La bambina venuta dal mare

di Hana S
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Nuovi arrivi ***
Capitolo 3: *** Amicizia ***
Capitolo 4: *** Il male ***
Capitolo 5: *** A presto Sabo ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** L'incendio ***
Capitolo 8: *** Promesse ***
Capitolo 9: *** Ci rivedremo ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


CAP. 1 - L'incontro
Ace, Sabo e Luffy tornavano alla loro casa sull’albero. Si erano allenati duramente e giorno dopo giorno diventavano più forti.
Ace si fermò, aveva visto qualcosa muoversi tra gli alberi. Si avvicinò ad un cespuglio e scostò le grandi foglie, ma ciò che vide fu solamente un piccolo cagnolino color caffè che scappò immediatamente.

“Prendiamolo!” – esordì Luffy correndo dietro all’animale
“Lascia perdere!” gridò Ace colpendolo con il suo tubo di ferro
“Non vorrete ricominciare a litigare!”
“No Sabo ho voluto fermare questo idiota” 
“Perché volevo solo acchiapparlo!”
“Taci e continua a camminare”
Non era quel cane che Ace aveva visto, e il non sapere di cosa si trattasse lo rendeva nervoso.
Arrivati a casa mangiarono ciò che era avanzato dalla sera precedente.
“Ho ancora fame” disse Luffy, dopo aver divorato la sua parte
“Domani andremo a caccia e ci procureremo altro cibo” cercò di consolarlo Sabo.
 
Ma luffy era sempre affamato, così allungò il braccio e rubò dal piatto di Ace che non gradì il gesto e si avventò sul fratellino
 “Ridammelo subito, idiota!” esplose il ragazzo, mentre Sabo cercava, inutilmente, di dividerli.
Ma luffy ingoiò in un sol boccone quel gigantesco pezzo di carne. Silenzio.
“Ora sei morto!” Ci volle una bella mezzora prima che i tre cadessero a terra sfiniti
“Ringrazia che sono stanco, altrimenti ti facevo secco!”
“Ace Luffy con voi è sempre n divertimento!”  rise di gusto Sabo
“Io ho … ancora … fa … zzz”.

Ace e Sabo guardarono il fratellino, era crollato dal sonno, forse la scazzottata lo aveva messo k.o. definitivamente. Si guardarono e risero.
All’improvviso si aggiunse una terza risata, non sembrava neanche umana,il sangue gli si gelò nelle vene, i brividi li percorsero lungo tutto il corpo, si voltarono appena in tempo per vedere un’ombra prendere il volo e allontanarsi nell’oscurità continuando a ridere.
 Ace si ricordò dell’ombra vista nel pomeriggio tra gli alberi e lo raccontò al fratello. I due ragazzi decisero che avrebbero fatto dei turni di guardia quella notte.
Il primo turno spettò a Sabo, poi toccò ad Ace che si sedette fuori dalla porta e scrutando la foresta immersa nell’oscurità pronto a scorgere anche il minimo movimento. Ma a parte qualche silenzioso animale notturno, non scorse strane presenze.
Passarono le ore e il sonno iniziò a prendere il sopravvento sul ragazzo dai capelli neri. Udì un canto, una voce melodiosa che intonava parole tristi, di solitudine e paura.

“Nella notte oscura, non c’è via sicura
Viaggiatore solitario, senza un posto in cui tornare …”

Senza pensarci due volte saltò giù dall’albero e dimenticandosi della stanchezza corse verso quella voce.

“… senza nessuno da amare.
Gemono le stelle, provando pena per te …”

Ace attraversò la foresta giungendo in riva al mare, un’esile figura dai lunghi capelli castani guardava il mare tenendo le mani unite come se stesse pregando. La figura interruppe il suo canto e lentamente si voltò verso di lui i capelli lisci e il vestitino bianco ondeggiavano al soffio della leggera brezza marina.
Nei suoi profondi occhi castani Ace si perse, erano occhi malinconici, ma sembrava che un mare in tempesta fosse rinchiuso in quello sguardo.
Una bambina che non avrà avuto più di nove anni fece una riverenza e con un sorriso che emanava una dolcezza mai vista dal ragazzino, che arrossi, si presentò:

“Mi chiamo Sorako felice di conoscerti … Ace giusto?”
“Come sai il mio nome?”
“Me la detto lui” disse la piccola indicando qualcosa alle spalle di Ace.
Nel voltarsi vide un’ombra che gli piombò addosso, urlò  e cadde a terra.

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Angolo di Hana
Ciao a tutti, sono nuova e questa è una storia che da tempo mi frulla per la testa.
Non mi reputo una scrittrice, ma inveto storie da quando riesco a ricordarmi, ed
essendo One Piece il mio manga/anime preferito, continuo a sfornare storie ambientate 
in questo mondo. Spero che piacciano a qualcuno e soprattutto che più persone 
possibile lascino un commento e mi diano dei consigli.
Questo è il primo capitolo, buona lettura.

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Capitolo 2
*** Nuovi arrivi ***


CAP. 2 – Nuovi arrivi

Ace arrossì mentre Sorako lo aiutava ad alzarsi, come aveva potuto spaventarsi per quel piccolo cagnolino?

“Ace  anche io mi sarei spaventata, è notte e molte cose ci sembrano più grandi e spaventose di ciò che in realtà sono” cercò di consolarlo la bambina, cercando di consolare Ace che non riusciva neanche a guardarla in faccia, tanto si vergognava della sua reazione.

“E tu …” ora parlava con il cane “… ti sembra il modo di fare? Piombare così sulle persone?”

“Scusa - arf” abbaiò il cucciolo rivolgendosi ad Ace.

Ace si pietrificò, quel cane aveva appena parlato.

“Quello parla!” urlò Luffy sbucando da un cespuglio, mentre tante stelline luccicavano intorno al suo viso.

“Q-quello parla!?” l’incredulità di Sabo gliela si leggeva in faccia.

“Si – arf, mi chiamo Sesamo” il cane fece un inchino con la testa “Sono un Machigai dell’isola di … ”

Prima che potesse finire la sua presentazione Luffy gli fu addosso  “Preso!” esclamò levando in alto il povero animale come fosse un trofeo “E’ quel cane che abbiamo visto tra i cespugli”.

In un attimo fu il caos, il povero animale si dimenava urlando “Lasciami immediatamente – arf!”

“Bambino potresti … gentilmente … lasciarlo?” Sorako era palesemente impressionata da tanta vivacità e non sapeva come bloccare Luffy, che continuava a saltellare con il cucciolo stretto nelle mani.

Intervenne Ace, vedendo Sorako  in difficoltà “Luffy lascia quel povero cane”.

Intanto il cielo iniziava ad illuminarsi e le stelle una ad una si spegnevano

Un battito d’ali, una risata e il gelo calò “Ti … ho … trovataaa!”.

Tutti improvvisamente si fermarono, Sorako strinse le braccia contro il petto e cadde in ginocchio, Sesamo libero dalle grinfie di Luffy corse dall’amica e si mise davanti a lei, pronto a proteggerla .

“Questa volta no! Non permetterò più a nessuno di farti soffrire – arf”

“Se lui mi ha trovato, presto arriverà anche il suo padrone … mi troverà, e mi porterà via … ancora …”

“Guardate la!” Sabo indicò un’ombra che dalla foresta si avvicinava velocemente. Ace non ci pensò due volte, afferrò Sorako per un braccio e si mise a correre “Via, tutti via!”. I ragazzi scapparono nella foresta.

“Ace potevamo combatterlo, io te e Sabo saremmo riusciti a sconfiggerlo … qualunque cosa esso fosse”

“No, contro di lui non si può niente, gli basta guardarti negli occhi e sei perso, ti ha in pugno. Non è possibile sfuggirgli” la bambina era sicura di quello che diceva, e questo spinse il resto della compagnia a correre più veloce. Più nessuno li seguiva, si nascosero dietro dei cespugli e rimasero in attesa. Vedendo che dopo qualche minuto continuava a non succedere niente, Luffy ormai annoiato uscì allo scoperto.

“Dai ragazzi non c’è nien…”

“Ahahahahah!” qualcosa, urlando, si fiondò addosso a Luffy che fu scaraventato qualche metro più avanti.

“Lascia stare So-chan, mocciosetto”

“Verrai scuoiato se la tocchi”  

“Eh? Sorellona che dici?”

Gli altri uscirono dal loro nascondiglio e ciò che videro fu anche divertente. Luffy era steso a terra con due bambine di quattro anni sedute su di lui. La prima gli tirava le guance ed aveva le i piedi ben piantati a terra vicino al collo di Luffy. Era vestita con una gonna fatta di lunghe piume verdi, una magliettina dello stesso colore della gonna, corta abbastanza da lasciarle la pancia scoperta e un foulard rosso intorno al collo. Aveva i capelli neri ricci e molto lunghi, che da seduta arrivavano al terreno portava una fascia bianca decorata con piume e perline verdi e azzurre, mentre gli occhi erano di un azzurro intenso, come il cielo terso.

L’altra bambina, aveva le ginocchia che premevano sulla pancia della loro povera vittima e picchiettava le mani sulle spalle della sorella. Portava dei pantaloni, sempre verdi, con una cintura da cui pendevano piume azzurre, che formavano una gonnellina più corta davanti e lunga fino a terra dietro. Invece di una maglietta, aveva una fascia intorno al petto verde anch’essa, lo stesso foulard rosso, mentre i capelli corvini erano raccolti in un piccolo codino, e una ciocca di capelli intrecciata finemente le cadeva sull’occhio destro. A differenza dell’altra aveva occhi neri e profondi come il buio della notte.

“Silly, Simphony che ci fate qui?”

“Sorako le conosci?” chiesero Ace e Sabo, ridacchiando per il trattamento riservato al fratellino.

“Si,purtroppo” la bambina si portò una mano sulla fronte  

“Credevo che fossero rimaste a casa – arf” guaì il cane.

“Purtroppo no Sesamo … fermatevi subito, lasciatelo stare, non voleva farmi del male!”

Le due si bloccarono e si voltarono verso Sorako “So-chan” esclamarono in coro “Stai bene!” lasciarono il povero Luffy e si catapultarono, letteralmente, addosso alla ragazzina che cadde a terra.

Dopo qualche minuto di gioiosi pianti e balletti in onore dell’amica, le due bambine si fermarono. Chiesero scusa a Luffy ed agli altri per il loro comportamento e si presentarono.

“Io sono Silly, capo del duo …” non fece in tempo a finire la frase, perché la sorella le diede un pugno in testa “E no! Sono la più grande e sono io il capo”. Si scambiarono brevi sguardi rabbiosi e alla fine si attaccarono.

Mentre le due si azzuffavano Sorako, dopo un sospiro di rassegnazione, si rivolse ai ragazzi “Sono due mie amiche, veniamo dalla stessa isola e non sono bambine normali”

“Questo lo vedo” esclamò Ace

“No, il fatto è che …” un breve lampo verde interruppe Sorako; dove prima Silly e Simphony si stavano azzuffando erano comparsi due piccoli pappagallini che continuavano a lottare fra di loro.

 

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Angolo di Hana

Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo, spero possa piacervi. Sono entrati due nuovi personaggi, nel prossimo capitolo si dirà qualcosa in più su Sorako e la sua compagnia.

Intanto fatemi sapere cosa ne pensate, a presto.

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Capitolo 3
*** Amicizia ***


CAP. 3 – Amicizia

“Effole-apf” esordì Sesamo, mentre i due pappagallini erano intrappolati nella sua bocca, intanto Sorako scrutava il cielo.

“Qualcosa non va?” domandò Ace

“E come se lui fosse sparito, non capisco” Sorako era turbata, chi le dava la caccia era misteriosamente sparito.

“Meglio così, no?” la bambina si voltò verso Ace che le stava sorridendo, lei ricambiò con il suo dolce sorriso “Si”.

 Ad un tratto le fragorose risate di Luffy e Sabo interruppero quel momento. I pappagallini si erano liberati e avevano attaccato Sesamo, il povero cagnolino continuava a correre, mentre le due bestioline lo beccavano dappertutto.

“Silly, Simphony fermatevi!” Sorako riuscì a salvare il suo amico da quel tormento “Non riuscite proprio ad essere meno attaccabrighe?” i pappagallini si appoggiarono sulle spalle dell’amica e strofinarono teneramente le testoline contro le sue guance.

“Sono Figlie del Fuoco – arf, senza cervello dal pugno facile” Silly e Simphony gurdarono il cane con occhi rossi fuoco ed attaccarono.

“Basta!” Sorako era disperata.

Il gruppo si incamminò, con i tre animali legati ad un ramo portato a spalle da Ace e Sabo.

“Se non avete un posto dove stare, potete rimanere con noi” disse Luffy prendendo per mano la nuova amica, non sapeva perché, ma quella ragazzina gli ispirava fiducia.

“Non vorrei essere di disturbo.”

“Figurati nessun disturbo!” urlò Ace, rosso in volto e con la voce strozzata dall’emozione.

“Visto che loro sono d’accordo, va bene anche per me, benvenuta!” Sabo indicò alla bambina la casa sull’albero, la loro casa.

Luffy bombardò di domande Sorako, voleva saperne di più sui suoi amici, ma anche gli altri erano incuriositi.

“Silly e Simphony sono esseri umani come noi, ma sono figlie di criminali, spietati assassini che sono fuggiti lasciandole da sole”. Il volto della bambina si fece grave.

“Nel mio paese vigono leggi assurde e crudeli, una di queste rende responsabili i discendenti di criminali delle malefatte dei loro avi, in origine se un criminale condannato a morte scappava, se aveva figli erano loro ad essere uccisi, ma con gli anni le pene furono attenuate. C’è un uomo al servizio del nostro Imperatore che è in grado di trasformare gli esseri umani in animali, a poco a poco le persone perdono la coscienza e i ricordi di essere stati umani” Sorako strinse i pugni “Così quando i loro genitori fuggirono, le mie amiche furono trasformate”

“Quindi anche loro sono condannate a diventare animali permanentemente?” chiese Sabo.

“Al mondo ci sono uomini malvagi, ma anche tanta gente buona e in gamba. Uno di questi riuscì a cambiare il loro maleficio, permettendo anche a loro di continuare ad essere bambine, anche se solo di notte”

 

“Lui invece?” chiese Luffy sollevando Sesamo.

“Luffy! Mettilo giù!”

“Ace tranquillo – arf” Sorako e Sabo sorrisero

“Lui è un Machigai, sono animali diversi da quelli a cui siamo abituati. Vivono gli stessi anni di noi esseri umani e sanno parlare. A volte, i cani in particolare, si legano ad un umano per tutta la vita, come me e Sesamo” il cagnolino fece un balzo nel grembo della sua amica che lo accarezzò.

Un brontolio si impose prepotentemente sopra ogni rumore. Luffy aveva fame e si decise per una battuta di caccia.

 

Ace rimaneva vicino a Sorako, con la scusa di proteggerla se fosse arrivato qualche animale feroce, la bambina era sicura di potersela cavare da sola, ma le sembrava scortese rifiutare l’aiuto di un amico e poi le piaceva la compagnia di Ace.

Procedettero molto lentamente e parlando Sorako scoprì che i tre erano fratelli, anche se non di sangue. Sabo era figlio di nobili, ma era scappato perché non li piaceva quella vita; Ace disse di essere figlio di un pirata, ma non aggiunse dettagli; mentre Luffy parlò di un pirata di nome Shanks che li aveva salvato la vita e regalato il cappello che portava e che voleva diventare il re dei pirati. Sorako spiegò che anche lei aveva due fratelli più grandi di lei, ma per lei era come avere due fratellini piccoli, visto che spesso riparava i loro guai.

“Sono qui anche loro?”chiese ingenuamente Luffy. Ancora una volta Sorako guardò il cielo.

“No…” disse sospirando “… eravamo inseguiti dalla stessa persona, per salvarli sono rimasta indietro e lui mi ha portata via”

“Chi è che ti insegue?” domandò Ace con l’espressione corrucciata.

Un grugnito squarciò la calma della foresta e apparve un gigantesco cinghiale, sbuffava pesantemente ed i suoi occhi avevano il colore del sangue. Iniziò a correre verso i bambini; Ace, Luffy e Sabo gli corsero incontro, decisi a batterlo e farne la loro cena. Improvvisamente una grossa pietra volò sopra di loro per atterrare sull’animale.

“Sorako, sei migliorata tantissimo - arf”

Era stata proprio la bambina a scagliare quella pietra, e con pochi gesti decisi delle mani, rimosse la pietra dalla carcassa del cinghiale, rimanendo ferma dove era rimasta al momento della comparsa dell’animale.

Ace e Sabo erano stupiti, mentre Luffy le corse incontro e si piantò davanti a lei.

“Anche tu hai i poteri dei frutti?” domandò entusiasta il piccolo, mentre tante stelline luccicavano intorno al suo viso.

“Cosa?”

 

Dopo una breve spiegazione e dimostrazione dei poteri di Luffy, che spaventarono a morte Sesamo e impressionarono Sorako, la piccola gli spiegò che lei non aveva mai sentito parlare dei frutti del diavolo e che questi poteri erano con lei sin dalla nascita.

“Nel regno dal quale provengo ci sono persone che hanno poteri particolari, legati ai quattro elementi naturali: acqua, fuoco, aria e terra” detto questo colpì con un pugno il terreno, quattro pietre fuoriuscirono dalla terra e prima che potessero ricadere le fermò stendendo semplicemente il braccio, con il pugno serrato. Aprì il palmo e con una serie di movimenti delle braccia, aggraziati ma alla stesso tempo decisi, fece volare le pietre sopra le loro teste prima di scaraventarle di nuovo a terra.

“Però nella mia famiglia sono l’unica a possedere questo potere, sono una dominatrice della terra”

 

Quella sera mangiarono una cenetta deliziosa, preparata dalle abili mani di Sorako sotto l’occhio vigile di Sesamo, che conosceva il modo migliore per cucinare il cinghiale. Ace guardò la ragazzina preparare la cena rapito dalla sua delicatezza, ma confuso allo stesso tempo, come poteva una bambina così delicata nell’aspetto e nei modi, avere un potere del genere?

Appena il sole tramontò, Silly e Simphony tornarono normali e si misero a mangiare insieme ai loro amici.

“Ah! So-chan, la sera in cui gli abbiamo incontrati” disse Silly indicano i tre bambini “hai sentito qualcosa di strano … tipo una risata?”

“Si quella di Creepy”

“Evvai”dissero in coro le due sorelline, dandosi il cinque. Sorako e tutti gli altri erano perplessi.

“Finalmente siamo riuscite ad imitarla, erano settimane che ci esercitavamo” le due pensavano di aver compiuto un’impresa straordinaria.

“Eravate voi – arf?!” Sesamo era stravolto.

Mentre Sorako era al settimo cielo “Volete dire che non sanno dove ci troviamo? Eravate veramente voi?”

“Si! Quel cretino non ci ha neanche visto scendere dalla nave, tanto dormiva profondamente”  disse Simphony, battendosi il pugno sul petto “Il nostro piano di fuga è riuscito perfettamente!”

Sorako corse sul ciglio della porta e urlò con tutto il fiato che aveva in corpo

“Ce l’abbiamo fatta, torniamo a casa!”

“Hai davvero tanta voglia di andare?” chiese Ace con aria un po’ sconsolata.

“Si, perché ho un sogno” si voltò verso i suoi amici, lacrime di gioia le rigavano il volto “Voglio liberare il mio paese dalla tirannia, voglio cacciare la marina dalla mia terra, voglio che nessun dominatore debba  nascondersi, io … io, voglio salvare il Regno di Gorinto e tutti i suoi abitanti!”

Ace prese le mani di Sorako e le strinse nelle sue “Ce la farai sicuramente!” era tutto rosso in volto, la bambina lo abbracciò “Grazie Ace”

“Quando saremo grandi e andremo per mare, verremo a trovarti e ci potrai raccontare le tue avventure” disse Sabo avvicinandosi ai due “Tutti noi abbiamo dei sogni e ci impegneremo a realizzarli!”

“Io diventerò il re dei pirati!” urlò Luffy preso dall’emozione.

 

Quando tutti ormai dormivano, Sorako si diresse sulla spiaggia dove aveva incontrato Ace, soffiava una leggera brezza dal mare che le faceva ondeggiare i capelli.

 

“ … la guerra imperversa, la morte ti segue

Cammini, cammini, ti nascondi

Hai paura, vuoi solo rivederla …”

 

Cantò, ma poi si mise semplicemente a fissare il mare.

Sentì dei passi alle sue spalle e si girò, era Ace.

“Che fai?” le disse sorridendo.

“Sai anche mio papà è un pirata, mi diceva che quando volevo sentirlo vicino dovevo guardare il mare, lui è lì e pensa sempre a me, ai miei fratelli e alla mamma; per me è importante”

Ace le si avvicinò e le mise un braccio intorno alle spalle, sfiorò così i suoi capelli che scivolarono via dolcemente. Rimasero così per un po’.

“Sai Ace …” si guardarono negli occhi “… mi sento bene quando ci sei tu …” il ragazzo arrossì “… era tanto tempo che non mi sentivo così e …” non fece in tempo a finire la frase che Ace la strinse a se.

“Anche io sto bene con te … Sorako … le nostre strade un giorno si divideranno, e quando sarai triste e ti sentirai sola guarda il mare, io farò lo stesso e i nostri sguardi in qualche modo si incontreranno”

Quelle parole arrivarono al cuore della bambina.

Insieme tornarono dagli altri, mano nella mano.

 

“So- chan corri!”

“Non ce la faccio più” sangue bagnava le gambe della bambina.

“Andate avanti io cerco di rallentarlo”

“Non se ne parla neanche!” urlarono in coro i due ragazzi. Una cannonata esplose non molto lontano da loro.

“le navi della Marina sono arrivate, raderanno al suolo tutto, presto” detto questo prese la sorella in braccio e iniziò a correre.

“Ragazzi!”

“Finalmente sei arrivato”

“Cos’è successo a So-chan?”

“L’ha colpita alle gambe, non riesce a correre”

Davanti ai ragazzi piombò un uomo “Eccovi finalmente, poche storie venite con me”

 

“Mai!” Sorako si mise in piedi “Potrai anche portare via me, ma loro rimangono qui!”

La terra cominciò a tremare.

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Angolo di Hana

Ciao, come promesso qualche spiegazione in più su Sorako e compagnia. Machigai  in giapponese significa errore, infatti un cane non dovrebbe parlare, ho inserito un elemento sconosciuto in One Piece, il dominio degli elementi e più avanti parlerò anche del Regno di Gorinto. La parte in corsivo è un flashback di Sorako con i suoi fratelli.

Fatemi sapere che ne pensate. Al prossimo capitolo.

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Capitolo 4
*** Il male ***


Cap. 4 - Il male

I giorni seguenti trascorsero tranquilli per i ragazzi, si allenavano duramente e rimanevano sempre più impressionati dai poteri di Sorako che dimostrava una forza strepitosa.

Ace era il più affascinato, c’era qualcosa che lo legava profondamente alla ragazza, ma non aveva idea di cosa si trattasse.

Anche Sesamo si dimostrò abile nella lotta, spiegò che la sua è una famiglia di guerrieri e lui ne andava fiero.

 

Un giorno si decise per una visita in città. Si divertirono un mondo e i tre ragazzi portarono Sorako a mangiare nei ristoranti che preferivano e poi scappavano a gambe levate.

“Fermatevi, mocciosi, aspettate che vi metta le mani addosso, ve la faccio pagare”

“Ragazzi, perché siamo entrati lì se non avevate i soldi per pagare?”

“Pagare? Chi a detto che volevamo pagare?” dissero in coro i tre.

Si fermarono in un vicolo appena furono sicuri che nessuno li seguisse, Sesamo e Sorako erano un po’ sconvolti, non avevano mai fatto una cosa del genere, si guardarono e scoppiarono a ridere.

Ace prese per mano Sorako “Andiamo ci sono ancora tanti posti da vedere”

Qualche ora e tante marachelle dopo, erano seduti vicino al porto, guardavano il mare sognando il giorno in cui avrebbero preso il largo.

“Dov’è finito Sesamo?” domandò Luffy a Sorako

“Ha visto una libreria venendo verso il porto, credo sia tornato li”

“Lui sa leggere?”

“Certo Luffy, tutti i Machigai sanno leggere” rispose la bambina, come se fosse la cosa più normale del mondo.

“Sorako - arf!” Sesamo correva verso di loro visibilmente preoccupato “Corri! Scappa - arf!” non fece in tempo a dire altro che un grosso uccellaccio nero gli fu addosso, il piccolo cagnolino lottava contro quel grosso animale con tutte le sue forze.

“Fermati! Non fargli del male!” implorò la bambina.

Sesamo venne schiacciato dalla grande zampa di quell’uccello che esordì con una risata raccapricciante, la stessa che imitavano Silly e Simphony.

“Che fortuna, siamo appena attraccati e già vi abbiamo trovati, non eravamo neanche sicuri che foste su quest’isola, che fortuna, che fortuna”

“Sorako, ragazzi, scappate – arf, Ace porta via Sorako”

“Sesamo non possiamo abbandonarti!” Ace, Luffy e Sabo erano pronti a combattere.

“Ragazzi – arf!” il cagnolino era infuriato “Fate come vi dico, se lui la prende, Sorako sarà condannata ad una vita infelice, ha già sofferto abbastanza, Ko – chan scappa – arf” il povero animale era in lacrime, anche la bambina aveva gli occhi umidi.

“Vuoi davvero che fugga … amico mio non posso lasciarti!”

“Ace, portala via, io me la caverò!”

Il ragazzo non se lo lasciò ripetere due volte e afferrò il braccio della bambina, ma lei non ne voleva sapere di abbandonare un amico.

“Sesamo è un grande guerriero, vedrai che presto tornerà da noi”

Mentre scappavano Sorako pensava a come il piccolo cagnolino l’aveva chiamata, Ko – chan, era tanto tempo che non veniva chiamata così, dall’ultima volta che vide suo padre. Le lacrime tornarono a rigarle il volto.

 

I ragazzi corsero fino al Grey Terminal, qui Ace si fermò improvvisamente.

“Luffy, tu e Sorako tornate a casa, io e Sabo andiamo a cercare Sesamo”

La bambina protestò, non voleva che i suoi amici andassero da soli con il rischio di incontrare i suoi inseguitori.

“Non voglio che a causa mia vi succeda qualcosa!”

“Staremo attenti, non ti preoccupare” Sabo cercò di rassicurarla.

“Torneremo presto”

Ace lasciò la mano di Sorako e si allontanò insieme al fratello, la piccola sentì una stretta al cuore, sperava che non succedesse niente.

Luffy prese la mano di Sorako e insieme si allontanarono verso la foresta.

Sentirono dei cinguettii acuti sopra di loro, Silly e Simphony arrivarono in picchiata e cominciarono a volteggiare freneticamente sopra l’amica, poi con i loro becchi afferrarono i lembi della sua gonna e cominciarono a tirare, come se volessero portarla via.

“Cosa vi prende?” domandò la bambina.

Non si accorsero che qualcuno stava arrivando alle loro spalle, l’uomo afferrò Sorako per il vestito e la sollevò, la bambina, già chiara di carnagione, diventò ancora più pallida quando senti quella voce.

“Pensavi di scappare? Per fortuna che Craig ha trovato subito quel tuo pedante cane, mi date solo noie voi due”

Era un uomo alto e nerboruto, capelli grigi corti, diverse rughe ed una cicatrice segnava in suo occhio destro. Indossava pantaloni e scarpe bianche, una canottiera blu e portava una spada alla cintura. Mise uno strano bracciale alla bambina che si divincolava, cercando di far allentare la presa all’uomo.

“Lasciala subito!” Luffy era rosso di rabbia.

“Tu cosa vuoi?” l’uomo si girò verso il bambino ed estrasse la spada.

“Nonno fermati! È il nipote di Garp!”

La spada si fermò sopra la testa del bambino, e il suo proprietario guardò dritto negli occhi quella bambina che tra le lacrime lo implorava di non far del male al suo amico.

“Non fai più la sfrontata con quel bracciale?” un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto “Dici che lui è il nipote di Garp, mi prendi in giro ragazzina?”

“No, si chiama Monkey D. Luffy”

“Si, Garp è mio nonno, ma cosa c’entra?”

“Tuo nonno mi ha aiutato diverse volte quando ero soltanto un capitano della Marina, non lo sopporto, ma per quello che ha fatto per me in passato non posso fare del male a suo nipote”

Ritirò la spada e si voltò verso la città.

“Tu, vecchio, lascia Sorako” Luffy saltò al braccio dell’uomo nel tentativo di liberare l’amica, ma il marine con uno strattone lo fece cadere a terra. Il piccolo stava per riattaccare, ma Sorako lo implorò di non farlo.

“Luffy fermo, ti prego!” il ragazzino si fermò “Ti prego, vado con lui perché non ti faccia del male”

“Reagisci Sorako, sei sicuramente più forte di lui!”

La piccola guardò il bracciale che portava al polso “No Luffy, non posso, addio”

L’uomo e Sorako si allontanarono, lasciando il bambino sul limitare della foresta.

 

Ace e Sabo arrivarono nel luogo dove avevano lasciato l’amico, un uomo stava parlando con l’uccellaccio che gli indicò la strada per la quale i bambini erano scappati e l’uomo si diresse in quella direzione, passò vicino a dove i due ragazzi erano nascosti, aveva una cicatrice sull’occhio destro e uno sguardo crudele.

Quando furono sicuri che quell’uomo non fosse più nei paraggi, uscirono dal loro nascondiglio e corsero verso Sesamo ed il suo aguzzino.

Il volatile non fece in tempo a voltarsi che i due ragazzi li furono addosso, starnazzava e con i suoi artigli combatteva, cercando di levarsi i ragazzi di dosso.

“Mocciosi … ve ne pentirete!”

“Adesso no fai più lo spaccone, eh Craig – arf?”

Sesamo finalmente libero si prendeva gioco del pennuto che, legato come un salame, si dimenava violentemente.

“Forza ora torniamo dagli altri – arf!” i due annuirono.

“Sesamo chi era quell’uomo?” domandò Ace.

“Si chiama Sean O’Connor, è un ammiraglio della marina, nonché il nonno di Sorako – arf”

“Cosa?” esclamarono in coro i ragazzi.

“Non ve ne abbiamo parlato perché credevamo che non ci potesse scoprire su quest’isola, è un uomo spietato, separò Sorako ed i suoi fratelli dalla madre, voleva portare con se i nipoti, voleva trasformarli in marine, solo per ripicca verso loro padre che è un pirata - arf”

Sesamo era nervoso, raccontare questa storia lo riempiva di rabbia.

“Il padre si Sorako è una brava persona, ma quell’uomo lo odia,vuole separarlo per sempre da i suoi figli, sapendo che questo gli spezzerebbe il cuore – arf”

“Dobbiamo tornare da loro” Ace iniziò a correre più velocemente, voleva rivedere il sorriso di Sorako.

 

Più tardi, quando il sole iniziava a scomparire oltre l’orizzonte, Ace, Sabo e Sesamo erano di ritorno. Arrivarono alla fine del Grey Terminal, trovarono Luffy con il volto rigato dalle lacrime e Sorako non era con lui.

“Ace … Sabo … l’ha portata via” singhiozzò il piccolo.

“No!” urlò Ace e subito dopo si voltò ed iniziò a correre verso la città, ma Sesamo gli si parò davanti.

“Ace, no, se lei non ha reagito un motivo ci sarà – arf”

“Levati!”

I due cominciarono a lottare, Ace che voleva a tutti i costi tornare in città e Sesamo che cercava di fermarlo. Nella foga della corsa, Ace inciampò, piangeva e sussurrava il nome di Sorako.

Sesamo si sedette davanti al bambino.

“Probabilmente gli ha messo un bracciale di Sebara, è fatto di un materiale speciale che annulla i poteri dei dominatori ed è difficilissimo da togliere – arf”

“Una ragione in più per andarla a salvare!”

“No! Conoscendola so per certo che lo ha fatto per proteggere Luffy, troverà il modo di scappare – arf”

Ace era furioso, ma confidava nelle parole dell’amico, avrebbe presto rivisto Sorako.

“Ora torniamo nella foresta, Silly e Simphony sono sicuramente in città, staranno tenendo d’occhio Sorako per aiutarla non appena avranno occasione, domani torneremo in città, si aspetta sicuramente una mia azione quel vecchio … ma voglio essere cauto, penserò ad un buon piano è meglio riposare per essere pronti domani mattina”

Tornarono da Sabo e Luffy che nel frattempo si era calmato, spiegarono cosa avevano deciso e tornarono a casa.

Quella notte Ace proprio non riuscì a prendere sonno, sentiva che Sorako stava male.

 

L’ammiraglio aveva portato la bambina sulla sua nave, la chiuse nella cabina insieme a lui.

“Credevi di riuscire a sfuggirmi?” la colpì violentemente con un pugno.

“Mi dai solo grane, come tuo padre” la afferrò per i capelli e la sollevò, poi la scaraventò contro il tavolo al centro della stanza, la piccola batté la testa e si ferì.

Non contento, le diede una serie di schiaffi, Sorako cercò di pararsi con le mani, ma questo suo gesto non fece che peggiorare le cose, l’uomo la afferrò per le spalle e la scosse violentemente, infine la sbatté di nuovo a terra.

“Ora capisco … la differenza …” disse Sorako con un filo di voce e lui la fissava “… mia mamma non è pazza … sei tu il pazzo … la pazzia non è voler salvare i propri figli …” l’uomo si alzò in piedi alterato “ … la pazzia sei tu!”

L’uomo diede un calcio alla piccola, che sputò sangue.

 

Ace avvertì un brivido, iniziò a sudare e tremare.

“Sorako … Sorako … Sorako …” continuava a sussurrare il suo nome.

 

La piccola chiuse gli occhi.

 

“SORAKO!” 

 

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Angolo di Hana 

Ciao ecco un altro capitolo, con note molto forti rispetto ai precedenti. Ho modificato il rating, per via della scena in cui il nonno la picchia, se devo modificarlo ulteriormente fatemelo sapere, non sono molto esperta anche se ho letto le indicazioni del sito. La parte in grassetto si riferisce a prima che Sorako venisse catturata da suo nonno. Volevo scusarmi con veve99, ho riguardato la scaletta e mi sono accorta che il punto di cui le ho parlato è più avanti. Chiedo venia, per farmi perdonare ecco un regalo. Al prossimo capitolo.

 

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Capitolo 5
*** A presto Sabo ***


CAP. 5 – A presto Sabo

Nella casa sull’albero tutti si svegliarono di soprassalto, Ace era pallido in volto e tremava; Sesamo si avvicinò e li mise la zampa sulla mano sinistra.

“È tutto apposto, dormi tranquillo” all’istante Ace si calmò e tornarono tutti a dormire, quasi colti da un incantesimo.

Il cagnolino si allontanò dai tre ragazzi, che ora dormivano pacificamente, e si mise a fissare il cielo, pensava a casa, pensava a Sorako e a ciò che quell’uomo le stava facendo passare ed al legame tra Ace e la sua amica.

“Possibile che siano uniti così profondamente?... ” pensava Sesamo nella note silenziosa.

 

-----------

 

“So-chan? …” le due bambine cercavano di rianimare la piccola “… ti prego So-chan, non ci lasciare” Silly piangeva e singhiozzava.

“Ti prego amica mia, svegliati” Simphony, in ginocchio, teneva il capo dell’amica sulle gambe e piangeva. Avevano visto l’intera scena dallo spiraglio lasciato dalla porta socchiusa e appena il vecchio uscì, si intrufolarono nella stanza. Avevano pulito il volto dell’amica da sangue e avevano cercato di farle bere un po’ d’acqua, ma lei non reagiva.

La porta era aperta, lui era sicuro che non sarebbe scappata, ma nessuno vietava a loro di portarla fuori. Simphony, la più forte delle due, si caricò l’amica sulla schiena e mandò avanti la sorella per vedere se la via era libera.

Arrivarono sul ponte della nave, erano sicure che ce l’avrebbero fatta.

“Ve ne andate così presto? ” una risata inquietante echeggiò nell’aria, ed un’ombra le attaccò.

Sorako cadde dalla schiena di Simphony e le bambine finirono tutte e tre per terra a causa dell’urto con l’animale. Craig tornò alla carica ed afferrò Silly con gli artigli.

“Sorellina!”

Il loro avversario si appoggio con una zampa sul bordo della nave e con l’altra teneva stretta la piccola.

“Sean mi ha detto che Sorako non la devo toccare, ma di voi non gli interessa niente, potete anche morire per lui e qui entro in gioco io mocciose …” rise aspramente e strinse ancora di più la bambina, che spasimava dal dolore.

Si udì un colpo di pistola ed il volatile cadde sul ponte della nave, permettendo a Silly di liberarsi.

La bambina guardò la sorella, poco distante da lei, aveva una pistola in mano, presa dalla cabina dove si trovava Sorako. Lasciò cadere l’arma e cadde sulle ginocchia, si strofinava gli occhi pieni di lacrime.

“Non sono come i miei genitori, non sono un’assassina”

“No non lo sei” Sorako abbracciò la piccola amica che si strinse a lei.

“Ora andiamo, qualcuno ci avrà sicuramente sentito”

 

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Il giorno dopo di buon mattino si avviarono tutti al Grey Terminal, stavano discutendo per decidere cosa fare, ogni idea dei ragazzi era scartata da Sesamo che sapeva benissimo non avrebbero funzionato contro i loro nemici.

All’improvviso furono circondati dagli uomini di Bluejam, poco Ace e Luffy avrebbero visto il loro amato fratello allontanarsi, per non fare mai più ritorno.

Sesamo rimase accanto ai due ragazzi, ma Ace sapeva che Sabo se la sarebbe cavata e mandò via il cagnolino, ora loro erano prigionieri del criminale, ma lui aveva ancora qualche chance di salvare la loro amica. Il cagnolino li guardò un’ultima volta prima di incamminarsi verso la porta della città.

 

-----------

 

Sorako era nascosta in un vicolo, aveva dolori dappertutto, aspettava le sue due amiche che erano in ricognizione sulla strada che dal porto arriva al Grey Terminal. Tornarono velocemente dall’amica e si nascosero in un angolo buio, non era prudente muoversi con la luce del giorno e Sorako non stava ancora bene.

Improvvisamente ebbe l’istinto di voltarsi a guardare, vide Sabo, ma con lui c’era un uomo che non conosceva e non volle andargli incontro.

Qualche minuto dopo arrivò Sesamo.

“Ho visto Sabo, dove sono Luffy ed Ace?” la bambina non capiva cosa stava succedendo.

Sesamo raccontò tutto all’amica e poi le chiese di fargli vedere il bracciale, il cagnolino appoggiò la zampa sul bracciale che subito si dissolse nell’aria. La piccola si sentì subito meglio, certo i dolori delle botte si facevano ancora sentire, ma ora riusciva a sopportarli.

“Cosa ti ha fatto – arf”

“No importa, ora che non sono più sotto l’influenza del bracciale guarirò più velocemente”

“Si, ma staremo fermi fino a domani sera, potrò così curarti, troviamo un posto sicuro e aspettiamo”

 

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Ace posò una delle casse nel luogo indicatoli dal pirata, poi guardò le mura della città. Prima aveva perso Sorako e, appena ieri, altri due amici; si voltò e vide il fratellino, non voleva perdere anche lui.

 

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Era calata la notte da un pezzo, Sorako e compagnia si aggiravano per i vicoli della città mentre un bagliore rosso si accese oltre le mura.

“Proviene dal Grey Terminal – arf”

“Abbiamo sentito delle esplosioni poco fa” trillarono in coro Silly e Simphony.

Sorako si fermò e appoggiò una mano sul terreno.

“Stai bene – arf?”

“Si non ti preoccupare, sei il miglior curatore del nostro arcipelago, no? … è solo che, sento la paura degli abitanti del Grey Terminal e l’indifferenza degli abitanti di questa città” strinse una manciata di terra “Ace e Luffy non possono muoversi, ma Sabo è in giro per la città, troviamolo velocemente e torniamo dagli altri”

Grazie ai poteri di Sorako non impiegarono molto tempo prima di rintracciare Sabo, furono felicissimi di averlo ritrovato, Silly e Simphony si catapultarono sul ragazzino abbracciandolo e baciandolo sulle guance, mentre Sesamo sghignazzava, intervenne Sorako per liberarlo e gli spiegò che avevano un piano per scappare, così si misero a correre verso le mura della città.

Corsero per qualche minuto, quando un uomo uscì da un vicolo e si parò davanti a loro interrompendoli la corsa.

“Ci siete riusciti ancora” guardò Sorako “Vedo che non hai più il bracciale … se solo penso a come è difficile trovare quegli amuleti … Ma quella tua bestiaccia … è sempre in mezzo ai piedi”

Sabo subito si frappose fra la bambina e suo nonno.

“Sorako vattene subito”

“Non ti preoccupare, so come difendermi”

La terra cominciò a tremare.

 

Qualche minuto dopo erano tutti stremati per la battaglia, ma l’uomo che voleva ostacolarli era steso a terra con una ferita alla testa.

“Maledetti, ora me la pagherete!”

Non potevano perdere tempo e rimanere li a combattere, così corsero a nascondersi. Si muovevano velocemente nell’oscurità, quando furono abbastanza lontani Sabo si fermò.

“Sorako io cercherò di distrarlo, tu e gli altri correte fuori della città”

“Sabo non possiamo lasciarti qui, Ace e Luffy aspettano anche te …”

Il bambino abbracciò l’amica “No ti preoccupare, ho intenzione di partire domani, prenderò il largo e diventerò un pirata, tu vai!”

La piccola ricambiò il gesto dell’amico, che subito dopo corse via, lo guardarono scomparire nell’oscurità, tra lacrime e auguri di buon viaggio pronunciati in silenzio.

“A presto Sabo”

 

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Angolo di Hana 

Ciao ecco a voi il quinto capitolo, non sono molto convinta del risultato, ma aspetto anche i vostri commenti. Ho messo dei trattini in modo da non creare confusione (spero di non averlo fatto) tra le situazioni che avvengono fuori e dentro la città. Piccola anticipazione, nel prossimo capitolo si scoprirà qualcosa in più sul passato della piccola Sorako. Alla prossima.

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Capitolo 6
*** Ricordi ***


Cap. 6 – Ricordi

Sorako correva a perdifiato per le vie della città, seguita da tutta la compagnia, pensava ai suoi amici la fuori e a tutto quello che era successo ...

 

“Mamma guarda ”

“Sorako che bel disegno che hai fato, è la nostra famiglia”

“Già”

La donna appese il disegno con una calamita al frigorifero, in bella vista “Così quando papà tornerà, la prima cosa che noterà entrando in casa sarà il tuo disegno”

 

“Che bel disegno che ha fatto la mia piccola stellina”

Sorako si voltò verso a porta, era suo fratello Mitsuo che scimmiottava il padre. Subito fu colpito in testa dal fratello maggiore, Masao.

 

“Non permetterti più di prendere in giro nostro padre” disse in tono autoritario il giovane.

“Fratellone sei così noioso … non facevo nulla di male” senza quasi sentire dolore, il bambino si giustificava al fratello.

“Su bambini smettetela,  Masao, quante volte ti ho detto di non colpire tuo fratello in quel modo e tu Mitsuo sai che certe azioni fanno alterare tuo fratello, anche se non fai niente di male, evitale davanti a lui”

 

La mamma riprendeva sempre così, tono deciso, ma non di critica, voleva sempre far capire come ci si doveva comportare con il sorriso sulle labbra, anche se a volte qualche sculacciata la dava anche lei, ma era l’ultimo dei suoi metodi per impartire disciplina ai suoi piccoli.

 

“Abbraccio di gruppo!” urlò all’improvviso e tutti si strinsero in un forte abbraccio, erano un piccolo mondo dentro il mondo, qualcosa che doveva durare per sempre.

“Presto potremo abbracciare anche papà, quando questa guerra sarà finita, le nostre acque torneranno sicure e lui potrà tornare”

 

La donna guadò la porta aperta, vide il mare della piccola baia su cui si affacciava la loro casa, il piccolo molo dove lui attraccava quando veniva a trovarli e il suo sguardo si perse, un dolce sorriso si illuminò sul suo volto e strinse i suoi bambini ancora più forte, i loro bambini, suoi e dell’uomo che amava più di ogni altro al mondo.

 

Il giorno dopo percorrevano le strade del paesino devastato dalla guerra, si faceva fatica a reperire alcune cose, ma i beni di prima necessità si trovavano ancora.

“Sorako!”  una bambina dai lunghi capelli mori correva verso di lei, Sara la sua migliore amica, diceva di aver trovato un nido di tartarughe marine con i piccoli e che doveva assolutamente vederli. La madre le permise di andare, con la promessa che sarebbero state attente e che se fossero iniziati i bombardamenti sarebbero scappate.

Si tenevano per mano, una bambina dai lunghi capelli castani lisci con un vestitino bianco, e un’altra dai lunghi capelli corvini ondulati vestita con pantaloncini logori ed una magliettina con disegnato uno squalo.

 

“Monica, come fai a fidarti, lo sai solo tu …” disse un uomo alla mamma di Sorako “… lasci andare tua figlia a giocare con la figlia di un pirata della peggior specie … ”

“Anche Sorako è figlia di un pirata” ribatté la donna.

“Tuo marito però è diverso, e la piccola Sorako anche, tutti i tuoi figli rendono onore ai loro genitori, quella è una bastarda non porterà mai onore a nessuno”

Il volto di Monica si tinse di rosso “Non azzardarti, mai più a dire una cosa del genere, anche se i suoi genitori non erano sposati e suo padre è un pirata, lei non merita di essere trattata da inferiore” era infuriata più che mai, girò i tacchi e tornò su i suoi passi.

 

“Sorako muoviti, le tartarughine saranno già vecchie di cento anni se impieghi tutto quel tempo”

“Non sono agile come te”

Sorako e Sara si stavano arrampicando su per un piccolo promontorio che portava alla spiaggia delle tartarughe, come al solito Sara era impaziente di mostrare all’amica il frutto delle sue esplorazioni.

Scesero poi il pendio fino alla spiaggia e si acquattarono dietro dei rovi, le piccole tartarughine stavano uscendo dalla sabbia e si dirigevano verso il mare. Rimasero li fino a quando anche l’ultima si immerse nell’acqua del mare. Poi anche loro si diressero sul bagnasciuga, le onde bagnavano i loro piedi, mentre le due bambine contemplavano il mare.

 

“Sai Sorako, un giorno io partirò” si girò verso l’amica che la guardava sbalordita, Sara lo sapevano tutti,era particolare, ma non aveva mai parlato di questo con nessuno “Voglio visitare mari sconosciuti, affrontare mille pericoli, vivere tante avventure ed arrivare nella Grand Line … voglio essere una piratessa”

“Troverai mai una ciurma che ti sopporti?” disse scherzosamente Sorako, ma vedendo che l’amica parlava sul serio la rassicurò “Papà dice sempre che coltivare sogni è la cosa più bella che c’è, quando poi riusciamo a realizzarli è un momento magico che non ha paragoni”

“Qual è il tuo sogno Sorako?”

“Il nostro paese ormai da anni e dilaniato dalla guerra, se qualcuno non interviene potremmo andare avanti ancora per chissà quanto tempo, e nessuno riesce più a sopportare una situazione del genere, voglio fare qualcosa per aiutare questa terra”

“Sorako hai solo nove anni!”

“Lo so, ma Aku dice sempre che noi dominatori possiamo far qualsiasi cosa se solo lo vogliamo”

“Sarà, per me lui è tutto strano e mette i brividi quando si arrabbia”

“Già, ma è il mio maestro, grazie a lui adesso controllo il mio potere e sono sicura mi aiuterà a diventare una delle più forti combattenti del Regno … poi …  in realtà …  ho un altro sogno …”

“Dai racconta” Sara era incuriosita

“Io vorrei … diventare mamma un giorno”

“Ah …  tutto qui”

“Guarda che è un bel sogno”

“Ihih sei tutta rossa” Sara la prendeva in giro, ma Sorako era davvero rossa come un pomodoro.

 

Le piccole si fissarono, avevano la stessa sensazione, in lontananza sulla spiaggia scorsero due pappagallini ed un cagnolino che venivano verso di loro.

“Sara! Sorako!” era Sesamo “Presto torniamo al villaggio, le truppe Repubblicane stanno arrivando”

Sorako non ci credeva, sarebbe stata una strage se non avvertivano tutti, corsero a perdifiato fino al paese, intanto la piccola pensava a questa inutile guerra, da una parte un imperatore che non voleva cedere e dall’altra un gruppo di uomini che volevano spodestarlo, in guerra fra di loro, ma era la povera gente a rimetterci.

 

“Le truppe stanno arrivando!” urlarono appena varcata l’entrata del paese e tutti si fermarono.

“Dite sul serio?” chiese un militare preoccupato.

“Si! Sesamo li ha visti, sono sbarcati sulla spiaggia e si dirigono da noi, dobbiamo scappare, voi soldati siete molto inferiori di numero, in più … c’è la Marina con loro” a queste ultime parole la gente iniziò ad organizzarsi per fuggire, la Marina dava man forte alle truppe nemiche, li avrebbero di certo massacrati se non scappavano.

 

“Masao” Sorako corse dal fratello “Pensi che sia qui anche lui?”

“Non ti devi preoccupare So-chan, ci siamo io e Masao, non ti farà niente, abbiamo promesso a papà che vi avremmo protetto, ed è quello che faremo” Mitsuo cercò di confortare la sorella con queste parole ed un largo sorriso, ma la piccola era seriamente preoccupata, più volte loro nonno aveva cercato di portarli via con le buone, ma se c’era anche lui tra chi li stava attaccando, questa volta non sarebbe andato per il sottile.

 

“Dove andremo? Anche se ci nascondessimo nella foresta ci troveranno!” urlò preoccupata una donna.

“Andremo alle caverne!” intervenne un uomo, alto e nerboruto, con capelli castani un po’ arruffati, indossava una maglietta rossa e dei pantaloni blu, era l’oste del paese, nonché rettore dell’orfanatrofio locale.

“Il boss ha ragione, li saremo al sicuro finché non se ne andranno” Sara era dalla sua parte, dopotutto era l’uomo che l’aveva accolta.

“Non è distante, ed è un luogo inaccessibile per chi non conosce la strada” era Julia, la moglie dell’oste, anche lei si occupava degli orfanelli, una bellissima donna dai lunghi capelli color rosso chiaro, occhi verdi e pelle molto chiara, indossava un vestito fucsia che arrivava alle ginocchia, stretto in vita da una cintura marrone molto fine.

Ken e Julia erano le persone più rispettate del paese, tutti furono unanime nell’accogliere le loro decisioni.

 

“Bambini, venite presto!”

“Julia, la mamma è tornata a casa, dobbiamo andare a prenderla, poi vi raggiungiamo alle caverne”

“Va bene, ma state attenti”

Si avviarono verso casa, era situata dalla parte opposta, mentre tutti uscivano dalla porta ovest, loro superarono le barricate ad est.

Arrivarono a casa, aprendo la porta videro loro madre a terra che tremava  e si stringeva il petto, la camicetta era intrisa si sangue, un uomo era in piedi accanto a lei, teneva ancora in mano la pistola con cui l’aveva colpita.

 

“Bastardo! Cosa le hai fatto?!”

“Mitsuo?! È così che ti rivolgi a tuo nonno?  Mi aspettavo un’accoglienza diversa dai miei nipoti”

“Scappate bambini …”

“Tu devi rimanere in silenzio” premette la testa della donna con lo stivale “L’unica cosa buona che hai fatto nella vita è stato darmi due nipoti maschi, ma adesso mi occuperò io di tutti loro, specialmente di Sorako” la donna sgranò gli occhi “Non permetterò che il suo potere venga sprecato su quest’isola e farò in modo che tu non possa più interferire, pazza”

Puntò di nuovo l’arma verso la donna, ma prima di riuscire a sparare fu colpito da un’enorme masso e scaraventato via.

“Mamma riesci ad alzarti?”

“So-chan, sei diventata abilissima” la donna non voleva mostrare che in realtà soffriva a causa de colpo.

“Andiamo” furono le uniche parole di Masao prima di aiutare la madre. Si diressero al piccolo molo vicino casa loro e salirono su di un’imbarcazione.

Arrivarono fino al villaggio, volevano superarlo e dirigersi verso le caverne, ma delle cannonate piombarono in acqua vicino a loro e furono costretti a nuotare fino a riva, aiutando la mamma che faceva fatica.

 

“Bene, bene” una risata inquietante li accolse “Sean deve aver avuto qualche problema” dalle scale che portavano al paese scese un uomo. Vestito con una camicia bianca, pantaloni neri ed un lungo soprabito nero aperto. I capelli neri che normalmente arrivavano alle spalle erano raccolti in una codina bassa, portava un orecchino con un pendente a forma di corvo, all’orecchio destro. I suoi occhi erano pieni di malvagità.

 

“Craig, cosa vuoi? …” domandò la donna con un filo di voce.

“Io? Niente, devo solo impedirvi di scappare” un sibilo arrivò dal mare e poco dopo, si udì un boato.

“Stanno già cominciando?”  Craig manifestava una finta sorpresa che irritava Mitsuo.

“Cosa c’è microbo?”

Il bambino attaccò l’uomo che, semplicemente, si scansò, mandando il colpo a vuoto.

Rise, ma un attimo dopo fu colpito alla testa e contemporaneamente nello stomaco, si accasciò.

“Tu!” guardò con occhi pieni di odio la donna che aveva trovato la forza per reagire, subito dopo le si avventò contro e iniziarono a sferrarsi colpi.

“Andate via bambini!”

Sorako si mise in posizione di attacco.

“Non ci provare” detto questo l’uomo la colpì alle gambe con dei colpi di pistola e la piccola cadde a terra, poi furono colpiti da una cannonata che li scaraventò lontano.

“Anche Craig deve essere stato colpito, andiamo” riuscirono ad arrivare oltre la porta ovest.

“Dove volete scappare?” un gigantesco corvo atterrò davanti a loro e prese sembianze umane, era ferito ma riusciva a stare in piedi.

“Masao …” Monica mise Sorako a terra, riusciva a camminare un po’  “… andate” detto questo afferrò una spranga di ferro e attaccò.

“Andate nella foresta, ci incontreremo li, è una promessa”

 

Qualcuno li inseguiva.

“So- chan corri!”

“Non ce la faccio più” sangue bagnava le gambe della bambina.

“Andate avanti io cerco di rallentarlo” disse Sorako.

“Non se ne parla neanche!” urlarono in coro i due ragazzi. Una cannonata esplose non molto lontano da loro.

“Le navi della Marina sono arrivate, raderanno al suolo tutto, presto” detto questo prese la sorella in braccio e iniziò a correre.

“Ragazzi!” urlò Sesamo.

“Finalmente sei arrivato”

“Cos’è successo a So-chan?”

“L’ha colpita alle gambe, non riesce a correre”

Davanti ai ragazzi piombò un uomo “Eccovi finalmente, poche storie venite con me”

 

“Mai!” Sorako si mise in piedi “Potrai anche portare via me, ma loro rimangono qui!”

La terra cominciò a tremare.

Poco dopo, tutto era stato raso al suolo, nella piazza principale c’erano solo Sorako, Sesamo ed il nonno.

“Piccola peste, dove sono i tuoi fratelli?”

“Al sicuro, è questo che conta”

L’uomo si alzò da terra, il combattimento lo aveva distrutto, ma la piccola rimaneva in piedi, con i pugni alzati.

“Capo!”

Sean si voltò, era Craig, teneva una donna per i capelli, le aveva immobilizzato mani e piedi.

“Mamma …”

L’uomo rise aspramente “Facciamo così Sorako …” si inginocchiò davanti alla piccola “… se vieni con me, lascio in pace sia tua mamma che i tuoi fratelli, non mi farò più vedere ne da loro, ne su quest’isola, cosa dici?”

Sorako abbassò le braccia e lo sguardo,  pensò a suo padre.

“So-chan …” la donna perse i sensi.

 

Ora era su una nave della Marina, guardò il mare sottostante, la Grand Line, quando avrebbe detto a Sara che era arrivata in quel mare, ci sarebbe rimasta male, sorrise a questo pensiero. Si avvicinarono Sesamo e le sue amichette, le era stato permesso di farli venire con lei, almeno non si sentiva così sola.

“Vedrai che ti troverai bene” Craig si allontanò con una risata sarcastica, e lacrime solcarono il viso della bambina.

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Angolo di Hana 

Ciao, ecco il sesto capitolo, abbiamo scoperto qualcosa in più su Sorako e sulle sofferenze che ha patito. Ci avviciniamo alla conclusione. A presto.

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Capitolo 7
*** L'incendio ***


Cap. 7 – L’incendio

Una lacrima scivolò sulla guancia di Sorako mentre pensava a tutto quello che le era successo, un velo di rabbia iniziò a scorrerle nelle vene, pensava a suo nonno, a come aveva trattato lei e la sua famiglia e a quello che la marina aveva fatto al suo paese; fu investita da una nuova forza e determinazione, i suoi amici erano la fuori e lei doveva aiutarli.

Superate silenziosamente due guardie che facevano la loro solita ronda, il gruppetto si avvicinò alle mura, sicura che nessuno li vedesse Sorako si inginocchiò e appoggiò le mani sula pietra fredda e grigia.

“Dig” in un attimo si creò un varco, Sesamo ci passava comodamente, ma Sorako e le altre dovettero procedere a gattoni una dietro l’altra.

“So-chan, potevi fare un passaggio più grande no?”

“L’ultima volta che l’ho fatto il mi è quasi crollata addosso la parete, volevo evitare di far crollare il muro” fu la risposta schietta della bambina.

Arrivati dall’altra parte si trovarono davanti uno spettacolo a dir poco spaventoso, fuoco ovunque e gente che scappava senza meta, Sorako appoggiò una mano sul terreno.

“Sono salvi!” esclamo colta da improvvisa gioia “Si trovano quasi fuori dal Grey Terminal …”

“Sono riusciti a liberarsi” Silly e Simphony per la felicità, improvvisarono un balletto.

“… si, ma c’è qualcuno con loro che non ha buone intenzioni, andiamo!” detto questo corse via e gli altri la seguirono, a perdifiato cercarono di raggiungere la foresta, ma ogni volta erano bloccati da pareti di fuoco o ferraglie incandescenti.

Non c’era via d’uscita, si ritrovarono insieme ad un gruppo di abitanti del Grey Terminal, erano disperati e anche lei iniziava ad essere preoccupata, si strinse ai suoi amici quando un improvviso vento si levò quasi dal nulla e il fuoco che li circondava svanì.

“Un passaggio!” urlò un uomo e tutti si precipitarono per quella che sembrava la sola via di salvezza, in lontananza si scorgeva la sagoma di una nave con delle persone a bordo di cui due molto alte. Arrivati vicino Sorako notò che tutti indossavano dei mantelli, uno di loro si avvicinò al bordo della nave e levò in alto il braccio.

“In nome della libertà, chi vuole combattere per salvare questo paese, salga a bordo di questa nave” tutti accolsero con un grido di esultanza l’invito di quell’uomo, ma Sorako si voltò per tornare indietro, avrebbe trovato una soluzione per evitare il fuoco, non voleva salire su quella nave, sarebbe stato come abbandonare Ace e Luffy.Qualcuno le mise una mano sulla spalla.

“Piccola non puoi tornare indietro, non lo vedi il fuoco? È pericoloso! Tu e i tuoi amici venite via” era un abitante del Grey Terminal benintenzionato, ma Sorako si scansò e riprese il suo cammino. L’uomo allora la prese in braccio.

“Non me la sento di lasciarti qui” intanto la piccola si dimenava.

“Lascia stare So – chan” urlarono in coro le due sorelline e attaccarono l’uomo mentre Sesamo gli addentava una gamba; intervennero altri due che aiutarono a trasportare anche loro sulla nave.

“Lasciatemi, i miei amici sono ancora la!” urlava Sorako in preda alla disperazione. Quando infine riuscì a liberarsi si mise a correre verso il bordo della nave, ma fu bloccata da qualcuno.

“Lasciami devo tornare a riva”

“Calmati adesso” Sorako riconobbe la voce dell’uomo che aveva parlato poco fa e si volto per guardarlo in faccia, la sua attenzione cadde subito sullo strano tatuaggio che aveva sul volto, aveva già visto quell’uomo su qualche manifesto, ma non ricordava il suo nome.

“La prego devo tornare indietro, degli amici mi stanno aspettando”

“È pericoloso, una bambina non può sopravvivere li ”

“Lei probabilmente non conosce Sorako” Sesamo si avvicinò sotto gli occhi esterrefatti dei presenti.

“Un Machigai … bambina, dimmi da dove provieni?”

“Sono originaria delle isole Chirin, nel Regno di Gorinto”

“Sei una figlia della Terra allora” Sorako era scioccata, il suo paese era abbastanza difficile da raggiungere, e i suoi abitanti, per natura, diffidavano di chi abitava fuori del regno, come faceva quell’uomo a conoscere certe cose?

“La prego signore ci lasci andare” Silly e Simphony cercarono di aiutare i loro amici.

“Comprendo che la sua causa sia nobile” l’uomo guardò Sorako negli occhi “anche io sogno di liberare il mio paese un giorno, ma io devo tornare indietro, non posso unirmi a voi”

La piccola ebbe una strana sensazione, era come se lui potesse leggere nei suoi pensieri “Va” l’uomo lasciò la presa “ho sentito grandi cose su voi dominatori, realizza il tuo sogno”

“Tornerò per raccontarvelo, ci incontreremo di nuovo, è una promessa” Sorako porse all’uomo il suo mignolo e lui ricambiò il gesto, sotto lo sguardo sgomento dei suoi compagni. Ora la promessa era sigillata “Grazie” detto questo Sorako e gli altri saltarono giù dalla nave e corsero via.

“Dragon!” urlò Sesamo improvvisamente e tutte lo guardarono “È il nome di quell’uomo, l’ho letto da qualche parte” Sorako si voltò verso la nave che si stava allontanando.

“Grazie Dragon” furono le parole che affidò al vento.

“Come faceva a sapere che sei una dominatrice?” Silly sollevò una domanda interessante, ma ora non era il momento di cercare una risposta.

Erano circondati dalle fiamme, però Sorako sapeva cosa fare, se il vento di prima aveva estinto le fiamme, poteva farlo anche lei. “Slide” le bastarono pochi movimenti delle mani e, spostando detriti e terra, creò un sentiero tra le fiamme, era visibilmente soddisfatta del risultato.

“Forse Aku aveva ragione, allenare un dominatore fin da piccoli può produrre risultati sorprendenti – arf”

Sorako guardò l’amico “È uno dei più bravi maestri che ci siano, di questo puoi esserne sicuro!” era orgogliosa di quello che stava dicendo “E anche lui ci sta aspettando, torneremo presto a casa, ora andiamo”

“Si di corsa!” urlarono in coro Silly e Simphony, e tutti insieme si incamminarono per il sentiero che avevano di fronte.

“Ace si trova davanti a noi, sento il suo odore – arf” Sesamo correva accanto all’amica “Insieme a lui ci sono due persone, un uomo ed una donna – arf”

Sorako si fermò di colpo, tocco la terra con la mano sinistra “Hai ragione, l’uomo però non ha intenzioni pacifiche , presto” corsero a perdifiato e lì dove prima c’erano tre persone, ora solo un uomo giaceva a terra, doveva essere lui quello contro cui Ace stava combattendo, sembrava privo di sensi. Quando gli voltarono le spalle lo sentirono farfugliare qualcosa.

“Vi prego, aiutatemi” Sorako lo guardò per qualche secondo; anche se probabilmente era un nemico, ora per lei era solo un uomo ferito in una situazione di pericolo.

“So- chan andiamo!” le due bambine non erano molto d’accordo con l’amica ma sapevano che lei avrebbe fatto di testa propria.

Si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi, insieme giunsero alla foresta poi Sesamo lo curò.

“Dannati! Non sanno cosa li aspetta se li trovo! Dannato moccioso! Strega!” stava senz’altro parlando di Ace e della donna, Sorako sapeva di aver fatto bene ad aiutarlo, ma non voleva mettere in pericolo degli amici.

“Questo non accadrà – arf!”

“Il cane ha parlato o solo io l’ho sentito?”

“No idiota!” Silly e Simphony non potevano credere che qualcuno non conoscesse animali come Sesamo, visto che per loro era normale vederne.

“Ed ora …” una luce avvolse il cagnolino che chiuse gli occhi, quando li riaprì, non erano più il solito nero profondo, ma pura luce “ … ti ordino di lasciare quest’isola e non farci mai più ritorno e non interferire più nella vita dei suoi abitanti, lascerai in pace chi ha ferito il tuo orgoglio e la tua vita sarà spesa per aiutare gli altri, adesso vattene!” concluso l’incantesimo, tutto tornò normale, tranne l’uomo, che alzatosi si allontanò senza dire nulla.

“Anche tu sei migliorato amico mio”

“Conosci bene il mio maestro, ho imparato dal migliore dopotutto – arf”

Il gruppo attraversò tutta la foresta, seguendo le tracce lasciate da Ace, Sorako sentiva il cuore batterle forte nel petto, ma non era per lo sforzo della corsa. Era preoccupata, così ne parlò a Sesamo.

“Non ti devi preoccupare, non è nulla di grave – arf” detto questo il cagnolino iniziò a correre più veloce, con un sorrisetto stampato sulle labbra.

Arrivarono vicino ad una casa dall’altra parte della foresta, c’era un uomo sulla porta, Sorako si avvicinò e chiese di Ace e della donna che era con lui, fu felice di sapere che stavano bene e che anche Luffy era con loro, poi furono accompagnati dentro.

“Ace!” urlò Sorako ed il bambino si voltò di scatto, i loro occhi si incrociarono e la stanchezza che tutti e due provavano svanì all’improvviso, si corsero incontro e si strinsero in un forte abbraccio, Ace sentì i lunghi capelli della bambina fra le dita, e la paura di averla persa svanì dal suo cuore. Sorako pianse lacrime di gioia appoggiata al petto del bambino. Invece Silly, Simphony e Sesamo erano corsi a fare le feste a Luffy.

“Mi dici chi diavolo sono?” urlò una donna piena di bende sdraiata poco lontano da loro.

“Dadan, lei è Sorako un’amica e loro sono Silly, Simphony e Sesamo, staranno con noi per un po’ ”

“Ace chi ti da il permesso di ospitarli?” Dadan era visibilmente alterata,e Sorako intervenne.

“La prego signora, non si agiti è molto ferita, io e i miei amici cercheremo di non esserle di nessun disturbo” Dadan guardò la bambina incredula.

“Davvero tu sei amica di quelle due pesti?”

La giornata passò tranquillamente Luffy, Silly e Simphony giocavano all’aperto, mentre Ace e Sorako erano dentro casa. La bambina si dava da fare più che poteva per aiutare e Dadan era contenta che i due bambini avessero trovato un’amica come lei.

 

“Senti Sorako, Sesamo che fine ha fatto?”

“Andava a fare un giro, credo che anche lui sia stanco” guardò Ace e un dolce sorriso comparve sulle sue labbra, era felice di aver ritrovato l’amico.

 

Poco dopo entrò Luffy con un uomo che Sorako non conosceva, ma probabilmente era anche lui un bandito.

 

“Ragazzi, sono stato in città, non ho buone notizie …”

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Capitolo 8
*** Promesse ***


Cap. 8 – Promesse

Erano tutti sconvolto per le parole di Dogura, Luffy e Sorako non poterono contenere le lacrime, Silly e Simphony si strinsero all’amica,dopotutto anche loro si erano affezionate a Sabo. Ace non voleva crederci e saltò addosso all’uomo atterrandolo; voleva sapere chi aveva ucciso suo fratello e non appena gli fu detto come si erano svolti gli eventi, prese una spranga di ferro e corse verso l’uscita, voleva vendicare il fratello. La rabbia scorreva come un fiume in piena nel ragazzo, non voleva sentir ragioni per rimanere lì.

“Fermati Ace!” lo implorò Sorako. Fu Dadan ad arrestare la corsa del ragazzo che finì con la faccia nel pavimento, sapeva benissimo che Ace non avrebbe avuto alcuna possibilità, chi aveva ucciso Sabo non era una persona, era il regno di Goa, era il mondo governato da uomini senza scrupoli ne valori; lui non poteva fare niente. Dadan fece legare Ace all’albero fuori casa, il bambino continuò a dimenarsi ed a urlare. Sorako cadde in ginocchio in preda alle lacrime, mentre Luffy continuava a piangere e chiamava il fratello scomparso, forse sperando che lui potesse sentirlo e tornare.

Da lontano Sesamo assisté a tutta la scena, abbassò le orecchie e si incamminò nella foresta, arrivato alla spiaggia dove erano sbarcati qualche settimana fa guardò il cielo notturno ‘Sabo, eri ancora un bambino’; il cagnolino cominciò a ululare, il suono della sua voce, come un canto triste, riecheggiò nella notte.

Sorako si svegliò il mattino seguente, senti ancora lacrime scorrerle sul viso, doveva essersi addormentata mentre piangeva, guardò Luffy, anche lui aveva pianto tanto, ora dormiva tranquillo. Uscì dalla casa, vide che avevano slegato Ace, ma lui non c’era, si guardò intorno ma non riusciva a vederlo.

“È arrivata una lettera da parte di Sabo …” la piccola si voltò verso Dadan “ … si è incamminato verso il mare”

Sorako non ci pensò due volte e si mise a correre nella direzione che le indicarono, attraverso tutta la foresta, finché raggiunse Ace, stava piangendo. Sorako voleva avvicinarsi, consolarlo, dirgli qualcosa per farlo calmare, ma anche il suo viso si riempì di lacrime corse a nascondersi dietro un albero, sedutasi continuò a piangere e singhiozzare, fino a che qualcuno non le mise una mano sulla spalla.

“Ace …” il bambino si sedette accanto all’amica e la abbracciò tenendola stretta a se, anche il suo volto era pieno di lacrime. In quel momento sentirono un’improvvisa serenità pervaderli; piangevano, ma la reciproca presenza riuscì a calmarli in poco tempo. Sabo non c’era più e questo faceva male, ma era come se insieme potessero sopportare qualsiasi cosa. Intanto un cagnolino li guardava da lontano, sorridendo.

Luffy si stava piano piano riprendendo, era uscito ed ora sdraiato a pancia in giù lungo la riva, ripensava ai bei momenti passati insieme ai fratelli. Ace e Sorako lo raggiunsero. Quando Ace li fu vicino diede al fratellino un sonoro pugno sulla testa.

“Per quanto ancora vuoi stare steso li?” Sorako osservava i due fratelli che parlavano, Luffy continuava a piangere, ma disse che era deciso a diventare sempre più forte, in modo da proteggere chi li stava a cuore.

“Ti prego Ace … non morire anche tu” a Sorako si strinse il cuore, ma ‘perché Ace dovrebbe morire?’ si continuava a ripetere, non trovava una ragione valida ad una simile riflessione; anche se per un attimo provò una stranissima sensazione di vuoto, come se quelle parole rivelassero una sua profonda paura.

“Non dire stupidaggini” secondo pugno sferrato al povero bambino “Ascolta bene Luffy, io non morirò! ” Ace incrociò le braccia e fissò il mare.

“Sabo mi ha chiesto di occuparmi di te, è una promessa, perciò non morirò” la bambina sorrise, sapeva quanto Sabo tenesse ai suoi fratelli, e quanto era preoccupato per il piccolo Luffy. Ripensò ai suoi di fratelli, sicuramente anche loro erano preoccupati.

“Noi un giorno prenderemo il mare … compiuti 17 anni salperemo” sul mare si levarono in volo due gabbiani “Noi diventeremo pirati!” Ace era sicuro di ciò che diceva, ormai anche Sorako capiva dal suo tono che questo era suo desiderio, e che a tutti i costi avrebbe realizzato il suo sogno.

“… vuoi rivedere la luce

Camminare ancora sotto il sole”

I due bambini si voltarono, riconoscendo la voce dell’amica che cantava.

“Senti solo tuoni lontani

Quando tutto tace e lo vedi

Il primo raggio del mattino,

Sei ancora vivo

La guerra è finita, ora puoi!

Si, ora puoi tornare a vivere

E sognare”

Si guardarono negli occhi per qualche istante “Questa canzone è molto conosciuta dalle mie parti,tutti la cantiamo perché ci dona speranza … Ace Luffy! … io devo andare, ma sono sicura che ci rivedremo”

Ace corse ad abbracciare l’amica, la teneva stretta a se, come se non volesse perderla “Promettilo!” la piccola chiuse gli occhi che cominciavano ad inumidirsi “Lo prometto!”

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“Craig ti sei fatto battere da una mocciosa?” il volatile si appoggiò sulla scrivania del nonno di Sorako, era messo male, ma ancora vivo.

“Sta zitto Sean, le detesto quelle figlie di criminali” i suoi occhi erano pieni di odio. Non sopportava di essere stato battuto così; capì finalmente che non bisogna mai abbassare la guardia.

“Ricordati che anche tu sei un criminale, ti ho salvato dall’esecuzione perché sapevo che potevi tornare utile” Craig guardò l’uomo seduto poco distante da lui a cui gli doveva la vita, ma a volte non lo sopportava; tentò così di cambiare discorso.

“Che facciamo? Proviamo a inseguirli di nuovo?”

“No, al quartier generale si chiedono perché non ho ancora fatto rapporto e in più siamo messi male, quella piccola peste è abilissima con il suo potere, torneremo a darle la caccia; ma ora salpiamo. E poi con lei c’è il nipote di Garp, se dovessimo fargli del male, non so come reagirebbe, in più dovrei spiegare perché mia nipote viene da Gorinto” si lasciò scivolare sulla sedia e fissò il soffitto, assorto nei suoi pensieri.

“Ti sbatterebbero fuori della Marina se venissero a conoscenza delle tue origini …” l’uomo posò il suo sguardo sull’animale “fino ad ora ce la siamo cavata …” il corvo scrutò l’ammiraglio negli occhi “… non buttare tutto all’aria, non prima che il regno cada … poi non hanno modo di tornare a casa, a meno che quelli non gli aiutino”

“Sono spariti da qualche anno, non credo si facciano rivedere proprio ora”

Si udirono dei passi, qualcuno veniva verso di loro, un marine aprì la porta  “Ammiraglio, siamo pronti a salpare”

“Benissimo, rotta verso Marineford!”

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Capitolo 9
*** Ci rivedremo ***


Cap. 9 – Ci rivedremo

Tornarono insieme al covo dei banditi, Sorako radunò Silly, Simphony e Sesamo era ora di partire; ringraziarono i banditi e si avviarono con Ace e Luffy verso una spiaggia. Arrivati in prossimità del mare, Sorako stese le mani e la sabbia iniziò  muoversi, piano pino emerse una piccola imbarcazione, Sky Cruise, era questo il nome dipinto sullo scafo. Insieme la spinsero in acqua, una volta caricate le provviste giunse il triste momento degli addii. Soffiava un leggero venticello sulla spiaggia, Ace e Luffy guardavano i loro amici schierati davanti a loro. Passarono molti minuti, nessuno sembrava voler dire qualcosa, si limitarono a fissarsi negli occhi. Furono Silly e Simphony le prime a rompere il silenzio, nonostante fossero sottoforma di pappagallini, si capiva chiaramente dai loro lamenti che erano tristi. Volarono verso gli amici e accade qualcosa mai visto prima, si trasformarono in pieno giorno.

“Sesamo, come può essere successo?” chiese incredula Sorako.

“Un semplice trucco, il maestro l’ha insegnato loro qualche mese prima della nostra partenza.” Comunque ora non era il momento di porsi certe domande.

“Ace-kun …” dicevano singhiozzando “Lu-f-f-y-chan” fu Sorako a liberare i due poveretti dalla morsa delle bambine aiutò prima Luffy ad alzarsi, poi Ace. Tese la mano all’amico che si alzò velocemente e la strinse a se “Non voglio che tu parta …” le sussurrò in un orecchio; neanche Sorako voleva partire.

“Ragazzi, potete aspettarci qui?” Sorako sorrise agli amici che annuirono; presa la mano di Ace si allontanarono.

Camminarono per parecchi minuti in silenzio, tenendosi sempre per mano

“Ace io devo andare, a casa c’è bisogno anche di me …

Ace si mise di fronte all’amica, era rosso in viso sia per la rabbia sia per la vergogna di ciò che provava “Si … ma io ho bisogno di te più di chiunque altro!” la abbracciò di nuovo, ma la teneva come se avesse paura che da un momento all’altro potesse fuggire via.

Sorako si liberò da quella presa spostando dolcemente le braccia di Ace “Qual è il tuo sogno?” il bambino era confuso.

“Voglio partire, solcare i mari e diventare un pirata … lo sai bene”

“E tu conosci il mio …” Sorako prese le mani di Ace fra le sue “… ti prometto che un giorno ci rincontreremo … quando entrambi i nostri sogni si saranno realizzati” la bambina prese un oggetto che teneva nella in tasca, una collana di perle rosse.

“Rosso come il fuoco, forte ed impetuoso … sono collane comuni sulla mia isola, voglio che questa sia tua come simbolo della mia promessa e poi è l’elemento che ti rappresenta di più!” la piccola diede la collana all’amico.

“Allora è una promessa” Ace e Sorako si strinsero la mano, dopo di che tornarono indietro.

Sorako si arrestò improvvisamente “Ace aspetta” i due si fermarono e la piccola diventò improvvisamente rossa come un pomodoro.

“Stai bene?”

Fu un secondo, Sorako si avvicinò e diede un bacio sulla guancia ad Ace e poi corse via.

“Silly, Simphony! Forza andiamo!”

Ace era immobile, portò una mano alla guancia e un dolce sorriso si dipinse sul suo volto.

Tutti gli ultimi preparativi erano stati ultimati “Mi raccomando Luffy, diventa il Re dei pirati!” sussurrò Sorako al piccolo che abbracciò l’amica più forte che poteva.

Ace e Sorako si abbracciarono per l’ultima volta.

La piccola imbarcazione si allontanava sospinta dalla leggera brezza marina, il sole splendeva alto nel cielo ed i gabbiani seguivano la compagnia che lasciava per sempre l’isola Dawn.

Ace era ancora sulla riva, le onde bagnavano i suoi piedi ed il vento faceva ondeggiare i suoi capelli “A presto!” urlò verso il mare.

“Sorako dovresti riposare”

“Credo proprio che tu abbia ragione Sesamo, ho ancora qualche dolore … hai idea di come fare a raggiungere la nostra isola?”

“Sento la presenza di alcuni Sebara non molto lontano da qui, devono essere stati attirati dalla presenza di una dominatrice, non sarà difficile tornare a casa se loro ci aiuteranno!” il cagnolino rivolse uno sguardo speranzoso al cielo ed i suoi occhi scrutarono la profondità di quell’immensa distesa azzurra.

“Allora lascio nelle tue capaci mani la Sky Cruise!” Sorako andò sottocoperta per riposare.

Sesamo guardò il lontananza, ormai l’isola non appariva più all’orizzonte.

‘Non c’è dubbio. Un giorno, Ace, ci rivedremo. Quella volta non mi sono sbagliato, il filo rosso collegava voi due e non potrete rimanere separati per sempre’

Il cagnolino ripensò a quando vide Ace per la prima volta, nascosto dietro quei cespugli, all’inizio non voleva credere che la piccola Sorako fosse legata ad un tipo del genere, ma ora capiva che loro si completavano.

La Sky Cruise continuò il suo viaggio per due giorni interi. Poi all’alba del terzo giorno l’acqua intorno all’imbarcazione iniziò ad agitarsi. Emersero, dalle profondità dell’oceano tre enormi figure.

Il piccolo equipaggio si inchinò alla loro presenza “Ben arrivati, Signori”

La strada di casa era ora sicura.

 

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Ciao a tutti! Con questo capitolo concludo l’avventura, grazie a chi pazientemente ha letto la mia storia; grazie soprattutto di averla letta! Non ci speravo proprio che qualcuno lo facesse (Yohohohoho!). Non finisce però tutto così, racconterò ancora molto su Sorako ed i suoi amici, e soprattutto su di lei ed Ace. Presto inizierò a scrivere il seguito, grazie e a presto! 

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