Verità

di KiaraRowling
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tu non sei un assassino. ***
Capitolo 2: *** La sfida della bestia. ***
Capitolo 3: *** Entrambi abbiamo delle verità. Le mie sono uguali alle tue? ***



Capitolo 1
*** Tu non sei un assassino. ***


Stavo leggendo l'ultimo concorso, creato su acciofanfiction e ormai scaduto, dove si richiedeva di creare una storia, partendo da una citazione tra quelle proposte. Ho sfogliato le varie citazioni, annotandomi le più significative, e questo è ciò che ne è scaturito. La storia è incentrata sul rapporto Draco/Hermione, in particolare su ciò che prova lui e su come lei riuscirà a fare breccia nel suo cuore, ma ovviamente lascerò spazio anche agli altri personaggi e alla guerra finale contro Voldemort. Non ci sono spoiler del settimo libro, e la storia parte dalla fine del sesto anno. Sperando che vi piaccia, attendo fiduciosa i vostri commenti! Bacioni!! KiaraRowling.

 

 

  

Ogni grande errore ha un momento a metà strada, una frazione di secondo in cui si può annullare e, forse, rimediare.

Ma lui, quell errore, non l’aveva rimediato. Aveva lasciato trascorrere quel secondo, segnando per sempre il suo destino.

Tu non sei un assassino.

Gliel’aveva detto fin da subito, appena si erano ritrovati faccia a faccia; e gliel’aveva detto fino alla fine, con il sorriso sulle labbra.

Tu non sei un assassino.

Lui sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di uccidere l’uomo che aveva di fronte, lo sapevano entrambi; e alla fine, quasi a voler convalidare la tesi di quel vecchio pazzo, aveva abbassato la bacchetta.

Tu non sei un assassino.

Non lo era, ma sarebbe stato costretto a diventarlo; sul suo braccio era marchiato il simbolo del suo destino. Non era un assassino, ma incarnava in sè l’idea del Male: ed era proprio quel marchio a dimostrarlo, fungendo da simbolo.

Tu non sei un assassino.

Non aveva più importanza, ormai: lo era diventato, agli occhi degli altri.

Questo pensava Draco Lucius Malfoy, fissando la propria immagine riflessa nello specchio. Il ragazzo, l’uomo, che la sua immagine gli presentava, pareva ai suoi occhi il fantasma di colui che era stato un tempo. Lo sguardo era vuoto, il volto incavato, la pelle pallida, spenta. Respirava, ma sembrava fosse privo di anima. Si passò una mano tra i capelli, in un gesto tanto lento quanto privo di significato: ma, in quel momento, quell’unica azione era fondamentale per lui; era l’unica cosa che gli era rimasta del Draco di un tempo.

Tu non sei un assassino.

La voce di Silente continuava a rieccheggiare nella sua testa, i suoi occhi erano offuscati dalla sua figura, nell’istante in cui Piton aveva posto fine alla sua vita.

Draco si alzò la manica della camicia, passando un dito sul Marchio Nero: avrebbe voluto farlo sparire, sarebbe stato disposto a tagliarsi il braccio, se solo fosse servito a qualcosa.

Si sentiva sporco, si sentiva marcio. Si sentiva un’ombra, che scivola lenta sulle pareti: lui viveva l’ombra della sua vita.

Tu non sei un assassino.

Non era nulla, guscio vuoto di anima corrotta, cuore trafitto dai pugnali dell’odio.

Era buio, era freddo, era odio. Era Male: a quel punto, essere o meno un assassino non aveva importanza.

Gli occhi gli divennero improvvisamente lucidi: si era conficcato le unghie nel braccio, come se stesse cercando di strapparsi il Marchio dalla pelle. Faceva male, ma era esattamente ciò che voleva: voleva soffrire, voleva sanguinare, voleva eliminare tutto ciò di sbagliato che c’era in lui, quella bestia che divorava ogni più piccolo spiraglio di luce, che trasformava tutto in qualcosa di marcio.

Tu non sei un assassino.

Quella voce non accennava a zittirsi: la odiava, odiava il suo tono dolce, così come odiava lo sguardo comprensivo di Silente che gli balenava nella mente. Quello sguardo, che pareva voler dire "non ti preoccupare, andrà tutto bene" . Odiava quella voce, odiava quello sguardo, odiava lui. Eppure, non avrebbe mai voluto che morisse.

Tu non sei un assassino.

- E’ colpa mia se sei morto. Io ho fatto entrare i Mangiamorte, nel castello, io ti ho trattenuto mentre stavi male, io ho permesso a Piton di ucciderti. Non sono un assassino, ma non sono certo meglio di lui. -

Draco chiuse gli occhi, lasciando ricadere il braccio marchiato, che fino a qualche istante prima aveva trattenuto con la mano, lungo il fianco.

Aveva avuto la possibilità di cambiare, gli era stata concessa quella famosa frazione di secondo in cui l’errore poteva essere rimediato.. e l’aveva buttata via.

Tu non sei un assassino.

- Io non sono un assassino. Sono peggio. Sono un codardo, un vile, un debole. Preferirei essere un assassino. -

La porta della sua stanza si aprì, lasciando entrare il servo più fedele del Signore Oscuro: Severus Piton.

- Draco, sei pronto? -

Non era mai stato pronto, aveva semplicemente lasciato che gli altri lo credessero.

- L’Oscuro Signore vuole vederti. -

Uscirono dalla stanza insieme: l’uomo davanti, il giovane dietro. Arrivarono in un ampio salone, riccamente arredato con mobili antichi e finemente intagliati, pregiati tappeti orientali e pesanti tende dai colori tenui.

Lui era seduto su un divano, rivestito di tessuto verde scuro, posto davanti al camino acceso.

- Ecco il ragazzo che ha ucciso Silente. -

Ne era convinto, e Piton gliel’aveva lasciato credere. L’uomo aveva fatto il lavoro sporco, e il ragazzo se ne prendeva il merito.

Tu non sei un assassino.

Lo era per Lord Voldemort, e tanto bastava.

- Chiedimi ciò che vuoi. So premiare chi porta a termine i propri compiti. -

E’ come un Dio, crudele e terribile, generoso e misteriosamente magnetico. Punisce e premia, ma non perdona.

- Voglio che mio padre esca da Azkaban. -

Se era destinato a morire, Draco voleva che suo padre lo facesse da uomo libero. Nessuno poteva permettersi d’imprigionare un Malfoy.

- Sarà fatto. Tuo padre verrà liberato quanto prima. -

- Grazie, mio Signore. Siete molto generoso. -

Non importava se credesse veramente in ciò che stava dicendo: l’importante era usare il tono più umile e convincente possibile.

Piton guardava Malfoy con orgoglio: teneva a Draco, nella misura in cui un uomo come lui potesse provare affetto per qualcuno.

- Puoi andare ora, Draco. Prima che mi dimentichi, però, ti suggerirei di dare un’occhiata alle persone catturate oggi da Greyback. C’è qualcuno che dice di conoscerti. -

Il giovane s’inchinò, come uno schiavo fa davanti al suo padrone, come un uomo fa davanti a qualcuno più potente di lui.

Uscì dalla stanza, e fece ciò che il suo Signore gli aveva detto: andò a controllare i prigionieri. E lì, lo vide: capelli rossi, lentiggini, vestiti lacerati e sporchi di sangue.

- Weasley. -

Lui alzò lo sguardo, i suoi occhi si tinsero d’odio e rabbia.

- Malfoy. -

Pronunciò il suo nome con disprezzo infinito, accompagnando il tutto con una smorfia: era legato, prigioniero inginocchiato di fronte a lui, eppure aveva avuto il coraggio di pronunciare il suo nome, di sfidarlo con gli occhi. Cuore di vero Grifondoro. Cuore di un uomo che non ha più nulla, se non la sua dignità.

- Cosa si prova ad essere in trappola, Weasley? -

Draco voleva umiliarlo, voleva dimostrare di essere padrone, voleva troneggiare su di lui.

- Strano che tu me lo chieda, Malfoy. E’ una sensazione che dovresti conoscere molto bene. -

Sfrontato, orgoglioso, deciso, coraggioso: aggettivi che Draco non avrebbe mai collegato ad uno come Ronald Bilius Weasley.

- Malfoy.. devi fare una cosa per me. -

Il ragazzo alzò un sopracciglio, divertito: - Io dovrei fare qualcosa per te? Sei tremendamente esilarante, Weasley. -

Lo teneva in pugno: godeva della sua umiliazione, si fortificava con la sua immagine.

- Si tratta di Hermione. -

Ron pronunciò il nome dell’amica con infinita dolcezza: una dolcezza che, alle orecchie di Malfoy, suonò come sconosciuta.

- Sta morendo. -

Draco spostò lo sguardo sulla figura stesa accanto a Weasley, a cui, fino a quel momento, non aveva prestato attenzione.

Era una ragazza, lo s’intuiva dal corpo: le gambe lisce e tornite, il seno, i lunghi boccoli castani, non potevano certo appartenere ad un ragazzo.

- Perchè credi che la cosa m’interessi? -

Non aveva nessuna intenzione di aiutarlo, l’unico obiettivo che si era prefisso era quello di ferire il ragazzo che gli stava di fronte: era sempre stato geloso di quel patetico pezzente, perchè aveva posseduto l’unica cosa che, a lui, nessuno aveva mai concesso. L’amore.

- Perchè ti conosco, Malfoy. E tu non sei un assassino. -

Tu non sei un assassino.

Di nuovo quella frase, di nuovo l’immagine di Silente davanti agli occhi. Chiuse gli occhi: non voleva vedere, non voleva ascoltare.

- Malfoy. Uccidimi, se ti diverte. Torturami, non m’interessa. Ma aiuta Hermione. -

Draco aprì gli occhi e guardò il ragazzo che aveva davanti: era disposto a morire per lei, era disposto a soffrire, a sacrificarsi, in cambio della vita di quella ragazza. Qual era quel sentimento talmente grande da dare ad una persona il coraggio di mettere in pericolo la propria vita, per quella di un altro?

Non se ne capacitava, non poteva credere che Weasley fosse pronto a morire per salvare la Mezzosangue. Ma, forse, era l’amore che lo faceva agire così. Quell amore, a lui sconosciuto.

Tu non sei un assassino.

No.. non lo era. Non lo era mai stato, e non lo sarebbe stato mai.

Aprì la cella dove Ron e Hermione giacevano feriti, e prese la ragazza tra le braccia.

- Non è troppo tardi per cambiare, Malfoy. -

Forse, Weasley aveva ragione.

Forse, la frazione di secondo in cui rimediare al suo errore, non era ancora passata.

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Capitolo 2
*** La sfida della bestia. ***


- Ha subito torture atroci, signor Malfoy. Vede questi segni sul petto e sulle gambe? Sono segni di frusta. E ci sono segni evidenti di diversi Cruciatus. -

- Cosa consiglia? -

- Se la riporta in cella, non sopravviverà. -

Draco abbassò lo sguardo sulla ragazza distesa nel suo letto: era più magra rispetto all’ultima volta che l’aveva vista, e aveva i capelli decisamente più lunghi; per il resto, era sempre la stessa, insopportabile, Mezzosangue.

- La ringrazio. Può andare ora. -

- Come desidera, signor Malfoy. Arrivederci. -

Era utile avere dei Medimaghi tra le fila del Signore Oscuro: grazie a quell uomo, la ragazza era, per il momento, fuori pericolo.

Draco si sedette sul divanetto rivestito di pelle nera, e si prese la testa tra le mani: non poteva tenere lì la Mezzosangue, non gliel’avrebbero mai permesso. Eppure, le parole di Weasley gli rimbalzavano nella testa.

Se l’avesse riportata in prigione, sarebbe morta.

Tu non sei un assassino.

Non lo era, e come tale non poteva lasciar morire la ragazza. Sospirò, cercando di trovare risposta in quel volto dagli occhi chiusi, da quei tratti così delicati, da quelle labbra morbide e appena socchiuse, da lei. Lei: pura, semplice, perfetta.

Lei, il Bene. Lei, il suo opposto.

Si sorprese a pensare a quanto fosse bella, così immobile, come una statua. Lei, che rappresentava tutto ciò che, in teoria, lui avrebbe dovuto odiare, paradossalmente costituiva un’attrazione irresistibile per il ragazzo.

Lui non poteva cambiare.. non poteva smettere di essere ciò che era. Era Male, e non sarebbe potuto essere altro.

Ma lei? Lei non sarebbe potuta cambiare?

La bestia dentro il suo cuore si risvegliò: aveva fame. Fame di luce, fame di speranza, fame di lei. Voleva corromperla, voleva sporcarla, voleva nutrirsi di tutto ciò che di buono c’era in lei, voleva privarla della sua anima.

I suoi occhi, dopo tanto tempo, brillarono di luce nuova: amava le sfide, e quella che gli si presentava davanti era una particolarmente difficile. Ma non aveva importanza, le avrebbe dedicato tutto il tempo che serviva: voleva vincere.

In quel momento, lei si svegliò.

Aprì lentamente gli occhi, e il dolore al corpo martoriato le fece sfuggire un piccolo gemito dalle labbra.

- Ben svegliata, Mezzosangue. -

Freddo, cinico, calcolatore: erano queste le doti migliori di Draco Malfoy. E il ragazzo era più che intenzionato ad usarle tutte, con lei.

- Cos.. dove.. sono.. -

La sua voce era flebile, roca. Draco ghignò appena nel sentirla: la coraggiosa Grifondoro era ridotta davvero male.

- Sei nella mia stanza, Mezzosangue. Nel mio letto, ad essere precisi. -

La vide aprire di più gli occhi, poteva immaginare il suo cervello all’opera per assimilare ciò che lui le aveva detto.

In quel momento, non si sentiva un Mangiamorte. Si sentiva solo un ragazzo, pronto a prendersi la sua rivincita: lei, che aveva sempre usato le parole per cercare di umiliarlo, lei, che l’aveva sempre disprezzato, ora avrebbe dovuto pregarlo in ginocchio di risparmiarle la vita.

E l’avrebbe fatto, oh se l’avrebbe fatto: aveva bisogno che lei rimanesse viva, per rendere nera la sua anima.

- Cosa ci faccio qui? Dov’è Ron? -

Le labbra del giovane si assottigliarono: com’era possibile che lei, appena svegliata, chiedesse per prima cosa dove fosse quel pezzente di Weasley? Non le importava della sua vita?

- Il tuo amico mi ha chiesto di salvarti la vita, Mezzosangue. Lui è rimasto in cella, a scontare la sua pena per aver osato sfidare il Signore Oscuro. -

Lei alzò lo sguardo su di lui, senza cercare di nascondere il proprio disprezzo.

- E io perchè sono qui? Da quando sei così gentile, Malfoy? -

Lui le sorrise, un sorriso sarcastico, un sorriso che si adattava perfettamente alla sua persona.

- Mi piaceva l’idea di salvarti la vita. E’ divertente averti tra i piedi. -

- Che tu possa marcire all’inferno, Malfoy. -

Hermione si alzò dal letto, barcollando, e cercò di uscire dalla stanza. Draco, però, la prese per un braccio, sfilando svelto la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, e puntandola alla gola della ragazza.

- Forse andrò all’inferno, Granger. Ma in quel caso, te lo posso giurare, tu verrai con me. -

La spinse brutalmente contro il letto; lei, priva di forze, non potè far altro che accasciarsi sui cuscini.

Malfoy la osservava, tenendo la bacchetta puntata contro di lei: da dove trovava la forza per rialzarsi? Da cosa traeva l’energia, il coraggio necessari per sfidare un nemico più potente di lei?

- Ti conviene rimanere dove sei, Mezzosangue. -

Il Marchio iniziò a bruciare: il suo Signore lo stava chiamando. Draco non voleva abbassare la bacchetta, voleva continuare a tenerla in pugno, ma il dolore lo costrinse a toccarsi il braccio.

- Il tuo padrone ti sta chiamando, non è vero Malfoy? Su, corri dal tuo padrone, da bravo cagnolino quale sei. -

Si era rimessa in piedi, e da quella posizione ricevette uno schiaffo in pieno viso, talmente forte da farla cadere nuovamente sul letto.

L’aveva colpita. Le sue mani, sporche del sagnue di un uomo innocente, avevano toccato quella creatura immacolata. Si immaginava come il veleno di cui il suo corpo era intriso fosse già entrato in circolo dentro di lei, grazie a quel piccolo, innocente contatto.

Hermione si rialzò per la terza volta, e lo guardò con odio indescrivibile.

- Quando Harry scoprirà dove sono.. -

Draco la interruppe, scoppiando in una risata fredda, vuota, inquietante.

- Quando Potter ti troverà, il Signore Oscuro lo ucciderà in meno di cinque minuti. -

Ne era convinto: Lord Voldemort era troppo forte per uno come Potter. E ora che Silente se n’era andato, non c’era più speranza per quei poveri sciocchi che ancora credevano nella possibile sconfitta del Male.

- Voglio andare da Ron. -

Ferma, decisa, risoluta: era come se Hermione non si fosse resa conto di dove si trovasse, o di chi avesse davanti. Sarebbe stato un vero piacere, ricordarglielo.

Con un incantesimo non verbale, la fece inginocchiare a terra, mentre una morsa invisibile si stringeva intorno alla sua gola, soffocandola.

- Non sei nelle condizioni più adatte per "volere" , Granger. Ma puoi sempre supplicare. -

Lei si portò le mani alla gola, cercando invano d’incamerare aria.

- Qualche problema, Mezzosangue? -

La stava deridendo, la stava umiliando in un modo che lei non credeva possibile. Godeva del suo dolore, traeva gusto dalle sue lacrime.

- Non.. respiro.. -

Parole pronunciate con estrema fatica, uscite dalle labbra di una donna sull’orlo di morire per soffocamento. Ma lui non l’avrebbe mai permesso: così com’era venuta, la morsa si sciolse.

- La prossima volta non sarai così fortunata, Mezzosangue. E per quanto riguarda la tua richiesta, o forse dovrei dire pretesa, ti suggerisco di accontentarti del fatto che il tuo "Ron" sia ancora vivo. -

Lacrime di rabbia impotente le solcarono le guance, mentre le mani le tremavano.

- Che tu sia maledetto, Malfoy!! -

Le ginocchia le si piegarono, e lei finì a terra, il corpo scosso dai sighiozzi, la mente dal troppo dolore.

- Ora devo andare. Al mio ritorno, mi aspetto di ritrovarti qui. Se così non sarà, sarà il tuo amico Weasley a pagarne le conseguenze. -

Una minaccia, un ricatto: lei sapeva di non avere scelta, di dover sottostare alle regole di quell essere senz’anima.

Lui uscì dalla stanza, compiaciuto di ciò che era successo: la Mezzosangue sarebbe stata lì, al suo ritorno. Ancora non si capacitava che per ben tre volte, la ragazza si era alzata. Per tre volte, l’aveva sfidato con coraggio. O forse stupidità. E per ben tre volte, lui le aveva ricordato chi era a comandare.

Era soddisfatto di sè stesso, o almeno, lo era la bestia dentro di sè. Era quella bestia a spingerlo verso quella ragazza, a spingerlo a rovinare la sua anima: e non gli avrebbe dato pace fin quando lui non ci fosse riuscito.

A passi veloci, si avvicinò al salone, dove il Signore Oscuro lo attendeva.

- Mio Signore. -

Draco s’inchinò, aspettando le successive parole di Lord Voldemort.

- Un gruppo di Mangiamorte hanno appena liberato tuo padre da Azkaban. Stanno tornando indietro. -

Draco s’inchinò nuovamente, ringraziando l’uomo per la sua generosità.

- Sai bene che amo premiare chi conclude con successo i compiti assegnatigli. -

Amava premiare, ma amava ancora di più punire: perchè lui era il Male per eccellenza, era l’incarnazione della morte, si nutriva della paura degli altri. E amava vedere la sofferenza negli occhi di qualcuno.

- Sei stato tra i prigionieri? -

- Sì, mio Signore. -

Lord Voldemort lo fissò con uno strano sorriso.

- E dimmi hai trovato nulla d’interessante? -

Draco riflettè qualche secondo, prima di rispondere.

- Solo feccia, mio Signore. -

Non fece parola della Mezzosangue: era la sua preda, la sua vittima, il suo giocattolo. Non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno a lui, di portargliela via.

- Molto bene. Puoi andare. -

Un terzo inchino, più profondo degli altri, e il giovane lasciò nuovamente la stanza. Si avviò senza nessuna fretta in camera sua, che, una volta entrato, si premurò di chiudere a chiave e insonorizzare.

- Sei qui. -

Non era una domanda, non ce n’era bisogno. Non sarebbe potuta andare da nessuna parte, teneva troppo a Weasley. E sarebbe stato proprio l’attaccamento al pezzente, l’arma che avrebbe permesso a lui di vincere.

Lei era seduta a terra, le gambe avvicinate al petto, in una posa di protezione. Lo fissava con odio, con rabbia, con rancore, ma non muoveva un muscolo.

- Mi odi, non è vero? -

Nessuna risposta, e lo sguardo omicida di lei lo fece sorridere.

- Sei pronta a divertirti, Granger? -

Non attese la sua risposta, che, in ogni caso, difficilmente sarebbe arrivata. Si avvicinò a lei, prendendo la bacchetta: lo spettacolo stava per iniziare.

 

 

Ecco qui concluso il secondo capitolo!!! Piaciuto??? Passo subito ai thanks:

ladyrocker: amore tesoro, grazie!!!! Peccato che all'uni non c'eri, sennò l'avresti letta in anteprima.. come tutto ciò che scrivo, del resto!!! Rimettiti presto, mi raccomando!! Altrimenti, chi sta con me e giulia per fare le nostre bellissime figure davanti a Mantelli? ^^ Dai, ci servi tu per il trio!!! XD Piaciuto il chappy?? Fammi sapere!! Bacioni, ti voglio un mondo di bene!!

AuraD: in effetti, non avevo minimamente in programma d'iniziarne un'altra (come se non ne avessi abbastanza..), ma qualcosa dentro di me è stato più forte della logica, e me l'ha fatta pubblicare!! Spero di non averti intristita troppo, ma era essenziale per far capire cosa prova Draco, e che visione lui abbia di se stesso.. davvero pensi che io stia affinando il mio modo di scrivere?? Oh, ma ti ringrazio tantissimo!! ^//^ E io sono fiera di riuscire ad emozionarti e farti piacere ciò che scrivo, ne sono davvero felice!! Che ne pensi del capitolo?? Fammi sapere, mi raccomando!!! Bacioni, ti voglio bene!!!

magicrossy: sono felice che ti sia piaciuta, che ne pensi di questo capitolo?? Aspetto una tua recensione!! Baci!!!

lady_black: sono felice che la fiction rispecchi i tuoi gusti, e sono felice che tu fossi una delle tantissime persone che avevano seguito amore impossibile!!! Spero che, come quella, anche questa fiction riesca ad emozionarti!! In effetti, prenderò molto in considerazione i pensieri di Draco.. che ne pensi, per ora non si è dimostrato molto dolce no? Ma d'altronde, ci vuole tempo per cambiare.. oh, sei una delle tante fan di ginny, a quanto vedo.. ^^ La trama non esiste, seguo le mie emozioni e lascio che siano le mie mani e il mio cuore a fare il resto.. forse non sarà un metodo molto "serio", ma amo non sapere cosa accadrà ai miei personaggi, perchè mi permette di emozionarmi con loro.. che ne pensi, sono pazza? Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!!! Bacioni!!!

8marta8: sì, purtroppo quando mi sono accorta del concorso, era troppo tardi.. ma sono felice in ogni caso, perchè quelle citazioni mi hanno dato l'ispirazione, quindi... va bene così!! Che ne pensi del capitolo? Ti è piaciuto? Fammi sapere, ci conto!!! Bacionissimi!!!!

Rivoltella J: non essere invidiosa, perchè anche tu sei davvero molto brava, e a me piace molto il tuo stile!! Sono felicissima e onorata di avere una fan così entusiasta.. ^//^ Ti ringrazio tantissimo!! Ti è piaciuto questo capitolo?? Fammi sapere!!! Bacioni, ti voglio bene!!!!

Un grazie a chi ha letto, e alle 9 persone che hanno inserito la fiction tra i preferiti!! Attendo le vostre recensioni, fatevi sentire!!!

Un bacione!!

Chiara

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Capitolo 3
*** Entrambi abbiamo delle verità. Le mie sono uguali alle tue? ***


- Che intenzioni hai, Malfoy? -

Era spaventata, lo si capiva dalla voce, dalla posizione del corpo, dal suo sguardo: avrebbe dato qualunque cosa per non essere lì.

- Hai paura, vero Mezzosangue? -

Lui rideva di fronte al terrore di lei: il buio si era fatto padrone della sua anima, e ora pretendeva il suo pagamento. E voleva lei.

- Se collaborerai, non ti accadrà nulla di male. Voglio solo sapere dov’è Potter. -

- Te lo puoi scordare. -

Fiera, come solo una vera Grifondoro poteva essere. Ma la fierezza, lui lo sapeva, non l’avrebbe salvata.

- Possiamo arrivarci con le buone, o con le cattive. Scegli tu, Granger. Dov’è Potter? -

Sapeva che i tre erano partiti insieme, ma che, per qualche motivo, si erano separati. Lei e Weasley erano stati catturati da Fenrir, mentre Potter.. lui era da qualche parte, e Malfoy voleva sapere dove.

- Crepa, Malfoy. -

La Mezzosangue non aveva intenzione di collaborare. Perfetto, aveva scelto la strada più difficile.

Le puntò la bacchetta contro, e lei, dalla sua posizione rannicchiata, venne sbattuta contro il muro.

- Mezzosangue, sto per farti del male. Sei sempre della tua idea di non parlare ? -

Lei lo fissò negli occhi, sfidandolo.

- Ah, Granger.. cosa mi costringi a fare.. -

Il tono di voce era minaccioso, ma le sue intenzioni non lo erano altrettanto. Per qualche strana ragione, una parte di lui non voleva farle del male. Non voleva farla soffrire, era già stata torturata a sufficienza.

Tu non sei un assassino.

Tu non sei un assassino.

Tu non sei un assassino.

Basta. Non poteva più sopportare quella voce, non poteva più vedere quello sguardo. Colpì forte Hermione in pieno volto, con la mano. Lei barcollò, ma lui non le lasciò il tempo di riprendersi. Un altro schiaffo, più forte. E poi un altro, e un altro ancora. Si stava sfogando su di lei, le stava facendo del male per non pensare, per non rivedere quell uomo, che fino alla fine aveva creduto in lui.

La stava ferendo, ma non gliene importava: era fondamentale continuare, gli serviva a non pensare.

- Malfoy.. Malfoy basta.. Malfoy, ti prego! Fermati!! -

La sua mano, alzata a mezz’aria, si fermò di colpo. Lui abbassò lo sguardo su di lei, e la vide: aveva il labbro spaccato e sanguinante, dei lividi violacei sugli zigomi, per colpa dei troppi schiaffi, lo sguardo terrorizzato.

Si allontanò da lei, confuso. Cosa le aveva fatto? L’aveva picchiata. L’aveva ferita. Era un mostro.

- Malfoy.. -

Lei aveva paura, ma sembrava combattuta: voleva dire qualcosa, ma non sapeva come fare.

- Dimmi dov’è Potter, Mezzosangue. -

Non voleva avvicinarsi ancora a lei. Avrebbe finito per ucciderla.

- Malfoy, io.. io non lo so.. -

Lui alzò lo sguardo su di lei, e gli occhi gli si ridussero a due fessure.

- Mi stai prendendo in giro? -

Lei scosse la testa: - No, te lo giuro. Quando siamo stati catturati da Greyback, Harry si è allontanato. Non ho idea di dove possa essere. -

Lui soppesò le sue parole, fissandola, ma lo sguardo di lei era sincero. Aveva detto la verità.

- Molto bene. In questo caso.. -

Con un altro movimento di bacchetta, la spinse sul letto e, con un incantesimo non verbale, la spogliò. Era nuda, nel suo letto.

- Sei bella, Mezzosangue. -

Aveva voglia di lei, di mordere quella pelle candida, di assaggiare le sue labbra, di violare la sua intimità.

- Malfoy.. non azzardarti.. -

Sempre grazie alla bacchetta, le legò i polsi alla spalliera del letto, impedendole di muoversi.

- Finisci la tua frase, Mezzosangue. -

Lei, però, rimase in silenzio.

- Hai perso la lingua? -

Cercava di farla reagire, ma lei sembrava non averne l’intenzione.

- Accomodati, Malfoy. -

Lui alzò appena un sopracciglio: doveva aver capito male. Per forza.

- Che c’è? Sono qui, legata, nuda. Approfittane. Credi che m’importi qualcosa? -

Era sempre pù confuso: non riusciva a spiegarsi quel repentino cambio d’atteggiamento, in lei. Doveva esserci sotto qualcosa.

- La verità, Malfoy, è che, arrivati a questo punto, non ha più importanza cosa mi fai. Mi hanno torturata, usata, umiliata in tutti i modi possibili e immaginabili. Hanno violato il mio corpo, giocato con la mia mente. Se sono qui adesso, viva, è solo perchè uno dei vostri mi ha guarita. Gliel’hai chiesto tu, non è vero? Cos’è, Ron ti ha fatto pena? Lui è coraggioso, Malfoy. Non credo tu possa dire lo stesso di te. Harry ci ha raccontato cos’è successo quella notte. Sappiamo che è stato Piton ad uccidere Silente, e non tu. E sappiamo quali sono state le sue ultime parole, rivolte a te. -

- Ti conviene tacere, Mezzosangue. -

Non voleva ascoltarla, non ce la faceva: l’avrebbe uccisa in quel momento, solo per farla stare zitta.

- Tu non sei un assassino, Draco. Ti ha detto così, non è vero? -

- Ti ho detto di tacere! -

Si avventò su di lei, schiacciandola col peso del proprio corpo. Si sedette a cavalcioni su di lei e, con la bacchetta, prese a sfiorarle il corpo nudo.

- Potrei ucciderti, Granger. Potrei ferirti in ogni punto del corpo, lasciandoti morire dissanguata. -

Tu non sei un assassino.

Draco strinse con forza i pugni, ferendosi i palmi delle mani.

- Ti risuona sempre nella testa, vero? La voce di Silente che ti dice che non sei un assassino. -

- Cosa ne sai tu, Mezzosangue? La verità è che tu non sai niente di me. Niente. -

L’aveva detto con odio, con rancore, con tutto ciò che di malvagio poteva esserci dentro di lui. Le sputò in faccia tutto il suo dolore, quel dolore che aveva sempre tenuto nascosto, quel dolore che un Mangiamorte non avrebbe dovuto provare.

- Entrambi abbiamo delle verità, Malfoy. Le mie sono uguali alle tue? -

La fissò negli occhi, e si alzò da lei.

- Rimarrai qui, Mezzosangue. Sarai mia " ospite" , per tutto il tempo che vorrò. Non avrai contatti con nessuno, e non uscirai da questa stanza per nessun motivo. Viola queste regole, e ti assicuro che il tuo amico pezzente farà una brutta fine. Chiaro? -

Lei annuì, e lui, dopo averle gettato un’ultima occhiata, aprì la porta del bagno e vi si chiuse dentro.

Aveva bisogno di riflettere. Si spogliò, riempì la vasca d’acqua bollente, e vi s’immerse. Il Marchio Nero spiccava come un faro nella notte, sulla sua pelle bianca. Odiava quel Marchio, odiava l’essere stato costretto a diventare Mangiamorte senza che nessuno chiedesse il suo parere.

- Tu sei malvagio, Draco. E per questo, devi diventare un Mangiamorte. -

Suo padre gli aveva riassunto tutto così. Lui era cattivo, per questo doveva essere un Mangiamorte. E, in effetti, cattivo lo era. Ne era la prova la bestia dentro di lui, che lo spingeva a trarre forza e gioia dal dolore altrui. Ma da qualche parte, nei meandri della sua anima, qualcosa cercava disperatamente di uscire fuori per far sì che il ragazzo cambiasse.

Draco si chiese come riconoscere l’istante in cui una persona poteva rimediare agli errori commessi, e cambiare per sempre la propria vita. Era convinto che, salvando la vita alla Granger, tutto sarebbe cambiato.. ma così non era stato: le aveva più volte fatto del male, e altro gliene avrebbe fatto.

Ma allora, com’era possibile cambiare? E soprattutto, lui voleva cambiare? Era disposto a tentare il tutto per tutto? Era disposto a morire, voltando le spalle a suo padre, a Lord Voldemort, a tutto ciò che, fino a quel momento, c’era di sicuro, nella sua vita? Non lo sapeva.

Tutto quelle domande, a cui non sapeva dare risposta, lo inquietavano.

Non riusciva a riflettere, non riusciva a darsi delle risposte. Non sapeva neanche più chi era. Era Draco, un ragazzo di diciassette anni che era stato obbligato a seguire un destino già prefissato dalla nascita, o Malfoy, Mangiamorte dedito al male, al fedele servizio del Signore Oscuro? Queste due parti di sè si scontravano continuamente, ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo.

La Granger sembrava sapere esattamente chi fosse: e come lei, anche Wealsley, e Potter, e tutti loro. Lui, invece, sentiva di essere intrappolato in una specie di limbo, dal quale non sapeva come venirne fuori.

Infranse l’acqua con un gesto stizzito della mano: era colpa della Granger, se aveva tutti quei dubbi. Era venuto a contatto con lei da meno di 24 ore, e già quella Mezzosangue era riuscita a metterlo in crisi.

Doveva smetterla con quei pensieri da debole. Era un Mangiamorte. Aveva aiutato Piton ad uccidere Silente, così come gli era stato ordinato da Lord Voldemort. Il suo padrone. E adesso, aveva la Mezzosangue tra le mani: un essere inferiore, un’insopportabile secchiona, che credeva di sapere tutto anche della vita.. ma bella.

La Mezzosangue era bella. Ed eccitante. Ed era sua.

Poteva farle tutto ciò che voleva, lei non si sarebbe potuta ribellare: bastava minacciare di tortura e morte il pezzente Weasley.

Con questi pensieri, Draco uscì dalla vasca, si avvolse un asciugamano striminzito attorno ai fianchi, e uscì dal bagno.

La Mezzosangue era distesa sul letto, rannicchiata in posizione fetale: dormiva.

La pelle delle braccia, lasciata scoperta, mostrava chiari segni di freddo: a guardarla bene, si poteva intravedere come il corpo fosse scosso da piccoli brividi.

La fissò per un lungo istante, combattuto: infine, fece apparire una coperta, e con essa coprì il corpo della giovane.

Quella notte poteva permettersi di essere dolce. Per essere il solito bastardo, aveva tutta la vita.

 

 

E così, si conclude anche il terzo capitolo!!! Che ne pensate??? Passo ai ringraziamenti!!!!

Ashley Snape: graaaaazie bella!!!! Piaciuto questo capitolo?? Fammi sapere!!! Bacionissimi, ti voglio bene!!!

LaTerrestreCrazyForVegeta: ciao Gioia!!! Certo che ti perdono!!!! Ma solo perchè sei tu.. ^^ Sì, devo dire che il primo capitolo è quello che preferisco, non so, l'ho sentito più mio rispetto agli altri.. sì, Ron lo dipingono spesso come un idiota.. ma stavolta no, faccio la brava!! ^^ Contenta che ho aggiornato?? Sono troppo felice che la storia ti piaccia!!! Ci tengo alla tua opinione!!! Fammi sapere che ne pensi del capitolo!!!! Bacionissimi!! Ti voglio bene!!!

HermyKitty: amooooooooooooore ciauuuuuuuu!!!!!!! Che bello leggere la tua recensione!!! So che sei impegnatissima, perciò non me l'aspettavo!!!  Hermione ti suona strana??? In che senso?? Spiegati meglio!!! Sì, in effetti il primo capitolo è piaciuto di più pure a me!!! ^^ Draco come Dorian Grey?? Sai, non c'avevo proprio fatto caso!! Io arrabbiata con te???? Ma non potrei mai!!! Mi raccomando, fammi sapere che ne pensi del capitolo.. anche se capisco che tu sia molto impegnata!! Ti voglio tanto bene amorino mio!!!! Bacionissimi!!!!

8marta8: e sì, in effetti Draco si comporta in modo molto scostante... ma devi capire che è Hermione a mettergli addosso tutti quei dubbi!!! E poi, è megliocosì, non ti pare??? Perchè se non ci fosse lei a rendergli la vita impossibile (come in effetti farà..), come farebbe ad innamorarsi?? Che ne pensi del capitolo??? Fammi sapere!!! Bacioni!!!  

buffy88: la mia persecuzione??? Assolutamente no!! Cioè, sono felice che mi "perseguiti", la considero una cosa positiva!!! E sono ovviamente felice che la storia ti piaccia!! Che ne pensi di questo capitolo??? Fammi sapere!!! Bacioni!!!

Rivoltella J: tesoro, ti ringrazio!!! Mi fai arrossire con tutti questi complimenti!!! ^//^ Ti ringrazio tantissimo, davvero!!! Anche tu lo sei molto!!! Che ne pensi di questo capitolo?? Ti è piaciuto?? Ti voglio tanto bene!!!! Bacionissimi!!!

ladyrocker: amore, ma ciauuu!!!! Sì, il chappy era cupo, e questo non è meglio... che ne pensi?? Sono troppo contenta che stai meglio, anche perchè oggi mi hai lasciata da sola... cattiva!!! .... scheeeerzo!!! ^^ Poi mi sono divertita lo stesso, io, l'Ipod e le vie della nostra "metropoli"... nè?? a tua storia preferita?? Uh, ma allorate la dedico!!! visto che ho postato presto?? Che ne pensi di Malfoy?? Mi raccomando, voglio una recensione spettacolare.. sennò non ti parlo più!!! ^o^ Bacionissimi tata, ti adoro!!!!

Un grazie dal profondo del cuore a chi legge e commenta!!!! Vi voglio bene!!!

Bacionissimi!!!!

Chiara 
  
   
 

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