Le cose cambiano

di purepura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capiolo XII ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII ***
Capitolo 28: *** Capitolo XXVIII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO I

Ho scoperto che quando si perde una persona cara, ognuno reagisce in modo diverso. Insomma, Jean era già morta una prima volta e anche se il corpo non era stato mai ritrovato, un funerale c’era stato, e Scott aveva pianto in privato e Logan era andato non ho mai saputo dove per qualche mese e probabilmente aveva pianto anche lui.

Poi all’improvviso Logan era tornato, avevamo perso Scott e Jean era ricomparsa, per poi uccidere il Professore e costringere Logan a ucciderla.

Mi era stato tutto raccontato da Tempesta in questa maniera superficiale che aveva usato per rivolgersi ai bambini (anche se con loro aveva omesso di precisare chi aveva ucciso chi) e che mi aveva per tanto intimorito nel fare altre domande. Una cosa però l’avevo avvertita, ed era stata talmente improvvisa e atroce, che per un attimo mi aveva lasciata spiazzata: Logan amava Jean, e l’aveva uccisa. O meglio, aveva dovuto, da quel che mi aveva confermato Bobby. E se Bobby aveva difeso Logan davanti allo sconcerto degli altri compagni, allora non c’era alcun dubbio su quale fosse la verità.

In tutto questo frangente, io ero stata occupata a farmi curare.

Per questo, alla morte del Professore, Jean e Scott, non ero riuscita a mostrarmi disperata, come sono certa lo fosse Tempesta.

Ero stata una persona così orribile? Voler vivere era un’idea così ripugnante? Mi dispiaceva per tutti loro, ma lì per lì non mi ero resa pienamente conto di ciò che avevamo perso, di ciò che era accaduto a Logan.

Solo quando Bobby mi aveva descritto come e perché Logan aveva dovuto uccidere Jean, avevo cominciato a cercarlo per tutta la scuola, desiderosa di vederlo.

Alla fine dei giochi, Kitty mi aveva accusata di vigliaccheria, e si era guadagnata un tentato omicidio da parte mia, oltre che un posto nella lista nera di Bobby, con mio sommo piacere. Vivere, per lei, doveva essere un pensiero altamente tossico. Mi aveva accusata di essere un’ingrata vigliacca, occupata a curarmi mentre il mio amico soffriva così.

Pensavo che dopo tutto questo, le cose avrebbero dovuto migliorare. Prima di quella mattina di ottobre, ero stata occupata a fare la pace con Kitty, e forse era per quello che non avevo notato segnali. In fondo, io e Logan dalla morte di Jean non avevamo parlato molto. Solo un abbraccio e un vago sorriso da parte sua dopo che gli avevo comunicato che ero 'guarita' e un tentativo mal riuscito da parte mia di chiedergli come stesse.

Stavo scendendo per colazione, un po’ rincuorata perché Colosso mi aveva confessato di piacere a Kitty, quando scorsi una valigia davanti all’ingresso. Era sempre quella, abbandonata lì, solo più piena del solito. Mi ero guardata intorno, ma non avevo notato Logan nell’ingresso. Così mi ero diretta alla stanza di Logan, in Sala Relax, fuori in giardino e poi all’ufficio di Ororo, senza neanche rendermi conto che avrei fatto tardi a lezione.

Camminavo per i corridoio con una rapidità che non mi apparteneva, mi muovevo incredula e tesa, e non capivo in effetti come una persona, che ha ucciso colei che ama, potesse continuare a tenersi tutto dentro e a decidere addirittura di allontanarsi da quella che è la sua famiglia. Non capivo come il dolore avrebbe mai potuto scomparire con questo assurdo stratagemma. Ma Logan era Logan, l’irraggiungibile e imperscrutabile Logan, il forte e coraggioso; l’insensibile, persino. Il Coglione, per certi versi, e il Rivale, per altri.

Quando bussai alla porta dell’ufficio di ‘Ro e mi venne concesso il permesso di entrare, lo vidi di fronte alla scrivania; era sempre lui, con le sue solite camicie e canottiere, con la sua solita barba e la sua solita espressione distaccata riflessa nella finestra dall’altra parte della stanza.

“Ciao, Rogue” mi aveva accolto Tempesta, mentre Logan non accennava a voltarsi. “Entra pure. Logan mi stava dicendo che ha intenzione di andare via per un po’”

Mi ricordo ancora la sorpresa che provai quando Tempesta rispose alla mia tacita domanda con una perspicacia da capogiro.

“Di nuovo?” mi ritrovai a dire, con un’amarezza che non avevo messo in conto.

Era questo il suo modo per elaborare un lutto? Andarsene e sperare che sarebbe guarito da solo?

Il mio tono forse lo sorprese, perché si riscosse dal suo torpore e si voltò. Mi aveva guardata dalla testa ai piedi, per poi sorpassarmi e rivolgersi a Tempesta: “Grazie ‘Ro, della moto e della pazienza. Ci vediamo”

Ma non ci eravamo rivisti e non ci eravamo sentiti. Non avevo avuto il coraggio di dire altro, mentre lo guardavo andare via. Cos’altro avrebbe potuto trattenerlo qui, ora che Jean era morta e io… ero io? Per ben cinque anni non avevo più avuto notizie su di lui. Era scomparso, così rapidamente com’era comparso nella mia vita due anni prima.

Nel frattempo, la vita alla Scuola era proseguita; Kurt era arrivato come insegnante dopo qualche mese dalla partenza di Logan; io, Bobby e Peter avevamo assunto il ruolo di insegnanti e X-Men al suo fianco successivamente al diploma, e a me, dopo tre anni, erano ritornati i poteri. C’era stato anche un altro regalo inatteso, un regalo nato che avevo ventun’anni.

Inutile dire che il ritorno dei poteri fu la parte più difficile da affrontare. Avevo solo ventidue anni e una voglia matta di fare l’amore… non era giusto ciò che mi era capitato. Avevo anche rischiato di uccidere Bobby… In coma per cinque giorni. ‘Niente di che’ diceva lui. ‘Sono un mutante, sono forte e sono guarito in fretta’

Ovviamente sono pessimista per definizione, e non avevo accettato l’idea di liberarmi in fretta e furia dei guanti una volta convinta di essere 'guarita'. Ed era stata quella, secondo Kitty, la causa scatenante per cui i miei poteri erano tornati. In verità, il vaccino non aveva fatto effetto, o la dose non era stata abbastanza o… non lo so. Fatto che sta che i poteri erano tornati, e in quel momento da parte di Bobby era stata voluta pazienza, pazienza e pazienza.

Per quanto riguardava Kurt non c’è molto da dire, in realtà, tranne che arrivò accompagnato da Mystica – a quel tempo Raven e ora di nuovo Mystica.

La detestavo, sia perché era stata Mystica la complice di Magneto, sia per il lavoro che faceva: la strizzacervelli. E devo dire che era una brava ascoltatrice perspicace.

Parlando di me, gli X-Men e le mie lezioni, devo dire che su questo punto non c’erano mai stati problemi, di nessun tipo. Era da un po’ che non facevamo missioni, se non per dare un’occhiatina a Magneto, e per quanto riguarda gli insegnanti, preparavo i bambini dai sei ai dieci anni: CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI POTERI.




“Andrew, lascialo giù, guai a te!”

Mi trovo in aula, in pieno orario scolastico. Un litigio normale tra bambini si è tramutato in una lotta all’ultimo volo. Purtroppo il povero Michael non può nulla sin quando resta congelato in aria.

“Andrew, vuoi incappare nel potere di Ororo, per caso? Tu fallo cadere e ti prometto esercizi extra per un mese, oltre che una fulminata giornaliera dalla Preside!”

Questo pare avere effetto, perché Mattia scongela il compagno, mentre Andrew lo rimette dritto, senza incidenti.

“Hai visto, Rogue? Hanno cominciato loro, io non c’entro nulla!”

“Non fare troppo la vittima, Michael. Non si dà fuoco al peluche di una compagna, nemmeno se quella compagna ha dato un bacino a Andrew, chiaro?”

Michael fa il muso. È un bambino fortissimo, senza contare che ha i poteri di Pyro, e che questo ha causato in Bobby una sorta di: Evitimao-Che-Michael-Ci-Tradisca-Come-Ha-Fatto-Pyro.

Suona la campana proprio mentre sto consolando Maya per il suo peluche carbonizzato. Mentre la mandria di studenti si dirige verso la mensa e io mi accingo a sgusciare in dispensa, per sgraffignare un numero imprecisato di bignè, Ororo appare da non so dove e si mette al mio fianco.

“Tutto bene la lezione?” mi domanda.

“Sono cinque anni che faccio questo lavoro. Non me l’hai mai chiesto prima”

Mi osserva attentamente.

“Vieni nel mio ufficio, c’è una cosa che devo dirvi”

“Qualcosa di brutto? Non capita da anni che ci richiami tutti nel tuo ufficio. Anzi, non è mai capitato”

Non mi risponde, ma prosegue per il corridoio sino ad arrivare al suo ufficio. Quello del Professore è rimasto chiuso a chiave in sua memoria; Tempesta non l’ha voluto utilizzare, nonostante ne avrebbe avuto tutto il diritto.

Quando entro, ci trovo già Kurt e Mystica. Ha riacquistato i suoi poteri da due anni ormai, ma ancora mi fa uno strano effetto vederla tutta nuda e viola.

Bobby entra subito dopo di me. “Ho ricevuto il tuo messaggio” dice, rivolto a Tempesta. Poi mi si avvicina e, dopo avermi dato un bacio sulle labbra di neanche un nanosecondo – il cronometro serve proprio a salvare la vita di Bobby – molto galantemente mi fa accomodare sull’ultima sedia rimasta libera.

“Ho una novità da comunicare a tutti voi” comincia ‘Ro. Ha preso posto dietro la scrivania: è austera e solenne insieme. “Logan sarà di ritorno domani.”

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO II

Un istante di silenzio segue la voce di ‘Ro.

Guardo fuori dalla finestra, mentre le parole mi entrano nelle orecchie, sorpassano il timpano e raggiungono la scatola cranica. Vi indugiano un momento, indecise, poi si dirigono verso il cervello; rimbombano lì dentro per qualche secondo sino a che il loro significato è così nitido da farmi rabbrividire.

Ora che ci rifletto, è buffo. Vengo a sapere del suo ritorno nella stessa stanza in cui sono venuta a sapere della sua partenza.

“Sul serio?” esclama Bobby dopo poco. “Fantastico! Ci serviva un nuovo insegnate per Lezione Pratica”

“Che cos’ho che non va?!” esclama Ororo, palesemente divertita.

“Oh, niente, Ororo, niente. Solo che Wolverine è Wolverine!”

“Non è detto che si fermi molto” prosegue lei. “Potrebbe voler ripartire subito. Mi ha solo fatto sapere che sarebbe tornato”

“Come te l’ha fatto sapere?” chiedo improvvisamente.

Tempesta mi guarda, per nulla sorpresa. Che cos’è? Compassione, comprensione? Qualunque cosa sia non mi piace, così distolgo lo sguardo.

Sono passati cinque anni. Non cinque settimane, non cinque mesi: cinque anni. Io ho una famiglia, un lavoro… e adesso lui sta per tornare. Perché ora? Perché non prima? Non lo salutai nemmeno, quando se ne andò.

“Mi ha telefonato, Rogue.” Tempesta mi riporta alla realtà, scoccandomi un ultimo sguardo prima di rivolgersi a Bobby: “Dillo tu a Kitty e Peter, per favore. Qualcuno doveva pur controllare i bambini a pranzo” si giustifica.

“Non c’è problema; in fondo evitare un turno di guardia è evitare un turno di guardia. Ti devo un favore” risponde Bobby, sorridendo.

“Grazie e prego. Potete andare, non voglio trattenervi oltre”

Ci alziamo tutti in contemporanea; Kurt sguscia fuori prima degli altri, mentre Mystica si trattiene, camminando con calma al mio fianco.

“Perché credi sia fuggito?”

“Da quando io e te parliamo al di fuori della Stanza Bianca*?” le chiedo.

“Te l’ho fatta centinaia e centinaia di volte questa domanda. Non mi hai mai risposto”

“Te l’ho già detto: non lo so”

“Bugiarda. Non fai altro che mentire a te stessa, dalla mattina alla sera. Non ti vergogni?”

“Basta!” mi fermo nel bel mezzo del corridoio e mi volto, fronteggiandola. “Ci provi gusto a umiliarmi così?”

“Non sei arrabbiata con me, Rogue!”

“Sì, invece. Sono molto, molto arrabbiata con te. Non hai qualcun altro da psicanalizzare? Che vuoi da me?!”

“Tu sai perché se ne è andato! Stava male, stava soffrendo, Rogue! Ha ucciso la donna che amava! Immagina se tu dovessi uccidere Drake!”

“Questa è vigliaccheria. Scappare dai problemi non li risolve”

“Ma a volte è la soluzione più facile”

“No, lo è sempre” ammetto, sconfitta.

La mia voce è più calma, ora, e ho ripreso a camminare. Ha ragione, ha dannatamente ragione, ma è più facile prendermela con un insensibile vigliacco, che con un amico a cui ho negato aiuto nel momento in cui ne aveva più bisogno.

Sospiro. Ora non desidero altro che allontanarmi da lei. È peggio della mia coscienza.

“Devo andare. Ho dei compiti da correggere”

“Bugiarda” mi ghigna dietro.

Stronza.




Ovviamente Logan non si è premurato di dare un orario. Mystica continua a lanciarmi occhiatine, mentre vado avanti e indietro per il corridoio. Bobby mi chiede se ho bevuto del caffè.

“Ovviamente no” puntualizzo. “Lo so meglio di te l’effetto che mi fa”

Aumento l’andatura ad ogni passo, sino a che quasi corro per tutta la lunghezza dell’ingresso. Stamattina ero distratta in qualunque cosa facessi. Mi sorprendo persino di essere riuscita a far lezione con un minimo di impegno.

All’improvviso Tempesta non ce la fa più, così si alza, mi prende per un braccio e mi obbliga a sedermi al suo posto. Non riesco a stare ferma, mi metto a muovere ritmicamente un piede. ‘Ro sbuffa.

“Ferma!” sbraita. “Seriamente, mi stai facendo agitare”

Mi ci vuole tutto l’autocontrollo di cui sono capace per restare immobile per i successivi quindici minuti. Alla fine decido che è inutile restare qui a mordermi le unghie e metà delle dita. Potrebbe arrivare persino stasera alle dieci…. Mi alzo e mi avvio in camera mia. Bobby mi segue.

Sono contenta che Mystica abbia deciso di rimanere per i cavoli suoi giù di sotto, e sono contenta che Bobby non mi abbia lasciata da sola. Arrivo in camera e mi siedo sul letto; un sospiro leggero è l’unico suono che esce dalle mie labbra. Non so che dire, e sono sollevata quando è Bobby che inizia a parlare: ”Ti senti bene?”

“Sì. È solo che, insomma, non si è mai fatto sentire”

“Forse non ne aveva la possibilità”

“Hai sentito ‘Ro, no? Le ha telefonato. Perché non mi ha mai cercata?”

“E perché tu non hai cercato lui?”

“Non avevo modo di trovarlo! Lo sai anche tu: nessuno di noi sapeva che avesse dietro un cellulare!”

“Perché non sei mai andata a cercarlo?”

“E da dove avrei dovuto cominciare? Può darsi benissimo che sia stato per tutto questo tempo in Cina, che diavolo ne sai tu!”

“E allora perché…”

“Ma da che parte stai? Difendi Logan? Io sono la tua fidanzata, e poi da quando in qua difendi Logan?”

“Oh, tesoro” mi si avvicina e siede accanto a me. “Sai che starò sempre dalla tua parte. Ma devi cercare di capire che cosa deve aver provato, devi cercare di capire quanto ha sofferto”

Resto in silenzio. In questi ultimi due anni Bobby ha sviluppato verso Logan un atteggiamento diverso. Forse a causa della sua assenza, Bobby ha iniziato a difenderlo a spada tratta.

“Mystica mi ha detto le stesse cose ieri”

“Nel suo lavoro è brava, anche se quando è arrivata ho avuto qualche perplessità. Insomma, è sempre Mystica. Invece ricordi?, quando ha scoperto che Magneto aveva riacquisito i poteri, così come lei e te? Mi aspettavo che corresse da lui a braccia aperte...”

“E invece è rimasta con noi, sì. Lui la rifiutò quando lei perse i suoi poteri”

Un altro istante di silenzio. Poi Bobby riapre bocca.

“Andiamo, dài” dice, tirandomi per un braccio.

“Dove?” domando.

“A mangiare qualcosa. Tu non hai toccato cibo a pranzo”

“Veramente ho lo stomaco chiuso… e poi devo risistemare qui, sembra ci siano passati degli elefanti. Siamo solo a martedì, e se oggi non faccio qualcosa a fine settimana ne avrò a non finire, fra te e quell’altro monello…”

“Sì, perché tu sei perfetta e non metti mai qualcosa fuori posto…”

Rido. Adoro come riesce sempre a mettermi di buon umore, anche quando sembra impossibile. All’improvviso sento lo stomaco brontolare. In verità non mangio da ieri mattina, ma prima non me ne ero proprio resa conto.

“E’ andata” dico. “O mangio qualcosa adesso, o svengo”




Mi sta venendo la claustrofobia. Non riesco più a restare rinchiusa qui, devo uscire. Prendo la giacca ed esco in giardino. Percorrendo i corridoi, non incontro nessuno: sono le nove e mezzo, tutti sono in camera loro o in Sala Relax a guardarsi un film. Questa sera è stato proposto la Bella Addormentata nel Bosco… un sucessone!

Non ho mai fumato, ma questa sera avrei tanta voglia di una sigaretta. Mi siedo a terra, vicino al campo da basket.

L’erba è fredda, nonostante manchi un mese all’estate. Mi rannicchio con le ginocchia al petto, inalando il forte odore di rosmarino che ho tanto odiato da bambina, ma che ora mi tiene vigile.

“Sparisci sempre. Se uno ha bisogno non ti trova mai”

Mi volto bruscamente, spaventata. Da dove è spuntata? Non l’ho sentita arrivare.

“Tempesta. Mi hai fatto paura”

“Soprappensiero?”

“Già.” Mi alzo. “Mi stavi cercando?”

"Certo. Logan è arrivato"


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Buongiorno, eccomi!
Innanzi tutto, grazie per le recensioni! Non me le aspettavo, soprattutto perché è la prima volta che mi cimento in una fiction su X-Men. Non pensavo di essere riuscita a scrivere qualcosa di dcente.
Daffodil: Davvero hai avuto problemi con l'italiano? Mi dispiace, perché ci tengo a scrivere grammaticamente bene. Ricontrollo minuziosamente più volte, e anche dopo il tuo avviso ho ricontrollato. Se trovi anche qui qualcosa che non va (o anche riferito al capitolo precedente) puoi scrivermelo, così vedrò di correggere al più presto. Per quanto riguarda gli errori di battitura (orrendi lo stesso, lo so) devi avere un po' di pazienza. Sono ipovedente, e possono sfuggirmi... Sono contenta che nonostante ciò ti sia piaciuto.
SoniaCristina1989: Grazie mille, sono contenta che ti sia piaciuto, sul serio. Ho sempre un po' paura del giudizio degli altri, ma mi ha fatto davvero piacere sentire che ti è piaicuto. L'aggiornamento, se tutto va come dico io, sarà ogni quindici giorni. Ancora grazie!
Bé, che dire... questo capitolo è solo di transizione. Come avete letto, Logan è arrivato. Ormai l'incontro si avvicina....
* La Stanza Bianca è un luogo di mia sola invenzione, non era presente da nessuna parte nei film. Non posso dirvi ora che cos'è, perché si scoprirà più avanti, Però si può capire. L'ho più o meno detto.
Al prossimo capitolo, e ancora grazie a chi ha letto, inserito la fan fiction nelle seguite e a chi ha recensito.
Alla prossima!!!!!

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO III

Mentre seguo Tempesta verso la scuola, da dove un attimo fa ho desiderato sparire, rifletto su tutti i modi possibili per non entrare. Non sono obbligata a vederlo, se volessi potrei dribblare verso la mia stanza e nessuno mi direbbe nulla. Ma l’incazzatura mi rimarrebbe, e non potrei sfogarmi – mentalmente, almeno – usando una lista di improperi che ho stilato ieri notte.

L’erba scricchiola. Comincia a dolermi la testa, ma penso sia per la tensione. Potrei fingere di svenire… o magari svenire veramente!

Ora basta mi dico. Piantala, piantala veramente. È un amico, è tornato, almeno salutalo cordialmente.

Ah, cordialmente! Ci proverò, dopo. Ora devo concentrarmi per continuare a respirare, siccome il cuore è diventato tutto a un tratto un muscolo fortemente volontario.

Appena varco l’ingresso sul retro e attraverso la cucina, sento voci gioiose. La prima a raggiungermi è quella di Peter. Probabilmente sono svegli anche alcuni bambini.

Affretto il passo. Prima lo saluto, prima la faccio finita e prima mi rinchiudo in camera con una vaschetta di gelato.

“Non ci speravamo più” sta dicendo Colosso. “Dov’eri finito?”

“La moto e io avevamo finito la benzina”

“Logan! Che piacere rivederti!” esclama Ororo, mentre entrambe varchiamo la porta e l’ingresso illuminato mi dà alla testa.

Grazie, Tempesta. Grazie, grazie e ancora grazie… ora mi ha vista, e non posso più fuggire. Ma questa me la paghi….

“Me la lego al dito” le sussurro, mentre lei ridacchia e Logan si volta dalla nostra parte.

Si immobilizza, e io faccio altrettanto.

Non è cambiato per niente, ma in qualche modo il tempo sembra passato anche per lui. Ogni tratto del suo viso è identico a come l’ho visto l’ultima volta, barba compresa: evidentemente ha imparato a rasarsi. L’espressione del suo viso è più rilassata di come la ricordavo; magari gli ci sono voluti davvero cinque anni per riprendersi. È vestito semplicemente, in quel suo modo trasandato che lo rende così affascinante.

Prima che uno di noi due possa dire alcun che, entra Kitty, e qualcosa si blocca. L’ha per mano, e non volevo che si incontrassero. In realtà lei sembra furiosa, dal modo in cui lo trascina. Ha quasi i piedi a penzoloni, e mentre lui la tira indietro, Kitty lo trascina avanti con evidente fatica.

“Ora basta! Ha quasi disidratato un bambino, sono stufa! È incredibile, ho cinque bambini al di sotto dei sei anni, e lui è l’unico che non riesco a tenere a bada! Vedi di fare qualcosa, o ti giuro che lo punisco a modo mio e… Logan!”

Si è bloccata, con la bocca aperta e un dito alzato.

“Ciao Kitty” saluta Logan “Ehm, chi è quello?”

Logan accenna al bambino, il mio bambino!

“Kitty” sussurro.

Fa’ che non risponda, ti prego, fa’ che non risponda…

Kitty mi guarda, confusa.

Anche Bobby mi guarda, ora, ma lui sembra capire. Dio, quanto lo amo!

“E’ solo un bambino più monello degli altri, Logan”

Bobby si avvicina, ma Charlie scatta all’indietro, iniziando a piangere. Oh oh, a questo punto non resto che io. È il famoso capriccio alla Ma-Se-Piango-Mamma-Mi-Vizierà-Sino-Alla-Morte.

Il bambino corre verso di me, sorpassando Logan e allontanandosi da Kitty.

“Mamma” piange. “Annah, è stata Annah!”

Mi si getta al collo disperato. Lo prendo in braccio. È sempre più bello ogni volta che lo vedo, anche se ora ha il visino tutto rosso.

Fisso Logan. Osserva me e il bambino, basito. L’ho detto che sono cambiate troppe cose…

“Domani chiediamo scusa a Annah e parlerò meglio con Kitty, per vedere di capire cosa è successo” dico a mio figlio. “Andiamo a nanna ora, sei stanco ed è molto tardi. Saluta tutti”

Charlie fa ciao ciao con la manina, distratto. Lui è l’unico essere umano sul pianeta che mi può toccare. Bobby ne è quantomeno geloso, anche se è figlio suo.

In questo momento, invece, io lo amo ancor di più del solito. È un bellissimo e credibile diversivo.

“Lo metto a letto io, se vuoi” si offre Tempesta.

“E’ un po’ indisposto, non vorrei che ti prosciugasse viva”

“Sul serio, farò attenzione”

Le lancio un’occhiata. So perché si è offerta, so che vorrebbe che parlassi con Logan, che chiarissi tutto addirittura entro stasera. Ma lui probabilmente sarà stanco e io ho davvero voglia di gelato… e una paura folle.

“Ti va di andare con la zia ‘Ro, Charlie? La mamma finisce di parlare con papà e i Dadi e poi arrivo”

Charlie si rivolge a Ororo, allungando le braccia. È così pigro a volte.

“Mi leggi la favola della buona notte?”

“Certo, tesoro. Che favola vuoi?”

Pian paino le loro voci si allontanano, mentre salgono le scale.

“Devo andare” dice Kurt all’improvviso, il suo accento tedesco non più così marcato. “Devo ancora preparare la lezione per domani. Sono sempre in ritardo”

“E io devo rimettere a letto questi qua” dice Peter, accennando ai bambini. “Vuoi darmi una mano, Kitty? Porti a letto le bambine?”

“Certo. Mi ha fatto piacere rivederti, Logan. Spero che ti fermerai da noi per un po’”

“Non ho ancora deciso, in realtà. Ma ci farò un pensierino, promesso”

Sorride appena.

Il corridoio è vuoto e c’è silenzio, ora. Bobby si guarda intorno, imbarazzato.

“Sapevo che saresti arrivato in ritardo, Wolverine”

Una voce sopraggiunge dalla cima delle scale, mentre ancora sto pensando a cosa dire.

Logan si volta. Mystica è in cima alle scale, ma con un balzo salta la balaustra e atterra di fronte a lui.

Wolverine fa un passo indietro, estraendo gli artigli.

Infilzala, infilzala, infilzala!

“Sta’ tranquillo” scatta Bobby, allontanando leggermente Mystica. “E’ con noi”

“Cosa?!”

Logan non ritrae gli artigli, e guarda Bobby indignato.

Infilzala, infilzala, infilzala!

“E’ arrivata con Kurt, dopo la tua partenza. Ora insegna qui, e ti assicuro che se anche entrambi hanno riavuto i loro poteri, non ha mai provato a tornare da Magneto. Puoi fidarti”

“Questo lo decido io"

“Bene” asserisce Mystica. “Mentre rifletti, Rogue potrà mostrarti dove dormirai”

Oh, ma questa è una congiura! Si sono messe d’accordo!

“Conosco la scuola, posso trovare da solo la mia stanza”

“Come sono certa avrai immaginato, sono arrivati altri studenti e insegnanti in questi anni” dice Mystica. Sembra si stia divertendo molto, da come le sue labbra sono piegate in un riso silenzioso. Ma è anche insolitamente cordiale, e questo è a dir poco imperfetto.

“E quindi?”

“La predisposizione è cambiata, Logan” risponde Bobby. “Ora gli insegnanti alloggiano dalla parte opposta. Il problema è che non so se ci sono camere libere”

“Sì” sospiro. “Quella a metà destra nel corridoio a sinistra, al terzo piano”

Tocca a me fare il controllo, la sera, e mi capita di passare davanti alle camere degli insegnanti. Così so sempre quali sono libere o meno.

Bobby mi guarda un po’ impensierito. Forse si sta auto-convincendo che ho davvero bevuto caffè.

“Ho capito” dico, “ce lo porto io”

Inizio a camminare, senza aspettare un cenno d’assenso da parte sua. Ma poco dopo sento che mi segue a breve distanza, il passo una volta così silenzioso ora leggermente marcato. Ho affinato i miei sensi, avendo un bambino piccolo, e lui è più rumoroso del solito.

“Non pensavo che al mio ritorno ti avrei trovata con un bambino”

“Non pensavo che saresti tornato”

Perché sto incoraggiando questa conversazione? Taci Rogue, taci!

“Perché non avrei dovuto?”

Ora mi raggiunge. Il suo tono è inequivocabilmente più freddo. Sono io quella che dovrebbe essere arrabbiata con lui, non il contrario.

“Tu non sai quanti siano cinque anni, vero?”

“Non dirmi che ti sono mancato. L’ultima volta che ti ho vista eri arrabbiata con me”

“Non ero arrabbiata, ero soltanto delusa. Insomma, tutti siamo stati male, ma andarcene dall’unica famiglia che abbiamo non è una soluzione”

“Forse per te non lo è, ma ti assicuro che io…”

Chiude gli occhi, e sento il suo respiro rallentare.

“Jean non meritava di morire”

“Jean era fuori controllo, non è stata colpa tua!”

Ora mi ritrovo a rassicurarlo… mi ero ripromessa di incazzarmi, di sfogarmi, di stargli alla larga… ma è più difficile di quanto pensassi.

Mi guarda. Gli lancio un’occhiata, mentre un sorriso involontario si increspa sulle mie labbra.

“Dovevo andarmene, Ragazzina”

Un’ondata atroce di malinconia mi pervade lo stomaco. Da cinque anni nessuno mi chiamava più così, e probabilmente lui se ne rende conto, perché sospira e mi sorpassa.

“Stai meglio ora, Logan?” domando dopo qualche secondo, in cui mi sono ricomposta e l’ho raggiunto.

"Penso di sì”

“Bene. Allora ti auguro la buona notte, scommetto che ci rivedremo domani, a meno che tu stanotte non decida di andartene”


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Salve!
Sono stata puntualissima, visto?
Grazie per le ben tre recensioni! Davvero, mi hanno fatto un immenso piacere!
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Credetemi, mi vergogno tanto di quel che ho pubblicato... non so, mi sembra una cosa un po' piatta.
Lety e Chiara: Grazie a entrambe, drei. ^____^ Sul serio, mi fa piacere che vi sia piaciuta e spero davvero che questo capitolo non sia da meno!
SoniaCristina1989: Sei confusa? Come mi dispiace! No, non è vero. Sono contenta che tu lo sia, vuol dire che sono stata abbastanza enigmatica. Purtroppo non posso dirti nulla, come ben immaginerai...
_Valux_: Eccoti la continuazione! Grazie per i complimenti e spero che questo capitolo sia per lo meno decente. Io stessa non ne sono molto convinta.
Bèh, che dire ancora? Ecco un primo incontro tra Logan e Rogue, spero non vi sia sembrato troppo "fuori dagli schemi" Ho cercato di stare dentro i canon il più possibile, ma non so se ho raggiunto questo intento. Tenete conto che non ho letto i fumetti, e che nei flm le descrizioni della loro personalità sono un poco più soggettive, siccome non sono scritte chiaramente sulla carta. Spero di non essermi spinta troppo OOC.
Detto questo, ancora grazie e vi aspetto numerosi tra due settimane! ^_______^
Aντίο!!!!!!!!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO IV

Non sono riuscita a chiudere occhio.

Quando, mezz’ora più tardi, sono rientrata in camera dopo l’estenuante controllo, Bobby era ancora sveglio. Mi ha lanciato un’occhiata, ma non ha chiesto nulla. In realtà non so neanche io cosa avrebbe dovuto chiedere. Forse come stessi, anche se esattamente poche ore prima gli avevo detto che stavo bene; o magari cosa ci eravamo detti io e Logan, se avevamo chiarito o a malapena parlato. Ma Bobby è molto difficile da leggere e non posso dire con sicurezza che non si è dimostrato geloso o scocciato dal ritorno di Logan.

Mi alzo peggio che imbambolata e filo in bagno, dopo aver dato un’occhiata al bambino: dorme ancora beato, e quindi posso prendermela comoda.

Dopo essermi fatta la doccia, ritorno in camera per vestirmi. Sono seduta sul letto, intenta a infilarmi le scarpe, quando Bobby si alza violentemente, tutto sudato.

Sobbalzo.

“Che è successo?!”

Non mi risponde subito, ma rimane immobile, il respiro affannoso, fissando la parete di fronte a lui.

“Bobby!”

Si riscuote e mi fissa.

“Bobby, stai bene?”

“Solo un incubo” mormora.

“Un incubo?”

“Vado a fare una doccia”

Lo guardo sconcertata. Non ha mai avuto incubi, e ieri sera mi sembrava nonostante tutto molto tranquillo…

Mi alzo e mi avvicino a lui.

“Sei sicuro di star bene?” insisto. Gli appoggio una mano su una spalla, ma si sottrae a questo contatto.

“Sto benissimo” sentenzia, ed entra in bagno sbattendo la porta.

Ok, forse il ritorno di Logan l’ha leggermente scombussolato, ora posso vederlo. Ma leggermente, spero.




Io, Bobby e Charlie entriamo in refettorio un po’ più tardi del solito. È già pieno.

Percorro con lo sguardo il tavolo degli insegnanti, e Lo noto accanto a Kurt, dalla parte opposta rispetto a Mystica. Mentre lo osservo, intercetta il mio sguardo. Sorride e annuisce. Che strano vederlo seduto lì quando fino a ieri quel posto era di Peter.

“Latte e cereali o la brioche, Charlie?”

“Il latte”

Servo mio figlio, mi accerto che gli altri di quella tavolata non abbiano bisogno, e poi prendo posto nell’ultima sedia libera, accano a Mystica. Mi guarda, e sento che sta per dire qualcosa. Perché anche di prima mattina! Dovevo farmi portare la colazione a letto, lo sapevo!

“Non mi va di parlarne” dico, ancor prima che lei possa far funzionare le sue corde vocali. Mi tolgo i guanti e affetto il pane.

“Mm, io non ti credo”

“Arrangiati”

“Avanti, Rogue, perché non gli dici quello che vorresti dirgli! Sfogati! Secondo te ha sbagliato? Bene: diglielo, urlaglielo, ma non farmi credere che non ne vuoi parlare, non farmi credere che sei insofferente verso quell’uomo, per favore!”

"SMETTILA, DANNAZIONE! CHE COSA NE SAI, ÉH? TI DIVERTI A TORTURARMI, VERO? CREDI CHE IO NON CI ABBIA PENSATO, CREDI CHE NON ABBIA VALUTATO L’IDEA DI SPUTARGLI IN FACCIA TUTTO SUBITO? NON NE HO IL CORAGGIO. E IL FATTO CHE IO SIA STATA IN TERAPIA NON MI RENDE TOTALMENTE STUPIDA, NÉ DÀ A TE IL DIRITTO DI SPARARE SENTENZE. NON MI CONOSCI VERAMENTE, QUELLO CHE FAI LO FAI SOLO PER LAVORO! PERCIÒ SMETTILA, SUBITO! OPPURE VATTENE A PUTTANE COME HA FATTO LOGAN, SONO CERTA CHE SARÀ TERAPEUTICO!"

Ho il fiatone. Nella stanza è calato il silenzio, e io sono in piedi di fronte a Mystica, con tutto il refettorio che mi fissa. Ho gli occhi lucidi, e non ho il coraggio di guardare nessuno. Mi avvio veloce verso l’uscita, ma prima devio il mio passo, prendendo in braccio mio figlio. Non voglio che resti con loro, adesso, desidero tenerlo con me. È un impulso involontario a cui non so dire di no.

“Rogue!”

È Tempesta, la voce appena un po’ più inclinata del solito.

“Lasciami in pace!” sbraito, sena voltarmi.

Attraverso di corsa l’ingresso e mi ritrovo fuori. È nuvolo, e il tempo preannuncia pioggia. Per fortuna ho abbastanza Bobby nella testa da saper guidare decentemente un’auto.

Mi fermo un attimo, nel tentativo di recuperare il fiato. Mi sfrego gli occhi e tiro su col naso. Ricordo che mamma, ogni volta che arrivavo a questo punto, tornava dalla cucina con una grande quantità di fazzoletti. Ricordo che mi faceva sempre ridere, perché non finivano mai.

“Dove andiamo, mamma?“

Insieme a Charlie non sono quasi mai uscita dai territori scolastici; di solito, poi, c’era sempre Bobby con noi.

“A fare un giretto per conto nostro, ti va?”

La mia voce è ancora rauca, e forse mio figlio se ne accorge, perché la sua espressione si fa sorpresa e un tantino allarmata.

“Sei triste, mamma?”

“Un po’, ma non preoccuparti, adesso passa. Ti va una cioccolata?”

“Sì!”

Alza le braccia e ride, e non posso fare a meno di sorridere a mia volta, mentre imbocco il vialetto e mi ritrovo in strada. Ho dimenticato i guanti: che strana sensazione… il freddo del volante mi fa sentire meglio, quasi normale.

Ho bisogno di un posto tranquillo per calmarmi, e a scuola so già che non ce sono nemmeno se li paghi tutto l’oro del mondo. Chissà cosa staranno pensando: ho fatto la figura della bambina, questo è poco ma sicuro. Non mi interessa, in fondo tutti possiamo avere i nostri brutti momenti, almeno io non vado in giro a farmi ogni donna che trovo sul ciglio della strada. In realtà non so come Logan abbia passato le sue serate, ma non mi sembra un’ipotesi da scartare. In fondo non ha nemmeno avuto il coraggio di restare e affrontare i suoi problemi, perciò cosa gli avrebbe impedito, una volta libero dalla supervisione di ‘Ro e dalle regole della scuola, di divertirsi in altri modi?

E adesso cosa stai facendo tu, Rogue? Non stai forse scappando, come ha fatto lui molto tempo fa? Non speri forse che qualcuno ti fermi, come probabilmente desiderava lui tanti anni fa?

Scuto la testa. La coscienza è rumorosa. Non ne hanno ancora inventato il trapianto?

Non è la stessa cosa, mi dico, non lo è. Io tornerò presto, ho solo bisogno di pensare. Io non sono sola, ho mio figlio con me. E io non ho ucciso l’uomo che amo!




Continuo a guidare sino a che, improvvisamente, un tuono rimbomba alle mie spalle, facendomi rendere conto che non so assolutamente dove sto andando. Non vedo traccia di bar o decenti alberghi, e con Charlie al seguito non posso fermarmi in un qualunque posto. Anche se riflettendoci nessuno può toccarmi, e Charlie sa difendersi meglio persino dei miei alunni.

Finalmente intravedo un bar, così accosto. Metto fuori la testa e sbircio. Mah, non è la chiccheria in persona, ma ce lo faremo bastare.

“Charlie, ti va di fare una corsa fino là?”

Indico il bar, e il bambino arriccia il naso. Avrà solo tre anni, ma non è stupido.

“Piove”

“E’ per questo che dobbiamo correre”

“Mi bagno tutto”

“Ecco”

Gli do il mio giubbotto. Gli arriva ai piedi, ma almeno sono sicura che non si bagnerà.

“Aspetta a scendere, ti prendo io”

La corsa dura poco più di trenta secondi. Charlie ride per tutto il tragitto, e io mi ammalo. Ma per lui questo ed atro.

Il locale è caldo e asciutto. Non è pieno di avventori, ma non sono neanche così pochi. Con Charlie saldamente in braccio, mi avvicino al bancone e ordino quello che vogliamo, dopodiché mi siedo in un angolo, sistemando Charlie sulla sedia accanto a me. Do le spalle all’entrata, ma sono leggermente nascosta. Non sono io la prima cosa che un avventore, entrando, noterà.


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No èh? Il capitolo precedente non è andato. Lo sapevo, troppo piatto e prevedibile! Pazienza! Per la vostra sofferenza ho deciso di pubblicarla tutta, giusto per soddisfazione personale. Perciò ringrazio chi ha letto, chi ha la fanfiction tra i preferiti e le seguite e vi aspetto tra due settimane.
Questo capitolo? Non so neanche io perché è venuto fuori in questo modo, né perché Rogue abbia deciso di fare questa meravigliosa scenata (come le chiama mia nonna) Le mani, semplicemente, si sono mosse da sole. Temo che Logan in questo capitolo non abbia avuto un ruolo fondamentale. Però però...
Alla prossima puntata.
Adios!

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO V

Non so quanto tempo sia passato, ma sono al quarto boccale di birra e Charlie si è addormentato: sdraiato su due sedie, la testa poggiata sul mio cappotto, ha la bocca aperta e il viso rilassato, pallido e angelico. Mi perdo minuti interi a guardarlo.

Io ho mal di testa, e deduco non sia per la mancanza di sonno. Forse l’alcol in circolo è leggermente sopra la norma.

“Ti conviene sganciare le chiavi della macchina”

La barista si avvicina, e allunga la mano.

“Come?” mormoro. “Non sono ubriaca”

“No, certo che no. Intanto dammi le chiavi”

“E io come torno a casa?”

“Non saprei. Non hai un cellulare?”

“No”

“Esci con un bambino e il brutto tempo senza cellulare?”

“Avevo fretta”

“Forse ti conviene avviarti a piedi, se abiti qui vicino: ha smesso di piovere. Oppure chiama un taxi”

Guardo fuori dalla finestra. È vero, non piove più.

“Hai ragione, mi conviene avviarmi a piedi. Manderò qualcuno per la macchina”

“D’accordo. Qual è il tuo nome? Non vorrei dare la macchina a uno qualsiasi che nota le chiavi”

“Mi chiamo Rogue”

“Va bene, Rogue… davvero ti chiami Rogue?”

“Davvero”

“E lui come si chiama?”

“Lui è Charlie”

“Un nome più normale”

“Sì” rido.

La barista lo fissa e sorride. Qualcuno la chiama da due tavoli più avanti e lei annuisce.

“Devo andare. Cosa fai? Chiami un taxi o cosa?”

Ci penso per un altro istante. Fuori fa davvero freddo. Qualcuno mi verrà a cercare, no? Potrei restare qui ancora per un po’, magari aspettando il coma etilico.

“Mi dai un’altra birra?”

“Forse è meglio un caffè”

Non è stata la ragazza a parlare. Anche lei si guarda intorno, e quando individua la fonte del rumore sorride.

“A quanto pare sono venuti a prenderti”

Logan entra nel mio campo visivo con una velocità tale da farmi sobbalzare; si siede di fronte a me. È pallido, ma probabilmente lo sono anch’io per via del freddo.

Mi sta fissando, ma poi distoglie lo sguardo per rivolgersi alla cameriera:

“Puoi portarle un caffè?”

“Certo. Tu?”

“Non prendo nulla, grazie”

Mentre la cameriera si allontana, Logan torna a studiarmi, e io distolgo lo sguardo.

“E’ stato facile trovarti”

“Non ho mai tentato di nascondermi”

Ghigna. “No?”

Faccio per alzarmi.

“Dove pensi di andare? Sei troppo sbronza per guidare. Siediti”

“NON SONO UBRIACA! Sembrate tutti sordi, uno dopo l’altro! E poi è solo colpa tua! La scuola non è un albergo, Logan!”

“Colpa mia?”

Sbuffo. Possibile che sia così difficile?

“Come sapevi dov’ero?”

“La macchina”

“La macchina” ripeto.

“Sì, la macchina. L’ho vista parcheggiata fuori dal bar”

Alzo le sopracciglia.

“Questo è il primo bar che si incontra usciti dalla scuola, Rogue. È esattamente sulla strada per la scuola di Charles. Sai quante volte sono venuto qui a prendere una birra?”

“E io sono mai venuta a romperti i coglioni?”

“Tu non stai cercando di rilassarti, ora. Non ti fa bene stare qui da sola”

“Non sono sola”

Logan lancia uno sguardo al bambino. Si sofferma su tutto il suo viso. Posso giurarlo: sta sorridendo.

“E’ bellissimo, Rogue”

“Lo so” sussurro, continuando a studiarlo.

Non so se sia vero o è la sbornia, ma ha uno sguardo delicato che non gli avevo mai visto. Però mi piace.

“Tempesta dice che può toccarti senza farsi male”

“Già, ma non sa perché”

Logan continua a fissare Charlie, ma il bambino non si muove. Con i suoi capelli castani e gli occhi blu, riesce sempre ad evitare ogni sorta di castigo. È un attore nato, ed è per questo che ieri sera non l’ho preso molto sul serio.

La cameriera si avvicina. Un istante di silenzio precede e segue l’arrivo del caffè.

“Non pensavo niente di quello che ho detto, Logan”

Una mezza bugia, ma devo liberarmi la coscienza: sta per scoppiare.

Non riesco a guardarlo in faccia. Sono stata una stronza e lo sono anche adesso.

“Comunque sono stato alla larga dalle battone. Costano, Rogue, ed ero in bolletta”

“Idiota”

Ghigna di nuovo.

“Andiamo? Te la senti di tornare? Ormai è quasi mezzogiorno e sinceramente Tempesta è sull’orlo di una crisi di nervi”

Annuisco.

“Pensavo che saresti stato arrabbiato con me per l’eternità”

“No. Però avresti potuto picchiare Mystica, mi avresti migliorato la giornata”

Rido.

“Sei appena tornato e io vado già in crisi. Siamo sicuri che la tua vicinanza non mi faccia male?”

“Mah, lo scopriremo solo vivendo. Nel frattempo ti suggerisco di andare a richiedere le chiavi della macchina. Torno qui a riprenderla dopo che vi ho riportato a scuola”

Mi alzo e mi dirigo al bancone. Mi appoggio al ripiano di legno scuro e mi volto. Logan sta finendo il caffè che ho lasciato lì. Non so cos’è, ma mi sento così al sicuro accanto a lui. Si volta e di nuovo osserva mio figlio. È davvero strano: loro due nel mio stesso campo visivo.

“Te ne vai?”

La ragazza mi ha vista avvicinarmi e mi ha raggiunta.

“Già. Quanto ti devo?”

“Otto dollari e cinquanta”

“Ecco, e tieni il resto. Hai cercato di evitare che mi schiantassi per la strada. Mi potresti ridare le chiavi però?”

“Mm?”

Aggrotta la fronte e stringe gli occhi.

“Non guiderò io, lo giuro. Il mio amico, dopo che ci avrà riportato a casa, tornerà qui a prenderla”

Accenno a Logan, e lei si volta.

“E allora tieni. Dovresti farlo venire più spesso qui, il tuo amico. È un toccasana per gli occhi”

“E’ davvero un amico!”

Allungo la mano per prendere le chiavi: le dita sono intorpidite e mi sento così spastica mentre tento di stringerle attorno al metallo ancora più gelido. È gelido tutto, qui.

Improvvisamente una strana energia si impossessa di me, un’euforia che non mi compete e una voglia di Hamburger che non ho mai avuto. La ragazza è molto pallida, e non mi ci vuole molto a rendermi conto che la mia mano è a contatto con la sua. L’allontano immediatamente. La ragazza cade a terra. Un altro urlo, e nel bar scoppia il putiferio.

"NO!"

La osservo con gli occhi sgranati: come ho potuto essere così stupida!

“L’ha uccisa!”

Non so chi ha urlato, ma non posso dargli torto. Dovrei rinchiudermi in casa e non uscire più.

“Un’ambulanza!”

Logan mi si avvicina. Si china sulla ragazza e le controlla il battito cardiaco.

“Andiamo” sussurra. “E’ solo svenuta, starà benissimo, ma dobbiamo andare, Rogue! Adesso!”

Non riesco a distogliere lo sguardo.

“Rogue! È stato un incidente, andiamo!”

Mi tira per un braccio, ed è così forte che mi trascina sino al tavolo senza difficoltà. Arrivata alla porta, il vento gelido mi risveglia.

“Dio mio, che cosa ho fatto!”

“E’ stato un incidente, dobbiamo andare!”

“Il mio bambino!”

“E’ qui, con noi. Entra, Rogue, ti prometto che sistemeremo tutto”

“L’ho uccisa!”

“Quella ragazza starà benissimo”

“Logan, io l’ho uccisa, ho rischiato di ammazzarla! Come puoi essere così dannatamente tranquillo?! Distruggo tutto ciò che tocco!”

“Smettila! Questo non aiuterà nessuno, smettila!”

Non riesco a respirare né riflettere.

“Logan…”

Il suo nome è una supplica, sussurrata a fior di labbra per tentare di fermare le lacrime. Ma scendono inesorabili lungo il mio volto, e bruciano e fanno male.

“Non potrò più mettere piede lì dentro. Mi ha confiscato le chiavi della macchina. Probabilmente mi sarei messa in viaggio se non fosse stato per lei… e ora io l’ho quasi uccisa”

“Tu non ne hai colpa, Rogue, mi hai capito?”

“Sono uscita senza guanti, ho deliberatamente messo a rischio la vita di tutte quelle persone!”

“Smettila, mi hai sentito? Basta! Smettila!”

“Ho iniziato la terapia” mormoro all’improvviso. Non lo sto ascoltando, ma parlo a vanvera, nel tentativo di non singhiozzare. “Sono stata in analisi da quando sei andato via. L’ho finita poco meno di un anno fa”

Mi guarda, e io guardo lui con gli occhi ancora appannati.

“Tempesta ha detto che eri andata in analisi dopo il ritorno dei poteri”

“Tempesta ha mentito”

“Già…”

“Sono solo un’assassina bugiarda, Logan. E lei è mia complice”


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Salve, come state? Sinceramente oggi non avevo voglia di aggiornare: sono stanca ed è stata una giornataccia.
Bobby_Drake: Ciao! Perchè dici che Bobby non ha fatto una gran bella figura? Non mi sembra di averlo reso così malvagio, anche se un po' mi sono divertita, lo ammetto. Rogue, però, lo ama. Non dimenticare che ci ha fatto un figlio assieme!
SoniaCristina1989: Ciao! Ben riletta! Sono contenta che tu sia curiosa. E' vero che è cucciolo Charlie, ma non chiedermi mai perché l'ho messo qui e da dove sia nata l'idea: non lo so.
Gothgirl: Primo: scrivo quello che mi pare. Secondo: è stata una delle prime cose che ho detto quella dei film e dei fumetti. Terzo: credi che non mi sarebbe piaciuto farmi una bella scorpacciata di fumetti e scrivere una fanfiction ancora meglio strutturata (non che questa sia un granché, però... Non sono superba) Non riesco a leggerli, sono scritti in minuscolo. Questo è un paese libero, no?
Che dire di questo capitolo? E' troppo previdente, vero? Lo sapevate già che Logan sarebbe venuto a prenderla, vero? Quanto all'incidente con la ragazza... bé aspettate a tirare un sospiro di sollievo. Non è finita qui.
Ora vi lascio, ho 21 pagine di Sociologia da fare e non posso proprio dir di no!
Asta la vista!

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO VI

Logan sfreccia veloce lungo la strada deserta. Non dico una parola, ma all’improvviso un movimento dai sedili posteriori mi fa voltare la testa di scatto.

“Mamma”

“Charlie, ti sei svegliato finalmente!”

“Dove andiamo?”

“Torniamo da papà”

Si mette a sedere e si guarda intorno. Adocchia Logan al posto del guidatore.

“Ti ho visto ieri”

Logan lo osserva velocemente, senza perdere di vista la strada.

“Anch’io ti ho visto ieri”

“Papà dice che sei più pericolo di Ororo”

“Davvero?”

Charlie annuisce.

“E tu ci credi?”

“A mamma non fai paura”

Logan mi osserva. Alzo le sopracciglia e sorrido.

“E a te Logan fa paura, amore?”

Charlie lo guarda attentamente. Adoro il modo in cui studia le persone. Mi ricorda molto mio nonno, in quei pochi anni in cui l’ho conosciuto. È morto di cancro. Era già malato quando io nacqui, e le sue condizioni peggiorarono drasticamente che avevo quattro anni. La sua espressione era esattamente come quella di Charlie, come fissare un serpente: ci vuole fegato solo per restare immobili.

“No” dice infine il bambino, abbandonandosi contro il sedile. “Non ho paura di Logan”

“E’ meno Bobby Drake di quanto pensassi” osserva Logan.

“Probabilmente hai ragione”

“No, ho ragione”

“Si può sapere dove sei stato tutti questi anni?”

“No, non si può”

“Perché?”

“Perché tanto non ce la fai a cambiare argomento. Sbaglio o stavamo parlando di te e di come stai?”

“Io sto bene”

Alza le sopracciglia.

“D’accordo, non sto bene. Ma sei tornato, posso smetterla di chiedermi se sei vivo o morto e concentrarmi sulla mia vita. Per cinque anni, Logan, non ho fatto altro che chiedermi se ti avrei mai più rivisto, se sarei riuscita a chiederti scusa per come ti ho trattato l’ultima volta che ti ho visto. Non eri qui quando mi sono diplomata, non mi sono voluta sposare con Bobby perché tu non eri qui – anche se a lui ho rifilato una scusa – e quando mi sono ritornati i poteri e ho rischiato di uccidere Bobby tu non eri qui. Ho dovuto ammettere che Mystica mi ha aiutato davvero perché tu non eri qui; non sapevo con chi parlare. Sono andata in analisi di mia spontanea volontà, mi rendevo conto che non potevo uscirne da sola”

“Uscirne? Uscire da cosa?”

Deglutisco. Non posso farcela, è troppo difficile. Ho sempre odiato quella parola.

“Depressione, Logan. Il senso di colpa e poi la depressione”

Spalanca gli occhi, ma non mi guarda.

“E Drake?”

“Bobby cosa?”

“Come ha preso il fatto che… sei stata male per colpa mia?”

“Questo è stato l’unico lato positivo della tua partenza. Ti avrebbe ammazzato volentieri”

“Forse me lo sarei meritato”

“No. Mystica ha tentato di spiegarmi che cosa hai dovuto provare, che era necessario che te ne andassi, che dovevi riflettere, che avevi bisogno di pace. Ma alla fine della terapia, si è resa conto che più che tirarmi fuori dalla depressione non poteva fare. Con l’arrivo di Charlie e il ritorno dei poteri, l’analisi e la Stanza Bianca sono diventate indispensabili”

“Ti ho già detto che mi dispiace?”

“No, ma non sentirti in colpa. Questa mia reazione, questo mio comportamento, è stato a dir poco egoista. Prima che tu te ne andassi, ero stata occupata a chiedere scusa a Kitty. Qualche mese dopo lo scontro con Magneto, Bobby mi spiegò che cosa avevi fatto e perché. Allora mi sembrava di aver capito, ma quando Ororo mi disse che stavi per andartene, quella mattina nel suo ufficio, mi è crollato il mondo addosso, e ho capito che in quegli ultimi mesi non avevo proprio notato nulla. Non mi ero accorta di quanto tu potessi stare male, e non fui una buona amica. Per questo, la colpa di quel che mi è successo è solo mia. Se io fossi stata più attenta a te e ti avessi offerto il mio aiuto, probabilmente mi avresti anche spiegato il motivo della tua partenza, e non sarei stata così male. Perciò sono io che devo chiedere scusa a te, sia per come ti ho trattato appena prima che tu te ne andassi, sia perché non mi sono comportata da amica in quegli ultimi mesi”

Resta in silenzio. All’improvviso svoltiamo l’angolo e ci ritroviamo a scuola. Prima che lui possa uscire dall’auto, però, lo richiamo: “Logan? Quando torni indietro a prendere la macchina, puoi accertarti di come stia la ragazza?”

“Lo farò senz’altro”

“Ti ringrazio. Almeno non avrò qualcun altro sulla coscienza, anche se nella testa ho una voglia così forte di Hamburger che se entro dieci minuti non ne mangio uno credo che scoppierò”

Con Charlie per mano percorro il giardino e mi ritrovo in un baleno davanti al portone. Quando Logan lo apre e mi cede il passo, la prima cosa che scorgo è Bobby davanti all’ingresso. Sta fumando, e non mi ha vista.

“Drake, siamo qui”

Bobby si volta e fissa Logan appostato dietro di me. Ci viene incontro a passo svelto.

“Ciao papà!”

Bobby prende in braccio il bambino e si allontana. Non mi parla e non mi guarda.

Sospiro.

“Perfetto. Ora mi toccherà chiarire anche con lui”

“E’ solo preoccupato per te”

“Non ne ho bisogno. Sto bene. E fammi un favore: non diventare troppo amico di Bobby. Non potrei sopravvivere se la vostra alleanza diventasse stabile”

“Quando diventerò amico di Drake, gli asini voleranno”

“D’accordo, attenderò lieta quel giorno. Nel frattempo vado alla ricerca di una dozzina di Hamburger”




È incredibile come, se vuole, Bobby riesca ad evitarmi come farebbe qualsiasi uomo se avessi la Peste.

A pranzo non l’ho visto. Evidentemente ha affidato il bambino a Kitty, perché è venuto in refettorio in compagnia della sua piccola classe di piccioli mutanti. Ho cercato Bobby con lo sguardo, ma non c’era da nessuna parte.

Da quel che ho capito, Kitty ha integrato la sua classe con la mia per tutta la mattina. Non avevo particolare voglia di istruire giovani menti mutanti per oggi, ma è il mio lavoro, e un minimo di costanza in questo devo pur averla.

E’ appena suonata la campana, e la classe è ormai vuota. Sto riordinando il caos che c’è sulla cattedra, quando sento bussare alla porta.

“Avanti”

Mi volto. È Tempesta, che molto probabilmente avrà già pronta la ramanzina da brava Preside a ventiquattrenne irresponsabile.

“Ciao, Rogue. Come stai?”

“Benissimo. E anche mio figlio sta benissimo, se ti può interessare”

“Lo so, ho parlato con Kurt poco fa”

“Cosa c’entra…?” la mia voce si spegne mentre i miei occhi si dilatano.

Non è possibile, non ci credo. Come ha osato!

“Mi dispiace, Rogue, ma era necessario”

“No, non lo era affatto! Che cosa pensi, éh? Pensi che potrei fare del male a mio figlio?!”

“Te ne sei andata sconvolta e sei appena uscita da un brutto periodo. Non sapevo che cosa pensare”

“Dieci mesi fa!” sbraito. “Ho finito la terapia dieci mesi fa!”

Faccio per andarmene. Non voglio più parlare con lei. Per oggi ne ho avuto abbastanza di tutti loro: il rispetto e la fiducia non sono evidentemente principi sani su cui far riferimento.

Mi sbarra la strada. Allunga un braccio e lo posa sulla mia spalla.

“Che ne dici di parlare un po’ con Mystica? Ti ascolterà volentieri”

“Prende i tuoi soldi volentieri!”

“Rogue, per favore”

“Non ho bisogno di lei, sto bene”

“Rogue, per il bene di tuo figlio e della tua relazione con Bobby, va’ da Mystica per due settimane. Due settimane, ti chiedo solo questo. Dopodiché, se Mystica riterrà che le cose vadano meglio, potrai ritornare alla tua vita di sempre”

“Non ho chiesto io a Logan di tornare, Ororo. È stato via per anni. È stata una parte importante della mia vita, ed è vero: non sono stata bene. Ma ora sto splendidamente, sul serio. Devi concedermelo un momento di confusione, no? Nemmeno Logan si è arrabbiato più di tanto per quel che gli ho detto, perché dovresti farlo tu?”

“Bobby è preoccupato”

“Bobby è un codardo!”

“Bobby vuole aiutarti”

“E come? Come pensa di farlo? Sputando addosso al mio ruolo di Madre? Pensi che questo mi farà sentire meglio?”

“Nessuno qui dubita di te”

“Allora perché mi stai chiedendo di ritornare da Mystica? Tu non hai idea di che periodo sia stato. Dammi solo un po’ di tempo, fammi riprendere, e ti assicuro che scene come quella di stamattina non ne vedrai più, te lo giuro”

“Sono in pensiero per te”

“Dovresti essere in pensiero per Bobby, invece, visto che fra poco lo ucciderò”

La freddezza della mia voce è del tutto irriconoscibile.

“Rogue…”

“Non può assolutamente permettersi di dubitare di me come madre. Come Rogue e come fidanzata gliene do tutto il diritto, ma come madre no di certo! Non farei mai nulla a mio figlio! Piuttosto morirei, pur di non far del male a lui! Certo è strano che io abbia dovuto ricordartelo, però”

Tempesta sospira. Si scansa, e così posso sorpassarla. Mi avvio per il corridoio con un fastidioso ronzio nelle orecchie. La rabbia è troppo pesante, non riesco più a trattenerla.

Non so se credere a questa discussione. Non riesco davvero a capire cosa sia preso a Bobby. Sapere che pensa questo di me mi fa male; io sono una buona madre, amo mio figlio e non farei mai nulla che possa anche solo rattristarlo.

"BOBBY!

Arrivo in Sala Relax, furiosa, sperando di trovarlo.

Purtroppo non è qui. Veloce faccio scivolare un’ultima volta lo sguardo per la sala, ma non lo vedo, così mi volto. Mi ritrovo faccia a faccia con Mystica; sobbalzo mentre lei sorride.

“Non ho tempo per te, ora” snocciolo. “Devo trovare Bobby”

“Drake ha detto soltanto la sua verità”

Ma perché qui la gente sa tutto di te in meno di cinque secondi? A parte Jean e il Professore, credevo che non ci fossero altri telepatici qui intorno.

Faccio dietrofront e mi rannicchio sulla poltrona, ormai rassegnata ad un lungo discorso. Mystica mi segue e si accomoda sulla poltrona di fronte, le gambe accavallate e le mani posate sui braccioli.

“Che cosa sai?” le domando.

“Tutto”

“E scommetto che sei d’accordo con Ororo”

“Diciamo solo che ritengo una buona idea che tu parli con qualcuno. Non fa bene a nessuno tenersi tutto dentro, e tu non fai eccezione. Non sto dicendo che devi parlare per forza con me; io vengo pagata per ascoltare, perciò sei ben accetta, ma se parlare con me non ti ha aiutato una vola, farlo una seconda non cambierà le cose”

La fisso sbalordita. Da quando in qua vuole che io stia bene? Da quando in qua si interessa minimamente di quel che voglio o è meglio per me?

“Ehm, parli seriamente?”

“Sì. Strano ma vero”

Mi osserva e scuote la testa.

“Sei una delle persone più strane che io conosca, Rogue, ma sei senza ombra di dubbio una buona madre. Potrai essere un’amica schifosa, una fidanzata troppo gelosa, una paziente infinitamente lamentosa, ma sei una bravissima madre. Drake è arrabbiato, è geloso di Wolverine – anche se ora non se ne rende conto, credimi, pensa di aver superato quella fase – e preoccupato per la tua reazione. Ancora una volta, posso solo suggerirti di cercare di parlare con lui”

“E Logan?”

“Temo che per Wolverine ci vorrà un po’ più di tempo”

“Cosa intendi?”

“Che cosa vi siete detti quando è venuto a prendervi?”

In breve, le racconto ciò di cui abbiamo parlato durante il tragitto in macchina. Tralascio il fatto di aver rischiato di uccidere una persona. Sì, lo so, sono solo una vigliacca!

“Questo è un inizio” proclama alla fine. “Ma ancora non basta”

“Cosa vuol dire?! Per cortesia, non parlare in questo tuo modo criptico, mi fai venire l’ansia e poi non capisco, mai”

“Oh, bèh, non…”

Sento sbattere la porta d’ingresso e sobbalzo.

“Chi è?” domando a bassa voce. Che idiota! Nessuno al di fuori di questa stanza può sentirmi.

“Wolverine” sussurra Mystica.

Mi volto a guardarla. Evidentemente è riuscita a vederlo dalla sua posizione.

“Rogue!” sento chiamare. “Dove sei?”

È Logan. Cosa vorrà da me?

Mi alzo e precipitosamente raggiungo l’ingresso, con Mystica alle calcagna.

Trovo Logan intento a guardarsi intorno, frenetico.

“Logan, che cosa succede?”

Quando mi vede si blocca un istante.

“Che cosa succede?” insisto.

Lancia uno sguardo a Mystica.

“Ignorala!” sbraito. “Che cosa succede?”

“Quella ragazza” mormora, “quella ragazza è morta”




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Salve! Per favore, non trucidatemi. Non so neanche io che piega sta prendendo questa strana fan fiction! Ho iniziato a scrivere, e non ho più fatto molto caso alla razionalità degli eventi, ma ho solo cercato di restare IC.
Bobby_Drake: Grazie del commento! Sono contenta che Bobby non ti sia sembrato così terribile, anche se lo ammetto: ora il ragazzo sta perdendo la pazienza. Ma le cose non stanno come sembrano...
SoniaCristina1989: Grazie. Eccoti un nuovo capitolo. Spero che sia leggibile, e che non sia andata troppo sul tragico. In tal caso, incolpa la mia mente, non me.
Un altro saluto, a presto... quasi!:)

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO VII

Mi fermo. Non riesco nemmeno più a respirare. Sento freddo e il voltastomaco tutto in una volta.

“Rogue!”

Sento braccia che mi sostengono. Non mi sono nemmeno accorta di aver perso l’equilibro. Tutto rimbomba e non vedo nulla.

“Rogue!”

Non riesco a rispondere: le labbra pesano.

Assassina!

Non fa altro che rimbombarmi nel cervello, stupida parola, ripetuta mille e mille volte da una voce ghignante.

Ecco quello che sei! Quel che sarai sempre!

La testa fischia e la voce grida.

Taci, ti prego! Per pietà, taci!

È tutto buio, le grida si spengono e il freddo scompare…




Un guizzo e la luce: tutto ciò che per ora riesco a riconoscere. Provo a scuotere la testa, ma fa male.

Che cosa è successo? Dove sono?

“Rogue?”

Un piccolo sussurro, da qualche parte non lontano.

Dov’è? Dietro, a destra?

“Rogue? Ti senti bene?”

Oh, splendidamente, non vedi? Sono pronta per correre una maratona trattenendo il respiro! Chi è il deficiente che fa queste domande?!

Riapro gli occhi per la centesima volta. Dovrebbero spengere la luce, altrimenti non farò alcun passo avanti. Questa volta, però, riesco a portare una mano alla fronte, voltando con cautela la testa.

C’è Bobby alla mia destra. Senza saperlo gli ho appioppato l’aggettivo giusto. Con cautela mi metto a sedere.

“Stai bene?”

Non gli rispondo, ma mi guardo intorno. Sono in camera mia, sotto un mucchio di coperte. La luce è soffusa, ma evidentemente a me sembrava più forte perché mi sono per un attimo disabituata.

“Rogue?”

Mi volto a guardarlo. Appurato che non ricordo come sono finita qui, so perfettamente che lo stavo cercando per poterlo ammazzare. Ma che cosa ha interrotto la mia ricerca? Giusto, Mystica, ma poi?

“Che è successo?” domando.

“Sei svenuta”

Ma va? Sin qui c’ero arrivata anch’io!

“Questa sì che è una novità!” sbuffo. “Non ricordo perché, Bobby. È questo che ti sto chiedendo”

“Oh, ehm… non è importante, ora”

Lo guardo, confusa. Si sottrae ai miei occhi.

Non ricordo! Detesto non ricordare le cose!

“Sicuro?”

“Certo”

“Bene, quindi ora potrai spiegarmi un’altra cosa, immagino”

Si alza.

“Mi dispiace, ma Tempesta ha bisogno di me per una cosa urgente. Mi ha chiesto di raggiungerla il prima possibile e visto che...”

“Cosa?”

“Devo andare”

Mi sta evitando! Brutto stronzo! Io sono appena svenuta e questo se ne va! Oh, ma io non dimentico ehm… le cose che ricordo!

“E mi lasci qui?”

“Mi sembra che tu stia bene, no?”

Lo osservo, inclinando appena la testa di lato. Il tempo di un battito di ciglia, e la memoria ritorna tutta, sovrastandomi con una potenza tale da farmi rabbrividire forte, da farmi tremare.

Abbasso lo sguardo.

“Ho ucciso una donna, Bobby. E tu mi lasci qui?” la mia voce si incrina e infine si spegne. È stato solo un sussurro, quasi più a me stessa che a lui.

Spalanca gli occhi. Fa un passo in avanti, ma poi ci ripensa e ritorna dov’era.

Aspetto una risposta, ma non arriva.

“Dimmi qualcosa, dannazione! Io ho bisogno di te, Bobby, ma mi sorprende il fatto che tu non volessi dirmi che cosa era successo. Tu te ne vai? Sono io che me ne dovrei andare, per come mi hai tratta, per cosa hai detto a Tempesta e per quanta considerazione hai di me come madre di tuo figlio! Sei tu che dovresti marcire all’Inferno per l’eternità!”

“Che cosa vuoi da me?!”

Sentirlo gridare mi fa sobbalzare. Non ha mai gridato, mai.

“Pretendo che tu mi dimostri almeno un minimo di rispetto!”

“Rispetto, Rogue? Sono anni che ti porto rispetto, anni che ti rimango fedele nonostante tutto!”

“Credi di avere avuto l’autorizzazione a tradirmi, Bobby, il giorno in cui mi sono ritornati i poteri? È questo che mi stai dicendo? Ti dovrei ringraziare perché sei rimasto fedele alla madre di tuo figlio?”

Si blocca, forse riflettendo sulle mie parole.

“Mi dispiace” mormora alla fine. “Non intendevo dire questo. Mi hai frainteso…”

“Ti ho frainteso? No, Bobby, non ti ho assolutamente frainteso. Comunque avrei dovuto capirlo prima: sei in astinenza da due anni, poverino. Tu sì che meriti compassione”

Il mio tono trasuda di sarcasmo.

“Smettila”

A stento trattiene la rabbia.

“Perché? Non è forse la verità?”

“Non hai voluto sposarmi, Rogue. Cosa devo pensare?”

“Non è questo il tuo problema, o me ne avresti parlato molto prima. No, il tuo problema è ancora una volta Logan, non è così?”

Resta in silenzio. Chi tace acconsente.

“Sei un idiota! Credi che non ti abbia sposato per lui?”

“Lui arriva e tu…”

“Sono caduta in depressione, Bobby. Dovresti ricordartelo. Pensavo che fosse scontato il motivo per cui ho avuto un po’ di smarrimento”

“Ma non una reazione di questo genere, Rogue”

“Credevo avessi superato la fase di gelosia”

“E io credevo che, dopo aver avuto un figlio da me, avessi smesso di provare qualcosa per Wolverine”

“Non provo nulla per Logan, se non forse un sentimento di affetto lontano. È solo malinconia, Bobby. È stato un amico, un caro amico, ma ora io ho una vita, con te e il nostro bambino… E’ come se tu rivedessi ora la tua famiglia, ma sai che sei lontano da loro, molto distante. Però qualcosa dovrai pur sentire, non puoi restare indifferente neanche se lo vuoi”

Scuote la testa e si avvicina alla porta.

“Devo andare”

“Bobby, per favore…”

Non faccio in tempo a dire nient’altro: è già fuori dalla porta. Spero solo che abbia ascoltato quel che ho detto.

Mi infilo le scarpe e guardo l’orologio. Le otto e mezzo: ho saltato la cena.

Prendo i guanti e mi dirigo alla Stanza Relax in cerca di mio figlio. Forse a Bobby farà bene un po’ di spazio per sé.

“Ecco l’assassina! Pensavo che ti avrebbero arrestata, visti i tuoi precedenti”

Mystica è così: non cambia mai. Pensi che possa essere migliorata, ma poi ti delude sempre.

“Hai visto mio figlio?”

“MiniDrake? No. Però ho visto tuo marito; non mi è sembrato molto contento”

“Non è mio marito”

Aggrotto le sopracciglia. Perché ho sottolineato questa cosa? È il padre di mo figlio, no? Credo che sia più che abbastanza, matrimonio o non matrimonio.

Mi lancia un’occhiata, poi sorride.

“Tempesta ti ha lasciato qualcosa in caldo. Vuoi mangiare?”

“No”

Mi studia a lungo.

“Vuoi parlare?”

“No”

Sono più rigida di un manico di scopa. Mi prudono le mani: devo picchiare qualcuno.

“Wolverine ci ha raccontato come è andata. Non è stata colpa tua”

“Logan non sa nulla: non era lì, ma molto distante”

“Rogue…”

“Ho ucciso una donna. Io so solo questo. Il resto non mi interessa”

“Sì, hai ucciso una donna. È vero. Ma non iniziare a convincerti che sia stata colpa tua. Per il bene di tuo figlio, non iniziare a convincerti di questo”

“Sono uscita senza…”

“Guanti. Lo so, e ti ripeto: non iniziare a giudicarti. Hai un potere particolare, un potere che non hai voluto tu. La polizia non sospetta di noi, siamo al sicuro. Perciò fai un favore a te stessa, e impara ad essere più prudente attraverso questo errore. Che poi, sinceramente, essere umano in più essere umano in meno...”

“Devi smetterla di essere così maledettamente fredda, non sembri un essere umano. Io ho ucciso una persona e questo non cambierà. Per quanto riguarda la polizia, se venisse e mi arrestasse non avrebbe tutti i torti. Ora scusami, ma devo andare a cercare mio figlio”

“Rogue…”

“Stammi alla larga. Mi hai già scocciata abbastanza, strizzacervelli dei miei stivali!”



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SCUSATE, CHIEDO PERDONO! MA LO GIURO: C'E' UNA SPIEGAZIONE, NON L'HO FATTO APPOSTA!
Ma prima di tutto: BUON ANNO IN RITARDO!

Ok, ora passiamo a tutto il resto.
Detesto non rispettare gli aggiornamenti, è la prima cosa che mi prefiggo a ogni inizio storia quella di essere puntuale, nonostante le innumerevoli avversità. Ma ahimé questa non potevo proprio prevederla: lo schermo del pc ha dato forfait. E così, visto che eravamo in procinto delle vacanze, l'ho avuto lontano fino all'otto di gennaio. Cioè venerdì scorso.
Mi perdonate vero?
Un altro annuncio: siccome, nell'attesa, non sono riuscita ad andare avanti con la storia, mi vergogno di ammettere che sono un po' indietro: in pratica, dopo questo capitolo, il prossimo non l'ho ancora terminato. Cercherò però di rimboccarmi le maniche. L'aggiornamento è per ora confermato per martedì 26 gennaio. Mi piacerebbe riuscire a terminarlo per questo martedì, ma non credo sarà possibile. Ho tipo cinque insufficienze da tirare su... Dal 26 si ritorna alla routine delle due settimane.
Ora, le vostre recensioni.
Bobby_Drake: Ciao! Scusa ancora per il vergognoso ritardo. Grazie per avere recensito; hai ragione, non vale. Ma in un certo senso, questa fan fiction è un po' "di parte". Rogue ora pensa tutte queste cose, e perciò le amplifica, le rende più gravi di come magari le potrebbe percepire Bobby, o di come lo sono per davvero. Non fidarti ciecamente del punto di vista di Rogue, peché le sue sensazioni e i suoi pensieri sono suoi, ma nessuno dice se sono veri o falsi.
SoniaCristina1989: A te un buon pomeriggio, spero tu lo stia passando davvero. E spero di distrarti abbastanza. Anche a me serve spesso qualcosa che mi distragga, anche se per riposarmi la maggior parte delle volte dormo. Anche a te chiedo scusa per il ritardo... non ho giustificazioni. Mi ha fatto molto piacere sapere che il capitolo ti è piaciuto. In effetti, i cambiamenti d'umore che tu hai notato, io non li avevo minimamente visti. La tua è una lettura più oggettiva. Bèh, che dirti... ti ringrazio di stare seguendo la storia, e spero che il tuo tuor de force finisca presto.
Daffodil: Ben tornata! Ecco il nuovo capitolo. Grazie per la recensione e scusa per il ritardo. A presto!
Chissà come finirà tra Bobby e Rogue. Sinceramente? Non lo so neanche io!
Vi saluto.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO VIII

“Mi chiedo se Drake stia comodo sul divano”

È passato qualche giorno, anche se a me sembrano anni. Ogni ora si scandisce in una maniera diversa, ma sempre troppo lenta. È come se tutto il mondo andasse al rallentatore e per qualche motivo lo percepissi solo io.

Sono seduta su una panchina a godermi l’aria primaverile, con quel particolare profumo di Frassino che preferisco. La domenica è un giorno benedetto, ma passa sempre troppo in fretta per me e la mia scansione temporale.

“Non l’ho costretto io, ma spero per il suo bene di no”

Lo sento ridere. Come ha fatto a trovarmi? Mi ero specializzata nell’evitarlo.

“Per quanto ancora durerà?” chiede, prendendo posto accanto a me.

Lo osservo. È venuto sin qui per farmi la predica?

“Finché non capirà che mi deve delle scuse”

“Già. Sai, non ricordavo che quel Frassino fosse stato piantato”

“E’ stato fatto dopo la tua partenza”

“Quante altre cose mi sono perso?”

“Nient’altro direi. Ma tu? Dove sei stato?”

“In giro. Un po’ di qua, un po’ di là”

“Sei stato meglio di qua o di là?”

“Di là, direi. Mi piacciano gli accenti”

Rido. “Che idiota che sei!”

“Sì, però sono un idiota affascinante”

“Ah, certo!”

Ritorna serio. Mi fissa, e posso scorgere il familiare sguardo che mi riservava sempre quando mi vedeva molto giù, e che mi scioglieva per la sua naturalezza e profondità. Diventavo liscia, piatta, calma, e spesso il buon umore ritornava.

“Come ti senti?”

“Bene”

“Davvero?”

“No. Ma a che servirebbe dirti che sono stata ferita dall’uomo che in teoria dovrebbe conoscermi meglio, che sono stata messa in discussione come madre persino da ‘Ro e che Mystica gode nel vedermi così? E a cosa che il resto del corpo insegnanti non fa che tenermi sotto controllo? E che persino Logan abbia sentito il bisogno di venire qui a farmi la ramanzina, facendomi sentire ancora peggio di come stavo prima? E che Charlie avverte tutto questo, mi chiede perché papà non dorme con noi e non so mai cosa rispondere senza mentirgli? Non serve che tu lo sappia, quindi snocciolo dicendo che sto bene”

Mi alzo e mi allontano. Mi segue.

Lasciami in pace.

“Io non avevo alcuna intenzione di farti la ramanzina. Pensavo che ti avrebbe fatto bene parlarne”

“Sei stato molto gentile, Logan. Ma, davvero, passerà. Passano sempre i brutti periodi”

“Suppongo sia colpa mia, non è così? Me ne vado e tu hai un bambino e la tua vita si risolleva. Ritorno e tu vai in crisi col tuo uomo e…”

“Uccido una donna. Logan, quando lo dissi ero arrabbiata e sbronza. Il tuo ritorno non è stato un problema, semmai la tua partenza. Ti ho detto che sono caduta in un bruttissimo periodo, vero?”

“Sì, ma continuo a pensare che Drake…”

“Bobby è un immaturo e uno stronzo. È sempre stato geloso di te, anche se negli ultimi tempi ti ha difeso davanti a tutti gli altri, per la storia di Jean e il resto”

“Il resto?”

“Oh, Logan! Accendi le sinapsi! Sei andato via così, da un giorno all’altro! L’hai detto a Tempesta cinque secondi prima, a me non hai detto nulla, l’intero copro insegnanti c’è rimasto malissimo e abbiamo dovuto sospendere per un po’ la Lezione Pratica perché non avevamo un supplente. Hai scombussolato un po’ tutti, ecco”

Mi guarda senza dire nulla. Abbasso lo sguardo.

“Perdonami. È solo un periodo, di solito non sono così stronza”

“La crescita cambia le persone”

Aggrotto le sopracciglia.

“E questa?”

“L’ha detta oggi Tempesta mentre tentava di giustificare il tuo comportamento”

“Sai cosa è successo con Bobby, vero? Sai che non è colpa tua se lui ha proposto a Tempesta di controllare che mio figlio stesse bene. Mi sono sentita così sottovalutata, nessuno aveva più fiducia in me. Il mio comportamento, Logan? Sono una madre di cui nessuno si fida. Bobby teme per suo figlio? Bobby deve temere per sé, Bobby farà bene a pentirsi amaramente e a chiedere perdono in ginocchio!”

“Dovresti parlaci prima di ucciderlo”

“Pensi che non ci abbia provato? Non mi ascolta!”

“Legalo a una sedia e fatti ascoltare”

Rido.

“Potrebbe funzionare. Ci proverò!”

“Non dire che è stata una mia idea, però”

“Hai paura di incorrere in Bobby?”

“No, veramente io ho paura di Ororo, ma non dirglielo”

Rido più forte.

“E quest'altra?”

“L’ho maturata da un po’ di tempo. Ororo è Ororo, Ragazzina”

“E Logan è sempre Logan?”

Mi fissa, pensieroso.

“Già, io ormai sono un Dio. Ma tu?”

“Un Dio. Perché saresti un Dio?”

“Oseresti dire il contrario?”

“Dovresti farti una scorpacciata di modestia, ogni tanto. Per quanto mi riguarda non sono la stessa di cinque anni fa”

“Ed è un male?”

“Forse”

“No invece. Se tu fossi la stessa persona di cinque anni fa, vorrebbe dire che non sei cresciuta. Tutte le esperienze che facciamo ci cambiano e ci fanno crescere, che ci piaccia o no”

“Quindi anche diventare un’assassina in piena regola ha un suo significato?”

“Dipende”

Alzo lo sguardo. Di tutte le risposte, questa era la più imprevedibile.

Dipende. Ho capito bene, vero? Dipende

“Dipende”

“Da?”

“Da come lo fai. Perdonami, forse sarò indelicato, ma c’è una grande differenza fra te e… e… e Jack lo Squartatore. I sensi di colpa sono inutili, ma sono naturali per una persona con un minimo di coscienza. Non l’hai voluto tu. Non ti sei appostata vicino a quella ragazza per essere sicura di colpirla. È stato un incidente”

“La mia imprudenza è peggiore persino dei raccapriccianti omicidi compiuti dal tuo amico Jack. Io avrei dovuto pensarci”

“Guarda che ero presente anch’io alla tua scenata in Sala Mensa, quel giorno. Mi sorprendo persino che tu sia riuscita a raggiungere il bar senza incidenti”

Scuoto la testa. Qualsiasi cosa dica, non riuscirà a giustificarmi. Mi siedo di nuovo, su una panchina poco distante dalla precedente. Logan mi imita, corrugando le sopracciglia.

“Non riesco a non pensare a quella ragazza. Avrei potuto esserci io al suo posto, avrei potuto conoscerla. Mi ha fregato le chiavi, ha cercato di non farmi entrare in auto”

“Era una persona buona, come te. Ma tu non sei un’assassina, non sei un mostro. Non sei stata contenta di questo. Capisci la differenza, Rogue?”

“Non cambia quel che ho fatto”

“No, ma fidati se ti dico che nessuno qui pensa che tu sia colpevole”

“Nessuno tranne Mystica”

“E da quando in qua ti importa di quello che pensa Mystica? Ti ricordi cosa è stata, vero? Non ti sei dimenticata di Magneto, di cosa pensasse e di quanti omicidi loro hanno compiuto no? A Mystica non frega niente di nessuno, Rogue”

“Non l’ho dimenticato, no. Ma ora lei è qui con noi, e si sta riscattando”

“Difficilmente gente come Mystica cambia, ma Tempesta non ha visto di buon occhio la mia proposta di allontanarla da qui”

“Ci è stata molto utile, e si è guadagnata la nostra fiducia. Ha aiutato Kurt a salvare Bobby dopo l’incidente di due anni fa, ed è stata un gran sostegno per Rogue. Per questo non l’abbiamo disprezzata più del dovuto, e se ora l’allontanassi da qui che cosa le impedirebbe di tornare da Magneto buttando alle ortiche tutto ciò che può ancora fare per noi e per lei stessa?”

Io e Logan ci voltiamo nello stesso momento. Tempesta è poco distante da noi. Cammina lentamente, le mani dietro la schiena, scrutando Logan in volto.

“E’ maleducazione origliare” protesta Logan.

“Non stavo origliando. Ho per caso colto l’ultimo tuo commento, e mi sono affettata a correggerti, visto che Rogue non l’avrebbe mai fatto”

“Per come tratta tutti voi, io l’avrei uccisa secoli fa”

“Il carattere di una persona non si può cambiare”

Ororo alza le spalle. Ormai ci ha raggiunto. Logan si alza e le lascia il posto. Si accomoda accanto a me, continuando a fissare Wolverine senza batter ciglio.

Secondo me, mi sono persa qualcosa.

“Va tutto bene?” chiedo. Sposto lo sguardo dall’uno all’altra, ma non ricevo reazioni. “Pronto? È successo qualcosa?”

E’ Logan il primo a fissarmi. Non riconosco quello sguardo. È forse preoccupato?

“In verità sì, ma non è poi così importante per adesso”

“Per adesso? E dopo?”

“Potrebbe diventare una cosa seria, ma finché Tempesta non mi ascolta, l’intera scuola è in pericolo”

Ora guardo Tempesta. Quando finirà questo gioco di ruoli? Sono un X-Men, e depressa o meno gradirei che mi si dicessero le cose.

Ororo mi guarda per un attimo, e poi sospira: “E’ solo la Confraternita. Si sta movendo qualcosa, ma non ne sappiamo di più”

E’ da quattro anni che non sento più parlare della Confraternita. Che batosta! Speriamo che non si inizi da capo.



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Salve! Tutto bene?
Ce l'ho fatta! Mi sono rimboccata le maniche, sono andata a letto tardi la sera, ho preso un due in chimica, ma ho aggiornato in tempo. Fosse cascato il mondo io avrei aggiornato lo stesso! No, forse no.
Ora, non è mia intenzione traformare questa storia in X-Men 5 la vendetta, ma ho un'immagine in mente, e se non la inserisco da qualche parte sto male. Per farlo, devo seguire questa via.
Ora le vostre recensioni, che sono come sempre state più che gradite!
Booby_Drake: Temo proprio di sì, ormai Bobby ha la fama di immaturo geloso. Spero di riusicre col tempo a scrollargliela di dosso. Gli si addice un casino, per carità, ma un po' di rivincita l'avrà anche lui, fidati! Per quanto riguarda la crisi Wolveriana ti posso dire che è una bella crisi, ma è stato Logan stesso a farci finire Marie, andandosene così. Ti do il permesso di prendertela con Wolverine se lo desideri. Per quanto riguarda Bobby e la sua astinenza, ho accennato a mio padre l'idea di stare in astinenza per due anni: mi ha guardato male, e ci mancava poco che mi mettesse in punizione causa pensieri orribili.
SoniaCritina1989: Sono molto contenta che il tuo tuor de force sia finito! Fra un po' inizierà il mio, con lo stage e lo psicologo. Mystica affogata èh? Ci avevo già pensato, ma tienila d'occhio, fra un po' sarà anche il suo turno...
Vi ringrazio ancora una volta. Recensite, vi aspetto tra due settimane!

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO IX

È senza ombra di dubbio una cosa strana ritrovarsi a essere l’insegnante a conoscenza di un possibile conflitto e a dover essere l’adulta che deve mentire per proteggere e non far agitare i bambini. Di solito ero sempre l’alunna a cui tenere le cose nascoste. E invece ora l’intero corpo insegnanti è in fibrillazione, e oggi pomeriggio, al termine delle lezioni, ci sarà una riunione straordinaria. Così straordinaria che non si svolgerà nemmeno nell’ufficio di Ororo, ma giù, nei livelli sotterranei, dove non metto piede da anni.

Non mi dispiace in effetti: questa confusione mi impedisce di pensare a tutto il resto. Ne avrei di cose per cui deprimermi, ma sono troppo preoccupata per la Confraternita.

Se due domeniche fa non ne sapevamo nulla, ora ne sappiamo anche troppo.

Speravamo che Magneto se ne stesse buono buono, ma così non è stato. Siamo stati anche troppo ottimisti, secondo me. A sentire Wolverine, dovremmo ammazzarli tutti, e subito. Ororo, ovviamente, fa sempre finta di non sentirlo quando arriva a questo punto, e siccome non siamo mai riusciti a parlare tutti senza interruzioni, per stasera abbiamo organizzato questa piccola riunione segreta e sotterranea a riparo dagli allievi, che abbiamo affidato alle cure degli studenti più anziani.

Sospiro e bevo l’ultimo sorso di caffè dal bicchierino di plastica. Fa schifo, ma almeno contribuisce a farmi restare vigile. In realtà, non avrei dovuto neanche pensare di comprarlo. L’effetto che mi fa è micidiale, considerato che sono già nervosa di mio: Bobby, Wolverine e Mystica nella stessa stanza, nello stesso momento, per più di due minuti! Qui c’è da diventare isterici!

Suona la campana di fine pausa pranzo e mi affretto a raggiungere la classe. È ancora vuota: i bambini verranno fra poco accompagnati da Peter. Riesce a imporre un certo ordine e a incutere un certo rispetto quasi al pari di Ororo. Io no, e non mi prendo nemmeno la briga di provarci. Quando ho i miei bambini nella mia classe, allora è tutto semplice: sono nel mio territorio e so come muovermi. Ma se dovessi sorvegliare l’intera scolaresca per pranzo e poi smistarla nelle diverse classi, sarebbe un suicidio. Così, resto seduta alla cattedra e attendo il loro arrivo, chiedendomi quando finirà questa giornata.

Alla notizia che la Confraternita si sta movendo, Mystica ha risposto con una risata. A quel punto, Logan è diventato Wolverine e Peter si è ricoperto tutto d’acciaio per evitare incidenti. Mystica ha fissato Logan, ha fissato Peter e poi ha detto: “Questa volta non c’entro nulla. Ho un alibi: ero qui!"

Sono scoppiata a ridere: due paia di occhi mi si sono incollati addosso, uno di questi sorpreso e l’altro furioso. Ma che cosa ci posso fare se ho il ciclo che mi scombina e Mystica ogni tanto è spiritosa!

“Rogue, Rogue, per il compleanno ho avuto una nuova bambola!”

E’ Maya, che grida estasiata. Sobbalzo, alzandomi in piedi di scatto. I bambini sono sulla porta e si stanno distribuendo in giro per la classe, senza far troppo caso ai loro banchi. Scuoto la testa, e porto il viso verso Maya. Tiene in mano una bambola più o meno identica a quella che Michael gli ha carbonizzato quasi un mese fa.

“E’ molto carina, Maya! Ma adesso mettetevi a sedere, avanti!”

I bambini prendono posto rumorosamente. Non hanno ancora imparato che è meglio alzare le sedie, invece di strisciarle. Devo appuntarmi da qualche parte che la prossima lezione si lavorerà su questo.






Guardo l’orologio per la centesima volta: è stato manomesso, ne sono certa! Porca miseria: è da tre ore che segna le sei meno cinque! È reato se concludo prima la lezione? In fondo sanno quasi tutti usare correttamente il coltello senza squarciarsi una mano e i pochi telecinetici che ci sono hanno compreso finalmente il significato dell’affermazione: “Non siete nati migliori dei bambini normali. Siete speciali, ma questo non vi rende in ogni caso migliori. Ci sono i mutanti buoni e quelli cattivi, come gli umani”. Ho dovuto ribadirla perché Andrew continuava ad andare in giro per la scuola ad affermare che l’avrebbe fatta vedere lui agli homo sapiens: devo dire a Mystica di non parlare così apertamente delle sue particolari convinzioni. I bambini sono una spugna: assorbono ogni cosa, e iniziano a crederci fermamente, sino a che non vengono plagiati da persone senza scrupoli che li usano a loro piacimento…

Sto divagano. Restiamo sul tema dell’orologio e del reato. Sono troppo nervosa. Devo affrontare troppe cose, e tutte insieme. Le brutte notizie e i brutti periodi arrivano sempre nello stesso tempo. Come fossero sincronizzati, in attesa.

Do un’altra occhiata all’orologio. Niente, non si muove. Prima che faccia in tempo a sbuffare, però, bussano alla porta. Mi volto di scatto e immediatamente il mio sguardo si risveglia.

Bobby tiene per mano il bambino. Mi sta fissando, con una chiara intenzione di dirmi qualcosa. Faccio velocemente strisciare indietro la sedia: la classe è immobile, e fissa Bobby curiosa.

Esco sullo stipite e mi trascino la porta dietro, socchiudendola. Incrocio le braccia. Io e Bobby ci fissiamo per un lungo secondo, poi lui sorride. Mi correggo, fa una smorfia.

“Wolverine. Vuole che ci troviamo giù subito, prima che Tempesta e Mystica arrivino. Non si fida di lei, e ci vuole parlare prima del suo arrivo. Muoviti”

“E come faccio con la classe? Come facciamo con il bambino?”

“Manda la classe in Sala Relax. Io ho spiegato ai miei la situazione generale”

Il suo sembra un rimprovero.

“I tuoi hanno dodici anni, furbo. I miei sono ancora alla fase del coltello e forchetta”

“Come ti pare. Andiamo”

Un minuto, Signor Comandante! Il bambino?”

“Lo portiamo con noi. Ci sarà anche Amelia giù”

“Amelia?”

Spalanco gli occhi. Amelia. Ogni scuola ha la sua sgualdrinella, e lei è la nostra. Frequenta l’ultimo anno, e Tempesta l’ha presa sotto la sua ala, così come Logan fece con me tempo fa. Tanto tempo fa…

“Sì, proprio lei”

“Hai intenzione di affidare nostro figlio ad Amelia?”

“Rogue…”

“Rogue un cavolo. Stai già dormendo sul divano, bada che non ti obblighi io questa volta ad andare in giardino!”

Rientro in classe velocemente. I bambini sono ancora in attesa. Certamente non posso spiegare loro la situazione con tanta leggerezza; Bobby può anche averlo fatto, ma io non ho i suoi ragazzi.

“Bimbi, ormai la lezione è finita. Andate in Sala Relax, i ragazzi più grandi vi raggiungeranno presto. Ubbidite a loro, va bene? So che siete bravi, fategli vedere quanto!”

I bimbi escono. Uno o due lanciano a Bobby uno sguardo. Sanno che la maestra Rogue è arrabbiata per colpa di Bobby.

Io prendo in braccio Charlie e con Bobby al seguito mi avvio all’ascensore. In neanche un minuto siamo arrivati alla destinazione più strana e impegnativa che ho mai raggiunto negli ultimi cinque anni. Il che la dice lunga, considerato che sono arrivata anche alla fine di una gravidanza.

Qui fa più freddo, e mi pento di non essermi fermata a recuperare un giacchetto. I miei jeans e la mia maglia smanicata non aiutano. Però mi sciolgo i capelli mentre Bobby mi fa segno di seguirlo verso la Stanza del Pericolo. Ci sono entrata poche volte, e in quelle poche volte non mi sono divertita. Per niente.

La Stanza del Pericolo è una stanza circolare, grande, ideata per simulare situazioni di estrema emergenza e permettere così di ideare le strategie migliori. Ma ora è vuota, e il suo scheletro nudo la rende ancora più fredda. Nessuna simulazione, niente pericoli.

Logan è al centro della stanza, le mani in tasca e un sigaro in bocca. Accanto a lui, Peter e Kitty confabulano animatamente mentre Kurt sposta lo sguardo dall’uno all’altra. Kurt è il primo a notarci.

“Rogue, hai portato il bambino!”

Io annuisco mentre Logan si volta verso di noi.

“Ci avete messo troppo” proclama.

“E’ colpa di Rogue”

“E’ colpa di Bobby. E spegni il sigaro, Logan”

Logan alza un sopracciglio.

“E’ colpa mia” dico. “Ho dovuto congedare i miei bambini senza spiegare loro la vera ragione. Ma siccome non vorrei che mio figlio si prendesse il cancro prima dei novant’anni, spegni quel cavolo di coso!”

“Fa nulla, posso capire che sia problematico gestire bambini così piccoli. Cominciamo?” domanda Peter.

“Manca Amelia” informa Kitty. “L’avevate convocata, vero?”

“Sì, ma per fare da baby-sitter. Non è una persona fondamentale” dico.

Peter mi guarda e sorride.

“Che c’è? Non lo è!”

“Non lo è?” domanda Kurt. “Davvero?”

“Non lo sono?”

Ops! Che sbadata!

Kurt soffoca una risata sotto i baffi, mentre io alzo gli occhi al cielo e serro le labbra. Non devo mettermi al suo livello, giusto? Lei ha soltanto diciotto anni, io ne ho ormai venticinque.

“Paragonata a noi, no, non sei così fondamentale” continuo.

Maledetta la mia boccaccia! Zitta, zitta!

“Paragonata a loro, no” dice. Non mi sono ancora voltata, perciò non posso vederla in volto. Ma so che sta esultando. Uno a zero per Amelia! “Non ti ho mai visto fare nulla, Rogue. Sbaglio o non hai partecipato nemmeno alla battaglia finale contro Magneto?”

“Questo è un colpo basso, cara mia!”

Alzo lo sguardo. Subito non riconosco questa voce.

Mi volto. Mystica è appostata dietro ad Amelia, le braccia incrociate e un sorrisetto in volto.

Logan sbuffa e finalmente butta il sigaro a terra.

“Sei in anticipo, Mystica” dice Bobby. Gli scocco un’occhiata, e lui alza le sopracciglia, sorridendo. Ha cercato di coprire Logan, per tirarlo fuori dal misfatto. Lo apprezzo.

Ci fanno bene queste giornate movimentate. Siccome viviamo con altre persone, ogni tanto ci dimentichiamo i nostri dissapori e torniamo complici come una volta.

“No, Drake. Sono furba”

“Beccato!” proclama Peter. “Chiedi scusa, Logan”

Logan sorride. Annuisce, guarda Mystica e poi guarda me. “Bene” dice, “aspetteremo Tempesta e poi osserverò bene come Mystica si sta riscattando, visto che se volesse potrebbe prendersi gioco di noi senza il minimo sforzo. Diciamo che per ora ci posso passare sopra e mi fido, ma bada: la Confraternita si sta movendo, e se scopro che ci freghi, la pagherai!”

“Io non pago mai”

Rido di nuovo. Aiuto, devo smetterla!




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Bè, eccomi!
Temo che non riuscirò ad aggiornare precisamente tra due settimane. L'ispirazione ha fatto ciao ciao.
Vi saluto. Aspetto qualche recensione per questo capitolo, dài, che sennò mi deprimo!
Vi saluto!

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Capitolo 10
*** Capitolo X ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO X

L’istinto di conservazione non coincide mai con la galanteria, ed è per questo che Ororo è arrivata da quasi un quarto d’ora e ancora nessuno degli uomini presenti mi ha offerto il cappotto. Sono qui che saltello sul posto inviperita, scrollando le braccia, senza ascoltare una parola di quello che tutti gli altri si stanno dicendo. Evidentemente è comunque una cosa molto interessante, perché nessuno osa sbattere neanche le ciglia per tentare di non perdersi nemmeno una delle istruzioni che Ororo sta dando loro.

Ororo ha voluto tenere Amelia accanto a sé fino adesso. L’angioletto ascolta e registra ogni informazione. Ma il patto non era niente notificazioni agli studenti? E questa chi è, allora? Se non è una studentessa sarà una battona, perché è l’unica alternativa che mi viene in mente.

Charlie è rimasto qui accanto a me buono e tranquillo, ma a quasi mezz’ora dall’inizio di questa gelida riunione si sta stancando. Sono quasi le sette, e lui sicuramente non ha dormito nulla questo pomeriggio: la testa gli ciondola di lato, e ogni tanto si sfrega gli occhietti in un muto tentativo di attirare l’attenzione. Ma il suo papà è occupato, e quindi tanto vale che io salga di sopra a controllare il resto della scolaresca.

Cerco con lo sguardo qualche buon’anima che non sia stata rapita dal discorso di ‘Ro, ma non ne trovo. Così mi schiarisco la gola, rassegnata: “Mi dispiace dovervi interrompere, ma Charlie è un po’ stanco. Penso che andrò di sopra a controllare il resto della scolaresca e ad iniziare a proporre qualcosa per la cena”

“Sei sicura?” chiede ‘Ro. “Non durerà ancora molto. Mi dispiace davvero se ti sto annoiando”

“Non lo stai facendo” mento, “sul serio. È solo che il bambino è stanco, e mi sembra che tu non abbia bisogno di me. Hai già abbastanza soldatini schierati: è giusto che qualcuno rimanga alla scuola”

Tempesta resta ferma, scrutandomi. Persino Bobby e Logan alzano lo sguardo: non sono tipo da fare queste affermazioni, per lo meno non davanti a Ororo. Ha sempre avuto tutto il mio rispetto, lei, ma evidentemente oggi non è giornata.

“C’è qualcosa che non va?” domanda ‘Ro, piano.

“No, va tutto benissimo” dico. “Però è meglio che torni di sopra ora”

Sì, è davvero meglio che me ne vada, prima di insultare qualcuno pesantemente; sto iniziando a sudare freddo, e non mi sento bene.

“Andiamo tesoro?”

Dolcemente do uno strattone a Charlie, che si affretta a stringermi la mano e a seguirmi. In meno di due minuti siamo fuori, nel bel mezzo del lungo corridoio. Arrivo all’ascensore camminando lentamente, senza fretta. Una volta al suo interno mi appoggio al muro e inspiro lentamente, profondamente; la testa gira, e io chiudo gli occhi mentre l’ascensore sale…

Mi ritrovo nell’atrio illuminato talmente velocemente che quando apro gli occhi quasi resto accecata. Appena metto piede sul lindo tappeto, sento immediatamente che c’è qualcosa che non va: c’è silenzio, un incredibile, inquietante silenzio. Ottanta ragazzi privi del controllo degli adulti non possono stare così in silenzio, non è normale. Sento persino gli uccellini che sugli alberi cinguettano agli ultimi raggi del sole primaverile.

Mi guardo intorno. Il corridoio è vuoto. Con cautela lo percorro, cercando di fare meno rumore possibile.

“Charlie, se vedi qualche Dado che non conosci puoi difenderti come vuoi; non ti sgriderò. Ma se ti dico di scappare tu corri verso la stanza dove facciamo la nanna, va bene?”

“Sì!”

Il bimbo annuisce, ma non posso fare altro per metterlo in guardia ora. Non me la sento di lasciarlo solo: non so chi ci sia in giro per la scuola.

Non trovo nulla fuori posto passando per le varie stanze, ma il mio obbiettivo è la Sala Relax, dove avevamo ordinato agli allievi di stare. Non mi ero mai accorta della grandezza di questo posto. Non fu la prima cosa che notai quando arrivai qui, molti anni fa, e ora sono così abituata a percorrere questi corridoi che è una sorpresa per me rendermi conto che la Sala Relax dista dalla Sala d’Ingresso ben una cinquantina di metri. Camminando così lentamente, poi, non arriverò mai alla meta. Velocizzo quindi il passo, e finalmente scorgo la porta della Sala Relax. È aperta, ma dall’interno non sento provenire rumori.

“Charlie, adesso aspettami qui” sussurro rivolta al bambino, che annuisce. Mi lascia la mano e si accosta al muro, fissandomi dubbioso. “Torno subitissimo”

Percorro i pochi metri accostata alla parete, preparandomi a non so bene cosa. Quando riesco finalmente a vedere l’interno della stanza, con i suoi divani a la televisione spenta, la trovo vuota. Certamente niente di strano, se non fosse che mi sto ancora chiedendo dove sono gli allievi.

“Guarda chi si rivede!”

Sobbalzo. Questa voce non mi è nuova, ma non mi è neanche così famigliare.

Mi volto, svelta, e quello che vedo mi lascia spiazzata, senza respiro per un istante.

“John!”

“Pyro” mi corregge.

Sbatto le palpebre. Che diavolo ci fa qui?

“Che diavolo ci fai qui?!”

“Anch’io sono contento di vederti”

“Io no, e non ho mai detto questo! Solo, tu non eri con Magneto, pezzo di opportunista che non sei altro?”

“E’ per questo che sono qui”

Continuo a non capire. Sbatto le palpebre. Che faccio? Mi tolgo il guanto e lo uccido subito o aspetto che vada avanti?

“E’ per questo che sei qui?” ripeto. “Spiegati”

“Non mi offri neanche un caffè? Ho fatto un lungo viaggio”

“Non riuscirei a resistere alla tentazione di sputarci dentro. Parla. Cosa vuoi?”

“Ho un messaggio da Magneto. Ma non sei tu che comandi qui, no?”

“Tempesta è occupata”

“E’ meglio che si liberi. È un messaggio importante”

“Non puoi certo deciderlo tu”

“Sì, invece, se tieni alla tua amata scuola”

“Non minacciare, Pyro”

“Non essere noiosa, Rogue. Dov’è Tempesta?”

“O aspetti che si liberi, o non è così importante come dici”

“Io sto cercando di evitare che tutto questo posto venga distrutto e tu mi dici di aspettare?”

“Non hai appena detto che hai un messaggio da parte di Magneto? Che cosa vorresti evitare, tu?”

“Dov’è la Preside di questa stramaledetta scuola, Rogue?!”

“Mamma, chi urla?”

John si volta, e io guardo dietro le sue spalle. Mio figlio è poco distante da noi; deve aver percorso gli ultimi metri che lo separavano dall’entrata della Sala Relax quando ha sentito John.

Pyro si volta e alza le sopracciglia.

“E’ tuo questo?”

Lo sorpasso velocemente, avvicinandomi a Charlie. Lo prendo in braccio, continuando a fissare Pyro.

“Lui è mio figlio”

Mi soffermo per un attimo a fissare John; mi era sempre piaciuto il suo potere. Da piccola amavo il fuoco, prima di scoprire che bruciava e poteva fare male…

“Volevi vedere Tempesta?” domando.

“Magari”

“Solo se giuri che non farai nulla”

“Se anche lo facessi non mi crederesti”

“Mettiamo che ora ti credo”

“Sì, come no”

“Pyro!” lo richiamo. “Hai assoluta necessità di parlare con Tempesta?”

“Davvero ti fidi di questa risposta?”

“No, ma posso dire che se provi a ingannarci Tempesta stessa non sarà tanto comprensiva”

Ride. Non so se si sia accorto che io sono seria, invece.

“Vieni, allora. Senti, ehm, non è che hai visto il resto della scolaresca in giro?”

“No, giuro. Li avete persi?”

Aggrotto le sopracciglia mentre ripercorro accompagnata da uno stronzo e un bambino la strada inversa che ho fatto qualche minuto prima. Dove diavolo sono finiti i ragazzi? E i miei bambini? Chiunque c’entri in questa storia e sia maggiorenne verrà punito dalla mia furia una volta che avrò capito che diavolo hanno combinato!


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Ok, lo so anch'io: capitolo schifoso, corto, e ritardatario.
E' una cosa orribile non avere l'ispirazione. Veramente, ho fatto fatica a scrivere questo capitolo, cosa che non mi era mai successa prima.
Ora, passiamo alle vostre recensioni:
soniacristina1989: Ciao, grazie per la recensione e scusa il vergognoso ritardo. Questa volta non ho scusanti, è solo che si sta facendo complicato andare avanti. Bobby un idiota. Mmmm, forse un po' sì, ma Logan e Rogue ce la stanno mettendo tutta per farlo imbestialire. Per quanto riguarda Logan e la 'fuga romantica', anche a me piacciono molto questi finali sdolcinati e romantici, ma non credo siano molto razionali in questa situazione... A presto, spero!
Bobby_Drake: Azione. Non so scrivere scene d'azione, ma devo ammettere che il mio intento è proprio questo: cercare di movimentare un po' la cosa, e riportare tutti i personaggi sulla scena. Piano, però, in modo che non sembri una forzatura. Hai ragione, hai avvertito giustamente un miglioramento in Bobby. Come dice Rogue, la storia della Confraternita sta distraendo entrambi dai loro dissapori. Grazie per la recensione!
Lu Ca: Benvenuto! Grazie per la recensione. Spero che questo nuovo capitolo non ti deluda, visto che ha già deluso me. Ma prenditela con l'ispirazione, che è andata in vacanza prima del tempo!

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Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XI

Devo ammettere che con Pyro al fianco il viaggio verso i livelli sotterranei è molto più lungo. Tra un corridoio e l’altro mi ritrovo persino a chiedere l’ora a John.

Lui si volta, mi fissa, alza le sopracciglia e commenta: “Sei scema?”

Non posso fare a meno di ridere.

“Che persona adorabile che sei! Ho perso la cognizione del tempo; ti costa tanto dirmi l’ora, vero?”

“Sì, in effetti”

Sbuffo. Devo appuntarmi da qualche parte che è bene che presto mi compri un orologio da polso.

Presto ci ritroviamo in ascensore, in fretta percorriamo il corridoio, ma davanti alla porta della Stanza del Pericolo non posso fare a meno di bloccarmi.

Ho fatto davvero bene a portarlo fin qui, a rivelargli inevitabilmente il fatto che facciamo piani sotterranei lontano dal resto della scuola? Perché lui ormai avrà capito: non è stupido. Non ci vuole Einstein per rendersi conto che, se tutti i docenti sono nella stessa stanza nello stesso momento e in un luogo non proprio consono, il motivo bisogna andare a ricercarlo lontano dai banchi di scuola…

“Non dirmelo: la coscienza di Rogue borbotta, vero? Ti stai chiedendo se non hai sbagliato a portami qui, no? Ti stai chiedendo se non farò una strage di X-Men e di scolari, vero?”

“No” dico, non così convinta.

“Non preoccuparti” continua, ignorando l’ultima mia sillaba detta. “Non sono questi gli ordini che ho ricevuto. O meglio, non sono neanche quelli di parlarvi gli ordini che ho ricevuto, ma…”

“Perché una persona come te dovrebbe disubbidire al suo padrone…”

“Maestro” mi corregge.

“Sì, come ti pare. Perché dovresti andare contro ciò che dice per salvare una scuola di cu non ti importa nulla?”

“Chi dice che non me ne importa nulla?”

“Se davvero te ne fosse importato qualcosa non te ne saresti andato così. Hai combattuto contro di noi, Pyro!”

“No, voi non eravate i cattivi, ma i buoni tonti che stavano dalla parte sbagliata. Certo, con Xavier come vostra guida non avrei potuto aspettarmi nulla di diverso, ma…”

“Ma resta il fatto che ora tu sei qui, e ci stai offrendo un’opportunità da quel che ho capito. Se è la verità”

“Lo è. Non sono d’accordo con alcune cose che Magneto ha… ideato, ecco”

Lo osservo di nuovo. Questa volta, anche lui sembra fissarmi in maniera diversa. È cambiato; non è più il ragazzino di tanto tempo fa, quello che non sapeva cosa fosse la lealtà e combatteva non per ideali ma per convenienza.

“Perché proprio ora?” domando. “Che cosa vi ha trattenuto fin’ora da fare di nuovo del casino? Magneto ha riacquistato i poteri già da due anni, no?”

Ride. “Fatti nostri, Rogue”

Sbuffo, prendendo meccanicamente in braccio il bambino.

Aprendo la porta, smetto di riflettere, di pensare a cosa accadrà dopo: non mi importa. Ho fatto quello che il mio istinto mi diceva di fare. Per la scuola.

La discussione sta continuando, e non è vero che non sarebbe durata ancora molto.

Nessuno pare fare caso al fatto che sono entrata, o che per lo meno ho aperto la porta.

Così, sono costretta a schiarirmi la gola, di nuovo, e a interromperli, di nuovo.

“Scusate ancora” dico. Mi faccio da parte per far entrare Pyro. Spero che nessuno provi ad ucciderlo prima di avermi sentita parlare, perché non sono sicura che mi butterei davanti a lui per proteggerlo, visto e considerato che ho anche in braccio il bambino. “Non era assolutamente mia intenzione interrompervi di nuovo, ma…”

“Che diavolo ci fa lui qui?”

Che strano, oggi sembra proprio la frase del giorno.

“E’ quello che sto cercando di dirvi, se mi lasci parlare, Bobby”

“Bene, parla. Dopo posso ucciderlo?”

“No. Non l’ho fatto io, perché dovresti farlo tu?”

“Piantatela” interviene ‘Ro. “Rogue, spiegati. Questa non è solo una coincidenza, vero? Noi siamo qui a discutere di quello che sai, e questo ragazzo arriva qui”

“Veramente credo proprio di sì” dico. “Vedi, non sapeva assolutamente dove fossimo. Ma c’è un’altra cosa che non mi spiego, invece: dov’è il resto della scolaresca? Gli avevamo detto di stare in Sala Relax, vero? Non l’ho sognato, no?”

“Che vuol dire dov’è il resto della scolaresca? Erano giù, no? In Sala Relax, come hai detto tu”

“Non ci sono, te lo assicuro. È vuota”

“Come è vuota… dove diavolo sono finiti! Gli abbiamo lasciato i bambini!”

“Scusate?” interviene Kitty. “Torniamo a Pyro, per favore? O per lo meno qualcuno porti fuori Peter da questa stanza!”

Tutti ci voltiamo: Peter è rigido, poco più avanti di tutti noi, poco più vicino a Pyro. Ok, ora sono sorpresa. Chi si aspettava una reazione del genere? Da Colosso poi!

“Peter” lo richiama Tempesta. “Aspetta. Un istante solo”

“Un istante” mormora Peter, “fa presto a passare”

“Ascoltami. Peter girati, guardami”

Colosso distoglie finalmente l’attenzione da Pyro. Avrebbe potuto farlo a brandelli nel giro di pochi secondi se nessuno gli avesse detto nulla.

“Fammi un favore” continua ‘Ro, una volta che ha ottenuto l’attenzione di Peter. “Perché tu e Kitty non andate a vedere dove sono i ragazzi? Qualcuno dovrà pur farli mangiare”

“Io non mi muovo di qui” ringhia Peter. “Mandaci Rogue”

“Scusami?” alzo un sopracciglio. “Si dà il caso che se non fosse stato per me nessuno di voi avrebbe saputo che Pyro si trovava qui”

“Kitty?” domanda Tepetsa.

“D’accordo” dice lei. Prende per mano Peter, che lancia uno sguardo omicida alla Preside prima di seguire Kitty fuori dalla stanza.

Quando la porta si chiude, la prima a parlare è Mystica. Che strano, mi ero quasi dimenticata che si trovasse qui.

“Magneto non ti avrebbe mandato se non avesse avuto un motivo valido”

Spalanco gli occhi. È così strano sentire il suo tono, vederla determinata, vederla fremere, vederla contro di lui, vederla con noi.

“Magneto non mi ha mandato”

“Tu gli stai andando contro?”

“No”

“Oh, sì. Gli stai andando contro”

“Sei stata tu la prima ad abbandonarlo. E io non lo sto facendo. Mi sto solo parando il culo nel caso in cui alcuni dei suoi piani non andassero a buon fine”

“Ah, adesso mi è tutto più chiaro! Quindi sei solo un vigliacco che non ha fede in quello che dice il suo Maestro?”

“E tu?” Pyro sorride. “Tu parli, ma sei tu la prima ad essere arrivata qui”

“Non per paura dei suoi gesti”

“E allora per quale ragione?”

“Sono cose che, ragazzino, nemmeno potresti capire”

“Sarà molto contento di saperti qui, comunque”

“Tu diglielo e ti verrò a cercare personalmente”

“Mystica!” la richiama Tempesta.

“Cosa! Lui minaccia e non posso rispondere?”

“Per favore, cercate di mantenere un comportamento civile. Non vorrei davvero seppellire corpi oggi, dopo anni passati in questa tranquillità.” Tempesta si volta e osserva Pyro. “Non siamo pronti per difenderci di nuovo. Nessuno di noi è pronto per una nuova guerra, perciò se c’è un modo per evitarla lo faremo”

“Sono qui per avvertirvi. Ma non delle intenzioni di Magneto, solo del fatto che si sta muovendo e che una delle cose che vuole fare, e che io non approvo, è radere al suolo la scuola. Sa che non può trovare un confronto, sa che non può ragionare con voi e...”

“Probabilmente,” lo interrompe bruscamente Wolverine, parlando per la prima volta “sa che se ci provasse, non avrebbe alcuna possibilità di sopravvivere. Ma ho paura che dovrà aspettare che io sarò morto prima di riuscire a radere al suolo la scuola”

“Non essere così sicuro di te, Wolverine”

“Non essere così sicuro di uscire da qui vivo, Pyro”

“Wolverine, ho appena detto niente minacce

“Non è una minaccia, è solo una constatazione”

“Manco sai cosa vuol dire” dico.

Logan ride.

Adoro il modo in cui la sua bocca si piega. È un sorriso sexy, quasi pericoloso.

Non appena finisco di pensare questo, una dolorosa fitta al petto mi fa sobbalzare. Ed ecco di nuovo i brividi che mi avevano infastidita alcuni minuti prima. Come un presentimento, come un orrendo presagio. Pyro era stato il presagio, ma ora?

“Ragazzina, io sono colto”

Logan sorride ancora. Non ha notato nulla, anche se non penso ci sia nulla da notare. Non credo di essere molto tranquilla e rilassata in questo periodo. Il mio corpo mi gioca brutti scherzi. E la mia mente lo asseconda.

Sorrido. Poi parlo, cercando di controllarmi, di non sudare, di non apparire atterrita. Sta per succedere qualcosa…

“Forse sarebbe meglio ascoltare cosa Pyro ci deve dire. Se poi scegliamo di non prenderlo sul serio, avremmo perso solo pochi minuti”

“Rogue, quel tipo ha cercato di ammazzarmi!”

“Certo, Bobby, ma tu sei superiore no?”

“No!”

“No? Bene, allora insegna a tuo figlio che la vendetta è giusta. E poi prega che io non ti conduca con la forza in giardino! Fai qualsiasi cosa di anche solo insensata davanti a tuo figlio e ti prometto che non lo vedrai più!”

Che assurda minaccia, che assurda donna che sono! Non lo farei mai, non potrei.

Bobby mi si avvicina. Non sa che non avrei mai voluto aprire bocca, non sa cosa sto sentendo, non sa che sto impazzendo, non sa che sono solo una piccola bastarda traditrice…

“Non osare più” sibila. “Non ti permettere. Questo è mio figlio”

Mi è vicino. Molto vicino. Sento il suo fiato in volto. Sento la sua rabbia che erutta, che mi avvolge, spaventosa. Sento il bambino fremere.

“Bobby…” mormoro.

“Mi hai capito?” mi interrompe.

“Bobby…”

“Ho detto: mi hai capito?”

“Bobby…”

Ed è un attimo. Un attimo in cui avrebbe potuto succedere di tutto. Un attimo lungo un’eternità. La sua mano scatta, veloce; il mio volto è girato da un lato, la mia guancia brucia, e un silenzio tombale avvolge l’intera Stanza, l’intera presenza.

Ci sono cose, cose che nessuno può pensare. Credi di conoscere una persona, la ami, ti fidi; ed ecco che in un attimo ogni cosa va in pezzi. In questo silenzio, mi scopro a pensare alla volta in cui Logan mi salvò, mi scopro a desiderare che lo faccia ancora. Ma il silenzio insiste, e mi rendo conto con un sussulto di stare trattenendo il respiro.

Un movimento vago, però, mi fa rendere conto che Bobby morirà…


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Buon pomeriggio!
Vi prego, non uccidetemi! Sapete quanto tempo ho impiegato per convincermi a pubblicarlo? Sono stata ore davanti al computer per convincermi che non era un sogno ma che le ultime righe le avevo scirtte davvero... Nemmeno io mi immaginavo che potesse accadere una cosa simile, sono più sorpresa di voi.
A questo punto non ha senso scusarmi per il ritardo, vero? ^______^
soniacristina1989: Il ritmo diverso è dovuto alla mancanza di ispirazione che inevitabilmente condiziona ogni apsetto di quello che scrivo... Grazie per la recensione, a presto!
Lu Ca: Mi hai fatto commuovere, dico davvero! XD Grazie, grazie di cuore! Non so cosa altro dirti... ti farei una statua se potessi! A presto!

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Capitolo 12
*** Capiolo XII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XII

L’ira è uno dei peggiori peccati dell’uomo, stupido e soggetto all’impulsività. Posso affermare che, tutte le domeniche dai miei quattro ai miei dodici anni, il prete della mia parrocchia ogni giorno ci ammoniva contro questo tipo di peccato. Non era un’emozione, una sensazione forte ma comunque interiore; era un peccato, una colpa.

Dunque, se così è, perché né io né Bobby ci sentiamo colpevoli? Forse, io non ho peccato. Forse, la mia ira e il mio odio sono frutto della sua ira e del suo odio. Il mio uomo mi ha appena dato uno schiaffo, ma, che ci crediate o no, non è questo a ferirmi. Anche i miei genitori mi hanno dato degli scappellotti, qualche volta addirittura forti, ma li ho sempre amati. Ero una bambina vispa, e di certo non ho fatto passare loro quello che Bobby ha percepito. E anche se so perfettamente che i miei genitori non possono essere paragonati a Bobby, poiché loro sono sangue del mio sangue mentre Bobby è l’uomo con cui ho deciso di dividere la vita e il letto, non posso fare a meno di collegarli, di recepirli. Il suo schiaffo mi ricorda tutto ciò: un rimprovero antico. Ed è questo, a turbarmi più di tutto. Ed è da molto, da troppo, che non lo sento più come il mio uomo. Non lo sento, ecco.

Non lo sento.

Nessuno ancora parla. Forse per lo stupore, nessuno osa dire nulla.

Io non credo ci sia più nulla che possa dire. Finirei per fare danni, per levarmi i guanti e fare davvero danni.. mi trattengo solo perché ho il bambino in braccio.

In questo eterno minuto, nel quale il tempo sembra davvero essersi fermato, mi ritrovo ancora una volta a fantasticare con la mente, a ricordare e ricordare; si sopporta tutto, se viene rimosso, ma temo che questo mi rimarrà sempre in memoria. Se ora ho acquisito un nuovo ricordo, un ricordo orribile, non mi resta che andare più indietro, non mi resta che rivivere altro, che sfuggire da questa stanza, in questo momento.

E ancora nessuno parla. Ma che cosa stanno facendo tutti quanti? Pensando da che parte schierarsi? Se congratularsi con lui e stringergli la mano? Gli ergeranno una statua?

“Temo” sento dire me stessa, come non avessi più il controllo di quello che succede, “che qualcuno abbia perso seriamente il controllo”

Davvero ho detto solo questo? Cavolo, pensavo che sarei esplosa, e invece eccomi: fredda, scioccata, ma incapace di urlare. Che cosa mi dà quest’uomo perché non riesca ad arrabbiarmi? Che cosa non sarà mai in grado di darmi? Perché questo senso di rassegnazione?

“Io non…”

“No” dico. “Non farlo. Credimi, faresti meglio a sparire dalla mia vista adesso”

“Ma…”

“L’hai sentita, no? Fila via”

Meno male, credevo che fossero morti tutti!

Logan fa un passo avanti quando Bobby non accenna a muoversi. Ororo segue Logan, ma con l’intento di fermarlo.

“Oh, lasciatelo passare!” esclama improvvisamente Mystica. “Andiamo! Io l’avrei già fatto fuori”

“Mystica!” È Ororo che parla, ora. “Smettila”

“Io la smetto quando tu smetterai di fare l’ipocrita”

“Non è questo il momento”

“Non è mai il momento per nulla”

“Cristo, piantala!”

“Oh, addirittura si bestemmia qui!”

Improvvisamente, prima che Ororo possa aprire bocca, le lame di Wolverine si avventato alla gola di Mystica.

Il mio primo pensiero? Ve la state prendendo con la persona sbagliata!

“Logan!” tenta Tempesta.

“Continua, stronza! Avanti! Dammi una scusa per ammazzarti!”

“Non lo faresti ugualmente”

“No? Vediamo!”

“Sì, vediamo” esclama; sembra una bambina, talmente è eccitata. “Sorprendimi! Sii come tutti sanno che sei! Sii un bravo animale! Ma attento, non dovresti prendertela con me: io non ho malmenato Marie D’Ancanto”

Sa difendersi e sa confonderti, quella stronza. Persino Logan ora si volta verso Bobby, che istintivamente fa un passo indietro.

Per quanto riguarda me, non credevo che Mystica conoscesse il mio nome di battesimo.

“ASPETTA!”

Tempesta si fionda davanti a Wolverine, frapponendosi fra lui e Bobby. Logan ha ancora le lame sfoderate.

“Bobby ha sbagliato, d’accordo, ma aspetta. Per favore, Logan, non fare il suo stesso errore. Sii più intelligente”

“Io non sono intelligente! Sono un animale, no?”

“No! Logan, non giocare al gioco di Mystica! È una provocatrice, lo sai”

“Io infatti sto giocando al gioco a cui Bobby ha dato inizio con le sue mani”

“Logan?” finalmente mi convinco a parlare, mi convinco a chiamarlo.

Lui si ferma, mi osserva. Forse aspetta un mio ordine, una mia protesta.

“Dimmi” e la voce è modulata, come chi si rivolge a un malato.

Portami via.

“Tempesta ha ragione: lascia perdere.” Mi sorprendo per quanto la mai voce sia controllata e calma, casuale, quasi fosse successo a qualcun’altra di essere picchiata dal proprio uomo. “Non ne vale la pena, non rovinarti per lui”

Ma sto parlando per me o per Logan? Da quello che sembra, è la mia coscienza che mormora, è il mio cervello che ascolta.

“Dio, Rogue, ti senti?! Ti sei per caso accorta di quello che ti ha appena fatto?”

Rido. Ma non sono per niente divertita.

Portami via.

“Certo che me ne sono accorta! Mi ha fatto male, e non sto parlando dello schiaffo. Ma sporcarti le mani o sprecare energie a infuriarti solo per lui non vale per niente la pena!”

Non so cosa sto facendo, né perché tentenno e proteggo Bobby.

Poi, improvvisamente, mi rendo conto di avere le guance bagnate. La cosa mi fa ridere. Quand’è che ho cominciato a piangere?






Mia nonna diceva sempre che le cose brutte capitano per una precisa ragione, ossia per farti apprezzare al meglio quelle belle. Secondo il mio professore di filosofia, poi, che aveva copiato spudoratamente un’idea – che era alla base della corrente di un filosofo del ventesimo secolo – spacciandola per sua e solo sua (sopra c’era pure il copyright), se non esistesse la sofferenza, non esisterebbe nemmeno la felicità. Un concetto esiste perché esiste il suo contrario.

Quindi il concetto di dolore viene associato inevitabilmente a quello di piacere.

Purtroppo, non c’è nulla di piacevole in tutto questo. Mentre cammino tristemente verso i piani alti, con Mystica al fianco che tiene misteriosamente in braccio il mio bambino, mi ritrovo più volte a ricercare nel mio cervello la parte piacevole di questo episodio.

“Eccola!” esclamo.

Mystica mi osserva ma non dice nulla.

Io, intanto, l’ho trovata.

Avevo sempre pensato che il fatto di essere intoccabile avrebbe reso i malintenzionati e i violenti totalmente innocui. Che sarebbero morti al solo sfiorarmi. Invece Bobby è vivo e vegeto, e scoppio a ridere mentre penso che sarà facilissimo consumare la mia vendetta: basta che lo provochi di nuovo. In questo modo mi toccherà ancora una volta, e allora morirà per mano mia…

“E’ meglio che tu beva qualcosa di forte” sento dire Mystica, mentre la mia risata si fa più acuta e incontrollabile. Mi fermo e mi appoggio al muro mentre mi faccio aria con la mano.

“Non credo… di… essere in… grado… di mandare giù… nulla, ora… come ora” arranco, mentre piano piano la risata va spegnendosi.

“Quel che è certo è che hai gli ormoni a pezzi. Prima piangi, ora ridi. Ragazza, che ne dici di andarti a sdraiare? A MiniDrake ci penso io”

“No, sto bene”

“Sì, come no! E io sono Napoleone!”

“Ti prego, fatti i fatti tuoi una volta tanto”

Ride.

“Scusami, stavo solo cercando di darti una mano. Ma visto che non ti interessa posso anche andare”

“No, scusami. Scusa, sono stanca, hai ragione… Vado fuori a prendere un po’ d’aria. Resti tu con Charlie, ok?”

Mentre lei annuisce con un cenno del capo, mi allontano e mi dirigo verso la Sala d’Ingresso. Noto immediatamente che gli studenti sono ritornati al loro posto, e ciondolano a gruppi numerosi in attesa della cena.

Tento di passare inosservata, ma non ho molto successo: Amelia è stata presente a tutto il teatrino, Pyro e Bobby compresi, e ora credo l’abbia già riferito a metà scuola. Per questo, molte facce si voltano al mio passaggio, e qua e là sussurri idioti aleggiano nell’aria.

Quando sono fuori, però, sotto l’aria afosa e il profumo prepotente di basilico, mi sento subito meglio. Per l’anticamera del cervello passano i pensieri di Pyro e della Confraternita, ma se ne zampettano via quando si accorgono che non sono per niente dell’umore.

“Rogue!”

Qualcuno mi chiama. La voce proviene da dietro le mie spalle, perciò mi volto.

Probabilmente è uscito dall’entrata posteriore e ha fatto il giro del parco, perché proviene proprio da quelle parti. Mi si avvicina a passo svelto. Dio, di tutte le persone a questo mondo non riesco a immaginare una visita più gradita di questa.

“Non pensavo di trovarti qui da sola”

“Perché no?”

Alza un sopracciglio ma non mi risponde.

“Avevo bisogno di prendere un po’ d’aria” preciso. “Dov’è Pyro?”

“Con Tempesta, nel suo ufficio. Lei sì che sa parlare con lui senza sfociare in un omicidio”

“Già” dico. Ma la domanda che volevo fargli mi è restata incastrata in gola. Forse, però, lui è in grado di udirla ugualmente.

“E’ con Kurt e Peter, in Sala Relax. Fingono di guardare una partita, ma secondo me anche loro due ce la stanno mettendo tutta per spingerlo al suicidio”

Rido, questa volta non istericamente.

“Non so che altro dirti, se non che mi sto trattenendo dall’ucciderlo con le mie mani”

“Credo che mi basti per rendermi conto che tu stai dalla mia parte, anche se già lo sapevo”

“Qui tutti stanno dalla tua parte, ma Tempesta mi ha detto di dirti di provare a parlarci, senza guanti e con una pistola nascosta da qualche parte. Se vuoi mi nascondo io da qualche parte, sono meglio di una pistola”

“Lo so bene!” dico. “Ma davvero Tempesta ha detto questo?”

“Sì, davvero. Verrà a cercarti, però, quando sarà a posto con Pyro”

“Di sicuro non scappo, ma credo che Bobby finirà in giardino adesso!”




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Questa volta sono stata brava, ammettetelo!
Comunque, cortesia a parte, buon pomeriggio!
Anche il mio pomeriggio è davvero carino, se non fosse per il tempo schifoso... Ma bando alle ciance.
E' tornata l'ispirazione!
Certo, lo ha fatto alla fine di questo capitolo, però ora scrivere mi risulta più facile... Non so assolutamente cosa succederà nel prossimo capitolo, ma scrivere mi risulta facile :)

4 bellissime recensioni!
Grazie, grazie infinite.
lilyblack: Grazie, e ben venta. E' vero, Rogue è "facile" come personaggio. Ha una psicologia più prevedibile, ma ti dirò che a me è piaciuta proprio, al di là della facilità con cui posso narrare ciò che le succede. Grazie miglioni della recensione, davvero!
Lu Ca: Ciao! Ti ringrazio davvero tanto. E'h sì, le tue recensioni mi fanno davvero bene... Logan ha provato a fargli male, come hai letto, ma è stata la stessa Rogue a fermarlo. Come dice lei stessa, è proprio questa strana rassegnazione; la sente, e non sa cosa le indichi.
soniacristina1989: Buon pomeriggio! Grazie, grazie tante. Alla fine dello scorso capitolo, anche io mi sono mozzata il fiato da sola...
Bobby_Drake: L'aspettavo la tua recensione! Ero davvero curiosa di vedere cosa ne avresti pensato. Io non odio Bobby (anche se non sembra, vero? ^___^) è solo che tutto quello a cui l'ho sottoposto gli si addiceva così bene... E poi non è colpa mia se Logan è più gnocco! ^___^ [Scusa, i diciassette anni ogni tanto si fanno sentire] Comunque l'idea che Bobby sarebbe stato ucciso dal suo stesso figlio mi ha lì per lì scioccata e poi divertita: è forte vedere come galoppa la fantasia... In verità, l'ultima frase era semplicemente per creare sospance e per preannunciarvi un movimento da parte di Wolverine, ecco.

Grazie ancora a voi commentatori, ma anche ai 6 che l'hanno preferita, a uno che la ricorda e ai 7 che la seguono...
Grazie di cuore, a presto!

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XIII

Quando negli ultimi tempi avevo cercato di evitare Logan vi ero riuscita bene, considerato che questa scuola non è così grande come sembra. Ma con Bobby è più difficile, soprattutto perché io e lui condividiamo un bambino che non fa altro che domandarmi dalla mattina alla sera: “Papà ti ha fatto arrabbiare, mamma?”

“No, amore, non preoccuparti” gli rispondo un pomeriggio particolarmente assolato, mentre io e lui, al riparo dal sole di inizio giugno, ce ne stiamo accoccolati sotto una betulla.

È piacevole averlo qui con me senza alunni o insegnati tra i piedi. Me lo posso coccolare e spupazzare come mi pare. Ma evidentemente oggi Charlie, per quanto abbia solo tre anni, ha la testa da un’altra parte.

“E allora perché non sta con noi? Non vuole più? Charlie non va più bene?”

“Oh, amore! Ma come ti vengono in mente queste cose? Papà ti vuole un mondo di bene, cosa vai a pensare! È con la mamma che ha un po’ di problemi”

“Papà ha fatto il cattivo?”

Rido.

“Sì, ha fatto il cattivo. Vuoi andare da lui, ti ci porto?”

Il bimbo fa sì con la testa, così mi alzo. Lo prendo per mano, e insieme iniziamo ad attraversare il prato. Questa stagione, in genere, mi metteva addosso tanta allegria. Ora non sento quasi nulla.

È incredibile come un episodio, un episodio anche mediamente fuori dal normale, possa lasciarti così indifferente. Mi aspettavo di tutto, davvero di tutto, ma non questa calma, quasi questa aria catatonica per la quale Tempesta stessa si è raccomandata. Correndo, mi ha raggiunta a cena quella stessa sera, mentre ero davanti alle porte spalancate del refettorio, indecisa se proseguire.

“Vieni” mi aveva detto. “Mangeremo più tardi”

Il resto della conversazione, per quanto lunga sia stata, non la ricordo granché. Ho in memoria che mi abbia detto qualcosa che riguardava Mystica e il parlare di nuovo con lei, ma credo di averla mandata a quel paese, e per questo ha lasciato perdere. So con certezza che abbiamo parlato di Bobby, ma solo come conseguenza, come quello che avrebbe dovuto essere da allora in poi. Per questo, insieme a lei abbiamo deciso che dovessi essere io a cambiare stanza. Così, con il bambino, sono finita al primo piano.

Non del tutto convinta della mia stessa reazione, raggiungo l’ingresso con Charlie per mano, continuando a pensare alla conversazione di quella sera. Non è una sera tanto distante, ma sembra che siano passati anni.

Oggi è una giornata talmente bella che l’interno della scuola è praticamente vuoto. Sono certa di trovarvi Bobby semplicemente perché prima, passando, l’ho visto intento a correggere dei compiti, chiuso in un’aula del pian terreno.

Ci metto poco a raggiungere quell’aula. La porta è chiusa, così busso.

Dall’interno proviene la sua voce che dà il permesso di entrare. Quando apro la porta, però, lo trovo in compagnia. Lui è in piedi, dietro alla scrivania, lo sguardo furioso. A separarlo da Logan c’è solo la cattedra, che non credo servirà a granché semmai a Logan venisse in mente di aggredirlo; cosa a cui sta pensando, secondo me.

Quando Bobby mi vede, è quasi sollevato.

“Che diavolo sta succedendo?” domando.

Da quello che ho sentito, Tempesta ha espressamente vietato a Logan di avvicinare Bobby in alcun modo. Wolverine aveva accettato, ma forse è più forte di lui.

Logan si gira sorpreso.

“Cosa fai qui?” mi chiede.

“Potrei farti la stessa domanda” dico.

Incrocia le braccia.

“Mi hai interrotto sul più bello” ghigna. “Sei davvero una guastafeste”

“Grazie” dico. “Ma suppongo che tu non abbia dimenticato quello che Tempesta ti ha espressamente vietato di fare, vero?”

“Come se a te dispiacesse”

“Logan, fila! Devo parlare con Bobby”

La faccia di Bobby è, se possibile, ancora più preoccupata.

Logan sposta lo sguardo da me a lui.

Mi faccio da parte e tengo la porta aperta, in attesa che se ne vada. Lentamente, mi raggiunge sulla porta e mi lancia un’occhiata; un’occhiata sola, ma intensa, tanto da non riuscire a decifrarla.

“Dopo devo finire io” mi dice.

“Dopo” ripeto.

Ride, e si richiude la porta alle spalle.

“Cosa ti ha detto?” chiedo, mentre mi preparo a fronteggiare Bobby Drake.

“Nulla di comprensibile” dice.

“Spiritoso. Cosa ti ha detto?”

Lo osservo, ancora così distaccata. C’è ancora tutto, c’è ancora tutto dell’uomo che ho amato. Lo sento, ma allo stesso tempo non riesco a rendermene pienamente conto. È come se il mio cervello e il mio corpo si rifiutassero di provare quello che mi fece tremare ogni fibra vivente la prima volta che lo baciai e tutti quei giorni prima e dopo in cui non avevo desiderato di fare nient’altro.

“Dice che si sta trattenendo dall’aggredirmi solo perché ti ha promesso che non mi avrebbe fatto nulla”

“Prima avrei preferito parlati io, sì” dico. “Solo, forse non è il caso. Charlie voleva passare un po’ di tempo con te. È così una bella giornata, perché non lo porti fuori?”

“Sicura?”

Ma che domanda è?

“Certo, me l’ha chiesto lui. Non mi pesa, so che con te è al sicuro”

Davvero lo so? Ma certo: qualsiasi cosa possa accadere tra noi, per Charlie Bobby ci sarà sempre. Lo so.

Mi volto per andarmene, ma la sua voce mi ferma. Ed eccola di nuovo, nello stesso tempo, questa vecchia sensazione, questo tremito lontano ed opaco, da cui il mio corpo cerca di fuggire. Rabbrividisco.

“Dimmi”

Mi volto lentamente.

“Non…”. Ha lo sguardo basso, e non accenna a guardarmi. “Io… temevo che tu… la tua minaccia…”

“Ero arrabbiata” dico. “Ma non mi giustifica, non avrei mai dovuto. Eri già sotto stress, non sono stata comprensiva. Non l’avrei mai fatto, tu sei suo padre”

Ora mi guarda.

“Tu mi ami?”

Sobbalzo. E questa? Ma se le va a cercare!

Devi pure starci a pensare? Oh, Rogue, sei un caso pietoso!

Sospiro.

“Sì” dico. “Sei il padre di mio figlio, e so che tu a tua volta mi ami. Credimi, non ce l’ho con te. So che se fossi stato totalmente in te non avresti mai allungato le mani. Io ti ho ridotto a questo punto, anche se ti avevo già spiegato che cosa era Logan per me, ma tu non mi ascoltasti quella sera. La colpa non è solo tua”

E tutto questo senza psicologa! Ragazzi, mi faccio i complimenti da sola!

“Quindi?” chiede.

“Possiamo riprovare, ma ti prego: smettila di essere così geloso di Logan, ti assicuro che non è di lui che ti devi preoccupare”

“E di chi allora?”

“Del tuo bambino, a cui dovrai spiegare molte cose”

Ride. Poi si rivolge al bambino.

“Allora, campione? Andiamo a fare una passeggiata, così la mamma si riposa?”

“Sì!” dice Charlie, mentre Bobby lo prende in braccio. “Fuori fuori! Ci sono le maggherite!”

Mentre loro escono dall’aula, mi ritrovo a sorridere. Immediatamente dopo mi ritrovo stretta in un suo abbraccio, il profumo del suo dopobarba a riempirmi le narici dopo tanto tempo. Forse, vedrò sicuramente Bobby molto simile ai miei genitori, ma senza di loro non sarei mai potuta sopravvivere.

Lo stesso vale per Bobby Drake.


_________________________________________________________________


Buon dì!
Scusate il ritardo, ma la scuola lo fa apposta! Torna l'ispirazione e sparisce il tempo per scrivere! Pazzesco! :)
Su questo capitolo ci sono alcune cose che vorrei dire.
Spero per prima cosa che questa riappacificazione tra Bobby e Rogue non sembri troppo forzata. Certo, mi rendo conto che all'inizio del capitolo potrebbe sembrare che lei non abbia alcuna intenzione di fare pace o chiarire, ma le serviva tempo per riflettere e tutto quel che ha detto lo sa e lo pensa.
Ora, si può ufficialmente affermare che la "situazione con Bobby" è quasi risolta, nel senso che ora entrambi si impegneranno per riprovare. Andrà bene tra loro, me lo sento, anche perché Rogue non aveva mai fatto nulla - a mio personalissimo parere - per fare dubitare Bobby del suo amore per lui.

Ci tengo a ringraziarvi, miei cari 5 recensori per le vostre bellissime recensioni.
Ma altrettanto ringrazio chi legge (ho notato solo ora il numero stratosferico di visite), chi segue, chi ricorda e chi preferisce.

lilyblack: Ciao! Persino un capitolo più bello degli altri il precedente? Ma no, in realtà non mi convinceva affatto! Il tema della "pacifica convivenza" è uno di quelli che cerco di far trapelare. Io personalmente non ce la farei a vivere ventiquattro ore su ventiquattro con le solite persone.. :) Ti ringrazio di stare seguendo, davvero!
Lu Ca: Ciao! Ben tornato! No, dài, trattieniti dall'uccidere Bobby. Come farebbe Rogue, poi? :) Grazie delle recensioni!
soniacristina1989: Ciao! Scioccate entrambe, ma visto come ho risolto subito le cose? Mi sa che sono quasi frettolosa io, èh? :) A presto, e grazie ancora per le recensioni!
Bobby_Drake: Ora, io sono piuttosto calma e non è per la parolaccia che me la sono presa, ma per il tuo preoccupante grado di coinvolgimento. Non sono fatti miei, però è una fan fiction. Calmati, e respira! Io non sono Rogue e tu non sei Bobby, per quanto il personaggio possa rispecchiarti e tutto quello che vuoi... Quella di Bobby non è una morte mancata, con quel Bobby morirà intendevo piuttosto Bobby sarà nei guai o si è rovinato con le sue stesse mani ecco! Ma calmati, ragazzo mio, che mi fai preoccupare! Detto questo ti aspetto per il prossinmo capitolo!
serysaku: Ben venuta! Eccoti un nuovo capitolo. Ma, una curiosità, te la sei letta tutta in un colpo la fan fiction? No, perché se sì mi inginocchio e ti imploro di dirmi come caspita hai fatto! :) :)

A presto... ora sono in vacanza (quasi) e per questo spero di riuscire a postare fra due settimane, massimo tre! :)

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XIV

La pioggia mi dà pace, sinceramente. Tempesta si rattrista, la scuola si zittisce, i prati si puliscono e io, invece, mi rilasso. Ore e ore a godermi ogni fibra di quell’odore, così intenso, di erba bagnata; ore sotto la pioggia a sentire l’acqua sul volto.

Con la manica, pulisco il vetro appannato. Mi trovo seduta in biblioteca, ad osservare attenta ogni goccia che scivola dal vetro. Per ora, ne ho contate cinquecentosessantasei.

Qualche ora fa ho avvicinato una sedia e un libro alla finestra, e credo sia da allora che non mi sono più mossa. Il bambino è con Bobby e i ragazzi sono intristiti, rinchiusi in camera o in Sala Relax.

Porto di nuovo gli occhi sul libro: devo almeno finire questo capitolo!

Niente da fare, l’odore e il rumore della pioggia mi catturano di nuovo. Finisco per incantarmi a guardarla, ed è per questo che ho più o meno un infarto quando una voce mi chiama: “Rogue, scusa”

Salto su dalla sedia lasciando cadere il libro a terra, mentre contemporaneamente cerco di respirare e mettere a fuoco la figura snella che mi sta di fronte.

Quando ci riesco, il respiro si blocca di nuovo.

Oggi muoio!

“Amelia!” esclamo.

Sorride.

“Scusa, non volevo spaventarti” dice, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Logan mi ha mandato a cercarti”

Chi l’ha mandata dove?

“Cosa?” domando stupidamente. Quasi spalanco la bocca.

“Logan…”

“Ho sentito” dico, aggressiva. “Ma perché ti ha mandata? Perché non è venuto lui?”

“Non saprei” dice scrollando le spalle. “Mi ha semplicemente detto dove trovarti; ero con Peter e Pyro…”

Sbuffo e scuoto la testa. Amelia si interrompe e mi guarda fisso.

“Qualche problema?” chiede.

“Sì, in verità. Proprio col tuo fidanzato”

“Bèh, rassegnati. Gli altri sono molto contenti di averlo qui”

“Gli altri sono contenti delle informazioni che ci dà” dico. “Non gli importa nulla di lui”

In verità, non mi dà sui nervi il fatto che Pyro sia qui o che lui e la nostra sgualdrina stiano insieme. Non sono affari miei, e finché non mi romperanno le scatole potranno fare quel che vogliono. Quello che mi disturba è la loro armonia, la loro leggerezza. Quando sono insieme, sembra che tutta la scuola si illumini.

Come sei esagerata!

No, invece! Potrebbe sembrare, ma non esagero. Io sto cercando di ricostruire un rapporto, ma mi manca da morire quel senso di armonia, quando hai voglia di un bacio e puntualmente arriva; ho represso per anni ogni sorta di emozione negativa, convincendomi che andava tutto bene.

Ora, razionalmente, una relazione non si dovrebbe basare sul sesso. Voglio dire, se davvero ci si ama, si dovrebbe sopravvivere senza. Ma, ancora, forse è diverso: io ho un impedimento genetico; Bobby ha un impedimento morale. Vedere quei due che si strusciano e si baciano ad ogni sorta di minuto, mi fa infuriare. E non credo ci faccia bene.

Ed è per questo che appena li vedo mi innervosisco. Ed è per questo che ora sono autorizzata a trattarla di merda.

Inviperita, incrocia le braccia.

“Non so quale sia il tuo problema, ma vedi di tacere” dice. “Wolverine ti aspetta. Ti muovi o no?”

“Io taccio quando mi pare”

La sorpasso velocemente ed esco dalla biblioteca con il libro in mano. Ho dimenticato di chiedere ad Amelia dove posso trovare Logan, ma non fa nulla. Vorrà dire che girerò per l’intera scuola: da qualche parte sarà.

“Rogue!”

Oggi sono ricercata!

Mi fermo e mi volto. Questa è Tempesta.

“Ciao” la saluto.

“Ciao, tesoro. Tutto bene?”

“Certo, sto cercando Logan” dico. “Mi hanno detto che mi voleva”

“Sì” annuisce, “è nel mio ufficio. Insieme a Mystica e Bobby”

“E Charlie?”

“E’ con Kitty, non preoccuparti”

Annuisco.

“Vieni con me?” domando.

“Sì, c’è una cosa che io e Wolverine volevamo proporvi”

“Proporci?”

Fa segno di sì con la testa.

Io ho un brutto presentimento.






Entriamo nel suo ufficio pochissimi secondi dopo. È pieno e silenzioso.

Bobby alza lo sguardo e mi fa un cenno di saluto.

Logan alza lo sguardo e ci guarda sorpreso.

Mystica alza lo sguardo e guarda tutti come fossimo dei poveri deficienti.

“Bene, eccoci” esordisce Tempesta.

“Eccoci” ripete Mystica. “Evviva”

“Piantala” si lagna Bobby. “Sei pesante! Hai accettato, no? Nessuno ti ha costretta!”

“Bla, bla, bla”

Bobby apre la bocca per rispondere, ma Tempesta alza le mani e lui tace.

“Per favore” implora. “Per favore! Siete i migliori che abbiamo, ma bisogna che siate compatti per questa cosa! E ti avevo pregato, Wolverine, di non accennargliela prima del mio arrivo!”

“Ops, devo essermelo dimenticato!”

Logan ride, ma Tempesta ha assunto uno sguardo omicida che a me sinceramente mette i brividi.

“Immagino che voi già lo sappiate, allora” dice, rivolta a Mystica e Bobby. “Siete tutti d’accordo?”

“Lavorare con voi è un vero suicidio” dice Mystica. “Ma siete fortunati che io non abbia nient’altro da fare”

“Sì” dico, “ma che cosa dovremmo fare?”

“Solo una piccola missione” dice Tempesta. “Così, per stare tranquilli”

La fisso in silenzio per un minuto buono. Non sta scherzando, ma perché ha chiamato me?

“Perché hai chiamato me?”

“Perché? Bèh, perché vorrei che tu venissi con noi”

“Io?”

“Sì, proprio tu. Ti sembra così strano?”

“Abbastanza, sì; non so in che modo la mia presenza possa risultare utile”

“Se è per questo, nemmeno io”

Mi volto verso Mystica e la squadro da capo a piedi. Ride.

“La tua presenza ci sarà di enorme aiuto. Sia per pilotare il jet, sia all’interno della sua base” dice Tempesta. ignorando Mystica.

“E come sappiamo dov’è la sua base?”

Ororo ridacchia.

“Diciamo che Amelia ha lavorato per noi”

“Il sesso apre infinite porte” sospira Mystica.

“Su questo mi trovi d’accordo” dice Tempesta. “Incredibile!”

“Io non ho ancora detto sì” dico.

Tempesta mi guarda.

“Nessuno ti costringe” dice. “Ma saresti di aiuto”

“E come? Che diavolo posso fare? Non puoi davvero chiedermelo! Non ho mai lasciato mio figlio tanto a lungo, e nemmeno Bobby sarà qui”

“Rimarrà Kitty con lui” dice Tempesta.

Si vede che non ha figli!

“Ti sta dicendo che ha paura” interviene Mystica. Si alza e mi si avvicina. “Lascia perdere” continua, “non ne abbiamo bisogno”

“Mystica, per cortesia. Io voglio che lei venga”

“Ma mio figlio…”

“Lo rivedrai. Te lo giuro. Fosse l’ultima cosa che faccio, tu lo rivedrai e sopravvivrai”

Spiegatemi, adesso, come faccio a non credergli. Come faccio a non voltarmi e a guardarlo. Come faccio a mascherare la tachicardia. Come a nascondere le lacrime e a domandarmi perché non sia stato Bobby a promettere questo…

“D'accordo” dico. “Ma di' a Kitty di non lasciarlo solo. Quando partiamo?”

“Domani, sul presto. Svegli alle quattro, temo. Ma Rogue, non preoccuparti: non abbiamo in programma scontri fatali; andiamo e torniamo”

Ora guardo Bobby. Non è tranquillo, e so che lui sta pensando la stessa cosa: che cosa accadrebbe se non lo facessimo?




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Buona sera!
E' tardissimo (23:15) ma non ho intenzione di dormire, perciò ho deciso di aggiornare, così per domani sarò a posto. ^___^
Scusate per l'attesa. Anche se non è molta, c'è stata...
E scusate inoltre per questo corto, orribile, insignificante e di passaggio capitolo. Temo di non essere in grado di gestire più situazioni insieme, e per questo ne affronto sempre una per volta, annoiando a volte. Prima Bobby e ora la Confraternita. Ho voluto dare spazio alla Rogue madre.

La scuola è terminata, e anche se sembrerebbe il contrario, in estate non ho mai molta voglia di scrivere; scusate, in realtà quel che mi manca è la costanza. Ma è la prima volta che sto portando avanti una storia seria, e mi impegnerò per proseguirla.
Una domandina: non per farmi i fatti vostri, ma siccome luglio e agosto sono mesi di vacanza, sospendo la pubblciazione in vostra attesa (io odio andare in vacanza!) o proseguo indisturbata senza i miei lettori? Che dilemma! :)
Ora, dopo avervi stremati, passiamo alle recensioni.

Lu Ca: Ciao! Eccomi, me la sono presa un po' di vacanza! ^_^ Ti è piaciuto il capitolo? Meno male! A me non tanto... Ci vediamo al prossimo capitolo direi! PS Pensi ancora di uccidere Bobby?
soniacristina1989: Ciao! Ben tornata! Sei confusa? Bè, io in questi ultimi capitoli ho lasciato un po' andare il rapporto Rogue/Logan, anche se è il fulcro della reazione di Bobby e di quella di Rogue. Spero di chiarire presto le tue idee così come le mie. ^_^
Bobby_Drake: Ciao! Sì, d'accordo, ti ho lasciato in sospeso con quella frase un po' troppo "seria" (passami il termine), ma Bobby è vivo e vegeto e sopravvisuto alla sua fidanzata e Logan. Scusa, forse non mi ero resa conto che il coinvolgimento potesse essere positivo, nel senso che non immaginavo che ciò che scrivevo potesse essere così coinvolgente... scusa, non capivo! Perdon! Grazie della recensione, e vedrai che le cose con Bobby andranno meglio, passate alcune sue mancanze.

Bè, io vi saluto e vi auguro una buona estate!

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Capitolo 15
*** Capitolo XV ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XV

In teoria, per essere un bravo soldato che si prepara a una buona missione, l’unica regola che amo seguire è quella di dormire quando è necessario. Ma ora, alle due del mattino, mi trovo seduta accanto alla culla di mio figlio, incapace di muovermi e smettere di guardarlo.

Sono tornata da qualche settimana nella nostra stanza, ma ora vorrei scappare da qui di nuovo, vorrei non sentirmi così. Dovrei essere concentrata, determinata a non fallire, per portare così la pelle a casa e non deludere nessuno. Non so che cosa si aspettino da me, ma di sicuro ora come ora non sono in grado di darglielo.

Dovrei cercare di dormire, davvero, ma non ho nessuna possibilità di assopirmi adesso.

Qualcuno apre la porta, e un piccolo spiraglio di luce illumina la stanza semibuia.

“Tieni”

Dal tono della voce, capsico che Bobby è teso quanto me. Mi porge una tazza, stracolma di camomilla. Sa che odio la camomilla.

“Grazie, anche se avrei preferito del caffè” puntualizzo, mentre prendo la tazza e aspetto che Bobby si segga accanto a me.

“Ma non ti avrebbe fatto bene, lo sappiamo. Va’ a stenderti, ti servirà”

“Anche tu dovresti"

Sorride.

“Io posso permettermi di non dormire. Lo so che tu sei stanca, invece. E per oggi i riflessi devi averli ben freschi”

“Sto bene”

“No, come non sto bene io. Ma prima o poi avremmo dovuto lasciarlo. Se non fosse capitato per una missione, avrebbe potuto essere per un’altra cosa”

“Ma qui c’è in gioco la nostra vita”

“Tempesta ha detto che non è così, che si va e si torna, senza alcuno scontro. Dobbiamo solo carpire informazioni e tenere sotto controllo i suoi movimenti”

Solo, certo! Scusa se questo mi sembra solo leggermente un suicidio. Magneto ha notato che Pyro non ha più fatto ritorno, si sarà insospettito”

“Magneto aveva mandato Pyro con l’intenzione di spiarci”

Mi blocco.

“Davvero? Non lo sapevo”

“Pyro poi ha deciso per conto suo, ma questo era il piano originario”

Sbuffo e bevo un sorso di camomilla.

“Non cambia che sono incerta sul da farsi. Perché non prendono con loro Kurt? Hanno maggiori possibilità con un teleporta, io non ho poteri attivi. Cosa faccio, rimango attaccata ad uno di quegli scagnozzi finché non muore?”

“Non sai fare solo questo, e lo sappiamo tutti e due. Sei in grado di assorbire i loro poteri, no?”

Lo guardo malissimo. Lui sorride, appoggia la tazza ai suoi piedi e mi prende il volto tra le mani ben protette. Non lo sentivo così vicino a me da tempo.

“Combatti e ritorna qua per tuo figlio. Io farò lo stesso. Questa è la motivazione più forte che ti può spingere a sopravvivere”

E poi mi bacia. Delicatamente quanto velocemente è rientrato in possesso di quell’antica capacità che era in grado di farmi dimenticare di tutto, di ogni cosa. E io lo amerò in eterno, per questo.






Un bussare forte alla porta ci fa sobbalzare.

Bobby si alza in piedi e fronteggia Tempesta, che con un piccolo cenno del capo ci fa capire che è ora.

Mi volto e osservo mio figlio ancora per qualche istante.

Se solo avessi potuto offrirti qualcosa di meglio!

Charlie non meritava questo, una vita intera rinchiuso qui dentro. La mia maledizione è diventata anche la sua.

Il suo potere, poco dopo la sua nascita, sembrava così simile al mio; crescendo poi lui ha sviluppato la possibilità di controllare a piacimento la sua capacità. Toccando le persone, riesce a rubare loro l’acqua contenuta nel corpo, e ha una potenza tale che pochi minuti sono sufficienti a far morire di disidratazione un uomo adulto. Mio figlio è potente, ma maledetto come tutti noi.

“Andiamo”

Tempesta mi prende per un braccio e mi guida fuori. Cede poi il passo a Kitty, che entra nella nostra stanza e si chiude la porta alle spalle.

“Questa è costrizione!” esclamo.

“Hai accettato” dice calma Ororo, mentre scendiamo insieme verso i livelli sotterranei. La scuola è silenziosa, e mi domando se gli studenti più anziani siano informati di questa storia.

“No, io… Il bambino! Per carità, il mio bambino!”

“Torneremo. Ti ripeto per l’ennesima volta che non è nulla di pericoloso”

“Stiamo per entrare nel covo di Magneto. Certo che è pericoloso! Come potrebbe non esserlo?”

“Dobbiamo soltanto cercare delle cose”

“Ah, certo! E sei convinta che i suoi scagnozzi saranno molto comprensivi e ci lasceranno cercare come se niente fosse, èh? Poi magari ci daranno anche una mano se non troviamo quel che ci serve! Smettila, è pericoloso come ogni missione!”

Si ferma e mi osserva.

“Tu ci servi” dice, “e sei un X-Men. Questo basta perché io abbia l’autorità per costringerti a fare ciò che è più utile alla squadra. Baderai alla tua incolumità, che come ti ho già detto non è in pericolo”

Chiudo gli occhi. Sospiro e tremo.

“Ok” dico. “Ok”

Proseguiamo quindi in silenzio per il resto del tragitto. Quando usciamo dall’ascensore, li troviamo già tutti lì, alcuni con le abituali uniformi e altri – come Mystica e Pyro, la cui partecipazione mi era ignota fino a qualche momento fa – completamente annoiati e imperturbabili.

“Siete tutti pronti?” domanda Tempesta.

Quattro cenni rigidi del capo le danno l’ok. Io non mi prendo nemmeno la briga di annuire.

Non è giusto: tutti loro hanno già combattuto in passato; questa è la mia prima missione, e per giunta anche la prima volta che lascio mio figlio per più di qualche ora.

In ogni caso, seguo tutti loro verso il jet. Con gesti meccanici, mi metto al volante al fianco di Tempesta mentre tutti gli altri prendono posto dietro di noi. Insieme controlliamo le coordinate e lascio che Tempesta faccia decollare il reattore.

Durante il volo, nessuno parla. Osservo le silenziose città che ci passano sotto. Presto poi ci ritroviamo in aperta campagna. L’ultima volta, Magneto non aveva un covo, ma solo una grande foresta. Da quel che ho sentito, invece, la sua base è molto più a nord di quanto immaginassi, e ci vogliono ore a raggiungerla.






“Ecco, ci siamo!”

La voce di Pyro mi fa sobbalzare; avrei giurato di essermi assopita.

“Abbassati ora” dice rivolto a Tempesta. “Dovresti scorgere un edificio di metallo simile a un deposito. In realtà è piuttosto grande, ma di giorno si confonde facilmente con la vegetazione”

“E di notte non migliora” completa Wolverine. “Io non vedo nulla”

“Aspetta” dice Tempesta. “Mi abbasso ancora”

“Eccolo” dice la voce annoiata di Mystica. “Che albergo a cinque stelle. Ed è interamente di metallo. È un suicidio”

“Parli tu!” esclama Bobby. “Al massimo ti offrirà un posto nella sua cerchia di svitati. Ma di certo non ti ucciderà”

“Una volta che avrò rifiutato la sua offerta per non so ancora quale ragione, credo che lo farà”

“Non atterrare troppo vicino” dice Pyro.

“No, va là?” dico. “Io avevo intenzione persino di annunciare la nostra presenza con l’altoparlante!”

“Come sei simpatica” dice Pyro.

“Lo so”

Tempesta atterra e spegne immediatamente i motori, facendo sprofondare il luogo nell’oscurità. Ho avuto giusto pochi secondi per dare un’occhiata. Ma è un posto selvaggio, vuoto, a parte quel deposito tanto grande quanto la vecchia base di Alkali Lake in cui Striker aveva il suo nascondiglio.

Tempesta abbassa la rampa e fa un lungo respiro.

Tutti scendono lentamente; Wolverine mi cede il passo, ma prima che io possa scendere dal jet, mi prende per un braccio e mi costringe a restare indietro insieme a lui.




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Buona sera!
Come sono stata brava! Ho aggiornato un po' prima del previsto! Sono molto contenta ^_^ *Purepura si applaude da sola*
Comunque, so a cosa state pensado: e questo capitolo piatto e totalmente privo di eventi perché l'ha pubblicato? Eh ma no, ma no, il capitolo ha un suo scopo: ossia, quello di cercare di introdurre la fan fiction in un'atmosfera più cupa, più oscura. E volevo ribadire ancora una volta le paure di Rogue, che mi sa che sono risultate un po' eccessive.

Rogue e Logan, alla fine del capitolo, soli nel jet, non vi incuriosiscono? A me sì... E posso anche immaginare la faccia di Bobby_Drake, un misto tra l'esasperato, il furioso e l'incredulo.
Io, il prossimo capitolo, l'ho già finito! :P

Lu Ca: Ciao! Già, portare in missione Rogue non è che sia proprio pericoloso, è solo improvviso, per lei. So che in questo capitolo non è sucesso praticamente niente, ma aspetta il prossimo, perché sarà più... problematico, ecco! Sì, problematico. Ah, aspetta a scatenare Crow (giusto?) contro Bobby... Temo che lo ammazzerebbe di sicuro e poi chi la sente Tempesta? ^_^
soniacristina1989: Ciao! Ben tornata! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Se dici che non hai intenzione di andare via, quasi quasi continuo ad aggiornare anche se toccherà a me partire forse [:'(] costretta. Perché non posso esserre maggiorenne e fare quello che mi pare? Uffa! Coooomunque, se parto o lo scrivo nella presnetazione della storia o lo si capirà dalla mia presunta sparizione dopo settimane da che non aggiornerò. :) Spero di esserci, però. Buone ferie, a presto!
Bobby_Drake: Sì, stai diventando davvero bravo nella telepatia! Ci hai azzeccato! Logan è stato melodrammatico perché doveva abbassarsi al livello melodrammatico di Rogue. E' lei che fa di tutta l'erba un fascio, adesso. Ma se io dovessi lasciare mio figlio.... Non ho mai visto i cartoni, né ho mai letto i fumetti, e credo di essermi persa qualcosa di molto piacevole. A presto! ^_^

~

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XVI

Per molto tempo, da quando lo incontrai, non avevo desiderato altro che posare le mie labbra sulle sue. Per molto tempo c’era stata Jean Grey, e io avevo cercato di assopire ogni sensazione da quando avevo incontrato Bobby. Non vi ero mai riuscita come si deve, e ancora meno in questi ultimi mesi, dopo cinque anni passati in sua assenza.

Adesso lo sento vicino, tanto vicino, e non posso fare a meno di risentire ogni cosa, di sentire caldo e quasi un senso di rassicurazione. Mi dimentico persino, per qualche istante, dove ci troviamo e cosa stiamo per fare.

Io amo Bobby; Dio solo sa quanto amo Bobby.

Ma ora non desidero altro che sentire Logan vicino, ancora più vicino.

“Stai bene, Ragazzina?”

“Andiamo, mi prenderò cura io di te”*

“Sì, tutto bene”

“Me lo prometti?”*

Mi osserva attentamente. Sorride, ma continua a tenermi per un braccio.

“Sì. Sì, te lo prometto”*

“Non saresti dovuta venire, se non ne fossi stata sicura”

“A quanto pare non c’era scelta”

Si avvicina. Un passo dopo l’altro, è sempre più vicino.

Qualche volta, i desideri si avverano.

“Resta calma, e fredda. Più ti agiti, meno di concentri”

E qualche volta, i desideri ci sfiorano, ma non ci permettono di assaporarli, perché anche loro sanno che non sono giusti.

Vede il terrore sul mio volto. Glielo leggo negli occhi.

“Ho promesso, ricordi?”

Annuisco.

“Quindi non devi avere paura”

Annuisco di nuovo.

Impercettibilmente, mi sfiora la fronte con un bacio. Poi, mi prende per mano, mi fa voltare e mi trascina con sé giù dalla rampa, davanti alla quale gli altri ci stanno aspettando. Mi lascia andare subito, non appena Bobby mi si avvicina.

“Che cosa è successo?” mi domanda.

“Che cosa ti avevo chiesto di smettere di fare?” gli chiedo a mia volta.

“Non sono geloso!”

“Sì, e io sono Napoleone! Non è successo nulla, mi ha solo chiesto se stavo bene”

Arriccia le labbra, ricordandomi in maniera palpabile il bambino.

“Scusate, miei cari amanti, possiamo rimandare la discussione a più tardi?” domanda Mystica. Mi volto: ci stanno fissando tutti, in attesa che finiamo di parlare.

“Scusate” dico. “Siamo ponti”

Pyro annuisce, e ci precede verso l’ingresso della base. Dopo qualche minuto di cammino, poi, capsico che si tratta di un ingresso laterale.

“C’è un codice di accesso” dice. “Siete fortunati. Come avreste fatto senza di me?”

“Come sempre” dice Bobby. “Così ci rovini il lavoro”

Mystica ridacchia.

Poco dopo, siamo all’interno di quel che sembra un lunghissimo corridoio, stretto e, una volta chiusa la porta dietro di noi, buio.

“Non vedo nulla” dico.

“Sssst, potrebbero essere ovunque” mi rimprovera Pyro.

“Oh, bene, ma io non vedo nulla, quindi…”

Sento un braccio che mi afferra alla mia sinistra; sobbalzo.

“Chi caspita è?”

“Cappuccetto Rosso” dice la voce sarcastica di Mystica. “Adesso taci, e seguimi”

Sbuffo, ma continuo a camminare, ora aggrappata al braccio di Mystica che spero mi impedirà di andare a schiantarmi da qualche parte. Per lunghi minuti, l’unico suono è solo quello dei nostri passi, che quasi a ritmo simultaneo proseguono nel buio.

Quando inizio a convincermi che questo corridoio non ha fine, vedo una luce in lontananza, e poco dopo ci ritroviamo in una vasta sala circolare dalle pareti metalliche; la luce proviene da una piccola finestra in alto. Chiudo gli occhi per un istante, e quando li riapro mi accorgo che Mystica mi ha lasciato il polso e si aggira per la stanza, seguita a ruota da Bobby.

Anch’io mi do un’occhiata intorno: la stanza sembra vuota e in apparenza del tutto innocente.

Pyro si avvia con sicurezza verso una fetta di muro alla mia sinistra.

“Hai deciso di suicidarti a forza di testate?” domando.

“Di nuovo una battuta spiritosissima, Rogue, davvero! Veramente, questa è una porta. Guarda!” E così dicendo fa scorrere il pannello, che lascia intravedere un altro lungo, buio e infinito corridoio.

“Sono stufa di questi corridoi” dico. “Si può sapere dove è Magneto?”

“Molto all’interno” dice Pyro. “Si è nascosto bene. Noi siamo appena all’esterno, nel primo strato”

“Perfetto” dico, sarcastica. “E questi corridoi ci condurranno all’interno? E tu perché sei con noi, adesso? Se riuscissimo ad uccidere Magneto, la colpa sarebbe anche tua, e tu non eri dalla sua parte qualche giorno fa?”

“Sì. Per mia convenienza. Lo sono ancora, e il giorno in cui voi riuscirete ad uccidere Magneto, sarà il giorno in cui mi inietterò la cura di mia spontanea volontà”

“La cura non ha funzionato. Ha esaurito il suo effetto” dice Tempesta, scoccandomi un’occhiata che gelo subito con la mia ancora peggiore.

“Davvero?”

Ora è Pyro che mi fissa.

“Certo” dico, cercando di mantenere un tono totalmente indifferente. “Perché? Credevi che sarei venuta qui se non avessi avuto un qualche tipo di potere?”

“Il tuo moroso non ti ha picchiato qualche settimana fa?”

“E a Magneto non sono tornati i poteri qualche anno fa?”

“Lui ha trovato una cura”

“Una cura contro la cura?” domanda stupidamente Mystica. “Forte!”

Fisso Mystica malissimo, e lei ha la decenza di tacere.

“Ha trovato che cosa?” chiede Tempesta.

“Una cura. Un vaccino a quella sottospecie di schifezza”

“Ma la mia… la mia dose… i miei poteri sono tornati” farfuglio.

“Questo non so spiegarlo. Io so che a lui era rimasta una leggera traccia dei poteri, e dopo qualche anno riuscì a perfezionare – con gli aiuti giusti – la cura per la ‘cura’ degli homo sapiens”

“E che cos’è?” chiede Tempesta. “Un vaccino? Un qualcosa che deve prendere periodicamente?”

Lui la guarda come fosse una povera ritardata.

“No. L’ha presa, e adesso ha i suoi poteri come prima”

“E quindi la cura avrebbe potuto essere definitiva se lui non avesse preso quella roba?” chiedo. “Per lui era definitiva?”

“Suppongo di sì, visto che ha dovuto curarsi” dice Pyro, totalmente indifferente alla mia espressione scioccata.

“Ma allora… che cosa vuol dire?” chiedo, voltandomi deliberatamente verso Ororo, che alza le spalle e squadra Mystica con altrettanta perplessità.

Lei ride.

“Non è che per caso tu hai preso qualcosa e poi l’hai completamente rimosso?” domanda, nemmeno lei così convinta.

“Scusami, ma ti pare che se avessi avuto la possibilità di avere una cura permanente l’avrei guastata iniettandomi una cura contro la mia salvezza nei rapporti sociali?”

“No” asserisce Mystica, “in effetti proprio tu no. Bèh, allora non so spiegarlo”

“Ma come no! Come è possibile che per Magneto questa cosa fosse definitiva e per me no? Che cazzo, la genetica è genetica, le reazioni sono reazioni per tutti. Non c’è niente di soggettivo in questo!”

“Bèh” mi corregge Tempesta, “hai presente quando da piccoli ti fanno il vaccino? A qualche bambino viene la febbre, a qualche altro magari del vomito con la febbre, e qualche altro ancora sta benissimo, invece. Non è un po’ la stessa cosa? Ognuno può avere reazioni a sé, il vaccino è – per quanto riguarda le reazioni che ogni individuo ha – soggettivo. Forse è successo questo, no? Magneto non ha reagito, e il tuo organismo sì, eliminandolo o non so che altro, ma facendo in modo che il suo effetto finisse”

Un secondo di silenzio segue la spiegazione di ‘Ro. I miei neuroni sono all’opera, per cercare una pecca o una logicità nelle sue parole: d’accordo, non fa quasi una grinza!

“E allora se Magneto è riuscito a creare una cura per la cura degli umani, io non posso creare l’ennesima cura degli umani. Mi spiego, ho capito dalle vostre facce che vi siete persi” dico, quando noto la perplessità su ogni singolo volto. “Semplicemente, non posso ricreare la cura e sperare che questa volta il mio organismo non la rigetti o non la sconfigga? Qualche anno fa, ho letto sui giornali che le scorte di cura erano terminate e che ci sarebbe voluto molto per ricrearla, ma si potrebbe riprovare dato che il Governo non sembra intenzionato a muoversi?”

“Si potrebbe provare, in effetti” dice Tempesta. “L’unico problema è che nessuno qui è uno scienziato con anni e anni di esperienza alle spalle”

“Oh, ma Kurt e Hank potrebbero… Uffa, si potrebbe tentare? Se avessimo le conoscenze adatte si potrebbe tentare?”

“Sì, così sì”

“Bèh, allora basta che tocchi qualche scienziato e siamo a posto” interviene Pyro ridendo.

Io mi volto verso di lui, e il primo a intercettare la mia faccia è proprio lui.

“No, non penserai di farlo! Pyro stava scherzando. Non puoi, è rischioso e… non eravamo qui per cercare Magneto?” continua, cercando con lo sguardo l’appoggio degli altri.

Non l’ho mai visto così in difficoltà.

“Logan ha ragione, Rogue. Questo non è il momento”

“Non ho mai detto che volevo farlo adesso. Anzi, in verità io non ho mai detto che ho intenzione di farlo, ma era quello a cui stavo pensando quando Pyro l’ha detto a voce alta”

“Quindi se tu mai farai una cazzata saprò con chi prendermela” dice Logan, sorridendo in maniera quanto meno diabolica a Pyro.

“Sì, tu provaci e ti spacco il culo!”

“Oh, ragazzi! Stavate andando così bene! Forza, proseguiamo” ci incita Tempesta. “Quando avremmo finito, esigo però che tu Rogue parli con me”

“Ho scelta?” chiedo.

“No”

“Perfetto!” e sbuffando seguo gli altri dentro l’ennesimo lungo, infinito e buio corridoio.

Però non sarebbe una cattiva idea!




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Salve, buon tardo pomeriggio! :)
Ho appena litigato con le mia amiche, perciò probabilmente non è il momento migliore per aggiornare, ma tanto il capitolo era già scritto e il mio umore non è così importante…

Questo capitolo è, lo ammetto, esageratamente ricco di eventi, forse addirittura forzato. In poche parole: non mi piace. Non fila niente del discorso di Rogue sulla cura, niente… Si vede lontano un miglio che la mia intenzione era quella di far sorgere un altro problema e un’altra questione, visto che ancora non ne avevo abbastanza, ma spero di poter sfruttare questa storia per altro, chissà… ma così mi è venuto e di meglio non sono riuscita a fare. Sorry :)

*Queste frasi, che Rogue ricorda, sono tratte dal primo film, nella scena di loro sul treno.


Non ho altro da dire, direi, se non che nel prossimo capitolo si capirà che cosa devono fare lì dentro.

Si può passare alle vostre recensioni, allora:
Bobby_Drake: Ciao! Bèh, eccoti servito. E non credo nemmeno tu sia rimasto così deluso nel sapere che non hanno fatto un bel niente sul jet. :) Ma che capitolo ho scritto? Non succede niente. Aiuto! Forse dovrei prendermi un periodo sabbatico da questa fiction, e dedicarmi ad altro per un po’… vedremo. Grazie per la recensione, davvero!
Lu Ca: Ciao! Se il capitolo prima era piatto, questo cos’è? Oh mamma! Non so più scrivere. Non so che dirti, se non che ho già scritto il prossimo, e devo ammettere che non mi dispiace, ma non so. Non so proprio. Comunque in vacanza pensavamo di andare in Liguria o in Abruzzo. Posti belli, anche se i soldi sono sempre un’incognita! :)



Vi va uno spoiler del prossimo capitolo? Sì, decido io per voi: vi va! ^^





> Nell’istante in cui Pyro accende l’accendino, e il fuoco illumina l’intero tunnel, penso a due cose in un colpo solo: la prima è che non ho chiesto, in questi pochi minuti, a Mystica che genere di piano avesse in mente; e la seconda è che non ho mai detto a Logan quanto l’abbia amato.<

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XVII

Io mi ero aspettata una base un po’ più attiva, frenetica, e invece stiamo camminando da ore senza incontrare nessun tipo di ostacolo o persona di guardia. Che strano: tutto ciò dovrebbe rallegrarmi, e invece sono ancora più tesa. Se avessimo già combattuto o scaricato la tensione in qualsiasi altro modo, avrei potuto stare in guardia o avere già un’idea di cosa aspettarmi. Ma ora…

“Fermi”

Improvvisamente il braccio di Mystica mi trattiene dal proseguire. È stata lei a parlare, e ora ha gli occhi puntati all’altra estremità del corridoio.

“Ascoltate” sussurra.

Mi concentro, e immediatamente odo voci e passi che si dirigono verso di noi. Istintivamente faccio un passo indietro e urto contro Bobby.

“Dobbiamo andarcene” dico, improvvisamente spaventata.

“No, dobbiamo proseguire. Ormai siamo qui” mi contraddice Mystica, tenendomi ancora più stretto il polso.

“Stanno venendo dritti verso di noi”

“E tu per cosa hai studiato tutti questi anni? Per invitarli a prendere il tè?” mi domanda, fissandomi nell’oscurità.

“No, certo che no” dico, quasi piangendo. “Ma siamo in minoranza, e non ci volevo nemmeno venire qui io. E in più è tutto buio”

“Pyro, quando te lo dico io, accendi” ordina Mystica che, tirandomi per un braccio, mi fa spostare alla mia destra. Sento che mi fa appoggiare al muro. “E tu, Rogue, vedi di svegliarti, perché io non ho intenzione di pararti le spalle”

“Perché accendere?” ritento. “Possiamo semplicemente passargli accanto silenziosi”

“Ce n’è una, là in mezzo, che ha la capacità di percepire i mutanti e i loro poteri. Non escludo che non ci abbia già beccati”

“Ma Tempesta non aveva detto ‘si va e si torna senza scontri’? E adesso mi vieni a dire che devo ammazzare della gente?”

“Non ti ho mai detto che devi ammazzarli, devi solo cercare di non moire tu” mi dice Mystica. “Non credo che tuo figlio sarebbe molto felice di rimanere orfano, no?”

Riporto lo sguardo terrificato su quella gente. Posso scorgere le loro ombre avvicinarsi. Sono ancora lontani – più di venti metri di sicuro – ma li sento già addosso… non posso perdere o tirarmi indietro, perciò è meglio che mi dia subito una svegliata.

“Quelli ti ammazzeranno, vedi di uscirne” mi sussurra all’orecchio Bobby, “ti supplico”

“Avevate detto che non ci sarebbe stato alcuno scontro” ansimo.

“Càpita” dice Pyro, totalmente indifferente.

“Fottiti” lo freddo.

“Oh, ma da solo non c’è gusto” si lagna.

“Che doppio senso del cazzo, non sai fare di meglio?” chiedo.

“Più tardi mi farai vedere, allora”

“Sei pronto, Pyro?”

“Ma certo, amichetta viola!”

“Al mo otto”

Al mio otto? Non era al mio tre di solito?”

Mystica si gira a fissarlo. Ha uno sguardo che dice: più tardi ti ammazzo, e mi chiedo perciò come Pyro trovi ancora il fegato di ghignare.

“Uno, due…”

Oh cazzo!

“Tre, quattro…”

Oh cazzo, sapevo che non sarei mai dovuta venire!

“Cinque, sei…”

Ti prego, fa’ che almeno Bobby sopravviva…

“Sette, otto!”

Nell’istante in cui Pyro accende l’accendino, e il fuoco illumina l’intero tunnel, penso a due cose in un colpo solo: la prima è che non ho chiesto, in questi pochi minuti, a Mystica che genere di piano avesse in mente; e la seconda è che non ho mai detto a Logan quanto l’abbia amato.

Ma se sopravvivo a questo, sarà la prima cosa che farò.

Improvvisamente, quando riporto l’attenzione e i riflessi sulla realtà, mi ritrovo a percepire tutto molto velocemente e a reagire altrettanto prontamente. Tempesta la chiamava adrenalina, ma non credo che questa sia normale adrenalina.

La prima cosa che vedo, mentre Mystica si muove in avanti verso il gruppo composto da una quindicina di persone, è due di queste ultime cadere a terra coprendosi il viso. Il fuoco dà loro fastidio, ma credo che non li abbiamo colti abbastanza di sorpresa. Come aveva detto Mystica, già sapevano che eravamo qui.

“Muoviti, Ragazzina!” urla Logan.

Ma non ce ne sarebbe stato bisogno. Mi abbasso velocemente, schivando un corpo solido che non sono riuscita a distinguere. Veloce il tipo che ha provato a colpirmi riprova, e sono quindi costretta a gettarmi a terra; ma il tipo non molla, e inizia a gettarmi addosso a raffica quelli che sembrano sassolini, di quelli piccoli: è ghiaia, e posso giurare che sia ardente. Qualcosa mi colpisce, ma appoggiando il peso sulle braccia salto in piedi e rotolo.

Cristo santo, non c’è neanche una parete dietro cui nascondersi!

Mi guardo intorno, continuando a muovermi, ignorando i tagli e cercando di ragionare.

Più velocemente che posso, mi butto a terra scivolando verso il mutante. Togliendomi i guanti in tutta fretta – perché diavolo non l’ho fatto prima! – gli avvolgo una caviglia con la mano. L’effetto è immediato, e posso così prendere la mira e divertirmi, mirando a uno di quei due a terra che si sta rialzando, e poi al tipo tutto muscoli che ce l’ha con Bobby. Lui si guarda attorno, e quanto mi individua, impegnata ad esplorare la situazione, annuisce compiaciuto. Dopodiché si ributta nella mischia, e io ho giusto un attimo di tempo per riportare alla mia mente l’obbiettivo di questa missione, di ricordare quello che Tempesta ci ha detto appena ha finito di convincermi a partecipare, ieri nel suo ufficio:

“Pyro ci ha rivelato che Magneto ha con sé, all’interno dell’edifico, area est piano due, documenti significativi sui piani del Governo a favore dei mutanti. Magneto ha intenzione di depistarli, e siccome lui per il Governo ora è privo di poteri, la colpa ricadrà sicuramente su di noi – noi comunità di mutanti, cioè – e di nuovo si arriverà a uno scontro. Pensate bene, se pensate che dobbiamo impedirlo e trafugare quelle carte per restituirle. E ricordate inoltre che, se anche Amelia si è servita del sesso per carpire tutto questo, farlo con gli scagnozzi di Magneto sarà punito”

Rievoco per un istante le nostre risate a quel commento, poi punto gli occhi verso l’altra estremità del corridoio. È libera, ma di queste quindici persone due si sono accorte che non ho nulla di interessante da fare. Così si avvicinano mentre mollo la presa sul mutante che ho precedentemente messo al tappeto. Mi alzo, e faccio un passo indietro.

“E allora, illuminami” dice uno dei due, dall’aspetto sicuro ma sorprendentemente elegante. “Quale sarebbe il tuo potere?”

“Vieni a scoprirlo” mormoro, stringendo i pugni con tanta forza che le unghie mi perforano la pelle.

I due mi si avvicinano ancora, e inaspettatamente, ancor prima che Mystica possa voltarsi per darmi manforte, inizio a correre verso l’altra estremità del tunnel. Li sento, dietro di me, ma non ho intenzione di farmi seguire ancora a lungo...




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Salve popolo! ^^
Ebbene sì, sono stata superveloce! Ma il capitolo appena postato era stato già scritto, così come il prossimo, perciò lo sforzo è stato minimo.
Ho deciso di darmi una regolata e di velocizzare i tempi di scrittura e postaggio, questo perché la fan fiction sarà lunga, eternamente, e se non mi velocizzo non finirò mai prima della pensione! :)
Signori e signore: ho un finale! Certo, non so ancora bene come incastrare tutte le situazioni che si sono presentate, ma per ogni singola di queste ho un finale e sarà mio dovere in questi giorni costruire gli intrecci. Devo confessare che, negli ultimi tempi, l’ho tirata un po’ per le lunghe perché non sapevo dove andassi a parare, ma ora che lo so prometto che non scriverò più sedici capitoli senza avere quasi un’idea di arrivo… Diciamo che fino ad ora ho solo dato un’idea e gettato delle fragili basi e l’inizio di alcune situazioni, poiché a parte il “problema con Bobby” il resto non è ancora stato risolto.
So anche perfettamente chi tra Wolverine e Bobby alla fine Rogue sceglierà, e se mi concedete una piccola rivelazione, l’evidenza lo dice da sola.
Bé, ora che ho scritto molto di più di quanto sia lungo il capitolo, direi che posso passare alle recensioni:
Bobby_Drake: Ciao! Questa è davvero una gara con i fiocchi, ma se fai attenzione ti accorgi che non ho mai detto – su Rogue/Logan/Bobby – una cosa di fondamentale importanza…. Davvero con Mystica e Bobby ti ho ricordato un breve flirt del fumetto? Che strano, l’ho fatto davvero inconsapevolmente, ma in realtà la mia intenzione era esattamente quella che hai detto tu: lui vivrebbe anche senza lei… A presto, allora, e spero che non ti spaventino le fan fiction moolto lunghe! ^^
Lu Ca: Ciao! Grazie della recensione, davvero! Sei delle Marche? Peccato, mi sarebbe davvero piaciuto conoscerti anche a me… magari farò un saltino… Scusa se mi impiccio dei fatti tuoi, ma se hai MSN e hai voglia di chiacchierare, per mail ti posso mandare il mio contatto… ^^
Vorrei ringrazire inoltre le nvoe persone che seguono, le sette che preferiscono e le due che ricordano.
Direi che ho finito di stressarvi…. A presto, me lo impongo! ^^

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XVIII

Vedo la luce avvicinarsi sempre più e immediatamente ringrazio con tutto il cuore Tempesta che negli ultimi tempi ci ha esortati a non sospendere l’allenamento nonostante avessimo la classe, la famiglia e la svogliatezza.

Non sono ancora stanca, ma nemmeno i due mutanti alle mie calcagna lo sembrano. Uno dei due prova a fermarmi in un modo che, se non fossi sotto attacco, ammirerei: lancia quella che sembra una sfera di energia e, mentre sono distratta a schivarla buttandomi da un lato, prende la rincorsa e mi si avventa addosso.

Dannazione!

Me lo ritrovo troppo vicino in poco tempo, ma ho idea che lo lascerò semplicemente fare. Infatti non appena mi tocca il collo, evidentemente per attivare il suo potere, l’effetto è istantaneo e diventa immediatamente inoffensivo. Con uno sforzo immane me lo scrollo di dosso, buttandolo in avanti e facendo inciampare l’amico, che ci sta raggiungendo. Senza perdere tempo, mi volto e continuo a correre.

In poco tempo colmo la distanza che mi rimane per raggiungere l’altro lato del tunnel, e mi ritrovo all’interno di una piccola stanza con due porte, una dal lato destro e una dal lato sinistro.

Merda, e adesso? Faccio la conta?

Le guardo attentamente, ma non so proprio decidermi.

“A sinistra!”

Mi volto di scatto, pronta a difendermi da chiunque e qualunque cosa, ma non appena riconosco la voce, mi tranquillizzo.

“Sempre provvidenziale, èh Mystica?” chiedo, voltandomi di nuovo verso le porte. “Tu che ne sai?”

“Ma come, non ti fidi?”

“Di te? No”

“Grazie!” dice, fingendosi offesa.

In questo stesso istante, il mutante che poco prima avevo fatto inciampare appare dietro a Mystica.

“Attenta!” urlo.

Ma non ho fatto in tempo a finire la parola che la sua gamba è già volata indietro e ha colpito il mutante in pieno petto, scaraventandolo contro la parete. La botta è così violenta che mi domando se sia ancora vivo.

Mystica si volta e velocemente lo prende per il colletto. Il mutante, tramortito, sputa sangue e la fissa. Io mi avvicino per ascoltare.

“Allora” incomincia Mystica, il volto vicinissimo a quello del mutante, “illuminaci. Da che parte si va per raggiungere l’area est del secondo piano?”

L’uomo non risponde, e Mystica lo scuote più forte.

“Non ti conviene farmi alterare” gli dice. “Io non ho fretta, e la mia collega qui è ansiosa di utilizzare i suoi poteri, che non ti suggerisco di provare”

Mystica si volta e mi fa cenno di avvicinarmi ancor di più. Acconsento, ma fino a un certo punto: non userò i miei poteri per torturare un essere umano.

Quando ancora l’uomo resta in silenzio, Mystica si altera. Secondo me non aspettava altro!

Con una forza al di sopra della norma lo scaraventa a terra dietro di sé; quindi gli si avvicina, mentre l’uomo prova a rialzarsi perlomeno in ginocchio.

Mi ritrovo a provare pietà.

Oh cazzo!

“Ti ho già detto che non ho tempo da perdere”

L’uomo, strisciando, le si allontana. Lei continua, tranquillamente, ad avvicinarglisi.

“Non so nulla” farfuglia, senza fiato. “Davvero!”

“Bugiardo”

“No! Davvero, lo giuro!”

Mystica si prepara a colpire di nuovo, ma qualcosa mi spinge a intervenire:

“Aspetta! Ha detto che non sa nulla! Lascia stare! Avevi detto a sinistra, ed eri abbastanza sicura. Proviamoci, no?”

Mystica si è distratta per ascoltarmi, e mentre si volta per rispondermi, il mutante ne approfitta: con un’onda d’urto di una potenza pari a poco meno di un tornado, mi sento volare all’indietro. Picchio forte la testa contro la parete di metallo, e rimango stordita e senza fiato per non so quanto tempo. A faccia in giù, tento di recuperare il respiro, mentre accanto a me presumo ci sia Mystica.

Impreca, contro di me.

Non ho la forza di replicare, e distrattamente sento il mutante rialzarsi barcollante.

Non sarebbe meglio difenderti, adesso, Rogue?

Non ne ho la forza, anche se il cervello ha una quindicina di idee diverse e una quarantina di piani di morte per quel figlio di buona donna. Il corpo non si muove, e ho idea che morirò.

L’uomo però, per prima cosa – e per mia fortuna, scusatemi la meschinità – attacca Mystica. Con un potere simile a quello di Jean Grey, solo molto più potente, la scaraventa al di là della stanza. Ovviamente è stordita quanto me, ma sento che il secondo tentativo del mutante va a vuoto. Adesso sento solo Mystica che con colpi decisamente feroci lo sta stendendo, e sono grata alla mia buona stella di non stare guardando. Ho ancora il fiato corto, e mi gira e mi duole la testa.

Dopo qualche secondo, solo silenzio.

“Stai bene?” Questa è la sua voce, che proviene da lontano. Un passo dopo l’altro ed è a fianco a me. Si piega sulle ginocchia e mi tocca una spalla. “Ci sei?”

“Sì” mormoro, provando con cautela ad alzare la testa. Gira ancora molto ma molto forte, ma se Mystica si è ripresa io non ho intenzione di essere da meno. “Dobbiamo tornare dagli altri?”

“Ridotta così tu per ora non puoi di certo proseguire”

“Anche tu hai sbattuto la testa!” dico, leggermente imbarazzata. Che non pensi minimamente che io sia debole!

“Sì, ma io ce l’ho più dura di te”

“Credici” le dico, mentre mi prende per un braccio e mi aiuta ad alzarmi. Mi appoggio alla parete dietro di me, respirando piano.

“Aspetta qui” mi dice.

“Cosa?”

“Se torni con me, quelli sono anche capaci di stare ancora combattendo. Ce la fai a reggerti in piedi da sola? No, quindi aspetti: vado, mi assicuro che sia tutto tranquillo, e poi torno indietro”

Sbuffo. E meno male che ero indispensabile!

“Va bene, suppongo. Quel tipo?”

“Quel tipo non si rialzerà per molto, credimi”

“Va bene, ma spicciati. Credo di avere un trauma cranico”

“Secondo me, non si noterà la differenza”

Bèh, direi che questa gliela devo, dopo averci fatto scaraventare entrambe contro un muro.

La guardo avviarsi di nuovo lungo il corridoio. C’è silenzio, e sono ansiosa e dolorante. Ho bisogno di un letto!

Mi guardo intorno, la visuale ancora decisamente sfocata, e adocchio di nuovo le due porte. Tempesta ha detto che non abbiamo tempo da perdere, e questa è decisamente una perdita di tempo. Sono un X-Men, che diavolo, a queste cose devo farci l’abitudine!

Così faccio un lungo sospiro e mi stacco dalla parete. Cammino piano, senza fretta, avvicinandomi alla porta di sinistra. Mystica sembrava così sicura… ci si può fidare, suvvia!

La stanza non è molto grande, ma sembra che siano passati anni quando finalmente raggiungo la porta. La osservo, giusto per farmene una prima impressione. Sembra innocua. Allungo la mano e la apro: davanti a me, l’ennesimo corridoio. Mi guardo alle spalle, rilancio un’occhiata all’oscurità del passaggio, e mi armo di coraggio.

Appena chiusa la porta, mi pento quasi immediatamente di non aver aspettato Mystica nella stanza illuminata e che già conoscevo. Però proseguo, pensando che infondo so difendermi. Non mi spaventa certo un po’ di buio, come ai bambini.

Silenzio. Solo il mio respiro affannoso mi fa compagnia. Proseguo a tentoni, sperando di non incontrare botole o buchi perché ci finirei dentro in un baleno e senza nemmeno rendermene conto.

Evidentemente tutti gli scagnozzi disponibili sono quelli che ci hanno attaccato; chissà che ora non abbia via libera. Mentre cammino, constato con stupore che questi poveri mutanti ogni volta devono passare per questi corridoi: poverini, è così deprimente!

“Ferma!” mi giunge un urlo da poco lontano, davanti a me. Sobbalzo, sbatto una mano contro il muro e trattengo il respiro. “Non fare un altro passo!”

Oh, ma che bello!




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Salve! ^^
Perfettamente puntuale ma in ansia, perché il prossimo capitolo non l’ho ancora terminato, considerato che avevo promesso aggiornamenti rapidi. Oh povera me!
Pazientate vi supplico!

Dunque dunque, questo capitolo l’ho scritto in poco tempo sinceramente, e non ha nessuno scopo preciso, se non farvi notare di quanto Rogue sia imbranata :P
Per il resto, il giretto finale di Mystica mi occorreva per far fare a Rogue un’altra cosa imbranata, che porterà conseguenze imbranate su questo gruppo di imbranati che combattono altrettanti imbranati per difendere degli imbranati che hanno scritto documenti altrettanto imbranati. Direi che posso smettere, vero? ^^
Bé, per evitare di allungare ancora il brodo, passiamo alle vostre recensioni:
soniacristina1989: Ciao! Ti eri persa? ^^ Ti ringrazio per la recensione! Vedi, Rogue non ha accettato, diciamo che è stata semicostretta… lei davvero non voleva venirci qui… Comunque grazie dei complimenti.
Lu Ca: Buon pomeriggio! :-) Prego per aver aggiornato presto e un genio per aver capito subito come mandarmi il contatto, che mi è arrivato sano e salvo! ^^ Grazie dei complimenti e alla prossima, che spero non sarà tanto tanto lontano…
Bobby_Drake: Ciao! Managgia, avevo avvertito il direttore Rai di smettere di mandare in onda Jessica (come la chiamiamo io e mia sorella -è il nostro mito! Vai così Jessica! <3- sì sì sì, sto delirando), perché questa è la dimostrazione che fa più male che bene… :) Più vicina di così alla risposta non posso andare, temo! *-* Direi comunque che Mystica è davvero pazza e non sa amare normalmente! Oh santo cielo! Povero Bobby! E infine, hai indovinato: l’unico senza il quale Rogue non sopravvivrebbe è suo figlio, ma direi che entrambi – Logan e Bobby – abbiano fatto molto per lei… Alla prossima allora!

Vi saluto, e spero di risentirvi molto presto.
Davvero, speriamo che io riesca a finirlo!

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XIX

Oh mamma santa! Non riconosco la voce.

Mi guardo intorno, circondata dal metallo di quell’ennesimo tunnel che di sicuro non ha nulla. Vorrei scappare: perché non riesco mai a farne una giusta?

Decido di fare un passo in avanti, e di nuovo quella voce:

“Ti ho detto di no. Vuoi farti ammazzare seduta stante? Torna indietro”

È una voce maschile. Una sexy voce maschile.

“E tu chi sei?” chiedo.

Non è Magneto; no, proprio lui no.

“E se te lo dicessi, cambierebbe qualcosa? Resta il fatto che devi tornare indietro”

“Almeno saprei che, non appena mi volterò, tu non mi colpirai alle spalle”

“Il mio nome è David, contenta?”

Mi blocco. Ma chi…

“Sono un telepate” dice, ancora prima che io possa finire di pensare.

“E sei qui per?”

“Avvertirti di non proseguire. Avanti, muoviti, o aggraverai la mia posizione!”

“La tua posizione?”

“Vuoi continuare a discorrere di argomenti così interessanti, o cercare di salvarti la pelle e tornare indietro?”

“Perché devo tornare? Tu sai dov’è Magneto?”

“Sì. Ed è per questo che ti sto dicendo di tornare”

“E’ al di là di questo tunnel?”

Sbuffa. Poi lo sento muoversi: mi afferra un polso e inizia a trascinarmi dalla parte opposta rispetto a quella verso cui stavo andando.

“Ehi!”

“Dammi retta, per cortesia. Dopo ti spiego, ma fammi il favore di uscire di qui”

Continua a tenermi stretto il polso, e io sto attenta che la sua mano non scivoli più in giù, o la farei schiattare ancora prima di essermi fatta dire chi caspita sia e perché ha tentato di salvarmi la pelle. Se così il suo gesto si può definire.

Non parla, ma è impegnato a camminare veloce. Posso sentire il suo respiro, il mio e i nostri passi: niente altro.

“No” dice improvvisamente.

“Che cosa?” domando.

“Non sono uno scagnozzo di Magneto. O meglio, sì, ma non uno di quelli veri

“Ho capito tutto” dico, ironica, mentre ormai siamo arrivato alla fine del tunnel. Apre la porta, si blocca, e io gli finisco addosso.

“Attenta a dove vai” mi aggredisce.

“Scusami? Sei stato tu a frenare così di botto e…”

“Sssst! Lenak potrebbe svegliarsi da un momento all’altro!”

“Ma si può sapere chi diavolo sei?!” mi spazientisco. “Prima dici di volermi salvare la pelle, e adesso mi trascini non so dove! Non posso andarmene così, c’è altra gente con me”

“Quanti?”

“Siamo in sei”

“E siete venuti a?”

“A prendere i pasticcini. Non sapevi che sotto ordinazione questa è anche una pasticceria?”

“Ma tu come hai fatto a sopravvivere fino ad ora qui?”

“Siamo qui da meno di due ore di sicuro” dico. “Senti, non mi sembri il tipo che prima mi inganna e poi mi ammazza, perciò ti concederò l’onore di accompagnarmi fino dagli altri. Dato che ho appena ricevuto una botta in testa, e botta è dire poco, se mai sverrò saprai perché”

“Veramente non era questo il programma della mattinata, ma rimanderò la colazione” dice.

Lo studio ancora qualche istante. Sembra una di quelle persone che non si fanno notare troppo, un americano qualsiasi che mi è capitato di vedere spesso; fino ai miei quindici anni, quello era l’americano medio che tutte sognavamo di sposare, buono e responsabile: un Bobby senza super poteri. Ma quando arrivava il momento di decidere chi farsi, la scelta ricadeva su un altro tipo di americano…

Mi riscuoto da questi pensieri e riprendo a camminare concentrata.

“E allora, perché mi stai portando lontano, se lavori per lui?”

“Non lavoro per lui”

“L’hai detto tu prima”

“Ma tu non ascolti mai quando la gente parla? E poi non ti conosco, perché dovrei rivelarti ogni dettaglio?”

“Perché hai capito che sono contro Magneto?”

“E chi l’ha capito? Non posso basarmi sulle tue parole”

“Però io dovrei basarmi sulle tue quando dici di non lavorarci. La cosa non fila”

“Fila, invece. Io mi sono detto disponibile a scortarti fin dove devi andare. Dopo di che addio, e non intendo rivelare troppo a una persona che non rivedrò mai più”

“Se sei davvero contro di lui, siamo dalla stessa parte. Ci servirebbe un telepate, non ne abbiamo uno nella Squadra”

“Di che Squadra parli?”

“Conosci la Xavier School? È la più famosa scuola per Giovani Dotati di tutta l’America, presumo”

“Giovani Dotati? Intendi i Mutanti?”

“Sì. Non la consoci?”

“Ne hanno parlato, Magneto e i seguaci. Inoltre ho saputo che Magneto è da poco che ha riavuto i poteri”

“Sì. Era stato reso innocuo durante la battaglia sull’isola di Alcatraz. Sarebbero morti in molti altrimenti. Lui e i suoi colleghi stavano cercando di uccidere un Mutante che aveva poteri curativi per gli altri Mutanti, e di conseguenza avrebbero ucciso tutti gli umani presenti nell’edificio, oltre che l’esercito venuto a proteggere il Mutante in questione. La nostra Squadra, aiutata dall’esercito, è riuscita a fermarli”

“E tu come te la sei cavata in quell’occasione?”

“Io non ero presente” mormoro. Evito il suo sguardo. “Avevo altro da fare”

“Per esempio?”

“Per esempio i cavoli miei” dico, improvvisamente scontrosa.

Se ne rende conto, e probabilmente sbircia tra i miei pensieri.

“Ah, ho capito. Perché te ne vergogni?”

“Io non… Non ho bisogno di una Mystica Due. Taci!”

“Chi?”

“Lascia perdere. Siamo arrivati ormai. È proprio in fondo a questo tunnel. Dunque, prima era incorso una battaglia piuttosto leggera, ma ora non so se…”

“Credo sia finito tutto. Ascolta, non c’è più traccia di confusione”

Tendo l’orecchio, e devo ammettere che ora tutto tace. A differenza di questo individuo, evidentemente.

“Io sono sempre quella che presenta vecchi e nuovi amici al resto della Squadra, sembra” mormoro, mentre lo precedo nel cammino. Lui mi segue, e io spero che gli altri non siano meno obbiettivi di me nel valutarlo. Non so che cosa mi sia preso, ma non riesco a vederlo come una minaccia: ha un aspetto troppo comune per essere qualcosa di più di un newyorkese affrettato.

Affrettato e utile, si spera…




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Salve!


Sì sì, lo so, tremendo tremendo ritardo! Perdonatemi, please, avevo detto che il capitolo non era finito!
Ho incominciato varie altre cose nel frattempo (che non so se avrò mai la costanza di portare avanti) e ne sto progettando ancora… Ho i pomeriggi troppo troppo pieni. Ma ho deciso di dar sfogo a tutta l’ispirazione, e devo impuntarmi di portare a termine TUTTI gli impegni!

A parte questo discorso senza capo né coda, ho introdotto nella fan fiction un nuovo personaggio, simile ad Amelia se si considera lo spessore che vorrò fargli avere in futuro…. E’ una conseguenza di conseguenze che verranno, ecco. E aiuterà gli X-Men, e mooolto!

Possiamo passare alle vostre recensioni, dunque:
Lu Ca: Ehilà! Ma buona sera. Grazie infinite per la recensione, e per aver notato quel cenno d’azione. Il romanticismo arriverà, solo, ehm, fra un po’ tanto... hihihi. Prima devono uscire da lì… Niente ferie quest’anno, uffa, mia madre è impelagata col lavoro proprio i giorni che avevamo stabilito per farci un viaggetto dalle tue parti. Più avanti, magari… Si vedrà! A presto, allora!
soniacristina1989: Oh, perdonami, non volevo offenderti! Scusa scusa, mi ero solo sorpresa di averti risentita…. Certo che non sbagli, se non si ha niente da dire non si ha niente da dire, non voglio certo obbligarti a recensire. Lo si fa se si ha voglia e tempo, scusami! :( Il mio era un modo per dirti che ero felice di risentirti e che non succedeva da tanto…. Non volevo farti arrabbiare… Comunque Rogue è orgogliosa, certo, perché Mystica la irrita, e in qualche modo, appunto, non vuole sembrare debole confrontata al suo livello, che lei considera superiore. Vede Mystica come un “modello”, da non seguire interamente per fortuna, ma a cui può attingere per certe cose. Grazie mille per esserti fatta sentire, e ancora scusa! ^^

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Capitolo 20
*** Capitolo XX ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XX


Questo capitolo è per Alex,
il mio fratellino, che questa notte partirà per la Romania.
Mi mancherai tanto, Amore,
ma so che tornerai,
e anche con qualche dentino.
Ti amo!!! <3


“E adesso? Puoi finalmente interromperti cinque minuti per darti la possibilità di spiegare? Hai visto tuo figlio, sai che sta bene. Ora per cortesia spiegami come hai potuto essere così stupida!”

“Abbassa la cresta, Mystica!” ribatto. “Che cosa vuoi ancora?”

Ancora? ANCORA? Io ti ho lasciata in un posto, al sicuro per i successivi due minuti che mi servivano per accertarmi delle condizioni di quegli altri imbranati. Tu ti muovi, sola, e vai per una strada, così, tanto per fare… E ora non dovrei accertarmi della tua salute mentale, quando mi ritorni con un perfetto sconosciuto che per quanto ne sappiamo potrebbe essere chiunque? Avrebbe potuto anche essere un Mutaforma, idiota! A che cosa stavi pensando, èh, a che cosa?!”

La scruto, con gli occhi sbarrati e la certezza che presto mi ucciderà. Non l’ho mai vista così. È quasi impaurita, e anche se a Tempesta – la mente normale del gruppo – David è sembrato perfettamente a posto (o quanto a posto bastava per salire sul nostro jet e seguirci sino alla scuola), Mystica ha continuato per tutto il viaggio e i successivi cinque minuti a squadrarlo storto.

Poi mi ha seguita sino in camera, dove ha aspettato che facessi il quarto grado a Kitty per sapere se Charlie aveva mangiato, che cosa, a che ora, e quanto.

Alla fine era arrivato Bobby e se l’era preso con sé. Solo in quel momento Mystica si è concessa di aprir bocca. E ora mi ritrovo qui, perplessa, chiedendomi che cosa avrei dovuto fare di diverso, secondo lei.

“Ti senti bene?” domando, perché è veramente l’unica cosa che mi viene in mente. “Non è che la botta di un’ora fa ha fatto male più a te che a me?”

Mi scruta e scuote la testa.

“Non ti capisco. A volte, non ti capisco. Perché non hai riflettuto? Avrebbe potuto trattarsi di una minaccia per…”

“E invece non lo è stato. Non è un pericolo per nessuno di noi”

“Ma che cosa ne sai?”

“Tempesta l’ha portato sin qui, perciò…”

“Il giudizio di Tempesta non è universale, stupida. Può sbagliarsi, come chiunque altro. Io invece ti sto chiedendo che cosa ti ha spinta a fidarti”

“Ha detto che non lavorava per Magneto. Me ne ha portato alla larga, invece”

“Ti ha fatta allontanare? E lui, come ha dedotto che non lavoravi per il suo compare?”

“Forse perché consoce chi lavora per Magneto”

“E non ha detto chi è o cosa ci faceva lì?”

“Ovviamente no. Altrimenti ve l’avrei già comunicato”

“Per come hai snocciolato velocemente una volta che ci hai raggiunti, là in quel tunnel del cazzo, avresti anche potuto dimenticarlo”

“Grazie per la fiducia. Logico che dovevo essere veloce. Che cosa volevi aspettare, esattamente, che tutta quella gente si risvegliasse?”

“No. Io avrei voluto rimanere” confessa. Mi volta le spalle e si dirige alla porta. “Eravamo lì, no? Perché andarcene. Perché Magneto ci ha attaccati così, con una così debole squadra di difesa? Forse non sa che miriamo a quei documenti. O forse lo sa. Non capisco. Mi sfugge qualcosa”

“Forse voleva semplicemente liberarsi di noi. Forse non gli interessava uno scontro diretto”

“Ma l’operato di Pyro? Avrà capito che Pyro ha fatto il doppio gioco, ne sono più che sicura. E, allora, perché questo comportamento? Ha mandato Pyro a spiarci, e ora non si prende la briga di fare le cose per bene… E questo telepate del cazzo che arriva e sembra suscitare in tutti voi piena fiducia. Che ne sai che non l’abbia mandato lui?”

“Tempesta ha…”

“Ancora? Tempesta di qua, Tempesta di là! Dimmi come fai tu a esserne sicura!”

“Io... Non mi è sembrato minaccioso, ha detto di non lavorare per Lui, mi ha portata distante e ha cercato di salvarmi la vita; se era davvero in pericolo poi non so dirtelo. Non mi ha dato l’impressione di essere un bugiardo”

“E’ un telepate, Rogue. Si sarà adattato a ciò che tu pensavi, a ciò che ti aspettavi”

“Perché stai facendo questo? Tutti si sono fidati, e fra poco ha giurato di rivelarci l’intera storia. Perché non riesci ad aspettare un attimo, così vedremo di sentire anche la sua versione?”

“Perché non mi interessa la sua versione. Non mi fido”

“Fidati delle mie sensazioni, almeno. Raven l’avrebbe fatto”

“Raven svolgeva solo il suo lavoro, perché non le era rimasto altro. Ma io non sono quella persona”

“Adesso hai di nuovo i super poteri e odi gli umani come al solito, quando per un lungo periodo sei stata una di loro. Anche a te sono tornati i poteri, nel mio stesso periodo, con l’unica differenza che tu lo desideravi e io lo temevo. Invece al tuo caro Magneto non sarebbero tornati se lui non avesse agito su di sé. E probabilmente è qui che sorge il tuo problema, quello che ti sta impedendo di ragionare lucidamente. Tu non sei quella che mostri a tutti. Io lo so. E ora ti sto chiedendo di aver fiducia in me. Ti sembra così difficile? Io per anni ne ho avuta in te, quando non facevi altro che fissarmi e mormorare le tue battutine taglienti. Ora, ti prego di lascarmi fare. Ti ho osservata, e in tutti questi anni hai tentato di non farmi sbattere la testa da nessun’altra parte. Hai tentato di fasciarmela prima che potessi sbatterla. Ma ora, fatti da parte. Permetti a me di sbattere la testa. Permettimi di sbagliare”

Potrei persino rubarle il lavoro penso. Sono stata fantastica!

“Accipicchia” commenta. “Tu, hai bevuto”

“No, sono sobrissima”

“Non ne hai azzeccata una, tesoro. Non mi consoci affatto. Non ti illudere”

“Davvero? Io penso invece che tu, ora, sia turbata per qualcosa. Che cosa ti dà fastidio? Che Magneto non abbia provato a ucciderci più seriamente? Che abbiamo accolto qualcun altro che dice però di non lavorare per lui? Vorresti tornare da lui, Mystica?”

“Ovviamente no” ringhia. “E lo sai”

“Lo so? Davvero? E perché lo so?”

“Non lo farei mai” mormora. “Lui non sa in ogni caso che mi sono ritornati i poteri. Ricordi? Si è curato da solo”

Sospiro. Abbiamo evidentemente deviato dal percorso, cambiato contesto di conversazione. È lei sotto esame, adesso, e questo non le piace.

“Ci siamo fidati di te. L’abbiamo fatto. E ora perché non dovremmo fidarci di lui?”

“Io avevo una buona ragione per non ritornaci da Lui. Mentre non so chi sia quest’uomo”

“Lo scopriremo. L’ha giurato”

“E tu gli credi”

“Sì. Come credo in te, come crederò sempre in te”

Mi fissa. Non so se abbia voglia di parlare o meno, ma dopo qualche istante si gira, apre la porta, ed esce dalla stanza. Io sospiro e mi sdraio sul letto, accorgendomi solo in questo momento di avere una gran fame.






Siamo tornati, senza farlo apposta, puntuali per l’ora di pranzo.

Quel David ha suscitato un gran scalpore a scuola. La sala da pranzo non è mai stata così piena come oggi. Bambini, ragazzi e ragazze sono accorsi per vedere il nuovo arrivato. Dopo Mystica, i cattivi sono un’attrattiva.

A proposito di Mystica: che ci crediate o no, è arrabbiatissima. Con me!

Sono impegnata a finire di far mangiare mio figlio quando Tempesta mi raggiunge.

“Scusa, Rogue, posso parlarti un attimo?”

Alzo lo sguardo e la vedo avvicinarsi. È confusa.

“Certo! Ehm….”

Mi guardo intorno alla ricerca di qualcuno di disponibile che possa finire di imboccare mio figlio, che oggi sembra più pigro degli altri giorni.

“Ci penso io”

Colosso, a pochi tavoli di distanza, intercetta il mio sguardo e si avvicina.

“Grazie infinite” gli dico. “Finisci tutto, Charlie, che dopo chiedo a Peter”

Il bimbo annuisce ed io mi allontano.

Tempesta cammina piano, precedendomi. Mi guida sino a un corridoio poco distante.

“Bèh, che succede?” domando.

“Stavo per chiedertelo io. Prima di tutto, devo finire il discorso della Cura con te, e secondo: cosa ha fatto Mystica?”

“Oh, ehm… Mystica è solo un po’ arrabbiata, mi sa. Non si fida di quel David e mi ha rimproverata per averlo condotto sino a qui. Poi stavi dicendo per la Cura? Ora non credo sia il problema più urgente. Prima ci conviene ascoltare David e quel che ha da dire. Per la mia Cura, bèh, potreste aiutarmi dopo, quando saremo tranquilli. Io mi ero anche rassegnata, ma da quando ho scoperto che ad alcuni continua a fare effetto ed ad altri no, non… non lo trovo più giusto. Non mi va più bene.” Sorrido. “Ma non preoccuparti, non ho intenzione di scavalcare né te né il Governo stesso, purché lui non scavalchi noi”

“Mystica è arrabbiata, dici?”

“Già”

“Ma le hai detto che anche io ho concordato nel condurlo qui?”

“Dubita anche del tuo giudizio. Non so che cosa le stia succedendo. Mi ha confidato…” mi fermo di botto. Non credo che continuerò. Per ora voglio fidarmi, non spiattellerò ciò che mi ha detto. Lei non l’ha mai fatto con me. “Sarà solo un periodo. Infondo è stata per anni con Magneto e ora si ritrova a combattere contro di lui. Dalle del tempo”

“Dici?”

Annuisco.

“D’accordo. Spero che un po’ di tempo le basti. Ci servirà, per qualunque cosa stia succedendo”




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Salve!
Questa volta posso ritenermi molto fortunata: la voglia ha rifatto il suo ingresso nelle molte sere insonni trascorse al fresco nella mia stanzetta! ^^ Evviva!
Un cambio repentino di ambiente, lo ammetto. L’ho fatta un po’ troppo facile: fidarsi di un nuovo arrivato non dovrebbe essere semplice, ma se lo dice Tempesta lo dice Tempesta! xD
Il discorso con e su Mystica potrà sembrarvi un po’ complicato, perché lo è stato anche per me che lo sto idealizzando, perciò non spaventatevi se non capite: ha qualche problema, che sia con Magneto o con gli X-Men, ce l’ha. E Rogue si è legata a lei. Incredibile è dir poco! ^^
Ora, possiamo passare alle 3 ottime recensioni:
Lu Ca: Grazie della recensione! Che tu sia di parte, a questo punto, non l’avrei messo in dubbio! ^^ Grazie infinite, per tutto!
Bobby_Drake: Oddio! Già non so gestire questo presunto triangolo, figuriamoci un quadrangolo. No no, David non è assolutamente un terzo pretendente, questo lo posso smentire. Grazie per i commenti, e a presto! ^^
soniacristina1989: Nemmeno il mio voleva essere un rimprovero, ma ho sempre paura di dir qualcosa di inappropriato. :) Capisco che senza molti elementi è difficile far recensioni, capita anche a me ^^ Perciò grazie per stare seguendo, anche se do pochi elementi alla volta!
A presto, e grazie a tutti! ^^

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXI


Per essere veramente a posto con me stessa, dovrei prendermi la briga di cercare Mystica e ammettere che davvero la mia decisione non è stata avventata, ma frutto di una logica che a me sembrava sensata. Si è rivelata, sin ora, una persona affidabile; questa sera, David ci rivelerà ogni cosa. Perché caspita devo chiedere scusa, se questa persona ci può essere utile?

In ogni caso, ho rinunciato a stabilire rapporti con lei per tutto il resto della giornata. Ora mi trovo di fronte al camino dell’ingresso, spento. Ma a me piace anche così!

“Cosa stai facendo?”

Questo è Bobby. Mi si avvicina e si mette al mio fianco. Fissa me e poi il fuoco che non c’è.

“Dov’è Charlie?” domando.

“Con Kitty, anche se è quasi ora di…”

Sbuffo, interrompendolo.

“Puoi dirlo, sai? Non mi offendo. Anche tu hai qualche dubbio, pensi anche tu che non avrei dovuto condurlo da voi”

“Se a te sembrava una persona affidabile… E inoltre, anche Pyro lo consoce. Era da poco entrato nel loro gruppo, ci ha detto”

“Davvero?”

“Già”

“E che dice su di lui?”

“Ci ha detto solo che è un abile telepate e sembra un buon elemento. Per il resto nemmeno lui sa niente di più”

“Ma da quanto stava lì con loro?”

“Un bel po’, in realtà, è Pyro che ha una visione del tempo distorta. Più di sei mesi di sicuro”

“Caspita! Allora saprà molte cose sulla Confraternita”

“Già, ma avevamo Pyro per questo”

“Eppure, amore, sembra che si schierino tutti dalla nostra parte alla fine… Non mi è sembrato inutile reclutarlo”

“E che cosa siamo, soldati?” ride.

Rido anche io.

“Forse. Ma dalla parte giusta”

“Bèh, con una guida come Tempesta, allieva di Xavier, che cosa potevamo aspettarci di meglio?”

“Già. Niente di meglio. Vogliamo andare?”

“Sei impaziente di dimostrare a gente come Mystica che non hai fatto una cavolata?”

“Lei è prevenuta! O forse sa qualche cosa che noi ignoriamo! Oppure è pazza! Non me lo spiego, il suo comportamento”

“Io non mi spiego il suo esistere, figurati se mi pongo il dubbio sui suoi comportamenti. Sarebbe tempo sprecato!”

Rido di nuovo.

“Non farti sentire” lo ammonisco. “Non sia mai che si arrabbi con te. Non arriveresti a domani!”

Lei non arriverebbe a domani, amore, fidati!”

“Ma certo!” dico, sarcastica. “Certo, certo!”

“Qualcosa mi dice che non mi credi” azzarda lui.

“Oh, ma come potrei osare fare una cosa del genere, tesoro?” sono così sarcastica che quasi riderei da sola. “Ma certo che ti credo! Sei imbattibile, come no!”

Ride anche lui.

“Non mi offendo solo perché per farti perdonare mi darai un bacio”

“Ah sì?”

“Te lo dico io. Credi a me, Marie D’Ancanto!”

“Quasi quasi…”

Sorrido. Sto per aprire bocca, quando vengo interrotta da un grido.

“ROGUE! BOBBY! PRESTO!”

“Cosa?” domandiamo in coro, mentre mi guardo intorno e scorgo una trafelata Kitty venire verso di noi. Molti studenti nelle vicinanze irrigidiscono sul posto.

“Kitty! Che cosa diavolo…”

“Dov’è Charlie?” domando invece, mentre Bobby mi si allontana per scrutare dietro la ragazza. C’è il vuoto.

“E’ rimasto con Amelia, ma dovete venire!” Ha il fiatone, quindi si ferma un istante per riprendere fiato. “Mi hanno chiesto… mi hanno chiesto di cercarvi”

Muovo le mani impaziente. Quasi quasi le mollerei una sberla per vedere se si spiccia! Qualcosa, nel suo sguardo, mi fa credere che non sia il caso però. È veramente spaventata.

“Che cosa è successo? Cosa hai visto?” mormoro.

Bobby mi fissa. Non capisce. Ma se è per questo nemmeno io.






Una boccata e poi un’altra, una boccata e poi un’altra.

L’accendino gira veloce fra le mie mani. Non credo che riuscirò a smettere di farlo scattare, questo accendino.

È buio, qui fuori. Ci sono solo le stelle; la luna, dietro gli alberi, non è nemmeno piena. Una luna qualsiasi per una sera qualsiasi, nella quale ho deciso che non mi muoverò mai più di qui. Certo, una coperta mi farebbe comodo, ma non mi muoverò lo stesso. È già tanto se non ho perso la chiave del terrazzo.

Questa è la mera dimostrazione di quanto tu possa riflettere prima di agire.

La voce di Mystica continua a riecheggiarmi nel cervello, ma una rissa, un’aggressione, non dovrebbe essere un elemento necessariamente negativo. Si sono picchiati tra ex-colleghi, nessuno dei due ha aggredito noi X-Men.

Se fosse stato Peter a rompere il naso a Pyro nessuno sarebbe venuto a rompere le palle a me. Invece, guarda caso, sono tutti pronti a rimproverare David e a biasimare me per averlo portato qui.

“Ancora non capisco perché non abbiano semplicemente lasciato che si uccidessero a vicenda”

Rido. Dietro di me, Logan sta chiudendo la porta-finestra. Si siede sulla sedia vicino alla mia, una birra in mano e gli occhi puntati sulla mia sigaretta.

La faccio sparire in meno di tre secondi, gettando il mozzicone ai miei piedi. Sento il suo sguardo addosso a me.

“Era la mia terza e ultima sigaretta, te lo giuro. Sempre che ora tu mi dia qualcosa da fare per tenere le mani occupate… Astieniti dai doppi sensi, però!” lo ammonisco, puntandogli un dito contro, rendendomi conto solo ora di quel che ho detto.

“Dov’è tuo figlio?” chiede, ghignando.

“Con Bobby”

“E c’è una legge che ti impedisce di stare con loro?”

“Ma così non avrei comunque niente da tenere in mano”

“In cucina cercano qualcuno che sia così generoso da aiutare. A Linda Wiliam non va più di stare in cucina con quell’altro. Come si chiama? Dài, quello che alla fine svicola e non lava mai i piatti”

“Scusa, ma come fai a conoscere Linda e Alex? Hanno iniziato a occuparsi della cucina molto tempo dopo che tu te ne sei andato”

“Ho i miei informatori, io”

“Certo. Comunque, come sai che ora Linda non vuole più lavorare? Ogni studente dai quattordici anni in su deve aiutare in qualcosa. È la regola”

“Si è fatta spostare”

“Ma che ne sai? E perché stiamo parlando di Linda e Alex?”

“Così, per fare. E poi la cucina è veramente un modo per tenere le mani occupate”

“E allora perché invece che fumare e bere non vai a cucinare?” domando.

“Perché io non ho bisogno di un diversivo, ma tu sì”

“Io sì?”

“Credimi”

Alzo le spalle. “Almeno non mi stai rimproverando”

“E neanche ci tengo. Non puoi controllare la mente e la volontà delle persone. Stiamo parlando di Pyro e del nuovo soggetto. Non di Peter o Drake o me o te”

“Che fine ha fatto il nuovo soggetto?”

“Indovina? È con Tempesta”

Annuisco. “Si sta facendo spiegare da David perché ha picchiato Pyro?”

“Immagino di sì” dice.

Annuisco di nuovo.

“E Pyro dov’è?”

“A medicarsi il naso”

Annuisco di nuovo! Il gatto mi avrà mangiato la lingua.

“Il gatto ti ha mangiato la lingua?”

Ma che…?!

Rido, forte.

“Sì, proprio così! Andiamo in cucina, và!”

E così mi alzo, mentre lui mi segue, rientrando.

La colpa non è mia!




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Salve!
Fischiettando, vi propongo questa orribile cosa.
Una data indecente, lo so.
Avevo detto ai primi di novembre e siamo quasi alla metà! Che vergogna!
Beh, ma in compenso ho soltanto due cinque e mezzo quest’anno in pagella! ^_^

Spero vivamente che tra questo capitolo e quello precedente non siano cambiati toni, espressioni o caratteri dei personaggi. Non scrivevo qui da un bel po’, perciò se notate qualche differenza, chiedo scusa.
In ogni caso, cercherò di smuovere un po’ la situazione: è statica da troppo tempo.
Vi saluto, e vi ringrazio per avermi aspettata.

soniacristina1989: Grazie! Mi sono riposata, certo, anche se adesso che me lo fai notare mi sta venendo un certo sonno… In ogni caso, spero vieramente di riuscire a riprenderla in mano come si deve questa storia. A presto, e grazie! ^^

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXII

“Il trenino fa ciuff ciuff, il trenino fa ciuff ciuff”

“E la voce di ‘Ro che sgrida la mamma perché è arrivata in ritardo come fa, Charlie?”

Sono sulla porta della nostra stanza, giacca in mano e capelli raccolti, mentre Charlie è ancora intento a infilarsi le scarpe. E sbagliare puntualmente piede.

“Charlie, lasci fare a me, così ci muoviamo?”

“No! Io da solo”

Gemo, e mi passo una mano sulla fronte.

“Charlie, la mamma deve andare. Ci sono cose da sistemare, ragazzi da minacciare, persone da interrogare. E tu devi andare da Kitty. Non vuoi andare dai tuoi amichetti?”

“No!”

“No? E come mai?”

“Perché no. No, no, no!”

Gemo di nuovo.

Perché ho fatto in modo che mio figlio sia così cocciuto? E disubbidiente? È tutta colpa di Bobby! Una volta non era così disubbidiente.

“Siete ancora qui? Rogue, ti stanno aspettando da dieci minuti”

“E’ tuo figlio che non si muove” dico rivolta al mio uomo, che, appostato dietro di me, osserva il bambino.

“Fai in modo che si muova”

“Oggi è indisposto”

“Sì, amore, facciamolo scioperare ogni volta per un motivo diverso. Su, vestilo”

“Vestilo tu!”

Aggrotta la fronte.

Sbuffo.

“Gli mancano le scarpe, ma non vuole saperne di farsi aiutare. Tra uomini vi capite meglio, no?”

Sorride.

Si avvicina al bimbo, che allunga le braccia e si lascia prendere. Che tipo! D’ora in poi chiede al padre i giocattoli nuovi!

“Allora io vado” dico. Bobby alza la testa e mi fissa, senza smettere di fare fiocchi alle scarpe.

“Non essere così tesa” mi dice. “Non è successo granché, anche se ti hanno fatto credere il contrario. Ora dobbiamo solo interpretare questi comportamenti”

“Uno odierà l’altro” ipotizzo. Do un’occhiata all’orologio. “Vado. Ho lezione e poi devo raggiungere uno dei due. Se non entrambi nello stesso momento”

Sospiro e, dopo aver fatto un cenno di saluto a entrambi, mi dirigo di sotto, verso la mia aula. Che è già piena di bimbi, seduti vicino alle alte finestre che guardano fuori.

C’è quella tipica aria afosa ma profumata di inizio estate. Non biasimo i visi bramosi dei bambini e le occhiate che mi rivolgono.

“Volete uscire? Andiamo a fare una lezione interattiva?”

“Sì!” gridano in coro. “Usciamo, Rogue!”

Li conduco fuori dopo aver tracciato a lettere cubitali in gesso verde Siamo fuori, nel prato sul retro, caso mai qualcuno richieda la mia presenza. Respirare l’aria mi fa bene: chiudo gli occhi e poi mi accingo a prendere posto sull’erba, pronta a minacciare a voce chiunque tenti di allontanarsi, quando un puntino che veloce si avvicina mi fa rimpiangere la mia indulgenza.

“Non ci posso credere!” urlo, più a me stessa che a chiunque altro.

Sono certa che non mi ha sentita; continua a venire avanti, sino a che quel puntino si fa viola e poi comincia ad avere una forma, un corpo, delle braccia e delle gambe.

“Che cosa fai?”

La sua voce non è ostile, né particolarmente fredda. È semplicemente una domanda, la sua, non così educata come ci si aspetterebbe da un individuo ma nemmeno così acida come ci si aspetterebbe da una Mystica.

È una domanda alla Mystica che fa l’indifferente perché vede Rogue molto giù. Dovrei ringraziarla, ma non intendo farlo. Prima mi chiede scusa per come mi ha trattata, per il fatto che si è arrabbiata senza motivo e perché continua a infierire sempre, in ogni situazione, con qualsiasi scusa, e poi forse potrei ringraziarla per il minimo di tatto che ogni tanto dimostra.

Alzo le spalle, mentre lei continua ad avvicinarsi. Non si accomoda di fianco a me, ma si appoggia al tronco, incrocia le braccia e prende a scrutare indifferente i bambini che corrono.

“Questa è un’ottima risposta” blatera. “Fare il nulla più assoluto durante le ore di lavoro. Fico!”

“Avevano voglia di uscire. Li ho accontentati. Anche se per una mattina ho l’ardire di farli divertire un po’, non mi sembra così grave. E sentiamo, dunque: tu cosa stai facendo?”

È il suo turno di alzare le spalle. “Finché gente come te se ne starà buona, io posso anche permettermi di ciondolare”

Gente come me? Che genere di gente?”

“Gente stressata e depressa”

“Io non sono depressa”

“Ma sei stressata, il che basta per far sì che una metà di te un giorno potrà farmi lavorare”

“Oh povera!”

“Puoi dirlo. Povera me, che ho a che fare giorno e notte con voi”

“Puoi anche andartene. Non vedrai nessuno piangere”

“Ma darei a molte persone troppe soddisfazioni. Non credo che lo farei”

Ghigna. L’atmosfera impercettibilmente si è alleggerita: non per volere mio né per volere suo. La cosa buffa, e che a volte mi fa irritare molto più del dovuto, è che io con lei ci parlo splendidamente. Tra le sue frecciatine, le mie risposte, le litigate, le occhiate e qualsiasi altra cosa caratterizzi i nostri confronti, il dialogo viene facile. Le parole escono, la sincerità non manca – nemmeno quando mi impongo di mentirle – e sono pronta a giurare che anche lei si è accorta di come risulti facile parlare: basta vedere quanto si è trovata a rivelare a una come me solo qualche giorno fa.

“Mi dispiace” dico, sorprendendo persino me stessa. “Per tutto. Ma ancora non credo di aver sbagliato. Sia Pyro che David hanno segreti che siamo in grado di scoprire, adesso”

“Qualsiasi cosa tu dica, temo che non cambierò idea. Sei stata imprudente. Tanto basta perché io sia autorizzata a farti notare quanto, e quali conseguenze avrebbe potuto avere il tuo gesto. Sei poi tu che la prendi sul personale, Marie”

Il mio nome di battesimo. Il suo sguardo indifferente.

“Fico!”

Ride. “Tu non puoi mentirmi, ma non è nemmeno giusto che io menta a te. Ricordati che so più cose su di te di quante tuo marito possa anche solo immaginarne”

“Cos’è, una minaccia?”

“Una constatazione. Non voglio essere una minaccia per te, né una nemica o qualsiasi altra cosa tu pensi che io senta nei tuoi confronti. Dopo cinque anni passati a sopportarti, Rogue, direi che possiamo considerare conclusa ogni tipo di ostilità”

Resto in silenzio per quella che sembra un’eternità.

“Qualche alieno sconosciuto si è impossessato del tuo corpo?”

“Questo sarebbe sbalordimento?”

“Sarebbe il minimo. È una richiesta di pace?”

“Di assoluta pace e collaborazione”

Sorrido. “Siedi, allora. E collabora con me nel sorvegliare i marmocchi”






“Lo sai che è divertente?”

“Cosa?”

“Fare la pace”

“Con chi avresti fatto la pace?”

Kitty aspira paziente dalla sua sigaretta, mentre entrambe siamo sedute sui gradini dell’ingresso.

“Ma ti rendi conto?” dice, senza lasciarmi il tempo di rispondere. “Ci hanno buttato fuori!”

“Ororo l’ha deciso. Gli uomini che parlano con altri uomini. Che spreco! Si ha bisogno delle donne. Ma non vuoi sapere con chi ho fatto pace?”

Ride. “Tu muori dalla voglia di dirmelo, ma io sono ancora inviperita”

“Credeva che con Bobby e Wolverine avrebbero parlato meglio” tiro corto. “Ma io non escludo un’altra rissa. Comunque ho fatto pace con Mystica, le ho chiesto scusa”

“No! Ma non era Mystica dalla parte del torto?”

“Mi ha chiesto implicitamente di dimenticare le ostilità”

“Un nuovo inizio?”

“Nuova psicanalisi” dico.

La sua sigaretta si blocca a mezz’aria. Così come il suo sguardo, che rimane fisso su di me. “Cosa?”

“Mi hai sentito”

“'Ro lo sa?”

“No. Gongolerebbe troppo”

“E tuo marito?”

“Nemmeno. L’ho deciso adesso”

“E sei contenta?”

“Non avrei voluto averne bisogno. Ma per lo meno ora lo ammetto”

Annuisce, rammentando tristemente i momenti in cui non avevo nemmeno il coraggio di ammetterlo: in quel periodo ero stata obbligata a farmi aiutare.

La porta alle nostre spalle si apre di colpo, e Bobby, Wolverine, Peter, Pyro e David, con in fondo Kurt, fanno il loro ingresso nel cortile. In fila indiana ci passano accanto, probabilmente senza notarci, attaccate come siamo al corrimano, e proseguono lungo il cortile verso la strada.

“Escono?” domanda Kitty, fissandoli.

Alzo le spalle. “Non ne ho idea”

“'Ro! 'Ro!” sento Kitty che chiama. “Se ne stanno andando!”

“Come?”

Ororo corre verso di noi. Era scomparsa subito dopo averci sospinte fuori dalla porta, ma Kitty l’ha adocchiata in fretta.

“Se ne stanno andando tutti” ripete Kitty, alzandosi. “Sono andati di là” prosegue, indicando il giardino e il cancello d’uscita.

“Lo dici perché pensi che dovremmo seguirli?”

“Non so. C’è Kurt che ragiona, là dentro”

“Allora dovremmo essere tranquilli”

“Se prima di sera non sono tornati?”

“Sapremmo che qualcosa non va”

Restiamo tutte e tre a guardare il giardino ormai vuoto e silenzioso. In cima a queste scale, il luogo mi sembra così tranquillo.

“Forse però è meglio rintracciarli” dice improvvisamente Tempesta. “Non si sa mai”

E così dicendo, si volta per dirigersi nervosamente verso l’interno dell’edificio. La seguo, curiosa di sapere dove siano andati tutti gli uomini di questo luogo.




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Salve!
C’era, una volta, tanto tempo fa, una ragazza abbastanza puntuale.
Sono spiacente di comunicarvi che è andata a farsi friggere nel momento in cui la scuola è diventata disastrosa.
Ero sempre stanca, avevo sempre sonno, e quest’anno non ho la maturità! Vi lascio immaginare l’anno prossimo…
E dopo mesi, signori!, aggiorno con questo capitolo, con questa schifezza, che meglio di così non è venuta!
Mi dispiace, mi dispiace tanto…
Come mi siete mancati tutti voi e come mi è mancata Rogue!
Ho finito di scrivere il capitolo durante le sacrosante ore di supplenza, e vi sto scrivendo questa cosa appena un attimo prima della mia imminente interrogazione di psicologia, in classe (per la cronaca, non è che mi metta a scrivere spazi personali in classe, ma io lavoro con il pc in classe, quindi capita che mi dedichi a cose "private" di tanto in tanto). Sono sommersa!
Quella donna ha fatto il mio cognome...^^ Fatemi in bocca al lupo!

Eccomi riemersa viva e vegeta con un bel 7+ portato a casa. Butta via!
Bobby_Drake: Ciao! Grazie per il ben tornato di tanto tempo fa. Spero tu non avessi perso le speranze... ^^





[Edit della sera tardi del 24 aprile: ho perso il foglio con su scritta la restante trama! Eppure era lì, e qualche giorno fa l'ho visto: se non qualche giorno, qualche settimana... :'( Sono disperata. Ora la sto riscrivendo, ma temo che qualche modifica ci sarà (e sapendo questo per voi non cambierà granchè, già).
E questa era anche una cosa a cui tenevo... Forse era nell'astuccio di scuola, o magari salterà fuori quando ormai non mi servirà più. So che non vi interessa, ma dovevo comunicare a qualcuno questa tragedia. :(
Ok, adesso vi lascio stare, e salvo tutto su chiavetta informatica, giuro... Alla prossima!]

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXIII

“Sai che quando fai una cosa dovresti comunicarla a tutti! Lo sai, Logan. Perché ti ostini a ignorare quello che dico?”

“Perché sono stupidaggini, ‘Ro”

“Grazie! Ma purtroppo comando io. E non avresti dovuto fare di testa tua”

“Non è successo niente. Non abbiamo fatto niente. Rilassati!”

Tempesta sbuffa. Nella sala siamo rimasti in pochi. È sera tardi – la stessa sera in cui i ragazzi sono andati non sappiamo dove a fare non sappiamo cosa – e noi siamo rimaste ad aspettarli fino adesso. Non che siano rimasti fuori molto, ma appena entrati hanno tutti puntato il dito contro Logan. E lui ha negato spudoratamente.

“Se devo rilassarmi, dovresti anche dirmi cosa è successo. Stai negando qualcosa di cui non so nulla”

“Non è importante”

“No?”

“No”

“E non puoi lasciarlo decidere a me?”

“No”

Ororo sbuffa di nuovo.

“Basta, adesso” si intromette Kitty. “Siamo rimasti ad aspettarvi fin’ora. Abbiate la decenza di dirci dove siete stati”

“Nessuno ci obbliga a farlo”

“Nessuno obbliga te, Logan” dice Mystica. “Ma gli altri, se si esclude Pyro, sono così corretti e rispettosi delle regole che mi fanno vomitare. Avanti! Dove siete stati?”

Vedo come si guardano intorno, desiderosi di non incontrare nessun nostro sguardo. So che molti di loro stanno cercando di trattenersi, perché se si fosse fatto a modo loro ci avrebbero già rivelato tutto per togliersi il peso dalla coscienza.

Tutto ciò non indica nulla di buono.

“Siamo tornati lì” mormora Peter.

Logan sbuffa. Lo vedo che alza gli occhi al cielo.

“Lì?” domanda Tempesta. “ nel covo di Magneto?”

Peter annuisce di nuovo. Logan incrocia le braccia, appostato dietro di lui, e si appoggia al muro.

“Ora ci metterai in punizione?” domanda.

“Non fare tanto lo spiritoso. Che cosa ci siete andati a fare?”

“A raccogliere altre informazioni con la complicità…”

“Io non ero complice di nessuno!” sbotta improvvisamente Pyro. “Tu mi hai costretto”

“Non è vero. Io gli ho consigliato di seguirmi. Per la sua incolumità”

“E questo non è costringere?” domanda ‘Ro, visibilmente esasperata.

“No. Non gli ho detto che gli avrei fatto del male”

“L’hai lasciato trapelare fra le righe”

Kitty quasi ride. La vedo che nasconde un sorrisetto dietro le mie spalle. Si piega leggermente, porta una mano davanti la bocca e scambia contemporaneamente uno sguardo con Peter, il cui astio per John non è mai cessato da che l’ha rivisto.

“Se hai bisogno di aiuto, Logan, io non ho nulla da fare”

Kitty si propone carinamente: potrebbe fare di un mestiere la ‘minaccia a Pyro’.

“Smettetela di fantasticare sul potenziale dolore altrui” sentenzia ‘Ro con tono di rimprovero. “In punizione, Logan! Niente più missioni”

“Non puoi punirmi”

“E chi lo dice? Ti faccio rapporto”. Incrocia le braccia, poi si rivolge agli altri. “Avete scoperto qualcosa?”

“No” sentenzia Bobby. “Lui ci ha fatti scoprire”

“Dai la colpa al mio raffreddore, io non c’entro!” borbotta Peter.

“Non ci posso credere: vi siete fatti scoprire per uno starnuto”

Il tono esasperato di Mystica mi dice che si sta pentendo di essere rimasta.

Io rido. “E quindi siete andati sin là a piedi per poi ritornare di corsa?”

“Io non ci trovo nulla di divertente. È stato molto demoralizzante” borbotta Kurt.

“Lo credo” dico. “Io l’ho detto che vi saremmo servite, se non altro per tappargli il naso”

C’è un attimo di silenzio.

“Posso ritornare e prendere quei documenti, se mi date qualcosa in cambio”

Pyro alza le sopracciglia, scrutando a uno a uno i nostri volti.

“Niente mazzate” declama Kitty con eccessiva naturalezza.

“Qualcos’altro”

“Sarai sempre il benvenuto e accoreremo qualora a te servisse aiuto, in qualunque posto tu ci dirai”

“Qualcos’altro ancora, Tempesta”

“Cosa vuoi, Pyro? Diccelo e facciamo prima”

“Niente ripercussioni”

“Appunto” conferma Kitty in tono ovvio. “Niente mazzate; ergo: niente ripercussioni”

“Simpatica”

“Questo è il minimo. Meno ripercussioni di così e potremmo abbracciarti e ringraziarti di averci tradito”. Il mio tono è inspiegabilmente ironico. Che il mio astio abbia imparato a passare da solo, senza alcuna accurata analisi?

“Non ho tradito nessuno, e a nessuno ho giurato fedeltà. È vero però che il Governo allora era… da disintegrare”

“Ti disintegro io” borbotta Kitty.

“Ti calmi?” esclama ‘Ro, allargando le braccia e voltandosi deliberatamente verso di lei. “Ma che ti prende?”

“Niente” tira corto Kitty. “Mi dà fastidio tutto quanto. Dal ritorno di John e al suo ipotetico aiuto che adesso dopo mesi si offre di darci. E a nessuno sembra importare quello che ha fatto! Nessuno di voi sembra ricordare…”

“Sai che non è vero” la interrompe ‘Ro. “Semplicemente il suo tradimento non ha causato vittime”

“Quindi perdoniamo una persona solo in base al fatto se abbia contribuito o meno a uccidere qualcuno?”

“Credi che sia un metodo di valutazione errato?”

“Credo che sia scemo, 'Ro”

Oggi è il giorno in cui Tempesta deve sentirsi svalutata tanto da decidere di abdicare? Vogliono tutti il suo trono?

“Adesso basta, Kitty”

Bobby si fa avanti, avvicinandosi a me. Mi si affianca, e con discrezione – ma non troppa, e come previsto la gente capta tutto – mi sussurra: “Vieni, devo parlarti”; poi si rivolge di nuovo a Kitty: “Rispetta l’autorità, almeno questo”

Incuriosita lo seguo fuori da lì, con tutti gli sguardi addosso. Non mi aspettavo un suo intervento: di solito è piuttosto tranquillo, e non si è mai impicciato di questioni altrui.

Si ferma in mezzo al corridoio, da un lato, appoggiandosi alla parete. Io mi sistemo di fronte a lui, incrociando le braccia. La scuola è quieta, buia e quasi spettrale per chi come me non ama il silenzio.

“Tu stai bene?”

La domanda mi sorprende. Non ne capisco la ragione.

“Mi hai preso da parte per chiedermi come sto?”

“Non dovevo?”

“Non adesso. La discussione si stava facendo interessante”

“Mi rispondi? Tu stai bene?”

“Io sì. E tu?”

Non mi risponde, ma sposta lo sguardo al soffitto: la sua espressione si fa pensosa, poi preoccupata. Sento la sua inquietudine trasparire dalle mani strette a pugno, dalla fronte aggrottata. “Sai qualcosa che non so?”

“Il motivo per cui si sono picchiati”

“Lo sai? Davvero?”

“Sì. E non vi piacerà”

“Perché non dovrebbe?”

“Complica le cose”

“Più di così?”

Annuisce. “Per la verità, ci pone di fronte a un dilemma. Vedi, adesso non mi sento più molto sicuro dei miei giudizi. E così gli altri. Ci credi se ti dico che tu hai avuto ragione su David ma che Pyro ha scoperto una cosa, giorni prima di venire qui? Non è una minaccia, quel David; anzi, forse è sin troppo immischiato in questioni di nostra competenza, ma ti posso garantire che ci sarà utile”

“Ho capito tutto”

“Vedi, quello è un poliziotto”

“Un poliziotto”

“Sì. Sai, divise nere, pistola, manganello, abusare periodicamente del proprio potere… quello”

“Quindi dirige il traffico nel tempo libero?”

“No, no, non quel genere di poliziotto. Qualcuno di più importante”

“Stile agente segreto?”

“Stile agente segreto”

Infantile, Rogue!

Annuisce, e mi ritrovo ad annuire anch’io, come se per entrambi tutto fosse chiaro. In realtà ho annuito solo per la forza della disperazione…




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Volevo solo scusarmi per la brusca conclusione che sicuramente avrete notato. Il capitolo non doveva finire così, ma sarebbe stato troppo lungo.
Alla prossima, ragazzi, e ringrazio chiunque di voi stia seguendo!^^





Edit della sera del 27 giugno: ho ritrovato il foglio in cui vi era la trama della storia!
Gioite, gioite con me! ^^
Alla prossima, che non sarà proprio prossima ma vabbé ^^

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXIV

“Romeo e Giulietta, non ci si apparta così in un corridoio buio”

“Così come, Mystica?” le domando, mentre ancora sono impegnata a riflettere.

Agente segreto? 007. Avrà la licenza di uccidere?

“Non mi stai neanche ascoltando. Perché ti dovrei rispondere?”

“Cosa?” chiedo, confusa, totalmente persa nelle mie elucubrazioni.

“Ti stava dicendo che era preoccupata potessimo amoreggiare. E che tu potessi uccidermi”

“Che carina” constato. “Per te sarebbe stato divertente, immagino”

“Immagini bene”

“Cosa vuoi?” le chiede Bobby. “Hai deciso che rompere i coglioni alla gente dovrà diventare il tuo nuovo passatempo? Oh, dimenticavo! Non si può dire che sia nuovo, no?”

Mystica ghigna. “Volevo solo chiederti se me la potevi prestare” gli domanda, accennando a me.

“Ehi, non sono un pacco postale. E poi perché non rispondi alle provocazioni? Hai la febbre?”

“Sì” tira corto. “Vieni”

E senza troppi complimenti mi trascina per un polso, lontano da Bobby, che ancora le sta urlando dietro: “Il nostro discorso non era ancora finito!”. Lei lo ignora, continuando a camminare, trascinandomi. Inciampo nei miei stessi piedi pur di tenere il passo, davvero troppo affrettato.

“Hai lasciato qualcosa sul fuoco, Mystica? Perché corriamo?”

Non mi risponde, ma continua a camminare.

“Che educazione!”

“Tu, io, Stanza Bianca*, sei e tre quarti, domani”

“No! Domani devo cercare di finire la conversazione che tu hai così educatamente interrotto”

“E ti ci vorrà un giorno intero?”

“Ho anche i bambini per gran parte della giornata, sai?”

“Ti liberi. Ti ricordi che mi hai chiesto di legarti, vero? Nel caso in cui avessi rifiutato. Mi hai dato il permesso di costringerti”

“Oh. Giusto. Cavolo! Non la scampo?”

“No. Direi proprio di no”

Mi pento di essere stata così diligente, qualche ora prima. Mentre eravamo in attesa dei ragazzi, avevo messo a parte Mystica della mia decisione. E le avevo, appunto, dato il permesso di obbligarmi. Mi conoscevo abbastanza per sapere che avrei tentennato sino alla morte.

“Ok. Anche perché potresti diventare molto violenta”

“Vero”

“Ora posso andare?”

“A parlare con il tuo Romeo? A picchiare David per averci mentito? A congratularti con lui per essere riuscito a ingannare Magneto?”

“Io pensavo di dormire prima di fare tutto questo. Posso?”

Ride. “Se sei così pigra…”

“Sì. Sì, è una dote che mi contraddistingue”

“Vantati anche, mi raccomando!”

Rido, mentre faccio dietrofront, diretta di sopra. Quando entro in camera, trovo Charlie sveglio in braccio a suo padre. Con un libro aperto sulle ginocchia osserva le figure, mentre Bobby si dispiega nell’imitazione della voce di uno dei Tre Porcellini.

Charlie non mi nota, ma Bobby sì, e sorride inevitabilmente mentre volta l’ultima pagina del libro.






Tanti anni fa, qualche pomeriggio prima di Natale, mi ero alzata in piedi e avevo frantumato l’orologio a muro, colpendolo più volte con una mazza che avevo fregato a Peter. Ricordo come mi fece sentire meglio. E ricordo, ora, seduta sul medesimo divano con davanti a me la medesima mutante, quello che Mystica mi disse. Fu qualcosa come: “Fa bene scaricare la rabbia. Però potresti prendertela con i tuoi soprammobili”. Non le diedi gran che retta. Non l’ascoltavo quasi mai. Mentre parlava, mi distraeva quel dannato orologio.

“Ma ora ti presterò più attenzione” le dissi.

“Allora sia benedetto questo tuo gesto impulsivo”

Scarabocchia ora sulla sua cartellina, creando ghirigori d’artista. Che ci crediate o no, ha rimpiazzato l’orologio. E mi sembra che faccia addirittura più rumore di quello vecchio.

“E allora?” domanda. “Di che cosa vuoi parlare?”

“Non saprei” dico, cercando di non pensare alla faccia di Bobby quando l’avevo cercato per affidargli il bambino. Solo di sfuggita, solo a causa del mio sguardo schivo, aveva probabilmente compreso. E sono certa, come sono certa del fatto che non dovrei trovarmi qui, che ha compreso ogni cosa. Non solo che sarei venuta qui a farmi martoriare la testa dalle mie frasi troppo appuntite, ma anche che è a causa sua, mia, del bambino, di Logan e degli X-Man se ora mi trovo a fissare l’orologio che ticchetta. Di nuovo. Con l’indomabile desiderio di fuggire. Di nuovo.

Alza le spalle, continuando a scarabocchiare quel suo foglio. “Possiamo cominciare da dove avevamo interrotto” dice. “Ricordi?”

Annuisco, staccando lo sguardo dalla parete alla mia destra. Lo poso su di lei, che ora ha gli occhi fissi sul foglio.

“L’ultima cosa di cui avevamo parlato era di come vedevo la vita di mio figlio, delle possibilità che vedevo per lui. Ricordo di aver compilato per te la lista, che probabilmente hai cestinato, nella quale elencavo tutti i lati positivi e quelli negativi del crescerlo qui”

Annuisce anche lei. “Non l’ho buttata. È ancora qui, nel fascicolo che ti riguarda, che aspetta solo di essere riletta. Riguardala fuori di qui. La prossima volta, partiremo esaminando cosa pensavi prima e cosa è cambiato ora, dopo dieci mesi”

“Cosa pensi possa essere cambiato? Non è passato neanche un anno”

“Guardati un po’ intorno. Nel giro di poco più di un mese, è cambiata ogni cosa. Dieci mesi sono quasi un’eternità, Rogue”

“Non credo di volere ripartire, però”

“Che cosa vorresti fare?”

Scuoto la testa. È passata un’ora. Sono libera di andare.

Mi alzo in piedi, indossando la giacca leggera.

“Che cosa vorresti fare?” ripete, col medesimo tono.

Mi piego leggermente verso di lei, afferrando il foglio che mi porge. Se comincerò a essere sincera, a non preoccuparmi di ciò che dico e mostro, allora l’avrà vinta lei, insieme alla me stessa che è troppo debole per farcela da sola. Non intendo permettere a quella parte di me di vincere, perché la odio e non fa altro che farmi vivere un inferno di emozioni che crea e non sa gestire, gettandomele addosso con un cartello di scuse.

“Rogue” mi chiama, quando ormai sono sulla porta, ancora chiusa. “Ricorda che, finché non sarai sincera con te stessa, non potrai esserlo con nessun altro, nemmeno se lo vorrai”

“E tu ricorda, se tieni al tuo orologio, di toglierlo dal muro”




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Buonasera!
No, non sono morta. La quinta liceo mi ha solo dato il benvenuto e tramortita dalla prima ora del primo giorno. Non credo che sopravvivrò tanto a lungo…
In ogni caso, mi scuso. Per il ritardo, per la prima parte del capitolo che ho scritto in estate e la seconda qualche giorno fa. Per i bruschi cambi di scena. Per il capitolo di passaggio. Per le azioni insensate di Bobby. Sorry!
*Vi ricordate, vero? L’avevo nominata nel secondo capitolo, senza dirvi con precisione cosa fosse. Ma direi che si era capito già allora! ^^
Non mi azzardo, dunque, a promettere puntualità. Pazientate, vi supplico! Prima o poi finirà anche la quinta liceo, si spera…
Vi saluto, e vi ringrazio per aver letto.

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXV

Nessuno mi ha chiesto più nulla, che sia di partecipare a una missione o di prendere parte a qualche riunione. Sembra che sia ritornata al prima, quando Logan non c’era e la mia vita era ancora divisa fra lavoro, famiglia e terapia.

L’unica cosa diversa, in effetti, è che Logan c’è, ma è così concentrato nelle sue cose che abbiamo rari contatti, e sono sempre molto distanti, emotivamente parlando. Ha preso l’abitudine di offrirmi un caffè qualche volta a settimana, dopo cena, prima che lui sparisca verso i sotterranei con tutti gli altri e io vada alla ricerca di mio figlio.

Rileggendo i vecchi appunti che testimoniano la mia follia, mi rendo veramente conto di non essere cambiata. Sono ancora molto pessimista riguardo a mio figlio e al suo futuro, e ancora mi rifiuto, esattamente come i primi tempi, nei quali Mystica mi spronava a parlare, d’essere onesta. Rimango immobile, zitta, mentre lei disegna.

“Non ci sono limiti” mi dice, qualche settimana dopo il nostro primo incontro. Prova, ogni tanto, a farmi notare qualcosa, ma niente di ciò che fin ora ha detto mi ha anche solo lontanamente sbloccata. “I desideri delle persone, Rogue, non hanno limiti. E la mia domanda è piuttosto innocente sotto questo punto di vista. Che cosa vorresti fare?”

“Dici che non hanno limiti? Forse hai ragione. Facciamo così: tu rispondi a una mia domanda e io ti rispondo”

Alza le spalle. “D’accordo”

“Perché nessuno di voi mi dice più niente di quel che sta succedendo? Quando provo a chiedere a mio marito, evita il mio sguardo e cambia discorso. Ororo mi evita sistematicamente. Sono tornata a essere una studentessa, a quanto pare, ma ho fatto ciò che mi è stato richiesto. Sono venuta qui a parlare con te. Non merito un premio?”

“Riferirti le notizie è un compito che spetta a Tempesta. Non a me. Ma ti posso dire che pensava di far passare un po’ di tempo. Concentrati su altro per un po’”

“Ma tu non rispetti mai i desideri altrui. Perché dovresti farlo ora?”

“Sono convinta che abbia ragione. Non è prioritario che tu ti occupi anche della Confraternita. Le cose procedono bene, Pyro si sta dimostrando utile e Amelia ancora di più… riprenderai le tue mansioni a tempo debito. Ma adesso tocca a te: che cosa vorresti fare? Dici che non vuoi ripartire da capo, ma allora da dove vuoi partire?”

“Io non mi sono mai fermata” mormoro. “È questo che forse non hai mai capito. Non ho mai messo il freno. A niente di tutto ciò che mi stava succedendo, ho imposto un freno. Sono stata meglio, ma mai bene. Non credo che lo stato d’animo di bene sia da contemplare, poiché è poco meno che un’utopia”

“Che cosa manca, allora? Perché tu stia bene, intendo”

“Troppe cose. Molte delle quali completamente folli, ma sono abbastanza. Anche solo stare qui non mi fa stare bene”

Stringe gli occhi. Io sussulto. Cavolo! Era proprio quello che volevo evitare. Avrei dovuto chiudere la bocca. Anzi, non avrei dovuto aprirla nemmeno!

“Qui nella scuola?”

“Ti devo veramente rispondere?”

Ovviamente no, ovviamente ha già capito.

Scribacchia qualcos’altro. Devo procurarmi un complice e quei fogli.

“È per tuo figlio, in ogni caso”. È decisa, come potesse leggermi nel pensiero. Semplicemente, mi rendo conto dopo qualche attimo, mi conosce. “Non sei tu che te ne vuoi andare. So che capisci che non sarebbe sicuro. Tu vuoi fare uscire di qui tuo figlio”

“Non sarebbe sicuro?” chiedo.

“Certo che lo sarebbe, ma non se lo accompagni tu. Spiegami una cosa, però: perché? Credi che non stia bene, qui? Ha amici, voi due, una maestra che adora, Tempesta che lo vizia. Che cosa manca, secondo te?”

“Possibilità. Mancano possibilità”

“Tutti coloro che hanno il controllo sui propri poteri e non hanno mutazioni vistose dovrebbero uscire. Ma non lo fanno. Rimangono. Per quale ragione, se non quella che, stando qui, possono veramente essere loro stessi? Charlie avrebbe opportunità limitate se uscisse. Qui può essere tutto ciò che vuole”

“All’interno di una scuola, limitato da quattro mura? Seriamente?”

“Sì”

Scuoto la testa. “Sbagli. Non voglio che lui resti qui…”

“Perché sarebbe sempre in pericolo, Rogue. Dimmi le cose come stanno. Smettila di girarci intorno”

Sbuffo. “D’accordo, è per questo. È sbagliato?”

“No. Ma è inevitabile”

“Grazie! Se fossi un’umana normale questo non accadrebbe”

“Non credo nemmeno avresti un figlio, un marito e parleresti con me”

“Tu stai cercando di farmi trovare lati positivi in questo” l’accuso. “Ma è fatica sprecata”

“Non è mai sprecata, anche se devo ammettere che tu più di tutti mi stai facendo demordere”

“Davvero?” trillo speranzosa.

“No”

Mi riappoggio al sedile, delusa.

“Senti” mi dice, “è così. Non puoi modificare i fatti. Quel che puoi fare è cercare di trovare i lati positivi in tutto questo. E un lato positivo è che qui, qui dentro, insieme a noi, tuo figlio non deve nascondersi o temere gli altri”

“Ma…”

“Parlane con Bobby. Se è d’accordo con te, forse potreste pensare di staccare per un po’, di uscire”

“Io no”

“Loro due; loro due e Kitty”

“Vai a farti fottere!”

“Ehi, ehi, ehi! Non si insulta la terapista”

“E tu non dovresti provocarmi”

“Tu non dovresti cascarci”

“Me ne posso andare?”

“Ancora no”

“È finita l’ora”

“Di già? Come passa in fretta il tempo, quando ci si diverte”

La guardo malissimo. Mi precipito fuori dalla stanza prima che ceda all’impulso di insultarla di nuovo.

Non ho fame, ma sono lo stesso obbligata a scendere per cena. Questa sera Bobby si tratterrà con Kurt da quale parte, per fare qualcosa. Questa mattina me ne ha anche parlato, ma non lo stavo ascoltando. Ad ogni modo, mio figlio deve essere sorvegliato, e se il padre non è fisicamente presente, deve esserlo la madre.

Tutto sommato, pensavo mi sarebbe dispiaciuto di più parlare con Mystica, invece la cosa ha solo qualche lieve ripercussione. Sento che le tre ore settimanali che mi dedica sono come dilatate, evanescenti, come se il mio cervello, via via che si avvicinano, le ricostruisse e me le facesse apparire attese. Ogni volta che busso e apro quella porta, il suo sguardo guizza. E ogni volta mi domando perché.

“Hai visto Kitty?”

Colosso mi si avvicina. Sto per entrare in refettorio, quando lui ne esce e si blocca, vedendomi.

“No, io ho lasciato i miei bambini sotto la supervisione di Amelia un’ora e mezza fa; sono stata da Mystica praticamente sino ad ora, perché?”

“Non si vede da nessuna parte” mi dice.

“Cosa?”

“A quanto pare non è in aula, fuori in giardino, in camera sua”

“Ma scusa, e i suoi bambini?”

“Spariti insieme a lei”

E il mio?

“Cosa?! E Charlie?”

Scuote la testa.

“Cosa? E stai qui con le mani in mano? Fai qualcosa!”

Mi guardo freneticamente intorno, come se mi aspettassi che potesse comparire, incapace di disubbidire a un mio imperativo silenzioso.

“Hai avvertito Ororo?” domando, senza aspettare una risposta; cammino, frenetica, sbagliando direzione.

“Stavo andando propri ora. Vieni. Da quest’altra parte” mi dice, prendendomi per un braccio e trascinandomi nella direzione giusta.

“Ma da quanto tempo non li vedete?”

“Questa mattina, per quanto mi riguarda. Non c’ero a pranzo”

“Io sì. E c’erano. Poi ho finito le mie lezioni, ho affidato i bimbi ad Amelia che oggi aveva il pomeriggio libero e mi sono diretta da Mystica” dico, ripercorrendo mentalmente ogni gesto di mio figlio e della sua maestra. Non noto nulla di strano, di inusuale, di particolare, ma nemmeno nulla di eccessivamente ordinario. Mio figlio era stanco, a pranzo, e non ha mangiato granché. Però non ci ho badato particolarmente. “Il telefonino?” chiedo improvvisamente.

“Spento” mi dice. “Tuo figlio non ha un qualche mezzo col quale può essere contattato?”

“Ha tre anni, e una maestra responsabile. Secondo te?”

“Chiedevo” mi dice.

Siamo davanti all’ufficio di ‘Ro, quello che usa da sempre. Busso, e apre la porta trafelata. “Scusate” dice, “stavo spolverando il cornicione della finestra”

Alzo le sopracciglia.

“È una cosa che dovevo fare da un po’, ho colto al volo l’occasione. Stavo per scendere a cena. Che cosa c’è?”

“Kitty non si trova” dico.

“Come?”

“Kitty e i bambini. Kitty e mio figlio non si trovano”

Rimane bloccata. “Cosa? Voglio dire, sicuri?”

“Ho cercato dovunque sino ad arrivare in refettorio”

“Fuori?” domanda Tempesta. “Nel parco?”

“Anche” dice Peter.

“E dove diavolo è andata?”

Peter scuote di nuovo la testa, come fosse l’unico gesto che sappia fare.




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Salve!
Capitolo di passaggio e ritardatario.
Chiedo scusa, sto cercando di portare avanti le storie e di diplomarmi con un voto decente. Come avete fatto voialtri? Mi sembra di non avere tempo nemmeno per mangiare!
In ogni caso, spero di riuscire ad aggiornare presto. Questo capitolo non dice granché, ma pare che i nostri eroi (?) non possano vivere un giorno tranquillo…
Vi saluto. Spero di risentirvi presto e grazie per essere arrivati sino a qui, se ancora ci siete (perché ci siete, vero????)

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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI ***


LE COSE CAMBIANO
CAPITOLO XXVI

“Dobbiamo fare qualcosa!”

La mia voce echeggia di nuovo per la stanza, mentre Tempesta si trova visibilmente a corto di idee e, tanto per fare vedere che ha in mente qualcosa, è passata a osservare meticolosamente la pianta della scuola.

“Agitarti non ci aiuterà” proclama Pyro.

Tu non aiuterai, se sei venuto qua per questo. Tieni a freno la lingua, o te la strappo”

“Sarei curioso di vederlo”

Faccio un passo avanti, ma qualcuno mi trattiene, avvolgendomi il braccio intorno alle spalle.

“Non abbiamo tempo” sussurra Bobby.

Mi volto, e il suo sguardo mi colpisce. Fissa Pyro come se volesse picchiarlo quanto me, ma c’è dell’altro, qualcosa di freddo che non gli ho mai visto. Il suo sguardo è sempre stato delicato e lucente, in grado di riscaldarmi; ora è l’esatto opposto, e sento un brivido percorrermi la schiena.

“Non abbiamo tempo” ripete. “Peter, dimmi”

E Colosso racconta di nuovo, parla di come sia andato a cercare Kitty per futili motivi, di come non l’abbia trovata in aula e di come l’abbia cercata sul telefonino, perché lei stessa aveva detto che a quell’ora sarebbe stata ancora lì. È stato allora che si è preoccupato e ha cominciato a cercarla ovunque, sino a che non ha incontrato me e, ricordatosi di Charlie, mi aveva chiesto se li avessi visti. Così, Tempesta, saputa ogni cosa, ci ha condotti in un primo momento di sotto, alla ricerca di qualche traccia o oggetto scomparso, e poi di nuovo nel suo ufficio, dove ha cercato di mettersi in contatto con Kitty con mezzi poco convenzionali, sempre sopportando i miei sbuffi e schiamazzi.

“Così ho deciso che avremmo dovuto organizzarci, per cercarla di nuovo in lungo e in largo, lei e i bambini” conclude Tempesta, dopo aver interrotto Colosso. “Ho mandato Peter a chiamare tutti gli altri, e siamo rimasti qui a organizzarci…”

“Fino a che tua moglie non ha iniziato a rompere” conclude Pyro. “A quel punto, sono intervenuto per zittirla, mi ha affettuosamente risposto e sei arrivato tu. Bene, dopo quest’utile riassunto delle puntate precedenti, possiamo continuare? Ho sonno, e vorrei tornarmene di sopra il prima possibile”

“Nessuno ti ha chiesto di venire, in effetti” dice Colosso. “Io vi ho solo detto come stavano le cose, sei tu che ci hai seguito”

“Solo perché si stava annoiando” commenta David, appostato in fondo alla stanza. “Non gli importa nulla della ragazza o dei bambini”

“Oh, a te frega molto, invece”. Pyro incrocia le braccia, avvicinandosi a David. “Certo. Perché non racconti, grande uomo giusto, quante persone, hai lasciato morire?”

Anche David fa per avvicinarsi a Pyro ma, stufa e in preda a una crisi di nervi, sbatto una mano sul tavolo, talmente forte che per un momento temo di essermela rotta.

“Smettetela!” sbraito. “Basta! Subito! Mio figlio è scomparso, e se non vi interessa potete andarvene ed evitare di deconcentrare gli altri. Questa non è un’occasione per provocarvi, mio figlio è scomparso e il primo che porta la conversazione su qualcos’altro non si ritroverà più la testa sulle spalle e gli arti al loro posto!”

Questa minaccia sortisce un effetto notevole, perché non sento più volare una mosca. Mi rivolgo a Ororo: “Programmi?”

“Ricontrollare la scuola” mi dice.

“È già stato fatto” dico.

“Da una persona sola” mi dice, sorridendo, come fossi una bambina che ha ragione ma a cui bisogna fare un piccolo appunto. “Ti garantisco che in più di cinque si fa prima”

Sbuffando acconsento, mentre Mystica fa un passo avanti.

“In coppia” dice, scambiando uno sguardo con Tempesta. Quest’ultima annuisce, affiancandosi a Pyro prima che qualcun altro ne approfitti per causare incidenti.

Sono diventate due adulte responsabilissime, rifletto, mentre automaticamente mi giro verso la porta e inizio a camminare. Sento la presenza di Bobby fremere accanto a me. Proteggono la scuola insieme, ora, da brave.

Scuoto la testa. Non è il momento. Così come esigo la concentrazione dagli altri, ora io stessa non devo distrarmi.

“Dove sarà?” Il sussurro spaventato di Bobby mi giunge da lontano, ma non mi sorprende.

“Non lo so” ammetto, mentre un altro pensiero, come un flash repentino, mi attraversa il cervello: con chi sarà?

Non so perché questo pensiero mi si sia affacciato alla mente. So solo che all’improvviso mi blocco, spalanco gli occhi e afferro un braccio di Bobby, che invece sta proseguendo a passo spedito.

Si volta lesto, attento, fissandomi. “Cosa c’è?”

“L’hanno preso” sussurro, una mano a coprirmi le labbra, il cervello completamente lanciato a mezz’aria, lontano da qualsiasi razionalità o prova concreta.

“Chi?”

“Il bambino”

“Chi l’ha preso? Chi? Magneto?”

“No. Il Governo”

“Èh? Cosa?”

Ma nella mia mente è tutto così chiaro. Pyro ci ha rivelato che Magneto ha con sé, all’interno dell’edifico, area est piano due, documenti significativi sui piani del Governo a favore dei mutanti. Magneto ha intenzione di depistarli, e siccome lui per il Governo ora è privo di poteri, la colpa ricadrà sicuramente su di noi – noi comunità di mutanti, cioè – e di nuovo si arriverà a uno scontro*. Il Governo ha dato la colpa a noi, a depistaggio avvenuto, ed ora non è disposto ad attendere ulteriori complicazioni.

Mio marito mi scuote leggermente, cercando di attirare la mia attenzione, immobile come sono nel bel mezzo di un corridoio.

“Mi senti? Rogue? Che cosa vuoi dire? Come avrebbe fatto il Governo a introdursi qui e perché rapire una classe e una mutante?”

“Avvertimento. Informazioni”

“Ma non ha alcun senso”

“Invece sì”

“E nessuno se ne è accorto! La scuola in pieno movimento, persone che andavano su e giù. Questi sono entrati senza nemmeno esser visti”

“Ok, d’accordo, forse non so come sono entrati, ma loro non sono più qui. Lo sento. Sono stati presi e portati altrove”

Mi guarda. Non sa cosa pensare, glielo leggo negli occhi. È palese che sono agitata e quando accade di solito sparo a raffica incoerenze, però è anche vero che il mio istinto materno – un po’ pessimista, questo lo concedo – non ha mai fallito. Se dico che non è più qui, le probabilità che mio figlio si trovi diventano veramente basse. Ma d’altra parte non può andare da ‘Ro e proporle di smettere le ricerche, anche perché non credo lei abbia altri piani. Sono io quella che deve farsene venire in mente di più validi, adesso.

“Devi cercare di calmarti” mi dice infine. “Prometto che, se ritorneranno senza indizi, proporrò di pensare ad altro ed esporrò quanto hai detto, ma nel frattempo, aiutami. Riproviamo a cercarli”

“Non li troveremo”






“Aspetta! È una cosa ridicola! Cosa pensi di fare?”

Ororo mi insegue su per le scale. Quando entro in camera, mi corre dietro, e quando agguanto una borsa iniziando a gettarci dentro vestiti su vestiti, mi blocca un polso.

“Non farlo” le intimo. “Davvero, ‘Ro, levami le mani di dosso. È per la tua incolumità”

Il mio tono di voce è basso, e con uno strattone la allontano.

“Non puoi fare così. La gente là fuori…”

“Forse ancora non hai capito che non me ne importa nulla. Organizzazione, cautela e buon senso le ho perdute ore fa. Lasciami passare”

“Dovrai pur iniziare da qualche parte. Lasciami il tempo per…”

“Non ho voglia di starti a sentire, né tanto meno di aspettare. Io esco adesso, e non tornerò finché non avrò qualcosa in mano, dovessi girare l’intero pianeta”

Esco dalla stanza senza darle il tempo di alcuna replica. Sapevo che non avrebbero trovato nulla, e non appena la notizia è risultata ufficiale ho preso d’istinto la mia decisione.

Sono sul pianerottolo del primo piano, quando si apre l’ascensore e Mystica ne esce, parandosi davanti a me e bloccandomi la strada. Alzo un sopracciglio, ma lei si limita a porgermi un fascio di banconote. La osservo.

“Mi stai pagando per rimanere?”

“No. Per facilitarti la fuga”

“Come?”

“Tuo marito” dice, a mo’ di spiegazione.

“È fuori” dico, “a preparare la macchina”

“Oh, lo so. Intendevo dire che è stato lui ad aggiornarmi sulle vostre intenzioni”

“E?”

“Questo è il tuo stipendio mensile. Te lo sto anticipando”

“Come sei cara” commento, il tono che trasuda di sarcasmo. La sorpasso e scendo le scale a rotta di collo, con la borsa piena di indumenti che oscilla sulla mia spalla, sbilanciandomi.

Quando sono ormai fuori, nel giardino, mi accorgo che mi ha seguita per tutto questo tempo. Mi arresto, e lei fa altrettanto, fermandosi a un passo da me.

“Che vuoi?” chiedo.

“Oh, non te l’avevo detto? Mi pareva di sì”

Scuoto la testa, in attesa. “Non ho tutto il giorno” ringhio.

“Calma, calma. Dovremo passare molto tempo insieme, ti suggerisco di iniziare a calmarti sin da ora”

“Ti sta dicendo che verrà anche lei” mi comunica una voce alle mie spalle. Sacca, jeans, camicie, artigli, c’è tutto, e quel che è peggio è che sembra pronto per partire.

“Scordatevelo” dico precipitosamente. “Tutti e due. Che cosa credete? La nostra macchina non reggerebbe a un disastro e agli schizzi di sangue”

“Oh, io so fare la persona ragionevole” dice Logan.

“Sì” conferma Mystica, “ti farò vedere quanto sono brava”

Senza aspettare un assenso, inizia a dirigersi verso la macchina, che è ormai fuori dal garage, pronta per partire e col bagagliaio aperto.

Logan mi si avvicina. “Vogliamo aiutarti” dice. “E siamo d’accordo con te. Dovresti dirci grazie”

Scuoto la testa, mentre anche Logan raggiunge Mystica.

“E poi” lo sento aggiungere, mentre li seguo scoraggiata, “voi non avete la pista che ho io”




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Ok sì, avete tutti ragione. Mostruoso ritardo! Clemenza, per favore, ho dovuto affrontare la maturità, prepararmi per un esamino di verifica per l’università (ossia comprare ma mai usare un libricino utile utile di cultura generale) e farmi tornare l’ispirazione. Tutti questi impegni contornati dal lavoro di babysitting per due fratellini altrettanto mostruosi :)
Questo capitolo potrà sembrarvi molto veloce, ma volevo cercare di ritrasmettere la frenesia che Rogue prova in quei momenti. E poi, sì, sembra non riflettere lucidamente, ma il suo istinto l’ha a quanto pare portata nel giusto.

*La frase in corsivo è detta da Tempesta, nel diciassettesimo capitolo, e racchiude in sé il motivo della missione degli X-Man dalle parti di Magneto.

Non credo di avere altre note, e se c’è qualcosa che non vi risulta, dite pure.
Ringrazio chi è arrivato sin qua, e a presto, sempre che non arrivi prima l’università…

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVII ***


LE COSE CAMBIANO

CAPITOLO XXVII

Bobby è seduto sul cofano, e sta fumando. Non ha assistito al nostro scambio di opinioni, e non alza nemmeno lo sguardo quando ci avviciniamo.

“Bobby?” lo richiamo, perché mi sembra totalmente assente.

Si riscuote, fissandomi, per poi guardarsi attorno. Aggrotta le sopracciglia, ma non chiede nulla. Si limita ad allungarsi verso Logan e a porgergli le chiavi.

Wolverine ghigna, per poi scrutarmi. “A qualcuno sta bene la nostra compagnia”

Sbuffo.

“Guida più veloce di me” tira corto Bobby. “Sali”

Mystica è già seduta, e mi fa spazio quando mi sistemo su uno dei sedili posteriori. Logan mette in moto, mentre Bobby chiude il bagagliaio dopo aver caricato l’ultimo borsone.

Per qualche minuto restiamo in silenzio, mentre Logan fa manovra. Mi volto, dando un’ultima occhiata alla scuola, per poi riportare la mia attenzione sull’ultima frase che Logan ha pronunciato.

“Hai parlato di una pista” gli faccio notare.

Lui annuisce. “Ma anche tu ne hai una” mi fa notare. “O non staremmo tutti qui”

“Prima dimmi quello che hai pensato tu” chiedo.

C’è un attimo di silenzio. Bobby lo scruta, mentre ci lasciamo alle spalle strade di periferia. Molto presto incontreremo la città, ma non ci fermeremo, non ancora. So esattamente da dove iniziare. Sempre che le fonti di Logan non si rivelino più attendibili delle mie.

“Parla liberamente” dice improvvisamente Mystica, le gambe accavallate e il mento poggiato a una mano. I suoi occhi incontrano quelli di Logan nello specchietto, e poi scrutano me.    

“Non è possibile che siano entrati, senza essere visti, senza un qualche tipo di aiuto” dice infine Wolverine.

“Aiuto?” chiede Bobby. “Dall’interno?”

“Esatto”

“Di chi sospetti?”

Logan resta in silenzio. Bobby si gira di scatto verso Mystica che al mio fianco sbuffa, senza smettere di fissarmi.

“Che villain originale!” esclama sarcastica. “Perché mi sarei aggiunta a questo gruppo di disorganizzati?”

“Per depistarci”

“Cristallino. Non fa una grinza. Adesso, spiegami in che modo io vi sto depistando”

Logan resta in silenzio. Bobby sposta lo sguardo dall’uno all’altra.

“Punto per Mystica!” continua lei. “Sospetti anche di Rogue, o di Bobby? Anche di te stesso, siccome ti trovi in questa macchina? Non potresti cercare di estendere il cerchio a qualcun altro? Non sono solo io, quella che vorrebbe vederti morto”

“Avevate promesso” ricordo loro.

“Wolverine aveva promesso che si sarebbe comportato bene ed eccolo a puntare il dito su di me. È lui che ha cominciato”

“E tu finiscila, no?” insisto. Non sospetto di Mystica. A suo alibi, ero con lei quando avrebbe dovuto aiutare i rapitori. “Questa è la tua idea, Logan. Ma hai anche parlato di una pista, che, a casa mia, è qualcosa di più che un’idea”

“Tu di chi sospetti?” mi chiede invece.

“Ecco…”

“Ma sono finite le persone presenti in macchina” mi interrompe Mystica. “A meno che non ci sia qualcuno nel bagagliaio” aggiunge dubbiosa, voltandosi persino indietro. Ride. La guardo malissimo.

“Tu ti stai divertendo molto, vero?”

“Sto passando il pomeriggio in allegria”. Il ghigno è ancora al suo posto.

“È una cosa seria” ringhio. “Finiscila!”

“Finisci tu il tuo discorso, invece di aggrapparti a quel che dico io. Mi interessa”

“Da che parte vado?” domanda Logan, fissando il bivio di fronte a noi.

“Sì, Rogue, da che parte pensavi di cominciare?” chiede Bobby.

Sbuffo, infilandomi le mani nei capelli. “Non riesco a pensare, mi state facendo troppe domande!”

“Parti da quella più urgente” suggerisce Mystica. “Se non dici a Wolverine la direzione, formeremo una fila decisamente lunga”

“Vai a destra, verso l’aeroporto”

Tutti e tre mi fissano.

“Il dottore, quel McCoy. Voglio parlare con lui”

Quale aeroporto, Rogue?” Mystica mi fissa sarcastica. “Non ti possiamo ancora leggere nel pensiero”

“Dov’è il dottore, ora? Al Danbury, intanto, muoviti! Dista solo dodici chilometri da qui!”

“Hank è a Washington D.C.” Logan svolta e riprende a scorrere nel traffico. Mi lancia uno sguardo dal retrovisore. Sono stata maleducata ma in questo momento non me ne importa.

C’è un attimo di silenzio. Spero che nessuno si degni di romperlo, perché mi sta venendo l’emicrania; non potrei sopportare altre domande. Sto perdendo il controllo. Avrei voglia di prendere a sassate qualcosa.

“Allora?” È Logan a parlare. ”La tua pista?”

Sospiro, passandomi una mano sugli occhi. “Sai che cosa penso. Se siete qui, siete d’accordo, no? La tua traccia. Ho bisogno della tua traccia”

Dovrei crearmi un archivio nella testa. I miei pensieri sono troppo disordinati. Non so da dove partire. McCoy potrebbe avere le conoscenze utili per farci proseguire, ma un punto di partenza non l’ho. Spero me lo darà Logan. Ha un quarto d’ora per darmi speranza e farmi calmare.

Logan lascia una mano dal volante e tira fuori da una tasca quello che sembra un pezzo di stoffa. Lo lancia a Bobby che lo dispiega.

Mystica si avvicina al sedile di Bobby, la testa sopra la sua spalla. Io resto al mio posto, passandomi una mano sulla fronte troppo calda. Ricordo vagamente di come mi sia sentita così male già un’altra volta, subito prima che apparisse John; il mio fisico risponde ai presentimenti orrendi con sintomi precisi.

“Tutto qui?” Mystica parla lentamente, fissando Logan. “Un pezzo di stoffa?”

“Guarda meglio” Bobby continua a rigirarselo fra le mani. Sfrecciamo ormai da cinque minuti per la strada, il tachimetro aumenta. Bobby si gira e mi fissa, ansioso. “Guarda, Rogue. C’è qualcosa”

Mi costringo a farmi in avanti. Tiene in mano un semplicissimo pezzo di stoffa nero, ma con le dita indica uno stemma stampato da un lato.

“Non ho mai visto niente di simile” mormoro.

“Io sì” Logan si volta appena. “È dell’esercito, di una loro sezione segreta”

“Che si occupa di?” chiede Mystica.

“E come faccio a saperlo, è segreta!”

Lei si volta verso di me. “Alla fine avevi ragione tu”

“Non mi avevi ancora creduto?”

“No, in effetti”

“E allora perché sei venuta?”

“Per fare una gita”

Sospiro, scuotendo la testa. “Dici che Hank ne saprà di più?”

“Sicuramente. Io l’avevo lasciato in politica e in Pennsylvania l’ultima volta. Ora so solo dov’è, ma è rimasto in politica, vero?”

Bobby annuisce, negli occhi il punto di partenza ben delineato.





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Ora, lo so.
È corto, troppo; è di passaggio, assolutamente.
Perdonatemi. L’università è arrivata. L’ispirazione è scomparsa. L’università è stata mollata. L’università sarà ripresa.
Però ora sono qui. Non è un capitolo degno dei soliti, lo so. Scusatemi.
La storia verrà terminata, qualsiasi cosa accadrà e per quanto l’ispirazione possa sparire!

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Capitolo 28
*** Capitolo XXVIII ***



LE COSE CAMBIANO

CAPITOLO XXVIII

 

Siamo fermi nel grande parcheggio sotterraneo, tutti e quattro allineati davanti alla macchina. Ho la giacca tra le mani e la mente completamente vuota.

Mystica ha assunto sembianze umane poco prima di scendere dall’auto. Ha un passaporto che la ritrae con quell’aspetto e quel nome: Raven. Non so chi sia, vedo solo che è bionda ed è davvero bella.

Per Wolverine è stato più difficile. Si è sempre spostato con un’auto o un furgone. Viaggi che richiedevano documenti non erano mai stati previsti, ma a quanto pare il Professore è riuscito a dargli nuovi documenti prima di morire.

“Qualcuno mi spiega perché non abbiamo preso il vostro jet?”

Mystica appare ironicamente disperata. Il suo tono fa sorridere Bobby, a fianco a me. Gli lancio un’occhiataccia e gli tiro una gomitata sul braccio. “È di ‘Ro. Non avremmo avuto il suo permesso”

“Non era degli X-Men in generale?”

“No, mai stato”

“Quindi l’ha comprato lei, da sola? Con i suoi soldi? È così ricca?”

Sbuffo. “Il Professore l’avrà comprato. Purtroppo stai parlando con i membri più giovani. Non sappiamo come sia andata. Sta di fatto che ora è suo, così come un tempo era il Professore che assegnava le missioni”

“Io continuo a dire che avremmo fatto prima”

“Grazie, ci credo anch’io” sbuffo, mentre senza aspettarci Mystica parte in direzione degli ascensori. Mi affretto a prendere il mio bagaglio mentre gli altri la seguono. Mi metto al suo fianco. “Non era d’accordo, niente mezzo di trasporto”

“Continuo a pensare che sia un’ingiustizia. Dovrebbe essere a disposizione, e siccome a loro non serviva sarebbe dovuto toccare a noi. Perché non ci hai pensato tu? Avrei potuto rubarlo”

“Oh, su questo non ho dubbi” mormora Logan, che ci segue da vicino, con Bobby al fianco che ticchetta con la lingua in una maniera esasperante. Non gli dico nulla, però, perché sto scandendo il tempo allo stesso modo, ma nella testa.

Sette ore, sette ore e dieci secondi, e undici, e dodici. Sette ore e quindici secondi da che ho visto mio figlio. E venti. E trenta.

L’ascensore ci porta al piano superiore e ci ritroviamo nella reception affollata.

“Accidenti” mormoro. “State attenti a dove metto i piedi, per favore?”

“Tranquilla, ti farò uccidere più persone possibili”

Faccio un verso esasperato. Ci fermiamo un istante tra le molte file di sedie di plastica per decidere chi tra i quattro deve avere il primo contatto con gli umani. Io vengo esclusa dalla logica, Mystica si esclude da sola e Wolverine semplicemente passa oltre, perché non riesce ad avere contatti civili nemmeno con noi. Per cui rimane Bobby, il più mite e mimetizzante.

Tutto infatti fila liscio. Prenota quattro biglietti in classe economica di un volo che partirà da lì a due ore. Ma i miei nervi non resistono due ore in aeroporto, ferma in fila per il check-in.

Cerco di distrarmi guardandomi intorno, controllando i tabelloni dei passeggeri in arrivo del terminal distante e verificando se qualcuno mi stia cercando sul cellulare, ma niente. Il telefono tace e le mete da cui provengono coppiette smielate e comitive poco assortite non suscitano interesse.

Una volta passati i controlli e detto addio ai bagagli, che saranno caricati nella stiva molto prima di noi passeggeri, eccomi seduta su un’ennesima sedia di plastica, tra mio marito e Wolverine. Mystica ha comprato un panino imbottito e sta mangiando spensierata, seduta a quattro sedie di distanza da noi. In questo modo, già tre o quattro uomini hanno cercato di abbordarla, senza alcun successo. Schiva e rifiuta le avances con disinvoltura. Mi piacerebbe sapere come faccia ad apparire sexy nonostante si stia ingozzando di pane, capperi e acciughe. Ne sento l’odore sin da qui, e mi dà la nausea.

Mi sporgo oltre Bobby, che sta forse distraendosi con il cellulare e uno dei suoi giochetti cretini, per parlarle. “Perché invece di venire da noi, non hai pensato di far carriera sul marciapiede?” domando. “Sei sulla buona strada, mi pare”

Scocco uno sguardo al suo abbigliamento. Prima di portare il bagaglio, è fuggita in bagno e si è cambiata d’abito. Dice di odiare il periodo in cui era stata Raven, ma a quanto pare ora si diverte a far mostra di sé e delle sue lunghe gambe. Gli stivali dal tacco altissimo completano il quadro, e, infatti, il mio commento non è così fuori luogo.

Bobby mi scocca un solo sguardo, per poi tornane ai suoi affari.

“Rogue, non sta bene prendersela con me perché tu puoi solo sognare di portare vestiti così”

“La mia non è gelosia, è disgusto”

“Per che cosa?”

“Per tutto ciò che ti riguarda”

Prima di ora, ha tenuto gli occhi bassi e indifferenti sulla sua cena. Adesso invece mi guarda, e qualcosa mi spinge ad abbassare il capo, con la vaga sensazione di avere esagerato un tantino, col mio ultimo commento.

Sono arrabbiata, nervosa, e come di solito quando accade, mi sento in dovere e diritto di dire tutto ciò che mi passa per la testa. La vita è stata orrenda con me. L’unica cosa bella, che dà un senso anche ai giorni più disperati, ora è minacciata, ed è lontana da me. Se succede qualcosa a Charlie, io ho finito. Non nel senso che smetterò di comportarmi da brava personcina che si sforza tanto di fare la cosa giusta e proteggere gli umani che non ci capiscono dai mutanti che non capiscono gli umani, ma in quello per cui smetterò di fare tutto, compreso il sopportare. Dalla posizione di persona disagiata e sfortunata, che è ricorsa a mezzucci governativi che ovviamente non hanno funzionato, ho piena facoltà di reagire come mi pare.

Così come penso sia dovere degli altri sopportarmi.

Per questo, zittisco ogni sorta di senso di colpa. Mi limito a scuotere le spalle, per poi tornare a guardarla. Mi sta ancora fissando. Ha una piega beffarda sulle labbra, le gambe accavallate e gli occhi socchiusi.

“Wow” mormora, dopo qualche altro secondo. “Carina”. Il tono è quieto e indifferente. Ritorna alla sua cena senza aggiungere nient’altro.

A questo punto, Bobby abbandona il telefono e si volta verso di me, che ho ripreso a mordicchiarmi l’unghia dell’anulare – quello sinistro, quello senza anello – e a fissare con ostinazione la sedia di fronte.

“Non sei stata molto carina”

“Oh, guardalo: si preoccupa per la Signorina Killer” Logan lo fissa, scuotendo la testa.

“La mia è giustizia sommaria. Se dobbiamo collaborare, dobbiamo cercare di andare d’accordo. Rimprovererei Rogue, anche se trattasse male te”

“Anche o persino?”

“Sono una persona intelligente che sa mettere da parte le diatribe, quando serve”

Il verso sarcastico giunge dalle parti di Mystica, ora.

Bobby si volta di scatto e apre la bocca.

“Scusate” dico, “la piantate?”

Bobby ora guarda me. “Non ho capito: tu puoi discutere e fare l’acida maleducata quanto ti pare, ma quando siamo noi che discutiamo dobbiamo smetterla?”

“Sì, giusto”

“Ma non ha senso”

“L’ha per i miei nervi tesi”

“Solo tu qui hai i nervi tesi, a quanto pare; o il diritto di averli e di sfogarli”

“Tu fammi girare le scatole! Avanti, continua a rompermi le palle e ti farò vedere io i diritti! Solo che ti farò vedere quelli della Magna Carta con una bella botta in testa!”

“Ma se non hai neanche finito le superiori, che cosa ne sai tu della Magna Carta!”

Forse stiamo dando un tantino troppo spettacolo. L’idea era quella di non farsi notare, ma così non credo funzionerà, soprattutto se continuiamo a urlarci addosso in un aeroporto affollato.

Mi alzo sbattendo un piede a terra. E alla fine mi scappa dalla bocca, dopo ore in cui tento disperatamente di dimenticarlo, perché io avevo impegni e lui no, perché ero troppo lontana, perché avrebbe dovuto impedirlo. “Stai zitto! Proprio tu, che neanche ti saresti accorto che era sparito se non te lo fossi venuto a dire io. Non sai nemmeno prenderti cura di tuo figlio, è sempre più facile lasciarlo a Kitty invece che controllarlo qualche volta in più, no?”

“Ok, ok” questa è Mystica, che sorprendentemente ci riporta all’ordine, allontanandoci e mettendosi fra noi. Scocca uno sguardo a Bobby, che ha la bocca aperta e gli occhi sgranati, oltraggiato, e poi a me, che ho la bocca aperta e gli occhi lontani. “Ecco a voi la nuova Signorina dai Colpi Bassi!” esclama lei. “Che diavolo vi è preso? Pensate vi possa aiutare, questo?”

Ci?” Bobby si volta verso di lei, indicandomi con due mani. “Le! Questa è pazza!”

Allora faccio un passo avanti, perché è dura ammettere che forse un tantino di ragione l’ha, e che dovrei calmarmi invece di continuare a parlare.

“Basta! Vi voglio in due punti estremi della sala. Ora. Bobby, vai a fare qualcos’altro, vatti a prendere da bere”

“Non ho sete”

“E chi se ne frega! Vattene!”

Quando Bobby inizia a camminare dandoci la schiena, Mystica guarda oltre le mie spalle e fa un cenno a Logan, che ci sorpassa e si dirige alle macchinette automatiche, lontano da Bobby, contento di non entrare nella faccenda, probabilmente.

Incrocia le braccia e mi osserva. “La domanda è legittima: che cavolo hai nella testa? Segatura?”

Sbuffo. “Vai a quel paese!”

“Guarda, mi piacerebbe enormemente raggiungere Neverland e farmela con Capitan Uncino, ma sono incastrata qui, in mezzo ai tuoi casini e a quelli degli umani. Sto cercando di darti una mano! Io!” aggiunge poi, facendosi dubbiosa, come se stesse ripensando a qualcosa. “Mystica!” fa un’altra pausa. “Davvero, dovrebbero annotarlo e applicarlo su un’insegna luminosa che dice ‘Attenzione, allarme idiota!’ con una freccia che indica la mia persona. E poi altre trentasette frecce che indicano te” riprende severamente.

“Hai finito di divagare stronzate?” sbotto.

“E tu hai finito di dire stronzate?”

“Tu hai finito di impicciarti?”

“No, perché finirai per mandare a scatafascio ogni cosa, se non la smetti”

“Potrei non rivederlo più” mormoro. “Potrei. Mai più”

“Non accadrà. Abbiamo una traccia. E il tuo istinto, che a quanto pare è nel giusto. Lo troveremo”

Fisso lo sguardo in quello di Mystica. Ora che è più simile a me, riesco a leggerne meglio anche le espressioni. È fiduciosa. È sicura. Sta promettendo qualcosa che sa di poter mantenere.

“Devo sperarci” mormoro ancora, voltandomi verso i grandi tabelloni in tempo per scorgere la partenza del nostro volo che si sta avvicinando. “Non posso non farlo. Sarebbe come impazzire”

Gli uomini sono di ritorno con una gran quantità di pacchetti di merendine. Logan butta manciate di cibo su una sedia. “Dovevo far passare il tempo in qualche modo” alza le spalle, quando Mystica lo guarda malissimo. “Andiamo?”

Prende il suo borsone, non degna d’attenzione alcuna il cibo che ha comprato e si avvia. Bobby passa oltre senza fermarsi e Mystica fa cenno di precederla. Afferro al volo una barretta ai cereali, che metto in borsa, e un’occhiata mi fa capire che le altre spariranno in quella di Mystica in una decina di secondi. 

 


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