ragione e sentimento

di amy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** la storia vera ***
Capitolo 3: *** il biglietto ***
Capitolo 4: *** Ambrose ***
Capitolo 5: *** kanata ed Ambrose ***
Capitolo 6: *** per gli altri non ci sarà scampo ***
Capitolo 7: *** salvi ***
Capitolo 8: *** la signorina Daisy..... la spiegazione di tutto ***
Capitolo 9: *** kanata è vivo? ***
Capitolo 10: *** ma la storia non finì qui ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


TITOLO RAGIONE E SENTIMENTO Capitolo 1 Introduzione ( Capitolo bonus utile, ma un po’ palloso). Miyu, una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi, frequentava ora il 4 liceo. Come ogni anno si avvicinava il momento più atteso da tutti. Non le vacanze, che avete capito… la gita no? Ma questa non era una gita qualunque. Quest’anno, tutta la scuola sarebbe andata in gita insieme. Il direttore (badate bene, non il preside) aveva perfino commissionato di far costruire un pullman che potesse trasportare tutta la scuola ( e che era quadridimensionale?). Tutti ovviamente erano in agitazione. Non era mai successa una cosa del genere, e poi quest’anno, sarebbero andati molto lontani… sarebbero andati in Italia. Miyu non era figlia unica, aveva un fratello che andava in primo liceo, e si chiamava Giulio (come mio fratello). Anche lui ovviamente andava in gita. Questo non migliorava di certo le cose, o forse si? I genitori dei due ragazzi, infatti, non erano molto contenti, quando i due ragazzi dovevano andare in gita stesso lì in Giappone. Figuriamoci ora in Italia. Tornando a casa i due ragazzi cercarono di escogitare un piano per ottenere il loro comune risultato. Alla fine decisero che la cosa migliore per entrambi sarebbe stata quella, per una volta tanto, di lavorare insieme. Avrebbero raggiunto il loro obiettivo, anche se dovevano collaborare ( beh io e mio frate siamo così). Una volta a casa, i due ragazzi si diressero verso le loro “prede”. All’inizio introdussero il discorso subdolamente, poi vedendo che i genitori erano quelli che erano, furbi e tosti come la roccia, passarono al piano B. Come prima cosa promisero, che avrebbero controllato l’altro a costo della loro stessa vita (melodrammatica). Poi gli promisero che non si sarebbero persi di vista e che di sicuro non avrebbero litigato. A quest’ultima promessa, i genitori capirono che i due figli erano d’accordo. Come avrebbero fatto a non litigare per un intero mese, costretti a stretto contatto?! Impossibile! Irrimediabilmente ci fu la riunione di famiglia. Per prima cosa i due genitori si consultarono e poi esposero il verdetto ai due malcapitati. - bene, abbiamo deciso. Ma come prima cosa devo dire che siamo molto (dispiaciuti del vostro comportamento- pensava Miyu) contenti del fatto che, almeno quando avete bisogno, abbiate unito le vostre forze- concluse Yu il padre dei due ragazzi. I due ragazzi si guardarono e si sorrisero. Poi però si ricordarono che ancora non era finito. Ancora non sapevano se sarebbero andati in Italia. - beh comunque, che avete deciso?- si azzardò a dire Giulio. Conclusione, i due riuscirono ad aver il permesso per andare in Italia, con le dovute raccomandazioni, ovviamente. Passarono i giorni, i mesi e ovviamente le interrogazioni. La partenza era vicina. Dato che dovevano andare in un altro continente, dovettero irrimediabilmente prendere l’aereo. Ma la seconda parte del viaggio era ovviamente in pullman. Una volta all’aeroporto, eseguito il check-in, poté cominciare il viaggio. Fine capitolo 1 Continuate a leggere. Gli altri capitoli saranno molto meglio. Per favore Amy

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Capitolo 2
*** la storia vera ***


Capitolo 2 la storia vera Ora comincia la storia vera e propria, fino ad ora era solo un’introduzione. Dato che il viaggio era molto lungo, approfittarono della notte per non perdere giorni di viaggio. Infatti, per la maggior parte del volo quasi tutti i ragazzi dormirono e una volta arrivati in Italia erano carichi di energie. Il volo atterrava a Catanzaro e da lì avrebbero preso quel mega-pullman . Miyu si fiondò subito nel pullman per prendere i posti migliori, quelli infondo a tutto. Una volta seduta – Aya, Nanami, Santa, Kanata, Chris, venite qua, ho preso i posti in fondo a tutto, venite presto!!- Miyu chiamò subito i suoi amici per fare in modo che per tutto il viaggio sarebbero stati insieme. Una volta che tutti si sedettero, il preside prese la parola – bene ragazzi, finalmente siamo arrivati in Italia, dato che vi siete già seduti, ricordatevi bene i vostri posti, perché saranno gli stessi per tutto il viaggio.- disse infatti il preside. - ora parliamo di cose più serie. Ho il piacere di presentarvi la sig. Daisy che ci farà da guida e da interprete. Mi raccomando. Trattatela bene. Ora lascio la parola a lei signorina, prego.-. La figura che si presentò a loro, era una signora di circa 30 anni abbastanza rotondetta con una gonna rossa e una maglietta bianca con dei disegni sempre rossi. Evidentemente le piaceva il rosso. - ciao ragazzi, sono molto contenta di poter stare con voi per questo mese. Spero che diventeremo amici…- poi fece una pausa e aspetto che il preside scendesse dal pullman- vi prometto che non sarò come il vostro preside e se lo sarò, vi autorizzo a eliminarmi.- Con quest’affermazione, la sig. Daisy diventò subito simpatica. Il preside tornò in pullman e il viaggio poté finalmente cominciare sul serio. Miyu, Kanata e gli altri, non facevano altro che parlottare e scherzare. Miyu e Kanata erano migliori amici, o forse qualcosa di più, ma loro no gli davano molta importanza. Mentre facevano uno dei loro giochi stupidi i due ragazzi finirono ai due posti centrali e dato che dietro in sei stavano un po’ stretti, finirono per sedersi una sull’altro. Mentre loro non ci facevano neanche caso, Chris, che era innamorata di Kanata, diede molta importanza a questa cosa e iniziò a sbraitare – ah Kanata vicino a Miyu, anzi no, è Miyu che si è addirittura seduta su di lui… non ce la faccio più…. Ah che rabbia!!!- Miyu che era abituata alle sparate di Chris decise subito di risolvere il problema-, Chris hai frainteso, non me n’ero neanche accorta, ora non ti preoccupare mi sposto qui davanti, ai sedili davanti, quelli a due, non ti preoccupare.- poi fece una piccola pausa e guardò Kanata che non la lasciava alzarsi. Kanata al contrario si divertiva molto a fare arrabbiare Chris perché alla fine se la prendeva solo con Miyu e lui ne usciva praticamente indenne. Ora stava sogghignando e cingeva la vita di Miyu con le mani. Miyu decise di fargliela pagare. – Chris per farti vedere che non c’è niente di male, guarda- e prese Chris per mano,- siediti tu qui al posto mio, sulle ginocchia di Kanata.- e così detto si alzò e si sedette davanti. Kanata non voleva proprio che Chris si sedesse sulle sue ginocchia. Per natura, Kanata era un ragazzo molto chiuso, solo Miyu era riuscita a farsi un po’ spazio nel suo cuore e nella sua vita. Ma ancora non sapeva nulla del suo passato. Lui, infatti, si era al gruppo solo al secondo anno. Vedendo un suo compagno uscire dal bagno, un’idea si fece largo nei suoi pensieri – Chris certo che puoi stare qui, solo che ora devo andare in bagno, il peso di Miyu mi ha schiacciato, non riuscivo neanche a respirare, non come te, scusa, ma devo proprio andare.- e così detto si alzò per andare in bagno, lanciando un’occhiataccia a Miyu che però aveva capito il vero motivo per cui si era alzato. Mentre Kanata era in bagno, la sig. Daisy si avvicinò ai ragazzi e iniziò a parlottare, sedendosi accanto a Miyu. Quando Kanata tornò e vide la signorina si incupì un attimo e fece per allontanarsi, ma la sig. Daisy lo vide e gli disse – e tu dovresti essere Kanata, mi stavano giusto raccontando di ciò che è accaduto prima-. Kanata era in trappola – eh beh si, sono proprio io- disse sedendosi sul sedile di fonte a quello dove c’erano Miyu e la sig. Daisy.- mi raccomando però non creda a quello che dice Miyu, lei non sa quello che dice, il suo cervello…- si interruppe- ah no, lei non ha cervello- e guardando Santa si mise a ridere. - Kanata!! Lo scusi signorina, lui è molto timido ( ^_^ sorriso di convenienza) quando c’è qualcuno che non conosce, si chiude a guscio e attacca, di solito me… - la sua arringa difensiva fu interrotta dal preside che richiamava la sig. Daisy - ragazzi scusate ma mi chiamano, continueremo dopo, siete molto simpatici, tornerò da voi appena posso.- e così se ne andò. Kanata non poteva passarla liscia, era il momento di fargliela pagare. - Chris guarda che cos’ho qui!- e prese una vecchia foto dalla borsa – è una foto di Kanata da bambino, me l’ha data il sig. osho l’altro giorno, Kanata ne è molto fiero! – e così detto diede la foto a Chris. Dopo pochi secondi che Chris fissava la foto di Kanata, Miyu aggiunse, perché ancora non era abbastanza.- Chris se vuoi la puoi tenere – a questa parole Chris divenne prima tutta rossa e poi svenne. Tutti erano preoccupati per lei ma, dopo poco, si sentì RONF RONF. Chris si era addormentata, tenendo in mano la foto di Kanata. I rimasti continuarono a ridere e a scherzare, poi giocarono per un po’ alla mora cinese e alla fine si addormentarono. Miyu e Kanata avevano già dormito abbastanza in aereo e quindi ora si erano svegliati. Kanata prese il lettore cd e iniziò a sentire la musica. Miyu prese il suo libro preferito “ orgoglio e pregiudizio” e iniziò a leggere. Dopo un po’ le venne voglia di sentire un po’ di musica, ma non aveva portato il lettore, e quindi si voltò verso Kanata. Mentre lo guardava, con lo sguardo perso nel vuoto, le cuffie nelle orecchie e una gamba appoggiata al sedile davanti, uno strano pensiero le passò per la mente – forse Chris non ha tutti i torti, Kanata è proprio carino. Eh ma cosa vado a pensare?!. Meglio continuare a leggere.- e così fece. Kanata dal canto suo, pensava di aver esagerato con lei, ma anche lei lo aveva ripagato bene con il fatto della foto, ma se non altro ora Chris dormiva. Si voltò a controllare che tutti dormissero e poi istintivamente, si alzò e andò da Miyu. Si sedette vicino a lei e anche se, apparentemente, lei continuava a leggere, sapeva che, infondo, era ancora un po’ arrabbiata con lui. Prese una cuffietta e gliela mise all’orecchio. C’erano le solite canzoni che sentiva Kanata, quelle un po’ dark, un po’ hard rock(non tanto, un po’), ma dato che quel cd lo aveva fatto Miyu, perché Kanata aveva il masterizzatore rotto, c’erano anche delle canzoni che piacevano a lei. Dopo un po’ di totale indifferenza, Miyu si decise a cambiare canzone, quindi si sporse un po’ verso Kanata e, fulmineamente, cambiò canzone. A lui quelle canzoni piacevano, solo erano un po’ sdolcinate, e quindi preferiva le sue, ma dato che doveva fare “pace” con lei, decise di passarci sopra, per questa volta. Lei dopo un po’ smise di leggere e si appoggiò sulla spalla di Kanata e lui le cinse le spalle con un braccio. Non erano soliti fare queste cose, ma tra di loro era diverso, non se ne accorgevano proprio. Rimasero così per un po’. Poi…. Fine capitolo 2 Continuate a leggere please vi prometto che i prossimi capitoli saranno molto meglio. Spero Bye Amy

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Capitolo 3
*** il biglietto ***


Capitolo 3 il biglietto Rimasero così per un po’ di tempo, poi… Poi il fotografo del giornalino della scuola, che era stato incaricato di fare le foto per tutta le gita, volevano organizzare una specie di mostra, arrivò e ruppe quell’atmosfera così magica ma allo stesso tempo normale. FLASH -Kurita!! Vieni qui non ti lascerò quella foto. Vieni qui codardo- Kanata e Miyu erano partiti all’inseguimento di kurita, il “povero” fotografo. Tutti si erano svegliati e ora li stavano guardando con non poco interesse. Mentre Kanata stava per acciuffare kurita il pullman fece una frenata inaspettata e tutti e tre caddero a terra e kurita ne uscì salvo. - bene ragazzi siamo arrivati, questo è il nostro albergo! – disse il direttore con aria soddisfatta. – prima di fondarvi nella hall vi prego di prender i vostri bagagli e aspettare di essere chiamati. Sarete chiamati per classi.- concluse il direttore e scese dal pullman. Poi si ricordò un’altra cosa e risalì - kurita, muoviti, devi fare le foto, non rimanere per terra!!- E riscese seguito dal “paparazzo” Piano piano tutti scesero dal pullman e presero i bagagli. Tutto quello che era successo era ormai dimenticato. Si avviarono ai bagagli e Miyu dopo aver preso le sue due valige rimase ad aspettare il fratello. - Giulio vieni un attimo!- gridò all’improvviso. Sentito l’urlo, sia Giulio che Kanata si avvicinarono a Miyu. - Giù, hai preso l’altra valigia?- quando faceva la sorella era tremenda, ma anche Giulio non era da meno – si! Burp!- Giulio dopo aver risposto, fece uno dei suoi sonori rutti ( è proprio mio fratello). Kanata che era lì, e sapeva quanto sapeva essere noiosa Miyu, quando faceva la sorella, fece subito un grosso applauso a Giulio e accettò la gara di rutti che Giulio gli proponeva. - no Kanata, non ci provare! Lui deve smetter di fare così. Non ha bisogno di te e neanche tu di lui! Basta!- e gli mise una mano sulla bocca e sul naso per non farlo respirare. Kanata si dimenava e quindi Miyu che era più debole, cedette e divenne la “preda”. Kanata, infatti, la inseguiva con la lattina d’aranciata che gli aveva dato Giulio. Approfittando della distrazione di Miyu, Giulio si dileguò dicendo solo – vinto!! Ciao ci vediamo dopo. Forse. Ciao- L’inseguimento allora terminò, e giusto in tempo. Infatti, era appena arrivata la sig. Daisy che li chiamava per l’assegnazione delle camere. - ragazzi forza. é il vostro turno! 4° liceo dentro. Forza!- Una volta entrati, furono assegnate le stanze. Miyu e le ragazze non furono divise e finirono nella camera affianco a quella di Kanata, Nozomu e Santa. Le camere erano enormi. C’era anche un tavolo abbastanza grande al centro. La gita prevedeva di sostare a Napoli e di visitare solo le regioni circostanti, ma di tornare sempre a Napoli. Poi verso la fine della gita sarebbero andati a Roma e (lì vicino) avrebbero preso una nave che li avrebbe portati a Madera. Avevano un’ora di tempo prima di iniziare il loro giro turistico, e così decisero di cambiarsi e chiamare casa, infondo era parecchio che avevano gli stessi vestiti. Dopo mezz’ora Miyu era pronta. Indossava un jeans e una maglia a manica lunga e con lo scollo a barca, grigia. E, ovviamente, le scarpe da ginnastica azzurre. Aveva legato i capelli con un grosso elastico e si era infilata i suoi orecchini preferiti. Presa la borsa e la telecamera (gliela avevano regalata i genitori), uscì dalla camera e disse alle amiche che ancora non erano pronte, - Aya, Nanami io esco, vado a telefonare. Vi aspetto fuori-. Così detto, chiamò i genitori. – mamma sono io Miyu. Siamo ora arrivati in albergo. Tutto bene. Le camere sono bellissime. Si. Si ho visto Giulio. Sta benissimo, anche troppo e ora è in camera sua e si sta cambiando. Ci siamo fermati in albergo solo per questo. Non ti preoccupare. Lì come va?.- Dopo un po’ di conversazione a parlare del più e del meno, l’attenzione di Miyu fu richiamata dall’arrivo delle compagne. Si ricordò, comunque, che le telefonate costano, figuriamoci le intercontinentali, e quindi, anche se non proprio volentieri, salutò la madre e raggiunse le amiche. -Miyu ma dove sono i ragazzi? Ancora non sono pronti? Andiamo a vedere in camera?-. Disse Aya -oh ma io non potrei mai entrare nella camera di Kanata senza che mi abbia invitata!- disse Chris - eh vabbè entro io, tanto sono abituata alle camere dei ragazzi, tra Kanata e Giulio, ne ho viste di tutte i colori- disse Miyu, noncurante di Chris. Infatti, lei si stava per far venire un attacco di gelosia. Quando ecco Kanata, che esce dalla stanza, e scaraventa, con la sua delicatezza, Miyu per terra. L’unica cosa che disse fu – ben ti sta!- La giornata passò normalmente. E così anche i giorni successivi. Era ormai l’ultimo giorno che stavano a Napoli. Il tempo peggiorava e si stava avvicinando una vera e propria tempesta. Poiché il tempo non permetteva di uscire, passarono tutta la giornata in albergo, tra giochi e scherzi. Il giorno seguente sarebbero dovuti andare a Roma. Ma prima si sarebbero fermati in un paesino, che si trovava giusto a metà strada. Era un paesino molto carino. Era composto di due parti. La parte vecchia e la parte nuova. La mattina visitarono la parte vecchia in compagnia dei professori. Avrebbero avuto il pomeriggio libero. La maggior parte dei ragazzi l’avrebbe di sicuro passata nella parte nuova, piena di negozi e di locali. Anche Miyu e gli altri avevano deciso di andare nella parte nuova. Ma poi successe una cosa che divise il gruppo. Miyu, cercando nella borsa il cellulare ( per controllare il fratello), aveva trovato un biglietto che la lasciò un po’ perplessa. Il biglietto diceva: - Miyu SONO IO, ANCORA NON TI POSSO DIRE CHI SONO, MA TI PREGO VIENI OGGI POMERIGGIO, ALLE 4 NELLA STRDINA CHE SI TROVA DIETRO LA CHIESETTA DEL PAESE. È IMPORTANTISSIMO. NE VA DELLA SICUREZZA DI TUTTI I TUOI AMICI COMPRESO TUO FRATELLO. TI PREGO. VIENI. CAPIRAI TUTTO A TEMPO DEBITO.- Non sapeva di chi fosse il biglietto ma voleva capire chi fosse il mittente. E poi il fatto che avesse detto che ne andava il bene della scuola, la intrigava molto. Non voleva però far preoccupare gli altri. Poteva anche essere solo una persona che le voleva tirare un brutto scherzo. E in ogni caso, lei sapeva difendersi da sola. Aveva deciso: non avrebbe detto niente a nessuno e sarebbe andata all’appuntamento. Mentre gli altri parlottavano e scherzavano – ragazzi, io oggi non vengo con voi. Ho da fare qui. Mi dispiace-. Disse Miyu. - ma come Miyu avevamo deciso di fare compere oggi.- disse Nanami, molto dispiaciuta. - eh beh veramente, io dovrei…- le venne in mente il fratello – devo fare delle cose con Giulio, sapete com’è…- concluse Miyu, era sicura che tutti avrebbero creduto a questa storia del fratello. E così fu. Solo Kanata non ci credeva molto. Quando Miyu diceva delle bugie, le si arrossavano un poco le orecchie. Ma solo lui se ne accorgeva. Il gruppo così si diresse verso la parte alta del paese, quando ci fu un avviso del preside. - Ragazzi, mi raccomando, tornate per tempo. – parlava a vuoto e così si arrabbiò.- RAGAZZI, FATE IN MODO DI ESSERE PUNTUALI ALLE 9 AL PUNTO DI RITROVO. CHIUNQUE NON ARRIVI PUNTUALE, RESTERà QUI, E CI RAGGIUNGERà A ROMA.- aveva finito con l’urlare. Tutti sentirono il messaggio e Miyu che aveva una strana sensazione, si affrettò verso un’agenzia di rent-car e affittò una macchina. Senza sapere il perché, sapeva che le sarebbe stata utile. Questo gesto, confermò i dubbi di Kanata che, dicendo ai compagni che li avrebbe raggiunti dopo, si allontanò e aspettò tra la folla per seguire Miyu. Fine capitolo 3 Visto che va già meglio? Continuate a leggere Bye Amy

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Capitolo 4
*** Ambrose ***


Capitolo 4 Ambrose Miyu aspettava seduta su una panchina. Ma era sicuro che non stava aspettando Giulio. Quest’ultimo, infatti, se ne era già andato nell’altra parte del paese. Alle quattro meno un quarto, Miyu si spostò e andò in quella stradina dove, qualcuno già l’aspettava. Sapeva di essere seguita, ma pensava che fosse il misterioso autore del biglietto. Non avrebbe mai pensato a Kanata. Si era fermata davanti l’orologio che si erigeva al centro della stradina. Ed ecco un uomo con un impermeabile beige che si avvicinò a lei. Dato che era una stagione molto piovosa, il suo travestimento, non dava molto nell’occhio. Si avvicinava sempre di più. Ora era sicura che l’autore era di sicuro lui. Quest’uomo misterioso le disse di seguirlo in un’altra stradina più deserta. Lì c’era troppa gente. Ora iniziava ad avere paura. Ma lo seguì comunque. Kanata incominciava ad avere dei sospetti. Nella stradina desolata Il signore misterioso, si era tolto gli occhiali scuri che portava e rivelò due occhi scuri, non molto espressivi pensò Miyu. L’uomo, allora si presentò. - salve signorina, sono molto contento che lei abbia accettato il mio invito. L’ho osservata parecchio in questi ultimi tempi e devo dire che non ero proprio sicura che lei accettasse il mio invito.-. -scusi, ma lei chi è? Che vuol dire che mi ha osservato?- chiese sbalordita Miyu che, ora sempre più preoccupata, stava indietreggiando. - ah è vero, che maleducato. Non mi sono neanche presentato. Il mio nome è John Ambrose, ma tutti mi chiamano solo Ambrose.- e così detto, si tolse anche il cappello, rivelando un’enorme cicatrice che divideva il volto a metà. Miyu, spaventata da quella vista, indietreggiò ancora e urlò. Kanata allora che era sempre stato lì ad osservare, riconobbe l’uomo e uscì allo scoperto. - Ambrose! Lasciala stare. Lei non ti ha fatto niente. Prenditela con me. È con me che ce l’hai.- disse Kanata sbucando da un palazzo. - Kanata! Hai proprio ragione. Io ce l’ho con te. Ed è solo con te che te la devi prendere se lei si farà male.- - ambrose lasciala!!- Kanata si stava ancora avvicinando. - Kanata!!- Miyu lo aveva fermato. Aveva una pistola puntata alle spalle. - bravo, fermo lì. Non ti avvicinare o BUM!!, un colpo e via. – disse Ambrose-. Non è una bella sensazione vedersi portare via la persona più importante, vero? Bene ora capirai. – e caricò il grilletto. - NO Miyu no!! Lasciala stare. Prendi me-. Kanata era veramente disperato. Ambrose sparò un colpo… Fine capitolo 4

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Capitolo 5
*** kanata ed Ambrose ***


Capitolo 5 Kanata ed Ambrose Ambrose sparò un colpo… in aria per farlo preoccupare. Poi Miyu, prontamente, diede una gomitata al suo assalitore e si diresse da Kanata. - Miyu spostati!! Nasconditi dietro quel muro. Lascia fare a me.- Kanata e Ambrose iniziarono una lotta tremenda. Pugni, calci e, la pistola di Ambrose era volata lontano da i due. Miyu, non l’aveva ancora vista. Poi la vide e si fiondò a prenderla. Ora era davanti ai due uomini che si picchiavano. Aveva cominciato a piovere. All’improvviso – BASTA! FERMI!! - quest’urlo così inaspettato, fece bloccare Kanata, che fu messo al tappeto. Ora davanti a lei c’era Ambrose in ginocchio e Kanata steso a terra. Ambrose la fissava. – forza, dammi quell’arma. Non sai neanche come si usa.- Ma Miyu la sapeva usare. Caricò il grilletto e BUM. Sparò. Nell’attimo in cui aveva premuto il grilletto, ambrose aveva preso Kanata e lo aveva usato come scudo. Era stato ferito Kanata. Le lacrime incominciavano a caderle dagli occhi e si mescolavano con le gocce di pioggia. Ambrose si era alzato. Si stava avvicinando. Miyu era completamente immobilizzata. Lasciò cadere la pistola, avvicinandosi a Kanata. Ambrose colse al volo l’occasione e corse verso la pistola. Ma Kanata, anche se ferito, arrivò prima di lui e… Sparò. Ambrose cadde inerme a terra. Miyu che aveva assistito a tutta la scena, quasi non credeva ai suoi occhi. L’unica cosa a cui pensava era che aveva colpito Kanata. Lei che non aveva mai fatto del male ad una mosca. E poi chi aveva colpito? Kanata. Una delle poche persone con cui si era mai trovata a suo completo agio. Era troppo. S’inginocchiò vicino a Kanata, ma non si mosse. Kanata, dopo aver colpito Ambrose, si era accasciato a terra. Ora vedendo Miyu affianco a lui così scossa. Fece uno sforzo non indifferente per alzarsi a sedere. Vederlo così sofferente le spezzò il cuore, ma comunque non riusciva a muoversi. Era caduta in trance. Kanata non sapeva cosa fare, ma sentiva dentro di se un forte impulso protettivo che lo spinse ad abbracciare quella ragazza che gli stava accanto. Quell’abbraccio fu per Miyu come un tocco divino. Si riprese dal suo stato di trance e rispose all’abbraccio. Poi però si ricordò del colpo e si staccò in fretta dal ragazzo. - Kanata tu sei ferito. Dobbiamo andare in ospedale. – disse allora Miyu. - non ti devi preoccupare per me. Non mi serve un ospedale. L’importante è che ora tu stia bene. – disse di tutta risposta Kanata. - sì io sto bene. Ma perché dici che non ti serve un ospedale. Non è ancora detta l’ultima parola.- Miyu pensava che Kanata le stesse dicendo che non c’erano più speranze per lui, ma aveva frainteso. Kanata si tolse il maglione e si sbottonò la camicia. Miyu pensava di dover vedere una ferita tremenda e automaticamente chiuse gli occhi. - Miyu non ti preoccupare, apri gli occhi, non è quello che pensi.- le disse Kanata con il solito tono di voce che usava per rassicurare Miyu, quando aveva paura. Come la conosceva bene. Quella voce la rassicurò subito. Aprì gli occhi e quello che vide la lasciò non poco sorpresa. Kanata indossava un giubbotto anti-proiettile. Fine capitolo 5 Continuate a leggere. E commentate…. Bye Amy

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Capitolo 6
*** per gli altri non ci sarà scampo ***


Capitolo 6 per gli altri non ci sarà scampo Kanata indossava un giubbotto anti-proiettile. Non ci poteva credere. Chi era davvero Kanata? Non le era mai interessato era l’unica a scuola che non volesse sapere chi fosse Kanata in realtà. Ma ora questa cosa aveva molta importanza. Forse più di qualsiasi altra cosa. - ma tu chi sei?- chiese allora Miyu. Non ebbe una risposta a questa domanda. E non l’avrebbe avuta ancora per molto tempo. Infatti, Ambrose con l’ultimo filo di voce che aveva in gola disse ridendo. – anche se voi la scamperete, per i vostri compagni non sarà così. Ah. Eh. Ah. Eh. – disse, prima di svenire di nuovo. Kanata e Miyu non sapevano di cosa stesse parlando, ma Kanata si fiondò sul corpo inerme di Ambrose e urlando e scuotendolo gli disse – farabutto!! Che cosa vuoi dire?- ma Ambrose non dava cenno di ripresa. Allora Kanata prese le redini della situazione. Le si avvicinò e le prese le braccia. Lei stava tremando. - Miyu io non posso venire, devo assicurarmi che tutto finisca per sempre. Ma tu devi andare. Devi avvisarli. Devi salvarli. È tutto nelle tue mani-. Disse Kanata - ma… - Miyu fu interrotta. - Miyu ti prego. Ho bisogno di te. Non mi abbandonare. Ho bisogno di te-. Le disse Kanata. - va bene. Ma non so cosa fare. Non so neanche cosa voleva dire Ambrose, dicendo che gli altri non si sarebbero salvati.- lo abbracciò. Aveva bisogno di lui. Del calore e della fiducia che solo lui sapeva darle. Kanata le disse una cosa all’orecchio e poi le disse – Vai. – Miyu si avviò, ma Kanata la fermò per un braccio. Lei si girò e si scambiarono il loro primo bacio. Non avevano mai baciato nessuno, ma come tutte le cose che facevano insieme, sembrava la cosa più normale e pìù bella del mondo. Poi Miyu se ne andò. Prese la macchina che, fortunatamente, aveva noleggiato. Erano le undici di sera. Aveva due ore di ritardo rispetto al pullman. Chissà se sarebbe arrivata in tempo. Mise le mani sul volante e vi appoggiò la testa. Ricacciò le lacrime che stavano per scendere. Non era il momento di piangere. Doveva pensare. Dopo aver riflettuto un po’ decise di chiamare ogni stazione radio per fare un annuncio di attacco terroristico. Per sua fortuna il proprietario della locale stazione radio, aveva assistito a tutta l’accaduto e così decise di aiutarla. L’annuncio fu conciso, professionale, ma carico di emozione: - A CHIUNQUE SIA ALL’ASCOLTO. VI PREGO DI ASCOLTARMI. UN PULLMAN PROVENIENTE DAL Giappone, POTREBBE ESSERE IN PERICOLO. FONTI CERTE HANNO RIFERITO CHE POTREBBE ESSERE IL CENTRO DI UN ATTACCO TERRORISTICO. CHIUNQUE VEDA. HO ABBIA VISTO IL SUDDETTO PULLMAN è PREGATO DI INFORMARE LE AUTORITà CHE PROVVEDERANNO A BLOCCARLO. CI SONO Più DI 200 PERSONE SU QUEL PULLMAN. ASPETTO FIDUCIOSA VOSTRE NOTIZIE. – dopo aver ringraziato l’emittente, Miyu ritornò in macchina e partì. La tempesta continuava e addirittura peggiorava. Mentre guidava e pensava a quello che era successo e che sarebbe potuto succedere, le parole che Kanata le aveva detto all’orecchio, continuavano a risuonarle nella mente. Non riusciva a distinguerle. Erano suoni senza senso. Poi piano, piano riuscì a distinguerli. Lui le stava dicendo che sarebbe andato tutto bene, che tutto sarebbe finito e che le avrebbe raccontato tutto. Le avrebbe detto chi era. E cosa più importante di tutte le disse che non l’avrebbe mai lasciata, che sarebbe stato sempre con lei e che non le avrebbe mai mentito. Il solo ricordo di quelle parole le fece tornare le lacrime agl’occhi. Perché era dovuto succedere tutto questo? Perché non potevano essere come due normali adolescenti che vanno in gita scolastica? Perché? Perché? Perché? Perché? I suoi pensieri furono interrotti dal suono del cellulare che la riportò alla realtà. Cercò il cellulare e notò subito che era la madre che la chiamava. La notizia non poteva essere arrivata fino in Giappone. Era troppo presto. Cercò di assumere un tono di voce normale e rispose. - pronto?- cominciò. - Miyu, grazie al cielo. Ero così preoccupata. Non riesco a mettermi in contatto con il pullman e avevo paura che fosse successo qualcosa. Come state?-. Si sbagliava. La notizia era arrivata. - mamma non ti preoccupare. Andrà tutto bene, fidati di me. So quello che dico. Andrà tutto bene. – Miki non riusciva proprio a calmarsi. – Miyu ti prego, dimmi quello che sta succedendo, non capisco più nulla. Passami tuo fratello. – Miyu interruppe la madre in preda alle lacrime. - mamma, non posso passarti Giulio. Io non sono sul pullman. Ho dato io l’allarme. Sono in una macchina che ho noleggiato e li sto seguendo. È una storia molto complicata. Tanto complicata che non riuscirei a spiegartela ora. So solo che farò il possibile. - ma Miyu e se non arrivi in tempo? – - arriverò in tempo. L’ho promesso. E io mantengo le mie promesso. Ora devo andare. Ti prometto che li salverò. Arriverò in tempo e ti farò sapere che tutto è andato bene. Ora però devo andare. A dopo.- - si a dopo. Mi raccomando. State attenti. – e chiuse il telefono. Ora aveva promesso che li avrebbe salvati. Non poteva tirarsi indietro. Ora doveva riuscirci. La tempesta continuava. All’improvviso, le si oscurò la visuale e sbandò. La macchina si schiantò contro un muro e si accartocciò. Fine capitolo 6 Commentate Bye Amy

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Capitolo 7
*** salvi ***


Capitolo 7 salvi Miyu ne uscì subito, quasi indenne, con solo qualche graffio. Cominciò a camminare sotto la pioggia e faceva l’autostop ad ogni passante. Quasi decisa ad abbandonare tutto, si appoggia ad un cartello stradale ed ecco che qualcuno si fermò. Al volante dell’auto c’era la sig. Daisy, ovviamente vestita di rosso. La sig. Daisy scese dalla macchina e le andò incontro. Riconosciuta la figura familiare, Miyu si gettò tra le sue braccia e la strinse forte. Poi la sig. Daisy disse –.stanno bene. È tutto ok. – Come se sapesse che era stata Miyu a dare l’allarme, come se sapesse tutto quello che era successo, le disse giusto quello che voleva sentire. Un lieve sorriso fece la sua comparsa sul volto di Miyu. - adesso andiamo. Stanno solo aspettando te. – disse la signorina accompagnandola alla macchina. Una volta in macchina Miyu, realizzò che doveva chiamare la madre per darle la buona notizia. La madre stava piangendo. Piangeva da quando le avevano dato quell’orribile notizia. Rispose il padre al telefono – pronto? – - papà, sono salvi. Sono tutti salvi. Ora non posso rimanere a telefono, ma sono tutti salvi. Sono al porto e io li sto raggiungendo. Sono con la sig. Daisy. È andato tutto bene. Ci sentiamo quando arrivo al porto. – riagganciò. A scuola, dove si erano riuniti tutti i genitori degli alunni, e le famiglie degli insegnanti, ci fu festa grande. Erano tutti sani e salvi. O quasi tutti. Di Kanata non si avevano più notizie. Kanata. Solo ora le tornava in mente Kanata. Era grazie a lui che lei era salva. - gli ho sparato. – disse Miyu alla sig. Daisy che stava guidando impassibile. - lo so. – fu la sua prima risposta. Miyu ormai non faceva più caso alle cose che non quadravano e ripeté – gli ho sparato. – - era la cosa più giusta. Hai fatto bene. So che non volevi colpire lui, ma dovevi farlo. Doveva succedere. Lui era preparato. Sapeva che poteva succedere e non ha fatto niente per evitarlo. So che lo ha fatto per proteggere te, ma non doveva farlo. Ogni volta è sempre la stessa storia-. Disse la sig. - ma come faceva a saperlo? Lui chi è? Cosa non doveva fare e perché?- - non posso dirti niente io. Non è compito mio. E non saprei neanche cosa dirti. – furono le ultime parole della sig. Daisy che per il resto del viaggio non disse più una parola. Miyu pensava solo che era stanca di sapere mezze verità e, cosa che le dava più fastidio era che non le sapeva dal diretto interessato. Intanto nella mente della sig. Daisy… fine capitolo 7 Amy

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Capitolo 8
*** la signorina Daisy..... la spiegazione di tutto ***


Capitolo 8 la signorina Daisy…… la spiegazione di tutto. Inizio flash back Lei, Joanna Daisy, era appena stata trasferita in Giappone. I suoi colleghi erano tutti circa della sua stessa età. Solo uno era diverso da tutti loro. Appartenevano tutti alla squadra speciale S.W.A.T. ed erano molto uniti tra loro. Solo quel ragazzino era sempre chiuso in se stesso. Anche sul lavoro, lavorava praticamente da solo. Era un ragazzino di tredici anni con i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore. Com’erano espressivi quegli occhi. Trasmettevano tutta la tristezza che quel ragazzino aveva vissuto. Si chiamava Kanata Saijoni. Pur essendo così giovane, quel ragazzino si distinse subito nella squadra. Fu proprio in una delle loro missioni che capì perché quel ragazzino sembrava aver visto più sofferenze di tutti loro messi insieme. Erano finalmente riusciti a raggiungere un loro vecchio nemico… Ambrose. Sapevano che avrebbe fatto un colpo in una scuola. Lui, Kanata, si era infiltrato in quell’ambiente scolastico come semplice studente. Anche lei era entrata come supplente di ginnastica. E un giorno, quello che temevano diventò realtà. Ambrose voleva far saltare in aria la scuola, ma in particolare aveva preso in ostaggio una ragazzina che diceva essere sua figlia. Kanata era arrivato in tempo. Joanna era nascosta, non aveva sentito tutto il dialogo tra Kanata e ambrose ma riuscì a sentire una frase che le fece capire tutto: - e così sei entrato anche tutto nella S.W.A.T., chi ti credi di essere. Ti sei già dimenticato come ho ucciso tua madre? Non mi dire? Non mi hai fermato allora e non mi fermerai adesso. – e sparò un colpo. Ma la ragazzina che lui teneva bloccata, si fiondò su Kanata e lo salvò. Lei però morì sul colpo. Sapendo di aver fallito su ogni fronte, scappò dicendo: - te la farò pagare. Prima o poi me la pagherai. Non finisce qui.- Fine flash back Poi Joanna non ricordava nient’altro. E d’altra parte non ne avrebbe avuto neanche il tempo. Erano arrivate. In lontananza si vedevano già i ragazzi. Aya e Nanami e tutti i suoi amici le si fondarono incontro e la abbracciarono. - Miyu! Non fare mai più una cosa del genere! Ci hai fatto morire di paura. – le dissero le amiche in coro. Quelle parole “ morire e paura” le fecero tornare in mente Kanata. Che fine aveva fatto? - Kanata.- disse dopo un poco. Le amiche non dissero niente. Nessuno diceva niente. Fine capitolo 8 Amy

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Capitolo 9
*** kanata è vivo? ***


Capitolo 9 Kanata è vivo? Poi all’improvviso – Miyu! – Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. Ma non era sicura che fosse vero. Che non fosse solo un sogno. Lentamente, si girò e si accorse che non era solo un sogno. - Kanata.- Iniziò a correre e lo raggiunse, gettandosi tra le sue braccia. Kanata ricambiò l’abbraccio. Dopo un po’, Kanata disse –. Miyu ti devo dire tante di quelle cose. Mi dispiace ma prima non potevo dirtelo.- Prontamente Miyu lo fermò. – Kanata, io non voglio saper proprio niente. Non ora. – Mentre diceva queste cose si accorse che le pensava veramente. Non le importava più sapere chi fosse o perché. Le interessava solo che fosse lì con lei. Questo loro abbraccio generò, come previsto, un applauso generale. I due, allora, sentendosi a disagio, si allontanarono da tutto il gruppo. Kanata era molto sollevato dal fatto che Miyu non volesse sapere tutto subito, ma una cosa voleva dirgliela. - Miyu c’è una cosa che devo dirti. – disse, infatti. - non ti preoccupare, non voglio sapere nulla.- gli rispose appoggiandosi al suo maglione. – non ora.- aggiunse. Ma Kanata era deciso. – no Miyu, io te lo devo dire per favore. – Ora Miyu si stava preoccupando. Si allontanò un attimo da lui. E fece cenno di si con la testa. Così Kanata cominciò. – Miyu, tu lo hai capito, io non sono un ragazzo come gli altri. Di solito, non scelgo io dove andare. Mi mandano loro dove vogliono. Ora ero stato mandato nella tua scuola per trovare ambrose. All’inizio non aspettavo altro che finire la missione e potermene andare.- fece una pausa, e le paure di Miyu crescevano e crescevano. Le lacrime le si affollavano alla base degli occhi. Poi Kanata continuò. – ma ora ho cambiato idea. Vorrei rimanere. Vorrei rimanere con te-. Le alzò il viso con un dito. Le lacrime di Miyu iniziarono a sgorgarle dagli occhi. - non piangere. Tutto dipende da te. Io rimarrò solo se tu lo vuoi. – disse infine Kanata. Miyu gli tirò un leggero schiaffo. Kanata lo prese per un no, e si allontanò sbalordito. Si stava già voltando, quando Miyu disse – certo che lo voglio. Certo che voglio che non te ne vai. Non me lo dovevi neanche chiedere. Tra noi queste cose non ce le siamo mai dovute chiedere. – Le sue lacrime continuavano a scenderle, rigandole il viso, ma sul suo volto si era aperto un grosso sorriso. Uno di quei suoi bei sorrisi che, da un po’, non riusciva a fare. Allora lui realizzò quello che la ragazza gli aveva appena detto. E a sua volta le sorrise. Non era tipo da regalare sorrisi al primo che capitava e questo la colmava ancora di più di felicità. Si abbracciarono come se volessero evitare che qualcuno potesse separarli. E così si avviarono verso il resto del gruppo, che in realtà aspettava loro. Ma ad un certo punto. Ad un certo punto, Kanata si fermò. Kanata si fermò e di conseguenza anche Miyu. Kanata disse una cosa strana. – Miyu c’è ancora un’altra cosa che devo fare. – Improvvisamente ricordò una cosa che le aveva detto Kanata, quando l’aveva baciata la prima volta: “non sarà l’ultima volta”. Così capì e chiuse gli occhi. Si baciarono. Fu un bacio diverso dal primo. Era più passionale. Ora erano entrambi consapevoli che era l’unica cosa che volevano. Fine capitolo 8 Vi prego leggete fino alla fine Amy

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Capitolo 10
*** ma la storia non finì qui ***


Capitolo 10 Ma la storia non finì qui. Come nelle migliori storie, i due si sposarono ed ebbero due gemelli. Un maschietto e una femminuccia. Li chiamarono Lou e Miu. Ora dovrebbero avere più o meno 6 anni, e dovrebbero già essere a nanna. Come mai non stanno ancora dormendo? Lou: Dalla mamma, non potevamo dormire. Volevamo che ci finissi di raccontare la storia. Miu: già mamma volevamo sapere come finiva!! Miyu : ma se l’avete già sentita milioni di volte. I bambini normali ascoltano “cappuccetto rosso” e “cenerentola” e si addormentano prima della fine. Non come voi due. Miu: ma gli altri bambini non hanno voi due, come mamma e papà Lou: già!! Quei due bambini sapevano essere molto convincenti. Avevano preso la testa dura e la tenacia di entrambi i genitori. Miyu: va bene. Ma ora a letto. Si va a dormire. Kanata: esatto si va a dormire. È troppo tardi per tutti. A letto. Kanata era comparso sulla soglia della cameretta dei suoi due figli. Era appena tornato dal lavoro. Lou e Miu: papà!! Notte! Mamma, papà buona notte! Le due pesti si misero nei loro lettini e caddero subito in un profondo sonno. I due genitori, allora, se ne andarono e lasciarono i due gemellino a dormire. Kanata ovviamente raccontò tutto a Miyu, ma continuò lo stesso a lavorare nella squadra S.W.A.T. e, fino ad ora, era sempre tornato a casa intero. Miyu si era laureata in legge ed era diventata giudice minorile. Le erano sempre stati a cuore i bambini. Gli altri della compagnia, chi sposato e chi no, continuavano ad essere i migliori amici della nostra coppia. Solo una persona se la cavò male, anzi malissimo, in tutta questa situazione. Ambrose. Jonatan Archer Ambrose. (Questo era il suo vero nome). Avrebbe passato tutta la sua vita in carcere. Ma, come se non bastasse, e non bastava, Chris si era follemente innamorata di lui e non aveva nessuna intenzione di lasciarlo in pace. Insomma tutto è bene quel che finisce bene. Fine Amy. Vi è piaciuta? Fatemelo sapere. Vi prego. Bye bye

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