una vacanza tranquilla

di Hambrosia
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** Lunedì 18 Novembre ***
Capitolo 3: *** Sabato 23 Novembre ***
Capitolo 3: *** Lunedì 25 Novembre ***
Capitolo 4: *** mercoledì 27 Novembre ***



Capitolo 2
*** Lunedì 18 Novembre ***


Una vacanza tranquilla

Lunedì 18 Novembre

    - Signorina me lo lasci dire: lei è affetta da una semplicissima e comunissima forma di stress. –

Non ci potevo credere: quell’immenso cricetone occhialuto si faceva pagare una cifra esorbitante per dirmi quello che tutti i miei amici non facevano che ripetermi da mesi!

L’ho guardato attonita, chiedendomi perché mai perdevo il mio tempo lì invece di andarmene in giro per negozi a dilapidare il mio già scarso patrimonio.

-         Bene signorina, a questo punto direi che la soluzione giusta per lei consiste in una vacanza –

-         Sono appena tornata dal mare – gli ho sussurrato a denti stretti.

-         Mare?... Mare?.... – sembrava confuso mentre scorreva in fretta la cartelletta con le informazioni sul mio conto. Poi si è ripreso.

-         Ma no mia cara! –

Mia cara?! Mia cara?! Stavo per chiamare il 113.

-         Io per lei immagino i boschi! –

Boschi?!

-         I boschi in questo periodo sprizzano autunno da ogni parte! –

Sprizzano?!

-         Pensi alle foglie rosse che ornano il paesaggio… pensi a un tranquillo alberghetto rustico…. Pensi al fuoco del camino…. Pensi alle lunghe passeggiate che la rilasseranno… -

Niente di tutto ciò mi passava per la mente. Le uniche cose a cui pensavo erano l’umido del bosco, la mancanza della tv, gli scivoloni sulle foglie secche e… tante altre idee che mi facevano assolutamente rifiutare quella vacanza.

Così, per evitare che il mio poetico psicologo sproloquiasse ancora sulla magnificenza del bosco in autunno, ho detto che ci avrei pensato e sono fuggita via.

Fuori, quando la segretaria mi ha chiesto se volevo fissare il prossimo appuntamento, ho risposto con fare pensoso:

-         Le farò sapere al ritorno dai boschi sprizzanti autunno. –

Quella mi ha guardato con l’aria di chi pensa “Il dottore ha colpito ancora”.

Ora sono a casa e mi annoio parecchio! Vorrei telefonare a Elisa ma è mezzanotte passata. Lo farò domani! Ma, a conclusione di questa giornata posso sicuramente dire che non ho intenzione di vedere un bosco per i prossimi cinquant’anni e che quel dottorucolo si è portato via metà dei mie averi.

 

Martedì  19 Novembre

 

-         Ma è una soluzione geniale! –

Ecco cosa mi ha risposto oggi Elisa quando le ho raccontato della seduta dallo psicologo.

-         Ely’ ma sei scema?! Mi ci vedi sperduta fra i boschi, sola, mentre cerco di imitare una Giovane Marmotta?! –

Ho sentito un lungo silenzio all’altro capo del telefono. Stava pensando. Poi, col suo tono di voce di quando vuol fare la maestrina (ed io sono l’idiota della classe) mi ha detto:

-         Lilyyyyyy – inizia sempre così, con quella mia y finale che si allunga all’infinito.

-         Ma ti pare che uno laureato in psicologia non sappia qual è la cura giusta per te? – poi ha aggiunto una cosa che mi ha profondamente scioccato:

-         E poi scemotta chi ha detto che saresti sola? Ci vengo io con te! –

Il colpo era stato rapido e inaspettato. Ho dovuto sedermi.

-         E Antonio? – sono riuscita a dire.

L’idea di una settimana fra i boschi insieme a Elisa cominciava a non apparirmi tanto male, ma l’idea di una settimana fra i boschi insieme a Elisa ed al suo fidanzatissimo Antonio, con me che facevo da vecchia suocera, proprio era da escludere!

-         Antonio a casa. Io e te da sole –

-         Ma voi le vacanze non le fate sempre insieme? –

-         Si, ma questa è una situazione diversa. Non è proprio una vacanza, è la tua cura. E io ti farei da assistente…. Come con gli anziani. –

Sempre delicata Ely’; forse mi ha convinta però.

-         Vabbè Befy  ci penso e…. –

-         Ci hai già pensato abbastanza! Si parte! Organizzo tutto io! –

Alla fine della telefonata ero proprio commossa. Un’amica così non si trova tutti i giorni! Beh penso che mangerò qualcosa e poi cercherò di trovare dei lati positivi in una vacanza che non comprende serate in discoteca, gioco d’azzardo e bevutone fra amici.

 

Mercoledì 20 Novembre

 

Sono le 7 di sera e Elisa non mi ha ancora telefonato. A pensarci bene veramente oggi nessuno mi ha telefonato. Che fine hanno fatto tutti i miei amici che nei momenti meno opportuni mi bombardano di chiamate e che, invece, quando mi annoio, si danno alla macchia?...

… adesso sono le 8. Mentre scrivevo ha squillato il telefono. Telepatia? Era Elisa.

-         Scemotta! Pensa a un grande chalet fra i boschi…. Pensa a noi due che passeggiamo fra… -

Oh mio Dio! La sindrome dello psicologo ha colpito anche lei. Ho dovuto interromperla.

-         Ely’, se dici ancora “pensa” ti chiudo il telefono in faccia e fra i boschi ci vai con Carolina! –

L’idea di una vacanza con quell’odiosa medusa della sua collega Carolina deve averla atterrita perché non parlava più. O forse si era offesa?

-         Vabbè – non si era offesa- Si parte venerdì sera. È un last minute. Praticamente gratis –

Quel “quasi” mi preoccupava. Comunque fra poco viene qui con la pizza e mi spiega tutto.

Giovedì 21 Novembre

 

Fantastico! Domani si parte! Mi divertirò un mondo! Elisa mi ha riempito casa si dépliant! Adesso si che sono contenta di partire! Non vedo l’ora che sia domani!

 

Venerdì 22 Novembre

 

Oh mio Dio! Dove sono finita? Voglio tornare a casa!

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Capitolo 3
*** Sabato 23 Novembre ***


Sabato 23 novembre

Sabato 23 Novembre

 

Dopo una notte quasi insonne mi sono un po’ ripresa. Il “delizioso” chalet di cui non ha fatto altro che parlare Elisa per tutto il viaggio, si è rivelato una catapecchia sperduta e quasi irraggiungibile in auto. L’elegante e aitante receptionist del dépliant era un donnone baffuto che ci ha intimato di non tardare a cena. La nostra camera sembra la cella di un detenuto. Due lettini, sicuramente rubati a un ospedale, un armadio in cui a malapena entra l’immenso bagaglio di Elisa, due comodini minuscoli e ed un ancor più minuscolo specchio da parete. Si sono scordati di accendere il camino e la camera è gelata. Però il bagno è pulito e c’è l’acqua calda. Elisa ha assunto un comportamento anormale. Non fa che guardarsi intorno, sospirare e dire:

-         Ah! Com’è meravigliosamente surreale! –

Surreale?!

Ieri sera a cena ci ha servito il donnone che, presumo sia anche cuoca e cameriera. Ci ha portato un pastone che riuscivo a malapena a guardare, mentre Elisa se ne faceva portare una seconda porzione. Ora devo andare in cerca di castagne con la mia entusiasta amica del cuore.

 

Domenica 24 Novembre

 

Oh povera me! Non c’è una sola parte del mio corpo che non mi faccia male! Quella strega mi ha fatto scarpinare per tutto il giorno.

-         Non torniamo a pranzo Lily! Mi sono fatta preparare dei panini da donna Rosetta, così potremo star fuori tutto il giorno! –

Presumo che donna Rosetta sia il donnone baffuto.

Dopo due ore di ricerche io ero già caduta sei volte. Ero tutta infangata e nel mio cesto c’erano solo tre castagne. In più quella scema continuava a sbucare da ogni cespuglio con un sorriso beato mentre gridava tutta contenta:

-         Ne trovate ancora! E ancora! –

Se non fosse la mia più cara amica la spingerei nella scarpata. Oggi però non mi farò incastrare. Le ho promesso che stamattina andiamo a esplorare vicino alla chiesetta sconsacrata solo se poi mi lascia in pace per il resto della giornata.

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Capitolo 3
*** Lunedì 25 Novembre ***


lunedì 25 novembre Lunedì 25 Novembre

Ieri, quando sono scesa ho trovato Elisa che parlava con donna Rosetta. Si faceva spiegare il tragitto per arrivare ad una piccola radura in mezzo al bosco dove scorreva un ruscello. mi sono avvicinata e l'ho presa da parte.
- Non è che ci perdiamo Ely'?! -
Mi ha guardata offesa.
- Ma no scema. In venti minuti siamo lì. -

I venti minuti sono diventati un'ora e mezza ma alla fine ce l'abbiamo fatta e, devo dire, che il posto era veramente splendido.
Ora a nanna perchè domani ho promesso di andare a spasso in mountain-byke.

Martedì 26 Novembre

Stasera ho mangiato come un bufalo! Era tutto squisito.... o forse ero io che, per la gran fame, avrei mandato giù di tutto.
Elisa è di sotto che monopolizza l'unico telefono a gettoni per parlare con Antonio.
Stamattina avevamo in programma l'escursione in bici. Quando siamo arrivate al punto di raccolta io ho guardato la mia.... come definirla? Più che una byke sembrava una vecchia bicicletta dei primi del 900. Stavo per esprimere i miei dubbi quando Elisa mi ha superato e, marciando si è diretta verso la sua bici. L'ho osservata mentre afferrava decisa il manubrio e saltava sul sellino pronta a partire. Le sono andata vicina e, a bassa voce, le ho ricordato che dopo la sua ultima andata in bicicletta si era ritrovata in ospedale col naso e l'incisivo rotti.
- Finiscila! Quello è stato un piccolo incidente. E comunque lo sanno tutti che andare in bicicletta non si dimentica mai! E' tutta una questione di equilibrio! Equilibrio! -
Detto questo si è lanciata verso il bosco.... solo che al bosco non ci è mai arrivata. Dopo mezzo metro è caduta di lato fracassando uno sgabello vicino. Mentre un pò di gente si affrettava verso di lei per tirarla sù, io mi sono riavviata verso la locanda mormorando:
- E' tutta una questione di equilibrio! Equilibrio! -
Adesso Elisa non  mi parla più ma penso che domani ritenteremo l'esperimento escursionistico su due ruote.

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Capitolo 4
*** mercoledì 27 Novembre ***


Mercoledì 27 novembre

Mercoledì 27 Novembre

 

Oggi è successa una cosa incredibile! Io e Elisa (che ha ripreso a parlarmi) eravamo a spasso in bicicletta. Pedalavamo tranquille fra i boschi e, per la prima volta dall’inizio della vacanza, mi stavo proprio rilassando. Improvvisamente Elisa mi ha urlato:

-         Scendiamo più a valle! –

L’ho seguita con piacere. A mano a mano che scendevamo i boschi lasciavano il posto a distese di erba verdissima. Fra le pianure potevamo ammirare i resti di qualche vecchia casa padronale ormai abbandonata. Tutta la zona era deserta. Nessuno passa mai da queste stradine. Siamo passate davanti ad un cancello in ferro battuto che apriva la strada ad un viale che portava ad un casolare in rovina. Proprio lì davanti Elisa ha frenato di colpo. Quasi le andavo addosso.

-         Ely’! avvisa prima di frenare! –

Lei continuava a fissare il casolare con attenzione. Era serissima. Mi ha incuriosito.

-         Ely’ che cos… -

-         Shssss – mi ha zittito – Non hai sentito niente? –

-         No. Che dovevo sentire? –

-         Un lamento. Da quella casa. –

Mi si sono drizzati i capelli in testa. Elisa è scesa dalla bicicletta ed ha spinto il cancello, aprendolo.

-         Che cavolo fai? –

-         Andiamo a vedere. –

Andiamo a vedere???

Chi era quella tizia?! Dov’era l’Elisa di sempre che si rifiuta di guardare un film dell’orrore in tv?!

-         Allora arrivi? –

Era già a metà del viale. Ho buttato di lato la bici guardandomi intorno. Le sono andata dietro sempre guardando a destra e a sinistra.

-         Ma che guardi Lily? –

-         Guardo che non ci veda nessuno! Questa è violazione di proprietà privata! –

Quando siamo arrivate alla porta tutto taceva. Improvvisamente un urlo ha squarciato l’aria (e lesionato il mio timpano destro). Era Elisa che gridava:

-         C’è nessunooooo? –

Nessuna risposta. Allora l’ho guardata con compassione.

-         Ely’ te lo sei sognato il lamento. Torniamo alla locanda. Ho fame. –

Proprio in quel momento l’ho sentito anch’io. Ma non era un lamento. Sembrava più un guaito. Il mio primo pensiero è stato quello di scappare. Magari c’era una bestia feroce lì dentro pronta a sbranarci. Poi ho visto Elisa che diventava gialla e iniziava a ondeggiare. Allora mi sono ricomposta.

-         Dev’essere un animale ferito. Dobbiamo chiamare i vigili, i carabinieri, i pompieri…. Insomma… dobbiamo chiedere aiuto! –

Ma Elisa, che si era un po’ ripresa, già spingeva il portone per entrare. Ho fatto un sospirone e le sono andata dietro. Quello che mi è apparso davanti agli occhi non potrò mai più scordarlo. Mai più. Per tutta la vita.

In fondo alla stanza, con metà corpo bloccato sotto quella che sembrava una trave crollata, giaceva una bestiola. Mi è subito sembrata una piccola volpe. Ma quello che mi ha commosso è stato che, accanto alla mamma c’erano anche due cucciolotti che guaivano. Poveri piccini spaventati.

Col cellulare abbiamo chiamato donna Rosetta che ha subito allertato la guardia forestale. Hanno tirato fuori mamma e cuccioli che, per fortuna stanno bene. Anche la volpacchiotta guarirà in fretta.

Siamo tornate in città coperte di onori. Elisa non fa che stringere mani a tutti e dire con modestia:

-         Non abbiamo avuto nessuna paura! Proprio nessuna! –

Bugiarda! Cara, carissima bugiarda!

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