Tutto può succedere di Yami no Yoake (/viewuser.php?uid=136705)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** cream:una nemica... ***
Capitolo 3: *** ...o un amica? ***
Capitolo 4: *** Partenza ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Tutto può
succedere
Prologo
Erano
passati 6 mesi dalla
grande battaglia contro gli alieni. Ormai la città era
tornata normale e tutti
avevano ripreso la loro vita di sempre. Solo una ragazzina, esile e
minuta, non
sembrava godersi quel bel pomeriggio estivo che invogliava a fare un
giro per i
negozi o a rilassarsi in uno dei parchi di Tokyo. Nervosa, col viso
coperto da
un berretto nero calato sugli occhi e da un grosso paio di occhiali
scuri e un
cappotto nero lungo fino ai piedi, nonostante il caldo, correva fra i
passanti,
guardandosi continuamente intorno e osservando a volte la fotografia
che teneva
fra le mani, anche quelle coperte da un paio di guanti neri a mezze
dita, che
lasciavano intravedere solo le dita bianchissime.
Nella
foto erano rappresentate
cinque ragazze, coi capelli di colori vivaci e un uniforme da
cameriera, e due
ragazzi, uno biondo e uno moro.
-Accipicchia- pensò la ragazza
–certo
che quei tre potevano anche essere un po’ più
precisi nel descrivere dove
trovarle, queste mew mew. Sono ore che cammino e del loro
caffè neanche
l’ombra. Ammettiamolo: a meno che non mi c’imbatta
per caso, non le troverò mai
girando senza meta per la città-
Ormai
il sole stava calando e
lei era stanca. Notò che era arrivata all’ingresso
di un grande parco e pensò
che poteva essere un buon posto per riposarsi, e magari, se era
fortunata,
incontrava una delle mew mew.
Controllo
attentamente che
nessuno potesse vederla e, con un salto degno di un felino,
arrivò ai primi
rami di un grosso albero e si sedette fra le sue fronde. Lì
nessuno poteva
vederla, perciò si tolse il cappello e gli occhiali,
rivelando due orecchie a
punta e un paio d’occhi dalle pupille feline, che brillavano
sul viso pallido e
perfetto, infine slacciò il cappotto, che la stava
soffocando, ma che era
necessario per nascondere gli strani abiti che portava.
-Uffa-
mormorò –devo
trovarle, ma come faccio? Non posso volare, qualcuno potrebbe vedermi,
e
nemmeno teletrasportarti, visto che non so bene dove andare. Ho bisogno
di un
idea per rintracciare le mew mew, ma non me ne viene in mente nessuna!-
Mentre
rifletteva un piccolo
uccellino si posò sul ramo sopra quello su cui era seduta
lei. Senza pensarci,
d’istinto, lo acchiappò con un movimento
rapidissimo. Lo fissò per alcuni
secondi, poi allentò la presa per liberarlo, ma richiuse le
dita di scatto.
-Ecco
una buona idea- esclamò
trionfante –saranno loro a venire da me!-, detto questo
allungò la mano che non
stringeva l’uccellino e subito una piccola medusa fluttuante
si materializzò
sul suo palmo.
Lentamente
l’avvicino alla
sua preda.
-E
adesso… FUSIONE!-
Angolo
dell’Autrice
Ciao
a tutte! Questo è il
prologo della mia fanfiction di debutto in questa sezione! Vi ha
incuriosito
almeno un po’? Lo avete trovato interessante? Se è
così, ma anche se avete
delle critiche o dei consigli, lasciate un commento e vi
risponderò al meglio
possibile.
Ciao!
|
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Capitolo 2 *** cream:una nemica... ***
Cap. 1
Una nemica…
Altra
parte della città,
altro giardino. Le cameriere e, segretamente, guerriere mew mew,
dell’omonimo caffé
stavano finendo frettolosamente di dare una pulita al locale, quella
sera
c’erano stati veramente molti clienti e loro erano tutte
stanche.
-Non
avete ancora finito di
spazzare?- s’informò Mina con voce annoiata,
comodamente seduta a sfogliare una
rivista –sono stanca e gradirei tornare a casa prima di
domani-.
-Certo
che se tu ci dessi una
mano finiremo sicuramente prima- s’infiammò subito
Stawberry, dando inizio
all’ormai quotidiano bisticcio.
-Ma
io vi sto aiutando, vi
cordino e mi assicuro che facciate tutto- si difese la corvina.
-Sì,
certo, come no. Pam,
dille qualcosa tu, sei l’unica che ascolta in tutto il
locale!-.
Ma
la viola si limitò a
scuotere la testa, rassegnata, imitata subito da Lory. Ormai erano
abituate a
veder Stawberry e Mina litigare e non ci facevano più caso,
lasciando che il
bisticcio si esaurisse da sé…per poi riprendere
il giorno successivo.
-Ahhhhh…pista!!-
Ad
interrompere la scena fu
quindi Paddy, che dopo aver finito di pulire i tavoli aveva deciso di
esercitarsi un po’ col suo pallone, perdendone evidentemente
il controllo e
finendo col travolgere il tavolino di Mina, la quale si
trovò a gambe all’aria
fra le sue riviste. E, come ultimo tocco, la tazzina di the appoggiata
sul
tavolo le si rovesciò in testa, lasciandola fradicia e
decisamente arrabbiata
fra le risate delle compagne.
Mina
avrebbe certamente dato
in escandescenza, se a bloccarla non fosse giunto Ryan, col viso molto,
molto
preoccupato.
-Adesso
basta con queste
bambinate, il computer ha rivelato la presenza di un chimero nel
giardino
pubblico Aiaka, a nord di Tokyo. Dovete andare subito a risolvere la
situazione!-.
Il
suo debutto fu accolto da
cinque sguardi increduli e da un silenzio glaciale.
Alla
fine fu Pam a parlare: -Ma
non avevamo già eliminato tutti i chimeri rimasti in
città?-.
-Il
computer rivela che
questo è nuovo, è stato creato solo pochi minuti
fa e quindi…-
-E
chi l'ha creato allora?-
interruppe Mina, il viso un po’ tirato. Le piaceva essere una
mew mew, ma la
lotta contro alieni e mostri zoomorfi non le mancava proprio.
-E
quindi oltre a
distruggerlo dovrete anche scoprire chi c’è
dietro- concluse Ryan lanciandole
uno sguardo severo.
-Ok,
immagino che non
possiamo rifiutare- proclamò Stawberry nel suo tono
più solenne, da leader.
-Che
bello, così magari
rivedrò Tart! Dite che mi troverà cresciuta?-
-Paddy,
non sappiamo se siano
di nuovo loro, non sai nemmeno se si ricordano ancora di
noi…-disse mestamente
Lory con voce spezzata, in fondo anche a lei sarebbe piaciuto rivedere
Pai, ma
dopo sei mesi non voleva illudersi troppo…
Dietro
di lei, senza che
neppure la diretta interessata ne fosse del tutto consapevole,
Srawberry aveva
pensato la stessa cosa, ma su un alieno diverso, aveva pensato a
Ghish…
-Tart
di me si ricorda sicuramente!-
urlò la mew gialla.
-Ora
basta!- tuonò Ryan
–discuterete al ritorno, ora trasformatevi e andate!-
Le
5 ragazze non si persero
in altre chiacchiere, uno sguardo d’intesa e poi:
-Mew Berry…-
-Mew Mina…-
-Mew Lory…-
-Mew Paddy…-
-Mew Pam…-
-…Metamorfosi!-
Un
fascio di luce e le cinque
eroine apparvero in tutto lo splendore dei loro costume colorati.
Un
attimo dopo erano già
fuori, pronte ad affrontare la nuova minaccia.
Nel
frattempo nel parco
Aiaka, la misteriosa aliena, sempre nascosta sull’albero,
osservava soddisfatta
la creatura che aveva appena creato: un terrificante uccello gigante,
col becco
e gli artigli in affilato metallo, gli occhi rossi e le piume delle ali
affilate come rasoi. Altro che il passerottino originale.
-Bene,
bene- ridacchiò –un
bel chimero per metterle alla prova e decidere se possono essermi utili
o no.
Spero solo non ci mettano troppo ad arrivare-
Non
aveva ancora finito di
parlare che un raggio di luce azzurro, una freccia, si diresse verso
l’uccellaccio, che senza problemi lo scansò
sollevandosi in aria e scatenando
una specie di tornado con quelle ali gigantesche.
La
ragazza di girò verso
l’origine della freccia e scorse le cinque mew mew, pronte a
lottare.
-Avanti,
fatemi vedere di che
cosa siete capaci…-
-Accipicchia,
l’ho mancato,
scusate ragazze-
-Non
preoccuparti Mina,
piuttosto cerchiamo di trovare il suo creatore- la rassicurò
Pam, guardandosi
intorno, subito imitata, con il cuore che batteva forte, da Stawberry,
Lory e
Paddy, ciascuna in cerca di un particolare alieno…
Non
videro nessuno, ma
purtroppo non videro neppure il chimero che era sceso in picchiata
verso di
loro, travolgendole e ferendole superficialmente con gli artigli o con
le
piume.
-State
attente, cercate di
concentrarvi come una volta!- urlò Ryan da dietro, le
ragazze avevano perso un
po’ l’abitudine a combattere.
-Tranquillo
che ora ci
rifacciamo- affermò convinta Strawberry richiamando a
sé il suo fiocco, imitata
dalla sua squadra.
-E
ora…fiocco d’energia!- la
frusta viola di Pam si arrotolò attorno ad una zampa del
volatile, che cercò
invano di liberarsi.
-Bene,
ora tocca a me e sta
certo che questa volta ti colpirò. Fiocco
d’azione!-
La
freccia azzurra di Mina si
diresse rapida e precisa verso il chimero, e Strawberry si preparava
già a
finirlo, quando il chimero si sollevo in aria trascinando con
sé la mew lupo,
posizionandola proprio sulla traiettoria della freccia, ma per fortuna
il
tempismo non fu proprio perfetto e la ragazza riuscì a
lasciare la sua arma in
tempo, atterrando senza troppi danni grazie al suo dna in parte animale.
-Tutto
bene Pam?- si
preoccuparono le sue compagne, ma lei le tranquillizzò e si
concentro sul modo
di recuperare il suo fiocco, ancora agganciato a quell’essere.
Gli
attacchi delle ragazze si
susseguivano senza sosta, alcuni colpivano il chimero, ma la maggior
parte
veniva agevolmente schivata, mentre loro erano ormai senza fiato e
ferite dalle
appendici metalliche del mostro, che pareva molto più forte
e intelligente di
tutti quelli affrontati in passato.
Dall’alto,
qualcuno si godeva
lo spettacolo.
-Umh…notevole- pensò
la ragazzina aliena –hanno senza
dubbio un gran potenziale, anche se non sono abituate a
combattere contro chimeri di questo livello…ma con un
po’ di allenamento… Sì,
ho tutti i dati che mi servono, questo giochetto può anche
finire qui-,
presa questa decisione, allungò il palmo verso il suo mostro
e separò le due
forze vitali. Subito il passerotto, tornato normale, volò
via, spaventato,
mentre il parassita gelatinoso fu risucchiato verso di lei, che nel
frattempo
si era teletrasportata per vedere meglio le sue avversarie.
Più
giù, le mew mew erano
chiaramente sorprese dal fatto che il chimero fosse sparito ed erano
più che
mai curiose di vedere l’artefice dell’attacco,
perché mai avrebbe distrutto il
suo mostro proprio mentre stavano per soccombere?
Per
avere risposta non
dovettero aspettare a lungo, infatti sentirono una voce dietro di
loro:- Molto
bene, mew mew, a quanto pare la vostra fama non è del tutto
immeritata!-
Il
tono era cantilenante,
delicato, infantile, chiaramente la voce di una bambina o di una
ragazzina, ma
con qualcosa di minaccioso, qualcuno che è forte e sa di
esserlo.
Seguendo
il suono il gruppo
si girò e vide finalmente l’aliena, in piedi in
cima ad un lampione, la
silhuette scura, incredibilmente magra e minuta, stagliata contro il
cielo
notturno.
-Tu
chi sei? E perché ci hai
attaccato?- urlò Ryan –ci devi delle spiegazioni!-
-Mi
sembra ragionevole-
concordò l’aliena, per nulla turbata dal tono
irato di Ryan, saltando agilmente
a terra, rimanendo però in ombra per non esporsi troppo.
-Il
mio nome è Cream, mi
mandano i fratelli Ikisatashi-
Angolo
dell’autrice
Ok,
so di essere in
(grandissimo) ritardo, ma spero comunque che apprezziate il capitolo a
cui,
spero, seguiranno altri a distanza più ravvicinata.
Se
il capitolo vi piace
magari fatemelo sapere, fa sempre piacere una recensione.
Credo
sia tutto, perciò a
presto (spero)
PrincipessLua
|
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Capitolo 3 *** ...o un amica? ***
Capitolo 2
…o
un’amica?
Alla
rivelazione seguì
qualche secondo di silenzio carico di stupore, finche mew Berry non si
decise a
parlare:-Vuoi dire che ti mandano Ghish, Pai e Tart?-
-Esattamente-
-E
per quale ragione?-
-Questo
non è ancora il
momento di rivelarvelo-, continuò tranquilla
l’aliena.
-Cosa?!
Allora dicci almeno
perché ci hai attaccato, e soprattutto fatti vedere!-
sbottò all’improvviso
Ryan
-Questo
si può fare-
acconsentì la ragazza, muovendo qualche passo con un
andatura eterea, fino a
trovarsi al centro del cono di luce.
Involontariamente,
tutto il
gruppo fece un passo indietro, perché la creatura che videro
era indubbiamente
splendida, ma di una bellezza inquietante e letale, come fosse
circondata da
un’aura di mistero e pericolo.
Più
che una ragazza era poco
più di una bambina, 12 o 13 anni al massimo, minuta e
sottile come un giunco,
eppure tutto in lei dava l’impressione di forza e minaccia, a
partire dalla
posa spavalda.
Come
tutti quelli della sua
razza era di un pallore latteo, la pelle splendeva leggermente come
porcellana
lucida. Il viso era un ovale perfetto dai lineamenti delicati, una
bocca rossa
e carnosa atteggiata in un sorriso dolce e crudele che lasciava
scoperti i
denti affilati, un nasino all’insù, una gran massa
di capelli corvini, ma che
alla luce rivelavano lucenti riflessi di tutte le sfumature del
vermiglio e del
viola più intenso, acconciati in una coda alta che le
scendeva fino alle
ginocchia trattenuta da laccetti in pelle. Fra i capelli sbucavano due
lunghe
orecchie a punta. Ma la cosa più inquietante erano gli
occhi, enormi, con la
pupilla sottile e verticale e di un color fucsia incredibilmente
intenso,
acceso, che sfumava nel rosso sangue e nel viola cupo. Erano occhi da
bambina,
ma spietati, magnetici, che da soli erano capaci di terrorizzare chi si
trovava
di fonte.
I
pochi istanti prima che la
creatura, anzi Cream, riprendesse a parlare sembrarono dilatarsi
all’infinito.
-Vi
ho attaccate per mettervi
alla prova e vedere se potevate essermi utili. Ciò che ho
visto mi ha reso
abbastanza soddisfatta, perciò domani a quest’ora
fatevi trovare qui pronte con
il minimo indispensabile e torneremo sul mio pianeta, dove verrete
addestrate e
ci aiuterete nella nostra guerra.
Questo
è quanto- concluse con
voce gelida.
-Ma
tu sei completamente
matta!- l’aggredì Mina
-Già,
ti presenti qui, ci
attacchi e quasi ci uccidi e poi ci chiedi di seguirti
chissà dove per
combattere non so quale guerra e pensi anche che accetteremo!? Non
sappiamo
neanche chi sei e di certo non ci possiamo fidare!-
-Io
mi sono già presentata.
Inoltre non vi ho chiesto di
seguirmi, ve l’ho ordinato, e se anche non vi presenterete
domani, ora che vi
ho visto posso rintracciarvi. Vi cercherò ovunque siate e vi
costringerò con la
forza a fare ciò che voglio. Non pensiate che
perché sono più piccola di voi
non ne sia capace, perché non mi conoscete. Vi ho avvisate-
-SCORDATI
CHE TI SEGUIREMO!-
urlò Ryan
-Di
te e del tuo amico non ho
bisogno, umano, perciò se non ti va resta pure qui. Solo le
ragazze mi
seguiranno, volenti o nolenti. Avete 24 ore per decidere, poi vi
verrò a
cercare. Non voglio farvi del male, ma se necessario non
avrò scrupoli.
Arrivederci- dettò questo sparì nel nulla.
-Aspetta,
dicci almeno
qualcosa di più!-supplicò Lory, ma le rispose
solo il silenzio del parco.
-Allora,
che cosa facciamo?-
domando Pam, che ormai si era ritrasformata.
Il
tono di voce era calmo, ma
s’intravedeva una nota di preoccupazione.
-Mi
sembra ovvio, non andate
da nessuna parte- rispose Ryan.
-Ma…-
-Domani
resteremo a dormire
al caffè e se ci verrà a cercare la
sconfiggeremo, non può farcela da sola
contro cinque-
-Ti
ricordo che il suo
chimero avrebbe potuto farci fuori- disse Paddy –inoltre, se
Tart a davvero
bisogno d’aiuto, be’…io voglio esserci!-
-Se
è così perché non sono
venuti di persona?!-
-Hai
sentito Cream, a parlato
di una guerra, forse non potevano venire
loro…-mormorò Lory. Il pensiero di Pai
in guerra le provocava una strana stretta al cuore.
-Paddy
ha ragione. Loro ci
hanno aiutati nella battaglia finale e non dobbiamo ricambiare il
favore,
glielo dobbiamo- continuò Strawberry con voce decisa, che
stranamente non
riusciva a tollerare che Ghish stesse combattendo da solo.
-Ma
siete tutte fuori di
testa?! Non avete visto lo sguardo di quella? Sembrava uscita
direttamente
dagli inferi, a me è parso che non avesse
emozioni…-Mina era decisamente poco
entusiasta di quel piano.
-Non
hai tutti i torti, ma io
in quegli occhi ho letto anche tanta sofferenza e determinazione. Se ci
rifiutiamo, ci verrà a scovare e non le resisteremo- Pam fu,
come sempre,
logica e pragmatica.
-Ahhh…se
siete tutte
d’accordo, non posso rifiutarmi- sospirò allora la
mew azzurra. Non avrebbe mai
abbandonato le amiche sole con quella ragazza strana e spietata.
-Allora
è così, eh?- Ryan
aveva ascoltato lo scambio in silenzio e ora era esploso –vi
siete dimenticate
tutto quello che ci hanno fatto passare? E ora che fate, correte ad
aiutarli?
Seguite una tizia di cui sapete solo il nome perché ha detto
che hanno bisogno
di una mano? E cosa avete intenzione di dire alle vostre famiglie? E tu
Stawberry, tu che dirai a Mark?-
Alle
ultime frasi la rossa
ebbe un piccolo sussulto, ma fu decisa nel rispondere:-Ryan, so che
è una
follia, ma io sento che Cream ha detto il vero e che non ci
farà del male se
non gliene daremo ragione, inoltre, anche se so che non sarà
facile trovare una
scusa per i miei cari, il mio cuore mi dice che devo andare e dare una
mano, di
qualunque cosa si tratti. Se tu, Kyle e voi, ragazze, vorrete venire
con me, ve
ne sarò grata-
-Tranquilla
Stawberry, non ti
lasciamo sola- le altre mew mew le erano attorno e
l’abbracciarono.
-Anch’io
sento che dobbiamo
aiutarli, ce la faremo vedrai- le sussurrò Lory
all’orecchio.
Indispettito,
Ryan si passò
una mano sul viso:-E va bene, visto che siete tutte e cinque ammattite
di
colpo, dormiteci su e venite al caffé domattina. Puntuali-
aggiunse guardando
Stawberry –se sarete ancora convinte di questo progetto
folle, io e Kyle
verremo con voi e vi aiuteremo con le vostre famiglie.
In
un attimo almeno tre
ragazze, la mew rosa, gialla e verde, saltarono in braccio a Ryan per
ringraziarlo.
-va
bene, va bene…ora andate
a casa e riposatevi, domani sarà una giornata faticosa-
Tutte
e cinque obbedirono,
ognuna coi propri pensieri e le proprie emozioni.
Angolo
dell’autrice
Ebbene
sì, sono di nuovo io!
Con un nuovo capitolo
Nessuno
si è fatto vivo per
quello precedente, ma ho deciso di aggiornare comunque, ma se neanche
questo
capitolo non riceverà neppure una minuscola recensione, per
quanto piccola o
critica, chiuderò la storia, perché vuol dire che
non la ritenete abbastanza
interessante o avvincente. Non sarà colpa di nessuno e ci
riproverò, ma eviterò
di passare il tempo a scrivere qualcosa che al pubblico non piace.
Comunque
grazie a chi ha
letto e, in cuor suo, apprezzato
Ciao
e spero a presto con un
nuovo capitolo
PrincipessLua
|
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Capitolo 4 *** Partenza ***
Capitolo 3
Si parte
La
mattina dopo tutte e
cinque le ragazze, compresa Strawberry, si recarono al caffé
in perfetto
orario, anche perché avevano passato la maggior parte della
notte a rimuginare
nei loro letti.
-Allora-
partì subito alla
carica Ryan non appena furono tutte presenti –siete ancora
decise a seguire
un’aliena demoniaca e pazza su un pianeta sconosciuto per
rischiare la vita
combattendo una guerra che non, e sottolineo NON, ci riguarda?-
Le
cinque ragazze si
limitarono ad annuire davanti a quel fiume di parole.
-Bene,
perfetto- sussurrò
allora il biondo coprendosi gli occhi con la mano.
-Ryan
voleva dire che se
siete convinte allora e meglio che torniate a casa a preparare i
bagagli e
avvisare le vostre famiglie- tradusse gentilmente Kyle.
-Già,
a proposito di
famiglie, che ci inventiamo per giustificare un’assenza a
tempo indeterminato?-
chiese
Lory, che ci aveva
riflettuto su tutta la notte.
-Dite
che venite a stare da
me a New York- sospirò rassegnata Mina –e dei tuoi
fratelli può occuparsi la
mia tata- aggiunse, dando un occhiata alla mew gialla.
-Wow,
hai davvero una casa a
New York?- si entusiasmò Strawberry.
-Certo
che ce l’ho, ma ti
ricordo che non andiamo davvero lì-
-Non
ora- sogghignò la rossa
in risposta.
A
quel punto Mina aprì bocca
per lanciare una delle sue solite sfrecciatine acide, ma il battibecco
fu
troncato sul nascere da Ryan, che spedì le ragazze a casa a
prepararsi.
Sulla
via del ritorno,
Strawberry cominciò a riflettere seriamente sulla loro
imminente partenza.
C’erano
così tante cose che
avrebbe voluto chiedere, ma l’unica persona ad avere le
risposte era Cream, che
fino a quella sera era irreperibile. La ragazza prese nota mentalmente
di tutto
ciò che voleva sapere e si ripropose di fare qualche domanda
all’aliena appena
possibile.
Nel
frattempo si accorse di
essere giunta a casa.
Cominciava
a sentirsi nervosa
e pregò che i genitori le accordassero il permesso senza
troppe storie, non
voleva coinvolgersi in una rissa fra chimeri. E c’era anche
la questione di
Mark, che la rossa non aveva considerato fino a quel momento.
Si
fermò due secondi, prese
un bel respiro ed entrò, chiamando i suoi a gran voce.
-Ciao,
cara, tornata presto
oggi?- la salutò allegra la madre, mentre il padre si
girò furtivamente a
controllare che con lei non ci fosse Mark. Vedendola sola,
tornò al suo
giornale.
-Emh…in
effetti hanno chiuso
prima perché devo dirvi una cosa importante…-
-Dicci
tutto amore, sai che
siamo aperti ad ogni novità- la incoraggiò la
madre, tirando una gomitata al
marito per distrarlo dal giornale –vero,caro?-
-Se
non riguarda quel buono a
nulla del tuo ragazzo, sì-
-Ehi-
-Tranquilla,
se vuoi
lasciarlo noi ti capiamo…-
-Papà!-
urlò Strawberry, più
per irritazione all’atteggiamento del padre che per il
pensiero di lasciare il
suo ragazzo.
-Ok,
ok, spara-
-Mina
ha invitato me, le
altre, Ryan e Kyle a New York. Partiamo stasera- urlò la
ragazza in un solo
fiato.
-COSA!?-
-Avevate
detto di essere
aperti a tutto-
-Sì,
però, potevi darci un
po’ di anticipo…New York è
così lontana…-temporeggiò Sakura.
-Neanche
se ce l’avessi detto
l’anno scorso- la contraddisse il padre.
-Vi
prego, per me è molto
importante, non ve lo chiederei se non fosse così. E poi non
saremo sole, Kyle
e Ryan verranno con noi e ci terremo in contatto, ve lo giuro!-,
l’ultima frase
era una bugia, non era certa che dovunque fossero andate ci fossero i
mezzi per
comunicare con la
Terra,
ma sperò che i genitori non lo capissero.
-E
per quanto tempo dovreste
stare lì?-
Strawberry
deglutì a
vuoto:-Non saprei…il motivo per cui partiamo così
di corsa è che Mina ha
ricevuto una convocazione per un provino prestigioso, i suoi non ci
sono mai e
non vuole stare da sola in una città sconosciuta, per lei
è importante…e poi
sarebbe una bella occasione anche per Pam…-. Si stava
inventando tutto di sana
pianta, ma sembrava che i genitori si fossero addolciti –Vi
prego- concluse,
con l’aria più dolce che riuscì a
tirare fuori.
-Umm…e
va bene- la ragazza
cominciò a saltare, -prima però voglio telefonare
a…- la rossa s’immobilizzò
temendo che stesse chiamando Mina per confermare la storia del provino
–a
questo Ryan e vedere se è affidabile-
Strawberry
quasi svenì di
gioia, sapeva che Ryan le avrebbe retto il gioco e convinto i suoi a
lasciarla
partire, infatti meno di un quarto d’ora dopo era
già in camera sua a riempire
una valigia con tutto ciò che le sarebbe servito, felice ed
emozionata come non
mai al pensiero di questa nuova avventura.
Era
contenta persino di
rivedere Pai, Tart e…Ghish.
Nel
frattempo, a casa Midorikawa
si svolgeva una scena molto simile, con
la povera Lory rossa di vergogna per le bugie che stava snocciolando
senza
sosta ai suoi genitori, ma con la differenza che il fratellino della
verdina,
al contrario dei genitori, sembrava entusiasta per la prossima partenza
della
sorella, a giudicare da come saltava allegro sul divano da subito dopo
la
notizia. Fortunatamente anche la conclusione fu identica:
l’ennesima telefonata
a Ryan e la mew di sopra a fare i bagagli, con la mente sottosopra e il
cuore
in subbuglio.
Per
le altre tre le cose
furono molto più semplici. I fratellini e la sorellina di
Paddy si
dimenticarono presto la tristezza per la sorella che partiva quando
videro la
villa di Mina, mentre quest’ultima e Pam, non avendo
famiglia, non incontrarono
problemi.
Fatto
sta che quella sera, poco
prima del tramonto, si trovarono tutti e sette al parco Aiaka, in
attesa della
ragazza che avrebbe dato il via al loro destino.
Ai
loro piedi erano
appoggiati i bagagli. Come aveva chiesto Cream avevano ridotto il
carico al
minimo, una valigia o un borsone a testa e al massimo uno zainetto,
persino
Mina, per paura della reazione dell’aliena, si era trattenuta
dal portare con
se l’intera casa, nonostante non avessero
nessun’idea su ciò che avrebbe potuto
servire loro in un'altra galassia.
Il
battito dei loro cuori era
quasi udibile ad orecchio umano. Erano tutte preoccupate, ma ai motivi
più
logici, per la rossa, se ne aggiungeva un altro: quando aveva informato
Mark
della partenza il ragazzo non l’aveva presa per niente bene e
avevano litigato
violentemente, tanto che lui non l’aveva chiamata neppure per
dirle buona
fortuna. Questo aveva provocato nella ragazza un vortice di sensazioni,
diverse, però, da quelle che si sarebbe aspettata. Era
triste, certo, per com’erano
andate le cose, ma non si sentiva per niente a pezzi come avrebbe
dovuto, era
solo un po’ irritata, niente più.
Niente
al confronto con
l’emozione che le provocava il pensiero di quella nuova
entusiasmante
avventura.
Non
appena il disco solare fu
completamente oscurato dagli alberi, Cream fece la sua apparizione,
comparendo
senza rumore alle spalle del gruppo e schiarendosi la voce per attirare
la loro
attenzione, anche se quello che ottenne fu di provocarli un grosso
spavento, cosa
che sembrò divertirla.
Ora
che c’era ancora luce, a
differenza del loro ultimo incontro, Strawberry e le altre notarono
anche i
vestiti e, motivo di profonda inquietudine, le armi della ragazza.
Cream
indossava un top viola corto e scollato, senza maniche, e un paio di
pantaloncini corti in pelle nera, che metteva in risalto il pallore
delle
gambe. Intorno ai fianchi e alla vita erano strette delle cinture di
cuoio
scuro a cui erano fissati ben quattro pugnali, con le lame affilate in
bella
vista. Braccia e gambe erano fasciate da bende violacee, alla moda
della sua
gente, e intorno agli avambracci luccicavano degli strani bracciali di
metallo
inciso, circondati da un bordo affilato poco rassicurante. Ai piedi
portava
scarpette di tela, anche quelle strette alla caviglia da legacci di
pelle.
-Bene,
siete venute tutte
alla fine. Mi risparmia la fatica di venirvi a cercare-.
-Il
fatto che siamo venuti
non significa che ci fidiamo di te…-cominciò Ryan
in tono duro, ma Cream lo
interruppe con tono noncurante:-Non m’importa nulla di cosa
pensate di me o se
vi fidate. L’unica cosa che importa è che mi
seguiate, in modo io possa
concludere la missione e tornare a casa mia-
-Quella tipa è davvero senza emozioni-
pensò scocciato Ryan.
-Possiamo
almeno farti qualche
domanda? Avremo molte cose da chiarire…-chiese timidamente
Lory.
-Non
ora, appena saremmo sul
mio pianeta-
-A
proposito, come
raggiungiamo il tuo pianeta?- chiese Pam con molto buonsenso, mentre le
altre
erano troppo impegnate a tenere d’occhio i pugnali e i
bracciali affilati per
mettere insieme una frase di senso compiuto.
-Con
la mia navicella-
rispose, come se fosse ovvio. E in effetti lo era.
-E
dove…-
-Ci
penso io- l’anticipò
l’aliena –prendetevi per mano e tenetevi stretti i
bagagli, ci dobbiamo teletrasportare-
Con
crescente nervosismo, il
gruppo obbedì.
A
quel punto Cream si
avvicinò a Ryan, ignorando il fatto che lui si fosse
allontanato non appena
aveva mosso un passo verso di lui, e gli posò un dito sulla
pelle, facendo poca
attenzione a non graffiarlo con le unghie da gatta che aveva in
dotazione.
Sentì la pelle del biondo irrigidirsi al contatto con la sua
mano fredda.
Si
teletrasportò.
Per
i terrestri fu una
sensazione stranissima, il vuoto allo stomaco, l’aria fredda
che scorreva
addosso, la sensazione di dover vomitare, il turbine di colori intorno
al loro.
Per fortuna durò un solo secondo, poi poterono riappoggiare
i piedi sulla terra
stabile e immobile. Si separarono, barcollando un po’e
appoggiandosi agli
alberi del bosco che avevano raggiunto, Mina si dovette addirittura
sedere,
mentre Cream gli osservava, ridacchiando per quella reazione a suo dire
spropositata. Per lei teletrasportarsi, così come volare,
era una cosa naturale
e meravigliosa, così radicata in lei da non riuscire ad
immaginare di doverne
fare a meno. Non arrivava a capire come potesse provocare simili
effetti.
Non
appena si furono ripresi,
prima che potessero chiederle dov’era la navicella, si
girò verso la radura ai
cui margini si trovavano e, sguainato uno dei pugnali, con conseguente
reazione
spaventata-difensiva delle persone dietro di lei, disegnò un
simbolo strano nel
vuoto.
Non
appena ebbe finito,
l’aria innanzi a loro cominciò a tremolare ed
evaporare, rivelando ciò che era
nascosto dietro la barriera: un’ enorme nave spaziale,
perfettamente circolare
e completamente ricoperta da piastre di metallo scuro. A vederla
rimasero tutti
a bocca aperta, ma Cream non concesse loro il tempo di riprendersi.
Avanzò
svelta verso il veicolo e appoggiò la mano sul metallo. Dal
punto in cui la
mano si era appoggiata apparve un bagliore rossastro, e un istante dopo
una
delle sezioni metalliche si staccò e si abbassò
verso il suolo, galleggiando a
pochi centimetri da terra.
Cream
ci salì sopra e con un
gesto irritato chiamò gli altri perché la
imitassero. Non appena furono saliti
tutti, insieme con le valigie, la piattaforma tornò alla sua
postazione
iniziale, e loro si ritrovarono all’interno
dell’astronave.
Era
molto spaziosa e ben
illuminata, con una ampia vetrata che correva tutto intorno. Per terra
c’erano
dei materassi, completi di coperte e cuscini, e quella che sembrava una
cucina,
addossata alla parete circolare. Accanto a loro c’era una
specie di
parallelepipedo scuro, con una porta chiusa, mentre nella parte
più lontana, leggermente
rialzato rispetto al resto, c’era la sala comandi: una lunga
scrivania
metallica piena di strumenti, pulsanti, pannelli illuminati e tastiere
e, più
in alto, un numero indefinito di monitor, al momento quasi tutti
spenti,
disposti ai lati di un’ ampia finestra, davanti al tutto
c’erano tre sedili che
galleggiavano a circa mezzo metro da terra. Lungo le pareti inoltre
c’erano
numerose maniglie saldamente fissate. Un tavolo con qualche sedia,
anche quelli
ancorati a terra, e numerosi cuscini e tappeti sparsi, completava il
tutto.
-Aggrappatevi
a una delle
maniglie e tenetevi stretti insieme alle vostre cose finche non ve lo
dico io-
ordinò
Cream, già seduta a
una delle tre postazioni. Stese le mani davanti a sé e il
modulo di comando
prese vita, i pulsanti, i pannelli, i bottoni s’illuminarono,
i monitor si
accesero.
Gli
schermi non erano proprio
reali, ma semitrasparenti e attivabili sia con comandi vocali oppure
sfiorando
direttamente lo schermo olografico.
Senza
neppure controllare che
tutti fossero agganciati a qualcosa, Cream digitò
rapidissima i comandi per
l’accensione e i potenti motori nascosi sotto il pavimento
cominciarono a
ringhiare, mentre la gigantesca nave si sollevava dal suolo.
Le
ragazze si scambiarono un
occhiata: anche se non tutte avevano gli stessi pensieri in testa,
erano pronte
a condividere quella nuova avventura.
Stavano
partendo.
Angolo
dell’Autrice
Visto
che avete commentato,
ecco come promesso il nuovo capitolo, a cui, se continuerete ad
apprezzare
questa storia, seguiranno altri.
Se
volete che sia così sapete
cosa fare.
Va
bene, ora che ho finito di
minacciarvi posso augurare a tutte una piacevole lettura e ringraziare
di cuore
tutti quelli che hanno letto e in modo particolare le tre che hanno
lasciato
una recensione.
Un
grazie speciale e un
grosso abbraccio vanno quindi a:
-alexiakatherine
-lady
S
-mariotti92
Grazie ragazzi, siete speciali.
Inoltre
volevo chiedervi cosa
ne pensate se nel prossimo chap inserissi un’ immagine di
Cream, giusto per
farvela visualizzare meglio. Vi va l’idea?
E
ora buona lettura!
Arrivederci
e a presto.
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