Cosmic Love.

di You only live once_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1. ***
Capitolo 2: *** Chapter 2. ***
Capitolo 3: *** Chapter 3. ***
Capitolo 4: *** Chapter 4. ***
Capitolo 5: *** Chapter 5. ***
Capitolo 6: *** Chapter 6. ***
Capitolo 7: *** Chapter 7. ***
Capitolo 8: *** Chapter 8. ***



Capitolo 1
*** Chapter 1. ***


And in the dark, I can hear your heartbeat
I tried to find the sound
But then it stopped, and I was in the darkness,
So darkness I became




Si guardò intorno con i brividi che le percorrevano il corpo, scuotendole il cuore.
Il suo sguardo si posò un minuto in più sul laghetto circondato da un prato pieno di fiori, le mozzò il fiato il solo ricordo.
Salì il gradino che portava al portico e , con le mani sudate e tremanti, bussò alla porta.
Sentì delle voci indistinte e dei passi correre; quando la porta si aprì trattenne inevitabilmente il fiato.
Lo rilasciò non appena incrociò lo sguardo di una bimba meravigliosa, dai lunghi capelli neri e dai magnifici occhi azzurri.
Avrà avuto si e no due anni, gli occhi le si riempirono di lacrime e si costrinse a non scappare via.
"Chi sei?" le domandò ingenuamente la piccola.
"Siva chi è?" la voce di una donna fece capolino fino alle loro orecchie.
Era alta, capelli corti di un color miele, occhi azzurrini e labbra sottili.
Un espressione di bontà sul viso, ed un sorriso accennato sulle labbra.
Si chinò a prendere la bimba in braccio e guardò accigliata l'ospite.
"Salve, posso esserle utile?" domandò cordiale.
"Casa Malik?" dovette schiarirsi la voce prima di parlare, sperando che non gli tremasse.
La donna annuì, sempre più accigliata.
"Cercavo Zayn, sono una sua vecchia amica" la donna annuì rasserenandosi, e spostandosi dall'arco della porta.
"Entri, Zayn sarà a casa a momenti"
La donna ringraziò entrando nella graziosa abitazione, guardandosi intorno curiosa di scorgervi qualche particolare che avesse potuto appartenerle; ma niente.
"Come ha detto che si chiama?" domandò, riferendosi alla piccoletta che la guardava con la bocca leggermente schiusa.
"Si chiama Siva. Non mi chieda il significato la prego, l'ha scelto Zayn e a me subito è piaciuto" spiegò brevemente.
"Posso offrirle qualcosa?" domandò comportandosi da impeccabile donna di casa.
"Dell'acqua se non è un disturbo" rispose gentile.
La donna si recò in cucina a prendere un bicchiere per quell'ospite inaspettato.
"Posso toccarli?" chiese dolcemente la bambina, riferendosi ai tatuaggi; lei annuì porgendogli le braccia come ad incoraggiarla.
"Anche il mio papà ne ha" l'informò felice, mentre pensava che da grande le sarebbe piaciuto disegnare e colorare sui corpi delle persone.
"Sono a casa" il suo cuore si fermò nell'udire quella voce, mentre vedeva la bimba correre all'ingresso, mentre la madre poggiava di fronte a lei il bicchiere con l'acqua. "Lil vengono i ragazzi a cene" annunciò Zayn entrando in salotto con la figlia in grembo.
L'ospite si voltò leggermente per incrociare lo sguardo del moro; non era cambiato di una virgola quello sguardo.
Era ancora più alto, lo stesso fisico asciutto ora leggermente più palestrato; un accenno di barba incolta sul viso, niente più orecchini e i capelli tagliati di un centimetro più corti.
Zayn lasciò che la bambina scendesse dalle sue braccia mentre cercava di ricordarsi come si respirasse, e cercava di capire se fosse finito in uno dei suoi sogni.
"Ciao amore, è venuta questa tua amica e le ho proposto di restare" spiegò brevemente lasciando al moro un bacio a fior di labbra, che fece distogliere lo sguardo dell'altra donna nella stanza.
"Ciao Zayn" parlò finalmente, alzandosi.
Aveva indosso un lungo vestito floreale sui toni del rosa scuro, i lunghissimi capelli pece le ricadevano ondulati sulle spalle, legati in un semi raccolto appena accennato.
Gli occhi colorati leggermente da una matita nera, erano ancora della stessa consistenza.
Era magra, magrissima come non era mai stata; ma era ancora bellissima come la ricordava.
Il moro si avvicinò titubante, prima di fiondarsi su di lei e stringersela addosso.
Aveva lo stesso profumo, lo stesso buon odore di familiare. Al moro tremavano le mani.
Quella reazione stranì ed infastidì leggermente la moglie del moro, che li guardava leggermente accigliata.
Quella donna era incredibilmente bella, quasi surreale, anche se troppo magra per i suoi gusti.
Avrà avuto la stessa età del marito, un 25 quindi, ma ne dimostrava molti di meno.
"Cosa ci fai qui?" le domandò  Zayn una volta sciolto l'abbraccio.
"Non lo so Zayn, ho bisogno di parlarti" il moro capì che la sua voce stava per spezzarsi, così decise di non chiederle altro.
"Zayn non ci presenti?" l'attenzione fu riportata su sua moglie e le sorrise.
"Certo. Lilien, Siva lei è Emma" presentò incredulo delle sue stesse parole.


 

I took the stars from our eyes, and then I made a map
And knew that somehow I could find my way back
Then I heard your heart beating, you were in the darkness too
So I stayed in the darkness with you




Uscirono in giardino per poter parlare con tranquillità, e per mettere a sua agio la mora.
"Ti prego, credo di impazzire se non mi spieghi il perché..anzi il come" sospirò Zayn riferito alla sua presenza lì.
"Non lo so Zayn, te lo giuro che vorrei tanto avere una risposta, perché credimi anche io ne voglio una. Ma non ce l'ho" nella sua voce erano presti note di disperazione e confusione che fecero stringere il cuore del moro.
"Cosa sai,allora?"
ritentò Zayn.
"Che mi sono svegliata in una stanza d'albergo vicino Londra e subito sono corsa qui" Zayn le crebbe immediatamente.
"Sai cosa? Non mi frega, tu sei qui ora; nulla ha importanza" ammise stringendola ancora tra le sue braccia.
"L'hai chiamata Siva, Zayn"
constatò la ragazza sorridendo teneramente. Il moro annuì.
"Subito hai afferrato" constatò intenerito.
La ragazza annuì felicissima di essere ancora lì con lui.
"So che le cose sono cambiate, ma sono felice di essere qui ora" Emma si sentì in dovere di dar voce ai suoi sentimenti e a Zayn questo piacque tantissimo.
"Sei bellissima un pò hippie" ridacchiò il moro cambiando discorso, non volendo pensare a cose serie se non la sua Emma.
"Oh, grazie, sinceramente è la prima cosa che ho trovato da indossare" spiegò ridendo sommessamente.
A vederli si sarebbe pensato che non era cambiata una virgola nei cuori di quei due,
ma cosa ne potevano sapere gli occhi esterni?







HALOAAAAA
Li riconoscete?
Vi sono mancati?
a me un casino e non ho resistito :D
Sarei una bugiarda a dire che ci lavoro da un po', 
in relatà è un'esigenza che mi è nata pochi giorni fa quellas di scrivere
ancora su di loro, e quindi
eccomi qui con questi personaggi che tutti voi ,ed io in prims, avete amato!!!
Come?
E' tutto da scoprire..
Spero vi intrighi capire questo continuo di 

I've never had the words to say,but now I'm asking you to stay!❤
Perche è ufficilae: io e questa storia SIAMO TORNATE
 
Ovviamente il titolo è ispirato a
l testo dell'omonima canzone dei
Florance and the Machine (che adoro) :)
Vi prego come sempre di fare attenzione ai pezzi di 
canzone inseriti tra i due paragrafi
preludio di taaanto 
Un bacione xx
[Recensite? :3] 


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Capitolo 2
*** Chapter 2. ***


“lo so che mi prenderò molte altre cotte ma tu, tu sei quella cotta stra bruciata che non mi passerà mai.”
— unparadisodite on Tumblr.





"Lil resta anche Emma a cena"avvisò il ragazzo rientrando in casa con la mora al seguito.
"Certo" sorrise cordiale, seppur leggermente intimorita dalla ragazza.
"Ti va di giocare con me?" Sira si posizionò davanti ad Emma con un sorrisone e due occhioni da cerbiatta.
"Oh certo, sarebbe un piacere per me" la bimba battè le mani felicissima, prima di prendere quella di Emma e stringerla nella sua trascinandola via con sé.
"Scusate" riuscì a dire prima di essere condotta nella camera della bambina.
"Tutto bene?" sussurrò dolcemente Zayn sfiorando con le labbra il collo della moglie, questa annuì e sorrise.
"E solo che..quando l'hai vista; Zayn quando l'hai vista ti si è accesa una luce negli occhi che non ho mai visto. E questo mi spaventa" ammise sentendosi stupida.
"Lil ho sposato te, ora ho te" rispose risoluto il moro, con un ombra di tremolio nella voce, che Lilien non percepì.
"E prima?"
quella era una domanda che non avrebbe voluto fare, ma si sentiva in dovere di sapere.
"È il grande amore della mia vita Lil, lei è la famosa Emma.."
"Ma è impossibile, non era morta?"
domandò scioccata da questa notizia, era incredula.
"Già, domani ti spiego. Ora è di là e mi sembra poco delicato. Però devi stare tranquilla, ora sono tuo"
detto questo, dopo un bacio si dileguò in camera per una doccia veloce prima dell'arrivo degli amici.
Ora i problemi erano due: come dirlo ai ragazzi, e se fosse davvero del tutto vero quello che aveva detto a Lilien.
La seconda più importante della prima, era meglio per lui che fosse tutto vero.
Infondo i ragazzi avrebbero capito, senza spiegazioni, proprio come lui.
Avevano passato anni giurandosi a vicenda che avrebbero dato la vita per un altro giorno con Emma, ed ora lei era lì e non importava né il come e neppure il perché.
Era lí, ed era questo tutto ciò che importava.
Alle nove puntuali, no ok erano le nove e venti minuti, i ragazzi bussarono alla porta.
"Buonasera, dov'è Siva? Ho qui una pulce smaniosa" salutò Harry precipitandosi in casa facendo ridere la figlia che portava in braccio.
Era una meravigliosa bimba vispa la metà del padre, con due enormi occhi verdi e delle fosse adorabili.
"È di là. Puoi andare da sola piccola?" le chiese Zayn prendendola tra le sue braccia per poi metterla a terra.
"Si zio" squittì prima di fuggire in camera della figlia.
Harry gli sorrise riconoscente e l'amico gli diede una pacca sulla spalla.
"Non è giusto che siete venuti soli" sospirò triste Lilien entrando in salotto a salutare gli amici del marito.
Dopo aver fatto il giro completo ed essersi intrattenuta pochi minuti, dovette congedarsi per tornare ai fornelli.
"Allora ragazzi, oggi a tavola ci sarà una persona in più oltre a noi"
Zayn davvero non sapeva come spiegargli l'inspiegabile, quindi si affidava ai loro sentimenti.
"Ci sarà la tua amante? Andiamo Zayn è da incoscienti!" scherzò Louis facendo ridere tutti.
"È una cosa seria! - li reguardì il moro- Non ve lo so spiegare, aspettate un attimo. Solo una cosa, non chiedete né perché né come" detto questo lasciò gli amici, che lo credevano pazzo, in salotto e andò a prendere Emma.
Alla mora tremavano le mani e batteva forte il cuore, aveva paura di non essere riaccettata nelle loro vite.
Aveva paura del giudizio dei suoi stesso amici, cosa impensabile per la ragazza.
Quando entrò in salotto, nascosta leggermente dal corpo di Zayn, gli amici si gelarono sul posto.
"Non penso abbia bisogno di presentazioni, o sbaglio?" il tono tranquillo del moro spiazzò leggermente i ragazzi, tremendamente confusi , mentre erano scossi da mille emozioni.
Il primo a reagire fu Niall, c'era da aspettarselo, che si gettò letteralmente addosso alla ragazza facendola sbilanciare leggermente.
La strinse forte a se, come se volesse far fondere i loro corpi.
"Sei un sogno?" chiese più volte il biondo.
"No angelo mio, no" la bruna non poté fare altro che scoppiare a piangere, perché tra le braccia del suo amico si sentiva al sicuro, era casa sua.
"Scusami, ti prego Niall scusami" supplicò aggrappata all'amico.
Niall si staccò dal corpo della mora e la guardò negli occhi, identici ai suoi.
"Sei davvero tu" confermò a se stesso incredulo, ritrovando in quegli occhi la sua migliore amica di sempre.
"Oddio signore grazie" sussurrò prima di riabbracciarla.
Il secondo a scattare fu Louis, simultaneamente con Harry; fecero una mini lotta e poi abbracciarono a turno la ragazza, che aveva il cuore colmo di gioia.
L'ultimo fu Liam, l'abbracciò delicatamente quasi temesse che la mora sarebbe potuta dissolversi se la stringeva troppo.
"Oddio come..?" Niall provò a chiedere incredulo, bloccato immediatamente da Zayn che, dopo avergli piegato il poco che Emma ricordava, gli ricordò la premessa. Niente domande.
"Per tutto questo tempo tu.." Liam cercò di mettere insieme i pezzi nella sua mente.
"Ero morta Liam, mi sono svegliata ieri sera e sono corsa qui"
spiegò la ragazza, che era la prima ad essere sconcertata dalla situazione.
"A tavola" avvisò Lilien.
I ragazzi si spostarono nella sala da pranzo e presero posto intorno al grande tavolo; Niall si sedette di fianco all'amica, toccandola ogni manciata di secondi per accertarsi che fosse vera.
Non riusciva ad allontanare il suo sguardo da lei.
"Ora che sei tornata non ti lascio più" confessò improvvisamente serio.
"Non posso, ne morirei. Non lasciarmi più" alcune lacrime dolorose gli solcarono il viso.
Da ottima migliore amica qual'era, immediatamente strinse il biondo tra le sue esili braccia.
"Sono qui Nialler" il biondo tirò su con il naso e si riposizionò eretto sulla sedia.
"Scusa" sussurrò in imbarazzo, la mora sorrise, un sorriso di quelli pieno di amore.
"Non devi scusarti di niente, tu. Ti ho visto in condizioni peggiori" scherzò la bruna, strappando una risata all'amico.
Lilien seduta di fianco al marito non poteva far altro che sentirsi gelosa di quella ragazza, che possedeva l'amore di quei cinque, la guardavano come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
"Posso portare il secondo?" decise che andare in cucina e distrarsi le avrebbe fatto bene.
"No io ed Emma dobbiamo ancora finire" fece notare Niall.
"Oh no grazie, io sono piena" ringraziò cordialmente Emma, sorridendo alla moglie di Zayn.
"Ma non hai toccato niente.." Zayn si diede mentalmente dello stupido per non aver collegato subito.
"Certo che il lupo perde il pelo ma non il vizio" le frecciò facendola sentire in colpa. Abbassò lo sguardo dandosi fastidio alle dita.
"Ti ospito io comunque. Devi conoscere mia moglie e i bambini, oh loro ti ameranno. Emma darebbe via qualsiasi giocattolo pur di conoscerti così come.."
"Niall, fermo, fermo! Hai chiamato tua figlia come me?"
chiese commossa, il biondo annuì come se fosse una cosa scontata e alla mora scesero alcune lacrime di gioia.
"Grazie, per tutto. Per non avermi dimenticata.." sussurrò asciugandosi le lacrime.
"Non avremmo potuto, mai"
la serietà di Zayn nel pronunciare quelle parole fece scattare Lilien.
Si alzò sparecchiando velocemente e portando tutto in cucina.
Quando era troppo, era troppo.








OH LALA
Qualcuno inizia ad innervosirsi, vero Lilien?
Non sono dolcissimi Nialler ed Emma?
Non è cambiato nulla tra di loro, o almeno così sembra.
E Zayn? Ti vedo confuso caro.
Devo ricordarti che hai una filgia?
E devo ricordarvi che Harreh è single?
No, no che non devo ahah
Che ne pensteeee???
Mi sa che non ve gusta muchissimo ?!
Non lo so, please tell me!!

Io domani parto per Milano
( 1D arrivooo)
Quindi non aggiornerò prima di mercoledì/giovedì :))
Spero di trovare 10 recensioni, me le lasciatee??
Lo so che ce la fate a farmi questa sorpresa :3
Vi adoro, sappiatelo.

Un bacione xx


P.s. qualcuna di voi sarà a milano? dietemi di siii voglio conoscerviii :3

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Capitolo 3
*** Chapter 3. ***


Avevano avuto bisogno di perdersi di vista per qualche tempo,
per capire che si sarebbero mancati per il resto della vita.








Come stabilito, quella stessa sera andai a dormire da Nialler, Zayn aveva insistito affinché restassi assicurandomi che ci fosse posto in casa sua ma, considerando il nostro passato, ritenni opportuno declinare l'offerta per non mettere maggiormente in imbarazzo la moglie.
Ancora mi faceva strano che quella fosse sua moglie, ero sempre stata abituata al mio Zayn e non allo Zayn di un'altra, anche se lui era sempre la stessa persona.
La casa di Niall era molto bella, aveva faticato molto per realizzarsi nel lavoro ed era riuscito a diventare primario di una clinica pediatrica, ed io non potevo essere più fiera di lui.
La moglie era una ragazza eccezionale, all'altezza del mio migliore amico, dolce e di una gentilezza disarmante.
I suoi bimbi erano un qualcosa di indescrivibile, penso di non aver mai amato dei bambini come amabo quei due.
Emma era di una vanità unica, era sempre lì a truccare le bambole e a giocare con gli abiti della madre; Nick invece era identico a Niall, e quando dico identico intendo che rideva sempre e sapeva trovare del buono in tutti, guardava la vita con gli occhi di un bambino di due anni che sarebbe cresciuto con quella spensieratezza che contraddistingueva anche suo padre.
Quella mattina, come le altre della settimana appena trascorsa in cui ero stata ospite in casa Horan, mi svegliai presto per accompagnare i bambini a scuola.
Avevo insistito per rendermi il più utile possibile, facendo qualsiasi cosa mi fosse chiesta, ma quella di portare i bimbi a scuola fu una mia decisione che i genitori e i piccoli accolsero benevolmente.
"Buongiorno" salutai Brit e le piccole pulci assonnate che facevano colazione.
"Buongiorno tesoro, ti va del caffè? Lo appena preparato" mi propose materna la bionda, sorrisi intenerita prima di declinare l'offerta.
 "Lo prenderò più tardi e troppi mi fanno male" spiegai brevemente, Brit annuì comprensiva mentre consumava la sua colazione.
"Nialler?" domandai rendendomi conto di una testa mancante a tavola.
"È uscito presto, aveva un sacco di lavoro da sbrigare oggi e cose da fare" sorrise intenerita al pensiero di Niall a curare dei piccoli bimbi.
Brit aspettò che i bambini avessero finito la colazione prima di sparecchiare e affidarli a me, mentre lei si andava a preparare per il lavoro.
"Zia ma io ho sonno"
si lamentò Nick aggrappandosi alla mia gamba, sorrisi.
"Lo so tesoro, ma bisogna andare a scuola ora. Ti prometto che quando torni ti faccio dormire ma solo dopo aver mangiato il dolce che ti farò trovare" Nick sembrò rianimarsi alle mie parole, e fu abbastanza convinto e spronato dal seguirmi in auto.
Una volta a scuola aspettai che suonasse la campana e, dopo un bacio da entrambi, potei allontanarmi.
Niall era stato più di un amico e ancor più di un fratello, mi aveva addirittura prestato una macchina, per farmi muovere in città.
Quel giorno mi ero imposta di fare una cosa, che mi faceva fin troppo piacere fare.
Entrai nell'edificio fin troppo silenzioso, camminando per i corridoi vuoti a causa dell'ora di lezione.
Passai dinanzi ad una schiera di armadietti di metallo e porte di legno, per poi giungere a quella che mi interessava.
Entrai silenziosamente, sorridendo alla donna dietro al bancone, le chiesi gentilmente se potessi vedere il preside e lei assecondò subito la mia richiesta, dicendomi che era libero.
Le sorrisi grata e mi avvicinai ad un'altra porta chiusa, che aprii dopo aver bussato ed aver ricevuto il permesso per entrare.
"Buongiorno" gli sorrisi leggermente intimidita, ma lui si aprì in uno dei suoi magnifici sorrisi, di quelli che illuminano il mondo.
"Che ci fai qui?" il suo tono euforico mi fece capire quando fosse piacevolmente sorpreso.
“Sorpresa?! Mi andava di passare, ti disturbo?” ricambiare il suo sorriso mi fu inevitabile, era così bello da mozzare il fiato.
“Non disturbi mai” disse sincero, e lo capii dai suoi occhi.
Nonostante non ci vedessimo da anni quegli occhi erano sempre un libro aperto per me, fin quando lui non decideva di chiuderlo e non permettermi di vedervi nulla dentro, allora potevo seriamente preoccuparmi.
Erano passati anni, Zayn aveva finito la scuola con il massimo dei voti possibili, era diventato professore di lettere e aveva aperto una scuola elementare, proprio come lui aveva sempre desiderato.
Si vedeva dal viso che quello che faceva lo rendeva felice, e posso scommetterci di tutto che quei bambini erano molto fortunati ad avere un preside ed insegnante come lui.
“Il tempo di compilare alcuni moduli e andiamo a pranzo insieme, ti va?” propose gentilmente, sorrisi ancora, e accettai volentieri.
Una volta fuori dall’edificio salimmo sull’auto di Zayn, diretti presso un ristorante che a detta sua era il migliore della città.
Non mi stupii più di tanto quando ci fermammo fuori da McDonald e lessi sul suo viso un’espressione furba.
“Passa il tempo ma tu non cambi mai” costatai piacevolmente sorpresa, lui sorrise ancora ed ancora.
Sembrava non avesse intenzione di smettere per quella giornata, e a me andava bene così.
“Che prendi?” feci finta di leggere i panini elencati di fronte a me.
“Una coca, mi basta” lui storse il naso e scosse il capo.
“E da mangiare?Emma non farti pregare” sembrava passato un secolo dalla volta che aveva pronunciato il mio nome.
Detto da quelle labbra sembrava la cosa più perfetta del mondo, e in quel modo poi; Dio se c’era qualcosa di cui ero innamorata era il modo che aveva di pronunciare il mio nome.
Troppo impegnata a fissarlo persa tra i miei pensieri, non mi resi conto che aveva ordinato anche per me un panino, e ci aveva condotti ai tavoli.
Mangiammo e parlammo tantissimo, mi raccontò praticamente tutto quello che aveva fatto in quegli anni senza tralasciare nulla, addirittura mi narrò del suo incontro con Lilien.
“Da quando sei riapparsa non faccio altro che pensare a come sarebbero andate le cose se tu non fossi..”
“Morta?”
lo aiutai; camminavamo senza meta per alcune stradine secondarie, giusto per non dare nell’occhio e soprattutto essere lasciati in pace.
“Bhè si, non che prima non ci pensassi; ma ora è un’ipotesi concerta” terminò serio in viso.
“Ci ho pensato anche io, ma non si può tornare indietro. Sono morta, tu ti sei sposato hai una figlia e io sono risorta magicamente. Ciò non cambia il tuo matrimonio e Siva” constatai amaramente.
“Nulla è per sempre”
“Appunto
– lo bloccai – Noi non lo siamo, siamo esseri mutevoli ed imperfetti. Ma un figlio è un figlio , Zayn” lui sorrise amaramente, prima di ricondurci in auto.
Tornammo nel parcheggio della scuola, dove avevo lasciato l’auto, e ci salutammo.
“Quando ci vediamo, ora?” scollai le spalle.
“Quando vuoi Zayn” sorrisi divertita.
“No, intendo quando ci vediamo io e te? Senza gente fra i piedi” sorrisi mentre un dolore mi bloccava la gola sotto forma di groppo.
“Non lo so, domani sono fuori città con Niall. Mi deve raccontare delle cose a quanto ho capito. Appena ti è possibile..” annuì e mi sorrise, per poi abbracciarmi di slancio.
“A presto Em” il suo tono di voce mi fece sciogliere lentamente, anche mentre mi dirigevo in auto e sentivo il suo sguardo fisso su di me. 




 

 

"Tu rimarrai sempre mio, in qualunque tipo di braccia andrai a finire. E questo è un dato di fatto."
- Giuseppe Macrì





 

**
HALOAAAAAAAAAAAAAA
Eccomi con il terzo capitoloo :3
Vi ringrazio per le meravigliose recensioni, sono felicissima
dell'esito positivo che questa storia ha riscosso,
pensavo mi odiaste per aver fatto rescuscitare (?) Emma
sapete com'è, i morti vanno lasciati in pace..
sarà questo il caso di Em?
LO SCOPRIREMO SOLO VIVENDO (?)
ok sto sparando troppe cazzate hahaha
Cosa ne pensate di questo capitolo ???????????
Emma e Zayn what are you doin' man??
Vi volevo dire che sto scrivendo un'altra FF

Breathe me ♥
E che su twitter (a chi interessasse) sono:

Ora vi saluto, un bacione a tutti :) xx
P.s. aggiornerò, quando non lo so ma lo farò ahaha
Mi lasciate delle recensioni?? :3

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Capitolo 4
*** Chapter 4. ***


“Io vorrei farti dormire, ma come i personaggi delle favole,
che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici.”

- Fedor Dostoevskij , Le notti bianche





"Allora Nialler, ora mi dici dove andiamo?"cantilenai come una bambina, mentre ero seduta in auto diretti verso l'ignoto.
"Voglio che tu sappia tutto ciò che è successo quando non c'eri. Per questo ti porterò in alcuni luoghi che hanno segnato particolarmente il periodo della tua assenza" detto questo, lasciandomi incredibilmente perplessa, parcheggiò di fronte a quello che sembravamo uno spedale ma mi ci volle un secondo in più per capire che non lo era, era peggio..

-
"Mamma perché siamo in ospedale?"domandai scocciato ed apatico, stato d'animo che mi accompagnava da tempo.
Lei non si curò di rispondermi, scendendo dall'auto e dirigendosi all'ingresso, e fu solo allora che mi accorsi dell'insegna.
"istituto di salute mentale, disturbi della psiche, disturbi alimentari e della personalità".
In panico scesi dall'auto seguendo mia madre, che era silenziosa e aveva lo sguardo basso, all'interno.
"Non penserai di lasciarmi qui, vero?" 




C'erano cose che volevo dirgli.
Ma sapevo che gli avrebbero fatto male. 
Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.



[..]
Dopo tre mesi ero ancora qui, mi ci trovavo bene infondo, mi ero fatto amici anche gli infermieri.
Certo, mi sentivo un pazzo chiuso lì dentro, ma dovevo ammettere che avevo bisogno di aiuto perché il problema c'era.
Il dottore l'aveva definito "attaccamento morboso ed insano ad una persona defunta" e quando gli avevo spiegato che era così anche quando Emma era viva, bhé diciamo che non mi aveva aiutato a migliorare la situazione.
Camminai lentamente per il corridoio anonimo, per arrivare allo studio dello psichiatra che mi aveva in cura, dopo essere entrato mi sedetti sulla sedia di fronte a lui.
"Come va Niall?" la sua voce era serena.
"Bene dottore" non seppi mai se mentivo a me stesso e a lui, oppure no.
"Ok, ti va di parlarmi un po’ di Emma, oggi? Abbiamo sempre parlato di te, di te e lei, ma mai di lei" annuii e sospirai, per poi prendere coraggio e parlare.
"Emma è la persona più bella che abbia mai conosciuto. Una bellissima mora con gli occhioni azzurri da cerbiatta, alta e magra, magrissima. Ha sempre avuto dei problemi con l'alimentazione e la sua immagine, ma io ho cercato di esserle vicino il più possibile. Si tagliava anche, ma insieme l'abbiamo superato, insieme abbiamo passato tutto, tranne lo scoglio più grande.
Comunque le dicevo, è solare, bella ed ha un sorriso di quelli che illuminano il mondo e sciolgono i ghiacciai per quanto sono caldi. Però è sempre stata un tipo solitario, di quelli che ti devi sforzare di capire perché non vogliono essere capiti, figuriamoci salvati. Appena ha conosciuto Zayn penso se n'è innamorata subito anche se non l'ha mai ammesso, e lo stesso vale lui, per questo non capisco come faccia ad andare avanti.
Per intenerirci, Emma è una di quelle persone che se ti tocca il cuore dopo non ti lascia più, perché il suo pensiero ti accompagna anche di notte. Lei è un po’ così, prepotente, si impone nel tuo cuore senza nemmeno volerlo. È bella da far paura, e non perché sembra una bambola, ma perché quando ride per davvero lo senti nel suono della risata o lo capisci dalle rughe d'espressione intorno agli occhi. Perché la mattina appena sveglia la prima cosa che fa è cercarmi e salutarmi. Perché quando piove e fa freddo sono sicuro che a casa trovo lei e la solita cioccolata calda che mi prepara. Perché alle elementari quando mi prendevano in giro per il mio accento, lei mi portava lontano da tutti mi abbracciava forte e mi guardava diritto negli occhi, dicendomi quanto lei lo amasse quell'accento e testuali parole, quello stupido irlandese a cui apparteneva.
Perché è la mia metà, mia sorella, la mia anima affina, la mia compagna di avventure, l'aria che respiro.
Emma è tutto ciò che amo nella vita. Emma dà senso alle cose"


[..]
Ero lì da interi mesi ormai, completamente isolato da amici e familiari, che non potevano interagire con “il paziente” che poi ero semplicemente io.
Il pensiero di Emma mi tormentava ancora, ma sempre l’avrebbe fatto, quindi parlavo tranquillamente con il dottore ma certe cose le omettevo.
Come gli attacchi di panico che mi prendevano alla sprovvista in piena notte, facendomi svegliare sudato e con la consapevolezza che lei non ci fosse più.
O come quando sussurrando raccontavo a voce quello che mi succedeva in giornata, pensando di parlare con lei.
Mi avevano anche proibito di andare al cimitero a trovarla, il ché mi aveva messo ancor di più in crisi, ma non lo diedi a vedere.
Quattro mesi e tre settimane dopo, mi dimisero , con la promessa che se ci fosse stato qualche problema li avrei chiamati.
Inutile dire che non l’avrei fatto, nemmeno sotto tortura; la prima cosa che feci appena fuori, fu andare al cimitero.
Ci rimasi tutto il pomeriggio, mi era mancata.

[..]
Camminavo tranquillamente per il parco, quando l’immagine di Zayn seduto di fianco ad una ragazza mi sconvolse più del dovuto.
Le teneva semplicemente la mano, ma la guardava con un certo interesse negli occhi, questo mi fece irritare.
Come poteva tradire Emma? Pensavo l’amasse.
Non mi feci scrupoli ad avvicinarmi per scambiare due parole con il mio amico, una volta esserci allontanati dalla ragazza.
“Sei impazzito?”
l’aggredii senza giri di parole.
“Di cosa parli Nialler?”
“Oh bhé, a te sembra normale provarci spudoratamente con un’altra ragazza?”
chiesi scioccato dal suo comportamento.
“Non sono mica fidanzato … Oh, Niall lei è morta e noi dobbiamo andare avanti, è questo che avrebbe voluto. Anche a me fa male, non pensare che sia facile per tutti noi altri. Ma dobbiamo farlo per lei, e per la nostra salute mentale” detto questo, mi lasciò lì impalato tornando da quella che poi scoprii si chiamasse Lilien.

[..]
Due mesi dopo nello stesso parco incontrai una bella ragazza, bionda occhi verdi, aveva la pelle chiara e i tratti dolci.
Si sedette di fianco a me sotto la mia quercia preferita, inizialmente la guardai un po’ storta, infastidito.
Ma poi si mise a parlare, e a  me sembrò la cosa più naturale del mondo aprirmi a lei.
Quando poi scusandosi si alzò per tornare a casa, mi sentii un traditore.
Stavo tradendo la mia migliore amica, stavo andando avanti lasciandola nel passato.
Sentii questo macigno per mesi e mesi, ma cercai di non pensarci e di concentrarmi su Brit e sulla nostra relazione.
Le cose andarono meglio del previsto.
Quando nacque la primogenita di famiglia, non ci pensai due volte a chiamarla Emma, era quello che aspettavo da sempre; Brit accettò subito assecondando le mie volontà. E l’amai il triplo per questo.
-


Qualcuno ha detto che  "ti amo" sia sinonimo di
"è bello che tu esista così come sei e se non esistessi io ti ricreerei esattamente come sei, difetti compresi."
- Alessandro D'Avenia.




“Niall, io non so che dire” sussurrai sinceramente toccata dal suo racconto.
Per colpa mia era stato in cura da uno psicologo per mesi, aveva avuto problemi relazionali e aveva anche vissuto con i sensi di colpa.
Mi sentii uno schifo, la persona che amavo di più al mondo aveva sofferto per causa mia.
“Non devi dire niente, è passato e tu sei qui..” sussurrò carezzandomi dolcemente il braccio.
Era proprio vero che quel biondo dagli occhi color cielo fosse il mio angelo personale, lui era sempre il più gentile, premuroso, amorevole; il più spontaneo così generosamente disarmante, da essere disposto ad annullarsi completamente per la persona che amava.
Realizzai solo allora, veramente per la prima volta da quando ci conoscevamo, quanto i o e Niall fossimo legati visceralmente.
Non c’era vita senza l’altro, non c’era amore.
Mia amava più di sua moglie, più di sua madre, suo fratello o padre, e addirittura mia amava più dei suoi stessi figli , sangue del suo sangue.
Ma era me che amava di più, perché il nostro sangue non era uguale, ma era un miscuglio delle nostre esperienze e disavventura che ci aveva portati ad essere quello che eravamo, legati a doppio filo dall’amore che provavamo l’uno per l’altro. Questo mi fece mozzare il fiato.
“Sai, è solo ora che realizzo quanto io ti ami; e non è un amore che disseti con un matrimonio. No Nialler, noi ci amiamo morbosamente, irrefrenabilmente. Ci amiamo che ci fa male e ci piace, ci amiamo che ci faremmo a pezzi l’uno per l’altra, ci amiamo che saremmo disposti a tutto e quel tutto non conosce limiti e non ci fa paura. E a me questo amore così morboso e pazzo non fa paura, perché so che qualsiasi cosa sia, che è certamente più grande di noi, la possiamo affrontare insieme, noi possiamo affrontare tutto insieme” sussurrai stupita dalle mie stesse parole, mentre ero la prima a realizzare quanto fossero vere mentre le pronunciavo.
“Io ti amo più di tutto Em, e se c’è una cosa di cui sono sicuro è proprio questo: non ho paura di niente se ho te, perché sei il mio rifugio. Non so come tu sia tornata tra noi, ma ringrazio qualsiasi cosa l’abbia reso possibile, perché mi ha ridato la vita” piangendo mi gettai letteralmente tra le braccia dell’amore della mia vita.
Perché la persona che più ami al mondo non deve per forza essere quella che baci sulle labbra la mattina appena sveglio, o quella che mette al mondo con te i tuoi figli.
No , la persona della tua vita è quella che condivide con te la sua esistenza donandosi completamente al tuo animo per poter assorbire e risucchiare tutto l’amore che sei disposto ad offrirgli.
E tu glielo dai, senza remore e senza timori, consapevole che quell’amore che ti sta portando via ti viene restituito in una relazione costante di dare e ricevere.
Quell’amore che dai, è pari all’amore che ricevi. 








**
HOLLAAAAAAAAAAA
Allora parto col dire che mi sto superando: 
sto scrivendo certi campitoli che davvero mi fanno commovere come una deficiente
ahahahaha ok lo so,
però vi giuro che mi sto impegnando tantissimo per farvi leggere delle cose
più mature, diverse dalle solite cazzate che spesso si
trovano su efp, cerco di essere il più lontana possibile dalla banalità
sper apprezziate e soprattutto spero di riuscirci :3
Cosa ne pensate di questo capitolo?
Niente Zayn, Liam, Louis, Harry
niente Lilien o cosa complicate
Solo Emma e Niall 
nemma :3
Il fatto che Emma non ci sia stata non vuol dire che sia stata dimenticata, difatti in questo capitolo
vi propongo un tuffo nei ricordi di Nialler
Quello che ha dovuto passare mentre la sua dolce metà era morta
che dite ve gusta?
Premetto che non aggiornerò prima di 10 recensioni :)
Spero me le facciate trovare :3

Vorrei chiedervi un immenso favore:
vi prego, supplico, scongiuro
passate dalla mia nuovissima pagina fb?
L'ho creata con tutto il cuore e l'entusiasmo e ci sto 
mettendo dentro un po' di me
potete trovarci delle cose scritte da me,o le mi citazioni preferite..

https://www.facebook.com/resistosoloperte?ref=hl
 Ve ne sarei super iper mega grata se passaste  :3
se avete una pagine e mi fate pubblicità vi amerei il triplo, ovviamente ricambio :3
Vi prego fatemi sapere se passate, voglio un'opinione :)

Inoooooooolre
ho creato un account ask (super looser perditempo) 
riempitemi di domandeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

http://ask.fm/account/wall 
Dovete sapere che sono una forever alone, quindi confindo nel vostro aiuto :( 
ahahahhahah patetic looser mode on
Vorrei fare la cosa figa tipo scrivere ask e
se voi cliccate sopra si apre il link, però dato che non lo so fare vi 
metto il link ahahah
quindi se qualcuno di voi sa come si fanno queste cose tecnologiche 
mi insegni vi prego hahah
ora vado che vi ho fatto uno sproloquio ahah

Un bacione , e se sei arrivato fin qua giù ti amo xx

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Capitolo 5
*** Chapter 5. ***


Sarà che mi guardi sempre come se fossi l'unica cosa al mondo che valga la pena guardare con amore.





Bussai impaziente alla porta, troppo freneticamente forse, ma sinceramente mi importava poco.
La porta si aprì rivelandomi una Lilien leggermente confusa, che subito sembrò accigliarsi alla mia vista.
“Emma” mi salutò sorpresa, sorrisi sinceramente e ricambiai il saluto.
“C’è per caso Zayn in casa? Niall mi ha detto che il sabato la scuola è chiusa e quindi ho pensato fosse a casa..” spiegai logorroica come sempre, lei annuì e si spostò dall’uscio per permettermi l’accesso in casa.
Entrai guardinga, non sapendo cosa fare o dove andare.
“Non lavori tu?” chiesi interessata, mentre guardavo Lilien dirigersi verso il corridoio che portava alle camere da letto.
“Si ma il sabato anche per me è giorno libero” mi disse prima di scomparire, per andare a chiamare il moro, supposi.
Dopo poco rientrò in salotto, sorridendomi leggermente a disagio, cosa che notai dal fatto che le tremassero gli angoli della bocca.
“Emma”
la voce profonda ma felice di Zayn mi arrivò alle orecchi, facendo aumentare a dismisura la mia euforia: ormai ero partita per la tangente.
Saltai su come una molla, fiondandomi su di lui per stringerlo in un mini abbraccio, a mo’ di saluto.
Lui sembrò apprezzare dato il sorriso che mi rivolse dopo, un po’ meno Lilien ma non me ne fregai più di tanto.
“A cosa devo questa visita mattiniera?” chiese interessato, studiando il mio comportamento.
“Ero venuta per chiederti se potevi accompagnarmi in un posto, non mi andava di andarci da sola e Niall non potevo portarlo con me” spiegai sperando che mi dicesse di si.
“Se mi dai il tempo di vestirmi..” annuii entusiasta e lui sorrise.
“Ma dovevi stare un po’ con Siva oggi”
gli ricordò Lilien intransigente, guardandomi come se glielo stessi portando via.
“Può venire con noi” proposi con una scrollata di spalle.
“Perfetto” decise Zayn prima di scomparire nelle sue stanze.
“Bene” sussurrai sognante, mentre venivo incenerita dallo sguardo della moglie del moro.




Com'è un innamorato? 

Chi ama esiste ,
resiste e combatte per una persona sola,
il resto del mondo può anche finire il suo ultimo respiro.

*


< Io ti amo, quindi sbrigati a scendere , perché sono giù,
sotto casa tua con il cuore che scoppia perché come ti ama questo cuore ,
credimi, al mondo non ne esiste alcuno capace di amare così. >

 




“Che posto è?” chiese immediatamente Zayn, non appena ebbi parcheggiato al solito posto auto, sorrisi senza dire niente.
“Emma?”
continuai a sorridere, divertendomi nel vederlo assolutamente perplesso su quello che stessimo per fare, mentre si stringeva Siva tra le braccia.
Scesi dall’auto iniziando a camminare, non curandomi di essere seguita dai miei accompagnatori, che notai al mio fianco pochi secondi dopo.
“Puoi lasciarla, non si perde” mi beffai della premurosità di Zayn, che non aveva intenzioni di lasciar andare Siva, rannicchiata contro il petto del padre, mentre mi guardava sorridente.
“Che posto è?” ripeté insistente, mi bloccai di colpo posizionandomi davanti alla sua figura.
“Siva tesoro, ti va di farmi un favore grandissimo?” le chiesi dolcemente, mentre lei annuiva divertita.
“Lì c’è un bellissimo prato con tante margherite, ne prenderesti qualcuna per me?” la piccola annuì eccitata, dimenandosi tra le braccia del padre.
Il quale, dopo avermi guardata in modo accigliato, la lasciò andare per poi vederla correre dove le avevo detto.
“So quello che faccio Zayn” lo rassicurai.
Con suo enorme stupore gli presi la mano, conducendolo davanti ad una bellissima villetta a due piani; era bianca e presentava un portico con tanto di sedia a dondolo, circondata da un bellissimo prato verde fiorito di margherite e girasoli, mentre sulla destra si scorgeva un piccolo laghetto.
“Niente male il lavoro che hai fatto tu con la tua casa, ma io pensavo più a qualcosa di questo tipo” sussurrai arrossendo e facendo scivolare via la mia mano dalla sua, ma non me lo permise.
La strinse ancora più forte, guardandomi con uno strano luccichio negli occhi.
“Possiamo entrare?” annuii arrossendo maggiormente.
Lo trascinai con me, presi le chiavi dalla borsa ed aprii la porta, conducendolo all’interno ma lasciando la porta aperta affinché Siva potesse entrare una volta raccolti i fiori.
La casa non era arredata, aveva solo il parquet di legno, proprio come piaceva a me; era illuminata da grandi vetrati e aveva le stanze molto spaziose.
“Perché hai le chiavi?” dal suo tono di voce capii che aveva leggermente paura della risposta, e questo un po’ mi fece strano.
Sciolsi decisa il contatto tra le nostre mani, iniziando a camminare per il salone illuminato dal sole che quel giorno aveva deciso di accompagnare la nostra “gita”.
“Vedi appena ho saputo di essere malata, ma ancor di più quando mi hanno detto che non vi erano possibilità di guarigione, ho iniziato a riflettere su quello che volessi dalla vita.
E bhè, onestamente, tutto quello che avrei voluto era creare una famiglia con te, che fosse stata nostra.
Un giorno girovagando in macchina senza meta, passai davanti a questa bellissima villetta e subito mi venisti in mente tu e il nostro discorso sulla casa ideale, quella che avevamo visto in quel film.. scesi dall’auto mi avvicinai e lessi che era in vendita.
Quando lo dissi a Nathan subito mi propose di comprarla, ma ovviamente, non avevo i soldi necessari.
Così chiamò suo padre che si offrì di regalarmi metà somma necessaria, l’altra metà la metteva Nat, e me la comprarono.
Mi sentii morire di gioia quando me lo dissero, pensai subito che ti ci avrei portato e avremmo potuto viverci un domani; non subito non pretendevo tanto da te.
Quel famoso pomeriggio avevo progettato di dirtelo, di dirti che per noi vedevo un futuro tanto concreto quanto impossibile, e che per questa ragione avrei voluto viverti il più possibile prima che tutto scomparisse.
Ma la malattia a fatto prima di me, mi ha preceduta su tutto, togliendomi ogni possibilità di riuscire nel mio piano.
In ospedale, sul letto di morte tra l’altro, non mi sembrava il caso di dirtelo; non volevo ci stessi male il doppio.
Quindi ieri, quando sono stata via con Niall, mi ha fatto riflettere sulle priorità della vita, sulle cose importanti e soprattutto sui sentimenti importanti.
E la seconda cosa che mi è venuta in mente, la prima era Niall, era quella di dirti di questa casa.
Volevo che tu lo sapessi, non per metterti in difficoltà e convincerti a tornare con me, ma per onestà. Io ti ho amato, Zayn.
Sei stata la persona che più di tutte si è combattuta il primato nel mio cuore con Niall, anche se era una battaglia persa.
Anche se io non avevo niente da offrirti se non un’anima rotta.
Tu mi hai amata fino all’ultimo, senza chiedere niente in cambio, aspettando e rispettando i miei tempi, curando le mie ferite.
Sei l’unica persona che mi ha vista denudata di tutto, e non solo degli abiti.
Cavolo, mi trema ancora l’anima al pensiero di aver giaciuto tra le tue braccia nuda, indifesa ma completamente fiduciosa.
Mi fidavo di te al tal punto da lasciarmi distruggere e curare da questo amore. Ma ora le cose sono cambiate, molto.
E io ti lascio andare Zayn, ti lascio alla tua vita ed io me ne ricostruisco una mia.
Non voglio perderti, sono egoista e voglio esserti amica, concedimelo.
Ma io ti lascio andare sotto qualsiasi punto di vista sentimentale, sei libero.
Ti lascio alla tua villa simile ai nostri sogni, alla tua meravigliosa bambina che ha nel nome la scrittura speculare del mio cognome
-anche se manca una lettera- e a tua moglie, che sembra amarti per davvero anche se non ha niente di simile con il nostro di amore.
Ti lascio al tuo lavoro, alla tua scuola, ai tuoi tatuaggi, al tuo tenerci ancora all’acconciatura dei capelli, al tuo vestirti perfetto, alla tua camminata da ragazzaccio cresciuto, alle tue sigarette e alle tue dita sporche di inchiostro dopo aver corretto un tema.
Ti lascio libero di fare le tue scelte e di sbagliare nelle tue decisioni; ti lascio.
Per onestà ti dico che ho intenzione di trovarmi un lavoro e sistemarmi in questa casa, arredarla per bene e magari trovare qualcuno che mi ami con cui sposarmi a avere dei figli.
Ma sappi, che per il resto della mia vita quando varcherò quella soglia o camminerò per questi corridoi penserò a te.
Quando mi guarderò la pelle penserò a te, quando mi guarderò allo specchio penserò a te; perché mi sei rimasto negli occhi e non riesci ad andar via.
Ma a me sta più che bene, sappilo Zayn. 
E cosa più importante mi scuso per quello che ho fatto e non, per quello che ho detto e per quello che ho omesso, per quello che farò e per come mi comporterò o non comporterò.
Tu perdonami sempre Zayn, perché avrò sempre bisogno del tuo perdono”
le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi tanto quanto dai suoi, mentre vedevo pezzetti della sua anima sgretolarsi nei suoi occhi dinanzi ai miei.
Ingoiò il magone e riuscì a parlare, anche se con voce instabile.
“E’ un addio?” la preoccupazione nella sua voce, la paura di perdermi ancora, la paura dell’abbandono, la paura di un fine al noi, mi fece tremare forte il cuore.
“E’ la fine che non abbiamo mai messo, ma che ora ha bisogno di essere detta” sussurrai, con tono fermo e convinto.
Sospirò pesantemente prima di raggiungermi in due passi esatti, e baciarmi.
I palmi delle sue mani infuocarono la pelle del mio viso, le sue lacrime di paura si schiantarono contro il mio viso come uno schiaffo, le sue labbra dolci e morbidi mi portarono in paradiso per un’ultima volta.
Sembrò come essere rinata e non fisicamente, bensì moralmente, sentivo di nuovo qualcosa: il sollievo misto alla tristezza.
Quello che avevo in quell’istante, l’avrei perso un secondo dopo.
Serrai forte gli occhi intensificando quel bacio,e assaporandolo il più possibile.
Mi aggrappai alla sua maglia nera, per non cadere vittima delle mie stesse emozioni.
Quando si allontanò sembrò come se l’aria fosse sottratta ai miei sensi, per lasciarmi morire, lentamente, dolorosamente.
“Grazie” sussurrai mentre con le dita tremanti mi toccavo le labbra, arrossate dal bacio.
“Ti amerò sempre Em, e per la cronaca, in camera mia.. la mia vera camera nella casa di sempre, ho ancora incise le tue parole che si, ho trovato. E , sempre per la cronaca, ti ho incisa anche nel cuore”
annuii amaramente ,mentre Siva ci raggiungeva correndo.
“Ho preso i fiori come mi hai detto”
mi spiegò entusiasta mentre mi porgeva un mazzo di margheritine, le sorrisi ringraziandola.
“Papà prendimi in braccio” gli ordinò , Zayn fece come aveva detto  e poi lo costrinse ad avvicinarsi alla mia figura, per lasciarmi un bacio sulla guancia.
Sorrisi tremendamente intenerita.
“Papà ha sempre detto che tu eri speciale, è per questo che si è fatto quel tatuaggio” mi sussurrò all’orecchio, prima di riattaccarsi a Zayn.
Rimasi perplessa e strabiliata da quella rivelazione; Zayn aveva un tatuaggio che parlava di me e che , forse, non avrei mai visto.




E tu hai pianto, e io ho pianto.
E ti ho detto che non me ne importava più.
E dio quanto ho mentito.

- Vittorio Agnoletto








HOLLAAAA
Tante lacrime *-*
Amo questo capitolo *si da' una pacca sulla spalla*
Mi sembra di aver fatto un buon lavoro perchè,
rileggendolo ha commosso anche me che l'ho scritto
Vi prego non mi odiate, anzi ditemi se vi è piaciuto
Era ovvio che succedesse qualcosa di simile
Cavolo Zayn è sposato ed ha una figlia, non è mica una cazzata *francesismo*
Quindi, cara Emma, con chi ti farò accomppiare?
BHO

Dovete sapere che sono in crisi mistica(?)
perchè non ho ispirazione e non sto scirvendo nemmeno un rigo, per cui mi devo muovere
perchè i capitoli già scitti stanno finendo e voi presto non avrete
più nulla da leggere hahaha
Comuqnue sia, vi piace, vi piace vi piace?

DITEMELO HO BISOGNO DI SAPERLO 
ahahaha

aggiorno a 10 recensioni :3
Su twitter se mi volete fare qualche domanda sono @1Dlifeblood (vi seguo se volete)
Poi se vi va passate a dare un'occhiata a questa mia paginetta

https://www.facebook.com/resistosoloperte?ref=hl
è mia e ci tengo tantissimo, perchè scrivo cose mie(?)
Inoltre -sembrano gli avvisi drella chiesa-
passate da quest'altra mia ff se vi va :) 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1895772
Nu bac x

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Capitolo 6
*** Chapter 6. ***


Lui mi immagina sempre così , fra le sue braccia.
Perché le cose belle si stringono forte, ma le cose rare si tengono strette.









“Niall” l’aggredii dopo che il mio amico mi rispose al cellulare, che aveva tranquillamente lasciato squillare per ben dieci squilli.
“Ehi stai calmo, che c’è?” mi rispose con la solita leggerezza, ed una risatina per stemperare la tensione.
“Ti devo parlare..” ero agitato, le mani mi tremavano ma non ne capivo precisamente il perché.
Forse perché credevo di aver scoperto qualcosa, o per quello che Emma mi aveva detto quella mattina stessa.
“Dimmi, ti ascolto”
il suo tono si fece più serio, evidentemente aveva notato la preoccupazione nella mia voce.
Da vicino, puoi venire qui ora? Sono solo in casa, ma non so quando Lilien e Siva tornino. Fai presto” decisi io per lui, era davvero importante, poteva rimandare qualsiasi cosa stesse facendo. “Arrivo” detto questo attaccò e mi raggiunse.
Come promesso in dieci minuti Niall era fuori la mia porta, con il fiatone e il viso stralunato, ma c’era.
Lo feci accomodare in salotto e gli diedi un bicchiere d’acqua per farlo riprendere.
“Allora? Mi hai fatto fare le corse e poi non parli?”
la sua espressione seria mi strappò un sorriso, forse l’avevo fatto preoccupare un tantino troppo.
Stamattina sono stato con Emma” spiegai lentamente, aspettando una sua reazione.
“E quindi? Stato in che senso?” chiese poi sorpreso.
“Cretino nel senso che siamo usciti insieme, c’era anche Siva. Mi ha portato in una casa, come quella dei nostri sogni, e mi ha spiegato che l’ha comprata prima di morire sperando di andarci a vivere con me, ma poi la morte ha fatto prima”  spiegai brevemente.
Lui annuì e parve riflettere su quello che gli avevo detto.
“Non capisco il punto Zayn..” ammise accigliandosi.
“Nathan e il padre gli hanno prestato i soldi per comprare la casa..” spiegai ancora, sperando ci arrivasse da solo.
“E quindi?” cavoli delle volte odiavo il fatto che Niall non ci arrivasse velocemente quanto me.
Quindi, Nathan sapeva della sua malattia, e quando noi l’abbiamo chiamato dall’ospedale lui già sapeva tutto, ha solo finto di non sapere” spiegai ovvio.
La faccia di Niall passò da accigliata, a stupita, e poi perplessa.
“Perché avrebbe dovuto?”
nella sua voce c’era un pizzico di agitazione, appena percepibile.
“Perché nascondono qualcosa evidentemente, sennò non si spiegherebbe ti pare? Perché avrebbero dovuto esaudire un suo desiderio? Sapeva tutto, e poi ha finto di esserne sorpreso” spiegai la mia teoria che, detta ad alta voce, perdeva senso ma ne ero ancora convinto.
“Non ha senso Zayn, magari le volevano fare solo un regalo. Perché Emma avrebbe dovuto fingere di morire? Lei ci ama” mi spiegò troppo buono per pensare male della sua migliore amica.
“Ma io non ho mai detto che lei ha finto la sua morte” dissi risoluto con un sorriso beffardo, era stato lui a trarre le sue conclusione, io gli avevo solo fornito il materiale.
“Smettila Zayn, non sei tu a parlare. Tu non dubiteresti mai della nostra Emma”
“Cazzo Niall, ma lo capisci che non si spiega il fatto che sia tornata in vita? Ci deve essere dell’altro sotto”
lo rimproverai arrabbiato, non ero in me.
“Zayn calmati, diamine! Perché mai sei così agitato?” urlò a sua volta il biondo, perdendo la pazienza. 
Mi curvai chiudendomi nelle spalle, e sedendomi sulla poltrona; d’un tratto avevo perso tutte le forze.
“Forse c’è qualcosa che lei mi ha detto..” sussurrai non sicuro di voler condividere con qualcuno quella cosa.
“Del tipo?” indagò l’irlandese.
“Del tipo che mi ha lasciato, definitivamente. Non ci eravamo lasciati, lei era semplicemente morta ma ora mi ha lasciato, capisci? Non mi vuole più. Ha detto che si farà una vita, una famiglia, vivrà in quella casa e penserà per sempre a me, ma mi deve lasciare andare” mi accorsi di quanto quelle parole mi avessero ferito, solo nel momento esatto che uscirono dalla mia bocca.
“Zayn tu hai già una famiglia, pensavo te ne fossi fatto una ragione”
sussurrò il mio amico intenerito, mi si sedette di fianco e mi cinse le spalle con un braccio per infondermi coraggio.
“Io la amerò sempre, Nialler” confessai terribilmente in colpa.
“Lo so, tutti noi siamo rimasti attaccati a lei”

“Lo so, ma con me è diverso. Voi l’amate come se amaste una vostra sorella e forse tu di più. Ma io, cavoli io la amo che non riesco a pensare altri al di fuori di lei, che la voglio nella mia vita, voglio una figlia da lei Niall” urlai esasperato, mi senti come se le mie stesse emozioni mi stessero affogando, mandandomi sempre più giù nell’abisso dell’insicurezza.
“Tu hai già una figlia, Zayn!” mi urlò contro il biondo, come ad imprimere meglio il concetto nella mia mente.
“Non essere egoista, pensa a Siva e Lilien. Se tu ritorni con Emma chi penerà a loro?” mi fece riflettere.
Non lascerei mai Siva, sono suo padre”
“Si ma come crescerebbe, eh? Divisa tra la madre disperata ed il padre che vive con la sua ex compagna morta e poi resuscitata?! Per favore Zayn, pensaci. Tornare con Emma non farà tornare tutto come quando eravamo ragazzini, il vostro rapporto sarebbe diverso perché voi siete cambiati. Smettila di comportarti da adolescente scottato da una cotta troppo grande e sii uomo! Sii padre, sii marito. Sii tutto ma non essere lo Zayn follemente perso per Emma, perché Emma la devi dimenticare; almeno sotto il punto di vista sentimentale”
Niall aveva ragione, dovevo crescere.
Dopo la morte di Emma non avevo fatto altro che vivere pensando il meno possibile a quanto mi mancasse, senza curarmi di crescere moralmente ma solo fisicamente.
Mi ero sposato, avevo messo su famiglia ma moralmente ero rimasto bloccato allo Zayn di Emma.
Tutto ciò che avevo costruito, anche se era brutto ammetterlo, era stato per evadere dal dolore della sua morte.
Ed ora che era tornata, aveva riportato con sé un carico di ricordi ed emozioni che avevo messo a tacere per tutti quegli anni.
Ma ora, era il momento buono per andare avanti e lasciarmi la nostra storia alle spalle.
 




Non mi frega un cazzo se mi ami,
tu devi regalarmi la tua vita come si regala un cuore a chi non ce l'ha più. 

- Charles Bukowski






“Nathan”lo salutai entusiasta non appena entrò nel mio campo visivo, ricambiò l’enorme sorriso e mi corse incontro per stringermi tra le sue braccia.
“Mi sei mancata pulce” sorrisi e lo strinsi un po’ di più.
“Andiamo” ero super eccitata all’idea che mi avrebbe aiutata ad arredare casa.
Mi cinse le spalle, mentre con l’altra mano trascinava la valigia, uscimmo dall’aeroporto e ci dirigemmo verso la macchina.
Lasciai guidare lui, tanto per me non cambiava niente, volevo solo iniziare quest’avventura.
“Dato che sarebbe inutile passare da casa per farti una doccia, ce la fai ad andare direttamente all’ingrosso?” si poteva chiaramente percepire l’eccitazione nella mia voce.
“Tutto quello che vuoi Emma” sorrisi a quelle parole.
“Ah, e per la cronaca, dormirai nella casa inarredata” l’informai ridendo di gusto, mentre mi fulminava con lo sguardo.
Quella settimana la passai così tra Nick , Emma e mio fratello che viveva accampato nella mia casa nuova, aiutandomi a sistemarla per bene.
Sabato potevo ritenermi soddisfatta dato che era tutta arredata, certo mancavano ancora alcuni particolari come i quadri o i soprammobili, ma il grosso era fatto.
E Nathan poté finalmente dormire in un letto vero.
Mentre portavo fuori un sacco con tutti i cartoni che contenevano i mobili, intravidi dall’altro lato della strada la macchina di Zayn.
Strinsi gli occhi e mi accorsi che era per davvero lui, con Niall al fianco.
Con un espressione perplessa ed accigliata alzai la mano per salutarli, loro si guardarono per poi scendere dall’auto e raggiungermi.
Il mi primo pensiero fu Nathan, non avrebbero dovuto sapere che lui era in città né che sapeva tutto di me.
“Ciao” sul viso di Zayn l’espressione risoluta di chi sapeva tutto, quindi mi era impossibile fingere.
“Vi va di entrare?” chiesi cordiale, accennando un sorriso.
“Certo, e magari mi spieghi anche perché non mi hai detto che stavi arredando casa, o che ne avevi una. Ti avrei aiutato” la delusione nel tono del mio migliore amico mi fece sentire peggio di qualsiasi schiaffo, peggio di qualsiasi cosa al mondo.
“Ma lei non aveva bisogno, o sbaglio?”
li feci accomodare, senza rispondere alla provocazione di Zayn.
Una volta in casa Nathan uscì dalla cucina per venirmi incontro, dato che aveva udito delle voci in più; però quando mi vide in loro compagnia si bloccò non sapendo cosa fare o come comportarsi.
“Ehi Nat ti ricordi di loro?” davvero non sapevo come fare ad uscire da quella situazione, mi sentivo in trappola.
“Davvero Emma? Davvero credi che facendo come se nulla fosse zittiresti tutti i miei pensieri? Perché adesso mi sto chiedendo come cazzo faceva a sapere tuo fratello che eri ‘risorta’ , sempre se sei mai morta” sputò Zayn, veramente furioso.
“Ehi amico, vacci piano” lo redarguì mio fratello, per difendermi.
“No Nathan, per anni ho creduto che fosse morta, poi torna dicendo di essere resuscitata, poi in realtà scopro che è sempre stata viva. Come cazzo faccio a stare calmo?” urlò con gli occhi lucidi, era palesemente ferito.
“Hai fatto tutto tu Zayn, non ho mai detto di non essere morta. Nathan è mio fratello credi davvero che non l’avessi avvertito? Cazzo quando uno resuscita la prima cosa che fa è avvertire la famiglia”
dissi ferita a mia volta.
“E noi non siamo la tua famiglia?” era sull’orlo di una crisi di nervi.
“Ma di cosa ti lamenti? Io non lo capisco, sono venuta da te, Zayn. Da te, non da Niall, Liam , Harry o Louis. Da te. E tu mi fai anche la predica perché ho avuto la decenza di dirlo a mio fratello? Chi cazzo credi di essere?” la cosa inizia a sfuggirci di mano, di lì a poco avremmo potuto dire qualcosa di spiacevole e non mi sembrava la cosa più opportuna.
“Bhé pensavo di essere qualcuno per te, ma forse mi sbagliavo” non faceva altro che peggiorare la situazione con quell’atteggiamento di finta strafottenza.
“Sai cosa? Io nemmeno te le devo tutte queste spiegazioni. Ti sei sposato? Hai fatto una figlia? Bene, và da loro e rendi conto a loro, perché io per te non sono più niente” mi pentii delle mie stesse parole un secondo dopo avere pronunciate, quando le vidi riflesse negli occhi di Zayn sotto forma di dolore.
“Vaffanculo Emma, non avrei dovuto farmi una vita? E se tu non fossi resuscitata? Sei un’egoista del cazzo”
detto questo uscì di casa, per non tornarci.
Guardai Niall con occhi lucidi e lui, a testa bassa, uscì seguendo Zayn.
Avevo perso tutto, di nuovo.
La mia vita faceva schifo. 









HOLLAAAAA
Vi ho postato il capitolo sennò mi linciavate ma, sappiate,
che il prossimo non lo so quando lo posto dato che ancora devo scirverlo
e sono anche a corto di idee :(
Spero che questo vi piaccia, diciamo che se cosa si stanno facendo
un po' perplesse:
-Perchè Emma voleva nascondere Nathan?
-Perchè Zayn ha fatto quelle supposizioni?
-Sono infondate?
-E la reazione di Niall?
-Zayn farà qualche pazzia?
-Ed ora come cambieranno i rapporti con Emma?
Lo scopriremo nella prossima putnata haha
Ditemi cosa ne pensate:
Emma è morta o ha solo finto?
SAY IT LOUDDD (?) 
ahahah

vai capitolo o no aggiorno a 14 recensioni :)
Mi inventerò qualcosa se vedo le vostre recensioni dolciose :3

Byeee love ya

p.s. passate dalle altre mi ff se vi va
mi farebbe molto piacere

 

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Capitolo 7
*** Chapter 7. ***


' A volte mi sembra di violentare il silenzio col tuo nome. Altre volte, il tuo nome violenta i miei silenzi. '








Ero tranquillamente sul divano a vedere la tv quando il suono del mio cellulare mi ridestò da quel torpore.
Grugnii infastidita quando realizzai che l’avevo lasciato in cucina, così dovetti alzarmi e raggiungerlo per rispondere. 
“Pronto?” risposi prima di schiarirmi la voce, dopo aver realizzato quanto suonasse annoiata.
Non avevo nemmeno letto da parte di chi fosse la chiamata, ma l’avrei scoperto in una manciata di secondi.
“Em? Emma?” la voce allarmata della mia persona preferita al mondo, mi mise uno stato di agitazione addosso che non avevo mai provato.
“Niall! – fu la mia prima esclamazione di sorpresa –  Nialler amore che succede?” cercai di mantenere la calma, ma sentire il suo respiro affannato dall’altro capo del telefono non aiutava.
“Ti prego vieni qui, Emma vieni qui” mi supplicò, potevo giurare che era sul punto di piangere, in sottofondo si sentivano un casino di voci.
“Dove? Dove sei Nialler?”
chiesi, guardandomi intorno cercando con gli occhi le chiavi della macchina.
“A scuola di Zayn, ti prego corri” supplicò ancora, non me lo feci ripetere una terza volta che attaccai e mi precipitai dal mio migliore amico.
Andai all’ingresso, indossai le scarpe e dopo aver afferrato la borsa mi precipitai fuori di casa, scavando in essa alla ricerca delle chiavi.
Quando le trovai mi gettai in macchina e partii a tutta velocità verso quell’edificio che avevo conosciuto poche settimane prima.
Fortunatamente quella mattina avevo deciso di non spogliarmi tornata dal supermercato, quindi avevo ancora indosso gli jeans e una canotta, i capelli lunghi sciolti mossi e disordinati sulle spalle. Quando iniziai ad avvicinarmi all’edificio mi si gelò il sangue nelle vene, secondo dopo secondo.
Lo sentivo congelarsi nei canali del mio corpo, sentivo il mio cuore correre sempre più forte e il fiato mancare sempre di più.
Poliziotti, pompieri, c’era di tutto in quello spiazzale antecedente all’edificio scolastico. Parcheggiai poco distante per poi avvicinarmi a piedi, cercando con gli occhi Niall; lo vidi vicino ad alcuni poliziotti con gli altri ragazzi, non appena incrociò il mio sguardo sembrò trovare un pizzico di serenità.
Gli corsi letteralmente in contro accogliendolo tra le mie braccia non appena gli fui vicina, un grande sospiro lasciò le sue labbra ormai pallide quanto il suo viso. Non ci parlavamo e non ci vedevamo da una settimana esatta, dopo che ebbe lasciato casa mia al seguito di uno Zayn più che infuriato e deluso, non ebbi il coraggio di farmi viva. E nemmeno lui; però sapevamo che qualsiasi cosa fosse successa ci saremo stati l’uno per l’altra. Era così da sempre,e niente avrebbe potuto cambiare tutto ciò.
“Cosa succede?” chiesi senza fiato a Liam che mi guardava con l’ansia negli occhi.
“D-due ragazzi..sono entrati armati..” la voce instabile, gli occhi vuoti.
“Armati..” ripetei per realizzare l’informazione.
“Dov’è Zayn?” chiesi sull’orlo di una crisi di nervi, sapevo già la risposta.
“Dentro” sussurrò Harry, con gli occhi fissi sull’edificio, come se volesse mandarlo in frantumi solo per rivedere il suo amico. Un brivido di paura mi scosse, mentre cercavo di non farmi prendere dal panico e restare quanto più razionale possibile.
“Lou, Lou! – chiamai cercando di attirare la sua attenzione, parlava fitto con un poliziotto – Che dicono?” chiesi, mentre avevo sempre Niall tra le braccia.
“Em – sussurrò un po’ sorpreso un po’ sollevato – il ragazzo, si chiama Troy è stato bocciato l’anno scorso e rischia l’anno anche questa volta. Il problema è che non è solo arrabbiato, infatti è in cura da un’analista per disturbi della personalità, ha un passato difficile. Si è portato dietro Nicholas, un amico della stessa scuola nella sua stessa situazione scolastica” sembrava il più razionale, questa cosa non mi stupì affatto. Di solito infatti eravamo io lui e Liam i più risoluti in queste situazioni, ma questa volta nemmeno Liam pareva riuscire a mettere da parte la preoccupazione ed il panico.
“Cosa vogliono, Lou?” la mia voce tremante, timorosa di una risposta.
“Vendetta, e da chi se non da Zayn? Questo Troy ha un bel problema e ha messo su una sceneggiata. Dentro ci sono tutti gli studenti, i professori e ..Zaynsussurrò il suo nome come se pronunciarlo ad alta voce avesse potuto ricordare a quel ragazzo, che si trovava dentro l’edificio armato, di cercare il nostro amico. “Lilien?” chiesi ancora, ero sicuro fosse lì, per logica.
Lou me la indicò con un gesto del capo, mantenendo lo sguardo fisso su di me. Seguii la direzione incontrando lo sguardo della moglie del mio amico, che già mi stava fissando.  Era preoccupata, indubbiamente, le lacrime ancora gli bagnavano le guancie e gli occhi ma ,quando mi guardò mi gelò sul posto. Se gli guardi avessero potuto uccidere sarei morta stecchita.
“Amore aspetti un attimo? Vado a parlare con i poliziotti?” sussurrai nell’orecchio del mio biondo per sciogliere l’abbraccio.
“No, non mi lasciare” sussurrò stringendomi più forte. “Niallar..” “Non mi lasciare, ti prego. Lui non può morire, non di nuovo, è un incubo.. Emma, Emma ti prego” sussurrava in panico.
“Ha un attacco di panico” sussurrò Liam assente, guardandoci con occhi vacui.
“Amore mio, guardami..guardami” imposi facendomi guardare negli occhi.
Non appena i nostri occhi dello stesso colore e della stessa sostanza entrarono in contatto, mi sentii a casa in una situazione così fuori dalle regole e dalle logiche.
“Ti prego, puoi fare una cosa per me?” lui annuì mentre fissava i miei occhi, come incantato.
“Resta qui, mi tieni sott’occhio. Io vado solo a parlare con i poliziotti. Ti giuro Nialler che risolvo questo casino, Zayn esce di lì vivo, te lo giuro!”
una lacrima gli rigò il volto, ma subito l’asciugò. Gli anni erano passati , ma Niall era rimasto sempre il solito meravigliosa ragazzo, estremamente legato ai suoi amici.
“E respira” gli imposi, prima di allontanarmi.
“Scusi?”
attirai l’attenzione di un poliziotto che mi guardò di sfuggita mentre armeggiava con un qualche aggeggio
“Signorina non è il momento”
mi liquidò.
“Sono la migliore amica di Zayn Malik, il preside, e ho intenzione di capire qual è il vostro piano. Perché voglio vedere il mio amico uscire vivo da quelle mura” imposi seria.
L’uomo mi guardò per un momento, prima di sospirare e grattarsi il mento.
“Non abbiamo un piano per il momento, stiamo aspettando la chiamata del rapitore..se così si può definire” spiegò mortificato.
“Fantastico” sussurrai sarcastica. Tornai dai miei amici, al fianco di Niall.
“Che dicono?” sussurrò Harry.
“Che sono dei coglioni” sputai infastidita dalla loro incompetenza.







' “Tutto è fermo. Dentro gli occhi suoi. Tutto è fermo.
E tutto desidera muoversi, andare oltre, perdersi, schiantarsi, finire altrove, dove non esiste nient'altro che ciò che tanto attendono. 

Tutto è fermo dentro gli occhi suoi.
I suoi occhi sono luci indifese. I suoi occhi sono sale d’attesa.
I suoi occhi sono tenerezza che spaventa.
Dentro i suoi occhi, piccoli prati in fiore che attendono Primavera. ” '






Venti minuti dopo, dato che la situazione ancora non era cambiata, iniziai ad infastidirmi seriamente.
“Mi lasci entrare” pregai ad un’agente.
“Non  se ne parla signorina, è troppo pericoloso” impose con un cipiglio fastidioso.
“La prego” sussurrai frustata.
“Se c’è qualcuno che ha il diritto di entrare quella sono io” sputò Lilien guardandomi schifata, la mia bocca si spalancò letteralmente.
“Allora entra no? Che aspetti?” sputai avvelenata.
“Nessuno può entrare” ripeté l’agente rivolgendosi a Lilien, approfittai della sua distrazione e feci una corsa nell’edificio.
“Signorina, si fermi” mi reguardirono gli agenti.
“Em che cazzo fai?” trillò Louis impaurito. “Emma” l’urlo disperato di Niall fu l’ultimo che sentii ma non li considerai minimamente.
Mi addentrai nei corridoi silenziosamente, passando davanti a decine di classi chiuse.
Solo in un secondo momento mi resi conto che erano chiuse perché all’interno vi erano i ragazzi in ostaggio; mi avvicinai ad una di queste per sbirciare dal vetro, alcuni ragazzi mi videro e allargarono gli occhi così dovetti nascondermi per non farmi scoprire dai rapitori armati. In punta di piedi mi diressi in direzione, dove pensai fosse logico trovare Zayn, è così fu; il problema era il fatto che con lui ci fossero tutti gli insegnanti e gli impiegati, più un altro uomo armato che li teneva in ostaggio seduti a terra. Entrai fregandomene altamente del fatto che il rapitore potesse spararmi, e alla mia vista Zayn sbiancò letteralmente.
“Em”
un sussurro impercettibile che mi arrivò forte e chiaro.
“Chi cazzo sei, come sei entrata” mi urlò contro l’uomo mentre mi sventolava una pistola in faccia. Feci uno o due passi indietro intimorita.
Sono sola, voglio solo che liberi lui”  sussurrai sincera indicando Zayn con il capo.
Te lo sogni bambolina, il preside è il più importante..è la causa di tutto” sputò guardando con rancore il moro.
“Ti prego” supplicare? Si l’avrei fatto, di tutto per salvare Zayn.
“Emma vattene, così come sei venuta. Ti prego” mi disse Zayn mentre iniziava ad agitarsi.
“E tu credi che la lasci andare? Siediti anche tu lì bambolina”
ringhiò spingendomi di fianco a Zayn e gli altri per terra.
Il moro mi fece spazio al suo fianco, aiutandomi a mettere seduta, gli sorrisi timidamente.
“Mi dispiace” sussurrai mortificata “Volevo solo salvarti” lacrime incontrollate salirono inevitabilmente ai miei occhi, ma mi feci forza per non versarle.
“Em è tutto apposto. Sono felice tu sia qui” sussurrò dolcemente prendendomi la mano.
“Andrà bene” mi rassicurò, dov’era finita la mia risolutezza nel portarlo fuori di lì?
“Lasciaci andare” pregai attirando l’attenzione del rapinatore
. “Ti prego..sono incinta” sussurrai ormai in lacrime.
Potrei giurare di aver sentito i muscoli di Zayn contrarsi uno ad uno, anche se gli tenevo solo la mano.
“Ti prego” continuai a persuadere l’omone.
“Non se ne parla, me ne frego del bambino” a quanto pare però non avevo successo.
“Ti prego, ti supplico..lasciaci vivere” pregai disperata. Lui si guardò intorno con il panico negli occhi e poi poggiò i suoi occhi neri ancora su di me.
“Solo tu, esci. Non hai visto niente” disse dandomi il via libera, scostandosi dalla porta. Mi alzai con gambe tremanti, facendo scivolare la mia mano dalla presa di Zayn.
“Lascia che venga con me” sussurrai persuasiva avvicinandomi al rapinatore.
“Emma”
sussurrò Zayn come a volermi impedire di andare oltre e scappare via. Si alzò pronto ad intervenire qualora le cose di fossero messe male.
“Sta giù” ringhiò il ragazzo dagli occhi neri, puntando la pistola contro Zayn, impaurita cercai di restare lucida.
“Giuro che non diremo niente, ci dimenticheremo di tutto. Lasciaci solo andare via”
insistetti.
“Vattene via puttana”
urlò seriamente scocciato dalle mie chiacchiere.
“Non chiamarla puttana, stronzo” urlò Zayn infuriato.
“Non è il momento per fare il protettivo Zayn” ringhiai.
“Non è mai il momento di chiamarti puttana” imprecò serio.
“Smettetela di parlare” urlò l’uomo facendo scappare distrattamente un colpo dalla sua pistola. Il sangue mi si gelò nelle vene, mentre sentivo il mio cuore battere sempre più veloce e poi rallentare spaventosamente.
Percorsi lentamente la stanza con gli occhi, arrivai alla parete insanguinata e feci scorrere lo sguardo fino al pavimento dove giaceva, in una pozza di sangue, il corpo della segretaria di Zayn. Tirai inconsciamente un sospiro di sollievo, mentre Zayn mi tirava avidamente a se stringendomi forte.
“Sh” cercò di rassicurarmi, e placare il mio pianto che non mi ero resa conto di portare avanti. Sentii le voci indistinte degli altri rapitori che decidevano di scappare via, mentre Zayn mi cullava guardando la scena. Scapparono fuori dall’edificio, ma li avrebbero presi dato che era circondato.
Lentamente Zayn mi condusse attraverso i corridoi, rassicurando anche i suoi allievi dicendogli di restare calmi, mentre tutti raggiungevamo l’esterno dell’edificio. C’era un casino inimmaginabile, chi correva di là di chi di qua, ed io mi sentivo completamente persa.
“E’ tutto apposto, ora troviamo i ragazzi” mi sussurrò Zayn avendo capito la mia paura, annuii tremante.
“Zayn” urlò Lilien correndoci incontro, Zayn le sorrise ma lei si gelò sul posto vedendo il modo in cui mi teneva stretta a sé.
Il fatto che non mi lasciò per salutarla, non prendendo nemmeno in considerazione l’idea, la ferì ancora di più. Ma in quel momento non me ne preoccupai, ero troppo scossa.
Zayn le fece segno con il capo di seguirci, ma non so se lo fece o meno. Si mosse ancora un po’ tra la folla prima che quattro paia di braccia ci stringessero, facendomi sentire appieno il calore dei loro corpi. Sorrisi ed iniziai nuovamente a piangere.
“Sono morto dalla paura” sentii Liam sussurrare, mentre gli altri assentivano. Alcuni dottori ci fecero sedere all’interno di un’ambulanza dandoci dei plaid che rifiutai perché avevo caldo. 
“Non ti azzardare mai più a fare una cosa del genere” mi rimproverò Louis preoccupato e con gli occhi lucidi. Scossi il capo mentre continuavo a fissare gli occhi di Zayn, ora seduto di fronte a me, che non lasciavamo i miei mentre Niall mi stava accanto carezzandomi la schiena.
“Va bene?” mimò con le labbra, annuii mentre gli altri erano ignari dei nostri messaggi impercettibili.

Quando dopo poco uscimmo dall’ambulanza per raggiungere le nostre auto e tornare a casa, una scena ci si parò di fronte, e non potemmo far altro se non assistere. I ragazzi che avevano preso in ostaggio un intero istituto uscirono armati dall’edificio, con la rabbia a sfigurare i loro tratti adolescenziali. Guardai ad occhi sgranati lo stesso ragazzo che ci aveva tenuti in ostaggio poco prima, gli stessi occhi color pece ora mi fissavano arrabbiati..era colpa mia. Nemmeno il tempo di registrare i suoi movimenti, che mi sentii i polmoni bruciare mentre l’aria fuggiva via dal mio corpo impedendomi di respirare. Mi accasciai a terra sorretta da bracia forti che mi tennero stratta al proprio corpo. Sentii tutti i sensi e le forze abbandonare lentamente il mio corpo, l’uno dopo l’altro. L’ultima cosa che vidi fu il sorriso soddisfatto del mio assassino, poi il buio. Scuro quanto quegli occhi pece che mi avevano sparato.
 



Un respiro profondo, di quelli avidi come quando esci dall’acqua dopo aver trattenuto il fiato, e poi gli occhi si spalancarono mentre il mio corpo si contorceva in uno spasmo. La luce bianca mi colpì gli occhi facendoli bruciare quanto i miei polmoni. Tempo dieci secondi e misi a fuoco il soffitto bianco ed anonimo che avevo di fronte. Poi la visuale mi fu portata ancora una volta via. Nero pece. 












**
CIAO MERAVIGLIE
Eccomi finalmente, dopo mille peripezie sono riuscita ad aggiornare.
Giuro che sono mortificata per questo ritardo che però, ha una spieazione:
sto avendo grossi problemi con il pc che oggi, dopo mesi, si è deciso a collaborare.
In pratica non capiamo dove sia il problema per cui non sappiamo come risolvere.
Non so, per questa stessa ragione, quando riuscirò ad aggiornare nuovamente,per ora godetevi questo capitolo.
Spero vi piaccia e non vi deluda, data anche l'attesa.
Non è il mio preferito, ma adoro il finale.
Non so se ve ne siete accorti ma lascia in sospeso il tutto..
cosa succede ora?
E' questa la domanda che fate bene a porvi perchè ho in mente tanto di quel casino, chemi dovete stare dietro passo passo
Sarò il più chiara possibile, però voi dovete avere fantasia(?) ahahah
No più che altro dovete solo avere pazienza, perchè ripeto sto pensando a qualcosa di intrecciato
Comunque sia, sto abbozzando anche una nuova ff che per ora non posterò
Mi sembra stupido postare il primo capitolo per poi non sapere se e quadno
potrò aggiornare nuovamente.
In più sto iniziano a scrivermi tutti i capitolo ora che sono ispirata, poi perso l'isprazione e la lascio
Quindi scrivo un bel po', aggiusto il pc, e poi vi rendo partecipi lol
Non so se l'avete capito, ma ultimamente sto scrivendo e postando
ovvero non ho i capitoli pronti e per questo ci metto più tempo nell'aggioranre pc a parte.
Prometto che se mi va il pc, dopo il 15 aggiorno

Però me le fate trovare tante recensioni?
Lo so che vi ho 'abbandonati' ultimamente, ma le vostre recensioni
mi aiutano molto a scrivere..
perchè mi fanno sembrare che tutto questo lavore non è vano

Ora vado
Buone vacanze -che io non ho-
e Buon ferragosto
Un bacione enorme. xx



twitter : @1Dlifeblood (seguo tutti :)

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Capitolo 8
*** Chapter 8. ***


Ma se non posso essere lo specchio dei tuoi sorrisi non voglio essere niente.



Aprii gli occhi, presi un respiro profondo e mi guardai intorno con sguardo vacuo. La prima figura che riconobbi, sedutami accanto, fu quella di una donna.
Quando misi a fuoco capii che si trattasse di Lilien, le regali un sorriso stanco e lei subito balzò in piedi riempiendomi di domande, per poi chiamare un dottore affinché mi visitasse. Mi sentivo stordito e non capivo cosa stesse succedendo o perché fosse in quell’ospedale, solo una cosa mi tormentava: dov’era Emma.
Quando i medici ebbero terminato di sottopormi a tutte le loro analisi, potei finalmente avere un attimo per me stesso e per capire che cosa stesse accadendo intorno a me. Ma prima, “Dov’è Emma?” una domanda inevitabile, che sfuggì alle mie labbra spinta dalla mia preoccupazione.
“Zayn, Emma è morta anni fa” Lilien mi guardava come se fossi impazzito, come si guarda un bambino che chiede che fine ha fatto il suo pesciolino rosso, morto in realtà settimane prima senza che lui ne fosse a conoscenza.
“C-come?” non poteva essere, lei era come, l’avevo vista, l’avevo sentita.
“Zayn, era malata. Oddio hai un vuoto di memoria..” la voce preoccupata e lo sguardo saettante mi fecero capire che era davvero preoccupata per la mia salute mentale, davvero Em era morta.
“Io..lei..E’ venuta qui, l’ho vista Lil, ti giuro. Era con me quando..le hanno sparato” l’ultimo pezzo di quella mia frase sconnessa fu un sussurro di stupore.
Stavo effettivamente realizzando quello che mi era successo, quella sera nella quale ero convinto di essere con la mia Emma, nella quale pensavo di aver trovato un appiglio per riportarla da me.
  “Lei non è mai stata qui” ancora un’affermazione, mentre mettevo insieme i pezzi. "E' quello ad essere stato sparato sei tu, Zayn. Ma ora stai bene, starai bene" cercò di rassicurarmi, ma la mia testa era altrove. Poco mi importava delle mie condizioni, se lei non era qui con me.
“Era tutto un sogno..” vidi la mano di Lilien raggiungere il mio viso nel tentativo di asciugare quelle copiose lacrime amare, che non mi ero reso conto di star versando. “Mi dispiace, Zay” scossi il capo e mi scostai dalla sua mano, prendendo un respiro profondo.
L’avevo persa, ancora, senza averla mai avuta indietro.
“Sei stato in come per tre mesi..” mi suggerì Lilien per completare il puzzle della mia memoria sfuocata.
Che stupido cliché che era la mia vita, che stupido che ero io. Vivere un sogno da coma nel quale sognavo di aver avuto indietro l’amore della mia vita: stupido, stupido Zayn. M
i accasciai sul letto, sprofondando tra i cuscini non tanto morbidi, appiattiti e con la forma del mio capo che era rimasto nella stessa posizione per bene tre mesi. Avrei dovuto ricominciare, ancora.. seppure la mia vita non essendo mai terminata, continuava a svolgersi in maniera a me totalmente estranea.

Mentre guardavo quella fredda lapide un brivido mi scosse interamente, come se lei stesse lì ad osservarmi. Erano passati esattamente otto mesi, venticinque giorni e fiumi di lacrime versate nel silenzio della notte, all’oscuro dalla mia famiglia. Io e Lilien avevamo avuto un'altra bambina, femmina, ancora. Questa volta però avevo esplicitamente pregato Lil di chiamarla Emma; seppure riluttante mi aveva accontento.
Fu allora che ho realizzato quanto generosa e comprensiva Lilien realmente sia. Sulla sua lapide, nonostante gli anni passati, ancora ogni giorni vi erano poggiati sopra cinque mazzi diversi di fiori. Ancora cinque cuori battevano all’unisono alimentati dalla consapevolezza che, senza quella ragazza dagli occhi di ghiaccio, non avrebbero trovato la loro strada per unirsi e combattere tutte queste battaglie, insieme. Emma era la loro più grande benedizione e il più grande tormento di Zayn: ogni notte continuava a sognare il suo volto, continuava a sentire il suo tocco sulla pelle.
Non l’avrebbe mai lasciata andare, non per davvero. E così si ostinava a tornare lì, su quella tomba, a chiedersi il perché : perché l’unica persona che mai fosse riuscito a renderlo realmente felice, avesse dovuto essergli sottratta?
Zayn si asciugò quelle poche lacrime che gli erano sfuggite dalle folte ciglia nere e voltò le spalle alla sua amata, solo per quel giorno, poi sarebbe tornato.
Mentre si dirigeva all’auto dove sua figlia lo aspettava sfogliando un libro da disegno, lui si accarezzava inconsciamente l’anulare, dove sotto la fede in oro c’era un solo piccolo tatuaggio, che viveva di luce propria.
Quella piccola “E” era lì a simboleggiare che era lei, che doveva riempire quel posto nella vita di Zayn.
E così sarebbe stato, se solo non ci fosse stato uno stupido e distruttivo incidente di percorso.
Salì in macchina e guardò la figlia con la solita luce di dolcezza negli occhi, la bambina lo notò e gli sorrise.
“Tutto bene, papà?” la voce squillante, pura e felice di una bambina mora con gli occhi azzurro giaccio: come quelli della sorella, che aveva a sua volta ereditato dal loro nonno materno.
“Tutto bene, Emma. Va tutto bene” le sorrise e mise in modo, con la consapevolezza infondata che Emma avrebbe rivissuto in sua figlia per sempre, perché non sarebbe passata una volta davanti ai suo occhi senza che lui si ricordasse dell’amore più grande della sua vita: EMMA. 









 
I KNOW YOU HATE ME, I HATE ME TOO
:(

Davvero giuro che lo so che non vi spettavate questo fosse l'ultima capitolo.
Giuro che siete delusi perché, dopo aver aspettato quasi un mese, me ne esco con questo mini epilogo.
Ma non potevo fare altrimenti.
Avevo scritto già due capitolo di "continuo" a quello precedente, ma mi sono resa conto che fossero troppo incasinati.
Troppi eventi che si sovrapponevano, troppo tutto un "avanti e dietro" nel tempo.
E, onestamente, mi è sembrato giusto fare così: chiuderla qui.
Emma deve restare morta, bho
Oddio , ora mi odiate! *va a piangere in un angolino*
COOOOOOOOMUNQUE, io ci terrei tanto a ringraziare chi ha letto e recensito questa ff e anche l'altra.
Chi ha amato Emma e Zayn, solo Emma, solo Zayn, Niall, Liam, Harry, Louis..
tutto di questa fanfiction, perché giuro che io ho amato voi :)
Vi sono estremamente grata per le recensioni, per i commenti positivi e per quelli negativi, per tutto.
Per il supporto nei miei momenti "brutti" e per la pazienza che avete avuto con me e il mio pc :3
Ho aggiornato per tutti quelli che volevano leggere, ed eccovi qui.
Questa è la fine definitiva di questa Fanfiction che ho amato con tutta me stessa.
Ora... spazio alle critiche.
Un bacione enorme a tutti, un GRAZIE enorme a tutti e..
buon anno scolastico :)
Spero di ritrovare qualcuno in qualche altra ff che pubblicherò.
LOVE YOU <3

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