunte. Aveva paura. Per lei e per se
stesso. Non avrebbe mai dovuto accettare di partire.
Tornò in camera sua dove si distese sul letto,gli occhi
spalancati nell’oscurità.
Non voleva perderla. Non in quel castello,non nel dolore.
Almeno finché non sarebbe stata in grado di volare da sola. Ma sarebbe mai
riuscito a proteggerla? Con Caroline non c’era riuscito…
Sentì dei passi accanto al letto, il materasso che si
piegava. Si girò di scatto,ma sapeva già chi era.
Miriadel lo guardò nel buio,due sguardi pieni di tormento si
incrociarono. Senza una parola si raggomitolò accanto a lui,il maestro si
accorse che tremava. E la strinse a sé,l’abbracciò consolando sia lei che sé
stesso,mentre l’uno riportava un po’ di pace nel cuore dell’altro.
E così si addormentarono,maestro e alunna,padre e figlia,
mentre la nave si avvicinava sempre di più alla meta temuta.
Miriadel si alzò presto,non era ancora tramontato il sole.
Rifece in fretta la valigia,si infilò l’ennesimo paio di jeans e scappò sul
ponte ad ammirare l’attracco. Sole o non sole,finché poteva mostrarglisi senza
morire bruciata aveva intenzione di
approfittarne.
Soffocò il dolore all’impatto della pelle con la luce,un po’ come
quando ti svegliano a pizzichi, e corse verso
la prua. Il cielo era
fortunatamente coperto da nuvole, che impedivano al giorno di ferire la sua
pelle più sensibile del solito a causa della sete di sangue. Come il giorno
prima era stupendo
In lontananza si intravedeva un’isola rocciosa,alta sulla
quale si estendeva un’enorme maniero. Gioì al pensiero che sarebbe stata così
vicino all’oceano. Forse non era stato uno sbaglio così grosso quello di
partire.
Come il giorno prima si tolse gli anfibi e scavalcò il
parapetto,godendosi l’arrivo. Stavolta non sarebbe caduta.
-----------------------------------------------------------------
E con questo,recupero anche il secondo giorno senza aggiornamenti!! Allora,che ve ne pare? Commenti please!
Per lovehate: grazie millissime per il commento!! Mi spiace
informarti,ma dubito che questa sarà una storia allgra...anzi! Il fatto è
che,per sfortuna dei miei personaggi,io mi sfogo scrivendo,e non cose
divertenti e tranquille..E Maggio è un mese pesante...^^
Comunque devo precisare che questo è un'universo completamente alternativo creato dalla mia mente malata.
Già che ci sono spiego anche come sarebbe,anche se non so se renderò bene l'idea.Io comunque provo.^^
In poche parole mischio gli stili di vita della Belle epoque,l'ipocrita
per autonomasia,i tempi moderni anche se in modo minore e un futuro
decisamente catastrofico,stile "1984". In più non mi risparmio
il medioevo...praticamente è un mondo come il nostro in
fatto di tecnologie,ma attraversato da una forte instabilità
politica e da un governo decisamente troppo rigido e ipocrita,come la
popolazione. NON è il nostro universo.
Infatti faccio di tutto per evitare date e nomi di città...^^
Mi scuso se non ho messo l'avviso.
Grazie per aver letto!!! E
COMMENTATE!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 10: l'arrivo ***
10
Erano attraccati da qualche minuto,la notte era agli inizi e
la luna non era ancora alta nel cielo.
Miriadel spiazzata e intimidita si guardava attorno,mentre i
passeggeri della nave si riversavano nel porto all’apparenza
decrepito.Il legno marcio e bagnato,coperto di alghe,scricchiolava
sinistro sotto ai suoi piedi.Gettò un'occhiata circospetta
attorno a sè.
Qualsiasi cosa sembrava avvolta da una specie di strato di
decadenza,polverosità,passato. Tutto sembrava come dire…morto. Anche la sabbia
della spiaggia aveva qualcosa di smunto.
Miriadel non parlava,spaventata da quell’isola così strana e
dalla stramba folla che la circondava . Si strinse al maestro,mentre
si chiedeva come avesse fatto
a non notare i passeggeri con cui aveva trascorso tanto tempo.I Capo
Gilda erano assenti,tropppo importanti per imbarcarsi come tutti,
dovevano essere già arrivati in qualche altro modo.Oltre ai
rappresentanti zelanti dei capannelli già conosciuti al ballo,
tra di loro spiccavano gruppi di vampiri con indosso strane divise
scure simili a quelle scolastiche.
Miriadel si diede della cretina,mentre si rendeva conto di
trovarsi davanti ai futuri "figli delle gilde". Il maestro gliene aveva parlato.Erano
vampiri selezionati da ogni capo clan, quando
non hanno ancora raggiunto i cinque anni di vita immortale,scelti per
astuzia,forza,ambizione.Il loro futuro veniva segnato da allora,un
futuro in una posizione importante tra gli umani,un futuro da spia.
Passati i primi cinque anni dopo il reclutamento nel
rispettivo gruppo,dove gli facevano praticamente il
lavaggio del cervello con le
loro idee politicheper marchiargliele a fuoco nella
testa,una volta ritenuti pronti,venivano spediti in quel maniero
infernale per una specie di
periodo di apprendistato,in
base a quello che dovranno fare poi.A quanto pare,si sarebbe ritrovata
sotto lo stesso tetto di diversi futuri re,presidenti e ministri.
Completamente succubi di idee d'altri. Miriadel rabbrividì.
Il Maestro sentì la sua insicurezza,ma non fece nulla per
placarla. Aveva ragione ad avere paura. Meglio non mentire a sé stessi.
La giovane vampira distolse lo sguardo e riprese a osservare i compagni di viaggio ,sorpresa
dagli sguardi ostili che si scambiavano. Non capiva come avesse
fatto a non accorgersene in nave. I diversi gruppi erano a distanza gli uni
dagli altri,formando una massa compatta con i compagni per poi guardare gli
altri in cagnesco. Il maestro,Miriadel, e
alcuni figli della Gilda erano gli unici a non stringere capannelloe a
rimanere bloccati nel centro di quella sparatoria di sguardi ostili.Le vennne
l’impulso di gettarsi a terra,come per evitare
proiettili immateriali,che sicuramente sarebbero stati comunque meno
taglienti di quelle occhiate.
In quel momento giunsero al porto alcune macchine
nere simili a carri funebri,dall’aria
fin troppo costosa,dove caricarono i bagagli e sedettero mentre
raggiungevano
il maniero. Miriadel in quel momento,pensò che una vera
processione funebre sarebbe stata più allegra di quel sinistro
corteo.
.....................................................................
Miriadel aprì la finestra della camera ,o meglio del piccolo
appartamento,dove avevano sistemato lei e il maestro. Nuvole nere coprivano la
luna calante,che appariva a tratti brillando sul mare nero.
L’isola era davvero strana. Il castello si trovava sulla
cima di una scogliera,ed era immenso. Doveva avere centinaia di stanze solo tra
quelle conosciute.I mobili e le opere d'arte abbondavano,fiori bianchi e
cremisi erano situati in ogni dove, erano inesistenti pareti senza
intagli,quadri o arazzi.
Eppure,nonostante la moltitudine di servi che dovevano
lavorare in un maniero del genere, tutto era coperto da uno spesso strato di polvere.
Miriadel aveva anche scorto un numero esorbitante di ragnatele.
Una parte dell'edificio dava verso la scogliera che cadeva a
picco sul mare,attorno per quanto era riuscita a scorgere c’era una lunga
spiaggia ingombra d’alghe,una fitta e apparentemente sconfinata foresta e in
lontananza altri scogli. L’isola era molto più grande di quanto
pensasse.
La sua stanza era rivolta verso un agglomerato di massi che
scendeva ,ripido ma non troppo ,per diversi metri verso la spiaggia. Poteva
vedere il mare.
Soddisfatta da quella scoperta, non si lamentò troppo quando
il maestro entrò nella stanza per mezzo di una porta comunicante e le gettò sul
letto l’abito che avrebbe dovuto indossare per la festa (Miriadel cominciava davvero
a non poterne più) di benvenuto.
Entrò nel bagno costellato di specchi d’argento,e si infilò
il lungo vestito blu. Era molto bello,pensò sorprendendo sé stessa,privo di
veli o fronzoli inutili,largo in modo da permetterle di muoversi ma che
comunque metteva in risalto il suo corpo snello. La stoffa blu le scendeva fino
ai piedi,dove scalava in un taglio irregolare,alla vita era decorato con una
cinta costituita da una catenina d’argento che riprendeva il motivo sotto al
seno. Il modello ricordava un po’ quello degli antichi romani,solo che la gonna
era più larga.
Soddisfatta si legò i capelli e si infilò un paio di
semplici scarpe aperte. Così andava bene.
Il maestro l’aspettava fuori,e con lui si diresse verso la
sala da ballo principale.
......................................
Il salone era uno spettacolo stupendo. Un’intera
parete,enorme ovviamente,era di vetro,decorato con rilievi di metallo nero e cristallo,che
riflettevano i raggi della luna, e dava
direttamente sullo strapiombo della scogliera. Un burrone sul mare.
Di spalle a quel capolavoro c’era un tavolo abbastanza
lungo,sopraelevato in modo che fosse visibile a tutta la sala che era
costellata anche questa volta di tavoli e divani,ancora più sontuosi dello
scorso ballo.In effetti, l’organizzatore di banchetti non doveva essere
cambiato,visto che la disposizione dei tavoli e dei fiori era quasi del tutto
identica a quella della primo festa da
ballo a cui Miriadel aveva partecipato.
Al centro esatto della sala c’era però una specie di palco
con sopra quello che doveva essere un altare,coperto da un pesante drappo nero.
Due rose cremisi erano incrociato sopra di esso.
Miriadel prese posto ad uno dei tavoli assieme al
maestro,mentre riconobbe i capo Gilda andare a prendere posto alla
tavola
principale. Erano stupendi nei loro abiti eleganti e ricchi,belli oltre
ogni
concezione umana o immortale. La ragazza ancora non riusciva a capire
cosa ci
fosse in loro da renderli così diversi dagli altri. Morgan
sedeva assieme al loro e ,notò con soddisfazione,non aveva
l'aria troppo soddisfatta.Anzi era decisamente contrariato mentre
parlava con Dominic.Miriadel ghignò,e ovviamente lui scelse
proprio quel momento per alzare lo sguardo,incatenando gli occhi della
ragazza. Un piccolo falò cominciò ad arderle sotto le
guance,mentre i suoi istinti omicidi ,già non troppo sepolti,
cominciavano ad affiorare sotto lo sguardo ovviamente beffardo e
malizioso del ragazzo.
In quel momento Maya,la vampira dai capelli vermigli, si
alzò in piedi.A quanto pare,era stata scelta lei per parlare. La sala si zittì di botto,persa
nel potere seducente della sua voce e dalla malia dei suoi occhi:
- Ben
tornati,fratelli! La nostra dimora apre le porte verso di voi, nuovi figli
delle Gilde,e verso i nostri nuovi ospiti.- la voce forte e cristallina echeggiò
nel soffitto altissimo – che il vostro soggiorno possa risultare
piacevole! Il Benvenuto dei nuovi figli, si terrà domani notte, e l’accesso
alla sala non sarà permesso ad estranei,per cui,gentili ospiti,vi prego di rimanere
fuori da queste porte fino all’alba. Anche se siete sicuramente assetati,non
sarà permesso andare a caccia prima di domani. Per ora vi prego di
accontentarvi del misero surrogato offerto dal piccolo banchetto da noi
preparato- accennò alle porte – E’ vietato,per gli ospiti,superare le divisioni
del castello,e forzare le porte chiuse. Questo castello contiene molti
segreti,alcuni troppo pericolosi che
potrebbero mettere a repentaglio la vita dei nostri ospiti più…giovani – Il suo
sguardo guizzò su Miriadel – Bene fratres,così le Gilde hanno parlato!-
Detto questo si sedette nuovamente.
Miriadel fece per alzarsi ma il maestro la bloccò. Non fece
in tempo a lanciargli un’occhiata interrogativa che dalle pesanti porte di
legno della sala entrò un folto gruppi di servi,dalle divise curate,che
trasportava otri di sangue. Miriadel non riuscì a capire se fossero uomini o
vampiri ,tanto erano pallidi e macilenti,finché non le furono accanto e il
familiare formicolio e calore che avvertiva sempre in vicinanza di sangue umano
non si fece sentire.
Sì,aveva sete. Sentì i canini allungarsi e nel riflesso
del bicchiere d’argento posato dinanzi a sé si accorse che i suoi occhi stavano
diventando scarlatti.
Si scosse a quella vista. “Contieniti!” .
Una bambina ossuta e magra,evidentemente terrorizzata,le
arrivò accanto :- Signora,cosa desidera? Sangue di lupo,cane,gatto…-le moriva
la voce. Riprese fiato.:- che animale desidera?-
Miriadel rimase basita,a bocca aperta. Che stava succedendo?
Questo non giovò alla situazione,perché la bimba,notando i suoi canini
allungati,si mise a piangere silenziosamente.
Miriadel non resse. Quella ragazzina,secca e spigolosa,per
nulla graziosa,con i lunghi capelli castani raccolti in trecce le ricordava
troppo sé stessa,quando era ancora un rifiuto di strada. Quando era sola.
Quando non era nessuno.
- Non piangere,non ti farò nulla. Come ti chiami?- la
rassicurò.
La bimba la guardò con gli occhi sgranati, troppo evidenti in quel
viso denutrito, confusa e diffidente:- Sara,signora. -rispose con un
fil di voce. Miriadel rabbrividì a quel “signora”. Chi,lei?
- Dove sono i tuoi genitori?-
La bimba fece per rimettersi a piangere. Provò a dire
qualcosa per calmarla,quando il maestro parlò gelido :-Miriadel…-
La giovane si voltò verso di lui e si spaventò. Non potè
biasimare lo sguardo terrorizzato della piccola
Sara.
Non conosceva l’espressione ghiacciata e rabbiosa del maestro.
Non l’ ira infiammante
a cui era abituata,ma una nuova, agghiacciante e piena d’odio. Non sembrava
nemmeno la stessa persona,quella che l’aveva consolata e protetta fino a poco
prima.
- Porta quello che vuoi,va bene tutto.- sussurrò allora alla bimba
tremante.
Non capiva l’improvviso cambiamento del maestro. Perché?
Lo guardò di sottecchi,ancora sgomenta. Aveva gli occhi
azzurri più chiari del solito, il blu delle iridi cerchiato di rosso. Fissava
il vuoto,le nocche strette sul bordo tavolo. Se avesse avuto sangue,sarebbero
sbiancate.
Sara tornò poco dopo con due calici pieni di un liquido
rosso. Li posò tenendo lo sguardo basso, ma Miriadel avvertì con piacere che
era un po’ (molto poco) meno timorosa nei suoi confronti. Invece era a dir poco
terrificata dal maestro. E Miriadel non poteva dire di non capirla.
La fame prese il sopravvento,mentre cominciava a sentire
l’odore del sangue farsi insistente. Prese la coppa e bevve. Il sapore era
tremendo,rispetto a quello umano, ma avrebbe placato almeno per un po’ la sua
sete.
Bom!Un rumore assordante la fece sussultare,un po’ del contenuto
del bicchiere le cadde addosso.
Morgan e Dominic erano in piedi,l’uno dinnanzi
all’altro, a terra in frantumi diversi pezzi di cristalleria,l’odio evidente nei loro sguardi. C’era da aspettarsi
che si saltassero addosso a momenti.Entrambi scoprivano i denti sibilando con fare ostile. Dominic ringhiò
qualcosa all’apparente ragazzino che
per poco non perse il controllo.Morgan,già in posizione
d'attacco,sembrava stesse per saltargli al collo. Il moro lo guardava
con occhi di pietra,quasi ad invitarlo ad osare.
Restarono a così
squadrarsi irati per un istante che parve un’eternità,poi Morgan si ricompose ,gli bisbigliò qualcosa di
probabilmente minaccioso e attraversò la sala a grandi falcate fino all’uscita,dietro la quale sparì.
Il tonfo delle porte risuonò sinistro nell'aria immobile.
Dominic si volse verso Miriadel,squadrandola con profonda
avversione. La ragazzina rabbrividì e distolse lo sguardo verso il maestro,alla
vana ricerca di conforto. L’insegnante era una maschera inespressiva..
Ovviamente poi partì la musica,quasi volesse cancellare l'accaduto.Non
badate a queste scaramucce,dimenticate tutto.Questi sono solo affari
delle Gilde,voi non c'entrate.Continuate a divertirvi da bravi bambocci
sembrava suggerire. Però parve scuotere il
maestro,che si alzò sussurrandole con voce stanca,innaturale, ma con un
accenno di scuse: - Ho da fare,ragazzina. Non cacciarti nei guai.-
Poi sparì tra la folla.
Miriadel ,indecisa sul da farsi,si guardò intorno. La gente
ballava e chiacchierava fin troppo spensieratamente,eppure sempre
divisa in gruppi distanti tra loro che si ignoravano ostinatamente.
La luna appena affiorata
dalle nubi giocava con i riflessi dei cristalli della vetrata.
Vi si avvicinò,affascinata. Era stupenda. Sotto di essa
infuriava il mare rabbioso,quasi volesse anche lui partecipare al ballo
scalando lo strapiombo,come una strega gelosa. Non c'è niente da invidiare gli disse la vampira ,cupa è
solo una farsa ipocrita e stupida.Una prigione dorata di finti
divertimenti in cui tutti si rinchiudono. E io sono costretta dalle
loro sbarre.Sono io che invidio la tua libertà...
Sfiorò con le dita una delle rose intagliate,di squisita
fattura. Erano perfette,come se la vita
della rosa vera fosse stata trasformata in cristallo,per sopravvivere
nell’eternità. Chi era il maestro capace di tanto? Continuò a guardare il mare
persa nei suoi pensieri.
- Stupenda vetrata,non credete, signora?-
La voce di Eralde la fece sobbalzare. Ci mancava solo lui. Trattenne un
sospiro e si sforzò di rispondere educatamente.Magari avrebbe
anche potuto sorprenderla,dimostrando di capirla. Mai credere alla
prima impressione,no?
- Splendida davvero. Mi stavo giusto chiedendo chi potrebbe
mai essere il maestro capace d’intrappolare in questo modo l’essenza delle
piante,dei cavalli,della vita,su superfici fragili come il cristallo e il
vetro…-
- Che parole poetiche,signorina. -la schernì lui. A quanto m
pare,ancora una volta l'istinto aveva ragione.Non si era sbaglita.
– E che
sogni fantasiosi!- continuò lui- Intrappolare la vita…un potere enorme! Se esistesse,sarebbe
molto ambito e celebre ,non credete anche voi? E’ per questo che tali
capolavori valgono tanto. Immaginate,un vampiro capace di fondere
vetro e vita. Non credo che sprecherebbe il suo potere in opere d'arte
no?-parlava come se stesse spiegando una cosa ovvia a un bambino di
cinque anni - Si dice
comunque che questo vetro custodisca qualcosa...
poteri inimmaginabili… il modo per schiuderli è
ancora ignoto. Ma si
dice che chi ci riuscirà avrà il dominio. Il
sogno di chiunque,il guadagno maggiore.Non lo vorrebbe anche lei?
–
Miriadel lo guardò incredula. Quell’uomo non riusciva a
vedere la bellezza autentica di ciò che aveva dinanzi,non arrivava a vedere la
parte di anima che l’ artista lascia in
ogni suo lavoro,non coglieva i particolari capaci di rendere speciale
quell’opera. Ne vedeva solo il valore,il potenziale profitto per se stesso. Il potere che avrebbe potuto rubare.
- E non il dominio su una regione,uno stato – continuò
adelirare,ignorando la scarsa partecipazione dell'interlocutrice.
- o sul mondo,no, di più.Si dice che
possa dare anche il potere su inferi e campi elisi,il controllo sulla vita e
sulla morte. Il Dominio pari a quello di un dio.-
La follia grondava dalle sue parole come dai suoi occhi
esaltati, mentre raccontava. Miriadel inorridì,e provò sempre maggior ribrezzo
per l’essere che le stava accanto. Quando poi lui le posò una mano viscida sul
fianco,quasi vomitò.
Non fece neanche in tempoa toglierselo di dosso,che precipitò
nell'ultimo luogo che avrebbe voluto visitare:la mente dell'uomo.
Sapeva che ogni tanto sarebbe potuto succedere,faceva parte delle
pecche di un potere semisconosciuto e troppo forte che le premeva sul
petto,ma quello era decisamente un momento inadatto.Ma
allepredisposizioni non gli importa un fico secco dei momenti.
Per la quarta volta in vita sua provò quell'orribile
sensazione di precipitare in quell'orribile,spesso,soffocante cuscino
di nebbia. Non respirava,non vedeva nulla,eppure sapeva di avere gli
occhi aperti. Quando cercò di chiuderli,la situazione
degenerò.
Un'orribile vortice di immagini,pensieri,suoni,colori,la avvolse.Le sembrava di annegare...giù...sempre più giù..rapita da piani,idee,ricordi...Aiuto...
Miriadel si riprese di scatto.Come sempre non ricordava nulla. E
come sempre ciò che aveva visto in quei pochi,terribili
istanti,sarebbe saltato fuori quando meno se lo sarebbe aspettato. Ora
non le restava che aspettare l'incubo.Una lieve sensazione di
nausea l'avvolse.
In quel momento,qualche residuo dell'esperienza decise di saltare fuori. Ossessione. Schiavitù. Follia.
Tre parole,tre misere parole che bastarono a turbarla. Ora non
le restava che interpretarle.La prima era facile: che quell'essere
fosse fuori come un balcone non era una novità. Schiavitù,ossessione...
la risposta la colpì come un pugno nello stomaco.
Evidentemente,gli strascichi del viaggio indesiderato persistevano,se
se ne rendva conto così in fretta. Ma quello che comprese non le
piaque per nulla. Primo,quell'uomo si era fissato, per qualche assurdo
motivo,con lei. Secondo,era completamente incondizionatamentte succube
della sua fame di potere,che gli si era ritorta contro e lo stava
divorando.
Intanto il vampiro continuava a parlare,ignaro della completa disattenzione della ragazzza.
- Scusate, devo andare al bagno- disse,ancora frastornata da quelle instabili consapevolezze,e lesta scappò via da quell’individuo perverso e da
quella sala soffocante.
...........................................................................................
In un'angolo nascosto di lato alle scale era in
corso un classico esempio della classica crudeltà sadica tipica
dei vampiri. Un gruppo di loro,maschi e femmine,di età mortale
tre i sedici e i trent’anni, si
stringeva in cerchio attorno a qualcosa. Un gattino? Non vedeva bene
dall’alto. Si avvicinò.
Il gattino,ogni qual volta cercava di scappare,si trovava
dinanzi uno di loro,con un sorriso
crudele, sadico. Si divertivano a tormentarlo. Ogni vampiro era messo in modo
da bloccare ogni possibile via di fuga a ....che cosa? Non era un gatto.
La creatura accucciata al centro di quel cerchio crudele era
terrorizzata. Scattò verso sinistra,trovandosi subito davanti lo stivale di
una giovane bionda
.- Non si fa così,lo sai vero? Non vuoi giocare con noi?- Il
calcio fu crudele.
La creatura ritentò a destra,cercando di passare tra il muro
e una spessa cassettiera. Un ragazzino attaccato al muro come una lucertola,le
si parò davanti,un sorriso sadico sulle labbra purpuree.
Infine con la forza della disperazione, tentò di tagliare
dal centro, di oltrepassare quel muro inespugnabile di corpi. Il più grosso del
gruppo l’afferrò per i capelli e la tirò verso di se,sciogliendole una delle
trecce. Ridendo mentre singhiozzava le piegò a forza la testa
all’indietro,scoprendo la gola candida. Fu allora che Miriadel la riconobbe:
non era un’animale,era Sara.
Il vampiro sogghignante cominciò ad avvicinare i canini alla
carne tenera del collo della bambina,che si agitava come un'anguilla.
- Sta buona!- sibilò
l’aguzzino – sollevandola da terra e bloccandole con un gesto brusco le braccia
dietro la schiena.
Sara urlò di dolore,e Miriadel non ci vide più dalla rabbia.
Ma non ce l’avrebbe mai
fatta a percorrere tutte quelle dannate scale in tempo.Lo sapeva.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Ce la farà Miriadel a salvare Sara? Che
è successo al maestro? Eralde realizzerà le sue brame
oscure? Tutto questo nella prossima puntata(ok,non proprio
nella prossima...diciamo nelle prossime puntate a numero
indeterminato ^^ ) !!!! ( Musichetta finale,titoli di coda)
Mi scuso per il ritardo,però per farmi perdonare ho fatto un capitolo bello lungo. Basta? Ho fatto anche un po' di macello con i caratteri dell'html,ma non fate i pignoli...^^"
Per lovehate: no,sinceramente non ho proprio
pensato ai personaggi di "Dracula" quando ho tirato fuori il nome,anche
se l'ho letto da poco,semplicemente è uno dei miei nomi
preferiti. Comunque ,ovviamente, grazie millissime per il commento,e
buona fortuna per gli esami !!^^
Per Elychan : grazie tantissime per il commento!!
Renato Zero dici? ummhh....forse. Però per Zero non sarebbe
esattamente un complimento ^^
Per Lily123: Grazissime!! Sono contenta che ti
piaccia. Spero di non deluderti col seguito,,anzi spero di non deludere
proprio nessuno!!! Continuate a dirmi come va però!!
E siamo alla fine del decimo capitolo!!! Grazie mille per aver letto,continuate a commentare!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** capitolo 11: potere... ***
11
Con un sospiro si legò la gonna sopra le ginocchia, si tolse
le scarpe e si arrampicò sul mancorrente.
C’erano quasi due piani a separarla dal gruppetto e da Sara.
Una bazzecola .Teoricamente. Non aveva mai saltato da così in alto. Chiuse gli
occhi e si lasciò cadere.
Li riaprì a un metro scarso da terra,in tempo per atterrare
accucciata e ringhiante accanto alla povera bambina. Il vampiro grosso,per la sorpresa
lasciò andare la piccola vittima che cadde a terra sotto shok. Tutti gli altri
erano egualmente basiti.Miriadel ne approfittò:- Sara,scappa!!!Va via!- disse
spingendo lontano la ragazzina,che la guardò esitante.
- VAI!!- le urlò.
Sara scappò via lungo
il salone buio. E Miriadel potè
concentrarsi sui suoi problemi immediati: cinque vampiri,anche se non tutti troppo più
anziani di lei,molto arrabbiati.
- Bene,bene. Che abbiamo qui? Un moscerino a cui piacciono
gli animali domestici,si direbbe.- disse quello che aveva tenuto Sara. I capelli corti e
lucidi,di uno strano nero troppo lucido e tendente al verde, evidenziavano i tratti marcati del viso e la possente
corporatura. Gli altri sghignazzarono,mentre serravano nuovamente i ranghi in
un cerchio. Miriadel continuò a soffiare,restando accucciata in posizione di
difesa.
- Che vuoi fare,socializzi con gli umani? Oppure
avevi sete
anche tu e non hai resistito?- le disse in tono tagliente e mellifluo
– anche
noi siamo affamati,sai?E ora,invece che uno squisito pasto ci troviamo
davanti
un cagnolino rabbioso.- le giravano intorno,come avvoltoi.- che
possiamo fare
con te? Non sembri contenere molto nutrimento…-qualcuno le
sfiorò la schiena
scoperta dall’abito. Miriadel si girò di scatto,soffiando
più forte.- però…se
ti dessi una sistemata non saresti tanto brutta. Anzi,sono sicuro che
sotto
questo aspetto da selvaggia…- Miriadel,in quel continuo
girare,non riusciva a
capire da dove provenisse la voce. Si spostò
rapidamente,provando invano a
seguirne lo spostamento.- ….si possa nascondere una vera
bellezza. - se lo
ritrovò improvvisamente la fianco,accucciato come lei,le labbra
vicine al suo
orecchio.- Perché non ci fai vedere?- Miriadel si voltò
di scatto,cercando di graffiarlo in volto. Lui la precedette
rialzandosi ridendo.
- Hai carattere,cherie.Mi piaci. Però non dovevi
interrompere il nostro pasto, e meriti una punizione. Che ne dite ragazzi?- gli
altri sghignazzarono – Che potrebbe fare la nostra amica?-
Poi si rivolse alla giovane bionda:- Quanti anni ha?-
Quella si chinò su
miriadel e le strappò una lunga ciocca di capelli,prendendola alla sprovvista e
facendola urlare di dolore. La donna chiuse gli occhi,poi scoppiò in una sonora
risata di scherno :- Abbiamo preso una lattante, Cesar! Non ha ancora tre annii!!!- e
continuò a ridere con la mano graziosa davanti alla bocca. Miriadel ringhiò.
Cesar la guardò un po’ stupito,poi sorrise anche lui :- Quindi sei proprio una
bambina! Strano però,hai potere. E una bella faccia tosta a metterti contro di
noi.Ah,in caso non l’avessi capito,Magdalena riesce a capire
l’età immortale dei vampiri che ha di fronte prendendo parte di loro.-
- Basta con i discorsi,Cesar!! Che dobbiamo fare con
lei?- sbottò uno dei ragazzi.
- Non saprei amico. Rovinarla sarebbe un peccato…. E poi ha
potere. Però è troppo giovane per fare qualcosa di davvero utile per noi… -
Uno dei vampiri le sfiorò la spalla. Miriadel cercò di
morderlo.Che volevano da lei?
Osservò Cesar scrutare a fondo la sua figura,con aria da
critico esperto. Sapeva dove sarebbe andato a parare,anche se non riuscì a
capire quanto estremo sarebbe stato. Decise che non le importava. Non si sarebbe neanche fatta avvicinare da uno di
loro. Con un ringhio provò a scattare oltre la ragazza gracile dai lunghi
capelli neri che dava le spalle alle scale. Accanto c’era il muro,e soltanto
più in là Cesar. L’avrebbe superata facilmente se il colosso dai capelli verdi
non l’avesse preceduta,spingendola e deviando il suo salto. Diede una spallata
contro il muro,rovesciando una cassapanca dall’aria preziosa lì vicino. La spalla le doleva,ma si rimise
in piedi ringhiante. I vampiri risero e si strinsero ancora,mettendola con le
spalle al muro. Magdalena si fece avanti
alla sua destra e Miriadel si voltò per impedirle di attaccare,lasciando la
schiena scoperta. Errore che Cesar colse immediatamente,prendendola da dietro e
bloccandole le braccia dietro la schiena.
- Oh,ecco fatto. Ora sta buona,ok?- le disse.
Cesar lasciò i polsi della giovane per passarli ad un altro
immortale e mettersi tranquillamente ad esaminarla.
- mmm….Certo che sei proprio dispettosa. Ti sei anche fatta
male…- le sfiorò la scapola dolente,prendendo in risposta un soffio furioso –
Ok,sta calma…è strano che una giovane come te giri senza protezione. Dov’è il
tuo cane da guardia,il tuo Maestro? Ha fatto male a lasciarti sola,eppure
dovrebbe sapere che così non si fa…potrebbe essere pericoloso. – disse
beffardo.Le spostò i capelli dal viso,osservando il suo sguardo furente. Non
erano molto forti,notò Miriadel,non potevano avere più di una decina d’anni. Ma
erano in cinque,e due le tenevano ferme le braccia. Era sleale.
Cesar sogghignò:- Povera ragazzina,cosa ci fai qui da sola ?
E’ un posto pericoloso,molto più di quanto credi. Pensi che noi siamo
cattivi,crudeli?-
-No,siete solo degli stupidi ragazzini che giocano…-
- Può darsi…no,hai proprio ragione. Noi stiamo solo giocando
con un gattino indifeso…-
- Ma arriva un
momento in cui anche i gattini tirano
fuori le unghie –
Questa risposta lo fece ridere di cuore.- Sei forte,ragazza.
Ti dirò una cosa: è meglio che te ne vai il prima possibile. Non resisterai,va
via e se puoi non tornare più. O almeno aspetta il tuo primo secolo,per avere
almeno un paio di giorni di sopravvivenza. Tu non sai niente di quello che è
veramente nascosto all’interno di queste mura –la sua voce divenne un sussurro
– non conosci le maledizioni,i dolori e le vite con cui questo castello
costruito. Lui brama per impossessarsi di ognuno di noi,di farlo suo per
sempre,per accrescere il suo potere.-si faceva sempre più vicino,ormai e era a
qualche centimetro dal suo viso –per continuare ad esistere,nutrendosi delle
esistenze degli altri,dei loro sentimenti,delle loro anime. Non credo che si
lascerà scappare qualcuno come te…non ti ignorerà ragazzina…non può,come
d’altronde non posso neanch’io.- fece per baciarla,ma prima che le sue labbra
sfiorassero quelle della ragazza,questa gli diede un deciso calcio nello stomaco.
Cesar cadde a terra rantolando sorpreso,mentre la giovane sgusciava fuori dalla
presa dell'altro vampiro spiazzato..
- Può darsi,ma credo che sia tu che lui dovrete fare
astinenza.-disse con un ghigno.
Magdalena allora le si lanciò addosso,facendola cadere. Le
due vampire si accapigliarono in una rissa violenta. In breve il sangue stillò.
Il rumore attirò diversi curiosi,che si radunarono in cima
alle scale a godersi la scena,sussurrando divertiti.
Miriadel pensò che l’avrebbe ammazzata,quella stronzetta.
Perché diavolo doveva rimetterci lei,se quella pazza era gelosa di quel porco
di Cesar? Quel deficiente non si era neanche reso conto di come lo guardava la
biondina,e ora lei pagava le conseguenze al posto di quel maniaco.
Stava per graffiarle quel visino da modella,quando qualcuno
molto più forte di lei la tirò su a forza.
- Che accidenti fai,ragazzina? Mi vergogno di
te,accapigliarsi come randagi di strada! Avrei fatto meglio a lasciatici,visto
che ti trovavi così bene!- detto questo il maestro le mollò un doloroso
ceffone.
Miriadel lo guardò basita,pietrificata. Il maestro non
l’aveva mai picchiata. Mai. Un paio di volte era ricorso a metodi un po’
estremi per farle capire le cose,ma non era mai arrivato a schiaffeggiarla.
E ora l’aveva fatto.Davanti a tutti per giunta, e senza aver
ascoltato le sue ragioni.
Gli occhi di Miriadel si riempirono di lacrime di rabbia e imbarazzo,mentre
ancora fissavano quelli ancora stranamente gelidi del maestro.Con uno strattone
si liberò dalla sua presa improvvisamente debole , e scappò via
attraversando di corsa il salone.
Accecata dal pianto girò a vuoto,provando tutte le
porte,alla ricerca di una che la portasse fuori,lontano da lì.seguì il richiamo
del mare e della luna fino ad una porta di servizio,probabilmente situata sotto camera sua. Riconobbe a stento
la scalata non troppo ripida di scogli,che conduceva alla spiaggia chiara e algosa.
L’attraversò rapidamente fino alla parte anteriore della
scogliera. Senza esitare cominciò a scalare le rocce umide,spinta dalla cieca
rabbia. La corrente le strattonava le
vesti ma non le importava. Non le importava nulla. Voleva solo raggiungere la
cima che vedeva sfocata attraverso le troppe lacrime.
Arrivata sul picco ,il
vento violento rapì subito i suoi capelli e i suoi vestiti,come se cercasse di
sollevarla via da terra. Sotto di lei il mare infuriava rabbioso,tuoni e
fulmini scuotevano la terra.
Ma Miriadel rimase lì,in piedi sull’orlo del baratro,urlando
la sua rabbia,la sua frustrazione,la sua paura nel vento.
Morgan osservò il tempo peggiorare rapidamente,le onde farsi
sempre più violente. Stava arrivando un bel temporale. Aveva anche cominciato a
piovere.
Non ci sarebbe stata alba quel giorno.
Osservò ancora la
ragazza sulla rupe,nuovamente colpito. Non riusciva a comprendere come potesse
essere così forte ,indomabile,così in simbiosi con il caos che si stava
scatenando.
Sembrava così fragile in quell’eterno aspetto da ragazzina.
Come lui,d’altronde.
Decise di lasciare il riparo concessogli dalla piccola
caverna nascosta alla vista,vicino al mare,e si diresse verso la spiaggia sotto
la scogliera sulla quale Miriadel sfidava,o scatenava, gli elementi.
Poi però decise di non salire a disturbarla. Aveva bisogno
di sfogarsi,lui gliel’avrebbe soltanto impedito.Fece allora marcia indietro e
si limitò a fissare di nascosto quell’incredibile energia selvaggia e
magnetica, come la creatura che la sprigionava.
...................................
Miriadel rientrò,completamente fradicia e
tremante.I lunghi capelli le ricadevano sul viso,i vestiti le si erano
appiccicati addosso come una seconda pelle.
Il maestro non era ancora tornato.
Era più calma di prima.Ed era stanca e angosciata.Calde lacrime
continuavano a rigarle il viso,bruciando come fuoco sulla pelle.
Si raggomitolò stanca e ancora vestita
al centro del materasso. il corpo scosso da violenti brividi.
Perché l’aveva picchiata? Si era pentito di
averla presa con se? Avrebbe preferito lasciarla in strada a morire?
Il freddo si impossessò di quell’anima d’improvviso così
fragile e insicura ,mente si sentiva di nuovo sola e abbandonata,una bimba sperduta in un
mondo troppo grande.
Si addormentò piangendo. La sua mente fu
subito posseduta dal sogno che aveva già fatto tante,tente,tante
volte da quel giorno di quasi tre anni prima.
E una piccola parte ancora cosciente di lei, tremò,memore di ciò che avrebbe visto.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Per Lily123: Grazie tantissime per il comment! Ha
aggiornato appena ho potuto (dopo quei terribili,orribili,noiosissimi
compiti =_=). Spero ti piaccia!!
Per Elychan: Merci beacoup ( per non diventare
monotona con i grazie cambio lingua ^^) per il commento! Già,da
noi non se ne fanno più porti così. Peccato!^^
Per lovehate: Thank you very much! Quindi
non ho esagerato con le descrizioni...meno male!!^^ Avevo paura di
diventare tediosa,ma mi piace troppo inventarmi luoghi strani...
Grazie per aver letto!! Al prossimo capitolo,dove il passato
ritorna in sogno!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 12 : un vampiro... ***
13
Il tramonto,ancora...
Un'altro,l'ennesimo. Ma non il solito. C'è qualcosa di insolito nell'aria.
Cattivo.
Sbagliato.
Quattro uccelli neri si avvicinano contro sole alla figurina in piedi sullo scoglio.
Miriadel vede se stessa in piedi sullo scoglio,lo sguardo fisso sul mar liscio. Attesa...
Sembra tutto così calmo...
Pace.
Silenzio.
Ma non il solito.
L'aria è fin troppo immobile.
Sbagliata.
Poi all'improvviso,l'inferno.
Grandi onde la lambiscono. Azzurro...rosso...acqua o fuoco?
Chi mi ucciderà?
C'è differenza?
Acqua e fuoco...insieme,uniti.
Cosa viene fuori dal rosso e dal blu?
Un colore? Esiste?
Sì esiste...
Posso essere morta ed essere viva? Opposti...
Esistono gli opposti di un cerchio? E la vita eè circolare...gira.gira,gira.
Oggi morirai. Sì oggi morirai.
Eppure sarai viva,perchè la tua anima è già morta con lui.
E' la scelta giusta?
No,è quella sbagliata.
Quella di una vigliacca che non ha saputo andare fino in fondo.
Eri seduta sul tetto...in alto,in alto,troppo in alto....sul bordo..
Sarebbe bastata solo una piccola spinta,una minuscola spintarella e sarebbe finito tutto.
Ma tu hai scelto di restare in bilico. Questa è la vita che hai scelto.
In bilico,in bilico...
Ondeggia.Tutto ondeggia. Odore di legno.
Ciuf,ciuf!
E' il treno. Il treno che passa sul ponte,con la sua clandestina a bordo.
Miriadel ha fatto una scelta. ORa la deve confermare.
Ha scelto di vivere in bilico,in bilico per sempre.
Non vuole morire,ma senza di lui non può vivere.
Si possono collimare le due cose?
Ciuf ciuf!!
Arrivati,arrivati.
Chi sugellera la sua scelta? Chi renderà irriversibile la decisione?
Lui,lui.
Hai avuto tre mesi per pensarci.
Hai deciso di farlo.
Hai trovato il modo.
Hai cercato la persona.
E' il momento.
Vicoli,tanti vicoli stretti,tanta gente.
Zig zag,zig,zag.
Non bisogna perderlo di vista...
Destra,sinistra,destra,sinistra...
altri opposti incollimabili...
Lui è sparito.
Non c'è più.
Dov'è finito? Lei ha giià scelto.
Poi lo sente. Il ringhio. Sono tornati.
Le hanno già strappato via tutti i suoi amici,e ora vogliono anche lei....
No!
Miriadel corre,tra i vicoli,troppi e troppo stretti. Loa sente,la insegue...
No,non vuole morire. Vuole vivere,vuole vivere...
Ma perchè poi?Perchè non arrendersi semplicemente?
Tanto la prenderanno...
Perchè soffrire così in una falsa speranza?
E poi è davvero quello che vuole? Una vita in bilico...
Sente il rumore delle unghie alle sue spalle,la stanno raggiungendo.Corri,corri ragazzina...
A che serve?Correre,correre...è inutile quando non sai dove andare.
Julian,Jaques,Este,Catarina...Loro non ci sono più. L'hanno lasciata sola...
Non c'è più nessuno o nessun posto dove andare..
Guarda il bracciale che le brilla al polso.E il sogno entra in un'altro sogno.In un ricordo.
-----------------------------------------------------------------
Julian non torna. Miriadel aspetta seduta sul prato ggià da un paio d'ore.
-Sta qui,torno subito.E aspettami capito?- le aveva detto - Devo andare a prendere una cosa speciale.-
Oggi à il suo sedicesimo compleanno. Sedici anni...
Ma Julian non torna. e lei è stanca di aspettare.
Anche il sole se ne sta andando. Sospira.
Poi lo sente.Devastante,doloroso,intenso. Lo sente.
E corre.Corre e ancorta e corre,mentre il suo cuore viene martoriato dal dolore senza motivo.
Attraversa mezza città,veloce,veloce,senza fermarsi.
Pericolo...
Deve andare,deve aiutarli. Lo sente.C'è qualcosa che non va.
L'orfanotrofio...eccolo laggiù...
Oddio ,no...per favore Dio,no...non farmi questo...non torturarmi ancora...
Le fiamme lambiscono l'edificio fatiscente,fin dalle fondamenta. E in
quell'arancione scoppiettante,sadico,divertito,lei li vede.
Sagome,figurne perse nel calore,urla di dolore,morte...
Si gettà nelle fiamme,un solo pensiero.Julian.
Tutto sta bruciando...tutto il suo passato...il suo presente...
Non vede nulla,solo fumo e fiamme. Che succede?Che succede?
Vede i corpi trascinati da forze invisibili, non riesce a raggiungerli.Qualcosa li porta via...
COSA? COSA?
COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?
Miriadel,apri gli occhi.
E Miriadel li apre per la prima volta.E vede.
Vede il sangue che imbratta i muri,che impregna i pavimenti,i vestiti e si fonde con il fuoco.
Vede il dolore,vede di sfuggita le sagome degli assassini.
E vede Julian.
Per terra...sangue,tanto sangue...un lago...
E la creatura...è ancora china su di lui,raggomitolata lì accanto.
E'orribile. Miriadel non la vede veramente,come spesso accade nei sogni,ma sa solo che è orribile,crudele,perversa.
E Julian...è ancora vivo...la guarda...
-VA VIA!!-urla,colpisce la creatura -Va VIA!!-
Questa si ritrae ,sparisce.
Ma se ne va davvero ?
Dove sei stronza? Dove sei?
Chissenefrega.
Miriadel fa per chinarsi su Julian.
Il volto pallido ed esanime,i capelli già rossi impregnati di sangue,gli occhi vitrei...
Miriadel...Julian...
La creatura colpisce,Miriadel cade a terra e batte la testa,mentre
sente il lago di sengue non suo nel quale è atterrata
impregnarle le vesti.
Il sangue di JUlian..
Il suo viso preme sul pavimento,e non può fare a meno di sentire in bocca il sapore del sangue di colui che aveva amato.
Ma non le dispiace.
Anzi,mentre la vista le si offusca ne è grata...una parte di lui,ora sarà per sempre dentro di lei...per sempre...
Tutto si fa buio...sagome nere si avvicinano lente. Deve morire?Va bene...allora muoriamo....
Nel buio vede Julian camminare verso di lei,il sangue lo macchia,i
graffi evidenti sul corpo.Metà del volto è ferito
brutalemnte. Ma sorride.
E porta una torta in una mano e un qualcosa che luccica nell'altra.
- Buon compleanno Miriadel!-
Le porge la mano senza torta.
Miriadel,distesa a terra nella pozza,lo sguardo appannato,allunga istintivamente la mano e prende quella del compagno.
Sente qualcosa di freddo,che la riscuote un po' dal torpore...un bracciale...
Il suo regalo di compleanno. Un braccialetto.Ciò per cui era
tornato indietro.Ciò per cui era morto.Il suo regalo di
compleanno...
Tanti auguri,tanti auguri...morire lì,la cosa migliore...
Festeggiamo insieme Julian. Tanti auguri...
NO!
Lui non l'avrebbe voluta morta...
- sei bella quando arrossisci... Non smettere mai.Il rosso è il
colore della vita...continua a portarne anche dove non c'è...-
Le aveva detto una volta.
Lo farò,Julian,lo farò...
Buio.
Risveglio. Le figure non c'erano più.
E' finita?
Si gira verso Julian. Non sente più nulla.Qualcosa dentro di lei si è spezzato.
La sua anima è morta.
Il fuoco si avvicina. Che la prenda,la lambisca,la porti via. Non le importa.Non le frega più niente.
Addio,addio. Forse è ora di morire...
Qualcuno la solleva,la alza dal pavimento.
Un gemito leggero le sfugge dalle labbra.
Lasciami stare,voglio morire...voglio morire...
Ma viene portata fuori di peso,contro la sua volontà. Fa freddo...
Apre gli occhi nel buio della notte,qualcuno la sta stringendo al petto,forte.
Non sa chi sia. Alza lo sguardo e lo osserva per un po'. I loro occhi si incrociano.
Azzurro cupo...come il mare in tempesta.
Qualcuno urla,sono i soccorsi.
LA posa a terra senza distogliere lo sguardo,poi gira le spalle e se ne va.
Miriadel non riesce a muoversi.
Ma non le importa. Ora sa.
E' bastato uno sguardo a farle capire cosa vuole.
Non vuole scegliere,almeno non veramente.
Vuole una via di mezzo. Non vuole nè vivere,nè morire.
Vuole stare in bilico.
Come quell'uomo. Come il vampiro.Come il Maestro.
-----------------------------------------------------
Ormai le creature l'hanno raggiunta.
Tutto quello che ha fatto andrà sprecato.
Lei sparirà. Addio,addio.
Chiudi gli occhi bambina,tutto finirà molto presto,liberandoti dall'onere di una scelta .
Vita o morte?
Tu avevi scelto tutte e due. Ma è semplicemente...impossibile.
Almeno per te.Sì,per te è impossibile.Irraggungibile.
Vita o morte?
A quanto pare morte.Per troppo tempo hai vissuto in bilico,ma ora è il tempo delle scelte è passato.
Al destino l'ardua sentenza.
Addio,vita mia,o almeno addio a ciò che ne rimaneva.
Non sono ancora morta? E il dolore?
Dov'è il dolore?
La ragazza apre gli occhi,ancora appannati dalle lacrime.
Un uomo la osserva tranquillamente,seduto a terra poco lontano da lei.Gli occhi chiari brillano di una strana luce.
Cos'è successo?
Non lo immaginava certo così inquietante San Pietro.
Si guarda intorno,c'è sangue,molto sangue sulle pareti del vicolo.Sangue.
Ora lo riconosce. E' stato lui...è stato lui ad addossarle
quella scelta,tra vita e morte.Già una volta l'aveva salvata.
Si era lui.E' anche colui di cui era alla ricerca. Lui...la risposta alla sua scelta.
- Mi hai salvata di nuovo- non è una domanda,è una costatazione in cui rimbomba anche una nota di accusa.
Ma lui scuote la testa.- No,sono arrivato dopo. C'era già il sangue. Sei stata tu.-
Miriadel lo guarda ancora,senza fare nulla.
-E sei sempre stata tu a chiamarmi. - continua
-Ho scelto...-mormora la ragazza.-Ho scelto.-
-Cosa?-
-Non posso vivere,non voglio morire.-
Lui capisce,fa un gesto col capo.- Sei sicura?-
-Sì-
Nel vicolo ora illuminato dalla luce del tramonto l'uomo morse il
collo della ragazza.Un bacio di vita,un bacio di morte...
Solo un bacio...
Gli opposti,possono coesistere?
No,non possono vivere insieme,contrapposti.
Ma possono creare qualcosa di nuovo.Uniti in una nuova creazione.
Rosso e blu...
Sogno e realtà....
Vita e morte...
Non più in bilico,ma uniti.Per sempre.
Porpora.
Illusione.
Un vampiro...
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Allora,cominciamo:
Scusate,perdono pietà,imploro strisciando sui gomiti dinanzi a voi.
Sì,sono sparita ed è un mese che non aggiorno. SORRY!!!
Tutta colpa della scuola!! In particolare del greco,mia secolare spina
nel fianco...mi dava addirittura gli incubi notturni! Quindi non
linciate me,ma la mia prof. Gadaleta.
Scherzii a parte, alla fine ce l'ho fatta:MI HA MESSO SEI!! La
ringrazio tantissimo per avermi sopportato e le auguro buona pensione.
Tornando a noi....
Ringrazio tutti per i commenti e chiedo ancora umilmente perdono strisciando e pregando.
Per farmi perdonare,dopo cena vi invierò l'altro chapter,dove metterò i ringraziamenti per esteso.
Grazie tantissime comunque anche in questo, e spero vi piaccia!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo 13: ancora in bilico ***
14
Il maestro rientrò che già il sole stava tirando fuori i
suoi raggi. Il suo stesso sangue gli sporcava la bocca,gli occhi azzurri dilatati
da una sofferenza folle,accentuata dall’astinenza. Aveva sete.
Miriadel dormiva un sonno agitato tremando convulsamente dal freddo,ancora
bagnata . Sulla guancia dove l’aveva colpita si vedeva il segno nero,non ancora
rigenerato dai poteri vampireschi troppo giovani della ragazza. Cosa le aveva
fatto?
Le sfiorò leggermente il livido con le dita fredde,Miriadel
mormorò qualcosa nel sonno. Il viso rilassato nel torpore ,coperto dai capelli
che la circondavano come un ‘aureola nera, la faceva sembrare ancora più infantile
e fragile in quel letto eccessivamente grande. Il letto cigolò mentre il
maestro si sedeva accanto alla dormiente.
La giovane si voltò
nell’ assopimento,scoprendo il collo candido. Il sangue che scorreva nelle sue
vene pulsava.
Caldo…forte…rosso…sangue. L’istinto della
bestia si stava risvegliando. Era il
cacciatore davanti al cerbiatto incapace di difendersi..
Si chinò su di
lei,sopraffatto da quella sensazione e posò le labbra sulla carne indifesa.
Sarebbe bastato così poco…il maestro sentì i canini
allungarsi per riflesso alla sete.
La strinse a sé,come una bambola, mettendosela ancora
addormentata sulle ginocchia.
Con la punta affilata
di un canino le graffiò appena la pelle chiara
che subito cominciò a sanguinare. Era così bella avvolta da un sonno troppo
profondo, così innocente… sfiorò la ferita con le labbra,assaporando il gusto
del sangue.
Quel sapore
pericoloso lo riscosse. Cosa diamine stava facendo? Erano secoli che non
soccombeva alla sete. Stava perdendo il controllo,prima aveva preso a schiaffi
la sua alunna,poi era stato lì lì per
prosciugarla da quel poco sangue che le era rimasto. E il suo sapore…non
andava per nulla bene. Era ancora…umano.
Eppure di solito dopo il primo anno da immortale cominciava
a cambiare gusto,a non emanare più lo stesso odore che negli umani attirava i
predatori. Quello della ragazza invece non era cambiato. Era quasi esattamente
come circa tre anni prima,quando l’aveva
presa con sé. Impossibile sbagliarsi,impossibile dimenticare il sangue più
buono della sua esistenza.
Si sentiva un mostro,più di quanto non facesse da tanto tempo.
E oltre ad averla messa in pericolo,ora si era addossato
un’altra preoccupazione. Perché il mutamento non era completo? Miriadel non era
umana,ma non era neanche un vampiro.Era ancora in bilico.
La creatura sulle sue ginocchia si mosse,le ciglia
fremettero. Tremava.
Il maestro la guardò con tenerezza. Avrebbe voluto chiederle
scusa,ma il suo orgoglio non glielo permetteva.
Le sfilò l’abito bagnato sostituendolo con la camicia da
notte,poi la coprì con una coperta. Lei non si svegliò. Sospirando il maestro lasciò la camera e si sdraiò sul suo letto
cercando invano il sonno.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il tramonto,un altro. L’inizio di una notte.
Miriadel si rigirò sotto la coperta,cercando di zittire
l’istinto che le urlava di alzarsi,di andare a caccia. Era o non era un a
guardiana della notte? Ma in quel momento la parte più forte di Miriadel voleva solo dormire.
Infine si alzò ancora assonnata e aprì la finestra. Non
pioveva più,e la notte stava prendendo il suo spazio.
Con uno sbadiglio si diresse nel bagno a sistemarsi,come al
solito,attenta a non tralasciare l’igiene dentale. Era pur vero che non
mangiava cibi solidi,però era meglio evitare il rischio di carie. Vallo a
spiegare al dentista perché ti si allungano i canini.
Aveva anche intenzione di farsi una bel bagno caldo. Mentre
si svestiva si guardò nello specchio argentato, e il suo buonumore cominciò a
svanire mentre scorgeva sul suo volto i segni dello schiaffo. Li sfiorò con la
punta delle dita.
Non le facevano mele,erano prossimi alla scomparsa. Ci avevano
messo tanto però.
Sospirando e scacciando gli interrogativi entrò nella vasca piena di acqua saponata. Non lo
avrebbe mai ammesso ma le piaceva giocare con la schiuma,soffiare quelle
piccole bollicine nell’aria e guardarle sospese mentre ondeggiavano lentamente.Forse era davvero ancora una bambina.
La sua risatina echeggiò nel bagno simile al risolino di un folletto dispettoso.
Andò sotto con la testa bagnandosi i capelli. La schiuma le
fece pizzicare il collo. Strano,non ricordava di essersi ferita lì. Rabbrividì.
C’era qualcosa che non andava.
Uscì dall’acqua e si mise un accappatoio troppo grande,mentre
osservava la ferita nello specchio argentato.
Un taglio sottile,preciso. Un taglio da denti.
Miriadel si spaventò,rendendosi conto di essere stata morsa
durante la notte. Anzi,non morsa…solo assaggiata…
Poi non ricordava di aver
messo la camicia da notte che si era trovata addosso quella mattina… Cosa
diavolo era successo?
Il maestro entrò in quel momento,e la trovò seduta sul
piano del lavandino intenta ad esaminarsi la lesione,l’espressione smarrita. I
loro sguardi si incrociarono,gli occhi del vampiro tradivano un tormento
colpevole. Miriadel lo guardò sbalordita.
-Maestro…-
- Mi dispiace Miriadel. Non volevo.- si fece avanti per
toccarla,ma lei si ritrasse.
Non era giusto…era sbagliato…perché? Perché il maestro le
aveva fatto questo?
Incurante del tormento negli occhi dell’uomo scappò fuori,i
capelli ancora umidi.
Si gettò addosso i
primi vestiti che trovò nella valigia ancora integra e fuggì lontano,nel
castello notturno.
Niente balli quella sera,ma i vampiri si stavano preparando
per la caccia. Erano eccitati,pregustavano il divertimento.
Sarebbero andati a caccia in una zona sperduta,piuttosto
povera e distante dai grandi centri. Solo un ammasso di cittadine decrepite fin
troppo semplici. E dove ormai quasi nessuno,ovviamente,credeva alla loro esistenza.
E
pensare che un tempo quei buchi avevano sfornato spine nel fianco davvero
grosse,con i loro paletti di legno e il loro aglio.
Ormai tra gli abitanti ce n’erano solo alcuni più anziani al
corrente della situazione,che passavano per vecchi barbogi matti e rimbecilliti
che ormai confondevano la fantasia e le leggende con la realtà. Ciò era causa
di gran divertimento fra le comunità di vampiri.
Non vedevano l’ora di costringere i nipoti dei "vecchi suonatii" a
ricredersi,mentre gli affondavano i
denti nella carne. “Il nonno aveva ragione…” ecco l’ultima cosa che avrebbero
pensato le vittime. Il rimorso,come ultima sensazione,oltre al dolore della
vita che veniva succhiata via lentamente…
Miriadel,già smarrita,si spaventò percependo quella bramosia sadica.
Lei uccideva solo delinquenti e le rare volte in cui non ne trovava assorbiva
un po’ dalle persone normali,lasciandole sempre in vita e senza ricordi di lei.
Ma questi…. erano davvero mostri…
Un vampiro che le passò accanto percepì la sua paura non
schermata e rise.
- La bambinaè spaventata!- sogghignò – Ma non preoccuparti,
piccola,vieni con me e ti insegno io l’arte della caccia…-scoprì i
denti,deridendola e posandole una mano sulla spalla.
Miriadel era sempre più confusa,non si divincolò nemmeno.
In quel momento si avvicinò una donna alta,con i capelli
corti e lunghe unghie laccate:- Lei non può venire. Non sa ancora né
trasformarsi,né volare.- disse fredda .Poi si allontanò sparendo nella folla fremente.
- Che peccato,la bambina non può giocare…-disse il vampiro
accanto a lei – ma posso comunque insegnarti qualcosa al ritorno. Sai, la
servitù del maniero è piena di piccoli schiavi…-.
A queste parole Miriadel reagì,divincolandosi e fuggendo
via. Lui non la trattenne,lasciandola andare ridendo.
----------------------------------------------------------
Allora,come già detto nell'altro capitolo,continuo a
implorare perdono,ma la storia completa l'avete già letta.
Per lovehate un grazie particolare,per aver sempre commentato ad ogni capitolo fin dall'inizio
Per Elychan,Lily123 un gigantesco Harigato,sperando che la mia storia continui a piacervi
Per Eika: grazissime. Comunque sto per fare 15 anni...(28 agosto,sto arrivando!)
Per greta91: ecco qui i capitoli,scusa l'attesa! Spero ti piacciano
Per tutti quelli che hanno letto :
GRAZIE
E continuate a commentare!!^^
-
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo 14: Teatro ***
15
I corridoi erano immensi e deserti,un continuo zig zag di
cunicoli e porte.
Miriadel ormai vagava da ore in quel labirinto,che conteneva
talmente tanti capolavori d’arte da fa r invidia a un museo. E sicuramente
avrebbero attirato più turisti.
Molti arazzi splendidamente intessuti rappresentavano scene
grottesche con protagonisti i vampiri di ogni epoca. La storia di una razza
infinita sparsa per tutto quell’immenso edificio.
E le porte…le porte erano centinaia,come le stanze di
quell’assurdo palazzo. Non si capiva se era più facile perdersi nei meandri
della costruzione o nelle opere senza imperfezioni.
Miriadel camminava già da parecchio tempo per un lungo
corridoio in cima ad una scala, la curiosità metteva da parte la sua confusione
e il suo dolore.
Svoltò per l’ennesima volta,augurandosi di essere capace di
trovare la via del ritorno. Un vicolo cieco,con una porta in fondo. Miriadel
provò l’irresistibile impulso di spalancarla. Strano,visto che era passata
davanti alle altre soglie senza problemi,ma infine seguì il suo istinto e
spinse il pesante portone.
Un teatro. Non se lo sarebbe mai aspettato.
Era enorme,la luce entrava a malapena dai vetri opachi
illuminando i molteplici strati di polvere che ricoprivano tutto. Le poltrone
della platea erano logore,come probabilmente anche quelle delle balconate. Fece un passo,il legno del pavimento cigolò.
Non doveva aver messo più piede nessuno là dentro da chissà quanti anni.
Miriadel rimase colpita dalle statue maestose che
circondavano la sala, esseri mitologici a cui lo sgretolamento non dava altro
che fascino. Quella più vicina rappresentava una splendida fanciulla,molto
giovane,con due code di pesce. I capelli sembravano galleggiare nell’aria,più
belli e all’apparenza setosi di quelli di molti umani. Tendeva una mano
candida,il volto aperto in un sorriso. Ma non c’era nulla di cordiale in lei.
Le splendide labbra lasciavano intravedere denti aguzzi e appuntiti come quelli
degli squali mentre tentavano di ricreare quello che doveva essere un dolce
sorriso ma che si dimostrava un ghigno feroce. Le unghie erano stranamente
allungate.
Miriadel la guardò affascinata per qualche istante,prima che
la sua attenzione venisse attratta dal palco. Un’enorme palco semicircolare,i
bordi intagliati,coperto da un sipario formato dalla sovrapposizione di veli
sottilissimi,attraverso i quali si intravedevano delle sagome. Sopra,delle
maschere grottesche e smorfiose in chissà quale prezioso materiale la
osservavano beffarde,dandole un’inspiegabile ansia con i loro sguardi senza
occhi.
La ragazzina si fece timidamente avanti,guardando in alto
vide più piani di balconate decorate d’oro puro,anche se macchiato e sporco, e
un soffitto affrescato di rose nere intrecciate. In mezzo ai fiori si
intravedeva ormai rovinata la sagoma di una giovane donna,i capelli neri e
lisci che spiccavano sulla pelle candida, gli steli spinosi delle piante che le avvolgevano il corpo macchiando di rosso la
veste candida della ragazza svenuta o morta. Dal basso non si distinguevano
bene i particolari,ma Miriadel ne rimase rapita.
Infine si costrinse a distogliere lo sguardo e si arrampicò
sul palco passando sotto il sipario accompagnata dal suo dolce fruscio.
Camminando le sue impronte venivano scavate nella polvere adagiata sul legno
scricchiolante.
Sempre curiosa andò dietro le quinte,ritrovandosi nel buio
più assoluto senza averne timore. Incedette per un po’fino a una piccola porta
laterale,che ovviamente aprì.
Fu così che scoprì il deposito della recitazione,l’ultimo
luogo per i vestiti,gli oggetti e le maschere che non avevano più uno scopo.
La stanza era enorme,gremita di abiti di ogni
genere,parrucche e travestimenti. Scatole di volti di cartapesta che la
fissavano esangui e altezzosi,sfilate di costumi,ammucchiate di oggetti scenici
e decorazioni. Era stupendo,ogni cosa anche se deteriorata e logora grondava di fascino e magia,che nel buio
splendeva ancora di più. Sembrava un vecchio circo,che non voleva accettare l’idea
di aver perso il suo antico splendore e continuava altezzoso in un penoso
tentativo di dare spettacolo.
Ma in quel caos di
dimenticatoio Miriadel lo vide lo stesso. E fu subito attrazione.
In fondo alla stanza,appeso ad una stampella un po’
macilenta,c’era un abito stupendo. E non si può dire che Miriadel fosse
un’amante dei vestiti,eppure questo lo trovò davvero splendido. Un abito da
ballerina classica,con un lungo tutù nero a gonna,il pizzo irregolare mostrava
a tratti il rosso del secondo strato. La stoffa era morbida, coperta da una trina
ricamata così finemente da non poter essere stata realizzata né da umano
né da vampiro. Il nero e rosso continuamente sovrapposti creavano un effetto
abbacinante. .
Miriadel non resistette,si tolse i suoi vestiti e se lo
infilò lì per lì,fregandosene della polvere,che comunque sembrava non aver
toccato il costume. Le si adattava perfettamente.
Raccolse i capelli in uno chignon morbido,da cui sfuggivano
troppe ciocche scure, e vi poggiò un diadema argentato,posato lì vicino su un
cuscinetto nero. Infine mise le scarpette,scure e lucide come se non fossero
mai state toccate.
Si guardò in uno
specchio argentato lì vicino,senza riconoscersi. Era stupenda,le guance più
colorite del solito e gli occhi lucidi,quasi febbriccianti,infiammati da una
strana emozione.
L’abito le scopriva le spalle e le aumentava il seno con il
corpetto,facendola sembrare più grande.
Uscì sul palco,aprendo il sipario e ritrovandosi a fissare
la platea silenziosa. Con la coda dell’occhio notò che quasi tutte le decorazioni del teatro
rappresentavano cigni.
Le sembrava di aver davanti un educato pubblico di
fantasmi,che la guardava gentilmente. –Balla
per noi,Miriadel.Balla!!- sembrava dire.
Miriadel guardò un po’ incerta il suo pubblico
invisibile,facendosi scappare una risatina nervosa.
Volete che balli,io?
Sì,Miriadel,danza per
noi
Ma non sono
capace,non so i passi.
Invece li sai,lasciati andare e i tuoi piedi
si muoveranno da soli. Balla per noi Miriadel,balla per noi e per te stessa.
Ma non sono una ballerina.
Eppure indossi il tutù e le scarpette.
Sì,ma queste non so
perché le ho messe.
Balla Miriadel,puoi.
Ma non c’è la musica.
Come,non la senti?.
Cosa?
La musica,ascoltala.
Miriadel sentì la musica. Davvero. E ogni sprazzo di
lucidità svanì.
Non si chiese come avesse fatto all’improvviso a saper
andare sulle punte,non si chiese come sapesse i passi,non si chiese nulla.
Semplicemente danzò,seguendo quella musica che poteva
sentire solo lei,danzò mettendoci l’anima,mettendoci tutta sé stessa. Per un attimo
le sembrò di riconoscere il pezzo,di averlo già sentito da qualche parte,poi il
brano la rapì nuovamente. Ballò fino allo stremo,senza pensare. Volava con le
sue ali,si sollevava da terra in quel componimento abbacinante. Non voleva più
scendere.
Infine la melodia finì,e Miriadel si inchinò al suo pubblico
invisibile,in delirio.
Sorrise,mentre cercava di riprendere fiato.
Si lasciò cadere sul palco,stremata ma stranamente
soddisfatta,quasi come se il pubblico ci fosse stato davvero. Si era sfogata,le
nebbie della sua mente si stavano diradando non più alimentate dalla rabbia e
dalla frustrazione. Ora era tranquilla.
Si alzò e si andò a cambiare,rimettendosi i suoi vecchi
abiti ,ormai coperti di polvere, dopo aver accuratamente riposto l’altro. Prima
di andarsene ritornò sul palco dove si sedete con le ginocchia strette al
petto,a tu per tu con l’auditorio fantasma.
-Sapete- disse – sono proprio confusa. Non riesco a capire
più nulla ormai,tutto si sta ingarbugliando. Troppi segreti,in questo castello.
Sarà vero che assorbe le anime di chi ci vive?-si guardò attorno
dubbiosa,soffermandosi di nuovo sul soffitto- forse un giorno finirò come
lei,distrutta da qualcosa di stupendo,e all’apparenza innocuo,come un fiore.
Deve essere doloroso essere incatenati da spine… O forse ci penserà prima il
maestro a farmi fuori. Mi ha morso…-si toccò d’istinto il graffio ancora aperto.
Le ferite inflitte da altri vampiri erano lunghe a guarire.:- che gli è preso?
Mi voleva uccidere?-la voce era calma ma il serpente del dolore le dilaniava il
cuore..– perché mi ha voluto fare questo? E non è tanto con il maestro che me
la prendo,ma con me stessa,che non mi sono svegliata anche quando mi ha ferito.
Sono debole,troppo debole. E’ per questo che si è pentito di avermi portato con
sé? Sono troppo lenta,e stupida…porto solo guai. O forse gli faccio da
zavorra. Ho visto l’occhiata che ha lanciato a Beatrix…forse vorrebbe dormire
con lei invece che con me. O forse,semplicemente è questo cazzo di maniero che
ci sta davvero logorando!!! Gilde,clan,scale sociali…Cazzate!! Chi ci crede a
quelle stupide apparenze da “ Bel regno felice”?- Miriadel aveva cominciato ad
alzare la voce ,scaldandosi - Pensano che sia tanto stupida? E’ vero,non so
nulla di politica,ma è evidente che c’è una guerra!!!! E devo capire,voglio
capire!! E poi c’è quel Morgan,che non
si riesce a capire da che parte stia. Arani-a- duru….che cazzo significa,perché
mi chiama così?- le sue guance si imporporarono,mentre ricordava il loro ultimo
incontro. Era pressoché rimasta in mutande davanti a lui,dopo di essere quasi
finita in mare. E in più non poteva far a meno di sentire le sue braccia ancora
attorno alla vita,i capelli biondi che le sfioravano il viso…arrossì
furiosamente,ancora di più,nascondendo il viso nelle ginocchia.- E’ uno
stronzo pallone gonfiato!! Chi si crede
di essere! Però…mi ha salvata due volte. Non riesco a capire perché lo ha
fatto. Insomma…che vuole da me? E poi,per le sue attenzioni sono detestata dal
novanta percento di questa…come dire…corte. Sì,è proprio una corte,di
ipocriti,viscidi,schifosi vampiri
assetati
di potere e sangue. -rabbrividì, e scosse la chioma scura,che le
ricadeva
dinanzi al viso.- Sono peggio degli umani…vogliono il potere su
tutto. E poi ci
sono i figli della gilda… Credo di essere sotto lo
stesso tetto di futuri presidenti di ogni nazioni,capi dei servizi
segreti o
altri modi per influire pesantemente nella vita degli umani. Per avere
il
Controlllo- ridacchiòsenza gioia – è buffo,sapete.
Il controllo…è ciò per cui smania ogni
vampiro. Il controllo su ogni cosa…per ora lo stanno inculcando
nel mondo della
specie più debole,degli esseri umani,ma non sarà
così per sempre. Già adesso i
clan lottano per la supremazia della loro gilda sulle altre,poi
combatteranno
per il dominio del clan all’interno della gilda,poi probabilmente
per il
vampiro “supremo”. Detta così fa ridere. Sembriamo i
bambini quando giocano,nelle
risse per chi deve essere il capo. Ma questo non è un gioco.
Abbiamo armi e poteri veri,non sassi e piume colorate. Non
si può sbagliare,pena la morte. Qui chi vince diventa un Dio.-
Un frastuono
interruppe il suo monologo al pubblico misterioso. La caccia era finita. Meglio
muoversi se non voleva morire di fame. Con un sospirò si alzò e fece per
andarsene,ma prima di lasciare il palco non potè fare a meno di fare un grazioso
inchino. Sorridendo poi lasciò il teatro con il cuore più leggero. La porta si
chiuse alle sue spalle. Un applauso solitario risuonò gentile nel buio.
--------------------------------------------------------------------------------
Ecco qui!! Stavolta ho fatto presto ^_-!
Per Greta91:Allora,mi perdoni definitivamente? ^^
Per eika: grazie tantissime per il commento! E sono completamente
d'accordo con te(voglio essere un vampiro!). E per quanto riguarda
Morgan,piccola curiosità,di cui forse non te ne fregherà
niente ma io la scrivo lo stesso: è stato inventato prima lui,e
poi la storia. In pratica me lo sono inventato 3 anni fa,e da
allora è cresciuto con me...poi mi sono iscritta a un gioco on
line sui vampiri,e nella storia ho fatto una specie di
megariassunto-minibozza-micro della storia di Miriadel,e visto che
entrambi i personaggi mi piacevano troppo li ho infilati nella stessa
storia^^
Altra cavolata: secondo il dizionario dei nomi on line,Morgan significa:"nato dal mare"(ma non ho capito in che lingua=_=)
Per Lovehate: grazie per l'indulgenza,per il commento,insomma ,per tutto!!^^
Per Elychan :Ma la scuola mi ha ucciso!! Sono solo resuscitata...^__-
Alla prossima!!!
Un'altra cosa: ho provato a cambiare grandezza dei caratteri,mi dite quale va meglio? Questa o quella sopra? Grazie!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** capitolo 15: la fine della caccia ***
16 credo
Miriadel seguì il rumore per raggiungere la zona di ritorno
dei cacciatori. C’era una confusione tremenda,l’esaltazione per la caccia aveva
mandato la compostezza e la logica alle ortiche.
Ora erano solo bestie feroci
che si godevano la vittoria. Fece per avvicinarsi alla fonte principale del
macello,quando qualcuno le posò una mano sulla spalla.
- No,Miriadel. Vieni con
me.- il maestro la guardava,le labbra sporche di sangue,ma i suoi occhi erano
tornati del loro azzurro intenso,senza più quella follia che vi aveva letto precedentemente.
Decise di fidarsi. In fondo,l'aveva fatto per tre lunghi anni.
La ragazza si lasciò guidare fuori dalla folla e condurre in
una delle tante stanze. Un piccolo salotto,con grandi finestre. C’ era un
camino di marmo decorato con delle mele intagliate,candelabri sparsi ovunque,e
divani semplici e comodi anche se evidentemente antichi.
Si sedette a gambe incrociate su uno di essi e attese senza
parlare,gli occhi brillanti di astuzia e gentile curiosità. Il maestro
guardò con apprensione quell’espressione di attesa così innocente,così tranquilla.
Si fidava
ancora di lui? I segni del morso erano evidenti appena fuori lo scollo della
t-shirt scura e coperta di polvere.
Dov'era stata? Il nuovo interrogativo lo colpì come una scossa
elettrica.Per tutta la caccia era stato perseguitato dall'ansia e dal
senso di colpa,che si era riversato fuori in rabbia e violenza.
Le sue vittime non si erano certo divertite quella notte...non aveva
fatto nemmeno caso a chi uccideva. Donne,uomini,bambini.Non lo sapeva
.Esisteva soltanto il profumo,la sete,l'istinto.
Nessuna differenza nella morte,tra
innocenti,colpevoli,adulti,bambini,razze,colori...tutti uguali,uniti
dal filo vermiglio del sangue.
Ricordava soltanto la furia ceca e la disperazione con cui aveva affondato i denti nella carne molle delle prede.
Un mostro...
Improvvisamente fu grato che Miriadel non avesse assistito nè preso parte a quello spettacolo.
- Bevi.- le porse un bicchiere e una bottiglia piena di liquido
rosso. Sangue.
Miriadel non se lo fece ripetere,e cenò voracemente . Non era
sangue umano,notò con leggero fastidio. Qualche animale della selva probabilmente,forse uno di quei leoni
di montagna che girellavano nei dintorni,forse un cinghiale. Un’animale forte.
Forse era per questo che riusciva a nutrirla senza problemi.Neanche il sapore era tanto male.Anzi...
Bevve fino a saziarsi,avidamente. Bene,avrebbe potuto
restare digiuna per altri tre giorni senza sentire i morsi della fame.
.- Grazie.-
Si pulì il sangue che le macchiava mento e labbra con la
manica,e riprese a fissare il maestro in attesa.
Non l’aveva allontanata solo
per nutrirla,lo sapeva..
- Mi dispiace Miriadel.- Il maestro non la guardava,era
appoggiato al muro vicino alla finestra e fissava
l’oscurità.- Non avrei dovuto.
Ma non ho resistito…-si interruppe –. E’ giusto che
tu sappia.... -sospirò.No,non le avrebbe detto tutto,nemmeno
stavolta.Per ora si sarebbe dovuta far bastare una parte di
verità.Sempre meglio di una bugia. Il vampiro scosse la testa.
–Questo
maniero…hai ragione,lo odio. Con tutta l’anima,con tutto
me stesso. Ora sono
anziano,Miriadel,ma un tempo sono stato un neofita anch’io. Sono
stati gli anni
peggiori della mia vita- i suoi occhi si riempirono di un antico
dolore- non ti
racconterò i fatti miei,ma sappi che questo castello logora chi
ci vive,anche
per poco tempo. Troppi vampiri concentrati insieme ,sia ora che nel
passato. Troppe
guerre hanno macchiato questo posto di rosso. Non siamo
invincibili,Miriadel.
Anche noi abbiamo dei nemici.-
- Mmm…i mannari?- suggerì lei.
- Sì,i licantropi,ma non solo. Ce ne sono tanti ,troppo
difficili anche solo da comprendere,troppo contorti e inafferrabili. Ma sono
pericoli per noi. Non sempre tutto ciò che vedi esiste davvero,come se non vedi
qualcosa non significa che non ci sia…- la ragazza lo fissava attenta e
impenetrabile,ma senza capire
- Siamo anche i peggior nemici di noi stessi. So
che l’hai notato,la nostra aristocrazia è falsa e precaria in questo mondo
assetato di potere. Ognuno è egocentrico e vive solo per se stesso. E’ nella
nostra natura. I vampiri sono egoisti.- i capelli marroni coprivano il viso
pallido del maestro,facendolo sembrare più giovane. Miriadel si sorprese a
cercare di osservarlo attentamente nella penombra delle candele. Il volto
affilato non nascondeva le sue sofferenze.
- E’ molto complicato,ragazzina. C’è poco tempo e troppe
cose da insegnare. Non avrei mai immaginato di portarti qua così
presto,altrimenti avrei affrettato l’addestramento. Ce la siamo presa un po’
troppo comoda . D’ora in poi,tutte le notti,ti impartirò qualche lezione
.Devi sapere. Devi comprendere. Per difendere te stessa e gli altri. Ma ogni
cosa è più complicata di ciò che sembra…- sospirò –avrò spesso da
fare,ragazzina. E anche se non mi piace l’idea di lasciarti sola,dovrò farlo.
Ci sono molte biblioteche in tutto il maniero,le hai trovate?-
Miriadel scosse la testa.
- Non importa,le troverai. Quando starò via andrai lì a fare
i compiti.-
-Compiti?!-
- Credi che ti lasci stare con le mani in mano tutto il
giorno? –
-Pensavo di aver finito con lo studio…-
- In questi quasi tre anni,ho cercato di rimediare alla tua
ignoranza da pezzente di strada ,c’era da stupirsi che sapessi leggere, con la
cultura del mondo umano. Storia,letteratura,geografia…umana. Ora dovrai
cominciare con quella dei vampiri- un sorriso stanco e tirato gli si delineò sul viso, alla faccia orripilata di
Miriadel.
- Ancora?-
-Già,e dovrai anche continuare con il latino .-
Miriadel gemette,affondando il viso in un cuscino – Pietà!!!-
- E ringrazia che per mancanza di tempo non ti aggiungo il
greco. Ti informo che l'alternativa è prendere parte alle lezioni dei "figli".-
La giovane vampira rabbrividì.Dalla padella allla brace!
- Va bene…uffa però.-
dovette acconsentire alla fine.
-. Essendoci poco tempo dovrò lasciare enormi buchi nella
tua cultura,ma ciò a cui miro per ora è la tua immediata sopravvivenza. E visto
che già la tua linguaccia parla a vanvera,vedi almeno di dire cose sensate e
non offensive.- il tono dell'uomo era ancora austero,ma sicuramente più rilassato.
Miriadel lo guardò male con un accenno di broncio.
- Cominceremo da domani le lezioni vere e proprie. La notte
è quasi finita ormai. Vieni,andiamo.-
- Posso raggiungerla dopo,maestro?- voleva vedere se
riusciva a trovare una delle biblioteche –non ho molto sonno,e anche se tardo
il sole non mi farà nulla…-
-NO!- inorridì il Maestro.
Non poteva lasciarla andare in
giro dopo una caccia.
I sensi dei vampiri ancora esaltati al
massimo,l’adrenalinaa mille,il sangue bevuto non ancora in circolo.
Avrebbero sentito sicuramente il profumo sbagliato della
ragazza,il suo sangue ibrido e
troppo appetitoso. Riusciva anche lui a sentirlo pulsare,che ormai era
sazio,senza contare tutta la pratica di resistenza che faceva da molti
anni. Ma i figli della gilda erano giovani...
Se Miriadel avesse
incontrato per casoanche solo uno di loro mentre era da sola,questo non avrebbe esitato a
saltarle addosso.
- No,vieni a dormire. Subito.- il suo tono era brusco,per non
tradire il panico che l’aveva invaso.
Miriadel lo guardò ferita. Che aveva fatto? Si era davvero
pentito il maestro?
- Sì…- disse con un filo di voce
Il vampiro sospirò,di fronte a quella faccia avvilita,ma non poteva rischiare.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Miriadel si svegliò agitata.
Il sole non era ancora calato. POteva dormire ancora un po'. Ma il
sonno sembrava sparito.
Si alzò e sbirciò dietro le persiane di legno massiccio.
Strano,non pioveva e il sole stava per tuffarsi in un mare rosso sangue. Una
meraviglia.
Aprì del tutto la finestra,dopo aver assicurato che la porta
della camera del maestro fosse ben chiusa.
E il sole inondò la stanza. Ancora quel dolore
sopportabilissimo.
Si appoggiò al davanzale,contemplando quello spettacolo. Il
mare scarlatto si agitava rabbioso come al solito,sullo sfondo di nuvole
arancio volavano dei gabbiani,le sagome stagliate contro l’astro. Anche gli
scogli e le grotte sembravano meno minacciosi del solito.
Si godette il tramonto,gli occhi socchiusi mentre assorbiva il poco calore rimasto. Un
giorno non avrebbe più potuto farlo.
Perché? Si chiese per la prima volta. Perché gli era vietato
godere di quel sogno? Cosa avevano fatto i vampiri?Perchè erano così?
Troppi,troppi interrogativi sulla sua razza le inondarono la
mente,sorprendendola e facendole rendere conto che non si era chiesta mai
nulla. Aveva sempre accettato tutto ,senza cercare di capire. Ma la
sua curiosità si stava destando. Voleva comprendere.
Il sole era quasi del tutto calato. Il maestro aprì la porta
e un raggio di sole sgusciò oltre la sagoma di Miriadel bruciandogli una mano..
Si lasciò sfuggire un sibilo di dolore. La ragazza si voltò di scatto.
- Oddio,mi scusi maestro!! Non pensavo sarebbe entrato…-si
affrettò a chiudere le imposte,ansiosa.- Mi spiace,mi spiace mi dispiace!!-
Ma il maestro non rispose,la guardava con aria assente e un
po’ accigliata.
- Maestro?-
.Sobbalzò. – Non ti preoccupare. Sta già guarendo. Ma che
facevi lì?-
- Guardavo il tramonto…-
Un vampiro che guarda il tramonto. Non andava affatto bene. Sospirò.
-Sistemati e aspettami nella biblioteca nell’ala nord al
quinto piano. E’ finita la pacchia ragazzina,si ricomincia a studiare.-
- Devo proprio?-
-Sì,devi.-
Miriadel sbuffò rassegnandosi all’idea. Senza parlare andò a
vestirsi.
----------------------------------------------------------------------------------------------
Eh già,la scuola mi ha talmente tanto perseguitato che non sarebbe giusto che solo gli umani ne debbano soffrire^^
Vabbè,sono crudele,ma tenete presente che ho cominciato questa
storia intorno a Gennaio, e per ora sto usufruendo dei capitoli
già scritti,dandogli qualche ritocco qua e là. Questo lo
dovrei avere scritto intorno ad aprile...ed ero talmente stressata per
la fine quadrimestre che ho dovuto riversare lo stress anche su
quella poverina di Miriadel,che oltra a vampiri assetati e poco
cordiali si becca pure i compiti...^^"
Ok,meglio che taglio con le ciance!
Per Elychan :concordo,nulla di meglio che una settimanella di giramento-di-pollici!!^^
Per lovehate: GRAZIE! lo so che sto diventando ripetitiva,però non so + in che lingua dirlo^^
Per Amaria: grazie per la tua recensione!! Adoro quelle belle
lunghe^^. Effettivamente sono cosciente dei pezzi un po' incasinati,ma
sempre per la solita orrenda causa non ho avuto nè tempo
nè effettivamente voglia (dopo un pomeriggio sui libri,preferivo
creare che risistemare...) di sistemarli. Ma ora che garzie al cielo
è estate,comincerò con il ricontrollo totale!Per ora ho
dato una sistematina ai primi due capitoli,dopo il 23(saggio di danza
ARGH!) potrò fare un po' meglio. Comunque grazie per avermelo
ricordato . Sono contenta che la mia storia ti stia piacendo!^^
Per Sephirah: non sapevo bene dove inserire i ringraziamenti per
te,ma infine non sapendo dove sei arrivata a leggere ho optato per questo
nuovo capitolo.Spero vada bene! Allora io ADORO le recensioni
costruttive,come la tua e quella di Amaria (altrimenti come faccio a
migliorare?)quindi grazissime!!Allora,per quanto riguarda i balli
sì,sono consapevole di essere un po' fissata,ma in fondo sono
insieme un mio desiderio e una mia paura,quindi non me li potevo
proprio risparmiare. Comunque,prendendo spunto per l'epoca anche da
belle epoque e medioevo i balli credo ci stiano bene.Comunque grazie
per il consiglio,cercherò di non esagerare. Per il linguaggio
gergale...beh,guardando anche le cose vecchie becucche ho sempre
scritto così,sdrammatizzando quando l'atmosfera si faceva troppo
pesante. So che è un po' presto per parlare di stile,visto che
ho ancora tantissimo da imparare e non mi sono di sicuro ancora
formata nel campo della scrittura,ma credo che non sarà
facile liberarmi da questa cosa. Dici che dovrei provare?
Grazie tantissime per l'aiuto e per tutto!!
Alla prossima,e continuate a commentare!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
rgs4t
Miriadel girava a vuoto per i corridoi,la notte ormai
regnava. Ecco,si era persa,lo sapeva. Dove diavolo stava quelle stupida
biblioteca? Era mezz’ora che camminava. E non c’era nemmeno uno straccio di
cartello a indicare il piano.
Non aveva idea di dove fosse finita. Non se la sentiva di
chiedere informazioni a qualche raro vampiro di passaggio,ma sembrava non le
rimanesse altra scelta. Giocherellando con il bordo dei jeans si avvicinò
a una creatura dall’aria solitaria e più
cordiale delle altre che vagava nei paraggi.
- Scusi, mi sa dire come raggiungere la biblioteca dell’ala
nord?-
Il vampiro si girò di scatto,agitato e nervoso. I ricci
corti color ruggine erano scompigliati e facevano risaltare la faccia paffuta e
sudaticcia,da ragazzino. Spessi occhiali appannati gli coprivano gli occhi
acquosi. Miriadel per un attimo pensò fosse un essere umano,ma i denti
sporgenti e gli occhi rossi erano inequivocabili. Accanto a lui c’era il
cadavere di un roditore insanguinato.
Doveva essere giovane,forse più di lei,se non riusciva a
controllarsi.
-mmm….eh…oh…La bi…biblioteca dell’ala nord?- balbettò.
La ragazza annuì con gentilezza.
- oh,certo,certo,certo- la sua voce era acuta e squillante.-
Ma il percorso è complicato. Vuoi che ti aiuti a trovarla?-
- No,non si preoccupi. Mi dica solo come raggiungerla.-
- Oh,per favore,la posso accompagnare? Almeno
così…forse….forse.. loro non mi troveranno! Gli altri figli della gilda dicono
che non sono degno di essere un vampiro-
Solo allora Miriadel notò la sua divisa. Il vampiro si
fissava i lacci delle scarpe,nervoso. Era completamente diverso da tutti quelli
che aveva incontrato,così giovane e impacciato,così.... umano.
- Se per lei non è un
disturbo guidarmi…-
- Oh, no che non lo è!! – era così facile farlo felice.
Sembrava un bambino a cui avessero regalato una caramella gigante .
Mentre si avviavano,lui continuò a cianciare:- Mi chiamo
Francois….sono nei figli della gilda. Ma non mi piace…essere uno di loro
intendo…sono tutti cattivi con me. Dicono che non sono degno di essere chiamato
vampiro,che abbasso il livello della specie. Mi trattano come un imbranato.
Tutti, allievi e insegnanti. Anche per via del mio clan…è
piccolo…solo una persona ogni dieci
anni….non so perché ha-hanno scelto me – parlava molto veloce,balbettando a
tratti – ma dicono che ho p-potenziale. Vogliono far-rr-mi diventare primo
ministro da qualche parte. In un posto p-pic-colo però. So-sono solo uno
s-s-sfigato.- aveva l’aria completamente avvilita,da cucciolo bastonato.
Miriadel provò compassione per lui.
- Dai,scommetto che sarei un grande ministro,potresti
cambiare il mondo!- sorrise incoraggiante.
Lui si illuminò come una lampadina,prendendola per mano.La
guidava per i corridoi senza esitazione,continuando a chiacchierare,a volte
anche scherzando.Miriadel si sentiva bene,l’anima finalmente alleggerita. Non rideva più con
qualcuno da molto,troppo,tempo.
Entrarono in una
stanza vuota. C’erano molti mobili,coperti da teli bianchi,come durante i
traslochi.
Non era la biblioteca…
- Francois,dove siamo?-
Non rispose,la guardava e basta. Ma non più con la sua
impacciata gentilezza.
Si era tolto gli
occhiali e aveva raddrizzato la schiena,i suoi occhi erano pezzi di ghiaccio.
Sorrideva ancora,ma con cattiveria.
- Bene,a quanto pare ha funzionato.- anche la sua voce era
diversa,più cupa e sicura. Non tartagliava più.
- Non pensavo avresti abboccato così facilmente. Ma come
resistere a quello stupido sciocco imbranato di Francois? Qualcuno che ti
sembrasse più debole di te?Volevi prendere le sue difese,come una
chioccia,vero? Povera,piccola Miriadel,non devi credere a tutto ciò che vedi –
rise,una risata priva di gioia. Le si avvicinò minaccioso.- Te l’ha detto anche
quel cretino di Cesar,no? Mai andare senza il cane da guardia…- le afferrò il
polso e la tirò a sé,stringendola tra un tavolo coperto da un telo e il suo
corpo.- Per te poi è ancora più pericoloso…con un sangue come il tuo non
dovresti mai girare da sola…-
- Il mio sangue? Cosa…?-
- Non te l’ha ancora detto?-rise- Che stupido…Allora non te
lo dirò certo io,ragazzina. Muori restando sulle spine…- scoprì i denti,facendo
per trafiggere il collo candido.
Lei si scansò e evitò i canini,liberandosi dalla stretta e saltando agilmente sul tavolo.
Anche Francois.
L’unica persona che le era sembrata minimamente cordiale dal giorno
dell’arrivo.
E poi si era proprio
rotta. Era lì,da quanto,tre notti,e non ce n’era stata una in cui qualcuno non avesse
tentato di mangiarsela. Ma che era,una persecuzione?Maledetti cretini…Non era
mica una torta di mele!
Era in posizione di difesa. L’altro avrebbe
attaccato a momenti.Beh,la pratica di combattimenti non era mancata.
Soffiò violentemente.
L’altro rispose con un ringhio. Stava diventando tedioso,era sempre la stessa
storia.
Poi decise. Al
diavolo i metodi convenzionali. Era in ritardo per la lezione e aveva fretta.
Non aveva tempo per offrire banchetti pubblici.
Afferrò un vaso a portata di mano,nascosto sotto un telo. Un
vaso pesante, di bronzo intarsiato, e coperto di polvere. Bene. Senza tanti
preamboli lo tirò in testa a Francosis. Centro.
Neppure Hulk avrebbe resistito ad un colpo del genere.
Infatti il ragazzo crollò a terra svenuto.
E chi l’ha detto che le classiche regole del duello
funzionano meglio?
Soddisfatta fece per uscire chiudendo la porta,finendo a
sbattere contro il maestro che la fissava severo. Ma sotto quel falso cipiglio
era ovvio che gli veniva da ridere. Non capita tutti i giorni di assistere a un
duello a colpi di vaso.
--------------------------------------------
Miriadel si stava annoiando. Fissava un ragno che si muoveva
sulla polvere dello scrittoio dove stava sorbendo la lezione,nella biblioteca
buia e semideserta. Tic,tic,tic,facevano le zampette sul legno. Un suono
impercettibile a orecchie umane,che anche i suoi sensi estesi udivano a
malapena. Tic,tic,tic…
Però,avere un precettore privato comporta degli svantaggi.
Se poi è un vampiro,non ne parliamo.
- Non mi stai ascoltando.-
- Oh,non è vero,è molto interessante…-
- Che ho detto?-
Ahia. Colpita.
- Lei…parlava…delle ….della…storia …degli antichi dei
africani!-
- Vedo che hai ascoltato...-
Miriadel era sbalordita. Ci aveva preso?
-… il primo secondo. Stavo parlandoti delle antiche leggende
sugli dei nordici.-
Affondata.
-C’ero vicina.-
- Già,solo due culture completamente diverse.-
-….-
- Sto sprecando il mio tempo. I muri hanno ascoltato più di
te.- Fece per andarsene,ma la ragazza lo trattenne.
- Mi scusi! E solo che…sinceramente…è piuttosto noioso.
Cioè,io li conosco già gli antichi dei nordici!!-
- Davvero?- Il maestro alzò scettico un sopracciglio.
- Davvero! Odino,Loki,amici vari,Thor,Sigfrido,i
Nibelunghi…-
- E dove avresti imparato di grazia?-
- A volte…quando non ero ancora così…-deglutì – io e “lui”
scappavamo da quel posto…-Il maestro capì a chi si riferiva senza che facesse
nomi.
Soffriva ancora…non la interruppe.
- … e andavamo alla scuola privata. Scavalcavamo il
cancello… e ascoltavamo le lezioni.- Non era tutto. Il maestro lo intuì,ma non
gettò sale sulle ferite ancora aperte del suo cuore. Si limitò ad annuire.
Ma i ricordi sono come un fiume fermato da una
diga…approfitta di ogni più piccola fessura per straripare.
********************+
- Su,presto!-
Due gracili figure si
stanno inerpicando su un muro di mattoni rossi. Salgono agilmente,nonostante lo
spesso strato di ghiaccio che vi si è formato
- Arrivo!-
Risponde.
Eccoli sono dall’altra
parte.
Due ragazzini,
entrambi magri e pallidi,infagottati in stracci troppo grossi o troppo piccoli
per loro. La neve cade lieve,a fiocchi. Devono morire di freddo. Infatti
tremano.
Ma se uno degli
allievi della sontuosa scuola di cui hanno appena superato il cancello li
guardasse,li invidierebbe.
Clarissa,la ragazzina
al quarto banco vicino alla finestra,proverebbe una fitta di gelosia per quei
ragazzini gracili,sporchi e infreddoliti,ma con gli occhi accesi e le gote
arrossate dalla felicità.
Sorridono
infattii. Se Clarissa
guardasse fuori vedrebbe la felicità e l’appagamento del primo reciproco amore
nei loro occhi.
I due passano di nascosto
dietro alle siepi,attenti a non farsi scorgerete dalle persone in buona
salute,al caldo,con lo stomaco pieno ma
infelici che intravedono attraverso i vetri.
Si fermano proprio
sotto la finestra vicina al quarto banco. E’ un po’ rotta infatti,e da lì
filtra un po’ del calore della stanza. Proprio in quel punto c’è un minuscolo
spazio senza neve,perché coperto dal davanzale ampio della finestra del piano
di sopra.
E’ là che si
sistemano,stretti sotto una coperta logora nascosta sotto al cespuglio vicino,premuti
l’uno all’altra con la schiena appoggiata al muro dietro cui passano le
tubature del riscaldamento.
Stanno lì,immobili,con
gli occhi chiusi,a sentire le parole vane
di un insegnante per una classe che non lo ascolta e a dargli un
senso,ad assorbire un minimo di tepore e di speranza lontano dal dolore di una
vita ingrata,a immaginare in silenzio di essere al posto dei fortunati allievi
della scuola privata. Loro non ci sono mai andati a scuola.
Ecco cosa vedrebbe
Clarissa se guardasse fuori dalla finestra. Ma non lo fa,troppo presa e
intristita da un votaccio in una materia che non ha mai studiato,troppo tediata
dalla lezione su degli dei mai sentiti,troppo presa da un ragazzo che non l’ha
mai notata..
Clarissa non guarda
fuori,e non si rende conto della reciproca invidia tra lei e i ragazzi sotto la
finestra.
*****************************
Il maestro sospirò.
- Va bene,ricominciamo… cosa ti interesserebbe sapere?-
- In che materia?-
- Qualsiasi.-
Miriadel riflettè,masticandosi una ciocca di capelli.
- Voglio capire.- disse semplicemente.
Il maestro intiuì cosa voleva ,ma preferiva
fosse lei a dirlo.
– Cosa?-
Miriadel si agitò sulla sedia,a disagio.- Sono confusa
maestro…troppo. E sono anche curiosa. Sulla nostra specie. Sul perché non siamo
umani. Lei ha detto che me l’avrebbe spiegato,l’altra volta. E allora perché
stiamo parlando di dei nordici?-
Il maestro tentò di eludere domanda.
Era ovvio che la ragazzina se ne accorgesse,che pretendeva? Non poteva temporeggiare per sempre.
Eppure,una
parte di lui voleva continuare a mantenere quell'equilibrio
instabile,destinato a cedere. Non voleva dirle niente,voleva
proteggerla.
Dalla sua stessa specie.
Però non sarebbe riuscito a
tenerla all'oscuro a lungo, e il delicato castello di carte sul quale
si trovavano sarebbe fin troppo presto crollato. Doveva togliere la
benda a Miriadel prima che ciò accadesse,perchè la vampira fosse in
grado di distinguere la terra dal cielo e atterrare in piedi.
- Vuoi studiare i
vampiri,Miriadel?-
Da in piedi che era si chinò fino al livello del tavolo,per
guardarla negli occhi. Aveva uno strano tono,la giovane non riusciva a capire
cosa contenesse:divertimento,beffa,rabbia?Il suo sguardo era imperscrutabile.
L’allieva era a disagio.Non sapeva bene cosa rispondere.
- Voglio capire quello che sono diventata.-
Il maestro si alzò di nuovo e guardò fuori dalla finestra
con aria assente,giocherellando contemporaneamente con una ciocca dei lunghi
capelli dell’apprendista.
- mmm….è un buon intento direi. Ed effettivamente quello che
avrei dovuto fare fin da quando ti ho presa con me...-le gettò un’occhiata di
sbieco – Sì,direi che posso davvero cominciare ad adempiere il mio scopo.-
lasciò andare la ciocca,che ricade dolcemente verso il basso..
Miriadel lo guardò interrogativa.
- Ti ricordi quando ti ho preso con me ragazzina,agli inizi?
Soffrivi,pensavo che neanche l’immortalità avrebbe potuto cancellare quel dolore.
E non l’ha fatto. Ma l’ha lenito,ti ha reso più forte. Ti ho insegnato le basi
in questi due anni. Come bere,come cacciare,i pericoli,le difese.Ti ho dato la
cultura sul mondo umano che non avevi mai avuto,ti ho insegnato a vivere tra
due mondi.
Ti ho protetta e cresciuta,ma arriverà il momento in cui
dovrai arrangiarti da sola. E potrebbe giungere anche troppo presto…-continuava
a guardare fuori,imperscrutabile. Miriadel lo fissava in silenzio,sorpresa. Si
aspettava tutto,ma non quello. Il maestro continuò:- Sì,l’ora non è certa
ragazzina,ma potrebbe essere troppo poco distante.Non è un buon periodo
questo,per noi. E’ ora che inizia capire,è ora che inizi a crescere. Penso sia
giusto così.- sembrava spossato,quasi quelle parole gli fossero costate un’enorme
sforzo.
Miriadel non sapeva che dire.
Lui la guardò senza sorridere.- Cominciamo.-
------------------------------------------------------------
Allora...ho dovuto per forza inserire la scuola (orrore) e dare il
tedio anche a una povera vampira con anche altri problemi piuttosto
grossi,altrimenti non sapevo come fare ad inserire le dovute
spiegazioni sul mondo dei vampiri,che tra leggende.racconti,teorie e
malattie reali è pieno di contrasti. Ho fatto parecchie ricerche
sui vampiri, e non potendo fondere tutte le versioni troppo
diverse tra loro,ho provato a miscelarle in modo un po' diverso.
Nel prossimo capitolo metterò le dovute spiegazioni.
Grazie tantissime a Lily123 ( in bocca al lupo per gli esami!) ,a
Elychan (non esageri,anzi concordo^^) e a lovehate
(grazigraziegrazie,per aver sempre seguito la mia storia)!!
Grazie anche a tutti quelli che hanno letto!! E continuate a commentare!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
uii
Il maestro osservò
l’espressione di attesa ed eccitazione malcelate dell’allieva. Non
avrebbe mai voluto spiegarle in quel
momento.Avrebbe voluto averlo fatto prima,o aspettare ancora,qualsiasi altro
momento sarebbe andato bene,basta che fosse lontano da quel castello maledetto.
Ma le circostanze erano ormai troppo insistenti per essere ignorate.Sospirò.
-Siamo creature misteriose anche per noi stessi,quindi sarà
difficile spiegarti. Ci sono troppe ipotesi,storie,leggende,influenzate dalla
bigotteria degli esseri umani. In più cambiano secondo ogni tradizione. La
nostra storia è confusa,logorata dalle persecuzione,dalle guerre e dalle
faide.Non abbiamo documentazioni decenti fino ai romani , e neanche troppo
credibili vista la continua caccia alle streghe e il vedere presagi ovunque.
Sappiamo comunque che la chiesa perseguitò diverse sette che con la scusa di
Satana effettuavano sacrifici umani di cui bevevano il sangue. Non si sa se
fossero esaltati pazzi furiosi o semplici vampiri.-
- Ma non c’è qualche immortale risalente a quei tempi che
può fare un resoconto?-
- Quei tempi erano un disastro,un susseguirsi di caos e
persecuzioni,in una lotta violenta per il potere.Ne sono morti molti della
nostra specie,forse praticamente tutti.Sono pochi quelli rimasti invita,e quei
pochi sono restii a parlare della cosa.Sono gelosi dei loro ricordi….-
Miriadel si era ripromessa di lasciarlo parlare,ma una domanda che
ormai da troppo tempo le ronzava in testa uscì spontanea:
- Come si uccide un vampiro?-
- Sapevo che me l’avresti chiesto- l'uomo sorrise-Beh,c’è chi dice
con crocifissi,aglio,argento,paletti di frassino,fuoco,specchi o il sole.Tutti
non esattamente veri,ma neanche falsi-
Miriadel lo guardava curiosa, attenta ,veramente questa volta.
-Ti sei mai chiesta perché non puoi guardarti in uno
specchio normale,Miriadel?-
- Mmm… effettivamente no…-
- Perché è una superficie incapace di mentire. Svela la tua
apparenza,ti fa vedere come sei veramente.O meglio… lo specchio è volubile,quindi
ti mostra solo come saresti,se fossi
rimasta umana.-
- Quindi io…-
- Già,per te non farebbe molta differenza. Se ti guardassi
in uno specchio normale,dimostreresti diciotto,diciannove anni. Un’adolescente
ancora,una ragazzina. Più grande di come sei ora ma comunque molto giovane. Ma
se mi guardassi io- tralasciò di dire che l’aveva fatto da poco- vedrei un morto vivente. Un corpo
deteriorato,che cade a pezzi,un’involucro usato ormai da buttare di cui è
impossibile liberarsi. Vedrei la mia anima dannata bloccata in una vita eterna
da una prigione di carne. Non sarebbe un bello spettacolo.- rabbrividì,mentre
si sedeva sul banco di Miriadel.
Il gesto la stupì ,malei non fiatò.
-Per il sole,i crocifissi,l’aglio,il frassino,l’argento è la stessa cosa,più o
meno. Il crocifisso mostra a noi stessi,o meglio al nostro subconscio,la
dannazione. Il perché l’abbiamo ricevuta,quello a cui abbiamo rinunciato. E la
nostra anima condannata ne è respinta e attratta insieme. Siamo
ipocriti,ragazzina. Non vogliamo vedere quello che ci spetta.
L’argento e il
frassino sono invece materiali talmente
puri che sortono lo stesso effetto al contatto. Per la precisione,ci privano
dei nostri poteri,ci blandiscono. Lasciano solo la bella scatola della
nostra anima,e se a contatto troppo a lungo
deteriorano anche quella. L’aglio,è pura superstizione,nulla di vero. Al
massimo,ha un odore fastidioso per il nostro olfatto troppo sensibile.
Mentre il sole…- le sorrise,malinconico – beh,lo sai è la
più grande delle rinunce. Come lo specchio,ogni suo raggio ci obbliga a
mostrarci veramente,ma in modo più violento,più estremo. Io ho quasi
duecentocinque anni,Miriadel. Se mi esponessi al sole,diventerei nella
realtà,materialmente, quello che sono davvero: un morto. Un cadavere.Cenere.- fece una
pausa,alzandosi e cominciando a camminare – Ognuna di queste reazioni,si
traduce poi in una cosa sola: il fuoco. Tutti questi oggetti ci
bruciano,l’anima,la pelle. Ed è proprio il fuoco ciò che temiamo di più. Dalla
sua rabbia feroce neanche la nostra capacità di rigenerazione ci può salvare.
Ricorda – le prese il viso, e la costrinse a guardarlo negli occhi : -
Stai…lontana…- scandiva le parole ,quasi
a volerle imprimere la frase nel cervello – dal…fuoco!- la lasciò andare e si
rilassò. Era più pallido e teso del solito.
Miriadel continuò a guardarlo in silenzio,chiedendosi cosa
gli fosse successo.
Non volava una mosca.
- Bene- disse il vampiro rompendo la calma – ora devo
andare.Puoi considerarti libera fino a domani. Niente disastri per favore.-
sorrise,sinceramente,anche se ancora un po’ tirato. Meglio che niente.
La ragazzina annuì e scappò fuori dalla biblioteca.
Ovviamente corse verso il teatro. Quel posto la attirava,la
chiamava. Voleva riprovare quelle sensazione,voleva volare di nuovo.
Ecco,era arrivata. Tutto come l’aveva lasciato. Protetto dalla
polvere che contribuiva al suo fascino innaturale,nella sua antica
perfezione.C’era silenzio assoluto.
Senza esitare si andò a cambiare ,mettendosi un altro abito
nero,senza tutù o diademi stavolta. Solo un semplice gonnellino. Lasciò largo
lo chignon,e strinse bene le scarpette alle caviglie. Con un sorriso corse sul
palco.
Come la volta precedente,sentì delle presenze dinanzi a lei.
Le sembrava di sentirle sussurrare ,mentre prendevano
posto, eccitate e impazienti. Non si spintonavano ,ma l’attesa si percepiva. Aspettavano solo e soltanto lei.
Miriadel aspettò qualche istante,poi con un profondo respiro
si sistemò al centro,in posizione. Era pronta.
Forza Miriadel.
La musica
energica,irruente,passionale,la rapì immediatamente.
Balla Miriadel. Vola come puoi,in attesa di sollevarti
davvero,verso un cielo ancora irraggiungibile ma sempre più vicino.
-----------------------------------------------------------------------
Sono tornata! Coe ho già detto avrò difficoltà ad aggiornare,ma proverò lo stesso.
Vorrei ringraziare Lily123,lovehate,eika ed ELPOTTER per le recensioni,e tutti quelli che stanno seguendo questa storia.
Io ci tengo davvero,e spero tanto che non ne rimarrete delusi. Per
favore,continuate a commentare,se trovate errori,incongruenze,insomma
problemi fatemeli notare.
Grazie mille !!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
capitolo 18
Ormai andava avanti così da una settimana,come una routine.
La ragazza si era abituata a questo piacevole tran tran.
Lezioni con il maestro a inizio nottata,sempre più
interessanti e avvincenti,anche se la vampira si rendeva benissimo conto che le
stava nascondendo qualcosa. C’erano degli argomenti che voleva evitare, lo
sentiva, ma non sapeva esattamente quali. Solo di alcuni era certa: si
rifiutava di dirle come si creasse un vampiro, la differenza tra il sangue
umano e quello d’immortale ,qualsiasi tipo di informazione sui segreti del
maniero e sul suo passato. Questo scocciava
parecchio l’apprendista. Non era giusto,svicolava ogni volta che sfiorava gli argomenti.
Dopo le frustranti lezioni,quando si poteva ritenere
libera,correva al teatro a sfogare la sua furia repressa o gironzolava per il
castello evitando i figli della gilda e i capi clan. Anzi,più precisamente
evitando qualsiasi vampiro. Solitamente scendeva alla spiaggia, a guardare il
mare. Quanto lo amava…non c’erano parole per descriverlo. Era la sua passione.
Ogni tanto poi si presentava qualche festa o occasione
ufficiale,alle quali era obbligata a
presenziare. Almeno per i primi dieci minuti.
In queste occasioni riusciva a scorgere i capi Gilde,sempre
circondati dai capannelli che,ormai Miriadel l’aveva capito,erano composti
soprattutto da capi clan. L’agitazione politica era sempre più
evidente,passavano ore a discutere,radunati . Erano sempre in branco. I capi
clan vicino alla propria gilda,i componenti dei clan attorno al proprio capo
clan o sparsi a gruppetti per la sala circondati dai figli della Gilda immersi
in infiniti dibattiti.
I capo Gilda, invece a quanto pare non discutevano in pubblico, anzi,a malapena si
rivolgevano la parola. Probabilmente avevano altri luoghi in cui litigare.
Le alleanze e le
faide continuavano,il nervosismo aumentava e non era raro che scoppiassero
risse quando l’ipocritissima maschera di
gentilezza si scioglieva dinanzi a ragioni troppo diverse.
Anche il maestro sembrava preoccupato.
Miriadel invece ne era completamente estranea. E finiva
invariabilmente per annoiarsi.
Un altro che sembrava
non completamente partecipe della situazione era Morgan. Presenziava
raramente,e mai fino alla fine,dileguandosi prima degli ultimi balli. Non si
erano più parlati né incontrati da vicino.Di tanto in tanto i loro occhi si
incrociavano,e Miriadel ritrovava quello sguardo beffardo e impenetrabile.
Poi,ogni due-tre giorni c’erano le battute di caccia. In
quelle notti il maniero rimaneva semideserto per parecchie ore,permettendole di
girovagare indisturbata.Quel castello nascondeva più segreti di quanto
pensasse. E di rado innocenti.
Il maestro era distratto. Stava spiegando alla sua allieva
l’ennesima delle leggende umane,in questo caso quella giapponese del gatto
vampiro,ma non prestava attenzione alle parole che diceva. Sembrava più vecchio
e più stanco,sciupato e stropicciato come quei vestiti dopo troppi lavaggi.
Miriadel lo guardava perplessa,era la quarta volta che
ripeteva lo stesso passaggio. Non era da lui.
- Maestro,tutto bene?- chiese.
L’uomo la guardò sorpreso,incontrando per un attimo gli occhi penetranti e sinceri
dell’allieva. No,non stava affatto bene. Lei era così fiduciosa,così
innocente…Non poteva farlo. No,non poteva.
Chiuse il libro di scatto:- Si Miriadel,sono solo un po’
stanco…ho da fare ora. Continua da sola per un po’. – Le posò il libro in
grembo e se ne andò.
C’era decisamente qualcosa che non andava. Miriadel si
stiracchiò sulla poltrona su cui stava leggendo,incapace di mantenersi
concentrata.
Non riusciva a capire. E quando c’era un enigma Miriadel
diventava testarda. Davvero. Voleva comprendere. Lasciò il libro sul tavolo,con
uno sbuffo. Il gatto vampiro massacra principi avrebbe aspettato.
Cominciò a girare a vuoto ,chiedendosi dove poteva essere
svanito il maestro.Insomma,non poteva svanire nel nulla,no?Infine stanca di
quella ricerca infruttuosa,decise di tornare in biblioteca.Se avesse scoperto
che non c’era,il Maestro non ne sarebbe stato felice…
Ma si sa,le cose si trovano quando non le cerchi. Miriadel
se lo sarebbe dovuta ricordare.
Era sicura che la biblioteca fosse da quella parte. Ne era
sicura,al cento per cento. Beh,forse non proprio,ma almeno al novanta sì . Ma
evidentemente quello stupido dieci per cento aveva deciso di mettersi in mezzo.
Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. Doveva
assolutamente trovare una cartina,era la quattordicesima volta che si perdeva.
A quanto pare,se nei poteri vampireschi c’era anche il super radar,il suo non
era ancora stato attivato.
Sospirò scorrendo le pareti con lo sguardo. Tutte uguali,con
i loro arazzi esagerati e quegli orrendi quadri che sembrano seguirti con lo
sguardo. Anche il tappeto era completamente anonimo.
Entrò a caso in una delle porte di legno massiccio,che si
smosse silenziosa. Si trovò nell’ultima cosa in cui avrebbe immaginato di
incappare in un castello di vampiri. Anzi,non proprio l’ultima,perché in un
certo senso era ironico. Era una cappella. Una chiesa,con tanto di panche
polverose e altare,con un’enorme cupola di vetro dipino da cui entravano i
raggi della luna. Miriadel avanzò curiosa nella navata centrale. Cosa ci faceva
lì un santuario? C ‘era anche l’acqua santa,piena di alghe e microbi ,vero,ma
c’era,situata in uno spiazzo in mezzo alle panche al centro della navata
,in un’enorme vasca di pietra circolare
con delle intagliature microscopiche. Rose? Era interessata,ma si tenne a distanza
di sicurezza ricordando i vecchi libri sui vampiri che aveva letto. Il maestro
non l’aveva citata come elemento nocivo,ma preferiva non fidarsi. La aggirò
passando accanto alle panchine. I suoi passi risuonavano nel silenzio.
Si avvicinò all’altare polveroso,sembrava vi ci fosse appena
interrotta una funzione. Le ostie erano posate in un piattino dorato,il vino
riluceva rossiccio nel calice di legno semplice e rudemente intagliato . Anche
il libro era ancora spalancato.
Miriadel non alzò lo sguardo,timorosa di vedere la croce. La
spaventava l’idea di sentirsi respinta da qualcosa che l’aveva tanto aiutata
negli anni più bui della sua vita.Si strinse nella felpa, una corrente d’aria
gelida le scompigliò i capelli.
Corrente? Da dove veniva?Ci doveva essere un’altra porta…
Miriadel individuò il piccolo uscio di legno marcio,mezzo
scardinato. Doveva portare al vestibolo secondo i suoi calcoli. Curiosa come al
solito si avvicinò,poi però decise di
tornare indietro. Rabbrividiva in continuazione,e aveva imparato a fidarsi del suo istinto.
Ma porta si scostò leggermente,mostrandole uno spiraglio. La
giovane vampira non potè fare a meno di guardare, e ciò che vide non le piacque
per nulla.
Il maestro era in piedi,evidentemente infuriato,dalla bocca
da cui si intravedevano i canini allungati e aguzzi colava un rivolo di sangue. Accanto a lui
Beatrix,i grandi occhi azzurri spalancati,piccola contro la furia del maestro.
- Cosa stai facendo Beatrix?!-
La teneva per un braccio,gracile e candido,che sembrava sul
punto di rompersi.
Beatrix mormorò qualcosa che Miriadel non riuscì a sentire.
Sembrava terrorizzata da quella figura minacciosa e imponente,una fragile
fatina minacciata da un umano crudele che le voleva strappare le ali.
- Miriadel è troppo giovane!E’ un peso che mi avete
imposto! Non la volevo con me,me l’avete assegnata voi…-
Con una spinta la buttò a terra,chinandosi poi su di lei.
Disse qualcosa a bassa voce.
Miriadel non volle,non sopportò ,di vedere altro e scappò
via piangendo. Lui non la voleva…l’avevano abbandonata un’altra volta…
Corse via,più veloce che poteva,il petto squarciato dal
dolore. Era come essere orfana di nuovo…
Non vide nulla,se non il buio della solitudine riacquistata.
Non vide l’acqua santa strabordare dalla conca al suo passaggio e impregnarle i
vestiti senza ferirla. Non vide la figurina tremolante in fondo alla chiesa. E
non vide il sorriso di Beatrix,che non donò al suo bel volto angelico me che lo
distorse soltanto in un sogghigno di gioia malvagia.
----------------------------------------------
E' passato tanto tempo.Davvero tanto.
E devo dire che mi dispiace.
Credo sia giusto spiegare il perchè di questa morte apparente.
In poche parole è la ragione più semplice del mondo. Sono cresciuta e maturata.
E' sempre questo il motivo per cui abbandono le mie storie. Cresco,il
mio stile cambia ,divento "più brava" ,a detta dei pochi
eletti che leggono quello che scrivo . Insomma,va a finire che quando
rileggo le mie storie,anche solo di poche settimane prima,comincio a
trovarle stupide,sciocche,scritte male,confuse.
E allora mi autodeludo e smetto di continuare.
Però,da quando ho cominciato a pubblicare,guardando i commenti mi sento in colpa,perciò rieccomi qua,ci riprovo.
Questo capitolo è uno degli ultimi scritti prima dell'estate,mi
sono limitatata a fare copia-incolla dal mio vecchio testo. Spero che
vi piaccia lo stesso,ma presto la musca cambierà. ^^
Comunque...
Sono tornata.
E grazie a tutti per avermi seguita,in particolare alla mia amica Sephira,conosciuta proprio attraverso questo racconto.
Grazie ancora
Pervinca
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=131786
|