Almack's

di StripedBOW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro - Holland House ***
Capitolo 2: *** Invito ***



Capitolo 1
*** Intro - Holland House ***


Holland House
Intro


Ultima settimana di Aprile, la zona tra Mayfair, Belgravia e South Kensington aveva appena iniziato ad animarsi.
Carrozze e calesse, tirati dai cavalli migliori che ci si potesse permettere, si riversavano piano piano sulle vie principali di Londra. I nobili di mezza Inghilterra si erano trasferiti nelle case di città per gli immancabili appuntamenti mondani della season e la mancanza di qualunque tipo di giardino privato, portata dalla pochissima aria lasciata alle grandi case a tre piani dei quartieri alla moda, portava dame e lord a preferire per la loro mattinata una sana partita a carte, compere in compagnia delle amiche o una bella chiacchierata in un salotto.
Per quanto il conte Phantomhive non fosse un amante delle chiacchiere inconcludenti, delle nottate interminabili e della ricchezza ostentata che invadevano Londra durante quei pochi mesi dell’anno,  si era ritrovato sulla sua carrozza, agghindato con uno dei suoi abiti da giorno migliori e diretto ad Holland House, a Kensington, uno dei salotti più in voga negli ultimi anni.
La baronessa Holland, con i suoi capelli bianchi e un ingombrante vestito avio non troppo decorato, data l’età,  chiacchierava tranquillamente non lontana dall’ingresso della stanza di cui era la fiera proprietaria. I toni dell’avorio e dell’ocra la facevano da padroni, elegantemente intervallati dal legno scuro del pavimento e degli arredi e dal vetro blu di vasetti e dei posacenere. Dipinti, decori d’oro e cristalli di ogni genere non mancavano, così come gli ospiti, nobili o artisti che fossero.
-Signor Phantomhive! –
Lady Holland pronunciò il nome con un sorriso intenerito sulle labbra. Non vedeva Ciel da qualche anno, ormai. Non accadeva certo di rado di partecipare ad eventi in cui anche i Phantomhive e il loro figlioletto fossero stati invitati. Mai avrebbe pensato di trovarsi ad accogliere quel bimbo in uno dei suoi salotti così presto, non come capostipite della famiglia Phanthomhive, almeno.
- Baronessa. –
Ciel rispose con una parola soltanto accompagnando l’avanzata verso di lui della donna con un sorriso di cortesia.
-Ma la prego, non stia sulla porta. Si accomodi dove più la aggrada.-
La donna era chiaramente allegra e a suo agio nell’accogliere persone nuove nel suo salotto. La sua espressione serena non era stata minimamente scalfita dal doversi rivolgere in quel modo ad un ragazzino di appena tredici anni.
Ciel, dal canto suo, si limitò ad addentrarsi in quella stanza già abbastanza affollata, senza allontanarsi troppo dalla padrona di casa ed evitando accuratamente di guardarsi troppo intorno.
-Mi avevano parlato molto bene di Holland House e devo farle i miei complimenti, è incantevole.-
-Oh, molti non direbbero lo stesso. E’ evidente che il suo informatore non si interessa di pettegolezzi. O forse è soltanto troppo giovane per aver vissuto i ricevimenti di qualche anno fa.-
Lady Holland sorrise malinconicamente, sventolando debolmente una mano inguantata, quando un membro della servitù fece strada all’ennesimo ospite di quella mattinata e il sorriso della donna tornò istantaneamente brillante e leggero.
-Ora scusatemi,  ma sono attesa altrove. Spero trovi piacevole la sua permanenza. Oh, e la persona che voleva vederla è arrivata tra le prime questa mattina. Immagino sarà impaziente, ormai.-
-Non lo farò attendere oltre.-
La piccola rassicurazione di Ciel non ebbe nemmeno il tempo di essere sentita, però, persa tra le risatine sommesse di un gruppo di donne poco distante e le voci maschili che preferivano discutere animatamente di carte, cani, caccia e cavalli.
Per la prima volta gli occhi di Ciel erano liberi di vagare per la sala. Non era poi così elegante come aveva detto alla padrona di casa, ma ovviamente non avrebbe potuto affermare il contrario.
Fece qualche passo in direzione delle grandi vetrate che davano su Hyde Park per poi notare, con la coda dell’occhio, qualcosa che sembrava muoversi più convulsamente del resto della folla tranquillamente persa in chiacchiericci di ogni tipo.
Ad uno dei tavolini con la vista migliore, proteso in avanti, senza appoggiare la schiena alla poltrona su cui era seduto, un ragazzino biondo e vestito di tutto punto, con tanto di pantaloni stretti alle caviglie, come sembravano andar di moda quell’anno, agitava un braccio per farsi notare.
Ciel si accomodò il più velocemente possibile sull’altra poltrona adiacente al tavolino.
-Trovi così tanto necessario attirare l’attenzione su di te?-
Disse a denti stretti.
-Buongiorno, Ciel.-
Lo salutò l’altro, senza perdere il sorriso.
-Buongiorno. –
Si limitò a sospirare.
-Di cosa dovevi parlarmi? –
Uno sguardo dei più speranzosi si posò sugli occhi di Ciel.
-Ho sentito una cosa su di te, Trancy.-







N.d.A: Dopo secoli di scrivo-non-scrivo e pubblico-non-pubblico, eccoci qui.
Che dire? E' soltanto l'introduzione, ma spero vi piaccia lo stesso. Conto di aggiornare il prima possibile.
Iniziare con una cosa che si prevede lunga non proprio pochi capitoli è un suicidio, dite? 
Sussù, ci si prova.

Non ho ancora messo avvertimenti, ma con il tempo potrebbe -e dico potrebbe- cambiare rating e diventare leggermente shonen ai. In realtà dovrebbe e dubito di cambiar piani. Però mi dispiace mettere avvertimenti simili prima che effettivamente il contenuto se li meriti. 

Un biscotto gratis per ogni recensione. (?)

Spero non faccia proprio schifo e..  al prossimo capitolo.. immagino. lol

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Capitolo 2
*** Invito ***


Invito
capitolo 1




-Di cosa dovevi parlarmi? –
Uno sguardo dei più speranzosi si posò sugli occhi di Ciel.

-Ho sentito una cosa su di te, Trancy.-
Il ragazzo sospirò per l’ennesima volta in quella che stava sembrando la mattinata più lunga della sua vita.
-Sentiamo.-
Alois si tirò leggermente indietro sulla sedia, quasi con aria di sfida.
-Sono qui da un solo giorno e già mi è stato riferito che sei stato ospite del giovedì danzante all’Almack’s. Sono soltanto pettegolezzi?-
Un piccolo ghigno increspò le labbra di Ciel, senza però intaccare il tono serio e piatto con cui stava partecipando alla conversazione.

-Ovviamente non lo sono.-
Affermò fiero il biondo, a cui era servito un solo istante per tornare raggiante.
Ciel, in risposta, fece una piccola pausa, studiando l’espressione dell’interlocutore, per poi socchiudere appena gli occhi con aria diffidente.
-Ne deduco che hai qualcuno a cui fare d’accompagnatore.-
-Ti sbagli.-  Ridacchiò appena l’altro, appoggiando un gomito sul tavolino di vetro, nel tentativo di avvicinarsi il più possibile a Ciel. -Se devo essere sincero, però, le debuttanti partecipano in gran numero.-
-Se è così, è un dispiacere non esserci stato.-
Parlò con voce ferma, obbligandosi a non spostarsi indietro sulla sedia e curandosi che l’informazione venisse catturata.
-Ciel Phantomhive!- La finta aria scandalizzata di Alois nel pronunciare quelle parole non avrebbe mai convinto nessuno. –Cosa direbbe la tua fidanzata, sentendoti fare certe affermazioni?-
-Quelle all’Almack’s rimangono comunque le feste più attese e più ambite della season.-
Ciel rimarcò ancora il suo desiderio di partecipare alla festa. Non poteva permettere che la conversazione cambiasse rotta.
-Sicuramente. Ma ora che sei qui, non hai scuse per mancare all’appuntamento della prossima settimana. Tu e Lady Midford vi farete sicuramente notare, dato il suo spassionato amore per gli abiti.-
- Io ed Elizabeth non avremo modo di esserci. –
Ciel era deciso a tagliar corto, visto che l’altro si stava dimostrando particolarmente poco perspicace.
-Non capisco.- borbottò Alois, inclinando leggermente il capo e sbattendo le palpebre più lentamente per un paio di volte. –Non esiste appuntamento più importante del giovedì danzante. Sarete tra i primi a rifiutare l’invito.-
-Questo non può succedere, siccome non ho ricevuto alcun invito.-
Un velo di sdegno mal nascosto calò sul volto del ragazzo, mentre il biondo si limitava a fissarlo in silenzio e visibilmente a disagio.
Passò più di un intero minuto, prima che quest’ultimo decidesse di parlare ancora, distolto dai suoi pensieri dall’ennesima risatina stridula prodotta da un gruppo di nobildonne che, poco distanti, erano intente a pendere dalle labbra di quello che sembrava essere un qualche artista francese, o forse italiano.
-Sai, al ballo, alcuni parlavano di come le organizzatrici abbiano iniziato ad essere di manica sempre più stretta nel recapitare gli inviti. Dicono sia per via dei contatti con la regina. Ormai è buon uso mandare una richiesta di partecipazione ad un’organizzatrice, aggiungendo un’altra busta vuota e già compilata per permettere loro di rispondere con l’invito.-
-Quelle donne sono in contatto con la regina da molto più tempo di me e te.- Ancora un sospiro, prima di tornare a spiegare la situazione con aria di sufficienza.  -Non è sicuramente quello il motivo di tanta riservatezza. In ogni caso, mi rifiuto di mandare una richiesta che non verrà accettata.-
Ad Alois scappò una lieve risata.
-Oh, avanti! Non vorrai lasciare che l’orgoglio ti impedisca di partecipare al ballo più ambito della season? Cosa farai il giovedì? Parteciperai a qualche cena di poco conto? Starai in casa con la servitù?-
-Silenzio!- Lo ammonì, Ciel, lievemente rosso in volto, a voce così alta da far voltare le persone più vicine. -Come dovresti sapere, le persone come Lady Jersey, considerano inferiore chi investe il proprio patrimonio nella gestione di una qualunque attività redditizia.-
-Oh. Quindi la Funtom è un problema?-
Chiese il biondo, divertito dalla reazione spropositata.
-Lady Jersey, Lady Pembroke, la Baronessa Fizroy, Lady Molyneux, Miss Pelham e la Contessa Meynell.- L’elenco dei nomi fu pronunciato con estrema lentezza –Questi sono i problemi che tu puoi aiutarmi ad aggirare.-
-Credi che non sapranno che non sei me? Mi conoscono. Senza contare quanto sia l’evento a cui mi trovo meglio. Ho intenzione di partecipare, mi dispiace.-
Questa volta era Alois ad essere contrariato. Non si sarebbe sicuramente aspettato di ricevere una proposta simile. Innanzitutto per la scarsa accuratezza del piano, senza contare l’avergli fatto sprecare l’intera mattinata in chiacchiere dopo tanta attesa.
-Non preoccuparti inutilmente per la tua partecipazione. Un’idea simile sarebbe troppo rischiosa per la reputazione di entrambi.-
Ciel troncò il discorso con decisione, nella speranza di avere qualche secondo di fiato per poter mettere insieme le parole giuste.
Il salotto si riempiva sempre di più, le nobildonne di ritorno dalla passeggiata mattutina per negozi, stavano facendo il loro ingresso, decise a prendere un tè in compagnia, mentre altre si aggiravano per la stanza, curiose di parlare con qualche attore o artista con cui non si sarebbero potute far vedere in altre circostanze, i pochi uomini che non si erano ritrovati in un club, si guardavano intorno incuriositi, alla ricerca di una scappatella con qualche Lady più avventurosa.
-Vorrei che tu mi accompagnassi al giovedì danzante.-
Quelle parole fecero sobbalzare Alois, che per poco non dimenticò persino di dover respirare per mantenersi in vita.
-Cosa stai dicendo?-
Si ritrovò a rispondere abbassando considerevolmente il tono di voce e dovendo combattere contro il calore che sembrava iniziare a propagarsi sulle sue guance.
-Non farti strane idee. Può capitare di infrangere la legge umana e divina, ma entrambe per una cosa simile sarebbe insensato. Il mio scopo è soltanto avere un invito, farmi conoscere dalle organizzatrici e poter invitare Elizabeth, che al momento si trova l’ingresso negato a causa mia.-
Ciel dovette usare tutto il suo autocontrollo per far uscire la voce più atona che potesse.
-Ci penserò.-
Rispose semplicemente con queste due parole e un sorriso tirato, prima di alzarsi e portarsi a pochi centimetri dalla seduta di Ciel.
-Spero vorrai scusarmi, ora, ma sono qui da molto tempo e nessuno dei miei impegni sarà capace di portarsi a termine da solo.-

-Non c’è nessun problema.- Ciel lo imitò subito, alzandosi elegantemente e spostandosi di pochi passi dal tavolino. -Si è fatta ora di tornare anche per me, anzi, penso di essere in leggero ritardo.-
-Immagino che ci vedremo questa sera ad Hyde Park.-
Concluse il biondo, prima di avviarsi verso la padrona di casa.
-Spero avrai preso una decisione per allora.-
Ciel finì per lasciarsi scappare quelle poche parole, immensamente sollevato per aver finito quella conversazione.
Pochi minuti dopo, il tempo di qualche ringraziamento, saluto e promessa di ritorno, il ragazzo era comodamente seduto nella sua carrozza, guidata dal maggiordomo, che pazientemente aveva aspettato il ritorno del signorino. Aveva avuto l’ordine di non allontanarsi. “Sarà una chiacchierata veloce”, aveva detto senza la minima esitazione.
Avrebbe potuto anche durare ore, per quanto interessasse a Sebastian.
Se quelle che si sentivano a Londra negli ultimi tempi non fossero soltanto malelingue, allora Ciel stava seguendo la pista giusta. E se era la pista giusta, quella che stavano seguendo, cos’erano poche ore dell’eternità di un demone, in confronto all’opportunità di avvicinarsi così tanto al riscuotere il pagamento per il contratto con quello che tra poco avrebbe potuto non essere più il suo padrone?



N.d.A: Primo capitolo effettivo della storia.
Infinito dialogo, infinito dialogo, infinito dialogo. Lo so. 
Finalmente qualcosa si è smosso, però, no?
Spero di non aver deluso le aspettative.
Fatemi sapere~
Soprattutto se è il caso di allungare ancora un pochino i capitoli. Non riesco a rendermi conto di quale sia la lunghezza adatta >.<
E grazie infinite per aver letto.

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