Il sangue del tramonto...

di Pervinca_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1°: sacrilegio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2°: occhi viola ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: buon appetito ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: orgoglio ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Il ballo,parte prima ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: il ballo,parte seconda ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: famiglia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: l'inizio del viaggio ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8:ricordi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: la fine del viaggio ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: l'arrivo ***
Capitolo 12: *** capitolo 11: potere... ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 : un vampiro... ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: ancora in bilico ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Teatro ***
Capitolo 16: *** capitolo 15: la fine della caccia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1°: sacrilegio ***


vampira x pubblicazione Miriadel tremava leggermente,tutti i muscoli del corpo tesi nello sforzo di resistergli. Ma invano. Lo sconosciuto la teneva bloccata contro le casse di legno,sentiva le schegge perforarle la carne. Faceva male.
E non solo la schiena. Dappertutto.
Li vedeva,di sbieco,sopra la spalla dell'essere che la teneva per il collo. Erano un gruppo,cinque o sei,i loro volti distorti in ghigni feroci. Tutti maschi,grandi e grossi,ma soprattutto anziani. Molto più di lei. E il fattore età è determinante tra i vampiri. E una novizia cosa può fare contro esseri centenari?
Era uscita a prendere un po' d'aria,dopo l'assillante serata in società. Faceva caldo nel teatro.
Non si era accorta di loro,aveva notato soltanto un'uomo che la seguiva,un delinquente probabilmente,con cui aveva deciso di rifocillarsi. Si era fatta seguire fino in quel vicolo,dietro il bar del teatro,per finire in trappola lei stessa. Era tutto programmato.
L'avevano accerchiata,ridendo e scoprendo i denti ringhiando.Lei accucciata al centro di quel macabro cerchio, terrorizzata e inesperta.Si era tolta le scarpe, che le impedivano i movimenti,poi aveva cercato di scappare. E ovviamente era stata bloccata duramente.Li aveva visti deriderla. Poi le erano saltati addosso,crudeli, costringendola alla sua prima battaglia. Miriadel non sapeva combattere,ma aveva resistito con quanta forza in suo potere. L'avevano ferita,le avevano fatto male. Ma cosa volevano da lei?
Ora si trovava con le spalle al muro,cercando di resistere. Doveva passare subito alla dannazione eterna?
- Che...vuoi...da me?- cercò di dire. Almeno una risposta prima di morire.
Il vampiro di fronte a lei rise alle sue parole,sguaiatamente.- Non lo capisci ragazzina? No?Lo scoprirai.-
Lei si agitò di nuovo,cercando di sfuggire.L'essere continuava a fissarla nel buio,ma lei non riusciva a distinguerne bene il volto.
- Perchè?- chiese ancora.
Lui spostò la presa,lasciandole il collo ma bloccandola per le braccia. Riusciva a immobilizzarle tutte e due con una mano sola. -Perchè,mi chiedi?- le avvicinò la mano libera al volto,poi le graffiò lo zigomo.Miriadel sentì il sangue colarle sulla guancia. - Perchè una maledizione incide la carne tanto quanto lo spirito.Tu lo dovresti sapere,no?- tirò fuori i denti e con decisione li affondò nel collo della giovane vampira. Lei urlò mentre sentiva il sangue lasciarle le vene.Non poteva fare altro.
Quando la lasciò andare,tutto attorno a lei si stava annebbiando,l'aveva quasi dissanguata. Cadde a terra tremando violentemente.
- Io...sono un vampiro...non avresti dovuto...- balbettò.
L'altro forse sorrise,ma non poteva esserne sicura,tutto stava svanendo rapidamente.- Ti ha detto che è un sacrilegio,vero?Bere il sangue di un'altro vampiro...Vero,in effetti.Ma per te è diverso. - il buio l'avvolgeva,ma sentì la sua risatina- Capirai per forza alla fine. Salutami Jonathan.-
Poi se ne andò,mentre la ragazza crollava a terra priva di sensi,scordandosi le ultime parole del vampiro.







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Grazie mille per aver letto. Per favore,lasciate un commento,in base ai pareri vedrò se continuare. Grazie!^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2°: occhi viola ***


Miriadl 2

Perché? Miriadel entrò barcollante nella sala d’ingresso del teatro,in mano stringeva convulsamente le scarpe. Gocce di sangue caddero sul marmo candido. Si appoggiò ad una colonna. Tutto girava, girava,girava…era debole. Doveva bere, ma non c’erano esseri umani in vista, e poi non ce l’avrebbe fatta ad attaccarli o anche solo ad avvicinarli. Chi si sarebbe fidato di lei?

Le ferite le facevano male,il vestito era storto sul davanti,aumentando vistosamente la scollatura. Ma non poteva risistemarselo perché se avesse lasciato la colonna o le scarpe,a cui si aggrappava come ad un0ancora di salvezza, sarebbe svenuta…

Qualcuno le arrivò alle spalle e la prese saldamente per i polsi. Le calzature caddero in terra,i tacchi tintinnarono sul pavimento.

-Vieni con me- .una voce maschile le sfiorò l’orecchio in soffio leggero . Miriadel non aveva la vista chiara,le girava la testa,il panico si faceva rapidamente largo dentro di lei. Ancora?

Chi era? Cosa voleva? Miriadel stava per piangere mentre lottava strenuamente contro i capogiri. Non sembrava volesse attaccarla,ma poteva avere in mente qualcosa di peggiore.

Avrebbe potuto farle qualsiasi cosa. Non era in grado di difendersi.

Lui cominciò a trascinarla,inutile opporre resistenza. Inciampò e si sentì afferrare saldamente per la vita e rimettere in piedi. Dove la stava portando? La vista era ancora offuscata,ma doveva essere un ragazzo giovane,sui diciassette anni,con capelli biondo cenere un po’ troppo lunghi e uno sguardo di ghiaccio negli occhi grigio-violastri. Non accennava a allentare la presa.

Aprì una porta,Miriadel la riconobbe come quella del bagno,non sapeva se maschile o femminile. Forse i suoi timori erano fondati.

Provò a divincolarsi,a sfuggire a quella stretta,ma era ancora troppo debole. Aveva paura.

Di sfuggita si riconobbe negli specchi eleganti e puliti,una figurina vestita di rosso debole e sanguinante,con un taglio molto evidente sullo zigomo . Il vestito era un disastro,il corpetto la copriva a malapena. Sentì le lacrime salirle agli occhi,mentre le guance si coprivano di un involontario rossore.

La trascinò in uno degli abitacoli,dove la mise a sedere su uno degli eleganti water. Miriadel si sistemò l’abito come poteva,mentre come un’animale in trappola sentiva schiena premere contro le mattonelle gelate del muro ,il respiro affannoso. Lui le dava le spalle. Sentì il rumore della serratura.Clock!.

Non sapeva se lasciarsi andare o resistere alla perdita dei sensi:forse era meglio non guardare…

Il ragazzo si girò verso di lei. Per un attimo Miriadel non vide altro che i suoi occhi,sotto lo strato di nebbia che non l’aveva ancora lasciata,ma poi se ne accorse. Una sottile linea rossa era ben evidente sul polso del giovane. Ne cadde una goccia sul pavimento inamidato del bagno. L’odore era inequivocabile. Sangue.

Le si avvicinò e si accovacciò sulle ginocchia finché il suo viso non fu davanti a quello di lei. Le porse il polso.

Miriadel rimase basita,imbambolata. Un vampiro che offriva ad un altro il suo sangue…

-Bevi!- le ordinò in un sussurro.

Poi la fame e l’istinto di sopravvivenza presero il sopravvento e succhiò avidamente il liquido rosso. Sentì le forze tornare,il mal di testa diminuire. Quel sapore era la sua vita…andò più a fondo con i canini nella carne,rifocillandosi. Il ragazzo non si lasciò sfuggire un gemito,ma nei suoi occhi si leggeva il dolore. Miriadel lasciò,anche se a malincuore il polso del giovane. Non voleva indebolirlo troppo. In fondo l’aveva salvata.

Si leccò le labbra,per non lasciare che neanche una goccia andasse sprecata.

Alzò lo sguardo. Era ancora debole,ma tra un po’il sangue appena bevuto avrebbe cominciato a circolare nelle sue vene.

Il ragazzo bloccò l’emorragia con una benda,poi ci rimise sopra il polsino della camicia.

Miriadel lo osservò mentre le si schiariva la vista. Era un vampiro,poco ma sicuro. Ed era bello. I capelli castano chiarissimo gli ricadevano troppo lunghi sugli occhi freddi,violastri e calcolatori,l’espressione indecifrabile. Miriadel non riuscì a dargli un’età,né dal punto di vista immortale che da quello mortale. All’incirca,doveva essere divenuto un vampiro attorno ai diciassette,diciotto anni. Di poco più grande di quando lo era diventata lei. Ma da quanto fosse al mondo…chi poteva dirlo?

Lui si voltò,a Miriadel sembrò di percepire un vago guizzo di divertimento,o di scherno,nei suoi occhi. Poi si chinò ancora verso di lei,stavolta avvicinando pericolosamente il viso a quello della ragazza. Miriadel non si fidava ancora di lui,e lo stato di debolezza,seppur inferiore a quello passato (almeno riusciva a non perdere conoscenza) in cui si trovava la rendeva ancora più diffidente. Forse voleva ancora divertirsi con lei…sibilò,con un suono di gola violento simile al soffio di un gatto e fece per tirarsi indietro ma il muro la bloccò un'altra volta.

Gli occhi grigi erano a pochissimi centimetri dal suo volto. Non

sapeva che fare,era confusa…in fondo l’aveva appena salvata,però…strinse le nocche contro i bordi della tavoletta.

Lui sorrise leggermente,divertito dalla sua paura,scoprendo le punte dei canini appuntiti,poi posò le labbra sulla ferita che aveva sullo zigomo,pulendola da sangue . Poi si raddrizzò e disse:- Non temere, arani-a-doru,ci rivedremo- poi con un ‘ultimo sguardo ricco di beffa e di malizia se ne andò,lasciando sola la ragazza ancora confusa.

Miriadel rimase lì,ferma imbambolata per un po’,poi appena si sentì tornare le forze andò a recuperare le scarpe dall’atrio e si diresse verso l’albergo. Anche se ormai del tutto guarito lo zigomo bruciava,ma non di dolore. Miriadel sentiva ancora il calore delle labbra del ragazzo sulla sua pelle,e il solo pensiero la faceva arrossire.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: buon appetito ***


3 capitl

Tuonava. Miriadel era tornata in albergo direttamente,senza rientrare in sala ad avvisare il Maestro.

Si era ripulita da graffi e ferite,si era tolta quello scomodissimo abito rosso e mollato quelle inutili scarpe. Ninnoli. Non erano che questo.

Ora era sul tetto di un palazzo,finalmente a suo agio in jeans e maglietta neri,mentre cercava qualche delinquente di cui nutrirsi. Chiunque l’avrebbe incontrata non ne sarebbe stato felice. Miriadel ribolliva di rabbia e frustrazione,odio nei confronti dei suoi aggressori e soprattutto per quell’orribile sensazione di impotenza che le ricordava quanto era debole. Più erano gli anni di esistenza,maggiore era la forza del vampiro,unita a volte in rari casi a doti particolari o a predisposizioni. Miriadel faceva parte di questi rari casi. Il suo Maestro se n’era accorto subito, e l’aveva aiutata a contenere la strana e devastante forza che albergava dentro di lei, e che eppure l’aveva abbandonata al momento del bisogno. E nonostante questa,Miriadel era giovane,parlando sia in criteri di esistenza immortale che di età. Da poco più di due anni aveva aperto gli occhi su quella nuova realtà,immortale e infinita. E da pochi e estenuanti mesi lottava per entrare nella complicata trappola delle gilde sociali che governavano i vampiri. Si diceva anche che i capi delle gilde maggiori fossero millenari…mentre lei si era unita da così poco tempo alla specie,quando aveva supplicato il Maestro di morderla,di renderla come lui…cazzo,il Maestro! Non sarebbe stato per nulla contento della sua fuga dal teatro…

Con rabbia scacciò quei pensieri,per avventarsi contro un gruppo di teppisti,fortunatamente numerosi,che minacciavano la borsa e la pensione di una vecchia signora. Non ebbero neanche il tempo di rendersi conto di cosa fosse successo che erano già morti,pallidi e riversi a terra con due minuscoli fori sul collo. Due scapparono,Miriadel si lanciò all’inseguimento dopo aver ridato la borsa all’anziana ancora scioccata.

Eccoli,le sue fonti di nutrimento,i suoi frigoriferi. Sorridendo con cattiveria si avvicinò loro camminando lentamente,godendosi ogni attimo del loro terrore. Appena fu alla luce precaria del lampione,si divertì alla loro sorpresa nel ritrovarsi davanti una sedicenne.

- Che vuoi,puttana?-disse uno,che presumibilmente non aveva notato né il rivolo di sangue,probabilmente di un suo amico,colare dalla bocca della ragazza né gli occhi della giovane,che ardevano rossi come bracieri.- Non sono disposto a pagare,ma se vuoi te lo faccio io il servizio- e rise grugnendo. L’altro teppista invece la fissava terrorizzato,realizzando ciò che al compagno era sfuggito. Si avvicinò di più. Ancora qualche istante…poi sentì il cellulare vibrare insistente nella tasca dei jeans. Oddio,il Maestro…

Doveva tornare in albergo. Si voltò verso il vicolo.- Scusate ragazzi,non ho tempo per divertirmi come si deve…eppure detesto mangiare in fretta…ma mi dovrò accontentare-

Poi si avventò contro i due giovinastri ,riservando una fine particolarmente dolorosa a quello che aveva parlato: - Piaciuto il servizio,stronzetto?- gli sussurrò nell’orecchio,prima di prosciugarlo dal suo liquido vitale. Ora era sazia. Si leccò le labbra. Non era poi tanto debole.

Doveva tornare in albergo,mancavano ancora due ore all’alba. Due ore di guai.

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Finito un'altro capitoletto! Non ne ho scritti di troppo lunghi per ora,ma presto comincerò ad allungare.Preparatevi!^^

Per chibymiky: Grazie mille per la recensione!! Spero che ti possa piacere anche il resto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: orgoglio ***


4capitolo

Miriadel si svestì,nascondendo rapidamente i jeans e la maglietta macchiati dal suo ultimo pasto sotto il letto,ma sapeva che sarebbe stato inutile,non si poteva mentire al Maestro. Era ancora in canottiera e mutande quando entrò,ma non se ne vergognava. L’aveva vista tante volte anche senza nulla.

Un giovane uomo,all’apparenza ventisettenne entrò nella camera,alcune ciocche dei capelli castano scuro gli coprivano gli occhi azzurri ma minacciosi. Era arrabbiato.

Miriadel fece rapidamente la riverenza :-Auditor verter ,Magister.- disse,recitando il rituale di cortesia,quasi obbligatorio tra discepolo e Maestro. Fu stupita quando non ebbe risposta. Doveva essere molto arrabbiato…Le si avvicinò,mentre lei sosteneva il suo sguardo. Per qualche secondo le girò intorno,senza distogliere gli occhi da quelli dorati di lei.

Poi le afferrò il braccio,con violenza inaspettata: - Cosa volevi fare,ragazzina? - I suoi occhi chiari lampeggiarono di furia in quelli di Miriadel:- Sei sparita nel nulla,anche la traccia del tuo sangue è scomparsa. Ho ritrovato i segni di lotta,poteva essere un attacco alla Gilda e tu non mi hai informato! Hai disobbedito al Codice,ragazzina!-la ragazza si liberò dalla stretta con uno strattone.

- La smetta di chiamarmi ragazzina!- disse con un accenno isterico nella voce.

Lui la osservò per un po’ ,la collera evidente nello sguardo bruciante che emetteva vampate di odio.

Poi le si scagliò contro con uno scatto rapidissimo, facendola cadere e inchiodandola sul letto. Con le mani le teneva bloccati i polsi,le gambe della giovane immobilizzate sotto il suo peso:- Quando riuscirai a difenderti da sola,non sarai più una ragazzina.-

- Mi ha preso alla sprovvista!- la ragazza combatteva con tutte le sue forze,senza risultato. La teneva con la stessa difficoltà che avrebbe avuto con una bambola.

-Pensi che un nemico avrebbe avvertito? Dimostrami che non sei una ragazzina!-

Le sollevò le braccia sopra la testa,incrociandole i polsi e bloccandoli con una sola mano. Miriadel lottava,agitandosi più che poteva,contorcendosi come un’anguilla,senza però riuscire ad allentare quella stretta. Ma non si sarebbe mai data per vinta…Un guizzo di soddisfazione balenò nello sguardo scuro del Maestro,che si chinò su di lei,carezzandole il collo,con una mano fredda. Miriadel chiuse gli occhi per evitare il suo sguardo,mentre continuava a divincolarsi. – Guardami,ragazzina-,le sussurrò. Miriadel aprì gli occhi,lacrime di rabbia affioravano involontariamente.:- …e guardati. Potrei farti qualsiasi cosa…-Le dita gelide continuavano a spostarsi sulla pelle vulnerabile del cervice. Sorrise,vittorioso,sotto lo sguardo frustrato dell’alunna. Poi strinse le dita attorno alla gola della giovane:- non riesci a contrastare nemmeno me,che non ti voglio fare nulla…- Miriadel soffocava,cercando le ultime tracce d’aria:- O almeno nulla di irreparabile…-il Maestro la guardò negli occhi,ancora spalancati e combattivi,godendosi il trionfo:- non sei ancora nessuno,ragazzina. Meriti forse un altro appellativo?-

La giovane annaspava,non riusciva più a respirare.

Il Maestro la lasciò andare,per recarsi a guardare fuori dalla finestra. Sentiva i singhiozzi di rabbia e di umiliazione della sua allieva alle sue spalle. Era una ragazza forte,non si arrendeva facilmente. Ne era orgoglioso,ma non gliel’avrebbe mai detto.

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Il sole stava quai per sorgere.
Infine,gliel'aveva raccontato.Quasi tutto l'accaduto per quanto si ricordava.Ma su una cosa aveva sorvolato...in fondo,non poteva essere così importante uno sconosciuto senza nome.Oddio,sì che era importante,ma l'imbarazzo e l'orgoglio non le permettevano di parlarne.
Si tirò a sedere sul letto,osservando il maestro di sbieco.Guardava dalla finestra,lo sguardo perso nel vuoto.Tutto sommato sembrava aver smaltito l'arrabbiatura. L'allieva riuscì a calmarsi abbastanza da liberarsi della domanda che la tormentava.

- Perchè?-

Aveva parlato con un filo di voce,ma il maestro la sentì lo stesso.
- Perchè cosa?-
-Perchè mi hanno attaccato? Lui...ha bevuto da me. Non era un sacrilegio?-
Il vampiro sospirò e si sedette sul letto accanto a lei.
- Non lo so,ragazzina. Mi hai detto che ci hai parlato, cosa ti hanno detto?-
- Non ricordo granchè bene...qualcosa tipo "una maledizione incide la carne tanto quanto lo spirito".Non so cosa vuol dire..poi credo di essere svenuta....-
Si strinse le ginocchia contro il petto,affondandoci il viso.Il maestro riflettè in silenzio. Non andava . Per niente.
Miriadel alzò lo sguardo,ricordandosi anche qualcos'altro:- Mi ha chiamata Cigno Nero...-
Oh,invece sì che tutto andava.A rotoli. Il maestro sobbalzò,incrociando lo sguardo limpido dell'allieva. Non era ancora il momento.
- mmm....lascia perdere ragazzina. Sta solo attenta.Non c'è modo di sapere cosa volessero,ma tu impegnati per diventare un minimo più forte. Almeno cerca di porre un po' di resistenza,no?-
Si alzò,chiuse le persiane ermetiche e si diresse nella camera adiacente,lasciando Miriadel a leccarsi le ferite, sia fisiche che dello spirito.
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L’orgoglio di Miriadel era a pezzi. Debole,debole,debole. Non era altro che questo. Si guardò nello specchio d’argento,qualsiasi altro materiale sarebbe stato inutile,mentre cercava di sistemare l’abito blu notte sulle sue forme. Un’altra pericolosamente perfida notte di politica sociale,un’altra occasione per venire invischiata nell’insostenibile ragnatela di intrighi delle Gilde si prospettava. Un ballo.

Miriadel sospirò. Non che non le piacesse ballare,semplicemente nonostante la grazia che aveva avuto grazie al suo cambiamento di specie,non aveva mai imparato a seguire minimamente il tempo della musica. Era anche abbastanza stonata. Danzare….Con chi poi…vampiri infidi,pronti a giocare con lei come il gatto col topo,pronti a farla cadere nelle fauci della gilda.

In più era anche pericoloso. Una parola sbagliata con un capo-clan e si sarebbe potuta scatenare una guerra. Non sopportava la vita politica…ma era obbligata ad entrarci. O con le Gilde,o contro le Gilde. Non si sapeva cosa fosse più pericoloso. Meglio la persecuzione per l’eternità o partecipare a quel gioco perverso,sempre sul filo del rasoio,fatto di sorrisi ipocriti e bei vestiti?

Non ne aveva idea.

Era quasi a posto. Il Maestro le arrivò silenziosamente alle spalle,ma lei non si lasciò cogliere di sorpresa. – Buonasera,Maestro.-

-Buonasera,ragazzina. Sei pronta?-

- In che senso? Se parla di abiti,direi di sì. Ma se parla di psicologia…come non posso essere entusiasta all’idea di infilarmi in un covo di vipere?-

Il maestro sorrise beffardo,mentre le ravviava i capelli,guardandola nello specchio. – Già,nulla di meglio di un po’ di veleno.. -poi cambiò espressione,tornando serio,quasi preoccupato –Però sta attenta,ragazza. E’ un gioco pericoloso. Mi spiacerebbe perdere una buona allieva. E se ti attaccano.- le parole presero un piglio severo – non combattere,scappa. So che c’è qualcosa che non mi vuoi dire ragazzina…ma non credere che non la scoprirò…-la sua voce divenne un sussurro,mentre Miriadel arrossiva violentemente,grata della penombra,sentendo di nuovo lo zigomo bruciare. Non rispose.

-Andiamo? – il maestro le porse la mano. Miriadel l’accettò con un sospiro. – Va bene.-

E si diressero verso la tana dei serpenti.

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Ecco una nuova parte!! Io lavoro anche al primo maggio ^^Questo capitolo è più lungo del solito,chiaro sintomo che sto cominciando ad allungare. Tra poco comincerò con le schermate chilometriche. Il prossimo capitolo sarà fra queste,. anche perchè in fondo i balli rispecchiano sia un mio desiderio che una mia paura... ^^ Vedrò di dividerlo in due.

Per chibymiky : Grazie Mille!!! Sono contenta che ti piaccia!!
Per Geneviev : Grazie per la recensione! Nel prossimo cominceranno i chiarimenti e la storia comincerà a prendere un suo senso ( almeno spero ^^)

Grazie mille per aver letto!!!!

Ah,un'altra cosa...già da questo capitolo ho usato un minimo di latino e...mi scuso per i disastri grammaticali,che se li vedesse la mia prof mi boccerebbe all'istante,ma nella foga del racconto non ci ho badato tanto ^^

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Il ballo,parte prima ***


5 capitolo

Due capitoli nello stesso giorno! Allora,in anticipo chiedo scusa per i disastri con il latino,nelle note finali troverete le mie implorazioni complete^^

Buona lettura!(Commentate!!)

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L’organizzazione sociale dei vampiri era complessa e volubile: cinque Gilde,comandate da cinque CapoGilde,sotto ognuna delle quali si raggruppavano decine di clan a loro volta gestiti dai capi clan. Le differenze tra di loro? Discordanze politiche sulla gestione dei poteri,sulle interferenze nel mondo degli umani,sulla supremazia della specie. Sfumature diverse da clan a clan,troppe da ricordare. Miriadel ancora non si interessava di politica,ma si rendeva conto che presto avrebbe dovuto farlo. Quella sera,avrebbe anche dovuto compiere il rituale di presentazione ufficiale ai capo Gilde. Non si poteva dire che non stava più nella pelle.Anzi…
Le Gilde,e di conseguenza i clan,adescavano i loro accoliti,discepoli o servi,nelle occasioni di vita mondana da loro organizzate: serate in teatro,balli,incontri culturali. Un incubo per la ragazza.
Quel giorno risarebbe tenuto quel gioco d’astuzia in un antico palazzo,appartenuto a un barone,con grandi torrette agli angoli. Esibizionista.

La sala da ballo era enorme e gremita,illuminata da una miriade di candele e candelabri. Le pareti erano ingombre di affreschi e opere d’arte,e da due lati della sala sconfinata salivano due scalinate. Una per accedere allo spettacolare salone dopo aver passato per altrettanto spettacolari sale d’ingresso,l’altra per accedere alla balconata superiore,simile a una tribuna,con posizionati innumerevoli tavoli rotondi drappeggiati di tovaglie d’indaco. Su ogni tavolo c’erano mazzi di rose e crisantemi. Un’altra piccola scalinata era appena evidente in mezzo a tutto quel caos,ed era nascosta malamente da uno stendardo cremisi finemente decorato,sollevato a tratti dalla corrente. Armature medievali e sculture senza prezzo abbondavano nello splendore. Una tavolata elegante,per ora vuota era situata su un piccolo podio,mentre ai lati della sala si estendevano sedie di velluto accanto a minuscoli tavolinetti rotondi e divani di stoffe pregiate dall’aria estremamente costosa. Sul tavolo del banchetto,in ciotole di cristallo fine ,alla luce delle candele risplendeva un liquido rosso scuro. Sangue.

Le persone pallide e educate,vestite magnificamente,con un’aria superba negli occhi e che diventavano banali nel loro splendore,circondavano alcuni individui,nascondendoli in un capannello zelante. Molti avevano il volto coperto da maschere abilmente decorate.

Miriadel cercava di non mostrarsi atterrita,ma tutta quella pressione la innervosiva. Mano mano che si addentrava nella sala al braccio del maestro sentiva gli sguardi volgersi su di lei. Sguardi ostili,penetranti,sguardi di lupi crudeli che hanno visto un agnello. La ragazza rabbrividì,cercando di mantenere un’espressione austera. Ma aveva paura. La sala si zittì di botto mentre si avvicinavano al centro del locale,verso i capannelli.

Il Maestro percepì la sua ansia e tentò di rassicurarla stringendole il braccio. Bel tentativo,ma non funziona pensò Miriadel. Il panico continuava a serrarle lo stomaco,ma continuò a camminare. In fondo,erano solo altri vampiri,no?

Il capannello zelante si aprì,lasciando spazio alle persone che avevano nascosto fino a quel momento. No,non erano semplici vampiri. Spiccavano come farfalle colorate in uno stormo di falene,non sembravano appartenere alla stessa specie. Erano tre uomini e due donne. I capo Gilde. Bellissimi,splendenti,ma in modo diverso dall’ipocrita massa che li circondava.
Miriadel si sentì attraversata dall’intensità di quegli sguardi,i battiti del cuore aumentavano. Il maestro le lasciò il braccio,spostandosi poi a qualche passo da lei. La sosteneva,ma quella era una sfida che doveva affrontare da sola.

Cadde il silenzio.

Il primo a parlare fu l’uomo più alto. Gerard. Gli occhi verdi contrastavano con i capelli neri i e ricci,disordinati in un’ammaliante perfezione. – Bene advenit fratres, su vos sanguine pluit possat .- disse con una voce ammaliante. La formula di saluto ufficiale. Miriadel ci mise qualche secondo prima di liberarsi del potere seducente della sua voce e rispondere .Intanto risatine percorrevano la sala. Un guizzo d’odio per quelle anonime ipocrite persone ruppe il velo di intorpidimento che le avvolgeva la mente:- Etiam verter iter abondan pabulum esse possat. -Disse con sicurezza,accennando un inchino. Una delle donne del seguito le lanciò un’occhiata sprezzante,a cui rispose prontamente. Ora non aveva più paura.

Gli altri due uomini,ugualmente splendenti e grondanti di una strana forza ripeterono il rituale subito dopo. Quello dai capelli rossi,Andrè, sembrava soddisfatto,mentre il castano,credeva Dominic, la trafisse con un’occhiata carica di odio,che quasi la fece ritrarre. Ma sostenne il suo sguardo,con sicurezza inaspettata.

Le donne non avevano nulla da invidiare agli uomini,belle oltre l’inverosimile,una con lunghi capelli rossicci,Maya,l’altra con la chioma corvina pettinata in un elaborata acconciatura,Beatrix,e emanavano un’aurea di potere e forza simile a un campo elettromagnetico. Non si somigliavano molto,ma quell’aria di impenetrabile superiorità li accomunava tutti. Non erano come gli altri. Quando toccò a Beatrix, a Miriadel non sfuggì la strana occhiata che indirizzò al maestro,a qualche passo da lei. Rancore,speranza,amore,paura? Miriadel non riuscì a comprendere cosa contenesse. Il suo sguardo corse dall’uomo alla donna . Poi Maya cominciò il rituale.

- Bene advenit fratres, su vos sanguine…-

Finito il rito,le volsero le spalle e si allontanarono seguiti dal capannello chiusosi nuovamente attorno a loro,così la giovane non dovette soffocare un sospiro di sollievo. Non avrebbe retto lo sguardo di Dominic un secondo di più.

- Bel lavoro,ragazzina.- il maestro le era accanto e la osservava,soddisfatto – Li hai colpiti,ora sanno che esisti.-

- Ma se ora mi odiano…- il pensiero di quello sguardo d’odio che l’aveva inchiodata fino a poco prima la fece rabbrividire.

- Può darsi,però li hai colpiti. Sono pochi quelli che riescono a non balbettare o a non svenire alla prima volta al loro cospetto. Vampiri più anziani di te sono scappati a gambe levate.-

Miriadel sorrise,grata dell’incoraggiamento. La musica cominciò in quel momento.

Il Maestro,senza chiederle il permesso,forse perché sapeva si sarebbe rifiutata,la prese per la vita e la trascinò al centro della sala,dove con grazia scivolavano altre coppie.

Miriadel si chiese se fosse il caso di provare a liberarsi e darsela a gambe prima che il Maestro la riacchiappasse o qualcun’altro la invitasse,ma la vedeva dura. Il suo accompagnatore sembrò intuire i suoi pensieri, e sorrise beffardo –Non ci provare,ragazzina. -le sussurrò aumentando la stretta. Infine Miriadel si arrese mentre la sua gratitudine spariva in uno sbuffo di fumo. Alla fine del ballo,si allontanò in fretta e furia,incespicando sul bordo dell’abito mentre il maestro sogghignava.

Cercando di non farsi vedere,passando dietro a divani,statue e colonne evitò tutti i possibili cavalieri. Fu una vera e propria maratona,cercare di non far cadere quel numero esorbitante di fragilissimi vasi. Ma ormai c’era quasi,aveva quasi raggiunto la scala per l’uscita e per l’accesso alla casa,ma proprio lì davanti,sempre circondato dai suoi leccapiedi,c’era il moro,intento in una conversazione con una giovane donna dall’aria erudita,molto avvenente.

Ora era bloccata tra due fuochi:un capo Gilda che la odiava,e un’orribile sala da ballo gremita di aspidi. Fantastico. Si appoggiò al muro.

In quel momento,successero due cose in contemporanea:si presentò una via di fuga e una corda che non gliela permetteva. Alle sue spalle,l’arazzo rosso si scostò mostrando di sfuggita la scala che aveva già notato quando era entrata ma che poi aveva scordato,poi entrò lui.

Da una delle due scalinate,scese rapidamente un ragazzo,sui diciassette anni,con dei penetranti occhi grigio-violacei. Impossibile confonderlo,nonostante il momento critico in cui l’aveva incontrato. Lo zigomo ricominciò a scottare.

Quando entrò,la sala si zittì nuovamente,tutti gli occhi puntati su di lui. Alcune delle persone dei capannelli stretti attorno al moro e alla rossa lo guardarono male,senza riuscire a ricostruire nemmeno in parte l’effetto dell’occhiataccia sprezzante che rivolsero al giovane i loro idoli,ma gli altri presenti lo guardavano con ammirazione e timore.

Un bicchiere cadde,l’incanto si ruppe,e la musica ricominciò,seguita dalla giostra di ballerini.

Miriadel stava per infilarsi su per la scala misteriosa,quando lo sguardo freddo del giovane incatenò il suo. Si stava dirigendo verso di lei. Miriadel si sentì arrossire, e distolse lo sguardo. Non voleva mica invitarla a ballare? Era a pochi metri,così cercò di darsi una svelta a darsela a gambe,ma prima che potesse fare alcunché sentì qualcuno prenderla per il polso. Non aveva bisogno di alzare lo sguardo per capire chi fosse.

- Ci si rivede,arani-a –doru.- le disse con un sorriso più simile a un ghigno. Miriadel odiava sentirsi in debito,ma in quel momento non sapeva proprio che dire. La sua lingua affilata era stata bloccata.

.- Balliamo.- le disse il giovane.

-No,grazie,non mi sembra il caso. -cercò di declinare lei, e fece per andarsene.

-Non era una proposta.- detto questo la trascinò verso la pista. Miriadel cercò invano di divincolarsi. Si stava veramente scocciando. Non era una bambola,come si permettevano tutti di…come dire…di costringerla,di spostarla,di farla sentire così inerme? Non si poteva andare avanti così. Lui intanto l’aveva già stretta a sé e la stava obbligando a volteggiare per la sala. Dopo i primi quattro passi Miriadel gli pestò ,non proprio casualmente , un piede. Ci mise tutta la forza di cui era capace.- oh,scusa!- disse con fare innocente.

- Di niente!-

Non gli aveva nemmeno fatto male. Di fronte a quel sogghigno da impunito, sentì la rabbia assalirla ancora ,e cercò di nuovo di divincolarsi. Nulla da fare,la teneva stretta. Si stava davvero infuriando eppure non poteva fare niente.

Poi quella tortura di ballo finì. Non fece nemmeno la riverenza,si limitò a scappare alla presa dell’apparente giovane e a correre fuori dalla pista,verso le scale nascoste. Le salì in fretta,per diverso tempo. Durante il percorso aveva visto molte porte,ma le aveva ignorate. Sentiva il richiamo della luna e della notte,doveva esserci un balcone. Non rimase delusa.

Una volta all’aria aperta,si lasciò cadere a terra,piangendo per sfogare la sua rabbia,fregandosene del trucco. In quei due giorni erano riusciti a farla sentire incapace, impotente. Il maestro,quel ragazzo….perchè? Perché non riusciva a difendersi?

Non voleva essere come le neo vampire viste giù in sala,a leccare i piedi in cambio della protezione dei più forti. Non voleva essere trattata come un oggetto!

E poi,ora che ci pensava,perché quel tipo la chiamava “Arani-a-doru”? Non ricordava più il significato di quella parola,ma doveva averla già sentita…ripensò alla sua presa forte,persino più di quella del maestro. Doveva essere vecchio,nonostante l’aspetto. Ma questo non lo autorizzava a trattarla in quel modo!

La luna era coperta da nuvole che presagivano acquazzone,in lontananza i tuoni facevano sentire i loro tamburi. E Miriadel era ancora infuriata.

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Prima parte del 5° capitolo!! Avevo avvisato che sarebbe stato lungo.^^
Allora IMPLORO PIETà E PERDONO ai latinisti,per gli scempi di coniugazione,grammatica,concordanza che ho fatto. Quando ho scritto la bozza del capitolo,non avevo ancora studiato i congiuntivi...ero all'inizio...ma poi la voglia di correggere non c'è stata e ho lasciato questi obbrobri di frasi inaccettabili per una studentessa di 4° ginnasio a maggio...° \\\\° Un giorno,forse,li correggerò,per ora mi limito a implorare perdono ^^

Per lovehate : Grazie mille per il commento!!! No,Miriadel e il maestro non sono amanti,ma sono molto legati da un'altro punto di vista. Maggiori spiegazioni arriveranno a tempo debito. ^^


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Capitolo 6
*** Capitolo 5: il ballo,parte seconda ***


5 cap.parte seconda

Sentì i passi sulle scale quando ormai era troppo tardi. La porta stava per aprirsi. Accidenti. Si era lasciata trasportare dalla collera,dalla frustrazione e dallo stupendo panorama di notte-senza-luna-su-sconfinata-foresta-e-un-pezzo-di-città, che non aveva sentito i passi. Con un’imprecazione silenziosa,scattò il più velocemente possibile.

La porta si aprì. Miriadel soffiò.

Il maestro ,sentendo l’ostilità scattò in posizione d’attacco. Si guardarono per qualche istante,poi lui abbassò la guardia con un mezzo sorriso,piuttosto tirato.

-Ecco dov’eri.- la sua voce era strana, falsamente allegra per nascondere ira e preoccupazione.. -Ora potresti scendere da lì per favore?-

Miriadel era saltata sul dorso di una delle statue a forma di chimera,mezze sgretolate e dimentiche del tutto del loro antico splendore. La ragazza era in posizione di difesa,la gonna stretta dell’abito aveva dovuto adattarsi forzatamente quella posizione,arrotolandosi fino quasi alla vita, coprendole a malapena la biancheria e lasciando le gambe bianche e muscolose a scintillare nella notte. Non aveva più le scarpe con i tacchi ai piedi,buttate in qualche angolo del terrazzo,e i capelli le frustravano il viso spettinati e presi dal vento. Sembrava una selvaggia.

Eppure era bella anche così,maestosa in quella bellezza selvatica,ribelle,incontrollabile,come la forza della natura,a cavallo di quel selvaggio animale di pietra che con lei sopra sembrava riprendere vita.

Il Maestro sentì una forte fitta di orgoglio paterno svegliarsi dentro di sé. Si era affezionato troppo a quella ragazzina. Sospirò.

- Scendi. E guardati,sei impresentabile. Vedi di darti una sistemata. -il suo tono era brusco. Stava mentendo a sé stesso.

Miriadel scese con grazia,si aggiustò la gonna,raccolse le scomodissime scarpe e si diede una risistemata veloce ai lunghi capelli violacei.

- Va bene così?-

- Meglio.- poi si ricordò il perché l’era andata a cercare. E l’ansia tornò. Ripensò alla sala appena lasciata,dove aveva assistito al ballo della ragazza con il giovane vampiro.- Ti rendi conto di quello che hai fatto?- chiese all’allieva.

Miriadel lo guardò sinceramente sorpresa –Cosa? Non dovevo salire sulla statua? Non l’ho rotta mica…-

Il Maestro la guardò per qualche istante allibito. No, non se ne rendeva davvero conto.

- Miriadel …-

Miriadel si scosse. L’aveva chiamata per nome. Non ragazzina o con uno degli altri appellativi a cui si era abituata. Lo fissò ancora più confusa, dimenticando il rancore nei suoi confronti.

- Lo sai con chi hai ballato prima?- le chiese.

Miriadel sentì la furia tornare.- Quel ragazzino odioso pallone gonfiato! Mi ha costretta! A proposito,maestro,non ne posso più di…-

-Miriadel,quel ragazzino odioso è uno dei maggiori esponenti in affari con le gilde.- la interruppe.

La ragazzina lo guardò basita.

- Credo si chiami Morgan.Non è dentro nessuna delle gilde,ma si vocifera,con loro grande disappunto,che potrebbe fondarne una nuova,più potente delle altre,che lo temono e cercano di inglobarlo. Gli ha tenuto testa per centinaia d’anni. Non si sa granché di lui, ma una cosa è certa: non è un vampiro normale,Miriadel. E non mi piace il fatto che ti abbia scelta…-

- Scelta?! Costringermi a ballare si chiama scegliere?- lo bloccò scettica.

- Non hai visto come ti ha guardata? E la sala? Non hai notato come ti osservavano quegli aspidi mentre ballavi?-

No,non ci aveva fatto caso,ammise Miriadel.

- Io invece sì. Sono sorpresi,gelosi – Miriadel fece per protestare, ma il Maestro la bloccò- non venirmi a dire che non lo trovi attraente, perché non ci credo.- lei arrossì,e lui continuò.- dicevo,erano sguardi invidiosi e cattivi. Ti sei fatta notare troppo stasera,ragazzina. Morgan non aveva mai degnato nessuno di attenzione,a quanto ho saputo.
Ha sempre ignorato quella compatta plebaglia velenosa che idolatra i potenti, poi sei arrivata tu. All’improvviso quel tipo irraggiungibile punta una matricola appena arrivata,al suo primo ingresso in società,e anche la magra consolazione del “tanto non guarda nessuno” sparisce. Chi sei tu,sciocca ragazzina,per attirarti così all’improvviso le grazie di un vampiro così potente,forse più di tutti noi messi insieme? Questo è il pensiero di quelle vipere.- le spiegò.- loro cercheranno di ostacolarti,in qualunque modo. Sta in guardia.-

Miriadel ci mise un po’ a ritrovare la voce,mentre assimilava le informazioni.- Sì,maestro,cercherò di non dare nell’occhio e di non infastidire le serpi ulteriormente.-

-Brava,ma non è quella la mia preoccupazione maggiore. Finché sono con te,non ti toccheranno. Più che altro,sta attenta alle Gilde,e a quel Morgan. Non mi fido di lui. Cosa vuole da te?- gli occhi del maestro erano ridotti a fessure,e Miriadel vi lesse un misto di rabbia e apprensione. La tensione si avvertiva nell’aria.

..............

Rientrarono nel salone affollato,con un po’ di reticenza da parte di Miriadel,ma il Maestro non le aveva lasciato scelta. Uffa,perché continuava a trattarla così? Le sembrava di aver perso la forza di volontà. Grazie al cielo, Morgan non c’era.

Teneva ancora il broncio,quando le si avvicinò un folto capannello,da cui si fece avanti un vampiro untuoso,con i capelli neri di uno strano colore traslucido e due occhi infossati brillanti e pervasi di un’astuzia malvagia.

- Salve,ragazza. Non abbiamo avuto ancora modo di presentarci,ma volevo conoscere la famosa e rispettabile novizia di cui tanto si parla.- disse nascondendo un sogghigno. Il capannello ridacchiò. Nonostante si fosse risistemata,Miriadel aveva ancora i capelli disordinati e annodati,l’abito risentiva dei movimenti per il quale non era stato omologato e aveva diverse cuciture lente,le scarpe avevano perso buona parte della loro vernice blu e avevano un gancino rotto. Non era esattamente il ritratto della rispettabilità.

- Perché mai si dovrebbe parlare di me,umile novizia? Piuttosto,voi chi siete,compagno di immensa cultura?- le parole eccessivamente educate grondavano di ironia,mentre la giovane si rialzava da un inchino troppo profondo.

- Oh,io sono solo un’umile servitore delle gilde,che ha il compito di controllare e filtrare l’illustre popolazione che ha il diritto di accedervi. Per meglio dire,sono il presidente del clan “Regi dicio” – non le diceva granchè, - Mi chiamo Eralde. E voi,pulcherrima compagna –ridacchiò –avete incuriosito la mia attenzione. E anche quella di qualche altro uomo,a quanto ho potuto vedere. Io vorrei semplicemente constatare se le vostre…come dire…qualità sono particolari come ho udito e come ha sembrato constatare il vostro Maestro e il giovane accompagnatore del vostro secondo ballo.- il sarcasmo straripava dalle parole,come l’unto grasso delle salsicce quando sono cotte alla griglia. La stava accusando di quello che erano tutte le altre donne che lo circondavano.
Arrampicatrici sociali. Cerca favori. Puttane.
E la stava sfidando a rispondere. Miriadel ,ignorò lo sguardo d’avviso del maestro e controbatté:- Se per qualità intendete i poteri,sì,ne ho qualcuno,anche se quasi tutti ancora sigillati,purtroppo. L’ illustre Maestro che mi accompagna, li ha percepiti perchè probabilmente li ho erroneamente usati in pericolo di vita,l ,ma purtroppo non ho ricordi dell’accaduto,se non il mio risveglio,quando trovai il mio nuovo e primo Padre,cioè il maestro. Sono orfana. Sono spiacente di smentire le tali argute dicerie che sono giunte alle vostre orecchie,ma la verità è questa,non sono particolarmente potente. Però,qualche minimo potere oltre la norma,ce l’ho,illustre compagno. Anche lei,mio onorevole signore,credo abbiate qualche abilità oltre la norma,dico bene?- Miriadel parlò con tono tagliente,rilanciando la sfida.

In quel momento iniziò un nuovo valzer.

.- Vuole ballare,gentile dama?-

Non sapendo come rifiutare senza ammettere la superiorità dell’altro,la giovane si trovò costretta ad accettare e a farsi stringere i fianchi dalle mani mollicce dell’uomo. Per un po’ cercò di concentrarsi sul tentativo di reprimere il disgusto e non vomitare ed evitò la conversazione. Il suo avversario prese parola.

- Ha indovinato,gentile dama,io sono capace di molte cose,ma non posso parlarne,con mio immenso dispiacere- mentiva,godeva come un matto a tenerla nel dubbio,a cercare di intimorirla.

- Oh,allora deve essere immensamente potente,onorevole compagno.- lo stava schernendo,insinuando che dubitava di lui.

La gara di parole continuò sullo stesso tono,tra la falsa innocenza ostentata da Miriadel e la finta riverenza del suo accompagnatore. I loro sguardi erano di vetro,le loro parole trasudavano veleno. Eppure,nessuno dei due restava senza risposta.
Alla fine del patitissimo ballo,però,fu lui a sferrare l’attacco più pericoloso:- Grazie per il ballo,mia gentile compagna. Penso che lei sia una persona davvero interessante. Che ne direbbe di venire,con il mio invito,questa settimana all’illustre maniero delle Gilde, Sanguine Peano?-

Miriadel rimase a bocca aperta,mentre cercava di analizzare in fretta la situazione. Non poteva rifiutare,ma accettare significava suicidare la sua libertà…

Il maestro si inserì rapidamente nella conversazione,nel tentativo di trarre in salvo l’allieva:- Mi dispiace,egregio compagno,ma Miriadel è ancora troppo giovane e troppo inesperta per stare senza l’ausilio del Maestro per più di tre giorni. Mi spiace,ma il Codice parla chiaro. Non posso permetterle di partire, potrebbe divenire un pericolo per sé e per gli altri..-

-Non c’è problema, animato compagno- rispose mellifluo – Lei segua la sua allieva nella prima parte del viaggio,i soli primi due giorni,sicuramente al maniero ci sarà posto anche per lei. Poi potrà tornare agli affari,lasciando senza timore la ragazzina nel grembo delle Gilde. Mi sembra un ottimo elemento…-
Miriadel era inorridita,stavano cercando di tirarla nel gioco,di farla diventare una pedina. Attorno a loro intanto si era stretta una cerchia di curiosi,dimentichi dei balli. “Impiccioni!” pensò con rabbia l’ apprendista.

Intanto la sfida verbale passata in mano al maestro continuava. Non poteva lasciare che Miriadel entrasse in quel gioco crudele,non poteva permetterlo. Sì,le si era decisamente affezionato troppo,ormai per lui era come…come una figlia. Quel pensiero turbò il vampiro,che lo scacciò rapidamente e ricominciò a discutere. Alla fine,con un ipocritissimo sorriso,ringraziò della “splendida opportunità”. Avrebbe accompagnato la sua allieva in quel infausto viaggio nella tana del lupo.

Alla fine nessuno era completamente soddisfatto,né il maestro che si era ritrovato costretto a partire nonostante avesse ottenuto di non lasciarla sola,né l’untuoso Eralde che non aveva ancora trovato il modo di isolare la giovinetta. Sì,sarebbe stata perfetta. Quanto potere aveva sentito vibrare nella sua anima,quanta forza! E andava sprecata così,contenuta da quell’imbecille del suo maestro e dai suoi compari,quel clan,quella feccia, sotto il governo di Beatrix!Traditrice del suo sangue,ecco cos’era,la giovane mora ora seduta al palco,con solo quattro secoli sulle spalle assieme al pesante incarico di gestione che le era toccato. Ma ci sarebbe riuscito. Per il suo capo. Che lo avrebbe elevato sopra ogni altro.

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Ecco,finita la seconda parte del capitolo!! Ho torturato ancora una volta il latino,ma non stiamo a fare i pignoli!!!^^'' Spero vi sia piaciuto anche questo fine-capitolo,ma anche se vi ha fatto orrore commentate please!

Per lovehate: ancora grazie mille per il commento!! Per quanto riguarda il Maestro...beh,i vampiri sono o non sono l'emblema dell'attrazione pericolosa? Se lo facessi brutto rovinerei un mito!!!^^ Comunque lascio il resto alla tua immaginazione.

Solo un'ultima cosa: COMMENTATE!! ( sono insistente,vero?) Per favore! Serve sia uno sprone per continuare a scrivere sia dei consigli per migliorare.



Grazie mille per aver letto!

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: famiglia ***


6 cap

Ok,lo so,sono davvero troppo rapida con gli aggiornamenti. Se continuo a mandarne due al giorno diventerò logorroica! Vabbè tanto,purtroppo per voi,ho già pronte almeno una quarantina di pagine,e continuo imperterrita ad andare avanti! Sì,sono esagerata,ma prima o poi mi fermerò.Almeno credo.^^

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Tornarono in albergo quando ormai mancava poco all’alba.Sarebbero partititi la notte dopo,via nave,per raggiungere l’isola del maniero,lontano dalla costa. Le restava una sola notte e due giornate,una di sonno e una di viaggio.

Entrò in camera sua,dove chiuse le imposte ermeticamente,per restare completamente al buio,prima di buttarsi sul letto. Era stanchissima,quella notte l’aveva sfiancata. Senza alzarsi lottò per liberarsi dal fastidioso abito,che poi gettò ai piedi del letto mentre si raggomitolava al centro delle due piazze.

Il sonno tardava ad arrivare. Troppi pensieri,troppe paure…

E i primi non la lasciavano in pace. Che cosa la aspettava?

La sua mente stanca vagò nei ricordi della serata,soffermandosi su persone ed oggetti che l’avevano colpita. Nel dormiveglia rivide i capi clan,rivide Beatrix,lo sguardo che la donna aveva rivolto al maestro. Non era stupida,sapeva che anche il maestro era sotto una delle Gilde ma non le aveva mai rivelato quale,era vietato dal codice per non influenzare la scelte dell’allievo. Ossia per spingerlo tra le fauci del più forte.Però quello sguardo d’intesa…conteneva di sicuro qualcosa di più che rispetto,ma la giovinetta non riusciva a capire cosa. La sua testa decise che era troppo impegnativo stabilirlo in quel momento e diverse la direzione della coscienza. Una brusca svolta su un paio di occhi grigi. Morgan. la presa salda,lo sguardo profondo ardente di scherno e malizia,le labbra sulla sua pelle…il ricordo attraversò Miriadel come una scossa. La ragazza affondò il viso nel cuscino mentre la ragione,bruciante d’imbarazzo e rabbia per se stessa,cercava di scacciare il fastidioso e reticente ricordo. Sforzo abbastanza inutile,perché ogni qual volta che sembrava svanire,rieccolo lì,pronto a riaccendere la sua vergogna.

Provò a spostarsi su altri fronti,sulla luna,sul panorama della città,sulle porte chiuse delle scale…meglio. Ma ad ogni minimo pretesto Morgan riappariva nella sua mente lasciandola sempre senza fiato. “Stupida!” si disse.

Solo un pensiero riuscì a farlo momentaneamente passare in secondo piano. Il Maestro. L’aveva messa in guardia,l’aveva aiutata e l’aveva difesa. E per colpa sua era costretto a seguirla in un nido di vipere,in un posto che odiava. E per un motivo più profondo rispetto della politica. Si era sacrificato per lei. E per la prima volta da oltre dieci anni,da quando Mriadel aveva abbandonato le fantasticherie familiari per il dolore e l’incertezze che la vita le aveva riservato ogni giorno per farla diventare una selvaggia insensibile,preoccupata solo della sopravvivenza,un’altra dei tanti orfani,la giovane si chiese :” Vuol dire questo avere un padre?”. E una parte del suo subconscio le rispose qualche secondo prima che il sonno la portasse via sotto il suo mantello. Le rispose di sì. Non era più un’orfana.

..................................

La notte successiva passò in fretta,tra il fare i bagagli,far sparire le proprie tracce e andare a caccia. Infatti in nave era vietato banchettare con l’equipaggio umano,quindi era meglio mangiare bene prima della partenza. La tensione si tagliava con il coltello,e alunna e maestro erano talmente nervosi e assorti tra i propri pensieri,che si rivolsero a malapena due parole.

..................................................

Il viaggio per il porto era piuttosto lungo. Ore di esistenza gettate nel vuoto,a guardare senza vederlo davvero lo scorrere si distratto del paesaggio,mentre una morsa le rodeva lo stomaco.

Miriadel si agitò per l’ennesima volta sui sedili di pelle della macchina nera che sfrecciava sull’autostrada,dietro i finestrini oscurati per proteggerli dai raggi del sole crudele. Il maestro si voltò verso di lei. Era davvero nervosa. La osservò cambiare nuovamente posizione,mentre stringeva le gambe al petto. I capelli le coprivano il viso,ma anche da dietro quella cortina,il maestro capì che si stava mangiando le unghie. Era così giovane…non aveva ancora perso molte delle sue caratteristiche umane. Anche la sua furia e la sua paura erano diverse,non sensazioni fredde e violente come le sue,ma ogni emozione per lei era una passione forte,calda.

Provò a tranquillizzarla,sfiorandole il braccio,ma lei si ritrasse.

-Smettila.- le disse.

Lei si voltò sorpresa verso di lui:- Di fare cosa?-

- Di sentirti in colpa e di tormentarti inutilmente.-

Silenzio da parte dell’alunna. Aveva fatto centro.

- Ti sto seguendo di mia spontanea volontà,non per fare un piacere a te. Ho degli affari da sbrigare. Sei davvero così egocentrica da pensare di essere al centro del mondo?- stava mentendo,ma sapeva che in questo modo la ragazza avrebbe smesso di sentirsi in debito: -Quindi piantala di tenere il muso. E non mostrarti spaventata. Non ora,visto che quando ce n’era veramente bisogno,la tua linguaccia era tutto meno che paralizzata dal terrore. Non fare la scena ragazzina,è inutile.-

Il silenzio ripiombò nell’abitacolo,ma la tensione si era alleggerita.

Dopo una ventina di minuti,Miriadel riparlò: - Perché detesta così tanto quel castello?-

Sapeva che avrebbe percepito la sua avversione. Si a spettava quella domanda,ma nonostante tutto non si era preparato uno scudo di bugie con cui difendere il suo cuore ferito.- E’ una storia lunga,ragazzina.Non puoi capire…-

- Mancano ancora due ore al porto,il tempo c’è. E poi sono meno giovane di quello che sembro…-

Il maestro rise,sentendo nelle parole della sua allieva quelle di un altro. – Sì,in realtà avresti la veneranda età di diciotto anni!-continuò a ridere,mentre Miriadel metteva il broncio.

- Sarei comunque maggiorenne!!-

Il maestro sghignazzò più forte. Poi si fece di nuovo serio. – Davvero,Miriadel- sospirò –non ora.-

La giovane non insistette. Seppur di tanto più vecchio e forte di lei,neanche le ferite al cuore di un secolare vampiro si richiudevano facilmente.

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Allora allora:

Per lovehate :Grazie veramente tantissime!!! Adoro i tuoi commenti e sono contenta che ti piaccia! ^^ Ecco qua un capitolo per non farti morire dalla tensione,ma non so quanto sarà utile...ho il brutto vizio di seminare un macello di enigmi !! Comunque prima o poi li svelo,non preoccuparti

E di nuovo,insisto,COMMENTATE!! Avete letto fin qui,che vi costa un commentino? Anche per dire che è meglio che mi dia all'ippica ^^"

Grazie per aver letto!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: l'inizio del viaggio ***


passattooo

Quando arrivarono al porto il sole non era ancora tramonto. L’autista dell’auto,che non sospettava certo di trasportare due vampiri,entrò con il mezzo nell’ampio parcheggio nel ventre della nave. Per quanto ne sapeva lui,i due passeggeri non erano altro che innocui e stravaganti aristocratici che volevano evitare che anche un solo raggio di sole facesse diventare impura la loro carnagione nobile.
Ma quando li vide i scendere con grazia nel buio del parcheggio,il sospetto di non avere a che fare con esseri totalmente umani,prese un pizzico anche del suo scettico cuore.
Entrambi gli individui erano alti,con la pelle di un bianco latteo davvero esagerato brillante nell’oscurità. Ma le somiglianze finivano lì.
La ragazzina doveva avere all’incirca sedici anni,aveva lunghi capelli di un colore indefinibile,violaceo, tanto setosi che era impossibile fossero tinti ma che non potevano essere neanche reali. Sul fisico snello,sottile ma muscoloso aveva una maglietta nera e un paio di jeans dello stesso colore,abiti semplici ma che su di lei stavano fin troppo bene. E gli occhi…quando alzò lo sguardo il pover’uomo quasi si spaventò per l’intensità di quei due specchi appena intravedibili sotto la frangia pesante,di un colore giallo dorato,indefinibile.
L’uomo era altissimo,sul metro e novantacinque,con i capelli abbastanza lunghi,di un castano così scuro da sembrare nero sotto i quali brillavano due fari di un azzurro cupo,profondissimo. Era giovane,con un fisico allenato che si intravedeva sotto la camicia scura .
I due non sembravano parenti,eppure anche lui riuscì a percepire il profondo legame che li univa.
Era talmente preso da loro che quasi non si accorse dei soldi che l’uomo gli stava porgendo. Quando li notò li prese distratto.
Poi si ritrovò a guidare sulla via del ritorno,ancora scosso e immemore di come ci era finito,ansioso di tornare a casa da sua moglie e dai suoi quattro figli a raccontargli la sua esperienza e dimostrare al suo figlioletto minore,Jean louis,che la professione di autista poteva essere davvero interessante,più di quello di medico,poliziotto o generale. In fondo,chi può vantarsi di aver incontrato due vampiri?

..........................................

Miriadel si sdraiò sul letto. Quella nave era enorme,eppure sembrava non fossero rimaste altre cabine se non quella a prua,che prendeva la forma dello scafo triangolare. Un ampio materasso della stessa forma era incastrato lì in mezzo,occupando quasi tutta la “camera”. Miariadel capì che gliel’avevano assegnata per farle un dispetto e sorrise. Dispetto? Lei lo chiamava favore,più che altro. E’ vero che le onde si sentivano il triplo e quando il mare colpiva lo scafo faceva un rumore assordante,ma la ragazza non avrebbe potuto chiedere di meglio. Amava l’ oceano,la sua voce,la sua forza. Si sdraiò al centro del materasso troppo corto,raggomitolandosi come suo solito,ad’ascoltare quel rombo rassicurante.


Il maestro entrò senza bussare. Lui si era sistemato nella stanza accanto,più ampia e spaziosa,con un’enorme letto inchiodato al centro a completare il fine arredamento. Si guardarono per qualche secondo,poi sorrise.
- Vedo che gradisci la tua sistemazione. Ci vorranno parecchie ore di viaggio e dovremo partire a momenti. Il capitano è umano,quindi possiamo viaggiare anche con il sole- la informò.
- Ah,ok!-rispose. Poi si sedette a gambe incrociate sul letto,in soprappensiero –Sono proprio creazioni meravigliose le navi,non trova Maestro?- chiese.
-Non ne avevi mai presa una?-
Miriadel scosse la testa. Il maestro sorrise.
- Va pure a esplorare,ma vedi di non causare disastri. E per favore-la ammonì – evita i capi clan e le risse finché puoi,va bene? Non mi va di doverti venire a ripescare in mare aperto.-
La ragazzina annuì, e poi si addentrò tra i lussuosi meandri della nave.

Non c’era ancora quasi nessuno in giro per i corridoi,la maggior parte degli immortali preferiva non correre il rischio di essere sfiorato dal sole ormai morente.La nave era veramente enorme.
Girò a vuoto per un po’,incontrando di tanto in tanto qualche marinaio indaffarato,o qualche vampiro impavido o troppo fiducioso nei confronti delle tapparelle ermetiche decorate a mano che chiudevano ogni oblò.Infine trovò quello che cercava,l’uscita per il ponte esterno.
Miriadel uscì all’aria aperta,sotto i raggi del sole prossimo alla scomparsa. Non le fece nulla,se non un fastidio perpetuo sulla pelle sensibile. Un piccolo dolore sopportabilissimo,un ridicolo pagamento per quello che voleva fare. La nave stava per salpare,il rombo del motore sotto ai suoi piedi ne era la prova.
Rapidamente attraversò il ponte,fino alla balaustra che la separava dalla punta estrema della nave. Agilmente la scavalcò e si sedette in equilibrio sulla sottile punta di metallo che sporgeva sul mare.
E lì si sistemò,lo sguardo rivolto all’ oceano,troppo presa da ciò che vedeva per sentire il leggero bruciore della pelle. Troppo presa,per percepire il rombo della nave che si staccava dal molo. Troppo presa per sentire gli sguardi fissi su di sé,sguardi completamente diversi tra loro,se non per l’attenzione.

L’untuoso Eralde osservava la giovane da uno degli oblò semichiusi del piano di sopra,completamente in ombra. La vedeva,così giovane da non temere ancora i raggi del sole,accucciata sulla sporgenza in ferro del muso della nave,dove un tempo mettevano le polene..
Sorpreso dalla passione sul viso della ragazza,sorpreso dal calore che emanava. Era diventata la sua ossessione,da quando le aveva cinto i fianchi in quell’unico ballo. La doveva assolutamente portare al suo capo. Ma non era più solo questo il suo obbiettivo. Anzi…
Stava cominciando a bramarla solo per sé, a non voler condividere con nessuno quella creatura. Voleva il suo sangue, e con lui la sua passione,la sua forza,il suo calore. Smaniava quegli occhi dorati,li voleva vedere colmi di lacrime e paura,voleva zittire quella lingua strafottente. Voleva strapparla via da quell’imbecille del vampiro che aveva avuto l’onore di assaggiare il suo sangue,quel Maestro che non sapeva sfruttare il suo potere. Sì,l’avrebbe portata via a lui e a Morgan,quel ragazzino arrogante che si credeva chissà chi. Li avrebbe puniti per i loro sguardi di sufficienza,gliel’avrebbe fatta vedere. Guardò di nuovo la ragazzina. I raggi del tramonto a lui nocivi le si infilavano tra i capelli che le si agitavano attorno al viso come ali,ali nere.
Sì,gliel’avrebbe portata via,ma non solo. L’avrebbe fatta soffrire dinanzi a loro,unicamente per il gusto di vedere l’orrore dipinto nei loro occhi,per guardare poi anche quelli d’oro della ragazza riempirsi di pianto…l’avrebbe guardata negli occhi mentre soffriva!

Ma lei non sentì né lo sguardo crudele,né i pensieri malati e perversi dell’uomo. Lei sentì solo il mare.

Il Maestro la osservava da lontano,nascosto da una delle molteplici porte del ponte. Anche da lontano riusciva a percepire la sua passione,il suo amore,la sua forza. Era bellissima, come sospesa sul mare illuminato dal rosso del tramonto,i capelli sciolti che le frustavano giocosamente il viso presi dai raggi del sole ormai sul letto del riposo. Spruzzi d’acqua le bagnavano il viso e i vestiti,ma nei suoi occhi non vi si leggeva altro che gioia allo stato puro.
Era bellissima, selvatica,libera.
Era la sua natura,era se stessa al cento per cento.
Il maestro continuò a osservarla. Non riconosceva i sentimenti che stracciavano lo strato di torpore e freddezza con cui la sua anima era fasciata da troppo tempo. Affetto,ammirazione…no era di più. Era amore. Un’amore paterno, che l’aveva spinto due anni prima,come se la sua anima sapesse già, ad accettare le suppliche di quella ragazzina di strada sola e disperata,come un aquila con un’ala spezzata.
Ora l’aquila era quasi guarita, ma sarebbe rimasta segnata,come le ferite troppo profonde del suo giovane cuore,impossibili da guarire. Ma questo non le avrebbe impedito di volare alto,anzi avrebbe superato tutti,perché le ferite sanate rinforzano corpo e anima. Sì,ne era certo,un giorno avrebbe toccato il cielo. Ma era ancora troppo presto,non poteva ancora lasciarle spiccare il volo.

Ma Miriadel non si accorse di quello sguardo,lei volava già per quanto poteva,assieme ai gabbiani.


Più vicino del maestro,ma sempre protetto dagli spessi stipiti delle porte della nave,Morgan la osservava.
Anche lui come gli altri due vedeva l’anima della ragazza scoperta, pura, appassionata, intensa, bruciante.
La sentiva gioire,danzare,mentre la prua attraversava le onde. La vide chinarsi sull’acqua il più possibile, le balene in lontananza che avevano anche loro percepito la presenza della giovane schizzavano acqua salmastra,vide i gabbiani urlare,gioire,cercare di parlare con lei.
Sentì la forza selvaggia della ragazza fondersi con quella dell’oceano.
Era forte,non c’era dubbio. Non si era sbagliato. Ma c’era qualcosa di più,che non riusciva a spiegarsi.
Mentre la guardava,si sentiva felice,in pace, come se avesse potuto anche lui restare sotto il rosso del tramonto,come se avesse potuto spiccare il volo. Sentiva la passione, la potenza di quella gioia ,di quelle emozioni.
Era totalmente inspiegabile,almeno non a parole.
Come il maestro anche l’apparente ragazzo sentiva lacerare la gabbia di troppe cicatrici che gli aveva sepolto l’anima. Si sentiva di nuovo vivo.
Altra acqua schizzò il viso di Miriadel,che rise. Una risata cristallina,una risata umana e irreale assieme.
Già,non si era sbagliato neanche questa volta. E sorrise nonostante la ragione ai bordi della sua mente faceva di tutto per ricordargli che il pericolo non mancava. Sorrise,senza riuscire a focalizzare veramente quei funesti pensieri. Un sorriso senza malizia o scherno,un sorriso sincero.

Miriadel non vide nemmeno quel sorriso,mentre si affidava al vento.
Non sentì quegli sguardi così diversi su di sé,né si accorse della confusione che aveva generato. Non si accorse di nulla.
Miriadel sentiva solo le urla dei gabbiani,il richiamo del mare,il vento che le scompigliava i capelli.

Ed era felice.

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Finito un'altro chapter!!! Domani non sono sicura di poter aggiornare per cause indipendenti dalla mia volontà (la scuola...che altro poteva essere??) ^^
Comunque nel prossimo capitolo si comincia a scavare nel passato...


Ringrazio veramente tantissimo Lovehate, praticamente divento una pasqua ad ogni commento ^^ Per i lama potrei farci un pensierino,vanno un sacco di moda in francia...

Grazie mille per aver letto!!
E visto che sie te arrivati fin qui,probabilmente sorbendovi otto capitoli di storia fatemi il piacere di elargire un giudizio,anche di tre parole.



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Capitolo 9
*** Capitolo 8:ricordi ***


paaaaaasssssattttttooooo

Perchè amava il mare? Gliel'avevano chiesto tante volte.E puntualmente lei non sapeva rispondere.
Come poteva spiegare? Non si può spiegare l'amore.
Erano pochi quelli che riuscivano a capirla. Veramente pochi. Miriadel gurda il mare agitato e irrequieto,e come sotto la notte appena arrivata non può fare a meno di ricordare.
Una bambina,soltanto una delle milioni di orfane della città,una metropoli moderna ma piena di pregiudizi,squarciata da divisione di classe,accogliente e crudele. Non è nessuno. Anche il nome se l’è scelto da sola. Vive in strada,dalla mattina alla sera,chiedendo l’elemosina o più semplicemente rubando. Questa è la sua vita. O meglio,lo è stata fino ai dieci anni.
Poi, la società ha deciso che i pezzenti di strada non erano un bello spettacolo per i facoltosi turisti nelle loro passeggiatine serali e li ha raccattati in massa dalle strade principali per rinchiuderli in edifici fatiscenti nei vicoli più diroccati. Ma non è cambiato nulla.
Sempre fame, dolore paura…un ammasso d’anime scartate dall’umanità relegate in stanze troppo piccole anche per dieci persone, figuriamoci per un centinaio.Non hanno diritti,per toglierseli dalle scatole li mandano a “Imparare un mestiere”.Stupidaggini.Loro non imparano niente.Vengono solo sfruttati,mentre il governo intasca i loro guadagni “per custodirli fino alla maggiore età”.Cazzate.Sono poche le probabilità che ci arrivino alla maggiore età.E poi non glieli darebbero comunque.Loro sono scarti.Anime scomode rinchiuse in un fatiscente palazzo di cemento.
Miriadel ricorda ancora la continua paura delle botte ingiuste, le ore di lavori forzati ed umiliazioni. Vige la selezione naturale,sopravvive solo il più forte.
Bisogna lottare per qualsiasi cosa, che sia un pezzo di pane pieno di vermi o uno straccio per coprirsi le ossa di notte. Miriadel ha vissuto lì cinque anni della sua vita, superando l’aspettativa media. Cinque anni di solitudine, paura, dolore…
I più grandi governano là dentro, il sorvegliante se ne frega altamente di loro…l’importante è che non rovinino la bella immagine della città, e se non fosse stato per qualche imbecille che parla di diritti umani il governo li avrebbe già sterminati tutti con il veleno per topi di infima qualità che già sparge nelle fogne in quantità industriale. Ma c’è il grande rischio di perdere elettori…e anche di sprecare il veleno. Quei pezzenti non lo meritano. Così, il sorvegliante intontito dall’alcool, che ha accettato l’incarico solo per la microscopica sovvenzione che gli assicura una bottiglia di vino scadente a settimana, lascia tutto sulle spalle più che liete dei ragazzi più grandi. Crudeli, spietati, incattiviti dalle troppe sofferenze…
Miriadel sentì la familiare morsa di terrore e dolore che le serrava il cuore quando quel ricordo si affacciava nella sua mente.Non ci vuole pensare.ma i ricordi non si fermano…
Sarebbe già morta,se non ci fossero loro. I suoi amici. Quelli veri,non solo i complici di un patto di alleanza per sfuggire alla morte. .Qualcosa di più. Molto di più.

Due anni prima
Cinque ragazzini corrono lungo una buia strada costiera,il sole non è ancora calato. Corrono,ridendo e trovando un motivo di cui essere felici. Non gli importa della fame,non gli importa della paura di essere scoperti,non gli importa di nulla. Sono scappati,per l'ennesima volta, dall'orfanotrofio ma ne sono certi :questa è quella buona.
Scendono imprudenti giù dal ripido ammasso di scogli,fino alla sabbia. Cinque ragazzini scheletrici.
Sono due ragazze,due ragazzi e una bambina di circa cinque anni,portata in braccio da uno dei maschi.
Miriadel sorride,i capelli neri e troppo lunghi le volano attorno al viso magro. E' le prima a scendere,e ora sta in piedi su uno scoglio a guardare il mare. E' stato il loro primo incontro dal vivo. Prima lei l'ha sempre ammirato da lontano. Ora non rimpiange più la cartellina di cartone scadente con dentro tutte le sue foto e le sue immagini che lo ritraevano,che ha dovuto lasciare nella sottospecie di prigione in cui deve,doveva, vivere. Ora può conoscerlo di persona.
Una ragazzina la spinge,rompendo l'incanto. Miriadel cade nell'acqua,annaspando .E'bassa,le ariiva solo alla vita. Guarda l'amica ridere della sua espressione basita. E'una bella ragazza bionda con i capelli corti ,ugualmente scheletrica,lentigginosa e sorridente. Catarina.
Si schizzano gridando.
Poco più in là i ragazzi le guardano divertiti. Entrambi hanno i capelli rossi anche se di sfumature diverse,come d'altronde anche la bambina che quello che sembra il più grande tiene tra le braccia. Sono fratelli fortunati,prima d i finire sbattuti in quell'orribile orfanotrofio hanno conosciuto,anche se per poco,i loro genitori e poi non sono stati separati. Più di quanto sia concesso sperare.
Si assomigliano molto. Il più grande deve avere al massimo sedici anni,ma il suo volto è comunque segnato dalla maturità obbligata del maggiore. L'altro è un po' più pallido ed è ancora un ragazzino,è ancora piccolo e immaturo. Eppure,non è molto più giovane del fratello. A quanto pare anche un anno può fare un'enorme differenza.
Uno schizzo sbagliato,il ragazzino più giovane si butta nella mischia.
L'altro sorride e posa il fagotto che ha portato in braccio fino a quel momento sulla sabbia ancora calda,coprendolo poi con una coperta cenciosa. La bambina si agita e si smuove un po’ aprendo gli occhi.

- Tranquilla Ester. Continua a dormire.- il ragazzo si stringe al petto la sorella per farla riaddormentare.
Intanto nell’acqua gli altri urlano e si in seguono.
- Jaques! Vediamo se riesci a prendermi!!- Catarina provoca il giovane rosso,che accetta la sfida. Il sole sta calando,la ragazza dai capelli neri si volta verso di lui.Vieni.Non lo dice a parole,ma il suo sorriso è il più bello degli inviti.
Sì, arrivo.
Qualcuno spinge Miriadel,che incespica.Eh,l’hanno voluto loro.
-Pagherete per la vostra insolenza!!-urla . Catarina intanto è salita sulle spalle di Jaques,il ragazzino barcolla sotto il suo seppur minimo peso.Ridono entrambi. La bionda ha in mano qualcosa…
-NONONONO!!Non ci provare Cata!!- ma la ragazza è sorda alle sue suppliche,e senza tanti complimenti le rovescia in testa dall’alto il cappello da baseball di Jaque pieno d’aqua.
-Non vale così!!-I capelli fradici le si sono incollati addosso,la frangia le copre metà viso. –Non siete leali!-brontola.Gli altri due si stanno sbellicando dalle risa.
Qualcuno le mette le mani sugli occhi.
- Si può rimediare…-l’altro ragazzo è alle sue spalle..Julian.
La tira su e se la mette in spalla,senza sforzo eccessivo.
- Ora me la pagate…-
E la battaglia riprende sotto il sole rosso del tramonto.
Stanchi ma felici i cinque sono seduti sulla spiaggia,cercando di asciugarsi con il poco calore rimasto. Se li sono dovuti togliere gli abiti fradici. Ora stanno avvolti nelle uniche due coperte rimaste solo con la biancheria intima Tremano.Ester li guarda divertita.Ben gli sta.

-Fatti più in là!!-
-Ehi,sei tu che mi stai rubando la coperta!!-
Miriadel e Catarina hanno una coperta,i maschi ne hanno un’altra. E ovviamente Julian e Jaques battibeccano.Miriadel sospira e si alza.
-Ehi,Mir,che fai? Fa freddo…- Catarina la guarda sorpresa.
-No,sto bene così…- e veloce si allontana verso un mucchio di scogli poco lontano,le guance rosse per l’imbarazzo. Ha notato lo sguardo che le hanno lanciato i ragazzi.A quanto pare si sono accorti d'improvviso che è cresciuta. Arrosisce ancora di più,poi si accoccola sullo scoglio a parlare con il mare e a vedere il sole affogarvi.

E’ buio,è scesa la sera. Miriadel trema guardando la luna mezza nascosta dalle nuvole specchiarsi nell’acqua..Niente stelle.
E fa freddo.Decisamente.Si accorge di tremare.
Vede in lontananza le torce accese dei compagni ma non vuole ancora tornare indietro,vuole rimanere ancora un po’ sola con l’oceano a contemplare il suo immenso splendore.
Qualcuno le arriva alle spalle,Miriadel sobbalza spaventata.
Julian ride nell’ombra.
-Mi hai fatto prendere un colpo!!!-
- Ho notato.- le passa una camicia da uomo,piuttosto larga e logora. – Jaques ne ha trovate un paio in fondo allo zaino. Dovresti avere freddo.-
Lei sorride grata infilandosela.
-Posso sedermi?-
-Certo!-
Julian sorride,prende posto accanto a lei.Restano così,a guardare la luna,immobili,per chissà quanto.
Poi Julian le prende la mano E’sorpresa.Miriadel ringrazia l’oscurità,che impedisce al ragazzo di vedere chiaramente le sue guance arrossate.Non sa che fare.
-Stai tremando…hai ancora freddo?-
Sì, è vero,sta tremando.Ma non solo per il freddo. Anzi,ora sente caldo.Come spiegare?- Sì,un po’- meglio soprassedere.
Il ragazzo prende una coperta,e la mette intorno alle spalle di entrambi.Poi la stringe a sé.
Il cuore di Miriadel va troppo veloce,eppure ogni battito è così forte che si stupisce che lui non posa sentirli. E’così strano…irreale…impossibile…
La luna è totalmente coperta,ma l’alta marea ha cominciato la sua salita. Il mare sembra volerla raggiungere,geloso.
Julian si volta verso di lei e sorride di nuovo.Le piace quando sorride.La fa sentire calma,sicura.E non solo.Oddio,quanto è bello quando sorride. La ragazza si mangia le unghie,nervosa. Immediatamente appena incrocia il suo sguardo smette,le guance in fiamme.
- Sei tutta rossa.-
La luna ha scelto quel momento per venire allo scoperto. Fantastico.Stupida luna!Non te la perdono. Miriadel si imporpora ancora di più se possibile.Abbassa lo sguardo.
-Sei bellissima quando arrossisci.-
Allora deve essere uno schianto in questo momento. Dovrebbe aver assunto la stessa tonalità di un peperone. – Grazie…-
Lui le scosta i capelli dal viso. Sì,è davvero bellissima. – Posso baciarti?-
Miriadel annuisce. Non riesce a parlare.
Julian posa le labbra sulle sue,nel primo bacio di Miriadel. E in quel momento la ragazza credette di avere le ali.Sta volando,davvero.Sopra il mare,sopra il mondo,fino al sole...
L’alta marea invade lo scoglio. I ragazzi si alzano di scatto,salvando in extremis la coperta. A quanto pare il mare è davvero geloso. Non ti preoccupare mare,pensa Miriadel,io vi amo. Tutti e due.
E' vero,lo ama. E se ne rende pienamente conto solo ora.
La luna rifà capolino tra le nuvole. Miriadel la perdona per lo scherzo di prima.E la ringrazia.Perchè l’ha aiutata.
Julian le arriva di spalle.
-Dove eravamo rimasti?-
E la bacia di nuovo.
Il rumore delle macchine li distrae. Sono tornati a prenderli. Si sono accorti della loro fuga e li hanno rintracciati. Come? Miriadel non lo sa tuttora. Forse è meglio così.

L’orfanotrofio,la loro prigione,è venuta a reclamarli. Il governo si è reso conto da tempo del guadagno che i suoi piccoli schiavi gli danno..
Ma non importa. Miriadel è felice lo stesso,persa nella gioia del suo primo vero amore.Però...
- Ci hanno trovato…di nuovo.- sospira.
- Sarà il prezzo da pagare per una giornata di felicità.Ma credo che ne sia valsa la pena.-
E Julian sorride,stringendola a sé, sorride. E Miriadel è completamente felice. Ora un po' di quel sorriso le appartiene.

Miriadel sulla prua della nave continua a fissare le onde. Ora mi sei rimasto solo tu...Non hai più bisogno di essere geloso.
Darei l'anima per rivedere quel sorriso...il sorriso di Julian...

Una lacrima le scavò un solco nella guancia.

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Mi scuso per il ritardo! Ecco pronto un'altro capitolo abbastanza lungo.

Spero vi piaccia,anche se non sono molto brava con le scene romantiche,anzi sono abbastanza negata,ma sinceramente con esperienza 0 non posso fare molto ^^

Questo capitolo lo dedico ai miei primi e ultimi amori: a Lorenzo,da 3 ai 5 anni (tutto l'asilo!!^^) e a Davide,anche se nonostante i suoi 7 anni si era comportato davero str... (ok,avete capitop perchè queste romanticherie sono come sono =_=)

Per lovehate: sempre grazie millissime!!!^^ Spero che continui a piacerti.E purtroppo sì,ho davvero 14 anni...ma ne avrò 15 a fine agosto!!!^^

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: la fine del viaggio ***


9

Il sole era del tutto tramontato dietro gli scogli,e la luna gibbosa di uno strano colorito rossastro era sorta e brillava nel cielo. Miriadel continuava ad osservare l’acqua,immobile. Intanto la nave si era animata,le ombre dileguate e diverse persone passeggiavano per il ponte,ignorandola.
Il maestro le si avvicinò alle spalle,nella notte calma.
- Vedo che ti piace il mare- disse con falsa noncuranza.
La ragazzina si volse a guardarlo, per un attimo ebbe un’ aria distratta e confusa,come se si fosse appena svegliata.
- Eh?Oh,buona sera maestro.- i suoi occhi si riaccesero immediatamente,ritornando attenti e acuti come al solito – Sì,adoro il mare. Non lo trova stupendo?-
-E ’ davvero incantevole,è vero. Ma non è forse il caso che tu ti vada a dare una sistemata?- le disse con una nota di rimprovero,osservandola con sguardo critico. I capelli erano un groviglio unico,impastati dal sale che macchiava e irrigidiva anche i vestiti ancora umidi.
-Uh,è vero… spero di avere messo gli altri jeans in cima alla valigia…-
-Niente jeans,ragazzina. Questa immensa nave ha anche due sale da ballo,oltre a un cinema e svariati bar e salotti. Non li hai visti?-
Miriadel scosse la testa con aria scocciata. Si doveva sorbire le feste pure lì?
Il maestro sogghignò – Mi sa proprio di sì. Vestiti un minimo elegante,per favore.-
Miriadel scavalcò la balaustra per tornare sul ponte,ignorando la mano offertale dall’ insegnante con aria offesa. Scivolò subito,cascandogli pesantemente addosso.
Quando scese le scale con rabbia,sentì che ancora rideva.
Si cambiò in fretta,con un abito lungo e nero,semplice con la gonna larga. Niente fronzoli eccessivi,a a parte lo strato superiore si velo nerao e opaco. Si lavò i capelli per liberarsi dalla salsedine sotto minacce del maestro, che la costrinse anche ad un ennesimo paio di scarpe infinitamente scomode.
- Si vede che non le deve indossare lei…- gli sibilò rabbiosa mentre raggiungevano il salone principale.
- Vedi di sopportare. Non si dice “ Chi bella vuole apparire un poco deve soffrire”?-
- Ma a me non me ne può fregar di meno,di apparire bella!!-
Il Maestro pensò che non c’era bisogno delle scarpe,sarebbe stata bella anche con indosso un sacco di plastica,ma non glielo disse e si limitò a spingere la ragazzina ringhiante oltre le porte.

Come previsto,Miriadel si stava annoiando. Era appoggiata al muro,nel tentativo di non ballare con nessuno e di passare inosservata. Fare da tappezzeria però può risultare davvero monotono.
A un certo punto quando fu totalmente stufa,decise di sgattaiolare via,lontano da quella sala asfissiante. Il Maestro,troppo impegnato in un valzer ,non l’avrebbe notata. E poi le era sembrato di scorgere Eralde in fondo alla sala. Meglio sparire,un altro ballo con quell’essere viscido e non era tanto sicura di reggere la nausea una seconda volta. Non che avesse nulla da rimettere,però poteva essere fastidioso.
Rapidamente lasciò la sala.
Percorse velocemente i corridoi,ignorando sale da the,bar ,discoteche e cinema gremiti da vampiri,anche se si chiese perchè doveva andare alle feste da ballo e non al cinema tirando improperi al Maestro.Ma non si fermò e si diresse verso l’esterno. Sentiva il richiamo del mare.
Con gioia riabbracciò la sua nera immensità,rilucente al chiaro di luna. Era stupendo.
Per prima cosa si liberò delle scarpe,che mollò in mezzo al ponte ,poi rapida scavalcò nuovamente la ringhiera,e stette in piedi in quello spazio stretto,tenendosi con le mani alla balaustra alle sue spalle e sporgendosi in avanti con il corpo timorosa di sedersi con quell’insopportabile abito.
Il vento notturno la rapì come quello diurno,in un modo dolce,romantico,passionale. Lo sentì giocare con i suoi capelli ancora umidi,gonfiarle l’abito scuro,portandone i lunghi veli leggeri che ne costituivano la parte superiore a gonfiarsi come ali dietro di lei. La luna riluceva alle sue spalle. Una luna rossa.
All’improvviso un’onda più alta delle altre le fece perdere la presa sul metallo del parapetto,e Miriadel si ritrovò per un istante sospesa nel vuoto,come un angelo dell’oscurità,sollevata a qualche centimetro da terra. Per un solo istante. Tutto deve cadere. Se avesse avuto i suoi jeans,non avrebbe avuto problemi a ritrovare l’equilibrio,a rimettersi in piedi pronta e scattante. Ma indossava quel lungo abito insopportabile,che le impediva i movimenti. E tutto deve cadere.
Stranamente non ebbe il tempo di spaventarsi all’idea di finire nel mare aperto,nero e agitato,seppe solo di non avere più la terra sotto i piedi. E non pensò nulla.
Prima che potesse davvero precipitare però, qualcuno la prese per i fianchi,impedendole di finire tra le onde,per poi stringerla a sé da dietro il parapetto.
Miriadel riprese a respirare,rendendosi conto che aveva trattenuto il fiato. Un’altra onda piuttosto alta colpì la nave,ma questa volta lei non si spostò di un millimetro.
Dopo qualche istante di confusione ,rimise insieme i pezzi del puzzle e capì cosa stava succedendo. Realizzò che non era morta,non era volata in mare e che dei capelli non suoi,ma biondo cenere,le sfioravano il viso,appartenenti alla stessa persona che le cingeva la vita. Morgan.
Si voltò con un tuffo al cuore,o almeno ci provò,visto che la sua presa ferrea le impediva di girare i fianchi. E così erano due,le volte in cui lei gli doveva la vita. Quanto odiava quella sensazione,quel sentirsi in debito!
Voltò la testa e incrociò lo sguardo beffardo del vampiro.
- Vedo che non riesci proprio a stare senza di me!- le disse.
Miriadel arrossì,di rabbia e imbarazzo,e fece per liberarsi dalla sua stretta. Invano,ovviamente.
- Lasciami andare. Grazie mille per l’aiuto,ma ora lasciami.-
- Per vederti cadere in mare di nuovo? Non mi sembra il caso.-
- So stare in piedi.-
- Sì,ho notato.- sorrise beffardo – ti fidi di me?- le chiese
- No,per nulla.-
Il ghigno del ragazzo si allargò, ma non disse niente.
- Penso di aver capito che vuoi fare,ma mi dispiace,”Titanic” ti ha già fregato l’idea. Lasciami.-
- Come vuoi.- disse con un sorriso decisamente diabolico. La sollevò senza sforzo e la spostò a qualche metro dalla sporgenza di metallo,con i piedi scalzi sospesi sull’oceano.
- Che fai? Sei impazzito?-
- Vuoi ancora che ti lasci andare?- le sussurrò. Il mare infuriava sotto la nave in movimento. L’avrebbe davvero lasciata cadere? Miriadel non pensava. Però…poteva essere benissimo uno psicopatico. Pensò per un po’,poi decise che non poteva perdere.
- Fallo dai,lasciami cadere!- gli disse con aria di scherno.
- Davvero lo vuoi?- si sporse di più dalla ringhiera, togliendole anche la minima possibilità di appiglio. Miriadel aveva paura,ma non gliel’avrebbe mai confessato. Sorrise anzi,canzonatoria anche se piuttosto nervosa.
- Come vuoi allora.- le disse il falso giovane,sogghignando ancora . La sollevò di più. E la lasciò. Miriadel si sentì cadere e non potè frenare un urlo. Chiuse gli occhi.
L’impatto giunse troppo presto. E perché non era bagnata? Era già morta? Riaprì gli occhi,e trovò Morgan che la fissava,lo sguardo viola ancora più beffardo del solito sopra il ghigno pregno di derisione. Si gustava la vittoria.
L’aveva lasciata andare,vero,ma per riacchiapparla qualche istante dopo. L’aveva spaventata, e ne era soddisfatto. Ora continuava a stringerla a sé oltre la balaustrata, ancora sospesa nel vuoto.
- LASCIAMI ANDARE!!- ringhiò lei furiosa agitandosi.
Sempre gongolante le fece scavalcare la ringhiera prendendola in braccio. Il vestito però si era impigliato,e alla fine di quel gesto rapido si strappò definitivamente. Ormai le arrivava appena sotto il sedere.
- Non è una gran perdita –commentò il ragazzo. Miriadel gli lanciò un’occhiata furiosa. La stringeva ancora al petto ma aveva allentato la stretta e la giovane ne approfittò per sgusciare via.
Con aria sdegnosa si diresse verso le scale,per poi inciampare nelle scarpe che aveva lasciato sul pavimento. Morgan la sorresse,ma lei lo ignorò,afferrò le calzature e frustrata corse verso la sua camera. Pallone gonfiato!!
Con la coda dell’occhio notò diverse persone che avevano assistito alla scena,pronte a spargere il pettegolezzo. Fantastico.

………………………………………………………………………………

Miriadel dormiva raggomitolata in mezzo al letto. Fuori,oltre le spesse pareti della nave il sole doveva essere già sorto,ma all’interno della chiglia regnava l’oscurità.
Il maestro camminava per la stanza senza riuscire a prendere sonno. La preoccupazione lo tormentava. Mancava solo quella giornata all’arrivo,all’ arrivo nel luogo che si era tanto sforzato di dimenticare e che aveva popolata i suoi incubi per secoli.
Quel castello…era più pericoloso di quanto pensasse la gente. Non erano solo gli abitanti a costituire un pericolo,ma tutto il resto. Il resto cosa?
Il maestro non lo sapeva bene neanche lui. Sapeva solo che quelle antiche fondamenta erano ostili,cattive.Certe ferite non si scordano facilmente.
Entrò in bagno e si gettò l’acqua gelata sul volto marmoreo,inzuppandosi i capelli. Si guardò allo specchio. Uno specchio normale,erano decenni che non lo faceva. Rimase scioccato.
Gli specchi non d’argento non riflettevano i vampiri. Riflettevano gli uomini che sarebbero stati se non avessero rinunciato alla propria umanità. Per questo gli immortali,soprattutto dal decennio in su,evitavano le superfici riflettenti. Poteva essere doloroso guardare immagini di ciò che non puoi più avere indietro.
In quel bagno però lo specchio non era stato né coperto,né sostituito. E il maestro,vide ciò che sarebbe stato,ciò che era veramente sotto la sua eterna giovinezza. Nulla. Un essere decrepito,con la pelle che si staccava a brandelli dalle ossa,spezzandosi a ogni movimento.I muscoli e i tendini del viso erano scoperti e insanguinati. Dalla testa calva spuntava ancora qualche appiccicosa lunga ciocca di capelli bianco giallognolo,la bocca aperta in un’espressione,che riconobbe anche come propria,spalancata dall’orrore, con le labbra lacerate e quasi inesistenti che lasciavano scoperte le gengive da cui spuntavano denti marci e irregolari come una fila di lapidi in rovina. Il naso non c’era più,c’era solo un orribile buco al suo posto. E gli occhi…solo quelli gli assicurarono che stava guardando ciò che era davvero sotto l’immortalità. Due sfere sporgenti in modo innaturale,giallognole e piene di vene,ma con ancora le iridi azzurro cupo, pregne della sua paura della morte. Era come se quel corpo si stesse sciogliendo. Alle spalle di quella visione agghiacciante brillavano le fiamme dell’inferno.
Il vampiro si affrettò a coprire lo specchio. – Sta calmo- si disse –lo sapevi che saresti già dovuto essere morto un centinaio di anni fa. E allora perché ti preoccupi tanto? Forza Jonathan,un po’ di forza.- Sentire il suo nome pronunciato ad alta voce però lo turbò ancora di più.
Fece un respiro profondo e prese un alcolico dal frigo-bar della camera. Non gli sarebbe stato di benché minimo nutrimento,ma se lo sarebbe fatto bastare. Non poteva permettersi di perdere il controllo con il tutt ‘altro che ingenuo equipaggio. Sapeva che i marinai erano coscienti di trasportare vampiri, e che si erano premuniti.
Gustandosi l’aroma del bicchiere di vino rosso,senza però goderne il sapore,si tranquillizzò un po’. Il fatto di essere decrepito non era esattamente il suo problema principale al momento. Invece sarebbero attraccati entro meno di sei ore,alla volta di qualcosa di pericoloso e infido pari ad un anima dannata,o almeno con conseguenze più immediate.
Uscì dalla stanza,vagolando per il corridoio preso dai suoi pensieri,finché non si trovò dinanzi alla camera di Miriadel. Aprì silenziosamente la porta di legno cadente,irrazionalmente ansioso.

La giovane dormiva come suo solito al centro del materasso,appallottolata come un gatto, i lunghi capelli sparsi attorno a lei come un’aureola scura. Le coperte giacevano sparse a terra. Sembrava così fragile presa nella rete del sonno,una bambina. Sapeva che era forte,però non potè fare a meno di chiedersi se ce l’avrebbe fatta a sopportare tutto ciò che l’attendeva. Miriadel si girò nel torpore mormorando qualcosa liberandosi anche dell’ultimo lembo di coperta. La camicia da notte era larga e scombinata,e le lasciava scoperte una spalla e le gambe. Con un sospiro,il vampiro le si avvicinò rimettendole addosso le trapunte. Aveva paura. Per lei e per se stesso. Non avrebbe mai dovuto accettare di partire.
Tornò in camera sua dove si distese sul letto,gli occhi spalancati nell’oscurità.
Non voleva perderla. Non in quel castello,non nel dolore. Almeno finché non sarebbe stata in grado di volare da sola. Ma sarebbe mai riuscito a proteggerla? Con Caroline non c’era riuscito…
Sentì dei passi accanto al letto, il materasso che si piegava. Si girò di scatto,ma sapeva già chi era.

Miriadel lo guardò nel buio,due sguardi pieni di tormento si incrociarono. Senza una parola si raggomitolò accanto a lui,il maestro si accorse che tremava. E la strinse a sé,l’abbracciò consolando sia lei che sé stesso,mentre l’uno riportava un po’ di pace nel cuore dell’altro.
E così si addormentarono,maestro e alunna,padre e figlia, mentre la nave si avvicinava sempre di più alla meta temuta.

Miriadel si alzò presto,non era ancora tramontato il sole. Rifece in fretta la valigia,si infilò l’ennesimo paio di jeans e scappò sul ponte ad ammirare l’attracco. Sole o non sole,finché poteva mostrarglisi senza morire bruciata aveva intenzione di approfittarne.
Soffocò il dolore all’impatto della pelle con la luce,un po’ come quando ti svegliano a pizzichi, e corse verso la prua. Il cielo era fortunatamente coperto da nuvole, che impedivano al giorno di ferire la sua pelle più sensibile del solito a causa della sete di sangue. Come il giorno prima era stupendo
In lontananza si intravedeva un’isola rocciosa,alta sulla quale si estendeva un’enorme maniero. Gioì al pensiero che sarebbe stata così vicino all’oceano. Forse non era stato uno sbaglio così grosso quello di partire.
Come il giorno prima si tolse gli anfibi e scavalcò il parapetto,godendosi l’arrivo. Stavolta non sarebbe caduta.

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E con questo,recupero anche il secondo giorno senza aggiornamenti!! Allora,che ve ne pare? Commenti please!

Per lovehate: grazie millissime per il commento!! Mi spiace informarti,ma dubito che questa sarà una storia allgra...anzi! Il fatto è che,per sfortuna dei miei personaggi,io mi sfogo scrivendo,e non cose divertenti e tranquille..E Maggio è un mese pesante...^^


Comunque devo precisare che questo è un'universo completamente alternativo creato dalla mia mente malata.
Già che ci sono spiego anche come sarebbe,anche se non so se renderò bene l'idea.Io comunque provo.^^
In poche parole mischio gli stili di vita della Belle epoque,l'ipocrita per autonomasia,i tempi moderni anche se in modo minore e un futuro decisamente catastrofico,stile "1984". In più non mi risparmio il medioevo...praticamente è un mondo come il nostro in fatto di tecnologie,ma attraversato da una forte instabilità politica e da un governo decisamente troppo rigido e ipocrita,come la popolazione. NON è il nostro universo.
Infatti faccio di tutto per evitare date e nomi di città...^^

Mi scuso se non ho messo l'avviso.



Grazie per aver letto!!! E COMMENTATE!!!

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: l'arrivo ***


10

Erano attraccati da qualche minuto,la notte era agli inizi e la luna non era ancora alta nel cielo.

Miriadel spiazzata e intimidita si guardava attorno,mentre i passeggeri della nave si riversavano nel porto all’apparenza decrepito.Il legno marcio e bagnato,coperto di alghe,scricchiolava sinistro sotto ai suoi piedi.Gettò un'occhiata circospetta attorno a sè.
Qualsiasi cosa sembrava avvolta da una specie di strato di decadenza,polverosità,passato. Tutto sembrava come dire…morto. Anche la sabbia della spiaggia aveva qualcosa di smunto.
Miriadel non parlava,spaventata da quell’isola così strana e dalla stramba folla che la circondava . Si strinse al maestro,mentre si chiedeva come avesse fatto a non notare i passeggeri con cui aveva trascorso tanto tempo.I Capo Gilda erano assenti,tropppo importanti per imbarcarsi come tutti, dovevano essere già arrivati in qualche altro modo.Oltre ai rappresentanti zelanti dei capannelli già conosciuti al ballo, tra di loro spiccavano gruppi di vampiri con indosso strane divise scure simili a quelle scolastiche.
Miriadel si diede della cretina,mentre si rendeva conto di trovarsi davanti ai futuri "figli delle gilde". Il maestro gliene aveva parlato.Erano vampiri selezionati da ogni capo clan, quando non hanno ancora raggiunto i cinque anni di vita immortale,scelti per astuzia,forza,ambizione.Il loro futuro veniva segnato da allora,un futuro in una posizione importante tra gli umani,un futuro da spia.
Passati i primi cinque anni dopo il reclutamento nel rispettivo gruppo,dove gli facevano praticamente il lavaggio del cervello con le loro idee politicheper marchiargliele a fuoco nella testa,una volta ritenuti pronti,venivano spediti in quel maniero infernale per una specie di periodo di apprendistato,in base a quello che dovranno fare poi.A quanto pare,si sarebbe ritrovata sotto lo stesso tetto di diversi futuri re,presidenti e ministri. Completamente succubi di idee d'altri. Miriadel rabbrividì.


Il Maestro sentì la sua insicurezza,ma non fece nulla per placarla. Aveva ragione ad avere paura. Meglio non mentire a sé stessi.
La giovane vampira distolse lo sguardo e riprese a osservare i compagni di viaggio ,sorpresa dagli sguardi ostili che si scambiavano. Non capiva come avesse fatto a non accorgersene in nave. I diversi gruppi erano a distanza gli uni dagli altri,formando una massa compatta con i compagni per poi guardare gli altri in cagnesco. Il maestro,Miriadel, e alcuni figli della Gilda erano gli unici a non stringere capannelloe a rimanere bloccati nel centro di quella sparatoria di sguardi ostili.Le vennne l’impulso di gettarsi a terra,come per evitare proiettili immateriali,che sicuramente sarebbero stati comunque meno taglienti di quelle occhiate.

In quel momento giunsero al porto alcune macchine nere simili a carri funebri,dall’aria fin troppo costosa,dove caricarono i bagagli e sedettero mentre raggiungevano il maniero. Miriadel in quel momento,pensò che una vera processione funebre sarebbe stata più allegra di quel sinistro corteo.

.....................................................................

Miriadel aprì la finestra della camera ,o meglio del piccolo appartamento,dove avevano sistemato lei e il maestro. Nuvole nere coprivano la luna calante,che appariva a tratti brillando sul mare nero.
L’isola era davvero strana. Il castello si trovava sulla cima di una scogliera,ed era immenso. Doveva avere centinaia di stanze solo tra quelle conosciute.I mobili e le opere d'arte abbondavano,fiori bianchi e cremisi erano situati in ogni dove, erano inesistenti pareti senza intagli,quadri o arazzi.
Eppure,nonostante la moltitudine di servi che dovevano lavorare in un maniero del genere, tutto era coperto da uno spesso strato di polvere. Miriadel aveva anche scorto un numero esorbitante di ragnatele.
Una parte dell'edificio dava verso la scogliera che cadeva a picco sul mare,attorno per quanto era riuscita a scorgere c’era una lunga spiaggia ingombra d’alghe,una fitta e apparentemente sconfinata foresta e in lontananza altri scogli. L’isola era molto più grande di quanto pensasse.
La sua stanza era rivolta verso un agglomerato di massi che scendeva ,ripido ma non troppo ,per diversi metri verso la spiaggia. Poteva vedere il mare.

Soddisfatta da quella scoperta, non si lamentò troppo quando il maestro entrò nella stanza per mezzo di una porta comunicante e le gettò sul letto l’abito che avrebbe dovuto indossare per la festa (Miriadel cominciava davvero a non poterne più) di benvenuto.

Entrò nel bagno costellato di specchi d’argento,e si infilò il lungo vestito blu. Era molto bello,pensò sorprendendo sé stessa,privo di veli o fronzoli inutili,largo in modo da permetterle di muoversi ma che comunque metteva in risalto il suo corpo snello. La stoffa blu le scendeva fino ai piedi,dove scalava in un taglio irregolare,alla vita era decorato con una cinta costituita da una catenina d’argento che riprendeva il motivo sotto al seno. Il modello ricordava un po’ quello degli antichi romani,solo che la gonna era più larga.

Soddisfatta si legò i capelli e si infilò un paio di semplici scarpe aperte. Così andava bene.

Il maestro l’aspettava fuori,e con lui si diresse verso la sala da ballo principale.

......................................

Il salone era uno spettacolo stupendo. Un’intera parete,enorme ovviamente,era di vetro,decorato con rilievi di metallo nero e cristallo,che riflettevano i raggi della luna, e dava direttamente sullo strapiombo della scogliera. Un burrone sul mare.
Di spalle a quel capolavoro c’era un tavolo abbastanza lungo,sopraelevato in modo che fosse visibile a tutta la sala che era costellata anche questa volta di tavoli e divani,ancora più sontuosi dello scorso ballo.In effetti, l’organizzatore di banchetti non doveva essere cambiato,visto che la disposizione dei tavoli e dei fiori era quasi del tutto identica a quella della primo festa da ballo a cui Miriadel aveva partecipato.
Al centro esatto della sala c’era però una specie di palco con sopra quello che doveva essere un altare,coperto da un pesante drappo nero. Due rose cremisi erano incrociato sopra di esso.

Miriadel prese posto ad uno dei tavoli assieme al maestro,mentre riconobbe i capo Gilda andare a prendere posto alla tavola principale. Erano stupendi nei loro abiti eleganti e ricchi,belli oltre ogni concezione umana o immortale. La ragazza ancora non riusciva a capire cosa ci fosse in loro da renderli così diversi dagli altri. Morgan sedeva assieme al loro e ,notò con soddisfazione,non aveva l'aria troppo soddisfatta.Anzi era decisamente contrariato mentre parlava con Dominic.Miriadel ghignò,e ovviamente lui scelse proprio quel momento per alzare lo sguardo,incatenando gli occhi della ragazza. Un piccolo falò cominciò ad arderle sotto le guance,mentre i suoi istinti omicidi ,già non troppo sepolti, cominciavano ad affiorare sotto lo sguardo ovviamente beffardo e malizioso del ragazzo.
In quel momento Maya,la vampira dai capelli vermigli, si alzò in piedi.A quanto pare,era stata scelta lei per parlare. La sala si zittì di botto,persa nel potere seducente della sua voce e dalla malia dei suoi occhi:
- Ben tornati,fratelli! La nostra dimora apre le porte verso di voi, nuovi figli delle Gilde,e verso i nostri nuovi ospiti.- la voce forte e cristallina echeggiò nel soffitto altissimo – che il vostro soggiorno possa risultare piacevole! Il Benvenuto dei nuovi figli, si terrà domani notte, e l’accesso alla sala non sarà permesso ad estranei,per cui,gentili ospiti,vi prego di rimanere fuori da queste porte fino all’alba. Anche se siete sicuramente assetati,non sarà permesso andare a caccia prima di domani. Per ora vi prego di accontentarvi del misero surrogato offerto dal piccolo banchetto da noi preparato- accennò alle porte – E’ vietato,per gli ospiti,superare le divisioni del castello,e forzare le porte chiuse. Questo castello contiene molti segreti,alcuni troppo pericolosi che potrebbero mettere a repentaglio la vita dei nostri ospiti più…giovani – Il suo sguardo guizzò su Miriadel – Bene fratres,così le Gilde hanno parlato!-

Detto questo si sedette nuovamente.

Miriadel fece per alzarsi ma il maestro la bloccò. Non fece in tempo a lanciargli un’occhiata interrogativa che dalle pesanti porte di legno della sala entrò un folto gruppi di servi,dalle divise curate,che trasportava otri di sangue. Miriadel non riuscì a capire se fossero uomini o vampiri ,tanto erano pallidi e macilenti,finché non le furono accanto e il familiare formicolio e calore che avvertiva sempre in vicinanza di sangue umano non si fece sentire.
Sì,aveva sete. Sentì i canini allungarsi e nel riflesso del bicchiere d’argento posato dinanzi a sé si accorse che i suoi occhi stavano diventando scarlatti.
Si scosse a quella vista. “Contieniti!” .
Una bambina ossuta e magra,evidentemente terrorizzata,le arrivò accanto :- Signora,cosa desidera? Sangue di lupo,cane,gatto…-le moriva la voce. Riprese fiato.:- che animale desidera?-
Miriadel rimase basita,a bocca aperta. Che stava succedendo?
Questo non giovò alla situazione,perché la bimba,notando i suoi canini allungati,si mise a piangere silenziosamente.
Miriadel non resse. Quella ragazzina,secca e spigolosa,per nulla graziosa,con i lunghi capelli castani raccolti in trecce le ricordava troppo sé stessa,quando era ancora un rifiuto di strada. Quando era sola. Quando non era nessuno.
- Non piangere,non ti farò nulla. Come ti chiami?- la rassicurò.
La bimba la guardò con gli occhi sgranati, troppo evidenti in quel viso denutrito, confusa e diffidente:- Sara,signora. -rispose con un fil di voce. Miriadel rabbrividì a quel “signora”. Chi,lei?
- Dove sono i tuoi genitori?-
La bimba fece per rimettersi a piangere. Provò a dire qualcosa per calmarla,quando il maestro parlò gelido :-Miriadel…-
La giovane si voltò verso di lui e si spaventò. Non potè biasimare lo sguardo terrorizzato della piccola Sara.
Non conosceva l’espressione ghiacciata e rabbiosa del maestro.
Non l’ ira infiammante a cui era abituata,ma una nuova, agghiacciante e piena d’odio. Non sembrava nemmeno la stessa persona,quella che l’aveva consolata e protetta fino a poco prima.
- Porta quello che vuoi,va bene tutto.- sussurrò allora alla bimba tremante.
Non capiva l’improvviso cambiamento del maestro. Perché?
Lo guardò di sottecchi,ancora sgomenta. Aveva gli occhi azzurri più chiari del solito, il blu delle iridi cerchiato di rosso. Fissava il vuoto,le nocche strette sul bordo tavolo. Se avesse avuto sangue,sarebbero sbiancate.
Sara tornò poco dopo con due calici pieni di un liquido rosso. Li posò tenendo lo sguardo basso, ma Miriadel avvertì con piacere che era un po’ (molto poco) meno timorosa nei suoi confronti. Invece era a dir poco terrificata dal maestro. E Miriadel non poteva dire di non capirla.
La fame prese il sopravvento,mentre cominciava a sentire l’odore del sangue farsi insistente. Prese la coppa e bevve. Il sapore era tremendo,rispetto a quello umano, ma avrebbe placato almeno per un po’ la sua sete.
Bom!Un rumore assordante la fece sussultare,un po’ del contenuto del bicchiere le cadde addosso.
Morgan e Dominic erano in piedi,l’uno dinnanzi all’altro, a terra in frantumi diversi pezzi di cristalleria,l’odio evidente nei loro sguardi. C’era da aspettarsi che si saltassero addosso a momenti.Entrambi scoprivano i denti sibilando con fare ostile. Dominic ringhiò qualcosa all’apparente ragazzino che per poco non perse il controllo.Morgan,già in posizione d'attacco,sembrava stesse per saltargli al collo. Il moro lo guardava con occhi di pietra,quasi ad invitarlo ad osare.
Restarono a così squadrarsi irati per un istante che parve un’eternità,poi Morgan si ricompose ,gli bisbigliò qualcosa di probabilmente minaccioso e attraversò la sala a grandi falcate fino all’uscita,dietro la quale sparì.
Il tonfo delle porte risuonò sinistro nell'aria immobile.
Dominic si volse verso Miriadel,squadrandola con profonda avversione. La ragazzina rabbrividì e distolse lo sguardo verso il maestro,alla vana ricerca di conforto. L’insegnante era una maschera inespressiva..

Ovviamente poi partì la musica,quasi volesse cancellare l'accaduto.Non badate a queste scaramucce,dimenticate tutto.Questi sono solo affari delle Gilde,voi non c'entrate.Continuate a divertirvi da bravi bambocci sembrava suggerire. Però parve scuotere il maestro,che si alzò sussurrandole con voce stanca,innaturale, ma con un accenno di scuse: - Ho da fare,ragazzina. Non cacciarti nei guai.-

Poi sparì tra la folla.

Miriadel ,indecisa sul da farsi,si guardò intorno. La gente ballava e chiacchierava fin troppo spensieratamente,eppure sempre divisa in gruppi distanti tra loro che si ignoravano ostinatamente.
La luna appena affiorata dalle nubi giocava con i riflessi dei cristalli della vetrata.
Vi si avvicinò,affascinata. Era stupenda. Sotto di essa infuriava il mare rabbioso,quasi volesse anche lui partecipare al ballo scalando lo strapiombo,come una strega gelosa. Non c'è niente da invidiare gli disse la vampira ,cupa è solo una farsa ipocrita e stupida.Una prigione dorata di finti divertimenti in cui tutti si rinchiudono. E io sono costretta dalle loro sbarre.Sono io che invidio la tua libertà...
Sfiorò con le dita una delle rose intagliate,di squisita fattura. Erano perfette,come se la vita della rosa vera fosse stata trasformata in cristallo,per sopravvivere nell’eternità. Chi era il maestro capace di tanto? Continuò a guardare il mare persa nei suoi pensieri.
- Stupenda vetrata,non credete, signora?-
La voce di Eralde la fece sobbalzare. Ci mancava solo lui. Trattenne un sospiro e si sforzò di rispondere educatamente.Magari avrebbe anche potuto sorprenderla,dimostrando di capirla. Mai credere alla prima impressione,no?
- Splendida davvero. Mi stavo giusto chiedendo chi potrebbe mai essere il maestro capace d’intrappolare in questo modo l’essenza delle piante,dei cavalli,della vita,su superfici fragili come il cristallo e il vetro…-
- Che parole poetiche,signorina. -la schernì lui. A quanto m pare,ancora una volta l'istinto aveva ragione.Non si era sbaglita.
– E che sogni fantasiosi!- continuò lui- Intrappolare la vita…un potere enorme! Se esistesse,sarebbe molto ambito e celebre ,non credete anche voi? E’ per questo che tali capolavori valgono tanto. Immaginate,un vampiro capace di fondere vetro e vita. Non credo che sprecherebbe il suo potere in opere d'arte no?-parlava come se stesse spiegando una cosa ovvia a un bambino di cinque anni - Si dice comunque che questo vetro custodisca qualcosa... poteri inimmaginabili… il modo per schiuderli è ancora ignoto. Ma si dice che chi ci riuscirà avrà il dominio. Il sogno di chiunque,il guadagno maggiore.Non lo vorrebbe anche lei? –

Miriadel lo guardò incredula. Quell’uomo non riusciva a vedere la bellezza autentica di ciò che aveva dinanzi,non arrivava a vedere la parte di anima che l’ artista lascia in ogni suo lavoro,non coglieva i particolari capaci di rendere speciale quell’opera. Ne vedeva solo il valore,il potenziale profitto per se stesso. Il potere che avrebbe potuto rubare.
- E non il dominio su una regione,uno stato – continuò adelirare,ignorando la scarsa partecipazione dell'interlocutrice. - o sul mondo,no, di più.Si dice che possa dare anche il potere su inferi e campi elisi,il controllo sulla vita e sulla morte. Il Dominio pari a quello di un dio.-

La follia grondava dalle sue parole come dai suoi occhi esaltati, mentre raccontava. Miriadel inorridì,e provò sempre maggior ribrezzo per l’essere che le stava accanto. Quando poi lui le posò una mano viscida sul fianco,quasi vomitò.
Non fece neanche in tempoa toglierselo di dosso,che precipitò nell'ultimo luogo che avrebbe voluto visitare:la mente dell'uomo.
Sapeva che ogni tanto sarebbe potuto succedere,faceva parte delle pecche di un potere semisconosciuto e troppo forte che le premeva sul petto,ma quello era decisamente un momento inadatto.Ma allepredisposizioni non gli importa un fico secco dei momenti.
Per la quarta volta in vita sua provò quell'orribile sensazione di precipitare in quell'orribile,spesso,soffocante cuscino di nebbia. Non respirava,non vedeva nulla,eppure sapeva di avere gli occhi aperti. Quando cercò di chiuderli,la situazione degenerò.
Un'orribile vortice di immagini,pensieri,suoni,colori,la avvolse.Le sembrava di annegare...giù...sempre più giù..rapita da piani,idee,ricordi...Aiuto...

Miriadel si riprese di scatto.Come sempre non ricordava nulla. E come sempre ciò che aveva visto in quei pochi,terribili istanti,sarebbe saltato fuori quando meno se lo sarebbe aspettato. Ora non le restava che aspettare l'incubo.Una lieve sensazione di nausea l'avvolse.
In quel momento,qualche residuo dell'esperienza decise di saltare fuori. Ossessione. Schiavitù. Follia.
Tre parole,tre misere parole che bastarono a turbarla. Ora non le restava che interpretarle.La prima era facile: che quell'essere fosse fuori come un balcone non era una novità. Schiavitù,ossessione... la risposta la colpì come un pugno nello stomaco. Evidentemente,gli strascichi del viaggio indesiderato persistevano,se se ne rendva conto così in fretta. Ma quello che comprese non le piaque per nulla. Primo,quell'uomo si era fissato, per qualche assurdo motivo,con lei. Secondo,era completamente incondizionatamentte succube della sua fame di potere,che gli si era ritorta contro e lo stava divorando.
Intanto il vampiro continuava a parlare,ignaro della completa disattenzione della ragazzza.
- Scusate, devo andare al bagno- disse,ancora frastornata da quelle instabili consapevolezze,e lesta scappò via da quell’individuo perverso e da quella sala soffocante.
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In un'angolo nascosto di lato alle scale era in corso un classico esempio della classica crudeltà sadica tipica dei vampiri. Un gruppo di loro,maschi e femmine,di età mortale tre i sedici e i trent’anni, si stringeva in cerchio attorno a qualcosa. Un gattino? Non vedeva bene dall’alto. Si avvicinò.
Il gattino,ogni qual volta cercava di scappare,si trovava dinanzi uno di loro,con un sorriso crudele, sadico. Si divertivano a tormentarlo. Ogni vampiro era messo in modo da bloccare ogni possibile via di fuga a ....che cosa? Non era un gatto.
La creatura accucciata al centro di quel cerchio crudele era terrorizzata. Scattò verso sinistra,trovandosi subito davanti lo stivale di una giovane bionda
.- Non si fa così,lo sai vero? Non vuoi giocare con noi?- Il calcio fu crudele.
La creatura ritentò a destra,cercando di passare tra il muro e una spessa cassettiera. Un ragazzino attaccato al muro come una lucertola,le si parò davanti,un sorriso sadico sulle labbra purpuree.
Infine con la forza della disperazione, tentò di tagliare dal centro, di oltrepassare quel muro inespugnabile di corpi. Il più grosso del gruppo l’afferrò per i capelli e la tirò verso di se,sciogliendole una delle trecce. Ridendo mentre singhiozzava le piegò a forza la testa all’indietro,scoprendo la gola candida. Fu allora che Miriadel la riconobbe: non era un’animale,era Sara.
Il vampiro sogghignante cominciò ad avvicinare i canini alla carne tenera del collo della bambina,che si agitava come un'anguilla.
- Sta buona!- sibilò l’aguzzino – sollevandola da terra e bloccandole con un gesto brusco le braccia dietro la schiena.
Sara urlò di dolore,e Miriadel non ci vide più dalla rabbia.
Ma non ce l’avrebbe mai fatta a percorrere tutte quelle dannate scale in tempo.Lo sapeva.

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Ce la farà Miriadel a salvare Sara? Che è successo al maestro? Eralde realizzerà le sue brame oscure? Tutto questo nella prossima puntata(ok,non proprio nella prossima...diciamo nelle prossime puntate a numero indeterminato ^^ ) !!!! ( Musichetta finale,titoli di coda)

Mi scuso per il ritardo,però per farmi perdonare ho fatto un capitolo bello lungo. Basta? Ho fatto anche un po' di macello con i caratteri dell'html,ma non fate i pignoli...^^"

Per lovehate: no,sinceramente non ho proprio pensato ai personaggi di "Dracula" quando ho tirato fuori il nome,anche se l'ho letto da poco,semplicemente è uno dei miei nomi preferiti. Comunque ,ovviamente, grazie millissime per il commento,e buona fortuna per gli esami !!^^

Per Elychan : grazie tantissime per il commento!! Renato Zero dici? ummhh....forse. Però per Zero non sarebbe esattamente un complimento ^^

Per Lily123: Grazissime!! Sono contenta che ti piaccia. Spero di non deluderti col seguito,,anzi spero di non deludere proprio nessuno!!! Continuate a dirmi come va però!!

E siamo alla fine del decimo capitolo!!! Grazie mille per aver letto,continuate a commentare!!!

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Capitolo 12
*** capitolo 11: potere... ***


11 Con un sospiro si legò la gonna sopra le ginocchia, si tolse le scarpe e si arrampicò sul mancorrente.
C’erano quasi due piani a separarla dal gruppetto e da Sara. Una bazzecola .Teoricamente. Non aveva mai saltato da così in alto. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere.
Li riaprì a un metro scarso da terra,in tempo per atterrare accucciata e ringhiante accanto alla povera bambina. Il vampiro grosso,per la sorpresa lasciò andare la piccola vittima che cadde a terra sotto shok. Tutti gli altri erano egualmente basiti.Miriadel ne approfittò:- Sara,scappa!!!Va via!- disse spingendo lontano la ragazzina,che la guardò esitante.
- VAI!!- le urlò.
Sara scappò via lungo il salone buio. E Miriadel potè concentrarsi sui suoi problemi immediati: cinque vampiri,anche se non tutti troppo più anziani di lei,molto arrabbiati.

- Bene,bene. Che abbiamo qui? Un moscerino a cui piacciono gli animali domestici,si direbbe.- disse quello che aveva tenuto Sara. I capelli corti e lucidi,di uno strano nero troppo lucido e tendente al verde, evidenziavano i tratti marcati del viso e la possente corporatura. Gli altri sghignazzarono,mentre serravano nuovamente i ranghi in un cerchio. Miriadel continuò a soffiare,restando accucciata in posizione di difesa.

- Che vuoi fare,socializzi con gli umani? Oppure avevi sete anche tu e non hai resistito?- le disse in tono tagliente e mellifluo – anche noi siamo affamati,sai?E ora,invece che uno squisito pasto ci troviamo davanti un cagnolino rabbioso.- le giravano intorno,come avvoltoi.- che possiamo fare con te? Non sembri contenere molto nutrimento…-qualcuno le sfiorò la schiena scoperta dall’abito. Miriadel si girò di scatto,soffiando più forte.- però…se ti dessi una sistemata non saresti tanto brutta. Anzi,sono sicuro che sotto questo aspetto da selvaggia…- Miriadel,in quel continuo girare,non riusciva a capire da dove provenisse la voce. Si spostò rapidamente,provando invano a seguirne lo spostamento.- ….si possa nascondere una vera bellezza. - se lo ritrovò improvvisamente la fianco,accucciato come lei,le labbra vicine al suo orecchio.- Perché non ci fai vedere?- Miriadel si voltò di scatto,cercando di graffiarlo in volto. Lui la precedette rialzandosi ridendo.

- Hai carattere,cherie.Mi piaci. Però non dovevi interrompere il nostro pasto, e meriti una punizione. Che ne dite ragazzi?- gli altri sghignazzarono – Che potrebbe fare la nostra amica?-
Poi si rivolse alla giovane bionda:- Quanti anni ha?-
Quella si chinò su miriadel e le strappò una lunga ciocca di capelli,prendendola alla sprovvista e facendola urlare di dolore. La donna chiuse gli occhi,poi scoppiò in una sonora risata di scherno :- Abbiamo preso una lattante, Cesar! Non ha ancora tre annii!!!- e continuò a ridere con la mano graziosa davanti alla bocca. Miriadel ringhiò. Cesar la guardò un po’ stupito,poi sorrise anche lui :- Quindi sei proprio una bambina! Strano però,hai potere. E una bella faccia tosta a metterti contro di noi.Ah,in caso non l’avessi capito,Magdalena riesce a capire l’età immortale dei vampiri che ha di fronte prendendo parte di loro.-
- Basta con i discorsi,Cesar!! Che dobbiamo fare con lei?- sbottò uno dei ragazzi.
- Non saprei amico. Rovinarla sarebbe un peccato…. E poi ha potere. Però è troppo giovane per fare qualcosa di davvero utile per noi… -
Uno dei vampiri le sfiorò la spalla. Miriadel cercò di morderlo.Che volevano da lei?
Osservò Cesar scrutare a fondo la sua figura,con aria da critico esperto. Sapeva dove sarebbe andato a parare,anche se non riuscì a capire quanto estremo sarebbe stato. Decise che non le importava. Non si sarebbe neanche fatta avvicinare da uno di loro. Con un ringhio provò a scattare oltre la ragazza gracile dai lunghi capelli neri che dava le spalle alle scale. Accanto c’era il muro,e soltanto più in là Cesar. L’avrebbe superata facilmente se il colosso dai capelli verdi non l’avesse preceduta,spingendola e deviando il suo salto. Diede una spallata contro il muro,rovesciando una cassapanca dall’aria preziosa lì vicino. La spalla le doleva,ma si rimise in piedi ringhiante. I vampiri risero e si strinsero ancora,mettendola con le spalle al muro. Magdalena si fece avanti alla sua destra e Miriadel si voltò per impedirle di attaccare,lasciando la schiena scoperta. Errore che Cesar colse immediatamente,prendendola da dietro e bloccandole le braccia dietro la schiena.

- Oh,ecco fatto. Ora sta buona,ok?- le disse.

Cesar lasciò i polsi della giovane per passarli ad un altro immortale e mettersi tranquillamente ad esaminarla.
- mmm….Certo che sei proprio dispettosa. Ti sei anche fatta male…- le sfiorò la scapola dolente,prendendo in risposta un soffio furioso – Ok,sta calma…è strano che una giovane come te giri senza protezione. Dov’è il tuo cane da guardia,il tuo Maestro? Ha fatto male a lasciarti sola,eppure dovrebbe sapere che così non si fa…potrebbe essere pericoloso. – disse beffardo.Le spostò i capelli dal viso,osservando il suo sguardo furente. Non erano molto forti,notò Miriadel,non potevano avere più di una decina d’anni. Ma erano in cinque,e due le tenevano ferme le braccia. Era sleale.
Cesar sogghignò:- Povera ragazzina,cosa ci fai qui da sola ? E’ un posto pericoloso,molto più di quanto credi. Pensi che noi siamo cattivi,crudeli?-
-No,siete solo degli stupidi ragazzini che giocano…-
- Può darsi…no,hai proprio ragione. Noi stiamo solo giocando con un gattino indifeso…-
- Ma arriva un momento in cui anche i gattini tirano fuori le unghie –
Questa risposta lo fece ridere di cuore.- Sei forte,ragazza. Ti dirò una cosa: è meglio che te ne vai il prima possibile. Non resisterai,va via e se puoi non tornare più. O almeno aspetta il tuo primo secolo,per avere almeno un paio di giorni di sopravvivenza. Tu non sai niente di quello che è veramente nascosto all’interno di queste mura –la sua voce divenne un sussurro – non conosci le maledizioni,i dolori e le vite con cui questo castello costruito. Lui brama per impossessarsi di ognuno di noi,di farlo suo per sempre,per accrescere il suo potere.-si faceva sempre più vicino,ormai e era a qualche centimetro dal suo viso –per continuare ad esistere,nutrendosi delle esistenze degli altri,dei loro sentimenti,delle loro anime. Non credo che si lascerà scappare qualcuno come te…non ti ignorerà ragazzina…non può,come d’altronde non posso neanch’io.- fece per baciarla,ma prima che le sue labbra sfiorassero quelle della ragazza,questa gli diede un deciso calcio nello stomaco. Cesar cadde a terra rantolando sorpreso,mentre la giovane sgusciava fuori dalla presa dell'altro vampiro spiazzato..
- Può darsi,ma credo che sia tu che lui dovrete fare astinenza.-disse con un ghigno.

Magdalena allora le si lanciò addosso,facendola cadere. Le due vampire si accapigliarono in una rissa violenta. In breve il sangue stillò.

Il rumore attirò diversi curiosi,che si radunarono in cima alle scale a godersi la scena,sussurrando divertiti.

Miriadel pensò che l’avrebbe ammazzata,quella stronzetta. Perché diavolo doveva rimetterci lei,se quella pazza era gelosa di quel porco di Cesar? Quel deficiente non si era neanche reso conto di come lo guardava la biondina,e ora lei pagava le conseguenze al posto di quel maniaco.
Stava per graffiarle quel visino da modella,quando qualcuno molto più forte di lei la tirò su a forza.

- Che accidenti fai,ragazzina? Mi vergogno di te,accapigliarsi come randagi di strada! Avrei fatto meglio a lasciatici,visto che ti trovavi così bene!- detto questo il maestro le mollò un doloroso ceffone.
Miriadel lo guardò basita,pietrificata. Il maestro non l’aveva mai picchiata. Mai. Un paio di volte era ricorso a metodi un po’ estremi per farle capire le cose,ma non era mai arrivato a schiaffeggiarla.
E ora l’aveva fatto.Davanti a tutti per giunta, e senza aver ascoltato le sue ragioni.
Gli occhi di Miriadel si riempirono di lacrime di rabbia e imbarazzo,mentre ancora fissavano quelli ancora stranamente gelidi del maestro.Con uno strattone si liberò dalla sua presa improvvisamente debole , e scappò via attraversando di corsa il salone.

Accecata dal pianto girò a vuoto,provando tutte le porte,alla ricerca di una che la portasse fuori,lontano da lì.seguì il richiamo del mare e della luna fino ad una porta di servizio,probabilmente situata sotto camera sua. Riconobbe a stento la scalata non troppo ripida di scogli,che conduceva alla spiaggia chiara e algosa.
L’attraversò rapidamente fino alla parte anteriore della scogliera. Senza esitare cominciò a scalare le rocce umide,spinta dalla cieca rabbia. La corrente le strattonava le vesti ma non le importava. Non le importava nulla. Voleva solo raggiungere la cima che vedeva sfocata attraverso le troppe lacrime.
Arrivata sul picco ,il vento violento rapì subito i suoi capelli e i suoi vestiti,come se cercasse di sollevarla via da terra. Sotto di lei il mare infuriava rabbioso,tuoni e fulmini scuotevano la terra.
Ma Miriadel rimase lì,in piedi sull’orlo del baratro,urlando la sua rabbia,la sua frustrazione,la sua paura nel vento.

Morgan osservò il tempo peggiorare rapidamente,le onde farsi sempre più violente. Stava arrivando un bel temporale. Aveva anche cominciato a piovere.
Non ci sarebbe stata alba quel giorno.
Osservò ancora la ragazza sulla rupe,nuovamente colpito. Non riusciva a comprendere come potesse essere così forte ,indomabile,così in simbiosi con il caos che si stava scatenando.
Sembrava così fragile in quell’eterno aspetto da ragazzina. Come lui,d’altronde.
Decise di lasciare il riparo concessogli dalla piccola caverna nascosta alla vista,vicino al mare,e si diresse verso la spiaggia sotto la scogliera sulla quale Miriadel sfidava,o scatenava, gli elementi.
Poi però decise di non salire a disturbarla. Aveva bisogno di sfogarsi,lui gliel’avrebbe soltanto impedito.Fece allora marcia indietro e si limitò a fissare di nascosto quell’incredibile energia selvaggia e magnetica, come la creatura che la sprigionava.

...................................

Miriadel rientrò,completamente fradicia e tremante.I lunghi capelli le ricadevano sul viso,i vestiti le si erano appiccicati addosso come una seconda pelle.
Il maestro non era ancora tornato.
Era più calma di prima.Ed era stanca e angosciata.Calde lacrime continuavano a rigarle il viso,bruciando come fuoco sulla pelle.
Si raggomitolò stanca e ancora vestita al centro del materasso. il corpo scosso da violenti brividi.
Perché l’aveva picchiata? Si era pentito di averla presa con se? Avrebbe preferito lasciarla in strada a morire?
Il freddo si impossessò di quell’anima d’improvviso così fragile e insicura ,mente si sentiva di nuovo sola e abbandonata,una bimba sperduta in un mondo troppo grande.

Si addormentò piangendo. La sua mente fu subito posseduta dal sogno che aveva già fatto tante,tente,tante volte da quel giorno di quasi tre anni prima.
E una piccola parte ancora cosciente di lei, tremò,memore di ciò che avrebbe visto.

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Per Lily123: Grazie tantissime per il comment! Ha aggiornato appena ho potuto (dopo quei terribili,orribili,noiosissimi compiti =_=). Spero ti piaccia!!

Per Elychan: Merci beacoup ( per non diventare monotona con i grazie cambio lingua ^^) per il commento! Già,da noi non se ne fanno più porti così. Peccato!^^

Per lovehate: Thank you very much! Quindi non ho esagerato con le descrizioni...meno male!!^^ Avevo paura di diventare tediosa,ma mi piace troppo inventarmi luoghi strani...

Grazie per aver letto!! Al prossimo capitolo,dove il passato ritorna in sogno!!!


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Capitolo 13
*** Capitolo 12 : un vampiro... ***


13

Il tramonto,ancora...
Un'altro,l'ennesimo. Ma non il solito. C'è qualcosa di insolito nell'aria.
Cattivo.
Sbagliato.
Quattro uccelli neri si avvicinano contro sole alla figurina in piedi sullo scoglio.
Miriadel vede se stessa in piedi sullo scoglio,lo sguardo fisso sul mar liscio. Attesa...
Sembra tutto così calmo...
Pace.
Silenzio.
Ma non il solito.
L'aria è fin troppo immobile.
Sbagliata.

Poi all'improvviso,l'inferno.
Grandi onde la lambiscono. Azzurro...rosso...acqua o fuoco?
Chi mi ucciderà?
C'è differenza?
Acqua e fuoco...insieme,uniti.
Cosa viene fuori dal rosso e dal blu?
Un colore? Esiste?
Sì esiste...
Posso essere morta ed essere viva? Opposti...
Esistono gli opposti di un cerchio? E la vita eè circolare...gira.gira,gira.

Oggi morirai. Sì oggi morirai.
Eppure sarai viva,perchè la tua anima è già morta con lui.
E' la scelta giusta?
No,è quella sbagliata.
Quella di una vigliacca che non ha saputo andare fino in fondo.

Eri seduta sul tetto...in alto,in alto,troppo in alto....sul bordo..
Sarebbe bastata solo una piccola spinta,una minuscola spintarella e sarebbe finito tutto.
Ma tu hai scelto di restare in bilico. Questa è la vita che hai scelto.
In bilico,in bilico...

Ondeggia.Tutto ondeggia. Odore di legno.
Ciuf,ciuf!
E' il treno. Il treno che passa sul ponte,con la sua clandestina a bordo.
Miriadel ha fatto una scelta. ORa la deve confermare.
Ha scelto di vivere in bilico,in bilico per sempre.
Non vuole morire,ma senza di lui non può vivere.
Si possono collimare le due cose?

Ciuf ciuf!!
Arrivati,arrivati.
Chi sugellera la sua scelta? Chi renderà irriversibile la decisione?
Lui,lui.

Hai avuto tre mesi per pensarci.
Hai deciso di farlo.
Hai trovato il modo.
Hai cercato la persona.
E' il momento.

Vicoli,tanti vicoli stretti,tanta gente.
Zig zag,zig,zag.
Non bisogna perderlo di vista...

Destra,sinistra,destra,sinistra...
altri opposti incollimabili...
Lui è sparito.
Non c'è più.
Dov'è finito? Lei ha giià scelto.

Poi lo sente. Il ringhio. Sono tornati.
Le hanno già strappato via tutti i suoi amici,e ora vogliono anche lei....
No!
Miriadel corre,tra i vicoli,troppi e troppo stretti. Loa sente,la insegue...
No,non vuole morire. Vuole vivere,vuole vivere...
Ma perchè poi?Perchè non arrendersi semplicemente?
Tanto la prenderanno...
Perchè soffrire così in una falsa speranza?
E poi è davvero quello che vuole? Una vita in bilico...
Sente il rumore delle unghie alle sue spalle,la stanno raggiungendo.Corri,corri ragazzina...

A che serve?Correre,correre...è inutile quando non sai dove andare.
Julian,Jaques,Este,Catarina...Loro non ci sono più. L'hanno lasciata sola...
Non c'è più nessuno o nessun posto dove andare..
Guarda il bracciale che le brilla al polso.E il sogno entra in un'altro sogno.In un ricordo.
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Julian non torna. Miriadel aspetta seduta sul prato ggià da un paio d'ore.
-Sta qui,torno subito.E aspettami capito?- le aveva detto - Devo andare a prendere una cosa speciale.-
Oggi à il suo sedicesimo compleanno. Sedici anni...
Ma Julian non torna. e lei è stanca di aspettare.
Anche il sole se ne sta andando. Sospira.

Poi lo sente.Devastante,doloroso,intenso. Lo sente.
E corre.Corre e ancorta e corre,mentre il suo cuore viene martoriato dal dolore senza motivo.
Attraversa mezza città,veloce,veloce,senza fermarsi.
Pericolo...
Deve andare,deve aiutarli. Lo sente.C'è qualcosa che non va.
L'orfanotrofio...eccolo laggiù...
Oddio ,no...per favore Dio,no...non farmi questo...non torturarmi ancora...
Le fiamme lambiscono l'edificio fatiscente,fin dalle fondamenta. E in quell'arancione scoppiettante,sadico,divertito,lei li vede.
Sagome,figurne perse nel calore,urla di dolore,morte...
Si gettà nelle fiamme,un solo pensiero.Julian.

Tutto sta bruciando...tutto il suo passato...il suo presente...
Non vede nulla,solo fumo e fiamme. Che succede?Che succede?
Vede i corpi trascinati da forze invisibili, non riesce a raggiungerli.Qualcosa li porta via...
COSA? COSA?
COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?

Miriadel,apri gli occhi.

E Miriadel li apre per la prima volta.E vede.
Vede il sangue che imbratta i muri,che impregna i pavimenti,i vestiti e si fonde con il fuoco.
Vede il dolore,vede di sfuggita le sagome degli assassini.
E vede Julian.
Per terra...sangue,tanto sangue...un lago...
E la creatura...è ancora china su di lui,raggomitolata lì accanto.
E'orribile. Miriadel non la vede veramente,come spesso accade nei sogni,ma sa solo che è orribile,crudele,perversa.
E Julian...è ancora vivo...la guarda...
-VA VIA!!-urla,colpisce la creatura -Va VIA!!-
Questa si ritrae ,sparisce.
Ma se ne va davvero ?
Dove sei stronza? Dove sei?
Chissenefrega.
Miriadel fa per chinarsi su Julian.
Il volto pallido ed esanime,i capelli già rossi impregnati di sangue,gli occhi vitrei...
Miriadel...Julian...
La creatura colpisce,Miriadel cade a terra e batte la testa,mentre sente il lago di sengue non suo nel quale è atterrata impregnarle le vesti.
Il sangue di JUlian..
Il suo viso preme sul pavimento,e non può fare a meno di sentire in bocca il sapore del sangue di colui che aveva amato.
Ma non le dispiace.
Anzi,mentre la vista le si offusca ne è grata...una parte di lui,ora sarà per sempre dentro di lei...per sempre...
Tutto si fa buio...sagome nere si avvicinano lente. Deve morire?Va bene...allora muoriamo....
Nel buio vede Julian camminare verso di lei,il sangue lo macchia,i graffi evidenti sul corpo.Metà del volto è ferito brutalemnte. Ma sorride.
E porta una torta in una mano e un qualcosa che luccica nell'altra.
- Buon compleanno Miriadel!-
Le porge la mano senza torta.
Miriadel,distesa a terra nella pozza,lo sguardo appannato,allunga istintivamente la mano e prende quella del compagno.
Sente qualcosa di freddo,che la riscuote un po' dal torpore...un bracciale...
Il suo regalo di compleanno. Un braccialetto.Ciò per cui era tornato indietro.Ciò per cui era morto.Il suo regalo di compleanno...
Tanti auguri,tanti auguri...morire lì,la cosa migliore...
Festeggiamo insieme Julian. Tanti auguri...
NO!
Lui non l'avrebbe voluta morta...
- sei bella quando arrossisci... Non smettere mai.Il rosso è il colore della vita...continua a portarne anche dove non c'è...-
Le aveva detto una volta.
Lo farò,Julian,lo farò...

Buio.

Risveglio. Le figure non c'erano più.
E' finita?
Si gira verso Julian. Non sente più nulla.Qualcosa dentro di lei si è spezzato.
La sua anima è morta.
Il fuoco si avvicina. Che la prenda,la lambisca,la porti via. Non le importa.Non le frega più niente.
Addio,addio. Forse è ora di morire...
Qualcuno la solleva,la alza dal pavimento.
Un gemito leggero le sfugge dalle labbra.
Lasciami stare,voglio morire...voglio morire...

Ma viene portata fuori di peso,contro la sua volontà. Fa freddo...
Apre gli occhi nel buio della notte,qualcuno la sta stringendo al petto,forte.
Non sa chi sia. Alza lo sguardo e lo osserva per un po'. I loro occhi si incrociano.
Azzurro cupo...come il mare in tempesta.
Qualcuno urla,sono i soccorsi.
LA posa a terra senza distogliere lo sguardo,poi gira le spalle e se ne va.
Miriadel non riesce a muoversi.
Ma non le importa. Ora sa.
E' bastato uno sguardo a farle capire cosa vuole.
Non vuole scegliere,almeno non veramente.
Vuole una via di mezzo. Non vuole nè vivere,nè morire.
Vuole stare in bilico.
Come quell'uomo. Come il vampiro.Come il Maestro.
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Ormai le creature l'hanno raggiunta.
Tutto quello che ha fatto andrà sprecato.
Lei sparirà. Addio,addio.
Chiudi gli occhi bambina,tutto finirà molto presto,liberandoti dall'onere di una scelta .
Vita o morte?
Tu avevi scelto tutte e due. Ma è semplicemente...impossibile.
Almeno per te.Sì,per te è impossibile.Irraggungibile.
Vita o morte?
A quanto pare morte.Per troppo tempo hai vissuto in bilico,ma ora è il tempo delle scelte è passato.
Al destino l'ardua sentenza.
Addio,vita mia,o almeno addio a ciò che ne rimaneva.

Non sono ancora morta? E il dolore?
Dov'è il dolore?
La ragazza apre gli occhi,ancora appannati dalle lacrime.
Un uomo la osserva tranquillamente,seduto a terra poco lontano da lei.Gli occhi chiari brillano di una strana luce.
Cos'è successo?
Non lo immaginava certo così inquietante San Pietro.
Si guarda intorno,c'è sangue,molto sangue sulle pareti del vicolo.Sangue.
Ora lo riconosce. E' stato lui...è stato lui ad addossarle quella scelta,tra vita e morte.Già una volta l'aveva salvata.
Si era lui.E' anche colui di cui era alla ricerca. Lui...la risposta alla sua scelta.
- Mi hai salvata di nuovo- non è una domanda,è una costatazione in cui rimbomba anche una nota di accusa.
Ma lui scuote la testa.- No,sono arrivato dopo. C'era già il sangue. Sei stata tu.-
Miriadel lo guarda ancora,senza fare nulla.
-E sei sempre stata tu a chiamarmi. - continua
-Ho scelto...-mormora la ragazza.-Ho scelto.-
-Cosa?-
-Non posso vivere,non voglio morire.-
Lui capisce,fa un gesto col capo.- Sei sicura?-
-Sì-
Nel vicolo ora illuminato dalla luce del tramonto l'uomo morse il collo della ragazza.Un bacio di vita,un bacio di morte...
Solo un bacio...


Gli opposti,possono coesistere?
No,non possono vivere insieme,contrapposti.
Ma possono creare qualcosa di nuovo.Uniti in una nuova creazione.
Rosso e blu...
Sogno e realtà....

Vita e morte...

Non più in bilico,ma uniti.Per sempre.
Porpora.
Illusione.
Un vampiro...


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Allora,cominciamo:
Scusate,perdono pietà,imploro strisciando sui gomiti dinanzi a voi.
Sì,sono sparita ed è un mese che non aggiorno. SORRY!!! Tutta colpa della scuola!! In particolare del greco,mia secolare spina nel fianco...mi dava addirittura gli incubi notturni! Quindi non linciate me,ma la mia prof. Gadaleta.
Scherzii a parte, alla fine ce l'ho fatta:MI HA MESSO SEI!! La ringrazio tantissimo per avermi sopportato e le auguro buona pensione.

Tornando a noi....
Ringrazio tutti per i commenti e chiedo ancora umilmente perdono strisciando e pregando.
Per farmi perdonare,dopo cena vi invierò l'altro chapter,dove metterò i ringraziamenti per esteso.
Grazie tantissime comunque anche in questo, e spero vi piaccia!



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Capitolo 14
*** Capitolo 13: ancora in bilico ***


14

Il maestro rientrò che già il sole stava tirando fuori i suoi raggi. Il suo stesso sangue gli sporcava la bocca,gli occhi azzurri dilatati da una sofferenza folle,accentuata dall’astinenza. Aveva sete.
Miriadel dormiva un sonno agitato tremando convulsamente dal freddo,ancora bagnata . Sulla guancia dove l’aveva colpita si vedeva il segno nero,non ancora rigenerato dai poteri vampireschi troppo giovani della ragazza. Cosa le aveva fatto?
Le sfiorò leggermente il livido con le dita fredde,Miriadel mormorò qualcosa nel sonno. Il viso rilassato nel torpore ,coperto dai capelli che la circondavano come un ‘aureola nera, la faceva sembrare ancora più infantile e fragile in quel letto eccessivamente grande. Il letto cigolò mentre il maestro si sedeva accanto alla dormiente.

La giovane si voltò nell’ assopimento,scoprendo il collo candido. Il sangue che scorreva nelle sue vene pulsava.
Caldo…forte…rosso…sangue. L’istinto della bestia si stava risvegliando. Era il cacciatore davanti al cerbiatto incapace di difendersi..
Si chinò su di lei,sopraffatto da quella sensazione e posò le labbra sulla carne indifesa.

Sarebbe bastato così poco…il maestro sentì i canini allungarsi per riflesso alla sete.
La strinse a sé,come una bambola, mettendosela ancora addormentata sulle ginocchia.
Con la punta affilata di un canino le graffiò appena la pelle chiara che subito cominciò a sanguinare. Era così bella avvolta da un sonno troppo profondo, così innocente… sfiorò la ferita con le labbra,assaporando il gusto del sangue.

Quel sapore pericoloso lo riscosse. Cosa diamine stava facendo? Erano secoli che non soccombeva alla sete. Stava perdendo il controllo,prima aveva preso a schiaffi la sua alunna,poi era stato lì lì per prosciugarla da quel poco sangue che le era rimasto. E il suo sapore…non andava per nulla bene. Era ancora…umano.

Eppure di solito dopo il primo anno da immortale cominciava a cambiare gusto,a non emanare più lo stesso odore che negli umani attirava i predatori. Quello della ragazza invece non era cambiato. Era quasi esattamente come circa tre anni prima,quando l’aveva presa con sé. Impossibile sbagliarsi,impossibile dimenticare il sangue più buono della sua esistenza.
Si sentiva un mostro,più di quanto non facesse da tanto tempo.

E oltre ad averla messa in pericolo,ora si era addossato un’altra preoccupazione. Perché il mutamento non era completo? Miriadel non era umana,ma non era neanche un vampiro.Era ancora in bilico.

La creatura sulle sue ginocchia si mosse,le ciglia fremettero. Tremava.
Il maestro la guardò con tenerezza. Avrebbe voluto chiederle scusa,ma il suo orgoglio non glielo permetteva.
Le sfilò l’abito bagnato sostituendolo con la camicia da notte,poi la coprì con una coperta. Lei non si svegliò. Sospirando il maestro lasciò la camera e si sdraiò sul suo letto cercando invano il sonno.

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Il tramonto,un altro. L’inizio di una notte.
Miriadel si rigirò sotto la coperta,cercando di zittire l’istinto che le urlava di alzarsi,di andare a caccia. Era o non era un a guardiana della notte? Ma in quel momento la parte più forte di Miriadel voleva solo dormire.
Infine si alzò ancora assonnata e aprì la finestra. Non pioveva più,e la notte stava prendendo il suo spazio.
Con uno sbadiglio si diresse nel bagno a sistemarsi,come al solito,attenta a non tralasciare l’igiene dentale. Era pur vero che non mangiava cibi solidi,però era meglio evitare il rischio di carie. Vallo a spiegare al dentista perché ti si allungano i canini.

Aveva anche intenzione di farsi una bel bagno caldo. Mentre si svestiva si guardò nello specchio argentato, e il suo buonumore cominciò a svanire mentre scorgeva sul suo volto i segni dello schiaffo. Li sfiorò con la punta delle dita.
Non le facevano mele,erano prossimi alla scomparsa. Ci avevano messo tanto però.

Sospirando e scacciando gli interrogativi entrò nella vasca piena di acqua saponata. Non lo avrebbe mai ammesso ma le piaceva giocare con la schiuma,soffiare quelle piccole bollicine nell’aria e guardarle sospese mentre ondeggiavano lentamente.Forse era davvero ancora una bambina.
La sua risatina echeggiò nel bagno simile al risolino di un folletto dispettoso.
Andò sotto con la testa bagnandosi i capelli. La schiuma le fece pizzicare il collo. Strano,non ricordava di essersi ferita lì. Rabbrividì. C’era qualcosa che non andava.

Uscì dall’acqua e si mise un accappatoio troppo grande,mentre osservava la ferita nello specchio argentato.
Un taglio sottile,preciso. Un taglio da denti.
Miriadel si spaventò,rendendosi conto di essere stata morsa durante la notte. Anzi,non morsa…solo assaggiata…
Poi non ricordava di aver messo la camicia da notte che si era trovata addosso quella mattina… Cosa diavolo era successo?
Il maestro entrò in quel momento,e la trovò seduta sul piano del lavandino intenta ad esaminarsi la lesione,l’espressione smarrita. I loro sguardi si incrociarono,gli occhi del vampiro tradivano un tormento colpevole. Miriadel lo guardò sbalordita.

-Maestro…-

- Mi dispiace Miriadel. Non volevo.- si fece avanti per toccarla,ma lei si ritrasse.
Non era giusto…era sbagliato…perché? Perché il maestro le aveva fatto questo?
Incurante del tormento negli occhi dell’uomo scappò fuori,i capelli ancora umidi.
Si gettò addosso i primi vestiti che trovò nella valigia ancora integra e fuggì lontano,nel castello notturno.

Niente balli quella sera,ma i vampiri si stavano preparando per la caccia. Erano eccitati,pregustavano il divertimento.
Sarebbero andati a caccia in una zona sperduta,piuttosto povera e distante dai grandi centri. Solo un ammasso di cittadine decrepite fin troppo semplici. E dove ormai quasi nessuno,ovviamente,credeva alla loro esistenza.
E pensare che un tempo quei buchi avevano sfornato spine nel fianco davvero grosse,con i loro paletti di legno e il loro aglio.
Ormai tra gli abitanti ce n’erano solo alcuni più anziani al corrente della situazione,che passavano per vecchi barbogi matti e rimbecilliti che ormai confondevano la fantasia e le leggende con la realtà. Ciò era causa di gran divertimento fra le comunità di vampiri.
Non vedevano l’ora di costringere i nipoti dei "vecchi suonatii" a ricredersi,mentre gli affondavano i denti nella carne. “Il nonno aveva ragione…” ecco l’ultima cosa che avrebbero pensato le vittime. Il rimorso,come ultima sensazione,oltre al dolore della vita che veniva succhiata via lentamente…
Miriadel,già smarrita,si spaventò percependo quella bramosia sadica. Lei uccideva solo delinquenti e le rare volte in cui non ne trovava assorbiva un po’ dalle persone normali,lasciandole sempre in vita e senza ricordi di lei. Ma questi…. erano davvero mostri…

Un vampiro che le passò accanto percepì la sua paura non schermata e rise.
- La bambinaè spaventata!- sogghignò – Ma non preoccuparti, piccola,vieni con me e ti insegno io l’arte della caccia…-scoprì i denti,deridendola e posandole una mano sulla spalla.
Miriadel era sempre più confusa,non si divincolò nemmeno.
In quel momento si avvicinò una donna alta,con i capelli corti e lunghe unghie laccate:- Lei non può venire. Non sa ancora né trasformarsi,né volare.- disse fredda .Poi si allontanò sparendo nella folla fremente.
- Che peccato,la bambina non può giocare…-disse il vampiro accanto a lei – ma posso comunque insegnarti qualcosa al ritorno. Sai, la servitù del maniero è piena di piccoli schiavi…-.
A queste parole Miriadel reagì,divincolandosi e fuggendo via. Lui non la trattenne,lasciandola andare ridendo.

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Allora,come già detto nell'altro capitolo,continuo a implorare perdono,ma la storia completa l'avete già letta.

Per lovehate un grazie particolare,per aver sempre commentato ad ogni capitolo fin dall'inizio

Per Elychan,Lily123 un gigantesco Harigato,sperando che la mia storia continui a piacervi

Per Eika: grazissime. Comunque sto per fare 15 anni...(28 agosto,sto arrivando!)

Per greta91: ecco qui i capitoli,scusa l'attesa! Spero ti piacciano

Per tutti quelli che hanno letto :

GRAZIE

E continuate a commentare!!^^


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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Teatro ***


15

I corridoi erano immensi e deserti,un continuo zig zag di cunicoli e porte.
Miriadel ormai vagava da ore in quel labirinto,che conteneva talmente tanti capolavori d’arte da fa r invidia a un museo. E sicuramente avrebbero attirato più turisti.
Molti arazzi splendidamente intessuti rappresentavano scene grottesche con protagonisti i vampiri di ogni epoca. La storia di una razza infinita sparsa per tutto quell’immenso edificio.
E le porte…le porte erano centinaia,come le stanze di quell’assurdo palazzo. Non si capiva se era più facile perdersi nei meandri della costruzione o nelle opere senza imperfezioni.
Miriadel camminava già da parecchio tempo per un lungo corridoio in cima ad una scala, la curiosità metteva da parte la sua confusione e il suo dolore.
Svoltò per l’ennesima volta,augurandosi di essere capace di trovare la via del ritorno. Un vicolo cieco,con una porta in fondo. Miriadel provò l’irresistibile impulso di spalancarla. Strano,visto che era passata davanti alle altre soglie senza problemi,ma infine seguì il suo istinto e spinse il pesante portone.

Un teatro. Non se lo sarebbe mai aspettato.
Era enorme,la luce entrava a malapena dai vetri opachi illuminando i molteplici strati di polvere che ricoprivano tutto. Le poltrone della platea erano logore,come probabilmente anche quelle delle balconate. Fece un passo,il legno del pavimento cigolò. Non doveva aver messo più piede nessuno là dentro da chissà quanti anni.
Miriadel rimase colpita dalle statue maestose che circondavano la sala, esseri mitologici a cui lo sgretolamento non dava altro che fascino. Quella più vicina rappresentava una splendida fanciulla,molto giovane,con due code di pesce. I capelli sembravano galleggiare nell’aria,più belli e all’apparenza setosi di quelli di molti umani. Tendeva una mano candida,il volto aperto in un sorriso. Ma non c’era nulla di cordiale in lei. Le splendide labbra lasciavano intravedere denti aguzzi e appuntiti come quelli degli squali mentre tentavano di ricreare quello che doveva essere un dolce sorriso ma che si dimostrava un ghigno feroce. Le unghie erano stranamente allungate.
Miriadel la guardò affascinata per qualche istante,prima che la sua attenzione venisse attratta dal palco. Un’enorme palco semicircolare,i bordi intagliati,coperto da un sipario formato dalla sovrapposizione di veli sottilissimi,attraverso i quali si intravedevano delle sagome. Sopra,delle maschere grottesche e smorfiose in chissà quale prezioso materiale la osservavano beffarde,dandole un’inspiegabile ansia con i loro sguardi senza occhi.
La ragazzina si fece timidamente avanti,guardando in alto vide più piani di balconate decorate d’oro puro,anche se macchiato e sporco, e un soffitto affrescato di rose nere intrecciate. In mezzo ai fiori si intravedeva ormai rovinata la sagoma di una giovane donna,i capelli neri e lisci che spiccavano sulla pelle candida, gli steli spinosi delle piante che le avvolgevano il corpo macchiando di rosso la veste candida della ragazza svenuta o morta. Dal basso non si distinguevano bene i particolari,ma Miriadel ne rimase rapita.
Infine si costrinse a distogliere lo sguardo e si arrampicò sul palco passando sotto il sipario accompagnata dal suo dolce fruscio. Camminando le sue impronte venivano scavate nella polvere adagiata sul legno scricchiolante.
Sempre curiosa andò dietro le quinte,ritrovandosi nel buio più assoluto senza averne timore. Incedette per un po’fino a una piccola porta laterale,che ovviamente aprì.
Fu così che scoprì il deposito della recitazione,l’ultimo luogo per i vestiti,gli oggetti e le maschere che non avevano più uno scopo.
La stanza era enorme,gremita di abiti di ogni genere,parrucche e travestimenti. Scatole di volti di cartapesta che la fissavano esangui e altezzosi,sfilate di costumi,ammucchiate di oggetti scenici e decorazioni. Era stupendo,ogni cosa anche se deteriorata e logora grondava di fascino e magia,che nel buio splendeva ancora di più. Sembrava un vecchio circo,che non voleva accettare l’idea di aver perso il suo antico splendore e continuava altezzoso in un penoso tentativo di dare spettacolo.
Ma in quel caos di dimenticatoio Miriadel lo vide lo stesso. E fu subito attrazione.
In fondo alla stanza,appeso ad una stampella un po’ macilenta,c’era un abito stupendo. E non si può dire che Miriadel fosse un’amante dei vestiti,eppure questo lo trovò davvero splendido. Un abito da ballerina classica,con un lungo tutù nero a gonna,il pizzo irregolare mostrava a tratti il rosso del secondo strato. La stoffa era morbida, coperta da una trina ricamata così finemente da non poter essere stata realizzata né da umano né da vampiro. Il nero e rosso continuamente sovrapposti creavano un effetto abbacinante. .
Miriadel non resistette,si tolse i suoi vestiti e se lo infilò lì per lì,fregandosene della polvere,che comunque sembrava non aver toccato il costume. Le si adattava perfettamente.
Raccolse i capelli in uno chignon morbido,da cui sfuggivano troppe ciocche scure, e vi poggiò un diadema argentato,posato lì vicino su un cuscinetto nero. Infine mise le scarpette,scure e lucide come se non fossero mai state toccate.
Si guardò in uno specchio argentato lì vicino,senza riconoscersi. Era stupenda,le guance più colorite del solito e gli occhi lucidi,quasi febbriccianti,infiammati da una strana emozione.
L’abito le scopriva le spalle e le aumentava il seno con il corpetto,facendola sembrare più grande.
Uscì sul palco,aprendo il sipario e ritrovandosi a fissare la platea silenziosa. Con la coda dell’occhio notò che quasi tutte le decorazioni del teatro rappresentavano cigni.
Le sembrava di aver davanti un educato pubblico di fantasmi,che la guardava gentilmente. –Balla per noi,Miriadel.Balla!!- sembrava dire.
Miriadel guardò un po’ incerta il suo pubblico invisibile,facendosi scappare una risatina nervosa.

Volete che balli,io?
Sì,Miriadel,danza per noi
Ma non sono capace,non so i passi.
Invece li sai,lasciati andare e i tuoi piedi si muoveranno da soli. Balla per noi Miriadel,balla per noi e per te stessa.
Ma non sono una ballerina.
Eppure indossi il tutù e le scarpette.
Sì,ma queste non so perché le ho messe.
Balla Miriadel,puoi.
Ma non c’è la musica.
Come,non la senti?.
Cosa?
La musica,ascoltala.
Miriadel sentì la musica. Davvero. E ogni sprazzo di lucidità svanì.
Non si chiese come avesse fatto all’improvviso a saper andare sulle punte,non si chiese come sapesse i passi,non si chiese nulla.
Semplicemente danzò,seguendo quella musica che poteva sentire solo lei,danzò mettendoci l’anima,mettendoci tutta sé stessa. Per un attimo le sembrò di riconoscere il pezzo,di averlo già sentito da qualche parte,poi il brano la rapì nuovamente. Ballò fino allo stremo,senza pensare. Volava con le sue ali,si sollevava da terra in quel componimento abbacinante. Non voleva più scendere.
Infine la melodia finì,e Miriadel si inchinò al suo pubblico invisibile,in delirio.
Sorrise,mentre cercava di riprendere fiato.
Si lasciò cadere sul palco,stremata ma stranamente soddisfatta,quasi come se il pubblico ci fosse stato davvero. Si era sfogata,le nebbie della sua mente si stavano diradando non più alimentate dalla rabbia e dalla frustrazione. Ora era tranquilla.
Si alzò e si andò a cambiare,rimettendosi i suoi vecchi abiti ,ormai coperti di polvere, dopo aver accuratamente riposto l’altro. Prima di andarsene ritornò sul palco dove si sedete con le ginocchia strette al petto,a tu per tu con l’auditorio fantasma.
-Sapete- disse – sono proprio confusa. Non riesco a capire più nulla ormai,tutto si sta ingarbugliando. Troppi segreti,in questo castello. Sarà vero che assorbe le anime di chi ci vive?-si guardò attorno dubbiosa,soffermandosi di nuovo sul soffitto- forse un giorno finirò come lei,distrutta da qualcosa di stupendo,e all’apparenza innocuo,come un fiore. Deve essere doloroso essere incatenati da spine… O forse ci penserà prima il maestro a farmi fuori. Mi ha morso…-si toccò d’istinto il graffio ancora aperto. Le ferite inflitte da altri vampiri erano lunghe a guarire.:- che gli è preso? Mi voleva uccidere?-la voce era calma ma il serpente del dolore le dilaniava il cuore..– perché mi ha voluto fare questo? E non è tanto con il maestro che me la prendo,ma con me stessa,che non mi sono svegliata anche quando mi ha ferito. Sono debole,troppo debole. E’ per questo che si è pentito di avermi portato con sé? Sono troppo lenta,e stupida…porto solo guai. O forse gli faccio da zavorra. Ho visto l’occhiata che ha lanciato a Beatrix…forse vorrebbe dormire con lei invece che con me. O forse,semplicemente è questo cazzo di maniero che ci sta davvero logorando!!! Gilde,clan,scale sociali…Cazzate!! Chi ci crede a quelle stupide apparenze da “ Bel regno felice”?- Miriadel aveva cominciato ad alzare la voce ,scaldandosi - Pensano che sia tanto stupida? E’ vero,non so nulla di politica,ma è evidente che c’è una guerra!!!! E devo capire,voglio capire!! E poi c’è quel Morgan,che non si riesce a capire da che parte stia. Arani-a- duru….che cazzo significa,perché mi chiama così?- le sue guance si imporporarono,mentre ricordava il loro ultimo incontro. Era pressoché rimasta in mutande davanti a lui,dopo di essere quasi finita in mare. E in più non poteva far a meno di sentire le sue braccia ancora attorno alla vita,i capelli biondi che le sfioravano il viso…arrossì furiosamente,ancora di più,nascondendo il viso nelle ginocchia.- E’ uno stronzo pallone gonfiato!! Chi si crede di essere! Però…mi ha salvata due volte. Non riesco a capire perché lo ha fatto. Insomma…che vuole da me? E poi,per le sue attenzioni sono detestata dal novanta percento di questa…come dire…corte. Sì,è proprio una corte,di ipocriti,viscidi,schifosi vampiri assetati di potere e sangue. -rabbrividì, e scosse la chioma scura,che le ricadeva dinanzi al viso.- Sono peggio degli umani…vogliono il potere su tutto. E poi ci sono i figli della gilda… Credo di essere sotto lo stesso tetto di futuri presidenti di ogni nazioni,capi dei servizi segreti o altri modi per influire pesantemente nella vita degli umani. Per avere il Controlllo- ridacchiòsenza gioia – è buffo,sapete. Il controllo…è ciò per cui smania ogni vampiro. Il controllo su ogni cosa…per ora lo stanno inculcando nel mondo della specie più debole,degli esseri umani,ma non sarà così per sempre. Già adesso i clan lottano per la supremazia della loro gilda sulle altre,poi combatteranno per il dominio del clan all’interno della gilda,poi probabilmente per il vampiro “supremo”. Detta così fa ridere. Sembriamo i bambini quando giocano,nelle risse per chi deve essere il capo. Ma questo non è un gioco. Abbiamo armi e poteri veri,non sassi e piume colorate. Non si può sbagliare,pena la morte. Qui chi vince diventa un Dio.-

Un frastuono interruppe il suo monologo al pubblico misterioso. La caccia era finita. Meglio muoversi se non voleva morire di fame. Con un sospirò si alzò e fece per andarsene,ma prima di lasciare il palco non potè fare a meno di fare un grazioso inchino. Sorridendo poi lasciò il teatro con il cuore più leggero. La porta si chiuse alle sue spalle. Un applauso solitario risuonò gentile nel buio.


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Ecco qui!! Stavolta ho fatto presto ^_-!


Per Greta91:Allora,mi perdoni definitivamente? ^^

Per eika: grazie tantissime per il commento! E sono completamente d'accordo con te(voglio essere un vampiro!). E per quanto riguarda Morgan,piccola curiosità,di cui forse non te ne fregherà niente ma io la scrivo lo stesso: è stato inventato prima lui,e poi la storia. In pratica me lo sono inventato 3 anni fa,e da allora è cresciuto con me...poi mi sono iscritta a un gioco on line sui vampiri,e nella storia ho fatto una specie di megariassunto-minibozza-micro della storia di Miriadel,e visto che entrambi i personaggi mi piacevano troppo li ho infilati nella stessa storia^^
Altra cavolata: secondo il dizionario dei nomi on line,Morgan significa:"nato dal mare"(ma non ho capito in che lingua=_=)

Per Lovehate: grazie per l'indulgenza,per il commento,insomma ,per tutto!!^^

Per Elychan :Ma la scuola mi ha ucciso!! Sono solo resuscitata...^__-



Alla prossima!!!





Un'altra cosa: ho provato a cambiare grandezza dei caratteri,mi dite quale va meglio? Questa o quella sopra? Grazie!

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Capitolo 16
*** capitolo 15: la fine della caccia ***


16 credo Miriadel seguì il rumore per raggiungere la zona di ritorno dei cacciatori. C’era una confusione tremenda,l’esaltazione per la caccia aveva mandato la compostezza e la logica alle ortiche.
Ora erano solo bestie feroci che si godevano la vittoria. Fece per avvicinarsi alla fonte principale del macello,quando qualcuno le posò una mano sulla spalla.
- No,Miriadel. Vieni con me.- il maestro la guardava,le labbra sporche di sangue,ma i suoi occhi erano tornati del loro azzurro intenso,senza più quella follia che vi aveva letto precedentemente.
Decise di fidarsi. In fondo,l'aveva fatto per tre lunghi anni.
La ragazza si lasciò guidare fuori dalla folla e condurre in una delle tante stanze. Un piccolo salotto,con grandi finestre. C’ era un camino di marmo decorato con delle mele intagliate,candelabri sparsi ovunque,e divani semplici e comodi anche se evidentemente antichi.
Si sedette a gambe incrociate su uno di essi e attese senza parlare,gli occhi brillanti di astuzia e gentile curiosità. Il maestro guardò con apprensione quell’espressione di attesa così innocente,così tranquilla.
Si fidava ancora di lui? I segni del morso erano evidenti appena fuori lo scollo della t-shirt scura e coperta di polvere.

Dov'era stata? Il nuovo interrogativo lo colpì come una scossa elettrica.Per tutta la caccia era stato perseguitato dall'ansia e dal senso di colpa,che si era riversato fuori in rabbia e violenza.
Le sue vittime non si erano certo divertite quella notte...non aveva fatto nemmeno caso a chi uccideva. Donne,uomini,bambini.Non lo sapeva
.Esisteva soltanto il profumo,la sete,l'istinto.
Nessuna differenza nella morte,tra innocenti,colpevoli,adulti,bambini,razze,colori...tutti uguali,uniti dal filo vermiglio del sangue.
Ricordava soltanto la furia ceca e la disperazione con cui aveva affondato i denti nella carne molle delle prede.
Un mostro...
Improvvisamente fu grato che Miriadel non avesse assistito nè preso parte a quello spettacolo.

- Bevi.- le porse un bicchiere e una bottiglia piena di liquido rosso. Sangue.
Miriadel non se lo fece ripetere,e cenò voracemente . Non era sangue umano,notò con leggero fastidio. Qualche animale della selva probabilmente,forse uno di quei leoni di montagna che girellavano nei dintorni,forse un cinghiale. Un’animale forte.
Forse era per questo che riusciva a nutrirla senza problemi.Neanche il sapore era tanto male.Anzi...
Bevve fino a saziarsi,avidamente. Bene,avrebbe potuto restare digiuna per altri tre giorni senza sentire i morsi della fame.
.- Grazie.-
Si pulì il sangue che le macchiava mento e labbra con la manica,e riprese a fissare il maestro in attesa.
Non l’aveva allontanata solo per nutrirla,lo sapeva..
- Mi dispiace Miriadel.- Il maestro non la guardava,era appoggiato al muro vicino alla finestra e fissava l’oscurità.- Non avrei dovuto. Ma non ho resistito…-si interruppe –. E’ giusto che tu sappia.... -sospirò.No,non le avrebbe detto tutto,nemmeno stavolta.Per ora si sarebbe dovuta far bastare una parte di verità.Sempre meglio di una bugia. Il vampiro scosse la testa. –Questo maniero…hai ragione,lo odio. Con tutta l’anima,con tutto me stesso. Ora sono anziano,Miriadel,ma un tempo sono stato un neofita anch’io. Sono stati gli anni peggiori della mia vita- i suoi occhi si riempirono di un antico dolore- non ti racconterò i fatti miei,ma sappi che questo castello logora chi ci vive,anche per poco tempo. Troppi vampiri concentrati insieme ,sia ora che nel passato. Troppe guerre hanno macchiato questo posto di rosso. Non siamo invincibili,Miriadel. Anche noi abbiamo dei nemici.-
- Mmm…i mannari?- suggerì lei.
- Sì,i licantropi,ma non solo. Ce ne sono tanti ,troppo difficili anche solo da comprendere,troppo contorti e inafferrabili. Ma sono pericoli per noi. Non sempre tutto ciò che vedi esiste davvero,come se non vedi qualcosa non significa che non ci sia…- la ragazza lo fissava attenta e impenetrabile,ma senza capire
- Siamo anche i peggior nemici di noi stessi. So che l’hai notato,la nostra aristocrazia è falsa e precaria in questo mondo assetato di potere. Ognuno è egocentrico e vive solo per se stesso. E’ nella nostra natura. I vampiri sono egoisti.- i capelli marroni coprivano il viso pallido del maestro,facendolo sembrare più giovane. Miriadel si sorprese a cercare di osservarlo attentamente nella penombra delle candele. Il volto affilato non nascondeva le sue sofferenze.
- E’ molto complicato,ragazzina. C’è poco tempo e troppe cose da insegnare. Non avrei mai immaginato di portarti qua così presto,altrimenti avrei affrettato l’addestramento. Ce la siamo presa un po’ troppo comoda . D’ora in poi,tutte le notti,ti impartirò qualche lezione .Devi sapere. Devi comprendere. Per difendere te stessa e gli altri. Ma ogni cosa è più complicata di ciò che sembra…- sospirò –avrò spesso da fare,ragazzina. E anche se non mi piace l’idea di lasciarti sola,dovrò farlo. Ci sono molte biblioteche in tutto il maniero,le hai trovate?-
Miriadel scosse la testa.
- Non importa,le troverai. Quando starò via andrai lì a fare i compiti.-
-Compiti?!-
- Credi che ti lasci stare con le mani in mano tutto il giorno? –
-Pensavo di aver finito con lo studio…-
- In questi quasi tre anni,ho cercato di rimediare alla tua ignoranza da pezzente di strada ,c’era da stupirsi che sapessi leggere, con la cultura del mondo umano. Storia,letteratura,geografia…umana. Ora dovrai cominciare con quella dei vampiri- un sorriso stanco e tirato gli si delineò sul viso, alla faccia orripilata di Miriadel.
- Ancora?-
-Già,e dovrai anche continuare con il latino .-
Miriadel gemette,affondando il viso in un cuscino – Pietà!!!-
- E ringrazia che per mancanza di tempo non ti aggiungo il greco. Ti informo che l'alternativa è prendere parte alle lezioni dei "figli".-
La giovane vampira rabbrividì.Dalla padella allla brace!
- Va bene…uffa però.- dovette acconsentire alla fine.
-. Essendoci poco tempo dovrò lasciare enormi buchi nella tua cultura,ma ciò a cui miro per ora è la tua immediata sopravvivenza. E visto che già la tua linguaccia parla a vanvera,vedi almeno di dire cose sensate e non offensive.- il tono dell'uomo era ancora austero,ma sicuramente più rilassato.
Miriadel lo guardò male con un accenno di broncio.
- Cominceremo da domani le lezioni vere e proprie. La notte è quasi finita ormai. Vieni,andiamo.-
- Posso raggiungerla dopo,maestro?- voleva vedere se riusciva a trovare una delle biblioteche –non ho molto sonno,e anche se tardo il sole non mi farà nulla…-
-NO!- inorridì il Maestro.
Non poteva lasciarla andare in giro dopo una caccia.
I sensi dei vampiri ancora esaltati al massimo,l’adrenalinaa mille,il sangue bevuto non ancora in circolo.
Avrebbero sentito sicuramente il profumo sbagliato della ragazza,il suo sangue ibrido e troppo appetitoso. Riusciva anche lui a sentirlo pulsare,che ormai era sazio,senza contare tutta la pratica di resistenza che faceva da molti anni. Ma i figli della gilda erano giovani...
Se Miriadel avesse incontrato per casoanche solo uno di loro mentre era da sola,questo non avrebbe esitato a saltarle addosso.
- No,vieni a dormire. Subito.- il suo tono era brusco,per non tradire il panico che l’aveva invaso.
Miriadel lo guardò ferita. Che aveva fatto? Si era davvero pentito il maestro?
- Sì…- disse con un filo di voce
Il vampiro sospirò,di fronte a quella faccia avvilita,ma non poteva rischiare.
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Miriadel si svegliò agitata.
Il sole non era ancora calato. POteva dormire ancora un po'. Ma il sonno sembrava sparito.
Si alzò e sbirciò dietro le persiane di legno massiccio. Strano,non pioveva e il sole stava per tuffarsi in un mare rosso sangue. Una meraviglia.
Aprì del tutto la finestra,dopo aver assicurato che la porta della camera del maestro fosse ben chiusa.
E il sole inondò la stanza. Ancora quel dolore sopportabilissimo.
Si appoggiò al davanzale,contemplando quello spettacolo. Il mare scarlatto si agitava rabbioso come al solito,sullo sfondo di nuvole arancio volavano dei gabbiani,le sagome stagliate contro l’astro. Anche gli scogli e le grotte sembravano meno minacciosi del solito.
Si godette il tramonto,gli occhi socchiusi mentre assorbiva il poco calore rimasto. Un giorno non avrebbe più potuto farlo.
Perché? Si chiese per la prima volta. Perché gli era vietato godere di quel sogno? Cosa avevano fatto i vampiri?Perchè erano così?
Troppi,troppi interrogativi sulla sua razza le inondarono la mente,sorprendendola e facendole rendere conto che non si era chiesta mai nulla. Aveva sempre accettato tutto ,senza cercare di capire. Ma la sua curiosità si stava destando. Voleva comprendere.
Il sole era quasi del tutto calato. Il maestro aprì la porta e un raggio di sole sgusciò oltre la sagoma di Miriadel bruciandogli una mano.. Si lasciò sfuggire un sibilo di dolore. La ragazza si voltò di scatto.
- Oddio,mi scusi maestro!! Non pensavo sarebbe entrato…-si affrettò a chiudere le imposte,ansiosa.- Mi spiace,mi spiace mi dispiace!!-
Ma il maestro non rispose,la guardava con aria assente e un po’ accigliata.
- Maestro?-
.Sobbalzò. – Non ti preoccupare. Sta già guarendo. Ma che facevi lì?-
- Guardavo il tramonto…-
Un vampiro che guarda il tramonto. Non andava affatto bene. Sospirò.
-Sistemati e aspettami nella biblioteca nell’ala nord al quinto piano. E’ finita la pacchia ragazzina,si ricomincia a studiare.-
- Devo proprio?-
-Sì,devi.-
Miriadel sbuffò rassegnandosi all’idea. Senza parlare andò a vestirsi.


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Eh già,la scuola mi ha talmente tanto perseguitato che non sarebbe giusto che solo gli umani ne debbano soffrire^^
Vabbè,sono crudele,ma tenete presente che ho cominciato questa storia intorno a Gennaio, e per ora sto usufruendo dei capitoli già scritti,dandogli qualche ritocco qua e là. Questo lo dovrei avere scritto intorno ad aprile...ed ero talmente stressata per la fine quadrimestre che ho dovuto riversare lo stress anche su quella poverina di Miriadel,che oltra a vampiri assetati e poco cordiali si becca pure i compiti...^^"
Ok,meglio che taglio con le ciance!

Per Elychan :concordo,nulla di meglio che una settimanella di giramento-di-pollici!!^^

Per lovehate: GRAZIE! lo so che sto diventando ripetitiva,però non so + in che lingua dirlo^^

Per Amaria: grazie per la tua recensione!! Adoro quelle belle lunghe^^. Effettivamente sono cosciente dei pezzi un po' incasinati,ma sempre per la solita orrenda causa non ho avuto nè tempo nè effettivamente voglia (dopo un pomeriggio sui libri,preferivo creare che risistemare...) di sistemarli. Ma ora che garzie al cielo è estate,comincerò con il ricontrollo totale!Per ora ho dato una sistematina ai primi due capitoli,dopo il 23(saggio di danza ARGH!) potrò fare un po' meglio. Comunque grazie per avermelo ricordato . Sono contenta che la mia storia ti stia piacendo!^^

Per Sephirah: non sapevo bene dove inserire i ringraziamenti per te,ma infine non sapendo dove sei arrivata a leggere ho optato per questo nuovo capitolo.Spero vada bene! Allora io ADORO le recensioni costruttive,come la tua e quella di Amaria (altrimenti come faccio a migliorare?)quindi grazissime!!Allora,per quanto riguarda i balli sì,sono consapevole di essere un po' fissata,ma in fondo sono insieme un mio desiderio e una mia paura,quindi non me li potevo proprio risparmiare. Comunque,prendendo spunto per l'epoca anche da belle epoque e medioevo i balli credo ci stiano bene.Comunque grazie per il consiglio,cercherò di non esagerare. Per il linguaggio gergale...beh,guardando anche le cose vecchie becucche ho sempre scritto così,sdrammatizzando quando l'atmosfera si faceva troppo pesante. So che è un po' presto per parlare di stile,visto che ho ancora tantissimo da imparare e non mi sono di sicuro ancora formata nel campo della scrittura,ma credo che non sarà facile liberarmi da questa cosa. Dici che dovrei provare?
Grazie tantissime per l'aiuto e per tutto!!




Alla prossima,e continuate a commentare!

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


rgs4t Miriadel girava a vuoto per i corridoi,la notte ormai regnava. Ecco,si era persa,lo sapeva. Dove diavolo stava quelle stupida biblioteca? Era mezz’ora che camminava. E non c’era nemmeno uno straccio di cartello a indicare il piano.
Non aveva idea di dove fosse finita. Non se la sentiva di chiedere informazioni a qualche raro vampiro di passaggio,ma sembrava non le rimanesse altra scelta. Giocherellando con il bordo dei jeans si avvicinò a una creatura dall’aria solitaria e più cordiale delle altre che vagava nei paraggi.
- Scusi, mi sa dire come raggiungere la biblioteca dell’ala nord?-
Il vampiro si girò di scatto,agitato e nervoso. I ricci corti color ruggine erano scompigliati e facevano risaltare la faccia paffuta e sudaticcia,da ragazzino. Spessi occhiali appannati gli coprivano gli occhi acquosi. Miriadel per un attimo pensò fosse un essere umano,ma i denti sporgenti e gli occhi rossi erano inequivocabili. Accanto a lui c’era il cadavere di un roditore insanguinato.
Doveva essere giovane,forse più di lei,se non riusciva a controllarsi.
-mmm….eh…oh…La bi…biblioteca dell’ala nord?- balbettò.
La ragazza annuì con gentilezza.
- oh,certo,certo,certo- la sua voce era acuta e squillante.- Ma il percorso è complicato. Vuoi che ti aiuti a trovarla?-
- No,non si preoccupi. Mi dica solo come raggiungerla.-
- Oh,per favore,la posso accompagnare? Almeno così…forse….forse.. loro non mi troveranno! Gli altri figli della gilda dicono che non sono degno di essere un vampiro-
Solo allora Miriadel notò la sua divisa. Il vampiro si fissava i lacci delle scarpe,nervoso. Era completamente diverso da tutti quelli che aveva incontrato,così giovane e impacciato,così.... umano.
- Se per lei non è un disturbo guidarmi…-
- Oh, no che non lo è!! – era così facile farlo felice. Sembrava un bambino a cui avessero regalato una caramella gigante .
Mentre si avviavano,lui continuò a cianciare:- Mi chiamo Francois….sono nei figli della gilda. Ma non mi piace…essere uno di loro intendo…sono tutti cattivi con me. Dicono che non sono degno di essere chiamato vampiro,che abbasso il livello della specie. Mi trattano come un imbranato.
Tutti, allievi e insegnanti. Anche per via del mio clan…è piccolo…solo una persona ogni dieci anni….non so perché ha-hanno scelto me – parlava molto veloce,balbettando a tratti – ma dicono che ho p-potenziale. Vogliono far-rr-mi diventare primo ministro da qualche parte. In un posto p-pic-colo però. So-sono solo uno s-s-sfigato.- aveva l’aria completamente avvilita,da cucciolo bastonato. Miriadel provò compassione per lui.
- Dai,scommetto che sarei un grande ministro,potresti cambiare il mondo!- sorrise incoraggiante.
Lui si illuminò come una lampadina,prendendola per mano.La guidava per i corridoi senza esitazione,continuando a chiacchierare,a volte anche scherzando.Miriadel si sentiva bene,l’anima finalmente alleggerita. Non rideva più con qualcuno da molto,troppo,tempo.
Entrarono in una stanza vuota. C’erano molti mobili,coperti da teli bianchi,come durante i traslochi.
Non era la biblioteca…
- Francois,dove siamo?-
Non rispose,la guardava e basta. Ma non più con la sua impacciata gentilezza.
Si era tolto gli occhiali e aveva raddrizzato la schiena,i suoi occhi erano pezzi di ghiaccio. Sorrideva ancora,ma con cattiveria.
- Bene,a quanto pare ha funzionato.- anche la sua voce era diversa,più cupa e sicura. Non tartagliava più.
- Non pensavo avresti abboccato così facilmente. Ma come resistere a quello stupido sciocco imbranato di Francois? Qualcuno che ti sembrasse più debole di te?Volevi prendere le sue difese,come una chioccia,vero? Povera,piccola Miriadel,non devi credere a tutto ciò che vedi – rise,una risata priva di gioia. Le si avvicinò minaccioso.- Te l’ha detto anche quel cretino di Cesar,no? Mai andare senza il cane da guardia…- le afferrò il polso e la tirò a sé,stringendola tra un tavolo coperto da un telo e il suo corpo.- Per te poi è ancora più pericoloso…con un sangue come il tuo non dovresti mai girare da sola…-
- Il mio sangue? Cosa…?-
- Non te l’ha ancora detto?-rise- Che stupido…Allora non te lo dirò certo io,ragazzina. Muori restando sulle spine…- scoprì i denti,facendo per trafiggere il collo candido.
Lei si scansò e evitò i canini,liberandosi dalla stretta e saltando agilmente sul tavolo.
Anche Francois. L’unica persona che le era sembrata minimamente cordiale dal giorno dell’arrivo.
E poi si era proprio rotta. Era lì,da quanto,tre notti,e non ce n’era stata una in cui qualcuno non avesse tentato di mangiarsela. Ma che era,una persecuzione?Maledetti cretini…Non era mica una torta di mele!
Era in posizione di difesa. L’altro avrebbe attaccato a momenti.Beh,la pratica di combattimenti non era mancata.
Soffiò violentemente. L’altro rispose con un ringhio. Stava diventando tedioso,era sempre la stessa storia.
Poi decise. Al diavolo i metodi convenzionali. Era in ritardo per la lezione e aveva fretta. Non aveva tempo per offrire banchetti pubblici.
Afferrò un vaso a portata di mano,nascosto sotto un telo. Un vaso pesante, di bronzo intarsiato, e coperto di polvere. Bene. Senza tanti preamboli lo tirò in testa a Francosis. Centro.
Neppure Hulk avrebbe resistito ad un colpo del genere. Infatti il ragazzo crollò a terra svenuto.
E chi l’ha detto che le classiche regole del duello funzionano meglio?
Soddisfatta fece per uscire chiudendo la porta,finendo a sbattere contro il maestro che la fissava severo. Ma sotto quel falso cipiglio era ovvio che gli veniva da ridere. Non capita tutti i giorni di assistere a un duello a colpi di vaso.
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Miriadel si stava annoiando. Fissava un ragno che si muoveva sulla polvere dello scrittoio dove stava sorbendo la lezione,nella biblioteca buia e semideserta. Tic,tic,tic,facevano le zampette sul legno. Un suono impercettibile a orecchie umane,che anche i suoi sensi estesi udivano a malapena. Tic,tic,tic…
Però,avere un precettore privato comporta degli svantaggi. Se poi è un vampiro,non ne parliamo.
- Non mi stai ascoltando.-
- Oh,non è vero,è molto interessante…-
- Che ho detto?-
Ahia. Colpita.
- Lei…parlava…delle ….della…storia …degli antichi dei africani!-
- Vedo che hai ascoltato...-
Miriadel era sbalordita. Ci aveva preso?
-… il primo secondo. Stavo parlandoti delle antiche leggende sugli dei nordici.-
Affondata.
-C’ero vicina.-
- Già,solo due culture completamente diverse.-
-….-
- Sto sprecando il mio tempo. I muri hanno ascoltato più di te.- Fece per andarsene,ma la ragazza lo trattenne.
- Mi scusi! E solo che…sinceramente…è piuttosto noioso. Cioè,io li conosco già gli antichi dei nordici!!-
- Davvero?- Il maestro alzò scettico un sopracciglio.
- Davvero! Odino,Loki,amici vari,Thor,Sigfrido,i Nibelunghi…-
- E dove avresti imparato di grazia?-
- A volte…quando non ero ancora così…-deglutì – io e “lui” scappavamo da quel posto…-Il maestro capì a chi si riferiva senza che facesse nomi.
Soffriva ancora…non la interruppe.
- … e andavamo alla scuola privata. Scavalcavamo il cancello… e ascoltavamo le lezioni.- Non era tutto. Il maestro lo intuì,ma non gettò sale sulle ferite ancora aperte del suo cuore. Si limitò ad annuire.
Ma i ricordi sono come un fiume fermato da una diga…approfitta di ogni più piccola fessura per straripare.
********************+
- Su,presto!-
Due gracili figure si stanno inerpicando su un muro di mattoni rossi. Salgono agilmente,nonostante lo spesso strato di ghiaccio che vi si è formato
- Arrivo!-
Risponde.
Eccoli sono dall’altra parte.
Due ragazzini, entrambi magri e pallidi,infagottati in stracci troppo grossi o troppo piccoli per loro. La neve cade lieve,a fiocchi. Devono morire di freddo. Infatti tremano.
Ma se uno degli allievi della sontuosa scuola di cui hanno appena superato il cancello li guardasse,li invidierebbe.
Clarissa,la ragazzina al quarto banco vicino alla finestra,proverebbe una fitta di gelosia per quei ragazzini gracili,sporchi e infreddoliti,ma con gli occhi accesi e le gote arrossate dalla felicità.
Sorridono infattii. Se Clarissa guardasse fuori vedrebbe la felicità e l’appagamento del primo reciproco amore nei loro occhi.
I due passano di nascosto dietro alle siepi,attenti a non farsi scorgerete dalle persone in buona salute,al caldo,con lo stomaco pieno ma infelici che intravedono attraverso i vetri.
Si fermano proprio sotto la finestra vicina al quarto banco. E’ un po’ rotta infatti,e da lì filtra un po’ del calore della stanza. Proprio in quel punto c’è un minuscolo spazio senza neve,perché coperto dal davanzale ampio della finestra del piano di sopra.
E’ là che si sistemano,stretti sotto una coperta logora nascosta sotto al cespuglio vicino,premuti l’uno all’altra con la schiena appoggiata al muro dietro cui passano le tubature del riscaldamento.
Stanno lì,immobili,con gli occhi chiusi,a sentire le parole vane di un insegnante per una classe che non lo ascolta e a dargli un senso,ad assorbire un minimo di tepore e di speranza lontano dal dolore di una vita ingrata,a immaginare in silenzio di essere al posto dei fortunati allievi della scuola privata. Loro non ci sono mai andati a scuola.
Ecco cosa vedrebbe Clarissa se guardasse fuori dalla finestra. Ma non lo fa,troppo presa e intristita da un votaccio in una materia che non ha mai studiato,troppo tediata dalla lezione su degli dei mai sentiti,troppo presa da un ragazzo che non l’ha mai notata..
Clarissa non guarda fuori,e non si rende conto della reciproca invidia tra lei e i ragazzi sotto la finestra.
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Il maestro sospirò.
- Va bene,ricominciamo… cosa ti interesserebbe sapere?-
- In che materia?-
- Qualsiasi.-
Miriadel riflettè,masticandosi una ciocca di capelli.
- Voglio capire.- disse semplicemente.
Il maestro intiuì cosa voleva ,ma preferiva fosse lei a dirlo.
– Cosa?-
Miriadel si agitò sulla sedia,a disagio.- Sono confusa maestro…troppo. E sono anche curiosa. Sulla nostra specie. Sul perché non siamo umani. Lei ha detto che me l’avrebbe spiegato,l’altra volta. E allora perché stiamo parlando di dei nordici?-
Il maestro tentò di eludere domanda.
Era ovvio che la ragazzina se ne accorgesse,che pretendeva? Non poteva temporeggiare per sempre.
Eppure,una parte di lui voleva continuare a mantenere quell'equilibrio instabile,destinato a cedere. Non voleva dirle niente,voleva proteggerla.
Dalla sua stessa specie.
Però non sarebbe riuscito a tenerla all'oscuro a lungo, e il delicato castello di carte sul quale si trovavano sarebbe fin troppo presto crollato. Doveva togliere la benda a Miriadel prima che ciò accadesse,perchè la vampira fosse in grado di distinguere la terra dal cielo e atterrare in piedi.

- Vuoi studiare i vampiri,Miriadel?-
Da in piedi che era si chinò fino al livello del tavolo,per guardarla negli occhi. Aveva uno strano tono,la giovane non riusciva a capire cosa contenesse:divertimento,beffa,rabbia?Il suo sguardo era imperscrutabile.
L’allieva era a disagio.Non sapeva bene cosa rispondere.
- Voglio capire quello che sono diventata.-
Il maestro si alzò di nuovo e guardò fuori dalla finestra con aria assente,giocherellando contemporaneamente con una ciocca dei lunghi capelli dell’apprendista.
- mmm….è un buon intento direi. Ed effettivamente quello che avrei dovuto fare fin da quando ti ho presa con me...-le gettò un’occhiata di sbieco – Sì,direi che posso davvero cominciare ad adempiere il mio scopo.-
lasciò andare la ciocca,che ricade dolcemente verso il basso..
Miriadel lo guardò interrogativa.
- Ti ricordi quando ti ho preso con me ragazzina,agli inizi? Soffrivi,pensavo che neanche l’immortalità avrebbe potuto cancellare quel dolore. E non l’ha fatto. Ma l’ha lenito,ti ha reso più forte. Ti ho insegnato le basi in questi due anni. Come bere,come cacciare,i pericoli,le difese.Ti ho dato la cultura sul mondo umano che non avevi mai avuto,ti ho insegnato a vivere tra due mondi.
Ti ho protetta e cresciuta,ma arriverà il momento in cui dovrai arrangiarti da sola. E potrebbe giungere anche troppo presto…-continuava a guardare fuori,imperscrutabile. Miriadel lo fissava in silenzio,sorpresa. Si aspettava tutto,ma non quello. Il maestro continuò:- Sì,l’ora non è certa ragazzina,ma potrebbe essere troppo poco distante.Non è un buon periodo questo,per noi. E’ ora che inizia capire,è ora che inizi a crescere. Penso sia giusto così.- sembrava spossato,quasi quelle parole gli fossero costate un’enorme sforzo.
Miriadel non sapeva che dire.
Lui la guardò senza sorridere.- Cominciamo.-
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Allora...ho dovuto per forza inserire la scuola (orrore) e dare il tedio anche a una povera vampira con anche altri problemi piuttosto grossi,altrimenti non sapevo come fare ad inserire le dovute spiegazioni sul mondo dei vampiri,che tra leggende.racconti,teorie e malattie reali è pieno di contrasti. Ho fatto parecchie ricerche sui vampiri, e non potendo fondere tutte le versioni troppo diverse tra loro,ho provato a miscelarle in modo un po' diverso. Nel prossimo capitolo metterò le dovute spiegazioni.

Grazie tantissime a Lily123 ( in bocca al lupo per gli esami!) ,a Elychan (non esageri,anzi concordo^^) e a lovehate (grazigraziegrazie,per aver sempre seguito la mia storia)!!
Grazie anche a tutti quelli che hanno letto!! E continuate a commentare!

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


uii
Il maestro osservò l’espressione di attesa ed eccitazione malcelate dell’allieva. Non avrebbe mai voluto spiegarle in quel momento.Avrebbe voluto averlo fatto prima,o aspettare ancora,qualsiasi altro momento sarebbe andato bene,basta che fosse lontano da quel castello maledetto. Ma le circostanze erano ormai troppo insistenti per essere ignorate.Sospirò.
-Siamo creature misteriose anche per noi stessi,quindi sarà difficile spiegarti. Ci sono troppe ipotesi,storie,leggende,influenzate dalla bigotteria degli esseri umani. In più cambiano secondo ogni tradizione. La nostra storia è confusa,logorata dalle persecuzione,dalle guerre e dalle faide.Non abbiamo documentazioni decenti fino ai romani , e neanche troppo credibili vista la continua caccia alle streghe e il vedere presagi ovunque. Sappiamo comunque che la chiesa perseguitò diverse sette che con la scusa di Satana effettuavano sacrifici umani di cui bevevano il sangue. Non si sa se fossero esaltati pazzi furiosi o semplici vampiri.-
- Ma non c’è qualche immortale risalente a quei tempi che può fare un resoconto?-
- Quei tempi erano un disastro,un susseguirsi di caos e persecuzioni,in una lotta violenta per il potere.Ne sono morti molti della nostra specie,forse praticamente tutti.Sono pochi quelli rimasti invita,e quei pochi sono restii a parlare della cosa.Sono gelosi dei loro ricordi….-

Miriadel si era ripromessa di lasciarlo parlare,ma una domanda che ormai da troppo tempo le ronzava in testa uscì spontanea:
- Come si uccide un vampiro?-
- Sapevo che me l’avresti chiesto- l'uomo sorrise-Beh,c’è chi dice con crocifissi,aglio,argento,paletti di frassino,fuoco,specchi o il sole.Tutti non esattamente veri,ma neanche falsi-
Miriadel lo guardava curiosa, attenta ,veramente questa volta.
-Ti sei mai chiesta perché non puoi guardarti in uno specchio normale,Miriadel?-
- Mmm… effettivamente no…-
- Perché è una superficie incapace di mentire. Svela la tua apparenza,ti fa vedere come sei veramente.O meglio… lo specchio è volubile,quindi ti mostra solo come saresti,se fossi rimasta umana.-
- Quindi io…-
- Già,per te non farebbe molta differenza. Se ti guardassi in uno specchio normale,dimostreresti diciotto,diciannove anni. Un’adolescente ancora,una ragazzina. Più grande di come sei ora ma comunque molto giovane. Ma se mi guardassi io- tralasciò di dire che l’aveva fatto da poco- vedrei un morto vivente. Un corpo deteriorato,che cade a pezzi,un’involucro usato ormai da buttare di cui è impossibile liberarsi. Vedrei la mia anima dannata bloccata in una vita eterna da una prigione di carne. Non sarebbe un bello spettacolo.- rabbrividì,mentre si sedeva sul banco di Miriadel.
Il gesto la stupì ,malei non fiatò.
-Per il sole,i crocifissi,l’aglio,il frassino,l’argento è la stessa cosa,più o meno. Il crocifisso mostra a noi stessi,o meglio al nostro subconscio,la dannazione. Il perché l’abbiamo ricevuta,quello a cui abbiamo rinunciato. E la nostra anima condannata ne è respinta e attratta insieme. Siamo ipocriti,ragazzina. Non vogliamo vedere quello che ci spetta.
L’argento e il frassino sono invece materiali talmente puri che sortono lo stesso effetto al contatto. Per la precisione,ci privano dei nostri poteri,ci blandiscono. Lasciano solo la bella scatola della nostra anima,e se a contatto troppo a lungo deteriorano anche quella. L’aglio,è pura superstizione,nulla di vero. Al massimo,ha un odore fastidioso per il nostro olfatto troppo sensibile.
Mentre il sole…- le sorrise,malinconico – beh,lo sai è la più grande delle rinunce. Come lo specchio,ogni suo raggio ci obbliga a mostrarci veramente,ma in modo più violento,più estremo. Io ho quasi duecentocinque anni,Miriadel. Se mi esponessi al sole,diventerei nella realtà,materialmente, quello che sono davvero: un morto. Un cadavere.Cenere.- fece una pausa,alzandosi e cominciando a camminare – Ognuna di queste reazioni,si traduce poi in una cosa sola: il fuoco. Tutti questi oggetti ci bruciano,l’anima,la pelle. Ed è proprio il fuoco ciò che temiamo di più. Dalla sua rabbia feroce neanche la nostra capacità di rigenerazione ci può salvare. Ricorda – le prese il viso, e la costrinse a guardarlo negli occhi : - Stai…lontana…- scandiva le parole ,quasi a volerle imprimere la frase nel cervello – dal…fuoco!- la lasciò andare e si rilassò. Era più pallido e teso del solito.
Miriadel continuò a guardarlo in silenzio,chiedendosi cosa gli fosse successo.
Non volava una mosca.
- Bene- disse il vampiro rompendo la calma – ora devo andare.Puoi considerarti libera fino a domani. Niente disastri per favore.- sorrise,sinceramente,anche se ancora un po’ tirato. Meglio che niente.
La ragazzina annuì e scappò fuori dalla biblioteca.

Ovviamente corse verso il teatro. Quel posto la attirava,la chiamava. Voleva riprovare quelle sensazione,voleva volare di nuovo.
Ecco,era arrivata. Tutto come l’aveva lasciato. Protetto dalla polvere che contribuiva al suo fascino innaturale,nella sua antica perfezione.C’era silenzio assoluto.
Senza esitare si andò a cambiare ,mettendosi un altro abito nero,senza tutù o diademi stavolta. Solo un semplice gonnellino. Lasciò largo lo chignon,e strinse bene le scarpette alle caviglie. Con un sorriso corse sul palco.
Come la volta precedente,sentì delle presenze dinanzi a lei. Le sembrava di sentirle sussurrare ,mentre prendevano posto, eccitate e impazienti. Non si spintonavano ,ma l’attesa si percepiva. Aspettavano solo e soltanto lei.
Miriadel aspettò qualche istante,poi con un profondo respiro si sistemò al centro,in posizione. Era pronta.
Forza Miriadel.
La musica energica,irruente,passionale,la rapì immediatamente.
Balla Miriadel. Vola come puoi,in attesa di sollevarti davvero,verso un cielo ancora irraggiungibile ma sempre più vicino.


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Sono tornata! Coe ho già detto avrò difficoltà ad aggiornare,ma proverò lo stesso.
Vorrei ringraziare Lily123,lovehate,eika ed ELPOTTER per le recensioni,e tutti quelli che stanno seguendo questa storia.
Io ci tengo davvero,e spero tanto che non ne rimarrete delusi. Per favore,continuate a commentare,se trovate errori,incongruenze,insomma problemi fatemeli notare.

Grazie mille !!

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


capitolo 18

Ormai andava avanti così da una settimana,come una routine. La ragazza si era abituata a questo piacevole tran tran.

Lezioni con il maestro a inizio nottata,sempre più interessanti e avvincenti,anche se la vampira si rendeva benissimo conto che le stava nascondendo qualcosa. C’erano degli argomenti che voleva evitare, lo sentiva, ma non sapeva esattamente quali. Solo di alcuni era certa: si rifiutava di dirle come si creasse un vampiro, la differenza tra il sangue umano e quello d’immortale ,qualsiasi tipo di informazione sui segreti del maniero e sul suo passato. Questo scocciava parecchio l’apprendista. Non era giusto,svicolava ogni volta che sfiorava gli argomenti.

Dopo le frustranti lezioni,quando si poteva ritenere libera,correva al teatro a sfogare la sua furia repressa o gironzolava per il castello evitando i figli della gilda e i capi clan. Anzi,più precisamente evitando qualsiasi vampiro. Solitamente scendeva alla spiaggia, a guardare il mare. Quanto lo amava…non c’erano parole per descriverlo. Era la sua passione.

Ogni tanto poi si presentava qualche festa o occasione ufficiale,alle quali era obbligata a presenziare. Almeno per i primi dieci minuti.

In queste occasioni riusciva a scorgere i capi Gilde,sempre circondati dai capannelli che,ormai Miriadel l’aveva capito,erano composti soprattutto da capi clan. L’agitazione politica era sempre più evidente,passavano ore a discutere,radunati . Erano sempre in branco. I capi clan vicino alla propria gilda,i componenti dei clan attorno al proprio capo clan o sparsi a gruppetti per la sala circondati dai figli della Gilda immersi in infiniti dibattiti.

I capo Gilda, invece a quanto pare non discutevano in pubblico, anzi,a malapena si rivolgevano la parola. Probabilmente avevano altri luoghi in cui litigare.

Le alleanze e le faide continuavano,il nervosismo aumentava e non era raro che scoppiassero risse quando l’ipocritissima maschera di gentilezza si scioglieva dinanzi a ragioni troppo diverse.

Anche il maestro sembrava preoccupato.

Miriadel invece ne era completamente estranea. E finiva invariabilmente per annoiarsi.

Un altro che sembrava non completamente partecipe della situazione era Morgan. Presenziava raramente,e mai fino alla fine,dileguandosi prima degli ultimi balli. Non si erano più parlati né incontrati da vicino.Di tanto in tanto i loro occhi si incrociavano,e Miriadel ritrovava quello sguardo beffardo e impenetrabile.

Poi,ogni due-tre giorni c’erano le battute di caccia. In quelle notti il maniero rimaneva semideserto per parecchie ore,permettendole di girovagare indisturbata.Quel castello nascondeva più segreti di quanto pensasse. E di rado innocenti.

Il maestro era distratto. Stava spiegando alla sua allieva l’ennesima delle leggende umane,in questo caso quella giapponese del gatto vampiro,ma non prestava attenzione alle parole che diceva. Sembrava più vecchio e più stanco,sciupato e stropicciato come quei vestiti dopo troppi lavaggi.

Miriadel lo guardava perplessa,era la quarta volta che ripeteva lo stesso passaggio. Non era da lui.

- Maestro,tutto bene?- chiese.

L’uomo la guardò sorpreso,incontrando per un attimo gli occhi penetranti e sinceri dell’allieva. No,non stava affatto bene. Lei era così fiduciosa,così innocente…Non poteva farlo. No,non poteva.

Chiuse il libro di scatto:- Si Miriadel,sono solo un po’ stanco…ho da fare ora. Continua da sola per un po’. – Le posò il libro in grembo e se ne andò.

C’era decisamente qualcosa che non andava. Miriadel si stiracchiò sulla poltrona su cui stava leggendo,incapace di mantenersi concentrata.

Non riusciva a capire. E quando c’era un enigma Miriadel diventava testarda. Davvero. Voleva comprendere. Lasciò il libro sul tavolo,con uno sbuffo. Il gatto vampiro massacra principi avrebbe aspettato.

Cominciò a girare a vuoto ,chiedendosi dove poteva essere svanito il maestro.Insomma,non poteva svanire nel nulla,no?Infine stanca di quella ricerca infruttuosa,decise di tornare in biblioteca.Se avesse scoperto che non c’era,il Maestro non ne sarebbe stato felice…

Ma si sa,le cose si trovano quando non le cerchi. Miriadel se lo sarebbe dovuta ricordare.

Era sicura che la biblioteca fosse da quella parte. Ne era sicura,al cento per cento. Beh,forse non proprio,ma almeno al novanta sì . Ma evidentemente quello stupido dieci per cento aveva deciso di mettersi in mezzo.

Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. Doveva assolutamente trovare una cartina,era la quattordicesima volta che si perdeva. A quanto pare,se nei poteri vampireschi c’era anche il super radar,il suo non era ancora stato attivato.

Sospirò scorrendo le pareti con lo sguardo. Tutte uguali,con i loro arazzi esagerati e quegli orrendi quadri che sembrano seguirti con lo sguardo. Anche il tappeto era completamente anonimo.

Entrò a caso in una delle porte di legno massiccio,che si smosse silenziosa. Si trovò nell’ultima cosa in cui avrebbe immaginato di incappare in un castello di vampiri. Anzi,non proprio l’ultima,perché in un certo senso era ironico. Era una cappella. Una chiesa,con tanto di panche polverose e altare,con un’enorme cupola di vetro dipino da cui entravano i raggi della luna. Miriadel avanzò curiosa nella navata centrale. Cosa ci faceva lì un santuario? C ‘era anche l’acqua santa,piena di alghe e microbi ,vero,ma c’era,situata in uno spiazzo in mezzo alle panche al centro della navata ,in un’enorme vasca di pietra circolare con delle intagliature microscopiche. Rose? Era interessata,ma si tenne a distanza di sicurezza ricordando i vecchi libri sui vampiri che aveva letto. Il maestro non l’aveva citata come elemento nocivo,ma preferiva non fidarsi. La aggirò passando accanto alle panchine. I suoi passi risuonavano nel silenzio.

Si avvicinò all’altare polveroso,sembrava vi ci fosse appena interrotta una funzione. Le ostie erano posate in un piattino dorato,il vino riluceva rossiccio nel calice di legno semplice e rudemente intagliato . Anche il libro era ancora spalancato.

Miriadel non alzò lo sguardo,timorosa di vedere la croce. La spaventava l’idea di sentirsi respinta da qualcosa che l’aveva tanto aiutata negli anni più bui della sua vita.Si strinse nella felpa, una corrente d’aria gelida le scompigliò i capelli.

Corrente? Da dove veniva?Ci doveva essere un’altra porta…

Miriadel individuò il piccolo uscio di legno marcio,mezzo scardinato. Doveva portare al vestibolo secondo i suoi calcoli. Curiosa come al solito si avvicinò,poi però decise di tornare indietro. Rabbrividiva in continuazione,e aveva imparato a fidarsi del suo istinto.

Ma porta si scostò leggermente,mostrandole uno spiraglio. La giovane vampira non potè fare a meno di guardare, e ciò che vide non le piacque per nulla.

Il maestro era in piedi,evidentemente infuriato,dalla bocca da cui si intravedevano i canini allungati e aguzzi colava un rivolo di sangue. Accanto a lui Beatrix,i grandi occhi azzurri spalancati,piccola contro la furia del maestro.

- Cosa stai facendo Beatrix?!-

La teneva per un braccio,gracile e candido,che sembrava sul punto di rompersi.

Beatrix mormorò qualcosa che Miriadel non riuscì a sentire. Sembrava terrorizzata da quella figura minacciosa e imponente,una fragile fatina minacciata da un umano crudele che le voleva strappare le ali.

- Miriadel è troppo giovane!E’ un peso che mi avete imposto! Non la volevo con me,me l’avete assegnata voi…-

Con una spinta la buttò a terra,chinandosi poi su di lei. Disse qualcosa a bassa voce.

Miriadel non volle,non sopportò ,di vedere altro e scappò via piangendo. Lui non la voleva…l’avevano abbandonata un’altra volta…

Corse via,più veloce che poteva,il petto squarciato dal dolore. Era come essere orfana di nuovo…

Non vide nulla,se non il buio della solitudine riacquistata. Non vide l’acqua santa strabordare dalla conca al suo passaggio e impregnarle i vestiti senza ferirla. Non vide la figurina tremolante in fondo alla chiesa. E non vide il sorriso di Beatrix,che non donò al suo bel volto angelico me che lo distorse soltanto in un sogghigno di gioia malvagia.

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E' passato tanto tempo.Davvero tanto.
E devo dire che mi dispiace.
Credo sia giusto spiegare il perchè di questa morte apparente.
In poche parole è la ragione più semplice del mondo. Sono cresciuta e maturata.
E' sempre questo il motivo per cui abbandono le mie storie. Cresco,il mio stile cambia ,divento "più brava" ,a detta dei pochi eletti che leggono quello che scrivo . Insomma,va a finire che quando rileggo le mie storie,anche solo di poche settimane prima,comincio a trovarle stupide,sciocche,scritte male,confuse.
E allora mi autodeludo e smetto di continuare.
Però,da quando ho cominciato a pubblicare,guardando i commenti mi sento in colpa,perciò rieccomi qua,ci riprovo.
Questo capitolo è uno degli ultimi scritti prima dell'estate,mi sono limitatata a fare copia-incolla dal mio vecchio testo. Spero che vi piaccia lo stesso,ma presto la musca cambierà. ^^
Comunque...
Sono tornata.

E grazie a tutti per avermi seguita,in particolare alla mia amica Sephira,conosciuta proprio attraverso questo racconto.
Grazie ancora


Pervinca

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