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Il
sangue le scorreva fra le dita.
Nuovamente si era inflitta dolore,dolore non paragonabile a quello che
sentiva
ogni ora,ogni minuto,ogni secondo. Per lei quei tagli erano come un
rito
piacevole che affievolivano la delusione,la tristezza e la sofferenza
che la
accompagnavano ormai da un paio di mesi.
Quei tagli inflitti con così tanta forza,dovevano ricordarle
quel dolore che
non riusciva a lasciarsi alle spalle,quel dolore che non srebbe mai
potuto
svanire.
Ma
quella volta forse aveva esagerato. Forse aveva esagerato nella
profondità dei
tagli. Il sangue scorreva veloce e non riusciva ad arrestarlo.
Più cercava di
tamponarlo,più questo usciva con più abbondanza.
Forse era arrivato il momento
di andarsene definitivamente da questo schifo di mondo,era il momento
che
apettava da tanto. La sua vita era già stata presa,mancava
solo la prigione che
era il suo corpo. In quel momento si sentì libera e capace
di essere felice in
un altro mondo.
C'era
stato un tempo,però,in cui anche lei era stata felice. Aveva
conosciuto la vera
vita grazie a quel ragazzo che poi gliel'aveva anche portata via. Era
stata
davvero felice in quei mesi passati,che ora erano un lontano vago
ricordo. Un
ricordo piacevole ma allo stesso tempo doloroso. Era quello il dolore
che
voleva reprimere attraverso quei tagli. Autolesionandosi. In quei pochi
istanti
in cui vedeva il sangue fuoriuscire,si sentiva come se nessuno potesse
abbatterla
più di così. Quella volta aveva superato il
limite. Tagli troppo
profondi,troppo sangue perduto. Tutto troppo,tutto era troppo per lei.
Era
stata troppo felice, e la vita l'aveva ripagata con il troppo dolore.
Non si
meritava tutto quello che aveva passato,sentito,vissuto. Non si
meritava di
vivere, e quella volta,finalmente, il suo desiderio di due mesi si
stava
realizzando.
La
morte stava venendo a prenderla, e lei era più che pronta
per andare insieme a
lei. Era pronta ad abbandonare le malvagità di questo mondo
così insolente.
L'ultima cosa che sentì prima che un forte giramento di
testa la facesse cadere
a terra e farle perdere i sensi,fu un urlo.
Un
urlo che la richiamava.
Ciao
Mayniacs!
Salve
bellissime,dopo mesi e mesi che non scrivevo più nulla, sono
riuscita a tirar fuori dalla mia testolina questo ameba qua sopra.
Spero vi
piaccia, e sinceramente non so che altro dire. Sono super stanca, e
l’ultima
cosa che vi chiedo è di essere clementi. E’ la mia
prima ff su Conor.
Ah, e se vi ho incuriosito almeno un pochino, mi lascereste una piccola
recensione affinchè io lo sappia? Thanks a chi si
fermerà a leggere e a chi
lascerà un commentuccio :)
Ok,
ora il compito sta a voi, un bacione.
Marialuisa <3
Conor camminava,camminava
senza sapere dove andare.
Si sentiva così spaesato in mezzo a tutta quella gente, che seguiva la figura
della sua guardia del corpo a stento. Non sapeva dove andare, anche se doveva
solamente seguire Travis. Non sapeva che via prendere,anche se la via da seguire gli era stata spiattellata
davanti agli occhi.
Si sentiva solo maledettamente in colpa per le scelte prese nell'ultimo
periodo. Sapeva di aver intrapreso la via del suo sogno, e finalmente era
riuscito a realizzarlo. Ma sapeva anche di aver
lasciato una persona che completava la sua vita. Aveva lasciato la persona che
era riuscito a conquistarlo con un solo sorriso, aveva
lasciato la donna che amava.
Il ragazzo entrò nell'auto senza far troppo caso alle fan che
cercavano anche solo di incrociare il suo sguardo. Chiuse gli occhi, e in pochi secondi un paio d'occhi nocciola gli si
presentarono davanti. Due occhi che lo guardavano con
tristezza, colmi di rabbia. Lo guardavano interrogativi, come a
chiedergli il motivo del suo abbandono così improvviso.
Aprì gli occhi di scatto, trovandosi ancora una volta miriadi
di ragazze che urlavano il suo nome.
Ma come poteva render felici così tante ragazze,se
proprio lui non riusciva ad esserlo? Come faceva ad esprimere benessere,quando sapeva di non provarlo? Come poteva riuscire ad
amare tutti coloro che lo amavano, se lui non si
ricordava più di come si facesse? Come faceva semplicemente a guardarsi ancora
allo specchio,sapendo di star facendo soffrire la
persona più importante della sua vita?
A tutte queste domande, a parer suo non c'era risposta. Ma
forse ce n'era una per ogni domanda posta, e tutte si racchiudevano in una
parola. La musica.
Era grazie alla musica che le persone lo apprezzavano e lo amavano. Era grazie
alla musica che riusciva ad esprimere benessere, perchè solo cantando si
sentiva bene. Si estraniava dal mondo,dalle sue
sofferenze e quelle che stava provocando. Era grazie all'amore per la musica
che riusciva a ricambiare l'amore delle sue Mayniacs.
Era grazie alla musica che riusciva ad alzarsi ogni mattina col sorriso
stampato in volto,grazie a lei che riusciva a
guardarsi allo specchio e pensare alla sua donna. Era grazie a lei che riusciva
a non pensare al dolore.
La limousine partì, e Conor salutò tutte le
sue fans con sorrisi e cenni flebili con la mano.
Arrivarono all'hotel in poco tempo, e appena entrò nella camera insieme a Travis, si buttò di peso sul letto. Durante tutto il
viaggio non aveva fatto altro che pensare a come sarebbe stata la sua vita se
non avesse inseguito i suoi sogni.
"Travis,credi che
esista l'amore?",chiese sovrappensieroConor. Travis lo guardò stranito,ma subito dopo rispose.
"Certo che si! Esistono vari tipi di amore però.
C'è quello delle tue fans, che si chiamaidolatria. C'è quello che tu hai per la musica, che si chiama passione.
E dopo tanti altri, c'è l'amore per una persona. E quello è il sentimento. E' quando hai un bisogno
enorme di quella persona, è quando non vorresti mai lasciarla, è quando non
faresti mai qualcosa che la ferirebbe, è quando non puoi fare a meno di lei. E
ci sono altre tantissime cose, che non sto qui ad
elencarti che sennò finisco l'anno prossimo!",sorrise.
"Allora credo di non aver mai amato.",disse afflitto il ragazzo.
"Perchè mai dici questo,ragazzo?",chiese la guardia senza aver capito
del tutto.
"Sai, prima di arrivare a tutto questo",Conor
si guardò intorno per far capire a Travis a cosa si
riferisse,"io avevo una ragazza. Si chiama Mary, e credevo
di amarla davvero. Perchè ne avevo sempre un enorme
bisogno, non avevo mai la voglia di lasciarla, volevo starle sempre accanto.
Non potevo fare davvero a meno di lei, ne dipendevo.
E' solo che tu hai detto che quando ami, non faresti mai nulla che farebbe
soffrire la persona amata. Giusto?",si
interruppe.
"Si, ma ci sono vari casi..",rispose confuso Travis.
"Beh, io l'ho fatta soffrire. E tutto per
inseguire i miei sogni. Io l'ho lasciata lì, da sola, quando le avevo promesso che non l'avrei mai fatto. Le avevo promesso che non l'avrei mai abbandonata. Mentre
invece l'ho fatto. Non mi sono preoccupato affatto di lei quando mi
hanno offerto un invito alla musica. Sono stato uno stronzo egoista, perchè ho pensato solamente a me.
Mi sono immaginato la mia vita futura insieme alla musica, ma non con lei. Io
l'ho ignorata,capisci?",le lacrime ormai
scendevano copiose sulle guance del ragazzo. Travis non fiatò,sapendo che
Conor non aveva ancora finito di sfogarsi.
"E' solo che mi rendo conto di averne ancora un maledetto bisogno. Ho
maledettamente bisogno di lei, delle sue carezze, della sua voce, della sua
presenza. Ho voglia di tenerla stretta fra le mie braccia, ho
ancora voglia di amarla. Ho voglia di tenerla con me, al mio fianco, sino alla
fine. Ho voglia che sia lei la compagna di questo viaggio così meraviglioso. Ma poi mi rendo ancora più conto che questo non potrà
mai accadere, perchè lei ora mi odia.", Conor
tirò su con il naso e Travis gli porse un
fazzolettino di carta. Il ragazzo prese il fazzoletto,
e guardando negli occhi il suo bodyguard, aspettò una
sua risposta, la quale non tardò ad arrivare.
"Tu la ami, Conor. E per davvero.",gli sorrise.
"Si,forse hai ragione Travis.",il ragazzo
ricambiò il sorriso.
"Ora dormi,domani hai varie interviste e devi riposarti."
"Notte, e grazie."
"Buonanotte ragazzino!" Conor gli lanciò un cuscino in faccia, mentre una
risata gioiosa lo invase.
Era contento. Contento di essersi sfogato, contento di essersi reso
finalmente conto del suo amore così intenso.
Finalmente il sonno lo colpì, così chiuse gli occhi
pervaso dal ricordo del primo incontro con la sua Mary.
Conor camminava felice
per le vie di Londra. Quel giorno a scuola era andato particolarmente bene.
Aveva preso un bel nove in matematica e un dieci in letteratura. Era un bel giorno, perchè finalmente sua madre avrebbe
sorriso dopo una settimana di duro lavoro. Non guardando dove andava, andò a
scontrarsi contro qualcosa. O
meglio qualcuno. Sentì una voce femminile imprecare, e appena abbassò lo
sguardo si trovò dinanzi agli occhi una ragazza minuta, e mora. Le porse una
mano, che la ragazza naturalmente non afferrò. Lei si alzò inferocita e puntò
un dito contro il petto di colui che l'aveva
investita. Guardandolo negli occhi provò una strana sensazione mai provata
prima,ma non se ne curò poi tanto. Doveva
assolutamente sgridare quel ragazzino.
"La prossima volta guarda dove metti i piedi, ragazzino!"
No, lui non si faceva chiamare ragazzino da una che neanche conosceva. Era
inconcepibile, ma qualcosa a lui ignoto non gli permetteva
di aggredirla come avrebbe fatto normalmente. Si limitò a guardarla mentre lo
sorpassava, e spinto da un impulso si girò e afferrò la ragazza per un polso,facendola girare verso di sè.
"Scusa,non volevo. Comunque io sono Conor,piacere."
La ragazza lo guardò stranita, e puntualmente gli diede una risposta con tono
acido.
"Non mi interessa chi sei."
"Davvero? Non vuoi dirmi il tuo nome?",la punzecchiò il biondo.
"No,non te lo dico come mi chiamo.",la ragazza lo guardò
strafottente.
"Sicura?",chiese Conor, acquistando un
espressione a dirsi seducente, ma che alla ragazza risultò ridicola e buffa.
"Ok,te lo dico. Basta che la smetti di fare espressioni sceme. Mi chiamo
Mary, e stranamente mi sei già sui coglioni anche se
ti conosco da nemmeno cinque minuti.",la ragazza
sorrise nel guardare la faccia di Conor offesa.
"Che bello!",esultò il ragazzo,"Ehi,gente.",disse fermando
vari passanti,"Lo sapete che sto sulle palle di Mary anche se ci
conosciamo da soli cinque minuti?"
Dio,ma quanto stupido poteva essere quel ragazzo?
"Smettila!",lo incitò la ragazza.
"Solo se vieni con me a prendere qualcosa da bere. Offro io.",propose Conor.
"D'accordo sciocchino!",accettò Mary.
Ciauuuu!
Dopo
tantissimo tempo, rieccomi qui ad aggiornare!
Allora, come avete visto e letto, questo capitolo introduce la figura di Conor e dei suoi pensieri.
Se vi state chiedemdo: "E Mary?"
Tranquille,ci penso ioo! Ahahahahah, no dai :)
Dicevo, non so ancora se nel prossimo capitolo si ritornerà a Mary oppure si
continuerà con Conor...boh!
Lo scopriremo nel prossimo capitolo!! :D
Si, ho capito. Basta. Ma fatemi sapere cosa ne pensate,ok?
OK.
Me ne vo,bella bella e calma calma
;)
Un bacione,
Marialuisa <3
Quando
Mary aprì gli occhi, si ritrovò sdraiata su un lettino d'ospedale, con talmente
tanti aghi infilati nelle sue braccia, che dovette chiudere di scatto gli occhi
per non vomitare. Riaprì gli occhi, e notò le fascie che coprivano i tagli che
si era inflitta.
Cercò di tirarsi su appoggiandosi sui gomiti, ma delle fitte alla schiena
l'assalirono e le braccia cedettero, facendola ricadere pesantemente sul
lettino.
Dopo altri inutili tentativi di riuscire a mettersi seduta, Mary lasciò
perdere, facendo vagare la sua mente nei ricordi.
Ricordò il giorno in cui incontrò il suo grande amore, inconsapevole del fatto
che anche a lui stava accadendo la stessa cosa. Ricordò del tono aggressivo che
aveva utilizzato all'inizio, per poi farsi convincere dalla dolcezza di quel
ragazzo.
Puntualmente
il viaggio nei ricordi della ragazza venne interrotto dall'arrivo della madre,
che prepotente entrò nella stanza in cui si trovava sua figlia.
"Mio Dio, Mary! Perchè mi fai questo?", urlò scoppiando in un pianto
isterico.
"Mamma", rispose atona Mary.
"Tesoro, tu mi farai morire prima o poi!"
"E' quello che voglio fare io, mamma. Io voglio morire. Non riesco più a
sopportare tutto questo dolore.", dicendo quelle parole delle lacrime
scesero sul volto di Mary.
"Non puoi andare avanti così, piccola mia. Io devo cercare di fare
qualcosa, devo chiamarlo e dirgli cosa ti sta succedendo. Non posso continuare
a vivere con questo terrore!", esclamò la signora alquanto arrabbiata.
"No, mamma! Tu non devi chiamarlo, non devi dirglielo!"
"Si,invece! Io ho paura,lo capisci?", controbattè la madre,
calmandosi leggermente.
"Di cosa hai paura?", chiese ingenuamente Mary, senza capire affatto
il discorso della madre.
"Ho paura di perderti, Mary. Ho paura che tu, presa da uno dei tuoi
attacchi possa andartene. Tu sei tutto ciò che mi rimane, tu sei la mia vita. E
non riesco neanche ad immaginarmi senza di te. Tesoro,ti prego, fallo per
me."
Mary, udendo quelle parole e capendole, si attaccò al collo della madre
stringendola in una abbraccio pieno d'amore e, sua madre, si beò dell'affetto
della figlia, che le era mancato così tanto negli ultimi due mesi.
"Io farò di tutto per te mamma, farò di tutto per vederti di nuovo felice.
Perchè se tu sei felice, lo sono anch'io."
"Se tu sorridi, io sorrido.", rispose la madre sorridendole
dolcemente.
Mary
venne dimessa dopo circa una settimana dall'accaduto, e da allora cercò di non
pensare più di tanto al dolore che aveva provato e che ancora stava provando,
ma cercò di concentrarsi maggiormente sulle belle emozioni, i bei momenti che
aveva passato nell'anno precendente. Come quella volta al parco, mentre
passeggiava con il suo cane per le vie dell'immenso parco che si trovava
davanti all'appartamento in cui viveva con la madre. Osservando di nuovo quel
posto con gli occhi ripuliti dal dolore, venne invasa da uno dei più bei
ricordi che aveva della sua storia.
"Mary!",
la chiamò Conor, che era a circa due metri da lei.
Lei si girò, pensando tutto tranne che il suo ragazzo le tirasse un palloncino
pieno d'acqua in viso. Infuriata, gli corse dietro fino a che non riuscì a
prenderlo per un lembo della maglia e farlo cadere. Gli si buttò sopra,
mettendosi a cavalcioni sopra di lui e svuotandogli la bottiglietta d'acqua che
aveva precedentemeente riempito sulla faccia.
"Bastarda!", esclamò il ragazzo cercando di dimenarsi dalla sua
presa, ma senza riuscirci.
"Eh,no! Questa me la paghi!", rispose Mary iniziando a fare il
solletico a Conor, che non riusciva a smettere di ridere.
"Ok,basta!",riuscì a dire, ma Mary non era intenzionata affatto a
smettere.
"Dai, amore! Ti prego basta, scusa!", cercò di nuovo di convincerla,
stavolta riuscendoci. Appena la ragazza mollò la presa, Conor ribaltò la
situazione mettendosi sopra di lei. La guardò intensamente negli occhi prima di
baciarla dolcemente.
Mary
si beò ancora della dolcezza e delle emozioni che quel bacio così semplice le
aveva provocato. Si sentì ancora inebriata dall'odore di Conor, e per un
momento non desiderò altro che averlo accanto. Desiderò averlo al suo fianco,
solamente per fargli capire come si era ridotta per colpa sua. Desiderò averlo
al suo fianco, solamente per dirgli tutto il dolore che aveva provato. Desiderò
averlo al suo fianco, solamente per assaporare per un' ultima volta le sue
labbra. Desiderò averlo accanto, solamente perchè ne sentiva il bisogno. E fu
grazie a quel desiderio così intenso, che riuscì a fare una cosa che mai
avrebbe pensato di poter fare.
*
"Conor,
porca miseria, alzati!"
Un Travis infuriato entrò nella stanza di Conor, non facendo caso al fatto che
erano le sei del mattino.
"Conor,alzati! Giuro che è l'ultima volta che ti chiamo con le buone,
altrimenti neanche Dio sa quello che ti combinerò! CONOR!", urlò
nuovamente Travis, riuscendo finalmente a svegliare il ragazzo, che, ancora
assonnato, non si rese conto di ciò che stava accadendo. Riuscì solo a dare uno
sguardo veloce alla sveglia, poichè il suo bodyguard lo prese di peso dal letto
buttandolo sotto il getto d'acqua gelida nella doccia.
"Aaaah! Travis, ma sei scemo?!", disse Conor uscendo velocemente
dalla doccia e avvolgendosi nell'accappatoio.
"La prossima volta impari a svegliarti quando ti chiamo!", rispose
Travis senza alcun rimpianto.
"Sembri Mary!", disse Conor senza pensare a quello che aveva appena
detto. Ma quando se ne rese conto, il macigno che portava sul cuore cominciò a
pesare più di quanto già pesasse.
"A proposito di Mary, ha.."
"No, per favore. Non dirmi niente.", lo interruppe Conor, dirigendosi
verso il bagno per farsi una doccia, stavolta calda.
"Ma è impor..", riprovò di nuovo Travis.
"Basta! Voglio cercare di non pensare a lei oggi. Voglio cercare di non
farla entrare nei miei pensieri.", lo interruppe Conor, sbucando con la
testa dalla porta del bagno.
"Come vuoi..ti dico solo che è una cosa importante."
"Non mi interessa!", gridò esasperato il biondo aprendo il getto
d'acqua.
"Vado a preparare la macchina, allora. Sbrigati!", disse Travis,
prima di uscire dalla stanza dirigendosi verso il garage dell'hotel dove era
stata parcheggiata la macchina la sera prima.
-Allora
Conor, cosa ci dici riguardo al tuo ultimo singolo, 'Turn Around'?
"Beh, posso solo dirvi che a me piace molto, e spero piaccia anche a voi! -In questa canzone hai collaborato con Ne-Yo,
qualcosa in proposito?
"Lavorare con Ne-Yo è stato assolutamente fantastico! Lui è semplicemente
unico, e questa canzone è resa ancora più cool proprio grazie a lui, che è
decisamente un tipo cool!" -E per quanto riguarda l'amore, cosa ci dici?
"Non vorrei toccare questo tasto, se è possibile.." -Va benissimo, abbiamo finito allora! Grazie per
esser stato con noi Conor!
"Grazie a te, Sissy! Ciao ragazzi!" -Ed ora vi lascio con la canzone che ha reso
famoso il vostro idolo, care Mayniacs: ecco a voi 'Can't Say No'!
Conor
si alzò dalla sedia della sala di registrazione, salutando la conduttrice Sissy
e tutto lo staff che aveva reso possibile quell'intervista OnAir.
Scorto Travis appoggiato allo stipite della porta d'ingresso, si avviò verso di
lui.
Voleva scusarsi per come si era comportato con lui quella mattina, quando aveva
cercato di dirgli qualcosa di importante su Mary.
Durante tutte le numerose interviste che aveva tenuto quel giorno, non era
riuscito nemmeno per un secondo a non pensare alla sua mora. Era impossibile
per lui non averla fra i suoi pensieri. Era un qualcosa di costante nella sua
testa.
Arrivato di fronte a Travis, si aprì in un sorriso.
"Scusa per stamattina, non avrei dovuto comportarmi in quel modo.
D'altronde tu non hai nessuna colpa per quello che è successo.."
"Non fa niente, ragazzo. Ora però dobbiamo andare, in albergo ti stanno
aspettando.", rispose calmo la guardia, non voleva far trasparire nessuna
emozione o preoccupazione.
"Ok, andiamo!"
Conor
e il suo bodyguard salirono sull'auto che li stava aspettando, arrivando dopo
circa una dozzina di minuti davanti all'entrata principale dell'albergo. Come
solito c'erano centinaia di fan che acclamavano il suo nome, e lui, svelto,
scese dalla macchina correndo verso l'entrata.
Mentre Conor saliva le scale per arrivare alla sua camera, un desiderio
talmente forte lo pervase, tanto da fargli immaginare cose che gli sembravano
impossibili.
Immaginò di come potesse essere riavere anche solo per un istante la sua
piccola Mary al suo fianco, e coccolarla ancora, baciarla ancora, accarezzarla
ancora.
Inconsapevolmente, Conor stava immaginando cose talmente reali, che quando
spalancò svogliato la porta della sua stanza, il cuore gli saltò in gola e il respiro
gli mancò. Solo quel pochissimo fiato per dire tre stupide parole.
"Oh, mio Dio!"
Merry X-Mas bellee!
Come state bellissime? Avete visto che ho aggiornato prima del solito,eh?
E' il mio regalo di natale per voii!
Secondo voi, chi è che vede Conor? Da cosa è scaturito tutto questo stupore?
Lascio a voi le ipotesi, ma si scoprirà tutto nel prossimo
capitolo, di cui non sono sicura di riuscirlo a fare e postare prima
dell'arrivo del 2013. Vedremo..
Intanto, nell'attesa, fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto.
Tanti Auguri di Buone Feste ragazze!
Vi adoro <3
Quando Conor aprì la porta della sua camera d'albergo,
una scena alquanto inquietante gli si presentò davanti.
Una ragazza minuta, mora, era accasciata per terra in una pozza di sangue, con stretta
fra le braccia una sua foto. Ci mise qualche secondo
per riconoscere la ragazza, ma appena lo fece, il respiro gli mancò. Solo quel poco che basta per sospirare un debole: "Oh, mio Dio!".
Conor si
fiondò frettolosamente sulla ragazza, accertandosi in un primo momento se il
battito cardiaco ci fosse, per poi urlare a Travis di chiamare velocemente
un'autoambulanza. La guardia
fece subito ciò che il suo ragazzo gli disse, osservando da lontano la scena e
descrivendo le condizioni della ragazza all'nfermiere
che aveva appena risposto alla sua chiamata.
"Mary, perchè mi fai
questo?", Conor continuava a singhiozzare sul corpo della ragazza,
cercando invano di tamponare i tagli con un asciugamano.
Neanche quando l'ambulanza arrivò e gli infermieri portarono via la sua
piccola, Conor smise di lamentarsi ed insultarsi interiormente.
Si odiava.
Si odiava perchè sapeva che era colpa sua. Era colpa sua se la sua piccola e
fragile Mary si era ridotta in quello stato. Sapeva che non era la prima volta
che lo faceva, se n'era accorto mentre cercava di arrestarle il sangue che
fuoriusciva dalle sue braccia, aveva visto le vecchie ferite.
Lei l'aveva fatto ancora. E ancora, e ancora.
Si era ancora fatta del male.
Lui le aveva fatto del male. Ancora.
*
Stordita, Mary aprì gli
occhi, e si ritrovò una parete candida dritta davanti agli occhi. Come due
settimane prima i suoi bracci erano trafitti da miriadi di aghi,
come due settimane prima si ritrovava di nuovo su un lettino d'ospedale.
Ma differentemente all'altra volta, Mary ricordava bene cosa fosse
successo, e subito le immagini del suo stupido e continuo errore le
balenarono in mente.
-
Subito dopo la passeggiata
al parco, Mary si informò su dove si trovasse Conor in
quel periodo, e dopo aver fatto varie ricerche, scoprì che si trovava a
Manchester.
"Dannazzione!", urlò Mary esasperata.
Le probabilità di fare un viaggio per Mary erano già basse, ma ora che doveva
affrontare l'ultimo anno di liceo le robabilità scendevano ben oltre sotto lo
zero.
La causa: Lily, sua madre.
D'altronde, Lily Parker non aveva tutti i torti. Aveva paura per sua figlia,
aveva paura di lasciarla andare da sola, aveva paura di perderla.
Mary valutò la situazione, trovando quasi subito la soluzione al suo problema.
"Mamma!", esordì
la mora entrando in cucina.
"Ehi, come mai così raggiante?", chiese sorpresa la madre.
"Ho da farti una proposta..", spegò.
"Spara!", la incoraggiò la donna.
"Sai quanto mi piace viaggiare, vero mamma?", iniziò la ragazza,
aspettando un cenno affermativo dalla madre, e ricevendolo continuò.
"Vorrei fare un viaggio, a Manchester. Ti va?"
"Vuoi che venga con te?", Lily cercò di capire il reale motivo che
aveva spinto la sua Mary a quella proposta, ma fallendo cercò di assecondarla.
"Ok, va bene. Ma quando vorresti andarci?", chiese
Lily assecondando il volere della figlia.
Mary, entusiasta, spiegò dettagliatamente i suoi piani alla madre, la quale si
sentì davvero felice e gioiosa nel vedere sua figlia
così piena di vita per solo un viaggio.
Mary e Lily partirono circa tre giorni dopo la proposta della ragazza,
ed una volta atterrate all'aereoporto, procedettero verso il grande e lussuoso
albergo in cui si trovava anche Conor.
Arrivate all'entrata, un'orda di ragazzine urlando il nome del suo biondo
le invase, facendo così sorgere dei dubbi, non molto piacevoli, a Lily,
che iniziava lentamente a capire.
"Ora tu devi spiegarmi
la vera ragione per la quale noi siamo qui, Mary!", esordì la madre della
ragazza non appena varcarono la soglia della loro stanza.
"Avevo voglia di venire qui,
semplicemente.", disse innocentemente la mora, per evitare di dire la
verità alla madre.
"No, Mary. Tu sei venuta qui per vedere Conor.
Noi siamo qui per lui.", sbottò la donna
arrabbiata. "Avresti dovuto dirmelo, sapevo ci
fosse qualcosa sotto, ma non pensavo ci fosse la persona che ti ha distrutto il
cuore a brandelli, non lo credevo possibile. Ora, perchè? Puoi
spiegarmelo?", calmandosi, Lily si sedette sul letto aspettando impaziente
una risposta da parte della figlia.
"Avevo voglia di vederlo, di parlargli. Avevo voglia di fargli
vedere quanto io abbia sofferto a causa sua.
Avevo voglia di finirla una volta per tutte, avevo
voglia di mettere fine a tutta questa mia inutile sofferenza.", la mora
rise ad un pensiero stupido e che forse era meglio non confessare a sua madre,
ma avrebbe corso il rischio.
"Ovviamente non nego di aver voglia di baciarlo ancora, di accarezzarlo
ancora, di abbracciarlo ancora, di farci l'amore per un'ultima volta. No, non
posso negarlo, perchè è la pura verità.", finito, Mary si voltò verso sua
madre, che l'aveva osservata per tutto il tempo
ascoltando ogni singola parola attentamente.
Lily rimase scioccata dalle parole di sua figlia ed
anche un pò sorpresa. Nonostante tutto ciò che Conor le aveva fatto, lei riusciva
ancora ad amarlo.
"Tu lo ami ancora.."
"Si, mamma, lo amo ancora. Ma devo metterci una
pietra su, ormai. Lui non mi ama più, ed io devo andare avanti senza continuare
a piangermi addosso. Sono venuta qui per
questo!"
"Va bene, ho capito. Ora vai e riposati, ci parlerai domani.", sua
madre le sorrise dolcemente, lasciandole un bacio sulla guancia.
La mattina dopo, Mary si
alzò presto, cercando di non svegliare sua madre.
Andò diretta verso la reception, speranzosa di poter sapere quale fosse la camera di Conor. Arrivata lì, chiese alla ragazza
se avesse potuto dirgli il numero della stanza di Conor, spiegando che era una
sua amica e non una fan con mali intenzioni. Travis,
per caso, le passò avanti, e sentendo la ragazza discutere alla reception nominando
Conor, le si avvicinò.
"Scusa, ragazzina, ti serve aiuto?", le chiese picchiettandole una
spalla.
"Lei chi è?", Mary si girò, spaventandosi un pochino nel vedersi
davanti un mostro di quelle dimensioni.
"Ho sentito che cercavi Conor, io sono il suo bodyguard. Puoi chiedere a me."
"Oh, io sono Mary!", disse porgendogli la mano.
"Io sono Travis. Cosa posso fare per te,
Mary?", chiese gentile stringendogli la mano.
"Ho bisogno di parlargli, è possibile? Sa, io sono la sua ex rag.."
"Oh, tu sei quella Mary!", esordì sorpreso Travis.
"Beh, si..vedo che ti ha parlato di me.", sorrise compiaciuta la
mora.
"Oh,si. Comunque non c'è problema, però devi aspettare le cinque di questo
pomeriggio per poterlo vedere."
"Perchè?", chiese curiosa.
"Ha interviste tutto il giorno..", spiegò la guardia.
"Ok, magari se mi dici il numero della stanza posso entrare e fargli una
sorpresa. Che ne dici?", sorrise.
"Si, penso gli farà piacere. Ci vediamo stasera, allora. Ciao Mary!",
la salutò allontanandosi.
"Ehi, Travis!", lo richiamò Mary facendolo voltare. "Il numero
della stanza."
"Ovviamente, 273. A dopo!"
Durante
tutte quelle ore d'attesa, Mary cercò di prepararsi un discorso da dire al suo
biondo, che dopo quella sera non sarebbe più stato suo. Dopo vari tentativi inutili, Mary notò l'orologio
che segnava le 16:45, ecidendo così di dirigersi verso
la stanza di Conor. Voleva davvero fargli una sorpresa,
sarebbe stata l'ultima.
Entrò titubante nella stanza guardandosi intorno. Notò una foto sul letto, che
ritraeva loro due ai tempi in cui erano ancora felici. Sorridevano
entrambi, erano entrambi felici.
Ora, quello ad essere felice era solo lui, lei non lo era.
In quel momento, guardando la fotografia, osservando il suo sorriso, quello che
lui le aveva portato via, si pentì amaramente della
scelta che aveva fatto. Era stato un errore cercarlo, era stato un errore
voler cercare di dimenticarlo del tutto. Lei non ce la poteva fare, non poteva
dimenticare colui che le aveva donato la felicità, per
poi strappargliela via.
Non avrebbe potuto farcela.
Frettolosamente, andò verso il bagno, alla ricerca di qualcosa di tagliente. Un
rasoio catturò la sua attenzione. Lo afferrò, ed iniziò ad infliggersi numerosi
tagli.
Non avrebbe voluto farlo, ma non sapeva come altro
sfogarsi.
Continuò e continuò, fino a che priva di sensi, cadde a terra stringendo fra le
mani la fotografia di loro due.
*
Conor aspettò fuori dall'ospedale, fino a che non vide Lily Parker venire
contro di lui a passo veloce.
"E' tutta colpa tua, te ne rendi conto?", lo strattonò
la donna in preda ad un pianto isterico.
"Lo so, Lily. Mi dispiace.", rispose
atono il biondo.
Lily prese a schiaffeggiare il ragazzo, mentre lui non faceva alcuna
resistenza, fino a che Travis non fermò la donna calmandola.
"Calma Lily, calma.", le sussurrò Travis all'orecchio. La donna si
tranquillizzò solo quando il medico le annunciò che sua figlia si era
svegliata.
Lily corse verso la stanza della figlia, non curandosi dei richiami del
dottore.
Spalancò la porta della stanza, fiondandosi fra le braccia della figlia.
Le sussurrò parole dolci, e Mary capì che qualcuno per andare avanti, c'era. Se cadeva, doveva rialzarsi come un grattacielo.
Perchè qualcuno per cui farlo c'era. Ed era lì accanto
a lei.
My space:
Heiii!
Amori mieii!! Come state?
Lo so, lo so. Io non so davvero con quale faccina io mi presenti
qui, dopo tuuutto questo tempo. Mi dispiace, ma un po’ per colpa della scuola,
un po’ per colpa di questa cazzo di connessione
internet (passatemi il termine, scusate), non ho potuto prima d’ora. Era
già pronto da un po’ di giorni, ma scusatemi. SCUSATE! Coomunque, questo è il capitolo. Ammetto che prima di
scriverlo, avevo in mente tutta un’altra idea. Ma scrivendo è uscita ‘sta cosa qua, quindi boh! A me
piace, e spero anche a voi.
Vorrei
sapere cosa vi aspettate dalla storia..insomma, se
avete qualche aspettativa in particolare, cose così. Ah, vi faccio una domanda
io:
Cosa pensate succederà fra Mary e Conor?
Me lo fate
sapere, please?
Ah,
un’altra cosa. Il prossimo capitolo è già pronto, ma lo posterò solo se
mi farete trovare più di due recensioni a questo capitolo. Ci tengo a questa
storia, e vorrei sapere ciò che voi pensate.
Ciao! Questa volta mi troverete sia qui
su, che giù. Volevo solo avvertirvi che il rating di questo capitolo è ROSSO, e per questo
motivo mi vergogno un po’. Però leggete, e poi fatemi sapere.. ci vediamo giù! :)
Mary
Go Round. (5)
I
really love you.
Quando Lily uscì dalla stanza della
figlia, notò che Conor era ancora seduto ad aspettare che qualcuno gli si
avvicinasse. Decise di informarlo delle condizioni di Mary, d'altronde se lui
non fosse arrivato in tempo, sua figlia sarebbe morta dissanguata. Gli si
avvicinò, e quando il ragazzo alzò lo sguardo su di lei, vide nei suoi occhi
arrossati tristezza e pentimento.
"Dimmi che sta bene, ti prego.", disse il biondo con un filo di voce.
"Si, per fortuna sta bene.", Lily tranquillizzò il ragazzo.
Dopo vari minuti di silenzio, Conor decise di chiedere alla sua ex suocera il
motivo della loro presenza lì a Manchester.
"Non devo dirtelo io.", rispose la donna. "E' qualcosa che deve
dirti Mary, perciò vai e ascolta cosa ha da dirti."
Lily si pentì di aver fatto ciò che sua figlia le aveva chiesto gentilmente di
fare, ma voleva più di ogni altra cosa che sua figlia ritornasse a sorridere. E
se il modo era quello, avrebbe fatto di tutto.
Quando Conor entrò nella stanza di Mary,
il cuore gli salì in gola.
Stava osservando la sua piccola, si stava beando di nuovo della sua bellezza.
La mora dormiva dolcemente, e molto silenziosamente Conor le si avvicinò
lasciandole un fugace bacio sulle labbra rosee. Vedendo che Mary stava per
svegliarsi, cercò di allontanarsidal
suo viso. Ma qualcosa lo trattenne.
Una mano gli si posò sulla nuca, trattenendolo vicino al viso della ragazza.
Mary aprì di scatto gli occhi, trovandosi due iridi azzurre incastrate alle sue
nocciola.
"Ancora, per favore.", sorrise la ragazza, illuminando il cuore del
biondo, il quale non ci pensò due volte per avventarsi sulle labbra della sua
donna, baciandole con desiderio. Conor posò delicatamente le mani sul volto
della ragazza, che si tirò su a sedere senza staccarsi dalle labbra del biondo.
Mary attirò contro di sè il ragazzo, che prese ad accarezzarle le guance. Il
biondo fece scontrare le loro lingue, che presero a danzare insieme. Quando
Mary si staccò per riprendere fiato, Conor le stampò un altro bacio sulle
labbra, sorridendo per poi abbracciarla.
"Mi hai fatto prendere un colpo, prima.", soffiò tra i suoi capelli,
inalando l'odore di vaniglia che emanavano.
"Scusa. Avrei voluto farti una sorpresa bella, ma a quanto pare ho
rovinato tutto. Però la sorpresa te l'ho fatta comunque.", disse
scoppiando a ridere. Conor si fece trasportare dalla sua risata, sorridendole.
"Si, ma perchè sei venuta qua a Manchester?", chiese facendo arrestare
la risata della ragazza.
"Per vederti, e per parlarti.", rispose la mora, rabbuiandosi.
"Cosa devi dirmi di così importante?", chiese Conor curioso.
"Non importa. Ora voglio solo stare con te.", sorrise la mora,
decidendo di rimandare il confronto a quando avrebbe dovuto andar via da
Manchester.
Conor attirò la sua piccola a sè, abbracciandola forte per non farsela scappare
ancora una volta.
"Quanto tempo rimani?", chiese allontanandosi di qualche centimentro
dalla ragazza.
"Un paio di giorni, e poi ritorno a Londra.", rispose atona.
"Vorrei passare questi due giorni insieme a te, se sei d'accordo.",
propose il biondo.
"E i tuoi impegni?"
"Al diavolo, tu sei più importante.". Sorpresa, la mora alzò lo
sguardo su di lui, cercando di capire se mentiva o meno.
"Ok, quindi rimarrai qui in ospedale?"
"Certo che no! Tu non rimarrai qui, tornerai in albergo con me!",
disse entusiasta.
"Si, certo.."
"Sono o non sono Conor Maynard?", disse uscendo dalla stanza per
avviarsi dal medico. La mora sorrise.
Quando Conor uscì dalla stanza, dopo
circa un'ora, sia Lily che Travis saltarono dalle sedie su cui erano seduti.
Entrambi si incamminarono verso il ragazzo, che sorrideva felice, per
chiedergli cosa fosse successo. Lui li informò sulla loro decisione e Lily, senza
accorgersene abbracciò il ragazzo, ringraziandolo.
Quando la donna se ne rese conto, si ricompose sorridendo imbarazzata, mentre
Conor le regalò un sorriso dolce.
Il pomeriggio dello stesso giorno, Mary
tornò in albergo, felice di non dover stare rinchiusa in una specie di carcere.
Conor si comportò come un vero gentiluomo, invitandola a cena la sera stessa.
La mora si sentì talmente felice, che si vergognò dei suoi stati d'animo.
Sembrava fosse tornata di nuovo alle prime armi, quando ancora non sapeva di
cosa fosse l'amore.
"Mamma, stasera Conor mi ha invitata a cena nel ristorante
dell'albergo.", disse non appena uscì dal bagno avvolta in un'asciugamano.
"Ok.", si limitò a rispondere Lily, contraria a tutto ciò che la
figlia aveva intenzione di fare.
"Tu cosa farai?", chiese cercando di continuare a conversare con la
madre.
"Non lo so."
"Mi fai salire i nervi quando mi rispondi a monosillabi!", sbottò la
ragazza.
"Come dovrei risponderti?"
"Lascia stare.", disse rintanandosi di nuovo in bagno dopo aver preso
l'intimo e il vestito che avrebbe indossato quella sera. Ne uscì dopo un'ora e
mezza, vestita e truccata di tutto punto.
Conor l'aspettava alle otto nella sala da pranzo, ma se fosse arrivata mezz'ora
prima non avrebbe fatto molta differenza. Così, decise di scendere e di
avviarsi verso la sala. Quando arrivò, gli occhi subito le si illuminarono:
Conor era seduto ad un tavolo, e parlava gesticolando da solo. Sorrise alla
scena, e si avviò verso il tavolo, cogliendolo di sorpresa alle spalle.
Il biondo si voltò, e ammirò in tutta la sua bellezza la ragazza che una volta
era stata sua. La prese per mano, intrecciando le loro dita e dandole un
leggero bacio a stampo, che lei prolungò fino a farlo diventare un dolce lungo
bacio.
Quando si staccarono, la fece accomodare, sorridendole come un ebete.
"Sei bellissima.", affermò, e notò che in pochi istanti le gote di
Mary si colorarono di un leggero color porpora.
"Grazie, anche tu lo sei.", rispose imbarazzata.
Mangiarono tranquillamente, ricordando i
bei momenti passati insieme, e quando Conor iniziò a fare progetti di vita
futura insieme, Mary si sentì in colpa.
Finito di mangiare anche il dessert, Conor fece una proposta alquanto
inaspettata a Mary.
"Ehi,sai..mi chiedevo..", iniziò, ma puntualmente venne interrotto
dalla sua piccola, che come sempre capì.
"Si, dappertutto con te.", disse. Conor l'attirò a sè, baciandola
dolcemente, per poi guidarla verso la sua stanza.
All'uscio della porta, entrambi si guardarono intensamente.
Mary lo voleva. Conor la voleva. Entrambi volevano la stessa cosa.
La ragazza aprì la porta, trascinandosi dietro il biondo. Si voltò verso di
lui, e prese a baciarlo con passione ed impeto.
Mary cominciò a slacciargli la camicia, mentre Conor le tirava giù la zip del
vestito. Lui si tolse autonomamente i calzoni, mentre lei si sfilava via le
calze. Rimasero in intimo, e con un tonfo caddero insieme sul morbido letto,
senza mai smettere di baciarsi. Conor le accarezzò la schiena, slacciandole il
reggiseno, mentre lei si beava sotto il suo tocco. Il biondo si staccò dalle
labbra della mora, lasciandole baci umidi sul collo, sulle spalle, sulla gola.
Le baciò i seni, succhiandole rumorosamente un capezzolo, facendola gemere.
Passò successivamente a lasciare dei baci sul ventre piatto delle ragazza,
arrivando poi a scontrarsi con l'elastico delle mutandine. Ci giocò un poco,
per poi sfilargliele via velocemente. Le lasciò un bacio sul pube, per poi
ritornare sulle sue labbra. La ragazza intrecciò le mani fra i capelli del
biondo, ancora scossa dal piacere che le avevano provocato quei piccoli baci.
Sentendo l'eccitazione del biondo sulla coscia esser trattenuta dai boxer,
sorrise. Ribaltò la situazione, metendosi a cavalcioni su di lui. Gli baciò
ancora una volta le labbra, per poi percorrere con una scia di baci, lo stesso
percorso fatto da lui su di lei. Si fermò anche lei all'orlo dei boxer, ma a
differenza del biondo, lei glieli sfilò subito via. Appena Mary prese il suo
membro fra le mani, accarezandolo, Conor cominciò a gemere.
"M-Mary!", urlò quando venne dopo un paio di minuti. La mora sorrise,
baciandogli la bocca. Il ragazzo ribaltò nuovamente la situazione, poggiandosi
sui gomiti per non pesarle. La baciò di nuovo, per poi staccarsi. Mary
protestò, ma sentendo poi Conor prenderle un braccio, rimase immobile. Il
biondo le lasciò dei baci dolci sui tagli, e su di essi soffiò una frase che
colpì la ragazza. "Non
farlo più, io ti amo." Quasi
di colpo, Conor alzò lo sguardo e incastrò i suoi occhi con quelli di lei. Così
facendo, Mary potè davvero capire che non mentiva. L'amava davvero.
Lentamente, il ragazzo si riposizionò su di lei, intrecciando le loro dita.
La penetrò lentamente, cominciando poi a dare delle spinte più forti, fino a
che non la sentì urlare dal piacere. Le baciò la bocca, e nel bacio la sentì
sorridere. Sorrise a sua volta, perchè sapeva che d'ora in poi nessuno avrebbe
potuto separarlo da lei. Da quella ragazza che lo faceva stare bene.
Quando entrambi giunsero al culmine, Conor rotolò al fianco della mora,
circondandole la vita con un braccio. Mary si accoccolò fra le braccia del suo
uomo, respirando il loro profumo.
"Ti amo, Mary.", sussurrò il biondo fra i suoi capelli, lasciandole
un bacio sull'orecchio.
"Ti amo anche io, Conor.", rispose, per poi addormentarsi beata.
My Space:
Ciaoo! Avete letto,
eh?! Io mi vergogno troppo, non potete neanche immaginarvi. Fa schifo, eh?! Si.
Si, fa schifo, mi rispondo da sola, perché è vero. E accetterò chiunque lo dica
o abbia da farmi qualche critica! Me lo merito.
Coomunque, ho visto che non ce la facciamo ad arrivare a 3 recensioni, ma non fa
niente. Vi adoro comunque, perché so che magari alcune di voi hanno paura di esprimere
il loro parere. Ma tranquille, non vi mangio mica! A me fa piacere sapere e conoscere
i pareri altrui, perciò non fatevi scrupolo! ;)
Dopo questo capitolo, non so quando arriverà il prossimo, però spero di farcela
presto! Ce la metterò tuttaa! PER VOI!♥
Quando Conor aprì gli occhi, sorrise consapevole del fatto che
accanto a lui avrebbe trovato la sua donna. Il biondo allungò il braccio lungo l'altra metà del letto,
tastandola leggermente, ma non toccando nessun corpo, si alzò di scatto
preoccupato. Saltò dal letto, non curandosi del fatto di essere
nudo, e si avviò verso la porta del bagno. Spalancò la porta, ma non vi trovò
nessuno. Ritornò nella camera da letto, agitandosi ulteriormente, finchè non notò i vestiti di Mary sparsi per terra,
esattamente dove erano stati lasciati la sera prima. Preso da un sentimento di
pessimismo, il ragazzo prese il suo boxer che trovò ai piedi del letto, per poi
cercare un pantalone da indossare. Ma nel mentre in cui lo fece, una porta si spalancò,
lasciando entrare una favolosa ragazza con indosso solamente una camicia e
delle mutandine.
"Ehi! Dove eri?", chiese il biondo andando verso la
sua ragazza.
"Qui fuori a parlare con Travis,
tranquillo.", la mora sorrise, lasciando un piccolo bacio sulle labbra
rosee del ragazzo.
"Mi ero preoccupato..", rispose Conortracinandola sul letto.
"Non ce n'era bisogno. Comunque, parlando di cose
serie: ordiniamo la colazione che muoio di fame!", Mary si alzò prendendo
il telefono. Ordinò la colazione per entrambi, per poi infilarsi di nuovo sotto
le coperte.
Quando il cameriere portò loro la colazione, i due
ragazzi mangiarono forsennatamente come se fossero mesi che non toccavano cibo,
il biondo particolarmente.
"Fai schifo, sei un maiale!", esordì la mora lanciando addosso al
ragazzo un tovagliolo sporco di nutella.
"Ahahah, grazie!", sorrise Conor. "Che hai intenzione di
fare oggi?", chiese poi, dopo aver mangiato l'ennesimo biscotto alle
fibre.
"Non lo so. Non so neanche quando ho l'aereo per tornare a Londra.",
rispose la ragazza abbassando lo sguardo.
"Spero non troppo presto, perchè voglio farti una sorpresa.", sorrise
il biondo.
"Ok, allora vado nella mia stanza, così mi preparo e andiamo. Sono già le
dieci, quindi corro!". La mora si alzò dal letto, ma Conor
la prese per un polso, attirandola a sè. Le stampò un
bacio sulle labbra, per poi sorriderle dolcemente.
"Dove sei stata questa
notte?", una voce assalì la ragazza appena varcò la soglia della sua
camera d'albergo.
"Da Conor.", rispose secca, senza
giustificarsi.
"Perchè?", chiese sua madre.
"Non ho nulla da spiegarti, mamma."
"Invece si! Cavolo Mary, sono stata in pensiero tutta
la notte!", la interruppe Lily.
"Non ne avevi il motivo. Ti preoccupi sempre e per tutto! Lasciami
respirare, non ne posso più!"
"Invece i motivi per preoccuparmi ce li ho, ed
anche troppi! La persona con cui sei stata fino ad ora
è la stessa che ti ha distrutto; come posso non stare in pensiero per la mia
bambina?!", sbottò.
"Ormai non sono più una bambina, non ti sopporto! So chi è la persona che
mi ha distrutto, ma sfortunatamente lo amo, lo amo, e vorrei
starci insieme per l'ultima volta, se me lo concedi!", urlò
a sua volta la mora. "Ne ho bisogno.", farfugliò poi, rifugiandosi
nel bagno.
Lily capì quell'ultima
frase, e per lei fu come una specie di pugnalata. Sua figlia aveva bisogno di
una persona che l'aveva fatta soffrire invece che di lei, di lei che
avrebbe dato a sua stessa vita pur di vederla felice.
Intanto Mary, mentre sua madre si sentiva tirata fuori dalla
vita della figlia, non si sentiva capita affatto dalla persona che più amava.
Sua madre non riusciva a capirla. E piangeva, piangeva come non faceva da tempo. Perchè fino a ventiquattro ore prima, il suo sfogo
era attraverso l'autolesionismo. Ma non voleva
ricaderci, voleva solamente versare tutte le lacrime che aveva represso negli
ultimi tre mesi. Lasciò che le lacrime le solcassero il viso, fino a che due
occhi celesti e limpidi non le si presentarono avanti,
ricordandole che qualcuno la stava aspettando. Velocemente si lavò e si vestì,
ignorando la madre. Appena pronta uscì, e prima di chiudere la porta riuscì a
sentire la madre parlare: "Torna per le sei, mi raccomando."
Quando salì al piano superiore, trovò Conor
fuori sul corridoio che parlava con Travis. Appena la
vide, il biondo le cose incontro racchiudendola in un lungo bacio.
"Che dici, andiamo?", le propose, e dopo aver annuito, Mary si limitò
a camminare di fianco al ragazzo. Conor, mentre
scendevano le scale insieme, vicini, prese la mano
della sua mora, incastrandole perfettamente. I due ragazzi si sorrisero,
lasciando trasparire e mettendo a nudo l'uno all'altro
ogni singola emozione.
Mary e Conor salirono sulla limousine che li stava
aspettando, e dopo circa una ventina di minuti di viaggio, la mora cominciò a
fare domande a cui il biondo non rispose.
"Siamo
arrivati?", chiese spazientita la mora.
"Cinque minuti.", le rispose Conor con un
sorriso cretino stampato sul volto.
Dopo circa una ventina di secondi, Mary ripropose la
medesima domanda, facendo sbottare Travis.
"Ascolta ragazzina, puoi tapparti la bocca per un minuto e mezzo?
Ti ha detto cinque minuti, aspetta!"
"Intanto, ragazzina lo dici a qualcun'altro.
Non perchè io abbia diciotto anni, puoi permetterti di
chiamarmi in quel modo. Poi, Dio mi ha donato la lingua per far si che io parlassi, quindi parlo quanto mi pare, ok?
Ok.", rispose a tono la mora.
"Ehi, ehi, ehi.. calma. Siamo arrivati!", si intromise Conor prima che la
situazione degenerasse.
Mary, sentendosi invadere dalla voce del biondo, placò la sua ira contro Travis chiedendogli scusa, che a sua volta si scusò, e
scese dalla limousine trovandosi davanti ad uno stadio.
"Cosa
significa?", chiese al biondo, voltandosi verso di lui.
"Lo vedrai fra poco, è una sorpresa. Tu comincia ad
entrare con Travis, io ti raggiungo fra
qualche minuto.", la incitò, e vedendola allontanarsi corse verso il
camerino frettolosamente. La sua Mary sarebbe stata davvero contenta, almeno era quello che sperava.
Mary, insieme a Travis, si incamminò verso le
gradinate, e prese posto in quelle a ridosso del palco che era stato montato.
"Sai qual è la sorpresa?", chiese curiosa Mary.
"Si, ma io non parlo.", le sorrise dolcemente Travis.
"Lui ti ama davvero, non ha mai smesso di farlo.", affermò poi.
"Perchè dici questo?", disse la mora, spiazzata da quell'affermazione
così reale.
"Perchè so che tu gliela farai pagare, per tutto
ciò che ti ha fatto passare. Ma bada bene, potrebbe
non perdonarti. Conor ha riacquistato la sua felicità
e il suo sorriso solo riavendoti. E se ora tu
deciderai di andartene, lo distruggerai. Quando ti ha lasciata
tre mesi fa, è stato male anche lui. Aveva capito di aver
lasciato il suo unico e vero amore."
"L'unico suo vero amore è la musica, non sono io. Non lo sono mai
stata. Non ero una sua priorità, lo è sempre e solo
stata la musica. Esiste solo la musica per lui.", infastidita, Mary disse
cose che si era ripromessa di non dire.
"Lo distruggerai, e non so se tornerà
indietro.", ripetè la guardia, cercando in tutti
i modi di far cambiare idea alla ragazza accanto a lui.
"Questo è per te,
amore mio. Ti amo." Una voce interruppe il discorso di Mary e Travis,
catturando l'attenzione di entrambi. Il biondo, bellissimo come sempre,
comparve sul palco con un microfono in mano. La base di una sua canzone partì,
e Mary la riconobbe immediatamente. Nonostante il leggero odio che provava verso di lui,
sopraffatto sempre dall'immenso amore che la legava a lui, non aveva mai smesso
di seguirlo. Conosceva tutte le sue canzoni a memoria, e quella che avrebbe
cantato di lì a poco era una delle sue preferite.
Turn around, open your eyes
Look at me now
Turn around, girl I've got you
We won't fall down, yeah
We can see, forever from up here, yeah
So long as we're together
Have no fear, no fear
So turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Listen baby, turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Turn around, turn around
Turn around, outta space we can go there now, yeah
Turn around, there's no limit to what we found
Uh yeah
Music oh, I wanna feel it all, yeah
And baby we'll stay up, cause there's no way for us
To fall, to fall
So turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Listen baby, turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Turn around, turn around
Uh baby, we're so high now, whoa
Tell our worries end our pain good bye now
Oh, oh, our home is the sky now
Say we're never coming down, down, down
So turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Listen baby, turn around, floating
So high up off the ground
Floating so high, turn around
Together, nothing can stop us now
Turn around, turn around,
Turn around, turn around
Nothing can stop us now
Appena la canzone finì,
Mary si ritrovò con le lacrime agli occhi. Era stupidamente emozionata, a tal
punto da piangere. Piangeva, perchè Conor
aveva dedicato quella canzone a lei, solo a lei. Piangeva, perchè sapeva
che quello che stava facendo non era giusto. Piangeva, perchè sapeva che Travis aveva maledettamente ragione. Lui l'amava, e lei gli
avrebbe spezzato il cuore. Gliel'avrebbe fratturato,
spezzettato in tanti minuscoli pezzi da non poterlo più ricostruire. Si sentiva
una bastarda, perchè lo avrebbe fatto soffrire, e non sarebbe
più ritornato indietro. Piangeva, perchè in quel
momento aveva solo voglia di sfogarsi.
QuandoConor andò verso Mary,
notò che stava piangendo. Notò che quelle lacrime non erano
solo dovute alla commozzione, ma anche a qualcos'altro.
"Ehi, è tutto ok?", le chiese abbracciandola da dietro. La mora
sussultò, per poi girarsi e baciare il suo biondo. Desiderava assaporare le sue
labbra per un ultima volta, prima di uccidere il suo
cuore.
"E' tutto ok,
tranquillo.", gli sorrise staccandosi
leggermente.
"Ti è piaciuta la sorpresa?"
"Tantissimo. Sei molto dolce.", gli sorrise.
"Io voglio ricominciare di nuovo, Mary. Perchè ora che siamo
insieme niente può fermarci.", affermò il biondo, felice.
"Ti amo, Conor.", disse lei, cercando di
non piangere.
"Anche io, Mary, anche io.", e la baciò.
Mary aprì gli occhi,
notando la sveglia che segnava le 17:30.
Si alzò dal letto dove poco prima aveva fatto l'amore con Conor,
e dove lui stava ancora dormendo. Raccolse i suoi vestiti e li indossò,
andandosi poi a sedere alla scrivania. Prese un foglio ed una penna, e cominciò
a scrivere tutto quello che avrebbe dovuto dire di persona a Conor due giorni prima, senza dover spezzare ulteriormente
non solo il cuore del biondo, ma anche il proprio. Quando ebbe finito, piegò la lettera, posandola vicino
all'angelo che le aveva stravolto a vita. Gli lasciò un bacio leggero sulle
labbra, per poi sussurrare: "Scusa amore mio, ti amo."
Quando Mary aprì la porta della stanza sua e della madre,
trovò le valigie già pronte e sua madre seduta sul letto accanto ad esse.
"L'aereo parte fra un'ora.", disse semplicemente.
"Si, andiamo.", rispose lei tristemente, prendendo la sua valigia.
Si avviarono all'aereoporto di Manchester, e dopo un
quarto d'ora dal loro arrivo si imbarcarono per poi
partire.
Londra la stava aspettando, ed anche una nuova vita. Una nuova vita senza Conor.
My
Space:
Ciaoo bellezze miee ♥
Come va?
Avete visto? Non ci ho messo molto ad aggiornare :)
Forse perché questa storia mi sta prendendo molto più di quello che avevo
previsto, e ne sono contenta. Davvero tanto! :)
Poi sono molto felice anche perché siete in tante a seguire questa storia, e ve
ne sono grata! ♥
Quindi colgo l’occasione per ringraziare tutte coloro
che hanno messa questa storia fra le seguite/ricordate/preferite.
E ovviamente anche coloro che hanno recensito, siete
dolcissime! ♥
Mi sto
accorgendo di star mettendo tanti cuori, ma ve li meritate.
Ognuna di voi che legge. ♥ (ANOTHER) Comunque, passando a parlare di questo capitolo che,
come avete visto, da una svolta alla storia, vorrei sapere cosa vi aspettate.
Mi piacerebbe conoscere i vostri pensieri, ecco.
Ripeto, come nell’altro capitolo, che non dovete
avere timore a lasciare un vostro commento, perché a me servono per andare
avanti con la storia. Non vi mangio mica!
Accetto anche le critiche ;)
Io
vado, e lascio a voi i commenti.
Un bacione,
Marialuisa ♥
P.S.
Siccome leggo poche fanfic su Conor,
vorrei sapere se a qualcuno farebbe piacere se io
passassi. Se vi va, lasciatemi il link
in una recensione. Avverto che recensisco solo quelle che mi colpiscono di più,
ok? Poi non ci rimanete male :) Adiossssssss ♥
2P.S.
Se vi piacciono i One Direction e volete passare a
leggere qualcosa di mio su di loro, passereste qui? Grazie ♥
Il biondo aprì gli occhi e
sorrise. Sorrise nel buio perchè sapeva di avercela fatta. Sorrise perchè
sapeva di aver avuto indietro la sua felicità, ovvero Mary.
Si girò verso il suo comodino, osservando la sveglia che segnava le 01:40.
Come aveva fatto la mattina del giorno che si era concluso da poco, allungò il
braccio verso l'altra metà del letto, non trovandoci nessun corpo.
Si alzò di scatto, e velocemente, esattamente come la mattina
precedente, si avviò verso il bagno. Si vestì con una tuta, mentre in
cuor suo sapeva ciò che stava accadendo. Ma non voleva
trarre conclusioni affrettate, non voleva pensare neanche minimamente che la
sua Mary gli avesse fatto una cosa simile.
Aprì violentemente la porta della sua stanza, dirigendosi verso la hall. Vi trovò una giovane ragazza bionda, che dietro il
bancone stava trafficando con il cellulare. Conor si
affrettò ad andarle incontro per chiederle delle informazioni.
"Lily e Mary Parker?", chiese frettoloso.
"Buonasera!", gli sorrise la bionda.
"Mi risponda immediatamente!", le ordinò il ragazzo, infuriato.
"La signora Parker e sua figlia hanno lasciato
l'albergo ieri pomeriggio alle 18:00.", disse la receptionist,
spaventata dalla reazione del biondo. Conor iniziò a piangere, lasciandosi cadere lungo il
bancone fino a toccare terra, le lacrime gli
scendevano copiose sulle guance.
Non poteva crederci. Non voleva crederci.
Lo aveva abbandonato, per farlo soffrire. Esattamente come
aveva fatto lui tre mesi e mezzo prima. Lui non si era curato della
sofferenza che avrebbe provocato in lei, e ora era lei che non si stava curando
della sofferenza che gli stava provocando. Era una vendetta.
In quei giorni si erano amati, profondamente. Come aveva potuto vendicarsi di
lui in quel modo? Ci sarebbero stati mille altri modi per fargliela pagare, se
solo la sua vista non fosse stata offuscata dal dolore e dall'odio.
E piangeva, singhiozzava..come un bambino piccino.
Aveva bisogno che qualcuno ricomponesse i pezzi del
suo cuore, ma sapeva che l'unica che avrebbe potuto era solamente lei. Mary,
colei che gliel'aveva appena distrutto.
"Ehi, biondo.. è tutto ok?", la ragazza del bancone si accucciò
accanto a lui, accarezzandogli un braccio. Lui si asciugò poche delle tante
lacrime che fuoriuscivano dai suoi occhi, rispondendole che non doveva
preoccuparsi.
Si alzò, e distrutto se ne ritornò verso la sua camera. Appena aprì la porta, trovò Travis
seduto sul letto. Lo guardò triste, fino a che non parlò.
"Se n'è andata.", disse l'uomo, facendo sprofondare il biondo in
un'altra crisi.
Gli si avvicinò e lo avvolse in un abbraccio caloroso, pieno di conforto,
perchè era questo che serviva a Conor, conforto.
Quando il biondo si staccò dall'abbraccio del suo bodyguard, questo notò gli occhi arrossati del ragazzo.
"Si, Travis. Se n'è andata.
Senza dirmi niente, senza salutarmi. Mi ha lasciato, esattamente nello stesso
modo in cui io ho fatto con lei. Dopo aver fatto l'amore. Ora capisco come si
sia sentita, ma non avrei mai pensato che si fosse vendicata
allo stesso modo..", iniziò, mentre delle lacrime silenziose scendevano
ancora sulle sue gote.
"Mi dispiace. Io.. io ho provato a farle cambiare
idea.. ma evidentemente non ci sono riuscito.", colpevole, Travis abbassò lo sguardo.
"Ma non è colpa tua!", lo rassicurò il biondo. "Mary è così,
quando decide qualcosa non ritorna indietro.", sorrise. "Mi fa male
il fatto che mi abbia lasciato, perchè ora io volevo
stare con lei, avrei rinunciato anche al mio sogno per lei. Ma
non mi ha dato il tempo per dirle tutto ciò che mi provoca, tutto ciò che
sento, tutto ciò che per me lei è. Sono arrivato troppo
tardi.", continuò per poi buttarsi a peso morto sul letto, a pancia
in giù.
"Quando
sono entrato qui, ho trovato questa accanto al tuo cuscino.", disse
sventolando accanto all'orecchio di Conor un foglio.
"Cos'è?", chiese.
"E' una lettera di Mary.", rispose. Conor si alzò subito a sedere, strappando dalle mani
di Travis quella lettera. Quando appoggiò i suoi occhi sulla calligrafia semplice e
ordinata della mora, chiese a Travis di lasciarlo
solo. L'uomo ubbidì, uscendo dalla stanza.
Conor,
lo so che ora mi starai odiando, ma perfavore non
farlo. Quando tu starai leggendo queste mie righe,
probabilmente io sarò già a Londra, a piangere come immagino starai facendo
anche tu. Non avrei mai voluto farti questo, non avrei mai voluto illuderti su
ciò che io sapevo di non poter continuare. Avrei dovuto dirti tutto ciò che leggerai due giorni fa, quando sono arrivata a Manchester.
Quando mi hai trovato quel giorno in camera tua in una pozza di
sangue, ero venuta per parlarti, per dirti che avrei voluto mettere fine alla
mia sofferenza. Ho deciso di venire da te, a Manchester, una settimana dopo
la mia ultima autolesione, perchè volevo
troncare. Volevo troncare per me, perchè per me la nostra
storia non era ancora finita. Volevo farti essere al
corrente di ciò che io avevo passato, di tutto ciò che ero arrivata a
fare per colpa tua. Perchè è colpa tua, si. E' colpa tua se ho iniziato a
tagliarmi, è colpa tua se ho passato tutta l'estate all'ospedale. E' colpa tua
se io ho sofferto. E quel maledetto giorno, io ero
venuta in camera tua per dirti tutte queste cose. Ma poi non ce
l'ho fatta, avevo paura, e mi sono rifugiata nel mio rito. Ho preso il
tuo rasoio e mi sono inflitta ulteriore dolore. Poi
tu, non pensando minimamente a ciò che mi provochi tuttora, sei venuto in
ospedale e mi hai baciato.
Tu non sai, tu non sai quante volte ho desiderato che
le tue labbra si posassero sulle mie ancora una volta. Tu non sai quante volte ho desiderato averti con me, solo con me. Forse sono una
stupida, perchè tu non hai pensato a tutte queste cose. Tu non sai quanto tu mi sia mancato in questi mesi, e forse io non ti sono
mancata neanche. E per questo mi sento ancora più stupida, perchè io ho
continuato ad amarti, mentre tu mi hai abbandonata per
il tuo amore più grande e vero: la musica. Tu non hai mai amato me come
ami la musica. Lei è una priorità per te, io non lo sono
mai stata. Quando in ospedale hai posato le tue morbide labbra
sulle mie, mi sono sentita rinascere, e non ho avuto la forza per respingerti. Ho voluto di più, ti ho voluto.
Volevo amarti ancora, e volevo credere che tu mi amassi ancora. Quando abbiamo fatto l'amore, ho capito che stavo
sbagliando. Ho capito che tu mi amavi, forse un pò di
meno di quanto ti amo io. Perchè io ti amo ancora, e continuerò ad amarti
sempre, anche se ti ho ferito. Ho sbagliato, e lo so. Ma
ormai c'ero troppo dentro, ed io avevo bisogno di sentirmi amata un'ultima
volta da te.
Avevo bisogno di te, Conor. Sento il bisogno di te
anche ora, tra due minuti, tra due ore, sempre. Io avrò sempre bisogno di te, e
so che non mi crederai, ma è così. Sei indispensabile per me, ma devo lasciarti andare.
Tu devi lasciarmi andare.
Io non ho voglia di soffrire ancora per te, non ho voglia che tu mi abbandoni
di nuovo. Non voglio ricaderci.
Sappi una cosa però. Io ti ammiro, perchè hai saputo
sacrificare tutto per il tuo sogno. Io non sarei mai stata capace di fare una
cosa simile. Continuerò a seguirti come ho fatto fino ad ora, ma come artista,
come persona a me sconosciuta. Mi sarà difficile, me ne rendo conto, ma ci
proverò.
Mi rendo conto che i miei pensieri sono abbastanza confusi, ma spero riuscirai
a capire lo stesso. Sei una persona meravigliosa Conor,
nonostante ciò che mi hai fatto passare. E per questo meriti
tutto il bene di questo mondo, e spero riuscirai a trovare qualcuno che
tu possa amare veramente e che possa amarti per ciò che sei realmente, e non
per ciò che sei diventato. Sarò tua per sempre, e tu sarai mio per sempre. Sei
stato il mio primo vero amore, e non ti scorderò mai. Sarai sempre importante,
ma ora è tempo di finirla. Ricordami, come un sogno.
Fa come se io non fossi mai esistita, e tutto ti sembrerà più facile.
Questa è la fine, addio. Addio angelo, mi hai stravolto la vita.
Scusa.
TI AMO CONOR, PER
SEMPRE.
-tua
Mary
Il ragazzo rilesse quella
lettera circa una dozzina di volte, per capire se veramente lei gli stava chiedendo
di lasciarla andare, di non amarla più, di ricordarla come un sogno. Lui voleva
ricordarla, ma non come un sogno. Non sarebbe stato più facile in questo modo.
Avrebbe sofferto davvero tanto, se lo sentiva.
Strinse al petto quella lettera, desiderando stringere al suo petto la sua
ragazza. Sì, perchè Mary sarebbe stata la sua ragazza, sempre. Non
avrebbe permesso a nessun altra di intrufolarsi nel
suo cuore, mai.
Era arrabbiato, deluso,
triste. La persona che amava l'aveva lasciato. Gli aveva detto che quella era
la fine, e forse lo sarebbe stata. Per sempre.
My Space:
Non mi
sembra di essere in ritardo, no?
Se lo sono scusate, ma ho avuto un po’ di problemi con mia
mamma.. sono stata in punizione per una settimana! Lo so,
sono cattiva! ;)
Comunque, volevo chiarire un punto dello scorso ‘MySpace’ (sempre se
l’avete letto!), riguardo le storie che vorrei leggere su Conor. NON ERA UN MODO PER RICEVERE PIU’RECENSIONI!
Anche perché non è avvenuto, ma solo un modo per scoprire nuove ff su di lui. Un consiglio, insomma :)
Comungi, io non ho nient’altro da dire, se non
che scrivere questo capitolo mi ha fatto un po’ deprimere.. Vabbè, io vado, chiedendovi di lasciarmi qualche recensioncina..pleasee!
Tornata a Londra, Mary
ritornò alla sua vita di sempre. Andava a scuola, cercando di non pensare alle
sue esperienze precedenti, e cercando anche di dare il massimo di se stessa
nello studio, visto gli esami che doveva affrontare alla fine dell'anno.
Cercava di svagarsi, ottenendo però scarsi risultati. Dopo le otto ore a
scuola, i suoi amici le chiedevano di uscire, ma lei rifiutava e si rintanava
in camera sua a fare i compiti o a piangere. Ma forse quel Martedì sarebbe stato diverso, solamente
grazie ad una semplice conoscenza.
Mary stava camminando velocemente con la testa china, diretta verso il suo
armadietto per posare i libri della lezione appena terminata e poter esser così
libera di andare in mensa per mangiare insieme ai suoi amici.
Ad un paio di passi dal suo armadietto, si scontrò contro una montagna che con
sua estrema sorpresa cadde, mentre lei riuscì a tenersi in equilibrio
aggrappandosi ad uno che neanche conosceva.
"Scusa!", disse rivolgendosi al
ragazzo a cui si era aggrappata per non cadere, per poi rivolgere lo sguardo
sulla montagna che stava cercando di alzarsi, senza però riuscirci. Mary gli
porse la mano, che lui naturalmente non afferrò. Dopo un paio di minuti, si ritrovò davanti un ragazzo moro, dalla pelle ambrata e dagli occhi
ipnotici.
"La prossima volta stai più attenta, ragazzina!", disse il
ragazzo con tono acido. La mora sorrise, ricordando un episodio molto simile a
quello.
"Non l'ho fatto di proposito, non guardavo dove stavo andando!",
cercò di discolparsi la ragazza.
"Beh, la prossima volta guardaci!", rispose alterato l'altro.
"Ok. Comunque io sono Mary.", la mora gli porse nuovamente la mano,
che di nuovo non venne afferrata.
"Non mi interessa il tuo nome, mi interess.."
"Davvero?", lo interrupe.
"Ok, mi chiamo Zayn, contenta?", gli rispose scocciato.
"No.", rispose convinta Mary.
"Cosa vuoi ancora? Mi hai fatto già cadere!"
"Vieni in mensa con me, per farmi perdonare ti offro la mia compagnia.. sei d'accordo?", propose la mora.
"Va bene, andiamo!", e le sorrise dolcemente, dopo averle parlato
acidamente fino a pochi secondi prima.
Mary passò tutto il
pomeriggio con Zayn, ridendo e scherzando. E per la
prima volta dopo un mese e mezzo trascorse un giorno in compagnia e senza
piangere.
Sorrise, come non faceva da tempo. Sorrise
sinceramente a tutte le battute stupide che faceva
quel ragazzo. Sorrise, perchè non aveva pensato Conor
e la loro storia. Sorrise, perchè aveva voglia di farlo.
Quella stessa sera, prima
di andare a dormire, ripescò dal cassetto del comodino il suo vecchio diario in
cui appuntava tutto ciò che accadeva giorno per giorno. Aveva cominciato a
scriverci su dal giorno in cui aveva conosciuto Conor,
e aveva smesso di scriverci quando lui le aveva detto
di non poter stare più insieme perchè avrebbe dovuto rincorrere il suo sogno.
Con un gesto poco convinto lo aprì, osservando i vari disegni e le varie
scritte che aveva fatto per decorare la pagina iniziale. Diario segreto di Mary Parker, lesse ad alta
voce. Voltò pagina, notando la sua calligrafia riempire le pagine seguenti.
Cominciò a leggere.
23
Gennaio 2012
Caro diario,
voglio cominciare ad usarti perchè oggi mi è capitata una cosa molto bella, e
non voglio assolutamente dimenticarla. Quindi, ti
userò ogni volta che avrò bisogno di tenere vivo qualcosa che voglio far
restare nella mia memoria.
Iniziamo con oggi, che è il 23 Gennaio, ed ho
incontrato un ragazzo molto carino. Si chiama Conor
ed ha 19 anni, è alto e ha i capelli biondo-rossiccio.
Ha gli occhi azzurri ed è davvero un gran cretino. Fa delle battute pessime e
devi sapere che la nostra conoscenza non è stata quella delle più serie!
Lui mi ha fatta cadere per strada ed io l'ho insultato, ma quando poi mi ha
invitata a bere qualcosa con lui, non ho potuto rifiutare. Non so cos'è, ma la
sua compagnia mi piace molto. Mi fa divertire e ridere come nessun altro!
Mi piace, ma non so come andrà a finire. So solo che domani mi ha invitata a
passare il pomeriggio con lui, e non vedo assolutamente l'ora di stare di nuovo
insieme a quel ragazzo.
Appena finì di leggere, Mary scoppiò a ridere. Rise nel vedere quanto
era stupida ed ingenua solamente un anno prima, e rise anche perchè ciò che le era successo l'anno prima con Conor,
ora si stava ripetendo con Zayn. Solo che i ruoli si erano invertiti, perchè
era stata lei ad invitare Zayn a casa sua l'indomani per fare i compiti di
chimica insieme. Sorrise, e strinse a sè quel
libricino pieno di ricordi. Non voleva ricordare per non soffrire, ma non
poteva farne a meno perchè quei ricordi erano parte
della sua vita, della sua felicità, di lei. Sorrise, e si addormentò con il suo
diario stretto fra le mani.
*
"Tu cosa pensi stia
facendo ora, Travis?", chiese il biondo.
"Credo che stia dormendo, Conor.
Sono le quattro del mattino!", rispose assonnato l'uomo.
"Giusto, scusa. Dormi pure tranquillo.", sussurròConor, rigirandosi per l'ennesima volta nel suo letto.
L'indomani sarebbero
partiti da Cardiff, e sarebbero ritornati finalmente
a Londra. Non vedeva l'ora di riabbracciare sua madre e suo padre, e non vedeva
soprattutto l'ora di poter respirare di nuovo l'aria della sua città, l'aria
che respirava la sua stessa Mary.
Era passato poco più di un mese e mezzo, e puntualmente ogni giorno pensava e
ripensava a come sarebbe potuto essere un futuro
insieme a Mary. Magari avrebbero potuto sposarsi e costruire una famiglia loro,
avrebbero potuto amarsi follemente per sempre. Ma entrambi avevano
rovinato tutto, lui per primo.
Si facevano del male a vicenda, lasciando in secondo piano l'amore che provavano l'uno per l'altro e mettendo al primo l'orgoglio. Quello stupido orgoglio che li faceva stare male, senza pensare che
li stava uccidendo.
Avrebbe tanto voluto sapere cosa faceva, cosa pensava.. Cosa stai facendo, Mary?
My
Space:
*per favore non tiratemi
nulla!* Salve,non sono
morta. SCUSATE l'enorme ritardo, ma la mia ispirazione era andata a farsi una bella passeggiata. Cioè,
sapevo cosa scrivere, ma non sapevo come scriverla. Ed è una cosa
piuttosto critica e brutta per tutti coloro che
scrivono. E' una sensazione bruttissima! :c
Vabbè, non so come sia uscito questo capitolo, ma insomma.. eccolo qua. Mi si fa male a scrivere Conor
come un depresso acuto e cronico c: , ma sarà così per
un pò. E riguardo Mary, beh, io non dico nulla. Fate voi le
vostre ipotesi. Lo Zayn di cui si è parlato e di cui si parlerà, è quello degli
One Direction, sì.
Non voglio anticiparvi nulla, perciò la smetto. Voglio solo avvisarvi e
tranquillizzarvi sul fatto che non diventerà 'Beautiful', e che non
diventerà una storia banale.
SPERO SOLO DI NON DELUDERVI,
CARE LETTRICI C:
Ora vi
lascio, e vi ringrazio tantissimo per le recensioni allo scorso capitolo.
Ringrazio anche tutte quelle persone che hanno messo la mia storia fra le
seguite/ricordate/preferite.
Grazie ragazze, non vi immaginate neanche quanto io vi
adori ♥
«I
feel the lights fade away
You always put me in this place, no
Holding on, I can't let go, here we go again
The dream is over I'm awake»
Le luci del locale in cui aveva appena finito di cantare le sue canzoni, cominciarono
a spegnersi una alla volta. Il locale divenne buio, e il ragazzo cominciò a
vagare spaventato fra i tavoli e le sedie, andando a sbattere contro tutto. Finchè non si fermò, fu un attimo.
Una luce meravigliosa illuminò la discoteca ormai vuota e buia.
Mary gli stava venendo incontro, con il suo solito adorabile
sorriso stampato in volto.
"Mary!", disse meravigliato e stupefatto. La ragazza gli posò
l'indice sulle labbra, segno che doveva starsene zitto. Il biondo si sentì poi
prendere la mano, e in un attimo furono nel loro posto. Quel
posto che aveva segnato i momenti più belli della loro storia. Quel
posto che racchiuderà sempre loro, Mary e Conor.
Nel momento in cui il ragazzo schiuse le sue labbra per parlare, quelle della
ragazza si posarono sulle sue. Cercava di resistere, senza riuscirci. Non
voleva e non poteva lasciarla di nuovo andare, non ora che l'aveva di nuovo fra
le sue braccia. Mentre le labbra del biondo si
muovevano con quelle della ragazza, Conor ricordò di
tutte le volte che Mary l'aveva condotto lì solo perchè era arrabbiata e voleva
sfogarsi; ricordò di tutte le volte che avevano discusso, e lui poteva senza
dubbio trovarla lì a piangere. In un modo o nell'altro, la mora l'aveva sempre
condotto lì.
Non voleva fosse tutto un sogno. Non lo era, perchè
era sveglio. Ma sembrava tutto una cosa troppo surreale.
«Dizzy,
I can’t take it, can we make it stop now?
Mary, Mary go around
Why you playing me, turn me upside down.
Mary, let me hit the ground, get me off of here
While you go round and round and round.»
Avrebbe potuto fermare quel
sogno adesso? Avrebbe tanto voluto interrompere tutto quel dolore. Perchè non
riusciva a dire basta come aveva fatto la sua Mary? Avrebbe voluto riuscirci, solo per non soffrire più.
"Vai via, Mary! Vai via!", riuscì finalmente
a dire. Per la seconda volta.
Lentamente, la figura della ragazza cominciò ad allontanarsi. Era triste, ma
non voleva che continuasse a giocare con lui. L'aveva fatto sin troppo, e sarebbe stato meglio farlo sbattere a terra, piuttosto che
illuderlo.
«Will
this circle ever end?»
Ma sarebbe mai finito questo circolo, avrebbero mai
smesso di farsi del male? Probabilmente no, perchè era
proprio quello a legarli profondamente: il dolore.
Magari sarebbe riniziato tutto, magari con altre
persone. Magari avrebbero trovato entrambi la persona da non far soffrire.
Magari sarebbe stato meglio cominciare a dimenticare, e di metterci una pietra
sopra, fermando questo cerchio doloroso.
«Go
play with someone else
I’m getting off this ride right now
Someday your gonna want me back,
but I won't come back no.»
Nel momento preciso in cui
il biondo aveva pronunciato quelle parole, aveva messo la parola 'fine'
a quel gioco maledettamente inutile. Ora era stato lui ad avere il coraggio per
troncare ancora una volta, e se un giorno Mary sarebbe ritornata indietro
chiedendogli perdono, l'avrebbe rimandata via.
"Mary go round!"
Di soprassalto, Conor si svegliò nel suo letto, tutto sudato e pieno di angoscia, con la sua canzone 'Mary Go Round' in testa. Forse quella canzone era stata scritta
per lui proprio in previsione di ciò che sarebbe successo nella sua vita. Ma la cosa che lo faceva stare più male era che tutto ciò
che aveva pensato, detto e fatto, erano solo un sogno! Uno stupidissimo
e maledettissimo sogno!
Si alzò e si diresse verso il bagno, pronto a farsi una doccia fredda per
schiarirsi le idee. E subito gli venne in mente un qualcosa
che era del tutto in contrasto con il sogno che aveva appena fatto.
*
Era ormai un mese che Mary
conosceva Zayn, e frequentandosi con molta costanza, erano diventati grandi
amici.. forse qualcosa in più di semplici amici.
Quella sera era uscita con lui. Erano andati al cinema e poi avevano preso un hot-dog dai venditori ambulanti. Lui l'aveva appena
accompagnata a casa, ed ora si trovavano sull'uscio della porta d'entrata.
"Allora, ti sei
divertita?", chiese sorridendo il moro, prendendo leggermente la mano a
Mary.
"Si, mi sono divertita davvero tanto!", rispose lei stringendo più
forte la mano del ragazzo. Zayn la guardò dritta negli occhi, e con quei suoi
occhi profondi, pareva le varcassero l'anima. Lei
sorrise, e lui ricambiò.
"Se faccio una cosa, mi prometti che non ti arrabbierai?", disse
serio.
"Te lo prometto.", la mora gli fece un cenno d'approvazione col capo,
e lui cominciò ad avvicinarsi lentamente. Mary restò ferma,
completamente immobile.
Zayn sfiorò le sue labbra, dapprima molto leggermente, per poi avventarsi
letteralmente dopo aver ricevuto il consenso della mora.
Mary portò le sue braccia dietro il suo collo, e lui la strinse per i fianchi
avvicinandola a sè. La mora si fece trasportare dalle
labbra del moro, e le piacque fino a che non si immaginò
di baciare Conor.
Si staccò bruscamente, facendo restare Zayn allibito.
"Scusa, mi dispiace.
Non sono ancora pronta.", disse entrando in casa,
lasciando il moro sul portico come uno scemo. Chiuse il portone con forza, per
poi appoggiarcisi e scivolare giù fino a terra, piangendo. Era
una stupida, perchè non riusciva a non pensare a lui. Una vibrazione la
scostò dai suoi pensieri, ed appena lesse il nome di Zayn accanto al cuoricino,
sorrise inconsapevolmente.
'Tranquilla, non è successo niente. Forse sono stato io che ho
corso un pòtroppo'
Lesse ad alta voce. Sorrise
lievemente e rispose al messaggio.
'Sono io il problema, stai tranquillo! :) A domani, xx'
'Buonanotte Mary, un bacio.'
La ragazza, dopo pochi
minuti, si alzò da terra e si diresse verso la sua stanza, pronta per il suo
rito quotidiano. Doveva leggere il suo diario.
16 Febbraio 2012
Caro diario,
oggi Conor mi ha baciata. Dopo tre settimane
che siamo usciti praticamente tutti i giorni, mi ha
finalmente baciata. Non vedevo l'ora! E' stata una cosa magnifica, mi sembrava
di stare sopra alle nuvole mentre le nostre labbra erano premute l'une contro le altre, e il mio stomaco stava ballando la
samba. Le labbra di Conor sono morbidissime, e bacia
divinamente bene. In effetti, non ho baciato altri ragazzi per fare un
confronto, ma resta il fatto che lui è un ragazzo
fantastico. Mi fa sentire come se fossi la sua principessa, la sua ragione di
vita. Forse è troppo presto per dire una cosa del genere, ma credo di essermi
innamorata di lui. Se innamorarsi significa pensare costantemente ed
incondizionatamente ad una persona, se significa sentirsi talmente bene accanto
a lei che non vorresti mai allontanarti da lei.. beh,
si, posso confermarlo. Sono innamorata di Conor.
Oddio, rileggendo sembro una cretina, ma se fa parte del gioco, ci sto! Ahahaha, è meglio se io vada a dormire.. domani mi aspetta una bellissima giornata insieme al mio
caro Conor!
Lesse il tutto ad alta voce,
come ogni singola sera. Riguardo ad alcune parti di ciò che aveva scritto un
anno prima, c'era da controbattere. Ora che aveva baciato Zayn - sorrise al
pensiero - poteva affermare che non solo Conor
baciava divinamente, ma anche Zayn non era da meno. Le era
piaciuto quel bacio improvviso, si era sentita di nuovo importante. Ma aveva promesso, e le promesse non si rompono. E'
reato.
My Space:
BUONA PASQUA! ♥
Salve,
care mie belle lettrici.. come va?
Scusate il ritardo - come sempre - ma non mi rendo mai conto di quanto tempo passi
da ogni aggiornamento.
Sono un pò fuori, sì. E la
settimana che è appena finita, è stata veramente triste. Ma lasciamo perdere il mio esaurimento, e parliamo del
capitolo. C:
Mi piace
molto scrivere di Mary con Zayn, anche se preferirei scrivere di Mary con Conor, tanto per non far essere così drammatica la storia.. ma è così, mi disp! ;D
Ma voi,
cosa ne pensate di come si stia volgendo questa specie
di storia? Vi piace ancora leggerla?
Se avete
qualcosa da criticare, fatelo (non mi offendo).
Accetto tutto ;)
Ahahahah, divento pesante, vero?
Ringrazio
tutte le persone che hanno recensito tutti i capitoli fino ad ora, e che
continueranno a farlo; ringrazio tutte le persone che hanno messo 'Mary
Go Round' fra le preferite/seguite/ricordate
e tutte quelle che leggono e basta.
Siete tutte importanti ♥
Vi adoro, un bacione.
Marialuisa♥
P.S.
Ricordo che, affinchè le recensioni vengano pubblicate, bisogna scrivere almeno 10 parole.
Grazie comunque anche per i commenti brevi che ho
ricevuto :)
"Ehi, dove
scappi?", disse il moro, prendendo la ragazza per i fianchi ed attirandola
a sè. Si trovavano a casa di Mary, come ormai
succedeva da tre settimane circa, dopo che lui l'aveva baciata per la prima
volta.
"Vado giù a preparare la merenda, non ti va?", rispose
Mary lasciando un leggero bacio sulle labbra del ragazzo.
"No, non voglio la merenda. Voglio un'altra cosa.", rispose
convinto.
"Cosa?", chiese la mora a mezzo centimetro dalle labbra di Zayn.
"Cinque lettere..", continuò.
"Non capisco, Zayn. Vuoi che ti dica 'CIAO'? Sono cinque lettere.",
rispose la mora, capendo però le intenzioni del ragazzo.
"Inanzitutto, 'CIAO'
sono quattro lettere, ma lasciamo perdere. E' una cosa molto più importante!"
"Non te le dirò mai, non posso.", disse Mary, ricordandosi della sua
promessa.
"Perchè? Io ti amo, Mary. E so che mi ami anche tu, perciò perchè non puoi
dirmelo?", Zayn alzò di un tono la voce, e ciò fece spaventare Mary.
"Ho promesso..ho promesso che non avrei detto più le parole 'ti amo' a nessun altro ragazzo che non fosse stato Conor. Non posso, mi dispiace.", cominciò a piangere,
e si vergognò di tutto.
"Sai che non puoi, vero? Sai che non potrai essere legata in eterno a quel
ragazzo? Sai che puoi anche riuscire ad amare qualcun altro che non sia
lui?", il moro era arrabbiato, la ragazza l'aveva notato dalla sua
mascella contratta.
"Zayn, da quando ti ho conosciuto sto davvero molto meglio. Non penso più
a Conor come prima, e non mi viene più la voglia di autolesionarmi. Tu mi hai salvato, sei la mia salvezza. Ho rincominciato a vivere
grazie a te, ma non posso amarti come vorrei. Non posso.",
disse Mary tra le lacrime, ancora stretta fra le braccia del ragazzo.
"Puoi farcela, invece. Insieme ce la faremo, perchè nulla può fermarci se siamo insieme.", il moro la strinse
ancora a sè, coccolandola fra le braccia.
"Ti amo, Zayn!", disse la mora con un sorriso stampato in volto.
"Ti amo anche io, Mary!", e si baciarono. Si baciarono fino a fare
l'amore. Dolcemente Zayn la fece sentire a suo agio, e l'amò
profondamente.
Si addormentarono abbracciati, dopo essersi dati la buonanotte. La migliore che Zayn avesse mai ricevuto.
*
"Mammaa!
Dove sono i miei pantaloni rossi?", urlò il biondo
dalla sua camera. Gli era mancata casa sua, la sua camera e la sua città. Gli
era mancata la sua vecchia vita, peccato che non ne facesse più parte la
ragazza che amava.
"Tesoro! Vuoi i pantaloni rossi che portavi nel video di 'Vegas Girl'?", chiese sua madre frettolosamente.
"No, non quelli.", rispose seccato.
"Ah, quelli con lo stampo a cuore sul sedere?", chiese di nuovo la
donna.
"Lascia perdere, farò a meno di mettere i miei adorati calzoni
rossi.", sbuffò annoiato. Decise di uscire a fare una passeggiata, senza
sapere che avrebbe avuto un incontro poco piacevole.
Uscì di casa, avviandosi verso Green Park. Una volta
arrivato, si sedette su una panchina, ricordando quando Mary aveva
scritto su una di quelle panchine i loro nomi, riservandola al loro amore.
Preso dalla curiosità di vedere se dopo un anno i loro nomi erano ancora
visibili, si recò nel luogo della panchina.
Quasi arrivato, vide una coppia seduta sulla loro panchina, e osservandoli
sorrise intenerito. Fino a che non riconobbe la ragazza.
Mary era con un altro
ragazzo sulla loro panchina.
Mary era con un ragazzo che non era lui.
Mary stava amando qualcun altro.
Mary l'aveva già dimenticato.
Il biondo sentì delle
lacrime scendere lungo la guancia, ma subitò le
asciugò. Corse via, corse veloce lontano da colei che
lo faceva solo soffrire, corse via da tutto.
Si rintanò in camera sua, a piangere come una femminuccia. Non pensava di poter
stare così male per una ragazza, per Mary. Gli faceva male al cuore sapere che
l'amore della sua vita l'aveva già rimosso, aveva già smesso d'amarlo. E forse non l'aveva mai amato
davvero.
*
'Just promise meyouwon't
forget. Promise that you never ever
forget me.'
Mary, tornata a casa da una
lunga giornata piena di impegni a scuola, trovò questo
biglietto accanto ad un mazzo di rose rosse. Sapeva chi l'aveva mandate, e le
faceva piacere ricevere qualcosa da Conor. Le mancava
terribilmente, anche se ora stava con Zayn. Non lo avrebbe mai dimenticato, l'aveva già promesso.
Mise le rose su un bel vaso, e le poggiò in camera sua, in modo da poter
inebriare con il loro profumo tutta la stanza.
Dalla confezione, cadde anche una busta più grande della precedente.
Probabilmente era una lettera.
” Mi fa
male vederti ridere, mi fa male sapere che non ne sono io la causa. Non sono
più io la causa del tuo sorriso, del tuo star bene. Mi fa male sapere che
qualcun altro sappia renderti felice, ma alla fine è
colpa mia. Sono stato io a lasciarti andare via. Ora vorrei che tu fossi qui
accanto a me, ma so che se ti avrei qui ti manderei
via, perchè mi stai facendo soffrire. Non vorrei che ci fosse lui al mio posto,
e forse sono solo geloso. Ed
è plausibile. Lui ti dice che ti ama, ma può amarti quanto ti amo io? Forse ti
rende felice sentirtelo dire, ma so che a te non basta. Forse ci hai già fatto
l'amore, ma so che a te non basta. E' semplicemente perchè non lo ami abbastanza, non
quanto me.
Vorrei solo farti sapere che se lo lascerai andare, il
mio cuore sarà aperto per te. Ti appartiene. Il mio cuore appartiene a te, e il
tuo cuore appartiene a me.
Forse sono solo troppo geloso, ma nel caso in cui ricommeta
il mio stesso errore, senza capire ciò che si sta perdendo, promettimi
che non ti scorderai di me. Non farlo, perfavore.
-ti amerò sempre, Conor.“
Lesse ad alta voce il
tutto, senza curarsi che qualcuno la stava ascoltando.
"Mamma!", saltò non appena la vide.
"Tesoro, come stai?", chiese premurosa Lily.
"Bene, sto bene.", rispose fredda la ragazza.
"Sai, ieri pomeriggio ho visto di sfuggita Conor
che correva piangendo.", disse.
"Sai da dove veniva?", chiese Mary, improvvisamente allarmata.
"Da Green Park mi sembra, perchè?", Lily corrugò le
sopracciglia, senza capirci nulla.
"Porca merda!", sbottò.
"Mary!", la riprese sua madre.
"Scusa, è che ieri io e Zayn eravamo lì, sulla panchina mia e di Conor. E molto probabilmente ci ha
visti. Ecco perchè tutto questo.", si girò intorno, osservando per
l'ennesima volta quelle rose che avevano un qualcosa di molto speciale.
"Non te ne devi curare, Mary. Ora tu stai con
Zayn, e solo quello conta.", cominciò la signora.
"E tutto quello che abbiamo passato, che ho passato..non
conta? Non hai sentito tutto ciò che ha scritto qua sopra?", urlò la mora.
"Tu lo ami ancora?", chiese Lily,
aspettandosi in cuor suo una risposta negativa, ma tutto quello che ricevette
fu la visione della figlia che fuggì velocemente dalla casa, sbattendo con
violenza il portone. E fu così che capì.
Mary si incamminò
a passo svelto verso la casa del biondo, con ancora la lettera in mano. Bussò al campanello da casa Maynard, ed
una delle domestiche le aprì.
"Conor è in casa?", chiese con il fiatone.
"No, mi dispiace. Se n'è andato.", e per l'ennesima volta vide
una porta che le si sbatteva in faccia. Ritornò a casa
sua, e ripose la lettera del biondo nel suo diario segreto, lontano dagli occhi
di Zayn.
Lei sapeva di amare ancora Conor, ma la vita
continua e non avrebbe potuto andare sempre dietro a qualcuno che non faceva
per lei. Lo amava e lo sapeva.
Le bastava questo.
My Space:
Ehii, bellezemieee
♥ come state?
Come vedete, sto aggiornando prestissimissimo!
No, non è un miraggio tranquille! :D ahahahahahahah, ho voglia di ridere
stasera!
Sapete perché? Perché mi sono resa conto che il
capitolo scorso – tralasciando la parte di Mary – faceva davvero
schifo. SCUSATEMI!
Non ne ero convinta neanche io, ma non sapevo come
migliorarlo :(
Comunque, questo capitolo mi piace molto, e spero di
‘recuperare/riparare’ con questo all’altro! :)
Ho
sonno, e vi lascio.. perciò vado!
Però, una cosa, ce la facciamo ad arrivare a 4 recensioni a questo capitolo?Dai, fatemi contenta! Non aggiorno se non ho le 4
recensioni! Voglio essere cattiva!
Scappare.
Tutto ciò che sapeva fare, era scappare. Scappare dal bene, scappare dal male.
Sempre e solo scappare. Ma non c'era mai via d'uscita.
Ogni uomo, davanti a delle difficoltà, si tirava indietro. E
lui aveva fatto lo stesso.
Non sapeva affrontare, come la stagrande maggioranza
delle persone, le difficoltà e gli ostacoli che gli si presentavano davanti. Ma poi c'era sempre qualcuno a fare la differenza.
C'erano quegli uomini che facevano delle difficoltà e degli ostacoli la loro
forza. Grazie alle difficili scelte si rafforzavano, e ne uscivano più forti di
prima.
Ma lui no. Lui non ci era riuscito e forse non ci
sarebbe riuscito mai.
Continuava a scappare, sempre.
Da piccolo quando sua madre lo sgridava, scappava.
Tutte le volte che Travis lo rimproverava, facendogli
un pò come da padre, scappava. Scappava
continuamente, anche la volta più difficile.
All'arrivo del successo, alla realizzazione del suo
sogno più grande, davanti ad un ostacolo era scappato. Aveva imposto al suo
cuore di non amare più l'unica persona che avrebbe mai amato sul serio. E a distanza di un anno da quando aveva visto per
l'ultima volta Mary, seduta con un altro ragazzo sulla loro panchina, si
riteneva ancora uno sciocco ad averla lasciata andare una seconda volta.
Avrebbe potuto tenersela, aggiustando tutto, ma era scappato
di nuovo.
In quell'anno, non aveva permesso a nessun'altra di
intrufolarsi nel suo cuore, perchè lui l'amava ancora, e l'avrebbe
fatto per sempre. Le era rimasto fedele, e avrebbe
continuato a farlo sino alla fine dei suoi giorni.
"Ehi!", una mano
gli si posò sulla spalla, e subitòsi
voltò.
"Travis, è nata?", chiese entusiasta.
"Si, sono felicissimo!", rispose con le lacrime agli occhi, e il
biondo l'abbracciò forte.
"Andiamo, voglio vedere la mia piccola sorellina!", sorrise Conor.
"Non è tua sorella!", disse serio l'uomo.
"E' come se lo fosse, perchè tu e Rose ormai siete la mia famiglia. Mi
dispiace, papà!", e cominciò a correre verso l'entrata della clinica,
vedendo che Travis si stava infuriando perchè l'aveva appena chiamato papà. Gli dava fastidio.
Il biondo, cautamente,
prese la piccola non appena entrò nella stanza di Rose.
"Sei nata finalmente, Mary. Sei bellissima.", e le diede
un piccolo e dolce bacio sulla fronte. Era davvero felice, aveva aspettato nove
mesi per vederla, e ora che ce l'aveva tra le braccia
non ci credeva. Quella bambina era la sua salvezza, perchè
gli aveva donato un pò della sua antica
felicità.
Non riusciva ad immaginare come potesse essere avere un figlio suo, di quanta
gioia avrebbe potuto scaturirgli, visto l'immensità di
quella che gli aveva donato quella che sarebbe stata per lui sua sorella.
Diede la piccina a Rose, e si avviò nel luogo dove avrebbe tenuto il concerto.
Sapeva che Mary sarebbe nata prima delle dieci di sera, e sapeva che quel
concerto sarebbe stato il migliore, perchè era davvero, di nuovo, felice.
*
16
Giugno 2012
Caro diario,
oggi Conor mi ha lasciata. Mi ha lasciata
con un biglietto con su scritto: "Scusa, ma non posso stare insieme a
te se voglio inseguire il mio sogno. Addio". Avevamo appena fatto
l'amore, ed ha aspettato che io mi addormentassi per
andarsene. Mi sono sentita umiliata, usata. Non ha avuto
nemmeno il coraggio di dirmelo di persona, l'ho dovuto sapere da sua
madre! Inutile dire che ho pianto - e sto ancora piangendo - come una fontana,
ma tanto con le lacrime non si risolve nulla. Ho un vuoto dentro, che non riesco a colmare. Lui era il mio mondo, tutto ciò che mi
serviva per vivere. Era il mio ossigeno, la mia aria. Era lui che mi faceva
restare con i piedi a terra, e non più la forza di gravità. Era lui il mio
animo, il mio cuore. Lui era mio amico, mio fidanzato. Lui era il mio tutto. Lo
amavo, ed anche se ora lo odio, non posso fare a meno di amarlo comunque. Mi ha distrutto il cuore, l'ha
spezzettato. Non ho più niente, se non ho lui. Io non sono più nessuno senza di
lui.
"Amore!", una
voce assalì di colpo la mora.
"Zayn!", disse spalancando gli occhi. L'aveva sorpresa a
leggere il suo diario. Da un paio di giorni aveva ripreso a leggerlo, dopo un
anno, da quando l'ennesima volta aveva ricevuto una porta chiusa in faccia.
"Cosa stai facendo?", chiese curioso. Ma non
con una curiosità benevola, bensì come se fosse arabbiato.
"Ehm..niente. Leggevo.", rispose cauta.
"Questo lo vedo. E' quello che stai leggendo che mi preoccupa!", il
moro le si avvicinò rapidamente, sfilandole il diario
dalle mani.
Il ragazzo sfogliò varie pagine, catturando con lo sguardo solamente un unico
nome. Conor.
In preda all'ira,
scaraventò il diario a terra, sotto lo sguardo spaventato di Mary. Le si avvicinò, e la ragazza ebbe paura.
"Perchè Mary, perchè?", urlò il moro.
"Zayn, calmati.", rispose la mora, mettendo le mani avanti in modo da
non far avvicinare ulteriormente il ragazzo. Aveva paura.
"Perchè non mi ami? Perchè continui a pensare a lui, mentre stai
con me?", continuò ad urlare il moro, con le lacrime che fuoriuscivano dai
suoi meravigliosi occhi.
"Io ti amo, Zayn. E non penso a Conor, cerco solo di non dimenticarlo.", abbassò lo
sguardo. Il ragazzo, però, la prese per le spalle inchiodando i suoi occhi in
quelli nocciola della ragazza.
"Cercare di non dimenticarlo equivale a non amare me, lo capisci?"
"Zayn..io..", cercò di dire la ragazza, che però venne
interrotta dalle parole di ghiaccio del moro.
"Non posso soffrire per te, non voglio. Esci dalla mia
vita, Mary.", Zayn lasciò andare Mary, uscendo dalla sua camera
ancora in lacrime.
Mary si stava sentendo di
nuovo come quando Conor l'aveva lasciata, vuota.
Si avvicinò alla finestra della sua stanza, osservando il moro che si stava incamminado verso casa sua. Si voltò, ma subito dopo sentì
un urlo. Un urlo che era rivolto a lei.
Si affacciò di nuovo alla finestra, e vide Zayn inginocchiato che urlava. "Dammi il tuo amore, Mary. Dammelo!" E piangeva.
La ragazza si sentiva in colpa, ma forse era meglio così.
Lei non meritava di essere amata, non meritava amore.
My Space:
Ciaooooooooooooooooo ♥
It’s not a mirage, no! :D
HAHAHAHAHAHAH!
No, ok.. oggi sono stata male e allora ho scritto il
capitolo, ecco il perchè di questo aggiornamento così anticipato. Non avevo previsto di aggiornare così presto, anche perché, mie care
ragazze, la storia sta quasi per finire.
Lo so, finalmente non mi avrete più fra i piedi, ma purtroppo è così! :)
Sto cercando di allungare il più possibile la storia, infatti
questo capitolo non sarebbe dovuto comparire, ma più di questo non posso e non
riesco a fare. Spero solo che la storia continui a piacervi,
e che il finale che ho pensato vada a genio a tutte. :)
Come avete potuto notare, è passato già un anno dal capitolo
scorso (non me pare veroo, ahahahah!), e da qui in poi il tempo volerà,
LETTERALMENTE!
Ok, ho spoilerato un po’ troppo, eh?
Comunque, sto già lavorando al prossimo capitolo, e quindi niente.. volevo
avvisarvi che forse entro la settimana o all’inizio della prossima
– non so- forse posterò il nuovo capitolo. Almeno vi preparate
all’idea! C:
Vabbè, ringrazio come sempre chi segue/preferisce/ricorda questa
storia, e chi la recensisce ogni volta. Grazie!
Si svegliò nel bel mezzo
della notte, e si accorse che stava piangendo.
Si faceva schifo. Due ragazzi stavano soffrendo a causa sua, e forse era meglio
farla finita.
Perchè esisteva, se la sua esistenza provocava solamente dolore?
Un ricordo di lei immersa nel sangue la invase, e
subito si alzò dal letto.
Si diresse verso il bagno, e una lametta scintillante catturò il suo sguardo.
Era come se la stesse aspettando da giorni, mesi,
anni.
Le era mancato infliggersi dolore. Le era mancato
perchè non riusciva più a rendersi conto del dolore che lei provocava agli
altri.
Quello era il suo rito, e le era mancato.
Cominciò a tagliare. Uno, due, tre tagli. Non le
bastava ancora. Un quarto, un quinto, ed ancora. Piangeva, e poi smise. Il
dolore era diventato insopportabile, si era fatta più
male del dovuto. Osservava le sue mani sporche di sangue, e la lama che aveva
usato. Cominciò a singhiozzare, per poi lasciarsi in un pianto isterico.
Dopo pochi minuti, la porta della sua stanza si aprì di scatto, e ne entrò una Lily sconvolta. Mary la guardò, e cercò di
chiedergli scusa con solo l'uso dello sguardo.
La donna si accovacciò accanto alla sua bambina, togliendole di mano la lama, e
la buttò via. Le lavò i bracci e glieli disinfettò. Non parlò,
perchè non sapeva cosa fare o dire. Non sapeva se sgridarla, oppure
capirla.
No. Capirla no. C'erano tanti altri modi per sfogare il dolore, ma lei aveva
scelto quello peggiore. Quando la ragazza si calmò,
abbracciò di slancio la madre. Era grata del suo silenzio, perchè con quel silenzio aveva
capito una cosa importante.
"Devo fare una
cosa.", disse con gli occhi rivolti verso il vuoto. Prese la giacca, e non
curandosi di essere in pigiama, si avviò verso il portone.
"Mary, sono le cinque del mattino!", urlò sua madre.
"Ora, o mai più.", e detto ciò uscì di casa, cominciando a correre
verso colui che l'aveva salvata.
Bussò
insistentemente alla porta, finchè un ragazzo moro, bello e meraviglioso, non
le aprì. La vide, e richiuse
con un tonfo la porta.
La ragazza rimase allibita, e restò immobile davanti a quella porta per dieci
minuti buoni. Ma non si sarebbe arresa.
Aspettò un altro paio di minuti, poi si rialzò e si mise con il volto rivolto
verso il legno della porta.
"Zayn, anche se magari
non mi senti, perchè non sei dietro la porta come mi aspetto, voglio dirti ciò
che provo. E' una settimana che non stiamo più insieme, e questo non mi sta
bene. Io ti amo, e mi manchi. Cavolo
se mi manchi, Zayn. Mi sento vuota se non ti ho vicino, e.."
Improvvisamente la porta si
spalancò, e così la mora potè vedere il ragazzo con il viso rigato dalle
lacrime, davanti a lei.
"..spero riuscirai a perdonarmi.", terminò
lei, prima che il moro la prendesse per un braccio, attirandola verso di sè.
L'abbracciò forte, come non aveva mai fatto, e poi, guadandola negli occhi, la
baciò. La baciò, pretendendo violentemente quel bacio, come se fosse una cosa
essenziale per lui. Quando si staccarono, si
guardarono negli occhi, e la prima a parlare fu proprio Mary.
"Ti sto dando il mio amore, voglio dartelo. Come tu hai fatto con
me.", sorrise, e lui la baciò nuovamente,
portandola in camera da letto.
Lì fecero l'amore, si amarono.
Zayn era felice, non avrebbe potuto chiedere niente di
meglio se non riavere la propria donna. Anche Mary era
felice, ma sentiva che qualcosa mancava. Ciò che c'era prima, ora non c'era più.
5 mesi dopo
Mary stava
camminando per le vie di Londra, o per meglio dire, stava correndo.
Quel giorno era importante. Lei e Zayn compivano un
anno e mezzo di fidanzamento, e per il moro era importante ricordare tutto.
Stava ancora cercando un regalo adeguato, senza però riuscirci. Entrò
nell'ennesimo negozio, e finalmente ne uscì vincente. Aveva comperato
il regalo per il suo ragazzo.
Tutta quella situazione, tutto quel ricordare, però, le faceva venire la
nausea.
Nei cinque mesi posteriori alla sua riappacificazione con Zayn, aveva sentito
sempre e costantemente una mancanza.
Il problema è che non riusciva affatto a capire cosa fosse ciò che mancava.
Prima di andare a casa, aveva ancora una cosa da fare. Una cosa che per lei era
ormai diventata quotidianità.
Il moro era seduto sul
letto della sua ragazza. Era arrivato di qualche ora in anticipo solo per poter
stare un pò di più con la sua piccola Mary, ma lei non c'era e quindi, con il
consenso di Lily, si era rintanato nella stanza della mora.
Si sdraiò sul letto, inalando il loro profumo. Il loro
profumo di quando facevano l'amore, il profumo del loro sentimento.
Dopo poco si tirò su a sedere, ed un cassetto per metà aperto catturò
l'attenzione del suo sguardo. Non avrebbe voluto frugare fra le cose personali
di Mary, ma la tentazione era molto forte.
Si decise ad aprire il cassetto, trovandoci dentro un piccolo diario. Lo prese,
e sfogliò la prima pagina.
Diario segreto di
Mary Parker, lesse.
Sfogliò ancora, e vi ci trovò una lettera scritta a mano. Non era la scrittura di Mary, altrimenti l'avrebbe riconosciuta.
Mi fa male
vederti ridere, mi fa male sapere che non ne sono io la causa. Non sono più io
la causa del tuo sorriso, del tuo star bene. Mi fa male sapere che qualcun
altro sappia renderti felice, ma alla fine è colpa
mia. Sono stato io a lasciarti andare via. Ora vorrei che tu fossi qui accanto
a me, ma so che se ti avrei qui ti manderei via,
perchè mi stai facendo soffrire. Non vorrei che ci fosse lui al mio posto, e
forse sono solo geloso. Ed è
plausibile. Lui ti dice che ti ama, ma può amarti quanto ti amo io? Forse ti
rende felice sentirtelo dire, ma so che a te non basta. Forse ci hai già fatto
l'amore, ma so che a te non basta. E' semplicemente perchè non lo ami abbastanza, non
quanto me.
Vorrei solo farti sapere che se lo lascerai andare, il
mio cuore sarà aperto per te. Ti appartiene. Il mio cuore appartiene a te, e il
tuo cuore appartiene a me.
Forse sono solo troppo geloso, ma nel caso in cui lui ricommetta il mio stesso
errore, senza capire ciò che si sta perdendo, promettimi che non ti scorderai
di me. Non farlo, perfavore.
-ti amerò sempre,
Conor.
E fu quel nome, quel nome a mandarlo in bestia. Fu
quel nome a spingerlo ad andare avanti nella lettura di quel diario ridicolo.
Sfogliò ancora e ancora, leggendo tutto ciò che la sua Mary aveva provato,
tutto ciò che aveva sofferto e tutto ciò che quel ragazzo era stato per lei. Ma la cosa che gli fece ancora più male rispetto a
tutto, fu l'ultima pagina del diario. Mary l'aveva scritta
tre giorni prima, e lui non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere
proprio dalla sua donna.
20
Luglio 2014
Caro diario,
sono ormai due anni che non scrivo più niente. Ma ora credo
che sia arrivato di nuovo il momento di ricominciare a farlo. Ormai è un
anno e mezzo che sto con Zayn, e tutto all'inizio era
fantastico, ma poi è come cambiato tutto.
Mi piaceva stare con lui, perchè mi ricordava
tremendamente Conor. L'ho voluto accanto a me, e lui c'è
rimasto. Non si è accorto di nulla. Mi sono imposta d'amarlo, e forse per il
primo anno è stato davvero così. L'ho amato profondamente, cercando di non
pensare a Conor. E ci ero quasi riuscita. Ci ero riuscita, fino a che non mi ha lasciata per la prima
volta per colpa del biondo.
Avevo cominciato di nuovo a tagliarmi, ma poi sono andata
da lui dicendogli che lo amavo. Non era vero, avevo solamente bisogno di
qualcuno che mi aiutasse a non pensare al mio unico e
vero amore. Avevo bisogno di pensare di amare
qualcuno, quando l'unico che amavo era esclusivamente Conor. Mi dispiace per
tutto ciò che causerò e che ho causato. Avrei potuto benissimo
restare con Conor, quella volta che sono andata a Manchester da lui. Avrei
potuto perdonarlo, e non farlo soffrire. Avrei potuto amarlo liberamente. Avremmo
potuto amarci incondizionatamente.
Credo che nei prossimi giorni, quando ne sarò pronta, lascerò Zayn. Ora ho
finalmente capito ciò che manca, il fatto è che io non lo amo.
Io non lo amo più, e non posso continuare a fingere.
Ormai le lacrime scendevano
copiose sulle guance del moro. Non poteva credere che la donna che amava,
quella stessa ragazza minuta e fragile, potesse
ridurlo così. Non ci credeva, non era vero che Mary non l'amava più. Non poteva
essere possibile, per il solo e semplice fatto che solo due ore prima gli aveva
detto: "Ti amo". Non era vero, non era vero.
Non poteva.
Improvvisamente, la porta
della camera di Mary si aprì, facendo apparire una ragazza diciannovenne
bellissima. Gli sorrideva, fino a che non vide ciò che teneva in mano.
"Cosa ci fai con quello in mano?", gli chiese allarmata.
"L'ho letto, Mary. L'ho letto. E non posso
crederci!", arrabbiato, Zayn scaraventò il diario a terra, cacciando un
urlo disumano.
"Mi dispiace, Zayn. Io non posso amarti, non ti amo.",
disse senza rimpianti la mora.
"Allora credo che questa sia la fine.",
disse atono il moro, alzandosi dal letto e parandosi delicatamente davanti a
Mary.
"Credo di sì.", disse la mora, convinta di ciò che stava facendo.
Sentendo ciò che avrebbe preferito non sentire affatto, il moro abbassò lo
sguardo e oltrepassò la mora. Era arrabbiato, deluso, ferito. Ma non diede sfogo a niente di ciò, in quel momento voleva
solamente piangere. E se ne andò.
La mora, dal canto suo, non
era felice di ciò che aveva fatto, ma era ciò che era giusto fare. Si accasciò
a terra, in mezzo alla stanza, e cominciò a piangere silenziosamente.
My Space:
Ciao
bellezze mieeee! ♥
Come state?
Come avete appena finito di leggere ( ripeto sempre questa frase, sono
ripetitiva! O.o ) , Mary e Zayn si sono lasciati!
*esulta*
No, no.. scherzo! :)
La coppia Mary/Zayn mi piaceva, ma ovviamente la mia mente perversa non è stata
programmata per scrivere di loro due. [Non c’ho
capito niente manco io, tranqui!]
Comunque, questo non vuol dire che Mary e Conor ritorneranno insieme, insomma..
non sono così scontata! :)
Per sapere dovrete continuare a seguire la storia!
Ahahahahah,
vi comunico ufficialmente che questo è uno degli ultimi capitoli. Come ho già detto nello scorso ‘My Space’, sto
cercando di allungare di un po’ la storia. Ci sto provando, e credo che
ci riuscirò!
*yeah* Ce l’ho con gli asterischi stasera, ahahah!
Oooooocchei, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, anche perché
ci ho messo 2 giorni per scriverlo. Mi ci sono impegnata, e spero che mi sia
riuscito al meglio.
Oltretutto, il capitolo si chiama ‘PAROLE DI GHIACCIO’,
però non so se la traduzione in inglese è giusta. Boh!
E poi,
ultima cosa, siccome questa storiuccia è prossima alla fine, ne ho iniziata
un’altra sempre su Conoruccio ;)
Se vi va di farci un salto per potermi continuare a seguire, vi lascio il link
che vi reindirizzerà direttamente lì.
Vi spoilero solo che sarà sempre molto incasinata, forse anche più di
‘Mary Go Round’, quindi ci sarà da divertirsi.
Lei si chiama This Girl. Spero mi seguirete anche lì, perché siete davvero
fantastiche!♥
Sto
rileggendo, e mi sembro una disperata! Ahahaha ;D
Ok basta, che sennò viene più lungo questo che l’intero capitolo!
Ringrazio
tutte quelle che seguono/preferiscono/ricordano questa storia, e naturalmente
anche chi recensisce! ;)
Vi adoroooo ♥
Ringrazio
anche tutti i coraggiosi che sono arrivati sin qui, un grazie tutto per voi!
Come ormai succedeva da tre
anni, Conor era nel suo camerino in attesa che il suo
concerto benefico avesse inizio. In quel concerto, avrebbe cantato solamente le
canzoni del suo primo album d'esordio, l'album per il quale tutte le sue
Mayniacs l'amavano e lo apprezzavano.
La band che era stata chiamata per aprire il suo concerto
aveva appena finito di cantare.
Ora toccava a lui.
Si sentiva sempre come agli inizi, trepidante d'ansia e gonfio
di timore.
Quella era ciò che lui chiamava adrenalina.
Quel concerto sarebbe stato
il suo primo concerto ordinato e perfettamente organizzato. Come sempre, la
piccola Mary era in prima fila, accanto a Rose. Aveva appena tre anni, ma
sapeva tutte le sue canzoni perfettamente a memoria. Quella che preferiva,
però, era Just in case. La cantava in continuazione insieme al biondo,
ed insieme formavano una coppia perfetta.
Salì sul palco cantando Another
one, scatenando l'adrenalina generale. Sentì il pubblico cantare con lui, e
tutto ciò lo rendeva ancora più orgoglioso di tutto ciò che era arrivato a
fare.
Non si era pentito di nulla, o forse di una cosa sì. Ma
non voleva pensare a lei anche durante quel concerto. Ne avrebbe
fatto a meno, se solo ci fosse riuscito.
Dall'altra parte del palco,
Travis stava osservando Conor.
Lo vedeva muoversi impacciato come le prime volte, quando ancora era alle prime
armi. Si stava divertendo, lo si poteva notare
benissimo.
Durante quei tre anni, il ragazzo aveva vissuto sempre con lui e con Rose.
Ormai lo considerava quasi un figlio, anche perchè si era affezionato
moltissimo a sua figlia, e la trattava proprio come una sorellina. Quei due
avevano un rapporto che neanche lui riusciva a capire.
Era un cosa unica e speciale.
A ritmo di
Animal , il biondo scese dal palco dirigendosi verso la sua
principessa. Dopo avrebbe cantato Just in case ,
e voleva che Mary cantasse assieme a lui. La bimba sorrise nel vedere il suo fratellone
dirigersi verso di lei, e subito gli fu al collo.
Insieme cantarono la loro canzone, e il ragazzo si
stupì quando a fine canzone il pubblico si alzò interamente in piedi. Sapeva di trasmettere forti emozioni con quella canzone, perchè lo
sentiva. Quelle erano le sue emozioni, era tutto quello che aveva provato.
Il concerto andò avanti per
circa un'altra ora, e quando lui terminò di cantare la band iniziale risalì sul
palco per concludere la serata.
Conor era felice, e soprattutto soddisfatto degli incassi che sarebbero andati
interamente ad una associazione benefica.
Era in camerino, quando sentì invadere l'ambiente dalla voce più bella del
mondo.
"Conor!", squillò la voce di Mary.
"Piccola!", sorrise il biondo prendendo in braccio la bimba. "Ti
è piaciuto il concerto?", chiese dopo averle stampato un bacio sulla
guancia.
"Si, sei stato bravissimo!", Mary si aprì in un sorriso stupendo,
ricordandogli intensamente la solarità e la vitalità della sua mora.
Il biondo mise a terra la bambina, che subito volò fra le braccia del padre.
Nel tragitto dall'arena
all'hotel dove alloggiava, Conor fu sommerso dai ricordi. Appena arrivato, salì diretto in camera sua,
buttandosi di peso sul letto.
Si rilassò dopo la lunga giornata, affondando la mente di nuovo fra i ricordi.
Vagò, fino a che non figurò
il momento in cui era salito sul palco per la prima volta davanti a sole due
persone: Mary e Travis. Visse di nuovo le emozioni che aveva provato nel
dedicare Turn around alla sua donna. Era come essere
di nuovo lì, davanti a quei due occhi nocciola, e rivivere tutto quell'amore.
Perchè in quei pochi giorni a Manchester, c'era stato davvero amore. Non
vendetta, amore.
Un altro ricordo dolce ed
importante lo invase. Il loro primo bacio. Ricordò che l'aveva portata sul London Eye. Quando furono
in cima, lui si era avvicinato lentamente a lei, guardandola costantemente
negli occhi. Le aveva poggiato una mano sulla guancia
e l'aveva attirata a sè. Fu un bacio dolce e semplice, senza troppe pretese.
Gli piacque, davvero tanto.
Non aveva baciato milioni di ragazze prima di Mary, ma le
labbra di quella ragazza minuta e mora, sembravano le più perfette, le
più belle e le più morbide.
Sembravano esser state disegnate apposta per combaciare con le sue.
Durante il loro primo bacio aveva sentito qualcosa smuoversi proprio in
prossimità del petto. Era il suo cuore, e stava sorridendo.
Poi lasciò spazio ai
pensieri, alle fantasie che ogni tanto invadevano la sua testa.
Pensò che forse sarebbe stato bello rivedere di nuovo la ragazza che aveva
amato. Pensò che gli avrebbe fatto un piacere immenso. E
poi, poi pensò che quella sera avrebbe voluto averla al suo concerto. Avrebbe
voluto vederla cantare le sue canzoni, battere le mani ed andare a ritmo,
sorridergli ogni qual volta che avesse incastrato i suoi occhi in quelli della
ragazza.
Un piccolo rumore lo
riportò alla realtà, e quando si accorse della piccola lacrima che gli era
scesa, sorrise. Sorrise perchè quella lacrima non era di dolore, bensì di
gioia. Era felice di aver vissuto tutto ciò che aveva vissuto, perchè
nonostante le delusioni, aveva sempre oltrepassato.
Non faceva più parte di chi degli ostacoli ne faceva un dramma, ora faceva
parte di chi faceva la differenza.
Degli ostacoli e del dolore, Conor aveva fatto la sua forza.
My Space:
Hello,
hello! ♥
Sto piangendo, ma va bene così.
Lo sapete perché piango?
Perché il prossimo sarà l’ultimo capitolo effettivo, dopodiché
l’epilogo.
Davvero ragazze, sono una fontana! :(
Non voglio che ‘Mary Go Round’ termini
qui, perché mi ci sono affezionata più di quanto avrei creduto!
Da Novembre a qui, sono cambiate e successe moltissime cose.. e tutte queste
cose mi hanno insegnato a crescere.
Però sono contenta di una cosa, di avervi conosciuto.
Siete un qualcosa di straordinario e di bellissimo, ed è per
questo che vi ringrazio enormemente! ♥
Grazie,
grazie.. ma comunque, cerco di risparmiarmi in questi
2 capitoli, e di farvi sciogliere nell’ultimissimo, perché vi ringrazierò
tantissimo!
Vi adoro ragazze, siete diventate la mia forza!
GRAZIE!
Un bacioo,
Marialuisa ♥
P.S. Il
capitolo fa schifo, lo so.. ma lasciate correre, ok?
Fatemi sapere ;)
Sempre molto in ritardo,
Mary uscì di casa con una marea di fogli tra le mani. Erano già arrivati tutti, mancava solo lei, la diretta
interessata.
Entrò silenziosamente nella sala, quella stessa sala che quattro anni prima le
sembrava irraggiungibile. Si posizionò sul leggio,
davanti a tutti i suoi amici e familiari.
Aprì la sua tesi, e cominciò a discorrere fluida sui vari argomenti. Lily la
fissava, ed intanto sorrideva fiera.
Dopo circa cinquantacinque minuti, Mary uscì dall'università con
in testa la classica corona d'alloro e la tunica.
Si era finalmente laureata, e avrebbe potuto iniziare
a fare la psicologa molto presto. Era felice, come non lo era stata da tempo.
"Bambina mia,
complimenti!", le disse Lily abbracciandola forte. "Guarda pure chi è
venuta ad ascoltarti!", la madre si scostò leggermente, tanto per far
apparire una signora sulla cinquantina. Meredith, la
madre di Conor.
"Meredith, che piacere!", sorrise la mora,
sorpresa.
"Brava, bravissima, Mary! Sono orgogliosa di te!", disse la donna.
"Grazie, sei sempre troppo gentile con me. E so di non meritarlo, visto
ciò che è successo!", lo sguardo della mora passò da felice a triste, poichè ricordò tutto.
"E' acqua passata, e poi a me non hai fatto niente!", sorrise Meredith. "Perciò stasera
vieni a cena da me, ok?"
"Lui c'è?", chiese.
"No, torna domani.", rispose la donna.
"Allora ci vediamo stasera!"
Madre e figlia si diressero verso l'auto, tornando a casa. La ragazza, ancora
non affievolita l'ansia post-laurea, andò a farsi una doccia fredda. Mentre era sotto il getto dell'acqua, uno dei ricordi più
belli della sua storia con Conor invase i suoi
pensieri. Molte volte le succedeva, di perdersi nei ricordi. Aveva
notato, però, che i ricordi che venivano a galla erano sempre e solo quelli
riguardanti lei e Conor, mai quelli di lei e Zayn.
Quel ragazzo moro era stato importante per lei, ma non abbastanza da
paragonarsi a Conor.
La loro prima volta, era quello il ricordo di Mary.
Rivisse ancora una volta quegli istanti di timido imbarazzo, che erano serviti
a rendere ancora più speciale quella serata. Era la prima volta per entrambi,
ed entrambi avevano paura. La mora ricordò di come il
biondo aveva incominciato a baciarla, in un modo talmente dolce, che qualsiasi
parola esistente non è abbastanza per descriverlo. Si
sentì subito a suo agio, sotto il tocco leggero del ragazzo, inesperto quanto
lei. Ricordò del disagio che aveva provato non appena si ritrovò nuda davanti
agli occhi del suo ragazzo, e di come scomparì grazie a due piccole ed
insignificanti parole: "Sei bellissima". Sentì ancora quel
leggero dolore che provò quando lui la penetrò delicatamente, e di tutto il
piacere provocato dalle sue spinte decise e lente.
Ricordò il loro odore, il loro amore, e l'atmosfera che avevano creato insieme.
Ricordò di come entrambi si sentissero un unica persona.
Il richiamo di sua madre la
destò dai suoi pensieri, e inconsciamente sorrise al ricordo importante e dolce
che aveva appena rivissuto.
Si preparò velocemente per la cena a casa Maynard,
visto il ritardo in cui si trovava. Si vestì semplicemente con un vestito nero
svolazzante ed un paio di ballerine.
Si diresse verso la casa ospite, e quando entrò una atmosfera
talmente familiare la colpì, che per poco non si sentì male. Andò verso il
salone, dove trovò Meredith intenta a trafficare con
le candele.
"Mary!", le sorrise andandole incontro. "Sto
mettendo qualche candela perchè sta per arrivare mio marito. Ha saputo
che Conor ritorna domani, e quindi anche lui ha
deciso di tornare."
"Sono contenta, è un buon pretesto per rivederlo!", disse la mora.
Durante la cena con i coniugi Maynard, Mary raccontò
loro un pò della sua vita, di ciò che aveva fatto da
quando non stava più insieme a Conor fino ad allora.
In quella cena, Mary scoprì anche che la sera del giorno dopo il biondo avrebbe
tenuto un concerto benefico a Londra, ed il giorno dopo un m&g
con i fans.
La ragazza decise di andare
al concerto, e sin da quando tornò a casa dalla cena, si sentì fortemente
eccitata.
La sera del concerto, Mary
si preparò di tutto punto, e alle venti già era dentro
l'arena. Alle ventuno in punto, il concerto cominciò, e le lacrime presero a
sgorgarle dai suoi occhi meravigliosi.
Era orgogliosa di ciò che era diventato e di tutto ciò che faceva per gli
altri. Si emozionò quando cantò Just in case assieme ad una bambina, che
disse essere sua sorella; ma si emozionò soprattutto quando cantò Turn Around, canzone che le era stata dedicata da lui quando
era andata a Manchester.
Si sentì stupida ad essere lì, ma lei non sapeva che ciò che il biondo
desiderava era proprio la sua presenza lì.
E Conor neanche si immaginava
che la persona speciale, era lì.
Era lì, solo che lui non poteva vederla.
My Space:
Ciao bellezze! ♥
Come state?:) Io non particolarmente bene, ma si tira avanti..
Questo è l’ultimo capitolo effettivo, manca solo
l’epilogo. E quindi spero vivamente che vi sia piaciuto.
A me piace particolarmente.
Sinceramente non sono in vena di parlare moltissimo, però voglio dirvi che non vedo l’ora di postare
l’epilogo. Sono troppo eccitata perché mi piace tantissimoo!
Credo che
aggiornerò tra meno di una settimana, se
mi fate trovare minimo 3 recensioni. E sto cercando di risparmiarmi per il prossimo
capitolo, quando vi ringrazierò tantissimo! ♥
Un bacionee,
Marialuisa ♥
Ho appena
aggiornato anche la mia nuova storia,
ti va di passare? →This Girl
Conor stava autografando tutto
ciò che gli veniva posto davanti, durante l' m&g, senza neanche fare più caso a cosa fossero. Cd,
foto, magliette.. non gli importava, gli bastava il
fatto di far felice più gente possibile.
Era seduto ad una piccola scrivania accanto ad un enorme
vetrata che dava sulla piazza, ed ogni tanto, quando la folla si
affievoliva per qualche istante, si voltava nella speranza di
incontrare un volto conosciuto.
Una voce lo destò dai suoi pensieri. Travis.
"Ehi, dimmi tutto!", disse il biondo.
"E' ora di andare.", lo informò la guardia.
"Un'altra decina di persone ed andiamo, ok?", chiese speranzoso. Voleva passare ancora del tempo con le sue Mayniacs.
"Solo dieci, mi raccomando!", affermòTravis,
serio. Il ragazzo sorrise, riprendendo a firmare e a
conversare con le sue fans.
Mary era davanti allo specchio, indecisa sul suo
abbigliamento. Non era niente di troppo esagerato, ma le sembrava comunque inappropriato. Optò per un
cambiamento veloce: jeans e maglietta. Semplice, ma carino.
Si parò di nuovo davanti allo specchio, e si piacque.
Era impensabile di come fosse agitata per un semplice
incontro, che forse le avrebbe cambiato la vita. In bene o in male, questo era
tutto da scoprire.
"Mary, farai tardi! Sbrigati!", le urlò la madre dal piano di sotto.
"Eccomi, sono pronta!", esclamò scendendo di
furia le scale. Prese giacca e borsa, ed uscì fuori richiudendosi la porta alle
spalle, per poi ricordarsi di aver lasciato via qualcuno di molto importante.
"James, vieni su!", lo incitò, prendendolo
poi per mano.
Sorrise, perchè ogni volta lui era il suo primo pensiero, ma in quell'occasione
la sua testa era invasa da altro.
Conor aveva già sforato di una quindicina di persone,
quando Travisritornò da lui
infuriato. Il biondo cercò di scusarsi, dicendo all'uomo che fra un pò sarebbe uscito fuori per andare via. Da quando era nata
Mary, Travis non si sopportava più. Era diventato come isterico, poichè non
riusciva a reggere la lontananza dalla figlioletta. L'ultima persona
della fila, era una bambina. Le autografò il suo cd, per poi stravaccarsi sulla seggiola sul quale
era stato seduto per circa tre ore.
Chiuse gli occhi, ma dopo qualche secondo qualcuno gli picchiettò una spalla.
"Travis, arriv..", si interruppe all'istante, quando davanti ai suoi
occhi ne comparvero altri due, di un nocciola intenso. Erano perfettamente
identici a quelli della sua Mary, solo che quelli che aveva davanti, erano di
un bambino piccolo.
"Piccolo, cosa ci fai qui?", chiese dolcemente il ragazzo. Il bimbo
si limitò a tacere, ma gli porse una fotografia. Ritraeva lui e Mary a Londra,
sulla loro panchina a Green Park. Risaliva a cinque anni prima, nel periodo in
cui erano stati felici. Ma improvvisamente una domanda balenò tra i pensieri
di Conor. Come faceva quel bambino ad avere una sua foto con Mary? Rimase a fissare quella foto per tanto tempo, con ancora il bambino al suo
fianco, fino a che non decise di parlare nuovamente.
"Chi te l'ha data questa foto?". A quella
domanda, il bambino sorrise contento, come se ciò che
il biondo gli avesse chiesto fosse uno dei migliori complimenti che si possano
ricevere.
"Me l'ha data la mia mamma!", rispose fiero.
Il ragazzo non capì. "Dov'è la tua mamma?",
chiese ancora.
Il bimbo allargò ulteriormente il suo fantastico sorriso, prima di voltarsi
verso la grande vetrata, ed indicare una donna mora
seduta su di una panchina.
Il biondò puntò lo sguardo dove il bimbo gli aveva
indicato, e non appena incontrò gli occhi della giovane, cominciò a piangere.
Mary era lì, e li stava fissando, sorridendo felice.
Il biondo alzò la mano in segno di saluto, e lei ricambiò agitando la mano.
Dopo pochi istanti, Conor si sentì prendere per mano
e condursi all'esterno.
Sorrise felice al gesto del bimbo.
Quando entrambi furono
fuori, il bambino sciolse la presa dalla mano di Conor
e prese la rincorsa per poi fiondarsi fra le braccia
della mora. Lei lo abbracciò forte, e quell'abbracciò
fu ricambiato da un sonoro bacio.
Mary, poggiando il piccolo su di un fianco, vide il biondo in lontananza, al
quale fece il segno di avvicinarsi. Conor cominciò a
camminare, fino a quando non le fu davanti.
"Questa è la mia mamma!", disse il bimbo rivolgendosi a Conor.
"E lui è James!", ribattè
Mary rivolgendosi sempre al biondo.
Il ragazzo sorrise.
"Piacere James, io sono Conor.",
esordì porgendo una mano al piccolo James.
Il ragazzino sorrise, prima di affondare il viso nel collo della madre. La ragazza sorrise, e voltandosi verso il biondo, si
perse nei suoi occhi azzurri.
Le era mancato guardarlo, e come una ragazzina arrossì.
Per non farlo vedere, mise a terra James.
"E' un piacere rivederti, Mary.", disse Conor, richiamando la ragazza dai suoi pensieri.
"Anche per me lo è.", rispose.
"Perchè sei qui?", chiese.
Mary incastrò nuovamente i suoi occhi in quelli del biondo, per poi avvicinarsi
a lui lentamente e posare le sue labbra su quelle dell'altro. Pian piano
entrambi schiusero le labbra, e fecero scontrare le
proprie labbra. Entrambi erano al settimo cielo, e
quando si staccarono si sorrisero dolcemente.
"E' per questo che sono qui, per noi.", affermò Mary.
"Hai intenzione di illudermi, di ferirmi e di deludermi ancora?",
chiese il biondo.
"No, perchè altrimenti illuderei anche James,
ferirei e deluderei anche lui. E non voglio, non
voglio farlo di nuovo. Ti amo e non ti lascerò andare via ancora.", rispose convinta la mora, prima di esser racchiusa di nuovo
in un dolce bacio da Conor. "Ti amo anche io,
Mary Parker. Non ho mai smesso di
farlo.", le rispose soffiandole sulle labbra, tra un bacio e
l'altro.
"Quanti anni ha?", chiese il biondo
indicando il bambino.
Erano nella sua stanza d'albergo, ed entrambi stavano
osservando James dormire.
"Tre anni.", rispose Mary, sorridendo dolcemente.
"Come l'hai avuto?"
"Dopo che sono venuta da te a Manchester, esattamente un mese e mezzo
dopo, ho conosciuto un ragazzo a scuola. L'ho conosciuto nello stesso modo in
cui ci siamo conosciuti noi due, ti ricordi?", si interruppe
e si voltò verso il biondo. Conor annuì, e la ragazza
sorridente andò avanti. "Mi è subito piaciuto, perchè mi ricordava molto
te, anche se non vi assomigliate affatto fisicamente. Dopo due mesi ci siamo
fidanzati, e siamo stati insieme un anno e mezzo. La nostra storia, però, è
stata parecchio travagliata a causa tua."
"Perchè?", chiese il ragazzo.
"Perchè io non ho mai smesso di amarti, anche se stavo con Zayn. Perchè
pur di non dimenticarti, ho fatto qualsiasi cosa. Ti ricordi il mio diario
segreto, quello che tu ti divertivi a leggere ogni volta?". Il biondo
annuì ancora.
"Bene, il giorno in cui ho incontrato Zayn, ho ricominciato a leggerlo per
rivivere ogni singolo momento della nostra storia. Un giorno Zayn mi ha
sorpreso mentre lo leggevo, ed abbiamo litigato. Lui mi ha lasciata
ed io mi sono sentita di nuovo uno schifo. Io lo amavo sul serio, l'ho amato
davvero fino a che non mi ha dato la prova di non accettare quello che tu eri
stato per me."
"Dopo averlo conosciuto, avevo smesso di autolesionarmi, ma quando sono
stata lasciata ho ricominciato. Poi dopo una settimana sono ritornata da lui
chiedendogli scusa, e siamo stati insieme altri cinque mesi. Quando ero
ritornata con lui, però, avevo la sensazione che mancasse
qualcosa.."
"Cosa era che mancava?", chiese Conor,
interrompendola.
"Mancava che non lo amavo, mancava il fatto che lui non era te.",
rispose.
"E perchè hai aspettato cinque mesi prima di troncare?"
"Perchè ci ho messo cinque mesi per capire. Quando l'ho
lasciato, avevamo litigato di nuovo a causa tua. Lui aveva letto la
lettera che mi avevi mandato insieme alle rose, il giorno dopo avermi vista a
Green Park con lui, sulla nostra panchina. Ed aveva letto anche l'ultima pagina
del diario che avevo scritto, che risale al 20 Luglio del 2014."
"Cosa avevi scritto?", curioso, il ragazzo
la interruppe di nuovo.
"Avevo scritto che non lo amavo più."
"Ma perchè sei ritornata da me adesso, dopo tre lunghi anni?"
"Perchè dopo aver lasciato Zayn, ho scoperto di essere incinta. Mi
vergognavo di me stessa, perchè avevo privato a Zayn di formare una famiglia
con me. Ma ciò che avevo fatto era giusto, e lo ritengo
giusto anche ora."
"E nel frattempo cosa hai fatto?", chiese.
"Ho continuato ad andare all'università nonostante la gravidanza, e tre
giorni fa mi sono laureata in psicologia!", rispose entusiasta.
"Brava la mia piccola!", esordì il biondo, lasciando un bacio a
stampo alla ragazza.
Mary sorrise.
"Ma.. lui sa che ha un figlio?", disse.
"Si, gliel'ho detto non appena l'ho saputo. E' felice di avere James, ed io sono felice che lui sia riuscito a
dimenticarmi e a costruirsi una famiglia sua.", sorrise la mora.
"Si è sposato?"
"Sì, ed aspetta anche un altro bambino. Una femminuccia."
"Sono contento anche io che tu sia ritornata da
me.", sorrise lasciandole piccoli baci sulla guancia.
"Non ti turba sapere che ho avuto un figlio da un altro?", sospirò
sulle labbra del biondo.
"Tu ora dove sei?", le chiese.
"Con te.", gli sorrise.
"Allora no, non mi da fastidio.", e la baciò di nuovo, stavolta sul
serio. Entrambi si desideravano, ma dovevano fare
attenzione ora che c'era anche il piccolo James.
"Ti amo."
"Io ti amo di più.", obiettò il biondo. E di nuovo un bacio.
Il giorno dopo essersi rincontrati, Mary, Conor e James andarono a casa
della mora, visto che nei due giorni seguenti, il
piccolo sarebbe dovuto stare con il padre. Quando Zayn
venne a prendere suo figlio, conobbe anche per la prima volta Conor. Avevano chiacchierato a lungo, come se fossero
vecchi amici, e questo a Mary fece più che piacere.
Dopo che James e suo padre si congedarono,
Mary condusse violentemente Conor nella sua camera da
letto.
Lo voleva.
Cominciarono a baciarsi come due forsennati, e lentamente si spogliarono dei
loro indumenti. Si ritrovarono nudi, l'uno accanto all'altra. Continuavano a
baciarsi, ed ogni tanto cacciavano dei gemiti di piacere.
"Mi sei mancata.", soffiò il biondo sulle labbra della sua ragazza,
prima di penetrarla delicatamente. Dapprima cominciò con spinte
deboli, per poi aumentarle. Mary circondò il bacino del
biondo con le gambe, e con le braccia lo attirò ancora di più a sè. Quando entrambi vennero,
urlarono all'unisono, per poi scoppiare a ridere come dei cretini. Conor uscì da lei, e si adagiò al suo fianco. Le posò un
ennesimo bacio sulle labbra, prima di stringerla forte a sè.
Non le sembrava vero, a Mary non sembrava reale
essere di nuovo fra le braccia di quell'uomo che l'aveva sempre fatta sentire
speciale e unica. Sentire di nuovo il suo profumo, assaporare di nuovo le sue
labbra e il suo amore, era come essere in paradiso.
Perchè quando lei guardava il suo uomo negli occhi, trovava il suo paradiso.
Era sempre stato così, ed era felice di averlo finalmente capito.
Conor sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Lo
aveva sentito di nuovo sorridere, come quella volta che l'aveva baciata per la
prima volta. Forse ora stava sorridendo ancora di più, ma l'importante ora era
avere il suo amore accanto.
Quella ragazza dagli occhi nocciola, era il suo essenziale. Il suo essenziale
per vivere al meglio.
"Ehi Mary, sei sveglia?", sussurrò Conor all'orecchio della mora.
"Mmm.. dimmi.",
assonnata, Mary aprì gli occhi leggermente.
"Tu mi ami, giusto?", chiese retoricamente.
"Certo, che domande mi fai alle quattro del mattino?", rispose la
mora irritata.
"Vuoi restare al mio fianco per sempre?", domandò ancora.
"Sì Conor, sì!", rispose.
"Allora che ne dici di.. sposarmi?", disse il biondo, felice e
soddisfatto.
Mary scattò subito in piedi, e non curandosi del fatto di essere
nuda, si rinchiuse in bagno.
Lì pianse, perchè non avrebbe mai pensato che Conor,
nonostante tutte le sofferenze che lei gli aveva provocato, le avrebbe mai chiesto di sposarlo.
Il biondo, dall'altra parte della porta, si stava preoccupando terribimente.
"Amore, cosa succede?", chiese, bussando ripetutamente e fortemente
alla porta.
All'improvviso questa si spalancò, lasciando apparire una
ragazza bellissima con gli occhi rossi per il pianto.
"Cos'è, non vuoi sposarmi?", chiese il biondo allarmato.
"No, affatto. Io voglio sposarti più di ogni
altra cosa al mondo, solo che non mi sembra vero.", disse, con ancora le
lacrime che le scendevano sulle guance.
"Credici invece, perchè te lo sto chiedendo veramente.", Conor sorrise, per poi inginocchiarsi davanti alla mora con
un piccolo cofanetto fra le mani. "Mary Parker,
vuoi sposarmi?", chiese aprendo il contenitore, il quale conteneva un
magnifico anello. Era bellissimo nella sua semplicità.
"Sì, sì, sì. Mille volte sì!", disse la mora, lasciandosi baciare
dolcemente.
Sette mesi dopo
Mary e Conor erano
sull'altare, davanti a centinaia di invitati, ma
soprattutto davanti a James e al sacerdote.
"Tu, ConorPaulMaynard, vuoi prendere come tua legittima sposa lei, Mary
Elizabeth Parker, per amarla ed onorarla tutti i
giorni della sua vita?"
"Lo voglio!", pronunziò il biondo, e dopodichè infilò la fede
nuziale all'anulare sinistro della ragazza avanti a lui.
"Tu, Mary Elizabeth Parker, vuoi prendere come
tuo legittimo sposo lui, ConorPaulMaynard, per amarlo ed onorarlo tutti i giorni della
sua vita?"
"Lo voglio!", rispose con convinzione la mora, per poi
infilare anch'essa la fede all'anulare sinistro di Conor.
"Vi dichiaro marito e moglie!", annunciò il sacerdote, e poi diede il
consenso allo sposo di baciare la sposa. Conor baciò
dolcemente Mary, la sua dolce mogliettina.
Era felice, e quando uscirono fuori dalla Chiesa sotto
l'applauso generale di tutti i presenti, si voltò verso Mary.
"Io ti amerò sempre, nonostante tutto ciò che succederà.", le disse.
"E io ti amerò per mille anni, e per mille anni ancora, perchè tu
sei tutto ciò che desidero Conor."
E con queste parole, Mary e Conor si giurarono amore
eterno, un amore che niente e nessun avrebbe mai potuto distruggere.
Perchè quando l'amore colpisce, non chiede prima il permesso. Non ti fa
scegliere di chi innamorarti. Arriva, punto. E quando
entra nella tua vita, non puoi fare assolutamente nulla, se non piegarti al
volere di questo sentimento così forte ed intenso. Sei fottuto, e rimarrai ad esserlo, perchè l'amore fa
innamorare a sua volta dell'amore stesso. Rimarrai sempre fottuto,
perchè l'amore è più forte di qualsiasi altra cosa.
«..and all along I believed I would find you,
time has brought your heart to me.
I have loved you for a thousand years,
I’ll love you for a thousand and more...»
FINE.
My Space:
Ehiiiiii, ragazzuolemieee! ♥
Eccoci qua, con l’ultimo ‘MySpace’,
l’ultimo capitolo, e di conseguenza l’ultimo aggiornamento a
‘Mary Go Round’.
Sono contenta, molto.
Sono contenta di come si sia svolta questa storia, di
come è evoluta, e di come è cambiata rispetto a quella che mi ero immaginata al
principio. In questi sei mesi, sono successe tante cose: sono cresciuta, ed ho
conosciuto tutte voi, e poi taante altre cose! ;)
Vi confesso che questa storia non l’avevo programmata così, non volevo
farla così. Però vari eventi mi hanno indotto a
modificarla e farla uscire in questo modo, e ne sono orgogliosa.
E’ ovvio che per oltre ad essere contenta del mio operato,
sono anche dispiaciuta perché ho già finito. E’ la mia prima storia su
cui metterò il visto nella casella ‘completa’, e mi fa un
po’. :)
Ma soprattutto, devo
ringraziare alcune persone molto importanti.. VOI! ♥ Grazie
perché avete reso possibile il completamento di questa storia. Grazie perché non mi avete abbandonato, nonostante i miei
aggiornamenti poco costanti. Grazie perché mi avete sopportato nei miei ‘MySpace’.
Grazie per le vostre parole.
Grazie per i complimenti. Grazie per gli 11 preferiti, le 6 preferite, e
le 17 seguite. Possono sembrare poche, ma per me sono tanto. Mi
fanno felice! :)
Grazie per esserci state sempre.
Grazie per le tutte le recensioni e i commenti brevi.
Ed infine, GRAZIE PER NON AVER CHIUSO LA PAGINA QUEL Dì CHE AVETE
LETTO IL PROLOGO DI ‘Mary Go Round’.
Grazie, grazie, grazie, grazie! Grazie di cuore!! ♥
Ultimissima cosa, spero che
l’epilogo vi sia piaciuto e che non vi abbia fatto schifo.
Ho voluto non essere scontata fino all’ultimo, quindi non so se sono
riuscita a non esserlo pure nell’ultimissimo capitolo.
A me piace particolarmente, e spero vi abbia fatto piacere seguirmi nella mia bellissima
avventura!
Un bacione
enorme, mi mancherete.
♥
Marialuisa ♥
P.S. Se volete continuare a
seguirmi, ho in corso un’altra storia su Conor.
→This Girl.