Another universe

di apple96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- La realtà ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Rimorsi e opportunità ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Ombre dal passato ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- La realtà ***


Si sentì un tonfo nel bel mezzo delle varie conversazioni.
“La volete smettere o volete continuare a fare i bambini per tutto il resto della vostra esistenza?” disse una ragazza a terra in tono irato. Aveva capelli castani e a caschetto che risplendevano alla luce del sole. Occhi marroni e profondi che facevano leggere una rabbia contro colui che l’aveva spinta per uno stupido scherzo e per il suo compagno di banco che intanto se ne era andato indifferente,facendo finta di niente.
Era caduta sulle ginocchia dopo aver prima perso l’equilibrio,essere inciampata su una cartella di disegno e scivolata su un malridotto zaino.
“Ci sentite quando vi parlo?”.Aveva alzato ancora di più il tono di voce e nel frattempo si era alzata.
“Lily sei tu che ti metti sempre in mezzo per difendere il tuo prediletto quando invece dovrebbe essere lui a cadere a terra come un allocco” disse quello più basso dei due che era quello che le aveva fatto il torto.L’altro intanto aveva ricominciato ad attaccare bottone con altri.
“Io lo faccio perché altrimenti vi prendereste a schiaffi dalla mattina alla sera e non provare a dire che non è così!Pensate sempre di avere ragione e di poter fare quello che vi pare e piace!”, “Allora perché queste belle parole non le dici anche a lui invece che far finta di rivolgerti a tutti e due quando invece te la prendi solo con me?Fallo se ne hai il coraggio!”.In quel momento tutta la rabbia della ragazza l’abbandonò e lasciò posto allo stupore e all’inettitudine:non sapeva cosa rispondere.In quel preciso istante il ragazzo che fino a un momento prima era rimasto zitto,come se non gliene fosse importato niente,la guardò negli occhi aspettandosi una scusa bella e buona a quella provocazione.Nessuna risposta. “Me lo immaginavo sai?Sei brava a dire le cose fin quando qualcuno non ti chiede di provare la verità,non è vero?” disse l’accusatore. “Stà zitto” rispose Lily a sguardo basso. “’’Gli amici sono più importanti dell’amore’’ ,non è forse così che dici sempre?Ecco la prova della tua enorme menzogna” continuò lui. Quello che faceva più male a Lily era accettare la dura verità a pugni chiusi ma non poteva accettare la sua umiliazione davanti a tutta la sua classe da parte di quel topo con gli occhi verdi. “Taci Luke o giuro che non te la faccio passare liscia stavolta,smettila di urlare in giro i fatti miei!”.Aveva le lacrime agli occhi. “Bè tutti hanno diritto a sapere la verità sulle tue false messinscena facendoti credere il Cicerone di turno,o vorresti forse dire che quello che predichi in giro è frutto della tua immaginazione?”, “E allora tu che ti vanti di andare dietro a quella sgualdrina inventando scuse per tutto quello che combina?”.Tirò fuori il punto debole di Luke. “Non osare…” “Sei solo un insulso insetto che infastidisce gli altri e non si fa gli affaracci suoi,ti diverte tanto tormentarmi?Tu non lo sai cosa significa soffrire per amore,neanche te lo immagini!”. Detto così si voltò appena in tempo per non mostrare le due lacrime che le rigavano il volto e corse in bagno a calmarsi.
Non ce la faceva più,da quando l’aveva visto per la prima volta  quel dolore e quell’amore insieme la tormentavano e andava avanti da un anno quella storia,storia di un sacrificio troppo grande e umile per essere apprezzato.  Sono una povera illusa che si nutre di stupide speranze pensava.Tutti i suoi pensieri erano attaccati all’immagine di quel ragazzo alto e moro che le sorrideva ogni giorno. “Tutto a posto?” osò appunto quel ragazzo appena fuori dal bagno delle ragazze.Lily sussultò,fece un sospiro e rispose con la voce più convincente che aveva “Sì Reed,non ti preoccupare,è che quel moscerino certe volte mi fa saltare i nervi”, “Sicura di stare bene?”.A quella domande la ragazza pensò a quanto doveva fargli pena ma poi pensandoci bene era una finta perché lei lo aveva sempre appoggiato e nonostante tutto,la prima volta che l’aveva vista piangere aveva mormorato un misero ‘’Mi spiace’’ senza un minimo di incoraggiamento. “Che ti importa di me,sono solo una stupida ragazzina infantile che non vuole farsi ferire ancora,un classico delle donne come voi uomini che fate finta di interessarvi per illuderci,guarda che sono abbastanza sveglia per capire come gira il mondo”.Silenzio. Quando Lily uscì Reed non c’era più. Lo sapevo.Mentre cammina sconsolata verso la sua classe però sentì una mano che la frenava per una spalla. “Non sono molto bravo con le parole,ma ti volevo dire che è meglio per te se non dai retta a quel pollo del mio compagno di banco”, “Che non sei bravo con le parole lo metterei in dubbio e comunque non c’è bisogno che mi dici quello che dovrei o non dovrei fare,sono abbastanza cresciuta per capirlo.”. Si girò verso la porta di classe sua e aggiunse senza guardare in faccia Reed “E poi lo sai bene che non mi mischio con i bambini del parco giochi”.
Una volta uscita da quella mattinata infernale e percorso un tratto di marciapiede si ritrovò davanti al giardino sotto casa dei Linwood dove era piantato un pino alto e rigoglioso. Doveva avere un bel po’ d’anni e con le sue fronde copriva tutto un angolo di quel giardino. Lily si mise sotto di esso e chiuse gli occhi. Era come tanti anni prima,quando sentiva il vento che le accarezzava le guance e dove trovava riparo dal sole d’estate,i rami la proteggevano e gli uccelli che vi si posavano cantavano allegramente mentre lei leggeva lì sotto. Spesso accadeva anche che lei si unisse al loro canto,cercando di intuire il motivetto che ripetevano. Quel giardino era bellissimo,anche se piccolo aveva dei fiori colorati e si affacciava sulla città con una ringhiera di ferro che si ritorceva all’interno come una pianta rampicante ed era bellissimo ammirare il tramonto da là,lei però non andava più a vederlo da molto tempo,le faceva venire in mente ricordi tristi e dolorosi. Quando riaprì gli occhi c’era Reed davanti a lei.
“Cosa vuoi ancora?Non ti basta appesantirmi la coscienza ogni volta che ti vedo?”, “Ti prego non dire così,io non volevo,non mi sento pronto ad affrontare la realtà,non mi attaccare così”, “Sei solo un codardo che non si rende conto del mondo che gira,svegliati!Sto soffrendo,possibile che non te ne renda conto?Io con le tue scuse non ci faccio niente,non ho bisogno della tua pietà,dovresti esserci te al posto mio ora!”, “Pensi che non sappia quanto sia doloroso?Non ho mai provato una sensazione del genere,è vero, ma posso benissimo immaginarmelo.”. Lily tremava come una foglia,le gambe non la reggevano più,la realtà la stava mettendo con le spalle al muro in quel preciso momento e era ormai prossima alle lacrime. “Smettila di immaginare e basta,come hai potuto abbandonarmi dopo quello che è successo?Lasciarmi in mezzo a un vicolo buio,ecco a cosa paragono il tuo gesto da egoista!”. Reed non sapeva che dire,la ragazza aveva ragione su tutto e lui non poteva fare altro che restare a guardare mentre il suo cuore era a pezzi,non sapeva come giustificarsi. Anche se si fosse inventato la più convincente scusa del mondo non avrebbe potuto negare che per un istante della sua vita l’aveva amata anche lui. “Io parlo troppo,è vero,ma non so fare altro nella mia vita se non questo. Non ce la faccio a dimostrare le mie emozioni”. Lo schiaffo che Lily gli diede gli bruciò sulla guancia e rimase in piedi dov’era fissando il terreno,incapace di sostenere lo sguardo della ragazza che era davanti a lui,con le lacrime agli occhi. “Vuoi dimenticare quello che è successo quella sera ma sono sicura che non dimenticherai questo gesto tanto facilmente. Come se non bastasse mi costringi a odiare anche questo posto per la tua insolenza. Non ti perdonerò mai per aver rovinato il mio angolo di Paradiso.”. Detto questo Lily si voltò e corse per la via fino al portone di casa. Andata in camera sua si abbandonò sul letto e chiuse gli occhi. In quel momento voleva solo lasciarsi trasportare dalla corrente del suo dolore senza pensare più a niente e a nessuno. Così fu.
 
Sentì qualcuno sbattere la porta di casa e una voce che la chiamava nel bel mezzo del suo riposo “Lily svegliati,è ora di pranzo.”disse una figura alta e minuta con voce dolce. “Grazie ma non mi va niente oggi,non mi sento bene”rispose Lily con aria stanca e sforzandosi di sorridere almeno per un istante alla sorella maggiore. “Non dirmi che hai di nuovo litigato con quell’antipatico,lo sai quanto è rognoso e stupido. Guarda che non mi inganni,te lo leggo negli occhi il dispiacere che hai,non c’è bisogno di nasconderlo”, “Pauline mi sento terribilmente sola e senza speranze”confessò la ragazza, “Lily ma che dici,che è successo per dire una cosa così triste?Hai l’aria di un cane bastonato e sei pallidissima”. Sul volto di Pauline si disegnò un’aria preoccupata ma allo stesso tempo comprensiva. I suoi capelli erano identici a quelli di Lily,se non fosse stato per i riflessi dorati che si disegnavano su alcune ciocche e la sua pelle era candida come una rosa a primavera ma lei non aveva spine,era solare e accogliente con tutti e anche sua sorella minore rimaneva incantata dai suoi modi semplici ma allo stesso tempo di grande significato.
Lily,seduta sul letto,era muta davanti a lei,non voleva mostrarsi debole perché sapeva che un tempo si sentiva bella e libera come non mai e ora le sue paure le stavano strappando dalle mani gli anni migliori della sua giovinezza. “Sorellina ti prego dimmi che cosa c’è che non va,è da tempo ormai che te lo vorrei chiedere,non sembri più la stessa. Dov’è finita la Lily coraggiosa che un tempo avrebbe superato tutti gli ostacoli che aveva davanti e che era fiduciosa?Un giorno quella Lily mi ha detto ‘’Sorella io voglio affrontare questa vita con tutte le mie forze perché so che con l’aiuto di tutti ce la posso fare’’.Dov’è finita quella ragazza?Si sta forse rimangiando quella promessa?”. “No!” disse Lily urlando “No,non voglio farlo,se lo facessi niente avrebbe più senso!” “E allora perché dici che sei sola al mondo?”continuò Pauline per farle venire fuori il boccone amaro che aveva in gola “Perché una persona che amavo con tutta me stessa mi ha tradito!Mi ha usata come una povera stupida e poi da un momento all’altro mi ha gettata via come se fossi stata una bambola e ha fatto a pezzi il mio cuore come un dannato foglio di carta che non vale niente!Mi ha spogliato della mia felicità e l’ha gettata per strada e io sono rimasta nuda a guardare inerme quel vestito che per anni mi aveva reso allegra e piena di gioia di vivere..Ora è come se non avessi più niente di cui andare fiera,di cui essere felice” spiegò infine Lily sul punto di scoppiare a piangere e si sfogò gettandosi sulla spalla di sua sorella “Io volevo veramente ballare con quel vestito di felicità addosso e invece me l’hanno strappato proprio quando stavo per far vedere a tutti di che pasta sono fatta e sono rimasta indifesa davanti a tutti,deludendoli!”. Pauline non poteva sopportare tutto quel rancore che Lily provava verso sé stessa,non era giusto che si facesse carico da sola delle sue pene e decise di aiutarla. Per un po’ la tenne stretta in un abbraccio caldo come quando era piccola e si graffiava le mani e le ginocchia con i sassi a forza di giocare a terra. “Adesso basta piangere,non è giusto che tu soffra così tanto e non è nemmeno giusto che tu abbia dovuto nascondere queste lacrime per tanto tempo senza sfogarti con qualcuno ma adesso ci sono io con te,ti starò sempre accanto come ho sempre fatto e ti potrai confidare con me quando vorrai,d’accordo?”. Lily si scostò e annuì con gli occhi ancora lucidi. “Adesso non pensarci,vieni a mangiare e poi oggi pomeriggio ne parliamo con calma,se vuoi ovviamente”, “Grazie Linny,ti voglio tantissimo bene” disse Lily finalmente sorridente. “A che servono le sorelle maggiori altrimenti?” sorrise Pauline,un sorriso comprensivo e ottimista,onesto e dolcissimo. Il sorriso di una sorella.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Rimorsi e opportunità ***


“Dannazione”. Reed era ancora lì davanti al pino e aveva sollevato lo sguardo da terra alla strada mentre Lily correva via. “Perché ti combatti inutilmente?”chiese una voce dal terrazzo del giardino. Reed si girò di scatto e irritato all’idea che altri si volessero fare fatti che riguardavano solo lui. Era una figura di mezza statura,il viso era un ovale perfetto e la carnagione tendente all’abbronzatura. Aveva pantaloni a mezza gamba,maglietta a mezze maniche e un sorriso tra il maligno e il convincente,era seduta sulla ringhiera rivolta verso il panorama e aveva posato il suo sguardo perfido sul ragazzo. “Chi sei e soprattutto come ti permetti di intrometterti in cose che non ti riguardano?”minacciò Reed con espressione rigida. “Calma ragazzo,non ti arrabbiare così facilmente,non ne hai alcun motivo.” controbattè la ragazza con voce provocante e sempre quel ghigno stampato sulle labbra. “Dammene uno”la sfidò allora Reed. “Voglio aiutarti a porre fine ai tuoi tormenti” lo inchiodò quella “che a mio avviso sono anche stupidi e inutili ma voi umani ci tenete tanto ai sentimenti che vi lasciate trasportare troppo spesso da essi”. “Perchè,tu che razza di creatura saresti?” chiosò ancora Reed cercando di non mostrare la sua curiosità e il suo timore per quella ragazza che sembrava conoscere per filo e per segno la sua storia. “Non posso dirtelo adesso ma intanto ti faccio una proposta e sono certa che accetteresti volentieri per motivi ovvi ma anche per quello che scoprirai presto”concluse lei. “Dimmi di che si tratta”arrivò al dunque Reed. La ragazza allora scese dalla ringhiera e si diresse verso di lui. Aveva modi sinuosi e i suoi capelli corvini facevano risaltare i suoi occhi di un blu profondo e gelidi come le profondità del mare. “Vengo da un’altra dimensione e sono stata mandata qui da te dal mio superiore Derel per chiederti se vuoi lavorare per noi come cacciatore di essenza oscura.”.“Come scusa?Spiegati meglio.”.Reed stava sudando freddo,c’era qualcosa di losco in quella giovane che non lo convinceva. “Nel mio mondo tutte le persone alla nascita ricevono un cristallo che proviene dalla montagna sacra di Lebèl che divide tutte le varie terre.Questo cristallo si illumina diversamente a seconda delle emozioni che provi. Il tuo compito sta nel raccogliere l’odio delle persone e racchiuderne l’essenza in un ciondolo che ti darò ”. Reed non credeva alle sue orecchie e soprattutto non capiva cosa avesse a che fare tutto quello che la ragazza stava dicendo con lui. “Non vorrei essere sciocco ma c’entra qualcosa con la magia?” osò chiedere con un accenno di stupore. Lei scoppiò a ridere.“Dico mi hai preso per un prestigiatore e il suo coniglio?Certo che ha a che fare con vera magia! Capisco,dalle vostre parti essa non è minimamente tangibile ma nel Regno di Nemen è la fonte di vita di tutte le creature che vi vivono”. Reed pensava di essere diventato matto. Tutto quello che leggeva nei libri di fantasia era dunque realtà altronde?E quella ragazza proveniva da un universo magico?Avrebbe accettato a qualsiasi prezzo di andare a vedere con i propri occhi creature che gli umani avrebbero definito fuori dal normale e inesistenti,era il suo più grande sogno. Ma sapeva anche che c’era il tranello della scelta dietro a quello che gli stava dicendo la ragazza. “In cambio ti offriremo la posibilità di dimenticare le tue disavventure e la tua amichetta capirà che a volte il dolore serve a riflettere sul mondo in cui viviamo”concluse la sconosciuta. Era sciolta e non aveva problemi a parlare dell’oggetto in questione. “Non ho nessuna intenzione di provocare altro dolore a Lily,anche se vengo trattato come uno stupido ma lei non avrebbe tutti i torti”.La rabbia stava salendo nella voce del ragazzo. “Non capisci che pensa troppo alle sue pene per capire come ti senti? Con l’anima tormentata da rimorsi anche se non ci puoi fare niente!Non è ora che questo tira e molla finisca?Non è colpa tua se non la ami e quel che è successo sarà stata una improvvisa infatuazione” quella straniera stava prendendo la sua difesa e la cosa lo infastidiva ma gli faceva piacere che lei sentisse cosa provava in quel momento. “Però non avrei mai dovuto farlo se non fossi stato certo di quello che facevo”. La ragazza lo guardò con aria rassegnata,ma solo momentaneamente. “Fa come vuoi Robin,ti offro una grande possibilità e poi tutti commettiamo errori nella vita,si inciampa,ci si rialza,non è mai così tragico alla fine. La tua dolce amichetta dovrebbe impararlo forse,o no?” cercò negli occhi di Reed la sicurezza che voleva ma era così confuso da tutti quegli strani e improvvisi eventi che non seppe sostenere il suo sguardo. La ragazza gli si avvicinò e gli sfiorò una guancia con le dita flebili. “Non temere,sono certa che capirai quanto ti ho detto al più presto,d’altronde sei un ragazzo intelligente e ragionevole.” Si voltò lasciando il suo profumo nell’aria. “A proposito,io mi chiamo Shelin” e solo allora il ragazzo notò che all’indice della mano destra Shelin portava una anello bianco che si illuminò di lì a poco,la ragazza bisbigliò qualcosa,probabilmente una formula magica,e si dissolse nel turbine che la inghiottì,sempre con quel sorrisetto malizioso dipinto sulle labbra rosa. Prima di andarsene Reed notò un piccolo ciondolo a terra.Aveva la forma di due centri concentrici nel cui mezzo era disegnato il simbolo di una goccia,quasi sicuramente significava l’acqua.Se lo mise al collo e si avviò a casa. Tornato a casa Reed pranzò con sua madre e si mise a guardare il mare in lontanaza dalla finstra in soffitta,pensando alla grande scelta che doveva fare. Rimanere accanto a Lily con la consapevolezza di farle del male o diventare un cacciatore di essenza oscura come gli aveva consigliato Shelin e lasciare che la ragazza si rendesse conto da sola che non poteva stare con lei? Erano poche le scelte che aveva fatto nella sua vita e quelle poche non erano della categoria di quelle importanti ma ora era combattuto tra le due cose,entrambe avrebbero avuto pro e contro con conseguenze da non poco e sapeva che quella notte non avrebbe dormito anche per la tentazione di vedere il Regno di Nemen. Aveva anche altre domande che gli ronzavano nella testa e non riusciva a metterle ordine e a cercare di rispondere. Si sentiva per la prima volta veramente responsabile e cosciente delle sue azioni e sapeva che qualsiasi cosa avesse scelto avrebbe portato comunque a conseguenze devastanti. Conseguenze che avrebbero cambiato la sua vita e quella di altri.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Ombre dal passato ***


La biblioteca di Fenyr era enorme,l’edificio più antico e magnifico di tutto il Regno. Era stata costruita da un architetto leggendario,un certo Dorra che proveniva da quella stessa città e aveva voluto dare un senso alla storia della Terra delle Melodie con quell’opera magnifica. L’aveva edificata sulla collina più alta della capitale e il panorama era assolutamente mozzafiato. L’edificio era in Quarzo Rubinio,il materiale più pregiato di quella Terra,ma l’architetto aveva voluto che vi fossero incastonate le foglie degli alberi del Bosco Argenteo e così con un piccolo aiuto da parte della magia aveva realizzato l’opera. Sul tetto si innalzavano cinque guglie,quattro piccole per ogni angolo della struttura e una più grande al centro. Tutte avevano la forma di un fiore che si apre e dove ci sarebbe dovuto essere il pistillo c’era un prisma che al tramonto rifletteva l’arcobaleno,illuminando inoltre l’interno. Le maniglie del portone d’ingresso recavano due note attaccate,il simbolo di quel Regno. Sulla coda della prima c’era scritto ‘’Libertà’’ e su quella dell’altra ‘’Vita’’. Delle buone metafore a cui associare la musica. L’interno era composto da tre piani pieni di scaffali colmi di libri. Non tutti raccontavano la storia della Terra delle Melodie,col tempo essa aveva ereditato anche i volumi più importanti delle altre Terre. Deher stava guardando lo spettacolo del tramonto da solo. La biblioteca quel giorno era chiusa per permettergli di rimettere a posto i volumi del primo piano che erano sparsi dappertutto. Ogni volta che stava sotto quei giochi di luce che le guglie creavano si sentiva più solo del solito e ripensava all’episodio che aveva cambiato per sempre la sua vita. (Ricordo di Deher) Deher sta giocando in giardino,tra i corridoi-siepe del labirinto. Lo percorre sempre quando ha un libro interessante da leggere e ogni volta raggiunge il centro:un laghetto esteso con al centro un’isoletta di pietra e una torricella alta abbastanza da poter vedere i dintorni del paesello in cui vive. Solo chi ne sa qualcosa di magia può accedere all’isolotto,grazie ad una speciale formula per creare un ponte. Oggi il ragazzo ha un libro di magia per ripassare le formule generali che gli servono per passare il suo Esame d’Inverno. È dotato per la magia,essere a contatto con la natura è un a cosa che lo emoziona da sempre e non rinuncerebbe mai a diventare un grande mago per tutto l’oro del mondo. I suoi compagni gli dicono che è uno smidollato perché ha paura di imparare il mestiere delle armi ma lui nemmeno li ascolta,inseguire un sogno non è da vigliacchi. Quel giorno però qualcuno lo attende da qualche parte sulla riva,Deher sente il suo fruscio tra le siepi e con poche parole imprigiona l’intruso in una gabbia d’acqua. “Sei il solito vigliacco,fatti sotto se non hai le gambe molli!”urla il ragazzino che è imprigionato. Si chiama Les. “Non mi mischio con certi pezzenti,ti batterei solo scandendo a voce alta una formula,te l’ho già detto che non mi faccio incantare dalle vostre menzogne”ribatte Deher con orgoglio. “E allora la storia che tua madre fa la sgualdrina è solo un’idiozia popolare”. Nel tono di voce di Les c’è aria di sfida e di malignità unica. Deher abbassa i suoi occhi verde smeraldo e stringe le nocche fino a farle diventare bianche. Non sopporta che si parli alle spalle sue e di sua madre e sa che quel ragazzetto non sa fare altro. “Puoi anche mettermi al tappeto con le tue schifose parole senza senso ma non potrai mai fare niente contro il potere della verità”sogghigna ancora Les. Comincia a cantilenare una canzoncina che Deher conosce bene,gliela cantano sempre quando lo incontrano. “Stà zitto verme!”urla all’improvviso Deher,ha le sopracciglia aggrottate e uno sguardo minaccioso. “Bravo,fai venire fuori la violenza che hai” continua l’altro “ma non ti aiuterà a cambiare le cose. Sarai pur sempre figlio di una puttana e questo non lo potrai mai cambiare”. È la goccia che fa traboccare il vaso. Deher non è più disposto a sopportare quell’affronto e urla le parole necessarie a far tornare l’acqua al suo posto. Sa che Les non sa nuotare e il laghetto è profondo abbastanza per annegare. Quello subito si dimena,come un’anguilla che sta per morire asfissiata,ma Deher rimane impassibile a guardarlo. Negli occhi ha un odio profondo e la vendetta è insopprimibile. Sta per andarsene quando vede la guardia del labirinto correre davanti a lui e tuffarsi in acqua. Con qualche bracciata raggiunge il ragazzo e lo riporta a riva. “Che ti salta in mente?”tuona la guardia. Deher non sa che dire,tutta la rabbia improvvisamente sbolle e le gambe gli tremano. Sa solo che ha tentato di uccidere un ragazzo e che non la passerà liscia per questo. (Fine ricordo di Deher) “Siamo pensierosi stasera?”. Deher si voltò di scatto e strinse i pugni. “Cosa vuoi da me?”disse con aria di falso disprezzo. “Niente in particolare se non vendicare mio fratello che quel giorno hai quasi ucciso”rispose l’altra. Il tono di voce di Deher si addolcì improvvisamente“Shelin lo so che se ci fosse Les al tuo posto io sarei già morto e ti ringrazio per risparmiarmi dall’agonia che mi riserverebbe se..”. Shelin lo interruppe bruscamente alzando la voce “Non è per te che lo sto facendo!Niente e nessuno fermerà i Gemelli,nemmeno l’amore che c’è stato tra me e te!Sono stata sufficientemente chiara?”. Deher annuì debolmente e una ciocca dei suoi capelli biondi e ricci gli ricadde sulla fronte. “La nostra vendetta arriverà quando meno te lo aspetterai e non sarai solo tu a risentire del nostro rancore,ma tutto il Regno!”. Stava per alzare i tacchi quando la sua mano l’afferrò per un polso. “Lasciami ti prego”bisbigliò Shelin. “Sai che non posso,ti amerò sempre e comunque. Che tu mi odi o mi ricambi non ha importanza.” disse infine Deher con rassegnazione. Shelin non poté fare a meno di scappare via ed evitare il suo sguardo intenso che anni prima l’aveva conquistata. Una lacrima le scivolò giù per la guancia ma lei l’asciugò con forza con il dorso della sua mano. Corse per tutto il sentiero fino a che non vide Verre,il suo drago,pronto ad accoglierla su uno spiazzo d’erba. Era di color turchese come tutti gli altri draghi d’aria con alcune squame verde acqua sul dorso e il muso un po’ più allungato di tutti gli altri. Aveva occhi gialli e scorgeva negli occhi della padrona il suo tormento. O almeno così sembrava a Shelin. Tornata a casa la ragazza non trovò nessuno ad aspettarla. Probabilmente Les era nella sua bottega di filtri di tutti i tipi a sperimentare qualcosa di nuovo. La casa non era altro che una baracca a due piani,tuttavia era abbellita nel miglior modo possibile. I due l’avevano fatta ridipingere e si erano arrangiati come meglio potevano. Shelin salì in camera al piano di sopra,dove c’era anche quella di suo fratello. La ragazza andò sul terrazzo e spiccò un agile balzo,arrivando in cima al tetto. Ammirò anche lei quel panorama e si chiese se anche Deher stesse facendo la stessa cosa dalla sua collina. (Ricordo di Shelin) Shelin è emozionata. Deher le farà vedere il suo posto preferito e sa che qualcosa cambierà inevitabilmente quel giorno. Shelin aspetta. Deher è in ritardo di almeno cinque minuti ma lei sa che non la deluderà. Sta per rinunciare a quell’appuntamento,non si fa vedere e lei ha già le lacrime agli occhi. Non si è mai sentita così inutile e presa in giro in tutta la sua vita. Sta per andare via quando girandosi se lo ritrova davanti,a pochi centimetri dalla sua faccia.I suoi capelli dorati lambiscono la sua fronte e i suoi occhi smerado la guardano fiduciosi come sempre. Shelin sente le orecchie scottare e non sa che dire. “Io non…”. Deher le mette un dito sulle sue labbra. “Sssh,niente scuse inutili,vieni con me”. Si avvicinano alla riva e Deher pronuncia le parole sufficenti per creare una scia blu sopra l’acqua. La ragazza rimane a bocca aperta,come sempre quando Deher le fa vedere le sue magie ma quella non l’ha mai sentita. “Sali sulla scia blu Shelin”. Shelin è titubante,si fida ciecamente di del ragazzo ma come suo fratello Les non sa nuotare anche se le piacerebbe e ha paura che il ponte non la regga. “Avanti,se ti fidi di me sai che non ti farò cadere” dice Deher strizzandole l’occhio. La ragazza inspira fa il primo passo sulla barriera a occhi chiusi.Poi lentamente li apre e guarda sotto. “No!Deher ti prego fammi scendere!”. Shelin è nel panico,ricorda ancora il giorno in cui da piccola era quasi affogata nel Lago Vitreo,nella Terra delle Nebbie. “Calma,il passato è passato Shelin,tutti devono fare i conti con le proprie paure prima o poi e conosco la tua brutta esperienza,so che a volte è difficile ma…”.Deher sale e le porge una mano “…se affiancati da qualcuno niente è impossibile”. Shelin prende la sua mano e gli sorride.Piano piano si avvicinano all’isola. Ora è tutto a posto,con Deher al suo fianco niente la spaventa e sa che potrà sempre contare su di lui. Deve solo ammetterlo davanti a lui e a questo pensiero abbassa lo sguardo. Salgono una scala a chiocciola e arrivano in cima alla torre ma a pochi scalini per rivedere il cielo Deher ferma Shelin. “Chiudi gli occhi,ho una sorpresa per te qua sopra”. Stavolta la ragazza non dubita e le sue palpebre si chiudono con sicurezza. Deher non le farà mai del male. Lui la guida fino in cima,sente la brezza delicata della notte tra i capelli e capisce che è veramente arrivata. “Ora puoi guardare”. Shelin può vedere tutto il labirinto e gli alberi intorno,poi alza la testa e una miriade di stelle illuminano il cielo. Non potrebbe essere più felice,adora osservare il cielo di notte,ne rimane sempre affascinata e quello spettacolo non finisce mai di entusiasmarla. “Grazie Deher!”urla lei quando si riprende dallo stupore e gli salta al collo ringraziandolo infinitamente. “Non c’è di che Shelin,tutto per una ragazza come te” le sorride Deher. Si stendono su di un telone ripiegato e Deher le porge una coperta di lana,è fresco la sera. Shelin mette le braccia incrociate dietro alla testa e si gode quel momento che vorrebbe non avesse mai fine,Deher invece dopo cinque minuti disteso si rialza e chiude le sue gambe con le braccia,guardando davanti a sé pensieroso. Shelin lo lascia fare,è più che evidente che quello è il loro primo vero appuntamento. Mentre guarda Vega,la stella più luminosa del cielo la ragazza si sente osservata e sa anche da chi. Senza esitare lancia il suo sguardo verso Deher e i suoi sospetti vengono confermati. Il suo sguardo incontra quello del ragazzo e il battito del suo cuore rallenta mentre si perde dolcemente nei suoi occhi e quando lui le sorride arrossisce violentememte. Si gira di scatto. “Non ti va più di guardare lo spettacolo sopra di noi?” si inventa Shelin per non mandare avanti quel silenzio imbarazzante tra di loro. “No,affatto.”ribatte Deher intimidito da quella inaspettata domanda. “E allora perché sei nervoso?”insiste Shelin per fargli dire quello che le nasconde. “Perché ti devo dire una cosa”dice il ragazzo tutto d’un fiato. Si vede benissimo che è teso,è un grande momento per lui e ha paura di mandare a monte la sua confessione ma deve trovare il coraggio di farla o non saranno mai ufficialmente insieme.Prende un profondo respiro e con tutta la calma possibile comincia “Shelin stasera ti ho invitata perché sono contento di stare in tua compagnia,insomma penso che tu sia l’unica che mi capisce e che apprezza le mie arti magiche. Ti ringrazio per questo e spero di non annoiarti quando mi esercito davanti a te ma è l’unica persona di cui non mi vergogno”. “Figurati,per me è un piacere e la mia è anche curiosità,penso che tutti dovrebbero vedere il mondo da aspetti diversi,non puoi costringere nessuno a fare ciò che vuoi” dice Shelin. Ora è sciolta,non ha più paura di parlare con lui,tutto va come deve andare ed è giusto così. “Continua” intima lei. Deher riprende “Sei una ragazza dolce e sensibile e mi piaci così come sei. Sono pronto ad amarti Shelin e spero che sia lo stesso per te”. Shelin è senza parole,non ha mai sentito nessuno dirigerle parole così belle che le scaldano il cuore. Di amiche lei non ne ha e ha trovato in Deher un ragazzo in cui scorge il suo stesso tormento ma che non fa più male quando stanno insieme e camminano per i viali di Fenyr e osservano la vita dei mercati e dei bambini che giocano in piazza. Poi scorge una lacrima sul viso di Deher e capisce quanto si debba sentire solo senza nessuno che lo apprezza per i suoi gusti,le sue maniere e il suo carattere. La madre è assente e il padre è scomparso dalla cità quando aveva solo quattro anni. Shelin lo stringe a sé e lo rassicura. “Deher non piangere,il mondo può pensare quello che gli pare e piace su di te ma tu non devi dar retta ai ciechi. Ora ci sono io e ti giuro che non ti lascerò solo a marcire con questa falsa condanna di cui sei vittima. Sono solo dei maledetti,non ti avranno mai!”. Deher si stacca dall’abbraccio e le prende il viso con le mani,gentile. “Shelin ti amo”. Quelle parole le arrivano lente e lievi come un sussurro e ora lo sa,non potrà più fare a meno della sua presenza e si crogiolerà per sempre in quell’amore sbocciato per puro caso in quella stessa città. “Ti amo anche io”. Il bacio arriva inaspettato e sconvolgente. Un turbinio di pensieri e ricordi offusca la mente di Shelin ma allo stesso tempo non pensa a niente. Realtà e fantasia si confondono in quel gesto che durerà forse una notte intera,forse solo un paio di minuti ma che importanza può avere?Quando si è innamorati non si da importanza a niente,figuriamoci al tempo. Shelin ricambia il bacio e quando Deher stacca le sue labbra dalle sue capisce che niente sarà più come prima:la solitudine sofferta,suo fratello che la ignora e i suoi genitori che litigano sono solo sordi ricordi di una vita passata. Quando arriva il momento di salutarsi Shelin stampa un ultimo bacio sulla bocca di Deher e si allontana,finalmente sorridente. Deher è contento che sia finalmente pacificata con sé stessa e lui anche. Finalmente non saranno più soli e di apparterranno per sempre. (fine ricordo di Shelin) Shelin sospirò e saltò giù dal tetto,rifugiandosi tra le pagine del suo libro di astronomia.Appena in tempo. “Ciao sorellina,com’è andata la giornata?”. Un sorriso malignò si disegnò sulla faccia di Les.

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