Across our lives

di Michaelis Ashley Warblers
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I remember ***
Capitolo 2: *** 2. Hunter Clarington ***
Capitolo 3: *** 3. Thad non sbaglia mai ***
Capitolo 4: *** 4. Sono le sei e cinque Smythe, sono le sei e cinque. ***
Capitolo 5: *** 5. Sedici anni. ***



Capitolo 1
*** I remember ***


1. Non provarci nemmeno



La prima volta che Sebastian Smythe incontrò Hunter Clarington, non fu una bella situazione.



<< Sebastian, abbiamo un problema... Il Direttore dell'accademia ha appena fatto passare un annuncio all'altoparlante. >>



<< Annuncio? Ma cosa dici Thad? >> rispose Smythe ancora avvolto nel morbido lenzuolo rosso di raso, che era solito utilizzare per il suo letto.



<< Se tu la sera bevessi meno avresti un sonno più leggero e sentiresti l'altoparlane. Oggi a lezione ti ho coperto io, ho detto che eri malato, ma non posso farlo ogni volta che ti va di prenderti una sbronza. Comunque tornando al discorso precedente il Direttore ha annunciato l'arrivo di un nuovo studente dall'Accademia di Colorado Springs...>>



<< E quindi? >> biascicò Sebastian



<< Lo studente effettivamente è arrivato e non ti piacerà. Ha chiesto di te, vuole vederti tra 25 minuti in Sala riunioni. Stai attento è un tizio inquietante....>>



<< Oh bene la mia fama mi precede, un nuovo arrivato chiede già di me, ci sarà da divertirsi... Adoro i novellini>>



<< Oh andiamo Bas, per una volta sii serio, ti dico che la cosa è preoccupante. >>



<< Comunque sia lo scopriremo tra 23 minuti... Ora Thad o rimani e mi fai compagnia o vai via e io mi alzo >>



Thad scosse la testa con fare rassegnato e uscendo dalla stanza disse: << Attento Bas, non si gioca con il fuoco! >>



23 minuti dopo Sebastian Smythe entrò in Sala riunioni il suo entusiasmo cessò di colpo. Quello che lo aspettava non era un docile novellino del primo anno, ma bensì un militare vero e proprio, un uomo di 1,90 cm di altezza per 85 kg di peso, gli occhi incutevano paura, ma erano di un verde profondo, questo doveva ammetterlo. Per un momento la spina dorsale di Smythe tremò, ma la sua indole spavalda non lo dette a vedere.



<< Bene, bene, bene... Quale deliz- >>



<< Non provarci Smythe non funziona con me, Sono Hunter Clarington, frequentavo la Colorado Springs Accademy , dove ho portato il coro militare a vincere il trofeo regionale con onori presidenziali, ora voglio divertirmi qui alla Dalton.. E non farti nemmeno sfiorare dall'idea di provarci con me, non sono nemmeno lontanamente Bicurioso. >> 



Adesso Sebastian capì perchè secondo Thad il nuovo arrivato era un problema: oltre ad essere (sfortunatamente ) etero, era arrogante, presuntuoso e mirava a prendersi il posto di capitano dei Warblers, il posto che in quel momento era occupato da Smythe.



Quello fu l'inizio di una guerra nella mente di Sebastian, ma come avrebbe potuto vincere contro uno che frequentava la Colorado Springs Accademy? E soprattutto come poteva vincere contro una persona che non subiva il suo fascino, il suo charme e il suo sex appeal?



Aveva bisogno di una mano, doveva studiare un piano e doveva impedire a Clarington di prendersi ciò che era suo di diritto; l'unico su cui poteva fare realmente affidamento era Thad Harwood, si fidava degli altri, ma l'intesa che aveva con Thad si era  dimostrata vincente fino a quel momento.



Dopo aver avuto uno scambio di battute poco produttivo con Hunter Sebastian lasciò la Sala riunioni e cercò Thad per raccontargli l'accaduto.



<< Te l'avevo detto io, ma tu non mi ascolti mai! Lo sapevo che quel Clar- e - qualcosa, (non aveva ancora imparato il nome del suo nemico, ma presto se lo sarebbe ricordato) non era innocuo, tu non mi dai mai retta adesso siamo nei guai e il mio sesto senso dice che sono guai molto grossi... Dobbiamo parlarne con gli altri >> Thad era in piena crsi di panico, Hunter lo terrorizzava dal primo momento in cui lo aveva visto << E se riesce a prende davvero il tuo posto? E se ci caccia tutti via? E se non ci fa più cantare? E se... >> ma quell'ultima frase non venne mai pronunciata perchè Sebastian stampò un rassicurante bacio sulle labbra di Thad.



<< Adesso calmati, siediti e ascoltami. Andrà tutto bene Thad te lo prometto, noi siamo un gruppo lui è da solo non può sconfiggerci. >> disse Sebastian per rassicurare il vicino Thad, che si era già calmato dopo quel bacio e aveva fatto volare la sua testa sopra le nuvole.



Smythe sapeva che Harwood non aveva ascoltato le sue parole perchè sapeva l'effetto che avevano i suoi improvvisi - e letali - baci sul fidanzato, allora le ripetette, ma stavolta lo fece più per convincere se stesso che Thad.



Hunter Clarington era pericoloso, ma non sapevano ancora quanto.





Michaelis' corner



Salve, per la prima volta mi cimento in un' Huntbastian (shippo shippo shippo).

L'idea è quella di raccontare un pò le vite dei due protagonisti fino alla vita dopo il liceo, proverò a inserire del Fluff per quanto mi risulti difficile (* me non sa scrivere cose dolci*), ma forse i miei tesori mi ispireranno e mi aiuteranno ^.^



Spero che per il momento vi sia piaciuta, aspetto le vostre recensioni e per il momento vi do appuntamento al prossimo capitolo. (più o meno spero di aggiornarla una volta a settimana, dopo aver aggiornato l'altra mia fan fiction su glee.)

Bacioni e tanta HuntBastian a tutti  <3

- Warblers.

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Capitolo 2
*** 2. Hunter Clarington ***


2. Hunter Clarington

 
Hunter era un tipo inquietante e questo lo aveva sempre saputo, aveva cominciato a capirlo all’età di otto anni quando tutti i bambini della sua scuola elementare di Colorado Springs cominciarono ad allontanarlo. Non capiva perché tutti lo allontanassero,  un bambino di otto anni non capisce il peso del cognome che porta.
 
Per anni il nome Clarington è stato temuto nella piccola cittadina del Colorado, la miglior accademia militare americana, non a caso, si trovava lì – e sempre meno a caso portava il nome della famiglia Clarington; il trisnonno di Hunter decise di edificare l’accademia nella cittadina e da quel momento i Clarington non furono più ben visti – non che lo siano mai stati in realtà.
 
Tutto il peso del suo cognome avrebbe schiacciato Hunter per il resto della sua vita, ma un bambino di otto anni questo non lo sa. Crebbe sempre da solo, isolato da tutti con un regime educativo degno di una caserma militare; suo nonno non era il tipico nonno affettuoso che tutti si aspettano di vedere, padre di sua madre era l’uomo più severo e freddo della terra.
 
All’età di 11 anni, finite le elementari, un giovane Hunter Clarington fa il suo ingresso nell’Accademia Militare di Colorado Springs. La sua permanenza si trasformò sin da subito in un incubo, tutti si aspettavano qualcosa da lui: i membri graduati dell’esercito si aspettavano la massima diligenza e la massima applicazione, i suoi compagni lo credevano una persona privilegiata e quindi lo evitavano – ma questo non era un problema dato che Hunter era abituato ad essere solo, lui era forte avrebbe superato anche quella.
 
Con il passare del tempo ogni parvenza di umanità sparì nel giovane Clarington, era diventato l’esatto modello di militare che suo nonno desiderava: freddo, autoritario, spericolato, impassibile, distaccato ed era convinto che con il potere e le minacce potesse ottenere tutto, infonde una piccola minaccia per ottenere un grande potere non era nulla. La madre di Hunter preoccupata da questo suo cambiamento decise di parlare con suo padre ovvero il nonno di Hunter per far sì che il figlio tornasse a casa per le vacanze natalizie, ma non ottenne un risultato positivo. Il fatto che Hunter era frutto di una relazione clandestina e che il padre non lo abbia mai riconosciuto fece si che Durlington, dopo svariate pressioni sulla giovane e spaventata madre di Hunter, avesse la piena custodia del bambino quel figlio maschio che la natura gli aveva negato dandogli una femmina.
 
Dopo quattro anni di permanenza in quella Accademia ormai Clarington era il capo incontrastato della struttura, nonostante fosse ancora un allievo era temuto e rispettato da tutti, anche dai soldati più anziani. Si prendeva libertà di scelta su qualsiasi cosa e nessuno aveva nulla da obbiettare in fondo era un Clarington, per qualche strano motivo presente nelle menti delle persone l’accademia era di sua proprietà.
Già Hunter poteva prendersi qualsiasi tipo di libertà e questo lo portò a terminare sempre gli anni accademici in anticipo, infatti mentre le persone comuni a Maggio ancora si esercitavano, lui poteva ritenersi libero ed allenarsi per conto suo, cosa che solitamente faceva, ma per un giovane di 15 anni anche avere troppe libertà è noioso.
 
<< Iscrivermi al gruppo canoro dell’esercito, ma dico, sei matta mamma? >>

<< Hunter tesoro, la musica ti è sempre piaciuta, hai un talento naturale e poi lo hai detto tu stesso che ti annoi perché ormai hai seguito tutti i corsi e i programmi possibili all’Accademia, questa potrebbe essere una cosa nuova per te. Potresti trovare degli amici. >>

<< Non voglio degli amici mamma, loro non hanno mai voluto me e io non voglio loro, come vedi la cosa è reciproca >>

<<  Ma almeno prova.. >>

<< Non ti prometto niente… >>


Quell’anno il coro dell’Accademia di Colorado Springs vinse le competizioni regionali con onori presidenziali, cosa mai successa nella storia della vita dell’istituto e dovettero ringraziare Hunter Clarignton per aver fatto appendere un’altra targa nell’ufficio del Sergente Maggiore.
 
La vita di Hunter è caratterizzata dalla sua routine e detesta qualsiasi cosa non abbia programmato, ma il suo compagno “privilegiato” di stanza era un tipo invidioso ed era determinato a distruggere la figura di Hunter Clarington e diventare lui stesso il nuovo punto di riferimento dell’Accademia Militare.

<< Hey Clarington, non ti stanchi mai della tua routine, non vorresti provare qualcosa di diverso, di eccitante e pericoloso allo stesso tempo? >>

<< Stai parlando con me Jeheremiz? >> chiese Hunter tentando di nascondere lo stupore. Era la prima volta che qualcuno gli rivolgeva la parola, dopo 8 anni di silenzi.

<< Vedi altre persone qui? Ovvio che parlo con te >>

<< Di che si tratta? >>

<< Ormoni della crescita, aumentano il rendimento e le prestazioni sul campo >>

<< Non ne ho bisogno >>

<< Tutti ne hanno bisogno, nessuno escluso >>

Hunter prese la pastiglia che il suo compagno di stanza gli passò, quasi a ricambiare il favore di avergli rivolto parola. Da quel momento la dipendenza di Hunter da quelle sostanze lo trascinò in un baratro oscuro, scatti d’ira, improvvise crisi di rabbia .. Nessuno però si rese conto di ciò perché all’Accademia vige la regola  “Ognuno vige per se stesso”.
 
La notizia della vittoria del coro dell’Accademia Militare di Colorado Springs non era passata in osservata dal resto del mondo, infatti aveva fatto il giro dell’America fino ad arrivare alle orecchie del Direttore della Dalton Accademy, prestigiosa scuola maschile, quest’ultimo stanco degli insuccessi dei Warblers e soprattutto perché provava una forte antipatia nei confronti di Sebastian Smythe, decise di offrire una borsa di studio al “militare canterino prodigio”.
 
Quando Hunter ricevette la proposta della borsa di studio e del trasferimento venne pervaso da una sensazione che non aveva mai provato prima, forse gioia?

Accettò e fu irremovibile dalla sua posizione, quando parlò con suo nonno disse di aver terminato il corso di studi all’Accademia – cosa tra l’altro vera -  e disse che il diploma alla Dalton sarebbe stato un altro titolo da aggiungere  al suo brillante curriculum, a quelle parole il Durlington accettò anche se con riluttanza.
 
Hunter Clarington per la prima volta in vita sua fece le valige, mise dentro lo stretto indispensabile e uscì di casa, ma subito rientrò, prese con se Montgomery – detto anche Mr. Pussy - il suo malefico gatto bianco, unico amico d’infanzia e lo portò con sé.
 
Mentre ricordava tutto questo Hunter Clarington era seduto sulla sua poltrona personale fatta montare nella Sala prove della Dalton Accademy, ad occhi chiusi con un espressione a lui poco consona sul viso, ma ad interrompere i suoi pensieri fu proprio Mr. Pussy che richiedeva attenzioni.



Michaelis' corner

Salve, eccomi qui con il nuovo capitolo, spero che vi piaccia.
Ho deciso di approfondire meglio la persona di Hunter (perchè oltre al fatto che la adoro e la venero ) sarà utile ai fini futuri della storia.
Come sempre cercherò di tenere un ritmo di aggiornamento costante, aspetto le vostre recensioni
intanto vi auguro buona serata, tanta Huntbastian, tanta Thadastian e tanta Klaine <3
Un bacione,
- Warblers

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Capitolo 3
*** 3. Thad non sbaglia mai ***


3. Thad non sbaglia mai.
 

Era l’ennesima mattina in cui Sebastian Smythe saltava le lezioni, ed era l’ennesima mattina in cui Thad Harwood si svegliò con un brutto presentimento.

Raramente il sesto senso di Thad sbagliava, ma quella mattina sperò in un errore del fato.
Prima di uscire dalla camera si sistemò la divisa e legò la cravatta con una velocità ed una grazia che non erano da tutti; prese il cellulare e notò il solito messaggio di Sebastian poche righe per risolvere qualsiasi problema, diceva sempre Smythe. “Oggi non vengo a lezione, coprimi.” Quelle non erano poche righe per risolvere tutto, era una riga prima dell’inizio della distruzione:  la distruzione della carriera scolastica di Sebastian e la distruzione della coppia Harwood - Smythe.
 
Thad era stufo del comportamento del suo pseudo fidanzato, sapeva che la parola fidanzato non andava d’accordo con la persona di Sebastian Smythe, ma le cose dovevano cambiare, non sopportava più l’idea di doverlo coprire a lezione perché la sera prima era stato in un bar a sbonzarsi e rimorchiare chissà quante persone, non sopportava l’idea di essere sempre la seconda scelta di Sebastian, non sopportava niente quel giorno. Brutto presentimento.
 
Quando iniziarono le lezioni e Thad si alzò in piedi per annunciare l’ennesima assenza di Smythe, la professoressa di francese si irritò e spedì Harwood dal preside, non sopportava più le magagnate di quei due -  senza capire che Thad era innocente-  << Harwood, racconterai la tua cantilena al preside >> si limitò a dire. Thad fu mandato dal preside per la prima volta in quattro anni. Altro brutto segno.
 
<< Buongiorno Signor preside, non so come mai la professoressa Delacrux, mi abbia mandato qui, ho solo detto che Smythe avrebbe saltato le lezioni a causa di un malore >>
<< Signor Harwood, come lei ben sa, le assenze per malattia devono essere certificate e si da il caso che il suo amico non ne abbia mai giustificata nemmeno una. Adesso mi sorge un dubbio, come mai è sempre lei ad avvisarci dell’assenza del signor Smythe? Le vostre magagnate rischiano di infangare il buon nome dell’Accademia. >>
<< Signor preside, mi lasci spiegare. Sono sempre io a riportare le assenze di Smythe perché è a me che si rivolge chiedendolo di fare. Il fatto che non giustifichi o certifichi nessuna assenza non è un mio problema, ma suo. Mi sono sempre limitato a seguire il regolamento. Da parte mia non c’è nessuna magagnata. E credo nemmeno da parte del mio compagno. >>
<< Questo è tutto da dimostrare Signor Harwood, ma visto che lei è il portavoce ufficiale del Signor Smythe la invito a sedersi, tra pochi minuti arriverà una persona  e vorrei che lei assistesse alla conversazione. >>
L’antipatia del preside nei confronti di Sebastian – e viceversa – era nota a tutti, ma addirittura che fosse così tale da fare tabula rasa a chiunque provi a fare qualcosa per Smythe era una novità.
 
Finita la conversazione Thad si accomodò come da richiesta ed in quel preciso istante la porta dell’ufficio del preside si aprì e varcò la soglia l’ultima persona che Harwood volesse vedere quel giorno Hunter Clarington. Brutto presentimento, bruttissimo presentimento.
<< Bene, è arrivato Signor Clarington >> esordì il preside, rompendo il silenzio che si era creato.
<< Vada dritto al punto Signor preside, non ho tutto il giorno. >>
<< Noto che è un tipo diretto Clarington, come saprà l’ho convocata qui con la massima riservatezza, ma a questa nostra conversazione oggi si unirà anche il portavoce del signor Smythe, il Signor Harwood. >> e lo indicò con l’indice della mano destra.
<< Questo non spiega perché mi ha convocato >> precisò Hunter.
<< Lei ha ricevuto una borsa di studio per diplomarsi qui, e come sa le è stata offerta in seguito alla vittoria conseguita con il coro dell’Accademia Militare di Colorado Springs. Ora come tutti sanno, l’attuale capitano l’anno scorso non è riuscito a portare risultati dignitosi a questa accademia, si è piazzato secondo alle gare Regionali, non potendo così competere alle gare Nazionali. >>
 
Thad osservò il preside con occhi sgranati. Si poteva dire tutto di Sebastian, ma che non ottenesse buoni risultati in quello che faceva, NO! Quello era troppo.
 
<< Quindi lei vuole che io entri nei Warblers e li porti fino alle Nazionali, giusto? >> tagliò corto Hunter.
<< Molto perspicace Signor Clarington, ma lei non entrerà nei Warblers come membro comune, lei entrerà come capitano sostituendo il signor Smythe seduta stante.>>
<< Questo non si può fare, il capitano viene scelto con una votazione! >> obbiettò Thad
<< Se lei conoscesse il regolamento scolastico, come tanto decanta, saprebbe che in casi eccezionali il preside può sostituire il capitano. E io sostituisco il signor Smythe a causa delle sue scarse ore di presenza alle lezioni, con meno impegni forse si degnerà di presentarsi a lezione. Adesso fuori di qui entrambi. E lei Harwood riferisca pure tutto al suo amichetto. >>
 
Era decisamente una giornata no, e il sesto senso di Thad non aveva sbagliato, sarebbe successo qualcosa e qualcosa accadde.
Prima di recarsi da Sebastian Harwood si diresse in sala prove e riferì l’accaduto ai suoi compagni. Rimasero tutti sbalorditi, nessuno si fidava di Hunter, anzi ne avevano tutti paura.
<< Sebastian sarà anche assente alle lezioni, ma quando canta ci mette il cuore almeno, è partito col piede sbagliato, ma ha rimediato ai suoi errori >> disse Trent.
<< Sì hai rag.. >> disse Jeff, ma venne interrotto dalle porte della sala che si aprirono e lasciarono entrare Hunter.
<< Harwood adesso tu vai dritto da Smythe gli riferisci tutto e gli dici che lo voglio qui alle 18.00 per le prove >> disse Clarington, ignorando volutamente gli sguardi altrui.
 
Thad non provò nemmeno a controbattere quella era una guerra per il potere e lui non centrava nulla, quindi si diresse verso la camera di Sebastian, sperando che nient’altro andasse per il verso storto.
Purtroppo si sbagliò. Quando si avvicinò alla porta della camera di Sebastian ne vide uscire uno studente del secondo anno intento ad allacciarsi la cravatta e mettersi la giacca. La giornata poteva peggiorare, e lo aveva appena fatto.
 
Superò, ed ignorò lo studente appena uscito da quella porta. Entrò nella stanza di Sebastian e dallo scrosciare dell’acqua capì che si stava facendo una doccia, decise di sedersi sulla poltrona nell’angolo destro della camera e aspettò pazientemente che Smythe fosse pronto.
 
<< Ma sei pazzo Thad, mi spaventi così >>
<<  Non è colpa mia se lasci la porta aperta e può entrare ed uscire chiunque da qui >>
<< Tono acido, viso rosso dalla rabbia, devo dedurre che entrando hai incrociato il ragazzino del secondo anno >>
<< Incrociato è un eufemismo Sebastian, ma tranquillo la tua giornata non è tutta rose e fiori. Il preside ti ha tolto il ruolo di capitano dei Warblers e lo ha dato a Clarington, quest’ultimo ti aspetta alle 18.00 in sala prove e in più verrai punito per le tue assenze non giustificate. L’unica cosa negativa? È che lo stesso destino toccherà anche a me, il preside ti odia e odia chiunque ti rivolga parola… >>
<< Oh andiamo Thad vedrai che si sistemerà tutto >>
<< Non dire stronzate Smythe, sono stufo di coprire sempre le tue sbronze e le tue scopate… Per ottenere in cambio poi cosa? Punizioni ingiuste ed essere il tuo ruotino di scorta.. No grazie, veditela da solo la prossima volta. >>
<< Harwood lo sai che la monogamia non fa per me, mi sembrava di essere stato chiaro l’anno scorso… >>
<< Oh poverino la monogamia non fa per te, quanto mi dispiace. A questo punto nemmeno io faccio per te, trovati un altro ruotino di scorta, tanto non avrai grosse difficoltà visto che ti sei fatto i ¾ della scuola. Comunque la tua giornata non è ancora finita, ti aspetta una lotta al potere contro Hunter, goditela, ma sappi che lui avrà tutto il mio appoggio in qualsiasi cosa deciderà di fare contro di te. >>
Detto questo Thad uscì sbattendo la porta e non lasciando nessuna possibilità di replica a Sebastian, il quale doveva ancora metabolizzare di non essere più capitano dei Warblers, gli ci era voluto quasi un anno per conquistare la loro fiducia e adesso era arrivato un militare a prendere il suo posto? Dove stava la giustizia in tutto ciò? Doveva riprendersi il suo posto a qualsiasi costo, ma non sarebbe stata facile con Thad contro di lui, era influente e lo sapeva. Se l’anno scorso aveva avuto il titolo di capitano in parte era merito di Harwood. Doveva presentarsi alla riunione, mancavano solo venti minuti, e a Sebastian non piaceva essere in ritardo quindi si vestì con le prime cose che trovò: un paio di jeans e una camicia bianca semi sbottonata sul petto. Si avviò verso l’inizio della sua battaglia.
 
Thad lo sapeva il suo sesto senso non sbagliava mai e non aveva sbagliato nemmeno quella volta.
La giornata era degenerata.
 

Warblers’ corner

Salve a tutti, rieccomi qui con la storia :)
Ringrazio chi mi ha inserito tra le seguite e chi recensisce.
Stavo pensando di dividere la storia in due stagioni: la prima che comprende la vita scolastica e il diploma e la seconda la vita post – diploma con un salto temporale. Che ne dite è una buona idea?
Siamo arrivati forse ad un punto di rottura tra Thad e Sebastian? Che cosa era precisamente la loro relazione? Questo per il momento non ci è dato saperlo, ma forse in futuro chissà :)
Vi aspetto al prossimo capitolo, ed ora come sempre bacioni, tanta Thadastian, tanta Huntbastian e tanta Klaine a tutti :)
Michaelis Ashley Warblers.
 
 

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Capitolo 4
*** 4. Sono le sei e cinque Smythe, sono le sei e cinque. ***


4. Sono le sei e cinque Smythe, sono le sei e cinque.


Quando Sebastian uscì dalla sua camera per recarsi alle prove dei Warblers – e all’appuntamento con il suo rivale – non aveva ancora metabolizzato del tutto cosa fosse successo. Si fermò un attimo a riflettere, mentre si specchiava nello specchio del bagno che veniva utilizzato durante l’orario scolastico.
 
Durante quella giornata si era fatto una bella scopata con un ragazzino del secondo anno – una ripassata appuntò mentalmente – aveva saltato le lezioni per i postumi della sbornia della sera precedente. La vita di ogni studente normale. Lui non era uno studente normale, lui era Sebastian Smythe e studiava alla Dalton Accademy, una scuola maschile con rigide regole di comportamento. Lui era Sebastian Smyhte e il Preside dell’accademia lo odiava, non ne sapeva il motivo e non se ne preoccupò nemmeno mai. Quella giornata non fu tutta rose e fiori – citò mentalmente Thad – aveva perso quello che più aveva di importante: I Warblers. Quel gruppo canoro erano il primo vero successo di Sebastian, nella sua vita non aveva mai combinato molto a causa del suo cognome importante. Quando viveva in Francia bastava che aprisse bocca e il mondo era ai suoi piedi. Quando arrivò in quel gruppo nessuno lo trattò con particolare riguardo perché lì il suo cognome non aveva un peso, dentro quelle mura Sebastian si sentiva una persona normale e conquistare il ruolo di capitano fu il suo primo successo, riuscì a farlo contando solo sulle sue forze – e un piccolo aiutino da parte di Thad – e capì che poteva cominciare a vivere di nuovo.
 
Portare un cognome potente non è mai facile e questo Sebastian lo sapeva bene. Mentre si specchiava vide una persona diversa rispetto a quella che vedeva  quando si pecchiava a Parigi. Esteriormente non era cambiato  nulla, ma interiormente il mondo di Sebastian era cambiato, grazie anche agli avvenimenti dell’anno prima. Tra quegli avvenimenti c’erano tre nomi importanti: Thad Harwood, Blaine Anderson e David Karofsky. Quelle tre persone lo avevano tutte cambiato in un modo o nell’altro: con Thad aveva imparato che non ci si rapporta sempre in maniera fredda con gli altri, con Blaine aveva imparato a chiedere scusa e con David aveva imparato il valore della vita e il peso di ogni singola parola.
 
Quando guardò l’orologio Sebastian si accorse di essere in ritardo, lui odiava essere in ritardo. Non sapeva che chi lo aspettava dall’altra parte odiava i ritardatari. Nel momento in cui aprì le porte della sala prove un oggetto volò a pochi centimetri dal suo viso, andandosi a schiantare contro la porta.
 
<<  Sono le sei e cinque Smythe, ti avevo dato appuntamento alle sei. Io odio i ritardatari. >>
 
Per un momento il terrore si dipinse sul volto di Sebastian e negli occhi di tutti i Warblers, ma Sebastian Smythe non aveva mai paura. Non doveva mai averne.
 
<<  Ma sei impazzito? Tirare oggetti è pericoloso! Potevi prendermi in pieno! >>
 
<< Se ti avessi preso sarebbe stato un tuo problema. L’appuntamento era alle sei. >>

<< Ma che problemi hai? Sono in ritardo solo di cinque minuti. >>
<< Che adesso mentre parliamo sono diventati dieci. Ben dieci minuti sprecati. Smythe sei fuori dai Warblers. Non posso rischiare che un ritardatario come te mi faccia perdere tempo non facendomi provare. >>
 
<< Scusami, temo di non aver capito bene, sarei fuori da cosa? >>
 
Sebastian aveva capito benissimo, ma il suo essere così spavaldo non gli consentiva di darla vinta ad Hunter senza nemmeno dei tentativi. Teneva troppo ai Warblers per vederseli portare via così.
 
<< Questo il Preside non lo ha detto >> intervenne Thad.
 
Hunter si girò verso di Harwood con uno sguardo truce, talmente truce che Thad ebbe paura e decise che era meglio non intromettersi più tra loro due.
 
<< Non ho bisogno di un avvocato difensore, Harwood >> disse Sebastian. Interrompendo così il silenzio che si era creato.
 
<< Smythe, non prendermi per scemo, so benissimo che hai capito cosa ho precedentemente detto. Ci sono molte cose che non mi piacciono, alcune di queste sono i ritardatari, coloro che credono di potermi prendere per scemo e coloro che non arrivano ai traguardi prefissi. E guarda caso tu rappresenti tutti e tre. Credi di potermi prendere per scemo, ma ti presenti in ritardo agli appuntamenti e poi con il tuo coretto di voci bianche non ti piazzi nemmeno alle gare Regionali. >>
 
<< Vorrei ricordarti che io e il coretto di voci bianche, come li definisci, siamo arrivati secondi alle gare Regionali l’anno scorso. >>
 
<< Ma questo non vi ha permesso lo stesso di concorrere alle Nazionali. >>
 
<< Che perspicacia, Clarington, ovvio che solo i primi classificati competono alle Nazionali e guarda caso i primi non eravamo noi. Le Nuove Direzioni hanno delle carte potenti, che se ben giocate possono portare alla vittoria ad occhi chiusi. È facile vantarsi per chi non si è mai trovato a doverli affrontare. Anzi sai che ti dico? Visto che sei convinto di poterli battere accomodati pure, ma senza di me. >>
 
Detto questo Sebastin uscì dalla sala prove sbattendo la porta alle sue spalle. Nessuno taglia fuori Sebastian Smythe, con quell’uscita teatrale Sebastian si illuse, solo per un secondo, di non essere stato cacciato e di essersene andato di sua spontanea volontà. Nel giro di pochi minuti tutta la sua giornata negativa gli tornò in mente. Aveva litigato con Thad, il suo prediletto in tutto e per tutto, era stato cacciato dai Warblers.. Il preside stava vincendo quella faida e questo non poteva permetterselo. Come era cominciata quella faida non lo sapeva nemmeno lui, sapeva solo di essersi trovato sul fronte di guerra e Sebastian Smythe non si tira mai indietro, mai.
 
Più tardi quella sera Sebastian sentì il bisogno di affogare i suoi dispiaceri nell’alcool, allora come quasi tutte le sere prese i suoi documenti falsi, quelli che per qualche ora lo trasformavano in un ventiseienne di nome Mark Thopper, e si diresse allo “Scandals”, lo stesso bar gay in cui l’anno prima aveva invitato Kurt e Blaine con l’intenzione di provarci spudoratamente con quest’ultimo.
 
Bevve il primo bicchiere di Vodka, dopo poco bevve anche il secondo bicchiere e nel giro di un’ora e mezzo era completamente ubriaco. Fece per uscire dal locale, ma venne bloccato dal barista.
 
<< Dove pensi di andare, Sebastian? >> disse l’uomo.
 
Matt era un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati e il fisico di un ventenne palestrato, ma era anche un ottimo osservatore  e un ottimo ascoltatore.
 
<< Come sai il mio nome? >> gli chiese Smythe tentando di reggersi in piedi e non perdere l’equilibrio.
 
<< Ho sempre sospettato che i tuoi documento fossero falsi, poi magicamente una sera ti ubriachi e inizi a provarci con me dicendomi come ti chiami realmente e quanti anni hai. >>
 
<< Sono nei guai adesso eh? >> il ragazzo rise sonoramente e cadde all’indietro atterrando sul sedere.
 
<< Per il momento no ragazzino, ma non ti lascio tornare a casa in questo stato. Dammi il cellulare sbrigati! >>
 
Sebastian protestò inutilmente. Matt si impossessò del cellulare nel giro di pochi minuti. Quando scorse la rubrica non sapeva chi chiamare visto che Sebastian si era addormentato dopo essere stato in bagno e aver rimesso anche l’anima. Alla fine opto per il numero che compariva come ultima chiamata “Thad.”
 
<< Smythe, razza di cretino sono le tre del mattino, cosa vuoi? Hai svegliato tutti i presenti in stanza! >>
 
<< Pronto, il signor Thad? Sono Matt. >>
 
<< Matt? E cosa è successo al proprietario del cellulare? >> il tono di Thad era sempre più allarmato.
 
<< Si è addormentato sul bancone del mio bar, dopo essersi scolato quasi una bottiglia di Vodka e aver rimesso anche l’anima. Voleva andarsene da solo, ma non voglio ragazzini sulla coscienza quindi l’ho bloccato. Non sapevo chi chiamare così ho richiamato l’ultimo numero effettuato. È possibile che lei venga a prendere il suo…. Ehm… precisamente il suo cosa? >>
 
<< Il mio compagno di scuola, Matt. Si certo, mi dica dove devo venirlo a prendere. >>
 
<< Allo Scandals, Lima sud. >>
 
<< Mi dia quaranta minuti e sarò da lei. >>
 
<< Facciamo un’ora. Guida piano ragazzino sei agitato. >>
 
La conversazione si chiuse e gli occhi di Trent e Nick erano puntati su Thad.
 
<< State tranquilli ragazzi, Bas sta bene. Solo una sbornia parecchio pesante. >>
 
<< Noi veniamo con te. >> esordì Trent
 
<< Si sei troppo agitato per guidare da solo >> continuò Nick.
 
Dopo quindici minuti i ragazzi uscirono di nascosto dalla Dalton e furono costretti a portarsi dietro anche Jeff. Lo avevano incontrato nel corridoio che vagava in pigiama con un cuscino sotto braccio. La serata, anzi la nottata era già piena di problemi, onde evitarne altri decisero che era meglio caricare in macchina anche il biondo in pigiama e il suo fedele amico cuscino.
 
Nel giro di venti minuti erano già a metà strada. Jeff dormiva profondamente.
 
<< Che succede tra te e Bas? >> la voce di Nick squarciò un silenzio troppo pesante.
 
<< Niente Nick, esattamente quello che succede da un anno. Niente. >>
 
<< Tutti sappiamo della vostra… come definirla? Relazione aperta? >> Trent si fermò e aspettò risposta.
 
<< Relazione aperta sarebbe già meglio di niente Trent. Sono solo l’amico con beneficio. Il ruotino di scorta dal quale andare quando la sera non vuoi andare a rimorchiare nei bar. >>
 
<< Smetti di fare la vittima Thad, questa cosa sta bene anche a te altrimenti non avresti permesso che andasse avanti per un anno intero.  >> lo ammonì Nick
 
Di nuovo in macchina cadde il silenzio.
 
<< Sai cosa Nick? No questa cosa non mi è mai stata bene, speravo solo che ci arrivasse da solo. Avevo una forte dipendenza da lui. Non volevo e non potevo stargli lontano quindi mi accontentavo, ma visto che non lo ha capito, fanculo la dipendenza, io vengo prima di tutto. Voglio star bene. >> sbottò Thad.
 
<< Ascoltami bene, innanzi tutto abbassa la voce o rischi di svegliare Jeff. Seconda cosa per quanto si sia dipendenti da una persona, se ti fa star male non ci stai un anno insieme e poi lo pianti in asso nel momento del bisogno. Vi ho sentiti oggi in camera di Bas, urlavi talmente forte che ho dovuto mandar via circa cinque studenti da quel pezzo di corridoio. >>
 
Thad fece per contestare ma Trent inchiodò con la macchina, facendoli sobbalzare. L’unico che non si accorse di nulla fu Jeff che dormiva ancora come un angioletto con la testa sulle gambe di Nick.
 
<< Ragazzi, basta! Siamo qui per riprendere Sebastian non per ucciderci tra di noi. >> disse Trent con un tono pacato.
 
Gli ultimi dieci minuti di viaggio si svolsero nel più completo silenzio, ma stavolta come sottofondo c’erano la radio e i The Fray che cantavano How to save a life.
 
Quando arrivarono allo Scandals Trent parcheggiò il più vicino possibile all’ingresso e scese dalla macchina per aiutare Thad. Lasciarono Nick in macchina a badare a Jeff. Il proprietario lo stava aspettando.
 
<< Chi di voi è Thad? >> chiese Matt.
 
<< Io >>
 
<<  Ti immaginavo più alto. Comunque il tuo amico è li. Il ticket indica che è venuto con la sua macchina. Sapete che non potete lasciarla qui. >>
 
<< Non si preoccupi, la portiamo via noi. >> disse Trent.
 
Mentre Thad ringraziava ancora Matt per la gentilezza Trent aveva sistemato Sebastian sul sedile posteriore del fuoristrada del ragazzo ubriaco.
 
<< Ah Thad, prima di portarlo via, stategli vicini. Ha bisogno dei suoi amici in questo momento e chiunque siano questi Warblers digli che sono importanti per lui. Ne ha parlato per tutta la sera mente tentava di abbordarmi. >>
 
<< Lo farò senz’altro grazie Matt e lo scusi ancora per averci provato con lei, sa non può proprio farne a meno. È un ragazzo a cui piace far conquiste. >>
 
I due si salutarono e quando Thad giunse vicino al fuoristrada di Sebastian si rifiutò di guidarlo. Preferiva guidare la macchina con cui erano venuti.
 
<< Tratta bene la mia bambina >> disse Trent consegnandogli le chiavi della sua auto.
 
L’indomani mattina, quando Sebastian Smythe, distrutto da una terribile sbronza, si svegliò nel suo letto non era solo. Nella sua stanza c’erano Thad, Trent e Nick. Non li aveva mai visti così arrabbiati. Doveva aver fatto qualcosa di molto grave, ma non importava in quel momento. Aveva un disperato bisogno che il mondo tacesse, la sua testa stava per esplodere.
 

 
Warblers’ corner.

 
Chiedo venia per aver lasciato un po’ in sospeso la storia, ma ero alle prese con la Seblaine week :)
Innanzitutto ringrazio chi segue la storia, chi la inserisce nelle preferite e chi la recensisce.
Questo capitolo è un punto oscuro nella vita di un diciassettenne Sebastian Smythe. L’universo ha deciso che è ora che paghi per le sue marachelle e la sua punizione si chiama Hunter Clarington.
Chissà cosa farà Sebastian adesso che non ha più i suoi Warblers. È forse l’inizio di una guerra per il potere?
Chi vincerà?
 
-          Warblers.

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Capitolo 5
*** 5. Sedici anni. ***


5. Sedici anni.

 
Quando Sebastian riaprì gli occhi nel suo letto la prima cosa che vide furono i volti di Thad, Nick e Trent. Le espressioni dipinte sui loro volti non le aveva mia viste prima, almeno non su di loro. Un misto di paura, rabbia e delusione aveva posto sui volti dei tre ragazzi mentre osservavano il loro amico riprendersi.
 
<< Ti sei svegliato. >> esordì Thad con un tono fin troppo arrabbiato.
 
Quel tono attirò su di sé tutti gli sguardi dei presenti perché nessuno lo aveva mai sentito parlare così con distacco. Eppure i suoi sentimenti per Sebastian erano noti a tutti. Come si poteva essere così freddi con la persona amata nel momento del bisogno? Per quanto male gli avesse fatto, Nick e Trent pensavano che non fosse quello il tono da usare con Sebastian in quel momento.
 
<< Thad per favore, silenzio. Ho la testa che mi scoppia. >> rispose un frastornato e confuso Smythe.

<< Certo, non preoccuparti. Da adesso in poi ci sarà il silenzio che desideri. Ho chiesto il cambio di stanza. Da stasera dormirai da solo. Ah e soprattutto ci sarà silenzio nella tua vita perché ti sei fatto soffiare i Warblers dal nuovo arrivato. >>
 
Il silenzio calò nella stanza e dopo aver colto gli sguardi accusatori di Nick e Trent, Thad lasciò la stanza, definitivamente quella volta.
 
Dopo due ore Duvall e Nixon tornarono nella stanza di Sebastian e lo trovarono ancora a letto, in fondo non aveva ancora smaltito la sbronza della notte precedente.
 
<< Tutto ok, Bas? >> chiese Trent rivolgendo uno sguardo carico di comprensione al convalescente amico.

<< Sì Trent, più o meno sì. Devo solo smaltire la sbronza e poi tornerò alla carica. >>

<< Se vuoi stasera Nick può dormire qui per qualsiasi evenienza, nel caso ti sentissi ancora male, ecco. >>

<< Tranquilli ragazzi sto bene sul serio, sono una roccia. L’unica cosa di cui ho bisogno è solo dormire. >>

<< Va bene, allora ti lasciamo riposare, per qualsiasi cosa manda pure un sms. >> questa volta fu Nick a parlare.
 
Quando i suoi amici lasciarono la sua stanza Sebastian si rese conto di aver mentito. Non aveva bisogno di dormire, aveva bisogno di stare da solo per esaminare ed assimilare gli avvenimenti degli ultimi giorni. Ad un certo punto estrasse dal cassetto del comodino vicino al suo letto un block notes e una penna, non sapeva perché li avesse presi, ma in quel momento sentiva solo di aver bisogno di quei due oggetti.
 
Fissò a lungo il foglio che teneva tra le mani, come se stesse aspettando che le parole si scrivessero da sole e apparissero per magia sul foglio. Dopo un’ora passata a fissare il foglio bianco vi poggiò la penna e cominciò a scrivere:
 

<< Caro Sebastian,
hai diciassette anni e mi dici cosa hai mai ottenuto nella tua vita?

Esattamente niente. L’unica cosa che sei riuscito a costruire è stata distrutta da uno sconosciuto soldato arrivato nella tua vita direttamente da Colorado Springs.

Fin dalla tenera età sei stato viziato, in quanto figlio unico. Ogni cosa tu volessi i tuoi genitori, o i tuoi servitori te lo davano. Non hai mai dovuto lottare per niente.

All’età di sei anni hai insistito perché i tuoi genitori ti iscrivessero alla scuola elementare pubblica, tutti i tuoi amici dell’asilo andavano lì e tu non volevi ritrovarti solo. Li hai seguiti e cosa hai ottenuto? Nulla.

Non reggi il puzzo delle scuole pubbliche perché ti hanno ferito. Al contrario del pensiero altrui, che sostiene che la tua avversione alle scuole pubbliche sia dovuto al reddito elevato dei tuoi genitori, tu sai come è la realtà in quelle scuole.

Nessuno voleva fare amicizia con te solo perché eri un bambino viziato e i tuoi genitori erano “ ricchi sfondati “, come li definivano quei bambini.
Gli unici bambini che conoscevi piano piano hanno cominciato ad allontanarsi e tu ti ritrovavi sempre a mangiare da solo in angolo sperduto della mensa ad osservare gli altri che socializzavano.

Invece di provare ad aprirti e abbattere quei pregiudizi hai preso la via più facile, ti sei chiuso a riccio e alla fine del primo anno hai cambiato scuola, andando alla scuola privata che i tuoi genitori avevano scelto per te già l’anno prima. Anche lì, in mezzo a quelli che dovevano essere i tuoi simili, ti sei trovato in difficoltà nel socializzare infatti hai legato solo con un gruppo di bambini arroganti che minacciavano i bambini più timidi. Così sei stato etichettato e quasi tutti ti stavano alla larga tranne quel gruppetto di sei bambini. Non potevi permetterti di perdere anche loro allora hai cominciato ad avere un atteggiamento strafottente e di superiorità.

I rimanti anni delle scuole elementari li hai passati come padrone assoluto della scuola, tutti ti guardavano con terrore, ma non ti importava almeno ti guardavano. Avevano delle attenzioni per te.

Poi sono arrivati gli anni delle medie, ovviamente anche quelle le hai fatte in una scuola privata quella pubblica aveva chiuso con te era una ferita troppo dolorosa da riaprire, sono stati facili anche quelli primeggiavi in tutto: nello studio, nello sport, nelle attività extra curricolari e poi il tuo atteggiamento da “duro” ti aiutava, ti proteggeva.

Quando ti sei preso la prima cotta ti sei sorpreso di scoprire che era un ragazzo, hai avuto paura e hai scelto anche li la via più semplice uscivi con delle ragazzine che non ti interessavano per niente solo per non destare sospetti e per accontentare quei sei amici che ti porti dietro dalle elementari e che non sei nemmeno sicuro di poter definire tali.

Alla fine delle medie, tuo padre ti ha detto che vi sareste trasferiti in America. La cosa non ti ha dispiaciuto come pensavi, lasciare la Francia era una perfetta via di fuga, era la via più facile.

Il primo anno di liceo lo hai trascorso a New York, la Grande Mela, lì finalmente hai avuto il coraggio di ammettere la tua omosessualità. Lo hai fatto solo perché sapevi che lì era concesso essere quello che volevi. Non hai mai provato amore per nessun ragazzo, solo attrazione fisica, infatti ti definiscono un ragazzo da una botta e via. Sei sicuro che la cosa ti stia bene?

Quando hai parlato ai tuoi genitori delle tue tendenze sessuali e loro l’hanno presa bene ti sei sentito deluso. Un senso di insoddisfazione ti ha pervaso per giorni. Quando hai capito che volevi che non accettassero il tuo essere solo perché avevi bisogno di lottare per affermare chi eri o meglio avevi bisogno di lottare per qualcosa ti sei definito un idiota. Eri il ragazzo più fortunato del mondo. Non tutti i genitori avrebbero capito.

A Natale tuo padre ti dice che vi sareste di nuovo trasferiti, questa volta a Lima una piccola città dell’Ohio, ti sei opposto a New York stavi bene, potevi essere te stesso tranquillamente, ma hai fallito. Ti hanno portato a Lima e ti hanno iscritto alla Dalton Accademy di Werterville. L’unica scuola a tolleranza zero su qualsiasi tipo di discriminazione.

Sei tornato ad essere il solito tipo indisponente perché non volevi essere iscritto a quella scuola. Quando sei arrivato qui hai ricominciato ad essere un tipo chiuso. Un giorno Thad, il tuo compagno di stanza ti sente canticchiare e ti dice di presentarti alle audizioni per la selezione del capitano dei Warblers, il gruppo di canto coreografato della scuola.

“ Perfetto!” hai pensato, una prova. Proprio quello di cui avevi bisogno da tutta una vita. Ti sei presentato cantando Viva la vida dei Coldplay, una delle tue canzoni preferite, e hai vinto. Il tuo primo traguardo. Sei diventato il loro leader e hai dovuto sostituire Blaine Anderson, leggenda vivente della Dalton, è stata dura. Hai cercato di raggiungere i tuoi scopi con tutti i mezzi, ma poi la vita ti ha messo davanti alla realtà il tentato suicidio di David Karofski ti ha fatto capire davvero il valore della vita e ti sei scusato con Blaine per averlo quasi accecato e gli altri membri delle New Directions. Il tuo secondo traguardo.

Dopo questi avvenimenti hai cercato di costruire dei rapporti sinceri con i tuoi compagni, cercando di essere te stesso e ci sei riuscito. Altra vittoria. Il secondo posto alle gare Regionali è stato un trionfo per te, nuovo arrivato.

Adesso arriva un perfetto idiota a rovinare tutto. No! Non puoi permetterlo. Non puoi permettertelo.

Come se non bastasse in tutto questo macello hai anche perso Thad, l’unica persona che ti sia stata realmente vicino, anche quando tu lo usavi come ruota di scorta.

Devi combattere Sebastian Smythe. Devi riprenderti ciò che è tuo. >>

 
Quando finì di scrivere il suo sfogo  appallottolò il foglio e lo lanciò ai piedi della scrivania di Thad o almeno quella che un tempo era stata la scrivania di Thad. La testa si fece più pesante e un martello pneumatico cominciò a battere nel suo cranio, decise di riposare ancora.
 
Thad entrò nella stanza per scusarsi con Sebastian sul suo poco cortese approccio post risveglio, ma si accorse che il suo amico dormiva fece per andarsene quando notò il foglio vicino alla sua scrivania. Incuriosito lo prese ed uscì dalla stanza.
 
Arrivato nel suo nuovo alloggio, che altro non era che la camera di Nick e Jeff, si sdraiò sulla brandina – letto provvisorio – e cominciò a leggere quello che vi era scritto sul foglio; arrivato alla fine della lettera si sentì un completo idiota. Diceva di amare Sebastian, ma lo aveva abbandonato nel momento del bisogno. Diceva di amare Sebastian, ma non si era mai soffermato a chiedersi il perché del suo comportamento. Diceva di amare Sebastian, ma non lo conosceva per nulla.
 

Warbler’s corner.

Salve,
intanto chiedo venia per il ritardo di questa pubblicazione.
Questo capitolo è uno spaccato sulla vita di Sebastian, che servirà in seguito per capire meglio gli sviluppi del rapporto tra Sebastian e Hunter.
Come sempre ringrazio chi recensisce, segue o inserisce la storia nelle preferite. Colgo l’occasione per dire che le recensioni sono sempre gradite, mi fa piacere conoscere la vostra opinione.
Alla prossima  :) 

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