Verità di KiaraRowling (/viewuser.php?uid=30072)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu non sei un assassino. ***
Capitolo 2: *** La sfida della bestia. ***
Capitolo 3: *** Entrambi abbiamo delle verità. Le mie sono uguali alle tue? ***
Capitolo 1 *** Tu non sei un assassino. ***
Stavo leggendo l'ultimo concorso, creato
su acciofanfiction e ormai scaduto, dove si richiedeva di creare una storia,
partendo da una citazione tra quelle proposte. Ho sfogliato le varie citazioni,
annotandomi le più significative, e questo è ciò che ne è scaturito. La storia è
incentrata sul rapporto Draco/Hermione, in particolare su ciò che prova lui e su
come lei riuscirà a fare breccia nel suo cuore, ma ovviamente lascerò spazio
anche agli altri personaggi e alla guerra finale contro Voldemort. Non ci sono
spoiler del settimo libro, e la storia parte dalla fine del sesto anno. Sperando
che vi piaccia, attendo fiduciosa i vostri commenti! Bacioni!!
KiaraRowling.
Ogni grande errore ha un momento a metà
strada, una frazione di secondo in cui si può annullare e, forse,
rimediare.
Ma lui, quell errore, non l’aveva
rimediato. Aveva lasciato trascorrere quel secondo, segnando per sempre il suo
destino.
Tu non sei un
assassino.
Gliel’aveva detto fin da subito, appena
si erano ritrovati faccia a faccia; e gliel’aveva detto fino alla fine, con il
sorriso sulle labbra.
Tu non sei un
assassino.
Lui sapeva che non avrebbe mai avuto il
coraggio di uccidere l’uomo che aveva di fronte, lo sapevano entrambi; e alla
fine, quasi a voler convalidare la tesi di quel vecchio pazzo, aveva abbassato
la bacchetta.
Tu non sei un
assassino.
Non lo era, ma sarebbe stato costretto
a diventarlo; sul suo braccio era marchiato il simbolo del suo destino. Non era
un assassino, ma incarnava in sè l’idea del Male: ed era proprio quel marchio a
dimostrarlo, fungendo da simbolo.
Tu non sei un
assassino.
Non aveva più importanza, ormai: lo era
diventato, agli occhi degli altri.
Questo pensava Draco Lucius Malfoy,
fissando la propria immagine riflessa nello specchio. Il ragazzo, l’uomo, che la
sua immagine gli presentava, pareva ai suoi occhi il fantasma di colui che era
stato un tempo. Lo sguardo era vuoto, il volto incavato, la pelle pallida,
spenta. Respirava, ma sembrava fosse privo di anima. Si passò una mano tra i
capelli, in un gesto tanto lento quanto privo di significato: ma, in quel
momento, quell’unica azione era fondamentale per lui; era l’unica cosa che gli
era rimasta del Draco di un tempo.
Tu non sei un
assassino.
La voce di Silente continuava a
rieccheggiare nella sua testa, i suoi occhi erano offuscati dalla sua figura,
nell’istante in cui Piton aveva posto fine alla sua vita.
Draco si alzò la manica della camicia,
passando un dito sul Marchio Nero: avrebbe voluto farlo sparire, sarebbe stato
disposto a tagliarsi il braccio, se solo fosse servito a qualcosa.
Si sentiva sporco, si sentiva marcio.
Si sentiva un’ombra, che scivola lenta sulle pareti: lui viveva l’ombra della
sua vita.
Tu non sei un
assassino.
Non era nulla, guscio vuoto di anima
corrotta, cuore trafitto dai pugnali dell’odio.
Era buio, era freddo, era odio. Era
Male: a quel punto, essere o meno un assassino non aveva importanza.
Gli occhi gli divennero improvvisamente
lucidi: si era conficcato le unghie nel braccio, come se stesse cercando di
strapparsi il Marchio dalla pelle. Faceva male, ma era esattamente ciò che
voleva: voleva soffrire, voleva sanguinare, voleva eliminare tutto ciò di
sbagliato che c’era in lui, quella bestia che divorava ogni più piccolo
spiraglio di luce, che trasformava tutto in qualcosa di marcio.
Tu non sei un
assassino.
Quella voce non accennava a zittirsi:
la odiava, odiava il suo tono dolce, così come odiava lo sguardo comprensivo di
Silente che gli balenava nella mente. Quello sguardo, che pareva voler dire "non ti preoccupare, andrà tutto bene" . Odiava quella voce, odiava quello
sguardo, odiava lui. Eppure, non avrebbe mai voluto che
morisse.
Tu non sei un
assassino.
- E’ colpa mia se sei morto. Io ho
fatto entrare i Mangiamorte, nel castello, io ti ho trattenuto mentre stavi
male, io ho permesso a Piton di ucciderti. Non sono un assassino, ma non sono
certo meglio di lui. -
Draco chiuse gli occhi, lasciando
ricadere il braccio marchiato, che fino a qualche istante prima aveva trattenuto
con la mano, lungo il fianco.
Aveva avuto la possibilità di cambiare,
gli era stata concessa quella famosa frazione di secondo in cui l’errore poteva
essere rimediato.. e l’aveva buttata via.
Tu non sei un
assassino.
- Io non sono un assassino. Sono
peggio. Sono un codardo, un vile, un debole. Preferirei essere un assassino.
-
La porta della sua stanza si aprì,
lasciando entrare il servo più fedele del Signore Oscuro: Severus
Piton.
- Draco, sei pronto? -
Non era mai stato pronto, aveva
semplicemente lasciato che gli altri lo credessero.
- L’Oscuro Signore vuole vederti.
-
Uscirono dalla stanza insieme: l’uomo
davanti, il giovane dietro. Arrivarono in un ampio salone, riccamente arredato
con mobili antichi e finemente intagliati, pregiati tappeti orientali e pesanti
tende dai colori tenui.
Lui era seduto su un divano, rivestito
di tessuto verde scuro, posto davanti al camino acceso.
- Ecco il ragazzo che ha ucciso
Silente. -
Ne era convinto, e Piton gliel’aveva
lasciato credere. L’uomo aveva fatto il lavoro sporco, e il ragazzo se ne
prendeva il merito.
Tu non sei un
assassino.
Lo era per Lord Voldemort, e tanto
bastava.
- Chiedimi ciò che vuoi. So premiare
chi porta a termine i propri compiti. -
E’ come un Dio, crudele e terribile,
generoso e misteriosamente magnetico. Punisce e premia, ma non
perdona.
- Voglio che mio padre esca da Azkaban.
-
Se era destinato a morire, Draco voleva
che suo padre lo facesse da uomo libero. Nessuno poteva permettersi
d’imprigionare un Malfoy.
- Sarà fatto. Tuo padre verrà liberato
quanto prima. -
- Grazie, mio Signore. Siete molto
generoso. -
Non importava se credesse veramente in
ciò che stava dicendo: l’importante era usare il tono più umile e convincente
possibile.
Piton guardava Malfoy con orgoglio:
teneva a Draco, nella misura in cui un uomo come lui potesse provare affetto per
qualcuno.
- Puoi andare ora, Draco. Prima che mi
dimentichi, però, ti suggerirei di dare un’occhiata alle persone catturate oggi
da Greyback. C’è qualcuno che dice di conoscerti. -
Il giovane s’inchinò, come uno schiavo
fa davanti al suo padrone, come un uomo fa davanti a qualcuno più potente di
lui.
Uscì dalla stanza, e fece ciò che il
suo Signore gli aveva detto: andò a controllare i prigionieri. E lì, lo vide:
capelli rossi, lentiggini, vestiti lacerati e sporchi di sangue.
- Weasley. -
Lui alzò lo sguardo, i suoi occhi si
tinsero d’odio e rabbia.
- Malfoy. -
Pronunciò il suo nome con disprezzo
infinito, accompagnando il tutto con una smorfia: era legato, prigioniero
inginocchiato di fronte a lui, eppure aveva avuto il coraggio di pronunciare il
suo nome, di sfidarlo con gli occhi. Cuore di vero Grifondoro. Cuore di un uomo
che non ha più nulla, se non la sua dignità.
- Cosa si prova ad essere in trappola,
Weasley? -
Draco voleva umiliarlo, voleva
dimostrare di essere padrone, voleva troneggiare su di lui.
- Strano che tu me lo chieda, Malfoy.
E’ una sensazione che dovresti conoscere molto bene. -
Sfrontato, orgoglioso, deciso,
coraggioso: aggettivi che Draco non avrebbe mai collegato ad uno come Ronald
Bilius Weasley.
- Malfoy.. devi fare una cosa per me.
-
Il ragazzo alzò un sopracciglio,
divertito: - Io dovrei fare qualcosa per te? Sei tremendamente esilarante,
Weasley. -
Lo teneva in pugno: godeva della sua
umiliazione, si fortificava con la sua immagine.
- Si tratta di Hermione. -
Ron pronunciò il nome dell’amica con
infinita dolcezza: una dolcezza che, alle orecchie di Malfoy, suonò come
sconosciuta.
- Sta morendo. -
Draco spostò lo sguardo sulla figura
stesa accanto a Weasley, a cui, fino a quel momento, non aveva prestato
attenzione.
Era una ragazza, lo s’intuiva dal
corpo: le gambe lisce e tornite, il seno, i lunghi boccoli castani, non potevano
certo appartenere ad un ragazzo.
- Perchè credi che la cosa m’interessi?
-
Non aveva nessuna intenzione di
aiutarlo, l’unico obiettivo che si era prefisso era quello di ferire il ragazzo
che gli stava di fronte: era sempre stato geloso di quel patetico pezzente,
perchè aveva posseduto l’unica cosa che, a lui, nessuno aveva mai concesso.
L’amore.
- Perchè ti conosco, Malfoy. E tu non
sei un assassino. -
Tu non sei un
assassino.
Di nuovo quella frase, di nuovo
l’immagine di Silente davanti agli occhi. Chiuse gli occhi: non voleva vedere,
non voleva ascoltare.
- Malfoy. Uccidimi, se ti diverte.
Torturami, non m’interessa. Ma aiuta Hermione. -
Draco aprì gli occhi e guardò il
ragazzo che aveva davanti: era disposto a morire per lei, era disposto a
soffrire, a sacrificarsi, in cambio della vita di quella ragazza. Qual era quel
sentimento talmente grande da dare ad una persona il coraggio di mettere in
pericolo la propria vita, per quella di un altro?
Non se ne capacitava, non poteva
credere che Weasley fosse pronto a morire per salvare la Mezzosangue. Ma, forse,
era l’amore che lo faceva agire così. Quell amore, a lui
sconosciuto.
Tu non sei un
assassino.
No.. non lo era. Non lo era mai stato,
e non lo sarebbe stato mai.
Aprì la cella dove Ron e Hermione
giacevano feriti, e prese la ragazza tra le braccia.
- Non è troppo tardi per cambiare,
Malfoy. -
Forse, Weasley aveva
ragione.
Forse, la frazione di secondo in cui rimediare al suo
errore, non era ancora passata.
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Capitolo 2 *** La sfida della bestia. ***
- Ha subito torture atroci, signor
Malfoy. Vede questi segni sul petto e sulle gambe? Sono segni di frusta. E ci
sono segni evidenti di diversi Cruciatus. -
- Cosa consiglia? -
- Se la riporta in cella, non
sopravviverà. -
Draco abbassò lo sguardo sulla ragazza
distesa nel suo letto: era più magra rispetto all’ultima volta che l’aveva
vista, e aveva i capelli decisamente più lunghi; per il resto, era sempre la
stessa, insopportabile, Mezzosangue.
- La ringrazio. Può andare ora.
-
- Come desidera, signor Malfoy.
Arrivederci. -
Era utile avere dei Medimaghi tra le
fila del Signore Oscuro: grazie a quell uomo, la ragazza era, per il momento,
fuori pericolo.
Draco si sedette sul divanetto
rivestito di pelle nera, e si prese la testa tra le mani: non poteva tenere lì
la Mezzosangue, non gliel’avrebbero mai permesso. Eppure, le parole di Weasley
gli rimbalzavano nella testa.
Se l’avesse riportata in prigione,
sarebbe morta.
Tu non sei un
assassino.
Non lo era, e come tale non poteva
lasciar morire la ragazza. Sospirò, cercando di trovare risposta in quel volto
dagli occhi chiusi, da quei tratti così delicati, da quelle labbra morbide e
appena socchiuse, da lei. Lei: pura, semplice, perfetta.
Lei, il Bene. Lei, il suo
opposto.
Si sorprese a pensare a quanto fosse
bella, così immobile, come una statua. Lei, che rappresentava tutto ciò che, in
teoria, lui avrebbe dovuto odiare, paradossalmente costituiva un’attrazione
irresistibile per il ragazzo.
Lui non poteva cambiare.. non poteva
smettere di essere ciò che era. Era Male, e non sarebbe potuto essere
altro.
Ma lei? Lei non sarebbe potuta
cambiare?
La bestia dentro il suo cuore si
risvegliò: aveva fame. Fame di luce, fame di speranza, fame di lei. Voleva
corromperla, voleva sporcarla, voleva nutrirsi di tutto ciò che di buono c’era
in lei, voleva privarla della sua anima.
I suoi occhi, dopo tanto tempo,
brillarono di luce nuova: amava le sfide, e quella che gli si presentava davanti
era una particolarmente difficile. Ma non aveva importanza, le avrebbe dedicato
tutto il tempo che serviva: voleva vincere.
In quel momento, lei si
svegliò.
Aprì lentamente gli occhi, e il dolore
al corpo martoriato le fece sfuggire un piccolo gemito dalle labbra.
- Ben svegliata, Mezzosangue.
-
Freddo, cinico, calcolatore: erano
queste le doti migliori di Draco Malfoy. E il ragazzo era più che intenzionato
ad usarle tutte, con lei.
- Cos.. dove.. sono.. -
La sua voce era flebile, roca. Draco
ghignò appena nel sentirla: la coraggiosa Grifondoro era ridotta davvero
male.
- Sei nella mia stanza, Mezzosangue.
Nel mio letto, ad essere precisi. -
La vide aprire di più gli occhi, poteva
immaginare il suo cervello all’opera per assimilare ciò che lui le aveva
detto.
In quel momento, non si sentiva un
Mangiamorte. Si sentiva solo un ragazzo, pronto a prendersi la sua rivincita:
lei, che aveva sempre usato le parole per cercare di umiliarlo, lei, che l’aveva
sempre disprezzato, ora avrebbe dovuto pregarlo in ginocchio di risparmiarle la
vita.
E l’avrebbe fatto, oh se l’avrebbe
fatto: aveva bisogno che lei rimanesse viva, per rendere nera la sua
anima.
- Cosa ci faccio qui? Dov’è Ron?
-
Le labbra del giovane si
assottigliarono: com’era possibile che lei, appena svegliata, chiedesse per
prima cosa dove fosse quel pezzente di Weasley? Non le importava della sua vita?
- Il tuo amico mi ha chiesto di
salvarti la vita, Mezzosangue. Lui è rimasto in cella, a scontare la sua pena
per aver osato sfidare il Signore Oscuro. -
Lei alzò lo sguardo su di lui, senza
cercare di nascondere il proprio disprezzo.
- E io perchè sono qui? Da quando sei
così gentile, Malfoy? -
Lui le sorrise, un sorriso sarcastico,
un sorriso che si adattava perfettamente alla sua persona.
- Mi piaceva l’idea di salvarti la
vita. E’ divertente averti tra i piedi. -
- Che tu possa marcire all’inferno,
Malfoy. -
Hermione si alzò dal letto,
barcollando, e cercò di uscire dalla stanza. Draco, però, la prese per un
braccio, sfilando svelto la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, e puntandola
alla gola della ragazza.
- Forse andrò all’inferno, Granger. Ma
in quel caso, te lo posso giurare, tu verrai con me. -
La spinse brutalmente contro il letto;
lei, priva di forze, non potè far altro che accasciarsi sui cuscini.
Malfoy la osservava, tenendo la
bacchetta puntata contro di lei: da dove trovava la forza per rialzarsi? Da cosa
traeva l’energia, il coraggio necessari per sfidare un nemico più potente di
lei?
- Ti conviene rimanere dove sei,
Mezzosangue. -
Il Marchio iniziò a bruciare: il suo
Signore lo stava chiamando. Draco non voleva abbassare la bacchetta, voleva
continuare a tenerla in pugno, ma il dolore lo costrinse a toccarsi il
braccio.
- Il tuo padrone ti sta chiamando, non
è vero Malfoy? Su, corri dal tuo padrone, da bravo cagnolino quale sei.
-
Si era rimessa in piedi, e da quella
posizione ricevette uno schiaffo in pieno viso, talmente forte da farla cadere
nuovamente sul letto.
L’aveva colpita. Le sue mani, sporche
del sagnue di un uomo innocente, avevano toccato quella creatura immacolata. Si
immaginava come il veleno di cui il suo corpo era intriso fosse già entrato in
circolo dentro di lei, grazie a quel piccolo, innocente contatto.
Hermione si rialzò per la terza volta,
e lo guardò con odio indescrivibile.
- Quando Harry scoprirà dove sono.. -
Draco la interruppe, scoppiando in una
risata fredda, vuota, inquietante.
- Quando Potter ti troverà, il Signore
Oscuro lo ucciderà in meno di cinque minuti. -
Ne era convinto: Lord Voldemort era
troppo forte per uno come Potter. E ora che Silente se n’era andato, non c’era
più speranza per quei poveri sciocchi che ancora credevano nella possibile
sconfitta del Male.
- Voglio andare da Ron. -
Ferma, decisa, risoluta: era come se
Hermione non si fosse resa conto di dove si trovasse, o di chi avesse davanti.
Sarebbe stato un vero piacere, ricordarglielo.
Con un incantesimo non verbale, la fece
inginocchiare a terra, mentre una morsa invisibile si stringeva intorno alla sua
gola, soffocandola.
- Non sei nelle condizioni più adatte
per "volere" , Granger. Ma puoi sempre supplicare. -
Lei si portò le mani alla gola,
cercando invano d’incamerare aria.
- Qualche problema, Mezzosangue?
-
La stava deridendo, la stava umiliando
in un modo che lei non credeva possibile. Godeva del suo dolore, traeva gusto
dalle sue lacrime.
- Non.. respiro.. -
Parole pronunciate con estrema fatica,
uscite dalle labbra di una donna sull’orlo di morire per soffocamento. Ma lui
non l’avrebbe mai permesso: così com’era venuta, la morsa si sciolse.
- La prossima volta non sarai così
fortunata, Mezzosangue. E per quanto riguarda la tua richiesta, o forse dovrei
dire pretesa, ti suggerisco di accontentarti del fatto che il tuo "Ron" sia
ancora vivo. -
Lacrime di rabbia impotente le
solcarono le guance, mentre le mani le tremavano.
- Che tu sia maledetto, Malfoy!!
-
Le ginocchia le si piegarono, e lei
finì a terra, il corpo scosso dai sighiozzi, la mente dal troppo
dolore.
- Ora devo andare. Al mio ritorno, mi
aspetto di ritrovarti qui. Se così non sarà, sarà il tuo amico Weasley a pagarne
le conseguenze. -
Una minaccia, un ricatto: lei sapeva di
non avere scelta, di dover sottostare alle regole di quell essere
senz’anima.
Lui uscì dalla stanza, compiaciuto di
ciò che era successo: la Mezzosangue sarebbe stata lì, al suo ritorno. Ancora
non si capacitava che per ben tre volte, la ragazza si era alzata. Per tre
volte, l’aveva sfidato con coraggio. O forse stupidità. E per ben tre volte, lui
le aveva ricordato chi era a comandare.
Era soddisfatto di sè stesso, o almeno,
lo era la bestia dentro di sè. Era quella bestia a spingerlo verso quella
ragazza, a spingerlo a rovinare la sua anima: e non gli avrebbe dato pace fin
quando lui non ci fosse riuscito.
A passi veloci, si avvicinò al salone,
dove il Signore Oscuro lo attendeva.
- Mio Signore. -
Draco s’inchinò, aspettando le
successive parole di Lord Voldemort.
- Un gruppo di Mangiamorte hanno appena
liberato tuo padre da Azkaban. Stanno tornando indietro. -
Draco s’inchinò nuovamente,
ringraziando l’uomo per la sua generosità.
- Sai bene che amo premiare chi
conclude con successo i compiti assegnatigli. -
Amava premiare, ma amava ancora di più
punire: perchè lui era il Male per eccellenza, era l’incarnazione della morte,
si nutriva della paura degli altri. E amava vedere la sofferenza negli occhi di
qualcuno.
- Sei stato tra i prigionieri?
-
- Sì, mio Signore. -
Lord Voldemort lo fissò con uno strano
sorriso.
- E dimmi hai trovato nulla
d’interessante? -
Draco riflettè qualche secondo, prima
di rispondere.
- Solo feccia, mio Signore.
-
Non fece parola della Mezzosangue: era
la sua preda, la sua vittima, il suo giocattolo. Non avrebbe permesso a nessuno,
nemmeno a lui, di portargliela via.
- Molto bene. Puoi andare. -
Un terzo inchino, più profondo degli
altri, e il giovane lasciò nuovamente la stanza. Si avviò senza nessuna fretta
in camera sua, che, una volta entrato, si premurò di chiudere a chiave e
insonorizzare.
- Sei qui. -
Non era una domanda, non ce n’era
bisogno. Non sarebbe potuta andare da nessuna parte, teneva troppo a Weasley. E
sarebbe stato proprio l’attaccamento al pezzente, l’arma che avrebbe permesso a
lui di vincere.
Lei era seduta a terra, le gambe
avvicinate al petto, in una posa di protezione. Lo fissava con odio, con rabbia,
con rancore, ma non muoveva un muscolo.
- Mi odi, non è vero? -
Nessuna risposta, e lo sguardo omicida
di lei lo fece sorridere.
- Sei pronta a divertirti, Granger?
-
Non attese la sua risposta, che, in ogni caso,
difficilmente sarebbe arrivata. Si avvicinò a lei, prendendo la bacchetta: lo
spettacolo stava per iniziare.
Ecco qui concluso il secondo capitolo!!!
Piaciuto??? Passo subito ai thanks:
ladyrocker: amore tesoro, grazie!!!! Peccato che all'uni non
c'eri, sennò l'avresti letta in anteprima.. come tutto ciò che scrivo, del
resto!!! Rimettiti presto, mi raccomando!! Altrimenti, chi sta con me e giulia
per fare le nostre bellissime figure davanti a Mantelli? ^^ Dai, ci servi tu per
il trio!!! XD Piaciuto il chappy?? Fammi sapere!! Bacioni, ti voglio un mondo di
bene!!
AuraD:
in effetti, non avevo minimamente in programma d'iniziarne un'altra (come se non
ne avessi abbastanza..), ma qualcosa dentro di me è stato più forte della
logica, e me l'ha fatta pubblicare!! Spero di non averti intristita troppo, ma
era essenziale per far capire cosa prova Draco, e che visione lui abbia di se
stesso.. davvero pensi che io stia affinando il mio modo di scrivere?? Oh, ma ti
ringrazio tantissimo!! ^//^ E io sono fiera di riuscire ad emozionarti e farti
piacere ciò che scrivo, ne sono davvero felice!! Che ne pensi del capitolo??
Fammi sapere, mi raccomando!!! Bacioni, ti voglio
bene!!!
magicrossy: sono felice che ti sia piaciuta, che ne pensi di questo
capitolo?? Aspetto una tua recensione!! Baci!!!
lady_black: sono felice che la fiction rispecchi i tuoi gusti, e sono
felice che tu fossi una delle tantissime persone che avevano seguito amore
impossibile!!! Spero che, come quella, anche questa fiction riesca ad
emozionarti!! In effetti, prenderò molto in considerazione i pensieri di Draco..
che ne pensi, per ora non si è dimostrato molto dolce no? Ma d'altronde, ci
vuole tempo per cambiare.. oh, sei una delle tante fan di ginny, a quanto vedo..
^^ La trama non esiste, seguo le mie emozioni e lascio che siano le mie
mani e il mio cuore a fare il resto.. forse non sarà un metodo molto
"serio", ma amo non sapere cosa accadrà ai miei personaggi, perchè mi permette
di emozionarmi con loro.. che ne pensi, sono pazza? Fammi sapere se anche questo
capitolo ti è piaciuto!!! Bacioni!!!
8marta8: sì, purtroppo quando mi sono accorta del concorso, era troppo
tardi.. ma sono felice in ogni caso, perchè quelle citazioni mi hanno dato
l'ispirazione, quindi... va bene così!! Che ne pensi del capitolo? Ti è
piaciuto? Fammi sapere, ci conto!!! Bacionissimi!!!!
Rivoltella J: non essere invidiosa, perchè anche tu sei davvero molto
brava, e a me piace molto il tuo stile!! Sono felicissima e onorata di avere una
fan così entusiasta.. ^//^ Ti ringrazio tantissimo!! Ti è piaciuto questo
capitolo?? Fammi sapere!!! Bacioni, ti voglio bene!!!!
Un
grazie a chi ha letto, e alle 9 persone che hanno inserito la fiction tra i
preferiti!! Attendo le vostre recensioni, fatevi
sentire!!!
Un
bacione!!
Chiara
|
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Capitolo 3 *** Entrambi abbiamo delle verità. Le mie sono uguali alle tue? ***
- Che intenzioni hai, Malfoy?
-
Era spaventata, lo si capiva dalla
voce, dalla posizione del corpo, dal suo sguardo: avrebbe dato qualunque cosa
per non essere lì.
- Hai paura, vero Mezzosangue?
-
Lui rideva di fronte al terrore di lei:
il buio si era fatto padrone della sua anima, e ora pretendeva il suo pagamento.
E voleva lei.
- Se collaborerai, non ti accadrà nulla
di male. Voglio solo sapere dov’è Potter. -
- Te lo puoi scordare. -
Fiera, come solo una vera Grifondoro
poteva essere. Ma la fierezza, lui lo sapeva, non l’avrebbe salvata.
- Possiamo arrivarci con le buone, o
con le cattive. Scegli tu, Granger. Dov’è Potter? -
Sapeva che i tre erano partiti insieme,
ma che, per qualche motivo, si erano separati. Lei e Weasley erano stati
catturati da Fenrir, mentre Potter.. lui era da qualche parte, e Malfoy voleva
sapere dove.
- Crepa, Malfoy. -
La Mezzosangue non aveva intenzione di
collaborare. Perfetto, aveva scelto la strada più difficile.
Le puntò la bacchetta contro, e lei,
dalla sua posizione rannicchiata, venne sbattuta contro il muro.
- Mezzosangue, sto per farti del male.
Sei sempre della tua idea di non parlare ? -
Lei lo fissò negli occhi, sfidandolo.
- Ah, Granger.. cosa mi costringi a
fare.. -
Il tono di voce era minaccioso, ma le
sue intenzioni non lo erano altrettanto. Per qualche strana ragione, una parte
di lui non voleva farle del male. Non voleva farla soffrire, era già stata
torturata a sufficienza.
Tu non sei un assassino.
Tu non sei un assassino.
Tu non sei un assassino.
Basta. Non poteva più sopportare quella
voce, non poteva più vedere quello sguardo. Colpì forte Hermione in pieno volto,
con la mano. Lei barcollò, ma lui non le lasciò il tempo di riprendersi. Un
altro schiaffo, più forte. E poi un altro, e un altro ancora. Si stava sfogando
su di lei, le stava facendo del male per non pensare, per non rivedere quell
uomo, che fino alla fine aveva creduto in lui.
La stava ferendo, ma non gliene
importava: era fondamentale continuare, gli serviva a non pensare.
- Malfoy.. Malfoy basta.. Malfoy, ti
prego! Fermati!! -
La sua mano, alzata a mezz’aria, si
fermò di colpo. Lui abbassò lo sguardo su di lei, e la vide: aveva il labbro
spaccato e sanguinante, dei lividi violacei sugli zigomi, per colpa dei troppi
schiaffi, lo sguardo terrorizzato.
Si allontanò da lei, confuso. Cosa le
aveva fatto? L’aveva picchiata. L’aveva ferita. Era un mostro.
- Malfoy.. -
Lei aveva paura, ma sembrava
combattuta: voleva dire qualcosa, ma non sapeva come fare.
- Dimmi dov’è Potter, Mezzosangue.
-
Non voleva avvicinarsi ancora a lei.
Avrebbe finito per ucciderla.
- Malfoy, io.. io non lo so..
-
Lui alzò lo sguardo su di lei, e gli
occhi gli si ridussero a due fessure.
- Mi stai prendendo in giro?
-
Lei scosse la testa: - No, te lo giuro.
Quando siamo stati catturati da Greyback, Harry si è allontanato. Non ho idea di
dove possa essere. -
Lui soppesò le sue parole, fissandola,
ma lo sguardo di lei era sincero. Aveva detto la verità.
- Molto bene. In questo caso.. -
Con un altro movimento di bacchetta, la
spinse sul letto e, con un incantesimo non verbale, la spogliò. Era nuda, nel
suo letto.
- Sei bella, Mezzosangue. -
Aveva voglia di lei, di mordere quella
pelle candida, di assaggiare le sue labbra, di violare la sua
intimità.
- Malfoy.. non azzardarti.. -
Sempre grazie alla bacchetta, le legò i
polsi alla spalliera del letto, impedendole di muoversi.
- Finisci la tua frase, Mezzosangue.
-
Lei, però, rimase in silenzio.
- Hai perso la lingua? -
Cercava di farla reagire, ma lei
sembrava non averne l’intenzione.
- Accomodati, Malfoy. -
Lui alzò appena un sopracciglio: doveva
aver capito male. Per forza.
- Che c’è? Sono qui, legata, nuda.
Approfittane. Credi che m’importi qualcosa? -
Era sempre pù confuso: non riusciva a
spiegarsi quel repentino cambio d’atteggiamento, in lei. Doveva esserci sotto
qualcosa.
- La verità, Malfoy, è che, arrivati a
questo punto, non ha più importanza cosa mi fai. Mi hanno torturata, usata,
umiliata in tutti i modi possibili e immaginabili. Hanno violato il mio corpo,
giocato con la mia mente. Se sono qui adesso, viva, è solo perchè uno dei vostri
mi ha guarita. Gliel’hai chiesto tu, non è vero? Cos’è, Ron ti ha fatto pena?
Lui è coraggioso, Malfoy. Non credo tu possa dire lo stesso di te. Harry ci ha
raccontato cos’è successo quella notte. Sappiamo che è stato Piton ad uccidere
Silente, e non tu. E sappiamo quali sono state le sue ultime parole, rivolte a
te. -
- Ti conviene tacere, Mezzosangue. -
Non voleva ascoltarla, non ce la
faceva: l’avrebbe uccisa in quel momento, solo per farla stare zitta.
- Tu non sei un assassino,
Draco. Ti ha detto così, non è
vero? -
- Ti ho detto di tacere! -
Si avventò su di lei, schiacciandola
col peso del proprio corpo. Si sedette a cavalcioni su di lei e, con la
bacchetta, prese a sfiorarle il corpo nudo.
- Potrei ucciderti, Granger. Potrei
ferirti in ogni punto del corpo, lasciandoti morire dissanguata.
-
Tu non sei un
assassino.
Draco strinse con forza i pugni,
ferendosi i palmi delle mani.
- Ti risuona sempre nella testa, vero?
La voce di Silente che ti dice che non sei un assassino. -
- Cosa ne sai tu, Mezzosangue? La
verità è che tu non sai niente di me. Niente. -
L’aveva detto con odio, con rancore,
con tutto ciò che di malvagio poteva esserci dentro di lui. Le sputò in faccia
tutto il suo dolore, quel dolore che aveva sempre tenuto nascosto, quel dolore
che un Mangiamorte non avrebbe dovuto provare.
- Entrambi abbiamo delle verità,
Malfoy. Le mie sono uguali alle tue? -
La fissò negli occhi, e si alzò da
lei.
- Rimarrai qui, Mezzosangue. Sarai mia
" ospite" , per tutto il tempo che vorrò. Non avrai contatti con nessuno, e non
uscirai da questa stanza per nessun motivo. Viola queste regole, e ti assicuro
che il tuo amico pezzente farà una brutta fine. Chiaro? -
Lei annuì, e lui, dopo averle gettato
un’ultima occhiata, aprì la porta del bagno e vi si chiuse dentro.
Aveva bisogno di riflettere. Si
spogliò, riempì la vasca d’acqua bollente, e vi s’immerse. Il Marchio Nero
spiccava come un faro nella notte, sulla sua pelle bianca. Odiava quel Marchio,
odiava l’essere stato costretto a diventare Mangiamorte senza che nessuno
chiedesse il suo parere.
- Tu sei malvagio, Draco. E per questo,
devi diventare un Mangiamorte. -
Suo padre gli aveva riassunto tutto
così. Lui era cattivo, per questo doveva essere un Mangiamorte. E, in effetti,
cattivo lo era. Ne era la prova la bestia dentro di lui, che lo spingeva a
trarre forza e gioia dal dolore altrui. Ma da qualche parte, nei meandri della
sua anima, qualcosa cercava disperatamente di uscire fuori per far sì che il
ragazzo cambiasse.
Draco si chiese come riconoscere
l’istante in cui una persona poteva rimediare agli errori commessi, e cambiare
per sempre la propria vita. Era convinto che, salvando la vita alla Granger,
tutto sarebbe cambiato.. ma così non era stato: le aveva più volte fatto del
male, e altro gliene avrebbe fatto.
Ma allora, com’era possibile cambiare?
E soprattutto, lui voleva cambiare? Era disposto a tentare il tutto per tutto?
Era disposto a morire, voltando le spalle a suo padre, a Lord Voldemort, a tutto
ciò che, fino a quel momento, c’era di sicuro, nella sua vita? Non lo
sapeva.
Tutto quelle domande, a cui non sapeva
dare risposta, lo inquietavano.
Non riusciva a riflettere, non riusciva
a darsi delle risposte. Non sapeva neanche più chi era. Era Draco, un ragazzo di
diciassette anni che era stato obbligato a seguire un destino già prefissato
dalla nascita, o Malfoy, Mangiamorte dedito al male, al fedele servizio del
Signore Oscuro? Queste due parti di sè si scontravano continuamente, ogni
giorno, ogni minuto, ogni secondo.
La Granger sembrava sapere esattamente
chi fosse: e come lei, anche Wealsley, e Potter, e tutti loro. Lui, invece,
sentiva di essere intrappolato in una specie di limbo, dal quale non sapeva come
venirne fuori.
Infranse l’acqua con un gesto stizzito
della mano: era colpa della Granger, se aveva tutti quei dubbi. Era venuto a
contatto con lei da meno di 24 ore, e già quella Mezzosangue era riuscita a
metterlo in crisi.
Doveva smetterla con quei pensieri da
debole. Era un Mangiamorte. Aveva aiutato Piton ad uccidere Silente, così come
gli era stato ordinato da Lord Voldemort. Il suo padrone. E adesso, aveva la
Mezzosangue tra le mani: un essere inferiore, un’insopportabile secchiona, che
credeva di sapere tutto anche della vita.. ma bella.
La Mezzosangue era bella. Ed eccitante.
Ed era sua.
Poteva farle tutto ciò che voleva, lei
non si sarebbe potuta ribellare: bastava minacciare di tortura e morte il
pezzente Weasley.
Con questi pensieri, Draco uscì dalla
vasca, si avvolse un asciugamano striminzito attorno ai fianchi, e uscì dal
bagno.
La Mezzosangue era distesa sul letto,
rannicchiata in posizione fetale: dormiva.
La pelle delle braccia, lasciata
scoperta, mostrava chiari segni di freddo: a guardarla bene, si poteva
intravedere come il corpo fosse scosso da piccoli brividi.
La fissò per un lungo istante,
combattuto: infine, fece apparire una coperta, e con essa coprì il corpo della
giovane.
Quella notte poteva permettersi di essere dolce. Per
essere il solito bastardo, aveva tutta la vita.
E così, si conclude
anche il terzo capitolo!!! Che ne pensate??? Passo ai
ringraziamenti!!!!
Ashley Snape:
graaaaazie bella!!!! Piaciuto questo capitolo?? Fammi sapere!!! Bacionissimi, ti
voglio bene!!!
LaTerrestreCrazyForVegeta: ciao Gioia!!! Certo che ti
perdono!!!! Ma solo perchè sei tu.. ^^ Sì, devo dire che il primo capitolo è
quello che preferisco, non so, l'ho sentito più mio rispetto agli altri.. sì,
Ron lo dipingono spesso come un idiota.. ma stavolta no, faccio la brava!!
^^ Contenta che ho aggiornato?? Sono troppo felice che la storia ti
piaccia!!! Ci tengo alla tua opinione!!! Fammi sapere che ne pensi del
capitolo!!!! Bacionissimi!! Ti voglio bene!!!
HermyKitty:
amooooooooooooore ciauuuuuuuu!!!!!!! Che bello leggere la tua recensione!!! So
che sei impegnatissima, perciò non me l'aspettavo!!! Hermione ti suona
strana??? In che senso?? Spiegati meglio!!! Sì, in effetti il primo
capitolo è piaciuto di più pure a me!!! ^^ Draco come Dorian Grey?? Sai, non
c'avevo proprio fatto caso!! Io arrabbiata con te???? Ma non potrei mai!!! Mi
raccomando, fammi sapere che ne pensi del capitolo.. anche se capisco che tu sia
molto impegnata!! Ti voglio tanto bene amorino mio!!!!
Bacionissimi!!!!
8marta8: e sì, in
effetti Draco si comporta in modo molto scostante... ma devi capire che è
Hermione a mettergli addosso tutti quei dubbi!!! E poi, è megliocosì, non ti
pare??? Perchè se non ci fosse lei a rendergli la vita impossibile (come in
effetti farà..), come farebbe ad innamorarsi?? Che ne pensi del capitolo???
Fammi sapere!!! Bacioni!!!
buffy88: la mia
persecuzione??? Assolutamente no!! Cioè, sono felice che mi "perseguiti", la
considero una cosa positiva!!! E sono ovviamente felice che la storia ti
piaccia!! Che ne pensi di questo capitolo??? Fammi sapere!!!
Bacioni!!!
Rivoltella J:
tesoro, ti ringrazio!!! Mi fai arrossire con tutti questi complimenti!!! ^//^ Ti
ringrazio tantissimo, davvero!!! Anche tu lo sei molto!!! Che ne pensi di questo
capitolo?? Ti è piaciuto?? Ti voglio tanto bene!!!!
Bacionissimi!!!
ladyrocker: amore,
ma ciauuu!!!! Sì, il chappy era cupo, e questo non è meglio... che ne pensi??
Sono troppo contenta che stai meglio, anche perchè oggi mi hai lasciata da
sola... cattiva!!! .... scheeeerzo!!! ^^ Poi mi sono divertita lo stesso, io,
l'Ipod e le vie della nostra "metropoli"... nè?? a tua storia preferita?? Uh, ma
allorate la dedico!!! visto che ho postato presto?? Che ne pensi
di Malfoy?? Mi raccomando, voglio una recensione spettacolare.. sennò non
ti parlo più!!! ^o^ Bacionissimi tata, ti adoro!!!!
Un grazie dal
profondo del cuore a chi legge e commenta!!!! Vi voglio
bene!!!
Bacionissimi!!!!
Chiara
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