La Famiglia Fumagalli/Brambilla

di FairLady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risparmiare, conviene. ***
Capitolo 2: *** Come si dice? Restare di gesso? ***
Capitolo 3: *** Cinema Paradiso ***
Capitolo 4: *** E luce fu... ma non troppa! ***
Capitolo 5: *** Resistenza a pubblico ufficiale. ***



Capitolo 1
*** Risparmiare, conviene. ***


Claudio Fumagalli e Paola Brambilla sono sposati da un anno e 45 giorni.
Minuto più, minuto meno.
Vivono in un appartamento modesto ma accogliente, in provincia di Milano.
Per le loro prime vacanze estive da sposati decidono di accettare l’invito di alcuni amici di famiglia che hanno una casa in Puglia. 
Hanno esattamente due settimane di ferie e tutto, dico tutto, procede a meraviglia. 
La piccola Chiara Fumagalli, che non ha ancora compiuto il primo anno di età, se la spassa allegramente, coccolata da tutti e viziata neanche fosse la principessa Victoria di Svezia. 
L’ultimo giorno di permanenza nelle terre del Salento, Claudio, Paola, la piccola Chiara e alcuni amici decidono di farsi un giro ad una sagra di paese. Una di quelle feste goderecce, piene di bancarelle e diabete, che spopolano durante il periodo di Giugno-Luglio-Agosto, in tutta Italia. 
L’auto che li riporterà a Nord è già stata caricata per la partenza della notte successiva e ogni angolino libero è stato occupato da acquisti, bagagli e leccornie pugliesi. C’è a malapena lo spazio per il baby pullman, sul sedile posteriore. 
Stanno camminando piacevolmente in mezzo ai commercianti. Ogni tanto Paola redarguisce Claudio, continuamente ammaliato da soprammobili e ninnoli vari, di cui avrebbe già soppalcato l’automobile se la moglie glielo avesse permesso.
“Tu dimmi cosa te ne fai di un porta prosciutto in legno e ferro battuto!”
“Ma Paola, non lo vedi? E’ un pezzo elegante, raffinato ed estremamente utile!”
Paola gli lancia uno sguardo torvo, si avvicina alla bancarella e guarda il prezzo esposto su quell’aggeggio infernale. 
“Centocinquanta euro sono molto più eleganti e raffinati se restano nel mio portafoglio!” gli risponde, proseguendo la passeggiata.
“Amore! Ma non capisci l’utilità d’avere un arnese di questo genere in casa!” 
Continua lui, imperterrito, sfoderando le sue incredibili doti di imbonitore. 
Paola si ferma, incrocia le braccia al petto e con la tipica espressione da “vediamo-cosa-diavolo-ti-inventi!”, lo fissa, nello stesso modo in cui si fissa un malato di mente. 
Allora la sicurezza di Claudio viene meno ma non si arrende. 
“Se noi prendessimo una grossa forma di prosciutto crudo, per esempio, potremmo risparmiare un sacco. Al kg costa sicuramente meno di quello confezionato ed è più genuino. Niente plastica da buttare e quindi meno inquinamento.”
Paola non sa se scoppiare a ridere o se prendere il porta prosciutto e darglielo in testa.
Opta per un opzione più cauta, data la presenza di un lauto pubblico.  
Lo guarda e con la voce più bassa e ferma che riesce dice:
“Claudio. Siamo vegetariani!!!” 


Salve a tutti!

So che chi legge le mie storie, non sarà certo abituato ad una cosa così! :) Mi scuso in anticipo per lo shock (come se gliene fregasse a qualcuno xD)
Spero comunque vi sia piaciuto il tentativo!
La cosa nasce in alcune conversazioni tra me e 
Chara in cui lei leggeva le mie comiche familiari. Poi, probabilmente scherzando (anzi, sicuramente :D) mi ha consigliato di provare a scriverne qualcosa! Ed eccomi qui...vostro malagrado!!! ahahahahaahahaah

Spero di sapere da voi se vi piace o se vi fa schifo.... così da capire se posso continuare ad ammorbarvi o no! :D

Un abbraccissimo!!! :3

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Capitolo 2
*** Come si dice? Restare di gesso? ***


E’ Domenica mattina e Paola, come al solito, si sta dedicando alle pulizie di casa. Mentre aspetta che il pavimento asciughi nelle camere, prepara gli ingredienti per il pranzo domenicale ma si accorge con orrore che mancano proprio quelli principali.
“Amore! Amorino…” 
Claudio è immerso nella lettura di Motori Ruggenti, il fumetto a cui è abbonato da quando aveva sette anni e che narra storie fantastiche di un mondo abitato da automobili parlanti. Gli stessi fumetti che hanno ispirato la Pixar per il film Cars. 
E’ arrivato al punto in cui Black Thunder sfida Joyful Flash in un duello senza esclusioni di marce, per cui, i suoi due neuroni sono entrambi estremamente impegnati. 
“AMORE!”
Paola si posiziona stile marines di fronte al divano, cercando di attirare l’attenzione del marito. 
“Claudio!!!” dice, attenta a non alzare troppo la voce, dato che Chiara si è addormentata. 
Finalmente l’uomo sembra dare segni di vita, fa un’orecchia alla pagina che stava leggendo e guarda la moglie con due occhioni da cocker. 
“Dimmi…” dice, un po’ impaurito. Sa bene che qualcosa di arduo lo attende. 
“Potresti controllare se c’è un centro commerciale aperto, per favore? Mi mancano la paprika e lo zucchero di canna e non posso assolutamente cucinare il pollo, senza.”
Lui la scruta, accigliato. Non ha assolutamente voglia di uscire per buttarsi in qualche supermercato stipato di gente. E poi quel brutto ceffo di Black Thunder stava avendo la meglio su Joyful!!! 
Ma sa bene che non c’è partita e che alla fine dovrà alzarsi dal divano, buttarsi in auto e andare a procacciare paprika e zucchero di canna. 
“Ok…” risponde, mestamente. 
 
Più tardi…
 
Le chiavi che girano nella toppa danno a Paola il segnale che Claudio è tornato sano e salvo. Certo, guarda l’orologio e si chiede come mai ci abbia messo più di due ore per prendere due spezie, ma scrolla le spalle e continua a preparare i suoi intingoli. 
“Amore…vieni! Ho una sorpresa per te!”
Un brivido di terrore percorre la schiena di Paola e la percuote fino ai piedi. Le mani prendono a sudare freddo. 
Sorpresa?! Lei ha paura delle sue sorprese. Ma non vuol fare la guasta feste. Non subito almeno. 
Appoggia le presine da forno sul ripiano della cucina e si pulisce le mani nel grembiule, indossando il sorriso più entusiasta che riesce a trovare. Va alla porta e resta di sasso. 
“CHE.COSA.E’.QUESTO.OBROBRIO???” 
Paola non sa se iniziare a gridare o prendere a sberle l’uomo che ha sposato due anni prima. 
Claudio la guarda con un sorriso a ventimila denti, tutto contento. 
“Non è bellissimo???” le chiede, totalmente indifferente ai fulmini che le escono dagli occhi. 
Lei guarda meglio l’oggetto non identificato, cercando di calmare la follia omicida che le attanaglia lo sterno. 
Un ENORME, che dire ENORME è un eufemismo, vaso di gesso intarsiato con ghirigori floreali, le sta davanti. Claudio, con non poca fatica, cerca di trascinarlo in casa, lasciando sulle piastrelle dietro di se lunghe scie di gesso biancastro che le causano profondi attacchi di panico. 
Ma lui imperterrito, lo trascina piazzandolo sotto la mensola del telefono, tutto orgoglioso.
“Ho fatto un grande affare, amore. Vicino al supermercato c’era un signore calabrese con un camion pieno di statue e vasi di gesso. Questo era l’ultimo del suo genere – più che altro unico, pensa Paola, nascondendo una smorfia orripilata – e me l’ha lasciato a venticinque euro, al posto di ottantacinque!”
Paola, nonostante stia per avere una convulsione dallo shock, non riesce a smontare del tutto il povero Claudio che la guarda con gli occhi da Panda, sperando che riesca a capire la bellezza della mostruosità di gesso.  
Allora si sforza di alzare gli angoli della bocca in una specie di sorriso, che somiglia più ad una paresi facciale in realtà, e sospirando si volta per tornare in cucina.
“Si, amore. Davvero un bell’affare, bravo!”
Tira fuori il pollo dal forno, si rigira verso il marito e gli chiede:
“Tesoro, mi daresti la paprika e la canna da zucchero?”
Gli occhi di Claudio si spalancano tanto da rischiare di schizzare fuori dalle orbite. Non attende che la moglie gli lanci dietro un coltello da macellaio, ma fugge via di casa, correndo di nuovo verso il centro commerciale. Sa che non deve tentare la sorte, che quel giorno è stata già fin troppo benevola. 
 
Paola continua a spolverare quell’abominio in silenzio, mese dopo mese. Ma progetta in segreto il modo di farlo sparire “accidentalmente”, prima o poi. 


Angolo della pazzoide...

Ebbene si, sono tornata con un'altra immensa cavolata. xD
La cosa che mi spaventa è che di annedoti così me ne vengono in mente a valanghe! E la cosa ancor più sconcertante è che mi sono accaduti veramente! *_* Mi rendo conto che la mia vita è divertente! ahahahahahaah
Ringrazio come di consueto la mia beta Chara
 che mi sta aiutando in questa mia missione suicida e sembra essere anche felice xD <3 e Lisa_Pan per aver avuto lo stomaco di leggere e recensire! :3 
Much Coccols ragazze :3 

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Capitolo 3
*** Cinema Paradiso ***


Era da parecchio tempo che Claudio parlava con Paola di allestire un’area cinema solo per loro. 
“Così da restare accoccolati a guardare un bel film.” Diceva sempre. 
Non era mai riuscito nell’intento, soprattutto a causa del poco spazio a disposizione nell’appartamento che occupavano, fino a quando non avevano deciso di trasferirsi.
 
Entrano per la prima volta nella casa che avrebbero voluto acquistare e subito Claudio, vedendo la loro camera, s’illumina.
“Ecco, qui, in questa posizione, potremmo mettere il letto, magari quello bellissimo in ferro battuto. Quello che ci vuole regalare mia nonna!”
Paola lo guarda di sbieco, già odiando quella struttura cigolante ed antiquata, ma proferendo un semplice sbuffo che sarebbe dovuto sembrare un assenso. 
“Poi qui, vicino all’armadio, potremmo mettere quello splendido tappeto similpersiano (ancora Paola, a distanza di tempo, si domanda cosa sia il similpersiano) e prendere due puff, categoricamente rosso scarlatto e un bel tavolino. Attaccato alla parete lì di fronte – continua, compiendo ampi gesti concentrici, neanche stesse dirigendo la filarmonica di Vienna – potremmo mettere il trentadue pollici con i bracci pieghevoli. Così – prosegue imitando il movimento dei bracci – se vogliamo guardarla dal letto, la giriamo in questo senso. Se invece la vogliamo guardare dall’angolo cinema, la spostiamo da quest’altra parte.”
Idealmente, Paola, cerca di immaginare la stanza terminata e, benché la prospettiva del vecchio letto in ferro battuto (che forse è ottone, forse plastica camuffata) non la entusiasmi troppo, l’angolo del cinema con dei morbidi puff rossi, non le fa per niente schifo. 
 
Peccato che poi, quando finalmente Claudio va da Ikea a comprare “il loro angolo di Paradiso”, come lo aveva soprannominato, torna con due puff (che chiamarli puff è un affronto alla categoria) cubici, duri e scomodi come un letto di chiodi e un tavolino della Barbie, piccolo e senza alcuno scopo nella sua legnosa vita.  
Paola vede frantumarsi il suo sogno: due puff morbidi, a sacco, rossi, accoglienti e morbidi come panna soffice. 
“Cosa sono questi orrori, scusa?” gli chiede con la faccia visibilmente disgustata. Anzi, no. Inorridita.
“I puff!” le risponde, con tono ovvio e leggermente offeso, il marito. “Perché? Non sono belli?”
Paola sospira, rassegnata. Ormai ha capito che ribellarsi è tutta fatica sprecata. E poi l’uomo che ha sposato sembra così su di giri per questi acquisti “paradisiaci” che la voglia di smontarlo l’abbandona. 
Quando finiscono di sistemare l’area, che doveva essere confortevole ma che in realtà lei già non può vedere, si guardano.
Lui sorridente e soddisfatto. Lei. Lei. 
Lei sconsolatamente rassegnata. 
“Non è bellissimo?”
“Già, in effetti.” Si sforza Paola. 
“Proviamo, dai?” 
Claudio gira la televisione sui bracci pieghevoli, prende la misura per far in modo che dai puff si veda bene, afferra la moglie per una mano e la trascina vicino a se. Appena Paola prende posto, senza schienale a cui poggiarsi e su un pianale duro e scomodo, si sente come seduta su un manico di scopa. 
“Eh – le chiede il marito, felice come una pasqua – non è fantastico? Vedrai come ci rilasseremo!” 
“Si, si…” acconsente vagamente lei. Poco convinta. Anzi, per nulla.
Ma non ha cuore di spegnere la sua gioia. La crudeltà non fa per lei e sospira, dipingendosi in volto un sorriso quasi goliardico. 
“E’ davvero una bellissima area cinema, amore.”
Gli dice, carezzandogli una guancia.
 
E’ passato più di un anno da quel giorno. 
La televisione in camera è sempre stata spenta e quei puff non hanno mai visto un paio di chiappe sedercisi sopra. 


Angolo della Pazzoide...

Si è vero, è passato un pò di tempo dall'ultimo anedotto idiota che ho postato, ma sono stata poco bene. O.O 
La mia beta 
Chara mi ha dato il benestare e quindi eccomi qui. :3
Spero che anche questo pezzo di vita piuttosto biografico (e lei sa cosa intendo...ahaahah) vi sia piaciuto e anche se recensiscono in due (la mia beta lo fa per pietà e 
Lisa_Pan lo fa perchè fondamentalmente è masochista! Vero?????  <3  XD) spero che vi divertiate a leggere.
Un abbraccio a tutti.. Much coccols... <3

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Capitolo 4
*** E luce fu... ma non troppa! ***


Paola è appena tornata dal supermercato. Da un po’ di tempo a questa parte va sempre lei a fare la spesa, data la forte propensione di suo marito Claudio all’acquisto compulsivo di oggetti dalla dubbia utilità.
Arriva nel cortile e si blocca davanti al colonnato dell’ingresso dove Claudio se ne sta in contemplazione. Fissa un punto imprecisato vicino alla porta; Paola posa le borse a terra e cerca, senza riuscirci, di seguire lo sguardo del marito per capire cosa attiri la sua attenzione a quel modo. Se ne stanno in religioso silenzio per un po’; fino a quando Claudio, come preso da un raptus, esordisce:
“Dobbiamo andare da Bricoland!” 
Paola inizia a tremare convulsamente. Sarebbe meno orripilata davanti all’Enigmista che le chiede di fare un’altra partita. 
Il connubio Claudio-Bricoland, significa, senza margine d’errore, guai!
“Questo portichetto è troppo buio. Cioè, metti che la sera viene qualche ospite, non ci vede.”
“Claudio, ci sono i lampioni condominiali e non è vero che è così buio!” sbuffa Paola, cercando di tenerlo a bada. “E poi non viene mai nessuno da noi!”
“Potremmo iniziare ad invitare gente!” Propone lui, piegando sulla volontà della moglie, recentemente esternata, di avere più spesso amici a cena.
Paola sbuffa di nuovo, questa volta più sonoramente. Ci pensa un po’ su, poi prende le buste della spesa ed entra in casa, visibilmente scocciata.
Claudio la segue come un cucciolo di Beagle.
“Potremmo solo andare a vedere i prezzi, non è detto che dobbiamo per forza acquistare.”
Paola si volta di scatto e lo fulmina con uno sguardo. 
“Mettere una lampada sotto al portico significherebbe bucare il muro, tirare dei fili, sporcare, rompere… E io non ho voglia di mettermi in ballo per cui, compra una fiaccola di citronella e ficcala dentro ai vasi di fiori. La sera l’accendi…et voilà…ecco la tua bella luce. Gli amici che verranno penseranno di essere alle Hawaii! Potremmo anche comprare delle belle coroncine di fiori e un ukulele!”
Quando Paola perde la pazienza, la sua fervida immaginazione galoppa sempre molto veloce, facendole dire così insensate e Claudio lo sa. La prende per mano e, sapendo che Chiara starà dei nonni ancora qualche ora, decide di portare la moglie a Bricoland.
“E’ solo per farci un’idea.”
 
Claudio e Paola camminano tra i corridoi del reparto Illuminazione di Bricoland. 
Per il momento non hanno ancora trovato niente che li aggradi. Per la verità Paola è così seccata da passare con lo sguardo sopra ai prodotti senza soffermarsi nemmeno un secondo; sta ancora pensando che è quasi ora di cena e non ha preparato niente da mettere in tavola, senza contare le borse della spesa ancora da svuotare, in cucina.
“Ho capito che tu non vuoi sentire parlare di lampade ma fingi almeno per un momento che ti interessi, per favore.”
Claudio è intristito dalla poca partecipazione della moglie ma non si da per vinto. Girano l’angolo delle applique e…
“Guarda, cara. Guarda questa!” il buon Fumagalli ha addocchiato una lanterna in offerta e se ne innamora perdutamente. 
Paola inizia a pregare ogni Dio, in ogni lingua conosciuta, appena scorge nel marito lo sguardo spiritato da psicopatico.
“Scusi, senta, lei!…” Claudio si sbraccia per farsi notare dall'addetto che, a giudicare da come lo ignora, ha già capito che tipo di cliente si troverebbe ad affrontare. Poi, però, la professionalità ha la meglio e si avvicina loro, con fare guardingo.
“Mi dica.” Lo invita. 
“Ho visto queste lanterne da esterno in offerta. Sono belle e costano veramente poco. Mi darebbe qualche informazione in più?”
Il ragazzo alza gli occhi al cielo.
“Sono in offerta perché fuori stagione. Sono a pannello solare e siccome è Novembre, non sono molto convenienti, al momento.”
“Pannello solare?” Claudio sintonizza l’antennino. 
“Si, signore. Devono essere posizionate in zone piuttosto soleggiate, in modo che la batteria interna si carichi e quindi, di sera, siano pronte a fare luce. Ma questa non è la stagione adatta, se posso essere onesto.”
“Beh – sentenzia Claudio – prima o poi il sole ci sarà, giusto?” e poi, girandosi verso Paola, “E non ci sarà neanche bisogno di bucare, rompere e tirare cavi. Due fori nella colonna ed è fatta!”
Paola sa che in nessun modo riuscirà a trascinarlo via senza quelle lanterne per cui fa come le tre scimmiette: tappa bocca, occhi e orecchie e tira dritto come i cavalli, sospirando rassegnata. 
 
Claudio guarda le sue opere d’arte, sospirando, orgoglioso. 
Le batterie sono scariche ed ha appena finito di piovere. 
Per un momento hanno immaginato il peggio: che avessero preso una fregatura. Ma il ragazzo di Bricoland li aveva avvisati.
“Sicuramente non funzioneranno ma non spaventatevi, ci mettono un bel po’ a caricarsi.” 
Eppure, nonostante le lanterne non facciano assolutamente un briciolo di luce, Claudio, felice e soddisfatto, rimira il suo lavoro, contando i giorni che lo dividono dall’estate. 
“Vorrà dire che inviteremo gli amici da Maggio a Settembre.”
“Si, in cui praticamente c’è il sole fino alle dieci di sera…”


Note

Salve! 
Sono tornata, ahivoi, con questa raccolta quasi demenziale e un po' fluff. 
In realtà non ho granché da dire. Sapete che quello che scrivo è ripreso pressapoco dal reale ed è un modo per prendersi un po' giro. Prendersi troppo sul serio non fa bene alla salute. :D
E niente, torno a lavorare, ringraziando la mia amica Chara che è sempre lì a spronarmi e Lisa che ha recensito cose che mai mi sarei aspettata che potesse recensire! ^^
Tante belle cose! <3

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Capitolo 5
*** Resistenza a pubblico ufficiale. ***


Il buon Claudio Fumagalli ha una passione smodata per le auto. Ma non auto qualsiasi: automobili potenti e grandi! Dopo anni di matrimonio, con aneddoti e cincischiate varie da non spiegarsi ora ed in questa sede, è riuscito a comprarsi, finalmente, l’auto dei suoi sogni.
Nonostante questo, molte volte, e senza autorizzazione, se ne va a spasso con la piccola utilitaria della moglie.
“Cara, vado a fare la spesa. – frase che, da sola, riesce a far drizzare i capelli sulla nuca di Paola – Prendo la tua macchina!” Colpo di grazia al suo già flebile autocontrollo.
“Non comprare niente più di ciò che ti ho scritto sulla lista e stai attento agli altri automobilisti, ai cartelli e, soprattutto, ai vigili!”
“Donna di poca fede!” ribatte lui, allegramente, prendendo le chiavi della piccola, e amata, auto della moglie, sparendo poi fuori dalla porta.
 
Qualche mese dopo…
 
Paola fa rientro a casa dopo un’estenuante giornata lavorativa.
Prima di varcare la soglia del cancello, controlla, come ogni sera, la cassetta della posta, trovandovi all’interno il terrore di ogni cittadino onesto: l’avviso di giacenza di un atto amministrativo intestato a lei!
Tremolante, entra in casa, preoccupata e pensierosa.
“Claudio, ci sei?”
Il marito sbuca fuori dal bagno, dove sta cambiando una lampadina.
“Ciao tesoro, tutto ok?” si avvicina alla moglie e le schiocca un sonoro bacio sulle labbra.
“No, in verità. E’ arrivato l’avviso di giacenza di un atto amministrativo.”
Claudio piega la testa di lato.
“Cioè?”
“Una multa, Claudio. Una multa!”
“Ah-ah! Ti hanno beccata! Tu vuoi fare la pilota di Formula Uno? Ecco, questo è il risultato!” la canzona il marito, gongolando ed esultando di non averne combinata lui, una delle sue.
“A parte il fatto che ancora non so cosa c’è scritto, per cui potrebbe essere qualunque cosa. Comunque, non ricordo di aver contravvenuto a qualche cartello o regola stradale. Domani andrò a ritirarla e vedremo. Speriamo solo non sia troppo salata.”
Claudio l’abbraccia, comprensivo.
“Va beh, dai, non preoccuparti. Sono cose che succedono. Dormi serena.”
Si scambiano un altro bacino e si preparano per la serata, cercando di non farsela guastare da questa brutta notizia.

L’indomani…
 
Paola si reca all’ufficio del messo comunale, che conosce bene in quanto padre di un’amica di Chiara, per ritirare la famigerata e temuta contravvenzione.
“Ciao Vito, sono venuta a ritirare una multa.”
Gli comunica lei, mestamente.
“Ah-ah… Eh, tu vuoi fare Schumacher! Ecco i risultati!” le fa il verso lui, conoscendo le sue abitudini alla guida.
“Eh, anche tu! Ma aspettiamo di vedere cosa c’è lì dentro, poi potrete fare tutti i commentini che volete!”  
“Dai, Paolè, sto scherzando. E ja!” le risponde, sorridendo, il partenope e sfilando da una cartellina una busta da lettere verde, terrificante.
Dopo aver firmato i documenti ed essersi attenuti alla prassi burocratica, Paola prende in mano la busta e la apre, lì davanti a Vito.
“Lì, 25/04/2012 in piazza XXV Aprile – Peregallo, il signor Fumagalli Claudio, riconosciuto con documento d’id…” – Paola alza lo sguardo verso il messo comunale – l’ha presa Claudio! Con la mia macchina!”
Corre a casa come un fulmine, sperando che, nel frattempo, il marito non si sia volatilizzato.
“Claudio!”
Lui spunta fuori da sotto al lavandino, dove sta cercando dei filtri, comprati probabilmente nell’anteguerra, per desalinizzare l’acqua calda.
“Hey, tesoro. Allora, che multa è?”
Paola, aprendo il verbale, legge testualmente.
“Violazione dell’art 143, commi 11 e 12. Il signor Fumagalli, alla guida del veicolo targato DD 123 NN, sulla rotatoria sita in Piazza XXV Aprile a Peregallo, viaggiava in contromano, proseguendo verso la via Papini… - legge, mangiandosi le parole dal nervoso – dichiarazione del conducente: “Non ero in contromano, stavo solo facendo manovra e non c’è bisogno di farmi la multa!”
Paola guarda Claudio con gli occhi che le escono dalle orbite.
“Non c’è bisogno di farmi la multa?” ripete. Onestamente, nel leggere quella dichiarazione, le viene anche da ridere ma cerca di trattenersi.
“Ma quel vigile è davvero cattivo! Mica ci vado in contromano, io! Li conosco i cartelli! Lui stava bevendo il caffè al bar sulla rotondina, ce l’hai presente? – tenta di spiegarsi lui – e io avevo parcheggiato lì. Ero sceso a prendere le sigarette e quando sono tornato, uno mi aveva chiuso la strada davanti così ho dovuto fare un pezzetto di retro. Sto vigile mi ha visto ed è corso a multarmi!”
Più va avanti con il racconto, più a Paola viene da ridere e alla fine non riesce ad evitarlo.
“Ma io dico, vai a dire ad un vigile che non c’è bisogno di farti la multa?” lei ancora non ci crede.
“E poi, perché non me l’hai detto quando sei tornato a casa?”
Claudio la guarda con quei suoi soliti occhi da panda. Alle volte sembra più bambino di Chiara.
“Perché avevo paura che mi avresti messo in castigo!”
 
 
Note
 
Ogni tanto mi vengono in mente e allora mi faccio del male e pubblico.
Ad onor del vero questa è una rivisitazione di un avvenimento realmente accaduto ma il malcapitato sulla rotonda non era il mio fantomatico Claudio, comunque ci stava tutta. Sto Claudio mi fa quasi pena! XD LOL
Meglio non far leggere a mio marito, comunque.
Grazie, come sempre, a chi legge e chi recensisce e, va beh, grazie alla pazza della mia amica Chara che ha deciso di perdere la sua brillante reputazione, segnalando questa raccolta all’amministrazione, per essere inserita nelle scelte! <3
E, ok, ora me ne vò…
:3

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